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3.Tappe.cinetica

Date post: 28-Jun-2015
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Fasi Fasi dell’azione dell’azione farmacologica farmacologica Somministrazione del farmaco Disgregazione del composto Soluzione dei principi attivi Assorbimento Distribuzione Escrezione Azione sui recettori nei tessuti bersaglio I Fase I Fase farmaceutica farmaceutica II Fase II Fase farmacocinetica farmacocinetica III Fase III Fase farmacodinamica farmacodinamica Effetto Effetto Farmaco disponibile per l’assorbimento Disponibilità farmaceutica Farmaco disponibile per l’azione Disponibilità biologica
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Page 1: 3.Tappe.cinetica

Fasi Fasi dell’azione dell’azione

farmacologicafarmacologica

Somministrazione del farmaco

•Disgregazione del composto•Soluzione dei principi attivi

•Assorbimento•Distribuzione•Escrezione

Azione sui recettori nei tessuti bersaglio

I Fase farmaceuticaI Fase farmaceutica

II Fase farmacocineticaII Fase farmacocinetica

III Fase farmacodinamicaIII Fase farmacodinamica EffettoEffetto

Farmaco disponibile per l’assorbimento

Disponibilità farmaceutica

Farmaco disponibile per

l’azione

Disponibilità biologica

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Studia i movimenti del farmaco nell’organismo. Le varie fasi della cinetica di un farmaco sono:

AssorbimentoPassaggio del farmaco dalla sede di applicazione al sangue attraverso le membrane biologiche

DistribuzioneDistribuzione del farmaco dal sangue ai diversi compartimenti dell’organismo

Metabolismo o BiotrasformazioneModificazioni chimiche che il farmaco subisce nell’organismo, principalmente ad opera del fegato

EliminazioneEliminazione del farmaco dall’organismo, prevalentemente avviene ad opera del rene

FARMACOCINETICA

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L’entità e la velocità di assorbimento di un farmaco dipendono essenzialmente dalla:

1. Via di somministrazione2. Forma farmaceutica3. Liposolubilità del farmaco

ASSORBIMENTO

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Enterali (in cui si utilizza l’apparato gastroenterico)

1. Orale2. Sublinguale3. Rettale

Principali vie di somministrazione dei farmaci

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Parenterali (diverse rispetto all’apparato gastroenterico)

1. Endovenosa2. Intramuscolare3. Sottocutanea4. Intradermica5. Inalatoria6. Intratecale7. Intrarteriosa

Principali vie di somministrazione dei farmaci

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Topiche

1. Percutanea2. Transmucosa

Principali vie di somministrazione dei farmaci

Page 7: 3.Tappe.cinetica

1. Endovenosa (non c’è assorbimento)

2. Inalatoria3. Sublinguale4. Sottocutanea5. Intramuscolare6. Intradermica7. Rettale8. Orale

Ordine decrescente delle principali vie di somministrazione in relazione alla velocità

ed entità dell’ASSORBIMENTO

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Semplice e sicura

Economica e disponibili per la maggior

parte dei farmaci

Ben accetta dal paziente

Possibilità di intervenire in caso di errore

Utile nelle terapie protratte

Via Orale (per os)

Vantaggi

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Non adatta per farmaci distrutti dall’acidità gastrica o dagli enzimi digestivi

Possibile interazione con il ciboAssorbimento variabile come entità e velocitàEffetto del primo passaggio epaticoInadatta per soggetti non cooperanti (neonati, pazienti

incoscienti, ecc.) o che vomitanoNon indicata nei casi in cui si vuole un effetto

immediatoAlternativa: via naso-gastrica che supera cavo orale e

faringe

Via Orale (per os)Svantaggi

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Capsula: contenitori in gelatina per liquidi o polveri per farmaci di odore e sapore sgradevoli

Capsula a lento rilascio: i granuli all’interno si dissolvono con velocità differenti per ridurre il numero di somministrazioni giornaliere

Compressa masticabile: dischi piatti contenenti principio attivo con rivestimento aromatizzato, si sciolgono lentamente in bocca

Compressa: principio attivo in polvere + leganti + disintegratori + lubrificanti + aggiuntivi. Multistrato se i farmaci sono incompatibili fra loro. Gastroresistenti: restistono al pH acido. Incise per dimezzare la dose

Pillola: poco prodotta

Elisir: farmaco + alcol + acqua + aroma per farmaci non idrosolubili

Emulsioni: dispersioni di acqua in olio o viceversa + emulsionanti

Sospensioni: particelle insolubili disperse in liquido; agitare prima dell’uso

Sciroppi: principio attivo + sciroppo di saccarosio

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Confezioni monodose: singola dose di farmaco pronta per la distribuzione

Contenitori non graduati: per portare al paziente le forme solide

Contenitori graduati in vetro o plastica: con 3 scale (farmaceutica, metrica, domestica) per liquidi. Attenzione ad utilizzare la scala giusta. Accurata misurazione solo per grandi volumi

Contagocce: per colliri, gocce otologiche o per farmaci per uso pediatrico Utilizzare contagocce fornito dal produttore, non capovolgere il contagocce

