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6Donna #10

Date post: 30-Mar-2016
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Inchiesta Criminalità e antiracket A tavola Un Natale ecosostenibile Bellezza Novità: Ossigeno terapia Auguri
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InchiestaCriminalità e antiracket

A tavolaUn Natale ecosostenibile

BellezzaNovità: Ossigeno terapia

Auguri

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2 d i c e m b r eduemiladodici sommario

ditoriale

Foggia con le sue criticità. Lacittadinanza con le sue (tiepide)reazioni. Sono loro protagoniste diquesto numero di 6Donna. An-che a Natale. Una città ferita,avvolta da un profondo sensodi solitudine. Buia, per-ché l’Austerity ha im-posto tagli anche sulconsumo energetico.E così girare per le strade mette ma-linconia nonostante il clima natalizioche, a dir la verità, si avverte an-cora davvero poco.

Aggredita, nella sua animapiù viva che è quella del com-mercio. Esplosioni, danneggia-menti, e in sottofondo quellaparola che tutti pronuncia-no tra i denti ma che nessu-no osa dire a voce alta. ESTOR-SIONI. E tutto questo nonostantei proclami. Perché di racket in re-altà si parla, obietterà qualcuno.Certo. Ne parlano i vertici. Maquali? Quelli delle associazioni dicategoria, quelli delle forze del-l’ordine. Ne parla sin dal suo arri-vo a Foggia anche il prefetto La-tella che ha partecipato ad unainiziativa a carattere istituziona-le per dire NO al racket. Ma loro do-ve sono? Perché è chiaro che solo dalbasso può nascere qualcosa di con-creto. E allora dove sono i commer-cianti? Primi ad essere feriti diretta-mente, stentano a denunciare,stentano a venire fuori dal terroreche li attanaglia. È forse per questoche alla marcia organizzata all’in-domani della bomba a “Bi Bop Fa-shion” hanno sfilato ottocento, millepersone (su una cittadinanza di150.000). E che le altre marce (primae dopo l’attentato del Viale della Sta-zione e del negozio cinese) sono an-date (quasi) praticamente deserte.Eppure erano organizzate in difesadel diritto di vivere la propria città,contro il malaffare, il degrado. Ar-gomenti che dovrebbero interessarea tutti, commercianti e cittadini co-muni. Ma così non è. Perché troppospesso i foggiani rimangono a guar-dare, magari dalle finestre di casa, odall’abitacolo della propria autovet-tura. Oppure non guardano proprioperché troppo distratti dalle vicen-de personali. Come se il malaffare,il degrado non fossero affar loro. Co-me se la criminalità non li riguar-dasse. Come se chiudersi tra le quat-tro mura domestiche li preservasseda ogni male. O semplicemente per-ché, “fino a quando accade agli altri,poco importa”. E che sia un’auto ru-bata o una vetrina fatta saltare, “l’im-portante è che non accada a me”.Foggia ferita, buia, aggredita, dicevoall’inizio. Città in cui ognuno corre ilrischio di sentirsi sempre più solo.Una soluzione però deve esserci. Cicredo perché sono ottimista di natu-ra, ci credo perché lo sono ancor dipiù a Natale. E poi lo ha detto ancheun uomo che io ritengo equilibrato,l’assessore alla Sicurezza di Foggia,Franco Arcuri, che conosco da quan-do indossava i panni del poliziotto.“Siamo così giù nelle varie classifi-che di vivibilità che possiamo solomigliorare”. L’importante è iniziare.Magari a non girarsi dall’altra parte.

Buon Natale 2012.

di ANNA RUSSO

4 Personaggio del mese• Antonia Rinaldi, ufficiale gentildonna

5 Storie di vita• Femminicidio, nelle scuole

l’educazione alla relazione• Chi abbassa la testa

e chi scende in piazza

6 Inchiesta• Quando la criminalità stanca

e la città si indegna

8 Attualità & Cultura• La psicologa scrittrice

9 Sociale• Costruire il proprio futuro

10Fashion• Il benessere dei capelli innanzitutto

12Ricerca & Benessere• Nelle Spa scatta l’era del Fish Wellness

13Moda• La personalità è Donna

14Società• L’attesa delle feste... e non solo

16Iniziative• La Vita tra le dita

17Rubriche

21A tavola• Decori a misura di famiglia

22Wedding planner• Scegliere l’abito da sposa23Viaggi• Capodanno in Botswana

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3d i c e m b r eduemiladodiciPromotion

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4 d i c e m b r eduemiladodici personaggio del mese

Antonia Rinaldi, ufficiale gentildonnaALLIEVA MODELLO DELL’ACCADEMIA MILITARE DI MODENA

Vent’anni ancora da compiere,ma tanto carattere da vendere. E’l’Allievo Ufficiale dell’Accademiamilitare di Modena Antonia Rinal-di. Foggiana doc, di recente è statainsignita della statua de “La Bonis-sima”. Il premio, attribuito annual-mente all’allievo ufficiale donna chealla fine del primo anno accademicoha raggiunto il miglior risultato permerito complessivo, rappresentauna donna famosa per la sua gene-rosità ed onestà, simbolo di Mode-na e delle donne tutte.

A cosa è dovuta la scelta di en-trare in Accademia?

Sono entrata in Accademiaspinta dal desiderio di conoscerequesto mondo, a me del tutto sco-nosciuto fino a quel momento. Unascelta importante, una scelta di vi-ta. Una scelta che mi ha permesso dicrescere in una realtà piena di valo-ri sani e genuini, condivisi con altriragazzi come me. L’ aiuto reciprocoè alla base della nostra vita: insiemepossiamo condividere tutte le emo-zioni che quotidianamente ci tra-volgono qui, in Accademia, strin-gendo così legami indissolubili, chedureranno tutta la vita. L’Accade-mia, inoltre, mi offre un iter formati-vo stimolante, impegnativo e diver-sificato permettendomi diintraprendere un percorso univer-sitario e di tenermi in forma allo stes-so tempo, curando l’aspetto fisico

nella sua totalità.La vita in Accademia è im-

prontata al rigore. È difficile perun giovane, uomo o donna che sia,abituarsi a tali ritmi di vita?

Grinta, volontà, impegno, de-terminazione, fermezza: sono questigli ingredienti che rendono la vitaaccademica così diversa... speciale!

I ritmi non sono mai stati un proble-ma per me (non nego che a casa nonavrei mai avuto delle simili tempi-stiche), ma riconosco di essere un al-lievo ufficiale, futuro comandantedi uomini; quello che io trovo “diffi-cile” è altro.

Ha mai avuto cedimenti (deltutto comprensibili, tra l’altro)?

“Bisogna superare i propri limi-ti” … E’ questo quello che i coman-danti ci ripetono costantemente perstimolarci a dare di più e... devo di-re, grazie a loro in un anno ho rag-giunto dei risultati che mai avreipensato di conquistare. Ma prima disuperare i propri limiti, è necessarioraggiungerli! Ed è questo delicatopassaggio in cui a volte ho avuto deicedimenti credendo, ingenuamen-te, di “non farcela”, ma guardando-mi attorno ho sempre sentito il con-forto dei miei colleghi, pronti adaiutarmi in qualsiasi momento.

Quale contributo ritiene chela donna possa offrire in campomilitare?

Ogni individuo ha un posto de-

terminato da occupare nella socie-tà. Esso deve conformarsi perfetta-mente alla qualità intrinseche di cia-scuno di noi in modo tale daimpiegarle e sfruttarle adeguata-mente al servizio degli altri. Che siparli di militari o civili, che si parli diuomini o donne, per ogni scelta divita non si può prescindere dal cuo-re e dalla passione. Posso afferma-re quindi che, per essere un militare,bisogna avere una “vocazione”, aprescindere dal sesso, e se questa èforte e presente dentro di noi, l’Eser-cito Italiano non potrà che goderedel notevole e consistente contribu-to di ogni singolo soggetto che hadeciso di entrare a far parte di que-sta grande famiglia.

Desidera un giorno crearsiuna famiglia?

Io sono un militare e sono unadonna. Il mio desiderio è quello didiventare comandante di uomini emadre di famiglia... io non ci trovoniente di strano, e lei? Lo so, non è

facile... ma non impossibile! Sonocerta che con dedizione, sacrificio esoprattutto con un compagno che miaiuti e mi comprenda, i miei deside-ri saranno realizzabili senza che unasfera penalizzi l’ altra.

Sarebbe pronta a partire inmissione?

Sì, indiscutibilmente sì. Fa par-te del gioco! Se la patria ha bisognodi me all’estero, sicuramente nonmancherò! Sarà il momento in cuipotrò mettere in pratica ciò che avròimparato con gli anni di addestra-mento che mi aspettano e rendereun servizio alla Patria. Quando siparte?!

Giochiamo un po’... Donnapolitico, donna militare, show girl:i difetti e i pregi di ognuna di lo-ro.

Non è il ruolo che si ricopre adavere difetti o pregi, ognuno di noi hai propri. Non mi è mai piaciuto di-stinguere in categorie le persone,che si tratti di professione nel mon-do dello spettacolo, di vita politica omilitare: tutte richiedono molto im-pegno e dedizione che permettonodi esprimere la propria individuali-tà, particolarità e, di conseguenza,unicità. Dare un giudizio di valoresul modello stereotipato di donnasminuirebbe e dequalificherebbe ilvalore che il singolo esprime in ogniaspetto della sua vita.

Anna Russo

Grinta, volontà, impegno, determinazione, fermezza: gliingredienti della vita militare

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C’è chi abbassa la testa e chiscende in piazza per manifestare. Enelle ultime quattro settimane, aFoggia, le occasioni per le protestee le pubbliche rimostranze non so-no mancate. Dalla marcia dell’as-sociazione Donne in Rete al corteodel 1° dicembre, organizzato dalmovimento cittadino spontaneo“Diritti uguali per tutti”. Nel mez-zo le due manifestazioni contro ilracket organizzate rispettivamen-te da Libera con Unifg e dalG.A.D.D.. Quattro occasioni, quat-tro problemi all’ordine del giorno,quattro diverse risposte dalla citta-dinanza. “La nostra protesta eracontro il degrado morale, civile e so-cio-economico in cui versa la città.

Un tema che tocca tutti da vicino,ma la partecipazione della cittadi-nanza è stata talmente esigua chela manifestazione non è nemmenopartita”, spiega con disincantatorealismo Fabio Patrone del movi-mento “Diritti uguali per tutti”. Po-co partecipata anche la prima ma-nifestazione, quella contro la

corruzione in Capitanata, promossada Donne in Rete e che ha visto trai partner dell’iniziativa anche ilmensile “6Donna”. Ne abbiamoparlato con il presidente del movi-mento, Rita Saraò.

Dopo i resoconti - spesso con-trastanti - pubblicati su giornali eportali di informazione, è possi-bile fare un bilancio, a freddo,della manifestazione?

Il livello di corruzione e malaf-fare è arrivato ad un punto tale daimpedirci di vivere civilmente, madi sopravvivere nella nostra città.Per questo motivo era necessario or-ganizzare la Marcia insieme a tan-te amiche e amici foggiani. Il bilan-cio, che in un primo momento mi èapparso deludente, oggi mi esalta,perché la nostra iniziativa ha obbli-gato ad una profonda riflessione eal risveglio di molte organizzazionie istituzioni cittadine. Dopo di noialtri hanno ritenuto, finalmente, ne-cessario “marciare” per la lotta alcrimine diffuso. E questo è un gran-dissimo successo.

Nel suo intervento a chiusuradella marcia, però, non ha nasco-sto una certa delusione circa lascarsa partecipazione della cittàall’evento…

Attribuisco quella scarsa parte-cipazione alla paura di “mettere lapropria faccia” quando non c’è una

chiamata ufficiale da parte di “chiconta” e noi, Associazione femmi-nile Donne in Rete, per moltissimiconcittadini e alcune concittadine, inquanto donne, non contiamo nulla.Non hanno partecipato, per esem-pio, le donne e gli uomini dei parti-ti e delle istituzioni, assenze visto-se che però non cambiano la miaconvinzione: continuare ad esserela spina nel fianco di tutti coloro che,direttamente o indirettamente, sonoresponsabili della situazione attua-le.

Pochi ma buoni, quindi. Al-meno a giudicare dalle proposteche sono state lanciate a fine ma-nifestazione, dal palco in via Ce-sare Battisti…

Abbiamo raccolto tante propo-ste ed idee, ora stiamo lavorando

per fare una proposta operativa,una “rete”, per indebolire il crimi-ne a tutti i livelli. A noi interessa po-co essere in passerella, farci vede-re, fare comunicati stampa peresibire. A noi interessa fare con ef-ficacia e sobrietà.

Vi siete definite “sentinelledella legalità” e avete speratonella contaminazione delle buo-ne pratiche promuovendo la gior-nata delle denunce anonime inProcura. Quali altre azioni ver-ranno messe in campo?

“Io non ho paura” è lo sloganche abbiamo scelto. Perché non ab-biamo paura di affrontare e sfidareil malaffare e, quindi, anche se“contiamo poco”, la nostra autore-volezza e la nostra forza sono tuttededicate alla salvaguardia del no-stro territorio e dei nostri figli. Lanostra è davvero una “rivoluzionegentile” che mette in campo com-petenze, sensibilità, coraggio e sfi-da verso i responsabili di questo ve-ro e proprio disastro cittadino. Neiprossimi giorni ci riuniremo per fa-re un piano d’azione e costruire larete dove auspichiamo vogliano es-serci anche i promotori delle mar-ce che hanno seguito la nostra.

Maria Grazia Frisaldi

5d i c e m b r eduemiladodicistorie di vita

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileAnna Russo

CaporedattoreAngela Dalicco

Hanno collaboratoDalila CampanileElisabetta CiavarellaIrma MeccaMariangela MarianiMaria Grazia Frisaldi

Rubricheavv. Palma Rubanodott.ssa Floredana Arnòdott.ssa Teresa A. Priscodott.ssa Anna Maria Antonuccidott.ssa Anna Leporedott.ssa Ines Panessadott.ssa Tiziana Celesteprof.ssa Raffaella Scolozziprof.ssa Rina Di Giorgio Cavaliere

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.26 - Fax 0881.56.33.19

[email protected]

Sito internetwww.6donna.com

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

Gaetano era pazzo di gelosia: un giornopassa dalle mani al coltello da cucina. Del-la sua ex sappiamo solo che abita a San Se-vero ed è viva per miracolo. Michele pervent’anni ha perseguitato la sua fisioterapi-sta. Fino a costringerla a lasciare la città, adandarsene da Foggia. A febbraio C.D. (nonpossiamo nemmeno chiamarlo per nome,perché di lui conosciamo solo le iniziali) hascaricato la sua amante sulla Statale 16. Pe-stata, vagava sul ciglio della strada, sottoshock. Giuseppe a vent’anni ha picchiato lamamma per soldi. È una madre coraggio: loha denunciato e glielo hanno portato via. Lalista degli uomini che odiano le donne si al-lunga ogni giorno. Le vittime non le vedre-mo mai. Centinaia di scarpe rosse, ormail’immagine simbolo. Un volto però ce

l’hanno: gli occhi gonfi dal pianto, la facciatumefatta, un labbro spaccato. Si leccano ilsangue e si contano i denti in bocca. È unamattanza. E non importa che ci scappi ilmorto. È già un’emergenza nazionale.

A tre anni dall’introduzione del reato distalking e proprio alla vigila della Giorna-ta Mondiale contro la violenza sulledonne, in Senato sono state de-positate una mozione sul fem-minicidio e la proposta di di-segno di legge 3390“Norme per la promozionedella soggettività femmi-nile e il contrasto al fem-minicidio”. Tra i firmataridei due testi c’è anche lasenatrice foggiana del Par-tito Democratico ColombaMongiello.

Per femminicidio non si in-tende solo l’omicidio di donne (inquesto caso si parla di femmicidio) quantopiuttosto la violenza, l’erosione continuadella loro dignità.

Muta l’approccio: si incomincia a par-larne in termini di prevenzione. Entrano ingioco le scuole, attraverso iniziative di sen-sibilizzazione, informazione e formazione.

