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5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

Date post: 23-Feb-2018
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  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    1/25

    TERAPIA

    CON

    ULTRASUONI

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    2/25

    U

    LTRASUONOTE

    RAPIA

    C

    LASSICA

    UTTR,ASUONI

    Il

    termine

    "ultrasuono"

    assai

    generico;

    stato

    ooncepito in riferimento

    all'udito

    umano,

    che

    in

    grado

    di

    recepire

    frequenze

    da

    un

    minimo

    di 16-

    2AHz

    a

    un

    massimo

    di

    17.000-20.000

    Hz.In real-

    t,

    molti

    animali

    sono

    in

    grado

    di udire frequen-

    re ben

    pi

    elevate. Per

    esempio,

    il

    cane pu

    senti-

    re

    frequenze fino

    a

    40.000

    Hz, il

    pipistrello

    fino

    a

    m.000

    Hz elafarfalla fino

    a

    175.000

    Hz.

    I termini

    "suono"

    o

    "ultrasuono",

    dunque, non ci

    dono

    nulla circa le

    caratteristiche fisiche

    del

    feno-

    rxnq

    ma indicano

    solo l'interazione

    di una forma

    denergia

    con

    un

    apparato percettivo,

    cio I'udito.

    0\DA SONORA

    Il

    suono,

    nel

    suo aspetto

    fenomenologico,

    una

    frrazione di un mezzo a caratteristiche

    elastiche

    e

    genera

    un movimento oscillatorio,

    tendente

    d

    attenuarsi

    nel

    tempo.

    La

    vibrazione induce

    una

    ie

    di compressioni

    e

    rarefazioni

    che si

    diffon-

    nei mezzi fisici che la

    circondano

    in

    forma

    uda

    di pressione; questa

    l'onda

    sonora.

    [.r

    onde

    sonore si

    differenziano dalle onde

    elet-

    rrngnetiche

    per

    nurilEiosi

    aspetti.

    Innanzituttol

    Anche la

    temperatura influenza la velocit

    di

    trasmissione

    dei suoni. Per

    esempio,

    nell'acqua

    la

    velocit

    del suono

    poco

    minore di

    1500

    m/s

    a

    temperature

    ordinarie

    (=

    20"C),

    ma

    cresce rapida-

    mente all'aumentare

    della temperatura.

    lnvece,

    nel

    rame

    la

    velocit

    dei

    suoni, che

    di circa

    3800

    m/s

    a 2VC,

    diminuisce

    all'aumentare

    della tempera-

    tura a causa

    della diminuzione

    delle caratteristi-

    che

    elastiche del materiale.

    Per

    quanto

    riguarda

    t" t""glr"t

    "

    A""a"

    a*

    onde

    sonore, questa appare come

    una

    grandezza

    assai

    variabile

    e

    mal

    definita,

    perctrraria

    in

    fun-

    \

    2"".

    4.tt"

    ":t".it3

    r

    to. Al_cgn-

    I

    t.ugq,

    le

    onde elettromagnetiche,

    presentando

    una

    I"gg.I {

    prgqLgazi_on1chg

    permane

    pressoch

    lcostante

    fino

    all'assorbimento,

    hanno

    una

    lun-

    I

    iii;r;^

    d'

    onda bn dfi niit.

    Per

    esempio,

    se

    esaminiamo gli

    ultrasuoni

    alla

    frequenza

    aj- -\aUa

    molto

    usata

    in

    Fisioterapia,

    possiamo

    vedere come

    la lunghezza

    d'onda

    sia

    as-

    sai diversa in funzione

    dei

    materiali

    attraversati

    (Tab.

    s.II).

    La,fuequenza

    dunque

    il

    parametro

    che

    meglio

    iaefffrcaffitnd

    sonora,

    pi.ne

    rimane indipen-

    Iob. 5.1- Velocil

    delsuono

    in olcuni

    meziolh

    hmpuutum di 24"C.

    costl

    necessitano di un mezzo fisico in

    cui

    diffon-

    possibile

    per

    le

    onde elettromagnetiche.

    Lt

    zdocita

    dr

    p

    r

    op agazione

    dell'

    o

    nda sono

    ra

    di-

    dalle caratteristiche

    del

    mezzo

    attraversato:

    in

    dalla

    densit

    e

    dal modulo

    elastico.

    che

    ne

    definiscon

    o la conducibilit

    acustica.

    I

    rmiproco

    della

    conducibilit l'impedenza

    pim"

    che

    caratterizzaLa

    resistenza

    di un

    deter-

    rnateriale

    alla

    trasmissione dei

    suoni. Co-

    mgola,

    a un'elevata

    densit

    di un

    materiale

    un'elevata

    conducibilit

    dei suoni,

    per

    iltr?.i

    solidi trasmettono meelio

    le onde

    so-

    rdai

    fuuidi

    e dei

    gas.

    tEzzo

    VEtOCTtr

    ln/sl

    r

    P

    Ario

    serfl

    343

    .

    I4B

    ,

    20'C

    I

    olm

    38r

    0

    {l?n

    Arquo

    disfilloto

    Rome

    Ierro

    Iob.

    5.ll

    -

    lo

    lunghezzo

    d'ondo

    degli US vodo nei

    diveni mezzi

    di

    propagozione.

    Mtzz0

    TUIIGHEZH

    D'OIIDA

    (pl

    fRTOUTilZA

    Ario

    0,3

    /---\

    (1

    MHz

    )

    rquo

    t\

    Ferro

    45

    ,

    _ t*

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    3/25

    5

    TERAPIA

    FISICA

    -

    Nuovr

    TecNoLocrr

    rN

    MeorcrNr

    RAsrlmArrva

    dente

    dalle

    caratteristiche

    fisiche

    del

    mezzo

    attra_

    versato.

    GRADIENTE

    DI

    PRESSIONE

    Le

    onde

    sonore

    interagiscono

    con

    i

    mezzi

    atfta_

    v-ersati

    mediante gradienti di

    pressione,

    il

    cui

    or_

    dine

    di

    grandezza

    direttamente

    proporzionale

    al_

    la

    frequenza

    e

    alla

    velocita

    deil'onda.

    La

    pressione

    si

    misura

    in

    atmosfere,

    in

    bar

    e in

    Pascal,

    in

    relazione

    al

    settore

    tecnico,

    commercia_

    le

    o

    sanitario

    in

    cui

    si impiegano,

    -u-urr.h"

    secon_

    do

    le

    abitudini

    dei

    vari

    pesi.

    I

    rapporti

    di

    conyer_

    sione

    sono

    i

    seguenti:

    Tcb.

    J.lll

    -

    Unitd

    di

    misuro

    degli

    ulfiosuoni;

    conversione

    tro

    otmosfere,

    bor

    e

    Poscol.

    tante,

    perchlaformazione

    di punti

    nodali

    fissi,

    come

    al.viene

    nelle

    onde

    sonore

    stazionarie

    (vedi

    oltre),

    causa

    una

    notevole

    concentrazione

    energe_

    tica

    nelle

    regioni

    circostanti

    ai

    nodi.

    PROPAGAZIONE

    DELLE

    ONDE

    SONORE

    Un

    altro

    aspetto

    interessante

    la

    modalit

    di

    propagazione

    dei

    suoni.

    Si

    definiscono

    onde

    trasyersslile

    onde

    che

    si

    dif_

    fondono

    con

    percorso

    trasversale

    alla

    sorgente

    vi_

    brante

    (Fig.

    5.2).

    Sono

    chiamate

    onde

    longitudinall

    le

    onde

    che

    si

    diffondono

    in

    direzione

    parallela

    o

    coincidente

    con

    l'oscillazione

    della

    sorgente

    (Fig.

    5.3).

    Le

    onde

    sonore

    si

    diffonono

    in

    senso'longitu_

    dinale

    nej

    materiali

    gassosi

    e liquidi.

    Nei

    solidi

    i

    suoni

    si

    diffondono

    sia

    in

    manira

    longitudinale

    che

    trasversale;

    questa

    duplice

    diffusiJne

    spiega

    ENERGIA

    E INTEN.ii

    -

    lenergia

    dell'onda

    sonora

    in

    relazione

    al gra_

    diente

    di pressione

    che

    essa

    in

    grado

    di

    sviluplpa_

    re.

    I,'gnslgi..sviluppata,

    misura

    in

    joule,

    appare

    XneSlio

    definita.

    se

    rapportata

    al

    t.mp

    e

    aila

    super_

    ncle

    ctoe

    descritta

    come

    densit

    di

    potenza

    (o

    inten-

    sir)

    dell'onda.

    Essendo

    la

    potenza

    misurata

    in

    W:

    Densit

    di

    potenza

    =

    Wm2

    (p

    f

    ar,=-3-=Ir

    t

    =tl

    txs,

    t

    st

    ,t)

    In

    Fisioterapia

    si

    suole

    misurare

    la

    densit

    di

    potenza

    in

    Wcm2,

    essendo

    di questa

    grand,ezzale

    intensit

    impiegate.

    Con

    questi

    valorl

    si possono

    raggiungere

    elevati

    livelli

    di pressione;

    p.

    "r.__

    io,

    con

    i0

    Wcm2

    si pu

    indurre

    nei

    tssuti

    una

    pressione

    di

    5,5

    atm.

    .

    Il

    gra_diente

    pressorio

    massimo

    nei

    punti

    no_

    dali

    dell'onda

    (Fig.

    5.1).

    euest,aspettoi

    r_oor_

    I

    otm

    =

    101.325

    posrol

    I

    bor

    =

    100.000

    posrol

    ,f

    I

    vibrazione

    ;

    I

    I

    I

    I

    I

    I

    9

    Fig.

    5.2

    -

    0nde

    trosvenoli.

    vibrazione

    Fig.

    5.3

    -

    Onde

    longirudinoli.

    -*

    -

    -

    -

    f

    *

    8_2

    Fig. 5.1

    -

    ll

    grodiente

    presorio

    mossimo

    nei

    punti

    nodoli.

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    4/25

    di

    if-

    vi-

    si

    i

    TrRapn

    coN ULTRAsu

    o+t

    "/ry

    perch

    i solidi

    trasmettono,

    ma anche

    assorbono

    maggiormente,

    le

    onde

    sonore,

    rispetto

    ai corpi al-

    lo

    stato

    liquido

    e gassoso.

    Le

    onde sonore si diffondono

    normalmente

    in

    maniera parabolica per

    "fronti",

    seguendo la

    legge

    dell'inverso del

    quadrato; questo

    fenomeno

    si

    chiama divergenza delle onde (Fig.

    5.a

    A).

    Quando

    lafrequenza dell'onda

    sonora supera

    il

    valore

    di

    I

    MHz,la

    divergenza

    tra

    le

    onde

    mini-

    ma;

    esse

    tendono

    a

    interagire

    con

    i

    bersagli vicini

    come

    se

    fossero

    onde

    parallele

    e la loro

    intensit

    sfugge alla legge

    del quadrato

    della

    distanza.lat-

    tenuazione

    dell'intensit

    delle

    onde sonore

    dipen-

    de allora

    solo

    dall'assorbimento

    del mezzo

    attra-

    versato

    (Fig.

