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Martedì 12 Gennaio 2016 IL GIORNALE DELLA FINANZA www.ilsole24ore.com
t @ 24FinMerc
BANCHE
Mps e Carigegiù di oltre il 10%Marco Ferrando upagina 25
OSSERVATORIO STARTUP
Anche per il turismoil businessè sullo smartphoneAlberto Magnani upagina 27
Auto. Il ceo Marchionne: «Siamo l’unico produttore generalista che guadagna in tutte le aree in cui opera»
Fca frena sul piano fusioniUtili 2015 al top delle atteseConfermati i target al 2018 e l’azzeramento del debito industrialeAndrea MalanDETROIT. Dal nostro inviato
p«Fiat Chrysler ha chiuso bene il 2015, siamo nella fascia alta della forchetta che avevamo dato. La strada per arrivare agli obiettivi 2018 non è lunghissima,anche se non sarà facile arrivarci». Sergio Marchionne atterra aDetroit e riprende il discorso dadove lo aveva terminato la settimana scorsa a Milano: dal consolidamento e dai target finanziari. I risultati 2015 verranno annunciati il prossimo 27 gennaio, e saranno buoni. «Parte alta della forchetta» potrebbe significare, per l’utile operativo, una cifra superiore ai 4,5 miliardi di euro. «Siamo l’unico produttore generalista ha aggiunto il manager che guadagna in tuttele aree in cui opera». Perfino in America Latina, dunque, dove ilcrollo del mercato brasiliano ha portato in passivo i bilanci dei maggiori concorrenti; o in Europa, dove General Motors cercherà quest’anno di cancellare ilrosso dai conti. Il buon 2015 è un trampolino importante verso quegli obiettivi 2018 che molti analisti considerano irrealizzabili ma che Marchionne ha confermato anche ieri, sottolineando in particolare l’azzeramento del debito industriale netto e i 9 miliardi di utili operativi.
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Assicurazioni. Speculazioni sul ceo I giornali elvetici rilanciano la candidatura
Generali: Greco non sta negoziando con ZurichLaura Galvagni
L a Borsa ha dato la propriainterpretazione rispetto al
le voci che circolano su un possibile addio di Mario Greco alleGenerali a favore di un ingresso da ceo in Zurich: il titolo del Leone ha chiuso le contrattazioni di ieri in ribasso del 2,46%a 15,47 euro mentre la compagnia elvetica è balzata del 3,23%a 2,49 franchi. I rumor, come noto, circolano da tempo ma daqualche giorno sembrano essersi fatti più insistenti. Eppure, assicurano fonti vicine allasocietà: «Greco non ha ricevuto alcuna offerta né sta negoziando con Zurich». Anzi, aggiungono altre fonti, il mana
ger è totalmente concentratonella ridefinizione dei termini del proprio contratto con Trieste per il rinnovo del mandato. Al punto che la quadra dovrebbe essere trovata in tempi strettissimi per poi passare al vagliodi un comitato ad hoc pronto a riunirsi. Questo, almeno, è l’auspicio delle parti in causa. Un desiderata che nasce a valle di una lunga e per certi aspetti complessa trattativa, non privadi incomprensioni e di qualcheostacolo. Alcuni dettagli non sarebbero ancora stati definitie sarebbe proprio attorno a questi aspetti che si starebberoconcentrando gli sforzi delle parti in causa. Minuzie, a pare
re di alcuni, elementi di sostanza, per altri.
Quanto ai fatti è difficile ricostruire la vicenda alla perfezione ma da quel che si apprende l’intera questione ha radici lontane. Il tema della riconferma del manager si è posto non appena il ceo ha licenziato il nuovo piano industriale, ossia la primavera scorsa. In quellasede gli azionisti hanno sentitol’obbligo di rivedere le condizioni dell’accordo. Greco, d’altra parte, ha raggiunto in anticipo gli obiettivi del precedentebusiness plan e, come in ogni azienda che si rispetti, è parsonaturale considerare un riconoscimento “formale” per il la
voro svolto. La trattativa, tuttavia, è entrata nel vivo il settembre scorso. A condurla ci sarebbe stato da un lato Lorenzo Pellicioli, in qualità di componente del comitato remunerazione, e dall’altro Greco stesso.Nel corso del confronto si sarebbe affrontata prima una tematica di carattere economico che, si apprende, sarebbe stata risolta in tempi piuttosto rapidi. Sia per il board che per i sociera di fatto scontato procedere a una revisione al rialzo della remunerazione del manager che ha permesso alle Generalidi allocare al meglio il proprio capitale completando con soddisfazione la dismissione di asset non strategici. Diversamente, si sarebbe creato una sorta di misunderstanding sulla “durata” del mandato.
