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Allenamento Del Difensore Moderno

Date post: 01-Dec-2015
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14 allenatore sul campo allenatore l’ DIFENDERE A ZONA L a zona è uno sviluppo della tattica in fase di non-possesso-palla. Nella difesa a zona il cal- ciatore si muove in un determinato spazio rispetto alla posizione della palla. I parametri fon- damentali da tener presenti in questa disposizione difensiva sono: palla porta compagni avversari. Il difensore si muoverà quindi rispetto alla posi- zione della palla, della propria porta, della posizio- ne dei compagni e successivamente dell’avversario. Con questa tattica difensiva si è quindi responsabi- li di una zona di campo assegnata a seconda del pro- prio ruolo. In questa zona di campo si marcano tut- ti gli avversari che vi entrano. Si può quindi definire tale marcatura come marcatura a uomo “non bat- tezzata”, ossia che non avviene sempre sullo stesso avversario. Infine si collabora con le zone adiacenti in modo da garantire ai propri compagni le coper- ture che avvengono con le giuste scalate. Per una corretta formazione dei propri giocatori bisogna por- re l’attenzione proprio sul concetto di marcatura. Negli ultimi anni il concetto di zona ha fatto allen- tare le maglie difensive, rendendo troppo spesso ta- le tattica alibi per i difensori poco inclini a utilizza- re quei mezzi che per anni avevano dato al nostro calcio i migliori interpreti del ruolo al mondo. Bi- sogna inoltre ricordare che esiste una proporziona- lità inversa tra marcatura e copertura: infatti più si marca e meno si copre e più si copre e meno si mar- ca. Il concetto sopra esposto è esplicitato nelle figu- re 1 e 2. Nella figura 1 è riprodotto l’esempio di un difensore che privilegia la marcatura a discapito del- la copertura. Egli si trova all’interno dell’area di ri- gore e la vicinanza alla propria porta gli fa scegliere di marcare più da vicino l’avversario. Nella figura 2 il difensore preferisce coprire, considerata la distan- za dalla propria porta. Il difensore assumerà una po- sizione che gli permetterà di coprire il compagno di reparto e di poter intervenire sull’avversario senza palla. Vantaggi della difesa a zona si è autonomi e quindi indipendenti dall’av- versario i calciatori si sentono maggiormente coinvolti equa distribuzione del carico di lavoro maggiore spirito collaborativo la distribuzione dei calciatori sul campo per- mette ripartenze veloci si ottimizzano posizioni e assetto di squadra è facile costruire il lato forte. Svantaggi della difesa a zona i difensori stentano a marcare e contrastare. Abuso di azione ritardatrice o temporeggia- mento Fig. 2. Difensore in copertura lontano dalla porta. Fig. 1. Difensore in marcatura vicino alla porta. L’allenamento del difensore moderno di Emilio Longo e Michele Aquino
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DIFENDERE A ZONA

La zona è uno sviluppo della tattica in fase dinon-possesso-palla. Nella difesa a zona il cal-ciatore si muove in un determinato spazio

rispetto alla posizione della palla. I parametri fon-damentali da tener presenti in questa disposizionedifensiva sono:

• palla• porta• compagni• avversari.