    5.a

    B).

    RIFLESSIONE,

    RIFRAZIONE

    E

    ASSORBIMENTO

    Come abbiamo

    visto,

    la

    velocit

    di

    trasmissio-

    ne dei

    suoni

    costante solo

    nei

    mezzi omogenei,

    fino

    all'attenuazione per

    assorbimento progressi-

    vo. Al

    contrario,

    se i mezzi

    attraversati

    sono diso-

    mogenei,

    la trasmissione

    dell'onda

    viene

    profon-

    damente modificata.

    Come regola

    generale,

    tanto

    pir

    I'impedenza

    dei mezzi

    incontrati

    dall'onda

    so-

    nora

    diversa, tanto pi

    si verificano fenomeni

    di

    riflessione

    e rifrazione.

    In

    particolare,

    se

    I'impe-

    denza

    molto

    diversa, per

    esempio nel

    passaggio

    dall'aria

    a

    un solido,

    i

    fenomeni

    di

    riflessione

    so-

    no

    predominanti

    e

    la

    penetranza

    dell'onda

    nel

    mezzo pi

    denso

    nulla.

    Se

    invece

    I'impedenza

    tra

    .))

    trr

    i due mezzi

    modesta, per

    esempio

    nel passaggio

    dall'acqua al

    solido, allora la

    penetranza

    al.viene

    pir

    o meno parzialmente,

    con

    fenomeni

    di rifra-

    zione.

    Spesso, i

    fenomeni

    di riflessione, rifrazione

    e

    assorbime

    nto

    s

    r

    ealizzano

    contemporaneamen-

    te,

    ma

    in proporzioni

    assai

    diverse,

    in

    rapporto

    al-

    la omogeneit dei

    materiali incontrati

    dal

    fascio

    di

    onde sonore.

    GENERATORI DI

    ULTRASUONI

    La produzione

    artifciale

    di ultrasuoni per

    la Fi-

    sioterapia

    rappresentata

    in

    gran parte

    da

    appa-

    recchiature

    di tipo

    elettromeccanico.

    Il

    metodo

    pir

    comune

    quello

    basato

    sulle

    propriet

    piezoe-

    lettriche dei cristalli

    {

    q,qqzo"

    gh*e...

    ggml

    noto,_si

    ..=#r*

    aglo-unalo-4q4q4qs9lg_t_"jt9 _gtqaullgamp_o

    elettnco.

    -Affiicando

    un'opportuna

    tensione alternata

    fornita

    da un generatore,

    si

    possono

    far vibrare

    i

    c

    4

    sjqlli.

    _fl-n

    o

    1

    .g,ro

    duge

    ultr4;.u oni.

    altr

    frqu

    en

    Za

    desiderata.

    Tleisultato

    dipende

    anche

    dalla for-

    fr dlle

    dimensioni

    con

    cui

    i

    cristalli

    di

    quarzo

    sono stati forgiati.

    fenergia applicata al

    cristallo

    viene regolata

    dalla

    differenza di potenziale

    appli-

    cata dal

    generatore.

    Le

    vibrazioni

    vengono

    tra-

    smesse

    a

    un diffusore

    metallico,

    tramite

    I'interpo-

    sizione di un materiale

    a

    impedenza

    acustica

    omo-

    genea.

    Si

    producono

    cos

    vari

    tipi

    di onde, tra cui on-

    -

    ))>))>

    Fg 5.4 Ar

    B

    -

    A) Trosmissione dei suoni; B) Irosmissione

    degli ulrosuoni. Oltre I MHz

    lo

    piccolo

    dimensione delle onde

    riduce

    lo

    divergenzo

    del

    fronte

    di

    prr

    pgozione.

    83

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    5/25

    I

    tl

    i

    .l

    :

    IERAfIA

    F|SICA

    -

    Nuovr

    TrcNoLoorr

    rN

    M:orcrNa

    R^grltrnnv^

    M

    muscolo periostio

    A3

    tig.

    5.5

    -

    Formozione

    diormoniche

    (onde

    mulriple

    0

    sotfomuliple

    dello

    me_

    desima

    frequenzo).

    de

    stazionarie

    multiple

    o sottomultiple

    della

    fre_

    qtJenza

    di

    eccitazion,

    d"tt.

    armoniche;queste

    so_

    no

    onde

    in

    "fase",

    cio

    si

    sommano

    tra

    dilorcl

    sen-

    za

    interferenza

    (Fig.

    5.5).

    EFFETTI

    BIOLOGICI

    DELLE

    ONDE

    SONORE

    EFFETTO

    TERMICO

    Quando

    un

    fascio

    di

    ultrasuoni

    penetra

    all,in_

    terno

    di

    un

    corpo

    disomogeneo come

    il

    corpo

    umano,

    subisce

    fenomeni

    di

    riflessione,

    rifra_zioqe

    eSb-ibimento.

    -

    in

    cgifia

    questi

    aspetti

    fisici

    sono

    ben

    noti

    e

    vengono

    sfruttati

    a_$gpg

    i 4gqqs co,

    in

    quanto

    ogni

    struttura

    interessata

    fornisce

    un'immasine

    caratteristica

    (eco).

    Dal

    punto

    di

    vista

    cinetico,

    parte

    dell,onda

    ul-

    trasonica

    viene

    immediatamente

    riflessa

    non

    ap_

    pena

    incontrarrnmezzo

    a

    densit

    diversa

    da qul_

    lo

    precedentemente

    attraversato,

    formando

    nume_

    rose

    onde

    riflesse

    simmetriche,

    in

    fase,

    che

    esalta_

    no

    il

    gradiente

    pressorio.

    Un'altra

    parte

    delle

    on_

    de

    viene

    poi

    rifratta

    e

    assorbita.

    Complessivamen_

    te,

    il primo

    mezzo

    attraversato

    subisce

    la

    massima

    dispersione

    dell'eq91g1a

    ultrasonica

    con

    cons-e_

    guente

    riscaldamento-

    r\

    -Prendiamo,

    per

    esempio,

    l'applicazione

    di

    uq

    fasgio

    ultrasonico

    a un

    arto,

    compStochemati_

    llmente

    da

    cute,

    mulcolo

    e

    fessto

    osieo

    ,(ng.

    s.6).

    La

    cute

    e

    il

    tessuto

    muscolare

    vengono facil-

    mente

    superati

    avendo

    un'impedenza

    simile.

    Suc_

    cessivament.l

    :

    :iO:

    :"nore

    incontrano

    i --perio

    _

    tig.

    5.

    -

    Interozione

    di

    un

    foscio

    di

    US

    con

    un modello

    eorico

    di

    cute,

    mu_

    sc0t0

    e

    0ss0.

    _g l_o;,questa

    membrana

    ha

    un'impedenza

    molto

    di_

    versa

    dal

    muscolo

    e

    anche

    dal

    tessuto

    osseo

    a

    cui

    aplicat,

    Fei."i

    gtu"

    parte

    del

    fur.io

    ,ororo

    ,ri.-

    n

    iiflesso

    all'interno

    del

    muscl,

    cfri,liHL

    -

    na

    parte

    delle

    onde

    viene

    poi

    rifratia

    e aSSu-

    -.

    ll-u

    direzione

    quasi

    ortogoirffim*ceden_

    te,

    diffondendosi

    lungo

    il

    periostio,

    con

    riscalda_

    191to-1li

    qu?t

    sfruttura.-Solo

    una piccola

    parte

    dell'onda

    sonora

    raggiunge

    I'osso,

    ove

    vien

    poi

    completan-nte

    asso

    rbita.

    ..

    Llso3-l_irne-nto

    dipende

    dalla pene_trqnza

    del_

    l'onda,

    che

    a

    sua v_olta

    i_in

    relazione

    ;il"

    frA;"-

    z

    tilizzat ;

    in

    generale,

    la penetranra

    diminiisce

    ,on

    I'aumentare

    della

    frequenza,

    come

    abbiam-.

    igi

    visto

    awenire

    anche

    per

    gran

    parte

    d'ell

    ond

    r

    della

    Fisica

    EFFETTI

    MECCANICI

    Quando

    un

    fascio

    ultrasonico

    eroqato

    costan_

    temente

    in

    una

    determinata

    direzione]si

    formano

    onde stazionarie, cio con

    punti

    nodali

    ben

    defi-

    niti,

    nei

    quali

    si

    raggiunge

    il

    massimo

    gradiente

    pressorio.

    Gli

    effetti

    meccanici

    sono

    tuttiricondu_

    cibili

    al gradiente

    pressorio

    indotto

    dagli

    ultrasuo_

    ni

    e

    sono

    in

    relazione

    al

    rapporto

    esiitente

    tra

    la

    dimensione

    dell'onda

    sonora

    e la

    dimensione

    del

    bersaglio.

    Frammentazione.

    -

    Nel

    caso

    in

    cui

    il

    ventre

    dell'

    onda

    abbia

    un'

    alt

    ezza

    inf

    er

    iore

    alla

    dimensio

    _

    ne

    del

    bersaglio

    e

    I'ultrasuono

    possieda

    un'ener_

    gia

    adeguata,

    l'onda

    agir

    come

    forza

    dirompen_

    te,

    causando

    la

    frammentazione

    del

    bersaglio.

    Questo

    l'effetto

    tipico

    della

    litotrissia

    a

    ultrasuo_

    ni,

    utilizzata

    soprattutto

    in

    Urologia.

    84

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    6/25

    T*apn

    cox

    Utrnlg.g.r

    5

    mu-

    di-

    cui

    vie-

    poi

    del-

    -

    la

    del

    Emulsione.

    -

    Un

    altro

    effetto

    indotto

    da

    onde

    sonore

    di

    dimensioni

    inferiori

    al

    bersaglio

    I'emulsione.

    Essa

    consiste

    nella

    frammentazione

    di grosse

    molecole,

    quali

    agglomerati

    di calcio,

    amidi,

    proteine,

    gel.

    Questi

    stati fisici

    sono

    molto

    frequenti

    negli

    ematomi

    e

    nelle

    flogosi

    di

    varia na-

    tura, per cui

    gli ultrasuoni

    sono

    usati

    in

    queste

    pa-

    tologie in

    virt

    della

    loro

    azione

    emulsiva.

    Compressione.

    -

    Se

    l'onda

    sonora

    ha

    una

    di-

    mensione

    superiore

    al

    bersaglio,

    causa

    l'effetto

    op-

    posto,

    cio la

    compressione

    delle

    particelle.

    eue-

    st'azione

    viene

    utilizzata

    per

    la

    depurazione

    di am-

    bienti

    da particelle

    di fumo,

    le

    quali,

    sotto

    l'azio-

    ne

    degli

    ultrasuoni,

    si aggregano

    e precipitano

    a

    terra.

    Cavitazione.

    -

    Questo

    fenomeno

    awiene

    tipi-

    camente

    nei

    liquidi

    in

    cui

    vi siano

    sciolti

    gas

    di

    va-

    rio

    genere

    come, per

    esempio,

    I'aria.

