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ANNO XII TUTTI NOI ABBIAMO BISOGNO DI SEGNI PER … · a Pasqua è finita, la Pasqua con-tinua....

Date post: 15-Feb-2019
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PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE “SAN FRANCESCO D’ASSISI” DI MARINA DI CERVETERI D i r e t t o r e R e s p o n s a b i l e D o n D o m e n i c o G i a n n a n d r e a che sia un rametto d’ulivo o una candela l’importante è portarseli a casa come benedizione del Signore. Ma non è questa la vera fede bensì la passione della no- stra vita nel cercare con tutto il cuore la Sua luce, per portare un riflesso di Lui nella vita di ogni giorno. Tante volte abbiamo scherzato, in questa parrocchia, sulla folla che c'è il giorno delle "Palme": sulla lotta che, a volte, si accende per arraffare un rametto; tanto che, negli ultimi anni, per risolvere il problema abbiamo dovuto portare quintali di rami d'ulivo, in modo che ce ne fossero in abbondanza per tutti e non si litigasse per portarne a casa uno. Perché tutto questo? Da dove viene questo bisogno? Perché la gente ha bisogno di toccare con mano qualche cosa, che sia come un segno della protezione del Signore? Perché è così difficile andare al di là dell’oggetto, per cogliere i grandi simboli della nostra fede? Vedete, non è un fatto recente: era così anche ai tempi antichi, anche ai tempi di Gesù era così! Si portava il bambino al Tempio per “purificarsi”, si offrivano un paio di tortore o di colombi (se uno era più ricco ci voleva però un agnellotto); si ritornava a casa con la benedizione. I preti erano contenti perché avevano guadagnato un agnellotto; loro avevano la benedizione del Signore. Tutto a posto, tutto in ordine. Gesù ha tentato di spazzar via tutto questo ma non c'è riuscito neanche Lui. Perché è difficile! Ma perché è così difficile? Ve lo siete mai chiesto? Vedete, conservare nel cuore i grandi segni della fede significa pensare, cercare, sforzarsi nella vita di ogni giorno, di portare avanti qualche cosa del progetto di Dio! E questo è faticoso. Meglio una candela, meglio un segno: abbiamo la benedizione del Signore, a casa portiamo un segno della sua protezione, ci sentiamo cristiani a buon mercato, senza il bisogno di sforzarci troppo. Dietro la porta di molte case c'era un tempo, adesso forse non più, un rametto di palma. Si sentivano bravi cattolici, si sentivano protetti dal Si- gnore... tutto a posto! Quel ramo è un segno di pace, esige gesti concreti di pace... e costa tanto cercarla ogni giorno: è più semplice avere un rametto d'ulivo! Perché pensare è faticoso, perché cercare è difficile, perché comporta l'impegno della vita! Ma ci avete pensato mai? Così facendo si paga un prezzo, il prezzo più alto e più grave che si possa pagare: è il prezzo della propria libertà, della propria dignità, del diritto di pensare con la propria testa! E tutti i potenti della terra han sempre cercato questo: che gli uomini non pensino! Sono così i potenti di tutti i tempi: han sempre voluto che i loro sudditi portino le loro divise, che si mettano i loro distintivi. Anche oggi i potenti, anche nel nostro paese, hanno bisogno di "coorti" intorno a loro: che magari si vestano alla stessa maniera, che leggano gli stessi giornali, che si sentano sudditi contenti di appartenere al gregge, contenti di essere da lui protetti e guidati... e che non pensino, e non cerchino! E non crediate che gli uomini religiosi non siano fra i potenti della terra. Anche loro vogliono che non pensiate! Per questo vi consegnano una candela; ma non vi invi- tano a cercare la luce di Gesù! La luce ce l'hanno loro: basta pensare come loro. A voi basta una benedizione, un segno di croce, qualche cosa da toccare con mano perché vi sentiate benedetti da Dio! E perché non pen- siate, perché non cerchiate, perché non siate voi stessi, perché non andiate dove vi porta il vostro cuore e la vostra mente! Non è stato spesso ridotto a rito, a obbligo esteriore, anche il Segno più grande che Gesù ci ha lasciato: l'Eucarestia? Il segno del dono totale, della vita condivisa non si riduce, a volte, a rito vuoto, quando non addirittura a strumento per manifestare il potere o per far soldi! Il segno esteriore... Il Signore ha affidato nelle nostre mani grandi simboli! Anche la notte di Pasqua in chiesa, abbiamo acceso una candela e non l’abbiamo portata a casa come un segno di protezione del Si- gnore? Ma abbiamo lasciato acceso il grande Cero di Pasqua? sarà il simbolo della nostra passione per la ricerca della luce, del nostro desiderio di cercare Gesù, di portare intorno a noi la forza della Resurre- zione! Perché questo è il senso della nostra fede: non un distintivo, che ci faccia sentire cattolici a buon mercato, non un segno della protezione di Dio. . . ma la passione della nostra vita nel cercare con tutto il cuore la luce del Signore, per portare un riflesso di Lui nella vita di ogni giorno. Questo è essere Cristiani! E niente e nessuno potrà portarci via questa ricchezza che ci è stata donata: dignità di figli di Dio. Don Domenico TUTTI NOI ABBIAMO BISOGNO DI SEGNI PER CREDERE: ANNO XII NUMERO 47 Maggio 2017 1 Dona il tuo 5x1000 - Parrocchia San Francesco onlus - C.F. 91068040582
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PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE “SAN FRANCESCO D’ASSISI” DI MARINA DI CERVETERIDirettore Responsabile Don Domenico Giannandrea