Il difensore si muoverà quindi rispetto alla posi-zione della palla, della propria porta, della posizio-ne dei compagni e successivamente dell’avversario.Con questa tattica difensiva si è quindi responsabi-li di una zona di campo assegnata a seconda del pro-prio ruolo. In questa zona di campo si marcano tut-ti gli avversari che vi entrano. Si può quindi definiretale marcatura come marcatura a uomo “non bat-tezzata”, ossia che non avviene sempre sullo stessoavversario. Infine si collabora con le zone adiacentiin modo da garantire ai propri compagni le coper-ture che avvengono con le giuste scalate. Per unacorretta formazione dei propri giocatori bisogna por-re l’attenzione proprio sul concetto di marcatura.Negli ultimi anni il concetto di zona ha fatto allen-tare le maglie difensive, rendendo troppo spesso ta-le tattica alibi per i difensori poco inclini a utilizza-re quei mezzi che per anni avevano dato al nostrocalcio i migliori interpreti del ruolo al mondo. Bi-sogna inoltre ricordare che esiste una proporziona-lità inversa tra marcatura e copertura: infatti più simarca e meno si copre e più si copre e meno si mar-ca. Il concetto sopra esposto è esplicitato nelle figu-re 1 e 2. Nella figura 1 è riprodotto l’esempio di undifensore che privilegia la marcatura a discapito del-la copertura. Egli si trova all’interno dell’area di ri-gore e la vicinanza alla propria porta gli fa sceglieredi marcare più da vicino l’avversario. Nella figura 2

il difensore preferisce coprire, considerata la distan-za dalla propria porta. Il difensore assumerà una po-sizione che gli permetterà di coprire il compagno direparto e di poter intervenire sull’avversario senzapalla.

Vantaggi della difesa a zona• si è autonomi e quindi indipendenti dall’av-

versario• i calciatori si sentono maggiormente coinvolti• equa distribuzione del carico di lavoro• maggiore spirito collaborativo• la distribuzione dei calciatori sul campo per-

mette ripartenze veloci• si ottimizzano posizioni e assetto di squadra• è facile costruire il lato forte.

Svantaggi della difesa a zona• i difensori stentano a marcare e contrastare.

Abuso di azione ritardatrice o temporeggia-mento

Fig. 2. Difensore in copertura lontano dalla porta.

Fig. 1. Difensore in marcatura vicino alla porta.

L’allenamento del difensore modernodi Emilio Longo e Michele Aquino

• ci vuole molto lavoro per organizzare il repar-to a fare scelte univoche

• bisogna responsabilizzare il singolo e il repar-to. Spesso dopo un goal si tende a non ritener-si responsabili della segnatura subita

• creazione di spazi intermedi che risultano pe-ricolosi.

Un esempio si ha quando in zona centrale si for-ma la piramide difensiva: si è spesso così densi chesi consentono passaggi appoggiati laterali in una por-zione di campo pericolosa. Da questa posizione siconcede un tiro che può impensierire il nostro nu-mero uno.

L’importanza della comunicazioneNel gioco a zona, che prevede di pensare e muo-

versi collettivamente, la comunicazione tra i mem-bri del reparto difensivo è una componente moltoimportante. Il principale protagonista è quasi sem-pre il portiere, ma talvolta anche uno dei due di-fensori centrali, soprattutto se esperto, può essere indeterminati contesti il “regista” della situazione.

Parliamo di regista perché chi dirige la squadraè colui che si prende la responsabilità di ordinare ecoordinare i movimenti dei compagni di reparto.

La comunicazione deve essere allenata alla stes-sa stregua delle situazioni tattiche. Deve essere de-finito un certo numero di parole che siano ben com-prensibili.

I vocaboli scelti devono essere:

• condivisi• brevi• secchi• distinti (ad es. l’utilizzo di “Mia!” e “Via!” de-

ve essere evitato per un ovvio rischio di errore).

Quando il regista col suo comando aiuta i com-pagni deve rendersi comprensibile senza essere guar-dato. Perciò comandi come “vai di qua”, “attentolà” ecc. costringono il compagno a guardare percomprendere dove sia il “qua” o il “là”. Questi sug-gerimenti devono essere sostituiti con comandi com-prensibili acusticamente, perciò “scala a destra”, “co-pri a sinistra” sono formule facilmente e velocementeinterpretabili. I comandi non devono essere troppie devono prevedere tutti i possibili movimenti ri-chiesti alla linea difensiva.

