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“ANCHE A REGGIO LA VIOLENZA SULLE DONNE È UN … 2009.pdf · Intervista alla psicologa...

Date post: 15-Feb-2019
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Pubblicazione Scolastica - Anno 1, Maggio 2009 - N° 3. Pagina 1 andare dal dottore senza il permesso del consorte e affida la custodia dei figli esclusivamente ai padri e ai nonni. Aprile 2009, Montecchio di Reggio Emilia, infermie- ra quarantenne è vittima di stalking; viene molestata con centinaia di telefonate e sms. Il direttore generale dell’ospedale dove la donna lavora viene indagato come probabile esecutore. 17 ottobre 2007, Reggio Emi- lia: Klirmi Fajzo, 40enne, spa- ra in tribunale alla moglie a cui erano affidati i figli. 1-2 novembre 2007, Perugia: Meredith Kerchel, una studen- tessa inglese, viene uccisa do- po essere stata violentata. Il caso è ancora aperto. 2 novembre 2007, Roma – Tor di Quinto: Reggiani vie- ne aggredita, violentata e ucci- sa,. Il colpevole avrà una ridu- zione della pena perché giudi- cato in stato di ebbrezza nel momento dell’aggressione. 31 dicembre 2008, Roma – Zona Fiera: una giovane ra- gazza viene stuprata durante i festeggiamenti di capodanno. Il responsabile è tutt’ora agli arresti domiciliari. 16 marzo 2009, Roma – Caf- farella, viene stuprata una donna. Il caso è ancora aperto. 20 marzo 2009, Vienna, il tribunale condanna Joseph Fritzl all’ergastolo reo di aver rinchiuso, segregato e violenta- to la figlia Elisabeth per venti- cinque anni. Durante la prigio- nia la figlia ha partorito sette figli di cui uno è deceduto per mancanza di soccorso. 31 marzo 2009, Kabul, Af- ghanistan - il governo di Ka- bul ha votato una legge che legalizza lo stupro del marito nei confronti della moglie, ob- bliga le donne a "concedersi" al marito senza opporre resisten- za, vieta loro di uscire di casa, di cercare lavoro o anche di SCHEDA VIOLENZA SULLE DONNE: I PRECEDENTI A REGGIO, IN ITALIA E NEL MONDO NEGLI ULTIMI ANNI Sommario “Violenza alle donne” Intervista alla psicologa d’Istituto dott.ssa Linda Marchi. P. 2 Lo stupro nella storia del Diritto. Intervista al prof. Marco Capiluppi P. 2 Nondasola P. 3 Lo spettacolo “Nudi” del Teatro dell’ Orsa P.4 Glossario, dati e test P.5 Cronaca: “Sono stata aggredita da un branco di co- darde”. P. 6 I ragazzi lo hanno capito: “Uscire dalla violenza si può, tutti insieme” “ANCHE A REGGIO LA VIOLENZA SULLE DONNE È UN PROBLEMA CULTURALE” È quanto emerge dall’intervista con Alessandra Campani dell’Associazione Nondasola che da anni si occupa di questo problema nella nostra città Editoriale della redazione Questo numero è a carattere tematico. L’intenzione è di ri- portare i diversi articoli che sono stati scritti da noi in occa- sione del concorso “Scuola di giornalismo” indetto dalla Gaz- zetta di Reggio in collaborazio- ne con Cariparma: hanno parte- cipato otto istituti superiori della provincia fra cui il nostro. Il giorno 6 maggio è uscito un inserto sul detto giornale che riporta una parte significativa del nostro lavoro. E’ pertanto nostro intento riportare sul giornalino d’istituto la versione completa del lavoro che è sca- turito trattando come argomen- to la violenza alle donne. Per cercare di approfon- dire il fenomeno della violenza sulle donne, che colpisce tutta la nostra società, la redazione del nostro giornalino scolasti- co ha deciso di intervistare Alessandra Campani che, con l’Associazione Nonda- sola, promuove attività di sostegno, ascolto e aiuto alle donne oltre ad un’attività di prevenzione nelle scuole reggiane. Quand’è nata l’associazione “Nondasola”? È nata nel 1995, un centro di sole donne, provenienti
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Page 1: “ANCHE A REGGIO LA VIOLENZA SULLE DONNE È UN … 2009.pdf · Intervista alla psicologa d’Istituto dott.ssa Linda Marchi. P. 2 Lo stupro nella storia del Diritto. Intervista al

Pubblicazione Scolastica - Anno 1, Maggio 2009 - N° 3.

