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apparato della vista

Date post: 26-Dec-2015
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apparato della vista
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APPARATO DELLA VISTA
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Page 1: apparato della vista

APPARATO DELLA VISTA

Page 2: apparato della vista

L’apparato della vista è costituito da organi pari e simmetrici situati nella regione anteriore della testa. L’organo principale è il bulbo oculare o occhio ed i rimanenti sono gli organi accessori dell’occhio (fascia del bulbo, muscoli estrinseci, corpo adiposo).

FIGURA. Bulbo oculare accolto in cavità orbitaria destra sezionata sul proprio tetto

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BULBO OCULAREIl bulbo oculare è l’organo fotosensibile dell’organismo, specializzato nella captazione dei segnali luminosi e loro conversione in stimoli nervosi.

Ha una forma sferoidale, con due segmenti di sfera affrontati, ed aventi un raggio di curvatura nettamente differente. Il bulbo oculare è formato da:

1.Tonaca fibrosa (esterna)

2.Tonaca vascolare (intermedia)

3.Tonaca nervosa (più interna).

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SCLERA

La sclera è il segmento più esteso della tonaca fibrosa dell’occhio, diretto dalla origine del nervo ottico, indietro, ed in avanti si continua nella cornea in corrispondenza del limbus sclerocorneale.

La sclera si presenta alla vista come una lamina biancastra.

Lo strato più esterno della sclera è la lamina episclerale, un tessuto fibroso vascolarizzato (da rami che si staccano dalle arterie ciliari anteriori).

Questa superficie esterna della sclera è in rapporto, indietro e sino a breve distanza dal limbus sclerocorneale con la fascia del bulbo o capsula di Tenone. Le due strutture restano comunque separate da un sottile spazio connettivale.

In avanti, invece, sino al limbus viene ricoperta dalla congiuntiva bulbare.

TONACA FIBROSA

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Posteriormente la metà esterna sclera si continua con la dura madre che ricopre il nervo ottico, mentre la metà interna forma una struttura perforata chiamata lamina cribrosa della sclera; attraverso i suoi fori penetrano i fascicoli del nervo ottico.

Lo stroma sclerale è formato da fibre collagene fittamente stipate ed immerse in una matrice di proteoglicani ma sono anche presenti fibre elastiche. L’opacità della sclera è determinata proprio dalla disposizione disordinata delle fibre collagene e dalle loro ramificazioni. Questa particolare disposizione del collagene conferisce alla sclera notevole resistenza alla tensione, alla trazione dei muscoli estrinseci, le cui strutture tendinee trovano attacco proprio sulla sclera stessa.

Internamente, la sclera guarda alla coroide, dalla quale è separata per mezzo della lamina sopracorioidea, un sottile strato fibroso contenente fibre collagene, melanociti e fibroblasti. Questo spazio è attraversato dalle arterie ciliari posteriori lunghe, dirette al corpo ciliare ed iride.

TONACA FIBROSA

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CORNEALa cornea è il segmento anteriore della tonaca fibrosa dell’occhio. Si presenta come un segmento di sfera avente un raggio di curvatura inferiore a quello della sclera. È trasparente ed è in continuità con la sclera in corrispondenza di quell’orlo di transizione definito limbus sclerocorneale.

TONACA FIBROSA

La sua superficie anteriore è in contatto con l’ambiente esterno. Mentre con la sua superficie posteriore delimita la camera anteriore dell’occhio, insieme ad iride e cristallino.

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La struttura della cornea si organizza di strati, che procedendo dall’esterno verso l’interno sono:

1. Epitelio corneale: si tratta di epitelio pavimentoso composto non cheratinizzato. Le cellule superficiali “alari”, sono appiattite e provviste di microvilli, unite da giunzioni intercellulari. Le cellule degli strati più profondi sono poliedriche e si organizzano in 3-4 strati.

