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Autismo e Psicosi Premessa - psicolab.net · Autismo e Psicosi Premessa Sino a pochi decenni fa , e...

Date post: 17-Feb-2019
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Autismo e Psicosi Premessa Sino a pochi decenni fa , e in larga parte ancora oggi , tutto quello che riguardava la neurodiversità era raccontato , descritto e ipotizzato da persone che non erano neurodiverse . Solo da pochissimi anni la neurodiversità è stata raccontata da dentro , e questo ha non solo ridimensionato notevolmente l’intero concetto , ma pone sotto una luce completamente nuova ogni approccio all’argomento . Uno dei più grandi punti di confusione , anche purtroppo in ambiente accademico e medico , è la confusione tra le manifestazioni estreme dell’autismo e le psicosi , e il grande errore interpretativo dovuto a cattiva lettura dei comportamenti emessi : spesso simili , ma che seguono schemi diversi e che possono essere generati dall’una o dall’altra condizione . Il più importante cambiamento culturale , per il quale i diretti interessati stanno ancora lottando , è l’acquisizione del concetto di neurodiversità come condizione fisiologica umana collocata in un continuum che attraverso incalcolabili combinazioni e sfumature rappresenta simbolicamente le molteplici possibilità fisiologiche diverse di essere uomo . Fino a tempi scandalosamente recenti Il DSM includeva persino l’omosessualità tra le PATOLOGIE . Poiché il DSM è uno strumento in evoluzione , un codice scritto dalle persone per le persone , che intende fornire parametri di riferimento più o meno orientativi sarebbe vantaggioso ed auspicabile che presto tutte le sfumature fisiologiche della neurodiversità siano escluse dal ventaglio delle condizioni patologiche . Spesso , specialmente in occidente , la struttura sociale e tutte le sue principali organizzazioni risultano essere profondamente non adattabili alle diversità , generando quindi una serie di problemi che si manifestano nel comportamento e nella compromissione anche severa della qualità della vita delle persone diverse compromettendola a volte in maniera significativa . Probabilmente non dovrebbe esserci un DSM ( Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders «Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali») , ma un NSM ( Manuale di Sintomatologia Neuropsicocomportamentale ) che includa quindi anche la neurotipicità ( fisiologica ) e l'Asperger e HFA ( Autismo ad alto funzionamento , secondo me e moltissimi altri autori altrettanto fisiologica ) . Una panoramica quindi , che includa condizioni fisiologiche e patologiche , e non un mero "codice di patologia mentale/comportamentale umana” . Al momento , sia nell’attuale forma del testo indicativo , che nella sua futura revisione , non è prevista questa opzione . Attualmente inoltre purtroppo capita ancora che psicosi e autismo siano confusi , per questo una eventuale diagnosi precedente di psicosi non è incompatibile ( COME EVENTO STORICO ) al percorso clinico delle persone autistiche . Cioè : è possibile che faccia parte dell’iter . Non vuol dire che sia corretta . Malgrado i parametri segnalati dall’OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità ) siano chiari , non è facilissimo distinguere nel comportamento reale della persona vera tracce dell’una o dell’altra condizione , a meno che non si sia davvero esperti conoscitori dell’argomento e dei processi di pensiero , percettivi e di associazioni mentali che determinano comportamenti macroscopicamente simili . Perché accade questo ? Perché la neurodiversità è ancora poco conosciuta e poco compresa . Un esperto veramente competente sa distinguere e sa motivare l’etiologia di ogni comportamento . L’autismo è IPER PERCEZIONE , la psicosi è IPOPERCEZIONE . L’autismo è LETTURA DEL REALE ( le persone autistiche percepiscono più e meglio rispetto alle persone neurotipiche ) , la psicosi è INTERPRETAZIONE QUASI TOTALE DEL POCO PERCEPITO . I processi sensoriali e percettivi sono opposti , antagonisti . Il cosiddetto “Autismo Psicotico” , cioè la chiusura emotiva e comunicativa tipica di alcune forme di psicosi , ( erroneamente confuso con la sintomatologia autistica ) è etiologicamente e neurologicamente diverso dal comportamento autistico . 1
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Autismo e Psicosi

Premessa

Sino a pochi decenni fa , e in larga parte ancora oggi , tutto quello che riguardava la neurodiversità era raccontato , descritto e ipotizzato da persone che non erano neurodiverse . Solo da pochissimi anni la neurodiversità è stata raccontata da dentro , e questo ha non solo ridimensionato notevolmente l’intero concetto , ma pone sotto una luce completamente nuova ogni approccio all’argomento . Uno dei più grandi punti di confusione , anche purtroppo in ambiente accademico e medico , è la confusione tra le manifestazioni estreme dell’autismo e le psicosi , e il grande errore interpretativo dovuto a cattiva lettura dei comportamenti emessi : spesso simili , ma che seguono schemi diversi e che possono essere generati dall’una o dall’altra condizione .