Pagina 1

andare dal dottore senza il permesso del consorte e affida la custodia dei figli esclusivamente ai padri e ai nonni. Aprile 2009, Montecchio di Reggio Emilia, infermie-ra quarantenne è vittima di stalking; viene molestata con centinaia di telefonate e sms. Il direttore generale dell’ospedale dove la donna lavora viene indagato come probabile esecutore.

17 ottobre 2007, Reggio Emi-lia: Klirmi Fajzo, 40enne, spa-ra in tribunale alla moglie a cui erano affidati i figli. 1-2 novembre 2007, Perugia: Meredith Kerchel, una studen-tessa inglese, viene uccisa do-po essere stata violentata. Il caso è ancora aperto. 2 novembre 2007, Roma – Tor di Quinto: Reggiani vie-ne aggredita, violentata e ucci-sa,. Il colpevole avrà una ridu-zione della pena perché giudi-

cato in stato di ebbrezza nel momento dell’aggressione. 31 dicembre 2008, Roma – Zona Fiera: una giovane ra-gazza viene stuprata durante i festeggiamenti di capodanno. Il responsabile è tutt’ora agli arresti domiciliari. 16 marzo 2009, Roma – Caf-farella, viene stuprata una donna. Il caso è ancora aperto. 20 marzo 2009, Vienna, il tribunale condanna Joseph Fritzl all’ergastolo reo di aver

rinchiuso, segregato e violenta-to la figlia Elisabeth per venti-cinque anni. Durante la prigio-nia la figlia ha partorito sette figli di cui uno è deceduto per mancanza di soccorso. 31 marzo 2009, Kabul, Af-ghanistan - il governo di Ka-bul ha votato una legge che legalizza lo stupro del marito nei confronti della moglie, ob-bliga le donne a "concedersi" al marito senza opporre resisten-za, vieta loro di uscire di casa, di cercare lavoro o anche di

SCHEDA VIOLENZA SULLE DONNE: I PRECEDENTI A REGGIO, IN ITALIA E NEL MONDO NEGLI ULTIMI ANNI

Titolo brano principale

Sommario “Violenza alle donne”

Intervista alla psicologa d’Istituto dott.ssa Linda Marchi.

P. 2

Lo stupro nella storia del Diritto. Intervista al prof. Marco Capiluppi

P. 2

Nondasola P. 3

Lo spettacolo “Nudi” del Teatro dell’ Orsa

P.4

Glossario, dati e test

P.5

Cronaca: “Sono stata aggredita da un branco di co-darde”.

P. 6

I ragazzi lo hanno capito: “Uscire dalla violenza si può, tutti insieme” “ANCHE A REGGIO LA VIOLENZA SULLE DONNE È

UN PROBLEMA CULTURALE” È quanto emerge dall’intervista con Alessandra Campani dell’Associazione Nondasola che da anni si occupa di questo problema nella nostra città

Editoriale della redazione

Questo numero è a carattere tematico. L’intenzione è di ri-portare i diversi articoli che sono stati scritti da noi in occa-sione del concorso “Scuola di giornalismo” indetto dalla Gaz-zetta di Reggio in collaborazio-ne con Cariparma: hanno parte-cipato otto istituti superiori della provincia fra cui il nostro. Il giorno 6 maggio è uscito un inserto sul detto giornale che riporta una parte significativa del nostro lavoro. E’ pertanto nostro intento riportare sul giornalino d’istituto la versione completa del lavoro che è sca-turito trattando come argomen-to la violenza alle donne.

