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Allenare la concentrazione Volume 2 - shop.erickson.it · mente concordato (ad esempio 15 secondi,...

Date post: 23-Feb-2019
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Uta Stücke ALLENARE LA CONCENTRAZIONE VOLUME 2 Giochi e attività per la terza, quarta e quinta classe della scuola primaria Erickson Strumenti per la didattica, l’educazione, la riabilitazione, il recupero e il sostegno Collana diretta da Dario Ianes
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Uta Stücke

AllenAre lA concentrAzioneVOLUME 2

Giochi e attività per la terza, quarta e quinta classe della scuola primaria

Erickson

Strumenti per la didattica, l’educazione, la riabilitazione, il recupero e il sostegno

Collana diretta da Dario Ianes

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7 Prefazione

9 CAP. 1 – La concentrazione: informazioni e consigli

17 CAP. 2 – Come aumentare l’autostima del bambino

19 CAP. 3 – Giochi di concentrazione

37 CAP. 4 – Tecnica di potenziamento della memoria

45 CAP. 5 – Schede operative: istruzioni per l’uso

i n d i c e

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La concentrazione: informazioni e consigli

Che cos’è la concentrazione?

Concentrarsi non significa altro che indirizzare la propria attenzione esattamente verso le informazioni che devono essere memorizzate. La concentrazione, quindi, può essere paragonata a un fascio di raggi luminosi che non illumina l’intero ambiente circostante ma solo una sua specifica sezione; tale sezione però risulta rischiarata così bene da poter essere osservata fin nei minimi dettagli e senza alcuna difficoltà. In tal modo riusciamo a dirigere tutta la nostra attenzione sulla materia da studiare, così da assimilarla pienamente. La concentrazione è quindi il contrario della distrazione. La distrazione può essere descritta come un fascio di luce molto ampio, capace di rischiarare una superficie di grandi dimensioni senza riuscire, però, a illuminarne i dettagli. E, di conseguenza, i dettagli sfuggono alla nostra capacità di apprendimento.

Già da queste brevi considerazioni emerge come la capacità di concentrarsi sia il presupposto di ogni tipo di apprendimento. Non è pertanto sorprendente che, molto spesso, le difficoltà di apprendimento manifestate da molti alunni derivino semplicemente da una scarsa capacità di concentrazione. Tuttavia non è natural-mente sufficiente limitarsi ad accertare la presenza di una simile difficoltà; ciò che più conta è individuarne l’origine. A tal fine, nelle pagine che seguono verranno illustrate alcune delle cause più frequenti delle difficoltà di concentrazione, assieme a suggerimenti e consigli finalizzati a rimuoverle gradualmente.

Cause delle difficoltà di concentrazione

Molto spesso le cause delle difficoltà di concentrazione risiedono in uno di questi tre fattori:

– una situazione esterna sfavorevole– una condizione psicofisica sfavorevole– carenze nell’esercizio e nella preparazione individuale.

Fattori esterni sfavorevoli

Qualsiasi persona (e questo vale in egual misura per i bambini come per gli adulti) riesce a concentrarsi solo se le condizioni esterne glielo permettono. Per fare

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alcuni esempi, le condizioni esterne devono essere tali da permettere un adeguato riposo notturno, favorire un’adeguata ossigenazione dei locali, fare sì che il posto di studio o di lavoro sia tranquillo e privo di motivi di distrazione.

In base alla mia esperienza molti bambini non riescono a concentrarsi soprattutto perché sono stanchi, se non addirittura esausti; per questo motivo è estremamente importante comprendere quale sia l’alternanza ottimale tra momenti di impegno e di relax. In altri termini, una persona potrà concentrarsi al meglio solo se avrà avuto modo di rilassarsi a sufficienza; è quindi opportuno introdurre regolarmente delle pause (il nostro consiglio è di far fare ai bambini brevi pause di 2/5 minuti ogni 15/20 minuti di lavoro svolto con concentrazione). La regola dovrebbe essere: ogni qual volta è possibile si dovrebbe concedere al bambino una breve pausa prima che egli inizi a sentirsi stanco o spossato.

