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19 Valutazione Biblioteche oggi ottobre 2009 Se la biblioteca accademica calcola il ritorno del suo investimento Riflessioni a partire da una giornata seminariale INFER Il 5 febbraio scorso l’Italian Natio- nal Forum on Electronic Resources (INFER) 1 ha ospitato a Roma pres- so la sede del Consorzio interuni- versitario per le applicazioni di su- percalcolo per università e ricerca (CASPUR) un incontro seminariale con Carol Tenopir, docente di Scien- za dell’Informazione presso l’Uni- versità del Tennessee, sul ritorno dell’investimento economico delle biblioteche accademiche. Il tema è diventato di drammatica at- tualità nel contesto della crisi eco- nomica internazionale. Da diversi anni infatti le bibliote- che di università vedono diminui- re il proprio potere di acquisto ero- so dalla crescita dei prezzi dei pe- riodici scientifici (serials pricing cri- sis) e, nel contempo, sono bersa- gliate da chi le finanzia a vario ti- tolo per una rendicontazione non unicamente economica delle pro- prie attività. In questo scenario di- mostrare il valore della biblioteca diventa una priorità assoluta per chi è responsabile della sua gestione. In gioco non è solo la necessità di trovare risorse e finanziamenti che garantiscano il mantenimento de- gli attuali standard di servizio: in ca- si estremi è la sopravvivenza stes- sa della biblioteca ad essere messa in discussione. Dalla misurazione e valutazione delle collezioni e dei servizi alla valutazione dell’impatto Da diversi decenni le biblioteche (pubbliche e accademiche, specia- li e nazionali) raccolgono una se- rie di indicatori di performance per misurare la quantità dei servizi of- ferti e l’adeguatezza delle collezio- ni. 2 Nel corso degli anni sono sta- te anche sviluppate metodologie per la misurazione e valutazione qua- litativa dei servizi e delle collezio- ni di una biblioteca. 3 Più recentemente l’attenzione de- gli addetti ai lavori si è focalizzata sulla possibilità di misurare il valo- re di una biblioteca per le comu- nità di riferimento ovvero se sia pos- sibile individuare e misurare i be- nefici, tangibili e intangibili, diretti e indiretti, immediati e a lungo ter- mine, individuali e di comunità, che possono derivare dall’utilizzo della stessa nei vari momenti della vita culturale, nel lavoro, nei rapporti interpersonali oppure nelle attività di studio, di ricerca ecc. In altre parole si cercano strade per misurare l’impatto della biblioteca. 4 Da un lato è fin troppo facile as- serire che la biblioteca, sia essa di Maria Cassella Sistema bibliotecario di ateneo Università degli studi di Torino [email protected]
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Valutazione

Biblioteche oggi – ottobre 2009

Se la biblioteca accademicacalcola il ritorno

del suo investimentoRiflessioni a partire da una giornata seminariale INFER

Il 5 febbraio scorso l’Italian Natio-nal Forum on Electronic Resources(INFER)1 ha ospitato a Roma pres-so la sede del Consorzio interuni-versitario per le applicazioni di su-percalcolo per università e ricerca(CASPUR) un incontro seminarialecon Carol Tenopir, docente di Scien-za dell’Informazione presso l’Uni-versità del Tennessee, sul ritornodell’investimento economico dellebiblioteche accademiche. Il tema è diventato di drammatica at-tualità nel contesto della crisi eco-nomica internazionale. Da diversi anni infatti le bibliote-

che di università vedono diminui-re il proprio potere di acquisto ero-so dalla crescita dei prezzi dei pe-riodici scientifici (serials pricing cri-sis) e, nel contempo, sono bersa-gliate da chi le finanzia a vario ti-tolo per una rendicontazione nonunicamente economica delle pro-prie attività. In questo scenario di-mostrare il valore della bibliotecadiventa una priorità assoluta per chiè responsabile della sua gestione.In gioco non è solo la necessità ditrovare risorse e finanziamenti chegarantiscano il mantenimento de-gli attuali standard di servizio: in ca-

si estremi è la sopravvivenza stes-sa della biblioteca ad essere messain discussione.

Dalla misurazione e valutazione delle collezioni e dei servizi alla valutazionedell’impatto

Da diversi decenni le biblioteche(pubbliche e accademiche, specia-li e nazionali) raccolgono una se-rie di indicatori di performance permisurare la quantità dei servizi of-ferti e l’adeguatezza delle collezio-ni.2 Nel corso degli anni sono sta-te anche sviluppate metodologie perla misurazione e valutazione qua-litativa dei servizi e delle collezio-ni di una biblioteca.3

Più recentemente l’attenzione de-gli addetti ai lavori si è focalizzatasulla possibilità di misurare il valo-re di una biblioteca per le comu-nità di riferimento ovvero se sia pos-sibile individuare e misurare i be-nefici, tangibili e intangibili, direttie indiretti, immediati e a lungo ter-mine, individuali e di comunità, chepossono derivare dall’utilizzo dellastessa nei vari momenti della vitaculturale, nel lavoro, nei rapportiinterpersonali oppure nelle attivitàdi studio, di ricerca ecc. In altre parole si cercano strade permisurare l’impatto della biblioteca. 4

Da un lato è fin troppo facile as-serire che la biblioteca, sia essa di

Maria CassellaSistema bibliotecario di ateneoUniversità degli studi di Torino

[email protected]

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di una biblioteca di università. Unodegli interlocutori principali resta,infatti, la leadership universitaria,in quanto principale finanziatore del-le sue attività.In uno scenario economico com-plesso e decisamente critico qualequello contingente per le ammini-strazioni universitarie in primis, co-sì come per gli enti finanziatoriesterni, non è più sufficiente valu-tare solo l’efficacia dei servizi of-ferti e se questi siano consideratiimportanti o addirittura indispen-sabili ma è diventato strategico ri-uscire anche a misurare:– quali benefici concreti le biblio-

teche accademiche abbiano sul-l’apprendimento e sull’attività di-dattica e di ricerca. Ad esempioquanto una biblioteca contribui-sca al successo negli studi, al lo-ro completamento, o quanto, al-la fine degli studi, contribuisca alsuccesso nella carriera professio-nale, in quella accademica, allaqualità della ricerca prodotta ecc.;

– quale possa essere il valore eco-nomico delle biblioteche accade-miche, ovvero se sia possibile tra-durre i benefici prodotti in unamisura economica che “rendicon-ti” il ritorno del loro investimento.

Su questo ultimo tipo di analisi con-centreremo la nostra attenzione neicapitoli successivi.

