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Ambiente Noi n.3 - 24 febbraio 2013

Date post: 07-Apr-2016
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Rivista dell'omonima Associazione ONLUS Ambiente Noi
16
Anno 2 - n. 3, Febbraio 2013 - Periodico Ambientale dell’Associazione Ambiente Noi Onlus - Reg. Trib. Firenze n. 5864 del 7/3/2012 - Iscrizione ROC n. 22027-19/3/2012 M o b i l i t à e l e t t r i c a e s o s t e n i b i l e M o b i l i t à e l e t t r i c a e s o s t e n i b i l e E d u c a z i o n e a m b i e n t a l e E d u c a z i o n e a m b i e n t a l e D o m o t i c a S m a r t G r i d D o m o t i c a S m a r t G r i d T e c n o l o g i a p e r f o r m a n t e T e c n o l o g i a p e r f o r m a n t e
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Anno 2 - n° 3Ambiente Noi periodico dell’associazione senza scopo di lucro Ambiente Noi [email protected]

Registrazione del Tribunale di Firenzen. 5864 del 7/3/2012

Direttore Responsabilee Content Manager

Silvia D. Serra

Hanno collaboratoGiulia Fanetti

Con la partecipazione di:Alfonso Pecoraro Scanio

Ugo Bardi

Grafica, impaginazione e stampaTipolitografia Mecocci srl, Piazza del Popolo

6A - San Piero a Ponti (FI) - 055 8963836

SOMMARIO

Editoriale/12013: altro che profezia dei Maya! Pag. 3

Editoriale/2 Un anno di Ambiente Noi Pag. 4

AttualitàIntervista ad Alfonso Pecoraro Scanio Pag. 5

RedazionaleSunerg Solar: eccellenza solare Pag. 8

Il futuro è... Mobilità sostenibile Pag. 10

Redazionale Smart Grid e Domotica Pag. 12

Dibattito: ambiente si, ambiente no? Pag. 14

Educazione ambientale Pag. 15

DIAMO I NUMERI

Polizia 113

Carabinieri 112

Vigili del Fuoco 115

Corpo forestale dello stato emergenza ambientale 1515

Legambiente Direzione Nazionale

Via Salaria, 403 - 00199 Roma

Tel. +39 06 862681

Greenpeace Roma +39 06 68136061

Greenpeace Milano +39 02 49534250

WWF Italia +39 06 844971

Ente Nazionale Protezione Ambientale (ENPA) Roma

+39 06 3242873 +39 06 3242874

Comando Carabinieri

per la Tutela dell’Ambiente 800 253608

Guardia di Finanza 800 669666

ENEA DETRAZIONI FISCALI 800 589090

gestito da ADICONSUM

(dal lunedì al venerdì, ore 9.00-13.00 e 14.00-18.00)

Quinto conto energia al 30/1/2013:

2 impianti realizzati dalla pubblica

amministrazione per 534 kW *

890 impianti in sostituzione Eternit per 15.912 kW *

26.177 impianti fino a 12kW per 119.414 kW *

286 impianti tra 12 e 20 kW con riduzione 20%

incentivi per 5.167 kW *

Totale Impianti installati in Italia al 30/1/2013 479.350

per 16.414.807 kW potenza installata *

2.434 impianti a registro non ancora in esercizio per

una potenza di 626.689 kW *

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Editoriale/1

3

2013: altro che profezia dei MayaIl Mondo può essere salvato,e dobbiamo impegnarci tutti e subito

di Silvia D. Serra

Tutti abbiamo attraversato il 21/12/12. Tra ila-rità, scaramanzie, esoterismi e indifferenza. Anche se l’indifferenza è l’ultima cosa che dobbiamo coltivare! È grazie all’indifferenza che la sopravvivenza della vita, così come la conosciamo, sta diven-tando una scommessa. E c’è poco da tacciarci di catastrofismo, noi che siamo preoccupati per questo! Innanzitutto

perchè siamo tanti, e soprattutto perchè con noi ci sono fior fior di studiosi, scien-ziati e ricercatori.Fortunatamente sappiamo anche che è possibile il cambio di tendenza. E’ possi-bile ricominciare ad aver cura della terra che ci ospita. Ecco perchè l’indifferenza è la cosa peggiore che ci possa capitare! Con l’indifferenza non si fa la differenza! Ci vuole impegno, certamente. Ci vuole costanza e diligenza, ci mancherebbe! Ma si può fare. Pensate se TUTTI da ORA differenziassimo i rifiuti, certi che la differenziazione che stiamo compiendo venisse utilizzata dall’a-zienda di nettezza urbana per creare circuiti virtuosi di recupero: altro che aumentare la tassa sui rifiuti! Pensate se diminuisse drasticamente la quantità di packaging e andassimo a fare la spesa, per esempio, oltre che con la nostra

borsa anche con il nostro barattolo di caffè, il nostro flacone di detersivo per la lavastoviglie, lo shampoo... (nel prossimo nu-mero vi racconteremo del negozio che abbiamo conosciuto a Cesena e dove si fa proprio così!).Se ci fosse la possibilità di muoversi comodamente in città, sen-za limiti perchè liberi dalle emissioni di CO2? E se questa mo-

