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ANNO 100 N° 8- Registrazione Tribunale di Bergamo n° 9 del … · 2020. 1. 30. · ZOGNOANNO 100...

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ZOGNO ANNO 100 N° 8 - Registrazione Tribunale di Bergamo n° 9 del 26/6/1975 - Redazione Zogno - via XI febbraio, 4 - MENSILE ZOGNO notizie AGOSTO-SETTEMBRE 2010 Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, Comma 2, DCB (Bergamo) PARROCCHIA notizie San Lorens Dopo urmài dumela agn ol nos sànt l’è semper chèI che l’è mórt sö la graticola bel rüstìt come ön agnèl! A me sènt amò ’l proföm del sò còrp mandat a ròst prope’l dés de ost de l’àn del dösènto sinquantòt! In chel dé, infina a’i stele come lacrime del ciél i è piöide söl nos sant a Iöciét come a ü fredèl! Sübet dòpo, come ön’aquila l’è filàt söl campanìl de la césa ché de Zogn in doe töcc me pöl vedìl! Co la pàlma del martirio e gratìcola’n de mà a l’è sèmper töt per noter se me réscia de sbandà! Po’ me tùrna töcc i àgn a fà fèsta col nos sànt perchè l’mète ‘ndel nos cör ol sò amùr che l’è iscé grànt! Mons. Giulio Gabanelli
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ZOGNOANNO 100 N° 8 - Registrazione Tribunale di Bergamo n° 9 del 26/6/1975 - Redazione Zogno - via XI febbraio, 4 - MENSILE

ZOGNOnotizie

AGOSTO-SETTEMBRE 2010Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, Comma 2, DCB (Bergamo)

PARR

OCCH

IA

notizie

San LorensDopo urmài dumela agn

ol nos sànt l’è semper chèIche l’è mórt sö la graticolabel rüstìt come ön agnèl!

A me sènt amò ’l profömdel sò còrp mandat a ròstprope’l dés de ost de l’àndel dösènto sinquantòt!

In chel dé, infina a’i stelecome lacrime del ciéli è piöide söl nos sant

a Iöciét come a ü fredèl!

Sübet dòpo, come ön’aquilal’è filàt söl campanìl

de la césa ché de Zognin doe töcc me pöl vedìl!

Co la pàlma del martirioe gratìcola’n de mà

a l’è sèmper töt per noterse me réscia de sbandà!

Po’ me tùrna töcc i àgna fà fèsta col nos sànt

perchè l’mète ‘ndel nos cörol sò amùr che l’è iscé grànt!

Mons. Giulio Gabanelli

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ZOGNOZOGNOnotizienotizie2

NUMERI UTILI

Don Angelo Vigani (Prevosto) 0345-91083

Don Samuele Novali (Direttore Oratorio) 0345-91138

Mons. Giulio Gabanelli 0345-91972

Mons. Gianfranco Gherardi 0345-91029

Don Umberto Tombini 0345-91141

Suore Scuola M. Cavagnis 0345-91246

Monache di Clausura 0345-91130

Giorgio Avogadro (sacrista) 3388644024

G. Mario Pesenti (sacrista) 0345-92647

Casa Mons. Giuseppe Speranza 0345-91029

Calendario Parrocchiale

Redazione, amministrazioneI-24019 Zogno (Bergamo)Via XI Febbraio, 4Tel: 0345/91083http://web.tiscalinet.it/parrocchiadizognoe-mail: [email protected]@tin.it

Direttore responsabile: Don Lino LazzariEditore: Don Angelo Vigani

Registrato al Tribunale di Bergamoil 26-6-1975 al n. 9REALIZZATO DA CORPONOVE BERGAMOe-mail: [email protected]

A G O S T O 2 0 1 0

San Lorenzo

Domenica 1 18ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione”

Mercoledì 4 SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY (Curato d’Ars) SACERDOTE

Giovedì 5 DEDICAZIONE DELLA BASILICA DI S. MARIA MAGGIOREFesta a Trefontane: Ore 10.15 S. Rosario e S. Messa

Venerdì 6 TRASFIGURAZIONE DEL SIGNOREPrimo venerdì del mese32° Anniversario della morte del Papa Paolo VI

Sabato 7 SAN GAETANO, SACERDOTETriduo di preparazione alla festa di S. Lorenzo

Domenica 8 19ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Beato il popolo scelto dal Signore”Triduo di preparazione alla festa di S. Lorenzo

Lunedì 9 SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE (EDITH STEIN)VERGINE E MARTIRE - PATRONA D’EUROPATriduo di preparazione alla festa di S. Lorenzo

Martedì 10 Solennità di SAN LORENZO MARTIREPatrono della nostra comunità Parrocchiale e Civile“IL SIGNORE AMA CHI DONA CON GIOIA”S. Messe con orario festivoOre 11.00 S. Messa solenneOre 17.00 Processione per le vie del Paese

Domenica 15 ASSUNZIONE DELLA B. V. MARIA“Risplende la Regina, Signore, alla tua destra”Ore 17.00 S. Messa a Cassarielli

Domenica 22 21ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore”

Giovedì 26 SANT’ALESSANDRO, MARTIRE - Patrono della Città e Diocesi di Bergamo

Domenica 29 22ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Hai preparato, o Dio, una casa per il povero”

Martedì 31 Da oggi al giorno 8 Novena in FoppaOre 19.45 S. Rosario e S. Messa

S E T T E M B R EDomenica 5 23ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

“Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione”

Mercoledì 8 NATIVITÀ DELLA B. V. MARIA - Festa in FoppaOre 10.15 e 19.45 S. Rosario e S. Messa

Sabato 11 27° Anniversario di Ordinazione sacerdotale di P. Sergio Pesenti

Domenica 12 24ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Ricordati di me, Signore, nel tuo amore”

Mercoledì 15 B. V. MARIA ADDOLORATAFesta al Tiglio

Giovedì 16 Ss. CORNELIO, PAPA e CIPRIANO, VESCOVOOre 15.45 S. Rosario e S. Messa a San Cipriano

Domenica 19 25 DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Benedetto il Signore che rialza il povero

Domenica 26 26 DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Loda il Signore, anima mia”

O T T O B R E Mese dedicato al S. Rosario e alle missioniDomenica 3 27ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

“Ascoltate oggi la voce del Signore”Festa della Madonna del S. RosarioOre 15.00 Vespri e Processione per le vie del Paese

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Riconoscersiin San Lorenzo

arissimi Zognesi,siamo già arrivati a contemplare le grandi cose che Dio ha compiuto inS. Lorenzo nostro patrono per ringraziare e cercare di imitare.La prima cosa che ci serve è riconoscersi in lui, sapere i collegamentiche ci legano a questo diacono della Chiesa di Roma che sceglie i po-

veri, il servizio dei poveri invece di quello che insegna il mondo sempre cheè: “Pensa a te stesso”; “riempi prima la tua pancia, poi se ne avanza dai i resti,le briciole agli altri...”; “Non vale la pena amare, pensa prima a farti amare”,ecc...Che cosa viviamo noi di Zogno?L’esempio di S. Lorenzo o quello che dicono e fanno tutti?Riconoscerci in Lui significa ritenerlo un modello praticabile, vivibile ancheoggi. Averlo come patrono significa ritenerlo il non plus ultra, la persona piùgrande, più degna di onore e di imitazione di tutta la cittadinanza.Siamo convinti di questo? Questo insegniamo ai nostri ragazzi, ai giovani,agli adolescenti?

La seconda cosa importante è essere convinti che, con l’aiuto del Signore, èpossibile seguirne le orme, imitarlo, anche oggi. Notate amici miei quell’“an-che oggi”... mi è uscito dalla penna, dal computer perché oggi parlare di mo-delli da imitare quelli proposti dal nostro mondo sono di tutt’altro tipo e non ri-guardano valori come il dono, il servizio, l’amore al prossimo, riconoscersi fi-gli di Dio e quindi mettere Dio al primo posto nelle proprie scelte quotidiane.Ma noi di Zogno, che pensiamo di conoscere bene il nostro patrono, abbiamoimpostato in questo modo la nostra educazione dei ragazzi e delle giovani ge-nerazioni, oppure ci stiamo anche noi adulti, adeguando allo stile che va perla maggiore e la preoccupazione del patrono, di seguirlo e di imitarlo, non cisfiora nemmeno?

Facciamo festa, andremo a messa, in processione accompagnati da S.Lorenzoe ci lasceremo coinvolgere dal suo stile di risposta alla chiamata del Signore?O ci accontenteremo di far finta?

Mi accorgo che sono domande toste... ma bisogna essere chiari altrimenti ri-schiamo di far finta anche di essere comunità di credenti, di essere chiesa e cene ricordiamo solo quando ne sentiamo il bisogno...

S. Lorenzo ci chiama e ci aspetta... sta a noi scegliere se seguirlo o acconten-tarci di salutarlo.

AuguriBuon San Lorenzo a tutti

Angelo prete

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Cosa si dice nelle visite pastorali celebrate a Zogno,della chiesa parrocchiale di S. Lorenzo Martire?

Nella prima visita pastorale, tenuta dal VescovoLippomani dal 3 al 4 settembre del 1536, al suo in-

gresso nella chiesa parrocchiale dedicata a S.LorenzoMartire, egli la trova ampia e bene adornata. Sull’altaremaggiore troneggia il polittico della Beata Vergine conS.Lorenzo e diversi santi, a destra sorge l’altare dellaBeata Vergine Maria con una icona dorata (fondo oro)bella; a sinistra c’è l’altare del S.Crocifisso pure con unaicona ornata; sono presenti altri altari tutti decorosamen-te adornati. Tra i principali arredi sacri si notano: una bel-la croce d’argento; tre calici con le rispettive patene d’ar-gento; vari paramenti completi di casule, dalmatiche, tu-nicelle, piviali e palìotti per altari; messali, breviari, ri-tuali; tovaglie, candelabri, angeli dorati, turiboli e sec-chielli d’argento; lampadari, lanterne, croci e via di se-guito.

Nella seconda visita pastorale, tenuta dal VescovoVittore Soranzo, si afferma che dopo il pranzo, il 12 set-tembre 1548, il vescovo visita la chiesa parrocchiale diS.Lorenzo Martire, che trovò quanto mai spaziosa e bellasia per la sua struttura e la sua “magnificiensa” architet-tonica e sia per la ricchezza delle sue icone (icone d’oroe polittici preziosi) e anche per i suoi altari. Entrato poi insagrestia, il vescovo, vi trova: tre calici con le rispettivepatene d’argento, turibolo con navicella e il vaso per leofferte tutti di argento, un secondo turibolo di rame, unacroce grande d’argento e una piccola di rame, un terzo tu-ribolo d’argento, tre messali di papiro impressi e un quar-to in pergamena, il libro dei salmi con la musica, un sec-chiello per l’acqua santa, una pace grande e una piccola edue feriali (funebri), otto ceroferari dorati con rispettivi

coperchi con tela romana, il corpo di Cristo nel sepolcrodorato con tela romana e una lanterna dorata.Nella sedicesima visita pastorale, tenuta dal VescovoDaniele Giustiniani, il 25 maggio 1666, il parroco donFrancesco Ambrosini presenta la sua relazione al vesco-vo (dopo la visita pastorale del Cardinale Gregorio Bar-barigo, vengono soppressi gli interrogatori tanto odiosi esostituiti con la relazione del parroco): “È eretta questachiesa parrocchiale di Zogno sotto l’invocazione di S.toLorenzo, la quale si dice che haveva di dote dodici scudid’oro in tanti stabili. È ben vero che si trova scritto permano del M.Rev. D.Bernardo Tirabosco, mio antecesso-re, che l’anno 1499, alli 9 di ottobre, l’Emintissimo e Re-verendissimo sig. Giò Borgia all’hora di Santa Maria invia Lata Diacono Cardinale per tutta l’Itaglia della SedeApostolica Legato concesse a questa Comunità Magnifi-

ca il Jus Patronatus d’elegere un Paro-cho ad nutum amovibile per la dettachiesa parrocchiale di S.to Lorenzo” (:Icapifamiglia da quella data potevanoeleggere il proprio parroco amovibile,cioè per tutto il tempo che piaceva allapopolazione, in sostituzione dei cano-nici della cattedrale di Bergamo sino aquel tempo invadenti nell’assegnazio-ne del parroco).Nella diciassettesima visita pasto-rale, tenuta dal Vescovo Mons. LuigiRuzini, dall’11 al 13 agosto 1699, ilparroco vicario foraneo, don RaimondoRe, presenta la seguente relazione: “Èstata eretta questa Parrocchiale di Zo-gno sotto l’invocazione di S.Lorenzo