Il portiere o il difensore centrale devono esse-re tempestivi nel dare le informazioni ai propricompagni, al fine di potersi opporre alle soluzio-ni avversarie velocemente ed efficacemente. La co-municazione verbale deve avvenire con voce chia-ra ad alto volume. In allenamento si deve abituaresia il portiere sia la squadra a utilizzare lo stesso to-no di voce utilizzato in gara. Anche esercitazionibanali possono svolgersi con un maggiore coin-volgimento se effettuate con una comunicazionefunzionale.

La comunicazione può essere anche visiva. Sipensi a un portiere che gioca alto rispetto alla por-ta. Egli trasmette ai compagni sicurezza, li aiuta a sta-re più tranquillamente alti e non aver l’assillo di scap-pare indietro, perché sanno che il loro numero unoin casi di palla alle loro spalle darà loro una mano.

Differente è se un portiere mantiene una posi-zione più bassa: il difensore si sente meno tranquil-lo perché ha più spazio da difendere alle sue spalle.

Ricordiamoci che i giocatori pensano, parlano eagiscono. La differenza di valore tra un giocatore eun altro la farà il minor dispendio di tempo che siha tra la lettura della situazione e l’esecuzione dellarisposta che può essere verbale (comando) o moto-ria (movimento o intervento).

Aiutiamo i nostri giocatori a pensare.

PROGRESSIONE DIDATTICA

Per insegnare a difendere a zona bisogna eserci-tarsi e conoscere la progressione didattica. Dall’e-sperienza diretta abbiamo così suddiviso il nostrolavoro per la linea difensiva:

1. orientamento2. diagonali e triangoli difensivi3. palla coperta e palla scoperta4. uno più uno contro uno5. uno più due contro due6. uno più quattro contro quattro7. difesa su cross e traversoni8. ripristino dell’equilibrio difensivo9. situazioni di superiorità numerica10. situazioni d’inferiorità numerica11. coperture preventive12. costruzione della manovra – giochi di reparto.

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In questo nostro contributo presentiamo una se-rie di esercitazioni svolte in spazi delimitati (box)che hanno l’obiettivo di allenare l’orientamento deidifensori e la collaborazione difensiva in forma si-tuazionale.

Riteniamo questa metodologia di lavoro in gra-do di stimolare adeguatamente l’analisi e le conse-guenti risposte tecnico-tattiche del difensore facili-tandone l’apprendimento e l’assimilazione del giustoatteggiamento.

Box “Marco e copro, no passaggio filtrante”

Spazio box metri 12!8 con base posizionata a 25metri dalla porta

Calciatori utilizzati 8 (6vs2)

L’esercitazione è proposta ai difensori per svi-luppare il concetto del “marco e copro” e la succes-siva capacità di non subire passaggi filtranti. I seicalciatori posti sul perimetro del rettangolo devonocercare di ottenere un punto riuscendo a trasmette-re la palla con passaggio filtrante ai compagni postisul lato opposto (fig. 3).

Il passaggio laterale appoggiato non dà punti macontribuisce al mantenimento del possesso-palla. Idue difensori posti all’interno del rettangolo devo-no intercettare e transare positivamente superandola linea di demarcazione. Di fatto si viene a creareun 2vs1, coi due difensori che cercano di superare ilcalciatore che ha subito l’intercetto (fig. 4). I gioca-tori posti ai lati contribuiscono al solo manteni-mento del possesso-palla. A ogni intercetto verrà as-segnato un punto. Due punti ad ogni superamento.

Variante recuperata palla i difensori devono su-perare la linea contrastati dalla coppia posta davan-ti ad essi, di fatto, si crea un 2vs2.

Box “No passaggio filtrante, appoggio laterale”

Spazio box metri 14!8 con base posizionata a 25metri dalla porta più due corridoi laterali di metri2!8 (fig. 5)

Calciatori utilizzati 8 (6vs2)

L’esercitazione è proposta ai difensori per svi-luppare il concetto del “marco e copro” e la succes-siva capacità di non subire passaggi filtranti e pas-

Fig. 5. “No passaggio filtrante, appoggio laterale”

Un momento dell’esercitazione “marco e copro” sotto losguardo attento di mister Emilio Longo.