    Se

    sottopo-

    niamo

    a

    ultrasuoni un

    liquido

    contenente aria,

    le

    piccole

    bollicine

    disciolte

    vengono

    compresse

    in

    bolle pi

    grandi,

    fino

    a

    determinare

    un

    fenomeno

    molto

    simile

    all'ebollizione;

    si

    definisce

    il

    proces-

    so

    "ebollizione

    a bassa

    temperatura

    Queste

    grosse

    bolle,

    poi,

    sotto

    I'effetto

    delle

    on-

    de

    successive,

    si rompono

    causando

    forti

    depres-

    sioni

    locali

    (implosioni)

    che,

    se

    raggiungono

    livel-

    li energetici

    sufficienti,

    agiscono

    con

    effetti

    dirom-

    penti

    sulle

    strutture

    vicine.

    Per questo

    motivo

    gli

    ultrasuoni

    non

    devono

    essere

    erogati

    in particola-

    ri condizioni

    biologiche

    come, per

    esempio,

    in

    presenza

    di

    cartilagini

    di

    accrescimento

    o

    in

    vici-

    nanza

    delle gonadi

    e

    ovunque

    vi

    siano

    cellule sen-

    sibili

    ai marcati gradienti

    pressori.

    Attrito.

    -Lavariazione

    di

    pressione

    nei

    tessuti

    determina

    fenomeni

    di

    compressione

    e decom-

    pressione

    che si

    traducono

    in

    forze

    di

    attrito,

    le

    quali producono

    a loro

    volta

    calore,

    particolar-

    mente

    evidente

    all'interfaccia

    tra tessuti

    a impe-

    denza

    molto

    diversa.

    PARAAAETRI

    DI TRATTAMENTO

    Il

    trattamento

    con

    ultrasuoni

    necessita

    innanzi

    tutto

    dell'ad,gg 14 e

    rsnoscenza

    delle

    iEt*i^

    che dell'orsano

    da trattare.

    La

    forma

    della superficie

    corporea

    il

    primo

    aspetto

    da

    valutare;

    se la

    superficie

    regolare,

    cio

    sufficientemente

    piana

    (per

    es.:

    la regione

    paraver-

    tebrale),

    consigliata

    I'erogazione

    per

    contatto

    di-

    retto.

    Nel

    caso di una

    superficie

    irreeolare.

    come

    il dorso_dllamano

    o

    diffi

    ---_-*:

    tlantlta

    una

    congruenza

    sufficiente,

    meelio

    il rrat-

    t.

    I

    ta rSfUqfn

    Orreo'

    t

    veOt

    ottrer.

    I

    Frequenza.

    -

    La

    terapia

    a

    ultrasuoni

    classica

    Itilizza

    essenzialmente

    due frequenze:-3

    \fHz

    e I

    itutll

    La

    scelta

    viene

    fatta

    in

    base diuffiE;aia

    I

    del

    bersaglio.

    I

    fu

    frequenza

    di

    3

    MHz

    convoglia una

    note.r-ole

    {

    quota

    energetica

    nelle

    regioni

    corporee

    superficia-

    li;

    pot.trdo

    il

    fascio

    ultrasonico

    raggiungere

    una

    f

    profondita

    di 3-4

    centimetri,

    determina-il

    riscal-

    I

    damento

    della

    cute,

    del

    sottocute

    e

    del

    muscolo.

    i

    ta frequenza

    di I

    MHz

    meno

    dotata

    di ener-

    gia,

    ma

    piir

    penetrante;

    pu

    giungere

    fino

    ad

    al-

    "gg 1ryjlp."f"nc| l

    e agire

    anche

    sul

    ressu-

    to osseo.

    Intensit.

    -

    Il valore

    dell'intensit

    viene

    calco-

    lato

    sia in

    base

    alla

    profondit,

    che

    alle

    carafteri-

    stiche

    fisiche

    del

    tessuto:

    le

    strutture

    ad aka

    con-

    sistenza

    necessitano

    di

    intensit

    maggiori;

    le

    strut-

    ture

    ricche

    di

    acqua

    richiedono

    minori

    intensit,

    per

    non

    evocare

    ienomeni

    di

    cavitazion.

    "

    dr.r.ri

    tessutali

    (micro-ematomi,

    rottura

    di

    vene

    varico-

    se,

    ecc.).

    Superficie

    dell'erogatore.

    -

    La

    scelta

    dell'eroga-

    tore

    dipende

    essenzialmente

    dalla

    dimensione

    del-

    I'organo

    da

    trattare:

    vi

    sono

    erogatori

    di

    piccolis-

    sima

    e altri

    di

    grande

    superficie;

    di

    comune

    ri-

    scontro

    sono le

    seguenti

    misure:

    1-3-5-10-12

    cmr.

    Essendo

    I'intensit

    misurata

    in

    Wcm2,

    la

    di-

    mensione

    della

    superficie dell'erogatore influisce

    notevolmente

    sull'intensit

    del fascio

    ultrasonoro.

    Duty

    cycle.

    -

    Lultrasuono

    pu

    avere

    un'eroga-

    zione

    continua

    o

    a

    impulsi.

    Lerogazjone

    contruta

    comporta

    un duty

    cycie pari

    4fi0%'---

    IJerogazione

    pulsata

    prevede

    una regolazione

    deldufyi/c

    d'0

    a

    99o/o.tJn

    basso

    duty

    cycle,

    per

    esempio

    25-50o/o,

    consente

    una maggiore

    di-

    spersione

    del

    calore

    durante

    il

    trattamento

    fisio-

    terapico.

    MODALITA

    DI

    TRATTAMENTO

    Ilapplicazione

    dello

    strumento

    deve

    essere

    ese-

    guita

    ig

    qlanie

    ryglfu _da

    Syillre

    _c

    b

    g_s

    i

    in

    re

    rro

    mpa

    il

    contatto

    co

    n

    la

    cutejluraniTio

    tf

    one

    Atrll-

    tiuiun.

    nicrdiam

    che I'aria

    inr.omp"

    corn-

    *pcIamn@rasuoni

    ax'rn_

    Terfr

    - dlltigansmTA

    qiiesto

    n

    cesiario

    c

    tre

    ie I'eimore

    tlnete

    sia sempre

    irterposta

    una

    sostanza

    a

    impedenza

    simile

    a

    quella

    della

    cute

    e

    del muscolo.

    _9I__

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    7/25

    ffif*AeWFISICA

    -

    NuovE

    TEcNoLootr

    rN

    MrotcrNa

    RngrLmnvn

    Esistono

    due modalit

    di applicazione

    degli ul-

    trasuoni:

    diretta

    e

    indiretta.

    3-..^^

    f,

    (o

    MODALITA

    IJ

    ero{atore viene applicato

    direttamente

    alla

    cu-

    te con

    I'interposizione di

    gel

    o

    di

    vaselina.

    op-

    Dortuno cercare

    di

    mantenere

    la rfcie

    del-

    I'eigatre

    iF"o.6fdi

    riftessione

    e

    imf;io"".

    -

    -

    S-afii-isce

    ap

    pr

    rcezro

    I

    e ?ii

    W_-Ut

    p

    ol:

    lu

    :

    modalit

    medianie

    la quale

    I'opeiatore

    esegue

    un

    massaggio

    circolare

    con

    lo

    strumento.

    questo

    il

    .,.

    "'

    modo

    pi

    corretto

    e

    sicuro

    di

    erogare

    una terapia

    con ultrasuoni

    a un

    distretto muscolare;

    sirealizza,

    infatti,

    un'azione

    combinatA

    di:

    msaggio

    manua-

    I

    e,

    calore

    e

    m

    i

    cromassaesi

    o

    indomAasfi-ulirasbii.

    l*_?**"-;

    _

    -..-y..

    :

    ,

    .

    come,pro::d.u,.u"ine]"tul13,q*$q

    li

    lgui

    ii:,

    ''u,

    tranza

    dell'individuo,

    poi

    spplica

    I'intensit

    pir

    r^

    i:7:: ,--.'f

    .--*---:

    i

    ''

    ^

    "lN

    tt

    :

    ,.,"

    , I

    idonila

    evocare

    una

    sensazione

    di micromassae-

    ll

    I

    iffi?s"

    iza

    di dolore

    e

    di

    eccessivo

    calr".

    du

    I

    | +

    -

    ----i:=-=;--:---e,,,,1

    I

    noTare

    cne

    negll sportlvr

    e

    negll

    Inc[vldul

    clotatr

    dl

    l|

    grosse

    masse

    muscolari,

    si

    pu

    erogare una

    poten-

    f

    I

    ,,

    -

    za

    pi

    alta

    di

    quella

    classica,

    naturalmente

    solo

    '.,

    1.,|

    .:

    nelle regioni

    ove non

    siano

    presenti

    strutture

    a

    la-

    bilit

    intrinseca

    agli ultrasuoni

    (EglteUgp*Sg:_

    coli, ovaie).

    .:finG;3it

    consisliata

    di

    1,5

    +

    3

    Wcm2.

    Il

    tem

    a 5-

    10

    mi+u$

    non

    vi

    motivo per

    procedere

    ad ap-

    'plicazioni

    pi

    prolungate.

    Nel

    trattamento diretto

    a

    manipolo

    si

    pu

    uti-

    lizzare

    un duty cycle del 100%o, qualora

    si voglia

    privilegiare

    l'azione

    terrnica. Diversamente,

    si

    pu

    modulare

    la

    percentuale

    del

    duty

    cycle

    fino

    a

    mi-

    tigare I'effetto

    termico

    e

    favorire

    il micromassag-

    gio

    (Fig.

    s.7).

    Si

    definisce modalit

    diretta

    statica I'

    applicazio-

    ne

    dello

    strumento

    mediante

    un

    braccio meccani-

    co che fissa

    I'erogatore

    in un punto

    ben preciso.

    Si

    deve

    sempre utilizzare

    la

    sostanza

    conducente

    gli

    ultrasuoni

    (Fig.

    5.8). In questa

    modalit

    si forma-

    no

    facilmente

    onde

    sonore

    statiche che

    si

    somma-

    no,

    amplificando notevolmente

    l'energia

    di

    eroga-

    zione.

    dunque

    necessario

    ridurre

    l'intensit

    e la

    durata del trattamento

    rispetto

    alla modalit

    a

    manipolo.

    Lintensit

    da erogare compresa

    tra0,2Wlcm2

    e

    0,5

    Wcm2.

    Si

    consiglia

    un duty

    cycle

    inferiore

    al

    50%.

    Il

    tempo

    di

    trattamento

    standard

    di

    3-5

    minuti.

    Fig.

    5.7-Applicozione

    diretto

    "o

    monipolo".

    lioperotore

    esegue un leggero

    mosoggio.

    Fig. 5.8

    -Applicozione

    direlfa stoica. [erogotore

    di US

    fisso

    in uno deer-

    minala

    posizione.

    La

    sorveglianza

    dei

    pazienti

    in

    trattamento

    sta-

    aY.--.-..+.-_.