Martire, e si celebra annualmente la consacrazione il 14settembre, ma io non ho trovato scrittura alcuna dellaConsacrazione di essa, solamente quanto si legge nellapietra sopra la porta di essa Chiesa, dove entrano li huo-mini si come sia stata cominciata la fabrica di detta chie-sa l’anno 1452 il secondo di maggio (data questa risco-perta di nuovo durante i restauri del 1972). Una voltaquesta cura era beneficiata annessa al Rev.mo Capitolodi S.Alessandro della cattedrale di Bergamo; ma per latenuità del beneficio a richiesta del Magnifico Consegliodi questa spettabile Comunità fu con autorità Apostolicaconvertita in mercenaria, come dichiara il detto Conse-glio con pergamena autentica”. Si enumerano poi settealtari.Nella diciottesima visita pastorale, tenuta dal Cardi-

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nale Pietro Priuli, dal 23 al 25 luglio 1712, il parroco donBernardino Zois, presenta la seguente relazione: “LaChiesa Parrocchiale di questa terra di Zogno è stata erettasotto l’invocazione di S.Lorenzo Martire. Si fà l’Officiodella Consecrazione il dì 14 settembre come si trova nel-la traditione, né a me è noto altro fondamento ne notiziadella di lei fondazione e consacrazione, ne vi ho altreprerogative o privilegi. Ha altari n. 7: ha il primo Mag-giore con la pietra portatile, il secondo sotto il titolo delS.mo Crocifisso, il terzo sotto il titolo di Maria Verginedel Rosario, il quarto sotto il titolo di S.Caterina, il quin-to sotto il titolo di S.Rocco, il sesto sotto il titolo di S.An-na, il settimo sotto il titolo di S.Carlo”. Sino alla trasfor-mazione della chiesa in stile neo classico, vengono sem-pre numerati i medesimi altari. Nella 19ª visita pastoraledel Vescovo Mons. Antonio Redetti, dal 18 al 22 maggio1737, è presente ancora lo stesso parroco don BernardinoZois con la solita relazione.Nella prima visita pastorale, subito dopo la sopraele-vazione della chiesa, tenuta dal Vescovo Mons. PietroSperanza, il parroco don Pietro Giupponi, dal 9 al 10agosto 1865, nella festa del Santa Patrono Lorenzo Mar-tire, presenta una interessante relazione sulla nuova chie-sa, in cui, tra l’altro, afferma: “Detta Chiesa Parrocchia-le, forma una grande navata coperta da due grandiosetazze, a capo della quale verso levante avvi il Presbiterioe coro preceduto da gradinata con balaustrata di marmo ecoperto parimenti a volto maestoso. L’interno è magnifi-camente decorato da colonne e lesene corinzie applicatealla parete fra le quali sporgono quattro altari, due perciascun lato, pure a colonnati in finto marmo indorati. Alato del Presbiterio corrispondono due cantorie lavoratefinemente in legno dorato, la sinistra delle quali contienel’organo. Le due tazze della chiesa e l’altra del Presbite-rio presentano regolari dipinti a fresco e così la paretedell’ingiro del coro vedesi fregiata di tre ancone di qual-che pregio allusive al Titolare. È bene illuminata da fine-stre aperte simmetricamente al di sopra del cornisone, edha l’ingresso principale nella facciata di ponente ed altredue in quella di mezzodì e di tramontana e ciascuna coibei contorni di marmo. Questi due ingressi laterali sonointernamente contraddistinti da un gran pilone che si in-nalza in arco maestoso fra le due notate tazze e tal qualesi presenta il pulpito finemente intagliato e dorato. Lafacciata principale del tempio, guardante a ponente è fre-giata di lesene sempre in muratura ordinaria le quali im-postano sopra solido basamento di pietra e sono termina-te con bel frontone. Le altre due facciate secondarie sonoparimenti decorate di lesene accoppiate sopra eguaIe ba-samento le quali sono di un discreto buon effetto. II pavi-mento è di cotto polveroso. II tetto di tegoli comuni a duespioventi sorretti da solidissima travatura (il nuovo pavi-mento in marmo è stato realizzato dal parroco don Gio-vanni Bonometti nel 1890).La Chiesa possiede di rimarchevole il quadro dell’adora-

zione di Gesù Bambino all’altare di S.Giuseppe, il qua-dretto delle anime purganti e l’ancona principale del co-ro, ma hanno pure il loro pregio le altre due ancone e liaffreschi del volto, tutti ben conservati (senza dimentica-re la pala della Fuga in Egitto di Antonio Zanchi colloca-ta sopra la pusterla dell’entrata maggiore). V’ha un buonorgano collocato sul presbiterio in Cornu Epistolae fab-bricato dai Signori Serassi con canturia. Sul campanile viè l’orologio ed è di proprietà del Comune. Le campanesono sei e furono benedette dall’attuale Vescovo (Mons.Luigi Speranza)”.

Mons. Giulio Gabanelli

Lorènsi e Lorensì Marco LorenzoPesenti

De Lorènsi gh’è pié ‘l paìs, söl mut, tance Sonzògn,fórse i è i prim che riàt, i gh’à dàcc ol nòm a Zògn.Gh’è i Rubis, i Carminàte, i Rugéri, e ótre qualità.a chèl nòm tramandàt, i famèe, i ha mai ülìt rinünsià.

In Campelmé, de patriarca gh’éra ü Rubis Lorènso,col neut Rensìno, che l’se smursàt la éta, sénsa sènso.In famèa di Carbunér, i Lorènsi i se dàa quase ‘mpàsnóni, pàder, fiöi, iscèc, a ciamài töcc gh’éra de stüfàs.

Co la bütiga, gh’éra ‘l Rènso, ol zénder de la Marianì.Con tübi, aquedòcc, sifù e rübinècc ol Rènso Büsachì.Co l’ostaréa del Ghèt, l’tiràa campà la Maria e’l Rensì,generàt da sò pàder, pò lü l’gh’ia stès nòm de Lorensì.

Ol Lorensì de Cabalsàr col sò zermà, l’Icio de l’Inzògn.Lorènso ‘l Nino, ol fughista ‘n del manicomio de Zògn.Ol re di mànech, ol Rènso Fich, col sò pàder Lorensì.In de l’Inzògn gh’éra ü Rènso, ciamàt de suernòm Burì.

Ol Lorensì Barelì, co la famèa de segrestà per tradissiù.In Piasa Martina, ‘l Lorensì Rugéri, la banda per passiù.A la Rasga, parét del don Pì, gh’éra ‘l Rènso, ol rasgòt.Rènso, l’éra Scéva, ‘nd’öna mànega l’gh’éra ét negót.

A Tiöl, ol piö pìcol di Pesenti, ol Lorènso Nino Pirulì.In tép de piéna, per ciapà la lègna, l’è sparìt ü Lorensì.Ol mut l’ha pèrt amò ü Rènso, de la Zognese ‘l porterù.Chèste i è nóma ü quàch, partìcc col treno sénsa stassiù.

Lorènsi e Rensì, Lorensì e Rènsi, la cültüra dü paìs,regordémei töcc, che qüiècc i è ünìcc sò in paradìs,söl campanil gh’è ‘l san Lorèns, de töcc ol protetùr.Öna scüsa a chi dösmentegàcc e ü réqiem per töcc lùr.

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Rugby Zogno VallebrembanaL’ associazione sportiva Rugby Zogno Valbrembana

è una scuola di rugby per bambini/e e ragazzi/eunder 6-8-10-12. Il gruppo zognese coinvolge circa 50giovani atleti e rispettive famiglie.Perché praticare il rugby ? La specificità del rugby, a prescindere dall’agonismo edallo spettacolo che si ritrovano anche in altri sport disquadra, è rappresentata dall’insieme dei “valori” chesono parte integrante della sua natura e ne costituisconol’identità.Ricordiamo il civilissimo comportamento degli 80.000a San Siro, nella partita della Nazionale contro gli AllBlacks.Nel rugby i valori sono veri, specifici, necessari, prati-cati in campo e fuori, tra i giocatori e gli allenatori e trai tifosi. Nel rugby, regole e valori sono strettamente in-trecciati. Si potrebbe dire che sono due facce della stes-sa medaglia.Nell’ambito rugbystico si ha massimo rispetto per chi sicomporta lealmente. Nessuna contestazione nei con-fronti dell’arbitro e di chi regola il gioco. Il giocatore sisente tutelato e può esprimersi al meglio, per sé e per icompagni, sicuro che anche gli avversari applichino lostesso codice. Il rugby insegna a vivere, ad affrontare laquotidianità da un punto di vista serio e sdrammatiz-zante al tempo stesso e il terzo tempo ne è solo unaespressione: il “terzo tempo” è il momento di festa e diincontro a fine partita o torneo, nel quale atleti e tifosi siritrovano tutti insieme per un panino, una pizza o unacena, senza distinzioni tra le squadre. Anche i tifosi del rugby sono particolari: non esistonoultrà, non esistono settori blindati, non esistono barriereed invasioni di campo, non esistono lanci di bottigliette,insulti ai giocatori ed all’arbitro.

Mescolati sugli spalti, i tifosi delle squadre in campo,condividono la bellezza del gioco, pronti ad applaudireanche l’avversario.Per tutte queste ragioni possiamo dire che il rugby è for-se l’unico sport rimasto vero sport: una scuola di vita,un modello di comportamento che assolve una funzio-ne prevalentemente educativa. Il rugby è anche un modo di pensare.Il mondo del rugby agisce inoltre nel sociale: nel nostropiccolo, noi del Rugby Zogno Valbrembana, insiemeagli amici della Rugby Seriate, dal 17 al 20 Giugno2010, con il patrocinio dei rispettivi Comuni, abbiamoorganizzato una trasferta in Abruzzo, gemellandoci conla società Rugby Sambuceto. Durante il tour, abbiamovisitato vari luoghi ed in particolare la città dell’ Aquiladove abbiamo incontrato gli atleti della famosa associa-zione Aquila Rugby 1936. Vari sono stati i motivi che ci hanno spinto ad organiz-zare questa trasferta: far vivere ai nostri ragazzi mo-menti di divertimento e di condivisione con altri coeta-nei abruzzesi e l’opportunità di vedere con i propri oc-chi le cicatrici causate dal terribile terremoto dello scor-so anno. Cercando di sposare i valori che spesso sentiamo evo-care nell’ambito rugbystico, cioè lealtà, amicizia e ri-spetto, abbiamo voluto portare un segno tangibile di so-lidarietà.Ci eravamo chiesti cosa poter fare per aiutare in modoconcreto persone che ormai da parecchi mesi vivono incondizioni veramente precarie. Purtroppo abbiamoconstatato che a distanza di un anno L’Aquila è ancorauna città fantasma !Tramite il papà di Maurizio Zaffiri (giocatore dell’A-quila Rugby e della Nazionale italiana), abbiamo avuto

Il gruppo zognese di fronte alla Basilica di Collemaggio,l’unica chiesa ristrutturata de L’Aquila

Il gruppo in visita a L’Aquila tra gli edificiancora puntellati dai ponteggi

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Iscrizione corso fidanzatiSabato 18, 25 settembre e 2 ottobre

dalle ore 16.00 alle ore 18.00 alla segreteria dell’Oratorio

Vi aspettiamo!