che sia un rametto d’ulivo o una candela l’importanteè portarseli a casa come benedizione del Signore. Manon è questa la vera fede bensì la passione della no-stra vita nel cercare con tutto il cuore la Sua luce, perportare un riflesso di Lui nella vita di ogni giorno.Tante volte abbiamo scherzato, in questa parrocchia,sulla folla che c'è il giorno delle "Palme": sulla lottache, a volte, si accende per arraffare un rametto; tantoche, negli ultimi anni, per risolvere il problema abbiamodovuto portare quintali di rami d'ulivo, in modo che cene fossero in abbondanza per tutti e non si litigasseper portarne a casa uno. Perché tutto questo? Da doveviene questo bisogno? Perché la gente ha bisogno ditoccare con mano qualche cosa, che sia come unsegno della protezione del Signore? Perché è cosìdifficile andare al di là dell’oggetto, per cogliere i grandisimboli della nostra fede? Vedete, non è un fattorecente: era così anche ai tempi antichi, anche aitempi di Gesù era così! Si portava il bambino al Tempioper “purificarsi”, si offrivano un paio di tortore o dicolombi (se uno era più ricco ci voleva però unagnellotto); si ritornava a casa con la benedizione. Ipreti erano contenti perché avevano guadagnato unagnellotto; loro avevano la benedizione del Signore.Tutto a posto, tutto in ordine. Gesù ha tentato di spazzarvia tutto questo ma non c'è riuscito neanche Lui.Perché è difficile! Ma perché è così difficile? Ve lo sietemai chiesto? Vedete, conservare nel cuore i grandisegni della fede significa pensare, cercare, sforzarsinella vita di ogni giorno, di portare avanti qualche cosadel progetto di Dio! E questo è faticoso. Meglio unacandela, meglio un segno: abbiamo la benedizione del