    ..+,

    tico

    diretto una raccomandazione

    mai

    abbastan-

    za rlcordala.

    MODALITA

    INDIRETIA

    Quest'erogazione

    prevede

    l'immersione

    in

    ac-

    qua

    dell'organo

    da trattare;

    pi

    che una scelta,

    I

    questa

    modalit

    una

    necessit

    in

    piesenza

    di

    sul

    r-

    --:--

    l

    y:ltrT:4r"'rq* _,

    p"t

    _.'

    g"p

    io,_ue"lEF.

    I

    (rlg.

    5.y).

    _s_

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    8/25

    F

    f

    $

    Trnapn

    coN

    ULrnqsucbr

    s

    t

    -

    *

    F

    elastico

    differente.

    Questa

    propriet

    puo

    ssre

    rE_

    lizzata

    per

    indurre

    tn

    effetto

    fibrolilico

    nei

    tessun

    interessati

    da processi

    aderenziali

    patologici.

    cor:re

    spesso

    accade

    nei

    piani

    muscolari

    e

    fasciali

    lesi ,la

    traumi

    o

    da

    interventi

    chirurgici

    complicari

    da

    ci_

    catrici

    anomale

    o

    esuberanti.

    t_ori

    o : ,

    ol

    ge

    s

    i

    c a

    degli

    ultrasuoni

    discussa:

    secon

    do

    al

    cni6frTflT

    l

    tra

    s

    on i

    posso

    n o-

    i

    n

    _

    nalzare

    la

    soglia

    dei

    nocicettori;

    secondo

    altri

    la

    ri-

    duzione

    del

    dolore

    solo

    l'espressione

    indiretta

    del

    miglioramento

    del

    processo

    patologico,

    fr-o_

    rito

    dal

    calore

    e

    dal

    micromassaggio

    pdotti

    da_

    gli

    ultrasuoni.

    Le

    indicazioni

    terapeutiche

    ultrasuoni

    sono

    le

    seguenti:

    -

    edemi

    post-traumatici;

    -*-^-_-

    -

    ematomi

    organilal,

    _:-*-

    -

    .

    contratture

    muscolari;

    \F5',-

    .

    i.--,- .-j-

    -

    -

    clcatrtcl

    e

    cnelordl:

    t--.*$:ffi

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    9/25

    ULTRASUONOTERAPIA

    "A FREDDO"

    (c

    Rro-

    u

    LTRASUONOTE

    RAPTA)

    Come abbiamo

    visto, la

    terapia

    con

    ultrasuoni

    produce

    effetti termici

    e meccanici.

    In realt,

    l'uso

    dell'ultrasuono

    come

    termotera-

    pia

    appare

    improprio:

    esistono

    molti

    altri

    tipi

    di

    energia

    che possono

    essere

    sfruttati

    con

    un

    miglior

    effetto

    termico.

    nata

    cos l'idea

    di

    separare

    I'effetto

    meccani-

    co da

    quello

    termico

    degli

    ultrasuoni

    mediante

    l'associazione

    di

    un

    sistema

    di

    raffreddamento

    dell'erogatore.

    Questa

    modalit

    terapeutica

    sta-

    ta

    definita

    crio-ultrasuonoteraDia.

    LacorBilaz6;;-al.dGrepla*e,._sllrasuelri

    permette

    di

    trattare

    piu precocemente,

    rispetto

    al-

    ta

    mFod

    il-s_ia,

    ematomi,

    traumi

    "

    utt..

    fu-

    logi

    Siinili,l"

    lui il

    calore pu

    favorire

    I'espan-

    ,drsi

    clella

    flogosi. Inoltre,

    in

    questi

    strumenti,

    f

    loss

    i

    bile utilizzar

    e

    ul trasd6i;iiA;

    pia

    in m

    a

    -

    Jnieia'orfibinata

    o sinsolarmente

    a seconda

    delle

    {

    .* -......

    legggnz,e.

    GENERATORI

    DI

    CRIO-

    U

    LTRASUONOTERAPIA

    L

    effetto crioterapico

    viene ottenuto,

    da alcune

    apparecchiature

    in

    commercio,

    attrayerso la

    com-

    pressione

    e l'evaporazione

    controllata

    di un gas

    (fu")

    all'interno

    di

    un

    impianto

    di

    refrigerazio-

    ne

    (flg.5.ru).

    Generalmente questi

    strumenti

    non

    hanno

    mezzi

    di

    feedback

    raffinati

    come

    abbiamo

    visto

    nel

    caso

    delle

    apparecchiature

    di ipertermia,

    ma il

    sistema

    di termostatizzazione

    abbastanza

    effica-

    ce

    per eliminare

    il

    calore

    superficiale

    e

    ridurre

    ai

    minimi

    termini

    il

    calore

    in profondit.

    PARAMETRI

    E MODALITA

    DI

    TRANAMENTO

    Gli ultrasuoni

    erogati

    in associazione

    alla

    crio-

    terapia

    hanno

    una frequenza

    di

    I

    MHz

    e un'inten-

    sit

    compres

    a

    tra

    I W

    I

    cm2

    e

    3

    W

    I

    cm2.Possono

    es-

    sere erogaq-ql

    modalit

    continua

    o

    pulsata.

    rl

    raffieErnento

    pu

    "rr"..

    r"gluto

    dLlS-

    _

    k5:,C.

    Nella

    p

    ratica,

    un

    ra

    ffreddamento

    inferio

    -

    Fig.

    5.10

    -

    Crio"uhrosuonoterapio

    in un coso

    di epkondilite.

    r,e

    a

    llC {_gulta

    eccessivo

    e

    disagevole

    per

    il

    pazien-

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    10/25

    Tenam

    coNqry*suo*it,%

    "officinale"

    possibile

    ridurre l'azione termica di

    un

    normale

    erogatore

    di ultrasuoni.

    INDICAZIONI

    TERAP,EUTKHE

    ]

    I1

    trattamento

    con

    "ultrasuoni

    a

    freddo"

    in

    grado

    di

    generare

    nei

    tessuti bersaglio

    molteplici

    effetti:

    -

    metabolico,

    con

    generale riduzione

    del metabo-

    lismo:

    -

    vascolare, con vasocostrizione superficiale;

    In

    virtr

    di tali effetti,la

    crio-ultrasuonoterapia

    ha come

    indicazione principale

    il

    trattamento di

    Datolosie

    traumatiche

    in

    fase

    acuta

    con

    o

    senza

    'edema,

    +UoJpSir

    rlrfio**otorit

    "r"tt

    e

    borse e

    nelle

    fasi flosistiche

    acute e sub-acute

    del-

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    11/25

    ffioNDE

    D'uRTo

    FocAL

    tzzATE

    ffi

    (EXTRAcoRpoREAL

    sHocK

    wAvE

    THERApy)

    La

    terapia con

    onde

    d'urto

    extracorporee

    (ESWT)

    una

    tecnica

    elaborata

    negli

    anni

    '70

    per

    il_tglt"-

    ""t"

    a"l.

    .

    "1..

    U

    il

    I}o

    1pgta,,(litotr

    is

    -

    sia).

    Dagli

    anni

    '90,la

    ESWT

    stata introdEa

    in

    ambito

    ortopedico

    e fisioterapico

    per

    il

    trattamen-

    to di varie

    patologie,

    tra

    cui

    spiccano

    per

    impor-

    \

    tanza

    la

    pseudoartrosi

    e e

    calcificazioni

    periarti-l

    fg9lari.

    ll

    miglioramento

    della

    recnologia

    h;Toi

    lconsentito

    il

    suo

    utilizzo in

    un

    campo

    sempre

    pi

    '

    vasto

    di patologie dell'apparato locomotore.

    CARATTERISTICH

    E

    FISICHE

    Le

    onde

    d'urto

    sono

    onde

    acustiche

    ad

    alta

    .energia,

    prodotte

    da

    spe.ind;;;ili,

    *il"i"t.

    attraverso

    un

    sistema

    di trasmissione

    all'interno

    del

    corpo

    umano

    e focalizzate

    con

    precisione

    sul-

    I'obiettivo

    da

    trattare.

    Esse

    si differenziano

    dagli

    ultrasuoni

    tradizio-

    nali

    sia

    per

    il loro

    andamento

    a,impg_lg|.g-f;e

    per

    il

    r

    a

    g

    giun

    g

    im

    e

    n

    to di

    g

    teds

    "

    fu

    ieidt

    a

    ".

    ts u-fr-r-en

    -

    tgfi

    : :"uti,

    anche

    1000

    volte

    superiori

    (Fig.

    s.1

    1

    ).

    Per

    ogni

    singolo impulso

    si verifica,

    sul

    fronte

    di

    avanzamento

    dell'onda,

    un aumento

    pressorio

    dell'ordine

    di 10-100

    mesa

    Pascal

    (MP;iE-ui

    tempo*ffissiil-is-ro

    i,

    sfuito

    da un pir

    lento

    ritorno

    alla pressione

    atmosferica,

    passando

    per

    valori

    negativi

    (-10

    MPa).

    CARATTERISTICH

    E

    STRUMENTALI

    Gli

    apparecchi

    per

    la terapia

    a onde

    d'urto

    so-

    no

    generati

    da

    sistemi

    di vario

    tipo;

    i

    pir

    comuni

    sono

    quelli

    di

    tipo elettroidraulico,

    elettromagne-

    tico

    e

    piezoelettrico

    (Fig.5.12).

    Generatore

    elettroidraulico.

    -

    Il

    sistema

    for-

    mato

    da

    due

    elettrodi

    posti

    all'interno

    di una

    ca-

    mera

    contenente

    acqua. lapplicazione

    di corren-

    te

    ai due

    elettrodi

    provoca

    I'evaporazione

    istanta-

    nea

    dell'acqua

    con la

    formazione

    di un'onda pres-

    soria; questa

    viene

    poi

    riflessa

    da

    un

    ellissoide

    sul-

    l'obiettivo

    terapeutico.

    Questo

    generatore

    basato

    su

    una

    tecnologia

    tig.

    5.1

    I

    -

    ll

    picco

    di

    potenzo

    dell'ondo

    d'urro

    (100

    MPo)

    si roggiunge

    in

    un tempo

    dell'ordine

    dei

    nonosecondi

    (5-0

    ns).

    efficiente

    e

    relativamente

    poco

    costosa;

    tuttavia,

    gli

    svantaggi

    tecnici presentati

    da

    questo

    sistema

    verso

    gli

    altri

    che

    descriveremo

    di

    seguito

    sono

    di-

    versi.

    Innanzitutto,

    gli

    angoli

    di

    apertura

    delle

    "fonti"

    terapeutiche

    sono minimi,

    per

    cui

    si

    indu-

    cono concentrazioni

    elevate

    d'energia

    nei tessuti

    attraversati

    per

    raggiungere

    il

    target.

    Inoltre,

    que-

    ste

    sorgenti

    sono

    sottoposte

    a un notevole

    consu-

    mo

    degli elettrodi,

    con conseguente

    produzione

    irregolare

    delle onde

    d'urto.