Il valore economico delle biblioteche e la Contingent Valuation

Una metodologia diffusa per il cal-colo del valore economico delle bi-blioteche è la tecnica della Contin-gent Valuation (CV). Nata nel con-testo della valutazione economicadei beni ambientali e applicata ra-pidamente anche all’ambito dei be-ni culturali, “la valutazione contin-gente è il più diffuso metodo di-retto di stima del valore dei beniche per le loro caratteristiche in-trinseche non hanno mercato”.8

pubblica lettura o di università, co-sì come tutti gli altri asset culturali,quali musei, archivi, mostre tem-poranee ecc. abbia un valore. Di fatto le biblioteche di pubblicalettura possono contare su una for-te “legittimazione basata sul valoresociale, culturale, economico…”, inquanto “un sistema bibliotecario [pub-blico] è portatore di una serie di va-lori universali”.5

Le biblioteche accademiche, inve-ce, fanno leva su un consenso isti-tuzionale diffuso anche se nonsempre uniforme. Gli utenti istitu-zionali – studenti e ricercatori – nepercepiscono il valore in modo piùo meno consapevole. D’altronde,per citare ancora Roberto Ventura,“non ha senso chiedersi a quantoammontino i benefici che, ad e-sempio, ricercatori e studenti rice-vono dalla biblioteca universitaria:essa è semplicemente indispensa-bile dal momento che sarebbe im-possibile lavorare in assenza di ta-le struttura”.6

La percezione del valore di un ser-vizio da parte degli utenti può inrealtà variare notevolmente in re-lazione al ruolo che questi ultimiricoprono nell’ambito dell’organiz-zazione universitaria.Ad esempio, il servizio di prestitointerbibliotecario e document deli-very sarà giudicato da uno studen-te in maniera positiva se erogatoin modo gratuito; per un docente,invece, il giudizio positivo sarà damettere in relazione con i tempi diconsegna del documento;7 una tran-sazione di reference specialisticopotrà avere un valore completa-mente diverso per una matricola,un dottorando o un ricercatore. Per quanto soggettiva e soggetta aduna gradualità di giudizio, è tutta-via innegabile che da parte degliutenti esista una predisposizionead una percezione positiva dellabiblioteca accademica, delle sue col-lezioni, dei suoi servizi.Studenti e ricercatori non sono pe-rò gli unici “portatori di interessi”

Si tratta di calcolare all’interno diuno scenario contingente tramite in-dagini a campione quanto un uten-te sia disposto a pagare per otte-nere o migliorare un servizio (wil-lingness to pay = WTP) oppure quan-to sia disposto ad accettare in cam-bio della cancellazione dello stessoservizio (willingness to accept =WTA). Il limite principale della Contin-gent Valuation consiste sostanzial-mente nel fatto che l’indagine vie-ne realizzata in un ambiente simu-lato e non in un contesto reale.Nella simulazione, infatti, il cam-pione intervistato tende quasi sem-pre a sovrastimare il valore di unservizio: “Interviewees know verywell that they will never actuallybe asked to pay real money, say topreserve Artic wilderness, so theymay well overestimate what theirprice would be”.9

Per dimostrare l’affidabilità di que-sto tipo di metodologia la US Na-tional Oceanic and Atmospheric Ad-ministration (NOAA) affidava nel1993 uno studio di genere a duepremi Nobel per l’economia: Ken-neth Arrow e Robert Solow. Il rap-porto finale dello studio (Report ofthe NOOA Panel on Contingent Va-luation)10 delineava un set di lineeguida per la conduzione di un’in-dagine di Contingent Valuation, met-tendo in evidenza, tra le altre, la ne-cessità di:– scegliere accuratamente il cam-

pione oggetto dell’indagine;– minimizzare il tasso di non ri-

sposta;– preferire le interviste personali;– fornire agli intervistati informa-

zioni dettagliate sul contesto di ri-ferimento;

– adottare per il questionario unformato referendario;

– valutare attentamente l’utilizzo difotografie durante l’intervista.

La Contingent Valuation, con tutti ilimiti sopra esposti, è stata appli-cata con un discreto successo alcontesto delle biblioteche di pub-blica lettura e a quello delle bi-

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blioteche nazionali, ovvero a quel-le tipologie di biblioteche che ri-sultano essere fortemente conno-tate sul territorio rispetto al qualeoperano. Proprio in questi due am-biti infatti troviamo le applicazionipratiche più diffuse: il progetto del-le S. Louis Public Libraries, quellodelle Florida Public Libraries, lo stu-dio dell’Urban Libraries Council equello delle Southwest Ohio PublicLibraries.L’esperienza delle biblioteche na-zionali è invece documentata dauno studio commissionato nel 2003dalla British Library.11

La Contingent Valuation consente dicalcolare quello che in termini pret-tamente economici viene definitoil Return On Investment (ROI) = ri-torno di investimento.Il ROI “indica la redditività e l’effi-cienza economica della gestione ca-ratteristica a prescindere dalle fon-ti utilizzate: esprime, cioè, quantorende 1€ di capitale investito inquell’azienda.”12 Si tratta in altreparole di un indicatore economicoche consente di calcolare per un’a-zienda quale sia il ritorno di inve-stimento per ogni euro o dollaroinvestito. La formula più comuneper calcolare il ROI è la seguente:

ROI = Risultato operativo /Capitale investito

Nel 2008 una rassegna comparati-va di 34 studi realizzati in sei dif-ferenti paesi (USA, UK, Australia,Nuova Zelanda, Corea del Sud eNorvegia) aventi per oggetto il cal-colo del ROI di altrettante bibliote-che (tra nazionali, di pubblica let-tura e accademiche) consentiva didimostrare un ritorno economicoper ogni dollaro investito che va-riava da 1,13 a 10 dollari.13

I risultati dell’indagine di Contin-gent Valuation commissionata dal-la British Library (BL), condotta suun campione molto eterogeneo dipiù di 2.000 tra utenti e non uten-ti della biblioteca, hanno invece di-

mostrato che la BL può contare suun ritorno economico pari a 4,4 ster-line per ogni sterlina investita.14

La Contingent Valuation è una me-todologia per la valutazione del-l’impatto di tipo qualitativo in quan-to utilizza come strumento di in-dagine le interviste.

La valutazione di impatto nelle biblioteche accademiche

In relazione alla valutazione di im-patto delle biblioteche accademi-che un’analisi, ancorché parziale,della letteratura sull’argomento met-te in evidenza alcune criticità chederivano dalla specificità del con-testo universitario. Le riassumonoin modo chiaro Poll e Payne in unloro contributo del 2006: la neces-sità di valutare l’impatto su diversecategorie di utenti finali (studenti,tesisti, dottorandi, docenti e ricer-catori),15 la difficoltà di raccogliereed utilizzare i dati rilevanti neces-sari per l’analisi della valutazionedi impatto (per esempio per pro-blemi di privacy), ma soprattuttola difficoltà di separare “library im-pact from other influences and toprove that changes in competen-ces or behaviour are indeed an ef-fect of using library services”.16

Come abbiamo già accennato inprecedenza tre sono le aree di va-lutazione di impatto per una bi-blioteca di università: “l’apprendi-mento (da parte degli studenti), l’in-segnamento e la ricerca (da partedi docenti e ricercatori)”.17