Signore, a casa portiamo un segno della sua protezione,ci sentiamo cristiani a buon mercato, senza il bisognodi sforzarci troppo. Dietro la porta di molte case c'eraun tempo, adesso forse non più, un rametto di palma.Si sentivano bravi cattolici, si sentivano protetti dal Si-gnore... tutto a posto! Quel ramo è un segno di pace,esige gesti concreti di pace... e costa tanto cercarlaogni giorno: è più semplice avere un rametto d'ulivo!Perché pensare è faticoso, perché cercare è difficile,perché comporta l'impegno della vita! Ma ci avete pensato mai? Così facendo si paga unprezzo, il prezzo più alto e più grave che si possapagare: è il prezzo della propria libertà, della propriadignità, del diritto di pensare con la propria testa! Etutti i potenti della terra han sempre cercato questo:che gli uomini non pensino! Sono così i potenti di tuttii tempi: han sempre voluto che i loro sudditi portino leloro divise, che si mettano i loro distintivi. Anche oggii potenti, anche nel nostro paese, hanno bisogno di"coorti" intorno a loro: che magari si vestano allastessa maniera, che leggano gli stessi giornali, che sisentano sudditi contenti di appartenere al gregge,contenti di essere da lui protetti e guidati... e che nonpensino, e non cerchino! E non crediate che gli uomini religiosi non siano fra ipotenti della terra. Anche loro vogliono che non pensiate!Per questo vi consegnano una candela; ma non vi invi-tano a cercare la luce di Gesù! La luce ce l'hanno loro:basta pensare come loro. A voi basta una benedizione,un segno di croce, qualche cosa da toccare con manoperché vi sentiate benedetti da Dio! E perché non pen-siate, perché non cerchiate, perché non siate voi stessi,perché non andiate dove vi porta il vostro cuore e lavostra mente! Non è stato spesso ridotto a rito, aobbligo esteriore, anche il Segno più grande che Gesùci ha lasciato: l'Eucarestia? Il segno del dono totale,della vita condivisa non si riduce, a volte, a rito vuoto,quando non addirittura a strumento per manifestare ilpotere o per far soldi! Il segno esteriore... Il Signore ha affidato nelle nostremani grandi simboli! Anche la notte di Pasqua inchiesa, abbiamo acceso una candela e non l’abbiamoportata a casa come un segno di protezione del Si-gnore? Ma abbiamo lasciato acceso il grande Cero diPasqua? sarà il simbolo della nostra passione per laricerca della luce, del nostro desiderio di cercareGesù, di portare intorno a noi la forza della Resurre-zione! Perché questo è il senso della nostra fede: nonun distintivo, che ci faccia sentire cattolici a buonmercato, non un segno della protezione di Dio. . . mala passione della nostra vita nel cercare con tutto ilcuore la luce del Signore, per portare un riflesso diLui nella vita di ogni giorno. Questo è essere Cristiani!E niente e nessuno potrà portarci via questa ricchezzache ci è stata donata: dignità di figli di Dio.

Don Domenico

TUTTI NOI ABBIAMO BISOGNO DI SEGNI PER CREDERE: ANNO XIINUMERO 47Maggio 2017

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PASQUA MOMENTI DELLA SETTIMANA SANTA: DOMENICA DELLE PALME, GIOVEDÌ SANTO, VIA CRUCIS, SOLENNE VEGLIA, PASQUA

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L a Pasqua è finita, la Pasqua con-tinua. Tutto il nostro camminospirituale, effettuato durante i

lunghi giorni della Quaresima, non si èconcluso con domenica 16 aprile: tutta lasettimana santa infatti è un lento e fruttuosoperiodo di riflessione sulla fede in cui ci sidomanda a che punto è il dialogo conCristo, come procedere poi dopo quelladata in cui finisce e termina il vecchio “an-dare” e inizia il nuovo: la Pasqua come ilpassaggio a una vita rinnovata, a una con-versione, a un altro mistero. Sarà bastato,sarà stato sufficiente quel tempo? ognunodi noi è chiamato a fare chiarezza dentroil proprio cuore, a capire se il passaggioc’è stato e come intendiamo proseguire ilpercorso. Viene in mente a questo propositouna lettera che il nostro parroco Don Do-menico ha consegnato alla comunità par-rocchiale all’inizio dell’anno pastorale incui si invitavano tutti i fedeli a capire meglioquesto mondo che “sembra particolarmente