bilità comoda NON AVESSE COSTI di trazione (ovvero, se non dovessimo pagare per farla muovere)? Se

la nostra casa potesse attingere all’energia, che produce e che necessita, in modo intel-

ligente, automatico e controllabile anche da remoto? Guardate che non è più fan-tascienza, questa. È attualità. Non occorre tornare all’età della pietra, per recuperare un rapporto equilibrato e non distruttivo con la Terra. Occorre usare le intelligenze: quella biologica e quella artificiale, per

esempio. Con la prima, con l’intelligenza di cui siamo forniti, possiamo SCEGLIERE i

prodotti più ecologici che, se sono a chilome-tro zero, diventano anche più economici! Possia-

mo scegliere di consumare in modo razionale (e ragionevole). Spegnere uno stand-by inutile è un po’ come mettersi in tasca la carta della caramella che scartiamo anzichè gettarla per strada: facile, semplice, utile e davvero tanto “glam”!Con l’intelligenza artificiale, con la tecnologia, possiamo colle-gare i nostri elettrodomestici alla rete quando CI COSTA MENO farli funzionare. Sia che abbiamo un impianto fotovoltaico o no. Certo! Averlo è meglio perchè sfrutteremmo al massimo i van-taggi del 5° conto energia: premio per autoconsumo, al mas-simo! Risparmio energia elettrica, al massimo. Bolletta, zero!La ricerca fa davvero passi da gigante, e siccome menti brillanti che vogliono, amano e credono nella formula “green” creano ogni giorno occasioni di incontro tra benessere e rispetto, sic-come sono sempre di più le cittadine e i cittadini che vogliono un futuro pulito, attendendo con fiducia attiva il giorno in cui potremo dire: “ce l’abbiamo fatta!” continuiamo con impegno a coinvolgere quante più persone possibile nel “risveglio am-bientale”.

Silvia D. SerraDirigente cooperativa dal 1999 al 2008, ricercatrice nel campo dell’energia vitale dal 1993, si occupa di comunicazione radio televisiva e audiovisiva sin dai primi anni ‘90. Giornalista specializzata in energia, salute e qualità della vita, web content e web master, copywriter. Vicepresidente e Direttore responsabile di Ambiente Noi.

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Editoriale/2

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di Antonio Belsole

L’associazione onlus Ambiente Noi compie un anno.E’ stato un anno bello, pieno di fermento e di soddisfazioni.Molti i contatti con le scuole, molte le collaborazione dei nostri soci.Siamo arrivati alle porte del cambiamento epocale che tutti i cittadini stanno vivendo, a riguardo dell’energia, con conferme che ci rassicurano e ci spronano!

Le ricerche e i sondaggi che via via grosse realtà economiche commissionano e pubblicano ci raccontano di noi, di come siamo sulla giusta strada.

Gli italiani hanno voglia di una casa “verde” (il portale casa.it pubblica i dati raccolti in un’indagine a campione, dai quali emerge che il 43,6% considera fondamentale la caratteristica dell’ecosostenibilità, che diventa decisiva per il 53%).Ambiente Noi sostiene la diffusione della bioedilizia, presentando sempre argomenti e sostenendo la partecipazione dei soci ad eventi in materia.

Da un sondaggio di SWG emerge che il 61% degli italiani sarebbe ben disposto ad acquistare un’automobile elettrica, specialmente se in presenza di incentivi pubblici.

Ambiente Noi ne parla già da tempo, e ritorna a parlarne anche in questo numero.

Il cambio di rotta, dai combustibili fossili alle energie rinnovabili, è uno di quei cambiamenti che segnano intere generazioni! Un’altra considerazione che ci conforta e sostiene è quella che riguarda ragazze e ragazzi. La nostra associazione è sempre in contatto col “nostro futuro” (le giovani generazioni, appunto) e incontrandoli abbiamo capito che loro sono avanti a tanti adulti, come conce-zione di un mondo pulito e rispettato.

Solo 10 anni fa era davvero improbabile pensare a una quotidianità così “green”, mentre oggi i segnali sono chiari come il sole! Sanno e parlano di pompe di calore, vorrebbero muoversi nel traffico in silenzio e senza soffocare, vorrebbero già vivere in una casa senza rischi e con tutti i comfort.

Abbiamo passato già un anno perseguendo l’obiettivo di diffondere la conoscenza delle nuove risorse energetiche, dei comporta-menti virtuosi. Abbiamo mostrato esempi, raccontato di chi “lo ha già” fatto.

C’è una crescente richiesta di prodotti compatibili con l’ambiente, che lo salvaguardino.

Ecco, questo ci dà grande soddisfazione e forza per continuare sempre più, con la consapevolezza che la nostra traccia rimarrà per sempre.

