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2010-5 Oratorio di Anghiari

Date post: 22-Mar-2016
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Anghiari vi aspetta con le feste di San Martino Sabato 13 e Domenica 14 novembre 2010 PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI P o s te I ta li a n e S .p .A . - S p e d . in A .P . D .L . 3 5 3 /2 0 0 3 ( c o n v . in L . 2 7 /0 2 /2 0 0 4 n ° 4 6 ) a r t. 1 , c o m m a 2 , D C B /5 2 /2 0 0 4 - A R E Z Z O - T a r if f a p a g a ta - T a x e p e r ç u e
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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 5 OTTOBRE - NOVEMBRE 2010 Anghiari vi aspetta con le feste di San Martino Sabato 13 e Domenica 14 novembre 2010
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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A

.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, com

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 5 OTTOBRE - NOVEMBRE 2010

Anghiari vi aspetta con le feste di San Martino

Sabato 13 e Domenica 14 novembre 2010

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XLVI - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanistefanobigiarini.

l'editoriale di enzo papi

IL GEMELLAGGIO CON GERUSALEMME

OratorioPosta

OfferteNel numero scorso abbiamo

parlato delle spese di spedizione del nostro periodico che sono aumentate in modo spropositato.

E la provvidenza, ancora una volta, ci è venuta in aiuto.

Volentieri segnaliamo qui che Giovanni Sassolini, affezionato lettore del nostro periodico e fedele parrocchiano, ha voluto elargire una somma personale necessaria per la spedizione di questo numero. Sono 500 euro che andranno a coprire quin-di tale spesa e che sono di aiuto per tutta la parrocchia e stimolo a prose-guire nelle iniziative che, dopo quelle estive, riprenderanno presto con il catechismo e gli altri impegni.

Segnaliamo volentieri anche l’of-ferta di 100 euro che la famiglia Frulli ha fatto pervenire alla parrocchia, da destinare all’Oratorio, in memoria di Flavio, scomparso recentemente.

Grazie!

Ieri, domanidi Franca Ciucoli

Non so viveresenza ierisenza domanibadando solo all’attimo.

Non so viveresenza ricordare ieritestimone preziosodel mio passato.

Non so viveresenza sperarenella serenitàdel mio domani.

Ieri, domanicompagni presentinell’oggidei miei pensieri.

La nostra è l’unica diocesi al mondo che nella sua titolatura ha il nome del Santo Sepolcro di Gerusalemme: siamo, infatti, oggi, la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, cioè una realtà nuova che è nata nel secolo scorso dalla unione delle antiche diocesi dell’est toscano. Il territorio valtiberino, nel suo complesso, non è mai stato all’oscuro di questo legame con l’ oriente, la culla del cristianesimo. Da secoli la città di Sansepolcro sa di avere alle proprie origini la vicenda di due pellegrini che, di ritorno dalla Terra Santa, qui si sono fermati con le loro reliquie dando l’inizio ad un borgo che poi, nel tempo, è cresciuto portandosi dietro un nome tanto importante. Ma anche in tempi recenti il rapporto fra le due realtà non è mai caduto in oblio. Anzi sono state numerose le iniziative che hanno continuato a tener vivo il collegamento ed il rapporto con la chiesa di Gerusalemme in particolare e con il mondo palestinese in generale.

L’anno passato la Parrocchia di Anghiari ha riaperto la strada verso Oriente con un pellegrinaggio in Terra Santa che ha stretto un rapporto di fede e di solidarietà con la comunità parrocchiale di Betlemme. La provincia di Arezzo, poi, per vie proprie, ha, a suo tempo, stretto rapporti di collaborazione economica e formativa con l’ entità palestinese: dei tecnici sono venuti a formarsi, nel loro campo, nella nostra provincia, in particolare per quanto concerne le problematiche dell’acqua. Lo stesso lavoro di Rondine, una ong che opera in campo educativo, ha fatto venire a studiare nella nostra provincia studenti palestinesi ed israeliani con l’ambizioso disegno, attraverso la convivenza e la conoscenza reciproca, che i figli di due popoli tanto rivali potessero divenir, finalmente, amici e fratelli.

Quando nell’autunno scorso S. Eccellenza mons. Riccardo Fontana, nuovo arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, ha preso possesso della sua nuova diocesi ha subito lanciato, una delle sue prime proposte pastorali, l’idea di un gemellaggio fra la nostra Chiesa e quella di Gerusalemme, fra la nostra Diocesi ed il Patriarcato Latino; un progetto sul quale ha lavorato e tessuto rapporti per tutto l’anno e che si chiuderà solennemente in questo mese di settembre con la firma ufficiale dello strumento di gemellaggio fra le chiese di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e di Gerusalemme.

Il 25-26 settembre prossimi Sua Beatitudine mons. Fouad Twal, Patriarca Latino di Gerusalemme, sarà ospite della Diocesi e visiterà la Cattedrale di Arezzo e le con-cattedrali di Cortona e Sansepolcro; nella sede della Provincia, di fronte a tutte le autorità, religiose, politiche e militari, verrà solennemente firmato l’atto di gemellaggio; atto che resta un fatto di amicizia e di unità ecclesiale, ma la cui valenza e importanza civili sono ugualmente evidenti a tutti.

La chiesa custode del Santo Sepolcro e la chiesa che porta nel suo titolo il Santo Sepolcro; cioè, unità e comunione nel fatto del Santo Sepolcro, un sepolcro vuoto origine della novità e della speranza cristiane. Il gemellaggio come occasione per tornare alle radici della fede, per recuperare la coscienza che il cuore del cristianesimo non è un cumulo di dottrine, di teorie o di fantasie, ma una persona in carne ed ossa, Gesù di Nazareth, uomo-Dio, nato, morto e risorto in quel di Palestina per la nostra salvezza e per la nostra liberazione dal male.

Il cristianesimo nasce da un incontro, quello dell’uomo –di ieri e di oggi- con la divina umanità di Cristo. Il sepolcro vuoto è la prova che Gesù non è un Buddha o un Gandhi, è un fatto che ha percorso i selciati e la terra del nostro mondo, ha annunciato il regno e il popolo nuovo di cui lui è la primizia ed il capo, ha vissuto il tempo e nel tempo ed ha lasciato come sigillo della sua divinità redentrice il sepolcro vuoto. La morte del vecchio Adamo è vinta. Il nuovo Adamo è una realtà che nel suo Spirito percorre il tempo e la storia. Giungendo fino a noi. Così con Paolo, ancora oggi, possiamo dire che “Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra speranza”.

A fine settembre dunque non si firmerà solo un documento di alta diplomazia, ma si porranno le basi per un ritorno alle radici, per la ripresa di una nuova evangelizzazione in mezzo al nostro tempo.

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Rassegne stampa e dintorniRubrica a cura di Monsignor Giacomo Babini

Nei miei ozi senili mi ci scappa il tempo per ascoltare la Rassegna Stampa che tutte le mattine, domenica compresa, alle otto ed un quarto

trasmette il Giornale Radio Parlamento.Da un poco di tempo in qua, alle otto l’Inno Nazionale,

poi qualche avviso e musica varia, finalmente alle otto e un quarto la rassegna. Prima i titoli principali dei giornali poi gli approfondimenti. Vuol essere comprensiva di tutto, rigorosa, oggettiva cioè vera e imparziale in tutti i particolari. La voce dei cronisti ha un timbro sempre professionale senza la pur minima inflessione emotiva.

Si tratti di oltre tre milioni di bambini che muoiono di dissenteria e forse di colera nel Pakistan oppure di una boutade dell’umorista politico Grillo, il tono è impassibile in ogni caso: scherziamo? Ogni notizia ha la sua dignità.

La dizione, forse per guadagnare tempo, è velocissima. Credo che il parlare in fretta sia uno dei requisiti, se non il maggiore richiesto per i cronisti. Bersani che parla adagio, e forse pensa quello che dice, è antipatico e ha molti avversari nel partito. Questo comportamento imparziale ha qualche crepa, forse non voluta, in questo caso però la crepa appare più profonda.

La prima parzialità riguarda la citazione dei giornali, dove si incomincia sempre dal Corriere della Sera o da Repubblica. Tra i proverbi, che sono la sapienza popolare, ce n’è uno che dice: “nelle botti piccole ci sta il vino buono”. Si vede che per la democrazia la sapienza popolare non conta. L’altra è che di tutti i giornali citati si dice il nome e non il proprietario, mentre per “Avvenire” si aggiunge sempre il giornale della Conferenza Episcopale Italiana. Mi chiedo se è un privilegio oppure il primo commento per la notizia riportata da un giornale che secondo qualcuno non dovrebbe fare politica.

Dopo queste schermaglie iniziali che potrebbero essere anche innocenti, si passa ai contenuti delle notizie viste da destra e viste da sinistra, e fino a questo punto è normale. E meno normale invece quando appaiono viste da un daltonico, da un portaborse, da un terrorista, da un arrivista, da un pressappochista. Verrebbe voglia di chiudere, ma si spera sempre nel meglio, e per non abbandonare è consigliabile fare contemporaneamente anche qualcos’altro che permetta di spostare gran parte dell’attenzione mettiamo su un giochetto al computer, oppure sulle stoviglie usate per colazione rimaste da lavare.

Il Governo, dicono da una parte, parlamentari o giornalisti non fa differenza, sta realizzando onorevolmente il suo programma e raccoglie il consenso delle autorità internazionali tanto che alcune nazioni copiano il nostro metodo di lavoro, stiamo superando bene la crisi internazionale. Il Governo, dicono dall’altra parte, ha fallito, il governo rovina per sempre il paese, il governo non sa quello che fa, il governo deve andare a casa. E sono le figure di primo piano nelle istituzioni a pronunciarsi. Da mesi e mesi tutti i giorni la stessa cosa. Che fare? Che dire? E lo chiamano muro contro muro. No, è qualcosa di più stupido. Avete mai visto due pecore fare a cozzi? Prendono la rincorsa da lontano una contro l’altra e giù una capocciata terribile in piena fronte. Qualche volta stordite ruzzolano per terra. Altre volte si allontanano torcendo il collo. Chi me lo ha fatto fare? I nostri politici non se lo domandano perché il giorno dopo fanno lo stesso.

Io penso che in Italia ci sia solo il capo dello Stato che ascolta con attenzione la rassegna stampa senza ricorrere ad un altro lavoro mentre ascolta. Infatti

ogni tanto, nonostante la sua militanza di lungo corso, perde le staffe. Gli altri italiani, che non perdono le staffe vuol dire che o non ascoltano la rassegna stampa e il tg, oppure che si sono assuefatti al peggio vedendo le partite della nostra nazionale di calcio al mondiale.

Quando poi arriva la parte dei commenti, è prudente chiudere. È la parte più criticata da quel buon cristiano che era il presidente Cossiga, recentemente ritornato al Padre. Cossiga diceva “state ai fatti”: “le brigate rosse hanno ucciso Moro. Punto.” Se prima ancora di affermare il fatto iniziate a tirare in ballo i servizi segreti, la Cia, le rivalità nel suo Partito e così via, create un tale caos che vi accompagnerà per anni, e di teorema in teorema coinvolgerà anche voi nella impotenza e nel discredito della contraddizione.

In questa parte che vede tanti giornalisti arrampicarsi sugli specchi dei pregiudizi, a volte della malafede e cadere nella rissa mediatica, io cambio canale e vado su quello di RadioMaria che, verso le ore nove, per bocca di padre Livio, trasmette la sua rassegna stampa.

Cambia musica del tutto. Non perché il commentatore di RadioMaria sia un giornalista superiore agli altri, ma semplicemente perché non demonizza gli avvenimenti. O meglio: Padre Livio parla del demonio anche troppo spesso ed è convinto che il “cornuto” come dice lui, in questo periodo è scatenato e scorrazza per il mondo. E come si fa a non dargli ragione vedendo quello che succede. Ma gli uomini e i giornali cerca di prenderli per quello che sono. Si capisce che la verità gli preme mentre la falsità lo disgusta. Conserva comunque il buon umore e cerca di trasmetterlo. Cita spesso l’Avvenire perché ci sono pezzi che condivide ma anche perché vuol tenersi i vescovi favorevoli all’opera che svolge per l’evangelizzazione del mondo la sua Radio. Ma è tutto felice, quando c’è anche un piccolo appiglio favorevole per citare ad esempio il giornale “La Repubblica”, per portare l’attenzione sulle omelie domenicali di E. Scalfari, convinto che prima o poi si convertirà alla Chiesa Cattolica, perché, dice lui, chi si avvicina troppo al fuoco prima o poi si scotta.

Insomma se ne esce con qualche idea di più in testa e, ritornando alle informazioni nazionali, non storditi da una ressa di opinioni o di teorie di giornalisti ciascuno dei quali vuol dimostrare che gli altri poverini proprio non ci capiscono nulla. Io non so se è maggiore l’influenza dei giornalisti sui parlamentari o il contrario, ma nell’uno e nell’altro caso questo tipo di informazione produce l’effetto di quei nebbioni di novembre quando da un lato della strada non si vede nemmeno l’altro lato ed è come camminare nel buio. Ci sono anche quelli i quali dicono che è tutto chiaro e partono in quarta.

È troppo scontato dire che siamo come quelli della torre di Babele. Ma loro, dice la Bibbia, rimediarono andando un gruppo da una parte ed altri gruppi in direzioni diverse a fondare le nazioni. Fortunati loro che avevano tanto spazio dove andare. Ora non abbiamo più nemmeno l’orto. La scienza ci consentirà l’emigrazione in qualcuno dei tanti mondi che sono nell’universo. Saranno comunque guai perché con i fumetti e con i films da tempo ci alleniamo a fare la guerra agli extraterrestri. Per cui, o conversione al Signore o vicendevoli legnate al buio.

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Ottobre 2010 Mese di Novembre 20101° ottobre venerdì - Santa Teresa del Bambin Gesù. Vergine e Dottore della Chiesa (1873-1897).Primo Venerdì del mese. Nella Pieve di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.Nel Santuario del Carmine, alle ore 21, S. Messa con adorazione.2 ottobre sabato - Ss Angeli Custodi. “Il Signore ti manderà il suo angelo e custodirà il tuo cammino.”3 ottobre domenica - Domenica XXVII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.4 ottobre lunedì - San Francesco di Assisi patrono d’Italia (1182-1226). Dopo una gioventù spensierata sposò la povertà per seguire nel miglior modo possibile l’esempio di Cristo, predicando a tutti l’amore di Dio.5 ottobre martedì - Primo martedì del mese. In Prepositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.7 ottobre giovedì - Beata Vergine Maria del Rosario: questa celebrazione fu istituita da San Pio V papa, nell’anniversario della battaglia di Lepanto vinta dai cristiani ed attribuita all’aiuto della Santa Madre di Dio invocata con la recita del Santo Rosario (1571). Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.10 ottobre domenica - Domenica XXVIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.15 ottobre venerdì - Santa Tersa d’Avila Vergine e Dottore della Chiesa (1515-1582). La santa ha avuto rivelazioni mistiche e scrisse libri di profonda dottrina.16 ottobre sabato - Santa Margherita Maria Alacoque Vergine (1647-1690). Accolta fra le suore della Visitazione di Paray-le-Monial, ricevette mistiche rivelazioni particolarmente sulla devozione verso il Cuore di Gesù.17 ottobre domenica - Domenica XXIX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. Sant’Ignazio di Antiochia vescovo e martire.18 ottobre lunedì - San Luca evangelista: nato da famiglia pagana, si convertì alla fede e fu compagno dell’apostolo Paolo scrivendo il vangelo secondo la predicazione di lui. Negli Atti degli Apostoli ci ha tramandato gli inizi della vita della Chiesa. Studioso di medicina ed appassionato dell’ellenismo, ha tracciato nel suo Vangelo importanti ritratti di Maria insistendo inoltre sull’infanzia di Gesù.24 ottobre domenica - Domenica XXX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.28 ottobre giovedì - Santi Simone e Giuda apostoli: Simone, undicesimo nell’elenco degli apostoli, era soprannominato lo zelota. Giuda era anche chiamato Taddeo.31 ottobre domenica - Domenica XXXI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

1° novembre lunedì - Tutti i Santi. Sante Messe secondo l’orario festivo. Celebrazione a San Lorenzo alle ore 14,30, a Galbino e ad Anghiari alle ore 15,30.2 novembre martedì - Commemorazione di tutti i defunti: alle ore 6,30 ritrovo nella chiesa di Santo Stefano per recarci in preghiera al cimitero di Anghiari dove alle ore 7 verrà celebrata la S. Messa. Primo martedì del mese. In Prepositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.4 novembre giovedì - San Carlo Borromeo. Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.5 novembre venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella Pieve di Micciano alle ore 20 S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.Nel Santuario del Carmine, alle ore 21, S. Messa con adorazione.7 novembre domenica - Domenica XXXII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.10 novembre mercoledì - San Leone Magno papa e dottore della Chiesa: nato in Toscana, sembra a San Leo di Anghiari, fu il primo papa a meritarsi l’appellativo di “grande (Magno). Celebre nella storia resta l’incontro con Attila capo degli Unni in seguito al quale il barbaro lasciò l’Italia.11 novembre giovedì - San Martino di Tours vescovo. Nacque verso il 316. Figlio di un tribuno romano al confine orientale dell’impero, ricevette il battesimo per cui abbandonato il servizio militare fondò un monastero presso Ligugé in Francia. Fu ordinato sacerdote e vescovo di Tours. Morì nel 397. Patrono dei navigatori e dei vignaioli.13 novembre sabato - Alle ore 18 S. Messa nella chiesetta della Maddalena nel Borgo della Croce a cui farà seguito la14 novembre domenica - Domenica XXXIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.21 novembre domenica - Domenica XXXIV del Tempo Ordinario. Cristo Re. Sante Messe secondo l’orario festivo.22 novembre lunedì - Santa Cecilia, Patrona della musica.

Conclusione dell’anno liturgicoInizio del nuovo anno con il Tempo di Avvento

28 novembre domenica – Domenica I° di Avvento. Festa della Misericordia. Santa Messa delle ore 9,30 in Badia, delle ore 11 in Prepositura e delle ore 18 nella chiesa della Croce.30 novembre martedì - Sant’Andrea apostolo. Titolare della chiesa di Galbino. Andrea nato a Betsaida fu prima discepolo di Giovanni Battista poi di Gesù a cui condusse anche il fratello Pietro. Secondo tradizione predicò in diverse regioni e fu crocifisso in Acaia.