Molte difficoltà di concentrazione sorgono dal fatto che il bambino ha dovu-to lavorare troppo a lungo senza interruzione, perché la pausa è «saltata». Ciò è confermato del resto da molte ricerche scientifiche, che mostrano come le persone che si concedono regolarmente una breve pausa dallo studio riescano facilmente a recuperare il tempo «perduto», mentre chi studia senza interruzione manifesta nel complesso una resa minore. Chi si concede un adeguato riposo, in altri termini, studia poi in maniera più intensa e concentrata. Così anche i bambini che seguo-no un’alternanza ottimale di impegno e relax riescono a studiare in maniera più efficiente; lavorare 10 minuti con concentrazione è spesso più proficuo che stare mezz’ora alla scrivania senza reale motivazione.

Per alcuni bambini, quindi, può essere opportuno studiare solo per brevi periodi, anche di soli 10 minuti; in questi casi, provate a dire al bambino che deve lavorare con concentrazione per 10 minuti e poi potrà andare a giocare. Se però il bambino mostra difficoltà di concentrazione anche per soli 10 minuti, restringete ulteriormente l’intervallo di tempo a 8 o 7 minuti. È importante trovare un inter-vallo di tempo adeguato alle capacità di concentrazione del bambino. Altrettanto importante è però che voi, in seguito, aumentiate progressivamente l’intervallo di tempo dei primi esercizi di concentrazione.

Per una corretta ripartizione dei tempi di lavoro e di riposo è poi importante prestare attenzione ai bioritmi giornalieri individuali. La curva riportata nella figura seguente mette in evidenza i momenti in cui, nel corso di una giornata, una determinata persona è particolarmente produttiva e quelli invece in cui la sua resa diminuisce decisamente.

Fig. 1 Curva del rendimento lavorativo nell’arco di una giornata.

8 12 16 20

Cap

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Ore del giorno

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Giochi di concentrazione

Come usare i giochi di concentrazione

I giochi di concentrazione che proponiamo in questo capitolo non sono schede da fotocopiare ma esercizi da fare oralmente. Nella scelta dei giochi ho seguito i due criteri esposti qui di seguito.

1. Si tratta di esercizi che non richiedono spese aggiuntive, ovvero possono essere realizzati a voce, senza bisogno di ulteriore materiale. Per qualche esercizio avrete bisogno di carta e penna; solo in rarissimi casi si richiedono materiali supplementari.

2. Una volta spiegati, la maggior parte degli esercizi proposti occupa un lasso di tempo molto breve, compreso all’incirca tra i 2 e i 15 minuti. Sono esercizi che potete agevolmente «inserire» tra un’attività scolastica e l’altra.

Se non sono presenti altre indicazioni, i giochi di concentrazione riportati nelle prossime pagine vanno realizzati seguendo il principio «il più possibile nel minor tempo possibile».

Lavorate con la massima velocità possibile e cercate (quando ci sono più soluzioni) di condurre il gioco in più modi differenti. In questo modo è possibile non solo velocizzare il ritmo di apprendimento degli alunni ma anche innalzare progressivamente il livello di difficoltà degli esercizi.

Le attività sono raggruppate nel modo seguente:

– esercizi di concentrazione senza alcuna spesa per materiale aggiuntivo (1-24);

– esercizi di concentrazione rivolti alla sfera uditiva (25-28): in questa sezione sono compresi tutti gli esercizi di concentrazione che allenano la capacità di ascoltare con attenzione;

– esercizi di concentrazione rivolti alla sfera visiva (29-36): in questa sezione sono compresi tutti gli esercizi di concentrazione che allenano la capacità di guardare con attenzione;

– esercizi di concentrazione rivolti alla sfera motoria (37-41): in questa sezione sono compresi tutti gli esercizi di concentrazione che stimolano la coordinazione motoria fine e grosso.

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Giochi di concentrazione senza materiali aggiuntivi

Tra gli esercizi qui presentati, quelli con una numerazione dall’1 al 20 possono costituire un valido supporto anche nelle lezioni di italiano, mentre gli esercizi dal 21 al 24 sono finalizzati principalmente a stimolare il pensiero matematico e possono quindi essere utilizzati come integrazioni alle lezioni di matematica.