Cucchiai graduati: in assenza usare una siringa di plastica

Siringhe di plastica da 0,1 a 15 ml

Tettarelle: per neonati

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Somministrazione mediante sondino naso-gastrico:

Per i pazienti che non possono deglutire, in stato di coma o con patologia esofagea

Utilizzare farmaci in forma liquida o compresse frantumate o capsule sciolte in 30 ml di acqua

Non polverizzare capsule gastroresistenti o a lento rilascio

Lavare il sondino dopo la somministrazione

Se più farmaci lavare il sondino tra un farmaco e l’altro

Registrare il volume di acqua somministrato nel bilancio totale delle 24 h

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Schema della circolazione sanguigna dell’app. gastroenterico

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Passaggio diretto (evitando il filtro epatico) nella circolazione sistemica

Effetto rapido

Utile per l’autosomministrazione al bisogno

Possibilità di interrompere l’effetto sputando la compressa

Via Sublinguale

Vantaggi

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Irritazione della mucosaInadatta per uso regolare e frequenteNecessità di evitare la deglutizione

Via Sublinguale

Svantaggi

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Utile nel caso di vomito, paziente incosciente, bambini piccoli

Per somministrare farmaci irritanti per lo stomaco

Per azione locale (es. purganti irritativi)

Si evita in parte il filtro epatico

Via Rettale

Vantaggi

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Materiale fecale può interferire con l’assorbimento

Possibile irritazione localeNon particolarmente gradita dai pazientiLe supposte possono perdere la loro

consistenza (se la confezione è sigillata mettere sotto acqua fredda finché non riassume la consistenza originale)

Non usare se recenti interventi a prostata, retto o traumi del retto

Via RettaleSvantaggi

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Azione rapida: utile nelle situazioni di emergenza e per ottenere un’elevata concentrazione di farmaco nel sangue

Precisione nel dosaggio

Possibilità di somministrare volumi notevoli

Possibilità di somministrare sostanze irritanti

Utilizzabile nei pazienti incoscienti

Via Endovenosa (ev o iv)

Vantaggi

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Maggior rischio di gravi effetti avversi (flebiti, embolie, shock anafilattico, infezioni)

Nel caso di errore (dosaggio o forma farmaceutica non idonea) non è possibile evitare gli effetti avversi provocati

Non particolarmente gradita dai pazienti

Svantaggi

Via Endovenosa (ev o iv)

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In bolo, intermittente o infusione continua in una linea venosa centrale o periferica

Fondamentale la sterilità e l’apirogenicità del preparato

Le soluzioni possono essere:

isotoniche ( NaCl 0,9% osmolarità 308mOsm/l),

ipotoniche (<295-310 mOsm/l, l’acqua è richiamata nel compartimento interstiziale e intracellulare) e

ipertoniche (>310 mOsm/l, flebite e spasmo vasale, in genere solo in vena centrale)

Via Endovenosa (ev o iv)

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Non somministrare per via intraarteriosa Scegliere l’arto che si usa meno Non somministrare in arto con circolazione venosa o linfatica compromessa Non usare vene su protuberanze ossee o articolazioni Nell’anziano la pelle e le vene della mano sono molto fragili Non somministrare in vene varicose Se possibile evitare le vene degli arti inferiori per il rischio di trombosi o

embolia Non usare soluzioni torbide, nebulose o con corpi estranei o precipitati Non miscelare farmaci a sangue o derivati (albumina) Controllare la stabilità dopo la ricostruzione del preparato Segnare il volume infuso Schermare il flacone se i farmaci sono sensibili alla luce (amfotericina B,

soluzioni ipercaloriche) Immobilizzare bene i neonati

Via Endovenosa (ev o iv)

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Assorbimento rapido

Possibilità di utilizzo nei pazienti incoscienti

Più sicura rispetto alla via ev

Adatta anche per preparati deposito (ritardo)

Via Intramuscolare (im)

Vantaggi

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Provoca talora dolore nella sede d’iniezioneNon si possono somministrare farmaci

necrotizzanti

Svantaggi

Via Intramuscolare (im)

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Teoricamente si possono somministrare fino a 5 ml, ma conviene frazionare i volumi per evitare il dolore nella sede di iniezione (nei bambini 1 ml)

Scegliere l’ago (2,5-3,8 cm) secondo il paziente (obeso, magro, bambino, ecc). Calibro fra 20 e 22

Lasciare 0,6 cm liberi sopra la cute Iniettare in:

vasto laterale, 1 palmo dal ginocchio e dal grande trocantere, buono nei bambini

retto femorale, mediale rispetto al precedente, attenzione a vasi sanguigni e nervo sciatico

regione glutea, buona perché non ci sono nervi e vasi maggiori, può essere ventro-glutea e dorso-glutea, non usare nei bambini sotto 3 anni

deltoide, nei bambini solo se il volume è molto piccolo. Negli adulti max 2 ml, attenzione a vene, arterie e nervo brachiale

Se iniezioni ripetute, programmare la rotazione del sito di iniezione

Via Intramuscolare (im)

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Azione rapida

Adatta per preparati deposito

Possibilità di autosomministrazione

Via Sottocutanea (sc)