Nonostante le criticità sopra elen-cate, metodologie di tipo qualitati-vo sono state di sovente applicatenel contesto accademico soprattut-to in relazione alla possibilità divalutare i benefici della bibliotecaper l’apprendimento. Mezick, adesempio, dimostra una correlazio-ne positiva tra la spesa per l’acqui-sto di materiale bibliografico, laspesa per l’acquisto delle collezio-

ni di periodici, il numero di perso-nale professionalizzato che lavorain biblioteca e il tasso di continua-zione negli studi. L’autrice sottoli-nea che quanto più i bibliotecariinteragiscono con l’ambiente edu-cativo che li circonda tanto mag-giore sembra essere l’impatto posi-tivo sul successo negli studi deglistudenti.18

Tra i servizi che più frequente-mente vengono sottoposti ad inda-gini di tipo qualitativo rientrano letransazioni di reference e i corsi diinformation literacy.I benefici individuali diretti pro-dotti dalle prime così come dai se-condi, infatti, possono essere mi-surati grazie ad una combinazionedi pre-test e post-test che dimostriun cambiamento di competenze edi attitudine per chi ne usufruisce:“Tests before and after a traininglesson or a series of training les-sons can show directly whetherthe attendants profited”.19

L’ideale sarebbe poter eseguire que-ste valutazioni per più anni sullostesso campione di utenti per trac-ciare un percorso individuale dievoluzione di alfabetizzazione in-formativa e di competenza criticanei confronti dell’informazione.20

Le indagini svolte con queste mo-dalità hanno tuttavia lo svantaggiodi essere decisamente lunghe e la-boriose. Non sempre è possibile uti-lizzare lo stesso campione di uten-ti e l’impiego dei dati personali (adesempio i voti degli esami di pro-fitto) è decisamente problematico.Le analisi condotte tramite test for-niscono utili strumenti valutativima non consentono di per sé dicalcolare il ritorno di investimentocosì come invece è possibile fareattraverso l’utilizzo della ContingentValuation.Tra le poche esperienze di tecnicadi Contingent Valuation applicataal mondo accademico è da segna-lare l’indagine realizzata nel 1997dalle Virginia Commonwealth Uni-versity Libraries sui benefici eco-

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nomici del servizio di reference deskdella Biblioteca “James Branch Ca-bell”.21

In questo caso il campione ogget-to dell’indagine era costituito da382 tra studenti e docenti del cam-pus universitario della Virginia Com-monwealth. L’indagine mirava acalcolare la WTP degli utenti per ilservizio di reference desk, per man-tenere l’orario di servizio esistente,per ampliare l’orario di apertura delreference desk per ulteriori 18,5ore settimanali.In media gli studenti si dichiarava-no disposti a pagare 7,48 dollari asemestre per mantenere inalteratoil servizio di reference desk dellabiblioteca. I docenti, invece, dichia-ravano di essere disposti a pagareannualmente 60,00 dollari per ot-tenere lo stesso servizio.Un’indagine incentrata sulla Contin-gent Valuation è anche quella rea-lizzata nel 2006 presso la bibliote-ca dell’Università di Pittsburgh percalcolare il ROI delle proprie col-lezioni di periodici.22 In questo ca-so le auto-interviste condotte per lostudio consentivano di calcolare chel’università avrebbe dovuto spen-dere una cifra 4,38 volte superiorea quella effettivamente spesa perl’acquisto di periodici se i docentinon avessero potuto usufruire perle loro ricerche delle collezioni del-la biblioteca. Per il calcolo del ROI esistono, tut-tavia, anche tecniche di tipo quan-titativo.23 Secondo Roger Strouse24

tre sono le metodologie quantitati-ve utilizzabili per il calcolo del ROIdelle biblioteche: – il tempo risparmiato grazie all’u-

tilizzo della biblioteca. Tale me-trica può essere tradotta in valo-re economico se si conoscono esi riescono ad impiegare i datirelativi ai salari degli utenti;

– il denaro risparmiato utilizzandole risorse e i servizi di una bi-blioteca. La logica applicata dauna metodologia di questo tipoè che risorse e servizi della bi-

blioteca vengono sì erogati gra-tuitamente, ma che sia per le pri-me che per i secondi esistono an-che numerose alternative com-merciali. Il caso più significativoè rappresentato dal servizio direference. Soprattutto nel conte-sto angloamericano infatti esisto-no svariati servizi online di natu-ra commerciale che si pongonocome una valida alternativa al re-ference erogato dalle biblioteche;25

– le entrate generate grazie al con-tributo della biblioteca.

Le prime due metriche sono facil-mente applicabili in qualsiasi con-testo, a patto che si conoscano inmodo approfondito le caratteristi-che della popolazione da servire eche si distingua tra utenti attivi enon attivi:

To accurately measure ROI, startwith an understanding of the po-pulation being served. The univer-se of users should be broken downby active and inactive users to as-sess a utilization rate, as well as fre-quency of use among active users.A representative sample for thesurvey should be developed so thatthe conclusions reached are fullydefensible and the data can be ex-trapolated to represent the full or-ganization.26

Più complesso invece è calcolare ilROI sulla base delle entrate gene-rate grazie al contributo della biblio-teca. Quest’ultima metrica è statadi recente adottata nello studio del-l’Università dell’Illinois at Urbana-Champaign per la valutazione delritorno di investimento che lo svi-luppo delle collezioni di una bi-blioteca accademica può produrresull’attività di ricerca.

L’impatto sull’attività di ricerca:il calcolo del ROI nello studiodell’Università dell’Illinois at Urbana-Champaign

Nel contesto accademico la neces-sità di applicare la valutazione di

impatto all’attività di ricerca scatu-risce direttamente dalla mission diuna biblioteca di università che, coe-rentemente con gli obiettivi istitu-zionali di un ateneo, sostiene e sup-porta in egual misura didattica e ri-cerca.27

Se ciò è vero, è altresì vero che granparte dell’attenzione degli stakehol-ders di un’università, dalla leader-ship interna fino agli interlocutoriesterni compresi i fornitori com-merciali,28 si concentra sulla ricerca.Nell’ambito della governance uni-versitaria, infatti, la ricerca svolgeun ruolo dominante: in un conte-sto come quello accademico forte-mente orientato alla competizioneinternazionale la quantità e la qua-lità della ricerca prodotta da unateneo contribuiscono in modo no-tevole ad accrescere la reputazio-ne dello stesso e attraverso la re-putazione29 è possibile attrarre do-centi di fama internazionale, mas-sa critica di studenti e generare uncircolo virtuoso di finanziamenti pub-blici e privati che sostengano nuo-va ricerca.30 Diventa quindi un o-biettivo strategico di una bibliote-ca di università quello di dimostra-re ai propri stakeholders il suo im-patto sull’attività di ricerca. Ahtola e Smith31 descrivono alcuneesperienze di valutazione di im-patto delle collezioni di bibliotecasull’attività di ricerca attraverso lostudio delle bibliografie contenutenelle tesi di dottorato. La domandafondamentale alla quale rispondequesto tipo di analisi è: “Quale per-centuale del materiale citato in bi-bliografia è stato ottenuto grazie alcontributo della biblioteca?”. La lo-gica sottesa è quella di capire quan-to le collezioni di una biblioteca ri-escano a rispondere alle reali esi-genze di ricerca degli utenti.Lo stesso tipo di indagine è statacondotta in Germania da Kayß ePoll32 che riportano i risultati diuno studio realizzato presso la Uni-versity e Regional Library di Münstersu 7.016 citazioni inserite in 20 te-