Per cercare di approfon-dire il fenomeno della violenza sulle donne, che colpisce tutta la nostra società, la redazione del nostro giornalino scolasti-co ha deciso di intervistare Alessandra Campani che, con l’Associazione Nonda-sola, promuove attività di

sostegno, ascolto e aiuto alle donne oltre ad un’attività di prevenzione nelle scuole reggiane. Quand’è nata l’associazione “Nondasola”? È nata nel 1995, un centro di sole donne, provenienti

Page 2: “ANCHE A REGGIO LA VIOLENZA SULLE DONNE È UN … 2009.pdf · Intervista alla psicologa d’Istituto dott.ssa Linda Marchi. P. 2 Lo stupro nella storia del Diritto. Intervista al

Pubblicazione Scolastica - Anno 1, Maggio 2009 - N° 3.

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Poi inizia a parlare dei sentimenti che provano le donne dopo la vio-

lenza. Esistono due tipologie di malessere causate dalla violen-za: il disturbo acuto da stress e il disturbo post-traumatico da stress. Il primo è più comune alle donne che subiscono la vio-lenza quasi ogni gior-no, che non comporta grandi traumi né mo-difica il comporta-mento della persona. Il secondo, molto più grave, è tipico di chi

subisce la violenza una sola volta e comporta gravi perdite di me-moria, flashback, ansia e amne-sie. Questo disturbo porta persino ad un “senso di colpa e ad una fase di rimozione”. Detto questo,

Visto che non si può esaminare un caso su quest’argomento senza capire l’aspetto psicologico di vit-tima e carnefice, abbiamo chiesto chiarimenti e aiu-to alla psicologa scolastica, Linda Marchi. La dotto-ressa dice inizial-mente che “non esiste un identikit del violentatore tipo, né un unico motivo.” Infatti, i motivi per i quali sono compiute le violenze sono molteplici: può es-sere per gelosia, un semplice mo-do di essere, la cultura, un discon-trollo o un impulso emotivo o persino la donna vista come un oggetto di propria possessione.

la dottoressa inizia a parlare del referto psichiatrico nei casi di vi-olenza in tribunale: “Il referto dello psicologo è importante per-ché può aiutare giudice e giuria a comprendere quali danni ha avuto la vittima e se il carnefice è men-talmente instabile o pentito con dei test” e questo porta ad uno sconto di pena, “anche se non tut-ti i violentatori sono realmente malati o pentiti”. Lo stupratore, infatti, se realmente malato, può essere aiutato nel periodo d’internamento in carcere o in istituto psichiatrico. Infine si è parlato di come si fa prevenzione: “Le donne che parlano delle loro violenze sono in aumento. Nei casi capitati a me è stato fonda-mentale il dialogo ed il confronto con la vittima. L’informazione e il sostegno alle donne violentate sono fondamentali per la preven-

Quando la psicologia viene in aiuto: incontro con Linda Marchi

Intervista alla responsabile dello sportello psicologico scolastico “Free student box”

LA VIOLENZA SULLE DONNE NEL DIRITTO ITALIANO Incontro con il professore di diritto Marco Capiluppi

La dott.ssa Linda Marchi

Cosa s’intende giuridicamente per “violenza sessuale”? Lo abbiamo chiesto a Marco Capiluppi, do-cente di diritto all'Istituto Scaruffi di Reggio Emilia. “È necessario fare una distinzione tra il reato di violenza e quello di violenza ses-suale. I termini giuridici che indi-cano la violenza in generale sono "percosse" o "lesioni personali", con l'aggravante delle "lesioni gra-vissime", la cui pena può arrivare ad un massimo di 10 anni di reclu-sione. Il reato di violenza sessuale riguarda in particolare la sfera inti-ma e consiste in un atto di costri-zione che induce a subire o com-piere atti sessuali con violenze o minacce, punibile con una pena che varia tra i 5 e i 10 anni”. Il do-

