ANALISI DEI FENOMENI DEVIANTI
Devianza giovanile e bullismo
docente Maurizio BORTOLETTI
a.a. 2012 -‐ 2013
LIBERA UNIVERSITA’ MARIA SS. ASSUNTA Dipartimento di Giurisprudenza
Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali
Il fenomeno “bullismo”
1. Dall’inglese "bullying”, che include sia i comportamenG del "persecutore" che quelli della "viJma”: quell’insieme di comportamenG ripetuG, verbali o fisici, rivolG ad una persona allo scopo di ferirla e di soNomeNerla.
2. Non si traNa di normali confliJ fra coetanei, ma il bullismo è caraNerizzato da faNori specifici
3. Il bullo è una sorta di 'capo branco' che, come nel mondo animale, riGene di doversi affermare, anzi dominare nel gruppo.
4. Differenze con un normale confliNo tra pari – non insistono oltre un certo limite per imporre la propria volontà – spiegano il perché sono in disaccordo, manifestando le proprie ragioni – si scusano o cercano soluzioni di "pareggio" – si accordano e negoziano per soddisfare i propri bisogni – sono in grado di cambiare argomento e allontanarsi.
Si traNa di bullismo quando sono presenG 1. Intenzione di fare del male e mancanza di compassione. 2. Intensità e durata 3. Potere del "bullo": il bullo ha maggior potere della viJma a causa
dell'età, della forza, della grandezza o del genere (ad es. maschio più forte della femmina).
4. Vulnerabilità della viJma: la viJma ha delle caraNerisGche fisiche o psicologiche che la rendono più incline alla viJmizzazione.
5. Mancanza di sostegno: la viJma si sente isolata ed esposta. 6. Conseguenze: il danno per l'autosGma della viJma si manGene nel
tempo oppure alcune viJme diventano a loro volta aggressori.
Il fenomeno “bullismo”
Le forme del bullismo 1. bullismo dire.o, si manifesta in aNacchi relaGvamente aperG nei confronG
della viJma, quindi è più esplicito e visibile, 2. bullismo indire.o, consiste in una forma di isolamento sociale e in
un'intenzionale esclusione dal gruppo, è più subdolo e ugualmente pericoloso, se non più pericoloso.
Il fenomeno “bullismo”
1. Il bullismo è una forma di devianza giovanile, quale comportamento anGsociale e come voglia di andare contro le regole degli adulG.
2. Il comportamento del bullo non tende solo a ledere il compagno con azioni offensive, ha come obieJvo quello di andare contro le regole degli adulG, della scuola, del vivere civilmente insieme.
3. Ha come scopo il senGrsi acclamato dai compagni e senGre appagato il proprio io.
4. I luoghi del bullismo: – nelle scuole primarie – nelle scuole secondarie – in comunità chiuse, maschili, come ad esempio le scuole militari, le
caserme eccetera. – tra gli adulG e sui luoghi di lavoro, non bullismo ma mobbing (non c’è
uso della forza, ma azioni più subdole quali prevaricazioni, ricaJ, ingiusGzie eccetera)
Il fenomeno “bullismo”
1. A scuola, la classe è determinante nel favorire la costruzione di un sistema di regole di gruppo, dove esiste: – chi è sopraffaNo, – chi deve sopraffare, – chi è astante partecipante (di solito a favore del bullo) e – chi è astante non partecipante (chi è indifferente o magari a favore
della viJma, ma inGmorito dalla situazione). 2. CaraNerisGche della “classe”
– Sistema chiuso, problemaGco, senza sbocchi per uno sviluppo evoluGvo posiGvo delle relazioni tra i pari.
– Aperto alle dinamiche più negaGve nei rapporG tra i compagni, si ritualizzano comportamenG di:
• sopraffazione e svalorizzazione dell'altro (il bullo) • passività e impotenza (la viJma), • indifferenza e non intervento (non partecipanG).
Il fenomeno “bullismo”
I nuovi luoghi del bullismo 1. Più di recente nuove forme di aggressività che interessano non soltanto il
mondo delle scuole, ma anche i luoghi di socializzazione come piazze, locali da ballo, pubs, bar e birrerie.
2. Il "bullismo“ tende ad estendersi oltre i confini scolasGci, e si traduce in episodi di inGmidazione e di prepotenza perpetraG da giovani ai danni di altri giovani, ma anche a danno di adulG e del patrimonio in generale (vandalismi).
Il fenomeno “bullismo”
Gli adulG, quali colpe? • La viJma: non trova l'aiuto necessario (ed a volte richiesto) di un adulto
che interrompa la situazione di bullismo e che sia capace di favorire un'azione di rinforzo psicologico al più debole.
• Il bullo: non trova il contenimento necessario all'impulsività e all'aggressività, percepisce i suoi aJ immuni da sanzioni significaGve. Non trova adulG che lo aiuGno a prendere consapevolezza e ad uscire dal ruolo che si è costruito (a volte l'unica maniera che conosce per socializzare).