Il più importante cambiamento culturale , per il quale i diretti interessati stanno ancora lottando , è l’acquisizione del concetto di neurodiversità come condizione fisiologica umana collocata in un continuum che attraverso incalcolabili combinazioni e sfumature rappresenta simbolicamente le molteplici possibilità fisiologiche diverse di essere uomo . Fino a tempi scandalosamente recenti Il DSM includeva persino l’omosessualità tra le PATOLOGIE . Poiché il DSM è uno strumento in evoluzione , un codice scritto dalle persone per le persone , che intende fornire parametri di riferimento più o meno orientativi sarebbe vantaggioso ed auspicabile che presto tutte le sfumature fisiologiche della neurodiversità siano escluse dal ventaglio delle condizioni patologiche . Spesso , specialmente in occidente , la struttura sociale e tutte le sue principali organizzazioni risultano essere profondamente non adattabili alle diversità , generando quindi una serie di problemi che si manifestano nel comportamento e nella compromissione anche severa della qualità della vita delle persone diverse compromettendola a volte in maniera significativa . Probabilmente non dovrebbe esserci un DSM ( Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders «Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali») , ma un NSM ( Manuale di Sintomatologia Neuropsicocomportamentale ) che includa quindi anche la neurotipicità ( fisiologica ) e l'Asperger e HFA ( Autismo ad alto funzionamento , secondo me e moltissimi altri autori altrettanto fisiologica ) . Una panoramica quindi , che includa condizioni fisiologiche e patologiche , e non un mero "codice di patologia mentale/comportamentale umana” . Al momento , sia nell’attuale forma del testo indicativo , che nella sua futura revisione , non è prevista questa opzione .

Attualmente inoltre purtroppo capita ancora che psicosi e autismo siano confusi , per questo una eventuale diagnosi precedente di psicosi non è incompatibile ( COME EVENTO STORICO ) al percorso clinico delle persone autistiche . Cioè : è possibile che faccia parte dell’iter . Non vuol dire che sia corretta . Malgrado i parametri segnalati dall’OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità ) siano chiari , non è facilissimo distinguere nel comportamento reale della persona vera tracce dell’una o dell’altra condizione , a meno che non si sia davvero esperti conoscitori dell’argomento e dei processi di pensiero , percettivi e di associazioni mentali che determinano comportamenti macroscopicamente simili .

Perché accade questo ? Perché la neurodiversità è ancora poco conosciuta e poco compresa . Un esperto veramente competente sa distinguere e sa motivare l’etiologia di ogni comportamento . L’autismo è IPER PERCEZIONE , la psicosi è IPOPERCEZIONE . L’autismo è LETTURA DEL REALE ( le persone autistiche percepiscono più e meglio rispetto alle persone neurotipiche ) , la psicosi è INTERPRETAZIONE QUASI TOTALE DEL POCO PERCEPITO . I processi sensoriali e percettivi sono opposti , antagonisti . Il cosiddetto “Autismo Psicotico” , cioè la chiusura emotiva e comunicativa tipica di alcune forme di psicosi , ( erroneamente confuso con la sintomatologia autistica ) è etiologicamente e neurologicamente diverso dal comportamento autistico .

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Un altro motivo di confusione è infatti l’utilizzo di termini come Autismo , mutuato dalla forma di “chiusura” nei confronti dell’altro tipica della schizofrenia con sintomi negativi a causa di una cattiva interpretazione dell’osservazione del comportamento dei bambini con autismo nella sua manifestazione con sintomatologia severa . Il termine Autismo viene oggi usato lecitamente e indistintamente sia per intendere la forma severa che quella fisiologica , generando confusione . Di contro il termine Neurodiversità , che si riferisce al parametro quantitativo in relazione all’intera popolazione umana mondiale e che vede dunque l’autismo in ogni sua sfumatura come una minoranza matematica, non può essere correttamente usato per tutte le forme di Autismo a basso funzionamento , vedremo in seguito come mai .