2. Membrana di Bowman: è una lamina connettivale in cui le fibre collagene sono immerse in una matrice di proteoglicani.

3. Stroma corneale: la parte più cospicua della cornea. Le lamelle di collagene sono ordinate e parallele con fibrille dal diametro molto piccolo e distanziate tra loro così da permettere il passaggio della luce (ecco perché la cornea è trasparente). Gli spazi interfibrillari sono colmati da acido ialuronsolforico il quale consente di fissare grandi quantità di acqua e permette così la diffusione di sostanze nutritive. Inoltre nello stroma si trovano anche cellule connettivali fisse, le cellule corneali, responsabili della produzione di collagene.

4. Membrana di Descement: corrisponde alla membrana basale dell’endotelio

5. Endotelio: strato di cellule appiattite , unite da giunzioni intercellulari ma in modo discontinuo. Ciò assicura la nutrizione della cornea che, priva di vasi come è, riceve sostanze nutritive solo dall’umor acqueo della camera anteriore dell’occhio.

TONACA FIBROSA

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Sezione sagittale di cornea

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LIMBUS SCLEROCORNEALE

Il limbo è la zona di giunzione tra cornea e sclera. Il limbo è distinto dalla cornea, poiché qui la disposizione delle fibre collagene dello stroma diviene irregolare ed esso si continua con lo stroma sclerale. Il limbo fornisce un pool di cellule staminali che si differenziano nelle cellule della cornea e poi vi migrano portandosi anteriormente, dal momento che la cornea di per sé non possiede cellule staminali.

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TONACA VASCOLARE DELL’OCCHIO

La tonaca vascolare dell’occhio o uvea è interposta tra sclera e tonaca nervosa. E’ ricca di vasi sanguigni, pigmentata e presenta anche tessuto muscolare.

Procedendo in direzione postero-anteriore abbiamo:

1. Coroide

2. Corpo ciliare

3. Iride.

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COROIDELa coroide è il segmento posteriore dell’uvea che si spinge dal punto di origine del nervo ottico sino all’ora serrata, punto in cui prosegue nella pars plana del corpo ciliare.

È uno strato pigmentato e vascolarizzato.

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La faccia esterna della coroide è aderente alla sclera, dalla quale è separata dalla lamina sopracorioidea. Si tratta di uno strato formato da lamelle di fibre collagene e fibre elastiche, oltre a fibroblasti e melanociti. Tale lamina è attraversata dalle arterie ciliari posteriori lunghe che raggiungono in avanti il corpo ciliare ed il margine ciliare dell’iride.

Lo strato intermedio corrisponde allo stroma vascolare, in cui una matrice ricca di fibre collagene, melanociti e fibroblasti viene attraversata dai vasi e nervi propri. I vasi arteriosi sono destinati a capillarizzare nella retina (che sono rami delle arterie ciliari posteriori brevi).

La faccia interna, lamina coriocapillare, della coroide guarda alla retina e grazie alla capillarizzazione dei rami della lamina vascolare viene fornito lo strato più esterno della retina.

Nota i capillari destinati alla retina

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CORPO CILIARE

Il corpo ciliare è la struttura intermedia della tonaca vascolare. Continua indietro nella coroide, all’altezza dell’ora serrata ed in avanti nell’iride.

Il corpo ciliare ha forma circolare ed è costituito da una parte posteriore detta “plana” ed una anteriore detta “plicata”.

La pars plana è liscia e sottile; i suoi limiti sono l’ora serrata indietro e la pars plicata in avanti.

La pars plicata invece sporge nella camera posteriore dell’occhio ed è caratterizzata dalle sporgenze dette processi ciliari, simili a pliche intervallate dalle vallecule. I suoi limiti sono la pars plana dietro e l’iride in avanti. Dagli apici dei processi si originano le fibre dirette al cristallino e costituenti la zonula ciliare di Zinn.