Il fenomeno “bullismo”
Quando il bullo cresce: 1. Diminuisce la frequenza di aJ di bullismo. 2. In alcuni casi c’è una maggiore radicalizzazione dell’essere bullo, come
forma stabile di disagio individuale. 3. I bulli persistenG sono a rischio di problemaGche anGsociali e devianG.
Possono trasmigrare in gruppi violenG (ultras, bande, estremismi poliGci..)
4. Le viJme rischiano quadri patologici con sintomatologie anche di Gpo depressivo.
Il fenomeno “bullismo”
In una prospeJva comparata. 1. In USA il bullismo si esprime anche con le baby gangs: alta prevenzione
ma con scarsi risultaG 2. In Francia ed Inghilterra il problema richiede già da tempo consistenG
intervenG repressivi, 3. In Inghilterra si vuole abbassare notevolmente l’età della punibilità. 4. Nel nostro paese il bullismo conGnua a manifestarsi principalmente negli
ambiG scolasGci, ma è in aumento e rischia di estendersi oltre la scuola
Il fenomeno “bullismo”
1. Le viJme, in generale, sono solitamente più ansiose e insicure degli altri studenG, sono spesso caute, sensibili, e calme. Se aNaccate dai compagni, in genere reagiscono piangendo o chiudendosi in se stesse. Non sono soggeJ aggressivi, né molesG, spesso hanno un aNeggiamento negaGvo verso la violenza e l'uso di mezzi violenG
2. Due Gpologie di viJme: soNomesse o provocatrici
Il fenomeno “bullismo”
1. Le viJme passive o soNomesse soffrono di scarsa autosGma, hanno un' opinione negaGva di sé e della propria situazione, spesso si considerano fallite e si sentono stupide, Gmide e poco aNraenG, hanno pochi amici e si sentono abbandonate da tuJ. Alcuni daG indicano che questo Gpo viJme ha avuto nella prima infanzia rapporG più inGmi e più posiGvi con i loro genitori: è ragionevole ipoGzzare che le tendenze verso l'iperprotezione siano allo stesso tempo una causa ed una conseguenza del bullismo.
2. le vi4me provocatrici sono ansiose e non sicure di sé ma hanno anche comportamenG aggressivi. – hanno spesso problemi di concentrazione e si comportano in modo da
causare irritazione e tensione, – è spesso il loro comportamento a causare reazioni negaGve da parte
di molG compagni o di tuNa la classe.
Il fenomeno “bullismo”
Gli indicatori della possibile viJma: 1. SCUOLA :
– Indicatori primari: ragazze/i faJ oggeNo di derisione in modo non amichevole e conGnuaGvo;
• aggrediG anche fisicamente; • coinvolG in liGgi e scontri nei quali non riescono a difendersi; • subiscono furG delle loro cose (libri, soldi, merende..)
– Indicatori secondari: isolamento durante la ricreazione, mancanza di complicità e di amicizia con altri compagne/i;
• peggioramento del rendimento scolasGco, difficoltà nell’esprimersi
Il fenomeno “bullismo”
Gli indicatori della possibile viJma 2. FAMIGLIA :
– Indicatori primari: torna da scuola con abiG e/o cose rovinate, • ha lividi o graffi dei quali non dà spiegazioni
– Indicatori secondari: isolata dagli altri compagni, né invitata né invita, • È inquieta, ruba a casa, sembra infelice, è nervosa, ha scaJ d’ira… • Anoressia e depressione ne sono le conseguenze estreme
Il fenomeno “bullismo”
I bulli. 1. TraNo disGnGvo è l'aggressività verso i coetanei 2. Spesso sono aggressivi anche verso gli adulG, sia insegnanG che genitori. 3. Sono favorevoli alla violenza e all'uso di mezzi violenG. 4. Sono spesso caraNerizzaG da impulsività e da un forte bisogno di
dominare gli altri. 5. Mostrano scarsa empaGa nei confronG delle viJme. 6. Hanno una grande sGma di se stessi e del loro modo di comportarsi. 7. I bulli passivi non prendono iniziaGve, ma sono "subordinaG al gruppo".
Il fenomeno “bullismo”
Bullismo differenze di genere 1. Prevalenza maggiore nei maschi come bulli:
– Per i maggiori livelli di testosterone – La maggiore impulsività e aggressività – La minore educazione al controllo degli impulsi
2. Crescente incidenza nelle ragazze, ma fenomeno ancora soNosGmato e soNostudiato (Lukkonen, 2009).
Il fenomeno “bullismo”
Il fenomeno “bullismo”
Modificato da Jaak Panksepp, 1998
Stimolo sessuale
Il sistema di controllo delle 4 emozioni di baseIl sistema di controllo delle 4 emozioni di base.