Compagnia del Sacro Cuore di GalbinoDomenica 17 ottobre 2010

Pranzo Sociale presso il Centro Famiglia a Tavernelle

Martedì 30 novembre 2010Festa di Sant’Andrea nella chiesa di Galbino:

S. Messa alle ore 18 a cui farà seguito la Cena dei Capifamiglia della parrocchia.

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S. MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANOOre 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,00 -CENACOLO DI MONTAUTO " -CATIGLIANOOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE " -SAN LEOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura " -PIEVE DI MICCIANO " -PIEVE SOVARA " -TAVERNELLEOre 11,30 -VIAIOOre 12,00 -TOPPOLEOre 15,30 -TUBBIANOOre 16,00 -PONTE ALLA PIERAOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 10,00 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

MESSE PREFESTIVE:

Ore 16 (ore 17 estivo) TavernelleOre 16,00 (ore 18 estivo) Arcipretura MonterchiOre 17,00 Madonna Bella a PocaiaOre 18,00 Propositura Anghiari

Primo venerdì del meseal Carmine

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

Catechismo a Tavernelle

Nuovo OrarioNella Parrocchia di Tavernelle, con l’inizio del nuovo anno pastorale, il catechismo cambia giorno e orario e si terrà

la Domenica alle ore 10

Questo vuole essere un modo per coinvolge-re di più i ragazzi e le loro famiglie sia per la partecipazione al catechismo sia alla Messa domenicale.

Seconda domenica di ottobre, nella chiesa di Galbino

Festa della Madonna del RosarioFesta titolare della Compagnia di Galbino

Nella chiesa di Galbino nel pomeriggio: ore 15,30 recita del S. Rosario; ore 16 S. Messa in suffragio dei defunti della Compagnia, a cui seguirà Processione e supplica alla Madonna del Rosario.

Conclusione con la merenda per tutti nel prato della chiesa.

Primo Venerdì del mesea Micciano

alle ore 20

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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Due anniversariGli auguri del giornale, uniti a quelli dei loro

familiari, vanno a due coppie di sposi che nello scorso mese di luglio hanno festeggiato venticinque anni di matrimonio, e riportiamo la notizia insieme perché hanno una cosa in comune.

Il 21 luglio è stata la ricorrenza di Maria Rosa Santi e Claudio Casacci che attualmente abitano alle Ville di Monterchi ma la sposa è originaria di Tavernelle, anzi del Braccini, figlia della Simonetta. Un saluto particolare agli sposi giunge dalla Nerella che ha segnalato questa ricorrenza.

L’altro giubileo lo hanno festeggiato il 28 luglio Massimo Marconi e Cinzia Bianchi, che abitano ad Arezzo, e anche in questo caso la sposa è originaria di Tavernelle ed è la figlia della Lorentina, che ci ha avvisato di questo lieto evento.

Tutte e due le spose conservano un ottimo legame con la terra natia e spesso tornano per Tavernelle con la famiglia.

Grazie ai familiari che hanno voluto ricordare nel giornale queste felici ricorrenze, e assieme a loro tutta la comunità di Tavernelle partecipa alla gioia e augura ancora tanti anni di vita insieme.

Cani e gatti

Vorrei replicare all’articolo pubblicato su questo giornale intitolato: “I gatti nel centro storico”.

Voglio iniziare dall’affermazione: “Chi non ama gli animali non ama nemmeno le persone.”

Frase da me condivisa in tutto ma io ho un’altra affermazione: “Spesso i proprietari di animali non amano le persone!”

Perché?Molti mandano o portano fuori i loro animali a fare

i loro bisogni e non si curano affatto se li fanno davanti alle porte degli altri o dentro i vasi dai fiori, in Piazza e anche in Chiesa.

Credo che voler bene agli animali implichi il rispetto per quelle persone che tutte le mattine devono pulire le “cacche” che durante il giorno le bestie degli altri fanno davanti ai loro portoni.

Rita Testa

Presuntuosi della certezzadi Sergio Lombardi

In modo massimalistico chi è certo delle proprie opinioni e non ammette nessun tipo di dialogo, è assolutamente presuntuoso perché solitamente sguaz-

zando nella propria ignoranza tende ad affermare ed affermarsi sulla base di bla, bla molto spesso frutto di anomale fantasie e perversioni represse. Naturalmente quelle che sono fabbricazioni etiche, se non vogliono sfociare nella diffamazione, devono essere assunte con responsabilità in prima persona ed essere quindi pronti ad accettarne le dirette conseguenze, ed Anghiari sembra maestro dello scarica-barile.

La realtà è che politica e buon senso sono due fattori dello stesso binario e si sa che il binario corre parallelo e non si incontra mai. In definitiva ci troviamo in una società molto complessa in cui si procede a tentoni e secondo me la priorità della politica è proprio quella di unire e allo stesso tempo trovare elementi di aggregazione e non creare scontri alimentati da sete di potere.

In definitiva è arrivato il momento di guardare le cose reali e non basarsi su coloro che sono convinti che la testa serva a tenere distanti le orecchie perché altrimenti ci aspetta un futuro per niente roseo. Una cosa è certa: se non smettiamo di credere a chi si fa forte di bla, bla che usa in modo diversivo e sapientemente artificioso al fine di coprire le proprie carenze, la distruzione etica è inevitabile.

Mi spiego meglio, fanno parlare di altro affinché nessuno si accorga dei veri problemi che attanagliano la società e che intaccherebbero interessi personali e poco corretti dal punto di vista etico e morale, detto diversamente spècchiati che intanto io mi trucco.

Questo detto ironico rende bene l’idea costruttiva del vivere e costringe a fare una seria introspezione di noi stessi e ci induce a chiederci se il nostro vedere oltrepassa il naso!

Concludendo vorrei sapere chi è il matto nella storia seguente, infatti a una persona che si grattava la testa con il cappello in testa la gente gli dice: certo che sei proprio pazzo ti gratti la testa con il cappello, e tu, risponde il pazzo, quando ti gratti il fondo schiena ti togli i pantaloni?

Quanto detto in modo scherzoso vuole evidenziare il fatto che di assoluto c’è solo il Padre Eterno, riflettiamoci perché pensare, per colui che è in grado di intendere e volere, è meglio che rimediare. Detto coerentemente la vita è la trasfigurazione di sé stessi e questo significa che è un esercizio di comportamenti umani che sconfiggono la noia e che logora l’animo, conseguente a fattori inopinabili e difficilmente razionali.

Certa musica di oggidi Turiddo Guerri

Ci si può guadagnare il pane ed anchemolto di più saltellando e muovendoa ritmo di tutù la pancia e le anchecome per dire: ciò che ho lo vendo...Poveri vecchi noi innamoratidi belle melodie dei tempi andati!

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...il Palterre ovvero Ridendo castigat mores

Auguri Anna!Il primo venerdì del mese di settembre, il consueto

ritrovo di Micciano, è stato allietato dal festeggiamento di uno speciale compleanno. Qualche tempo prima, infatti, la nostra amica e affezionata lettrice Anna Polverini aveva compiuto ottanta anni, di preciso il 14 di agosto.

L’Anna la ricordiamo volentieri poiché è una fedelissima collaboratrice della parrocchia, e i suoi numerosi servizi li svolge da anni, già dai tempi di don Vittorio e adesso con don Marco e gli altri sacerdoti collaboratori. L’Anna, sia per l’età che per l’esperienza di parrocchia, è diventata la “nonna” dei nostri preti e in particolare di don Stanislao, che si definisce sempre suo nipote, e da qualche tempo è la “nonna” anche di Alessandro.

Allora da parte del giornale e di tutta la parrocchia giungano all’Anna i migliori auguri e rallegramenti.

I Pomodori del Bergamini

Paolo Bergamini, coadiuvato dal nonno Beppe, coltiva con dedizione l’orto di famiglia.

Abita a Mezzavia, l’ultima casa (andando verso il Borgo) che pro-babilmente ha dato il nome a tutto l’agglomerato fra Anghiari e il Borgo (comprese quindi San Tommaso, la prima casa, e poi San Clemente).

Molte le piante messe a dimora ma oggi vi parliamo dei suoi pomodori. Molti raggiungono oltre un chilo e mezzo di peso e Paolo (ma anche il nonno) ne è veramente orgoglioso. Anzi tutta la famiglia guarda con soddisfazione a questa attività; anche la sorellina Elisa è coinvolta.

E se le piantine del pomodoro sono state acquistate dalla Vilma, altre piante vengono ottenute tramite i semi messi da parte al momento opportuno.

Insomma al giovane Paolo i nostri complimenti e, ci scommetto, anche quelli dei nostri lettori.

La vignetta di Scacciapensieri:Una tecnica particolare

Il mio è, e vuole essere, un saluto alla Vilma, che per me è stata molto di più di una suocera, ma su questo preferisco fermarmi qui.

Chi ha conosciuto la Vilma, al tempo della sua piena efficienza, l’immagine qui esposta non discosta molto da quel periodo, sa che ha sempre lottato, si è posta in prima fila per il bene della sua famiglia; per la figlia, per il nipote, per me.

Certamente a chi ne aveva quel-l’immagine come ricordo ed ha avuto la possibilità di visitarla ieri e stamattina, sarà parso di vedere un’altra persona!

Con il tempo, la malattia ha minato prima il corpo, poi anche la mente, ma di una cosa sono certo: Non ha minato la sua fede.

La sera, quando la portavamo nel suo letto, dopo averla sistemata al meglio per la notte, il suo saluto era sempre lo stesso: «Buona notte. Il Signore ti protegga, La Santa Be-nedizione tre volte!»

A me che, per motivi di oppor-tunità, dovendo sistemarla con i vari cuscini, ero l’ultimo a lasciare la camera alla domanda: «Tutto a posto?» rispondeva sempre così: «Anche troppo, buonanotte. Il Si-gnore ti protegga, grazie. La Santa Benedizione tre volte!»

Tutto questo per tutte le sere, per molti anni, fino a due giorni prima di morire quando di voce ne usci-va ormai poca, ha avuto lo stesso pensiero.

Quella sera, infatti, sistemati i vari cuscini, trovata la giusta posizione per gambe e braccia perché riposasse al meglio, mi sono soffermato sulla porta e le ho dato la buonanotte, aspettandomi la solita risposta.

Stavo per spegnere la luce quan-do ho visto che mi guardava e mi sono avvicinato notando un lieve movimento delle labbra come a vo-ler dire qualcosa. Avvicinato il mio orecchio alla bocca ho potuto sentire la risposta: «Buonanotte, il Signore ti protegga. La Santa Benedizione...» e non ha detto altro.

Sono uscito pensando che cer-tamente non fosse l’ultimo saluto, comunque stupito!

Ora per me è il momento della riflessione, la riflessione che lei mi ha lasciato e che porterò sempre con me: Come avrà fatto a non chiedere mai un aiuto per sé, un sollievo alle sue sofferenze, dove avrà trovato la forza per non chiedere una preghiera per il suo dolore, e come mai fino alla fine, il suo pensiero era rivolto alla sua famiglia, al desiderio che fosse protetta dal Signore?

Forse lei non ne aveva bisogno!Ora che ci apprestiamo ad ac-

compagnarla al suo ultimo riposo, la voglio salutare come ha sempre fatto lei:

«Buonanotte Vilma, il Signore La protegga. La Santa Benedizione ma, questa volta, non per tre volte, ma per sempre.»

Claudio

La Vilma

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTEdi don Quinto Giorgini

La Chiesa di S. Croce ad Anghiariterza parte

Tra le chiese di Anghiari, questa di S. Croce godeva di grande popolarità, per cui molti aspiravano di costruirvi la propria sepoltura, soprattutto le famiglie più potenti, erigendovi altari, monumenti funebri con tanto di epigrafi e di stemmi delle principali casate. Elencheremo quelli ancora conservati, accennando anche ad alcuni di quelli scomparsi in seguito al rifacimento del pavimento negli anni 1991-94. Scrivendo questo articolo, la mia mente è andata subito alla nota e grande basilica di S. Croce a Firenze che custodisce “l’urne dei forti”, cioè dei grandi della storia, della scienza e dell’arte… Ma anche Anghiari ha in questa chiesa la sua piccola S. Croce.

La bimillenaria tradizione cristiana, ispirandosi al biblico esempio di Tobia e ai primi discepoli di Gesù, che ne seppellirono il corpo in un sepolcro scavato nella roccia, ha rifiutato sempre gli usi di quelle religioni pagane che usano bruciare i cadaveri, perché la sepoltura doveva alimentare la speranza nella Risurrezione finale dei morti. I cristiani, al tempo delle persecuzioni, costretti dalle leggi romane che proibivano severamente di seppellire i morti dentro la città, li inumavano fuori delle mura, per esempio presso il Vaticano fu sepolto S. Pietro e presso la via Ostiense fu sepolto S. Paolo, tra le altre tombe pagane. In seguito i cristiani, ottenuta la libertà di culto, scelsero delle aree e luoghi riservati: le catacombe, le cripte e i loculi costruiti sotto i pavimenti delle basiliche, delle chiese oppure intorno ad esse e sul sacrato. Questo modo di seppellire è continuato in tutte le nostre parrocchie fino oltre la metà del secolo XIX, quando gradualmente furono creati gli attuali cimiteri, fuori dell’abitato, in seguito all’editto napoleonico di Saint Cloud (1806). Le sepolture in questa chiesa sono iniziate dopo il 1566, per autorizzazione del Vescovo Niccolò Tornabuoni e sono continuate fino verso la fine del XIX secolo. Lo spazio del coro fu riservato per la sepoltura dei frati, mentre davanti all’altar maggiore fu disposto da Tommaso Magi la sepoltura per la sua famiglia, sulla cui tomba si leggeva: “D.O.M. TOMMASO MAGI A.D. MDLXXVI”. Seguirono sepolture per altri cittadini, ricorderemo i sepolcri di Bernardo e Vico di ser Catano Malizi dell’A.D. MDLXXXVI e quello contiguo di ser Filippo di Biagio Andrioli A.D. MDLXXXVI. Tra le altre tombe elenchiamo quella di Bastiano di Vestro Acquisti, di Biagio di Brusco, di Giovanni di Paolo e dei sacerdoti don Andrea di Maso e don Servadio di Biello Vallensi ecc. Mariotto di Pasquino Galli Cresti, detto il Ticchiena, che in questa chiesa aveva lavorato a lungo come muratore, volle costruire qui la sua tomba, vicino alla pila dell’acqua santa. Ancora in vita vi aveva scolpito la seguente epigrafe: “IN QUESTA DEL

TICCHIENA / OSCURA FOSSA / DOPO LA MORTE SUA / SIAN POSTE L’OSSA. / POSUIT A.D. MDLXXII”.

Accanto a queste umili sepolture dei membri delle varie Compagnie, dei Terzari e dei poveri, ai fini del decoro di questo sacro edificio della Croce emergono le tombe dei notabili, alcuni dei quali si costruivano spesso anche l’altare o la cappella. A sinistra guardando l’altar maggiore furono costruite nell’ordine la sepoltura di Sante Poggini, con un altare nel 1585, che in memoria della moglie Caterina volle dedicare alla Madonna con Bambino, a S. Caterina d’Alessandria e a S. Bernadino da Siena. Vicino fu murata una lapide, tuttora esistente, con la seguente scrittura: “SANCTES POG.s PAULEANTONII FILIUS (PROHDOLOR) / CATHARINAE BILIAPHIE CONSORTIS SUAE OPT. AC DULCISS. / QUACUM CONIUNCTISSIME VIXIT AN. XXXVI ANN. / LII AGEN. ET SIBI SUPER P. MDLXXXIII AT SACELLU COSTRUEND. / CURAV. ANNO A XPI NAT. 1585” (Traduzione “Dalle famiglie anghiaresi” di L. Taglieschi: “Sante Poggini di Paolo Antonio (ahi dolore!) a Caterina Bigliaffi, consorte sua ottima e dolcissima, con la quale congiuntissimamente visse 36 anni, avendo 52 anni, ed a sé superstite preparò questo sacello nell’anno 1585 dalla nascita di Cristo”).

Segue la tomba di Paolo Nuti, detto Panioco, nella quale depose la prima moglie Evangelista Migliai col seguente epitaffio: “DOM. PAULUS NUTUS ANGL / EVANGELISTAE MILIARIAE UXORAE SUAE / CHARISSIMAE DEFUNTAE QUAE ANNOS / AGENS XLII OBIIT XVI KAL MENS / OCTOBRIS ET SIBI VIVENS POSUIT / MDLXXI” (Traduzione: “Paolo Nuti anghiarese alla sua carissima moglie Evangelista Migliai defunta all’età di 42 anni il 16 ottobre 1571”).

Nel 1590 fu sepolto in questo Tempio il capitano Niccolò Giusti del Monte, sotto l’altare di famiglia non più esistente. Tuttavia resta visibile sulla parete sinistra la seguente epigrafe, sormontata dallo stemma della casata: “D.O.M. NICs IUSTI DE MONTE ANGL IULI III P.M. PRONEPOS ADOLESCENS ROMAE APUD ANT CARDINALEM DE MONTE AVUNCULUM EDUCATUS IUVENIS IN ITALIA ET EXTRA ASSIDUE MILITAVIT VIR COHORTIS PRAEFECTUS SENIO TANDEM CONFECTUS ET SECUNDA NUNQUAM

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Le nostre chiese...USUS FORTUNA HOC SIBI MONUMENTO CURAV: ANNO DN MDLXXXVIII VIX AN LXXX” (Traduzione

sintetica: “D.O.M. Niccolò Giusti del Monte, anghiarese, cresciuto a Roma presso lo zio cardinale del Monte futuro Papa Giulio III, fu educato da giovane sia in Italia che fuori. Combatté valorosamente come prefetto di coorte […] Visse

80 anni e gli fu dedicato questo monumento”. Anche il Taglieschi era molto attaccato a questa

chiesa, tanto che volle in essa la sua sepoltura. Si legge ancora, sulla parete a destra in alto entrando, l’epigrafe che egli dettò: “D.O.M. HAEC QUI TEMPLA SUBIS / QUISQUE CURIOSE VIATOR / SI PIUS ES PRONE TUTE PRECARE DEUM / - NEC PIGEAT DUBIOS / HOMINUM PERPENDERE / CASUS – EVENTUS PROLIS DISCERE / TEQUE MEAE TEMPORIS ENIXUS RES / GESTAS SCIRE VETUSTI / HISQUE DEDI NOCTES / USIBUS ATQUE DIES – PIGRAQUE SI / PEPULI MULTIS OBLIVIA REBUS – IN / TENEBRIS DEBERUNT / OSSA MANERE MEA – LAURENTIUS / EXCELLENTISSIMI FRANCISCI DE / TAGLIESCHIS ANGLARENSIS / IUNIPERA TALIES: ET / SIGISMUNDA MAZ: POS MDCLV”

(Trad.: “D.O.M. o viandante, chiunque tu sia che passi, guardando dentro a questo tempio, se tu sei pio, prega per me il Signore; né ti rincresca riandare col pensiero alla vicende umane e sapere gli eventi vissuti dalla mia gente. Intento a riconoscere le imprese del tempo antico, detti a queste usanze i miei giorni e le mie notti. Se allontanai la trascuratezza e la dimenticanza di molte cose, le

mie ossa rimangano pure nel nascondimento. Lorenzo figlio dell’eccellentissimo Francesco Taglieschi, anghiarese. Ginevra Taglieschi e Sigismonda Mazzoni posero 1655”.

A don Francesco Maria Corsi, primo correttore della chiesa di Santa Maria delle Grazie, avanti che fosse Propositura, e gestore del Battistero di S. Giovanni nel Borghetto di Sopra, fu eretto un monumento funebre in marmo nel 1777, collocato alla destra dell’altar maggiore sopra una porta aperta dopo la demolizione dell’altare dei Carrocci. Fu sacerdote pio e dotto, morì a 78 anni.