Il Ddl istituisce la figura del referenteper l’educazione alla relazione, in grado disollecitare misure educative per le pari op-portunità e la promozione della soggettivi-

tà femminile. Il sacrificio di tante donne haindotto a ipotizzare di lavorare con gli uo-mini, per abbattere gli stereotipi culturali edi genere. Al Sud storicamente radicati piùche altrove. Il disegno di legge prevedel’adozione di un codice di autoregolamen-

tazione per i media, perché spessoveicolano la rappresentazio-

ne di rapporti stereotipatitra i generi.

La cornice giuridi-ca è la Convenzionedi Istanbul, firmatadall’Italia il 27 set-tembre e non anco-ra entrata in vigore.

La mozione de-positata impegna il

Governo a provvede-re alla ratifica, magari

prima della fine delle legi-slatura, e ad adottare le misu-

re contenute nel Ddl. L’Istituto Nazionale di Statistica effet-

tuerà apposite rilevazioni sulla discrimina-zione e la violenza di genere e sui maltrat-tamenti in famiglia: nascerà l’Osservatoriosulla violenza nei confronti delle donne. Iltesto implementa l’assistenza e i servizi of-ferti alle vittime di maltrattamenti, ai loroaguzzini offre programmi di riabilitazione,ma su base volontaria.

All’interno della proposta vengono codi-

ficate delle aggravanti per i delitti commes-si davanti ai minori e viene presentato un cor-rettivo allo stalking che estende l’aggravan-te alle ipotesi in cui il fatto sia commesso dalconiuge, anche se separato solo di fatto.

Nelle intenzioni dei firmatari, i procedi-menti penali per i reati sessuali hanno lapriorità, affinché le vittime non vivano a lun-go nel terrore. “C’è una drammatica corre-lazione tra libertà delle donne e violenza sul-le donne – spiega Colomba Mongiello –specchio di un inquietante fenomeno cultu-rale che deve essere prevenuto e contrasta-to con una strategia articolata su più piani, co-me prevedono tanto il disegno di legge chela mozione. Servono - conclude la senatricePD - le azioni positive nelle scuole, il soste-gno attivo e operoso dell’informazione, leintegrazioni istituzionali e le specializza-zioni operative, così come sono necessariespecifiche aggravanti penali, azioni di tute-la più diffuse e penetranti sotto il profilo eco-nomico, lavorativo e sociale”.

Mariangela Mariani

Ad istituire la nuova figura un Ddl e una mozione presentatialla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne

Tra i firmatari della proposta di legge anche la senatrice Colomba Mongiello

Femminicidio, nelle scuole l’educazione alla relazione

Si protesta contro il malaffare, la criminalità e il degrado socio-economico

A Foggia un mese di manifestazioni e cortei. Partecipazione a corrente alternata

Chi abbassa la testa e chi scende in piazza

Colomba Mongiello, Senatrice PD

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Una città dovrebbe essere deisuoi cittadini. Una città dovrebbefarli sentire al sicuro. Liberi di pas-seggiare, senza il rischio di esserescippati. Liberi di parcheggiare, sen-za il rischio di non ritrovare più l’au-tovettura, lì dove la si era lasciata.Liberi di gestire un’attività com-merciale senza il rischio che questa,una notte d’autunno, all’improvvi-so, faccia boom.

Troppi rischi per una città tuttosommato piccola come Foggia, unpaesone dove tutti conoscono tutti.E dove nulla accade per caso. E nes-

suno vede, nessuno parla. O almeno così era fino a poche

settimane fa. Sino a prima di quelbum più fragoroso degli altri, che

non ha solo divelto una saracinesca,ma ha creato uno squarcio. Un buconero che, forse, questa volta hascheggiato la cappa di indifferenzaomertosa che rischia di soffocare lacittà. E così in strada la gente ci è sce-sa (vedi la pagina accanto, ndr) contanto di cartelli per dare la sua ri-sposta ad una criminalità che ha al-zato il tiro, che ruba,che rapina, cheestorce. Che ha stan-cato.

Meno di milleforse, pochi secondoalcuni, abbastanzaper Alfredo Fabbro-cini, da due anni di-rigente della Squa-dra mobile di Foggia.

“Credo che negli ultimi tempisia cambiato in positivo il modo diragionare del cittadino foggianoperché ha riscoperto la capacità diindignarsi: quegli episodi criminosiche prima venivano quasi tollerati,accettati con indolenza, adesso ven-gono vissuti per quello che sono: deisoprusi. Che si tratti di microcrimi-nalità o di criminalità organizzata,in entrambi i casi abbiamo visto na-scere forme di protesta più o menoprofonde, incisive o anche solo fol-kloristiche ma comunque utili. Que-sto è importante per noi forze del-l’ordine, per il cittadino, ma ancora di

più, in senso negativo questa volta,per chi delinque: prima un rapina-tore veniva quasi ammirato. Adessoha stancato, offeso, mortificato la cit-tà. Stessa cosa dicasi per le bombe.L’esplosione dell’altro giorno ha col-pito maggiormente l’opinione pub-blica perché accaduta in centro, marispetto agli anni passati non si è trat-

tato di nulla dinuovo. Innova-tiva, invece, èstata la reazionespontanea dellacittadinanza”.Oltre alla bom-ba è finalmente“esplosa” la ri-sposta dei citta-

dini. Quella che tarda ad arrivare,invece, è la collaborazione dei com-mercianti. “Più volte, anzi quasisempre, abbiamo dovuto fare da so-li. Di rado abbiamo trovato cittadiniche hanno denunciato: in altre real-tà li definiremmo semplicemente‘dotati di senso civico’, qui a Foggiali chiamerei eroi contemporanei. Im-prenditori o commercianti che subi-vano soprusi, chi da poco, chi da tan-to tempo. Ci hanno agevolato illavoro enormemente permettendo-ci di chiudere le indagini in tempibrevissimi. La maggior parte dellevolte però abbiamo agito da soli: re-gistrate le vessazioni subite dalle vit-

time, le ab-b i a m omesse difronte alfatto com-piuto e aquel punto,sì, siamoriusciti araccogliereil loro sfo-go. Certo,la denuncia spontanea è un’altra co-sa”. Per quella ci vuole coraggio.“soprattutto in un luogo come Fog-gia dove il sistema delle estorsioni edelle tangenti è ormai incancrenito,così consolidato da non essere nep-pure vissuto come una vessazione,ma come una tassa da pagare ad ungoverno diverso”. Quando il cittadi-no riacquista la capacità di indi-gnarsi, di riconoscere l’ingiustizia,allora il discorso cambia. A quelpunto c’è una reazione, si sfila inpiazza con mille persone reggendocartelli dimostrativi. “Avrei voluto cifosse più gente ma va bene così, al-meno per cominciare. Nel momentoin cui la società è più partecipe, lospazio a disposizione della crimina-lità si riduce”. Sotto questo punto divista un segnale determinante sa-rebbe la costituzione di una asso-ciazione antiracket. “Servirebbe acapire che una soluzione c’è, perché

si può davveroscalare la classi-fica delle città co-me qualità di vi-ta se aumentanodi quantità quel-li che voglionovivere diversa-mente. Ma percreare un circolovirtuoso è neces-saria la parteci-

pazione attiva della parte sana del-la collettività, che non si estrinsecanecessariamente nella denuncia, maalle vote basta un quotidiano soste-gno, una scelta di campo. Un’asso-ciazione antiracket darebbe un for-te segnale di contrasto a chi vuoleche la città continui a vivere sotto lacappa di mafiosità, sotto l’oppres-sione, segnerebbe una linea di con-fine, un punto di non ritorno. Indi-cherebbe che, anche se non c’è lapattuglia della polizia nei dintorni,ci sono i cittadini, c’è la gente per-bene che sa da che parte stare, unavolontaria polizia in borghese. Do-potutto la mafia attecchisce là doveci sono persone che ‘hanno’ paura enon che ‘fanno’ paura, ma se il citta-dino è lasciato solo non ce la farà; edanche le forze dell’ordine , prima diogni cosa,sono costituite da cittadi-ni.”.

Anna Russo

Trent’anni vissuti con la divisadella Polizia. Da agosto, fresco dipensione, è assessore alla Sicurezzadel Comune di Foggia. Franco Ar-curi continua quell’attività che inpassato svolgeva nell’interesse del-lo stato, indirizzandola ora a soste-gno diretto della comunità che sen-te propria, nonostante le originicalabresi.

Conosce la criminalità di Fog-gia sotto vari aspetti. Cosa è cam-biato in questi anni?

Ritengo che sia peggiorata lacittà con le sue criticità. Certe cosenon si verificano all’improvviso. Sec’è una situazione di degrado, daquesta man mano si sviluppano unacerta microcriminalità, un senso dinon appartenenza che, unitamentealle problematiche economiche dicerto rilevanti, determinano pro-blematiche di natura criminale.

Cosa c’è che non va in Foggia?Io direi piuttosto “cosa possia-

mo fare noi per migliorarla”. Certa-mente non possiamo fare rivoluzio-ni in tempi brevi, ma c’è qualcosache possiamo fare tutti per renderlapiù vivibile. Compito dell’ammini-

strazione pubblica è assicurare i ser-vizi essenziali al cittadino, dare ri-sposte efficienti e quanto meno ac-cettabili, ma poi c’è il cittadino chedeve capire che la città è sua. Noi cistiamo impegnando ad intervenirenelle scuole d’infanzia per avviarei bambini sin da piccoli all’educa-zione civica.

Cosa si può fare?Credo si possa fare tanto. Ab-

biamo la fortuna/sfortuna di essereagli ultimi posti per vivibilità per cuipossiamo solo migliorare. Dobbia-mo convincerci che con l’impegnodi tutti possiamo farlo. Sono con-vinto che la legalità e non l’illegali-tà sia contagiosa. Non abbiamo si-tuazioni criminali impossibili da

ribaltare. Certo, bisogna non ab-bassare mai la guardia e mantenerel’attenzione costante. In ogni caso,l’impegno di Polizia di Stato, Armadei Carabinieri, Procura e DDA sivede.

In questa situazione di difficol-tà il vostro ruolo di amministratoriquale può essere?

È diverso da quello di indaginedelle forze dell’ordine, può esseredi sprone a che certe situazioni ab-biano risposte immediate da partedello stato. E non parlo solo del cor-teo, che comunque è segno di civil-tà e mi trova pienamente d’accordo,ma deve seguire anche un’azioneconcreta. La migliore risposta è cheil negozio esploso sul Viale dellaStazione riapra domani mattina nel-le stesse condizioni in cui era primadella detonazione. Ognuno deve fa-re la propria parte. Intanto il primopasso è stato fatto: la titolare di BiBop dal 20 dicembre per alcunigiorni riaprirà i battenti in centroin un gazebo messo a disposizionedell’amministrazione comunale.Le organizzazione di categoria, dalcanto loro, possono sostenere i com-

mercianti ed aiutarli ad accelerarei tempi per la concessione di un con-tributo da parte dello stato.

La collaborazione non dovreb-be partire dagli stessi commer-cianti che troppe volte subisconole estorsioni senza denunciarle?

Io vorrei una risposta corale daparte di tutti gli esercenti del com-mercio, vorrei che dicessero insie-me ‘Noi non ci stiamo’! E’ chiaro chebisogna che superino la paura e sifidino di più dello stato. E le condi-zioni ci sono: forze di polizia e ma-gistratura hanno dato continue e co-stanti prove di impegno e serietà. Laloro risposta c’è, l’impegno e i risul-tati pure. Spero che questo sia dasprone alla costituzione di una as-sociazione antiracket che purtrop-po a Foggia ancora non c’è. Per es-sere utile deve partire dal basso:importante è che se ne senta la ne-cessità.

Gli enti invece in che modopossono contribuire?

Investendo in sicurezza, sceltache permetterebbe di subire menodanni dalla criminalità, vivere in unambiente più sereno, in una socie-

tà capace di favorire di conseguen-za gli investimenti economici. Lo sipuò fare in tanti modi: predispo-nendo telecamere sulle strade peresempio, aumentando la presenzadi uomini e mezzi sul territorio. Mail cittadino deve partecipare di più,deve capire che il problema di un al-tro riguarda anche lui.

Cosa intende fare il suo asses-sorato al riguardo?

Abbiamo un servizio congiuntosul territorio ogni giorno con l’Armadei Carabinieri e per due, tre voltealla settimana con la Polizia di Stato.Presto i vigili urbani saranno arma-ti, non appena ci sarà la disponibi-lità dell’armeria. Intanto gran partedi loro si sta sottoponendo a corsi didifesa personale. Cercheremo an-che di intervenire sui mezzi peraverne di più efficienti. Il nostroobiettivo è ridurre sino ad eliminarele situazioni di degrado e di ostaco-lo alla vivibilità. a.r.

6 d i c e m b r eduemiladodici inchiesta

Alfredo Fabbrocini, dirigente della Squadra mobile: “Foggia sta cambiando”

All’indomani dell’attentato a “Bi Bop Fashion” la comunità comincia a reagire

Quando la criminalità stanca e la città si indegna

Da poliziotto ad assessore comunale

Sicurezza e vivere civile L’impegno di Franco Arcuri nella lotta all’illegalità

Alfredo FabbrociniDirigente Squadra Mobile Foggia

Franco ArcuriAssessore Sicurezza Comune di Foggia

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Foggia città omertosa, Foggiacittà criminale, Foggia città in lot-ta con i suoi fantasmi. Troppo spes-so i titoli dei giornali sono duri e in-clementi nei riguardi di questacittà, dileggiata e disprezzata daifoggiani prima che dalle classifichee dalle testate blasonate, come inun gioco di specchi riflessi. Abbia-mo provato ad analizzare la situa-zione attuale con Daniela Marconedel coordinamento Libera Foggia.

Qual è la situazione in città?Foggia è molto cambiata, i fog-

giani sono cambiati. La massicciapartecipazione alle manifestazioniantiracket delle scorse settimanene è la prova. Fino a non molti annifa, invece, la città era un muro digomma. Probabilmente molti nonavevano neanche capito che la ma-lavita stesse prendendo piede. Leguerre tra le batterie della Societàfoggiana, poi, l’hanno fatta piom-bare in un silenzio devastante: sonostati gli anni in cui la malavita si èancorata al tessuto cittadino, è en-trata nei gangli vitali del potere enell’economia foggiana. Oggi, in-vece, noto una maggiore volontà dicapire, soprattutto nei giovani. Si-curamente c’è ancora molto da fare,ma almeno oggi c’è una reazione esi può lavorare per costruire il cam-biamento.

In questo senso, il presidio fog-giano di Libera può essere un os-servatorio privilegiato per valuta-re l’atteggiamento - non semprecollaborativo - dei cittadini...

Il coordinamento di Libera Fog-gia è molto cresciuto e sta esten-dendosi anche in provincia, dovesono nati due presidi: uno a Ceri-

gnola, l’altro a Lucera. Indubbia-mente questo nostro sforzo sta dan-do i suoi frutti, ma abbiamo bisognodi maggiore comunicazione con lealtre realtà associative del territo-rio. Solo in rete abbiamo la possibi-lità di vincere la paura dei cittadiniche troppo spesso vediamo trasfor-marsi in colpevole omertà.

Su quale versante bisogna la-vorare per diffondere e far attec-chire la cultura della legalità?

In primo luogo è necessarioessere uniti: non possiamo per-metterci di essere divisi controla malavita. Il fronte da opporredeve essere organizzato, e nella“rete” includo anche le istitu-zioni. Un’azione concreta, poi, èsicuramente la costituzione diuna associazione antiracket, mal’iniziativa deve partire dagli im-prenditori, dai commercianti.Noi potremo accompagnarli, es-sere sempre accanto a loro, maè essenziale che la ribellione alracket delle estorsioni parta “dalbasso”.

Oltre alle Mafie, però, bisognacombattere un atteggiamento ma-fioso che sottende comportamenti

posti in essere quotidianamente…L’atteggiamento mafioso è or-

mai una realtà del nostro territorioe va contrastato in modo deciso. Bi-sogna farlo per essere più convin-centi di fronte ai più giovani che, al-trimenti, non avrebbero altroesempio da seguire. Anche perquesto, Libera agisce in sinergiacon le associazioni rappresentati-ve degli studenti medi e universi-tari, nella convinzione profondache i ragazzi siano i cittadini di og-gi (e non quelli di domani, comespesso si dice, per escluderli dallescelte politiche).