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si di dottorato. Il 70,8% del mate-riale era stato ottenuto dai dotto-randi utilizzando la biblioteca del-l’università.Nessuna delle esperienze sopra ci-tate, tuttavia, si è spinta fino al cal-colo economico del ritorno di in-vestimento così come è accadutoinvece nello studio della Universi-ty of Illinois at Urbana-Champaign.Nella primavera del 2006, duranteun ciclo di incontri tenuti nelle uni-versità statunitensi, l’editore Elsevierrilevava una forte esigenza da par-te delle biblioteche di giustificareverso i propri stakeholders i costisostenuti per l’acquisto delle risor-se elettroniche. Infatti dalla metàdegli anni Novanta la quota dibudget destinata dalle bibliotechedi università all’acquisto di risorsein formato digitale è in crescita co-stante. Nelle biblioteche di areascientifica la spesa per i periodicielettronici (e-journals) esauriscespesso l’intero fondo di finanzia-mento ordinario della biblioteca.Nonostante il valore aggiunto of-ferto dalle risorse elettroniche e laloro ampia popolarità tra numero-se fasce di utenti, è innegabile chela loro diffusione attraverso i mol-teplici modelli commerciali adotta-ti dagli editori (tra i quali spiccanoi pacchetti di periodici elettronici)abbia contribuito a rendere indispen-sabile l’adozione di strumenti di con-trollo della spesa in relazione allaquantità e qualità dei risultati pro-dotti.Tra i vari pacchetti di e-journalssottoscritti dalle biblioteche acca-demiche il pacchetto completo com-mercializzato dall’editore Elsevier,costituito attualmente da 1.629 ti-toli (Freedom Collection),33 è il piùeconomicamente oneroso. Consa-pevole della necessità di sostenerele scelte delle biblioteche, l’editoreolandese decideva, quindi, di spon-sorizzare presso la Biblioteca dellaUniversity of Illinois at Urbana-Cham-paign uno studio sul ritorno di in-vestimento delle collezioni di pe-

riodici elettronici. Tuttavia nel con-testo specifico dell’Università dell’Illi-nois calcolare il ROI degli e-jour-nals era un obiettivo complesso,in quanto il budget della bibliote-ca è ripartito per aree disciplinari enon per formato.34

L’indagine si è, quindi, focalizzatasulla misurazione dell’impatto chele collezioni della biblioteca, sia car-tacee che digitali, hanno sull’attivi-tà di ricerca.Per calcolare il ritorno di investi-mento della biblioteca sull’attivitàdi ricerca i componenti del gruppodi lavoro costituito ad hoc per lostudio35 hanno deciso di adottareuna metodologia quantitativa com-binata con un’indagine di tipo qua-litativo, realizzata grazie ad auto-interviste rivolte al personale do-cente, per completare e rendere si-gnificativi i dati quantitativi raccolti.Secondo Tenopir la metodologiaquantitativa utilizzata per il calcolodel ROI dovrebbe essere:– coerente con gli obiettivi e la mis-

sion dell’istituzione;36

– replicabile nel tempo;– significativa per i vari stakehol-

ders, ma in modo particolare peri soggetti finanziatori.37

Per ottenere il valore del ROI nel-lo studio dell’Università dell’Illinoisat Urbana-Champaign è stato deci-so di utilizzare la metrica propostada Strouse: “entrate generate conl’assistenza della biblioteca”. Nel ca-so specifico la relazione tra biblio-teca ed entrate è stata stabilita gra-zie al rapporto tra le citazioni bi-bliografiche che vengono inseritenelle richieste di finanziamento deiprogetti di ricerca e l’ammontarecomplessivo dei progetti di ricercafinanziati in un anno.

Three factors that link the use ofthe library resources to successfulgrant proposals are based on thefollowing assumptions:– faculty use citations in grant pro-

posals;– citations are important in the grant

awards process;

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– citations come from resources pro-vided by the library.38

Tre sono le principali criticità di unapproccio di questo tipo:1. è necessario individuare e mo-nitorare nel dettaglio le procedurepreviste per la presentazione dellerichieste di finanziamento, gli atto-ri coinvolti, gli uffici interni respon-sabili dei procedimenti ammini-strativi. In università di grandi di-mensioni non è semplice per unabiblioteca riuscire ad ottenere intempi brevi informazioni di questotipo e attivare i relativi contatti. Leanagrafi della ricerca, purché com-plete ed aggiornate, sono uno stru-mento utile per risolvere tale criti-cità;2. i finanziamenti dei progetti di ri-cerca sono quasi sempre plurien-nali e, pertanto, è necessario ricon-durli ad una contabilizzazione subase annuale;3. solo una percentuale del mate-riale citato nelle bibliografie checompletano le richieste di finan-ziamento fa parte delle collezionidella biblioteca o, in alternativa, èstato recuperato con l’ausilio dellabiblioteca (ad esempio utilizzandoil servizio di ILL e DD). Nelle cita-zioni dei lavori di ricerca rientranoinfatti ormai sempre più massiccia-mente:– risorse che i docenti hanno otte-

nuto tramite canali di tipo perso-nale o ricorrendo alle collezionie ai servizi di biblioteche esterneal campus universitario;

– risorse che sono disponibili ad ac-cesso aperto per le quali da par-te della biblioteca non intervieneun’intermediazione di tipo eco-nomico. In questo caso, infatti, ilruolo della biblioteca è princi-palmente da mettere in relazionecon le diverse strategie adottatea supporto all’accesso aperto econ la quota di personale FullTime Equivalent dedicato alle at-tività e alle collezioni Open Ac-cess.39