complicato, veloce, disorientato, e attraversochiavi di lettura … ad affrontare la com-plessità in cui siamo immersi sottolineandoun’azione di semplificazione essenziale:questa per liberare corpo, mente e animedalle tante sovrastrutture che appesanti-scono il cammino per riconquistare legge-rezza originaria del vivere; mettendo inguardia: “non ci sono ricette di felicità, négiocare ad indovinare il futuro, ma dobbiamoinsieme scorgere nel presente le tracce diquel futuro che chiama e attira a sé e ciindica delle traiettorie possibili, degli scenariaperti su cui incamminarsi. Più che darerisposte definitive, dobbiamo porci delledomande”. E in ultima analisi, nella lettera,esortava “all’incontro, al dialogo, creiamonuove consapevolezze, con la delicatezzache è propria di persone innamorate dellavita e delle persone. Leggiamo la Parola diDio, anzi tuffiamoci dentro, sia compagnadi vita e maestra della fede delle nostrefamiglie. Parola di vita che da millenni ci

consegna una sapienza capace di far cre-scere generazioni e popoli in umanità e fi-ducia…. Apriamo la nostra esistenza, conconsapevolezza, con calma, facendo delnostro intimo una tenda che accoglie.Pronti ad essere profeti che desideranoparlare del futuro perchè lo desiderano enon ne hanno timore. D’altra parte ilVangelo trabocca di verbi al futuro. Do-mandiamo a Gesù: «Cosa devo fare peravere la vita, per essere vivo? Come si faad essere uomo?» (Mt 19-22; Mc 10-17) eGesù risponde con un verbo «tu amerai».E con una parabola, quella del “buon sa-maritano” (Lc 10,29-37). La lettera non fi-nisce qui e la Pasqua continua. Ripercor-riamo dunque insieme i momenti salientiche hanno accompagnato questa SettimanaSanta attraverso le immagini che ci farannoricordare, ancora una volta, la Passione ela Resurrezione di Cristo. Tu amerai «Va’ eanche tu fa lo stesso» (Lc 10,37). E troveraila vita.

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Iriti liturgici del Giovedì Santo, giornoin cui la Chiesa celebra oltre l’istitu-zione dell’Eucaristia, anche quella

dell’Ordine Sacro, ossia del sacerdoziocristiano, si concludono dopo la messadella Cena con la reposizione dell’Eucaristiain un cappella laterale delle chiese, ad-

dobbata a festa per ricordare l’istituzionedel Sacramento; tutto il resto viene oscu-rato, in segno di dolore perché è iniziatala Passione di Gesù; le campane tacciono,l’altare diventa disadorno, il tabernacolovuoto con la porticina aperta, i Crocifissicoperti. La nostra Comunità presente alle

21,30, guidata da Don Domenico contutti i Ministri straordinari, era raccoltanella bellissima cappella davanti all’altareche sarà meta di devozione e adorazione,per la rimanente notte e per tutto il giornodopo, finché non iniziano i riti del pome-riggio del Venerdì Santo.

PASQUAALTRE IMMAGINI DEL PERIODO PASQUALE:GIOVEDÌ SANTO E LA LAVANDA DEI PIEDI

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Dona il tuo 5x1000 - Parrocchia San Francesco onlus - C.F. 91068040582Dona il tuo 5x1000 Parrocchia San Francesco onlus C.F. 91068040582ALTRE IMMAGINI DEL PERIODO PASQUALE:

LA VIA CRUCIS E LA VEGLIA DI PASQUA

Ringraziamo di cuore tutti coloro, i quali a vario titolo, hanno collaborato e si sono resi disponibili per il grande impegno e lavorodedicati alle manifestazioni del lungo periodo pasquale: ecco il bel risultato raggiunto!