Vantaggi

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Non adatta per sostanze irritantiAssorbimento scarso in pazienti con

insufficienza circolatoria perifericaIniezioni ripetute possono provocare

lipoatrofia con conseguente scarso assorbimento

Svantaggi

Via Sottocutanea

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Iniettare fra derma e strato muscolare Volume max 2 ml Usare siringa tra 0,5 e 2 ml Usare ago tra 0,95 e 1,6 cm di lunghezza Iniettare in parte superiore del braccio, sulla superficie anteriore della

coscia e dell’addome Se iniezioni ripetute programmare la rotazione dei siti Inserire l’ago a 45° per evitare il muscolo e in genere non aspirare Se eparina o insulina non aspirare mai

Via Sottocutanea

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Iniettare immediatamente sotto l’epidermide

Solo piccoli volumi, 0,1 ml

Si forma un pomfo

Assorbimento lento

Usata per prove allergiche di sensibilità (avere a disposizione l’adrenalina per lo shock), per iniezioni di desensibilizzazione, per anestetici locali e vaccini

Scegliere una zona senza peli e non sottoposta a frizione da indumenti: torace superiore, scapola, superficie interna dell’avambraccio

Via intradermica

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Assorbimento estremamente rapido

Si evita il filtro epatico

Possibilità di autosomministrazione

Utile anche per azione locale

Adatta per somministrazione di gas (anestetici)

Via Inalatoria

Vantaggi

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Minor controllo del dosaggioNecessità di apparecchiature particolarePossibilità di irritazione locale

Svantaggi

Via Inalatoria

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Generalmente per un’azione locale a livello di cute o derma, anche per ottenere un effetto sistemico (cerotti transdermici)

Per aumentare questo effetto fare: l’occlusione prolungata della superficie cutanea con plastica è più efficace dello stripping con nastro adesivo (eliminazione dello strato corneo), e la combinazione dei 2 metodi ha un effetto sinergico. Ciò permette di raggiungere concentrazioni di farmaco superiori a quelle dopo somministrazione orale

La diffusione in profondità avviene a forma di cono con la base verso l’alto e per avere un esteso interessamento della muscolatura sottocutanea è necessario applicare il farmaco in maniera estesa

L’assorbimento varia a seconda della zona: è massimo per cuoio capelluto, fronte, mandibola, ascella, scroto; è minima per palmo, caviglia, arco plantare

Via Percutanea

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Se la cute è lesionata possono essere assorbiti farmaci altrimenti non assorbibili o si può aumentare l’assorbimento.

Forma particolare di somministrazione per via cutanea è la ionoforesi: cioè l’impiego di corrente elettrica continua che favorisce l’assorbimento del farmaco.

Via Percutanea

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Naso (gocce, spray)Vagina (ovuli, candelette, irrigazioni, creme)Orecchio (gocce)Occhio (colliri, pomate, bagni oculari)

Altre comuni sedi di somministrazione di farmaci per azione locale

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Interferenza con il ciboDiarrea (aumento peristalsi intestinale)VomitoInterazione tra farmaciCondizioni di malassorbimento (anziani)Resezioni gastriche o intestinaliStenosi pilorica

FATTORI CHE POSSONO MODIFICARE L’ASSORBIMENTO DEI FARMACI

Via Orale

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La somministrazione di un farmaco per os lontano dai pasti comporta un assorbimento più rapido e completo

La somministrazione in vicinanza dei pasti può limitare i fenomeni irritativi alle mucose

Alcuni farmaci possono interagire con determinati alimenti, le tetracicline si legano al calcio contenuto nel latte (o formaggi) e questo impedisce l’assorbimento

Per somministrazione prima dei pasti si intende: da 30 a 0 minuti prima del pasto

Per somministrazione dopo i pasti si intende: entro 30 minuti dopo il pasto

Per somministrazione lontano dai pasti si intende: 3-4 ore prima o dopo il pasto

Farmaci e cibo

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Edemi e ascessi (sc)Insufficienza circolatoria periferica (im, sc)Shock e fuoriuscita del farmaco dalla vena

(ev)Interazione tra farmaci (vasocostrittori,

vasodilatatori)

FATTORI CHE POSSONO MODIFICARE L’ASSORBIMENTO DEI FARMACI

Via Parenterale

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BiodisponibilitàBiodisponibilità

Dose

Distrutto nello stomacoNon assorbito

Distrutto dalla mucosa intestinale

Distrutto dal fegato

allacircolazionesistemica

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• Per giungere nella circolazione sistemica un f. deve dissolversi, attraversare la mucosa e superare il fegato

• Ciascuna tappa può limitare la quota di f. che si distribuisce

• Biodisponibilità orale: percentuale di f. in una formulazione orale disponibile all’organismo

• L’iniezione iv dà il 100% di biodisponibilità

• La biodisponibilità non ci dice nulla sull’efficacia del farmaco

Biodisponibilità

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DISTRIBUZIONE DISTRIBUZIONE DEI FARMACIDEI FARMACI

ADME

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Caratteristiche chimico-fisiche del farmaco (in particolare la sua liposolubilità)

Vascolarizzazione degli organi (un farmaco raggiunge più velocemente gli organi maggiormente perfusi dal sangue, quali cuore, encefalo, fegato e rene)

Percentuale di farmaco legato alle proteine plasmatiche Presenza di particolari strutture anatomico/funzionali

(barriera placentare, barriera emato-encefalica)

DISTRIBUZIONE DEI FARMACI NELL’ORGANISMO

Il processo di distribuzione di un farmaco dal sangue ai diversi compartimenti dell’organismo è influenzato da diversi fattori:

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Endotelio:

barriera labile perché sottile, con alta attività endo-eso-citosica e con pori e fenestrae

Numero capillari:

50/mm2 in cute, 2000/mm2 in miocardio.