Negli ultimi mesi, siamo statiabituati ad un presidio del territo-rio da parte delle forze dell’ordi-ne assolutamente massiccio, ro-busto. È di questo che ha bisogno lacittà?

La presenza delle forze dell’or-dine sul territorio è importante edio non mi sento di giudicare o valu-

tare le modalità con le quali questapresenza viene espressa. Ma la cit-tà deve rispondere anche ad altresollecitazioni, deve reagire e colla-borare. Il senso dell’operato di Li-

bera è proprio questo: creare, ac-canto all’antimafia fatta dalle forzedell’ordine e dall’autorità giudizia-ria, un’antimafia sociale, che im-pegni in primis i cittadini e la so-cietà civile in una lotta culturale allemafie e ai comportamenti mafiosi. Iosono ottimista, vedo il cambiamen-to, occorre insistere ed i risultati ar-riveranno.

Maria Grazia Frisaldi

7d i c e m b r eduemiladodiciinchiesta

IN PIAZZA CONTRO IL RACKET

Foggia risponde “Presente!”

Una prolungata congiuntura economi-ca sfavorevole, il potere d’acquisto che si fapiù debole, la pressione fiscale sempre piùgravosa. Insomma, avviare e portare avan-ti un’attività imprenditoriale di tipo com-merciale sembra sempre più difficile. AFoggia, come nel resto del Paese; e la si-tuazione si complica notevolmente se amettere il bastone tra le ruote (già lente) delcarroccio dell’economia locale è la crimi-nalità. Ad illustrare e chiarire quello che è loscenario locale è Damiano Gelsomino, pre-sidente della Confcommercio di Foggia.

È possibile fare un breve bilancio del-lo stato di salute delle realtà commerciali aFoggia?

La situazione locale si inserisce in uncontesto nazionale che non può certo defi-nirsi roseo. E’ chiaro che le debolezze spe-cifiche amplificano quella che è una crisidei consumi generalizzata. Consideri cheil Centro Studi Confcommercio a Roma hastimato un calo su base nazionale, rispettoalle festività natalizie dello scorso anno, del

13%. E comprende benecosa questo potrà rappre-sentare nei bilanci di mol-te attività commerciali.Particolarmente in una re-altà oggettivamente de-pressa come la nostra. Di-ciamo che per molti annisiamo stati un settore trai-nante dell’economia citta-dina, mentre adesso stia-mo tirando un po’ il fiato…

Quanto influiscono, nel quadro gene-rale appena tracciato, la micro e macro cri-minalità che sappiamo ben radicate nelterritorio?

Una valutazione percentuale ovvia-mente non è possibile. Quel che è certo, èche lo sviluppo imprenditoriale di qualun-que genere ha bisogno, per essere duratu-ro e diffuso, di sicurezze. E’ chiaro che lapaura e le tensioni legate ad una criminali-tà incombente non permettono a nessunodi lavorare bene e soprattutto scoraggiano

nuovi investimenti, grandie piccoli, sul territorio.

Estorsioni, rapine, at-tentati incendiari. I com-mercianti sono sempre i piùesposti. Come viene vissuta,percepita questa situazio-ne?

I commercianti sanno diessere sempre in prima li-nea. Ciò che importa è chenon si lascino scoraggiare.

In riferimento agli ultimi odiosi episodi re-gistrati a Foggia, dobbiamo avere il corag-gio di alzare la testa. Dobbiamo riappro-priarci, con la collaborazione delle forzedell’ordine e di tutte le realtà sane del ter-ritorio, delle strade e delle piazze. Le città ap-partengono a chi ci lavora e ci vive nel ri-spetto delle norme e delle regole dellaconvivenza civile. Non dobbiamo permet-tere a nessuno di prendere il sopravventocontando sulla prevaricazione e la violen-za.

Le forze di polizia stanno ottenendoimportanti risultati in materia, ma ribadi-scono l’importanza di una proficua colla-borazione da parte delle vittime di minac-ce e taglieggiamenti. Crede che icommercianti siano adeguatamente “sup-portati” in tal senso? E, in caso contrario,quali organizzazioni andrebbero istituiteo potenziate?

Ho rimarcato più volte che le manife-stazioni, pur fondamentali, da sole non ba-stano. So bene che le forze di polizia fannodel loro meglio e che la collaborazione èfondamentale. Il controllo del territorio de-ve essere un punto di partenza. In una cittàcome Foggia può essere intensificato conun utilizzo coordinato di tutte le forze incampo. Penso per esempio ad un interven-to più diretto della Polizia Municipale. Daparte nostra è chiaro che ci vogliono più de-nunce. Ripeto, come Confcommercio siamoponti a sostenere ed ospitare, come fatto aVieste, una associazione antiracket anchenel capoluogo. mgf

Daniela Marcone di Libera Foggia: “Sono ottimista, vedo il cambiamento”

La ribellione al racket delle estorsioni deve partire dai commercianti

Uniti per una “antimafia sociale”

Un bilancio dello “stato di salute” delle attività presenti in città

Vita da commercianti: in trincea o in prima linea ?

Una manifestazione convin-ta e compatta nei propositi e nel-le intenzioni. Al passaggio delserpentone di manifestanti, loscorso 24 novembre, le vetrine e leinsegne dei negozi della città

hanno spento le lucio abbassato le sara-cinesche. “E’ un se-gno di rispetto –spiegano i commer-cianti - perché col-pendo uno di noi,hanno colpito tutti”.Ed è così che la cittàha deciso di strin-gersi attorno ad An-tonella e Luigi, i ti-tolari del negozio“Bibop Fashion” diviale XXIV maggio,

distrutto da una bomba. Ultimoepisodio di una lunga serie di at-tentati dinamitardi: attività fio-renti sventrate da dinamite o or-

digni rudimentali, oggi luoghi“spettrali”, simbolo della lotta al-la criminalità. A rappresentareogni tappa di questo percorso trale macerie c’erano sei sagomebianche, leggere, dai tratti ano-nimi: ognuna simboleggiava unattentato subìto, da quello di viaCrispi a quello di via Fania.

L’ultimo sabato di novembre,Foggia ha trovato il coraggio discendere in strada e parteciparealla manifestazione antiracketpromossa e organizzata da Libe-ra Foggia e dall’Università di Fog-gia, ma condivisa da istituzioni lo-cali, associazioni studentesche eassociazioni di categoria. Circa800 i manifestanti, tutti stretti die-tro ad un lungo striscione: “Il ru-more della reazione, più forte del-l’esplosione”, c’era scritto. Unadichiarazione di intenti forte echiara: Foggia ha finalmente al-zato la testa. Mgf

Intervista a Damiano Gelsomino, presidente di Confcommercio Foggia

Damiano Gelsomino,Presidente Confcommercio Foggia

Daniela MarconeCoordinamento Libera Foggia

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8 d i c e m b r eduemiladodici inchiestaattualità & cultura

FOGGIA, UN NOME, UNA STRADA...

PET TERAPY

Chi era Anna De Lauro Matera?Il piazzale, antistante all’in-

gresso della Multisala “Città delCinema”, è stato di recente inau-gurato dal Sindaco Gianni Mon-gelli e intitolato all’On. Prof.ssa An-na De Lauro Matera (Napoli 1909– Roma 2003), per la sua eccezio-nale personalità, l’al-to impegno civile e gliincrollabili principimorali.

A Napoli, sua cittànatale, Anna De Laurocompleta gli studi ma-gistrali e universitari;poi si trasferisce aFoggia, ove il padre capostazione ha ri-cevuto la nuova destinazione. InsegnaLingua Inglese dal 1936 presso il Liceoclassico “Lanza”, meritando la stima el’apprezzamento dei colleghi, insiemecon l’affetto degli alunni; dopo due an-ni sposa Vincenzo Matera.

In seguito s’iscrive al Partito Socia-lista Italiano e condivide il pensiero delProf. Antonio Vivoli, personaggio im-portante del panorama politico e cultu-rale del tempo, e dell’Avv. DomenicoFioritto, simbolo del socialismo di Capi-tanata. Sono gli anni difficili del dopo-guerra e della ricostruzione, quando èchiamata nell’Amministrazione Comu-nale diretta da Luigi Sbano per interes-sarsi dei problemi legati alla scuola e al-la condizione femminile; permarrànell’incarico di Consigliere comunalesino al 1968.

Alle votazioni politiche del 1953 An-

na Matera viene eletta Deputata, pri-ma donna socialista di Puglia e del Sudin Parlamento. Ottiene la riconfermadell’incarico come responsabile nazio-nale della Commissione femminile e,di conseguenza, entra nella Presiden-za nazionale dell’Unione Donne Italia-ne (UDI) con Nilde Iotti, Giglia Tedesco,Luciana Viviani, Nora Federici. Terminal’impegno parlamentare con le elezionidel 1963, ma prosegue l’attività politicache, con l’insegnamento, costituisce lasua grande passione.

Accetta, nel 1965, la nomina nelConsiglio di Amministrazione dellaCassa per il Mezzogiorno e l’anno suc-cessivo in quello del FORMEZ. In virtùdell’esperienza acquisita nei diversi set-tori della vita pubblica, rivolge la sua at-tenzione al territorio con l’istituzione deiCentri di servizi culturali, che si rivela-no preziosi strumenti per la crescita ci-vile e morale dei lavoratori. Nel 1967 en-tra a far parte della Direzione dell’EnteFiera di Foggia; ancora protagonista,con generosità e altruismo, della vita po-litica cittadina e modello per le futuregenerazioni.

Rina Di Giorgio Cavaliere

L’ANGOLO DELLA CULTURA

Natale oggiUn tempo, sì un tempo, (e quando uso que-

st’espressione non intendo riferirmi al Me-dioevo, ma a quarant’anni fa), in tutte le an-tologie scolastiche non mancava mai unapoesia sul Natale da leggere in prossimità del-le feste per catturare un po’ di spiritualità edinfonderla a poco a poco nell’animo dei gio-vani. Si cominciava con l’arcinota poesia delGozzano La notte santa: <Consolati, Maria, deltuo pellegrinare!/ Siam giunti. Ecco Betlem-me/ ornata di trofei./ Qui potremo riposare….>e si recitava a più voci per dare risalto ai per-sonaggi ed alla faticosa marcia:<Avete un po’di posto, o voi del Caval Grigio?/ Signore cene duole/ è notte di prodigio/ son troppi i fo-restieri/ non ho stanze da affittare…>.

Si passava poi al Pascoli de Le ciaramel-le: <Udii tra il sonno le ciaramelle/ ho udito unsuono di ninne nanne/ci sono in cielo tutte lestelle, / ci sono i lumi nelle capanne>.

In seguito, gli zampognari sparirono tra-volti dallo sviluppo industriale ed anche quel-le poesie emigrarono dai libri perché giudicatetroppo infantili e semplicistiche. Nelle com-posizioni sul Natale entrò quindi la nota po-lemica, come in Un pellerossa nel presepe diGianni Rodari: <Il pellerossa con le piume intesta/ e con l’ascia di guerra in pugno stretta,/com’è finito tra le statuine/ del presepe, pastorie pecorine/ e l’asinello, e i maghi sul cam-mello/ e le stelle ben disposte/ e le vecchinedelle caldarroste?>.

Infine rimase da sola nelle antologie la stu-penda poesia di Giuseppe Ungaretti Nataleche, in verità, proprio natalizia non era perchéparlava di un soldato solo e disperato, uscito

dalle trincee della grande guerra, e desiderososoltanto di un po’ di calore: <Non ho voglio dituffarmi/ in un gomitolo di strade / ho tantastanchezza/ sulle spalle / Qui non si sente/ al-tro/ che il caldo buono/ Sto con le quattro/ ca-priole/ di fumo/ del focolare.> Sicché, per ri-trovare qualcosa dell’aria natalizia occorrevariprendere in mano le Christmas stories delvecchio Dickens e rileggere dell’ avaro misterScrooge e della trasformazione che lo Spiritodel Natale riuscirà a suscitare nel suo animoarido e miscredente. Si è detto da più parti cheil consumismo ha corrotto questa festa tradi-zionale, trasformandola in una festa paganarappresentata dall’albero e non più dal pre-sepe. Si potrebbero tuttavia trovare altre ra-gioni a questo disincanto generale, come lecase più piccole, le donne ed i padri più in-daffarati eccetera. Però, se dovessi consiglia-re adesso una poesia da leggere per la pre-parazione al Natale, dovrei ricorrere ad unaispirata lirica del poeta Nazim Hikmet, inti-tolata Non vivere su questa terra e indirizza-ta al suo bimbo: <Non vivere su questa terra/come un inquilino/ oppure in villeggiatura/nella natura/ vivi in questo mondo come fos-se la casa di tuo padre/ credi al mare/ al solealla terra/ ma soprattutto all’uomo./ Ama la nu-vola la macchina il libro/ ma innanzi tutto amal’uomo. Senti la tristezza dell’animale infermo/del pianeta che si spegne/ ma innanzi tutto latristezza dell’uomo/. Che i beni terrestri ti dia-no gioia, che le quattro stagioni ti diano gio-ia, ma che soprattutto l’uomo ti dia gioia>.

Buon Natale nel segno di una reciproca so-lidarietà.

a cura della prof.ssaRaffaella Scolozzi

Parte a Foggia il progetto pilota

Inizialmente sarannoquindici i bambini, con al-cune patologie o disagiemotivi, che usufruirannodelle terapie mediche conl’ausilio di animali dome-stici, ma in futuro il progetto diventerà una realtà con-sistente per molte famiglie foggiane. È la Pet terapy, unaterapia dolce, basata sull’interazione uomo-animalein campo medico e psicologico che, per la prima voltain Puglia, sarà sperimentata presso la ASL FG. Il pro-getto pilota avrà una durata di quattro mesi; ne farà

seguito poi uno definiti-vo. Il servizio sarà curatodal dott. Luigi Urbano,direttore provinciale del-l’area C del servizio ve-terinario, in collaborazio-ne con la facoltà diMedicina veterinaria di

Teramo. L’obiettivo è mettere a disposizione dei piccolipazienti un gruppo di lavoro qualificato formato da di-verse figure professionali: a medici, psicologi e fisio-terapisti spetterà il compito di valutare e determinarecome l’animale (in questo caso il cane) debba essere im-piegato; a veterinari e conduttori professionisti, inve-ce, quello di occuparsi del controllo della salute e del-la salvaguardia del benessere dell’amico a quattrozampe. L’intento del progetto è di coinvolgere non so-lo i bambini affetti da particolari patologie ma di sen-sibilizzare tutti i bambini e le famiglie sui benefici cu-rativi che può avere un animale domestico per lacrescita e la formazione dei minori. A tal proposito, in-fatti, l’Asl e le istituzioni locali si stanno organizzandoaffinché anche negli istituti scolastici del territorio ven-ga avviata un’attività di zooantropologia didattica che,svolta da professionisti con l’apporto di animali, potràdiventare parte integrante delle attività scolastiche.

Paura, ansia, tutte le emozioni dell’esistenza umana

Aurora Martina Meneo, grande scoperta del Premio Letterario Lupo

La psicologa scrittrice“Uno studio recente ha

rilevato che il 96% della po-polazione adulta ha persouna persona cara che era al-la soglia dei 50 anni. Romil-de ne ha quarantanove.Rientrerà nella statistica?”.

E’ un intrigo psicologico avvin-cente il racconto, dal titolo “Statisticamente”, di Aurora Martina Meneo,prima classificata per la sezione “Shor-tstories L’invasione dei Lupi” dell’ul-tima edizione del Premio Lupo.

Come è nata l’idea di partecipa-re al premio?

La mia prima partecipazione alPremio Lupo non ebbe nulla di poeti-co. Era il 2010 e il bando mi fu indica-to da un mio amico il quale, di fronte al-le mie perplessità (sono una psicologa e,all’epoca come ora, la scrittura per me erasolo un passatempo), mi fece notare che ilconcorso in questione aveva due qualitàpiuttosto rare da trovare nel mondo deiconcorsi letterari: iscrizione completa-mente gratuita e ricchi premi in palio. Inu-tile dirlo, mi convinse subito. In quel-l’edizione non conquistai il podio, ma ilmio racconto ottenne una menzione dimerito da parte della giuria. Il fatto chefosse il mio primo riconoscimento pub-blico, unito all’atmosfera della giornata ealle persone con cui avevo avuto il piace-

re di condividerla, mi invogliarono a ten-tare ancora. Un po’ meno per i premi emolto più per il piacere di scrivere.