1 Insalata di lettere

L’insegnante scompone una parola nelle lettere che la compongono; a partire da queste ultime, invita i bambini a comporre nuove parole.

Esempi Dalla parola «locomotiva» si può arrivare a «moto», «amo», «lati»…Dalla parola «coccodrillo» si può arrivare a «dico», «cocco», «loro»…Dalla parola «melanzana» si può arrivare a «mela», «male», «len-za»…

2 Riordina le lettere

Sulla lavagna, o su un foglio di carta, l’insegnante scrive una parola con le lettere tutte mescolate. Ad esempio, invece di scrivere «PERA» scriverà «RAPE», oppure scriverà «DECIMO» invece di «MEDICO». Lo scopo del gioco consisterà nel rimettere le lettere nel giusto ordine e nell’individuare la parola giusta.

Poiché il gioco non è semplice, l’insegnante potrà dare alcune indicazioni, ad esempio sull’ambito tematico in cui rientrano le parole da cercare. Può decidere di utilizzare solo nomi di animali o di città, oppure solo le parole che la classe sta studiando in quel periodo. Inoltre, se si accorge che i giocatori incontrano particolari difficoltà, l’insegnante dovrà rivelare loro la prima lettera della parola cercata, sottolineandola all’interno della parola di partenza.

Varianti Il livello di difficoltà di questo gioco può essere aumentato impie-gando parole di lunghezza maggiore.

3 Riempi gli spazi vuoti

L’insegnante fornisce ai giocatori solo l’inizio e la fine di una parola. I gio-catori dovranno cercare parole che si prestano a riempire il vuoto.

Esempio B_____________a — ballerina, balena, banana…

Varianti Con giocatori più piccoli è opportuno indicare solo la lettera ini-ziale (o finale) della parola.

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4 Intendevo proprio quello!

L’insegnante invita i bambini, a turno, a spiegare oralmente il significato di una parola (ad esempio «pane», «formaggio», «sedia», «forbice», «righello», «finestra», «radio», «mare», ecc.). Nel farlo, i bambini non potranno utilizzare alcune parole indicate da chi conduce il gioco (in un numero compreso tra 3 e 5). Le parole proibite andranno scelte tra quelle che con maggiore probabilità i bambini utilizzerebbero nella spiegazione. Gli altri bambini devono indovinare la parola oggetto della spiegazione.

5 Caccia alle parole

In un periodo di tempo stabilito, i bambini devono cercare il maggior numero di parole che possiedano una data proprietà; vale a dire, parole che:

…inizino con un suono simile (stessa lettera iniziale);…finiscano con un suono simile (stessa lettera finale);…inizino con una determinata lettera e abbiano una determinata lunghezza (ad esempio, 5 lettere);…contengano la sillaba «tu» (o altre sillabe o parole brevi, ad esempio «io», «in», ecc.), come «tucano» o «maturo»;…comprendano al loro interno una doppia consonante («nn», «ll», «mm»);…finiscano con una determinata sillaba o con un determinato gruppo sillabico («-tà», «-zione»);…contengano un determinato numero di consonanti (solo una oppure esattamente 2, o 3, ecc.).

6 Una parola, tante associazioni

Partendo da una data parola (ad esempio «calcio», «cane», «giardino», ecc.), si invitano i bambini a trovare altre parole che derivano dalla prima o sono stret-tamente associate ad essa.

Esempio Da «calcio» si può arrivare, per associazione, a «calciatore», «cam-po da calcio», «partita di calcio». Da «cane» si può arrivare a «cane da caccia», «canile». Dalla parola «giardino» si può arrivare a «nano da giardino», «giar-dinaggio», ecc.

7 Quante cose in una sola frase!

L’insegnante invita i giocatori a formare una sola frase di senso compiuto in cui compaiano, a seconda dell’età dei partecipanti, 3, 4 o anche 5 parole diverse.

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Esempio Le parole «automobile», «matrimonio» e «lago» possono essere inserite nella frase seguente: «Dopo il matrimonio, gli sposi sali-rono su una splendida automobile e andarono a mangiare in un ristorante in riva al lago».