Mercoledì 3 maggio alle ore 17,30presso l’aula magna dell’IstitutoComprensivo Marina di Cerve-

teri in via Satrico, si è tenuto un incontrocon la Polizia Postale e delle Comunicazioni,dedicato a genitori e docenti, sul tema del-l’uso consapevole di internet, dei social net-works e della loro correlazione con il bullismo.Grazie alla collaborazione con gli agenti, la

scuola ha voluto affrontare per il terzo annoconsecutivo questo argomento, delicato eattualissimo, che richiede una riflessionecongiunta di tutti coloro che si occupano dieducazione, quindi soprattutto di genitori edi docenti. L’obiettivo dell’incontro è statoquello di contribuire a diffondere una “cultura”nell’utilizzo responsabile e critico di internete di strumenti che hanno una grande po-

tenzialità, ma che implicano altrettantograndi rischi e pericoli per tutti, adulti masoprattutto minori. L’elevata professionalitàe l’esperienza dei poliziotti della Postaleche già erano stati presenti negli anni pre-cedenti sono stati una garanzia per una riu-nione efficace, interessante e capace disvelare aspetti della rete sconosciuti e sor-prendenti anche per le persone grandi.

Venerdì 28 aprile si è svolta perle vie di Cerenova la marciadella pace, organizzata dall’as-

sociazione onlus Maraa insieme con laparrocchia di San Francesco d’Assisi. Acapo del corteo donne di varie nazionalitàtra cui oltre alla Siria, Marocco, Tunisia

ed Egitto e una delegazione formata daalcuni componenti dell’amministrazionecomunale e del consiglio pastorale par-rocchiale che portavano il gonfalone; era-no presenti anche diversi bambini e ilgruppo si è mosso da piazza Morbidelliper fermarsi presso l’area del mercato

di via Etruria Meridionale, dove alcunipartecipanti hanno voluto dare una te-stimonianza concreta perché già solo es-sere lì significava sensibilità e attenzioneverso questo popolo, in particolare, (laSiria) che sta soffrendo terribilmente acausa della guerra. Ordinati e nonostanteun clima non proprio primaverile, il piccolocorteo ha sfidato vento e nuvole perpoter presenziare e dire con le parolesemplici di Papa Francesco “basta conle barbarie”, «perché la violenza e laguerra hanno il linguaggio della morte.Basta con l’odio tra i popoli fratelli ebasta con le guerre. Dire no alla violenzain tutte le sue forme, dire no alla prolife-razione delle armi e al loro commercio il-legale. Sì invece alla preghiera e alleopere di pace».

enerdì 28 aprile si è svolta per ed Egitto e una delegazione formata da di via Etruria Meridionale dove alcuni

ORGANIZZATA DALLA ONLUS MARAA E LA PARROCCHIA S. FRANCESCOMARCIA PER LA PACE PER LE VIE DI CERENOVA

PACE

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ercrcr oledìdìd 3maggggg io alle ore17171 30 scuola ha voluto afffff rontare per il terzo anno tenzialità ma che implicano altrettanto

INCONTRI INCONTRO SUL CYBERBULLISMO NELL’ISTITUTO COMPRENSIVO MARINA DI CERVETERI

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Ogni anno, durante l’estate la no-stra Parrocchia organizza delleesperienze per i più giovani: di

solito divisi per fasce d’età, vengono propostiai ragazzi delle elementari, delle scuolemedie e delle superiori dei viaggi di una odue settimane in giro per l’Italia e a volteanche in Europa!Si tratta di esperienze che vengono preparatea lungo, dagli educatori incaricati, nei mesiche precedono l’estate e che hanno comescopo quello di offrire ai giovani un momentodi svago, riposo, divertimento ma anche esoprattutto un modo per crescere e impararesempre più a vivere insieme agli altri.Il messaggio di Cristo, in effetti, è moltosemplice: state insieme, nella gioia e neldolore; non escludere nessuno; imparareda chi ci sta intorno e ci suggerisce comemigliorare; incoraggiarsi uno con l’altro ecostruire pace e armonia. Semplice a