Così l’anno dopo ci riprovò, arrivòseconda e iniziò a prenderci gusto…

A quel punto, ho capito che forse erail momento di allontanarsi dalla “tana”.Nel 2011 ho partecipato alle selezioni peril Laboratorio di scritturaRAIeri, organiz-zato ogni anno dalla Rai a Roma e mi han-no ammesso al livello base, poi sono sta-ta selezionata per quello avanzato e, persei mesi, un semplice passatempo si è tra-sformato in un’attività che occupava gran

parte della mia giornata. Ho passato qua-si un anno nella Capitale, frequentandocorsi di scrittura e sceneggiatura, conl’idea che, anche se la cosa non avesseavuto un seguito, la mia professione neavrebbe sicuramente giovato. In fondo, glipsicologi lavorano con le parole. Quan-do questa esperienza incredibile si è con-clusa, non è stato semplice ritornare allaquotidianità. Sentivo il bisogno di darle unsenso o, almeno, di capire se fosse real-mente servita a qualcosa. Così, con unbagaglio più pesante e ragionato, sonotornata al mio caro vecchio Lupo.L’hoconsiderato una sorta di banco di prova enon poteva andare meglio di così.

Di cosa tratta il racconto?Nel racconto il tema dell’invasione

non è visibile dall’esterno, ma non perquesto è meno devastante. E’ la paura adassalire la protagonista, Romilde, quandoun sondaggio tv la informa che presto po-trebbe morire. Mi piace analizzare a fondociò che provano i miei personaggi, perchésulle emozioni si basa l’esistenza stessa.La paura, l’ansia, possono condizionare vi-te intere senza che le persone percepisca-no il minimo sentore di “anormalità”. Sia-mo così abituati a certe condizioni didisagio da considerarle ordinarie e immu-tabili: “Sono fatto così” è una delle frasiche pronunciamo più spesso. Il raccontosarà visibile a breve sul sito ufficiale delconcorso www.premiolupo.com.

Anna Russo

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Sono tanti i motiviche possono porta-re all’interruzione o,

peggio, all’abbandonodegli studi.

Fortunatamente sono tanti anche i mo-tivi che, ogni anno, spingono sempre piùpersone a riprendere in mano i libri per ri-mettersi in carreggiata e trovare una for-ma di “riscatto personale” proseguendonella formazione universitaria, rimediaread un errore commesso in gioventù e mi-gliorare la propria posizione lavorativa.

In quasi 20 anni di attività, “Scuola Ita-lia” è stata complice e testimone di tantis-simi “riscatti”, tutti racchiusi nelle storiedei tanti studenti che in questi anni hannoconcluso la propria esperienza scolasticascegliendo uno dei 15 indirizzi di studio (tralicei, istituti tecnici e professionali) propo-sti. Ne abbiamo parlato con Maria Grazia DiNanno, da oltre 10 anni responsabile dellafiliale foggiana Scuola Italia, attiva in Cor-so Giannone 85.

A chi si rivolgono i corsi Scuola Italiae come sono organizzate le lezioni?

I corsi si rivolgono a tutte quelle perso-ne che hanno bisogno di recuperare anniscolastici o conseguire il diploma. Uno staffqualificato, tra docenti e tutor, affianca icorsisti per tutto il periodo delle lezioni, mo-tivandoli continuamente. Tutto il materialedidattico può essere erogato tramite di-spense e supporti informatici e, dal prossi-mo anno, sarà attiva anche una piattafor-ma internet per la didattica on-line (idealeper gli studenti lavoratori) o blended. Pa-rallelamente a tutto ciò, sono previsti tuto-rati personalizzati per valutare lo stato diapprendimento in itinere e individuare le la-cune da colmare in vista dell’esame finale.Per gli studenti frequentanti, invece, sonopreviste tre lezioni settimanali, di mattinao pomeriggio secondo le disponibilità. Ogniclasse è composta da non più di 10 corsistiper permettere ai tutor di seguire tutti conla necessaria cura e attenzione.

Fino a quando è possibile iscriversiper conseguire la maturità?

La scadenza è fissata al 15 marzo 2013.Entro quel termine, infatti, agli studenti èdata, per legge, la possibilità di ritirarsi dascuola per vari motivi (quali possono esse-re, ad esempio, lacune nello studio difficil-

mente recuperabili, motivi di salute o con-flitti insanabili con uno o più docenti dellapropria classe o scuola) con la possibilità direcuperare l’anno privatamente.

Il titolo conseguito con Scuola Ita-lia è un diploma paritario, quindi equi-valente al diploma pubblico. Tale tito-lo, quindi, garantisce l’accessoall’università (molti dei nostri studen-ti hanno scelto di proseguire gli studisuperando brillantemente i test dellefacoltà a numero chiuso) e la parteci-pazione ai concorsi pubblici.

La prova d’esame si svolge negli isti-tuti convenzionati con Scuola Italia, realtàdislocate in un raggio massimo di 150 km

dalla sede scolastica.Conseguire un titolo di studio signifi-

ca investire nel proprio futuro. Sono pre-viste promozioni o forme di pagamentoagevolate?

Certamente. In questo particolareperiodo di crisi generalizzata abbiamodeciso di andare incontro alle famiglielanciando delle promozioni particolari,con dei tariffari concorrenziali e possi-bilità di rateizzazioni, per incentivarequeste ultime ad investire nel futuro deipropri figli.

In questi ultimi anni, il bilancio diScuola Italia è assolutamente positivo: cisiamo attestati su una media di oltre 50iscritti all’anno, tutti percorsi di studioconclusi con ottimi risultati.

Alla luce della diversità dei corsisti, qua-li sono le vostre metodologie didattiche?

Con i ragazzi cerchiamo di avere un ap-proccio aperto e comprensivo, finalizzato acapire le reali le motivazioni che hanno cau-sato l’abbandono degli studi.

Molto spesso la causa è da rintracciarenella scelta di un indirizzo di studi non in lineacon le proprie attitudini, e quindi il nostro in-tervento è soprattutto di orientamento; altrevolte, invece, si tratta solo di un momentobuio, d’empasse, come può avvenire in etàadolescenziale, soprattutto alla luce delletante attrazioni/distrazione di questo periodo.In questi ultimi casi, il nostro intervento con-siste nel traghettare gli studenti verso la ri-soluzione dei problemi, colmando lacuneconcettuali e nozionistiche.

Con gli adulti o gli studenti lavoratori, in-vece, si tratta soprattutto di una questione dimetodo. Chi sceglie di riaprire i libri dopo tan-ti anni, infatti, è già motivato: ciò che gli man-ca è una guida sicura per mettere a frutto l’en-tusiasmo e l’impegno profuso.

9d i c e m b r eduemiladodicisociale

E’ attiva da circa vent’anni, a Foggia in corso Giannone, 85

Quindici indirizzi di studio tra licei, istituti tecnici e professionali

“Scuola Italia” Costruire il proprio futuro

Flessibilità nelle lezioni, tutorati personalizzati e modalità didattiche alternative studiate per soddisfare le esigenze di tutti i corsisti: adolescenti e studenti lavoratori

Promotion

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10 d i c e m b r eduemiladodici fashion

Tra i propositi per il nuovo anno non può assolutamente mancare il tempo giusto da de-dicare al proprio benessere e soprattutto al benessere dei propri capelli. E’ questo il con-siglio di Alessandro Stramaglia, titolare del salone Alterego Parrucchieri. Alla base

del suo successo ci sono l’attenzione e la cortesia dedicate ad ogni cliente: la consulenza si tra-sforma in un vero e proprio momento di relax in cui stabilire qual è il trattamento giusto per lapropria capigliatura. È così che prende vita la figura del parrucchiere moderno capace di in-dirizzare la cliente senza mai perdere di vista le esigenze reali dei suoi capelli, ma anche la suafisionomia e il suo stile di vita. Dall’esperienza di Alessandro Stramaglia nascono soluzionibrevettate che potenziano la femminilità di ogni donna. Di seguito tutti i percorsi benessereche Alterego Parrucchieri propone per esaltare la bellezza e la salute dei capelli.

Tra le buone abitudini del nuovoanno non può mancare la cura

della propria capigliatura

Ecco le novità per il 2013

Il benessere dei capelli

innanzitutto

L’anno nuovo parte col piede giusto se lo si costella sin da subito da buone abi-tudini:chi tinge i capelli potrà avvalersi delle nuove colorazioni naturali; il salo-ne Alterego propone l’innovativa Colortherapy, un sistema di tinture pro-fessionali ecologicamente controllate, in grado di garantire le massimeperformance di copertura dei capelli bianchi e di schiaritura basandosi sull’ uti-lizzo di materie prime completamente prive di ammoniaca.

Aromatherapy: si può ottenere una chio-ma sana e splendente in soli quindici minu-

ti. Si tratta della prima terapia equilibrante, effica-ce anche contro tutti gli inestetismi della cute. Stress,utilizzo di prodotti troppo aggressivi o inadeguatie infine una cattiva alimentazione sono i nemici

principali della salute dei capelli. In base alle pro-blematiche personali lo staff di Alterego stabilisceil percorso da intraprendere. Le mani del parruc-chiere e i principi attivi contenuti nel trattamentofaranno il resto, rendendo la capigliatura stressatasolo un brutto ricordo legato all’anno vecchio.

Wash&Go: un taglio eseguito perfettamen-te sotto il profilo tecnico, ma che si asciuga in

modo semplice e veloce, garantendo un’ottima ve-stibilità nella vita di tutti i giorni. In questo modoAlex di Alterego può esprimere comunque la suacreatività ma la donna non troverà alcuna difficol-tà di gestione nella quotidianità. Il Wash&Go è lasoluzione ideale per chi desidera un hairstyle mo-derno, ma che al tempo stesso permetta di esseresempre in ordine una volta uscite dal salone. Tut-tavia lo stile di vita moderno ci impone ritmi frene-tici, tempi stretti e tanto stress: un cocktail negativoche mette in crisi il benessere dei nostri capelli.

Enzymetherapy: per donare un aspetto sano ad una chiomadanneggiata. La prima terapia professionale per la ricostruzione

dei capelli danneggiati che si avvale della tecnologia enzimatica - CO-ENZIME Q10; utilizzando prodotti spa potenziati si trasferisce sullachioma l’azione di un enzima naturale capace di rinnovare istanta-neamente la qualità totale della fibra del capello.

Hydrotherapy: perla donna che invece la-

menta una chioma secca earida. L’olio di oliva e il mie-le sono gli ingredienti natu-rali alla base di questa tera-pia idratante capace direstituire lucentezza e cor-posità al singolo fusto.

Promotion

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bellezza 11d i c e m b r eduemiladodiciPromotion

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12 d i c e m b r eduemiladodici ricerca & benessere

Dal Medio Oriente arriva il “pesce dottore”. Forse una terapia per i pazienti affetti da psoriasi

Lo scrub del Dottor Garra Rufanelle Spa scatta l’era del Fish Wellness

Le problematiche sanitarie e veterinarie allo studio dell’Istituto Zooprofilattico di Foggia

Il dottor Garra rufa ha passatole frontiere e sta per essere sguin-zagliato anche nelle Spa nostrane.Ci ha messo un po’ per arrivare quida noi, dal lontano Medio Oriente.Nella mappa del Fish wellness pre-sto ci sarà anche Peschici. Il pescio-lino turco è l’alleato della pelle: falo scrub e favorisce la rigenerazionecutanea. In una vasca acquario, ilpesce dottore si avventa insieme aicolleghi e succhia la pelle morta.Tranquilli, non morde. Nell’Istituto

Zooprofilattico Sperimentale di Pu-glia e Basilicata di Foggia stanno la-vorando sul “doctor fish”. L’equi-pe di Maria Assunta Cafiero, incollaborazione con Michele Lomu-to, dermatologo di Manfredonia, hapartecipato al Congresso Naziona-le dei Dermatologi Adoi di Assisi.

Domenico Galante, medico veteri-nario, ha provato la fish pedicure aMalta e oggi studia le proprietà be-nefiche e le problematiche sanita-rie del pesce dottore, utilizzato per-sino nell’ittioterapia, per iltrattamento della psoriasi e delledermatiti. In Puglia non esistono an-cora fish Spa, ma al Nord hanno giàadottato il Garra rufa. Il momenta-neo vuoto normativo favorisce il bu-siness del pesciolino dottore macomporta inevitabili rischi.

“Non essendoci una normativaben precisa, si possono comprarepartite di questi pesci anche su In-ternet – spiega Domenico Galante- Dai pochi studi effettuati finora,non è possibile stabilire se l’uso diquesti pesci sia abbastanza sicurodal punto di vista sanitario per iclienti delle Spa”.

Il ragionevole dubbio che pos-sano veicolare malattie nasce dal fat-to che prima di noi si immerga qual-cun altro. Nella stessa acqua. “LaLega per la Lotta contro l’Aids hachiarito che il rischio di contrarla at-traverso l’uso di questi pesci è asso-lutamente bassissimo, quasi nullo.La caratteristica che li rende unici è

quella di possedere una dentaturainterna a livello della faringe, eccoperché non provocherebbero lesio-ni cutanee che possano determinarela penetrazione di agenti patogeninel circolo ematico”.

E allora quali sono rischi? “Cipotrebbe essere una trasmissionedi funghi, se le vasche non sono bencontrollate dal punto di vista igie-nico. Un’altra cosa dafare, fondamentale, èil controllo del pazien-te prima che possa im-mergersi nelle vasche –continua DomenicoGalante – Coloro chehanno dei graffi o dei

tagli non dovrebbero sot-toporsi a questo tratta-mento, così come sogget-ti immunodepressi. Ilministero adesso sta va-gliando delle linee guida,ma i tempi saranno lun-ghi, poiché sono molti gliaspetti da valutare per tu-telare la salute pubblica”.

I pesci lavoratori sof-frono lo stress e costrettiad una attività intensa ri-

schiano la pelle. La loro. Bisogne-rebbe alternare dei cicli di lavoro e ri-poso. Potrebbero essere letalipersino le dosi di disinfettante.

Oltre a rendere la pelle liscia(parola di chi l’ha provato), il pe-sciolino genera una sensazione disollievo per le persone affette dapsoriasi. Nelle tiepide acque dellaTurchia, dopo i bagni nei laghi, “at-

taccati” dai peschi, i pa-zienti con questa pato-logia hanno trattogrande beneficio. “Se-condo gli studi è meritodi un enzima prodottonella saliva, il ditranolo.Alcuni dermatologi so-

stengono che determini un effettobenefico, per altri è addirittura cau-sa di infiammazioni locali. Non pos-siamo certo dire scientificamenteche il Garra rufa sia la soluzione deiproblemi per i malati di psoriasi, mapotrebbe essere un efficace sup-porto. Bisogna comunque tenerpresente che l’ittioterapia con ilGarra rufa deve essere effettuata incentri medici specializzati, e nonnelle Spa”.

La Turchia impedisce l’esporta-zione di questi pesci, che ormai ven-gono allevati anche in altre nazio-ni, come la Thailandia e Israele.

“Un’altra problematica da di-scutere – conclude il veterinario del-l’IZSPB - è quella della truffa e del-la frode, perché ci sono altri pescimorfologicamente molto simili chesolo un occhio esperto può identifi-care”. Sotto le mentite spoglie di unGarra rufa nelle vasche potremmotrovare un pesce Cin cin o altre spe-cie di Garra coi dentini. Che mor-dono. Occhi ai falsi: diffidate delleimitazioni. Il vero Garra rufa nonmorde. È altamente sconsigliato so-lo per chi soffre il solletico.

Mariangela Mariani

Domenico Galante, medico veterinario

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Essere ‘alla moda’vuol dire certamenteseguire le indicazionidi stilisti e creativi diogni latitudine edestro, ma adattandolealla propria persona-lità prima ancora cheal proprio corpo e alproprio gusto.