    Infine,

    la tecnologia

    elettroidraulica

    non

    con-

    sente

    di utilizzare

    sistemi

    di

    puntamento

    integra-

    ti

    all'interno

    della

    fonte

    terapeutica

    (in-line),

    ma

    solo

    sistemi

    esterni

    (off-line).

    Generatore

    elettromagnetico.

    -

    Il

    sistema

    formato

    da una

    bobina piatta

    o

    cilindrica

    che, ar-

    traversata da corrente, provoca I'espansione

    di

    una

    membrana

    posta

    intorno

    a

    essa,

    tramite

    I'in-

    duzione

    di

    un

    campo

    magnetico.

    L

    onda

    d'urto

    generata

    viene

    poi

    focalizzataverso

    I'obiettivo

    te-

    rapeutico.

    La

    bobina

    cilindrica,

    rispetto

    a

    quella

    piarta,

    consente

    I'integrazione

    di un sistema

    di

    punta-

    mento

    ecografico

    coassiale,

    disposto

    nella

    la

    par-

    te centrale

    del generatore.

    Tuttavia,

    la rcalizzazio-

    ne di

    un foro al

    centro

    della membrana

    comDor-

    ta

    una

    certa perdita

    di

    potenza

    del

    sistema.

    Il

    pregio

    di

    questi

    strumenti

    I'estrema

    modu-

    Iabilit

    della potenza

    erogata.

    (-

    Ampiezza

    dell'onda

    G6

    db)

    ,

    90

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    12/25

    TrRqpn

    coN

    Ulrncsrlohr

    j

    Fig.

    5.1 2

    A,

    4

    (

    -

    0eneroori

    di

    onde

    d'uro:

    A)

    eleflroidrourico;

    B)

    elettromognetico

    o bobino

    cilindrico;

    c)

    piezoelettrico.

    ..lA

    Il

    fuoco

    pu

    essere

    di forma

    e

    dimensione

    assai

    diverse,

    in

    relazione

    alla

    tecnologia

    utilizzata

    dai

    diversi

    apparecchi

    di

    onde

    d'urto;

    esso

    comun-

    que

    un

    volume,

    cio

    una regione

    tridimensionale,

    per

    esempio

    un

    cilindro

    o

    un

    ovoide,

    ayente

    un

    asse

    maggiore

    e

    due

    assi

    minori

    di dimensioni

    si_

    mili.

    Per

    l'equivalenza

    dei

    due

    assi

    minori,

    spesso

    il

    fuoco

    non

    viene

    descritto

    in

    termini

    tridimen_

    sionali,

    ma

    bidimensionali,

    cio

    lo

    si rappresenta

    mediante

    un'area

    ellittica,

    detta

    spot

    (Fig.

    5.13).

    Questo

    non

    significa

    che gli

    effetti

    fisici

    delle

    onde

    d'urto

    siano

    limitati

    a

    questa

    regione.

    In

    re-

    alt,

    esiste

    almeno

    una

    sub-area

    o,

    per

    meglio

    di-

    re,

    un

    sub-volume,

    in

    cui

    gli

    effetti

    sono

    presenti,

    anche

    se

    di

    entit minore.

    La

    dimensione

    dell'area

    di sezione

    principale

    dello

    spot

    assai

    variabile

    nelle

    apparecchiature

    di

    onde

    d'urto

    utilizzate

    per

    l'apparato

    locomotore.

    La

    dimensione

    dell'area

    incide

    sulla

    densit

    di

    energia,

    essendo

    questa

    generalmente

    pi

    bassa

    nei

    fuochi

    di

    dimensione

    maggiore.

    In

    tabella

    5.IV

    sono

    indicati

    le

    aree

    e

    le

    densit

    energetiche

    di

    alcuni

    strumenti

    di

    ESWT:

    ricor_

    diamo,

    comunque,

    che

    confrontare

    i valori

    di

    area

    focale

    non

    semplice,

    in

    quanto

    dipendono

    dal

    picco

    di pressione

    positiva

    (p+).

    per

    poterlo

    fare

    DEI{S|T

    tN.

    ml/nnz

    Generatore

    piezoelettrico.

    -

    La

    sorgente

    rap_

    presentata

    da

    elementi

    piezoceramici

    posti

    su

    una

    semisfera.

    Applicando

    una tensione

    eleitrica

    ai

    cri-

    stalli,

    vengono

    indotte

    le

    deformazioni

    meccani-

    che

    che

    generano

    le

    onde

    d'urto.

    La

    disposizione

    degli

    elementi

    piezoelettrici

    su

    una

    superficie

    se-

    misferica

    consente

    di

    focalizzare

    le

    onde

    d,urto

    se-

    condo

    angoli

    di

    apertura

    molto

    ampi,

    con

    ridu_

    zione

    dell'energia

    erogata

    nei

    tessuti

    al

    di

    fuori

    del

    tuoco.

    Recentemente,

    questa

    metodica

    stata

    miglio-

    rata

    dall'introduzione

    della

    stack

    technology,

    cio

    dalla

    disposizione

    delle

    celle piezoelettriche

    su

    due

    strati,

    con

    riduzione

    dei

    volumi

    e

    incremento

    del-

    I'energia

    erogata.

    L

    alloggiamento

    centrale del-

    I'ecografo

    semplice

    e

    non

    comporta

    alcuna

    ridu-

    zione

    di potenza.

    Un altro

    pregio

    di questa

    metodica

    la

    lunga

    durata

    dei

    trasduttori

    che

    assicura

    la

    produzione

    di

    onde

    omogenee

    per

    molto

    tempo:

    ,no

    .orrr..r-

    titi,

    infatti,

    almeno

    cinque

    milioni

    di

    "colpi,,con

    lo

    stesso

    "mosaico"

    piezoelettrico.

    Fuoco

    (spot).

    -

    Le

    onde

    sonore,

    prodotte

    dalle

    varie

    sorgenti,

    convergono

    in

    un ptto

    centrale

    detto

    fuoco

    in

    cui

    si

    determina

    la

    massima

    energia

    pressoria;

    esso

    rappresenta

    la

    "zona"

    terapeutica.

    ZONA

    FOCATE

    tx(-oos)tFz(-oor)

    Iob.

    5.lV

    -

    [sfensione

    dello

    zono

    focole

    tecnico*

    e

    densit

    enetgetko

    in

    olcune

    opporecchioture

    di

    ESWT;

    rilevozioni

    esegu1e

    con

    idrofono

    pVDF.

    srsTtmA

    STRUNTHO

    Elettroidrouliro

    7,50 x

    3,0

    mm

    0,1

    5 +

    0,40

    0sofion

    H17

    Eletfromognelico

    irTl

    3-9{o'T

    Minilith

    Sl-l

    SbE

    f

    _*Jl.j:"tgr,ry_

    I

    2,40x17,00,1

    _i

    o,orJ,oz

    Piezoson

    300

    l|lof

    *[esensione

    focole

    tecnico

    (F-dB)

    definito

    come

    lo

    spozio

    enfo

    il

    quole

    lo

    presione

    si moniene

    moggiore

    o

    uguole

    ollo moo

    del

    pico

    di

    umst'"*.

    :csr,r

    9t

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    13/25

    5

    ffnnpn

    FISICA

    -

    Nuovr TrcNoioorr

    lN

    MrorclNn

    RABLmvn

    tr

    Fig.

    5.1

    3

    -

    Roppresenozione

    del fuoco

    (spot)

    di convergenza

    delle

    onde

    di

    uhosuoni.

    Poich

    le dimension

    degli

    osi

    y

    e x coincidono,

    spesso

    il volume

    del

    fuoco

    viene

    descritto

    come

    un'oreo

    elliico

    secondo

    gli

    osi x

    e z.

    correttamente

    sarebbe

    necessario

    disporre

    dei

    va-

    lori

    di P* per

    ogni

    singolo

    livello

    energetico

    sele-

    zionabile

    e delle relative

    dimensioni

    focali.

    La

    fo

    caLizzazione

    dell'

    obiettivo

    terapeutico

    vie-

    ne

    semplificata dalla

    presenza,

    in

    alcuni

    apparec-

    chi,

    di sistemi

    di puntamento

    (vedi

    oltre).

    Interfaccia.

    -

    Tia

    le sorgenti

    e I'obiettivo

    tera-

    peutico

    viene posta

    un'interfaccia,

    cio

    una sac-

    ca ripiena

    di acqua

    o di gel,

    che ha la

    funzione

    di

    trasmissione

    delle onde

    d'urto,

    ma anche

    di re-

    golazione

    della

    profondit

    di

    penetrazione.

    Alcuni

    apparecchi

    possiedono

    la capacit

    di

    modificare

    in

    maniera progressiva

    la quantit

    di

    liquido

    presente

    nell'interfaccia,

    permettendo

    di

    focalizzare

    il

    target

    con grande

    precisione

    (Fig.

    s.14

    A).

    Altri

    apparecchi,

    pi

    semplici,

    hanno

    la possi-

    bilit

    di cambiare

    l'interfaccia

    con

    accessori

    di va-

    rio

    spessore

    e

    forma,

    per

    ottimizzare

    il

    trattamen-

    to in funzione

    della profondit

    desiderata

    (Fig.

    s.14 B).

    La penetranza

    delle onde

    d'urto

    variabile

    in

    media

    da 0 a

    60 millimetri;

    questa

    dipende,

    oltre

    che

    dallo

    spessore

    delf interfaccia,

    anche

    dalla

    den-

    sit d'energia

    dell'onda

    d'urto.

    EFFETTI

    DELLE

    ONDE

    D'URTO

    Data

    la minima

    durata

    dell'impulso,

    gli

    effetti

    delle onde

    d'urto

    sono

    in gran parte

    di tipo

    mec-

    Fig.

    5. | 4 A,

    B

    -

    ll

    inedoccio

    o volume

    e spessore

    regolobili;

    B) inbrfoc

    cio infercombiabile.

    csnico,

    Si distinguono

    effetti diretti

    edeffettiindi-

    retti

    (Fig.

    5.15)

    .

    EFFETTI

    DIRETTI

    Gli effetti

    meccanici

    diretti

    sono

    dovuti

    essen-

    zialmente

    al picco pressorio

    positivo

    dell'onda

    so-

    nora;

    si

    verificano

    esclusivamente alf

    interfaccia

    tra

    i tessuti

    che possiedono

    un'impedenza

    diversa,

    per

    esempio,

    tra i

    tessuti

    molli

    e

    i

    tessuti

    mineralizzati.

    Fig.

    5.15

    -

    Frommentozione

    di uno

    colcificozione

    con

    onde

    d'urto.

    ll

    picco

    presorio

    posiivo,

    roggiuno

    in

    pochi

    nonosecondi,

    responsobile

    dell'effetto

    di-

    retto;

    il fenomeno

    dello

    covitozione

    responsabile

    dell'effefio

    indirefto.