Grazie a chi si è reso disponibile per il tempo donato, l’educazione profusa nelle scuole, nei corsi, nei colloqui di vendita, nei pezzi scritti per Ambiente Noi, per i siti...

Sapevamo di poter contare anche sulla sensibilità di collaboratori già, di per sé, straordinari!

Antonio BelsolePresidente e amministratore unico di PEF Italia s.p.a., socio fondatore di Ambiente Noi onlus.

Un anno diAmbiente Noi

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Attualità

5

Intervistaad Alfonso Pecoraro Scaniodi Silvia D. Serra

Da sempre impegnato per l’ambiente e la green economy (presidente nazionale della Federazione dei Verdi dal dicembre 2001 al luglio 2008, ministro delle Po-litiche agricole nel governo Amato II e ministro dell’Ambiente nel governo Prodi II. Presidente della Fondazione UniVer-de, docente di politiche dell’ambiente ed ecoturismo all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, componente della Giuria

degli European Business Awards for the Environment) Pecora-ro Scanio ci aiuta a ripercorrere e comprendere l’avvento delle energie rinnovabili nel nostro Paese e nel mondo.(abstract)

A 20 anni dalla prima conferenza mondiale sul clima di Rio de Janeiro, nel giugno scorso la città brasiliana ha ospitato nuovamente il summit. Quale bilancio si può redigere, tra il primo e l’ultimo?

La delusione per l’esito del summit di Rio +20 è legata alla lentezza delle decisioni concrete ed imperative per frenare in tempo la corsa verso un riscaldamento catastrofico.Nel ‘92 è stata lanciata, con speranza, una convenzione contro i cambiamenti climatici e seppure con difficoltà, negli anni suc-cessivi, a Kyoto è stato varato un protocollo obbligatorio.È assurdo che oggi manchino decisioni coraggiose dopo oltre venti anni e molti rapporti scientifici dell’ IPCC (ONU) e studi economici come il Rapporto Stern che certificano gli effetti ca-tastrofici di un aumento eccessivo della temperatura media del pianeta.

Si può pensare che sia aumentata la sensibilità, a livel-lo planetario, nei confronti del legame tra ambiente e sviluppo?

Certamente in venti anni le consapevolezze sui rischi del cam-biamento climatico sono divenute molto più condivise anche se

permane una sparuta pattuglia di ‘negazionisti’ molto reclamiz-zati dalle lobby antiambiente.

Possiamo dire che esistono ancora Paesi ostili ai cam-biamenti necessari per non far degenerare le condizio-ni di vita sulla Terra?

Formalmente nessun Paese nega la necessità di ridurre il surri-scaldamento del pianeta ma il freno è evidente quando si deve passare dalle dichiarazioni di principio alle decisioni concrete e alle risorse da investire per ridurre l’uso dei combustibili fossili e puntare su efficienza energetica e fonti rinnovabili o al deci-sivo arresto della deforestazione e della cementificazione del territorio.

Si potrebbe fare ancora meglio e di più, quindi?

Certo che si può e si deve fare di più. Occorre un governo mon-diale che si occupi della riconversione ecologia delle economie e delle società, cosa che proposi nel 2007 prima in un convegno a Genova dal titolo “Ecologia è Economia” dove lanciai con Carlo Rubbia il “Patto per il Clima” e poi nella Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climati che promossi come Ministro del’Am-biente presso la sede FAO a Roma.

Kyoto: dalla Conferenza COP3 dell’11 dicembre 1997 all’entrata in vigore, con la ratifica della Russia, del 16 febbraio 2005 a oggi. Come si potrebbero riassumere i passaggi fondamentali di questa evoluzione?

Il Protocollo di Kyoto è stato importante come atto di responsa-bilità di una parte dei maggiori Paesi industriali, in particolare quelli europei, principali produttori di emissioni climalteranti (CO2 ed altri gas serra). Era evidente fin dall’inizio che gli obiet-tivi di taglio delle emissioni erano troppo bassi rispetto alle necessità ma era comunque il primo strumento vincolante per contrastare il cambiamento climatico.

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Attualità

6

intervista ad Alfonso Pecoraro Scanio

Dal 1997 ci sono voluti otto anni per arrivare, nel febbraio 2005, all’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto e comunque i princi-pali responsabili di gas serra a quel momento, gli Stati Uniti, non hanno mai voluto sottoscrivere quegli impegni.

Aggiungiamo poi che dal sottoscrivere al tagliare davvero le emissioni il passo non è breve ed infatti, per la maggior parte dei Paesi, solo la crisi economica che ha ridotto i consumi ener-getici ha determinato una vera contrazione della produzione di CO2.

Infine dopo la COP18 di Doha, tenutasi lo scorso dicembre, alla

decisione di prorogare il protocollo di Kyoto abbiamo assistito, con sconcerto, alla riduzione dei sottoscrittori con il ritiro di Pa-esi come il Canada e la Russia, una vergogna!

L’Italia recepì subito, aderendo, il trattato di Kyoto nel 1997, le misure per ridurre le emissioni di CO2 e dei gas serra. Quali sono, secondo lei, le maggiori difficoltà incontrate nel realizzare

i propositi, ad esempio dal 1° al 5° Conto Energia?