Gli animatori del Gruppo Fidanzati

Tenda-accoglienza delle Associazioni di solidarietà a Collemaggio I giovani rugbisti zognesi presenti al torneo di Sambuceto

l’indicazione di dove far giungere il nostro sostegnoeconomico.È stata individuata l’ A.N.G.S.A. Abruzzo Onlus, un as-sociazione di genitori di bambini autistici, la cui sede èandata distrutta durante il sisma e nel quale ha perso lavita anche un loro collaboratore.

La Rugby Zogno Valbrembana il sabato 15 maggio ave-va venduto porta a porta per il paese e frazioni limitrofe,dei biscotti preparati dalle mamme dei nostri piccoli atle-ti. I ragazzi, hanno colto subito l’importanza dell’inizia-tiva e con l’ impegno e spirito di squadra, erano riusciti inun pomeriggio a raccogliere più di 1.000 €.Il nostro ricavato, unito a quello della Rugby Seriate, èstato interamente devoluto all’Associazione A.N.G.S.AOnlus. La consegna “simbolica” è avvenuta a L’Aquilaa nome di tutte le società aderenti all’iniziativa, nellasede provvisoria di alcune associazioni di solidarietànel Parco di Collemaggio.In quell’occasione si è visto trasparire dagli occhi deinostri ragazzi la felicità e l’orgoglio di ciò che avevanofatto.

Per noi dirigenti è stato veramente un momento di gran-de soddisfazione e pensiamo che l’obiettivo educativoche ci eravamo posti, sia stato raggiunto.Durante questo stage abruzzese abbiamo avuto anche lasoddisfazione di vedere i nostri atleti della categoriaunder 10, classificarsi terzi nel torneo organizzato dallaRugby Sambuceto e nel quale erano presenti societàblasonate come l’Aquila Rugby e la Capitolina Rugby(una delle due squadre di Roma città).Stiamo già lavorando per organizzare al meglio la pros-sima stagione che avrà inizio a metà settembre. Lastruttura presso la quale verranno disputate le sedute diallenamento è il campo sportivo di Camanghè.Le iscrizioni riguarderanno le seguenti categorie: under6, under 8, under 10, under 12.Chi fosse interessato, oltre a consultare il nostro sitowww.rugbyzogno.it, può contattare i seguenti referenti:Luca Quaglia tel.: 0345/93021 cell.: 347/8687242Lucio Cavada tel.: 0345/92719 cell.: 338/4962806 Antonella Ceroni tel.: 0345/94085 cell.: 339/7237664

Luca Quaglia

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N el panorama dell’arte sacracontemporanea, lo scultore pi-

stoiese Jorio Vivarelli si imponecon autorevolezza. La sua produ-zione, infatti, è caratterizzata damolte opere il cui tema investe lasfera religiosa. Temi che provengo-no dal Nuovo e dal Vecchio Testa-mento, indagati, scarnificati, tradot-ti nella materia con tratti vigorosi,ancorati alla tradizione contadina,alle terre di Toscana, eppure carichedi sommessa spiritualità.I crocifissi di bronzo, alcuni dei qualivanno a integrarsi nello spazio archi-tettonico in modo organico e non so-lo complementare, come nella cele-bre Chiesa dell’Autostrada del Sole(1964), progettata da Giovanni Mi-chelucci, sono nodosi come il legnod’ulivo, portatori di quella tradizioneche discende da Giovanni Pisano.Sono opere in tensione, mutevoli, vi-ve. Il Cristo è raffigurato come unuomo che soffre, trasfigurato dal do-lore e proprio perché così umano as-solutamente divino. Il bronzo inter-preta alla perfezione gli intendimentidell’artista, al punto che sembra disentire il suono cavo del metallo, co-me ritmo di dolore. Invece il crocifis-

Il senso religioso di Jorio Vivarelli

Jorio Vivarelli è nato a Fognano (Pistoia) nel 1922. Compie i suoi studi alla Scuola Artigiana di Pistoia, manel 1942 è inviato sul fronte balcanico. Fatto prigioniero, trascorre anni difficili, per tornare alla sua attivitàartistica nel ‘46. Nel 1951 comincia una lunga e stretta collaborazione con l’Architetto Giovanni Michelucci,che culmina con la realizzazione dei celebri crocifissi per la Chiesa della Vergine a Pistoia e dell’Autostradaalle porte di Firenze.Nel 1955 conosce l’architetto Oskar Stonorov con il quale realizza i progetti per le grandi opere plastiche perle piazze di Detroit, Philadelphia, Michigan, Lago Nero. Nel ‘66 vince il 1° premio per il progetto « FontanaRiti di Primavera» a Philadelphia.

Nel ‘63 partecipa alla formazione del «Gruppo intrarealista» con i poeti Aguilera, Vallmitjana, Torrandell eil regista Fellini. Negli anni seguenti unisce all’attività didattica l’impegno in numerosi eventi in Italia e al-l’estero. A Lussemburgo esiste una fondazione a lui dedicata. Si dedica alla realizzazione di opere di grandidimensioni e alla monetazione aurea per la Repubblica di San Marino e la CEE. Realizza i busti di bronzo diattori protagonisti dei teatro italiano dei secondo Novecento e maschere, oggi conservate nel Teatro Manzonidi Pistoia.Vive nella sua casa-museo, sede della Fondazione Pistoiese Jorio Vivarelli.

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Cappella Casci del cimitero comu-nale di Pietrasanta (1977).Le opere di Jorio Vivarelli si trovanoin molti luoghi del mondo, dagliStati Uniti al Giappone, ma è nellaFondazione che porta il suo nome,costruzione adibita anche ad abita-zione dell’artista, situata sulla stradaper Arcigliano, che vi è concentratoil maggior numero di sculture di ter-recotte, di bronzi, di incisioni, dimedaglie e di disegni. Si tratta di unabella costruzione color ocra e cotto,progettata negli anni ‘60 dall’amicoOskar Stonorov, grande esponentedell’ architettura razionalista.La Fondazione vive dal 1999 ed è

ora diretta dalla storica dell’arte Ve-ronica Ferretti. Questa istituzione èquindi una casa-museo, ma ancheun luogo d’incontro culturale, sededi molte manifestazioni. Inoltre1’istituzione cura numerose pubbli-cazioni, come di recente un volumeedito da Edizioni d’Arte di Ghelfi diVerona, che censisce tutti i suoi di-segni, dal 1940 al 1986.

Fondazione Pistoiese Jorio Vivarelli51100 Pistoia -Via Felceti 11Tel. 0573 477423Fax 0573 477814www.fondazionevivarielli.it

so di legno della Chiesa della Verginedi Pistoia (1956) presenta calligrafiepiù minute e ricercate, richiamandoprecisi ed esatti bizantinismi.Lo stesso si intravede nella decifra-zione di temi diffusi come la Resur-rezione, dove la gioia questa voltadiventa cifra statica e cristallizzata,chiusa nella sua bolla di mistero(2002).Nelle opere allegoriche sulla condi-zione umana, angosciosa e dolente,ma per questo ancor più religiosa, co-me la cosiddetta «Ara Pacis», l’arti-sta ripropone le iconografie canoni-che, ma ne rivoluziona i contenuti.

Diventa una croce disabitata, su cuibrillano i denari di Giuda. Simileispirazione si nota nel «Caino e Abe-le» (1967), opera di bronzo confor-mata come una scatola-prigione.Erode (1970) incede rigido, trasci-nando un bambino per un piede, evi-rato perché: «Come si può definireuomo chi commette simili atrocità?».Le grandi vetrate acquistano colorie sfumature con la sovrapposizionedi più lastre. In questo caleidoscopio si ricono-scono un San Michele nella Chiesadi San Michele Arcangelo a Pistoia,o una nuova Resurrezione nella

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I l Concilio nella Costituzione sulla sacra liturgia (n.73-75) ristabilisce la terminologia e la pratica tradi-

zionali. “L’estrema unzione, che può essere chiamataanche, e meglio, unzione degli infermi, non è il sacra-mento di coloro soltanto che sono in fin di vita. Perciòil tempo opportuno per riceverla si ha certamente giàquando il fedele, per malattia o per vecchiaia, inco-mincia ad essere in pericolo di morte”. “Oltre ai riti di-stinti dell’unzione degli infermi e del viatico, si com-ponga anche un rito continuato secondo il quale 1’un-

zione sia conferita al malato dopo la confessione e pri-ma di ricevere il viatico”. “Il numero delle unzioni siaadattato, secondo che parrà opportuno, e le orazioniche accompagnano il rito dell’unzione degli infermisiano rivedute in modo che rispondano alle diversecondizioni dei malati che ricevono il sacramento”.Questi orientamenti generate dati dal Concilio trove-ranno la loro applicazione e utili precisazioni nel ritua-le pubblicato nel 1972 e adattato in italiano nel 1974,con il titolo “Sacramento dell’unzione e cura pastoraledegli infermi”. La pubblicazione e 1’uso del nuovo ri-tuale hanno rinnovato la pratica e la teologia di questosacramento, ma nello stesso tempo tale rinnovamentosuscita un certo numero di problemi e di interrogativi.

Il significato del sacramentoIl senso del sacramento è da dedurre dalla pratica dellaChiesa. Ora, è innegabile che lungo i secoli e nella pra-

tica attuale il sacramento è dato sia ai malati, sia ai mo-ribondi; ed è sempre conferito con un’unzione d’olio.Si tratta dunque di un sacramento ambivalente, chefortifica il fedele di fronte alla malattia e di fronte allamorte. Esso è dunque aperto alle due eventualità. Ilfatto di aver ritrovato l’unzione come sacramento deimalati che sperano di guarire, non deve far dimentica-re che in molti casi esso è un’“estrema unzione” data auna persona che sta per morire.Il sacramento è, alla sua radice, una partecipazione al-la potenza di liberazione e di resurrezione del CristoSalvatore. Tale potenza della grazia può essere appli-cata alla “guarigione” dell’uomo tutto intero, corpo eanima, o al suo accompagnamento nel passaggio mi-sterioso della morte. In un caso come nell’altro è all’o-pera lo Spirito Santo. L’unzione è infatti un sacramen-to dello Spirito, conferito per mezzo di un’unzioned’olio. L’unzione con l’olio santo significa che lo Spi-rito “tocca” e penetra nell’uomo. L’unzione dei malati,

degli infermi e dei moribondi è dunque il sacramentodella “spiritualizzazione” del corpo, dell’inabitazionedello Spirito in tutto il corpo e in tutto 1’essere dell’uo-mo che deve affrontare il decadimento o la morte: po-tenza dello Spirito contro le forze che disgregano ilcorpo, in vista di una umanizzazione della malattia oeventualmente della guarigione; o presenza e azionedello Spirito come iniziazione alla resurrezione e allavita spiritualizzata dell’aldilà. È impressionante nel ri-

Il sacramento dei malatidopo il Vaticano II

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tuale il numero e 1’importanza dei riferimenti allo Spi-rito: nella benedizione dell’olio, nella formula che ac-compagna l’unzione, nelle preghiere che la seguono.L’unzione appare come il sacramento nel quale l’uo-mo è riempito dalla forza o dalla grazia dello Spiritoper un combattimento che supera le sue forze e mettela sua vita in pericolo.In questa prospettiva spirituale il primo effetto del do-no dello Spirito è una “confermazione” dell’infermo.La grazia dello Spirito è un dono di forza: forza spiri-tuale che aiuta il cristiano a vivere la sua situazionenella fede; forza morale e psicologica che calma l’an-goscia, rinnova il coraggio, arreca pace e gioia. Forzache può tradursi in un sollievo fisico, in un migliora-mento più o meno durevole e talvolta alla guarigionestessa. Il secondo effetto del dono dello Spirito è la re-missione o liberazione dal peccato. Il malato è, sem-pre, un peccatore. Il pensiero della morte possibileacuisce la sua coscienza del peccato e gli fa desiderareardentemente di esserne liberato. Il dono dello Spiritoè un perdono che può anche supplire il sacramentodella confessione. Infine, il dono dello Spirito vivifi-cante conduce alla vita: sia la vita fisica ritrovata nellaguarigione o nella sopportazione della malattia, sia lavita eterna, la vita con Dio al di là delle porte dellamorte.