Fig. 4. Situazione di 2 contro 1.

Fig. 3. “Marco e copro”, non subire passaggi filtranti.

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saggi centro-laterali. In questa esercitazione si cercadi ottimizzare il concetto di marcatura e coperturadello spazio. Spesso i giocatori zonisti sono moltodensi in zona-palla. Questo fa rischiare di subire pas-saggi in zone centro-laterali molto pericolose.

I sei calciatori posti sui lati del rettangolo devonocercare di ottenere un punto trasmettendo per mez-zo di un passaggio filtrante la palla ai compagni postisul lato opposto. Ottengono un punto anche quan-do servono il compagno esterno nel corridoio deli-mitato (fig. 6). Il passaggio fuori dal corridoio non dàpunti ma il solo mantenimento del possesso-palla.

I difensori ottengono un punto dopo intercettoe transizione positiva con superamento di un av-versario, se l’intercetto è avvenuto per un passaggiolaterale (fig. 7), due punti se l’intercetto e il supera-mento dei due avversari avviene su palla filtrante.

Box a 4, no passaggio filtrante

Spazio box metri 25!10 realizzato a 25 metri dal-la porta

Calciatori utilizzati 10 (6vs4), opportuna lapresenza dei portieri.

L’esercitazione è proposta alla linea difensiva perallenare in fase di non-possesso la formazione didiagonali e piramidi. Particolare attenzione vieneprestata a non subire passaggi filtranti. I sei calcia-tori posti sul perimetro effettuano un possesso-pal-la finalizzato a muovere la linea avversaria e a infi-larla con passaggi filtranti (fig. 8). Guadagnerannoun punto a ogni filtrante pervenuto ai calciatori sullato opposto. La linea difensiva realizza un punto aogni intercetto, due punti se dopo l’intercetto rie-sce a portare palla oltre la linea difesa dalla coppiache ha perso il possesso. In questo modo abituia-mo i nostri difensori alla transizione positiva. Il pos-sesso-palla è eseguito solo con passaggi radenti. L’e-sercitazione ha una valenza anche sull’orientamentocollettivo e sulla capacità di sapersi adeguare al nuo-vo fronte d’attacco, visto che il campo è bifronte.Il portiere lavorando sul perimetro del box accre-sce le proprie capacità tecniche e migliora nella va-lutazione tattica dei compagni di reparto.

Box a 4, no passaggio filtrante e appoggio laterale

Spazio box metri 25!10 più due corridoi lateralidi metri 4!10 realizzato a 25 metri dalla porta (fig. 9)

Calciatori utilizzati 10 (6vs4), opportuna la pre-senza dei portieri

Come la precedente, l’esercitazione è propostaalla linea difensiva per allenare in fase di non-pos-sesso la formazione di diagonali e piramidi, po-nendo particolare attenzione a non subire passag-gi filtranti. Inoltre cerchiamo di razionalizzare ladensità in zona-palla. I sei calciatori posti sul pe-rimetro effettuano come sopra un possesso-pallafinalizzato a muovere la linea e a infilarla con pas-

Fig. 8. Box a 4, no passaggio filtrante.

Fig. 7. I difensori ottengono un punto se intercettano un pas-saggio laterale, due punti se si tratta di una palla filtrante.

Fig. 6. I difensori ottengono un punto effettuando un passag-gio filtrante o servendo un compagno nel corridoio.