cente sottolinea che la maggior parte delle violenze sessuali av-vengono in ambiente familiare. La pena per questa forma di abu-so va dai 6 ai 12 anni. “Questo reato è cambiato nel corso del tempo. In passato se un uomo abusava di una donna doveva pagare un’ammenda come risar-cimento per il danno al padre o al marito. Solo nell'epoca moderna tale abuso è stato riconosciuto come reato. Nel nostro paese, secondo il codice penale del ‘30, questa violenza era considerata un "Delitto contro la morale pub-blica e il buon costume" e non contro la donna. Questa norma venne prima abrogata e poi sosti-tuita nel ‘96. Oggi, finalmente,

tale violenza è intesa come reato contro la persona!”.

Il prof. Capiluppi, insegnante di Diritto allo “Scaruffi”

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Pubblicazione Scolastica - Anno 1, Maggio 2009 - N° 3.

Pagina 3

(continua a pag. 3) (continua dalla prima pagina)

da storie diverse per vissuti e competen-ze. È un’associazione interculturale. Qual è lo scopo che l’associazione si propone? Capire quali sono i diritti delle donne, quali for-me di violenza le donne subivano prima di ri-volgersi al centro: ciò è finalizzato a conoscere maggiormente il feno-meno. C’è sempre stato contatto con Parma e Modena: un buon risul-tato, ma qui a Reggio erano tante le donne che subivano violenze, per-ciò nel 1997 fu firmata una convenzione con il Comune di Reggio per la gestione della Casa delle Donne come Cen-tro antiviolenza, anche per creare una forza sufficiente a darne un valore. Non è sta-to facile, soprattutto nei primi anni, per-ché per la maggior parte dei casi esse subivano violenze dai mariti. Chi sono le donne che chiedono aiuto? Qual è il loro identikit? Nel centro sono state accolte 2198 donne: per il 67% donne reggiane e il 33% donne straniere sposate o con stranieri, o con italiani residenti qui a Reggio. Non han-no un identikit preciso. Quelle che chie-dono aiuto hanno dai 30 ai 40 anni e spesso hanno figli. Si passa da tutte le categorie professionali e i titoli di studio (per esempio dalla donna analfabeta alla donna laureata). Il 6/7% ha problemi di tossico dipendenza, alcool e disagio psi-chico. Il 19% ha subito violenze da uo-mini e il 95% ha subito più forme di violenza e maltrattamento con continuità nel tempo: violenza fisica, psicologica, sessuale ed economica. Oggi, in questo campo, si sentono fon-damentalmente tre parole: stupro, violenza e abuso. C’è differenza tra loro? Se sì, avete mai avuto casi che corrispondono a questi tre eventi? Lo STUPRO è una violenza sessuale carat-terizzata dalla penetrazione (per noi del centro è importante sapere se c’è stata o no la penetrazione per tutelare la salute della donna). La VIOLENZA è un con-cetto più generale: è un termine più ge-nerico per indicare forme più specifiche e comprende la violenza fisica e quella psicologica (umiliazione/vergogna).

Tutto ciò che si sa sulla violenza, lo han-no raccontato le donne: sono state loro che ci hanno fatto capire l’ampiezza del fenomeno. L’ABUSO comprende tutte le forme di violenza per il quale c’è un eccesso di potere e la garanzia che chi subisce la violenza non parlerà (si tratta

soprattutto di persone maggiorenni). Cosa chiedono le don-ne quando si rivolgo-no al vostro centro? Chiedono di essere cre-dute, ascoltate e tutela-te, chiedono che qual-cuno interrompa la vio-lenza. Queste donne spesso provano vergo-gna e si sentono in col-pa, perciò bisogna rico-minciare nel darsi un valore e nel non sentirsi più dei fantasmi o degli oggetti. All’entrata del centro non vengono