In Italia la svolta verso le rinnovabili è partita seriamente solo grazie al secondo “Conto Energia” che firmai, dopo molti con-trasti anche dentro la mia coalizione, proprio nel febbraio 2007, dopo anni di “distrazione” degli incentivi destinati alle rinnova-bili verso le raffinerie di petrolio e gli inceneritori (con il fami-gerato Cip6).

Questo, insieme alla detrazione del 55% per le opere di effi-cienza energetica che inserimmo nella “Finanziaria 2007”, ha consentito di iniziare davvero a perseguire gli “obiettivi di Rio

de Janeiro e di Kyoto”.

Purtroppo il governo successivo puntava sul nucleare ed ha abbandonato e osta-colato le rinnovabili sicché non è stata mai più riunita la Commissione Nazio-nale per l’Energia Solare (CNES), che avevo istituito con la presenza gratuita di esperti e operatori proprio per avere la concertazione sul secondo “Conto Energia”.

Le linee guida che dovevano essere fatte con le Regioni per definire dove fare gli impianti, con prevalenza sulle copertura, sono state trascurate ed infine approva-te con tale ritardo che già erano stati realizzati sfregi in alcuni territori. Non si è provveduto, come era previsto, a rimodulare e ridurre progressivamente gli incentivi seguendo l’andamento dei prezzi. Non è stata mai più convocata la com-missione per il solare termodinamico presieduta, anche in questo caso gratu-itamente, dal Premio Nobel Carlo Rub-bia che infatti ha di nuovo abbandonato l’Italia per collaborare con il governo

tedesco.

Infine è sostanzialmente fallito il famoso progetto “Industria 2015” con cui mi era stato garantito, dal Ministero dello Svilup-po Economico, un sostegno per costruire una filiera industriale Italiana del solare e delle rinnovabili.Fortunatamente il settore è comunque decollato passando da poco più di 50 MW di fotovoltaico a migliaia di MW, ma con i successivi conti energia si è creato un disastro di incertezza del

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Attualità

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intervista ad Alfonso Pecoraro Scanio

diritto e di grovigli burocratici.Invece di semplificare si è scelto di complicare sempre di più le cose e invece di contrastare le speculazioni con il cd. Salva Alcoa le si è favorite danneggiando i migliori operatori.

Come giudica la non adesione, o la mancata ratifica o le deroghe alla riduzione di CO2 che attualmente riguar-dano Paesi e situazioni responsabili di un 50% circa delle emissioni da controllare?

Ribadisco che mi sembra un festival di ipocrisia il fatto che quasi

tutti i Paesi del mondo abbiano sottoscritto delle convenzioni sul contrasto al cambiamento climatico e poi molti di questi, troppi, sfuggono quando si tratta di assumere le conseguenti decisioni.

Secondo uno studio dell’Università di Reading pub-blicato da Nature Climate Change (fonte: ANSA del 14/1/2013) “… nel 2050 il mondo potrebbe trovarsi di fronte a due scenari molti diversi. Se la crescita delle emissioni venisse interrotta nel 2016, e la loro quantità ridotta del 5% ogni anno in quelli successivi, tra 39 e 68 milioni di persone si risparmierebbero la siccità, e

tra 100 e 161 milioni avrebbero un rischio molto ri-dotto di inondazioni.” Cosa possiamo fare perché sia davvero così?

L’Unione Europea non solo ha confermato quel piano 20/20/20, alla cui nascita ho contribuito ottenendo perfino un premio da Jeremy Rifkin (nella foto), ma nella definizione della strategia per il 2050 ha parlato anche di una quota di energia prodotta dalle rinnovabili fino all’80% quindi è evidente che a livello in-ternazionale ci si sta muovendo nella giusta direzione.

In Italia, ad esempio, nonostante i tanti ostacoli soprattutto nor-mativi e burocratici, molte imprese hanno deciso di resistere e stante quanto è finora emerso dai rapporti su “Gli Italiani e il solare”, che la Fondazione UniVerde realizza con IPR Marketing fin dal 2009, la fiducia dei cittadini in questa fonte energetica è in costante aumento con percentuali tra l’80 e il 90% nono-stante le campagne di stampa che hanno cercato di addossa-re alle rinnovabili la responsabilità dell’aumento delle bollette elettriche.Occorrerebbe solo che a livello nazionale e internazionale si continui su questa strada con maggiore determinazione.

In conclusione, cosa possiamo dire a chi ancora si osti-na a non voler capire che “il mondo è un bel posto e per esso vale la pena di lottare”?

Ritengo irresponsabili quei Paesi che ancora non hanno adot-tato drastiche misure di riduzione delle emissioni ed è evidente che la sostanziale unanimità della comunità scientifica mondia-le sui rischi del cambiamento climatico obbliga tutti a fare quan-to possibile e con urgenza, soprattutto chi governa le Istituzioni.