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saggi filtranti o a effettuare passaggi laterali ser-vendo i compagni esterni nei corridoi delimitati.Guadagnano un punto a ogni filtrante pervenutoai calciatori sul lato opposto o a ogni passaggio neicorridoi. I calciatori posti esternamente non de-vono stazionare nei corridoi, ma arrivarci. La li-nea difensiva realizza un punto a ogni intercetto,due punti se dopo l’intercetto riesce a portare pal-la oltre la linea difesa dalla coppia che ha perso ilpossesso. In questo modo abituiamo i nostri di-fensori alla transizione positiva. Il possesso-pallaè eseguito solo con passaggi radenti. L’esercita-zione ha una valenza anche sull’orientamento col-lettivo e sulla capacità di sapersi adeguare al nuo-vo fronte d’attacco, visto che il campo è bifronte.Il portiere lavorando sul perimetro del box accre-sce le proprie capacità tecniche e migliora nellavalutazione tattica dei compagni di reparto.

Box laterale, “attenti alla meta e all’interno-campo”.

Spazio box metri 25!10 realizzato nella zona la-terale del campo

Calciatori utilizzati 4 (2vs2)

Nel box posizionato in zona esterna si ingag-gia un 2vs2. Obiettivo dei difensori è quello dicontrastare gli attaccanti per non permetter lorodi fare meta e di non farli entrare nel corridoioche li fa convergere. Lo spazio di convergenza èsegnalato dal diverso colore dei “cinesini” (fig.10). Il compito dei difensori è di indirizzare inesterna la coppia e di vincere l’1vs1 nel caso in cuil’attaccante voglia convergere. I difensori, unavolta recuperata la palla, devono transare positi-vamente cercando di fare meta.

Box “attenti allo scarico”

Spazio box metri 15!15 realizzato a 25 metri dalcentro-porta

Calciatori utilizzati 7 (4 esterni e 2 contro 1 in-terno)

L’esercitazione consiste per i difensori nel non su-bire un passaggio filtrante e di non consentire all’at-taccante interno di ricevere palla e di scaricare (fig.11). In questo esercizio si forza il concetto di aggres-sività e marcamento. I difensori otterranno un pun-to a ogni intercetto e superamento della meta del-l’avversario che ha sbagliato il passaggio. Gli attaccantiotterranno un punto a ogni filtrante e due punti a ogniscarico riuscito dal giocatore interno.

Box “attenti allo scarico” 2

Spazio box metri 18!20 realizzato a 25 metri dalcentro-porta

Calciatori utilizzati 8 (4 esterni e 2 contro 2 in-terno)

L’esercitazione per i difensori consiste nel non su-bire un passaggio filtrante e non consentire ai due at-

Fig. 11. Box “attenti allo scarico”.

Fig. 10. Box laterale, “attenti alla meta e al corridoio di con-vergenza”.

Fig. 9. Box a 4, no passaggio filtrante e appoggio laterale.

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taccanti interni di ricevere palla e di scaricare (fig.12). In questo esercizio si forza il concetto di aggres-sività e marcamento. I difensori otterranno un pun-to a ogni intercetto e superamento della meta del-l’avversario che ha sbagliato il passaggio. Gli attaccantiotterranno un punto a ogni filtrante e due punti a ogniscarico riuscito da parte dai giocatori interni.

Box “no scarico e corto-lungo”

Spazio box metri 18!20 realizzato a 25 metri dalcentro-porta

Calciatori utilizzati 8 (3 esterni e 2 contro 2 in-terni più il portiere)

I tre giocatori (posti come in fig. 13) si passanola palla cercando di servire i due attaccanti alle spal-le dei difensori per fare goal. Vale la regola del fuo-rigioco. I due difensori, oltre a non farsi prenderealle spalle con un movimento corto-lungo, non de-vono permettere lo scarico agli attaccanti interni.Recuperata palla, i difensori devono transare por-tando la palla in zona-meta. Il portiere deve parte-cipare con una posizione attiva che gli consenta d’in-tercettare la rifinitura degli attaccanti.

Variante è consentito ai calciatori esterni al boxdi tirare in porta. In questo caso la lettura tattica delportiere diventa fondamentale.