E durante l’inverno appenainiziato le possibilità di sentirsi inpasserella in qualsiasi orario e cir-costanza saranno numerose, condisinvoltura, stile e coraggio.Intanto, attraverso il granderitorno delle borchie, ilmust di questa stagione,da usare e osare sui ca-pi – base e/o sugli ac-cessori. Argentate o dorate, indicateper esaltare e non mortificare unafemminilità che non ha paura di ri-velarsi sfacciata e intrigante, ag-gressiva e sensuale, per attiraresguardi complici su stivali, cinture,borse, morbidi maglioncini e canot-te attillate.

La conferma dei leggins, pro-posti in molteplici versioni, tessuti e

colori, pratici e sexy al tempo stesso.L’atteso, e gradito, ritorno del colore,dopo anni di rifugio nel rassicurantetotalblack: assisteremo alla rinascitadei colori tenui e accesi, nelle sfu-mature pastello e nelle proposteshock (solo in apparenza) comearancio e fucsia. Colore da mischia-re e usare come su una tavolozza, daproporre con delicatezza, sospeso tra

un pas-sato che ri-

torna ineso-rabile (gli anni

Ottanta), anchenelle forme e neivolumi, e un futu-ro proprio dietro l’angolo, al di là del-le profezie catastrofiche e di un pre-

sente nebuloso causa crisi. Il Colore chiamato ciclica-

mente a regalare sogni e spe-ranze ed innocenti evasio-

ni, non solo a valorizzare specificicapi. L’autunno/inverno 2012-13 èall’insegna della varietà e dell’infor-malità, senza uno schema dominan-te, senza rigore e formalità eccessive:le proposte sono molteplici e parti-colarmente suggestive, non restache adattarle al proprio stile e al pro-prio umore, e senza nemmeno esa-gerare con la carta di credito. Per

sentirsi a proprio agio ovunque: per-ché conta quello che si è e quello chesi intende esprimere, e non quelloche gli altri pensano e si aspettanoda noi. Conta come ci sentiamo noi,contano le scelte consapevoli, figliedell’istinto e della spontaneità. Con-ta la voglia di imporsi e di sorpren-dere, di stupire e di stupirsi, di gio-care, di essere Dive, protagonistedella propria vita e non semplicicomparse e spettatrici. Col sorrisosulle labbra valorizzate dal rossettosempre più intrigante e sempre piùsofisticato.

Angela Dalicco

13d i c e m b r eduemiladodicimoda

Colori, forme e volumi: Tante le proposte, senza regole precise da seguire

La Personalità è Donna E non ha paura di osare

Un look disinvolto e sbarazzino, ma seducente e intrigante

al tempo stesso

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Non solo freddo e “letargo”: la stagioneinvernale è anche quella delle feste di fine an-no che, per antonomasia, celebrano gli affet-ti e un tempo da condividere. Un periodo fat-to di attese, ricco di aspettative che mutano aseconda dell’età, del luogo, delle situazioni edei nostri stati d’animo. Attendere è un con-cetto più intrigante e complesso di quanto pos-sa sembrare. Attesa deriva da ad-tendo, che si-gnifica dirigersi verso, volgere, inclinare,mirare, aspirare, tendere; da attendere derivaanche il sostantivo attenzione.

Attesa è un processo dove entrano in gio-co la tensione costante verso qualcosa di“esterno” e il confronto “interiore” che neconsegue, il quale ci porta a verificare priori-tà e necessità. L’attesa può essere qualcosa dipositivo per la nostra personalità. Essa gene-ra una tensione momentanea che, se “razio-nalizzata” e “controllata”, ci fa riflettere, ela-borare e ci spinge a fare progetti. Il sorgere diun’aspettativa funziona, secondo i neuropsi-chiatri, da stimolante emotivo importante. Ciòaccade perché questo sentimento si elaborain quella zona del cervello “dedicata” alle sen-sazioni di piacere. Questo vale per tutte le at-tese, in concreto per quelle dei giorni che pre-cedono le feste e ci rendono vigili e attenti agliincontri con le persone care, allo scambio diregali, a nuove occasioni di felicità. Le feste e

l’attesa che le circondano diventano così unametafora della vita intera e dei suoi momentipiù belli, come attesa e scoperta della felicità.E tale felicità può essere desiderata e in parterealizzata dai nostri atteggiamenti e dai no-stri comportamenti. Non a caso, poi, sia atte-sa che felicità sono due sostantivi femminili.L’attesa della donna è quasi sempre feconda,laboriosa, produttiva, mentre l’uomo tende avedere l’aspettare come qualcosa di passivo,frustrante quasi leopardiano.

L’attesa come spinta positiva ci proiettaverso gli altri, e mai come nei periodi delle fe-ste si percepisce che si può essere più feliciaccanto a persone felici. Tutti noi sotto l’albe-ro “poniamo” le nostre attese e aspettative,che simbolicamente si tramutano poi nellestrenne che si attendono, e si scambiano.

Trasformiamo allora l’attesa, e non soloquella dei regali, in qualcosa di fertile, inun’opportunità per guardarci negli occhi vi-cendevolmente e guardare dentro di noi, percapire meglio che cosa veramente ci aspet-tiamo, dalla vita e dal futuro, oltre gli stereoti-pi e il consumismo indotto dalla società. Tra-scorrere le feste di fine anno con questaprospettiva ci porterà sicuramente a guarda-re avanti con una nuova positività pensandoche ogni mutamento potrebbe essere un donoinaspettato.

14 d i c e m b r eduemiladodici società

L’attesa delle feste… e non soloSi dice che l'attesa sia lunga, noiosa. Ma è anche, in realtà,

breve, poichè inghiotte quantità di tempo senza che vengano vissute le ore che passano

e senza utilizzarle Thomas Mann

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15d i c e m b r eduemiladodiciPromotion

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16 d i c e m b r eduemiladodici iniziative

Presentato presso la Libreria Mondadori

“La vita tra le dita”, presentato lo scor-so 10 novembre presso la Libreria Mondadoridi via Oberdan, è il romanzo d’esordio delgiovanissimo Francesco Paolo Curci, ven-tenne foggiano. Il racconto nasce e si sviluppaa partire da una storia che ha visto Curci pro-tagonista in prima persona. Musicista primache scrittore, Curci prende spunto dalle sueesperienze personali per raccontarle attra-verso le vicende di Stefano, il protagonista delromanzo.

Come l’autore, infatti, Stefano si trova avivere un periodo di forte difficoltà, angu-stiato dalle preoccupazioni e prigionierodelle sue angosce, finché non decide di ten-tare il tutto e per tutto, per capire se prendereo lasciare, se quella percorsa fino a quel mo-mento è la strada giusta o meno.

Il giovane Curci, inparticolare, da anni si de-dica allo studio del cantoe del pianoforte, oltre chealla composizione di bra-ni musicali, melodia e te-sti. Due anni fa, inoltre, èarrivato tra i 60 finalisti,su oltre mille candidati,alle selezioni del Festivaldi Sanremo, nella sezio-ne Giovani. Il brano chepresentò nel 2010 s’inti-tolava “Forse tu”. Il romanzo “La vita tra ledita”, invece, si rifà ad un altro pezzo, com-posto da Curci durante la sua carriera.

“La vita tra le dita”, 108 pagi-ne disponibile anche in formatoeBook, è espressione di moltepliciinteressi dell’autore.

Curci, infatti, nonostante la gio-vane età, manifesta una maturitàfuori dal comune dovuta alle sue let-ture che spaziano dai grandi classicia filosofi come Nietzsche, suo autorepreferito. Tra i suoi progetti futuri

probabilmente ci sarà ancora la scrittura,mentre è certo che la musica continuerà adoccupare gran parte della sua vita.

La Vita tra le dita Romanzo d’esordio di Francesco Paolo Curci

Francesco Paolo CurciScrittore e musicista

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17d i c e m b r eduemiladodici

Camminareallunga la vita

Dopo gli anta un’ora di cam-minata al giorno allunga la vitadi 4,5 anni. La scoperta, apparsasu Repubblica, è stata fatta da unteam di ricercatori di Boston cheha analizzato i dati di oltre 650mila soggetti, seguiti per una me-dia di dieci anni, e ha stabilitouna relazione fra i minuti di tem-po dedicati al movimento e l’al-lungamento della speranza di vi-ta. Che lo sport faccia bene allasalute e migliori le condizioni fi-siche è risaputo. Ma per la primavolta un gruppo di ricercatori diBoston ci dice quanti anni pos-siamo aspettarci di vivere in più inbase al tempo che dedichiamo almovimento. Secondo lo studiocondotto dal team di scienziatidel Birgham and Women’s Ho-spital in collaborazione con il Na-tional Cancer Institute e pubbli-cato sulla rivista scientifica PlosMedicine, pare che, mediamen-te, camminando a passo sveltoper almeno 450 minuti a settima-na si guadagnano circa 4,5 anni divita. Riducendo i minuti di moto,si riduce anche il tempo di vita inpiù garantito: “Ad esempio con75 minuti di camminata veloce asettimana, si guadagnano 1,8 an-ni in termini di speranza di vitadopo i 40 anni, rispetto a chi nonfa nulla”, spiega I-Min Lee, epi-demiologo e autore anziano del-lo studio. E il beneficio si ottienesia nelle persone normopeso, chein quelle sovrappeso oppure obe-se. Nel pool di dati relativi a seistudi prospettici, i ricercatorihanno esaminato le associazionitra l’attività fisica nel tempo libe-ro, da moderata a intensa, e lamortalità. Per chi si dedica a cir-ca 150 minuti di camminata ve-loce a settimana, invece, l’au-mento di speranza di vita è di 3,4anni, in un’equivalenza che mo-stra come al raddoppiare dei mi-nuti “percorsi” corrisponde qua-si il raddoppiarsi degli anniguadagnati. Naturalmente i ri-sultati migliori si sono ottenuti trai soggetti attivi e in linea: i ricer-catori hanno osservato un au-mento della speranza di vita di7,2 anni, rispetto ai coetanei conun indice di massa corporea(Bmi) uguale o superiore a 35 etotalmente pigri. “I nostri risul-tati rafforzano l’importanza deimessaggi che promuovono unostile di vita attivo e un peso cor-poreo normale”, conclude Ste-ven C. Moore del National Can-cer Institute.

Elisabetta Ciavarella

in pocheparoleDI TIZIANA CELESTE

GINECOLOGA

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

I rimedi della nonna non sonouna valida alternativa alle terapiemediche. Esistono farmaci che pos-sono avere effetti “teratogeni”, cioèin grado di causare malformazionicongenite nel bambino in via di svi-luppo. Ogni futura mamma duran-te la gravidanza paventa il rischio dieventuali malanni, che possonocompromettere la salute del nasci-turo e causare addirittura malfor-mazioni. Per tale motivo spesso sitende a sottovalutare l'importanzadi un'adeguata terapia anche di unbanale raffreddore, con la convin-zione che non assumere farmacipossa preservare in qualche modoil benessere fetale. In realtà esisto-no farmaci che aumentano il rischiodi aborto nelle prime settimane digestazione, tuttavia alcuni tipi di in-fezioni in gravidanza possono pari-

menti causare aborto spontaneo,parto pretermine, difetti di crescita,morte intrauterina e malformazionifetali. Infatti persino una banale in-fluenza o una fastidiosa cistite pos-sono degenerare se non curatebene; la prima può trasformarsi inun'affezione respiratoria tanto seriada richiedere il ricovero, invece lacistite mal curata può avere riper-cussioni sulle vie urinarie fetali.

Le odierne conoscenze farma-cologiche consentono di sceglieretra un'ampia gamma di farmaci, al-cuni dei quali sebbene attraversinola placenta non hanno effetti attivisul feto; comunque causeranno seutilizzati in modo appropriato, si-curamente meno danni di una ma-lattia non curata. Infatti sono pochii farmaci che possono causare mal-formazioni o addirittura provocare

la morte del prodotto del concepi-mento.

La FDA ha stilato un lista di far-maci da evitare assolutamente ingravidanza, che include: vitaminaA, antineoplastici, antireumatici,antivirali, ansiolitici, ergotamina,clomifene, ormoni androgeni, estro-

progestinici, antiprogestinici, pro-staglandine, statine e talidomide.

È compito del ginecologo effet-tuare all'esordio della gravidanza eprima della visita iniziale un'accu-rata anamnesi, ossia farsi racconta-re dettagliatamente dalla pazientela sua storia clinica personale e fa-miliare, prestando maggior atten-zione sulla presenza di eventuali al-lergie o sindromi familiari o pato-logie croniche preesistenti, infineun'approfondita e accurata indagi-ne biochimica completerà il quadrodella situazione. È opportuno pre-scrivere alla paziente oltre all'acido

folico, da assumere nel primo tri-mestre per prevenire i difetti deltubo neurale, alcuni farmaci da te-nere a disposizione in caso di emer-genza (con la raccomandazionetassativa di tenere sempre informatoil proprio ginecologo): come un an-tinfiammatorio compatibile con lostato gravidico (paracetamolo), unantistaminico per possibili reazioniallergiche, un antispastico perl'eventuale comparsa di algie pel-viche, un antibiotico a largo spettroin caso di infezioni batteriche, un di-sinfettante delle vie urinarie, vistoche in gravidanza aumenta il rischiodi infezioni urinarie, a causa dellaconformazione anatomica mater-na modificata.

E le donne che si sottopongonoa terapie per patologie croniche? Inquesto caso il serio razionale con-siste nel programmare la gravi-danza con il proprio ginecologo, chedeciderà se e quanto tempo primasospendere la terapia. Infine è ne-cessario evitare i pericolosi “fai-da-te”, anche solo per quel che ri-guarda l’assunzione di vitamine ointegratori, perché basta una doseeccessiva per compromettere il nor-male sviluppo del feto. È importanteconsultare sempre il ginecologo siaper la comparsa di disturbi, che perdecidere la terapia più opportuna.

I pro e i contro dell’uso

Farmaci e gravidanzaAlcuni vanno prescritti per evitare conseguenze peggiori rispetto al non utilizzo

Depositi formati dalla precipitazione di sali minerali

Se non curata può provocare insufficienza renale cronica

DI TERESA A. PRISCO

NEFROLOGA

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Negli anni ’80 la calcolosi rena-le era diventata quasi esclusiva-mente terreno di competenza urolo-gico, con uno strumento terapeuticoformidabile come la litotrissia, maper l’elevata incidenzadelle recidive (70% cir-ca) il nefrologo è tornatoad essere lo specialista diriferimento per le nefro-litiasi, promuovendo lostudio metabolico de ri-schio litogeno. (Giorna-le Italiano di Nefrologiaanno 22 n.1, 2005)

Che cosa sono i cal-coli renali?

I calcoli renali sono dei depositidi consistenza dura che si formanoper precipitazione dei sali mineralicontenuti nelle urine (calcio, ossala-to, fosfati ed acido urico). La forma-zione di un calcolo ha come condi-zione indispensabile ”un ambienteurinario soprasaturo di sostanze li-togene” dovuto all'aumento dellaconcentrazione degli elettroliti o al-la riduzione del liquido che li tienein soluzione (scarso volume di uri-ne).

Quando i sali si aggregano traloro formano dapprima cristalli,quindi microcalcoli ed infine calcoliche possono raggiungere le dimen-sioni tali da ostruire le vie urinarie ed

ostacolare il flusso dell’urina. Taleostacolo, oltre a causare un dolorespesso intenso, favorisce lo sviluppodi sepsi urinaria e, se persiste perlunghi periodi, aumenta le possibili-

tà di danno ai reni finoa sviluppare una in-sufficienza renale.

La formazione diun calcolo è possibilegrazie alla concomi-tanza di multifattoricome l’aumento del-l’eliminazione urina-ria di sostanze litogene(ipercalciuria, e ipe-

rossaluria, iperfosfaturia, iperuricu-ria, cistinuria), o la ridotta elimina-zione di sostanze anti-litogene(ipomagnesuria, ipocitraturia, pHurinario < a 5.5 o > 7), oppure urinatroppo concentrata o fattori predi-sponenti renali come la stasi urinaria,infezioni delle vie urinarie.

I calcoli renali sono abbastanzadiffusi nella popolazione (circa il 3%delle persone). Particolarmente a ri-schio sono i maschi di età compresatra i venti ed i quarant'anni(15%), iquali hanno una probabilità tripla ri-spetto alle donne di sviluppare cal-colosi alle vie urinarie (la maggioreconcentrazione di citrato nelle urinefemminili, in stretto rapporto con iltasso di estrogeni spiegherebbe que-

sta minore incidenza). Lo studio metabolico del ri-

schio litogeno e terapia medicadelle calcolosi

Un’accurata anamnesi, indagi-ni bioumorali e l’analisi del calcolosono essenziali per orientare il per-corso diagnostico e l’approccio tera-peutico.