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    14/25

    Trupn coN

    ULrusuoNr

    5

    EFFETTI

    INDIRETTI

    Gli

    effetti

    indiretti

    sono

    imputabili

    soprattut-

    to al

    fenomeno

    della cavitazione,

    cio

    alla

    forma-

    zione di

    bolle

    gassose

    in

    seno

    ai tessuti,

    che,

    sot-

    toposte

    ai

    fasci ultrasonori,

    si

    rompono

    in

    rapi-

    da successione

    con

    un

    meccanismo

    detto

    at---iry-

    plosione".

    L

    implosione

    determina

    micrgetti

    dmu

    Qet

    streams)

    di

    alta

    velocit

    (400

    +

    800

    m/s) e di

    grande energia

    meccanica;

    i

    jet

    streams

    sono

    i

    responsabili

    degli effetti

    litici

    nei tessuti

    vicini.

    Alcuni

    studi

    (

    Cavall

    eri,

    2002; Wan

    g, 2003

    )

    han

    -

    no

    evidenziato

    anche

    effettibiochimici,

    correlati

    al

    fen

    o

    meno della

    cavita

    zione,

    car

    atter izzati dalla

    produzione di

    radicali

    liberi e

    soprattutto

    di ni-

    trossido

    di azoto

    (NO)

    ad azione

    citolitica,

    vaso-

    dilatante

    e

    neoangiogenetica.

    AZIONI

    BIOLOGICHE

    DELLE ONDE

    D'URTO

    Le

    azioni biologiche

    che

    conseguono

    agli

    gfflt-

    ti meccanici

    delle onde

    d'urto

    sono

    molteplici

    (5"1fi',

    let4l:--

    Le onde

    d'urto

    prsmuql:qlo

    la disgregazione

    delle strutture

    cristalline

    patologiche; fia-qlteSt-ii:''

    cd-iamo

    in

    primis

    le

    Sicifieaziorieh?,

    ridn

    pos-

    sedendo

    una

    strutturarganizzata

    di tipo

    protei-

    co-cristallino,

    sono

    pi fragili di un

    normale

    tes-

    suto

    osseo.

    Le onde

    diir-ta*faqilitano

    poi

    anche

    il [email protected]

    m e

    n

    t

    o de

    i fr a

    m

    m e ntf

    d

    lle

    -ffi

    il t ui

    {----lsgregare,

    ^

    fizie

    ail'iteremiainml"ta

    e

    efiffin

    detta

    ne-f

    i

    ungiog"ilJ

    (rr.di

    oltril-

    --

    -

    '

    '--

    ^

    \ I

    IJazione osteoinduttiva

    uno

    degli effetti

    pi

    in-

    teressanti

    delle

    onde d'urto;

    viene

    utilizzata

    nella

    pseudoartrosi

    e/o

    nei ritardi

    di

    consolidazione.

    Nella

    pseudoartrosi,

    che

    stata

    studiata

    con

    particolare attenzione

    (Valchanov,

    1

    99

    I

    ;

    Schleber-

    ger,

    1992;

    Kaulesar

    Sukul,

    1

    993;

    Haupt,

    1997

    ;

    Yo

    -

    gel,

    1997; Shaden,

    2001;

    Schoellner,2002) gli

    even-

    ti

    indotti

    dalle onde

    d'urto

    sono

    complessi.

    Gli ef[etti

    iniziali

    sono

    di

    tipo

    distruttivo;

    le on-

    de

    sonore

    inducono

    in

    successione:

    distacco

    pe-

    riostale,

    microfi

    ssur

    azioni

    della

    corticale,

    fram-

    mentazione

    delle

    trabecole

    della

    spongiosa,

    emor-

    ragie

    sub-periostali

    e

    formazione

    di

    ematomi

    nel-

    lo spazio

    midollare.

    In seguito,

    questo

    ambiente

    rivitalizzato

    divie-

    ne

    un fertile

    terreno

    di

    rigenerazione

    ossea.

    Que-

    sta

    appare

    solo alcune

    settimane

    dopo

    la fram-

    mentazione

    dei

    sequestri

    e

    si manifesta

    attraverso

    I'espansione

    del

    numero

    dei nuclei

    di

    aggregazio-

    ne calcica.

    Da un

    punto di

    vista biochimico,la

    fase

    rigene-

    rativa

    indotta

    dalle

    onde

    d'urto

    testimoniata

    dal-

    I'incremento

    della

    produzione

    di

    alcuni fattori

    osteogenici,

    come

    per

    esempio

    la BMP

    (Bone

    Morphogenic

    Protein).

    Tuttavia,

    a scanso

    di

    pericolosi

    equivoci,

    bene

    ricordare che

    questo

    effetto

    si esplica

    nelle

    condi-

    zioni di

    pseudoartrosi

    e

    dunque

    appare essere

    una

    diretta conseguenza

    della

    frammentazione

    dei

    "se-

    questri" ossei

    o

    comunque

    dei

    tessuti ossei inerti,

    che

    non

    possono essere

    eliminati

    dai

    normali

    emuntori

    dell'organismo.

    Non

    ha

    dunque

    senso

    trattare con

    onde

    d'urto

    patologie a carenza di

    massa

    ossea

    su base

    metabolica

    come,

    per

    esem-

    pio, I'osteoporosi.

    llazione iperemizzante

    che

    consegue

    al tratta-

    mento

    con

    onde

    d'urto

    appare

    indotta

    dal

    gra-

    diente

    pressorio

    e

    mediata dall'inibizione

    tempo-

    ranea del sistema

    nervoso

    simpatico

    (simpatico-

    plegia).

    IJiperemia

    delle onde

    d'urto

    simile

    a

    quella causata

    dalla classica

    terapia

    a ultrasuoni,

    ma

    pi ocalzzata

    e

    intensa.

    Questo

    effetto

    particolarmente

    evidente

    nei tessuti

    quiescenti

    o

    scarsamente

    vascolarizzati,

    come

    i

    tendini,

    le

    in-

    serzioni

    fibrotiche

    e

    le calcificazioni.

    Le

    onde

    d'urto

    sembrano

    poi in

    grado

    di

    favo-

    rire

    la neoangiogenesi

    capillare,

    cio

    la formazione

    di nuovi

    vasi

    in regioni

    metabolicamente

    poco at-

    tive.

    In risposta

    alle onde

    d'urto

    stata

    evidenzia-

    ta,

    infatti,

    una

    notevole

    concentrazione

    locale di

    ESAF

    (Endothelial

    Stimulating

    Angiogenic

    Factor),

    fattore

    di crescita

    liberato dalle

    cellule

    endoteliali

    danneggiate

    e

    dai

    fibroblasti

    (Wang,

    2000, 2003).

    I effetto

    antiflo

    gistico,

    che

    cos

    frequentemente

    si

    rileva come

    azione

    terapeutica

    indotta dalle on-

    de

    d'urto

    a energia

    medio-bassa,

    stato

    spiegato

    in

    varie

    maniere.

    Allo stato

    attuale,

    l'azione

    revul-

    siva

    (wash-out)

    delle

    sostanze

    flogogene,

    indotta

    dall'iperemia

    e

    dalla

    neoangiogenesi,

    ci

    sembra

    an-

    cora

    la

    spiegazione

    pi

    convincente.

    Le

    onde

    d'urto

    esplicano

    anche

    un'azione

    analgesica.

    Questa

    dovuta

    a

    due

    ordini

    di fatto-

    ri: un effetto

    diretto

    sulle

    terminazioni

    nerYose

    sensibili,

    ove si

    determina

    una sorta

    di

    pallane-

    stesia;

    un

    effetto

    indiretto, dovuto

    al

    meccanismo

    del tipo

    "Gate

    Control"

    e alla

    produzione

    di

    en-

    dorfine.

    t-

    93

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    15/25

    5

    TERAPIA FISICA

    -

    Nuovr

    TecNoLoore

    rN

    MrorcrNn RAstLrArrvl

    PARAMETRI

    DI TRATTAMENTO

    DENSITA DI ENERGIA

    l'energia rapportata

    all'area

    dello

    spot;

    il pa-

    rametro

    piir importante

    al

    fine

    del

    dosaggio;

    si

    mi-

    sura

    in

    mJ/mm2.

    In

    base

    alla densit d'energia, si suole suddivi-

    dere l'energia erogata con

    le

    onde d'urto in tre

    li-

    velli detti, rispettivamente,

    di

    bassa

    energia, di

    me-

    dia

    energia e

    di

    alta

    energia.

    In

    tabella 5.V riportiamo

    uno

    schema

    dei livel-

    li

    energetici.

    NUMERO

    DI

    COLPI

    Le

    onde

    d'urto

    devono

    essere

    erogate

    program-

    mandoundetgrminatorrumelod 'i._"_hi_p__"_t_ q

    duta,

    in

    funzione

    della

    patologia

    e del tessuto da

    Ifilie;

    per

    esempio,le

    patologie

    flogistiche ri-

    chiedono un numero relativamente

    basso

    di colpi

    (1000-2000);

    le

    pseudoartrosi

    vengono

    trattate

    con

    un numero

    maggiore

    di colpi

    (>3000).

    FREQUENZA

    D'EMISSIONE

    Le

    apparecchiature generatrici

    di onde d'urto

    sono

    in grado

    di

    erogare

    impulsi con

    una

    fre-

    quenza

    di colpi diversificata, soprattutto

    per

    fa-

    vorire

    la tolleranza del

    paziente

    ai

    trattamenti

    d'alta densit d'energia;

    infatti, in

    questi

    casi,

    se

    il

    paziente manifesta disagio

    o dolore franco, si

    pu ridurre lareazione

    dolorosa

    riducendo

    la fre-

    qlJenza.

    In alcuni apparecchi

    "classici"

    la

    modulazione

    varia

    da un massimo di

    4Hza

    un

    minimo di

    I

    Hz.

    Nei trattamenti

    a

    bassa densit d'energia

    sta-

    to osservato come aumentando la frequenza ven-

    ga

    incrementato l'effetto antalgico indiretto

    (ef-

    fetto

    Gate

    Control).

    Per questo

    motivo

    nelle

    at-

    trezzattxe

    di ultima

    generazione la frequenza

    ora

    impostabile

    sino a

    8

    Hz

    Questa

    frequenza

    rtilizzata,

    per

    esempio,

    nei

    trattamenti delle sin-

    Iob. 5.V

    -

    Livelli di densit di energio delle onde

    d'urto.

    TNERGIA

    Bosso

    Medio

    i

    ltro

    i__ ___,"_ ,__ _,,_

    '_

    dromi dolorose miofasciali

    (Trigger

    Point

    Shock-

    wave

    Therapy).

    MODALITA DI PUNTAMENTO

    Gli

    apparecchi

    di ESWT

    possono

    essere

    pror,vi-

    sti

    di un

    sistema

    di puntamento

    ecografico

    sia

    off-

    line che in-line;

    questi

    ultimi

    sono

    pir precisi

    e

    consentono un trattamento

    praticamente

    in real-

    time

    (Fig.5.16).