parole (forse!) ma nei fatti non è così scon-tato: ecco perché partendo per luoghinuovi, i ragazzi insieme con gli educatoriscoprono le difficoltà dello stare insiemee anche l’immensa gioia e allegria che nescaturisce.Dunque anche quest’estate sarà propostaun’esperienza per i ragazzi delle scuoleelementari, bella ed entusiasmante, comesempre; mentre per i ragazzi più grandi etutte le loro famiglie c’è una proposta unpo’ diversa: trascorrere le settimane dal17 agosto al 3 settembre, tutti insieme, adAmatrice e nei dintorni. La proposta, nata dal Parroco e accoltacon piacere da tutto il Consiglio PastoraleParrocchiale, è quella di andare a starecon chi non ha più niente o molto poco,senza la pretesa di risolvere problemi o diricostruire nulla, ma solo con la voglia distare insieme con chi è meno fortunato di

noi. L’organizzazione è già in moto, perchéla sicurezza di coloro che partono è lapriorità assoluta, ma l’entusiasmo e l’energiache questa iniziativa ha generato in ogniragazzo è proprio ciò che anima i più grandia farsi coraggio e partire: l’intento è anchequello di imparare a stare insieme, giovanie adulti, in un nuovo modo, con fiducia,aperti e consapevoli che le differenze ar-ricchiscono e non dividono.L’invito a partecipare e a dare il propriocontributo è aperto a tutti: chiunque vogliadare la propria disponibilità ad aiutare puòrivolgersi a Don Domenico, il quale sarà ilsupervisore di tutta l’esperienza. Non pos-siamo solo scoraggiarci di fronte alle soffe-renze: c’è una spinta in ogni cristiano adandare al di là di se stesso, con speranza eamore, che non possiamo ignorare! È propria questa l’occasione per dire, ancorauna volta: l’unione fa la forza!!

gni anno durante l’estate la no parole (fofof rse!) ma nei fattttt i non è cosìsìs scon noi L’L’Lorganizzazione è già in moto perché

PER IL CAMPO ESTIVO DELLE MEDIE QUEST’ANNO UNA PROPOSTA UN PO’ DIVERSA: L’ESPERIENZA È AD AMATRICE

ESTATE

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L a Bibbia è popolata da famiglie,da generazioni, da storie di amoree di crisi familiari, fin dalla prima

pagina, dove entra in scena la famiglia diAdamo ed Eva, con il suo carico di violenzama anche con la forza della vita che con-tinua (cfr Gen 4), fino all’ultima paginadove appaiono le nozze della Sposa edell’Agnello (cfr Ap 21,2.9). Le due caseche Gesù descrive, costruite sulla rocciao sulla sabbia (cfr Mt 7,24 – 27), rappre-sentano tante situazioni familiari, createdalla libertà di quanti vi abitano, perché,come scrive il poeta, «ogni cosa è un can-delabro». Entriamo ora in una di questecase, guidati dal salmista, attraverso uncanto che ancora oggi si proclama sianella lingua nunziale ebraica sia in quellacristiana: «Beato chi teme il Signore ecammina nelle sue vie. Dalla fatica delletue mani ti nutrirai, sarai felice e avraiogni bene. La tua sposa come vite fecondanell’intimità della tua casa; i tuoi figlicome virgulto di ulivo intorno alla tua

mensa. Ecco come è benedetto l’uomoche teme il Signore. Ti benedica il Signoredi Sion. Possa tu vedere il bene di Geru-salemmeTutti i giorni della tua vita! Possa tu vederei figli dei tuoi figli! Pace su Israele!» (Sal128, 1-6).Tu e la tua sposaVarchiamo dunque la soglia di questacasa serena, con la sua famiglia sedutaintorno alla mensa festiva. Al centro tro-viamo la coppia del padre e della madrecon tutta la loro storia di amore. In loro sirealizza quel disegno primordiale cheCristo stesso evoca con intensità:« Nonavete detto che il Creatore da principio lifece maschio e femmina?» (Mt 19,4). Eriprende il mandato del libro della Genesi:«Per questo l’uomo lascerà suo padre esua madre e si unirà a sua moglie, e idue saranno un'unica carne» (Gen 2,24).I due grandiosi capitoli iniziali della Genesici offrono la rappresentazione della coppiaumana nella sua realtà fondamentale. In