Calcolosi di ossa-lato di calcio: deveessere distinta la for-ma non attiva (tera-pia idropinica) dallaforma attiva (terapiaidropinica, dieteticae terapia farmacolo-gica).

Ipercalciurie: diu-retici tiazidici, asso-ciata anche al citrato di potassioquando compare ipocitraturia o ipo-potassiemia.

Iperossaluria: eliminare cibi ric-chi di ossalato.

Iperuricuria: si tratta con allopu-rinolo, con bicarbonato di sodio o ci-trato di K, ipocitraturia con citrato dik o bicardonato di sodio.

Calcoli di fosfato di calcio: è im-portante fare diagnosi ed escludereche non ci sia un ipertiroidismo, in-fezioni urinarie, acidosi tubulare.

Calcoli di acido urico: aumenta-re il PH urinario con citrato di K o bi-

carbonato di sodio.I calcoli di struvite: devono esse-

re rimossi chirurgicamente.Calcoli di cistina: la diagnosi è

importante per evitare danni renali(terapia idropinica tale da mantene-re una diuresi sup a 3 litri al giorno, al-calinizzanti le urine bicarbonato di

sodio o citrato di K , 6mercaptopropionil-glicina, peniccillami-na).

Fattori di rischiodi sviluppare IRC(insuff. renale croni-ca)

La causa più fre-quenti è la calcolosistruvitica special-mente se infetta op-

pure forme di nefrolitiasi come( ma-lattia di Dent, iperossaluria primitivao secondaria, monorene, trapiantorenale, altre cause possono esserel’età pediatrica, cateterismo vesci-cale cronica, la vescica neurogena,il reflusso vescico-ureterale, ipertro-fia prostatica, anomalie anatomichedel rene e delle vie urinarie). La lito-trissia si ritiene che aumenti le reci-dive per la persistenza di residui del-le formazioni litiasiche, potrebbeavere anche un effetto negativo sureni con malattia renale, ma l’argo-mento è ancora controverso.

Calcolosi renale

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18 d i c e m b r eduemiladodici

La riforma del condominio è sta-ta approvata dalla CommissioneGiustizia del Senato ed entrerà inigore fra sei mesi. La norma modifi-ca la disciplina degli articoli del co-dice civile compresi dal 1117 al 1138.

Le maggiori novità riguardanoil rafforzamento dell’azione contro imorosi, la figura dell’amministrato-re di condominio, l’impossibilità divietare per regolamento la presenzadegli animali domestici.

È fatto, altresì, obbligo all’am-ministratore del condominio di chie-dere il decreto ingiuntivo per imorosi entro sei mesi dal con-suntivo in cui sia indicata la spe-sa non pagata.

Le funzioni dia amministra-tore potranno essere espletatesolo da coloro che abbiano unacomprovata esperienza e ri-spettino l’obbligo di formazionee di aggiornamento periodico.Non sarà più possibile vietareper regolamento la detenzione dianimali domestici.

Particolarmente interessanti so-no anche gli interventi modificativiche hanno riguardato il capo relati-vo alle parti comuni dell’edificio do-

ve nell’insieme dei soggetti pro-prietari sono stati inseriti anche co-loro che “hanno diritto ad un godi-mento periodico”, in più tra i beniche si considerano comuni sono sta-ti ricompresi anche i pilastri, le traviportanti, le facciate, i sottotetti de-stinati all’uso comune. Fra le particomuni sono state inseriti anche gliimpianti per il condizionamento del-l’aria, quelli per la ricezione radio-televisiva e per l’accesso a qualun-que altro flusso informativo,compreso quello satellitare, confer-

mando le normative di settore in ma-teria di reti pubbliche.

Inoltre, vi è stata la specificaestensione di quanto previsto per leparti comuni anche alla disciplinadel supercondominio.

È stata introdottala possibilità di modi-ficare al destinazioned’uso con decisionedeliberata a maggio-ranza.

La norma che di-sciplina i diritti deipartecipanti sulle co-se comuni è stata inte-grata con l’aggiuntadi due commi, riguar-danti l’obbligo di so-stenere la quota deglioneri amministrativi in caso di mu-tamento della destinazione d’usodella porzione di piano in proprietàesclusiva e l’introduzione della re-golamentazione per consentire il“distacco unilaterale” dall’impianto

centralizzato per il riscaldamento.È sancito il concetto della in-

divisibilità del patrimonio condo-miniale ed è stata disciplinata, inmateria di innovazioni, la possibi-lità di deliberare alcune ipotesi dinuove opere con una maggioran-za inferiore rispetto a quella che inprecedenza era prevista dall’art.1136 c.c., comma 5. È stata intro-dotta una nuova disciplina perconsentire di installare sull’intero

edificio impianti di fonti rinnovabili,ricezione televisiva e video sorve-glianza che potranno essere collo-cati con il consenso della maggio-ranza dell’assemblea, con almeno500 millesimi.

Gli impianti individuali sono le-citi sempre che siano rispettosi deldecoro architettonico.

Il diritto di potersi distaccare dalriscaldamento centralizzato è legit-timo solo se emergono notevoli squi-libri di funzionamento o aggravi dispesa per gli altri condomini.

La violazione del regolamentocondominiale è sanzionata con unamulta che va da un minimo di €200,00 ad un massimo di € 800,00,ove vi fosse la reiterazione della vio-lazione.

La spesa per scale e ascensoriverrà suddivisa calcolando per me-tà il valore millesimale e per l’altrametà il piano in cui si trova l’abita-zione. L’assemblea condominiale inseconda convocazione sarà ritenu-ta valida solo se presenti un terzodei condomini e dei millesimi. Le im-pugnazioni delle delibere possonoessere fatte solo dai condomini as-senti, dissenzienti o astenuti.

Il tema della capacità d’inten-dere e di volere legata ai disturbipsichici è uno dei punti più proble-matici della criminologia e dellapsichiatria forense. A partire dalprincipio che la legge afferma chenessuno può essere punito per unreato se non è imputabile, ossia ca-pace d’intendere e di volere, vienespontaneo chiedersi chi sia davve-ro in grado di decidere quando unsoggetto debba essere punito equando invece debba essere cura-to. Negli ultimi anni il codice pena-le ha subito delle modifiche, nelsenso che tra le malattie incidentisulle capacità intenzionali e voliti-ve del soggetto non ci sono più solole psicopatie, le nevrosi, i disturbidell’affettività, ma sono compresi idisturbi di personalità che, anchese non sempre inquadrabili nel no-vero delle malattie mentali, posso-no rientrare nel concetto d’infermi-tà purché siano di consistenza taleda incidere sulle suddette capaci-tà, e a condizione che sussista unnesso eziologico con la specificacondotta criminosa, per il quale ilfatto sia ritenuto casualmente de-terminato dal disturbo mentale(sentenza 9163 del 25 gennaio2005). Non assumono rilievo le ano-malie caratteriali o gli stati emotivi

e passionali. La giurisprudenza si èmolto avvicinata al paradigma del-la scienza psichiatrica che tieneconto delle variabili psicologiche,sociali e relazionali, e non solo bio-logiche, che originano e condizio-nano l’infermità mentale. Un temadelicato non riguarda solo il rap-porto tra giurisprudenza e scienzapsichiatrica, ma anche tra quest’ul-tima e la psicologia. Infatti quandosi parla di perizia ci si riferisceesclusivamente a quella psichiatri-ca, ma nella prassi è necessariaun’integrazione tra queste due di-scipline, poiché in modo diverso macomplementare permettonoun’analisi più dettagliata della per-sonalità di un individuo e delle pro-babili condotte criminose. La peri-zia psichiatrica è effettuata

attraverso un colloquio clinico eanamnestico eventualmente inte-grato dalla somministrazione discale di rilevazione della sintoma-tologia psichiatrica. L’obiettivo èquello di definire una diagnosi psi-chiatrica spesso secondo i criteri no-sografici delle classificazioni inter-nazionali. La diagnosi psicologicapuò essere invece di tipo più ampio:oltre che alla rilevazione di sinto-matologia psicopatologica, infattila psicodiagnosi può essere riferitaanche alla valutazione di atteggia-menti, modalità relazionali, livello e

tipologia di competenze cognitive,strutture di personalità etc. Il magi-strato non chiede al perito di spie-gare il reato quanto piuttosto di af-fermare se il soggetto presentadisturbi psicopatologici tali per cuila sua condotta non deve essere in-tesa come espressione di crimina-

lità ma di malattia mentale. Nelconsiderare le correlazioni fra indi-viduo e ambiente va sottolineatoche esiste in ogni tipo di comporta-mento una loro costante integra-zione. L’aspetto più caratteristico diquesta correlazione è rappresenta-to dal rapporto inversamente pro-porzionale fra le componenti di vul-nerabilità individuale e i fattoriambientali: quanto più criminoge-netici sono questi ultimi tanto rile-vanti sono le componenti della per-sonalità che rendono l’individuo piùincline alla condotta criminosa odeviante, tanto meno significativirisultano le carenze, le sollecitazio-ni e in generale i fattori criminoge-ni legati alla società.

La responsabilità individualedeve tener conto della personalitàdel reo, ma senza sconfinare nellacosi detta “responsabilità per il mo-do di essere del reo”.

Occorre distinguere tra tratti,quali modi costanti di percepire,rapportarsi e pensare nei confrontidell’ambiente e di se stessi, e di-sturbi di personalità, i quali si costi-tuiscono quando i tratti sono rigidi enon adattivi e causano una com-promissione del funzionamento so-ciale o lavorativo, oppure una sof-ferenza soggettiva.

Ecografia a domicilio

in pocheparole

Ecografi smartphone e ta-blet, doppler a ultrasuoni che mi-surano le onde sonore ad alta fre-quenza riflesse dai tessuti: laparola d’ordine per la medicinainterna di domani è tecnologia,anzi alta tecnologia.

Le novità del settore, di cuidà notizia repubblica.it, sono sta-te presentate al 113° Congressodella Società Italiana di Medici-na Interna (SIMI) a Roma, even-to che ha radunato per una setti-mana i migliori internisti di tuttaItalia.

Pezzo forte, un palmare del-le dimensioni di un quaderno,spesso due centimetri, che per-metterà di eseguire le ecografiesenza comportare spostamentiper il malato.

Appoggiando una sonda alcorpo del paziente, sarà infattipossibile esaminare in temporeale e con gran precisione lemalattie di collo, torace, cuore eaddome ed eseguire l’ecografia.Se ad esempio un paziente hadifficoltà respiratorie e un versa-mento pleurico, ovvero acquanei polmoni, appoggiando lasonda sul torace sarà immedia-tamente possibile individuarla,invece che andare in radiologia efare la lastra del torace, menoprecisa e fonte di radiazioni. Incaso di dolore o colica addomi-nale, sarà invece subito possibi-le verificare se si tratta di un cal-colo renale o della colecisti e sipotrà diagnosticare una colicabiliare o renale.

Se il malato ha una gambagonfia, sarà possibile sapere im-mediatamente se si tratta di unatrombosi venosa.

“Saremo fra i primi in Euro-pa e, insieme ai giapponesi, nelmondo, a usare un tablet perl’ecografia”, annuncia VincenzoArienti, direttore di Medicina in-terna dell’ospedale Maggiore diBologna, dove stanno sperimen-tando il nuovo sistema. “Il futuro- continua l’esperto - vedrà pro-tagonisti anche gli infermieri,che potranno utilizzare un pal-mare per cercare gli accessi ve-nosi dei pazienti nelle sale ope-ratorie e nei reparti di dialisi,rianimazione e ostetricia: il fetosi potrà insomma vedere con ilpalmare”.

L’invenzione rappresenta in-somma un altro passo per evita-re il sovraffollamento degli ospe-dali; l’uso dei palmari permetteràun grande risparmio di risorse etempi di degenza, senza contareche il malato non verrà esposto aradiazioni e inizierà subito la te-rapia, evitando esami inutili.

Irma Mecca

DI PALMA RUBANO

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

AVVOCATOLa Riforma: obbligatorio l’aggiornamento periodico

Regole di condominioTra le novità: non sarà più possibilevietare per regolamento la detenzionedi animali domestici

Variabili dell’infermità mentale

Nessuno può essere punito per un reato se non è imputabile

Capacità d’intendere e di volereDI INES PANESSA

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

PSICOLOGA GIURIDICA

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19d i c e m b r eduemiladodici

Limone anticalcolo

renale

Una spremuta di limone ognigiorno sarebbe utile a combatte-re i calcoli renali. È un’interes-sante novità apparsa sul Corrie-re della Sera. Il citrato infatti,impedisce la precipitazione delcalcio nelle urine. I nefrologi de-gli Ospedali Riuniti di Bergamo,in collaborazione con l’IstitutoMario Negri e il Consorzio del li-mone di Siracusa Igp, hanno av-viato uno studio clinico control-lato che coinvolge oltre 200pazienti. Lo studio permetterà diverificare se un rimedio sempli-ce, come una spremuta giorna-liera di 3-4 limoni, aiuti a preve-nire la calcolosi renale. Maperché il limone sarebbe così im-portante nella prevenzione deicalcoli? Questo agrume - secon-do Maria Rosa Caruso, nefrolo-go degli Ospedali Riuniti di Ber-gamo, che guida lo studio -contiene 42,9 grammi di citratoper chilo ed è l’agrume più riccodi questa sostanza. Ed è noto cheil citrato previene la precipita-zione del calcio nelle urine, allabase della formazione di calcoli diossalato di calcio che rappresen-tano circa l’80% dei calcoli. Perevitare però che l’eccessiva aci-dità del citrato intacchi lo smaltodei denti, meglio diluire il succodi limone in acqua. Sconsigliatol’uso però a chi soffre di reflussogastroesofageo perché potrebbeaccentuare i bruciori gastrici.Inoltre, secondo una revisione,pubblicata da Urologic Clinics ofNorth America, condotta da ri-cercatori italiani, ci sono fattoriche possono invece avere un ef-fetto negativo come le proteinee i piatti pronti. “Un elevato con-sumo di alimenti di origine ani-male, spesso ricchi di sale e mol-to calorici - spiega AntonioNouvenne del Centro Calcolosidell’Università di Parma, coau-tore della revisione - incremen-ta il rischio di calcolosi attraver-so molti meccanismi. Le proteineanimali aumentano il calcio, l’os-salato e l’acido urico urinari; piùsale si assume più calcio si trovanelle urine e l’eccesso caloricofavorisce il sovrappeso. Se alladieta scorretta si associa la se-dentarietà, il rischio diviene an-cora più elevato. L’esercizio fisi-co invece, contribuisce amigliorare il controllo pressorio,ad aumentare il flusso sanguignorenale e a ridurre le molecole al-la base dei meccanismi dell’in-fiammazione”.