Passaggio di molecole idrofile e polarizzate avviene mediante spazi e fenestrae intercellulari, quindi dipende da dimensioni molecolari

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I capillari hanno organizzazione morfo-funzionale diversa in varie sedi anatomiche, quindi permeabilità vasale ad un f. può essere diversa secondo tessuto. La permeabilità è modulabile da condizioni fisiopatologiche e farmaci

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Flusso ematico e distribuzione

Un f. si distribuisce più velocemente in organi a flusso elevato (SNC, fegato, cuore, reni, polmoni); successivamente a quelli a flusso lento (muscoli, scheletro, tessuto adiposo)La distribuzione in organi a flusso lento (che formano la maggior parte della massa corporea) riduce la concentrazione in organi a flusso elevato.La ridistribuzione può concludere azione di un f. (es. anestesia generale da barbiturici a rapida azione)

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MODELLO IDRAULICOL’organismo si può paragonare a un sistema idraulico: se si inietta un colorante, prima che questo abbia le stesse concentrazioni dappertutto, i vari serbatoi hanno concentrazioni diverse. Velocità con cui si equilibra dipende da flusso specifico (calibro tubo/volume recipiente)

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Perché modello sia più adeguato aggiungere 2 rubinetti, che rappresentano organi emuntori, ma poiché sangue non è in diretta continuità con liquidi interstiziali si devono aggiungere anche filtri che separano i serbatoi

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Acqua intracellulare:40% del p.c.:22-28 l

Acqua extracellulare:20% del p.c.:16-20 l

Plasma:4-5% del p.c.: 20% di acqua extracellulare3 l

Compartimenti e volumi di distribuzione

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Raramente un farmaco si distribuisce uniformemente in tutti i liquidi di organismo

Più spesso la concentrazione raggiunta a fine distribuzione è diversa da compartimento a compartimento

Infatti parte del farmaco può legarsi a macromolecole o accumularsi in quantità diversa nelle varie cellule

Inoltre la composizione biochimica del plasma, dei liquidi interstiziali e del citoplasma è diversa e alcuni tessuti sono ricchi di lipidi o macromolecole a cui il farmaco può fissarsi

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VOLUME APPARENTE DI DISTRIBUZIONE

• Completata la distribuzione la quantità di f. somministrata sarà divisa tra plasma e compartimenti extraplasmatici

• Il Volume apparente di distribuzione esprime il volume in cui si è distribuito un f., assumendo che esso abbia raggiunto nel compartimento extraplasmatico la stessa concentrazione che ha nel plasma (Cp). Nei rari casi in cui ciò si verifica il Vd esprime un volume reale. Nella maggioranza di casi ciò non si verifica ed il Vd è un volume apparente

• Il Vd è un parametro costante, tipico per ogni farmaco e per ogni tessuto, e si calcola dalla formula:

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Quantità di farmaco nel corpo all’equilibrio di distribuzione

Concentrazione plasmatica del farmaco

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I f. trattenuti nel plasma hanno un Vd simile a quello plasmatico (3 l)

I f. che escono dai capillari, ma non si fissano o non penetrano in cellule hanno un Vd vicino a 12 l

I f. che penetrano e si distribuiscono nei liquidi intracellulari hanno un Vd corrispondente a acqua totale di organismo (42 l)

Se un f. si fissa in un particolare tessuto si riduce notevolmente la Cp, facendo calcolare un Vd molto superiore a quello complessivo di organismo.

Il Vd stabilisce un’utile correlazione tra Cp di un farmaco e la sua quantità nell’organismo, che si utilizza nel monitoraggio della Cp dei f. (per sapere la quantità presente nell’organismo) e del regime terapeutico (per sapere dose necessaria per ottenere la desiderata Cp.

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L’albumina è la proteina plasmatica che lega maggiormente i farmaci. Capacità max è 2 molecole di f. per molecola di albumina. Si satura ad una concentrazione di f. di solito superiore alle esigenze terapeutiche

Alcuni farmaci basici si legano a proteine acide (1 glicoproteina acida)

Legame alle proteine plasmatiche

Albumina Glicoproteina acidaConcentrazione plasmatica 40 mg/ml 1 mg/mlPM 65000 40000mmoli/L di plasma 0,6 0,03mmoli/L di farmaco legato 1,2 0,12

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Legame alle proteine plasmatiche

1000 molecole

% legame

Molecole libere

99.9 90.0

100 1

Aumento di 100 volte di concentrazione libera farmacologicamente attiva nel sito d’azione

EFFICACE TOSSICO

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BARRIERA EMATO-ENCEFALICA (Barriera anatomica)

I farmaci raggiungono il SNC dal sangue e dal liquido cefalo-rachidiano

La BEE è formata dall’unione stretta e senza pori di cellule endoteliali di capillari cerebrali e di cellule di plessi coroidei.