quel testo iniziale della Bibbia brillano al-cune affermazioni decisive. La prima,citata sinteticamente da Gesù, afferma: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a im-magine di Dio li creò: maschio e femminali creò» (1,27). Sorprendentemente, l’”im-magine di Dio” ha come parallelo espli-cativo proprio la coppia “maschio e fem-mina”. Questo significa che Dio stesso èsessuato o che lo accompagna una com-pagna divina, come credevano alcune re-ligioni antiche? Ovviamente no, perchésappiamo con quanta chiarezza Bibbiaha respinto come idolatriche queste cre-denze diffuse tra i cananei della TerraSanta. Si preserva la trascendenza di Dio, ma,dato che è al tempo stesso il Creatore, lafecondità della coppia umana è “immagi-ne” viva ed efficace, segno visibile dell’attocreatore.

Tratto dall’enciclica di Papa Francesco“Amoris Laetitia”

L a Bibbia è popolata da famiglie mensa Ecco come è benedetto l’uomo quel testo iniziale della Bibbia brillano al

CAPITOLO 1°ALLA LUCE DELLA PAROLA

BIBBIA

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P oche settimane fa è apparsa suiquotidiani e diffusa dalla TV unanotizia che certamente non farà

dormire sonni tranquilli alla stragrandemaggioranza degli italiani: quel 97% circa- secondo una recente indagine - che pos-siede un cellulare e che ha fatto salire ilnostro paese ai primi posti nella classificamondiale per l'uso di uno strumento cheha prepotentemente cambiato le nostreabitudini di vita. E di cui non possiamofare a meno tanto da sottovalutare le con-seguenze che possono essere provocatesulla nostra salute. Per questo un lettore ci scrive chiedendocidi confermare e chiarire quella notizia al-larmante secondo cui, per la prima volta,sarebbe stato accertata da un Tribunalel’esistenza del nesso causale tra l'usodel cellulare ed il tumore al cervello e,quindi, la stessa condizione per pronun-ciare una sentenza risarcitoria del dannosubito dall'utente.Orbene, la notizia è vera ma va precisatal'esatta portata della decisione, che è statapronunciata dal Tribunale di Ivrea- SezioneLavoro, il 30 marzo scorso, in un caso incui è stato riconosciuto ad un uomo, di-pendente di una grande azienda italiana,che il tumore al cervello (benigno ma inva-lidante) era da ricondursi direttamenteall'uso prolungato del telefonino per circa15 anni e per più di tre ore al giorno. L'ac-certato nesso causale fra l'utilizzo dellostrumento e l'insorta patologia ha permesso

al giudice di riscontrare nel lavoratore l’esi-stenza di una malattia professionale equindi di condannare l'INAIL a corrispondereal medesimo una rendita vitalizia.La sentenza in questione, per la verità,non è l'unica pronunciata sul tema in quantogià la Cassazione, con la decisione 17438del 2012, aveva ritenuto sussistere unaragionevole certezza circa l’esistenza di unlegame tra l'uso intenso del telefonino e losviluppo di una malattia tumorale come,nella fattispecie esaminata, un neurinomadel Ganglio di Gasser, che colpisce i nervicranici in particolare quello acustico: conconseguente diritto del dipendente - unmanager che aveva usato telefoni cordlesse cellulari per 12 anni e per 5/6 ore algiorno- a vedersi riconosciuta una malattiaprofessionale e la conseguente rendita vi-talizia. L'importanza della sentenza del Tri-bunale di Ivrea, che potrebbe essere seguitada altri giudici, è quella di aver richiamatol'attenzione sulla probabile causa oncogenainsita nei campi elettromagnetici generatidai cellulari, nonostante non esistano con-ferme scientifiche della cancerogenicitàdei cellulari stessi per la mancanza di unaevidenza epidemiologica della correlazionetra l'uso dell'apparecchio e lo sviluppo ditumori cerebrali: e ciò come sembrerebbedimostrare il fatto che, negli ultimi anni, afronte di una crescente diffusione dellostrumento elettronico non si sarebbero re-gistrati aumenti della incidenza di tumorial cervello. Ma diversi studi avrebbero clas-