richiesti documenti per mantenere così il completo anonimato. Si può anche dare un nome falso. Qual è la prima cosa da fare con chi cerca aiuto presso il vostro centro? Bisogna non dare consigli, perché ciò è comunque una grande responsa-bilità. Serve a-scoltare e capire quando è meglio agire. Noi pos-siamo certamente dare indicazioni, informazioni chiare, sicure, utili e corrette, ma sono le donne che decidono quello che vogliono fare in base a ciò che si sentono di fare (per esempio alcune donne si separano dai mariti, oppure li denunciano o chie-dono a noi l’ospitalità.). Sono più le donne giovani o mature a subire violenza? C’è una fascia d’età precisa che si rivolge al vostro centro, oppure il misfatto si estende su ogni età? Ci sono anche delle ragazze molto giovani (18-20 anni) che chiedono aiuto al nostro centro, per violenze fisiche e sessuali, ma ci sono anche donne 60enni. Adesso una domanda che sorge spontanea è: “perché gli uomini fanno vio-

lenza?” Questo non è un problema delle donne, ma dei maschi, un problema cul-turale. Fino ad ora, molto genericamente, quante donne sono riuscite ad uscire dalle diverse situazioni grazie al vo-stro aiuto? Più della metà delle donne sono riuscite a non subire più violenze o a reinstaurare un rapporto. DA UNA VIOLENZA SE NE ESCE, certo è un evento traumatico, ma c’è una forza individuale che ti permette pian pianino di ritornare alla vita quotidiana. Avete qualche consiglio da dare agli altri centri che stanno nascendo ades-so? Esistono 11 centri antiviolenza tra i quali Modena e Bologna. A Reggio l’associazione “NON DA SOLA” è l’unico luogo di sostegno e cura. A li-vello nazionale, esiste il centro “DIRE”, che raccoglie testimonianze in tutti i territori. Se si desidera aprire un centro antiviolenza, la prima cosa da fare è CERCARE DI CAPIRE DA CHE PAR-TE STA LUI O LEI RISPETTO ALLA VIOLENZA. Quali sono i segnali che ti mettono in guardia? Quali i “campanelli d’allarme”? Dal 1999 si va nelle scuole per parlare della relazione tra i due sessi. Si tratta di capire la differenza tra ma-schi e femmine e di avere la possibilità di conoscere le caratteristiche individua-li. Ricordo inoltre che la modalità più forte per uscire da una violenza è ragio-nare sulle piccole cose e di conseguenza parlarne. LA GELOSIA e LA POSSES-SIONE sono sicuramente campanelli d’allarme, ma anche l’agire di nascosto e il fare paura. IL VALORE DI UNA DONNA È IMPORTAN- TE.

“Nondasola”: progetti di educazione e prevenzione contro la violenza

“Sono le donne che decidono quello che

vogliono fare in base a ciò che si sentono di

fare”

“Il mondo è un posto

pericoloso in cui vi-

vere, non a causa di

chi fa il male, ma a

causa di quelli che

guardano e lasciano

fare”

Alessandra Campani

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Pubblicazione Scolastica - Anno 1, Maggio 2009 - N° 3.

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TOCCATO E COLPITO MAG-GIORMENTE? È difficile, perché quando vedi che ad una donna viene tolta una parte impor-tante della vita è sempre qualcosa che tocca. Qualche caso ha veramente colpi-to la nostra attenzione. Il primo è quello di una ragazza che veniva violentata dal padre e un giorno decide di cominciare a disegnare quello che le accadeva. Da questa vicenda è nato un libro"Le Pan-tofole dell'orco", racconto a fumetti che la vede protagonista ed autrice. Ricor-diamo ancora uno scandalo degli anni '70, la storia di Fiorella, che venne vio-lentata da 4 ragazzi e colle-

ghi mentre tor-navano da lavo-

ro.