I capillari hanno scarsissima attività endo-esocitotica, non hanno pori e possiedono un rivestimento di glia

A causa di ciò il liquido interstiziale del SNC ha una composizione anomala e sono assenti le proteine plasmatiche

Per attraversarla un farmaco deve passare attraverso le cellule (se liposolubili) o fruire di sistemi di trasporto attivo o di eso-endocitosi

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•La BEE diventa instabile durante crisi ipertensive, iperglicemia, processi infiammatori e tumorali

•Alcune zone di SNC sono meno protette dalla barriera: CTZ bulbare, ipofisi, eminenza mediana, epifisi e quindi più sensibili ai farmaci•Il nostro cervello "galleggia" in un strato protettivo di fluido cerebrospinale, prodotto da cellule specializzate in quattro cavità dette ventricoli

•All'interno di ciascun ventricolo si trova una rete di vasi sanguigni nota con il nome di plesso corioideo, ed è qui che il fluido è prodotto

•I ventricoli sono collegati fra loro e al midollo spinale tramite canaletti

•Il fluido scorre fra i vari ventricoli, all'interno del cervelletto e al midollo spinale nello spazio subaracnideo

•Dal momento che il fluido cerebrospinale è prodotto in continuazione, deve avvenire un costante assorbimento di questo liquido (normalmente circolano 80-150 ml)

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Liquido interstiziale in equilibrio con quello cefalo-rachidiano, privo di proteine. Impermeabilità è massima con i capillari e leggermente inferiore nei plessi coroidei, dove si ha secrezione e flitrazione che controllano la formazione del liquido c.r.

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BARRIERA PLACENTARE

Organo discoidale di origine mista (fetale/materna) per scambi e nutrizione dell’embrione e del fetoFiltro molecolare dove sono attivi tutti i meccanismi di passaggioProtegge il feto da sostanze nocive presenti nel sangue materno, ma deve garantire il passaggio di numerose sostanze (nutrienti, vitamine)

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BARRIERA PLACENTARE

Barriera placentare è formata da cellule epiteliali che tappezzano villi coriali (nelle quali sono attivi tutti i meccanismi di passaggio) e da cellule endoteliali di vasi che contengono il sangue destinato a feto. Quindi 4 membrane in serie

La placenta è un’efficace barriera solo per singole somministrazioni di f. idrosolubili

Per somministrazioni ripetute il f. può raggiungere gradualmente una concentrazione apprezzabile anche in sangue fetale, anche perché velocità di flusso è molto bassa

I f. liposolubili passano agevolmente barriera placentare

La barriera è pienamente efficiente a fine di 2° mese gestazione e lo spessore è 25 mm a inizio gestazione e 2 m al termine

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Importanza relativa dei diversi meccanismi regolatori degli scambi materno–fetali

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•In conclusione è buona norma considerare che qualunque farmaco somministrato in gravidanza raggiungerà

anche se lentamente e parzialmente il feto

Per l’equilibrio madre-feto servono almeno 40 minuti, ma per le sostanze idrofile, ionizzate e di grosse dimensioni,

possono servire anche ore

In questo caso se il farmaco è rapidamente eliminato dal circolo materno si possono somministrare dosi

terapeutiche alla madre senza effetti importanti sul feto

Lo stesso vale per il puerperio e l’allattamento: praticamente tutti i composti presenti in quantità significative nel sangue si ritrovano nel latte

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ELIMINAZIONE DEI FARMACI:

METABOLIMO (biotrasformazione)

ADME

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ELIMINAZIONE DEI FARMACIL’eliminazione è il processo per cui un f. scompare dall’organismo. In termini farmacocinetici è il processo per cui la concentrazione plasmatica del f. si riduce irreversibilmente

L’eliminazione si attua per escrezione nell’ambiente esterno (urine, bile, saliva, latte, sudore) o per trasformazione metabolica

Il metabolismo ha lo scopo di trasformare le sostanze estranee in composti più idrosolubili, aumentandone l’escrezione e riducendone il volume di distribuzione

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Con il termine metabolismo si intendono le modificazioni chimiche che un farmaco subisce nell’organismo.

Sede principale dei processi metabolici è il FEGATO per l’azione degli enzimi microsomiali delle cellule epatiche.

Altre sedi di metabolizzazione di minore importanza sono il rene, il polmone, l’intestino (anche per azione della flora batterica).