Tra i due altari della parete sinistra di chi entra ammiriamo il monumento funebre in ricordo del Cavalier Federico Testi, fondatore nel 1866 dell’asilo, affidato alla gestione delle suore agostiniane che abitavano il convento della Croce, il quale fu costruito

tre anni dopo la morte del benefattore, avvenuta nel 1874. Sul monumento si legge: “QUESTA MEMORIA PERPETUA DELLO SPLENDIDO BENEFATTORE / DOTTORE E CAVALIERE FEDERICO TESTI / DEFUNTO NEL 1874 / L’ASILO INFANTILE, L’OSPEDALE, LA COMPAGNIA DELLA MISERICORDIA, LA FRATERNITÀ DI SANTA MARIA DEL BORGHETTO, IL COMUNE DI ANGHIARI A LODE GRATITUDINE L’ESEMPIO SINGOLARE CONSACRANO”. Quest’opera fu progettata ed eseguita dallo scultore anghiarese Del Siena, nato a Tortigliano il 26 novembre 1843 da famiglia modesta, che aveva studiato a Firenze.

Nell’atrio antistante questa chiesa, sulla parte destra, c’è il monumento eretto in ricordo della benefattrice Evangelista Martini, che nel 1898 fondò in Anghiari l’omonimo Istituto di beneficienza ed il ricovero degli anziani abbandonati.

Concludiamo con la moderna epigrafe in ceramica situata a destra di chi entra in data 3 novembre 1994: “S. E. MSR GIOVANNI D’ASCENZI VESCOVO DIOCESANO IN OCCASIONE DELLA VISITA PASTORALE IN TERRA D’ANGHIARI RIAPRE AL CULTO QUESTA CHIESA DEDICATA ALLA SANTA CROCE / IL RESTAURO DEL MONUMENTO CARO AGLI ANGHIARESI È STATO EFFETTUATO CON LE OFFERTE DEL POPOLO / CON IL CONTRIBUTO DELLA SOVRINTENDENZA DI AREZZO / L’EVENTO CADE A SETTECENTOSETTANT’ANNI DA CHE SANTO FRANCESCO PROVENIENTE DAL MONTE DELLA VERNA / SEGNATO DALL’ULTIMO SIGILLO DIRETTO AD ASSISI QUI PIANTÒ LA CROCE / BENEDICENDO IL PAESE E LA VALLE”.

Nella prossima puntata presenteremo gli altari, i dipinti e le strutture archi-tettoniche.

N e l l ’ a l t r a pagina il disegno del Convento della Croce tratto da un antico manoscritto.

In questa pagina: In alto lo stemma che sovrasta la lapide Giusti (primo altare a sinistra) e, sotto, la lapide di Lorenzo Taglieschi.

Qui sopra la targa ricordo apposta in occasione della riapertura della chiesa nel 1994

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Angolo della Missionea cura di Franco Cristini

Dal Ponte alla Piera

Notizie da Montauto

Marina Rosadi e compagne, in occasione del Merca-tino organizzato al Ponte alla Piera, hanno realizzato la notevole cifra di 550 euro da distribuire così suddivisi: 250 euro alla Missione in Brasile di padre Remo, 250 euro al Villaggio della Speranza in Tanzania, 50 euro alla Caritas parrocchiale di Anghiari.

L’angolo della missione ringrazia ma sarà sicuramente il buon Dio a prendersi carico di queste buone azioni. Come ho già avuto occasione di scrivere in altro nume-ro dell’Oratorio la piccola, grande, santa Maria Teresa di Calcutta diceva: “Il mare è un insieme di gocce: noi aspettiamo le vostre gocce; non disdegnano però i goc-cioloni di offerte robuste.”

Un altro evento da far conoscere è la buona riuscita della “Pesca di beneficenza” organizzata dalla Caritas parrocchiale in occasione della festa del patrono di An-ghiari San Bartolomeo. Sono stati “pescati” tutti, dico tutti, i biglietti con un ricavato di 505 euro da destinare alla sempre scarsa cassa della Caritas. Come ben sapete un gruppo di una decina di persone o poco più, di cui anche io faccio parte, donano parte del proprio tempo e si adoperano per aiutare nello spirito e nel corpo coloro che vengono a bussare al nostro Centro di ascolto. Il finanziamento è volontario, le possibilità sono quindi scarse; però i nostri pacchi viveri e qualche capo di vestiario cerchiamo di metterli a disposizione sempre secondo le nostre possibilità.

Vedete, è vero che i popoli del terzo mondo hanno tanto bisogno del nostro aiuto e giusto è quindi sostenere i missionari, però vi assicuro che anche nella nostra realtà paesana e dei comuni limitrofi, vi sono nuovi poveri (malati, infermi, persone sole) che hanno bisogno del nostro apporto come dicevo prima, economico e spirituale. La “missione” è quindi anche qui da noi: aiutare i più bisognosi per testimoniare la nostra fede e far conoscere loro l’amore che noi cristiani manifestiamo verso tutti i fratelli e le sorelle di qualsiasi razza e religione.

Pace e bene.

Mentre proseguono i lavori di consolidamento del convento a seguito dell’ultimo terremoto, giungono delle notizie dalla comunità delle suore del Cenacolo.

Il 15 settembre è stata celebrata una S. Messa presso il Cenacolo per salutare Suor Maria Rosa e Suor Maria Ausilia che lasciano Montauto alla volta di Torino. Però nell’occasione era presente solo suor Ausilia poiché suor Maria Rosa era ricoverata all’ospedale di Sansepolcro per un aggravamento della sua salute. Così al termine della S. Messa le suore hanno letto un pensiero scritto dalla stessa suor Maria Rosa che avrebbe dovuto leggere lei, ma che invece è stato letto dalle sue sorelle, e lo pubblichiamo sotto la foto.

Infine ci uniamo anche noi per rivolgere alle due suore il doveroso ringraziamento per l’opera svolta negli anni trascorsi nella nostra terra. E nello stesso tempo diamo il benvenuto a Suor Claudia che invece arriva a Montauto dopo alcuni anni di servizio in altre località.

“C’è un’antifona che amo cantare e che mi sembra proprio adatta per me, dice: non potrò tacere, mio signore, i benefici del tuo amore.

Questa sera la dono anche a voi perché voglio rinnovare il mio grande grazie al Signore per tutti i suoi benefici, bontà, misericordia verso di me.

GRAZIE per questi anni trascorsi in mezzo a questa bella natura che ci aiuta a contemplare le meraviglie del creato;

GRAZIE a tutte le persone che ci hanno voluto bene, che con i loro doni di grazia ci hanno aiutato a camminare e a crescere nell’Amore di Dio e nel dono degli altri;

GRAZIE alla cara comunità parrocchiale che con grande generosità ci ha sempre aiutato e seguito;

GRAZIE soprattutto a don Marco.Il Signore ricompensi ciascuno di voi per la vostra

bontà, che Maria vi protegga e sia guida al vostro cammino.

A tutti un grande GRAZIE.Sr. Maria Rosa Merignano

Nonni bis

Come per la nascita della prima nipotina Sofia così per la nascita di Flavio avvenuta a Roma il 3 agosto 2010 vogliamo condividere la nostra immensa gioia con gli amici di Anghiari.

A nostra figlia Silvia e al marito Alessio Di Cre-sce un ringraziamento per averci resi “NONNI BIS” Angelo e Paola Maranesi

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Sant’AlbrigoQuando la Vilma mi ha invitato a questo pellegrinaggio a

piedi all’Eremo di S. Alberico, il nome dialettale “SantAlbrigo” ha subito evocato in me i ricordi delle marachelle infantili, quando mio fratello ed io facevamo talmente arrabbiare mia nonna, che lei ci apostrofava dicendo: “Almeno ci pensasse Sant’Albrigo!” E siccome tutto sfociava spesso nel “passar da Verghereto”, luogo sconosciuto ma per noi doloroso, questo misterioso personaggio viveva nella mia immaginazione quasi alla sorta di un orco castigatore di bambini. Poi tutto passa nel dimenticatoio, fino a quando, anni fa, un mio paziente mi confidò di essere stato miracolato in passato.

Non ci diedi troppo peso, ma ora, mi viene da pensare che il buon Santo ha esaudito veramente anche mia nonna, custodendo i suoi piccoli nipoti scavezzacolli! Ed ecco che ora mi era offerta la possibilità di andare a trovarlo, e incontrare l’ordine eremita, che molta parte ha anche nella nostra parroc-chia e soprattutto nel mio affetto. Così, domenica 22 agosto un piccolo gruppo di camminatori, dalle Balze, passando, (stavolta piacevolmente), da Verghereto, si è inoltrato lungo l’itinerario che, fra spettacolari boschi di faggi, porta al luogo della sorgente del Tevere sul Monte Fumaiolo. Qui l’immancabile colazione e poi, pregando il Rosario e cantando, in pochi minuti siamo arrivati alla piccola costruzione in pietra, immersa nel silenzio e nella frescura degli alberi secolari. Con stupore, nella piccola chiesetta siamo stati accolti dalla Presenza del Santissimo Sacra-mento esposto all’Adorazione dei fedeli e dal monaco eremita Fratel Michele, che in una brillante spiegazione ci ha fatto conoscere il Santo e le sue virtù taumaturgiche. Ci ha parlato anche della vocazione eremitica che lui ha abbracciato dopo venticinque anni di missione in Africa e Australia, a riprova che Dio si fa incontrare nell’intima solitudine solo dopo che si è rivelato nel volto del prossimo bisognoso.

Seguendo i bordi di un suggestivo ruscello, un altro sentiero lastricato ci ha riportato in pochi minuti alle Balze, dove la Messa nella chiesa parrocchiale ha coronato la nostra mattinata. Ritemprati dalla salutare passeggiata, abbiamo poi concluso al fresco dell’Abetìa, con un succulento pranzo preparato da Vilma e C. Dalla quota del pranzo abbiamo deciso di destinare la somma di 100 € alla Misericordia di Anghiari che tanto opera per il bene comune. Al solito, complice un po’ di spirito di-vino, sgorga in rima la nostra gratitudine:

“Per questo pranzo e ogni cosa buona,grazie anche alla Simona,ma non possiamo andare via,senza ringraziare lei, la padrona dell’Abetìa,non solo è una guida sicuraper camminar nella natura,ma ci fa ammirar le cose bellee intanto prepara gnocchi e tagliatelle.Sempre vispa e sempre all’erta,dei sentieri è la più esperta,in un sito molto antico,ci ha condotto all’eremo di S. Alberico,per pregare e camminaree poi ci fa sempre ben mangiare,il canto ed il rosario riusciran benone,se prima abbiam fatto colazione!Cara amica, va bene che al lavoro sei avvezza,ma non ti coglie mai stanchezza?Non si può certo dir che nella tua vitaci sia la tranquillità dell’eremita,sempre affabile e circondata di persone,per il prossimo ti impegni a profusione,è piacevole con te stare in compagnia,ma dimmi, chi ti dà tanta energia?Ma ecco, alzo lo sguardo e la risposta è lì,nella nicchia del vecchio muro di calcina,è proprio quella del Carmine...! La tua cara Madonnina!

Laura T.

Terra d’Anghiari

Ma anche acqua, aria, e fuoco. Si tratta di un impegnativo progetto portato a termine in due anni scola-stici dalle maestre Donati Cristina, Marzi Giuseppina e Rossi M. Cri-stina.

L’iniziativa ha visto nonni e ni-poti insieme, in un percorso auto-biografico attraverso i quattro ele-menti primordiali, per raccontare Anghiari com’era e com’è.

Così sul magico filo dei ricordi è iniziato un particolare viaggio nel nostro Comune alla scoperta e riscoperta di an-tichi mestieri, luoghi, situazioni, emozioni legati ai quattro elementi vitali.

Un volumetto pubblicato dall’Istituto Comprensivo di Anghiari raccoglie le tante testimonianze raccolte.

Torta al testo

Nell’estate appena trascorsa ho avuto l’occasione di fre-quentare alcune sagre (specialmente in Umbria che sono più organizzati). Fra queste voglio segnalare quella della “Torta al testo” a Sant’Egidio, vicino a Perugia.

La torta al testo è la ciaccia sul panaro di altre località, ivi compreso Lippiano, e si cuoce sopra un piano arroventato (e rotondo, per questo testo?) di ferro, terracotta o pietra e rico-perto da cenere caldissima.

Anche da noi, parlo del Molinello a quei tempi Molin del-la Morte, c’era l’usanza di cuocere la ciaccia sotto la cenere.

Ma la festa di Sant’Egidio la segnalo, oltre che per la bon-tà della torta (e la cottura ancora tradizionale, forse è rimasta l’unica), per lo scopo stesso della festa che ricavo dalle paro-le del loro rappresentante:

Unire i vecchi abitanti del borgo umbro con i nuovi arri-vati e lavorare insieme per la festa e per realizzare opere per tutta la Comunità. I giovani non si tirano indietro se più di un centinaio di loro sono impegnati in questa attività.

Bravi!

Rotonde specialidi Clèto

Sono quelle del Borgo che seguono un criterio di circola-zione difforme da tutte le altre. Parlo di quella della Stazione delle Corriere, sulla quale si può anche soprassedere, ma so-prattutto di quella che si trova in uscita per la Repubblica di Cospaia, nella zona dei distributori, e prima dell’Afra lungo la nazionale.

In quella rotonda, a differenza della quasi totalità delle al-tre nelle quali chi viaggia al centro ha la precedenza rispetto a chi si immette in essa, è stato dato il diritto di precedenza alla direttrice più importante.

Forse quelli del Borgo dimenticano o non sanno che uno dei vantaggi delle rotonde (amate/odiate) è proprio quello che la direttrice con più traffico acquisisce automaticamente il sopravvento sulle altre.

Dico questo perché sarebbe bene togliere questa difformi-tà (anche se pienamente legale) di regolamentazione per non indurre in errore gli automobilisti che già di errori ne fanno abbastanza anche da soli.

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NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

Le offerte fino al 4 settembre 2010Acquisti Zelinda 20Agnolucci Maurizio - i familiari alla memoria 710Alessandrini Elisabetta - i familiari alla memoria 400Anonimo in memoria di Bartolini Domenico 20Antoniucci Severino 20Bacci Mirella 100Bartolini Domenico - gli amici di ballo di Monica alla memoria 26Bartolini Domenico - parenti ed amici alla memoria 200Bruschi Maria - i familiari alla memoria 200Bulletti Fosco 10Capacci Renato 50Caraffini Bruno 10Coleschi Annunziata (Simonetta) - le famiglie Senesi e Coleschi alla memoria 350Comanducci Cipriano 50Comparini Marisa 30Cuccini Fabio - la famiglia alla memoria 200Cuccini Fabio - parenti ed amici alla memoria 120Degl’Innocenti Giuseppina 15Del Pia Alessandro - i colleghi di lavoro di Grazia alla memoria 52Del Pia Alessandro - i familiari alla memoria 147Domitilla ed Alessandro in memoria di Del Pia Alessandro 15Donati Sarti Alessandra - le famiglie Alessandrini e Donati Sarti alla memoria 300Donati Sarti Fabiana 10Falsetti Brunera in memoria di Salvi Angiolo 30Frulli Flavio - i familiari alla memoria 300Frulli Flavio - zii e cugini alla memoria 350Maffucci Derga 50Manfucci Elisabetta - i familiari alla memoria 228Meazzini Delfo 10

Mencaroni Maurizio 10Mondani Franca - i condomini di via Montebello alla memoria 50Mondani Franca - i familiari alla memoria 245Nespoli Elvira 5Panichi Ida - i familiari alla memoria 100partecipanti della camminata a Sant’Alberigo 100Poggini Mario 20Polverini Sergio 5Raffaelli Benito in memoria di Bartolini Domenico 50Rossi Vera 150Salvi Angiolo - i familiari alla memoria 300Salvi Angiolo - parenti ed amici alla memoria 115Senesi Palmiro - i familiari alla memoria 90Società del Carnevale 100Spadi Sara 1Tanfi Maria Faliera in memoria di Mondani Franca 20

I nuovi iscritti

Acquisti ZelindaAglini AnnaBoldrini SimonaBoncompagni LuigiComanducci CiprianoHoubabi NajateMaffucci DergaSantana AngelicaSpadi Sara

A tutti loro il nostro più fraterno ringraziamento

La Comunità di S. Leo, nella scorsa solennità del Corpus Domini, ha potuto celebrare la Prima Comunione di Aurora, Federico e Michele nella propria chiesa par-rocchiale. Subito dopo sono iniziati i lavori di restauro e la chiesa è stata chiusa e transennata. La Messa viene celebrata nella sala dell’Oratorio opportunamente pre-parata.

Nel frattempo, nella vicina chiesa di Tubbiano (che da tempo è parte della parrocchia di S. Leo) si sono conclusi i lavori di restauro iniziati diversi anni fa.

E così domenica 19 settembre, con la S. Messa alle ore 10, si è festeggiata la sua riapertura al culto, con grande gioia di tutta la popolazione. L’evento è memorabile anche perché questa chiesa ospita quest’anno anche la celebrazione del Sacramento della Cresima, che per motivi pastorali si è scelto di ricondurre all’interno della parrocchia, e che avverrà in occasione della celebrazio-ne solenne della tradizionale Festa della Madonna del Rosario, domenica 17 ottobre alle ore 11.

Ringraziamo Dio per questa opportunità che ci è donata in modo provvidenziale e tutti coloro che hanno contribuito con il loro lavoro a far sì che il dono dello Spirito Santo potesse essere accolto degnamente con la partecipazione della Comunità riunita di S. Leo-Tubbiano.

Da San Leo

Una chiesa chiude,un’altra riapre

Il CacciatoreChe Celestino sia un bravo cacciatore nessuno mai ha osato metterlo in dubbio.E in effetti lo conoscono in tutta la Valtiberina sia toscana che umbra, anzi sia umbra che toscana, perché le sue origi-ni sono più del versante umbro.

Ora però un fatto accaduto qualche tempo fa, dovrà far riflettere.Una mattina presto, come gli capita di fare spesso, è partito per andare a caccia di caprioli.Solo che dopo non molto la moglie se lo vede tornare a casa e domanda preoccupata cosa sia successo. «Gnente, gnente» fa Celestino «me sò scordèto a chèsa el fucile!»

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Roberta Mazzoni è nata a Sansepolcro il 13 settembre 1984 dove risiede in Via G. di Vittorio n. 35.

Titoli di studio:

*Laurea di primo livello in Dietistica, conseguita il 3 Aprile 2007 presso l’Università degli Studi di Perugia con la votazione di 108/110. Titolo della tesi: Valutazione dello stato nutrizionale e gestione della malnutrizione in pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico.*Laurea Specialistica in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana, conseguita il 17 Dicembre 2009 presso l’Università degli Studi di Perugia con la votazione di 105/110. Titolo della tesi: “Approccio nutrizionale nel paziente con sclerosi laterale amiotrofica.”