Il soggetto del sacramentoTra le questioni suscitate dalla riscoperta dell’unzio-ne, alcuni punti sono acquisiti, altri invece restanoaperti alla riflessione e all’esperienza della Chiesa. Inprimo luogo, a chi si può e si deve dare il sacramento?In genere a un cristiano che si trova di fronte a unamalattia grave o al pericolo di morte e ha bisogno del-

la forza del Signore per vivere una prova difficile chealtera gravemente o mette in pericolo la sua vita. Inparticolare a chi soffre di una malattia grave ed è inpericolo di morte. Nella pratica attuale raramente,purtroppo, si celebra il sacramento in maniera signifi-cativa in queste condizioni: le ragioni sono legate allacensura e alla rimozione della morte nella cultura enella coscienza degli uomini di questo tempo, allecondizioni private e isolate in cui si muore, e alla scar-sa conoscenza della pratica ecclesiale e sacramentaledi molti malati e familiari. Il collegamento ancorapresente nella comune mentalità dell’unzione legataalla morte, fa sì che la richiesta del sacramento non siafatta nelle condizioni di un’esperienza significativada vivere, ma eventualmente come segno sacro che iparenti chiedono sul moribondo privo di coscienza. Ilsacramento potrebbe essere richiesto anche da chi re-sta vittima di un incidente o deve affrontare un seriointervento chirurgico; anche da chi è indebolito dallavecchiaia e da condizioni difficili di vita. Può esseredato a bambini gravemente malati e a tutti coloro chesoffrono di un’infermità più o meno duratura e di di-versi tipi di handicap. Ma in genere non si colleganoqueste situazioni al sacramento dell’unzione, che vie-ne quasi ineluttabilmente collegato con la morte e lafine della vita.Come si vede, la pratica del sacramento sta all’incro-cio delle modalità culturali ed antropologiche in cui sivive la malattia e la morte e delle pratiche pastorali conle quasi la Chiesa svolge la sua missione di testimo-nianza del vangelo e di costruzione della comunità cri-stiana.

(2ª parte)

Domenica 26 settembre 2mila10

PELLEGRINAGGIO VICARIALEA STEZZANO (Madonna dei Campi)

Ritrovo ore 14.00 al piazzale del mercato.Iscrizioni entro martedì 21 settembre da don Samu o presso la sala stampa.

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E ccoci di nuovo qui. Dopo un in-verno più lungo ed uggioso della

media, finalmente ampi raggi di solesquarciano il cielo perennemente nu-voloso; ricominciacosì una stagioneestiva tutta da gode-re. Accantonati i li-bri di scuola, comesi possono trascor-rere le calde gior-nate estive? AlCRE, naturalmen-te!!!

Ogni anno e inogni paese, ilCentro Ricreati-vo Estivo offrela possibilità dii n c o n t r a r s iquot id iana-mente con ipropri amici,ampliare leproprie conoscenze, gio-care ed aumentare il pro-prio bagaglio di espe-rienze. In oratorio, a Zo-gno, c’ è spazio per tutti:dai bambini dai tre anniin su, nel CRE Pinoc-chio, agli adolescentifino ai 15 anni, che vi-vono nella spensiera-tezza gli ultimi annidi CRE prima di po-ter diventare aiutoanimatori.Ogni giorno, prima e dopo ogni atti-vità, ci si raccoglie tutti insieme perqualche minuto di riflessione e suc-cessivamente si riscaldano anime ecorpi con qualche balletto intervalla-to da qualche bans (canzoni ballatemimando gesti).I più piccini godono del privilegio diuna piscina tutta loro, della qualeusufruiscono sotto la stretta sorve-

glianza delle mamme-animatrici pertrovare refrigerio nelle giornate torri-de; nel loro spazio giochi, creano pic-coli lavori manuali, intonano canti eimprovvisano bans; per i bambini

frequentanti le scuole

elementari, la giornatasi divide in due momenti principali:quello in cui dipingono, tagliano ecreano, e quello in cui si svolgono itornei tra le varie squadre, intervallatidalla pausa merenda. I ragazzi dallaprima media in su svolgono attivitàpiù avventurose ed allettanti, comecanottaggio, gita a cavallo, bicicletta-

ta con bagno ristoratore, dipinti a mu-rales, arrampicata, lezioni di arti mar-ziali con istruttore ed infine gita inmontagna con tanto di pernottamentonel rifugio. Naturalmente, oltre al di-lettevole c’ è anche l’ utile: difatti i ra-gazzi hanno svolto la raccolta viveri

per il centro inter-parrocchiale di pri-mo ascolto di Zogno,raggiungendo la quo-ta di 9 tonnellate; han-no rallegrato gli anzia-ni della Casa monsi-gnor Giuseppe Speran-za di Zogno; hanno fra-ternizzato con i ragazzidisabili del CSE, hannoraccolto e venduto libriusati. Anche gli aiuto animatori

sono moltoimportanti nelmeccanismodel CRE: oltreche a sostenerele mamme-ani-matrici nel loroincarico di su-pervisori, fungo-no da intermedia-ri tra il mondo de-gli adulti e quellodei ragazzi, ponde-rano giochi accatti-vanti per i tornei ecercano di instaurareun’ atmosfera di alle-gria e spensieratezzatra i bambini; in più,sviluppano un fortesenso di responsabili-

tà, avendo tanti bambini che dipendo-no esclusivamente da loro. Ebbene sì, al CRE il divertimento èassicurato per tutti, ed è il migliormodo per trascorrere le afose giorna-te della stagione più calda!

Ilaria Cortinovis

CRE: divertimento assicurato per tutti

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Eccoci qui, il CRE è ormai finito da un bel po’ di giorni.Questo mese è passato velocemente. È stata una bellis-

sima esperienza, e per noi, forse, ancora di più.Quando il Don ci ha chiesto di “prendere” l’asilo eravamoun po’ timorose, perché è tutto diverso. Sei in un altro spa-zio, ci sono altre gite e il nostro comportamento doveva es-sere molto diverso, poichè i bambini dell’asilo richiedonomille attenzioni. Ma abbiamo accettato, perchè potevamostare insieme, e sapevamo che grazie a questo avremmo af-frontato meglio ogni difficoltà. La collaborazione con lemamme è stata da subito molto bella, e già dal primo giornoabbiamo visto che il nostro era un bel gruppo. Ma ovvia-mente il nostro primo pensiero erano i bambini. Eravamocompletamente circondate da loro, ma eravamo contente. Ibimbi richiedevano sempre la nostra presenza, per giocarecon loro, per le coccole, per andare sull’altalena... Noi era-vamo sempre pronte, anche se questo ci richiedeva fatica.Ma vedere le loro facce contente era una soddisfazione ve-ramente grande! Anche nel momento di fare i lavoretti sia-mo sempre state molto attente e attive, divertendoci pure.Passavano i giorni, e finalmente arrivò la prima gita. È stataper i bimbi una gita semplice, alla scoperta della natura, maad ogni modo è stata divertente e i bimbi hanno imparatocome disegnare con i colori dei fiori e del prato. Poi sono ar-rivate le gite in piscina, anche queste molto belle, anche sei bimbi che partecipavano erano pochi. Piano piano il bruttotempo se n’è andato e così abbiamo potuto sperimentare

anche la nostra piscina. I bambini erano sempre entusiastidi entrare, anche perchè l’acqua era calda, abbiamo avutomodo di divertirci molto giocando, facendo molti tuffi e fa-cendo le foto.Col passare del tempo la collaborazione con le mamme si ètrasformata in una vera e propria amicizia e speriamo possarrimanere tale.Ci siamo divertiti molto anche facendo imparare ai bambiniil balletto per la festa finale, notando come alcuni di loroavevano appreso subito. Ci sono stati anche dei litigi e dei

pianti, ma sono bambini, ed è normale litigare perun giocattolo, o le altalene.Ora che il CRE è finito vogliamo fare un po’ di rin-graziamenti: prima di tutto ringraziamo Don Samuper averci preparato a questa meravigliosa espe-rienza, Don Angelo per la sua quotidiana presenzae per le splendide foto. Ringraziamo tutte le mam-me, Milena, Patrizia, Anna, Agnese, Marzia, Fran-cesca, la nonna Franca, per l’aiuto e la collabora-zione. Un ringraziamento particolare a Livia, pertutto il lavoro e il tempo utilizzato per preparareal meglio tutto il cre e per la sua grande disponi-bilità. Ma infine ringraziamo tanto i bambini,perchè senza di loro il Cre Pinocchio non sareb-be esistito. Sono indimenticabili. Grazie!!!

Cristina, Eleonora e Michela

La nostra meravigliosa esperienza al Cre Pinocchio

Corsi di lingua straniera inglese - tedesco - francese - spagnolo vari livelli

Venerdì 24 settembre alle ore 20.30 nell’aula 5 dell’Oratorio si terranno degli incontri informativitest d’ingresso, per corsi di lingua per adulti tenuti da insegnati italiani e madrelingua qualificati

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SottosopraEccoci di nuovo insieme: il SignoreGesù ci regala un CRE nel qualescopriremo la bellezza dello stareinsieme tra amici. La prima cosache Gesù ci insegna è che i veri ami-ci sono disposti ad accoglierci sem-pre: piccoli o grandi che siamo, bril-lanti o meno... un po’ come le stellein cielo! C’è posto per tutti!!

Dal vangelo secondo Luca (5,1-11)Mentre la folla gli faceva ressa at-torno per ascoltare la parola diDio, Gesù, stando presso il lago diGennèsaret, vide due barche acco-state alla sponda. I pescatori eranoscesi e lavavano le reti.Salì in una barca, che eradi Simone, e lo pregò discostarsi un poco da terra.Sedette e insegnava allefolle dalla barca. QuandoGesù ebbe finito di parla-re, disse a Simone: “Pren-di il largo e gettate le vo-stre reti per la pesca”. Si-mone rispose: “Maestro,abbiamo faticato tutta lanotte e non abbiamo presonulla; ma sulla tua parolagetterò le reti”...

CIAO!!! ... mi avete senti-to...?!!

Ciao!!

Sapete amici!, per questomese di CRE ho acquistatouna bellissima barca!

Cosa? Una barca? Ma guar-da che al CRE servono i

palloni da calcio, da pallavolo... nonuna barca!!

Lo dici tu che sei uno con la testa frale nuvole e come sempre un ragazzocon il naso e la testa all’insù, senzaavere i piedi per terra! Ma dove vivi?

Ma figurati se sono così in aria!

Se non è così accetta questa sfida...per tutta l’estate piedi per terra!; maattenzione, da quest’anno è tuttosottosopra!Sì, hai capito bene, tutto sottoso-pra!; impara a camminare non solocon i piedi ma anche con gli occhi,impara non solo a vedere con gli oc-

chi ma a saper guardare con gli oc-chi del cuore... insomma te l’avevodetto: è tutto sottosopra, terra e cie-lo e mi raccomando piedi un po’ perterra e un po’ in cielo ...Ma dal CRE hai tante aspettative?

Sì, di aspettative ne ho molte!!! Epoi ho fatto una mega scoperta: cisono tantissimi ragazzi di età e sto-rie diverse... fantastico! E poi... unposto per tutti e la voglia di stare in-sieme!!!

...Fecero così e presero una quanti-tà enorme di pesci e le loro reti qua-si si rompevano. Allora fecero cen-no ai compagni dell’altra barca,

che venissero ad aiutarli.Essi vennero e riempironotutte e due le barche fino afarle quasi affondare. Alvedere questo, Simon Pie-tro si gettò alle ginocchiadi Gesù, dicendo: “Signo-re, allontanati da me, per-ché sono un pec ca to re”.Lo stupore infatti avevainvaso lui e tutti quelli cheerano con lui, per la pescache avevano fatto; così pu-re Giacomo e Giovanni, fi-gli di Zebedeo, che eranosoci di Simone...