METABOLISMO O BIOTRASFORMAZIONE DEI FARMACI

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Biotrasformazione dei farmaci

• Trasformazione che permette la detossificazione delle sostanze tossiche naturali

• I farmaci utilizzano questi processi di detossificazione

• I farmaci possono essere trasformati in: prodotti meno tossici/efficaci prodotti più tossici/efficaci prodotti con spettro farmacologico sovraponibile al farmaco originario prodotti con differenti tipi di azioni o tossicità prodotti bioattivati da un profarmaco

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Farmaco attivo Metabolita inattivo(caso più frequente)

Farmaco inattivo (profarmaco) Metabolita attivo

Farmaco attivo Metabolita attivo

Farmaco attivo Metabolita tossico

LE QUATTRO POSSIBILITÀ DI BIOTRASFORMAZIONE DEI FARMACI

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SITI DI BIOTRASFORMAZIONE

• Tutti quegli organi che presentano gli appositi enzimi; plasma, rene, polmone, mucosa intestinale e

FEGATO

• il fegato è posto in posizione strategica per “intercettare” le tossine ingerite (o che vi giungono per altre vie di somministrazione) ed ha un ruolo fondamentale nella biotrasformazione

• Le biotrasformazioni si attuano attraverso 2 fasi: I e II

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IL FEGATO

sanguevenosoportale

sanguearteriososistemico

bile

Sangue venoso

EpatocitiReticoloendoplasmicoliscio

microsomi Contiene ossidasi a funzione mista citocromo P450 dipendenti

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Le reazioni chimiche con le quali si attua il metabolismo dei farmaci sono:

OSSIDAZIONERIDUZIONE FASE I (Citocromo P450)IDROLISI

CONIUGAZIONE FASE II

Pazienti con patologie epatiche possono avere dei problemi di metabolizzazione di farmaci.

METABOLISMO O BIOTRASFORMAZIONE DEI FARMACI

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Fase I

Fase I

Fase II

Gli enzimi della fase I predominano nel reticolo endoplasmatico liscio (microsomi), quelli della fase II nel citosol

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I CITOCROMI P450

Emoproteine enzimatiche implicate in tutte le reazioni di trasporto di elettroni Sono localizzati nel fegato, nell ’intestino, ecc. FUNZIONI:

CITOCROMI P450

Biosintesi e metabolismo ormonale (steroidi, corticosteroidi, vit. D)Biosintesi acidi biliairi

Sintesi del trombossano

Metabolismo acidi grassi(prostaglandine, leucotrieni)

Ossidazione(xenobiotici, farmaci, catabolismo steroidi)

escrezioneMetabolita mutageno

Cancro

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REAZIONI DI FASE II (non tutte epatiche)

Il meccanismo richiede energia per l’attivazione del cofattore o del substrato (reazioni ATP-mediate)

•con acido glucuronico per formare glucuronidi

•con solfato per formare solfati

•con acetil per formare derivati acetilati

•con SAM (S-adenosil-metionina) per formare derivati metilati

•con glutatione per formare glutatione coniugati

•con aminoacidi (glicina, glutamina, ornitina, taurina)

tutti tendono ad essere meno liposolubili e quindi meglio eliminabili (non riassorbibili)

CONIUGAZIONI (covalenti) CON COFATTORI

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Polimorfismi genetici (variazioni a livello dei geni presenti in >1% popolazione)

Stati fisiologici (età, sesso)

Stati patologici

Induzione o inibizione da farmaci concomitanti o fattori ambientali

PRINCIPALI FATTORI RESPONSABILI DELLA VARIABILITÀ NEL METABOLISMO DEI FARMACI

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I farmaci che sono substrato dello stesso enzima possono inibire reciprocamente il loro metabolismo, ma spesso non ad un livello clinicamente rilevante.

L’inibizione del metabolismo epatico inizia non appena nel fegato vi siano concentrazioni sufficienti dell’inibitore (in genere dopo poche ore dall’assunzione). L’effetto dell’inibizione sul metabolismo di un altro farmaco perciò è usualmente massimo nelle prime 24 ore.

Tuttavia , nonostante che l’inibizione insorga rapidamente, la comparsa dell’effetto clinico conseguente (generalmente una reazione tossica) può essere più ritardata.

L’inibizione enzimatica generalmente termina più rapidamente rispetto all’induzione enzimatica.

INIBIZIONE ENZIMATICA

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Un aumento dell’attività degli enzimi metabolizzanti che determina una riduzione dei livelli serici di un dato farmaco, è generalmente dovuta alla stimolazione della sintesi dell’enzima (da parte degli induttori enzimatici).

Gli induttori enzimatici stimolano il metabolismo di altri farmaci in maniera graduale. Sebbene l’effetto dell’induzione può essere individuato anche entro i primi due giorni di terapia, generalmente occorre una settimana prima che l’effetto massimo compaia.

INDUZIONE ENZIMATICA

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Le interazioni tra farmaci possono verificarsi a diversi livelli influenzando la farmacocinetica o la farmacodinamica dei farmaci stessi. Le interazioni conosciute sono moltissime ma quelle di rilevanza clinica maggiore (da ricordare) sono relativamente poche.

Le interazioni più frequenti sono quelle a livello del metabolismo dei farmaci, dovute a meccanismi di induzione o inibizione enzimatica

Alcune volte le interazioni tra farmaci possono essere sfruttate per avere un maggiore effetto terapeutico o per contrastare fenomeni di intossicazione. Nella maggioranza dei casi, tuttavia, le interazioni sono alla base della comparsa di reazioni avverse.

I pazienti vanno educati a non aggiungere farmaci (per autoprescrizione) alla terapia prescritta dal medico, in modo da evitare interazioni tra farmaci.