8 Inizia sempre con la stessa lettera!

L’insegnante invita i bambini a formare delle frasi che contengano il più alto numero possibile di parole che iniziano con la stessa lettera.

Esempio Mario mangia molte mele.

9 Mi chiamo…, vivo a… e mi piace…

I giocatori siedono in cerchio; un bambino si sposta al centro del cerchio, indica un altro giocatore e dice una lettera (ad esempio la «p»). Il giocatore che è stato scelto deve dire un nome, una città e un cibo che inizino con la lettera proposta. Nel caso della «p» potrà dire «Mi chiamo Paolo, vivo a Pisa e mi piace la pizza».

Se il bambino riesce a formare la frase in un periodo di tempo precedente-mente concordato (ad esempio 15 secondi, o mezzo minuto), vince e può restare seduto nel cerchio. In questo caso il bambino al centro del cerchio indicherà un altro giocatore e proporrà un’altra lettera. Se un giocatore non riesce a svolgere il compito assegnato nel tempo previso, toccherà a lui andare al centro del cerchio.

Fate presente ai bambini che ciascuna parola può essere detta una sola volta. Se un giocatore ha già usato «Paolo», «Pisa» e «pizza», gli altri non possono ser-virsene qualora il giocatore al centro riproponesse la lettera «p».

10 Frasi allo specchio

L’insegnante fornisce a ogni giocatore un breve testo (ognuno diverso dall’al-tro), che avrà preso da una rivista, un libro o un giornale. L’esercizio consiste nel riscrivere il testo secondo una simmetria longitudinale (come se fosse posto sopra a uno specchio) nel minor tempo possibile.

Esempio Og g i h o m o l t a f a m e l

Annotazioni

1. In questo esercizio è opportuno utilizzare parole che i bambini già conoscono e sulle quali non hanno incertezze.

2. Questo esercizio è sconsigliato agli alunni che hanno difficoltà con l’ortografia.

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11 Parole alla rovescia!

L’insegnante fornisce a ogni giocatore un breve testo (ognuno diverso dall’al-tro), che avrà preso da una rivista, un libro o un giornale. L’esercizio consiste nello scrivere a ritroso le parole del testo nel minor tempo possibile.

Esempio Og g i h o m o l t a f a m ei g g O o h a t l o m e m a f

Annotazioni

1. In questo esercizio è opportuno utilizzare parole che i bambini già conoscono e sulle quali non hanno incertezze.

2. Questo esercizio è sconsigliato agli alunni che hanno difficoltà con l’orto-grafia.

12 Riempi gli spazi vuoti/2

L’insegnante, sulla lavagna o su un cartellone, scrive una parola in verticale dall’alto verso il basso; un po’ più a destra scrive poi la stessa parola, sempre in verticale ma rovesciata dal basso verso l’alto, in modo che l’ultima lettera venga a trovarsi in cima e la prima in fondo.

Un esempio dell’esercizio può essere il seguente:S _______________ AE _______________ RR _______________ EA _______________ S

A questo punto i giocatori devono cercare quattro parole che possano riempire gli spazi vuoti; nell’esempio proposto, dovranno trovare prima una parola che inizia per S e finisce per A, poi una parola che inizia per E e finisce per R. In questo esercizio la lunghezza delle parole proposte dai bambini non ha importanza.

Varianti 1. Il livello di difficoltà dell’esercizio proposto può essere aumen-tato a piacere semplicemente scegliendo parole più lunghe.

2. Il gioco può essere fatto anche nelle lingue straniere studiate dai bambini.

13 Conta le sillabe!

L’insegnante fornisce a tutti i giocatori lo stesso testo, che non deve essere troppo lungo. L’esercizio consiste nell’individuare il numero di sillabe contenute nel testo (ma anche, per iniziare, di una sola delle frasi che lo compongono).

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14 Chi fa rima con chi?

Il gioco consiste nel trovare il maggior numero di parole che fanno rima con una parola data.

Esempio Lana, tana, porcellana, rana, pedana, ecc.