La raccolta dei dati e i risultati

Nell’attività di misurazione quellodella raccolta dei dati descrittivi èsempre un momento estremamen-te delicato e complesso al tempo stes-so. Per semplificare tale attività eridurre al minimo il suo impatto sul-le attività di lavoro quotidiane è unaprassi diffusa quella di fare ricor-so, per quanto possibile, a misuregià possedute.Nel caso specifico dello studio del-la biblioteca dell’Università dell’Illi-nois i dati relativi ai progetti di ri-cerca presentati e finanziati e il lo-ro valore complessivo sono statiottenuti grazie agli uffici internidell’area finanza e dell’area ricerca;i dati sulla spesa annuale per l’ac-quisto dei materiale bibliograficodella biblioteca sono stati scaricatidal sito dell’Association of ResearchLibraries (ARL), un’associazione di123 biblioteche di ricerca nordame-ricane che ha al suo attivo una lun-ga tradizione (a partire dal 1907-08) nella misurazione delle colle-zioni e dei servizi di biblioteca. Sulsito dell’ARL vengono pubblicati idati raccolti annualmente tra le bi-blioteche che appartengono all’as-sociazione.L’indagine qualitativa, realizzata nelsettembre 2007 attraverso auto-in-terviste somministrate via web uti-lizzando il software open sourceSurveyMonkey,40 ha invece permes-so di stabilire la correlazione tra usodelle citazioni nelle proposte deiprogetti di ricerca e risorse ottenu-te con l’ausilio della biblioteca. In totale hanno risposto all’indagi-ne 328 docenti su 2.045.Il 94% dei docenti ha dichiarato diinserire citazioni nelle proposte deiprogetti di ricerca.Sempre il 94% ha inoltre dichiara-to che almeno una delle risorse ci-tate nelle proposte era stata otte-nuta grazie alla biblioteca.L’ultima domanda del questionarioera relativa ai cambiamenti che ladiffusione e l’utilizzo delle risorse

elettroniche aveva prodotto sull’at-tività di ricerca. Decisamente positivi i commentidei 277 docenti che hanno rispo-sto alla domanda. Tra i vantaggievidenziati dai ricercatori:– maggiore efficienza nella ricerca;– aumento della produttività;– crescita del livello di interdisci-

plinarietà della ricerca prodotta.Utilizzando le metriche e i dati so-pra descritti lo studio della biblio-teca dell’Università dell’Illinois atUrbana-Champaign ha permessodi calcolare che nel 2006 a frontedi ogni dollaro speso per l’acqui-sto di materiale bibliografico la bi-blioteca ha prodotto un ROI di4,38 dollari.

Alcune considerazioni sulla valutazione dell’impattoin una biblioteca accademica

In biblioteca l’attività di misurazio-ne e valutazione è un esercizio la-borioso e complesso che presup-pone un atteggiamento culturaleistituzionale radicato e maturo ver-so questo tipo di indagini che nonlascia spazio alle improvvisazioni.Le analisi sulla valutazione dell’im-patto dei servizi e delle collezionidi una biblioteca si costruiscono al-la fine di un percorso progressivoche parte dalla raccolta dei datiquantitativi (input) e dall’analisi de-gli output passa attraverso la valu-tazione complessiva dei risultati ela necessaria retroazione per arri-vare a valutare i benefici prodotti. Alcuni elementi dovranno esserepresi in considerazione nella defi-nizione di uno studio sulla valuta-zione di impatto.Come abbiamo già accennato inprecedenza, qualsiasi indagine diquesto tipo deve essere coerente conla mission di un’istituzione e i suoiobiettivi primari nell’ambito delleattività di didattica e di ricerca: “Im-pact of library services should the-refore support the institutional goals

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and the strategic aims of the insti-tution”.41

Scopo ed oggetto della valutazio-ne di impatto dovranno altresì es-sere definiti in modo esplicito perfar sì che vengano percepiti in mo-do chiaro dai differenti gruppi distakeholders : la leadership univer-sitaria (normative group), lo staff in-terno (functional group), gli utenticore (customer group) ossia il gruppodei cosiddetti utenti istituzionali e,più in generale, i membri della co-munità locale (diffused group).42

Le metriche utilizzate dovranno es-sere replicabili nel tempo e signifi-cative per ognuno dei sopra citatigruppi di stakeholders.È importante che la biblioteca ri-esca a far comprendere ai propriinterlocutori che la logica che sot-tende questo tipo di indagini è de-cisamente ampia e duratura e nonstrettamente contingente.Soprattutto la leadership interna,infatti, tenderà ad assegnare un va-lore transitorio ed esclusivamenteeconomico alla valutazione dell’im-patto.Si tratta, invece, come scrive Jenni-fer Cram, di proporre un cambia-mento totale nella percezione chei vari stakeholders hanno del ruolodella biblioteca:

Unless a library realigns its percep-tion of its own role from servicedelivery to intervention, its asses-sment of the value of its serviceswill be tainted. Central to my pro-posed framework is the absoluterequirement for a perceptual shiftas to the role of the library. The li-brary must not be seen purely as adeliverer of services, but as an in-tervener in the social and/or eco-nomic well being of individuals,groups and the community withinthe spatial context, that is, the li-brary is a deliverer of benefits.43

Nell’analisi dei risultati e nella co-struzione del giudizio finale com-plessivo sulla biblioteca sarà neces-sario mettere in evidenza tutte le

eventuali variabili in grado di mo-dificare, in negativo o positivo, i ri-sultati del processo di valutazionedi impatto:– l’importanza assegnata dal con-

testo generale alle attività di mi-surazione e valutazione;

– il sistema di governance adotta-to da un ateneo;

– la differente allocazione delle ri-sorse;

– l’organizzazione fisica della bi-blioteca e i suoi servizi;

– il ruolo assegnato alla bibliotecanel contesto universitario;44

– la sua capacità di interagire coni propri interlocutori;

– il coinvolgimento dei docenti neiprocessi decisionali;

– l’infrastruttura tecnologica a so-stegno della didattica e della ri-cerca.

In questo articolo abbiamo concen-trato la nostra attenzione sul valo-re economico delle biblioteche. Il ROI, infatti, è uno strumento divalutazione economico-finanziaria.A livello macro, su scala naziona-le, l’impatto economico delle bi-blioteche è stato più volte misura-to dimostrando una correlazione trale collezioni e i servizi delle biblio-teche e il Prodotto nazionale lordo.45

Il valore economico di una biblio-teca è tuttavia inscindibile dal suovalore socio-culturale. Per le bi-blioteche di pubblica lettura il va-lore socio-culturale tende ad esse-re percepito in modo più diretto eimmediato dagli utenti – si pensiad esempio a quanto il senso diidentità locale possa essere accre-sciuto nelle minoranze etniche dallafrequentazione di una biblioteca dipubblica lettura. In un contesto so-ciale sempre più marcatamente mul-tirazziale questo valore è manife-sto per chi appartenga ad una mi-noranza di questo tipo. Su un territorio locale agiscono pe-rò congiuntamente biblioteche dipubblica lettura e biblioteche di uni-versità, archivi e musei. In una vi-sione temporale a medio e lungo

termine della valutazione di impat-to potrebbe rivelarsi utile non tra-scurare la possibilità di mettere inevidenza anche il valore culturalee sociale delle biblioteche accade-miche. Si tratta in altre parole diabbandonare un approccio valuta-tivo orientato al solo contesto isti-tuzionale a favore di una visione piùampia e orientata verso l’esterno.L’analisi del valore socio-culturaledella biblioteca accademica diven-ta un’attività tanto più urgente inquanto il mezzo digitale consentedi creare nuove comunità di uten-ti da servire, di innalzare il livellodella cooperazione e offre econo-mie di scala a chi decida di erogareservizi a valore aggiunto o voglia mi-gliorare quelli esistenti creando unarete di sinergie su base territoriale.La società della conoscenza impo-ne che le biblioteche assumano unatteggiamento consapevole, attivo,coraggioso46 e maturo nei confrontidella misurazione e valutazione chedevono essere poste alla base diogni scelta o decisione presa, se-condo un approccio di tipo evi-dence-based. 47