Quello che ha colpito entrambi di questa storia e stata la reazione della madre (la cui testimonianza è in rete su youtube) di uno dei ragazzi accusati: lei sosteneva l’innocenza del figlio e l’intento provocatorio della ragazza. COME VI SIETE SENTITI QUAN-DO VI HANNO CONSEGNATO IL “PREMIO 8 MARZO”? Felici, ma io ritengo che i premi giunga-no quando meno te lo aspetti, ed è pro-prio l'effetto sorpresa che ti convince e ti dà la forza e la volontà per andare avanti e spingerti a fare sempre meglio. QUALCHE DONNA CHE HA VIS-SUTO QUESTA SITUAZIONE A-VRA' SICURAMENTE VISTO IL VOSTRO SPETTACOLO. SECON-

Uno spettacolo che tratta del delica-to argomento della violenza sulle donne non è da tutti i giorni; se poi è realizzato con competenza e professionalità, come quello messo in scena da Monica Morini ed il suo compagno Bernardino Bonzani il 23 marzo al teatro “La cavallerizza”, è una esperienza indimenticabile dalla quale noi alunni dell’Istituto cittadino Scaruffi – Levi – Tricolore ne siamo usciti profondamente toccati. Alto valo-re emozionale e sentimenti contrastanti nascono dalla rappresentazione forte-mente realistica, condita da un linguag-gio volutamente simbolico ed a tratti ironici con cui la sce-

na si anima di esperienze verosimili. Un progetto, “Nudi di fronte al male”,presentato alla Provincia di Parma – Assessorato pari opportunità, vincitore del “Premio 8 Marzo”. Allo svuotarsi della sala, desiderosi di appro-fondire l’argomento appena trattato, incontriamo i due attori che si dimostra-no disponibili per una breve intervista. PERCHÉ AVETE DECISO DI AF-FRONTARE QUESTA IMPORTAN-TE TEMATICA IN UNA RAPPRE-SENTAZIONE TEATRALE? Prima di tutto siamo esseri umani e poi autori-artisti. Sono comunque storie vere quelle a cui avete assistito durante lo spettacolo e quindi ci e sembrato giusto raccontarle. QUALE TRA LE TESTIMONIANZE CHE AVETE RACCOLTO VI HA

DO VOI POTREBBE ESSERLE STATO D'AIUTO? Sicuramente è stata un’opportunità che ha aiutato queste donne a trovare il co-raggio per denunciare le violenze subite. COME AIUTARE LE DONNE COL-PITE DA VIOLENZE? La cosa principale è ascoltarle! In un secondo momento bisogna capire qual è il momento giusto per agire, sarebbe una cosa buona parlarne anche con gli uomi-ni!(aggiunge prontissimo Bernardino). COSA AVETE PROVATO INTER-PRETANDO QUESTI RUOLI? E' stata dura perché è come rivivere quelle esperienze, anche se non sono tue. Sono fatti realmente accaduti e ci si trova a dover entrare in emozioni che

non si è mai provato e che ci

si augura di non dover provare mai. C'E' STATA UNA SCENA PARTI-COLARMENTE DIFFICILE DA INTERPRETARE? Sì, c'è stato un pezzo con un linguaggio molto duro. Non è stato facile ritrovarsi nei panni di una persona così umiliata e frustrata. Concluso l'incontro, ringraziamo Moni-ca e Bernardino, dimostratisi simpatici e amichevoli, tanto che rimaniamo disar-mati quando ci chiedono di dar loro del “tu”.Andiamo, serbando nel cuore un ricordo e cento emozioni.

Nello spettacolo “Nudi” i sogni rubati alle donne violentate Toccante interpretazione del duo Morini – Bonzani (Teatro dell’Orsa)

alla Cavallerizza

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INDAGINE ISTAT 2006 SUL-LA VIOLENZA NEI CON-FRONTI DELLE DONNE:

secondo questa ricerca sono sti-

mate in 6 milioni 743 mila le

donne dai 16 a 70 anni vittime di

violenza fisica o sessuale nel

corso della vita. 5 milioni di

donne hanno subito violenze

sessuali (23,7%), 3 milioni 961

mila violenze fisiche (18,8%).

Circa 1 milione di donne ha subi-

to stupri o tentati stupri (4,8%).

Il governo di Zapatero ha messo a

punto un questionario molto semplice

riguardo gli stereotipi sulle donne, da

far compilare nei gruppi di recupero

organizzati in Spagna.

Si poteva rispondere con un SÌ,un NO

o con NON CONTESTO.