Elisabetta Ciavarella

in pocheparole

Negli ultimi anni in Italia e nelresto del mondo si è registrato unaumento consistente del consumodi bevande denominate EnergyDrinks. A fianco dell’aumento deiconsumi, ospedali e Centri Antive-leno stanno registrando in paralle-lo un aumento delle intossicazionida overdose di caffeina. I costituentiprincipali degli Energy drinks so-no: caffeina in quantità variabile,estratti di guaranà, taurina e gin-seng; possono essere inoltre pre-senti amminoacidi, vitamine e car-boidrati. L’obiettivo di questebevande è sostanzialmente miglio-

rare le prestazioni in termini di du-rata, attenzione e concentrazione.La fascia di mercato a cui questiprodotti sono rivolti comprendesportivi, studenti e professionisti aiquali è richiesta una buona con-centrazione; queste bevande ven-gono inoltre consumate dai ragazziin discoteca per contrastare la stan-

chezza e in molti casi vengono as-sociate a sostanze illegali quali ec-stasy o altre amfetamine. Gli effet-ti collaterali, anche gravi, e latossicità da energy drinks so-no dovuti al contenuto di caf-feina, a cui spesso si aggiungel’associazione con alcol, sti-molanti e altre sostanze con-tenenti caffeina. I consuma-tori rischiano di essere ignaridella composizione delle be-vande e del dosaggio di caf-feina in esse contenuto, con ilrisultato che, con le poche onulle avvertenze sui prodotti,il potenziale di overdose e intossi-cazione è sempre presente. Il gua-ranà, un estratto della pianta Paul-linia cupana, presente in questebevande, contiene caffeina, teo-bromina e teofillina in quantità va-riabili. Il ginseng è un estratto di er-be noto per le sue presunteproprietà afrodisiache e stimolantiche è presente in quantità inferioriai dosaggi giornalieri normalmen-te impiegati. Come per guaranà etaurina, anche per questa sostanzanon sono indicati effetti tossici; tut-tavia è noto che può determinaremolteplici e importanti interazionifarmacologiche che possono di-ventare clinicamente rilevanti a se-conda della quantità di ginseng in-

gerito, della dose e della frequen-za di assunzione dei farmaci con iquali interagisce. In caso di sovra-dosaggio, l’intossicazione da caf-

feina può mimare l’avvelenamen-to da anfetamine e portare aconvulsioni, psicosi, aritmie car-diache e, potenzialmente, anche seraramente, morte. Il trend di abusoe di tossicità sembra essere in au-mento tra gli adolescenti e il nume-ro di unità di energy drinks ingeri-te supera di gran lunga i livellimassimi consigliati. Alcuni produt-tori suggeriscono un consumo gior-naliero massimo di caffeina di 200mg, che equivale a circa 625 ml dibevanda energetica (una lattina eun quarto).

Data la chiara evidenza di tos-sicità e il crescente numero di rico-veri associati al consumo di energydrinks, soprattutto nella popolazio-

ne adolescente, le autorità dovreb-bero regolamentarne il mercato eaumentare la consapevolezza delproblema. Inoltre la commercializ-

zazione di tali prodotti dovrebbeincludere un’etichettatura conappropriate avvertenze sanita-rie così come è richiesto per lecompresse di caffeina (OTC),con cui condividono effetti e po-tenziale di overdose.

In definitiva, in alcuni sog-getti l’assunzione di EnergyDrinks può causare un eccessi-vo aumento della frequenza car-diaca ed un incremento della

pressione arteriosa. Inoltre, neglisportivi che li assumono prima diuno sforzo fisico prolungato, l’atti-vità diuretica della caffeina puòpeggiorare lo stato di disidratazio-ne provocato dalla perdita di liqui-di con la sudorazione. Ancora piùpericolosa è l’abitudine ad assu-mere cocktail a base di EnergyDrinks ed alcool. Gli Energy Drinkspossono dare l’illusione di combat-tere efficacemente gli effetti seda-tivi dell’alcool. Ma lo stato di eb-brezza viene piuttosto mascherato,mentre segnali come la fatica e lasonnolenza sono solo attenuati e re-stano in agguato, poiché la con-centrazione ematica di alcool nonviene modificata.

Attenzione all’abuso di bevande energetiche

Forte è il rischio di intossicazioni da overdose di caffeina

Cresce quello dell’età che dipenderà dallincremento dell’attesa di vita

Energy drink, è allerta

DI FLOREDANA ARNÒ

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50&PIÙ ENASCO

MEDICO CAVDI ANNA LEPORE

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Assegno sociale: i requisitiAssistenza, inabilità e accompagno

Dal 1° gennaio 2013 il requisitodell’età, 65 anni per le donne e gliuomini, per ottenere l’assegno so-ciale è soggetto all’incremento del-la speranza di vita.

Vediamo quali sono i presuppo-sti per l’accesso all’assegno socialedell’Inps e alle prestazioni assisten-ziali di invalidità civile.

L’assegno socialeSi tratta di una prestazione di ca-

rattere assistenziale che prescindedel tutto dal pagamento dei contri-buti e spetta ai cittadini che si trovi-no in disagiate condizioni economi-che.

A chi spettaI requisiti richiesti sono i se-

guenti:• cittadinanza e residenza sul terri-

torio nazionale. Ne hanno comun-que diritto anche i rifugiati politici,nonché i cittadini dell’Unione Eu-ropea, purchè risiedano in Italia;

• 65 anni di età, sia per gli uomini esia per le donne (ma la riforma dal2013, innalza questo requisito e loaggancia all’adeguamento allasperanza di vita);

• Assenza di redditi, ovvero conse-guimento di redditi inferiori ad undeterminato limite;

Dal 1° gennaio 2009, inoltre, èrichiesta una ulteriore condizionecostituita dal soggiorno legale, in via

continuativa, per almeno dieci anniin Italia.

L’importo spettanteL’importo dell’assegno sociale

viene fissato in base all’entità delreddito personale e, nel caso di per-sone sposate, si tiene conto del red-dito cumulato con il coniuge: la pre-stazione può essere liquidata inmisura intera o ridotta.

Quali redditiAi fini del diritto all’assegno so-

ciale, per reddito si intende tutto ciòche il sog-getto ri-chiedentee il proprioc o n i u g epossiedonoin via con-tinuativa,compresi ir e d d i t iesenti dairpef (co-me, ad esempio, la pensione di guer-ra) e quelli soggetti a ritenuta allafonte a titolo d’imposta o a impostasostitutiva (interessi bancari, Bot,Cct ecc.). Non contano, invece, ilreddito derivante dalla casa di pro-prietà, purchè direttamente abitatadal richiedente, i trattamenti rice-vuti a titolo di liquidazione per finerapporto di lavoro e le competenze

arretrate soggette a tassazione se-parata, lo stesso assegno sociale e iproventi provenienti da alcune for-me assistenziali .

L’assegno di assistenzaAgli invalidi, con età tra i 18 e 65

anni ed un grado di invalidità com-preso tra il 74 e il 99 percento, spet-ta un assegno mensile di assistenzaper 13 mensilità.

Per fruire dell’assegno – pariquest’anno a euro 267,57 mensili –l’invalido deve essere disoccupato,

residente in Italia eavere un reddito an-nuo personale(quello del coniugenon conta) che nonsuperi un determi-nato limite (euro4.596,02 per il2012).

In presenza diqueste condizioni,anche i cittadini

stranieri, compreso gli extracomu-nitari se titolari di carta di soggior-no, possono ottenerlo.

La pensione di inabilitàSpetta agli invalidi ai quali sia

stata riconosciuta un’inabilità lavo-rativa totale e permanente del 100per cento.

L’importo è pari a quello stabili-to per l’assegno di assistenza, ma le

condizioni di accesso sono più faci-li in quanto il limite di reddito annuopersonale è molto più elevato (euro15.627,22 per il 2012.)

L’indennità di accompagnoQuesta prestazione è un soste-

gno economico che viene erogatoalle persone che non sono in grado dicamminare o di compiere autono-mamente gli atti quotidiani della vi-ta (mangiare, lavarsi, vestirsi ecc.).L’importo dell’indennità, pari a eu-ro 492,97 mensili, viene erogato per12 mensilità.

Detta prestazione viene con-cessa a prescindere dall’età e dallecondizioni economiche dell’inte-ressato. Possono ottenerla a qual-siasi età, sia le persone meno ab-bienti che i benestanti.

Non è poi legata alla composi-zione del nucleo familiare e non èreversibile.

E’ cumulabile con la pensioned’inabilità e con altre prestazionispettanti per altre minorazioni civi-li ai ciechi e ai sordomuti.

E’ opportuno, comunque, datala particolare materia rivolgersi agliuffici del Patronato 50&Più Enascoi quali gratuitamente e presenti sututto il territorio nazionale, sono ingrado di fornire ogni informazionee provvedere all’inoltro on-line del-le domande in esame.

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20 d i c e m b r eduemiladodici

FARMACIAA CURA DELLA

FARMACIA SANTA RITAPer i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

La forfora, nemica acerrimadelle giacche scure, è una dellecause di situazioni di imbarazzopiù forti. Sul portale di Leonardosono elencate le possibili cause.Fastidiosa conseguenza dell’ec-cessiva proliferazione di un lie-vito, il Pityrosporum ovale, unitaad un’alterata secrezione delleghiandole sebacee, la forfora è undisturbo del cuoio capelluto. Esi-stono due tipi di forfora. In quel-la secca la pelle disidratata e lesquame fini e biancastre si stac-cano senza particolari segni di ir-ritazione cutanea. La produzioneaumenta nel periodo invernalecon il prurito alla testa, non ec-cessivo, e i capelli non cadono.Nella forfora grassa invece, lacute dei capelli è grassa e pro-duce squame spesse e giallastreche restano attaccate al cuoio ca-pelluto, trattenute da un’ecces-siva quantità di sebo. La seborreasi accompagna alla desquama-zione rendendo i capelli unti e lacute oleosa. Insieme alla forforagrassa si manifestano un forteprurito alla testa ed intensa ca-duta dei capelli. Stress, cattiva ali-mentazione, abuso di alcol, cam-bio di stagione e indebolimentodel sistema immunitario sono al-cune delle cause della forfora.Anche i trattamenti igienici erratipossono contribuire, come lava-re i capelli con shampoo troppoalcalini o sgrassanti che provo-cano l’impoverimento del sebocutaneo, con la conseguenza chelo strato epidermico, non piùprotetto, si disgrega producendoforfora. Ma anche il phon o il ca-sco con aria surriscaldata posso-no essere responsabili. Il caloreinfatti, tende a disidratare la che-ratina e a renderla fragile. Tra i ri-medi poco aiutano gli shampoospecifici e antifungivi, perchéspesso sono troppo aggressivi acausa dei tensioattivi presentinelle loro formule. Più efficaci, in-vece, sono le mousse termosen-sibili, da applicare sulla cuteasciutta lasciandole in posa perqualche minuto in modo che ilprincipio attivo intervenga sulcuoio capelluto, per poi risciac-quarli con acqua abbondante.Prevenire la forfora è possibile cu-rando l’alimentazione ed evitan-do l’abuso di cibi grassi, fritti econservati, bevande alcoliche,insaccati ed evitando inutili si-tuazioni di ansia.

Elisabetta Ciavarella

in pocheparole

Forfora nemica

La ferita è una lesione cutaneaoriginata da un trauma. Può esse-re superficiale con fuoriuscita disangue, profonda, se interessa an-che gli strati sottocutanei, oppurepenetrante, quando risultano dan-neggiati anche gli organi interni. Aseconda della causa che le ha pro-vocate, le ferite si distinguono in:abrasioni (lesioni superficiali dellostrato cutaneo e sottocutaneo sen-za perdita di sangue; escoriazioni(lesioni caratterizzate dalla perdi-ta degli strati più superficiali del-la pelle, con fuoriuscita di san-gue); ferite da taglio (provocate daoggetti taglienti, con bordi regola-ri); ferite da punta (provocate daoggetti appuntiti); ferite lacero-contuse (provocate da oggetti ta-glienti (con bordi irregolari e consottostante contusione).

La pelle rappresenta una verae propria barriera difensiva controi microrganismi. Le lesioni con-

sentono ai micro-bi presenti nel-l’ambiente o aquelli che si tro-vano abitual-mente sulla no-stra cute, di pe-netrare nell’or-ganismo attac-cando il sistemaimmunitario, conconseguenze chepossono essereanche molto serie. Occorre, quin-di, lavare bene la ferita, con ab-bondante acqua fisiologica o, in as-senza di essa, con acqua fredda esapone, ponendo attenzione a ri-muovere eventuali tracce di terra,polvere, frammenti o spine.

Dopo il lavaggio della ferita edella zona circostante si può poiprocedere alla disinfezione conagenti antibatterici non alcolici abase di iodio o di cloro o con acqua

ossigenata. Una volta disinfettata laparte lesa, la si copre, con garze e/ocerotti a scopo protettivo.

E’ importante seguire per qual-che giorno il decorso della ferita. Sela lesione non guarisce, se appa-iono arrossamento, gonfiore, calo-re nella zona circostante e/o se siavvertono dolore e/o bruciore, conmolta probabilità c’è un’infezione.A questo punto sarà opprtuno ri-volgersi al proprio medico o al far-macista di fiducia. Entrambi po-tranno così prescrivere la terapiapiù idonea, che potrebbe prevedereanche la somministrazione di anti-biotici.

Monitorare spesso la ferita èquindi utile per cogliere sul nascerei segni di un’eventuale infezione. E’consigliato il cambio frequentedella medicazione, tuttavia, è op-

portuno non esagerare con la di-sinfezione, in modo da ridurre latossicità cellulare tipica di ogniantisettico ed evitare conseguentirischi di tossicità sistemica: all’in-terno di una ferita la quantità diprincipio attivo assorbita può essereelevata.

Tra le infezioni che si possonotrasmettere, attraverso le lesioni cu-tanee, c’è il tetano, malattia causatadalla tossina di un batterio (Chlo-stridium tetani) che è estrema-mente tossica per il sistema ner-voso.

Se il soggetto ferito non haeseguito la profilassi antitetanica onon è in regola con i richiami de-cennali, è consigliabile consultaretempestivamente un medico. Cosìfacendo, il paziente potrà, even-tualmente, essere sottoposto altrattamento antitetanico entro le 24ore dall’avvenuto contagio, so-prattutto nei casi di ferite profon-de o di lesioni provocate da oggettisporchi ed arrugginiti. E’ impor-tante comunque ricordare di ave-re cura delle ferite sin da subito, an-che di quelle apparentemente mol-to piccole e superficiali, facendomolta attenzione ad un’adeguatadetersione che faciliti la guarigio-ne e riduca immediatamente i ri-schi di un’infezione.

La pelle difende l’organismo dai microbi

Ferite cutanee lieviLa parte lesa va disinfettata e protetta con garze o cerotti

La dislessia evolutiva è un di-sturbo specifico dell’apprendimen-to (DSA) di origine neurobiologica.Il termine dislessia è impiegato inmodo estensivo per designare uninsieme composito di difficoltàd’apprendimento che riguardanola lettura (dislessia), la scrittura (di-sortografia e disgrafia) e il calcolo(discalculia).

Alla base dei problemi di lettu-ra, scrittura o calcolo, non c’è un de-ficit intellettivo o un qualche pro-blema ambientale o psicologico.

Il dislessico è una persona cheimpara in maniera diversa, una per-sona che ha un’organizzazionementale particolare che espone adifficoltà, ma che può talvolta pro-durre qualità speciali di immagina-zione e creatività. Per le proprie ca-ratteristiche, lo studente dislessicoha bisogni di apprendimento spe-ciali, che la scuola si impegna a sod-disfare, in sintonia con le recenti di-sposizioni di legge, in specifico lalegge 8 ottobre 2010, n. 170, adot-tando modalità di apprendimentoe di valutazione il più possibile fles-sibili, in grado di garantire il pienoapprendimento in termini di cono-scenze e competenze.

La legge 170/2010 ha costitui-to un’importante svolta nel nostro

Paese sollevando il problema di ga-rantire il successo scolastico a ra-gazzi con Dislessia e DSA.

Molte iniziative si sono avviatenella nostra Regione ad opera del-l’Ufficio Scolastico Regionale per laformazione degli insegnanti di ogniordine di scuola affinchè sianopronti a cogliere le difficoltà deglialunni e avviare misure di aiuto peril loro percorso scolastico.

La scuola Polo Masi di Foggia, incollaborazione con l’AIRIPA, Asso-ciazione Italiana per la Ricerca inPsicopatologia dell’Apprendimen-

to e il Centro Territoriale di Sup-porto, mette a disposizione per lacittà di Foggia uno sportello diascolto e informativo dedicato airagazzi delle scuole superiori e

delle Università. La scelta di privilegiare gli stu-

denti in questa fascia di età nascedall’esigenza di offrire anche a unafascia di età più avanzata, e spessotrascurata, i giusti supporti per gliapprendimenti. Lo sportello è a di-sposizione, previo appuntamentoda concordare con i referenti delCTS, telefonando al numero0881635018 - ITSS “MASI” oppu-re alla dott.ssa D’Amato Carmina edott.ssa Teresa Brunocell.3205748111 che si occuperan-no dell’attività.