In Italia, nel contesto universitario,sta crescendo velocemente l’atten-zione verso le tematiche di gover-nance e di accountability, come di-mostrano la spinta propulsiva ver-so la creazione di anagrafi della ri-cerca locali complete ed aggiorna-te che potrebbero concorrere ad ali-mentare un’anagrafe nazionale dal-le stesse caratteristiche48 e la diffu-sione del progetto di benchmar-king tra atenei denominato “GoodPractice”. Obiettivo del progetto lan-ciato nel 2001 dalla SUM, scuola dimanagement per le università e glienti di ricerca del Consorzio MIP,controllato dal Politecnico di Mila-no, è di identificare sistemi di misu-ra delle prestazioni delle attività am-ministrative nelle università italia-ne, individuando “buone pratiche” ediffondendole tra gli atenei parte-cipanti. Nel 2008 il progetto è sta-to aperto in via sperimentale an-

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che al settore delle biblioteche.D’altro canto anche le discipline bi-blioteconomiche non possono sot-trarsi alle proprie responsabilità, in-seguendo solo mode o temi di fa-cile divulgazione.Relativamente alla misurazione e va-lutazione le linee di azione della bi-blioteconomia dovranno seguire so-stanzialmente tre obiettivi:– innalzare nella comunità bibliote-

caria internazionale il livello di con-sapevolezza dell’importanza che lamisurazione quantitativa e quali-tativa assumono per valutare leperformance delle biblioteche eil loro impatto sulla società;49

– adottare procedimenti rigorosi esistematici “nel raccogliere, ana-lizzare e interpretare i fatti relati-vi allo sviluppo e alla fornituradei servizi, in modo da provaread offrire un’immagine più chia-ra di quanto rendono, in terminimisurabili, gli investimenti nei ser-vizi di biblioteca e di informa-zione”;50

– promuovere nelle indagini di mi-surazione e valutazione un ap-proccio olistico che consenta diesprimere in modo innovativo epiù ampio il concetto di “valore”di una biblioteca.

Note

1 <http://www.infer.it/>.2 Le norme standard per eccellenza del-la misurazione quantitativa in bibliote-ca sono la norma ISO 2789: 2006 (4th

ed.) Information and documentation –International library statistics, la ISO11620: 2008 (2nd ed.) Information anddocumentation – Library performanceindicators (45 indicatori) e la ISO TR28118: 2009 Information and documen-tation – Performance indicators for Na-tional libraries (30 indicatori).3 Per il settore biblioteche il set di stru-menti più consolidato per l’analisi qua-litativa è LibQUAL+™, <http://www.libqual.org/>. Di recente a LibQUAL èstato affiancato DigiQUAL uno stru-mento per misurare qualitativamente iservizi delle biblioteche digitali.

4 “Impatto” e “benefici” non sono pro-priamente sinonimi anche se i due ter-mini sono ovviamente strettamente cor-relati. L’impatto è relativo ad un cam-biamento. Può essere positivo, ma an-che negativo. I benefici sono solo po-sitivi. 5 ROBERTO VENTURA, Introduzione allaContingent Valuation: uno strumentoper l’analisi economica delle bibliote-che, “Biblioteche oggi”, 23 (2005), 7,p. 44-62. Sullo stesso argomento di Ro-berto Ventura segnaliamo anche: L’im-patto delle biblioteche accademiche:una via per l’integrazione con le co-munità universitarie, in “Le politichedelle biblioteche in Italia: la professio-ne”, 53. Congresso AIB, Roma, 18-20 ot-tobre 2006 disponibile alla URL <http://www.aib.it/aib/congr/c53/kd.htm3> eLa valutazione della biblioteca pubbli-ca: problematiche e strumenti di mi-surazione dell’impatto culturale, so-ciale e economico, “Bollettino AIB”, 47(2007), 3, p. 289-326.Una bibliografia internazionale sul te-ma dell’impatto delle biblioteche è quel-la curata da Roswitha Poll, Impact andoutcome of libraries, disponibile all’in-dirizzo <http://www.ifla.org/VII/s22/Impact_and_outcome_of_libraries_07-12-01.pdf >.6 ROBERTO VENTURA, Introduzione allaContingent Valuation, cit., p. 49. A talproposito, benché condivida ciò chesostiene Ventura, mi preme sottolinea-re come nel contesto digitale questa af-fermazione possa essere messa in di-scussione giacché – come scrive JerryCampbell – “considering the extraor-dinary pace with which knowledge ismoving to the Web, it is equally diffi-cult to imagine what an academic li-brary will be and do in another deca-de” (JERRY D. CAMPBELL, Changing a cul-tural icon: the academic library as avirtual destination, “EDUCAUSE re-view”, 41 (2006), 1, p. 16-31, <http://net.educause.edu/ir/library/pdf/erm0610.pdf>).7 ROSWITHA POLL, High quality – high im-pact? Performance and outcome mea-sures in libraries, lezione tenuta pres-so la Ticer Summer School, Tilburg2008, <http://www.tilburguniversity.nl/services/lis/ticer/08carte/publi-cat/04apoll.pdf>. Della stessa autricesi legga anche Impact/outcome mea-sures for libraries, “Liber quaterly”, 13

(2003), 3/4, p. 329-342, <http://liber.library.uu.nl/publish/articles/000060/article.pdf>.8 Citazione tratta dalla voce Valutazio-ne contingente di Wikipedia, <http://it.wikipedia.org/wiki/Valutazione_contingente>.9 PETER BROPHY, Measuring library per-formance: principles and techniques,London, Facet publishing, 2006, p. 83.10 KENNETH ARROW, ROBERT SOLOW et al.,Report of the NOOA Panel on Contin-gent Valuation, “Federal Register”, 58(1993), p. 4601–4614. Il report è com-mentato diffusamente anche da RO-BERTO VENTURA, Introduzione alla Con-tingent Valuation, cit.11 GLEN E. HOLT – DONALD ELLIOT – AMO-NIA MOORE, Placing a value on publiclibrary services, “Public Libraries”, 38(1999), 2, p. 98-108; JOSÉ MARIE GRIF-FITHS et al., Taxpayer return on invest-ment in Florida Public Libraries: sum-mary report, September 2004, <http://dlis.dos.state.fl.us/bld/roi/pdfs/ROISummaryReport.pdf>; URBAN LIBRARIES

COUNCIL, Making cities stronger: publiclibrary contributions to local economicenvironment, January 2007, <http://www.urbanlibraries.org/files/making_cities_stronger.pdf>; Value for money:Southwestern Ohio’s return from in-vestment in public libraries, 2006, <http://9libraries.info/docs/EconomicBenefitsStudy.pdf>; BRITISH LIBRARY, Measuringour value: results of an independentimpact study commissioned by the Bri-tish Library to measure the Library’sdirect and indirect value to the UK eco-nomy, <http://www.bl.uk/pdf/measuring.pdf>. Un altro studio di caso di valutazioneeconomica di una biblioteca naziona-le è quello realizzato nel 2002 dallaNational Library of New Zealand. L’in-dagine condotta mirava in realtà a met-tere in evidenza il valore economicodel catalogo nazionale neozelandese.Cfr. NATIONAL LIBRARY OF NEW ZEALAND,National Bibliographic database andNational Union Catalogue: economicvaluation, Research report, October 2002,<http://www.natlib.govt.nz/catalogues/library-documents/economic-valuation-nbd-nuc>.12 Definizione tratta dalla voce italianaReturn On Investment di Wikipedia,<http://it.wikipedia.org/wiki/Return_on_investment>.