Abbiamo le conoscenze e le tecnologie adeguate per realizzare quella vera Green Economy e quella Green Society indispensa-bili per garantire una degna qualità della vita sulla Terra alle future generazioni e credo che questo sia un no-stro dovere morale.

“la fiducia dei cittadini in questa fonte energetica è in costante aumento con percentuali tra l’80 e il 90% nonostante le campagne di stampa che hanno cercato di addossare alle rinnovabili la responsabilità dell’aumento delle bollette elettriche (leggi Ambiente Noi n.1 pag. 4-5 ndr).Occorre solo che a livello nazionale e internazionale si continui su questa strada con maggiore determinazione.”

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Redazionale

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Si rafforza la partnership commerciale tra

Sunerg Solar srl e Pef spa

ModaSun, lo stile italia-no dell’energia. Il progetto Modasun nasce dall’accordo siglato nel 2010 tra SUNERG SOLAR lea-der nella produzione di impianti solari termici e fotovoltaici e PEF le-ader nella commercia-

lizzazione di impianti ad energia alternativa. L’unicità del progetto ModaSun è stata quella di associare il concetto di moda, lo stile italiano che ci contraddi-stingue in tutto il mondo, al settore del solare termico caratterizzato in questo caso dall’alta qualità, dalla

tecnologia e dal design dei sistemi a basso impatto ambientale prodotti da Sunerg Solar. Dopo una profi-cua collaborazione di 3 anni l’accordo si rafforza con l’inserimento dei sistemi fotovoltaici. A partire da quest’anno Pef è incaricata della vendita in esclusiva sia dei innovativi sistemi a circolazione naturale e a circolazione forzata sia dei sistemi fo-tovoltaici a marchio ModaSun. La competitività con cui Pef e Sunerg affrontano il mercato è fortemente orientata alle esigenze del mercato residenziale ov-vero, risparmio energetico ed un significativo rispetto ambientale.Antonio Belsole, Presidente di Pef, ha dichiarato: “sono molto soddisfatto di questo accordo che si rinnova e si completa anche con il ramo fotovoltaico perché offre un’unica offerta con numerosi vantaggi ai nostri clienti. Il primo è l’altissima qualità dei pro-dotti, che saranno presentati sul mercato ad un prez-zo decisamente competitivo, passando direttamente

da un unico produttore al consumatore. Il secondo è il grande risparmio energetico ed economico che l’utilizzo dell’energia solare permette. Gli impianti solari termici abbinati al fotovoltaico, infatti, a fronte di un investimento contenuto e am-mortizzabile nel giro di pochi anni, permettono di coprire quasi totalmente il fabbisogno energetico per elettricità, acqua calda sanitaria ed integrazione al riscaldamento. Il terzo vantaggio è la sola offerta chiavi in mano in cui elevata professionalità tecnica e commerciale sono unite. Daniele Lauri, Vice Presidente Sunerg Solar, ha annun-ciato: L’obiettivo che ci poniamo da oltre vent’anni è quello di diffondere la cultura del rispetto ambientale e dell’energia “pulita”. La partnership con Pef ci sta permesso di avanzare nel raggiungimento di questo obiettivo con un occhio di riguardo anche al design”. Una grande possibilità di crescita, dunque, per en-trambe le aziende, leader nel mercato rispettivamen-te in ambito tecnico ed in quello commerciale, per sviluppare ulteriormente uno dei settori più proficui dei nostri tempi e per offrire prodotti sempre migliori in un momento di crescente bisogno di risorse alter-native.

L’accordo va nella direzione di un raf-

forzamento del lega-me tra le iniziative

industriali di Sunerg e quelle commerciali

di Pef, e si inscrive in una strategia di

partnership, iniziata nel 2010, quando

ModaSun ha iniziato a muovere i primi passi nel mercato

del solare termico.

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www.sunergsolar.com

SUNERG SOLAR S.r.l. Via Donini, 51 - Loc. Cinquemiglia - Citta’ di Castello (PG) - Italy Tel: +39 075.8540018 Fax: +39 075 8648105 [email protected]

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Il Futuro è...

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mobilità elettrica

Il futuro della mobilitàè sostenibile. Parola di esperti.

Bill Ford, Presidente esecutivo di Ford Motor Company, in occa-sione dell’ultima Mobile World Conferenze, ha dichiarato che secondo stime e stati-stiche il numero degli auto-mezzi arriverà ad essere più di 4 miliardi, sul pianeta, entro il 2050! Non è una notizia rassicurante, se

proiettiamo nel futuro l’idea di automezzo che oggi permane: un veicolo che per muoversi brucia carburanti fossili, emettendo CO2, ben-zene, polveri sottili ecc. Neppure se pensiamo che il fenomeno possa riguardare paesi distanti possiamo pensare di stare tranquilli: l’atmosfera è unica, i poli sono due e i ghiacci che si possono scio-gliere... Senza calcolare le congestioni del traffico che in tutto il pianeta assillano le città più abitate. Abbastanza emblematico l’ingorgo che nel 2010 in Cina è durato 11 giorni! Quindi il tempo perso, lo stress psicofisico... Ma abbiamo la soluzione, capeggiata dalle auto elet-triche che vedono fortuna-tamente la richiesta da par-te dei cittadini in continua crescita. Con la diffusione di automezzi elettrici e interattivi con traffico e viabilità, cosa volete che sia-no 4 miliardi di mezzi! Anche un recente studio, realizzato dalla britannica Ricardo-Aea, specializzata nella sostenibilità ambientale, indica questo cam-biamento epocale come la giu-sta strada!