In ottemperanza alla legge 170/2010

Studenti dislessiciPSICOLOGA DELL’APPRENDIMENTO

Nella scuola secondaria e nell’Università attivo uno sportello di ascolto

DI ANNA MARIA ANTONUCCIPSICOLOGA DELL’APPRENDIMENTO

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

Per saperne di piùLo sportello offrirà agli studentiDSA e ai loro insegnanti:• incontri individuali di consulen-za didattica• incontri informativi sui DSA• screening per l’individuazionedel disturbo e indicazioni per ap-profondimento diagnostico neiservizi• dare indicazioni sugli screeningnelle classi,(per gli insegnanti )fornire informazioni sui referentiDSA a cui rivolgersi nei diversiistituti o associazioni,

dare indicazioni su strumenticompensativi e dispensativi inclasse e a casa, (per insegnanti ealunni )• consulenza per l’orientamentoalla scelta universitaria• consulenza telefonica help lineinterventi di mediazione con i do-centi in vista degli esami orali oscritti;• informazioni sulle procedure diimmatricolazione e sui test d’in-gresso.

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21d i c e m b r eduemiladodicia tavola

Cos’è il Natale sen-za decorazioni, cande-le e tavole agghindatea festa?

Per avere un desco festoso edelegante non è necessario spende-re un patrimonio, e questo è possi-bile ricorrendo ancora una volta al-l’ecosostenibilità!

Non solo a tavola, ma anchesulla tavola. Per cui spazio alla fan-

tasia e al fai da te! I centrotavolapossono essere fatti a mano, peresempio con la frutta, in manieratale da poterli anche gustare. Op-pure, nei freddi pomeriggi festivi,

perché non dedicarsi a lavoretti fat-ti a mano con i bambini, da appen-dere all’albero, o cimentarsi nelpatchwork? Divertitevi pure con lestoffe, e non abbiate timore di az-zardare con colori, lustrini, penna-relli e spray colorati. La parola d’or-dine, in questi casi, è osare. Nonsolo con i classici rosso, dorato e ar-gentato, ma anche con colori di-versi e accesi, come il blu elettrico,il verde smeraldo o addirittura ilfucsia e il viola. Per i più tradizio-nalisti, il consiglio è di puntare sutonalità più tenui e smorzate.

Sarà molto più semplice diquanto sembri realizzare una tavo-la natalizia originale e personaliz-zata per festeggiare il Natale ingrande stile, ma con risparmio etantissima soddisfazione.

Sperimentate decorazioni intulle, con nastrini, rafia e fiori (ma-gari anche di plastica), con cui av-volgere anche le candele per la ta-vola. Preparate da voi i segnaposto:armati di cartoncini, sarà un’ideaoriginale e apprezzata. Magari an-

che uniti a dei piccoli presenti, peresempio dei sacchettini di juta con-tenenti biscotti fatti da voi, o fruttasecca da consumare a fine pasto. Aproposito di biscotti, anche loropossono essere usati come decora-zione, come ferma tovagliolo ( sefatti rotondi, a ciambellina) o per uncentro tavola, soprattutto se delleforme tipiche del Natale, (alberelli,

stelline, e chi più ne ha più ne met-ta) e decorati con glasse e zucchericolorati.

Per i bicchieri si possono usaredelle vetrofanie attacca-stacca a te-ma natalizio, in vendita nei grandicentri bricolage. Una volta finita lacena, i bambini potranno divertirsia staccarle e riattaccarle sui vetridelle finestre.

Divertimento assicurato anchenella realizzazione di lavoretti inpasta di sale, da colorare e formarecome volete, per esempio in tantepiccole ghirlande per le candele damettere in tavola.

Anche molte spezie possonoessere usate per abbellire la tavoladelle feste: le stecche di cannella,l’anice stellato, per esempio, con-feriscono profumo e calore all’am-biente. Insomma la vostra fantasiaha di che spaziare, giocateci, osa-te, ma soprattutto, divertitevi!

A cura della Personal ChefLucia Savasta

Ingredienti per 4 persone2 stinchi di maiale - 2 spicchi d’aglio -

1 ramoscello di rosmarino - 5 patate medie- 3 cipolle medie (abbondate fino a 5 se vipiace tanto la cipolla, visto che farannod’accompagnamento alle patate) - 200 mldi brodo (di carne o vegetale) - 150 ml diaceto di mele - 1 cucchiaio abbondante disenape di Digione - 2 cucchiai di marmel-lata di arance amare - olio e.v.o. - una fogliad’alloro grande - sale, pepe verde grattu-giato al momento

PreparazioneUn consiglio fondamentale! Prima di

cuocere gli stinchi, visto che sono ricchi difibre, teneteli fuori dal frigo fino a portarlia temperatura ambiente, così la carne sa-rà decisamente molto più tenera. Accen-dete in forno a 220°. Lavate, pelate e ta-gliate a pezzi grossi le patate e le cipolle, emettetele in acqua fredda salata. Fate deipiccoli taglietti negli stinchi in cui inseri-rete i pezzetti d’aglio privati dell’animacentrale. Pepate e massaggiate con un po’d’olio gli stichi, lasciandoli riposare per unadecina di minuti. Portate a bollore il bro-do, l’aceto e la foglia d’alloro facendo ri-durre il tutto fino a quasi metà. Rosolate a

fiamma media in 4 cucchiai d’olio gli sti-chi per una ventina di minuti, da tutti i la-ti. Salate. Scolate bene le patate e le cipol-le e ponetele in un recipiente con olio, salee pepe, mescolando bene. Mettete gli stin-chi e le verdure in una teglia e infornateper 30 minuti. Togliete la teglia dal forno,versatevi sopra la riduzione ottenuta dailiquidi, abbassate la temperatura del fornoa 150°, coprire la teglia con carta d’allumi-nio, lasciando degli spiragli.

Continuate la cottura per circa due ore,irrorando con il fondo di cottura ogni mez-z’ora, girando il tutto. Portate il forno a180°. Mescolate la senape con la marmel-lata d’arance amare. Rimuovete l’allumi-nio e spennellate la carne con la glassa. Ri-mettere in forno per circa 20 minuti,facendo attenzione che la glassa non bru-ci. Spegnete il forno, aprite la porta a me-tà e fate riposare la carne per una quindi-cina di minuti, prima di servirla.

Buon gusto!

Decori a misuradi famiglia

Fantasia, risparmio e grande soddisfazione

Ricette economiche ed ecosostenibili

La ricettaStinco di maiale al forno con marmellatad’arance e senape

LA RIVINCITA DELLA CARNE POVERAL’ecosostenibilità è la mia proposta per le portate di questo Natale. Per chi non

vuole rinunciare alla carne, consiglio di usare tagli poveri come lo stinco. Saporita edeconomica, anche se un po’ impegnativa, questa ricetta vi farà fare un figurone!

Per il prossimo Natale la parolad’ordine è ecosostenibilità

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Finalmente la data del vostro matrimo-nio è fissata, e tra i tanti preparativi da af-frontare arriva il momento tanto desideratoe atteso da ogni donna: la scelta dell’abito dasposa. E’ proprio così, il vero protagonista diquel giorno sarà lui, o meglio sarai tu con in-dosso il tuo abito da sposa. Ed è per questoche il vestito da sposa deve essere quello chehai sempre sognato, da scegliere secondo iltuo stile, romantico o con un tocco di origi-nalità, classico o retrò.

L’abito da sposa rappresenta un modo diessere di chi lo indossa, per cui va scelto concura sia in relazione alla personalità che al-le specifiche caratteristiche fisiche della spo-sa; esso, infatti, dovrà esaltare la figura del-la donna che lo indossa, mettendonaturalmente in risalto quanto di più bello viè nella sposa, armonizzando dunque la suaimmagine e, soprattutto, sottolineando il suoinnato modo di essere e di proporsi.

Il mio primo consiglio è quello di cercareun abito che vi faccia sentire non solo bellis-sime, ma soprattutto a vostro agio.

Il giorno del matrimonio sarà lungo e im-pegnativo e voi dovrete essere meravigliosee radiose in ogni istante.

Quando mi ritrovo a parlare con le miespose, che mi chiedono un consiglio su comescegliere il loro abito o da dove iniziare, do-po aver capito lo stile del matrimonio, mi ri-trovo ad accompagnarle dallo stilista foggia-no Francesco Paolo Salerno, che hoincontrato per voi.

Sono per dare valore a tutte le compo-nenti del matrimonio, prestando cura a tut-to e soprattutto personalizzando tutti gliaspetti.

Ecco perché quando le spose che si affi-dano a me, si affidano anche allo stilista Fran-cesco Paolo Salerno, so che regaleremo unmatrimonio cucito su misura.

Confesso che mi emoziona particolar-mente scrivere di lui, perché questo percor-so nel mondo degli sposi lo abbiamo iniziatoinsieme, per il comune desiderio di emozio-

nare gli sposi.Abbiamo pensato insieme ad un vero

cammino, tenendo per mano i nostri sposi,curando dettagli, prestando attenzione allenecessità e ai loro desideri, fino ad arrivareal giorno più bello della loro vita realizzan-do il matrimonio perfetto, a partire dall’abito.

Sono quindi davvero orgogliosa di rac-contarvi un po’ del mondo di Francesco Pao-lo Salerno che nasce nel 2009 con la linea de-nim e prêt à porter, alla fine del 2010 decide

di integrare alla propria azienda la linea altamoda e successivamente la linea sposa,dan-do vita così alla favola di ogni donna nel gior-no più importante,partendo proprio dall’abi-to da sposa perfetto.

Nonostante la giovane età, vanta già col-laborazioni importanti a livello nazionale confotografi del calibro di Joseph Cardo, attricicome Vittoria Schisano e, non ultima, la pub-blicazione di un suo capo sul numero di que-sto mese della rivista più importante d’Italia“Vanity Fair”.

Un lavoro davvero fatto su misura quellodi Francesco Paolo Salerno, non solo stretta-mente fisico, ma emotivo. La ricerca dellabellezza attraverso la qualità e lo studio del-la linea è la caratteristica che lo contraddi-stingue.

Ogni abito per lui è una sfida, con dedi-zione e passione soddisfa le esigenze delleclienti di ogni fascia d’età.

Già guardando le sue creazioni poteteammirare uno stile unico, elegante, l’utiliz-zo di tessuti eccellenti.

Infatti, entrando nel laboratorio si ha lapossibilità di partire proprio dal disegno delvestito ideale e attraverso le varie prove si vi-vrà l’emozione della costruzione dell’abitomodellato in base alle esigenze del corpo, na-scondendone i difetti ed esaltandone i pre-gi, senza rinunciare mai all’alta qualità deitessuti.

Sentirsi unica e davvero bellissima nelgiorno più bello della tua vita!

22 d i c e m b r eduemiladodici wedding planner

Scegliere l’abito da sposaL’incontro e la sinergia con lo stilista foggiano Francesco Paolo Salerno

Bellissime e a proprio agio: è il segreto per non sbagliareDI CRISTINA CUCCI

WEDDING PLANNER

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23d i c e m b r eduemiladodiciviaggi

Partire informati

Nella terra dei diamanti. Il viaggio di una vita

Periodo migliore: La Botswana si puòvisitare tutto l’anno, dato che le temperatu-re sono elevate, con differenze stagionali po-co rilevanti. Resta invece sempre elevatal’escursione termica fra il giorno e la notte.

Documenti per l’ingresso nel Paese: Iviaggiatori italiani non necessitano di visto pervisite a scopo turistico. Il passaporto dovrà ave-re una validità residua di almeno sei mesi.

Come arrivare: I voli internazionali dialcune compagnie aeree africane e inglesifanno scalo a Gaborone. Il Paese ha anchesei principali itinerari stradali, percorsi da-gli autobus.

Per spostarsi: Vi è un ottimo treno checollega Gaborone a Francistown. I taxi sonopresenti nelle principali città.

Lingua: L’inglese è la lingua ufficiale,ma l’idioma più diffuso è il setswana, che è

parlato da più del 90% della popolazione. Ora locale: Il Botswana è avanti di

un’ora rispetto all’Italia.Valuta: La moneta è la pula. Ci sono

sportelli bancomat sparsi per tutto il Paese. Mance: Le mance sono sempre ben ac-

cette, anche se nei locali riservati ai turistinormalmente il servizio è già compreso nelconto. Generalmente i tassisti non ricevonola mancia.

Salute: Nelle principali città non esisto-no particolari rischi di contagio.

Alberghi: Gli alberghi sono presenti intutte le principali località del Paese, anchesotto forma di villaggi turistici di lusso. Neiparchi è possibile alloggiare in piccoli lodgee campeggi.

Un affascinante territorio selvaggio, meta di indimenticabili safari

CAPODANNO IN BOTSWANA

La storia del Botswana è un successo tut-to africano. Confinato nel centro dell’Africameridionale, questo stato ottenne l’indipen-denza nel 1966 e, subito dopo, vi furono sco-perte tre delle miniere di diamanti più riccheal mondo. A parte la stretta fascia orientaledove si concentra la maggior parte della po-polazione, il Botswana è ricco di savane, deserti

e saline. Qui si trovano alcune delle principa-li riserve naturali del mondo: in particolare ilParco del delta dell’Okavango con la Riservadi Moremi, l’area protetta con il maggior nu-mero di specie viventi, e il Parconazionale di Chobe, uno dei par-chi più affascinanti e suggestividell’intera Africa, con la più nu-merosa popolazione di elefantidel pianeta. In Botswana si pos-sono effettuare camping-safari,percorrere i fiumi con imbarca-zioni e godersi lo spettacolo dipaesaggi e animali dall’alto, a bordo di picco-li aerei. Il termine safari significa, in linguaswahili, “noi andiamo” e tutti i turisti che vi-sitano questo Paese ne programmano alme-no uno, dal momento che non esiste un modomigliore per accostarsi alla spettacolare fauna.Di solito i visitatori osservano gli animali daun fuoristrada, ma è anche possibile effettua-re una gita a cavallo. La ricchezza delle ma-terie prime e una guida intelligente, che hasempre puntato sulla tolleranza fra le varie et-nie, hanno permesso al Botswana di svilup-pare un efficace sistema sanitario e scolasti-co che non hanno pari nell’Africa Nera.Gaborone è la capitale; nel suo National Mu-seum and Art Gallery è possibile visitare unagrande collezione di oggetti storici e animaliimpagliati. Francistown invece è affettuosa-mente chiamata “la vecchia signora del Bot-

swana”, ed è considerata uno dei paradisi del-lo shopping in Africa. Nelle cittadine, invece,a volte ai bordi delle strade, si trovano prodottid’artigianato locale di legno intagliato, so-prattutto in legno di mopane, statue di ani-mali, maschere, tessuti dipinti, cesti e cestini,realizzati con un particolare tipo di palma. Sitrovano anche prodotti boscimani come archie frecce, braccialetti, collane di semi e perlinefatte con i gusci delle uova di struzzo.

Oggi il cristianesimo è la religione preva-lente, ma fino a pochi decenni fa predomina-vano le antiche religioni tribali caratterizzateda culti in cui gli antenati, dalle loro residen-ze ultraterrene, entravano in contatto con i ca-pifamiglia. Le pratiche religiose comprende-vano cerimonie d’iniziazione maschili efemminili e riti per propiziare la pioggia. Lapoligamia era comune. Furono i missionari adabolire quasi tutti i riti tradizionali.I piatti so-no prevalentemente a base di carne, mentrenegli alberghi la cucina è internazionale. Ilservizio è ineccepibile. Ottime le carni e la sel-vaggina, lo struzzo, le antilopi, in particolare

il kudu cucinato come il roast-be-ef all’inglese. I vini sono eccel-lenti e di provenienza sudafrica-na. Certo il Botswana non èdietro l’angolo, però ha tutte lecarte in regola per essere uno deigrandi viaggi della nostra vita.

CURIOSITÀSecondo la tradizione, nell’antichità gli

uomini badavano al gregge e si cibavano es-senzialmente di carne e latte, mentre le don-ne erano libere di girovagare a piacimento e vi-vevano dei frutti e delle verdure checrescevano spontaneamente. Gli antichi ar-tisti erano in realtà comuni artigiani che pro-iettavano la propria personale concezioneestetica negli strumenti di uso quotidiano co-me ceramiche, tessuti e utensili vari. I cestiprodotti nel Paese sono deliziosi e utilizzano di-segni dai nomi evocativi come “lacrime di gi-raffa”, “sentiero dell’urina di toro” e “frontedella zebra”. Elisabetta Ciavarella

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