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13 Cfr. SVANHILD AABO, Library valua-tion studies and return of investment,conference paper, 17th annual BOB-CATSSS symposium, Porto, 28-30 Ja-nuary, 2009, <http://eprints.rclis.org/15912/>.14 Il valore totale prodotto dalla BritishLibrary nel 2003 è di 363 milioni disterline così suddivise: 304 milioni è ilcalcolo del valore indiretto prodotto e59 milioni il calcolo del valore diretto. 15 Personalmente sono convinta chel’impatto di uno stesso servizio eroga-to nello stesso modo possa essere dif-ferente non solo tra i diversi gruppi diutenti, ma anche tra studiosi apparte-nenti a diverse discipline di studio edi ricerca.16 ROSWITHA POLL – PHILIP PAYNE, Impactmeasures for libraries and informa-tion services, “Library Hi Tech”, 24(2006), 4, p. 547-562. Versione dell’ar-ticolo consultata e citata: postprint di-sponibile all’indirizzo <http://eprints.bbk.ac.uk/373/1/payne2a.pdf>. 17 ROBERTO VENTURA, L’impatto delle bi-blioteche accademiche, cit. Un proget-to di ampio respiro teso a valutare l’im-patto delle biblioteche accademiche inGran Bretagna è l’Impact Implementa-tion Initiative promossa da SCONULin collaborazione con LIRG. Le uni-versità partecipanti al progetto su ba-se volontaria hanno scelto ciascuna unservizio o un progetto innovativo ri-spetto al quale misurare l’impatto. I ri-sultati dell’indagine sono commentatida ROSWITHA POLL – PHILIP PAYNE, Im-pact measures…, cit.18 ELISABETH M. MEZICK, Return on in-vestment: libraries and student reten-tion, “The Journal of academic libra-rianship”, 33 (2007), 5, p. 561-566. 19 ROSWITHA POLL, High quality – highimpact?, cit., p. 49.20 È un luogo comune abbastanza dif-fuso quello di considerare le nuovegenerazioni di utenti nate con Internet(Net Gen) abili alla ricerca in rete. Inrealtà molti studi dimostrano che l’a-bilità dei “digitali nativi” si limita all’u-tilizzo del medium informatico, men-tre decisamente scarsa è la loro capa-cità di valutare criticamente l’informa-zione. Tra i numerosi studi dedicati aquesto tema segnalo: Information be-haviour of the researcher of the future:a Ciber briefing paper, 11 January 2008,<http://www.jisc.ac.uk/whatwedo/

programmes/resourcediscovery/googlegen.aspx>. 21 DAVID W. HARLESS – FRANK R. ALLEN,Using the contingent valuation me-thod to measure patron benefits of re-ference desk service in an academic li-brary, “College and Research Libra-ries”, 60 (1999), 1, p. 56-69. 22 SARAH E. AERNI – DONALD W. KING,Contingent valuation in public andacademic libraries, “ARL Library As-sessment Conference”, Charlottesville,2006, <www.arl.org/arldocs/stats/statsevents/laconf/2006/Aerni.ppt>. 23 Un calcolatore matematico del ROIè disponibile all’indirizzo <http://www.money-zine.com/Calculators/Investment-Calculators/Return-on-Investment-Calculator/>.24 ROGER STROUSE, Demonstrating va-lue and return on investment: the on-going imperative, “Information Outlook”,March 2003. Versione consultata e ci-tata dell’articolo disponibile in lineaall’indirizzo <http://findarticles.com/p/articles/mi_m0FWE/is_3_7/ai_99011610/?tag=content;col1>.25 Cfr. VIRGINIA GENTILINI, Non-libraryreference e reference digitale: i servizi‘concorrenti’ delle biblioteche, le tec-nologie e l’ampliamento dei servizi,“Bibliotime”, 11 (2008), 3, <http://didattica.spbo.unibo.it/aiber/bibtime/num-xi-3/gentilin.htm>.26 ROGER STROUSE, Demonstrating va-lue…, cit. 27 Volendo spingere il ragionamentoalle sue estreme conseguenze si po-trebbe sostenere, come fa Chris Arm-bruster, che a partire dagli anni Ot-tanta le università del mondo occiden-tale sono state spinte dalle politichedei governi nazionali verso un terzonuovo ambizioso traguardo: quello digenerare ricchezza. Cfr. CHRIS ARMBRU-STER, Research universities: autonomyand self-reliance after the entrepre-neurial university, “Policy futures ineducation”, 6 (2008), 4, preprint all’in-dirizzo <http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=783784>.28 In modo particolare Elsevier ha lan-ciato negli ultimi anni due prodotti asupporto della valutazione della ricerca.SCOPUS è la banca dati concorrente diWeb of Science. SciVal, lanciato que-st’anno sul mercato è, invece, una sui-te di strumenti concepiti per misuraree gestire i risultati della ricerca pro-

dotta da un’istituzione accademica, <http://libraryconnect.elsevier.com/lcn/0702/lcn070207.html>.29 Sull’argomento l’articolo di SHARON

WINER, The contribution of the reputa-tion of a university, “The journal ofacademic librarianship”, 35 (2009), 1,p. 3-13.30 Geuna cita la reputazione come unodei quattro fattori fondamentali chefavoriscono la partecipazione e il suc-cesso di un’istituzione nella competi-zione internazionale. Cfr. ALDO GEUNA,Determinants of university participa-tion in EU-funded R&D cooperativeprojects, “Research policy”, 26 (1998), 6,p. 677-687, preprint disponibile all’in-dirizzo: <http://en.scientificcommons.org/17672327>.31 A. ANNELI AHTOLA, How to evaluateand measure the impact of the librar-y’s collection on the learning outco-me?, conference paper, 68th IFLA Con-ference, Glasgow 2002, <www.ifla.org/VII/s2/conf/ahtola.pdf>; E.T. SMITH, As-sessing collection usefulness: an inve-stigation of library ownership of theresources graduate students use, “Col-lege & Research Libraries”, 64 (2003),5, p. 344-355.32 MATTHIAS KAYß – ROSWITHA POLL, Un-terstützen Bibliotheksbestände die For-schung? Zitatanalyse in Dissertatio-nen, “B.I.T. online”, n. 2 – 2006, <http://www.b-i-t-online.de/archiv/2006-02/nach1.htm>.33 Il dato si riferisce al pacchetto ne-goziato da CARE per le università ita-liane nel 2008. Dal pacchetto sonoesclusi i periodici Masson French Lan-guage e i titoli Cell Press. Nel 2006Elsevier pubblicava in totale 2.211 ti-toli.34 Un recente studio sul ROI degli e-journals è stato sponsorizzato nel 2008sempre dall’Elsevier al Centre for In-formation Behaviour and the Evalua-tion of Research (CIBER). I risultatidello studio sono riassunti nel rappor-to E-journals: their use, value and im-pact, April 2009, <http://www.rin.ac.uk/use-ejournals>. Sulla valutazione diimpatto delle risorse elettroniche vedianche i risultati del progetto E-Metricsdell’ARL, <http://www.arl.org/stats/initiatives/emetrics/index.shtml>, e del-l’indagine MINES for Libraries, <http://www.arl.org/stats/initiatives/mines/index.shtml>.