Per definire la condizione di organizzazione manifesta nella maggior parte della popolazione umana mondiale si utilizza generalmente il termine Neurotipicità , coniato da Liane Holliday Willey ( autrice di “Pretending to be normal” 1999 ) e che sostituisce il meno eticamente corretto “normale” . “Normale” , riferito ad una categoria di persone , è associabile al concetto opposto di “Anormale” che induce l’accezione di “Non sano” . Il termine Neurotipicità però a sua volta genera confusione nel momento in cui alcune mutazioni che possono manifestarsi indifferentemente sia nell’una che nell’atra condizione rendono una persona non autistica nemmeno tipica . Vi sono quindi anche in ambiti accademici molti punti opachi che meritano chiarezza .

Il presente lavoro si pone l’obiettivo di chiarire le differenze tra Autismo e Psicosi , e di fornire elementi per fare luce sui concetti di organizzazione neurologica “tipica” e “atipica” , condizioni con manifestazione severa di entrambe e possibilità di comorbilità e/o coesistenza con atre condizioni patologiche o fisiologiche a prescindere dalla struttura neurologica . Intende inoltre spiegare le dinamiche alla base dei parametri diagnostici per la neurodiversità , spiegando il funzionamento del sistema sensorio percettivo e le conseguenze nelle aree di rilevanza clinica .

Neurotipico /Neurodiverso : cosa vuol dire ?

Come approfondiremo in seguito molte sono le possibili mutazioni e le condizioni che non dipendono dalla organizzazione neurologica di base ma coinvolgono il funzionamento del sistema nervoso , ad esempio la trisomia 21 , per citarne una . Questo rende equivoca la definizione letterale del termine “neuro tipicità” , dato che , oggettivamente , una persona con trisomia 21 non è letteralmente “tipica” , cioè non è una condizione condivisa dalla maggior parte della popolazione totale , come pure altre condizioni non patologiche come la Dislessia . In maniera strettamente letterale non si può definire tecnicamente o matematicamente “tipico” il sistema nervoso con mutazione che determina la Dislessia in una o più delle sue varianti , perché non tutta la maggior parte della popolazione mondiale intera ha la mutazione . Il termine “neuro-Tipico” dunque ingenera frequenti malintesi .

Onde evitare fraintendimenti e per facilitare la lettura in questo lavoro utilizzerò arbitrariamente una terminologia diversa : utilizzerò la definizione “Tipo A” per intendere l’organizzazione neurologica maggiormente rappresentata nell’insieme della popolazione umana totale , e “Tipo B” per intendere quella che coinvolge una parte in proporzione minore della popolazione totale . La definizione di “quantitativamente minore” non definisce esattamente la condizione di “Minoranza” etnicamente intesa , si tratta infatti di una “Minoranza relativa” .

Poiché le combinazioni genetiche sono pressoché incalcolabili , l’intera popolazione mondiale umana si distribuisce , secondo i parametri di organizzazione neurologica , lungo un continuum che va dal Tipo A al Tipo B passando per Ab ( organizzazione i tipo A con alcuni tratti tipici del Tipo B che non influenzano in modo significativo il comportamento e i processi i pensiero ) , ab

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( organizzazione con caratteristiche miste e integrate tra loro , si ritiene che la fascia di popolazione con queste caratteristiche sia decisamente più ampia rispetto a quanto si è postato comunemente a pensare . Una ricerca Sud Coreana , Statunitense e Canadese

pubblicata sul The American Journal of Psychiatry nel 2011 , inserisce la popolazione ab nella definizione “neurodiversa” e questo sposta il limite a 1 su 38 ) , aB ( organizzazione neurologica di Tipo B con alcune caratteristiche del Tipo A che non influenzano in modo significativo il comportamento e i processi i pensiero ) .

Cosa si intende dunque con i termini “neuro tipicità” ( Tipo A ) e “neurodiversità” ( Tipo B ) ? come inserirli , senza ingenerare confusione fraintendimenti , in un contesto adatto ?