Esperienza professionale:

Ha svolto Attività di volontariato come Dietista dal 15/05/2007 al 09/05/2008 presso il Centro di Nutrizione Clinica dell’Ospedale di Città di Castello (PG); e dal 14/07/2008 al 14/01/2009 presso il Centro Antidiabetico dell’Ospedale di Città di Castello. Ha inoltre beneficiato di una Borsa di studio come Dietista (attribuita dall’Associazione Diabetici “Alta Valle del Tevere”), presso il Servizio di Diabetologia della ASL 1 di Città di Castello (PG) dal 01/05/2010 fino al 01/11/2010.

Ha partecipato a numerosi convegni, fra i quali segnaliamo:

1° Convegno “I disturbi del Comportamento Alimentare: approccio multidisciplinare” svoltosi a Perugia il 14/05/2005. Corso residenziale di sviluppo professionale, L’alimentazione come prevenzione “Il programming nutrizionale”, svoltosi a Roma

l’11/02/06. Giornata di Studio “La nutrizione del paziente con Insufficienza Renale Cronica”, svoltosi a Perugia il 25/02/06. Convegno “DAL METODO AL MESTOLO un percorso di salute” svoltosi a Firenze il 29/03/06. Corso di formazione “ La gestione nutrizionale nel paziente post-ictus” svoltosi a Roma il 20/06/2006. Riunione monotematica “La nutrizione artificiale di lunga durata” svoltasi a Torino 16-18/11/06. Conferenza Programmatica Regionale “Luoghi e spazi della cura nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare”, svoltasi a Perugia il 28/11/2007. Corso di Aggiornamento “Il dietista e la buona pratica professionale: aspetti etici, giuridici e legislativi” indetto da ANDID, Associazione Nazionale Dietisti, svolto a Perugia il 26/01/2008. Corso “Disturbi dell’Alimentazione: dall’epidemiologia alla terapia” svoltosi a Perugia dal 21 al 23/04/2008. “Laboratori sensoriali: aspetti teorici ed applicazioni pratiche”, svoltosi a Perugia il 07/11/2008. Corso interattivo di formazione: Il diabete: integrazione fra ospedale e territorio, tenutosi a Sansepolcro (AR) il 29/05/2010.Corso: Il trattamento integrato del diabete mellito tipo 2, tenutosi a Città di Castello (PG) il 05/06/2010Ha partecipato inoltre a corsi di aggiornamento con esame finale e accreditamento ECM: Giornata formativa: “I disturbi del comportamento alimentare e dell’immagine corporea”, svoltasi a Firenze il 20/03/2010. XXVIII Congresso Nazionale EDTNA/ERCA – Tavola rotonda: Nutrizione e malnutrizione: cure conservative, palliative e complementari nell’Insufficienza Renale Cronica, svoltosi a Riccione il 15/05/2010. Congresso Celiachia e Diabete: come gestire il paziente, svoltosi a Bologna il 18/06/2010.Siamo certi che la cittadinanza anghiarese saprà apprezzare questo nuovo servizio, ed auguriamo alla dottoressa Roberta Mazzoni le più ampie soddisfazioni per la propria attività professionale nel nostro territorio.

Una nuova professionista presso la Misericordia di AnghiariDal mese di settembre gli ambulatori presso la Confraternita di Misericordia di Anghiari possono contare della presenza di una nuova professionista, la dottoressa Roberta Mazzoni.Ecco una sintesi del suo Curriculum.

Un ricordo della MariaSi chiamava Maria Bartolini ed aveva sposato

Paolino Veri. Faceva parte del gruppo di anziani che andiamo a trovare a casa con Gastone e la Cristina.

Quando mi vedeva era sempre contenta di parlare della sua fede cattolica ma, principalmente, nei suoi discorsi c’era il suo Paolino.

Una volta ci ha addirittura regalato un libro di poesie. L’ultima volta che siamo andati a trovarla ci ha chiesto di far scrivere delle poesie del suo Paolino e mi dispiace di non averla accontentata in vita.

Sono sicura che anche da lassù vedrà questo che scrivo adesso e ne sarà contenta.

Fausta

Un passo verso il Meyer

Per sabato 2 ottobre alle ore 20 è stata organizzata una cena di beneficenza presso il Ristorante “Il Boschetto di Città di Castello il cui incasso sarà totalmente uti-lizzato per l’acquisto di materiale ed attrezzature per l’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze

Contattare Luigi: 338-2814563

...note dalla Misericordia

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

Se quella che ormai si va concludendo è stata una stagione estiva molto avara sotto il profilo meteorologico, con troppo pochi giorni di bel tempo e tanti altri di pioggia più o meno intensa o, comunque, di cielo nuvoloso, con escursioni termiche così repentine da mettere a dura prova la salute di molti e la pazienza dei gestori di piscine e ristoranti all’aperto, non altrettanto si può dire di essa in relazione alla Donazione del Sangue da parte dei volontari del Gruppo Fratres di Anghiari, il cui bilancio finale dei tre mesi di giugno, luglio ed agosto ha registrato un saldo attivo di tutto rispetto. Tutto questo, poi, in un periodo dell’anno che da sempre registra a livello regionale una marcata flessione delle donazioni rispetto agli altri.

Particolarmente eccezionale il risultato di Agosto che con le sue ottanta donazioni costituisce il nuovo record mensile nella trentacinquennale storia dell’associazione, proiettando questa verso la vetta mai raggiunta delle settecento sacche di sangue annuali.

Rispondendo con sollecitudine e generosità agli inviti del Gruppo, infatti, molti dei nostri iscritti contattati hanno raggiunto con sollecitudine anche nei mesi estivi il centro trasfusionale di zona, per sottoporsi

al periodico prelievo e confermare così quell’altruismo che da sempre contraddistingue il nostro paese.

Ma nel frattempo altri appelli giungono dai responsabili del sistema trasfusionale regionale: negli ospedali sta scarseggiando sangue dei gruppi O Rh+ ed Rh- e tutti i volontari appartenenti a queste categorie sono pregati di rendersi disponibili quanto prima per una donazione.

Necessario, quindi, tenere sempre alta la guardia e non sentirsi mai appagati in questo importante campo della vita umana. Nonostante gli oltre centomila donatori di sangue regionali, il grande cuore della Toscana, ed il continuo incremento delle donazioni negli ultimi dieci anni, non è stata ancora conseguita, infatti, la piena autosufficienza.

Lo ripetiamo ancora una volta: donare sangue è semplice e sicuro e dovrebbe essere sentito come un dovere civico per tutti ed un importante gesto di solidarietà nei confronti dei malati e del loro diritto all’assistenza.

Ed allora, cosa aspetti ? Entra anche tu nel grande cuore della Toscana, unendoti alle tante persone che già ne fanno parte!!!

Il presidente

In alto il notissimo attore NINO FRASSICA testimonial di spicco della nuova Campagna FRATRES per la sensibilizzazione alla donazione del sangue.Nino ha voluto dare il suo generoso e disinteressato contributo per porre l’attenzione sulle necessità quotidiane di un bene prezioso che solo le persone possono donare.

DONAZIONI ESTIVE: UN AGOSTO CON IL BOTTO!!!Ma intanto negli ospedali stanno scarseggiando i Gruppi 0 + e 0 -

In ricordo dello scoppio della mina

La nostra associazione ha parteci-pato all’an-n u a l e c e l e b r a -zione in me-moria delle tante vittime civili e mili-

tari del tragico evento bellico che vide, nel lontano 18 agosto 1944, colpire pesantemente la nostra cittadina con lo scoppio della bomba che distrusse la locale caserma dei carabinieri. Tante le autorità civili e militari presenti, insieme ai vessilli e gonfaloni delle proprie associazioni, a sottolineare l’importanza di questa manifestazione ed il vivo ricordo che di quella tragedia la comunità anghiarese porta nel proprio cuore.

Doverosa, quindi, la presenza del labaro del Gruppo Donatori di Sangue Fratres come segno di radicata

presenza di questa associazione nel paese, di autentica condivisione dei sentimenti di tutta la comunità e come atto di sincero omaggio a quanti persero la vita in quella sciagurata carneficina. Un pensiero particolare all’Arma dei Carabinieri, quotidianamente impegnata nell’assicurare a tutti noi sicurezza e legalità, che in quel tragico evento bellico sacrificò la vita di tre suoi uomini.

Il Consiglio Direttivo

Ringraziamenti

Un particolare ringraziamento a Canicchi Pecorari Renata ed a Cuccini Rossi Vera per aver devoluto al Gruppo Fratres, in memoria dei propri defunti, rispettivamente € 200 ed € 100.

Tali somme saranno utilizzate non solo per continuare a promuovere nel paese la cultura della solidarietà e del dono del proprio sangue, ma anche per sostenere interventi di carità umana e cristiana.

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...dal Gruppo Fratres

R imar ranno sicuramente ben impressi nella mente degli oltre cinquanta v i a g g i a t o r i a n g h i a r e s i gioie, emozioni, sentimenti vissuti durante l’ultima impresa turistica dei Donatori di

Sangue Fratres .Una comitiva, questa, disomogenea per età ed interessi ma affiatatissima nel condividere per due giorni una piccola parte della propria esistenza.

Sostanzialmente diviso in tre parti, l’atteso viaggio estivo si è sviluppato tra l’Italia e la Svizzera, su per le Alpi Retiche, riuscendo a soddisfare in pieno le aspettative di tutti grazie alla perfetta macchina organizzativa.

PRIMA PARTE: Tirano e l’alta Valtellina. È stato questo il momento più culturale e spirituale, al quale è stato dedicato l’intero pomeriggio della domenica. Avvenimento chiave nella storia di questa vallata è stata, infatti, la miracolosa apparizione della Madonna il 29 settembre 1504, ad un certo Mario Omodei, con la successiva edificazione di un santuario. La Basilica della Beata Vergine di Tirano, che ha rappresentato un tempo il baluardo del cattolicesimo contro la diffusione della riforma protestante dal vicino cantone svizzero dei Grigioni, è oggi il monumento religioso più importante della valle. Cuore del santuario è la cappella dell’apparizione che custodisce il lembo di terra in cui si posarono i piedi della Madonna, come espressamente ricordato dalla scritta “Ubi steterunt pedes Mariae”. Ma è l’organo del 1600 l’opera più ammirata, con la sua monumentale cassa lignea intarsiata che si sviluppa in verticale fino a lambire la volta della cupola e le 2200 canne.

Ascoltata l’appassionata e puntuale spiegazione della storia della basilica da parte del parroco, molti di noi concludevano la visita con la partecipazione alla Messa domenicale.

SECONDA PARTE: Il Trenino Rosso del Bernina,

una ferrovia che scala la montagna su pendenze del 70%. Patrimonio mondiale dell’UNESCO, capolavoro d’ingegneria e gioiello tecnologico incastonato nel paesaggio incontaminato della Alpi, che non smette d’incantare da cento anni a questa parte. Lungo il percorso, meraviglie della natura e meraviglie dell’uomo si fondono tra loro in ampie curve, tuffi mozzafiato e ardite serpentine sullo sfondo imponente delle montagne delle Alpi Retiche. Molti lo chiamano il trenino più bello del mondo, che porta il turista sin quasi a toccare il cielo. Dal fondovalle valtellinese (450 m. slm) ai boschi della Val Poschiavo, sino a salire tra i ghiacciai e le vette del Bernina (2253 m. slm.), per poi scendere nella sempre incantevole Engadina (1800 m. slm.). Alcuni coraggiosi viaggiatori hanno voluto ammirare tutto questo ben di Dio dalla carrozza panoramica che, completamente scoperta, chiudeva l’allegro convoglio ferroviario, sfidando le escursioni termiche ed i capricci meteo delle alte quote.

TERZA PARTE: S. Mòritz o, meglio, S. Morìtz, con l’accento sulla “i”. Senza dubbio la località per vacanze più famosa del mondo. Chick, elegante ed esclusiva con un ambiente fortemente cosmopolita, nel bel mezzo del meraviglioso paesaggio dell’Alta Engadina. Laghi, boschi, ghiacciai, il clima secco e frizzante come lo champagne e l’intensa insolazione (il famoso sole di S. Morìtz splende in media 322 giorni all’anno), sono la splendida cornice naturale a questa incantevole cittadina.

Intorno alle sedici iniziava, purtroppo, il viaggio di ritorno giù per gli stretti tornanti del Maloja, con direzione Milano, Bologna, Cesena… Intorno alla mezzanotte l’arrivo della comitiva al Campo della Fiera.

Tanta la soddisfazione di tutti per la bella esperienza vissuta e le tante emozioni provate. Un ringraziamento particolare a quanti nel gruppo hanno voluto condividere con gli altri racconti e barzellette. Primi fra tutti Michele e Matteo, giovanissime promesse del cabaret nostrano e, subito dopo, i meno giovani ma ancora pimpanti Luana, Franca , Pietro. Le loro graditissime performance hanno sicuramente alleviato l’impegno dei 1200 km percorsi.

Orteip 2010

DALLA VALTELLINA A S. MORITZ - SVIZZERA Tante bellezze in un colpo solo, tra l’Italia ed il Cantone dei Grigioni

LA GIORNATA DEL DONATORE DI SANGUE 2010

SABATO 11 DICEMBRE 2010ore 17.00 - CONVEGNO MEDICO SU “AMBIENTE E SALUTE” presso la Sala riunione della Confraternita di Misericordia. Coordina la dott.ssa Rosella Guadagni.ore 21.00 – CONCERTO DI NATALE (quarta edizione) presso l’Insigne Propositura, in collaborazione con la Parrocchia e l’Amm.ne Comunale di Anghiari. Durante la serata premiazione dei nuovi donatori di sangue.

DOMENICA 12 DICEMBRE 2010ore11.00 – SOLENNE CELEBRAZIONE EUCARISTICA in Propositura, in suffragio dei soci defunti, con la partecipazione delle autorità civili e militari ed i labari delle altre associazioni della provincia.ore 13.00 – PRANZO SOCIALE, gratuito per tutti i donatori attivi, presso un noto ristorante della zona.

Il Consiglio Direttivo

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Ricominciare dall’acqua

Se è vero che nelle nostre vite di docili membri della società di consumo il confine tra essenziale e superfluo non è che raramente il frutto di una

scelta autonoma scaturente da un patto tra il giudizio e la volontà, ma la costrizione esteriore sancita dal rispettivo potere d’acquisto, è inevitabile che periodi duri di crisi come quello che stiamo attraversando ci impongano un cambiamento di abitudini che finisce per essere anche ridefinizione di priorità e valori: che cosa ci è indispensa-bile e cosa invece è dispensabile? Che cosa è condizione irrinunciabile di vita e cosa è invece suo annesso, suo esergo non decisivo e liminare? Di che cosa possiamo fare a meno senza perderci nulla di importante (e anzi magari guadagnandoci qualcosa in concentrazione e prossimità a noi stessi)?

La contabilità di cassa diviene così un esercizio di definizione e magari riappropriazione di sé: alla pigra inerzia del consumatore - che galleggia senza rotta nella casualità delle promozioni, delle suggestioni pubblicita-rie e delle voglie istantanee - si sostituisce l’attenzione di una scelta calcolata e consapevole. La restrizione diviene una sorta di mortificazione che risveglia lo spirito (l’astinenza è una frusta che dà lena all’anima, insegna la Chiesa nella sua saggezza millenaria): oltre il consumo bisogna riconoscere il bisogno e ciò che lo soddisfa, e quindi il diritto che il bisogno vero instaura per il singolo nei confronti della società. Perché se il superfluo divide, nella dissipazione edonistica che è la sua legge di fruizione arbitraria, l’essenziale unisce nella sua necessità. Le comunità si rinsaldano nei tempi difficili e si disgregano in quelli di abbondanza: quando a tutti (o perlomeno ai molti) manca il necessario, si acutizza la consapevolezza di essere tutti ‘nella stessa barca’ - in porto non si arriva da soli, ma solo nella cooperazione fattiva per superare le difficoltà.

Ecco (ci hanno detto gli amici di Tovaglia a quadri nello spettacolo di quest’anno, il quindicesimo della se-rie), qualcosa di questo genere sta avvenendo ad Anghiari, in questi mesi, ed è importante prenderne coscienza: c’è qualcosa di essenziale che deve restare nostro, che non ci deve essere tolto, la cui importanza forse abbiamo perso di vista negli anni grassi di un’opulenza un po’ superficiale e individualistica, ma che oggi interpella il paese a una scelta e a una parola in cui definirsi come comunità. Le cose importanti, necessarie, sono le più semplici. Nulla è più semplice dell’acqua, eppure tutto (la vita) comincia da qui: anche i paesi, che un tempo venivano fondati in riva ai fiumi e intorno ai pozzi. La fonte è per antonomasia l’inizio: se non si attinge ad essa non c’è novità e non c’è continuità. Chi controlla la fonte detiene il potere. Vogliamo delegarlo ad altri o tenerlo in mano nostra?

A queste domande deve rispondere il nostro paese, esorta Tovaglia a quadri , ma non per bocca di poteri

impersonali e anonimi, bensì nella concretezza di voci diverse che si accordano e si intrecciano in una parola comune restando se stesse. Bisogna creare vincoli che tengano insieme la comunità nella pluralità irriducibile delle sue componenti, proprio come fa l’artigiano che intreccia sapientemente il vinco in strutture leggere e forti, funzionali e armoniose, che accompagnano, servono e abbelliscono la vita quotidiana delle persone, accoglien-do i neonati in culle immacolate e raccogliendo i frutti e il pane in panieri capienti. Se però è vero che il gesto antico del cestaio è oggi sempre più raro e desueto, se sono sempre meno coloro che sanno intrecciare i vimini in forme solide e resistenti, è con una punta di ansioso timore che i protagonisti di “Di vincoli” si chiedono (e soprattutto chiedono al proprio pubblico) se i cittadini di Anghiari saranno capaci di pronunciare le parole e compiere i gesti necessari a riallacciare i vincoli della comunità, a riappropriarsi dell’essenziale (di cui l’acqua è parte integrante e al tempo stesso figura), a riaffermare la propria capacità di scelta, di autonomia e di coesione sociale.

Il gioco è aperto. Gli esiti non sono scontati. Molto dipenderà dalla politica, ma non soltanto. La vitalità di una comunità scaturisce infatti anche da qualcosa che sta ancora più a fondo del discorso politico, in una fonte che è l’origine stessa dei vincoli che ne costituiscono il tessuto etico, civile, politico. Nessuna delega politica può infatti sostituire la potenza di coesione e solidarietà umana costruita dalla rete affettiva in cui gli individui compiono il primo passo del proprio essere in società, sperimentando il fatto che la pienezza individuale si esplica soltanto nella relazione (in ultima istanza d’amore) con l’altro. Se l’amore fa acqua, la fonte si dissecca e la comunità si disgrega. Le infelicità private diventano fattore di infelicità pubblica. L’amore è un salto nel buio, un tunnel di cui si ignora dove porti, ma chi non corre il rischio di addentrarvisi non saprà mai chi è. Perché solo chi riconosce cosa è essenziale arriva a conoscere se stesso.