L’Europa potrebbe raggiungere, entro il 2025, l’obiettivo di

70 gr. / km di emissio-ni di CO2 se le nuove auto messe in strada

“si dividessero equamente tra ibride e convenzionali. I costi ex-tra per l’acquisto di un veicolo ibrido, e aggiunge che grazie al risparmio sul carburante si ripagherebbero in meno di tre anni.”

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Il Futuro è...mobilità elettrica

Ora, se pensiamo che l’Italia ha i costi del carburante media-mente più alti rispetto all’Unione, il tempo di rientro sarebbe ancora inferiore. “Per ridurre le emissioni a 60 grammi per km entro il 2025, continua la Ricardo-Aae, le auto elettriche vendu-te dovrebbero essere il 24% del totale.”

Anche per il commissario UE ai trasporti, Kallas ‘’Lo sviluppo di carburanti innovativi e sostitutivi e’ un modo per permettere all’Europa di risparmiare in risorse e di ridurre la nostra troppo grande dipendenza dal petrolio e promuovere un’industria dei trasporti che sia pronta a rispondere alle esigenze del ventune-simo secolo’’ e proprio per questo la diffusione delle colonnine

di ricarica elettrica dovranno raggiungere, in Italia entro il 2020, almeno 125 mila punti d’accesso pubblico.

L’Unione Europea conferma così il proprio indirizzo: “Per l’Eu-ropa si tratta di un’occasione eccellente di posizionarsi so-

lidamente su un mercato mondiale in pieno sviluppo’’.

Pensiamo alle aziende che sviluppano ricerca e pro-getti, anche in Italia, per dare uno strumento effi-cace ed ecologico anche a chi, con gli automezzi, ci lavora. Perché se è ancora improbabile fare un viaggio lungo con un mezzo pesante a moto-re elettrico (noi continuiamo a pensare che le grandi distanze sarebbero coperte meglio su ro-

taia, e continuiamo a immaginare i centri di smi-

stamento sul territorio con propulsione elettri-ca) nelle città, nei centri artigianali e industriali, sono migliaia i lavoratori che potrebbero usare mezzi commerciali elettrici che, per autonomia e portata, farebbero tranquillamente al caso loro.

E, proprio perchè ci piace pensare in grande (“mira alla Luna, comunque vada sarai sempre tra le stelle” cit.) immaginiamo chi ha già instal-lato (o sta per installare) un impianto fotovol-taico sia a casa che in azienda. Auto elettriche caricate gratis (anzi no! Auto ricaricata e denaro in più in tasca, grazie agli incentivi che, lo ricor-diamo, continuano a essere erogati dal GSE e al denaro non speso per la corrente).

“Ambiente Noi ne ha iniziato a parlare nell’ultimo numero (pag. 4 e 5) pubblicando anche la tabella delle colonnine elettriche già presenti sul territorio italiano. “

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Redazionale

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Smart Grid e Domotica:un futuro comodo e pulito.

Una smart grid è, in ingegneria elettro-nica, una rete di informazione che af-fianca la rete di distribuzione elettrica e la gestisce in maniera “intelligente”. Permette di evitare sprechi energetici, so-vraccarichi e cadute di tensione elettrica ottimizzando il trasporto e la diffusione dell’energia elettrica, compensando i surplus con i consumi. La presenza sem-pre più consistente di fonti di energia

rinnovabile nelle reti di distribuzione ha provocato un radica-le cambiamento nel mercato dell’energia. Essa non fluisce più solo dalle grandi centrali verso gli utenti finali, ma è prodotta in modo discontinuo, da una molteplicità di piccoli, medi e grandi generatori dislocati in luoghi diversi sul territorio nazionale.

Inoltre, e qui si scopre l’utilità dell’applicazione in ambito do-mestico, la produzione dei piccoli impianti non riesce ad auto-

consumare tutta l’energia prodotta, che viene immessa in rete.

CLK Italia nasce come società di servizi specializzata in tecnolo-gie delle informazioni e telecomunicazioni (ICT) e focalizzata su

sistemi di comunicazione attraverso internet (protocollo IP). Tra i suoi clienti Telecom Italia, Europcar, Coop, gruppo

Ferrovie dello Stato...

Con lo sviluppo del sistema EnerSunSystem, siste-

ma di monitoraggio per gli impianti di produzione energetica, ha portato le proprie competenze sul campo dell’energie rin-novabili.