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Pars plana

Pars plicata

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Il corpo ciliare è rivestito internamente dalla parte ciliare della retina, che nel caso specifico si identifica con due strati epiteliali corrispondenti a:

1. uno strato più interno in cui le cellule cilindriche della pars plana e le cellule cubiche della pars plicata si fanno responsabili della produzione di umor acqueo.

2. uno strato più esterno in cui le cellule sono ricche di pigmento. Questo strato è aderente allo stroma ciliare.

Lo stroma del corpo ciliare è costituito da una matrice ricca di fibre collagene, in cui decorrono vasi e nervi. Nello stroma dei processi ciliari vi sono capillari fenestrati che permettono il passaggio di alcune molecole alle cellule circostanti per la produzione di umor acqueo. In seno allo stroma viene accolto il muscolo ciliare i cui fasci più abbondanti sono longitudinali ed altri si fanno circolari. Il muscolo è separato da uno strato sottile connettivale dalla sclera.

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Qual è la funzione del muscolo ciliare?

Il muscolo ciliare si fa responsabile di quel processo di adattamento del cristallino, accomodamento. Infatti la sua contrazione, ad opera di fibre parasimpatiche postgangliari del ganglio ciliare, determina uno spostamento in direzione mediale ed in avanti del corpo ciliare. Questo comporta una diminuzione della tensione alle fibre della zonula ciliare ed un aumento dell’asse sagittale del cristallino. Essenziale nella visione degli oggetti vicini.

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IRIDEL’iride è il segmento anteriore della tonaca vascolare.

Si presenta come un disco circolare, situata dietro la cornea ed al davanti del corpo ciliare e del cristallino. È la porzione dell’occhio che assume colori diversi secondo i soggetti.

La sua parte centrale è attraversata da una fessure, pupilla, che ha la funzione di convogliare i raggi luminosi all’interno della retina.

iride

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La sua faccia anteriore è caratterizzata da depressioni, cripte, e tale faccia è rivestita da endotelio continuo con quello che riveste la faccia posteriore della cornea. È discontinuo anch’esso e per di più manca proprio nelle cripte.

Lo stroma irideo è connettivo fibrillare in cui sono immersi fibroblasti e melanociti. Nello stroma passano vasi e nervi. L’irrorazione è data dai rami del grande e del piccolo cerchio arterioso. Ma cosa assai più importante è che, accolto nello stroma, in corrispondenza del margine pupillare vi è il muscolo sfintere della pupilla, un anello muscolare liscio i cui fasci hanno andamento concentrico con la pupilla. La sua contrazione regola il restringimento della pupilla, MIOSI.

La faccia posteriore dell’iride è rivestita dalla parte iridea della retina, che si organizza di due strati epiteliali corrispondenti a:

1. Uno strato esterno, aderente allo stroma le cui cellule assumono

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l’aspetto di cellule mioepiteliali e nell’insieme vanno a costituire il muscolo dilatatore della pupilla. Esso si estende dal margine ciliare dell’iride sino in prossimità del margine pupillare. La contrazione di tale muscolo è responsabile della MIDRIASI, dilatazione della pupilla.

2. Strato di cellule che guardano alla

camera posteriore dell’occhio, ricche

di pigmento nero.

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ANGOLO IRIDO-CORNEALE

È l’angolo laterale della camera anteriore dell’occhio in cui lo stroma corneale si proietta lateralmente insieme alla membrana di Descement ed endotelio ed assume un aspetto trabecolato sino a fissarsi sullo stroma ciliare, al davanti del muscolo ciliare. Il sistema trabecolare è essenziale nel meccanismo di riassorbimento dell’umor acqueo, infatti questo passa per il trabecolato e si riversa nel canale di Schlemm.

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RETINA

La retina è la membrana più interna del bulbo oculare. È la struttura nervosa, capace di convertire gli stimoli luminosi in potenziali elettrici. E’ trasparente!