Forse è il tempo di ricominciare, ci dice Tovaglia a quadri. Lasciar perdere il superfluo, evitare gli sprechi che costano cari, sviluppare la sapienza dell’essenziale (officiata in “Di vincoli” da quello scriba geniale e ironico che è il ‘sommelier delle acque’!). Spegnere la televisione e accendere la matta radio del cuore (il “Putto dell’amo-re” che parla quando vuole e come vuole, sembra che dica cose senza senso, ma in realtà esprime le verità che magari abbiamo rimosso). Forse è il tempo di ripartire da acqua, amore e fantasia...

Teresa Bartolomei

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I lavorinelle chiese della parrocchia

Non passa giornoper effetto del caldoc ‘è tanti orroriche io leggo e guardo

Tanto i giornaliche le Televisionibattono i recorddi tante uccisioni

Chi a sprangateo il coltello alla manosembra una corsada vero Macellaio

Colpi sparaticon la pistola in manoche lo ammazzanoil passeggero ignaro

Marito contro mogliebenzina gettata addossogente uccisagettata dentro al fosso

Qui tutti i giornirinnovano i delittichi per passioneo per pagare affitti

Lite tra stranieristrade insanguinatescontri fra bandedall’Est importate

Le partorientiuccidono i bambinie le Badanticolpiscono i vecchini

Non passa il giornola solita lezionecontro la vitauna vera aggressione

La gelosiache sembra rinforzatacolpa della coppiache viene separata

Si uccide la mogliesi uccide i figliè un massacrocome poveri conigli

Delitti in montagnadelitti al marecolpa al caldoche lo fa provocare

Non c’è etàper compiere delittigiovani e vecchivengono trafitti

Troppe le armidiffuse nelle casedito nel grillettoe dopo tutto tace:

La marea dei delittidi Armando ZanchiArezzo, 23/8/2010

A San Lorenzo... - Mentre scriviamo stanno proseguendo i lavori alla chiesetta di San Lorenzo. Dopo l’importante intervento di consolidamento per i danni causati dal terremoto ora c’è da completare l’opera.Ci auguriamo che presto, dopo la chiesa, anche la canonica possa tornare ad essere agibile in pieno.

...e al Carmine - Anche presso il Santuario del Car-mine sono previsti nuovi interventi. Intanto l’ingegner Armando Babbini, nostro concittadino, sta studiando la realizzazione di una bussola all’ingresso del Santuario che protegga dal freddo nei mesi invernali. Tale spazio, delimitato dalla bussola, sarà accessibile anche quando tale bussola sarà chiusa ma essendo realizzata in materiale trasparente permetterà di vedere l’interno del Santuario o fermarsi per una preghiera alla Madonna.La Pia Società del Gesù Morto inoltre si è presa in carico il restauro della tela rappresentante la Lavanda dei piedi ed entro l’anno dovrebbe essere di nuovo collocata al suo posto nella parete del cappellone di destra. Rimangono poi da restaurare gli altri quadri (cinque) che raffigurano delle porzioni dell’Ultima Cena e che si rifanno, come la Lavanda, ai quadri dipinti da Giovanni Antonio So-gliani nei primi decenni del 1500 e che sono conservati in Propositura.

E ancora... - La Pia Società del Gesù Morto ha provve-duto all’acquisto di un nuovo impianto di altoparlanti da utilizzare in occasione delle processioni. Saranno messi in funzione per la prossima festa della Madonna di Loreto e valuteremo in quell’occasione la loro validità anche per le strade del centro storico.

Edilizia Sociale - Prossimamente, in collaborazione con il Comune, prenderanno il via i lavori per ristrutturare quattro appartamenti, di proprietà della parrocchia. Ver-ranno assegnati a delle famiglie in particolari condizioni economiche e di bisogno.

In un certo punto della nostra vita abbiamo troppo tempo per pensare. Si ritorna indietro con la mente a ricordare il passato.

Io abitavo in campagna avendo poche comodità e la vita piatta, credevo di star peggio di quelli del paese. Perché venivo ad Anghiari solo alle feste, o a ballare in qualche saletta. Io cre-devo che fosse sempre un divertimento che a me mancava.

Poi ho capito che per tanti non era così, quando arrivavano le nostre care donne del paese con la cesta sulle spalle a vendere la loro merce: baccalà, aringhe, carburo, sapone, ecc. facendo chilometri a piedi per arrivare alle nostre case. Ne partivano d’Anghiari un gruppetto, poi ognuna faceva il suo giro, ogni tanto si scambiavano così ò conosciuto i loro nomi: la Bartolina, la Sestina, la Settimia, la Carola, la Romea.

Siccome i soldi non c’erano, o pochi, si faceva scambio mer-ce; noi si prendeva quello che avevamo bisogno, loro quello che avrebbero dovuto comprare: olio, pane, farina, uova, qualche pollo e così via. Facevamo tutto ad occhio senza valutare quello che costava di più, qualche volta si faceva colazione assieme, si riposavano un po’ e ripartivano sempre a piedi contusolando (parlottando) sottovoce e con il Rosario in mano, contente di aver portato il necessario per le loro famiglie.

Ce ne erano altre che con altrettanta fatica giravano per il pian del Tevere o della Sovara a raccogliere quello che avevano lasciato i contadini nei campi.

E che dire degli uomini?Anche loro passavano: il pellaio comprava penne, pelli e

stracci; il cocciao, detto Bietolino, vendeva tegami, scaldini per noi indispensabili e ancora oggi in bella vista nelle nostre case.

Questa brava gente è passata alla storia del nostro paese per la loro allegria e la battuta sempre pronta.

Chi non ricorda il Contrabbandiere quando i Carabinieri gli dicono: «Dove andate?» e lui: «Me sa che so belcarivo».

O quando il dottore dice a Elio: «Se non smetti di bere fai una morte lenta lenta!» e lui: «Io unnò mica fretta!»

Le nostre donne non erano certo da meno. Uno disse a una anziana affaticata: «Lavorate troppo! Quanti anni avete?» e lei: «De priciso nun lo so, ma so’ nèta doppo mititura, fètigli el conto!»

Questi sono alcuni fra i tanti che io voglio ricordare in questo giornale letto da tanti Anghiaresi per non dimenticarli.

Ambulantiricordi del passato raccontati dalla Maria

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Il saluto delle giovani coppie

Ciao Stani!Da Monterchi - a cura di don Quinto Giorgini

Calendario estivo

Dalle nostre Parrocchie

Ottobre 2010

Il mese di ottobre, come sappiamo, è dedicato particolarmente al rosario. Si ricorda a tutte le famiglie di buona volontà di recitarlo in casa, specialmente coloro che non possono recarsi in chiesa dove viene celebrato ogni giorno con solennità alle 17,30 prima della Santa Messa.

Preceduta da un triduo, venerdì 8 ottobre verrà celebrata a Monterchi la festa di San Simeone profeta patrono della chiesa, del paese e della zona monterchiese. Gli uffici comunali, le scuole e le botteghe rimarranno chiusi. Sono invitate alla S. Messa delle ore 18 le Autorità locali, civili e militari e le varie Associazioni.

Sabato 16 ottobre avrà inizio il nuovo anno catechistico che riguarderà tutti i fanciulli di Monterchi, Pocaia e Padonchia dalla seconda elementare fino alla terza media. Prima faremo la convocazione dei genitori per stabilire insieme gli orari delle lezioni. Certamente se manca la collaborazione dei genitori, come purtroppo spesso manca, il catechismo perde il suo significato, almeno in gran parte

Novembre 2010

Novembre comincia, come sappiamo tutti, di Lunedì ed è la festa di tutti i Santi. Nel pomeriggio visita al cimitero per le frazioni di Borgacciano, Ricciano e Fonaco che hanno il cimitero in comune ed è collocato nella località di Borgacciano, alle ore 15 ci ritroviamo al cimitero e, dopo la recita del rosario, al centro del camposanto o nella cappella se il tempo fosse poco propizio, si recita la Santa Messa di suffragio.

Martedì 2 novembre Celebriamo la commemorazione di tutti i defunti. Alle ore 10 S. Messa al cimitero di Monterchi e, alle ore 15, in quello di Pocaia.

L’ottavario dei morti proseguirà dal 2 al 9 novembre alle ore 10 del mattino (escluso domenica 7), nel cimitero urbano di Monterchi.

Domenica 7 novembre ore 10 S. Messa nel cimitero di Pocaia e, alle ore 15, nel cimitero di Monterchi.

Domenica 14 novembre al Monumento dei caduti, viene celebrata una Santa Messa con la partecipazione della Associazione locale Combattenti e Reduci.

Domenica 21 novembre alle ore 15, tradizionale visita al cimitero per la frazione di Gambazzo.

Domenica 28 novembre inizia il nuovo anno liturgico con la prima Domenica di Avvento per proseguire verso il Natale.

In questa splendida occasionedi incontro con le famiglie in formazione,vogliamo, caro Stanislao, non senza mestizia,esprimerti tutto il nostro affetto ed amicizia.Abbiam scoperto, nel cammino insieme,che l’amore degli sposi mai non teme,se si fonda, nella gioia e nel dolore,sulla roccia di Gesù Nostro Signore.Le coppie che hai preparato e unito sull’altareor ti devon salutare.Con la tua umanità tanta stima hai guadagnatotanto che il vescovo Riccardo una parrocchia ti ha destinato.Certo noi non ti cediamo volentieri,perché ti vogliamo bene oggi più di ieri,ma un altro gregge ha bisogno di te per essere guidato,vive nelle …Serre… che sia forse un poco delicato?La baldanza giovanile non ti manca,speriamo che trovi anche lì qualche nonna che ti affianca,perché tu possa mostrar tutti i tuoi talenti,e nelle tue omelie correggere gli accenti.Se qualche timore il cambio poi ti incute,pensa che lì puoi curarti la salute,dopo la fatica di predicare in italiano,puoi rilassarti con le terme a Rapolano!Quando sarai stanco per tanto lavorare nella vigna del Signore,pensa che tante famiglie che hai formato con fervoreal cielo elevano una preghiera ed un pensiero,per sostenere il tuo sacro ministero.Noi continueremo, confidando nella Provvidenza,ad annunciare che di Gesù non possiamo fare senza,quanto è bello sposarsi nel Signoreed accogliere ogni giorno la... “Sfida dell’Amore”!

La sera di giovedì 9 settembre le coppie appena sposate o in procinto di farlo che hanno partecipato al corso pre-matrimoniale con Don Stanislao lo hanno voluto salutare in occasione di un incontro presso l’Eremo di Vicchio di Monterchi. Nella piccola cappella ci siamo ritrovati per un interessante e proficuo dialogo con Padre Luigi, esperto consulente di famiglia e matrimonio. Subito dopo, in pizzeria, il nostro Stani ha ricevuto, oltre a goliardiche “rime”, ”La Sfida dell’Amore” un piccolo libretto con dedica a ricordo di tutti noi.

Questo gruppo di giovani coppie ha manifestato la volontà di continuare a ritrovarsi anche dopo le nozze per coltivare l’amicizia e camminare insieme come famiglie cristiane. Il testo in questione si riferisce appunto a un film che abbiamo visto insieme.

Questo è un piccolo ma grande segno dell’opera pre-ziosa che il nostro Stani ha svolto fra di noi sostenendo con la sua presenza anche le iniziative rivolte alle famiglie e gli auguriamo di continuare questa speciale attenzione anche nella sua nuova parrocchia.

Laura T.

A Monterchi, sabato 18 e domenica 19 set-tembre 2010 si è rinnovata la tradizionale

Sagra della polenta

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Dalle nostre parrocchie

Il 5 settembre si è rinnovata, come da tradizione, la festa della Madonna a Santo Stefano.

Tutto si è svolto come da programma tanto per i riti religiosi che per le manifestazioni ricreative. Triduo nei giorni 2, 3 e 4 settembre. Poi, la domenica 5 settembre, S. Messa alle ore 8,30 e alle ore 11 S. Messa solenne, è seguita poi la processione con l’immagine della Madonna nelle strade intorno alla chiesa.

La partecipazione è stata soddisfacente con un notevole numero di fedeli che hanno partecipato agli appuntamenti della parrocchia.

Dopo la Messa i festarini hanno invitato tutti ad una ricca colazione nel prato circostante.

Passiamo alla parte ricreativa. Nel pomeriggio della domenica si è svolta la gimcana ciclistica dei bambini e dei ragazzi, sempre nel prato della chiesa, con una par-tecipazione numerosa di concorrenti e di spettatori.

Non è mancato, anche quest’anno, il consueto gioco della “nana” conosciuto anche come gioco della “bi-goncia”, invidiatoci dai paesi circonvicini. Una nana quest’anno è volata verso Pisa vinta da un bambino in villeggiatura da queste parti.

La sera alle 8,30 la cena con la bistecca ha riunito un folto numero di conviviali soddisfatti per il menu che è stato di tutto rispetto.

La targa annuale della Comunità quest’anno è stata consegnata a Bruno Gennari e Clotilde Battistoni, per il loro cinquantesimo anniversario di matrimonio. Au-guri!

Lavori e attività nel giardino

Come già abbiamo accennato in altre occasioni in questo giornale, molto lavoro è stato fatto per migliorare le strutture e rinnovare il pallaio (che ora è abbastanza perfetto), i giochi sono stati sistemati nel migliore dei modi compreso il nuovo tappeto elastico per i più gran-di acquistato con il contributo di tante persone. Così, aggiunto a quello più piccolo, che era stato offerto lo scorso anno dalla Ditta Del Pia, possono saltare contem-poraneamente grandi e piccoli.

Da notare che la partecipazione e la presenza di uomini, donne e bambini nel giardino è stata tanta e inaspettata. Qui si sono svolte gare e tornei di bocce che hanno coinvolto tutti (anche il nostro parroco Don Marco ha partecipato con entusiasmo ma sarà stato il compagno poco valido o gli avversari troppo forti, è stato eliminato al primo girone) suscitando molto interesse vedendo un costante aumento di spettatori.

Da notare poi che il prato è servito anche per altre manifestazioni come il Grest o altri ritrovi.

Non sono mancate le cene dove la partecipazione ha superato ogni rosea previsione. Si può ben dire, con

orgoglio, che la cena più rappresentativa è stata quando gli uomini hanno preparato la cena per le proprie mogli. È stato un evento molto particolare che rimarrà segnato negli annali della Comunità. Si è vista la presenza di oltre cinquanta donne che si sono presentate all’appuntamento elegantemente vestite e ben truccate e sono state fatte accomodare ai tavoli dai mariti, agghindati come came-rieri che poi le hanno servite puntualmente a tavola con un menù appositamente studiato e preparato da cuochi di alta professionalità (sempre i loro mariti).

Si ringraziano tutte le persone che hanno lavorato per la festa, per i lavori del prato e per le cene preparate.

Grazie ancora.

Il capannino

Negli altri numeri si era parlato della sostituzione del capannino per gli attrezzo che è vecchio, fatiscente e rugginoso. Per vari intralci burocratici ancora non siamo riusciti nel nostro intento.

Siamo un po’ preoccupati perché andando verso l’inverno non sappiamo dove collocare il materiale che adesso è dislocato nel prato.

Speriamo che presto giungano delle buone notizie. Noi siamo pronti. Arrivederci.

Auguri a Bruno e Clotilde

Il giorno 25 aprile scorso era l’anniversario (nozze d’oro) di Clotilde e Bruno Gennari ma, come è nel loro stile, non hanno detto niente a nessuno ed hanno festeggiato contor-nati soltanto da figli, nuore e nipoti. Si erano sposati il 25 aprile 1960 nella chiesa di San Tommaso a Lama di San Giustino

Noi tutti della Co-munità di Santo Stefano vogliamo comunque au-gurare loro tanti anni da trascorrere ancora insieme. Questa foto è stata scattata all’interno della Canonica di S. Stefano al momento della torta.

Volentieri ricordiamo che Bruno è molto attaccato alla chiesa di Santo Stefano e infatti lui è nato nella casa colonica (ora non c’è più) attaccata alla chiesa. La sua famiglia coltivava i terreni della parrocchia di Santo Stefano. Poi Bruno si è trasferito in via del Molin Bianco con la moglie e i figli, quindi a poche decine di metri dalla chiesa stessa. Ancora adesso partecipa attivamente alla vita della Comunità che volentieri fa tanti auguri a lui e alla moglie Clotilde.

da Santo Stefanoa cura di GM L a F e s t a d e l l a M a d o n n a

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I ringraziamenti sono d’obbligo

Ci sembra giusto, dato il successo ottenuto per la recente celebrazione della festa di San Lorenzo, ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo.

Don Marco, Don Stanislao e il diacono Fabio prima di tutto, per la cerimonia religiosa. La loro presenza dà alla stessa una particolare impronta di solennità.

Il tempo, ottimo per tutta la giornata, che ci ha concesso una serata meravigliosa. La pioggia è arrivata il giorno successivo. Quest'anno è stato veramente galantuomo, a differenza dello scorso anno.

Vogliamo ringraziare per il lavoro fatto per preparare le varie portate che abbiamo messo in tavola:

La famiglia Poderini (la Gina, con le figlie Maddalena e Veronica, la Maria e la Silvia). La famiglia Santi (la Domenica e la figlia Barbara). La famiglia Gorfini (l'Anna e la Rosaria). Mia moglie Alba e mia sorella Elia. La Rita di Santo Stefano.

Il lavoro di tutte queste persone è stato veramente notevole. Senza il loro contributo non sarebbe stato possibile fare tutto questo.

Coloro che si sono improvvisati camerieri per servire le varie portate alla tavola ci hanno detto di avere fatto tanta fatica per tenere a bada la folla che a tratti li aveva circondati.

Fernando Santi, Gastone di Santo Stefano, Fidelfo per il vin santo per la messa. Quello che non è stato usato è stato poi distribuito ai presenti.

Per il lavoro fatto per riparare e mettere in ordine l'impianto elettrico della Chiesa: Lirio (marito della Rita).

Ringraziamo anche le persone che hanno offerto di loro iniziativa varie specialità da loro stesse preparate e messe in tavola; non conosciamo i loro nomi.

Un ringraziamento particolare alla Bettina del Belluccio (moglie di Fernando) che ha portato varie specialità di pizza e altre sue creazioni: dovevano essere molto buone, perchè messe in tavola e terminate è stato un attimo.

Davide Del Gaia merita un ringraziamento particolare, per avere offerto ai nostri ospiti il vino da lui stesso prodotto: Roncione 2006. Un ottimo vino rosso che nulla ha da invidiare ad altri vini in commercio, e che è stato molto apprezzato, avendo in un attimo finito le 12 bottiglie che ci aveva fornito.

Un rigraziamento molto ma molto speciale al Sig. Orlando Polcri, ospite d'onore di questa festa, al quale è stato dedicato l'articolo pubblicato qui a lato.

Ringraziamo inoltre tutti coloro che con le loro offerte ci hanno permesso di recuperare le spese sostenute.

A tutti l'appuntamento per la prossima edizione del 2011.