Avete sentito parlare anco-ra di Simon Pietro!?! Se neparla nella Bibbia, quelloche ha avuto a che fare congli amici di Gesù (discepo-li) e perché no anche contante reti da pesca! Ungiorno Simon Pietro tornada una notte di lavoro enon aveva pescato nulla,

La preghiera che ha datoinizio al nostro CRE

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povero uomo!... chissà, si sarà sen-tito un fallito! Ma poi è bastato cheincontrasse Gesù che... gettate le re-ti in mare fece con gli altri discepoliuna pesca abbondantissima! Addi-rittura le reti si rompevano. Al CREè così!!! Tantissimi bambini, tantis-simi pesci... noi bimbi che siamo iprotagonisti e poi i nostri animatori,insieme, in una rete da pesca non cistiamo e (detto fra noi) come legarela nostra vivacità e creatività in unarete?...

E che forti gli animatori!! Scherza-no, giocano con noi... ma soprattut-to stanno sempre con noi e sannoaiutarci quando siamo un po’ giù ditono!

Oggi... la prima grande partita dicalcio del CRE... importante mo-mento per la nostra squadra... comeal solito ho fatto paura!

Tutto questo, perché volevo fare ditesta mia e poi perché “tanto nonsono capace” di giocare a calcio,“sono lo zimbello della squadra”...“è inutile che giochi”... e....

Stop! Amico... questo non è da dire!Ognuno di noi è importante, non puòpermettersi di non esserci! Sapete, inuna imbarcazione (Simon Pietro losa bene) ognuno ha il suo compito ese uno dorme (e quindi non piglia pe-sci) non riesce ad andare tanto lonta-no!; e come dice Gesù non prendi piùil largo! Così è per noi! Su questabarca, che è la Chiesa, il nostro ora-torio, ci siamo tutti! A guidare con labussola in mano ci sono io, il don; al-le vele gli animatori e per collaborarecon le reti alla mano ci siete voi: ifantastici ragazzi del CRE!

...Gesù disse a Simone: “Non te-mere; d’ora in poi sarai pescatore

di uomini” E, tirate le barche aterra, lasciarono tutto e lo segui-rono.

Simon Pietro crede a Dio e si fidasulla Sua Parola! Anche noi siamochiamati a fare la stessa cosa, maper fidarci di Dio, dobbiamo sapercifidare di coloro che ci pone accanto.Insomma, questo tempo di CRE,non è certo il tempo degli egoisti,ma di quei bambini, ragazzi, anima-tori GENEROSISSIMI che non ba-dano al tempo speso per gli altri, mache fanno tutto per PASSIONE eperché ci CREDONO! Allora caris-simi ragazzi rimbocchiamoci le ma-niche, apriamo le porte di questonuovo CRE e viviamo questo tem-po, come tempo di gioco, di diverti-mento, di preghiera, di aggregazio-ne, di collaborazione... Ciao! Buona avventura a tutti!

don Samu

Il negozio parrocchiale SPAZIO Volontalibroper motivi di scarsità di personale, avvisa che attualmente

rimane aperto solo nelle mattine di giovedì, venerdì e sabato,

fino a ferragosto. Poi resterà chiuso per riposo estivo fino a settembre.

Si chiede a tutti coloro che volessero dare la disponibilità

a coprire qualche turno il mattino o il pomeriggio di contattare,

nelle ore pomeridiane, l’oratorio al n. 91138.

Serve solo un po’ di tempo, un minimo impegno

e tanta passione per i libri!

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Carissimo Pinocchio...Quest’anno l’avventura del-

la Toscana per i nostri adoè stata davvero UNA BELLIS-SIMA FAVOLA! Ebbene sì!Partiamo con il dire che abbia-mo avuto il record delle presen-ze ... 55 ragazzi, tanti animatori(quelli “di una certa età”... e lenuove leve), il don e due cuochifantastici venuti da lontano!...una compagnia di 70 persone.Filo conduttore la favola di Pi-nocchio che ha aiutato i nostriado a riscoprirsi un po’ come ar-tisti e persone in crescita nel-l’avventuroso mondo della Vita.Forse però è meglio lasciare laparola direttamente a loro, i ve-ri protagonisti, i ragazzi checon semplicità, durante la setti-mana, hanno in più occasioniespresso le proprie emozioni e iringraziamenti.

“Ringrazio Pinocchio, questo burattino speciale, per-ché mi ha fatto capire quanto è importante la semplici-tà e come è impegnativo crescere uscendo dal paesedei balocchi per diventare grandi”.(Ele)

“In questa settimana trascorsacon il gruppo ado mi sono resoconto dell’importanza di stareinsieme nella felicità e soprat-tutto nella semplicità che ci ren-de unici e divertenti. Vorrei rin-graziare in primo luogo ovvia-mente il don che mi ha datol’opportunità di vivere questaesperienza di gioco, ma anche dipreghiera; non avrei mai pensa-to che la riflessione e il pregareinsieme, potesse lasciare in meun ricordo ed un’emozione cosìprofonda che penso rimarràsempre nel mio cuore”. (Fido)

“In questa Toscana ho imparatoad apprezzare le piccole cose;dalla favola di Pinocchio hoimparato ad apprezzare non so-lo i miei pregi ma ho potutocomprendere i miei difetti e imiei errori. Ringrazio il Signo-

re per aver creato ognuno di noi rendendoci speciali eunici, vere e proprie opere d’Arte” . (Pelle)

“Io voglio ringraziare i ragazzi piùgrandi di quarta superiore, perché mihanno subito accolto superando le dif-ferenze d’età e facendomi sentire unodi loro. Ringrazio infine il Signoreperché con la confessione ho potutoaffrontare le mie mancanze chia-mandole per nome”. (Zane)

“Da questa vita comune ho sco-perto moltissimi lati di me stessoche fino ad ora non avevo maimostrato neppure ai miei amici .Voglio poi rendere grazie al Si-gnore per avermi messo accan-to tutte queste persone che mivogliono bene. Questa sera alfalò so già che scapperà qual-

che lacrima, segno del nostro “aver cuore” consemplicità”. (Mirko)

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“Anche quest’anno abbiamo concluso l’esperienzaToscana con un grande falò; dopo una settimana digioia, condivisione, gioco, difficoltà e spazzettone... cisiamo trovati per i ringraziamenti.Per qualcuno di noi questa è la prima esperienza di vitacomune, mentre qualcun altro non è mancato a nessunappuntamento, ma ciò che veramente conta è cheognuno si sia sentito parte di questo fantastico gruppo.Sappiamo che tutto questo però non sarebbe stato pos-sibile se molte persone non avessero deciso di regalareil proprio tempo a noi. La disponibilità gratuita deglianimatori, il colloquio personale con il don, la pre-ghiera, i lavori di gruppo ... piccole attenzioni con ungrande significato: noi non siamo qui come semplicivacanzieri ma c’è qualcuno che crede in noi come per-sone uniche che diventeranno senz’altro grandi artisti!Un grazie particolare agli animatori “di sempre”, aquelli “alle prime armi”, ai mitici cuochi che nella lorotenerezza e semplicità hanno sgobbato tutti i giorni perprepararci succulenti prelibatezze!, a don Samu e a tut-ti Noi”. (Fusto e Francy)

E dopo queste emozioni un ringraziamento: “Grazie Signore per avermi fatto felice nel modo piùsemplice”. (Silvia)

Una preghiera:“Signore ti ringrazio per questa settimana vissuta in-sieme con il mio oratorio. Per me lo stare insieme tutti

i giorni con degli amici è normale e ci sono abituatoperché sono in seminario. Signore ti voglio inoltre rin-graziare per una cosa che mi ha molto stupito: mi sonoinfatti reso conto che tanti ragazzi sono molto profondie sensibili; durante i momenti di riflessione e preghie-ra sanno infatti condividere bellissime preghiere. Inseminario io sono più facilitato poiché vengo seguitoda tanti educatori, invece fuori spesso ti devi arrangia-re da solo e questo non è facile. Ascoltando le preghiere dei miei compagni ho capitoche loro hanno fatto preghiere più “sudate” delle mie.Per questo dobbiamo ringraziare il don Samu che stafacendo un ottimo lavoro come educatore e guida. Si-gnore fa che non gli manchi mai la voglia e l’entusia-smo di compiere il Tuo volere”. (Marco)

Ed infine un invito ...di cuore! “Un invito a tutto il gruppo nell’impegnarsi a frequen-tare ogni settimana il gruppo ado con grande passionee credendo in questo grande gruppo, perché più voltenoi abbiamo detto che siamo troppo una bella famigliaquando stiamo insieme, come dice il don, nella sem-plicità”. (Bea)

Concludiamo solamente con l’augurio di trovarci an-cora più numerosi...il prossimo anno!

Gli animatoriToscana 2mila10

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Toscana 2mila10 CaToscana 2mila10 Ca

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aro Pinocchioaro Pinocchio

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ZOGNOZOGNOnotizienotizie22

Riscopriamo le vacanzeper una estate diversa

“Buon giorno” disse il piccolo prin-cipe; “Buon giorno” disse il mer-cante. Era un mercante di pilloleperfezionate che calmavano la sete,se ne inghiottiva una alla settimanae non si sentiva più il bisogno di be-re. “Perché vendi questa roba?”chiese il piccolo principe; “È unagrossa economia di tempo” disse ilmercante, “gli esperti hanno fattodei calcoli. Si risparmiano cinquan-tatre minuti alla settimana”. “E checosa ne fa di questi cinquantatre mi-nuti?”:“Se ne fa quel che si vuo-le...”. “Io” disse il piccolo principe,“se avessi cinquantatre minuti daspendere, camminerei adagio ada-gio verso una fontana...”.(Antoine de Saint-Exupéry)

Carissimi,luglio e agostosono i mesiclassici dellevacanze e del-le ferie: untempo vissutoin un clima tut-to particolare,fatto di gioia,di fantasia, dilibertà. Untempo gustatoforse più nelsogno che nel-la realtà, masempre consuo preciso si-gnificato. Lavacanza èqualcosa di piùdella libera-zione dalla routine del lavoro, dellostudio e della vita di tutti i giorni. Èuna specie di ritorno all’infanziacon il recupero della dimensione

giocosa della vita: una dimensionedi fondamentale importanza per lasalute fisica, psichicae spirituale.La vacanza è qualco-sa di più del riposo: èun altro modo di vi-vere in maggiore au-tenticità e pienezza.Almeno questo è ciòche ne crea il fascino.La vacanza per il cri-stiano dovrebbe esse-re questo tempo digrazia; tempo dedica-to alla riscoperta disé, al riordino interiore degli impe-gni, degli affanni e dei progetti chedurante l’anno hanno dato senso,oppure hanno condizionato negati-

vamente laquotidianità,togliendo laserenità dellavita. Un tem-po, anche sebreve, per ri-vedere certimodi di pensa-re, di agire, diaffrontare lavita, di proget-tare e assume-re nuovi impe-gni. Durante levacanze abbia-mo, in un certomodo, piùtempo per gu-stare davverola vita che ci èdata; secondo

la bellissima immagine di Saint-Exupéry, nel Piccolo principe, percamminare adagio adagio versouna fontana piuttosto che prendere

pillole contro la sete per risparmia-re tempo. Ma c’è anche il pericolo

di trasferire nelle va-canze lo stesso furoreattivistico tipico deltempo ordinario: nonsiamo più abituati airitmi lenti, ad “averetempo”, agli spazi dariempire con risorseinteriori, piuttostoche attività esteriori.Abbiamo terminatoun anno pastoraledenso di appunta-menti, di impegni, di

incontri;durante l’estate l’oratorionon si stanca di regalarci ancoradelle bellissime occasioni per tro-varci insieme per crescere e diver-tirsi.Ma... riposiamoci qualche giornosenza dimenticare che:- essere in vacanza vuol dire poterdisporre di sé e del proprio tempoperché lo spirito si possa ritempra-re;- lasciar emergere profondi interes-si, dove la bellezza, la bontà, la ve-rità, la gioia di vivere trovino spa-zio in nuove esperienze dalle qualiuscire migliori, capaci di maggioreimpegno nella vita personale e co-munitaria che riprenderà dopo que-sta estate;- trovare spazi, senza fretta, per gu-stare le cose che nascono “dentro”,e camminare adagio adagio versola fontana per attingere acqua chepuò dissetare la nostra sete di veri-tà, di libertà, di fraternità, di gioia.Buone vacanze a tutti, camminan-do “adagio adagio” verso una fon-tana...