Essa consta di un segmento posteriore, parte ottica, che si estende sino all’ora serrata e di una parte cieca, anteriore, che va dall’ora serrata sino all’iride. Entrambe le porzioni si costituiscono di due foglietti, uno esterno ed un interno. Però mentre quello esterno è comune in entrambe, ossia uno strato epiteliale di cellule pigmentate, il foglietto interno, invece, ha natura nervosa nella parte ottica e natura epiteliale nella parte cieca. Vedi libro..

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IRRORAZIONE RETINA

La retina è irrorata da due distretti vascolari indipendenti:

1. Gli strati più interni, dall’arteria centrale della retina, ramo della oftalmica, che decorre insieme al nervo ottico, perfora la sclera e raggiunge la papilla ottica della retina, dove si divide in 4 rami; due superiori, mediale e laterale e due inferiori, mediale e laterale. Da qui questi rami, che si organizzano come dispositivi terminali si capillarizzano fornendo lo strato delle fibre della retina. I capillari hanno un endotelio con fitte giunzioni intercellulari che poggiano su una membrana basale contenente periciti. (Barriera ematoretinica).

2. Gli strati più esterni, dal sistema coriocapillare, con capillari a lume largo e pareti lasse forniti dalle arterie ciliari posteriori brevi che decorrono nella coroide e si capillarizzano nella retina.

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CRISTALLINO

Il cristallino è la lente biconvessa dell'occhio umano e ha la funzione di mettere a fuoco l'immagine. La convessità posteriore del cristallino è più pronunciata rispetto all'anteriore.

È una struttura trasparente collocata posteriormente all'iride e anteriormente al corpo vitreo e alla fossa ialoidea, bagnata dall'umore acqueo della camera posteriore e tenuto in sede dalle fibre zonulari che si attaccano all'apice dei corpi ciliari. È una struttura priva di vascolarizzazione e innervazione e questo le permette di rimanere otticamente perfetta.

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Il cristallino è formato da tre strati, dal più superficiale al più profondo sono la capsula, l'epitelio e le fibre del cristallino.

1. La capsula del cristallino è composta da fibre collagene di tipo I, III e IV, da glicosaminoglicani e glicoproteine tra cui le cristalline. Il suo spessore è maggiore al polo anteriore e all'equatore rispetto al polo posteriore. Presenta notevole elasticità e questa caratteristica è essenziale per l'accomodazione. Su di essa, presso l'equatore, si inseriscono le fibre zonulari provenienti dal corpo ciliare. Deriva dalle cellule del sottostante epitelio.

2. L'epitelio del cristallino è profondo alla capsula alla quale aderisce tenacemente, è uno singolo strato di cellule cubiche o poligonali dai grandi nuclei spesso 10 µm. Da origine alle fibre del cristallino.

3. Le fibre del cristallino sono cellule epiteliali piatte e

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modificate. La porzione più interna delle fibre del cristallino è detta nucleo, mentre le fibre più periferiche si organizzano nello strato corticale. Le fibre del cristallino sono strettamente stipate e si presentano chiare e trasparenti. Il loro citoplasma è ricchissimo di acqua.

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ORGANIZZAZIONE VASCOLARE DEL BULBO

Il bulbo oculare viene irrorato da due sistemi vascolari:

1. Il sistema retinico (arteria centrale della retina)

2. Il sistema ciliare (arterie ciliari).

Entrambi i sistemi sono rami dell’arteria oftalmica, la quale decorre inferiormente al nervo ottico.

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Le arterie ciliari posteriori sono due, una mediale ed una laterale. Queste decorrono perforano la sclera prima dell’equatore. Esse forniscono diversi rami dette arterie ciliari posteriori brevi, le quali nello spessore della sclera stessa creano un cerchio arterioso attorno al nervo ottico, detto anello di Haller. Da questo cerchio arterioso si originano dei rami diretti alla coroide e da qui si capillarizzano nella retina. (sistema coriocapillare destinato allo strato più esterno della retina).