INTERAZIONI TRA FARMACI

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INIBITORI E INDUTTORI DEL METABOLISMO DI FARMACI

•INIBITORI

•Amiodarone

•Antimicotici imidazolici

•Alcuni farmaci anti-HIV

•Cimetidina

•Macrolidi

•Isoniazide

•Fluorochinoloni

•Alcuni SSRI

•Inibitori pompa proton.

•Chinidina

•Succo di pompelmo

•INDUTTORI

•Carbamazepina

•Fenobarbital

•Fenitoina

•Rifampicina/rifabutina

•Iperico

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Interazioni tra farmaciInterazioni tra farmaci

SommazioneSommazione

Farmaco A Farmaco B Farmaco A Farmaco B

Meccanismo A Meccanismo BMeccanismo A Meccanismo B

Effetto finale Effetto finale = =

Effetto A + Effetto BEffetto A + Effetto B

AddizioneAddizione

Farmaco A Farmaco BFarmaco A Farmaco B

Meccanismo comuneMeccanismo comune

Effetto finale Effetto finale ==

Effetto (A+B)Effetto (A+B)

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Interazioni tra farmaciInterazioni tra farmaci

PotenziamentoPotenziamento

Farmaco AFarmaco A

RecettoreRecettore

Effetto finale > effetto AEffetto finale > effetto A

•AssorbimentoAssorbimento

•EliminazioneEliminazione

•Spiazzamento Spiazzamento dall’accettoredall’accettore

•Inibizione Inibizione enzimaticaenzimatica

Farmaco BFarmaco B

SinergismoSinergismo

Farmaco AFarmaco A

Farmaco BFarmaco B

Risposta Risposta terapeuticaterapeutica

Effetto finale > Effetto finale >

effetto A + effetto Beffetto A + effetto B

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Interazioni tra farmaciInterazioni tra farmaci Antagonismo fisiologicoAntagonismo fisiologico

Farmaco A Farmaco BFarmaco A Farmaco B

Recettore A Recettore BRecettore A Recettore B Effetti opposti Effetti opposti a quelli di Aa quelli di A

Effetto finale Effetto finale < effetto A< effetto A

Antagonismo recettorialeAntagonismo recettoriale

Farmaco A Farmaco BFarmaco A Farmaco B(agonista) (antagonista)(agonista) (antagonista)

RecettoreRecettore

Effetto finale < effetto AEffetto finale < effetto A

Antagonismo Chimico = farmaco A neutralizza chimicamente farmaco B*Antagonismo Chimico = farmaco A neutralizza chimicamente farmaco B*

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Interazioni tra farmaciInterazioni tra farmaci

DegradazioneDegradazione

Farmaco AFarmaco A

AssorbimentoAssorbimento EliminazioneEliminazione Induzione enzimaticaInduzione enzimatica

RecettoreRecettore

Effetto finale < effetto A Effetto finale < effetto A

NeutralizzazioneNeutralizzazione

Farmaco AFarmaco A

+ +

Farmaco BFarmaco B

Effetto finale assenteEffetto finale assente

Farmaco BFarmaco B

InattivazioneInattivazione

Chimico-Chimico-fisicafisica

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Succo di pompelmo

Il succo di pompelmo, ma non quello d'arancia dolce, aumenta la biodisponibilità di diversi farmaci, in particolare dei Ca-antagonisti.

Il succo di pompelmo inibisce selettivamente, nel tratto GI, il CYP3A4.

Il succo di pompelmo non interagisce con farmaci somministrati per via endovenosa

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Succo di pompelmo

• La durata dell'inibizione intestinale del CYP3A4 dura fino a 24 ore dopo l'assunzione del succo. Così anche se si ritarda di diverse ore la somministrazione del farmaco l'interazione è ugualmente significativa.

• La rilevanza dell'interazione è estremamente variabile tra gli individui; in alcuni casi le concentrazioni plasmatiche rimangono inalterate e in altri si arriva a livelli 8 volte superiori rispetto ai controlli

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ELIMINAZIONE DEI FARMACI

ESCREZIONE

A

D

M

E

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La principale via di eliminazione dei farmaci (e dei loro metaboliti) è il RENE

Altre vie di eliminazione possono essere la VIA RESPIRATORIA, ad esempio per i farmaci gassosi o la VIA BILIARE (escrezione con le feci)

I farmaci che sono eliminati tramite la bile possono venire in parte riassorbiti a livello intestinale: si crea il cosiddetto CIRCOLO ENTERO-EPATICO

Altra via di eliminazione dei farmaci è rappresentata dal LATTE MATERNO. Questo fatto deve essere tenuto in considerazione quando si prescrivono farmaci a madri che allattano, per i possibili rischi di tossicità a cui si può esporre il neonato

Fattori che possono modificare l’eliminazione dei farmaci, con possibile ACCUMULO, sono: presenza di patologie renali (insufficienza renale), l’età del paziente (neonati e anziani), ostacolo al deflusso biliare (per farmaci eliminati per questa via).