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35 Tra i componenti del gruppo JudyLuther, presidente della società di con-sulenza Informed Strategies, e la stes-sa Carol Tenopir.36 Su questo punto mi sembra interes-sante ciò che propongono Fraser, Mc-Clure e Leahy e cioè la possibilità diidentificare gruppi di unità organizza-tive che lavorino su obiettivi istituzio-nali comuni. Cfr. BRUCE T. FRASER – CHAR-LES R. MCCLURE – EMILY H. LEAHY, To-ward a framework for assessing li-brary and institutional outcomes, “Por-tal: libraries and the academy”, 2 (2002),4, p. 505-528.37 CAROL TENOPIR, Investment in the li-brary: what’s the return?, presentazio-ne tenuta in occasione del seminarioINFER, Roma, 5 febbraio 2009.38 JUDY LUTHER, University investmentin the library: what’s the return? A ca-se study at the University of Illinois atUrbana-Champaign, 2008, p. 8, <http://libraryconnect.elsevier.com/whitepapers/0108/lcwp010801.html>.39 Nello specifico il personale della bi-blioteca può occuparsi di: advocacy,supporto all’archiviazione effettuatada parte dei docenti, consulenza sulleproblematiche del diritto di autore,gestione delle collezioni dei depositiistituzionali. Un sostegno economicoda parte della biblioteca è quello rela-tivo al pagamento delle quote author-pays/institution pays di alcuni editoriOA (es. BioMed Central, PLoS).40 <http://www.surveymonkey.com/>.41 ROSWITHA POLL – PHILIP PAYNE, Im-pact measures…, cit. 42 Si tratta dei quattro gruppi di stake-holders di una biblioteca accademicaindividuati da Jennifer Cram. Ognunodi questi gruppi avrà una percezionedifferente del valore della biblioteca.Cfr. JENNIFER CRAM, Six impossible thingsbefore breakfast: a multidimensionalapproach to measuring the value of li-braries, 3th Northumbria InternationalConference on Performance measure-ment in libraries and information ser-vices, 27-31 August, 1999, <http://www.alia.org.au/~jcram/six_things.html>.43 Ibidem.44 Ad esempio: la biblioteca è conside-rata un servizio strategico di supportoalle attività didattiche e di ricerca?45 È quanto emerge da uno studio rea-lizzato in Norvegia e descritto in VESA

KIVINIEMI – MARKKU LAITINEN – JARMO SAARTI,

Are libraries worth investing in? Fin-nish University Libraries and their ef-fect on the National Economy, “Liberquaterly”, 19 (2009), 1, p. 54-61. Gliautori hanno cercato di dimostrareuna correlazione positiva tra il pro-dotto nazionale lordo (Gross NationalProduct) della Finlandia e le spese perl’acquisto di materiale bibliograficodelle biblioteche finlandesi duranteun trentennio (1977-2006). La conclu-sione degli autori è ovviamente favo-revole alle biblioteche: “Authors drawthe conclusion that it is clearly worthinvesting in libraries as one tool to im-prove the knowledge economy”. L’ar-ticolo è disponibile alla URL <http://liber.library.uu.nl/>. Sullo stesso argo-mento anche LEWIS G. LIU, The contri-bution of public libraries to countries’economic productivity: a path analy-sis, “Library Review”, 53 (2004), 9,p. 435–441.46 A tal riguardo è importante porreed affrontare in modo consapevole ilproblema della leadership di una bi-blioteca o di un sistema di bibliotecheche sarà chiamata sovente a prendere

decisioni impopolari e/o a fare dellescelte difficili. 47 Concordo pienamente con quantoscrive Di Girolamo, e cioè sul fattoche qualsiasi tipo di misurazione e va-lutazione deve in ogni caso condurre“a una più consapevole capacità di as-sumere decisioni strategiche” (MAURI-ZIO DI GIROLAMO, Progetto per la rea-lizzazione di un sistema informativodi misurazione e valutazione delle ri-sorse elettroniche remote ad accessoriservato agli utenti dell’università diMilano Bicocca, Technical report, 2003,<http://eprints.rclis.org/391/>).48 Legge n. 1 del 9 gennaio 2009. Lalegge prevede la creazione di un’ana-grafe nominativa dei professori ordi-nari, associati e dei ricercatori “conte-nente per ciascun soggetto l’elencodelle pubblicazioni scientifiche pro-dotte” (art. 3 bis).49 A tal fine IFLA ed UNESCO stanno la-vorando ad un documento comune de-nominato Library Statistics Manifesto.50 IAN M. JOHNSON, Opportunità e sfidedei nuovi media: quali competenze?,“Biblioteche oggi”, 27 (2009), 5, p. 8.

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In economic crisis time libraries strive increasingly to demonstrate theirvalue to their institution in quantitative terms.Public libraries have a fair consolidated tradition in calculating Return OnInvestment (ROI) by employing the Contingent Valuation (CV) model while,on the contrary, in academic libraries CV has been very rarely employed.The CV is a qualitative methodology to calculate the ROI. Recently theLibrary of the University of Illinois at Urbana-Champaign conducted astudy on the ROI of the library collections adopting one of the threequantitative models developed by Roger Strouse, Vice President ofOutsell inc. In an article published in 2003 Strouse proposed to describethe contribution of libraries to their institutions on the base of the incomegenerated when using library resources. As a matter of fact faculty usecitations in grant proposals and citations come mainly from resourcesprovided by the library. This article reports the case study of the Libraryof the University of Illinois at Urbana-Champaign. By adopting the Strousemodel combined with a qualitative survey the library of the University ofIllinois at Urbana-Champaign was able to demonstrate a return of 4.38dollars for every dollar invested in the library in 2006.Through qualitative and quantitative methodologies impact of academiclibraries can be easily assessed but author claims that the concept of“value” of an academic library should not be only institutionally-focused asit should be broader understood in social and cultural terms.

Abstract

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