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Celestina DominelliAntonella Scott
pEni non entrerà nel progetto di raddoppio del Nord Stream, la pipeline che trasporta ilgas russo verso il nord dellaGermania, passando attraverso il Mar Baltico. Ieri, a marginedell’incontro “#ProfughiEnoi. Tutti sulla stessa strada”, organizzato dalla Fondazione Avsi,il numero uno di Eni, Claudio Descalzi, ha voluto precisare laposizione del gruppo a valle delle voci su un possibile coinvolgimento di aziende italianenel dossier che prevede diportare a 110 miliardi di metricubi di gas la capacità comples
siva del “tubo” dopo la telefonata, intercorsa venerdì, tra ilpremier Matteo Renzi e il presidente russo, Vladimir Putin. «Non abbiamo mai considerato e non considereremo la partecipazione in Nord Streamcome azionisti ha spiegatol’ad del gruppo di San DonatoMilanese perché dal punto divista logico e strategico noinon siamo una società che fatrasporto di gas o di petrolio,siamo una società che è nelle materie prime, esplora e produce oil e gas ed eventualmente sviluppa trasporti per il proprio gas e petrolio».
Continua u pagina 23
BOND
Intesa preparal’emissione di un Additional tier 1Servizio upagina 25
Gasdotti. L’ad Descalzi chiarisce la posizione del gruppo sul dossier
Eni: «Non entreremo nel Nord Stream»
Riassetti. Spunta l’interesse di Alibaba (per ora solo commerciale)
Milan-Bee, viaggio Fininvest a ShenzhenCarlo Festa
pUna delegazione di Fininvest sarebbe pronta a partire nei prossimi giorni per la Cina: destinazione Shenzhen. Se il viaggio si farà, visto che la cautela è d’obbligo, potrebbe essere un segnale dell’ulteriore fiducia riposta da SilvioBerlusconi nell’intermediario Bee Thaechaubol, impegnato da mesi a cercare investitori per acquistare il 48% del Milan per 480 milioni di euro.
Proprio ieri si sarebbe consumato un giorno cruciale per il broker: la holding di via Paleocapa di proprietà della famiglia Berlusconi avrebbe posto lunedì 11 gennaiocome scadenza per avere rassicurazioni sull’offerta, in termini di
garanzia bancaria e risorse che uno o più investitori sarebbero in grado di mettere sul piatto. Insomma, per Fininvest i tempi dell’attesa sembrano finiti.
Così ieri Mr Bee era a HongKong con il fantomatico investitore (per ora ancora sconosciuto) cruciale per la sua cordata. Così, anche se il condizionale è necessario, la delegazione Fininvest dovrebbe partire per Shenzhen a incontrare il partner promesso. Insomma, la telenovela finanziaria continua, sempre accompagnata dai soliti dubbi. E nel frattempo, tanto per rendere più complessa la vicenda, cominciano a circolarerumors sull’interesse per il Milan di altri investitori, in autonomia ri
spetto a Bee: non solo il fondo UsaMadison, ma anche un altro non meglio precisato gruppo cinese. Le indiscrezioni indicherebbero le possibili mire del colosso dell’ecommerce Alibaba, che ha una propria divisione dedicata allo sport, che di recente ha acquisito per 192 milioni di dollari la squadradi calcio del Guangzhou Evergrande. Tuttavia, secondo altre indiscrezioni, la holding della famiglia Berlusconi avrebbe avuto con il gruppo fondato da Jack Ma solo discussioni per un accordo commerciale nell’intero Far East sul marchio Milan. Insomma, non ci sarebbe alcun interesse per una quota azionaria del club.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Mario Cianflone
pFca entra finalmente nell’era delle automobili ibride, un salto tecnologico indispensabile per mercati e clienti sempre più orientati verso la mobilità «verde» anche in virtù di normative via via più restrittive in fatto di emissioni e consumi. Al salone diDetroit, il North American International Auto Show che ha acceso ieri i riflettori, Chrysler ha in
fatti svelato Pacifica offerta anche nella variante plugin hybrid, ovvero con batteria a ioni di litio (da 16 kWh) ricaricabile dalla rete elettrica. In questo modo la vettura può viaggiare a emissionizero, in sola modalità elettrica, per circa 50 chilometri. Il motore elettrico è abbinato a un’unità a benzina V6 Pentastar da 3.6 litri e248 cv (le versioni non ibridizzate hanno invece 287 cv). Secondo
Fca percorre 80 miglia per gallone di benzina cioè 3,5 litri per 100 km. Il nome non è inedito, ma riprende quello di un suv/crossover Chrysler del 2003. Pacifica ora assume le vesti di un grande monovolume, Mpv (multipurpose vehicle) come li chiamano da queste parti che sostituisce il modello Town & Country (da noi noto come Lancia Voyager).