EnergyUP è uno strumento innovativo rivolto agli utenti del sistema elettrico per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. La versione DOMUS, per l’uso residenziale, si com-pone di una serie di dispositivi di semplice implementazione che permettono il monitoraggio istantaneo della produzione e dei consumi elettrici e la gestione intelligente dei carichi.

Due gli obiettivi di Energy Up: l’ottimizzazione dei consumi e l’integrazione di fonti rinnovabili.

l sistema EnerSmart misura continuamente la produzione dell’impianto fotovoltaico ed i consumi domestici.

Mediante una semplice applicazione caricata sul tablet l’utente effettua il controllo e decide le proprie politiche di gestione dei carichi domestici.

La razionalizzazione dell’u-so dell’energia rappresenta una delle strade più virtuo-se per la riduzione dei con-sumi, per questo motivo EnergyUP mette a disposi-zione dell’utente il confron-to in tempo reale dell’ener-gia elettrica consumata con quella prodotta.

L’accensione o lo spegni-mento dei carichi fatto in modo intelligente può portare ad un risparmio considerevole dei costi in bolletta.

Con Energy UP è possibile impostare l’accensione automatica degli elettrodomestici solo se vi è una reale produzione di ener-gia dell’impianto fotovoltaico altrimenti l’accensione viene po-sticipata durante l’orario notturno quando il costo dell’energia è più basso.

E’ possibile utilizzare Energy UP da remoto per monitorare la produzione ed i consumi e soprattutto per accendere o spegnere le prese comandate in modo manuale.

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SISTEMA PER LAGESTIONE INTELLIGENTE DELL’ENERGIA DOMESTICA

Ottimizza i consumi domestici ...

... risparmiando sui costi in bolletta.

... lasciando che il sistema Energy UP accenda i tuoi elettrodomestici quando è più conveniente ...

... integrando la produzione da fonti rinnovabili ...

Potrai controllare lo stato dei tuoi consumi comodamente da casa con il tablet in dotazione.

Se disponi di una connessione internet potrai accendere e spengere i tuoi elettrodomestici anche da fuori casa con un qualsiasi dispositivo tipo PC, smartphone o tablet.

Smartphone

Tablet

EnergyUP

Personal computer

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Attualità

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a cura di Ugo Bardi

Il dibattito sull’energiarinnovabile

Immaginatevi di essere parte di un gruppetto di naufraghi arrivati su un’isola deserta. Esplorate l’isola e vi accorge-te che non c’è niente da mangiare. Per fortuna, ritrovate sparpagliati sulla spiaggia resti della vostra nave affonda-ta che contengono una discreta scorta di gallette. Per ora il problema del cibo è risolto, ma le gallette non dureran-no per sempre.(*)Immaginate ora i naufraghi in assemblea all’ombra delle palme; emerge subito una divergenza di opinioni. C’è chi sostiene che le gallette sono ancora abbondanti e proba-

bilmente ne troveremo altre se cerchiamo bene in zone di spiag-gia ancora inesplorate. Non c’è bisogno di fare niente: prima o poi arriveranno i soccorsi. C’è invece chi nota che le gallette stanno finendo rapidamente e che i soccorsi non si sa quando arriveranno; se mai arriveranno. Allora, bisogna razionare le gal-

lette e costruirsi del-le reti con le foglie di palma per andare a pescare.Il dibattito continua con il primo gruppo che sostiene che tut-ti hanno diritto alle gallette e che andre-mo a pescare quan-do saranno finite. Il secondo gruppo ri-torce che non si può

pescare niente da affamati e senza reti. Il primo gruppo rispon-de che i membri del secondo stanno cercando di accaparrarsi tutte le gallette con la scusa del razionamento; il secondo dà al primo dei venduti ai fabbricanti di gallette, e così via....Una possibile conclusione della storia è che i naufraghi finisco-no per fare a botte fra loro, il che allevia molto il problema per mezzo di una drastica riduzione della popolazione. Ma quando le gallette finiscono, sono rimasti in troppo pochi per fare reti e

pescare e così muoiono di fame. Questa storia ci illustra il dibattito in corso sull’energia sul no-stro pianeta, visto come isoletta sperduta nel mezzo dell’univer-so; basta sostituire “combustibili fossili” a “gallette” e “pesca” con “energia rinnovabile”. Il dibattito è al suo massimo sviluppo in Germania, che è il pa-ese che ha fatto probabilmente il massimo investimento sulle energie rinnovabili e dove si parla ormai da qualche anno del concetto di “Energy Turnaround” (“inversione energetica”). Ov-vero, si parla di un cambiamento completo della politica energe-tica per passare interamente alle rinnovabili nella forma di sole e vento. Ovviamente, anche in Germania, il problema del costo dell’energia si pone. Così, c’è chi vuole energia a basso costo, non importa ottenuta come. C’è invece chi sostiene che è un dovere investire nelle rinnovabili, anche se più costose, per i loro vantaggi ambientali e di indipendenza dai fossili. Da quello che si legge sul Web, il dibattito in Germania sembra essere di buon livello, se ne legge sui maggiori quotidiani e c’è molta partecipazione da parte sia degli organi governativi sia dei cittadini. In Italia, invece, la questione della politica ener-getica è completamente ignorata sia dai media sia dai politici. Quando si cerca di sollevare in pubblico la necessità di uno svi-luppo in direzione delle rinnovabili ci si trova spesso aggrediti da gente assatanata convinta che sia tutto un imbroglio per fregarci. Ma anche da noi non possiamo ignorare il problema. Siamo di-sposti a investire nel futuro, anche se ci costa qualcosa? Oppure vogliamo tutto e subito, consumando fino all’ultima goccia le nostre risorse di combustibili fossili? E’ in gioco il futuro nostro e dei nostri discendenti: pensiamoci se non vogliamo fare la fine dei naufraghi dell’isola della storia.