Don Samu e gli animatoridell’oratorio

Non bastanole cose per poter

essere felici,occorre riscoprire

la fonte dellanostra sete.

E ognunodeve ritrovare i fili

della sua storiapersonale di vita

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E cco una frase che non bisognereb-be mai usare con una persona che

soffre di depressione: Cosa ti manca?Hai una bella casa, una famiglia che tivuole bene, tanti amici...; pensa a chista in ospedale magari solo... oppurepersone che non hanno da mangiare ouna casa”. Queste sono le tante coseche si dicono per dare uno stimolo areagire a questo malessere. Ma comesi può reagire di fronte a uno stato d’animo che non riesci nemmeno a deci-frare come malattia, che non è visibileo palpabile e ti fa perdere ogni interes-se per te e per chi ti sta vicino, lascian-doti apatico e senza emozioni! La tuatesta in alcuni giorni è come una scato-la vuota e in altri giorni è piena di con-fusione e quando ne diventi consape-vole lotti contro te stesso per ritrovareun po’ di serenità. La depressione puòcolpire chiunque, non conosce ric-chezza o povertà, non conosce antipa-tia o simpatia, non conosce chi ha untitolo di studio o chi non ce l’ha, se si èragazzi o persone adulte... e non ci siammala per scelta!Negli ultimi anni se ne sente parlaremolto attraverso i media, ma la nostracultura, i nostri schemi di perfezione, ipregiudizi o le dicerie popolari, classi-ficano la depressione come “la malat-tia del benessere”; peggio, si vieneconsiderati “matti” o “fuori di testa”equesto porta le persone disagiate ad al-lontanarsi, emarginandosi dalla vitacomunitaria per paura di sentirsi diver-si e giudicati per ogni gesto o parola.Negli ambienti famigliari stare vicinoa una persona depressa, comporta mol-te difficoltà specialmente emotive; oc-corre avere molta pazienza, avere in-formazioni corrette sulla malattia e si-curamente un supporto medico. Oc-corre essere consapevoli che la depres-sione è una vera e propria malattia.Stare vicino a un depresso vuol direnon sottovalutare alcuni sintomi fisicie mentali, perché la persona disagiatanon riesce a spiegare cosa prova nella

sua mente, è confusa, ha disagi che senon sono compresi o incanalati nelmodo giusto creano scompensi fisici ecaratteriali; per questo bisogna soste-nerli. In famiglie dove c’è un dialogoaperto, una condivisione delle espe-rienze giornaliere e si è abituati all’a-scolto dell’altro se uno di noi dovessemanifestare la malattia, sicuramente losi intuisce subito; e per non correre ilrischio di sottovalutare il problema bi-sogna prendere coraggio e non nascon-dersi dietro a incertezze, ma parlarne alun medico, per non arrivare a uno stato

della malattia avanzato. Sicuramentesi guarisce, anche se il percorso dellaguarigione può essere lungo e faticoso.Ma lasciandosi aiutare si ritrova la se-renità e la voglia di vivere; nel mio ca-so io mi sono arricchita di una sensibi-lità e comprensione verso me stessa everso gli altri, imparando ad apprezza-re anche le più piccole gioie della gior-nata e quando ho qualche problema dasuperare non mi abbatto, perché so chese non riesco da sola posso contare su-gli altri. A volte la malattia viene vissu-ta come una punizione, una disgrazia oun’ingiustizia e molte volte mi sono ri-trovata nello sconforto a gridare: DioSignore perché! Dove sei?

Ma ora capisco che non sono mai sta-ta sola: nel cammino della mia guari-gione Dio mi ha fatto incontrare per-sone che mi hanno amato e insegnatoad amare con il cuore e non solo conle parole! Per questo desidero chequesta mia esperienza vissuta sia diconforto e speranza a molte personeche vivono questo disagio, nella soli-tudine della loro anima. Vi auguro diriuscire a lasciare aperte le porte delvostro cuore, per riprendere in manola vostra vita e dalla vostra esperienzatrarre beneficio, per aiutare gli altrinel modo che il vostro cuore vi sugge-rirà. Non dobbiamo mai sentirci supe-riori a qualsiasi disagio fisico o men-tale che vediamo negli altri, in primoluogo perché non sappiamo cosa cipuò riservare la vita ogni giorno...; insecondo luogo perché la sensibilità, ladisponibilità, la vera amicizia e la vo-glia di vivere la si trova in personenon “perfette” ma che sanno accettarel’altro per quello che è.“Dopo un temporale torna sempre ilsole.” E per me questa è stata una con-ferma. Dopo questo periodo di soffe-renza ho ritrovato la serenità, il miocarattere si è rafforzato nel vero amoreper la vita, ho una visione reale per tut-te le esperienze che vivo. Con questomio scritto vorrei sensibilizzare le per-sone che non riescono a comprenderequesta malattia (molte volte per paura)e non si sentono all’altezza di alcunesituazioni, tendendo ad allontanarsi dapersone depresse o disagiate: tutti ab-biamo i nostri limiti e non sempre riu-sciamo a stare vicino o aiutare gli altricome vorremmo, ma per questo nondobbiamo negarci la gioia di donareloro un sorriso, una stretta di mano, unabbraccio e una... preghiera.Molti artisti in passato sono stati inter-nati in manicomi psichiatrici, peresempio Van Gogh. E se “matto” vuoldire essere come lui ... chiamatemi pu-re “matto”!

Una di noi

Per riflettere un po’La DEPRESSIONEesperienza vissuta

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“La masseria delle allodole” (2004), da cui i fratelli Taviani hanno tratto l’omonimo film uscito nel 2007, rac-conta la storia di una famiglia armena che viene distrutta nel maggio del 1915: gli uomini e i bambini maschitrucidati dai Turchi, le donne umiliate e costrette a crudeli marc4e forzate. L’autrice, Antonia Arslan narra il se-guito di quella tragedia nel bellissimo, avvincente, commovente “La strada di Smirne”. I pochi superstiti, ter-minata la fuga, provano a dimenticare le atrocità subite e a ricostruirsi la vita. Alcuni raggiungono i parenti inItalia e dolorosamente si adattano alla nuova realtà sognando l’America. Altri poi vogliono tornare, ma sonosconfitti in partenza, perché nei luoghi da cui provengono le loro case sono state occupate, i loro negozi sac-cheggiati, le loro chiese distrutte: vengono emarginati e la loro vita è durissima. La lamentatrice greca Ismenecon Isacco Nazim, ancora una volta è dalla parte degli armeni e raccoglie gli orfani che vagano per le vie diAleppo. A prezzo della vita riuscirà a salvare dal terribile incendio di Smirne una cinquantina di minori abban-donati, imbarcandoli sulla famosa nave americana Simpson, nel settembre del 1922. Soprattutto chi conosce“La masseria delle allodole” leggerà molto volentieri il suo seguito: romanzo popolato da donne e uoministraordinari, da tenere storie d’amore come quella di Hagop e Sylvia, ricco di pagine dolcissime che parlano diinfanzia veramente amata.

“La strada di Smirne” è un libro bello, che non può lasciare indifferente il lettore. ANTONIA ARSLAN - LA STRADA DI SMIRNE RIZZOLI EDITORE PAG 286 €10.00

Acquisto il libro attratta dal titolo e dalle poche righe che anticipano di un amore impossibile osteggiato da un pa-dre e da un governo intero! Un romanzo che è l’esordio di uno scrittore americano di antiche origini cinese, chevende migliaia di copie solo grazie al passaparola. Siamo in America nel 1942 a Seattle: nasce un’amicizia teneratra un ragazzino cinese e una sua coetanea giapponese frequentanti la stessa scuola; lui grazie ad una borsa di stu-dio, lei per desiderio della famiglia che fa di tutto per amalgamarsi agli occidentali, pur vivendo, entrambi, nelquartiere cinese e giapponese del grande centro americano. L’amicizia continua poi nonostante gli avvenimentiche seguono, ovvero l’internamento dei nippoamericani nei campi predisposti per loro (dei quali io, onestamente,non conoscevo l’esistenza), il razzismo prima strisciante e poi dolorosamente e manifestamente praticato, il rap-porto dei padri con i figli, che inevitabilmente porta al ripetersi di certi atteggiamenti e convinzioni che imbriglia-no i sentimenti dentro emozioni inespresse e solo alla fine, per caso, riconosciute…Personaggi coloriti e diversi accompagnano la nostra coppia fino agli anni ’90 con un sapiente altalenarsi del pas-sato e del presente. Si legge d’un fiato ma rimane a lungo nella mente e nel cuore.JAMIE FORDD - IL GUSTO PROIBITO DELLO ZENZERO

“Sotto cieli noncuranti” è il nuovo romanzo di Benedetta Cibrario che nel 2008 aveva vinto il premio Campiellocon “Rossovermiglio”. In una Torino innevata, pochi giorni prima di Natale avvengono pressoché contempora-neamente due eventi tragici: Francesco, vivace bimbo di tre anni, misteriosamente muore precipitando dalla fi-nestra, mentre è solo in casa con la mamma Irene; Chiara, moglie di Giovanni Corrias sostituto procuratore cuiè stato affidato il caso dell’inspiegabile caduta del piccolo, viene investita e uccisa da un’auto che sbanda scivo-lando per la velocità, sulla neve. Restano tre bambine orfane: Caterina, Matilde e Beatrice, ognuna con il propriodolore e il proprio equilibrio da ritrovare. Tanti personaggi complessi, tante risposte da dare, tanti lutti da riela-borare. Numerose le voci narranti, sulle quali predominano quella della dodicenne Matilde e quella di Violaine,la caparbia poliziotta che indaga nella giusta direzione.Sopra tutto e sopra tutti “cieli noncuranti, di innocenza e di colpa” come recita il gallese Dylan Thomas, in unapoesia tanto cara all’autrice. Un romanzo incalzante, avvincente, appassionato scritto con naturalezza e serenitànonostante le disgrazie vissute e raccontate. Molto coinvolgente. BENEDETTA CIBRARIO - SOTTO CIELI NONCURANTI ED FELTRINELLI PAG 254 €16.00

24 ZOGNOZOGNOnotizienotizie

… “un romanzo è l’opera di un cantastorie innamorato: non indaga la Storia, maamorosamente racconta le verosimili storie dei suoi personaggi”.

(Antonia Arslan)

Invito alla lettura

Il libro del mese promosso dallo SPAZIOVolontalibro lo trovate in negozio con lo sconto del 10%

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Le emozioni sono state davvero tante: felicità,tristezza, serenità, adrenalina. Tutte insieme

hanno contribuito a rendere la settimana unica.Il sentimento maggiore è stato l’amicizia, perché

prima la vedevo diversamente.

Prima di farne parte ero ottimista e ne ho avutoconferma. È davvero bello perché le differenze di

età non si sentono e perché da ogni momento puònascere un sorriso o un’amicizia.

Ovviamente gli incontri del gruppo Ado, perché soche mi faranno crescere. Mi impegnerò nella

nuova scuola superiore a non avere debiti pergodermi tutta l’estate.

Prima di tutti il basket che pratico da tanti annie l’oratorio perché è dove mi posso incontrare con

il don e con gli amici. Spero di portarli avantiancora per molto tempo perché ci credo davvero

tanto.

Oggi sono felice della mia vita e sono lieto di poterdire che è grazie al sostegno di tutti gli amici,

nuovi e vecchi, e grazie ai discorsi con il don, aisuoi consigli. Io mi reputo una persona che sevuole è costruttiva: il problema è che quasi la

metà delle volte non voglio.