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1,200
1,000
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Dati in milioni di euro, III trimestre
Consegne totaliIn milioni di unità
2014 2015
Ricavi netti
30.000
25.000
15.000
10.000
5.000
-5.000
Utile netto
30.000
25.000
15.000
10.000
5.000
-5.000
2014 2015
Indebitamentonetto industriale
30.000
25.000
20.000 20.000 20.000
15.000
10.000
5.000
-5.000
0 0 0
2014 20152014 2015
1,099 1,114
188
-299
8.021 7.845
23.55327.468
-0,200
Il conto economico di Fca
Andamento del titolo a Milano13,7
13,5
13,3
13,1
12,9
12,7
12,5
11/0104/01
13,43 12,65
Eni
Al via il processo sulle frodi EuriborLeonardo MaisanoLONDRA. Dal nostro corrispondente
La manipolazione del tassoEuribor esce dalle disputefra banchieri, regolatori e
commentatori e approda nelle aule di giustizia. Per la precisionealla Southwark Crown Court di Londra dove ieri si è svolta l’udienza preliminare a carico di undici trader, un campione di varia umanità: britannici, tedeschi, danesi, francesi e anche un italoinglese, Carlo Palombo. In forze aistituti di prima grandezza da Societe Generale a Deutsche a Barclays da dove avrebbero gestito il
gigantesco raggiro, almeno secondo la tesi dell’accusa.
Cinque imputati hanno sceltodi non presentarsi in aula, gli altrihanno declinato le proprie generalità e pagato 150mila sterline di cauzione in attesa della sentenza a conclusione di un processo che
metterà in scena vizi e virtù delle trading room. Fra gli imputati c’è anche qualche star dei terminali. Christian Bittar, francese, da Singapore macinava profitti da record per Deutsche bank e per un nome di primo piano nel banking s’è mobilitato un avvocato dal cognome che pesa, Alexander Cameron fratello di David, premier britannico. Non si sa bene se per punirlo di tanto ardire, o se per la sua storia di top trader, ma Christian Bittar ha dovuto pagare un multiplo degli altri per la libertà: un milione di sterline di cauzione.
Se ieri ci sono state le inevitabi
li schermaglie preliminari, domani comincerà la ricostruzione di un caso che è parente strettissimo del Libor. Si tratta dei benchmark con cui vengono fissati i tassi giornalieri del costo del denaroche secondo l’accusa erano sistematicamente «addomesticati». La vicenda esplose con la scoperta del raggiro sull’indicatore di riferimento londinese e solo successivamente l’inchiesta fu estesa a quello europeo.
Complessivamente si tratta ditassi che influiscono sui valori diprodotti finanziari pari a 450milamiliardi di dollari. Un numero
infinito di zeri che subiva aggiustamenti grazie all’arcaico sistema di fixing che si basava sulle dichiarazioni di selezionati istituti in base alle valutazioni sull’andamento del mercato suggerite dai trader. Un sistema che – in caso di accordo preventivo fra gli operatori delle banche coinvolte– ha consentito a lungo di aggiustare i tassi nel modo più consono agli interessi dei singoli e delle banche.
In realtà gli istituti coinvolticercano di sfilarsi. Societe Generale è stata l’unica, ieri, a diffondere un comunicato sulla vicenda. «Il caso – ha fatto sapere il gruppo francese non riguarda lasocietà, ma un individuo che ha lasciato la banca nel 2009». Forseadesso, ma in passato in primissi
ma linea sono stati proprio gli istituti di credito. Per la manipolazione dei tassi di riferimento sul costo del danaro, infatti, banche e società di brokeraggio hanno già pagato 9 miliardi di dollari,ammettendo la responsabilità dei fatti o quantomeno l’azione dei propri dipendenti.