ELIMINAZIONE DEI FARMACI

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ESCREZIONE RENALE DEI FARMACI

Organizzazione funzionale del nefrone in rapporto al riassorbimento di Na+ e H2O

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Movimenti dei farmaci nel percorso lungo il nefrone

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ELIMINAZIONE DEI FARMACI. 1

• • sono filtrati i soluti del plasma, eccetto le proteine,

attraversando 3 strati: endotelio fenestrato dei capillari del glomerulo, membrana basale, capsula di Bowman. Solo la frazione di f. libera (non legata alle proteine) è filtrata

• in seguito al riassorbimento dell’acqua, il f. si concentra

nel lume del tubulo prossimale. Ciò favorisce il riassorbimento dei farmaci liposolubili per diffusione. I farmaci idrosolubili non sono riassorbiti. Vi è anche un riassorbimento attivo, mediante trasportatori specifici

FILTRAZIONE GLOMERULARE

RIASSORBIMENTO TUBULARE

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ELIMINAZIONE DEI FARMACI. 2

• • avviene per secrezione attiva ad opera di

trasportatori per i cationi ed anioni organici e per gli steroidi, situati sul polo basolaterale (plasmatico) della cellula tubulare.

• Il processo interessa la forma libera, non legata, del farmaco.

SECREZIONE TUBULARE

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La capacità di eliminazione (clearance) del rene varia con l’età. E’ bassissima alla nascita ma è molto alta nella prima infanzia fino a scendere gradualmente nell’età adulta.

Variazioni della clearance renale

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L’insufficienza renale può modificare sensibilmente i processi di eliminazione dei farmaci. Negli esempi sottostanti si può vedere come aumenta l’emivita di eliminazione (espressa in ore) di alcuni farmaci in presenza di anuria.

ELIMINAZIONE DEI FARMACI

87-10030-40Digossina

2305.8Vancomicina

352.5Gentamicina

702.5Streptomicina

231.7Cefaloridina

5.51.4Eritromicina

230.5Penicillina

AnuriaNormaleFarmaco

Funzione renale

87-10030-40Digossina

2305.8Vancomicina

352.5Gentamicina

702.5Streptomicina

231.7Cefaloridina

5.51.4Eritromicina

230.5Penicillina

AnuriaNormaleFarmaco

Funzione renale

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ALTRE VIE DI ESCREZIONE

• BILE• ARIA ESPIRATA• LATTE• SUDORE• LACRIME

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Essendo il latte materno più acido del plasma, tende a trattenere le basi deboli, mentre gli acidi deboli sono meno concentrati nel latte

VIE MINORI DI ESCREZIONEIl latte

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Fattori che influenzano l’escrezione di un farmaco nel latte

• Caratteristiche del farmaco:– peso molecolare, pKa, solubilità nell’acqua e nei lipidi– legame con le proteine plasmatiche e del latte– velocità di eliminazione– tipo e caratteristiche dei metaboliti

• Caratteristiche del trattamento:– dose, frequenza e via di somministrazione

• Caratteristiche del latte:– pH, composizione in acqua, grassi, proteine

• Caratteristiche del lattante:– quantità consumata ad ogni pasto, intervallo fra i pasti– relazione fra tempo dell’allattamento e assunzione del farmaco da

parte della madre

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DEFINIZIONI

DOSE

Quantità di farmaco somministrata per produrre un determinato effetto terapeutico

POSOLOGIA

Dose, tempi e modalità di somministrazione di un farmaco

Esempio di posologia: Rocefin 500 mg due volte al giorno per via i.m. per 7 giorni

DOSE MASSIMA

La massima quantità di farmaco tollerata, senza cioè che si verifichino effetti tossici

DOSE GIORNALIERA

La quantità di farmaco somministrata nelle 24 ore

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Microgrammo (g o mcg) o gamma (): millesima parte del milligrammo

Milligrammo (mg): millesima parte del grammo

Grammo (g)

Esempi:400 mcg = 0,4 mg; 2 mg = 2000 mcg; 500 mg = 0,5 g; 3 g = 3000 mg

Unità internazionali (UI): quantità di farmaco che provoca un determinato effetto biologico [esempi di farmaci per cui si utilizzano le UI: insulina, eparina, eritropoietina, fattori della coagulazione, penicillina G, interferone, immunoglobuline, calcitonina]

PRINCIPALI UNITA’ DI MISURA DEI FARMACI

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Microlitro (l): millesima parte del millilitro

Millilitro (ml): millesima parte del litro

Centilitro (cl): centesima parte del litro

Decilitro (dl): decima parte del litro

Litro (L)

Esempi:400 l = 0,4 ml; 2 ml = 2000 l; 500 ml = 0,5 L; 50 cl = 0,5 L; 10 dl = 1 L

MISURE DI CAPACITA’

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Soluzione al 5% = 5 grammi di farmaco in 100 ml

Soluzione al 2% = 2 grammi di farmaco in 100 ml

Soluzione al 9 per mille = 9 grammi in 1000 ml (1 L)

questi sono esempi di concentrazioni peso/volume, nel caso di pomate o unguenti le concentrazioni sono peso/peso ad esempio pomata al 5% = 5 grammi di farmaco in 100 g di pomata

SOLUZIONI DEI FARMACI


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