Devo ammettere che la mia preghiera non èmolto costante, ma quando la faccio cerco di

viverla intensamente. Molto spesso prego per imiei amici, ringrazio e prego Dio per mio fratello

affinché possa sempre darmi consigli avendoanche lui appena vissuto quello che sto vivendo

io!,e infine qualche volta prego per mio nonnoperché trascorro alcuni giorni con lui e ascolto

volentieri le esperienze che ha fatto in passato, emi stupisco...

Essere già al “tramonto” dell’estate non mi piace... comunque l’esperienza migliore che ho fatto è

la Toscana!!: non mi dimenticherò mai i momentidi relax dopo le biciclettate, il discorso con il don,le pazzie con gli amici... Ringrazio alcuni ragazzidel ’95 perché hanno creduto in me e i vecchi del

gruppo ADO perché mi hanno coinvolto nel gruppo,in particolare alcuni ragazzi “grandi”: Genti,Carugo, Fede, Daniel, perché mi hanno fatto

sentire uno di loro da un bel po’ di tempo. Infine ilDon Samu perché ho capito che per lui (come

ognuno di noi) sono speciale e non ho per nienteintenzione di deluderlo. Sperando di rivederci

presto, alla prossima. GRAZIE!!!

Questa vita comune è stata fantastica! Horiscoperto nuovi valori quali l’amicizia in primoluogo e poi la preghiera. Grazie a questaesperienza ho conosciuto fantastiche persone emi sono reso conto che ho molti amici chetengono a me.

Questo gruppo è a dir poco fantastico... È moltounito, l’età non conta, non esistono gruppetti, mavi è una reciproca fratellanza e la semplicitàregna sovrana.

Il nuovo anno scolastico si prospetta molto duro eper arrivarci dovrò prima superare i debiti eovviamente impegnarmi tutto l’anno scolastico.

I miei hobby principali sono l’oratorio e il calcio. Lapassione per l’oratorio è nata quando ero alleelementari e continua anche ora. In oratorio c’è unottimo clima: tutti aiutano tutti e si impara a rideree crescere insieme trovando anche il tempo diincontrare Dio nella preghiera e divertirsi con gliamici. Il calcio perché mi permette di sfogarmimettendomi in gioco cercando di superare gliostacoli, che sono una metafora di quelli cheincontri nella vita.

Sono abbastanza felice della mia vita... Gli amicimi rendono la vita speciale e interessante; inoltresono uno che sfida il lazzaronismo perché la vitaè una sola e bisogna godersela scoprendoqualcosa di nuovo ogni giorno.

Al Signore voglio affidare tutti i miei amici chemi stanno vicino e lo ringrazio per l’esperienzavissuta con l’oratorio quest’estate e prego perchéle amicizie nate in Toscana possano continuareanche in futuro!!!!, ci credo!

Purtroppo questa estate sta per finire e voglioringraziare il Don Samu perché ci aiuta semprenel fare scelte difficili: è il nostro “grilloparlante”. Ringrazio anche gli amici che miaiutano quotidianamente standomi vicino eanche la mia famiglia che mi stimola ogni giornoa fare del mio meglio. Grazie a tutti per lafantastica Toscana e.... all’anno prossimo!!!

Riguardo alla vita comune inToscana, quali emozioni?

Il gruppo Ado è sulla bocca ditutti. Per te il gruppo è bello ...

perché?

Quali propositi e impegni per ilnuovo anno scolastico?

I tuoi hobby quali sono? Comemai questa passione?

Sei felice della tua vita?Perché? Sei uno che si lascia

travolgere o sfida illazzaronismo?

Tutte le sere, come ognimattina,la preghiera.

Quale preghiera vuoi fare a Dioin questo momento?

L’estate tra oratorio e casavolge ormai al suo tramonto...

I tuoi ringraziamenti, le tuericonoscenze vanno a quali

persone e quale è l’esperienzache più ti porti nel cuore?

Cervelli in fuga 25

Cervelli in fugaV

ITE

A C

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NTO

...

MATTEO ZANETTI13 anni

MAURO GHISALBERTI14 anni... tra poco 15

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ZOGNOZOGNOnotizienotizie26

“Il pensiero di poter evitare tutte le batta-glie, le delusioni, i dispiaceri, le soffe-

renze, è un pensiero folle perché la vita nonè così. Anzi è ben diversa: la vita è fatta dicombattimento!” Ad asserire questo non è unvecchio parroco o un moralista , ma un laicoche di certo non profuma d’incenso e corri-sponde al nome di Marcello Bernardi, il pe-diatra italiano più noto del secolo scorso.Basta con la pedagogia dal saporedi camomilla perché i guasti del-la pedagogia dello zucchero sonosotto lo sguardo di tutti. Ragazzisenza grinta, ragazzi che al primoostacolo o alla prima difficoltà sisciolgono come cubetti di ghiaccioal sole. Noi abbiamo l’obbligo e ildovere di rilanciare la pedagogiadell’ostacolo, della difficoltà e nonper il gusto di veder soffrire, maperché l’ostacolo, la sofferenza fan-no crescere! “Il dolore porta il cer-vello a casa “ recita un proverbio eun celebre scrittore aggiunge:” l’uo-mo che non incontra il dolore, rima-ne per sempre bambino” e “I genitoritroppo morbidi sono quelli che fannole peggiori ingiustizie ai figli” Dun-que parliamo dell’educazione allasofferenza non certo per il piacere diveder soffrire (altrimenti saremmo sa-dici) e neppure per esaltare il doloreche non è un valore assoluto. Gesùstesso non ha mai coccolato il dolore,non lo ha mai esaltato; anzi, ha fatto ditutto per tenerlo lontano con i miracoli econ le guarigioni. Diciamo questo per toglie-re dalla circolazione l’idea che il Cristianesi-mo sia il primo alleato del dolore. Niente dipiù falso! Il Cristianesimo è il primo alleatodella gioia e dell’Amore. Gesù non ha maidetto: “Soffrite come io ho sofferto” ma hadetto “Amatevi come ho amato io”. E nonparliamo della sofferenza perché vogliamotornare al pane nero e al treno a carbone....Parliamo dell’educazione alla sofferenzaperché la vita non è zucchero filato, non è unlecca lecca, parliamo della sofferenza perchépiù la società è indulgente, più l’educazionedovrebbe essere rigida. Ho conosciuto perso-nalmente lo psichiatra Paolo Crepet perchéamico comune di un altro mio grande amico,Don Giosy Cento, e lui asserisce sempre che“troppo benessere genera il mal-essere, ge-nera gaudenti scontenti, genera disagio

dell’agio”. In una parola il benessere generaquel virus malefico che è la noia:la madre ditutte le deviazioni. Lo comprovano i troppigesti inqualificabili che imbrattano le paginedella nostra cronaca quotidiana. Ed infineparliamo della sofferenza perché tutto quelloche è dolce e caramelloso è contro l’uomovero, contro il suo emergere. Senza gli scoglile onde non salirebbe-

ro in alto! La pedagogia dello zuc-chero è la responsabile di sei antipatiche ma-lattie della psiche. IL CONFORMISMO (lamalattia della monotonia): sono affetti tutticoloro che non hanno la grinta per andarecontro corrente: tutti vanno in discoteca, tuttihanno lo zainetto a modo di container, tutti ri-dono nello stesso modo e..anch’io mi aggre-go! Niente di più triste che nascere unico e ir-ripetibile e morire ciclostilato! IL MINIMI-SMO: la malattia che si accontenta del mini-mo e pare abbia il più alto indice di gradi-mento nelle aule scolastiche. L’INDECISIO-NISMO: la malattia di chi continua a riman-dare ogni decisione: “Mi sposo?” “ Non misposo?” “Sto in casa?” “Esco di casa?”..... ecosì crescono i “Bamboccioni “ di Brunetta!!IL PILATISMO: la malattia di chi non sicompromette e preferisce lavarsi le mani. ILCAPRACAVOLISMO: è la malattia di chi

vuol salvare capra e cavoli: cristiano al mat-tino in chiesa e pagano alla sera in discoteca!È la malattia di chi ha scelto come modello ilcamaleonte la cui fama non supera l’altezzadi un bonsai. IL RACHITISMO: anime ra-chitiche, inutilizzate come quelle dei ragazzirovinati dall’educazione troppo morbida chesi accontenta di farli vivere ristretti nel male-

detto triangolo: frigorifero, sofà e tele-visione!Cosa vogliamo di più per convincercidell’insidia della pedagogia dello zuc-chero? A questo punto dobbiamo con-vincerci che sfrattarla non è un optio-nal, ma un dovere!Che fare in concreto? Per educare ilfiglio alla sofferenza ci pare che le vieprincipali siano tre: la prima è quelladi mettere il calmiere alle sue conti-nue richieste. “Me lo comperi?”“Voglio questo” “Regalami quello”:dobbiamo riuscire a dire “ BA-STA!” Accontentare un figlio adogni sua richiesta significa allevare(e non educare) un ragazzo a bassatensione, un ragazzo devitalizzato!La seconda via che educa alla sof-ferenza è quella dei “NO”. I no civogliono perché danno sicurezza,perché irrobustiscono l’io, perchéavvertono che c’è un’autorità edinfine perché rendono più simpa-tico il figlio. Un figlio che non siè mai sentito dire “NO” cresce

selvaggio, incivile, rompiscatole e pianta-grane.La terza e ultima via che proponiamo è quel-la del sacrificio ! “Sacrificio” guarda un po’chi si rivede! Oggi la parola “sacrificio” nondeve più uscire dal vocabolario: è diventatauna parola sconcia! Eppure il sacrificio portala volontà in palestra e la abilita a superare lebattaglie dell’esistenza1 Il sacrificio è unalegge psicologica che non ammette eccezio-ni: il sacrificio ha valore perenne! Sono pro-prio i piccoli sacrifici che ci fanno sentire“liberi” dentro... sono i sacrifici che firmanoi successi!!!Diciamo apertamente ai ragazzi che solo sulvocabolario “successo” arriva prima di “su-dore”, ma nella vita, mai!!!!!

Suor Nives

E visto che siamo in agosto auguri a tutti inostri bambini che si chiamano Lorenzo!

Un pensierofolle

SCUOLADELL’INFANZIA

PARITARIACAVAGNIS

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ZOGNOZOGNOnotizienotizie 27

Mondo Missioni - Centro Santa Maria di Rilima in RwandaA l Centro prosegue l’assistenza,

con cure e riabilitazione, a bambi-ni e ragazzi operati. Attualmente alCentro è presente Lucia con i coniugiCavalli e il 21 agosto si unirà a loroBarbara per la sua quarta esperienza.Il 36° container è quasi ultimato e ilmateriale e le attrezzature, di un certospessore, poste all’interno sono le se-guenti:• Sughero e fogli di polipropilene per

l’officina ortopedica,• n. 1 ecografo,• gesso per i calchi,• n. 12 pannelli fotovoltaici,• n. 5 pannelli con relativi contenitori

capienza 200lot ciascuno, per la pro-duzione di acqua calda,

• n. 1 stabilizzatore per la radiologia,• n. 1 teleradiografo,• materiale per la manutenzione dei ge-

neratori,• materiale elettrico e idraulico,• n. 1 freezer,• vari contenitori di lastre per la radio-

logia,• filtri per l’osmosi,• pavimento in linoleum per la palestra,• colla per le piastrelle,• materiale di cancelleria,• materiale e attrezzature per le pulizie,• attrezzature per l’officina di manuten-

zione,• tubi e lamiere per le tettoie,

• apparecchiature elettriche per zanzareda appendere al soffitto in ogni locale,

• altro materiale vario.Un grazie a Massimo Mazzoleni per ilmateriale edile, all’oratorio di Zognoper i n. 24 pali in ferro e alle tante altrepersone che non vengono nominate mache hanno contribuito sotto varie formeall’allestimento del container.AUGERE - onlus ringrazia e augura atutti buone ferie.