Box a 4 “evitare il corto-lungo e l’aggiramento laterale”

Spazio box metri 25!20 più due corridoi latera-li di metri 5!45 (fig. 14)

Calciatori utilizzati 11 (4 esterni più 4 contro 2interni più il portiere)

I quattro giocatori nel perimetro cercano di ser-vire i due attaccanti alle spalle dei difensori per man-darli in goal. Vale il fuorigioco. Inoltre gli attaccanticercano di servire i compagni nel corridoio laterale.Se ciò avviene, da quel momento si ingaggia un 6vs4per il goal (fig. 15): i difensori devono essere razio-nali nella formazione delle diagonali e nel triango-lo, riuscendo a non subire passaggi centro-lateralipericolosi. Importante il ruolo del portiere, sia nel-la comunicazione sia nella lettura preventiva del pas-saggio alle spalle della linea difensiva. Il portiere de-ve partecipare con una posizione attiva che gliconsenta d’intercettare la rifinitura degli attaccanti.

Fig. 15. Box a 4: evoluzione in 6 contro 4 per il goal.

Fig. 14. Box a 4: “evitare il corto-lungo e l’aggiramento laterale”.

Fig. 13. Box “no scarico e corto-lungo”.

Fig. 12. Box “attenti allo scarico” 2.

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Variante è consentito ai calciatori esterni al box ti-rare in porta. In questo caso la lettura tattica delportiere diventa fondamentale.

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Michele AquinoNato a Salerno il 1° marzo 1973In possesso del diploma di perito chimico, Miche-le Aquino è allenatore di base, avendo acquisito lalicenza nel giugno del 2006. Ha iniziato l’atti-vità di allenatore nel 2001 vincendo il campionatodi seconda categoria alla guida dell’A.S. Ponteca-

gnano 1999. Nel corso della carriera ha vinto cinque campionati indieci anni d’attività, giungendo due volte secondo e stabilendo il re-cord italiano di vittorie consecutive (ben venticinque alla guida del-l’A.S.D. Serre nella stagione 2009-2010). Queste le squadre che, conAquino in panchina, hanno ottenuto il salto di categoria:• 2001-2002 A.S. Pontecagnano 1999, promossa in Prima Cate-

goria• 2003-2004 A.S. Pontecagnano1999, promossa in Promozione• 2007-2008 A.S.D. Serre, promossa in Promozione• 2009-2010 A.S.D. Serre, promossa in Eccellenza• 2010/11 A.S.D. Montecorvino, promossa in Eccellenza

Emilio LongoNato a Salerno il 25 agosto 1973In possesso del diploma di perito tecnico, EmilioLongo è allenatore di base, avendo acquisito la li-cenza nel febbraio 2001, e dirigente sportivo aven-do frequentato il corso presso l’università degli stu-di di Salerno nel 2000.

È stato relatore ai seminari “L’importanza del portiere nella gestio-ne della transizione” (Cava dei tirreni 2 maggio 2011, corso APPORT)e “Didattica della fase di non possesso” (Roma 25-26 giugno 2011,corso Allenatore.net).Nel corso della sua decennale carriera da allenatore ha guidato numerosesquadre di Promozione, Eccellenza e Serie D campane, tra le quali Tur-ris, Piazzese, Mons Taurus, Ferrandina, Real Sanseverinese.Nella stagione 2010-2011 ha ricoperto il ruolo di allenatore in se-conda presso la Pro Patria in Lega Pro, mentre nella stagione 2011-2012 ha guidato la Gelbison (viceallenatore) con mister MicheleAquino.

Nell’immagine a lato è riportata una fase del box a 4 conobiettivo di evitare il corto-lungo e l’aggiramento laterale.

Il presente contributo è tratto dalla pubblicazione (libro+2DVD) Solidità difensiva. 100 esercitazioni per forgiare una dife-sa compatta, aggressiva e propositiva, www.allenatore.net 2012.


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