15 Trasformiamo in frasi le parole!

L’insegnante propone una parola e invita i bambini a costruire una frase che contenga tante parole quante sono le lettere della parola proposta. La frase, inoltre, dovrà essere composta da parole le cui lettere iniziali coincidano con le lettere della parola proposta e seguano lo stesso ordine.

Esempio UOMO — Un orco mangiava olive.

16 Caccia ai sinonimi

L’insegnante propone una parola e invita i bambini a individuare il numero più alto possibile di parole che abbiano lo stesso significato (o uno molto vicino).

Esempio Per «andare» possono essere accettati come sinonimi «cammi-nare», «passeggiare», «spostarsi», ecc.

17 Caccia ai contrari

L’insegnante propone una parola e invita i bambini a trovare il suo contrario. Vince chi dice per primo il contrario.

Esempio «“Grande” è il contrario di…» «Piccolo!»

18 Caccia al paragone

I giocatori devono, nel minor tempo possibile, individuare l’oggetto più adatto a fare da termine di paragone per gli aggettivi proposti dall’insegnante.

Esempi – Veloce come… un fulmine!– Divertente come… un pagliaccio!– Furbo come… una volpe!– Leggero come… una piuma!

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Tecnica di potenziamento della memoria

Rappresentare un testo per immagini

In questo capitolo vi proponiamo una tecnica di potenziamento della memoria che, oltre a migliorare le capacità di concentrazione, facilita l’assimilazione di testi e altre informazioni. Essa è, per così dire, uno strumento di memorizzazione che ottimizza l’apprendimento. C’è un unico prerequisito: per potersene servire in ma-niera veloce ed efficace, gli alunni devono padroneggiare la tecnica senza incertezze ed esitazioni, e questo risultato può essere conseguito solo attraverso l’esercizio.

Il primo passo per l’insegnamento della tecnica mnemonica consiste nella sua presentazione e spiegazione in classe da parte dell’insegnante. Solo dopo questa fase gli alunni potranno lavorare autonomamente sulle schede che vi proponiamo.

A questo proposito abbiamo preparato uno schema informativo sulla tecnica mnemonica diviso per punti.

– Di cosa si tratta?– Perché ricorrere alla tecnica mnemonica– Come insegnare la tecnica mnemonica– Osservazioni– Schede di lavoro per gli alunni.

Di cosa si tratta

La tecnica di potenziamento della memoria che vi proponiamo si basa sulla suddivisione dei testi in paragrafi o sezioni e sulla loro «trasformazione» in rap-presentazioni grafiche, ovvero in immagini. È in questo modo che la tecnica può aiutare a comprendere e a memorizzare i testi.

L’esempio seguente mostra come un breve testo possa essere diviso in parti più piccole e in che modo a tali parti si possano associare delle immagini.

Esistono due specie di elefanti, l’ele-fante africano e quello indiano. L’ele-fante indiano è più piccolo.

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1 Trova le differenze e poi colora le immagini.

Sezione 1 – Scheda 4

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6 Riempiamo i buchi!

Sezione 6 – Scheda 1

1 2 3 4 5 6 7 8

A

B

C

D

E

F

G

2

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16 Circonda tutte le lettere G/g.

Sezione 16 – Scheda 4

L’orango, il cui nome indigeno è orang-utan, è un abitante dei boschi. Si aggrappa ai rami con le mani e si muove

volteggiando tra un albero e l’altro; inoltre costruisce dei nidi fatti di rami e resi più accoglienti da uno strato di morbide foglie. La pelliccia dell’orango è lunga e fitta; i peli crescono fino a raggiungere i 50 centimetri di lunghezza. Gli oranghi pattugliano la giungla alla ricerca di cibo, arrivando spesso anche nelle zone coltivate dall’uomo; e poiché oggi sempre più uomini costruiscono le loro case nelle aree abitate dagli oranghi, questi ultimi si ritrovano confinati in territori sempre più angusti.

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20 Circonda con la penna la sequenza di lettere JKLMV!

Sezione 20 – Scheda 6

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J F K D J K l m V U W i S H S K D H D B C n m C

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