    Alcuni

    apparecchi sono

    in

    grado

    di

    sostituire la

    sonda ecografica

    con un dispositivo

    di

    puntamen-

    to

    a

    raggi X; la necessit

    di utilizzare la radiologia

    tradizionale riservata

    soprattutto

    alle

    forme di

    pseudoartrosi

    particolarmente

    complesse.

    Nella seguente tabella

    vengono riassunte le

    principali

    caratteristiche

    proprie

    delle

    pir

    comu-

    ni

    apparecchiature

    di

    ESWT.

    Iob.

    5.Vl- Sintesidelle corolerisiche ecnkhe dello tSM.

    DEI.I$T DI EIIERGIA

    0,005

    +

    1,5 nl/nm2

    COLPI

    /

    SEDUTA

    N

    =

    1000;5000

    FRtouH'tzA

    't

    ,t u-

    | : a ilz

    PENETRAZIONE

    0

    +

    0

    mr:r

    MODAI.I

    DI PUNIAMEI{TO

    Ecogrofko; Rx

    Fig.

    5.1

    -

    Sisiemo di punlomento

    ecogrofico

    coosiole (inline)

    in un

    dispo-

    sitivo

    piezoelettrico.

    mUmm2

    ,

    94

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    16/25

    Trnapn

    coN

    ULrnasuoNr

    5

    e

    le

    MODALITA

    DI

    TRANAMENTO

    Le

    apparecchiature pi

    recenti

    offrono la

    pos-

    sibilit

    di regolare

    il

    livello

    energetico

    su

    di un

    ran-

    ge

    talmente

    ampio da

    consentire

    alla

    maggior par-

    te dei

    pazienti

    di adattarsi alla sensazione doloro-

    al

    minimo

    Nel caso

    di

    patologie

    flogistiche

    acute,

    alcuni

    autori

    (Gigliotti,

    2000)

    consigliano

    di ridurre la

    densit a

    livelli

    bassissimi,

    per

    esempio

    a

    valori

    compresi

    tra

    0,005

    e

    0,035 mf/mm2, con

    3000 col-

    pi

    per

    seduta; con

    questi

    parametri,

    il

    trattamen-

    to

    pu

    anche essere eseguito

    per

    3-4 giorni

    di se-

    guito. Questo

    sistema consente

    di

    ridurre

    al

    mini-

    mo I'azione

    potenzialmente

    dolorosa delle onde

    d'urto

    e

    di favorirne gli

    effetti antiflogistici

    e

    anal-

    gesici.

    Il

    numero

    di

    colpi

    (tra

    1000 e

    5000),

    i\

    numero

    di trattamenti,

    nonchla

    cadenza

    degli stessi, va-

    riano

    soprattutto

    in

    funzione

    della

    patologia

    (Tabb.5.Vll

    e 5.Vlll).

    TECNICA

    SPAZZOLATA

    laltra tecnica in

    uso viene eseguita

    mediante lo

    spostamento

    dell'erogatore

    sui vari

    punti

    dolorosi

    della regione affetta dalla

    patologia;

    la

    tecnica

    una-

    nimemente

    chiamata

    spazzolata

    sarebbe dunque

    meglio

    definita

    come terapia"per

    punti

    dolorosi".

    La ricerca

    dei

    punti

    dolorosi

    essenzialmente

    clinica

    e

    non

    supportata

    da un

    ecografo

    in tempo

    reale;

    viene

    effettuata con la palpazione

    e

    la pres-

    sione

    manuale;

    evidente

    che con la

    tecnica

    "spaz-

    zolata" non

    possibile

    eseguire I'anestesia

    locale.

    Il

    razionale

    della tecnica

    si basa sul

    fatto di

    uti-

    lizzare non

    tanto gli effetti

    dirompenti delle onde

    d'urto, quanto gli

    effetti

    iperemizzanti

    e

    trofici.

    Il

    fine

    del

    trattamento

    dunque

    quello di

    aumenta-

    re

    il

    microcircolo

    delle

    strutture

    lesionate e meta-

    bolicamente

    quiescenti

    e

    favorire il naturale

    wash-

    out

    dell'organismo.

    Pertanto, le

    patologie

    a

    cui si

    rivolge la

    tecnica

    spazzolata sono soprattutto le tendinopatie

    e

    le

    pe-

    riatriti

    degenerative, anche

    con

    fini

    mineralizza-

    zioni

    (non

    grossolane

    formazioni );

    le patologie

    inserzionali,

    quali

    le pubalgie

    e

    le

    mialgie post-

    traumatiche

    persistenti.

    La

    densit di

    energia

    utilizzata

    varia

    da

    0,03

    a

    0,1 m]/mm2,

    secondo la

    dimensione

    e il tipo di

    tessuto

    da

    trattare.

    Il

    numero di colpi per

    seduta di 400

    o 500

    per

    punto.

    Comunemente,

    su

    una

    struttura

    di

    dimensioni

    medie, come

    per

    esempio la

    cuffia

    dei rotatori

    del-

    la

    spalla,

    rrengono

    trattati

    tre

    o

    quattro

    punti.

    Il

    numero di colpi per

    seduta varia

    tra

    1200

    e

    2000.

    La

    cadenza

    delle sedute

    in

    media

    una

    rrclta

    al-

    la

    settimana,

    per

    un

    totale

    di

    quattro,

    o

    al massi-

    mo,

    cinque volte.

    t

    tale compliance

    del

    paziente.

    solo

    ai

    pa-

    zienti

    con soslia dolorosa

    molto

    bassaiu Ii

    -,*-''''.#

    si

    &IiHAi

    u

    rsit?iifr&iu

    "-iG-"-

    vate,

    come nel

    caso

    delle

    pseudoartrosi

    e

    della ne-

    crosi ossea.

    Le principali

    modalit

    di trattamento

    sono: la

    tecnica

    focalizzata

    ela tecnica

    spazzolata.

    TECNICA

    FOCALIZZATA

    EtttTizzata

    dagli apparecchi

    che

    hanno

    il siste-

    ma

    di

    localizzazione

    e

    puntamento

    coassiale.

    Innanzitutto,

    si

    procede

    con I'ecografo

    all'indi-

    viduazione

    del

    target;

    nella

    maggioranza

    dei casi la

    sonda a 7,5 M}{z

    pi

    che

    sufiiciente a

    individua-

    re il bersaglio.

    Il

    puntamento

    a

    raggi X

    veramen-

    te utile nel caso di trattamento

    di

    pseudoartrosi

    con

    placche

    metalliche o in caso

    di

    focolai

    di frat-

    tura con bordi sclerotici.

    Nella terapia delle

    patologie

    a componente

    do-

    lorosa, come

    tendinopatie,

    fasciti, periatriti,

    buo-

    na norma

    ricercare

    clinicamente

    i punti

    del

    dolo-

    re,

    verificandone

    con I'apparecchio

    di

    puntamen-

    to I'esatta sede ed

    eseguire infine su di

    essi

    l'ero-

    gazione.

    Sono

    previsti

    protocolli

    di riferimento;

    tuttavia,

    nella

    pratica,

    molto

    meglio

    valutare

    la

    tolleran-

    za eIa risposta

    terapeutica del

    paziente,

    iniziando

    con

    valori

    di energia

    pir

    bassi

    di

    quelli

    standard

    per

    poi

    aumentarli progressivamente.

    Ia

    densit

    di

    energia

    uno dei parametri

    fonda-

    mentali

    da

    programmarel

    I'energia

    superiore a

    OJ ml/mm2

    riservata

    al

    trattamento

    delle pseu-

    dmrtrosi dei

    grandi

    segmenti

    scheletrici,

    come fe-

    more

    e

    tibia. Per

    pseudoartrosi

    di segmenti

    ossei

    piir

    piccoli

    come,

    per

    esempio,

    lo

    scafoide della

    mno,

    si consigliano intensit comprese

    tra 0,2

    e

    O"

    mJ/mm2.

    Comunque,

    per il

    trattamento della

    pseudoartrosi,

    buona norma

    valutare

    attenta-

    nnte

    i

    protocolli

    delle varie aziende, essendo

    as-

    si

    diversa I'estensione dell'area

    dello

    spot

    e

    di

    con-

    sc:uenza

    la

    densit energetica dei

    vari dispositivi.

    ,

    95

    sa

    indotta

    dalle

    onde d-rlrto,

    t

    .

    --=t-ff----r--i;.'*-.._*

    *

    i

    casi di utrlizzo dell'anestesia.

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    17/25

    5

    ffRlptR

    FISICA

    -

    Nuovr

    TrcNorocrr

    rN MrorcrNr

    RngrLranvr

    INDICAZIONI

    TERAPEUTICHE

    Le

    indicazioni

    terapeutiche

    delle onde

    d'urto

    sono

    assai

    ampie; le patologie

    in

    cui vi maggio-

    re esperienza

    sono le

    seguenti:

    -

    pseudoartrosi;

    -

    tendinopatie

    inserzionali

    calcifiche;

    -

    tendinopatie inserzionali

    non

    calcifiche.

    Vediamo

    in

    dettaglio

    i

    protocolli

    di

    queste

    pa-

    tologie.

    PSEUDOARTROSI

    Nella

    terapia

    della

    pseudoartrosi

    le

    onde

    d'ur-

    to

    ricoprono

    un

    ruolo

    di

    primo

    piano

    e

    sono

    at-

    tualmente

    uno

    "step"

    obbligatorio

    prima

    di

    pro-

    cedere

    con

    metodiche

    invasive.

    Gli

    ottimi risul-

    tati ottenuti

    con le onde

    d'urto,

    hanno

    di

    fatto

    cambiato

    i

    protocolli

    terapeutici

    di

    questa

    pato-

    logia.

    Rientrano

    nel

    campo

    d'azione

    delle onde

    d'ur-

    to

    sia le

    pseudoartrosi

    ipertrofiche

    che quelle

    atro-

    fiche,

    purch

    sufficientemente

    stabili

    o

    stabilizza-

    te; in particolare,

    le

    pseudoartrosi

    atrofiche

    sono

    spesso

    gravemente

    instabili

    e

    devono essere prima

    stabilizzate

    chirurgicamente.

    Le

    pseudoartrosi

    settiche

    sono

    generalmente

    escluse

    da questo

    tipo

    di trattamento,

    sia

    per gli

    scarsi

    risultati

    ottenuti,

    che

    per

    il

    rischio di

    riatti-

    vazione

    dell'infezione; quest'ultimo

    aspetto

    in

    realt

    molto pir teorico

    che reale.

    La

    pseudoartrosi

    della clavicola richiede

    un

    di-

    scorso

    aparte,

    in

    quanto

    pu

    essere trattata

    solo

    con apparecchiature

    di

    ESWT

    aventi

    un

    punta-

    mento

    preciso

    e con fuoco

    molto

    piccolo, per

    evi-

    tare lesioni

    agli apici

    polmonari.

    Per

    eseguire

    un

    trattamento

    di

    questo

    genere

    necessario

    mante-

    nere

    il

    punto

    focale

    sulla corticale

    anteriore

    della

    clavicola

    e indirizzare

    il

    fascio

    di

    ultrasuoni

    dal

    basso

    verso

    I'alto.