Polcri Orlando, l'amico ritrovatoQuesta è una storia a lieto fine, come accade qualche volta nei film più belli.E' una storia che ha un inizio quasi casuale: delle formiche e dei tarli avevano deciso di mettere a dura prova la stabilità delle travi che sostengono il tetto della chiesa di San Lorenzo.Sono delle travi che a suo tempo, nel 1956, sono state dipinte dall'allora Parroco di Toppole Don Angelo Alberti. Ne abbiamo parlato in un numero dell'Oratorio di qualche tempo fa.Fortunatamente ci siamo accorti per tempo del problema che si stava manifestando e prontamente siamo intervenuti per fare un intervento di disinfestazione.Abbiamo chiamato Marco Santi, che ha trasferito il suo laboratorio di restauro mobili da Anghiari a San Lorenzo, il quale gratuitamente (e gliene siamo grati) ha eseguito l'intervento.Mentre eravamo intenti a questo lavoro, ci siamo accorti che su quelle travi erano incisi dei nomi e delle date.Il primo nome era in pratica la firma di chi aveva eseguito quei disegni: si legge infatti a caratteri grandi “ D. A. ALBERTI PINXIT A.D. 1956” Questa firma in pratica era la conferma di quanto già avevamo scritto.Quello che invece ci ha sorpreso è stato l'avere trovato altri due nomi. Uno era chiarissimo: NICCHI ALDO.Ci siamo messi alla ricerca per scoprire chi fosse Nicchi Aldo. Una ricerca brevissima. Abitava proprio davanti alla Propositura ed eseguiva lavori di muratura, di rifinitura e di tinteggiatura. Per la sua abilità godeva della fiducia di Don Angelo, che lo aveva chiamato ad aiutarlo per finire al più presto i lavori alla nostra chiesa. Dato il tempo ormai trascorso, Nicchi Aldo purtroppo è deceduto.L'altro nome era difficile da leggere perchè la scritta è stata coperta da una patina di grigio dovuta al fumo ed alla polvere che il passare del tempo ha steso sopra i dipinti. Dopo vari tentativi, finalmente il nome è apparso chiarissimo: POLCRI ORLANDO.Anche per Polcri Orlando ci siamo messi alla ricerca per scoprire chi fosse. Rapidamente abbiamo saputo dove abitava e prontamente siamo andati a far visita, per avere notizie, dando per scontato che difficilmente avremmo potuto parlare con lo stesso Orlando, essendo ormai passati diversi anni dalla realizzazione dell'opera.Con grande sorpresa e con grande gioia, invece abbiamo incontrato proprio lui, in splendida forma, dall'aspetto ancora giovanile, impegnato in tanti lavori. Abbiamo notato subito la sua grande abilità nei lavori di muratura e di lavorazione della pietra. Ci ha detto che quando venne chiamato da Nicchi Aldo a collaborare con Don Angelo non aveva ancora sedici anni!Lo abbiamo invitato alla nostra festa, e così abbiamo avuto il piacere di farlo conoscere a tutti i presenti che lo hanno accolto con un applauso scrosciante. È stato un momento di gioia e di commozione. Abbiamo ritrovato un amico del quale con il passare del tempo ci eravamo dimenticati.Ricorda perfettamente il lavoro fatto, anche se i disegni delle travi a suo dire erano molto più brillanti di quanto lo siano adesso. Sarà necessario, quando troveremo i fondi, eseguire un intervento di pulitura e di restauro, per riportarli al loro colore originario.Fin d'ora lo abbiamo invitato per la prossima festa, nel 2011.

da San Lorenzo a cura di Andrea Dellacasina

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Le iniziative della Banca a Villa Gennaioli e il Motoraduno

Brillante epilogo d’estatea cura della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo

In collaborazione con la Pro Loco e con il patrocinio del Comune di Anghiari, è stato

proiettato “Generazione mille euro”, il film commedia di Massimo Venier che ha per protagonista anche l’attrice oramai affermata Valentina Lodovini di Sansepolcro, presente di persona assieme al pubblico che ha così avuto l’opportunità di applaudirla da vicino e di complimentarsi di persona per il “Ciak d’Oro” che grazie a questa interpretazione ha saputo aggiudicarsi, in qualità di rivelazione dell’anno.

Era molto emozionata Valentina, accompagnata nella circostanza anche dai familiari, quando il direttore Pecorari l’ha chiamata sul palco per consegnarle l’omaggio floreale, e ha avuto parole di elogio per la Banca e per la sua lodevole iniziativa di riportare il cinema ad Anghiari.

Altrettanto partecipata (quasi un centinaio di centauri), la sesta edizione del

Motoraduno del Credito Cooperativo, organizzata in collaborazione con la Pro Loco e il Motoclub “Il Ferraccio” di Anghiari nella giornata di domenica 29 agosto, con tappa centrale la visita al castello di Gargonza, nel Comune di Monte San Savino, uno fra gli edifici in assoluto più prestigiosi che vanta la provincia di Arezzo in un contesto ambientale e paesaggistico di grande bellezza.

La splendida giornata di sole, lucente e nello stesso tempo non afosa, ha costituito la cornice ideale per accompagnare i motociclisti lungo un percorso che ha toccato le province di Arezzo e di Siena, con epilogo immancabile a Ponte alla Piera di Anghiari per la merenda conclusiva della Camminata del Contrabbandiere.

Prossima iniziativa, sabato 2 ottobre, al Palasport di Anghiari: un convegno che prenderà in esame la “mission” delle banche di credito cooperativo dal punto di vista dell’etica. In quella circostanza, verrà anche presentata la seconda redazione del bilancio sociale.

In alto l’attrice Valentina Lodovini di Sansepolcro mentre riceve l’omaggio floreale del direttore Pecorari per il “Ciak d’Oro” aggiudicato per la sua interpretazione nel film “Generazione mille euro”.

Qui sopra il nutrito gruppo di Centauri in attesa della partenza con destinazione Gargonza e tappa finale al Ponte alla Piera per la Camminata del Contrabbandiere.

Nell’ultimo fine settimana di agosto la Banca di Anghiari e Stia è stata promotrice di due eventi che hanno ottenuto un notevole successo: il primo è stato la serata di cinema all’aperto, sabato 28 agosto, nel parco di Villa Gennaioli, che ha dimostrato di essere per il futuro un punto di riferimento ad Anghiari per spettacoli ed iniziative di carattere anche culturale.

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Addio amici

È vero che la campana di Galbino suona per tre volte di fila! Nel giro di pochi giorni la comunità cristiana di Tavernelle ha accompagnato verso la loro ultima dimora terrena tre amici: il primo, il 24 agosto, è stato Giovanni Mafucci, meglio conosciuto come il Nanni di Ripalta. A lui è seguita, dopo pochi giorni, la Ida Panichi, vedova di Nativo Tricca, che abitava a Tavernelle vecchio. Infine, il 3 settembre è morta la Santa, vedova di Gigino Mondani. Tutti e tre lasciano un vuoto nella comunità, perché erano conosciuti da tutto il paese e stimati per la bontà e affabilità.

Ricordiamo la SantaGli amici della parrocchia di Tavernelle ricordano in

modo particolare la Santa, che è stata per decenni una instancabile animatrice della comunità. La Santa ha infatti offerto il suo servizio dalla pulizia della chiesa, al canto durante le Messe, il rosario, i primi venerdì, la raccolta di offerte e tutto quello che concerne la vita di una parrocchia. Specialmente nei mesi seguenti la morte di don Gino, la Santa si fece carico dell’animazione e della cura delle attività parrocchiali, soprattutto quelle strettamente liturgiche, e con la stessa passione ha servito la parrocchia quando arrivò don Marco. Lo stesso don Marco lo ha ricordato anche nell’omelia del funerale che la Santa lo riprendeva spesso, con tono scherzoso, ricordandogli: “gli ho insegnato io a fare il parroco a Tavernelle!” Lo raccontava lei stessa: abbandonò il suo desiderio per la vita religiosa a causa di esigenze familiari, scegliendo dunque la famiglia al chiostro. Ma anche in questa circostanza la Santa ha saputo trovare il senso di donare la vita al Signore, come era suo intimo desiderio. Vivendo pienamente il suo Matrimonio, ella non ha mai lasciato il rapporto con i locali conventi di suore, primo fra tutti Montauto, e ha continuamente trasformato in gesti di carità tutta la sua vita.

Questo si chiama donare la vita al Signore, secondo il Suo e non il nostro progetto, e la Santa lo ha fatto con serenità e fede, con gioia e amore, prodigandosi fino all’ultimo per la sua tanto amata parrocchia di Tavernelle. Allora possiamo dire che tutta la parrocchia gli è davvero grata e riconoscente per il suo amorevole servizio. Don Marco e poi anche Alessandro, sempre al suo funerale, hanno ricordato che la Santa ha compiuto quel decisivo compito che è la trasmissione delle fede. Lo ha fatto impegnandosi a tenere accesa e viva la lampada della preghiera e del servizio. Il giorno del suo funerale, il 4 settembre, il sentimento condiviso di molti parrocchiani, rattristati per la perdita della Santa, è stato di accettazione di una responsabilità: ora tocca a noi!

È morta, la Santa, il primo venerdì del mese di settembre, nel centro di quella devozione al Sacro Cuore di Gesù a lei tanto cara, e che grazie a lei prosegue tutt’oggi, e per la quale sono promesse particolari grazie specialmente dopo la morte. Per questa certezza, infine, ci sentiamo di pregare il Signore perché ricompensi la Santa per il bene che ha profuso a Tavernelle, e anche perché possano fiorire e sbocciare quei semi che durante la vita ha seminato nei solchi della fede delle persone.

La Parrocchia di Tavernelle

Il mio ricordo della Santa

Non sono avvezzo agli elogi funebri, specialmente nei funerali, e amo poco questa pratica che mi sembra poco confacente con il mistero, cristianamente parlando, della morte. Ma la morte della Santa ha mosso in me l’esigenza di sfogliare le pagine personali della mia storia di bambino quando, a Tavernelle, la Santa era ancora in prima fila nella cura e servizio della chiesa. Era una di quelle “istituzioni” che anche noi piccoli percepivamo come importante nella compagine parrocchiale. Spesso, quando si recava alla S. Messa feriale, la Santa passava da casa mia e, per la mano, mi accompagnava alla chiesa e me lo diceva spesso: “te diventerai sacerdote!”. Quando la Santa, invecchiando, lasciò le redini della pulizia della chiesa alle giovani generazioni di donne, insegnò a me lasciandomene l’incarico, la preparazione del calice per la S. Messa. Ora c’è da dire che questo gesto ha sempre segnato il ministero sacerdotale, il quale è strettamente e visibilmente unito alla Messa il cui oggetto rappresentativo è per forza il calice. Ecco perché, in questo momento del mio cammino, sentivo doveroso esprimere pubblicamente il mio ringraziamento alla Santa, poiché quello del calice è solo il più piccolo degli aiuti e incoraggiamenti che lei mi ha sempre fornito per poter prendere la mia decisione.

Mentre piango intimamente la morte della Santa, sono sicuro che in paradiso c’è un angelo in più a vegliare sul mio cammino.

AlessandroNella foto in alto la Santa (al centro) durante una Festa della

Famiglia insieme all’Elvira e alla Giovanna.

Coccodè!Si, è l’inconfondibile verso della gallina che ha fatto

l’uovo. E fin qui nulla di strano se non fosse per raccontarvi una storia tutta particolare, che abbiamo scoperto quando la frittata era già fatta. Ma veniamo ai fatti: a metà dell’estate è comparso sul cancello della Piera (che sarebbe la mamma di Andrea Merendelli) un bel fiocco bianco, quello che si mette in occasione degli sposi, oppure colorato di celeste o rosa in occasione di una nuova nascita in famiglia.

Niente di tutto questo, ma la curiosità cresce quando si è saputo che nello stesso giorno tutto il vicinato si è raccolto dalla Piera per festeggiare. Ma cosa era successo? Dobbiamo fare un salto indietro per raccontare che la Piera aveva comprato per la sua nipote Irene una bella gallina, ma di fare l’uovo questa gallina non ne voleva sapere. Sarà per la troppa libertà e frescura (infatti la gallina in questione scorrazza liberamente tra il piazzale e il giardino della Piera), ma di uovo non se ne parla, nonostante i tentativi di persuasione e accomodamento della Piera e della Vittoria di Milano: niente. Poi un giorno, inaspettato, è arrivato il tanto atteso uovo e come la donna nel Vangelo che ritrovando la dramma perduta chiama le vicine a festeggiare, così la Piera non è stata da meno e ha preparato ciacce fritte per tutto il vicinato. Visto l’accaduto, Ìdio ha pensato di mettere un bel fiocco al cancello.

Ecco così scoperto che cosa era successo, e che cosa ci faceva quella gallina da diverse settimane al giro per il giardino della Piera.

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24 agosto San BartolomeoSi è rinnovata anche in questo 2010, come da programma, la Festa di San Bartolomeo. A lui è dedicata la chiesa della Badia nel centro storico di Anghiari, vicino alla Piazzola. Poi, a fine settecento, il titolo fu trasferito nella chiesa di Santa Maria delle Grazie o del Fosso che divenne parrocchia e poi Propositura.Un nutrito gruppo di persone ha lavorato per la buona riuscita della giornata e si è visto sia nella parte religiosa in chiesa, che poi nel piazzale dell’Oratorio con la merenda e gli spettacoli.Ma ora la parola alle immagini di Roberto Stowasser.

Don Stani

Così amichevolmente viene chiama-to don Stanislao che il 18 settembre scorso ci ha lasciato per raggiungere la nuova parrocchia affidatagli dal vescovo Riccardo.Nel prossimo numero verrà pub-blicato un ampio resoconto della giornata nella quale un gruppo di parrocchiani si è impegnato di ac-compagnare don Stanislao nella sua nuova sede.La parrocchia, per venire incontro alle sue necessità economiche si è impegnata a fare una raccolta con la quale verranno acquistati una lava-trice, un frigorifero ed una piasrra di cottura con forno. Pensiamo poi di potergli donare anche una somma in denaro per le sue prime necessità.Negli ultimi giorni dlela sua per-manenza molti i parrocchiani che lo hanno salutato anche nelle varie Comunità della parrocchia a dimo-strazione dell’affetto che tutti hanno nutrito nei suoi confronti.

A presto, don Stanislao

Dall’Oratorio nn. 5 e 6 giugno 1968

Asterischi di 42 anni fa

* Per il nostro periodico, tra le relazioni che in diversi argomenti sono state tenute, anche da autorevoli personaggi, presso il nostro Oratorio, abbiamo preferita questa di G. Ceppodomo, sulla Villa di Plinio in Toscana e il Tempio di Cerere; riceviamo un impegno di ricerche, veramente promettenti.

* Prima delle feste del SS. Crocifisso, il 30 Aprile u.s., al Teatro dei Ricom-posti, la nostra Corale ha dato una esecuzione, molto applaudita, di musica polifonica, classica e folkloristica. Così ha celebrato insieme il suo ventennio di vita, da quando il M° Don Vittorio Bartolomei prese la Direzione di questa attività, che in Anghiari, anche in tempi ormai lontani, fu consideratezza mezzo di apostolato.

* In Anghiari, in questa estate, viene aperta una mostra delle «Armi da Fuoco Anghiaresi e dell’Appennino Tosco Emiliano». Tra gli armaioli che recano maggiore fama vi è la famiglia «Guardiani».Essa venne in Anghiari nel 1725 da S. Giovanni Valdarno, possedeva la casa che oggi è di proprietà dei Sigg. Lucertini e Nicchi in via Trieste, vicina alla Propositura: nei fondi collocarono il loro laboratorio.In questa casa, in un giorno delle manifestazioni della Mostra, sarà posta una lapide ricordo: «Qui abitarono e lavorarono - i maestri nell’arte tra gli armaioli – dei secoli XVIII° e XIX° - I GUARDIANI - lasciando tesori di bellissima qualità.»

Avviso ai lettori: Nei prosismi numeri pubblicheremo alcune “Storielle di Anghiari” scritte a quattro mani da Cesare Menatti e Ivano Leonardi.

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Dopo le medie a Badia Prataglia ecco le superiori a St. Moritz

CAMPEGGI

Dall’11 al 17 luglio i ragazzi delle scuole superiori di Anghiari sono stati al campeggio estivo che si è svolto in Svizzera, a St. Moritz.

Assieme a loro un affascinante gruppone di coetanei provenienti da Sansepolcro, Arezzo e Siena: in totale centoventi adolescenti a vivere una settimana di esperienza di vacanza e amicizia.

Nelle foto. In alto i ragazzi di Anghiari dopo il torneo di calcio che li ha visti vincitori. Al centro una S. Messa celebrata durante una camminata a duemila metri. In basso: Mirko che tenta di abbracciare don Marco che invece tenta di riposarsi.

Le cuoche del Grest

Un doveroso ringraziamento a tutte le persone che si sono impegnate nelle attività estive della parrocchia che hanno coinvolti tantissimi giovani.Per il GREST dobbiamo segnalare le cuoche provette, già collaudate nella loro prelibata attività: Laura Alberti, Eva Piomboni, Carla Biancheri, Gabriella Magrini, Franca Madiai, Vilma Vichi e poi, e non erano da meno, le donne di Micciano e di Santo Stefano.A loro tutte e agli altri collaboraatori il nostro Grazie!

Oltre le camminate in montagna, i giochi, le riflessioni e i momenti festosi, l’occasione è stata quella di scoprire un po’ più da vicino la domanda di Gesù:

“E voi, chi dite che io sia?”.

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Conclusa l’attività dei GRuppi ESTivi del 2010GREST e ancora GREST

Il Grest e la Forestale

Quest’anno l’organizzazione delle giornate del GREST ha visto la presenza e la partecipazione di Ovidio Mondanelli presidente della Associazione Nazionale Forestali Sezione di Anghiari.A lui va il ringraziamento di tutto lo staff organizzativo per la qualificata presenza e l’entusiasmo dimostrato, dando sicurezza al gruppo nel percorrere i sentieri in mezzo ai boschi o fra i campi in occasione delle varie camminate o nell’attraversamento di strade.In particolare l’aiuto di Ovidio è risultato determinante sia nella visita a Petriolo, il giorno 8 luglio con un percorso di circa 5 chilometri, che nelle camminate in quel di Monterchi il 20 luglio (Pian di Boccio 4,5 Km.) e il 17 agosto nei dintorni del Mercatale in un percorso di 8 Km.Don Marco e lo staff del Grest rinnovano il ringraziamento ad Ovidio e al suo collaboratore per la paziente e competente guida.