L’indagine si è mossa lungol’asse LondraNew York, ma ha coinvolto le autorità di mezzo mondo. Quello cominciato ieri è il primo processo sull’Euribor, mentre sul Libor ci sono state già sentenze di primo e secondo grado. Il caso più clamoroso è quellodi Tom Hayes, il trader di Ubs condannato a 14 anni in prima istanza, verdetto poi ridotto in appello a undici anni di carcere.
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IL PRECEDENTEPer le manipolazioni sul Liborsono state già emesse sentenze di condanna in primo e secondo grado. I tassi regolano prodotti per 450mila miliardi di dollari
Shire rileva la biotech Usa Baxalta per 32 miliardi di dollariShire, colosso farmaceutico con sede a Dublino, ha rilevato per 32 miliardi di dollari l’americana Baxalta, attiva nel settore delle biotecnologie e specializzata in farmaci per il trattamento del cancro. La fusione, ha spiegato l’amministratore delegato di Shire Flemming Ornskov, amplia il portafoglio e la presenza geografica del gruppoe potrà spingere il fatturato a crescere di 20 miliardi di dollari nel 2020. Gli azionisti di Baxalta riceveranno, per ogni azione in loro possesso, 18 dollari in contante e 0,1482 american depositary share di Shire .
M&AREUTERS
Innovazione. Al salone di Detroit Fca svela il grande monovolume Pacifica
Chrysler sbarca nell’era delle ibride
Finanza malata. Ieri a Londra l’udienza preliminare a carico di undici trader di istituti di prima grandezza quali SocGen, Deutsche Bank e Barclays: è il primo sul benchmark europeo
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Euribor a 3 mesi
Banche. L’accordo
UniCredit escedall’Ucraina:cede la controllataad Alfa group
pUniCredit ha raggiunto un accordo vincolante per la cessione della sua controllata ucraina Ukrsotsbank ad Alfa group. L’operazione si legge in una nota prevede che l’istituto ceda la banca ucraina ad Abh holdings (Abhh) in cambio di azioni di nuova emissione che rappresenteranno il 9,9% del capitale di Abhh post transazione.
Gli accordi sottoscritti prevedono specifiche tutele a beneficio di entrambe le parti, iviinclusa la possibilità per UniCredit di nominare un componente del consiglio di Abh e di attivare la quotazione di Abh. In aggiunta, le parti hanno convenuto un meccanismo di opzioni put e call aventi ad oggetto la partecipazione di Unicredit in Abh, attivabile una volta che siano decorsi 5 anni dalla chiusura della transazione.
La chiusura dell’operazione, per la quale le parti trattavano in esclusiva da agosto e che ha visto UniCredit assistita dal Cib e da Rothschild comeadvisor, è attesa nel corso del 2016. L’intesa determinerà un onere straordinario da 200 milioni di euro nei conti del quarto trimestre 2015 di Unicredit. «Alla chiusura della transazione gli effetti della riserva oscillazione cambi, pari a circa meno 652 milioni di euro al 30 settembre 2015, saranno riportati nel conto economico di UniCredit ma non avranno riflessisul common equity tier 1 ratio», sottolinea l’istituto nella nota, precisando che l’operazione «avrà un impatto sostanzialmente neutro sul Cet1 ratiodi UniCredit grazie al deconsolidamento delle attività ponderate per il rischio».
L’uscita dall’Ucraina erauno dei tasselli che ancora mancavano del riposizionamento di UniCredit nel Centroest Europa. L’operazione, carta contro carta, consegnerà a UniCredit una quota della holding di diritto lussemburghese, un conglomerato che controlla tra l’altro Alfa bank e Vimpelcom, a sua volta controllante del gruppo di tlc Wind; ha interessi in diversi settori, dalle telecomunicazioni ai supermercati alla finanza.
Da inizio 2014 UniCreditaveva messo in vendita la propria controllata. Essendo contabilizzata tra le attività disponibili per la vendita, la banca non è tenuta a comunicare l’attuale valore a bilancio, tuttaviasolo nel corso dell’anno 2015 Ukrsotsbank è costata a UniCredit 110 milioni di svalutazioni e 100 milioni di perdite. Al 31 dicembre la banca ucraina contava circa 2 miliardi di asset che pesavano per lo 0,5% sugli asset globali di gruppo.
Mar. Man.© RIPRODUZIONE RISERVATA
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UniCredit. Est Europa al riassetto
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