    Il trattamento

    della

    pseudoartrosi

    con le

    onde

    d'urto

    deve

    sempre

    essere

    programmato

    accura-

    tamente

    con

    i

    sistemi in-line

    disponibili;

    se

    I'eco-

    grafo in

    dotazione

    non

    sufficiente,

    si

    pu

    ricor-

    rere,

    ove

    possibile,

    al

    puntamento

    in scopia

    a

    rag-

    gi

    X. Devono

    essere

    a

    definite con precisione

    sia la

    topografia del

    segmento

    osseo che I'entit

    della

    pseudoartrosi;

    infatti,

    il

    numero

    delle

    sedute

    varia

    in

    funzione del rapporto

    tra I'area

    da

    trattare

    e

    la

    dimensione

    dello spot.

    In

    ogni

    seduta

    viene trattata una

    zona diversa

    della

    pseudoartrosi,

    ma

    almeno i

    due

    terzi del fo-

    colaio

    devono

    essere

    trattati

    entro

    i

    primi

    7-10

    giorni.

    preferibile

    completare

    comunque

    il

    primo

    trattamento nell'arco

    di due settimane, per

    favo-

    rire un'evoluzione

    uniforme

    del

    processo

    di

    gua-

    rigione.

    Tuttavia,

    necessario

    un

    intervallo di

    al-

    meno 3-4 giorni

    tra un'applicazione

    e l'altra;

    in-

    fatti,

    oltre al dolore, nella

    zona trattata

    si forma un

    piccolo

    ematoma,

    sia

    periostale

    che

    sottocutaneo,

    che

    si deve

    riassorbire.

    La densit

    di

    energia

    consigliata

    elevata,

    con

    valori

    compresi

    tra

    0,3 e

    1

    mIlmm2.

    Le

    strutture

    ossee

    superficiali

    e/o di

    dimensio-

    ne

    contenute

    possono

    essere

    trattate

    con

    un'energia

    inferire

    a 0,5 m|/mm2;le

    strutture

    pi

    profonde

    o

    con

    margini

    sclerotici

    del foco-

    laio

    necessitano

    di

    energia maggiore,

    compresa

    tra 0,5 e 1 mJlmm2

    .

    Il

    numero

    di

    colpi per

    seduta

    varia

    da

    1000

    per

    i piccoli

    segmenti

    scheletrici,

    a 3000-6000 per

    i

    grandi

    segmenti

    scheletrici.

    Larto

    affetto

    da

    pseudoartrosi

    e

    trattato

    con

    le

    onde

    d'urto

    va

    poi

    protetto

    con un

    apparecchio

    di

    immobilizzazione

    (di

    gesso

    o

    di materiale plasti-

    co).

    Dopo

    30-60

    giorni

    si esegue

    un nuovo

    control-

    lo radiologico.

    Se

    la consolidazione

    appare

    ben av-

    viata,

    il

    trattamento

    con

    ESWT

    si

    pu

    dire conclu-

    so.

    Diversamente,

    si

    procede

    con un

    secondo

    trat-

    tamento,

    uguale

    al

    primo.

    Il

    terzo trattamento

    ha

    senso solo se

    al secondo

    trattamento

    c'

    stata

    una risposta positiva,

    cio

    una callificazione

    almeno

    parziale;

    vengono

    trat-

    tate allora solo le

    aree

    non

    consolidate.

    Questa

    terapia richiede

    molta perizia

    e atten-

    zione;

    la

    presenza

    di

    placche

    e

    viti,

    per

    esempio,

    necessita

    di un

    preciso

    puntamento,

    perch

    imez-

    zi metallici

    non

    devono

    essere investiti

    dalle onde

    d'urto,

    in

    quanto potrebbero

    essere

    spostati dalla

    loro

    sede. D'altra

    parte,

    la presenza

    di

    un mezzo

    metallico

    proprio

    nella

    zona

    di

    pseudoartrosi

    pu

    essere

    una delle

    cause della

    mancata

    consolidazio-

    ne,

    impedendo

    il trattamento

    con

    ESWT.

    A volte

    si assiste

    al mancato

    consolidamento

    della frattu-

    ra

    al di sotto

    di una

    placca

    di

    sintesi

    per

    I'impos-

    sibilit

    tecnica

    di

    raggiungere

    il

    focolaio.

    Labilit

    e

    I'esperienza

    dell'operatore

    consente

    spesso in

    questi

    casi di

    ttilizzare

    "finestre"

    terapeutiche

    inaccessibili

    ai

    neofiti.

    Per esempio,

    la

    presenza

    di un chiodo endomi-

    dollare non

    controindica

    in

    assoluto

    un

    tratta-

    1..

    ,

    _el

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    18/25

    Tenapn

    coru

    Unnnsuo.r

    f.:

    al-

    un

    i

    di

    mento

    con

    ESWT;

    tuttavia,

    necessario

    focaliz-

    zarele

    onde

    sonore

    sulla

    superficie

    corticale

    del_

    l'osso,

    evitando

    di

    mettere

    in

    vibrazione

    il

    chio-

    do

    stesso.

    In questi

    casi

    il

    trattamento

    piuttosto

    doloroso,

    essendo

    il periostio

    molto

    sensibile;

    si

    pu

    lavorare

    allora

    modificando

    la frequenza del-

    le

    onde

    d'urto,

    con

    valori

    di I-2H2.

    Se

    questo

    ac-

    corgimento

    non

    fosse

    sufficiente,

    I'anestesia

    loca-

    le, perifocale

    o tronculare,

    raramente

    generale.

    allora

    una procedura

    da

    eseguire

    senza

    lcuna

    esi-

    tazione.

    Oltre

    alle

    infezioni,

    sono

    ritenute

    controindica_

    zioni

    all'tso

    delle

    onde

    d'urto

    in pseudoartrosi:

    -

    la

    stretta

    vicinanza

    di

    cartilagini

    di

    accrescimen_

    to

    alla

    zona

    di

    pseudoartrosi;

    -

    la

    presenza

    di

    mezzi

    metallici

    nel

    focolaio

    stes_

    so, non

    evitabili

    col puntamento

    selettivo;

    -

    tutte

    le

    forme

    neoplastiche.

    TENDINOPATIE

    INSEMIONALI

    CALCIFICHE

    Le patologie

    inserzionali

    calcifiche

    sono

    un'al_

    --Efiamo

    brevemente

    i

    meccanismi

    anatomo-

    patologici

    che

    conducono

    a

    queste

    formazioni.

    Nella tendinopatia

    calcifica, secondo

    Uhthoff

    e

    Lo-

    ehr

    (1997),

    la

    calcificazione

    si

    sviluppa

    classica-

    mente

    secondo

    tre

    stadi

    in

    successione:

    pre-calci-

    fico,

    calcifico

    (diviso

    in

    tre fasi:

    formativa,

    di

    sta-

    o,

    di

    riassorbimento)

    e

    post-calcifico.

    5.l7

    -

    Voluminoso

    colcifkozione

    del

    tendine

    del

    muscolo

    sovrosoinoso

    $,

    some

    ecogrofico.

    Il primo

    stadio,

    pre-calcifico,

    caraltenzzato

    da

    metaplasia

    fibrocartilaginea.

    Nel

    secondo

    stadio,

    calcifico,la

    calcificazione

    si

    presenta

    inizialmente

    di

    consistenza

    simile

    al

    ges_

    so;

    viene poi

    progressivamente

    contornata

    da

    tes_

    suto

    fibroso; infine,

    se

    passa

    alla

    fase

    di riassorbi-

    mento,

    diviene

    di

    consistenza

    gelatinosa,

    con ipe_

    remia

    e

    neoangiogenesi.

    Nel

    terzo

    stadio,

    post-calcifico,

    la

    calcific

    azione

    yiene

    sostituita

    da

    un

    tessuto

    di

    granulazione

    (Fig.

    s.18).

    Questo

    schema

    rappresenta

    il

    ciclo

    fisiologico

    di

    formazione

    e

    riassorbimento

    di

    una

    calcifica_

    zione;

    in

    realt,

    vi

    sono

    casi

    in

    cui

    la

    calcifi

    cazio_

    ne,

    giunta

    nella

    fase

    di stato,

    entra

    in

    uno

    stato

    di

    quiescenza

    per

    cui,

    in

    assenza

    di

    uno

    stimolo,

    non

    tende

    al

    riassorbimento.

    Dal

    punto di

    vista

    clinico,la tendinopatia

    calci_

    fica

    sJiqprrn-q

    regle]ele

    e

    limitazione

    funziona-

    le,

    fenomeni

    molto

    enideti

    ntrJfr

    d.lriurroi_

    Eirento.

    La

    diagnosi

    strumentale

    si

    awale

    della

    radio_

    gr

    afia

    tr

    adizio

    nale

    e dell'

    eco grafi

    a; quest'ultima,

    in

    particolare,

    documenta

    molto

    bene

    la

    strutru_

    razione

    -o

    iI

    riass'orbirnento

    della

    calcific

    azione.

    a

    secorida

    della

    presenza

    o

    meno

    del

    cono

    d'ombra

    posteriore.

    Il

    trattamento

    di

    queste

    patologie

    inserzionali

    .9"

    l"

    .]@ttg.j1',

    3;i

    risultati

    spet-

    taco

    I

    ari.

    ll

    mi

    g

    I

    io

    ramn-ti-a

    eltr

    e

    deicr

    i

    tto

    con

    costanza

    in

    tutte

    le

    casistiche

    di_".lgendinogrtie

    calcifiche

    trattate

    con

    le

    onde

    d'urtJ

    sa

    della

    calci-

    ficazione,

    le

    casistiche

    (Thiele,

    2000;

    Gerdesme-

    3'stadio

    post-lcifico

    Riassorbimento

    dolore

    +

    +

    +

    Fase

    formativa

    dolore

    +

    -

    tig.

    5.18

    -

    Gli

    $odi

    dello

    endinopoth

    do

    snd

    tffthffi

    s

    lsmr

    fl

    99/).

    r

    --9:t-.-

  • 7/24/2019 5. TERAPIA CON ULTRASUONI.pdf

    19/25

    5 TERAPIA

    FISICA

    -

    Nuovr TrcNoLoorr

    rN

    MrorcrNA

    RngrLrnrvn

    yer,

    2000) la

    riportano

    in

    percentuale

    variabile

    dal

    47o/o

    al73o/o. Attualmente,

    un

    atteggiamento

    di

    cauto

    ottimismo

    sembra quello

    che guida la

    maggior parte

    dei

    terapeuti che

    utilizzano

    le on-

    de d'urto :

    ru_deteJalglg_e$tgg-{el"sd

    rniglisra-

    mentoclinico,nonl'elimina-zla-nc".dcll.a-calqif,

    aA-

    T-

    zlone.

    D'altra

    parte,

    le

    calcifi,cazioni secondarie

    a

    fe-

    nomeni infiammatori

    e degenerativi, non

    si

    pre-

    sentano

    da un punto

    di

    vista


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