* Vi può incuriosire sapere che il problema dell’ “Isola delle Gallette” è sta-to studiato in modo molto serio da alcuni economisti che hanno pubblicato ponderosi studi sulla questione dell’ottimizzazione delle risorse da parte dei naufraghi. Lo trovate sulle riviste del settore sotto il nome di “Hardtack Mo-del” oppure di “Mayflower Model”

Siamo come dei naufraghi su un’isola deserta

Ugo Bardi è docente di chimica fisica presso l’università di Firenze e si interessa di petrolio e di risorse minerali.Ha scritto “La Terra Svuotata” (Editori Riuniti 2011), “Revisionando i Limiti dello Sviluppo” (Springer 2011).

Cura un blog intitolato “Effetto Cassandra” ugobardi.blogspot.itÈ stato dal 2002 al 2012 presidente dell’Associazione per lo Studio del Picco del Petrolio.

Abbiamo pubblicato una sua intervista nei numeri 1 e 2 di ambiente noi proprio sul tema del Picco del Petrolio.

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Ambiente Noi

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Ambiente e bambini:quando la televisioneè al servizio dell’educazione

a cura della socia Giulia Fanetti

Ambiente Noiinvita i soci che desiderano incontrare i circoli didattici delle proprie zone a contattare la segreteria, che per il prossimo mese di aprile avrà pronto il “progetto Ambiente Noi” da presentare ai dirigenti scolastici per promuovere incontri divulgativi con le bambine e i bambini delle scuole primaria di primo e secondo grado.

“Cattiva maestra televisione” scriveva anni fa Karl R. Popper. La tesi del famoso filosofo nasce dalla considerazione che la televisione rappresenta un mezzo potentissimo, capace con i suoi contenuti di influenzare l’opinione pubblica e in particolar modo i bambini. Questa premessa è fondamentale. Come suggerisce lo stesso titolo dell’opera infatti, la televisione è una maestra per i nostri figli. Possiamo impegnarci a limitarne la visione,

scegliere i programmi più adatti, ma non possiamo negare che essa rappresenta (e oggi più che mai) una vasta dimensione nell’educazione dei nostri bambini. E’ però possibile assistere anche a programmi da elogiare!In cerca di colorate distrazioni, è possibile conoscere un per-sonaggio davvero singolare: “ Bob the builder” alias “Bob ag-giustautto”. Avreste mai pensato, anche solo pochi anni fa, di sentire parlare di energie rinnovabili all’interno di un cartone animato? Quale segno più forte di un mondo in trasformazione? Bob è un simpatico costruttore che vive nell’incantevole Valle dei Girasoli. L’attività di Bob lo vede ogni giorno impegnato nel-la costruzione o nel restauro, insieme alla sua squadra forma-ta da simpatiche macchine parlanti e dalla sua amica Wendy. Bob collabora con i suoi compagni attivamente e sempre con un atteggiamento positivo, promuovendo l’impegno e la coo-perazione. Ma la missione più nobile, di cui Bob è paladino, è senz’altro quella ecologista. Ebbene si! Figlio di costruttori da generazioni, Bob ha una spiccata sensibilità per l’ambiente infatti, oltre a portare avanti valori importanti quali lavorare in squadra e in sicurezza, il nostro amico “aggiustatutto” opera nel totale ri-spetto della natura e nell’assoluta tutela della Valle dei Girasoli. Possiamo vedere Bob impegnato nella costruzione di case di legno, oppure di altri edifici eco sostenibili. Possiamo ascoltarlo mentre promuove la raccolta differenziata o guardarlo durante l’installazione di pannelli fotovoltaici; è un capace promotore del motto “riduci, ricicla, riusa”.E’ dunque il caso di riconoscere il ruolo di “buona maestra” a

questo tipo di programmazione televisiva! Un evidente segnale di un mondo che sta cambiando perché, dietro ad un cartone animato, c’è qualcosa di veramente significativo, c’è un insegna-mento, un’etica, c’è un messaggio per i nostri figli che saranno gli artefici del positivo cambiamento che salverà non solo la Valle dei Girasoli, ma l’intero nostro, amato, pianeta Terra!

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Nel 2012abbiamo raggiunto13.000 clientiGrazie a Voi!


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