Nel precedente Zogno Notizie si eraaccennato alla giornata dello Sport eSolidarietà organizzata dagli amici del-l’Atalanta e curva nord e si è concretiz-zata così: “quando alla stadio i giocato-ri dell’Atalanta vanno a rete, l’urlo è:

“goal-goal!”. Al Centro Santa Maria,quando un bambino/ragazzo dopo l’in-tervento chirurgico riesce a camminaree magari dare pure lui un calcio al pal-lone, l’urlo è per la conquista di un av-venire migliore.”Gli organizzatori di questa manifesta-zione unitamente ai giocatori dell’Ata-lanta, hanno consegnato, giovedì 8 lu-glio 2010 in occasione della festa dellaDea, un assegno di 10.000 (diecimila)euro. Tale cifra coprirà le spese per gliinterventi chirurgici di centinaia di pic-coli pazienti.Ringraziando di cuore porgo un arrive-derci al prossimo anno.

Durante la sagra di San Lorenzo, (30luglio-10 agosto), nella Chiesina dellaConfraternita sarà allestita una mostradal titolo: Meraviglia d’Africa - edizio-ne 2010.Tale esposizione vuole offrire l’oppor-tunità di comprendere le fonti dell’ispi-razione di questi artisti non solo perampliare la nostra sensibilità ma ancheper avvicinarsi all’Africa.All’interno della Mostra vi sarà unapiccola parte di artigianato Rwandesein vendita. Chi volesse sostenere i bam-bini del Centro Santa Maria, con 1 europuò offrire cure e cibo per un giorno.Entrata libera.Orari di apertura: da lunedì a venerdìore 18.00 - ore 22.00giorni 1/8/10 agosto ore 9.30 - ore12.00 / ore 18.00 - ore 22.00Vi aspettiamo.

Rino

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“...L’uomo moderno ha per-

duto se stesso. Ha creatoforze che lo travolgono, sistemiche lo condizionano, macchineche lo uccidono. Viviamo nell’ an-sia. Continuamente risuona attor-no a noi la frase: “Non ho tempo!”.Ci manca il tempo: per pensare,per riflettere, per una distensionenella serenità. L’uomo moderno èmalato perché lo sospinge una ten-sione nervosa continua e assillan-te. Abbiamo prolungato il giornooltre il tramonto: abbia-mo cancellato la notte -sonno e riposo - prose-guendo sotto fasci di lu-ce artificiale il nostro la-voro. L’ uomo modernoha perduto il silenzio:tutto è rumore, tutto sisvolge nel rumore: negliuffici, nelle officine, sullestrade, così la musica sin-copata della radio, il ritmoserrato di un commento ci-nematografico. Non si par-la, si urla.Bisogna avere il coraggio dirompere questa cerchia ine-sorabile: dobbiamo evadere.Abbiamo sete di silenzio, di pace, di sere-nità. Abbiamo bisogno di un clima che cipermette di riscoprire l’ essenza delle cose,al di là delle apparenze, per poter riprende-re a vivere da uomini. Evadere. Là dove ilsentiero si perde, nello spazio segnato dalbosco, pianto una tenda. Solo con me stes-so. La foglia secca si spezza, scricchiolasotto il mio piede, un uccello saetta nelcielo. Solo: al tramonto le ombre si allun-gano: disteso per terra, guardo sopra dime, si accendono le prime stelle. Oltre ilprofilo delle piante, una gamma di colori,vette che si tingono di tonalità degradanti.Guardo e ascolto. È pace, è infinita tran-quillità. È gioia di riscoprire il mio mondointeriore...”

(Monsignor Andrea Ghetti,capo Scout 1959)

Questa riflessione, seppur di cinquantunanni fa, è straordinariamente attuale.Chi come noi vive la montagna, deve fare

uno sforzo per rallentare il ritmo e il mododi approcciarsi alla natura. Molte volte ilmodello di vita attuale lo riversiamo an-che nelle nostre escursioni facendo in mo-do che tutto diventi per forza veloce. L’ in-vito, per questo periodo di vacanza, è dilasciarsi un po’ andare verso un ritmo piùlento, riscoprire il silenzio, anche quellointeriore.È sicuramente difficile, almeno ci tentia-mo!

Riportiamo i prossimi appunta-menti estivi:11-15 agosto: Trekking dell’ Ada-mello - Alta via n. 1 cinque giornilungo i sentieri e i rifugi delle mon-tagne bresciane con salita al monteAdamello, mt 355429 agosto: Monte Ca’ Bianca mt2601 la fatica di raggiungere la ci-ma....il ritrovarsi nel ricordo degli

amici che ci hanno lasciato ma che quassùsentiamo più vicini....19 settembre: Pizzo Camino da AzzoneScalve mt 2491 imponente montagna do-lomitica che fa da spartiacque fra la val diScalve e la val Camonica.Itinerario alter-nativo attraverso i pascoli silenziosi delleMalghe del NegrinoRicordiamo sempre che la sede è in oratorio,aperta il martedì e venerdì delle ore 21.00alle ore 23.00. Inoltre si può visitare il sitointernet: www.caizogno.altervista.org

Sottosezione di Zognodel Club Alpino Italiano di Bergamo

Tutti in fila (foto di Ettore Ruggeri)

Amici

La Madonnina

Monte Aga

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S iamo liete di annunciare che il sedici di agosto la no-stra cara Rosa Pettinati, ospite di Casa Monsignor

Speranza da poco più di due anni, festeggerà i suoi primi100 anni!!! Traguardo solo ambito per molti, è stato rag-giunto dalla nostra ospite in piena forma (ha vissuto da

sola fino ai 95 anni...).Il 16 agosto quindi, a partire dal-le ore 15.00, si terranno i fe-steggiamenti in casa di riposo.Non ci resta che augurareBuon Compleanno di cuore al-la nostra cara ospite!!!

Prima di salutarci vorremmoringraziare il gruppo degliAlpini di Zogno per la mera-vigliosa anguriata offerta afine luglio.Le animatrici Valentina,

Grazia e Anastasia

Casa Monsignor Speranza in festa

Dopo vari tentativi dove l’insalata andava “in bròca” e i fiori di zucchina nonne volevano sapere di trasformarsi in zucchine, siamo riusciti a ridare vita al

nostro piccolo orticello.L’idea di quest’anno è stata quella di creare un piccolo angolo coreografico, piùche fruttifero, e abbiamo piantato del melgòt (granoturco) e dei girasoli nani.All’inizio la terra sembrava non essere abbastanza buona per permettere allepiante di crescere, ma grazie all’esperienza e alla manodopera di Vincenzo (unnostro affezionato amico) e Angelo (un nostro nuovo ospite), ben presto abbiamvisto spuntare i germogli che oggi sono diventati delle piante alte e rigogliose.Per ora non si vedono ancora le pannocchie, ma siamo speranzosi che una mattina qualsiasi usciremo evedremo anche quelle.L’importanza dell’orto non deriva soltanto dai frutti che riusciremo a raccogliere, ma anche e soprattutto perché l’orto si è rive-lato un grande argomento di conversazione e di stimolo per la memoria dei nostri ospiti.È incredibile come i nonni, osservando la crescita delle piante, riescano a ricordare e raccontare conoscenze agrarie e accorgi-menti che arrivano direttamente dalla vita contadina del secolo scorso. Noi operatori ne usciamo arricchiti ogni giorno che pas-sa. Speriamo di raccogliere presto i frutti del nostro piccolo grande orto!

L’orto degli ospiti riprende vita

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ZOGNOZOGNOnotizienotizie30

Ricordiamoli “Chi vive e crede in me, anche se muore vivrà”

ANGELOLUBRINI

† 15-8-2006

PIETROPESENTI

† 3-8-1994

GIUSEPPESTUCCHI

† 11-1-2004

ELENAPURICELLI† 24-9-2004

MIRELLA LOCATELLIin Maffi

† 18-8-2006

SANTORUBIS

† 6-9-2006

VINCENZOSERVELLO† 26-8-2007

UMBERTOMOCCHETTI† 13-9-2007

ERCOLERUGGERI

† 19-6-2010

ENRICOPESENTI

† 15-9-1995

BERNARDOSONZOGNI† 16-9-2004

VINCENZOCAPELLI

† 13-8-2006

FRANCESCORUBIS

† 23-6-2010

GIUSEPPEPACCHIANA† 27-6-2010

SILVANOBUSI

30.08.1983

ELENALINGENTI† 7-2-2009

FRANCESCOPESENTI

Hanno raggiuntola Casa del Padre

Giuseppe Pacchiana,di anni 66 il 27 giugno

Renzo Rinaldi,di anni 84 il 7 luglio

Fernanda Venturoli in Ferrari,di anni 79 il 9 luglio

Quello che il cuore ricorda la mente non lo rimuoveUna vita vissuta per i tuoi cari e per gli altri, creando con le tue grandi capacità opportunità di lavoroe aiutando con tanta discrezione chi era nel bisogno.Anni di sofferenza senza mai perdere il coraggio, amando la vita perché dono di Dio, il Dio dell’A-more che ci lasci nel cuore.Grazie!

Dopo le dolorose prove terrene, affrontate serenamente da autentico cristiano, col suo corpo è tornatonell’abbraccio della madre terra, ma con la sua anima immortale continua a rimanere con noi comesplendida luce per illuminare il nostro cammino terreno in attesa di poterlo raggiungere nella casa delPadre. Grazie, Francesco, dell’amore e del mirabile esempio che ci hai generosamente donato con latua esemplare vita che non tramonterà mai nel nostro cuore.

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Sposi in Cristo

SILVIA CORTINOVIS e GIOVANNI SONZOGNIsposi il 3 luglio 2010

SARA SALVI e LUCA TIRABOSCHIsposi il 9 luglio 2010

DONATELLA MORGANTE e ALBERTO ZANCHIsposi il 10 luglio 2010

Preghiamo con la Chiesa (L’Apostolato della preghiera)Le intenzioni devono essere precedute dalla recitadella preghiera riportata qui sotto:

Cuore divino di GesùIo ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Ma-ria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio Eu-caristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sof-ferenze di questo giorno, in riparazione dei peccatie per la salvezza di tutti gli uomini, nella graziadello Spirito Santo, a gloria del Divin Padre.

GENERALE: Perché in tutte le nazioni del mondo le elezioni dei governantisi svolgano secondo giustizia, trasparenza ed onestà, rispettando le libere de-cisioni dei cittadini.MISSIONARIA: Perché i cristiani si impegnino ad offrire dappertutto, spe-cialmente nei grandi centri urbani, un valido contributo alla promozione dellacultura, della giustizia, della solidarietà e della pace.DEI VESCOVI: Perché ogni cristiano, fondando la propria vita sull’ascoltodella Parola di Dio, si impegni con passione nella trasformazione delle realtàterrene, diventando testimone di pace, giustizia e amore.MARIANA: Perché Maria ci accompagni nel cammino verso il santo monte,Cristo Signore della storia.

Per la Chiesa € 60,00

Funerale Ercole Ruggeri € 100,00

Funerale Angelo Risi € 500,00

In M. Giuliano Sonzogni € 100,00

Matrimonio € 100,00

Battesimo € 50,00

Battesimo € 50,00

Dagli ammalati € 25,00

Per Ss. Quarant’ore € 50,00

Vendita Zogno Notizie (mag.) € 155,00

Affitto € 516,46

Elemosine 31/5 - 6/6 € 704,70

Elemosine 7/6 - 13/6 € 633,00

Elemosine 14/6 - 20/6 € 835,35

Elemosine 21/6 - 27/6 € 790,00

San Bernardino (giu.) € 80,00

Foppa (apr. - mag. - giu.) € 206,15

ENTRATE: € 4.855,66

R E S O C O N T O G I U G N O 2 0 1 0

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Venerdì 3 settembre ore 21.30concerto nel campo dell’Oratorio

Servizio Bar e PizzeriaVendita dei biglietti in oratorio oppure contattare direttamente i numeri

333-4946123 - 349-6124004


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