Un’estate diversa

L’estate 2010 è stata un’estate diversa, un’estate piena di emozioni, amicizie, divertimento e stanchezza. Ho fatto parte degli animatori del Grest di Anghiari, quando ho iniziato questa avventura non sapevo di preciso che cosa dovevo fare, perché per me era la prima volta che dovevo svolgere un ruolo non più da bambina ma da ”modello”.All’inizio è stata dura, perché anche con gli animatori più grandi non avevo molta confidenza ed ero molto timida, al

contrario di altri miei coetanei che già li conoscevano.Pensavo che non mi sarei divertita tanto come invece è stato; ero diffidente perché tutti dicevano che non eravamo un gruppo molto unito viste le differenze di età.Nella prima e nella seconda settimana ci sono state delle controversie, dove si pensava addirittura di non fare più il Grest.Ma poi c’è stato un momento in cui ci siamo tirati su le maniche e ci siamo dati da fare... Si incominciava a formare quel famoso GRUPPO!Mi sono sentita coinvolta con tutta me stessa in questo Grest... conoscendo delle persone fantastiche con cui ho avuto modo di stringere una forte amicizia, e di questo si sono accorti anche i bambini che erano sempre più presenti... c’era nell’aria quello spirito di amicizia.Questa esperienza per me è stata divertente giocosa ma allo stesso tempo piena di responsabilità, infatti con i bambini più piccoli noi animatori dovevamo intrattenerli, coinvolgerli in ogni iniziativa proposta.A volte era difficile catturare la loro attenzione e c’è stato bisogno dell’aiuto di alcuni adulti che erano sempre presenti e disponibili nel nostro gruppo.Per concludere vorrei ringraziare tutti i miei amici, e in modo particolare le persone adulte che ci hanno seguito in questo “cammi-no”, prestando il loro aiuto prezio-so, la loro fiducia e la loro paziente disponibilità!

Noemi Mercati

Nelle due foto di que-sta pagina alcuni mo-menti di attività in comune nelle giornate del GREST.

Un anno duro

Anche quest’estate è stato proposto ai bambini della nostra parrocchia di partecipare al Grest.

Non lo nascondo, è stato un anno molto duro, per vari motivi che non elencherò.

Tuttavia io ho sentito anche quest’anno qualcosa di bello, soprat-tutto l’ultima settimana. Forse era scattato qualcosa che nelle altre tre settimane non era venuto fuori. Forse c’è stato più impegno da parte di noi animatori. Cosa sia successo di preciso non lo so, so solo che è stato il periodo che ho preferito quest’estate. Mi ricordo che alcuni giorni prima dell’ultimo periodo, noi animatori ci siamo incontrati con la Gegia e Don marco. Quella sera è stata veramente interessante, poiché da veri amici ci siamo detti ciò che pensavamo

l’uno dell’altro, tirando fuori tutte quelle cose che non ci eravamo detti nel corso degli altri tre periodi.Io spero di aver passato quella tranquillità anche ai bambini in ogni momento, dal pranzo al Lago Trasimeno,

al ballo fatto insieme a loro al Carmine. Per finire, voglio dire grazie a tutti quelli che hanno partecipato al Grest: adulti, animatori, bambini.

Gabriele Bassani

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Sono tornate a suonare da sabato 8 settembre 2009; questo il resoconto di quell’avvenimento

Le Campane di Scandolaia

“Ero lì sulla collina della vecchia chiesa poco sotto, quando all’improvviso udii un rintocco/ Mi girai verso quella sommità e contro il sole vidi il luccichio delle campane scendere a terra, mosse da una gru che non prova né pietà né dolore/ Capii allora che quel suono era l’ultimo lamento come il rumore di un uccello colpito che precipitando sbatte per l’ultima volta le ali contro il vento/ Ora vedendo quel campanile lì vuoto e spento, che non esprime più né gioia, né dolore, io penso al suo passato e provo emotività e immenso amore/ Ricordo quanto importanti furono quei suoni per l’uomo nel vecchio tempo, servirono a scandire ogni piccolo, grande, gaio o mesto evento/ Ora sono lì mute nel buio di un androne e mai più proverò con loro la pur minima emozione”

Queste le parole con le quali Giuseppe Pasqui titola una delle sue poesie “Le campane di Scandolaia”.

Voglio parlare proprio delle campane di Scandolaia quelle che da sabato otto settembre 2009 sono tornate di nuovo a suonare nel campanile della chiesetta di S. Maria.

Siamo nella collina di Scandolaia a Le Ville, frazione del comune di Monterchi, è sabato pomeriggio e un’intera comunità si è riunita davanti alla chiesa.

Oggi è per tutti un giorno di festa, infatti dopo vent’anni di disuso questo luogo è ritornato a splendere di gioia e bellezza.

La chiesa di costruzione medievale, ristrutturata a fine ottocento e abbandonata da trent’anni - dice Giuseppe Pasqui - è stata deturpata di tutti i suoi beni ed il tempo l’ha resa impraticabile. La canonica è stata successivamente venduta e quindi la realtà religiosa di questo spazio così incredibilmente bello si è andata spegnendo.

Per anni quel campanile che spicca in mezzo al verde è stato per buona parte della piccola frazione di Le Ville un punto di riferimento, infatti - continua Pasqui - metà dei fedeli facevano parte proprio della parrocchia di Scandolaia sotto la Diocesi di Arezzo mentre gli altri abitanti, erano i parrocchiani di S. Apollinare della Diocesi di Sansepolcro.

Il signor Giuseppe è veramente emozionato e con lo sguardo di una persona sensibile quanto intelligente mi sottolinea come sia legato a quel luogo da ricordi d’infanzia e di fanciullezza - Il vedere per anni questo posto così caro abbandonato - sottolinea – era una sofferenza ed oggi essere qui a festeggiare tutti insieme con la celebrazione della S. Messa e con le campane che deliziano con i loro suoni è come essere riusciti in un’impresa veramente memorabile per il cuore e per i sentimenti.

Lui ha vissuto gran parte della sua vita a Firenze per necessità di lavoro e quindi il distacco dalla sua terra lo ha reso forte e consapevole di vivere in un contesto speciale e gli ha fornito allo stesso tempo la carica necessaria per affrontare le insidie della lontananza e per apprezzare maggiormente le emozioni del “ritorno a casa”.

Insieme a Giuseppe incontro anche il signor Roberto Evirati di Arezzo, è lui la parte operativa di questo progetto, è lui che inizia a raccontarmi di come da bambino ricollegava a Scandolaia il luogo della felicità, dello stare bene, del poter passeggiare in tranquillità e respirare una natura così unica come quella della graziosa collinetta.

Parte dai sentimenti e dagli affetti questo progetto di ricostruzione e arriva dritto nelle suggestioni di tutti i presenti. Mentre ascolto queste parole, iniziano a suonare le campane: gli occhi degli anziani intorno a me sono lucidi, i sorrisi spontanei e il silenzio della gente parla come nessuna frase può fare.

È un tornare alle origini, alle radici e risalire fino ai giorni odierni, Roberto mi spiega di essere stato colpito da alcune parole lette nel foglio de “La domenica” trovato proprio nella chiesa “L’uomo, qualsiasi uomo, possiede un senso acutissimo della morte. Ogni realtà ne è pervasa. C’ è però un modo di capirne il senso e di accettarla come parte di un progetto di Dio per l’uomo caduto nel peccato: essa è la porta per entrare nella casa del Padre. Gesù è il Signore della vita e molti miracoli ci dicono che egli è il vincitore della morte. A patto che abbia fede.”

È stato dopo averle lette che ho deciso che dovevo fare qualcosa per quell’ambiente e così negli ultimi tre mesi ho dedicato il tempo libero esclusivamente a quest’opera e la risposta positiva della gente è stato il regalo più inaspettato. Avevo capito di avere in mano le chiavi per donare qualcosa di prezioso alla collettività, ho avuto fede e ci sono riuscito! La collaborazione e gli accordi presi con il diacono, il signor Ranieri Giuseppe anche lui presente alla cerimonia, sono stati veramente preziosi, dice Evirati.

Adesso entrare in S. Maria e trovarsi davanti quel Cristo (1400) così umano, con il volto tipico della gente che vive in queste zone è un’emozione molto forte. L’occhio vede quello che il cuore sente e già si parla di valorizzare Scandolaia con dei concerti di musica sacra da realizzare la prossima estate.

Il pulpito e l’organo sono stati ritrovati e messi a disposizione dalla Curia in altre comunità parrocchiali chissà se un giorno potranno ritornare nel loro luogo originario.

Scandolaia è tornata a sorridere e le campane adesso suonano per tutti, certo è che il signor Giuseppe dovrà cambiare il finale alla sua bella poesia.

“Le campane di Scandolaia” fa parte della raccolta di poesie “Le stagioni della vita” II edizione integrata di Giuseppe Pasqui.

Linda Mencaroni

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Il 28 agosto scorso, in occasione della Festa di S. Ago-stino, al pensionato della Ripa si è svolta una simpatica e significativa festa in onore di questo Santo perché le Suore che reggono il pensionato sono Suore Agostiniane e cercano perciò di vivere la loro spiritualità, secondo il suo carisma e i suoi insegnamenti. Del resto S. Agostino non è nuovo per Anghiari perché nei secoli passati e per molto tempo, i religiosi Agostiniani, sono stati qui. Non solo hanno lavorato e fatto conoscere la ricchezza dei doni di questo uomo eccezionale, ma hanno lasciato una chiesa che porta ancora il suo nome. I turisti e i viaggiatori occasionali che percorrono la via aretina venendo dal sud, ad un certo punto, abbracciano con il loro sguardo il simpatico e pittoresco paese di Anghiari, un paese medievale non deturpato dal cemento moderno, adagiato in una ridente collina e circondato dalle originali mura del tempo. Addossata alle mura, si trova la chiesa di S. Agostino che, con il suo campanile piramidale, si staglia verso il cielo, dà il benvenuto a chi arriva e ricorda che siamo viandanti che mirano in alto, verso l’infinito.

Anche le Suore Agostiniane fanno parte della storia di An-ghiari. Una storia ricca di avvenimenti lieti e talvolta tristi di questo paese. Il complesso della Croce è stato il loro convento di vita contemplativa, e quando fu trasformato in ospedale, le

suore hanno prestato il loro servizio come infermiere per tanto tempo. Ora sono presenti nella Villa della Ripa e assistono con amore un gruppo di signore anziane che godono della quiete del luogo, della convivenza con le suore e dividono con loro la gioia della preghiera, delle conversazioni e dei passatempi adatti per loro. La Festa di S. Agostino, quest’anno è stata preparata con la collaborazione di amici e parenti delle pensionanti, ma anche dalle suore e soprattutto dal personale dipendente. È stata una gara di solidarietà e di amicizia da parte di tutti, ma c’è qualcuno, il cui nome meriterebbe essere scritto nell’Albo d’oro.

Il Signore conosce il segreto dei cuori, è Lui che ricompensa anche chi offre un bicchiere d’acqua, scrive nel suo cuore il bene che si fa con amore e disinteresse. C’è stata regalata una bellissima statua marmorea della Madonna che sarà sistemata nel parco della Villa. Vorremmo sistemarla nel migliore dei modi, in modo che inviti alla preghiera e faccia sentire la sua presenza di Madre di Dio e Madre nostra.

In occasione della Festa di S. Agostino abbiamo fatto una lotteria che ha dato frutti davvero sorprendenti, siamo contente perché sarà il tabernacolo mariano di tutti e in varie occasioni, ci raccoglieremo in preghiera a nome di tutti quelli che ci vogliono bene, che ci hanno aiutato e ci stimano.

Vogliamo ringraziare Don Marco, il parroco che ha con-celebrato la S. Messa con Don Didie. Grazie alle signore che hanno eseguito i canti, grazie a tutti quelli che ci hanno rallegrato con la loro presenza e con l’offerta di dolci e altro; e un grazie particolare al cantante Siro Fontana che durante la merenda-cena, ci ha rallegrato con canti religiosi e con le canzoni del passato. Queste giornate di solidarietà e di ami-cizia sono preziose! Hanno il profumo della bontà del nostro popolo e fra tante notizie meno belle ci fanno capire che c’è tanta voglia di riscoprire la solidarietà e l’amicizia. Il bene, non solo arricchisce chi lo compie, ma è anche diffusivo perciò è prezioso per tutte le famiglie del paese che ringraziamo ancora una volta, con la speranza di incontrarci con altre iniziative.

Le Suore Agostiniane della Ripa

Nella foto l’altare preparato nel parco per la S. Messa e, a destra, l’immagine di Sant’Agostino.

Nel parco della Villa della Ripa

La Festa di S. Agostino alla Ripa

Offerte estiveVolentieri segnaliamo altri lettori che,

nonostante le ferie, hanno voluto farci pervenire in vario modo il loro contributo.

Grazie!

Alba Cesari, TerratoAntonio Agolini, Maestà della PalaiaBeatrice Cirri, Campo della FieraBruno Nicchi, San RoccoCarla Leonardi, Torre PedreraClara Giornelli, CarboncioneDoris Leonardi, Le CortineElena ed Albino Trolese, Caronno PertusellaGian Franca Lombardi, Sesto S. Giovanni

Gino Rossi, Distributore IPGiovanna Ottobri, FirenzeGraziella Mammini, Oriolo romanoLazzaro Buti, CasaleLina Bozzi, MisericordiaLoris Francia, InghilterraLuigi Boncompagni, Luisa Mercati, AcquedottoMarisa Villarecci, Ghetto di San LeoNello Tizzi, TavernelleOrnella Palombini, Via del CarmineRiccardo Mondani, MilanoRosa Gullino, FranciaSilvano Leonardi, InfrantoioSocietà Carnevale, Anghiari

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Angeli d’Anghiari

Nell’estate del 2006 andammo in vacanza in Toscana. Mentre eravamo là, due fatti speciali accaddero: l’Italia vinse i mondiali di calcio

e mia mamma acquistò un appartamento in un paesino chiamato Anghiari, sul confine fra Toscana e Umbria.

“Che significato ha tutto questo?”, si chiedeva stupita lei stessa quando dovette rinegoziare il mutuo sulla nostra casa di Londra. Ma non ci fu verso di poterla convincere a cambiare la sua idea. Lei s’innamorò della casa e con quella anche di Anghiari.

Due anni e mezzo dopo, tutti noi abbiamo cominciato a capire la sua determinazione. Infatti, non si trattava solo della casa, così arieggiata, con le sue stanze rego-lari e i pavimenti di marmo, ma anche dell’atmosfera di meravigliosa pace che si respirava lì. Anghiari, inoltre, rappresenta l’antitesi di South East London, dove ho vissuto con tutta la mia famiglia.

Le vie e le case di Anghiari sono perfettamente allineate intorno alla collina, come se qualcuno avesse costruito il borgo con la sabbia, lisciata e levigata con cura. Gli abitanti sono gentili e amichevoli fra loro, si conoscono da generazioni e, quando s’incontrano per strada, si fermano a parlare come se non avessero null’altro da fare.

La grande differenza con South East London è che la storia d’Anghiari è davvero lontana dal nostro mon-do. Il borgo vive immerso nelle tradizioni, alcune delle quali esistono da secoli: il Palio in giugno, che ricorda l’antica battaglia di Anghiari; la festa di San Martino a novembre, il mercato settimanale ogni mercoledì dalla fine del Trecento. Ci sono poi appuntamenti meno im-portanti e famosi: la composta e seria passeggiata sulla strada principale nel giorno di Pasqua, l’arrivo del pe-scivendolo, l’orario scandito quotidianamente dal suono delle campane della chiesa, la chiusura dei negozi per la pausa pranzo e persino il bucato della vicina di casa. Non c’è caos, insomma, e questo è un aspetto sorprendente dell’Italia.

Il lavoro di mia madre è sempre stato una celebrazione delle piccole cose, come ci ha ripetuto giorno dopo giorno col solito ritornello. Le piccole cose, come una tazza di

the nel pomeriggio, tagliuzzare una cipolla, guardare Ea-stEnders e ritrovarle ovunque anche ad Anghiari, hanno colmato di gioia il suo lavoro. Vivere ad Anghiari una settimana al mese (ora la mamma sopporta benissimo la routine) le ha offerto la possibilità di creare le sue proprie tradizioni e più ampi modelli di vita, che lei altrimenti non avrebbe avuto tempo di scoprire. Poiché lei è là in tanti diversi momenti, può notare con sufficiente attenzione e distacco le piccole trasformazioni che probabilmente, chi vive lì, non nota più.

Al cambiare delle stagioni si succedono nuove feste tradizionali nel borgo, ma anche diversi fiori nei campi. Il tempo cambia e ci sono nuovi frutti nei negozi. A ogni nuova stagione anche le quotidiane abitudini di mia madre cambiano. In inverno lei dipinge ogni mattina e va a passeggiare nei campi nel pomeriggio. In estate lei dipinge tutto il giorno a si avventura fuori solo quando di sera rinfresca.

Ha cominciato a sentirsi parte del borgo, a sentirsi a suo agio nella tradizione artistica della regione (Anghiari è nell’area degli affreschi di Piero della Francesca), sta imparando abbastanza bene l’italiano, tanto da fare amicizia con i nativi ed è stata invitata a due matrimoni nella chiesa medievale di Anghiari.

I cinquantadue “ITALIAN ANGELS”, che si trovano nel catalogo di mia madre, Anita Klein, presentano i tanti piccoli gesti, le minime cose che le persone continuano a fare da cen-tinaia di anni. Sono una celebrazione, un tributo alle semplici cose che nessuno dovrebbe ignorare, ma semmai prestarci un po’ più d’attenzione. Non sono un’esaltazione del successo, della carriera o di cose materiali (anche se l’angelo degli stivali rappresenta un’eccezione), ma attimi fuggenti che sono stati catturati e incorniciati. Sapete cos’hanno di bello? Possono regalare a chiunque li osservi un sorriso.

Maya Swift

Le immagini raffigurano due “Italian Angels” ripresi dal catalogo.

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Il Festival internazionale dei giovani

MEDJUGORJEQuanti giovani a Medjugorje!!! Sono tornata da qual-

che giorno e vorrei trasmettere a tutti con quale pace e con quanta gioia sono tornata da questo pellegrinaggio. Questo bellissimo momento di preghiera si svolge a Medjugorje ogni anno durante la prima settimana di agosto. Non ero mai stata a Medjugorje e quest’anno in modo straordinario e inaspettato ho sentito nel cuore di dover andare. Avevo già organizzato la mia vacanza al mare da tempo, proprio la prima settimana di agosto, non sapevo dell’esistenza del festival ma avevo nel cuore questo desiderio, ma ero sola e scoraggiata, non riuscivo a trovare un gruppo (magari di giovani!) con cui andare. Questo circa un mese prima della partenza; ho affidato allora questo mio desiderio, che già avevo messo da parte, a Maria Santissima; se mi voleva là lei avrebbe pensato a tutto! E così è stato!

Poco dopo è arrivata una mail: un gruppo di ragazzi, una trentina da Firenze, partivano per Medjugorje la prima settimana di agosto per il Festival internazionale dei giovani! Ho trovato un gruppo e ho scoperto che c’era anche il Festival!! Partivo da sola senza conoscere nessuno, per quel paesino così piccolo, sperduto della Bosnia Erzegovina. Certo ci sono stati momenti in cui mi chiedevo che scelta avessi fatto! Potevo riposarmi al mare per le mie ferie! Momenti in cui il coraggio e la fiducia vengono meno. Ma a Medjugorje ogni paura svanisce! Il gruppo che ho incontrato è stato indescrivibile, non mi è mai capitato come in una settimana ci sentissimo veramente tutti fratelli e sorelle, senza preferenze, l’amore l’uno per l’altro era gratuito, la maggior parte si vedevano lì per la prima volta, tutti tanto diversi ma legati dallo stesso Amore! Sono stata accolta come una sorella. Era molto di più di quello che avevo chiesto!