sificato i campi elettromagnetici a radio-frequenza (radiazioni ionizzanti emesse daitelefoni senza fili ma anche dai segnali ra-dio-televisivi, radar e forni a microonde)nel gruppo definito “possibili cancerogeni”.Al riguardo è bene ricordare come il giudicepiemontese precisi che “il rischio oncologicoper i sopravvissuti alle esplosioni atomichedi Hiroshima e Nagasaki è nella misura di1,39 per tutti i tumori. Mentre il rischio perun uso massiccio e prolungato nel tempodei telefoni cellulari, secondo Interphone,è pari a 1,44”. Un dato che deve certamente far rifletteresulla necessità non tanto di demonizzareil telefonino (impresa ardua in quanto ir-rinunciabile “compagno” della nostra vita)quanto piuttosto di usarlo bene!!!

Avv. Antonio Arseni

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P oche settttt imane fa è apparsa sui al giudice di riscontrare nel lavoratore l’esi- sificato i campi elettttt romagnetici a radio-

QUESTIONI LEGALI: L'USO DEL TELEFONINO CAUSA DANNI ALLA SALUTE? QUALI CONSEGUENZE SUL PIANO GIURIDICO?

DIRITTI

Gli Uffici della Segreteria sono aperti: ORARIO INVERNALE (ottobre/maggio)- la mattina dal Lunedì al Sabato dalle ore 9.30 alle 12.30- il pomeriggio dal Lunedì al Venerdì dalle ore 15.30 alle 18.30.ORARIO ESTIVO (giugno/settembre)- Mattina dal Lunedì al Sabato dalle ore 10.00 alle 12.00- Pomeriggio dal Lunedì al Venerdì dalle ore 17.00 alle 19.00.

Telefono e Fax: 06.9902670E-mail segreteria: [email protected] sito: [email protected] onlus: [email protected]: www.parrocchiamarinadicerveteri.it

www.diocesiportosantarufina.it

PER INVIARE MATERIALE RIGUARDANTE IL GIORNALINO “CRESCERE INSIEME”E-mail redazione: [email protected] - Cell. 329 1589649

AVVISIBACHECA

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Ramo onlus della Parrocchia San Francesco d’Assisi

San Francesco Onlus

Lunedì 1° maggio è stato dato l’avvio al Mese Mariano perciò, come ogni anno,le sante messe saranno celebrate presso le famiglie: alle ore 17,15 rosariomeditato e alle ore 18 la santa messa. Di seguito l’elenco completo di nome e in-dirizzo delle famiglie presso cui saranno celebrate le prossime funzioni religiose.

Lunedì 8 maggio, in onore del Santo Patrono di Cerveteri, Michele Arcangelo, sisvolgerà una solenne processione con partenza alle ore 20,30 dalla chiesa dellaSS. Trinità in via Fontana Morella e arrivo alla chiesa Santa Maria Maggiore.

Sabato 13 e domenica 14 maggio nella nostra chiesa San Francesco d’Assisi cisaranno 75 bambini della parrocchia che per la prima volta riceveranno la SantaComunione. Tre i turni previsti: sabato alle ore 11 e alle ore 18, domenica alleore 11.

Lunedì 22 maggio alle ore 17, presso l’Istituto Comprensivo Marina di Cerveteriin via Satrico, si terrà un convegno “Bambini e adolescenti, disagi e rischi” in cuila professoressa Anna Maria Onelli, pedagogista, abilitata all’insegnamento distoria e filosofia, già preside della scuola media “Salvo d’Acquisto” di Cerveteri,spiegherà come scuola e famiglia devono creare un’alleanza “su cui si giocanole sorti dell’educazione”.


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