Glossario sulla violenza Stupro: alcuni ordinamenti considerano stupro tutti i tipi di attività sessuale forzata, altri solo quegli atti che coinvolgono l'unione degli organi genitali. Altri restringono il campo a quelle situazioni in cui è l'uomo a forzare una donna. Altre violenze che coinvolgano gli organi sessuali possono essere raggruppati sotto il nome di reati a sfondo sessuale. Abuso sessuale: si intende il coinvolgimento in attività ses-suali, fisiche o psicologiche, di una persona non in grado di scegliere: o perché sottoposta a costrizione fisica e/o psicolo-gica, e/o perché non consapevole delle proprie azioni (ad e-sempio per via dell'età, di una particolare condizione psico-fisica, etc.). Sono dunque abusi sessuali soprattutto la con-giunzione carnale, ma anche l'induzione a ogni tipo di atto sessuale di una persona che non è in grado di scegliere. Stalking: è un termine inglese (letteralmente: perseguitare) che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un'altra persona, spesso di sesso opposto, perse-guitandola ed ingenerando stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quo-tidianità. La persecuzione avviene solitamente mediante reite-rati tentativi di comunicazione verbale e scritta, appostamenti ed intrusioni nella vita privata. Lo stalker può essere un estra-neo, ma il più delle volte è un conoscente, un collega, o un ex-partner, che agisce spinto dal desiderio di recuperare il pre-cedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto subito. Mobbing: nell'accezione più comune è un insieme di com-portamenti violenti (abusi psicologici, angherie, vessazioni, emarginazione, umiliazioni, maldicenze) perpetrati da parte di superiori e/o colleghi nei confronti di un lavoratore, pro-lungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professio-nale nonché della salute psicofisica dello stesso. Bullismo: è un concetto usato pressoché unanimemente per indicare tutta quella serie di comportamenti tenuti da soggetti giovani (bambini, adolescenti) nei confronti di loro coetanei, caratterizzati da intenti violenti, vessatori, e persecutori. Il fenomeno ha anche legami con la criminalità giovanile, il teppismo ed il vandalismo.

MISURA ANCHE TU IL PREGIUDIZIO

1. Le donne sono inferiori agli uomini.

SI NO NON CONTESTO

2. Se è il marito che guadagna la moglie deve stare sottomessa.

SI NO NON CONTESTO

3. Il marito è il capofamiglia e quindi la mo-glie deve obbedire.

SI NO NON CONTESTO

4. La moglie deve avere rapporti sessuali con il marito anche controvoglia.

SI NO NON CONTESTO

5. Se un uomo picchia la moglie, lei sa perché.

SI NO NON CONTESTO

6. La moglie non deve contraddire suo marito.

SI NO NON CONTESTO

7. Se una donna ha dei soldi, perché dovreb-be sopportare la violenza?

SI NO NON CONTESTO

8. Le botte sono un modo del marito di preoc-cuparsi per la moglie.

SI NO NON CONTESTO

12 aprile 2009, Kandahar, Afgha-nistan, - una parlamentare provin-ciale e' stata uccisa da due uomini armati nel sud dell'Afghanistan. Sitara Achikzai era nota per le sue lotte a favore dei diritti delle donne afgane. Su di lei i talebani avevano messo una taglia di tremila euro. Sitara Achikzai

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Pubblicazione Scolastica - Anno 1, Maggio 2009 - N° 3.