Dalle arterie ciliari posteriori si staccano anche le arterie ciliari posteriori lunghe, in numero di due, mediale e laterale, che decorrendo nella lamina sovracorioidea si portano sino al margine ciliare dell’iride, passando per lo stroma del corpo ciliare e lì si anastomizzano con le arterie ciliari anteriori creando il grande cerchio arterioso. Da questo si originano rami che raggiungono il margine pupillare dell’iride, passando per lo stroma irideo,e creano il piccolo cerchio arterioso.

SISTEMA CILIARE

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Le arterie ciliari anteriori perforano la sclera in prossimità dell’inserzione dei muscoli retti. Qui forniscono rami episclerali e passano per la coroide sino a raggiungere il margine ciliare dell’iride dove si anastomizzano con le arterie ciliari posteriori lunghe, creando il grande cerchio arterioso dell’iride.

IL SISTEMA VASCOLARE RETINICO

L’arteria centrale della retina decorre centralmente al nervo ottico. Perfora la sclera e passa per la coroide e raggiunge la papilla ottica dove si divide in 4 rami, due superiori, mediale e laterale e due inferiori, mediale e laterale. I rami terminano senza anastomizzarsi tra loro ma si riversano in una rete capillare,il cui endotelio è fittamente rivestito di periciti.

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ORGANI ACCESSORI DEL BULBO

FASCIA DEL BULBO

Anche detta capsula di Tenone. È una fascia di tessuto connettivale che riveste completamente il bulbo oculare seguendone il suo profilo, dalla guaina del nervo ottico sino al limbus . Ciasun tendine dei muscoli estrinseci attraversa la capsula e raggiunge la sclera. Attorno ad essi, la fascia del bulbo forma un manicotto fibroso che si continua posteriormente nella guaina dei rispettivi muscoli.

In realtà la capsula di Tenone è ben aderente solo alla guaina del nervo ottico e al limbus, per tutto il resto del suo decorso le connessioni con la sclera sono così lasse da non costituire un problema per i movimenti dell’occhio.

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All’altezza del limbus, dalla capsula di Tenone si diparte una espansione di forma tronco-conica, la cui base si fissa contorno dell’orbita. Ne rappresenta, complessivamente, un mezzo di fissità del bulbo oculare.

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GUAINE DEI MUSCOLI ESTRINSECI

Si tratta di lamine di tessuto connettivo fibroso che avvolgono i muscoli estrinseci e risultano connesse tra loro per mezzo di lamine intermuscolari.

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TENDINI DI ARRESTO

Sono fasci legamentosi che si staccano dalle guaine dei muscoli extraoculari e raggiungono le espansioni della capsula di Tenone sul periostio del contorno dell’orbita. Servono a modulare la tensione esercitata dai muscoli sul bulbo oculare.

Inoltre esiste un legamento sospensore del bulbo, il quale dalla guaina comune dei muscoli, retto inferiore ed obliquo inferiore, si porta sino all’orbita.

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VISIONE DI INSIEME

Sezione frontale della cavità orbitaria destra.

All’interno della cavità orbitaria sono accolti il bulbo oculare, preposto alla visione, ed una serie di organi accessori dell’occhio.A riempire gli spazi tra il periostio dell’ orbita e gli organi in essa contenuti provvede il CORPO ADIPOSO DELL’ORBITA, una massa di tessuto adiposo avente funzione di sostegno e protezione. Questo si adagia tra il periostio e la FASCIA DEL BULBO.La fascia del bulbo o capsula di Tenone è una lamina di connettivo applicata alla sclera del bulbo oculare. Essa derisce saldamente alla guaina del nervo ottico, segue l’andamento convesso della sclera, all’equatore si lascia attraversare dai tendini dei muscoli extraoculari (fornendo un breve manicotto a ciascun muscolo) ed aderisce al limbus. A questo livello dà origine ad una espansione diretta al contorno dell’orbita.

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