Il fenomeno “bullismo”
Probabili cause psicologiche 1. I bulli hanno un forte bisogno di potere e di dominio, per cui sembrano
godere nel controllare e nèl soNomeNere gli altri. 2. Vivono condizioni familiari spesso inadeguate e insoddisfacenG e hanno
sviluppato un certo grado di osGlità verso l'ambiente. 3. Spesso c'è una componente strumentale: i bulli costringono le viJme a
procurare loro denaro, ecc. 4. Il comportamento aggressivo è spesso ricompensato da un aumento
della sGma degli altri: aumenta il presGgio.
Il fenomeno “bullismo”
1. La famiglia del bullo potenziale: condizioni sfavorevoli durante l’infanzia: per sGli educaGvi o per problemi familiari (es. un padre che insulta la madre, divorzi contenziosi ecc.) – Mancanza di coinvolgimento e partecipazione, genitore/i anaffeJvi – SGle educaGvo troppo permissivo e tollerante o, al contrario: – Genitore coerciGvo (punizioni corporali, scoppi di rabbia, insulG…)
2. A quesG faNori, se ne sommano altri, fuori dalla famiglia : – Scuola:
• incapacità degli insegnanG di individuare il/i bullo/i, e di trasformare l’aggressività in forme socialmente acceNabili
• mancata reazione negaGva da parte degli altri studenG – AdulG: acceNazione della violenza e dell’aggressività verbale,
comportamenG degli adulG non sanzionaG
Il fenomeno “bullismo”
Il peso del “gruppo” 1. EffeNo imitazione: il modello del “duro, coraggioso e forte” 2. Influenza dei media: una sorta di “contagio sociale” (es. You tube) 3. Da qui nasce il “bullismo di gruppo”: la responsabilità del gruppo diluisce
nel singolo il senso di responsabilità 4. Esaltazione del comportamento aggressivo e denigrazione condivisa della
viJma
Il fenomeno “bullismo”
I daG sul bullismo 1. Difficoltà di valutazione staGsGca perché solo in minima parte rientrano
nelle denunce penali. 2. I daG provengono da “ricerche indireNe” 3. Gli studi già svolG all’estero sono uGli: vedasi l’indagine di Dan Olweus
(ministero della Pubblica istruzione, Norvegia) 4. Sono coinvolG nel fenomeno tuJ i paesi occidentali, e il Giappone
Il fenomeno “bullismo”
Bullismo, è il caso di preoccuparsene?! 1. la prima causa di soNovalutazione del bullismo è che lo si confonde con la
normale aggressività del vivere sociale. 2. e' vero che le prepotenze ci sono sempre state, ma questo non significa
che non abbiano avuto e non abbiano conseguenze negaGve sulla vita delle persone coinvolte, sia per quanto riguarda le persone prepotenG sia per quanto riguarda chi le subisce.
3. l'interesse che in molG paesi viene dato a quesG comportamenG e le misure messe in aNo per ridurli sono conseguenza del riconoscimento di una loro maggiore pericolosità e del loro aumento.
4. le ricerche hanno dimostrato una neNa correlazione da un lato tra bullismo persistente, comportamenG anGsociali e criminalità e dall'altro tra viJmismo e forG disagi personali e sociali, fino all'estremo del suicidio.
Il fenomeno “bullismo”
Bullismo, è il caso di preoccuparsene?! 5. a livello sociale l'autorevolezza degli adulG tende a ridursi sempre più nel
tempo anche per la "precocizzazione" adolescenziale Gpica della nostra società,
6. i comportamenG trasgressivi e certe dinamiche di gruppo tra coetanei si presentano già nella tarda infanzia e nella preadolescenza.
7. la trasgressione non è più caraNerisGca Gpica di un preciso periodo della vita (l'adolescenza appunto), ma sta diventando “norma” o quantomeno fa “tendenza”, in una conGnua gara al rialzo e all'estremizzazione dei comportamenG.
8. spesso si ha la sensazione che i processi di differenziazione dall'adulto e la ricerca di una propria idenGtà si esprimano per forza nella manifestazione di comportamenG osGli o violenG
•
Il fenomeno “bullismo”
Bullismo, è il caso di preoccuparsene?! 9. Alcune dimensioni dell'emoGvità (quali la tenerezza, la gioia, la calma, il
senGrsi appoggiaG, il piacere di essere guidaG nella scoperta delle cose, ecc.) sembrano essere sempre meno presenG nella vita di bambini e ragazzi. TuNo questo porta a modalità personali di relazione con sé stessi e sociali di rapporto con gli altri sbilanciate nel senso della freNa, dell'impazienza, dell'aNenzione labile, con una sempre più ridoNa capacità di comprendere l'altro ed i suoi senGmenG.
10. I bambini tendono a giocare meno, a gesGre i confliJ con fisicità anziché con le parole e la mediazione, caricandosi così di rabbia e di aggressività.
11. L'insieme di quesG elemenG porta a un innalzamento della soglia di tolleranza verso le prepotenze, a cui contribuiscono anche cerG programmi e forme di pubblicità televisivi e non, che, unita allo spirito di emulazione, tanto importante in adolescenza, ne determina una maggiore estensione e criGcità.
Il fenomeno “bullismo”
Fine della seconda parte grazie