Il Festival si svolge nell’enorme parco allestito die-tro la chiesa, ogni giorno le preghiere, canti, spettacoli, testimonianze, il S. Rosario, la S. Messa, l’Adorazione al Santissimo. Eravamo 50.000 giovani da 56 paesi del

mondo e non si può immaginare quale emozione dava la nostra preghiera incessante e piena di gioia!

Ogni giorno cominciava la mattina presto e finiva a notte fonda. I momenti di riposo (e di sonno) sono stati veramente pochi! È stato faticoso seguire tutti gli impegni e il primo giorno quasi pensavo di non farcela, ma la stanchezza ben presto è svanita e ha lasciato posto alla Gioia! Non mi sono persa un istante: dalla processione per le vie del paese... cantavamo per la Regina della Pace e si sentiva che lei era con noi, alle partenza per il Krizevac alle 5 del mattino, dovevamo scalare quel monte santo e non vedevo l’ora di svegliarmi! È stato bellissimo perché nella sofferenza e nella fatica ho scoperto la Gioia: nella scalata al monte abbiamo ripercorso la Passione di Gesù e in cima c’era Lui, il RISORTO!!

Durante il giorno abbiamo ascoltato tante testimonian-ze incredibili, di chi a Medjugorje è guarito nel corpo e nello spirito cominciando un cammino di conversione. La S. Messa ogni giorno era il momento più bello, dove Gesù ci era ancora più vicino, quanti pianti di gioia che non riuscivamo a trattenere! Cose straordinarie accadono! Una mia cara amica ha avuto il dono del Riposo Dello Spirito, non sapevo cosa fosse, cadeva a terra d’improv-viso senza farsi niente, poco dopo si svegliava e i suoi occhi pieni di gioia descrivevano tutto!

A Medjugorje i problemi, le domande, le preoc-cupazioni che hai nel cuore nella vita di tutti i giorni svaniscono, affidandoli alla Regina della Pace, e ti perdi nel suo abbraccio pieno d’Amore! È stata una settimana intensa alla Scuola di Maria che ci insegna come arriva-re a suo Figlio Gesù; Lei ci ha insegnato a pregare, ad amare, a vivere come fratelli e sorelle. E ora che siamo tornati alla realtà quotidiana portiamo nel cuore i suoi preziosi insegnamenti, per essere ogni giorno testimoni della Gioia e perché Medjugorje sia viva in ogni parte del mondo!

Veronica Rossi

Il capone va

Già sapete che diversi agricoltori delle nostre verdi vallate stanno portando avanti la coltivazione dei fagioli caponi, una razza particolare e autoctona. Aggiungo che ai nomi menzionati in precedenza c’è da aggiungere anche Mauro Goretti che ha la sua brava coltivazione verso il Conventino.

A novembre, in occasione delle feste di san Martino, potrete toccare con mano il frutto del loro lavoro.

E con il Baggi, cercando di capire il perché di questo nome dato a tali fagioli, abbiamo chiesto a varie persone se potevano aiutarci. L’ha fatto Orazio, abitante ora al Borgo ma di chiara provenienza dalla Badia, precisamente da via del Castello antico.

Lui si ricorda che quando era piccolo e si castravano i galletti per farci i capponi, il risultato di tale operazione

non si buttava certo via, ma si faceva cuocere e lui, come gli altri ragazzetti, li mangiavano volentieri ed erano conosciuti come i “fagioli” dei caponi (capponi). E siccome questo fagiolo gli assomigliava un po’ fu chiamato fagiolo capone.

Se avete notizie in merito fatecele sapere. Grazie.Per la cronaca ricordo che il “fagiolo capone” è un

fagiolo che dà i migliori risultati se coltivato nella valle del Sovara, è una pianta rampicante, si mangia da secco e assomiglia al fagiolo piattello ma è leggermente gobbo. Questa è la sua caratteristica, ma l’altra, essenziale, è che ha una buccia finissima ed è buonissimo.

Non è detto che non ci scappi una gara di assaggio di questi nostri fagioli.

Un altra caratteristica, da mettere in pratica, è che venivano coltivati vicino ad una pianta di granoturco alla quale si arrampicavano.

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Non è strano vedere appese ai pali, assieme ai polli, carcasse di cani, anche se la polizia sta facendo severi controlli nei ristoranti della città affinché non venga venduta questa carne. Gli odori nei mercati sono pungenti e a volte insostenibili, le vie strette, affollate piene di bancarelle dove i cinesi fissano i pochi occidentali che passano. Sono davvero rari i turisti che si inoltrano nei quartieri popolari, la maggior parte di loro preferisce passeggiare per Naning Road o fare shopping nei centri commerciali, ma la vera Cina sta proprio nei mercati maleodoranti e nelle strade pittoresche. Passando, si vedono piccole taverne con pavimenti sporchi e cibo a pochi centesimi e ti dici “io qui non ci entrerò mai”, ma il bello della Cina sta tutto qui. Provare, sperimentare e vivere da cinesi. Ma come sono questi cinesi? È la domanda che più mi hanno fatto al mio ritorno. I cinesi sono un popolo estremamente vario. Molti sono gentili e se vedono uno straniero che parla anche solo due parole della loro lingua sono felici di aiutarlo e iniziano a tartassarlo di domande sulla propria vita. Il canone di bellezza occidentale è molto amato, gli occidentali in Cina sono tutti delle celebrità, ovunque ci sono cinesi che li fotografano e fanno apprezzamenti su naso e occhi. Nella metropolitana o in fila tutti mi osservavano come se fossi un alieno, alcuni mi scattavano fotografie, altri sorridevano, altri ancora semplicemente non mi toglievano gli occhi di dosso. Sebbene Shanghai sia una famosa meta turistica e importante centro di affari, sembra che i suoi abitanti non si siano ancora abituati agli stranieri, o meglio dire “laowai” (老外), termine poco gentile per definire gli occidentali. Alcuni cinesi non amano particolarmente i laowai e li prendono in giro, se ne approfittano triplicando i prezzi della merce o non rispettano le file e passano avanti. Nel formicaio della metropolitana o delle strade più famose bisogna essere sempre attenti a non farsi travolgere, perché un cinese che cammina nella tua stessa traiettoria non si sposterà mai. Ciò che mi ha colpito è che questo popolo è ancora molto inquadrato e meccanizzato. Se ci sono due sportelli aperti, uno vuoto e uno con una fila chilometrica i cinesi si metteranno in fila, nessuno andrà a comprare il biglietto dall’altra parte. Chiedere scusa o permesso è fiato sprecato, nessuno ti ascolta o ti ringrazia. Dopo un mese a Shanghai ho iniziato a vivere da cinese pure io. Spingendo, correndo, facendo gara per trovare un posto a sedere sulla metropolitana. Ovviamente non passavo da maleducata, nessuno mi guardava male, ero una di loro.

La frenesia del traffico di Shanghai, la folla che si accalca nei luoghi pubblici e nei mezzi di trasporto sono stressanti, anche se con il tempo ci si abitua, ma volte si sente il bisogno di staccare la spina. E per fortuna Shanghai offre luoghi dove riposare la mente. Parchi, templi e giardini sono ottime soluzioni. Andare al parco si rivela essere una lezione di cultura. I cinesi, soprattutto gli anziani, adorano fare attività fisica al parco, ma anche cantare, ballare, praticare taichi, giocare a carte e a dama. Osservarli intenti in mille attività lascia senza parole e ti porta indietro nel tempo e richiama alla mente i racconti della Cina tradizionale, tanto da farti esclamare “questa è la vera Cina”. La Cina degli anziani che fanno volare gli aquiloni, dei bambini che giocano sui prati e delle donne che cantano canti popolari. Altro luogo di pace sono i templi, da visitare un’ora prima della chiusura, quando i fedeli sono ormai andati via. Passeggiare per i giardini, entrare nelle sale dove si venerano imponenti divinità, specchiarsi sui laghetti popolati da carpe koi e incontrare monaci sereni con le loro tuniche colorate fa quasi dimenticare di essere in una delle città più grandi e caotiche del mondo.

Shanghai offre qualunque tipo di divertimento e la vita notturna è al massimo ogni giorno dell’anno. Locali, discoteche, bar e ristoranti internazionali attraggono turisti e

cinesi di tutte le estrazioni sociali. Si passa dalle discoteche con ingresso a poco più di dieci euro, ai ristoranti di lusso con posate in avorio e tovaglie di lino che si affacciano su Pudong e che in pochi si possono permettere. E per chi è stanco del cibo cinese non c’è che da sbizzarrirsi, la città è un crogiolo multietnico dove si posso gustare tutti i tipi di cucine, dall’italiana a quella vietnamita.

I mesi trascorrono veloci, tra lezioni di mattina, uscite serali ed escursioni il fine settimana. A volte mi dimenticavo persino di essere in Cina, per quanto mi sentivo a casa. Altre volte, quando mi trovavo vicino al cinese che sputava per terra o che si dilettava nella pulizia personale, dovevo girare il capo e far finta di niente. Vivere in Cina non sempre significa accettare usanze del tutto differenti dalle nostre, ma semplicemente non farci più caso e andare avanti. Ovviamente non c’è bisogno di dire che un’esperienza del genere ha fatto nascere bellissime amicizie con persone provenienti da tutto il mondo, che condividono con me la passione dei viaggi, delle lingue straniere e dell’Asia. Ma purtroppo tutto finisce e a dicembre è arrivato il momento di tornare a casa.

Lasciare Shanghai è stato difficile. Avrei voluto proseguire i corsi a scuola, visitare più posti, scoprire più aspetti segreti della cultura cinese, ma la laurea a febbraio bussava alla mia porta e sono tornata in Italia. È incredibile come i primi giorni facessi cadere forchetta e coltello, quasi non sapessi più usarli. O come mi sembrasse strano attraversare la strada senza più vedere quel fiume di biciclette e motorini scorrermi vicino. Salire in autobus e in treno e trovare un posto a sedere, non dover più contrattare nei negozi o prendere cibo da asporto per mangiarlo con gli amici in camera. La Cina l’ho portata nel cuore, ma ad Anghiari c’è ben poco di Shanghai. Niente grattacieli, pochissimi locali notturni, nessun cinese che cammina per la strada. Il caos e le luci della metropoli cinese mi mancavano, mi sentivo spaesata nel paese in cui ho vissuto tutta la mia vita. La pace, la tranquillità, l’aria pulita, il clima migliore del mio paese e i vecchi amici non sembravano consolarmi. Dopo un’esperienza di quattro mesi all’estero in una grande città che ti offre tutto ho capito che la mia vita doveva estendersi oltre le mura del mio bel paesino medievale, c’è un mondo da scoprire e da vivere là fuori. Anche se devo ammettere che è bello qualche volta tornare a casa propria. Ma per poco tempo.

LA MIA CINA TRA ANGHIARI E SHANGHAIdi Simona Lazzerini -Seconda ed ultima parte

La vignetta di Scacciapensieri:Ordini rispettati!

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CRONACHETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Agosto 2010

Mese di Luglio 2010Giovedì 1. Oggi è morto Pasquale Del Pianta di anni 82. Abitava a Belvederino e un anno partecipò alla festa di San Martino con una razza di pomodori speciali.Sabato 3. Oggi ho accompagnato mia moglie a comprare le scarpe così intanto che aspettavo ho rimesso in ordine la mia agenda dove metto tutti gli appunti.Domenica 4: Oggi è morto Palmiro Senesi di anni 89. Abita-va in cima a via della Tomba ma la sua famiglia è originaria della Villa di Pianettole.Lunedì 5. Stamani davanti alla casa di Sirio c’erano per terra dei vetri. Mi sa che c’è stato un incidente.Martedì 6. Oggi è nata Sofia Santi di Mirco e Alessandra Amendola. La sua famiglia abita a Palazzolo e il suo babbo è un artigiano restauratore.Venerdì 9. Oggi è morto Alfredo Morelli. Aveva 81 anni ed abitava al Campo della Fiera ma era originario di Grugnano, dopo il Ponte, per la via che va a Subbiano, ed ha abitato per molti anni a Campogialli.Sabato 10. Oggi è morta Elisabetta Manfucci vedova Crulli. Aveva 67 anni ed abitava vicino alla chiesa di Catigliano.Lunedì 12. Oggi è morto Fabio Cuccini. Aveva 89 anni ed abitava vicino alla Bernocca ma per molti anni ha abitato per la Croce e per andare a casa sua si poteva entrare anche da via della Bozia.Martedì 13. Oggi è morta Argenta Del Pianta vedova Bot-toni. Aveva 87 anni ed abitava ai Brischioni ma era nata al Poggiolo di Upacchi.Mercoledì 14. Oggi è morta dopo una lunga malattia Franca Mondani in Piomboni. Per diversi anni ha gestito il bar della Curva delle Corriere.* Oggi è morto anche Giuseppe Gavelli. Aveva 82 anni ed abitava ad Arezzo ma fino agli anni ‘50 del secolo scorso abitava in prevalenza a Verazzano dove la sua famiglia aveva anche alcuni poderi. Voleva molto bene ad Anghiari.Sabato 17. Stamani è stata concessa la cittadinanza onoraria a Simon Over direttore del Coro del Parlamento inglese.Mercoledì 21. Per l’ennesima volta il paracarro di ferro che è in cima alla Croce è stato abbattuto da qualche macchina che dal Campo della Fiera ha preso la curva un po’ stretta.Stasera c’era “I mercoledì di Anghiari” e sono ritornati due somari (due animali a quattro zampe) molto simpatici che dice siano di Subbiano. Molto divertiti i bambini.Giovedì 22. Oggi è morto Domenico Bartolini di anni 84. Abitava al Campo della Fiera ma la sua famiglia è originaria di Casarecci. Era un carabiniere e lo ricordiamo per il suo impegno alla Misericordia.Sabato 24. Oggi è morto Angiolo Salvi. Aveva 90 ed abitava ai Sodi ma per molti anni la sua famiglia ha abitato a Ca’ di Maurizio ma lui era nato al Colle di San Lorenzo.* Oggi è morta anche Maria Probi vedova Pancioni di anni 82. Abitava a Santa Fiora.Domenica 25. Oggi è morto improvvisamente Flavio Frulli. Aveva solo 59 anni ed abitava per la via del Carmine ma la sua famiglia è originaria del Ponte.Martedì 27. Stamani mentre andavo su per la via Cupa mi hanno attraversato la strada due caprioli che sono andati ver-so Palazzolo.Mercoledì 28. Stamani il Baggi ha detto a Frido che gli han-no detto che il Del Pia (quello che una volta stava per la Cro-ce) è un ballerino provetto. Mah! Sarà vero?

Domenica 1°. Oggi, senza dire niente al Gattaponi, ho porta-to mia moglie a Morra. Nella bella chiesa di San Crescentino ho trovato il parroco don Giuseppe Tanzi (ha i parenti ad An-ghiari) mentre celebrava un battesimo.Lunedì 2. Oggi è morta Rosa Uccellini di anni 90. Era cono-sciuta da tutti come la Rosina di Sant’Agostino.Martedì 3. Stamani, mentre passavo dalla piazzetta delle Le-gne ho sentito che la Meri era nella bottega del Magrini.Venerdì 6. Stamani ho visto il Boriosi con un altro che ripu-livano la vasca della Paola.Domenica 8. Stamani durante la S. Messa i canti stavano languendo quando si è inserito Gastone che ha ritirato su l’in-tonazione.Oggi con don Quinto, Alessandro e mio fratello siamo andati per le valli di Monterchi e alla Padonchia la Gina Raini mi ha spiegato come si suonano le campane.Lunedì 9. Alla “codinzola”, un campetto lungo la Reglia, ho preso dei bei pomodori che Dario m’aveva detto di prender-li.* Oggi è morto Maurizio Agnolucci a soli 50 anni. Abitava per la via di Pino ma era originario della Val di Chiana. Ge-stiva delle lavanderie a gettoni.Giovedì 12. Oggi è morto Rinaldo Cocchi di anni 85. Abi-tava ad Arezzo ma quando veniva ad Anghiari lo si poteva vedere al Giardinetto della Croce.Giovedì 16. Oggi è morto Alessandro Del Pia di anni 91. Abitava al Molinello e dopo aver fatto per molti anni il mura-tore si era appassionato alla coltivazione del suo orto.Mercoledì 18. Oggi c’era la commemorazione dello scoppio della mina alla caserma dei carabinieri ma non ci sono potuto andare che sono in ferie a Mondragone.Martedì 24. Oggi c’era la festa di San Bartolomeo, patrono della parrocchia di Anghiari, ma sono ancora in ferie.* Oggi è morto Giovanni Mafucci, meglio conosciuto come il Nanni. Aveva 76 anni ed abitava a Ripalta.* Oggi è morta Elisabetta Alessandrini vedova Guerrini, det-ta Betta. Abitava ai Renicci.* Oggi è morta pure Maria Bruschi vedova Gorini di anni 86. Abitava verso le Bertine a San Leo.Mercoledì 25. Oggi sono passato da Agnone dove c’è una antichissima fonderia di campane che funziona ancora come ai tempi del Magi (1529-1572) che sulle campane ha scritto un trattato: De tintinnabulis.Domenica 29. Oggi è morta Ida Panichi vedova Tricca. Ave-va 91 anni ed abitava a Tavernelle.Martedì 31. Oggi è morta Annunziata Coleschi in Senesi. Conosciuta come Simonetta abitava al Ponte alla Piera.

Questa volta ha vinto la CroceCoperta per alcuni anni da un segnale stradale è stata

oggetto di alcune critiche.Grazie alle persone che si sono interessate, e ad un

bravo falegname (Angelo di nome di fatto) la Croce di Pietto è di nuovo nel suo piedistallo più bella di prima.

Rispettiamo la Croce, con il suo segno, che ci accompagna per tutta la vita, un grande punto di riferimento da trasmettere ai nostri figli e anche, per noi che siamo nonni, ai nostri nipoti.

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Questo giornale lo potrete trovate su Internetwww.parrocchiadianghiari.it

Scriveteci: [email protected]: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

Feste dei Santi

Lunedì 1° novembre

Ss. Messe secondo l’orario festivoOre 14,30 S. Messa e processione al cimitero a S. Lorenzo

Ore 15,30 S. Messa e processione a GalbinoOre 15,30 S. Messa nel cimitero di Anghiari

Martedì 2 novembre

Ore 6,30 Processione dalla chiesa di S. Stefano fino al cimitero.Ore 7 S. Messa nella cappella del cimitero

SAN MARTINO 2010

Nel Borgo della Croce si ripete la tradizionale Festa di San Martino e dei Bringoli.

Sabato 13 novembre presso la chiesa della Maddalena, alle ore 18, Santa Mes-sa durante la quale verrà distribuito il “pane di San Martino” offerto dai For-ni Riuniti di Sansepolcro e dal forno Bindi di Anghiari.

Domenica 14, lungo il Borgo della Croce, esposizione dei prodotti agricoli (in particolare zucche) e artigiani all’opera.


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