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Albert Einstein

Sei ragazze, tra i sedici e diciasset-te anni, spinte dalla gelosia di una di esse organizzano una “spedizione punitiva” nei confron-ti di una loro coetanea, accusata di aver provato “simpatia” per un ragazzo. La ragazza sedicenne, minacciata e offesa fuori dalla scuola, viene accantonata in un angolo della strada e malmenata. Nessuna spiegazione, nessuna vo-lontà di dialogo, se non quando i membri della “squadra” si accor-gono di aver sbagliato perso-na. L’episodio ha lasciato la scuola sconvolta e perplessa. Per questo riteniamo oppor-tuno intervistare chi ha subi-to questa violenza per cerca-re una spiegazione di questo atto. Ti sei data una spiegazione dell’accaduto? “Una persona non può aggre-dire un’altra senza darne spie-gazioni. Una ragazza è arriva-ta e mi ha tirato uno schiaffo, senza neanche espormi il mo-tivo del suo gesto. In quel ca-so le avrei detto che aveva proprio sbagliato persona.” Durante l’aggressione c’è stato qualcuno che ti ha aiu-tata? “Il bidello ed alcune mie amiche, mentre i miei compagni di classe sono rimasti indifferenti, occupati a video-filmare ciò che accadeva.” Come hai vissuto questa indiffe-renza? “Fastidio, perché potevano darmi una mano. Grazie a questa esperien-za ho capito chi sono i veri amici e chi no. Qual è stata la tua reazione, quan-do ti sei trovata “faccia a faccia” con i tuoi aggressori? “Non ho avuto neanche il tempo di reagire o chiedere spiegazioni. Ho certamente provato un po’ di paura

all’avvicinarsi di una ragazza a me sconosciuta”. Dopo l’accaduto, chi ti ha aggredi-to ha affermato che c’è stato uno scambio di persona. Come ti sei sentita? “Ho cercato immediatamente di an-dare in fondo a questa vicenda ed ho chiamato il ragazzo per il quale ero stata malmenata che mi ha spiegato che non ne sapeva niente. Le ragazze in seguito hanno capito di essersi

sbagliate. In ogni caso non credo fosse stato un complotto, ma una cattiva interpretazione di informazio-ni.” Cosa pensi delle coetanee che ti hanno aggredito? “Penso che siano delle codarde, per-ché una questione non si risolve con le mani. La ragazza sentitasi “offesa” avrebbe dovuto affrontarmi da sola senza scagliarmi addosso le sue ami-che.” Cosa ti ha lasciato dentro questa esperienza? “Sono serena, ma mi sento offesa perché questa ragazza doveva affron-tarmi da sola; non mi sento derisa.”

Provi vergona per quanto accadu-to? “No. La vergogna deve provarla chi compie un atto così vigliacco. Io non ne provo vergogna. È stato un loro errore, pur essendo accaduto a scuola, io cammino a testa alta, per-ché non ne ho colpa.” Hai sentito la necessità di raccon-tare a qualcuno quest’esperienza per esternare il tuo disagio? “Si” Come ci si sente ad essere “oggetto d’attenzione”? “Un po’ a disagio, perché mi hanno vista tutti, ma io sono convinta di non aver sbagliato ed allora guardo avanti cercando di dimenticare l’accaduto.” Come vivi oggi la tua quotidianità e il tuo rapporto con gli altri? “Cerco di tornare alla normalità per-ché, come ho ripetuto più volte, io non ho fatto niente di male.” Come ti comporteresti in futuro se ti capitasse una situazione analo-ga? “Non la prenderei superficialmente, ma avvertirei qualcuno e andrei in fondo all’accaduto.”

Presso un istituto scolastico cittadino una studentessa malmenata da coetanee per errore

Sedicenne aggredita da coetanee

Pagine realizzate dalla redazione:

Rinaldini Stefania, Vaccari Laura, Tranquillo Gaetano, Ruspaggiari Lu-ca, Ferrari Giacomo, Nornoo Marjo-rie, Elmehdi Lahbabi, Nsimba Valen-tina, Tassone Serena, Ferraro Bar-bara, Mecani Rexhina. I docenti: Donatella Martinisi, Marco Martinel-li, Luca Bassi.

Vorremmo inoltre ringraziare:

-Alessandra Campani e l’Associazione Nondasola

-La psicologa Linda Marchi (Freestudentbox). -Il professor Marco Capiluppi

-Gli attori Monica Morini e Bernar-dino Bolzani e il Teatro dell’Orsa.

-Il personale tecnico e i docenti dell’Istituto Scaruffi–Levi–Tricolore.


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