Partiamo dalla descrizione schematica del funzionamento dei neuroni nei processi sensoriali e percettivi . L’uomo si distingue dagli altri animali principalmente per il suo complesso ed evoluto sistema nervoso . Nella maggior parte della popolazione umana ( Tipo A ) rispetto agli altri animali la soglia di attivazione agli stimoli ambientali è molto meno sensibile e i neuroni compensano con un meccanismo automatico di correzione percettiva : letteralmente riempiono i vuoti con dati ricavati da calcoli basati sulla statistica empirica . I dati “inventati” , cioè aggiunti in modo arbitrario e non “letti” dall’ambiente sono , nella stragrande maggioranza dei casi , attinenti al reale . Per questo la competenza risulta estremamente funzionale . In pratica , se une persona con questa caratteristiche non è in grado di cogliere le molte diversità che ci sono tra un filo d’erba e l’altro è però in grado di percepire l’intera area di vegetazione anche se non la vede concretamente . I processi percettivi dunque sono basati su continue ipotesi statistiche che prendono spunto da un minimo input ambientale . Tutta la comunicazione sociale umana si basa su questi parametri e gran parte dei dati sui quali si basano questi calcoli di riempimento sono dati “comunicati” e modellati sui reciproci feedback sociali . Comunicare è faccenda assai complessa mano a mano che il livello evolutivo della specie sale . Oltre alla comunicazione diretta infatti la rete sociale si struttura su strategie di camuffamento sempre più sofisticate e risulta funzionale la competenza di individuare il segnale al di là del camuffamento comunicativo . La struttura neurologica della maggior parte della popolazione umana ( Tipo A ) non si attiene letteralmente agli stimoli ambientali perché non è in grado di coglierli , e compensa questo basso livello di raffinatezza sensoriale con una elevata competenza di calcolo delle probabilità ed una grande flessibilità . L’elasticità , il passaggio a un argomento all’altro , da una posizione all’altra , da una comunicazione all’altra e la possibilità di intendere cose del tutto diverse da quella esplicitate sono facilitate dal relativamente scarso numero di informazioni in entrate e dall’elevata rosa di possibilità speculative che si innescano in automatico .

Di contro il sistema organizzato diversamente ( Tipo B ) ha una elevatissima competenza sensoriale , quasi paragonabile a quella di molti degli animali non umani , e una minore competenza di “riempimento” . Non vi è particolare necessità di riempimento , perché la quantità degli stimoli in entrata è tale da permettere di percepire i collegamenti tra essi senza “inventarli/indovinarli” . L’interpretazione dei dati in entrata , la cosiddetta lettura percettiva , è ovviamente una caratteristica fisiologica di ogni persona . Anche le persone con sistema sensorio raffinatissimo eseguono automaticamente il processo di interpretazione dei dati , ma in misura decisamente minore . Per amore di chiarezza va esplicitato infatti che TUTTI i comportamenti caratteristici del Tipo B sono UMANI e rientrano quindi nel ventaglio dei molti comportamenti emissibili . La differenza tra organizzazione di Tipo A e di Tipo B , si manifesta nella forma del comportamento emesso , determinata a monte dalla organizzazione neurologica e dalla relativa soglia di attivazione neurologica e percettiva , oltre che ovviamente nella durata e intensità . Durata e intensità dell'emissione di un comportamento che possono arrivare a determinarne la disfunzionalità e come conseguenze "a catena" a compromettere la fluidità dello scambio , della comunicazione , della prestazione , ecc...

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Condizioni non determinate dal tipo di organizzazione neurologica : aspetti e manifestazioni funzionali e disfunzionali

Vi sono molti modi di essere umani , e , tra tutti i modi fisiologici , ve ne sono moltissimi , la netta maggioranza nella popolazione mondiale intera , che sono organizzati secondo strutture e funzionamento neurologico simile , Tipo A . Molti altri , molti ma NON la maggioranza , sono strutturati secondo particolari parametri differenti , Tipo B . Quello che è alla base delle macroscopiche divergenze che hanno echi in ogni sfumatura del vivere sociale ( sentimenti , affetti , lavoro , soddisfazione , figli , studi … ) è una microscopica ma determinante differenza nella struttura sensoriale e , in seguito , percettiva . Non c’è un modo giusto o uno sbagliato di essere umani , solo molti modi diversi . E nessuno dei sistemi neurologici è immune da giftedness ( QI nettamente superiore alla media maggiore di 120 ) o da patologie varie ( trisomie ad esempio ) o condizioni ulteriormente diverse ( dislessia ad esempio o AD/HD ) .

Sia l’organizzazione neurologica di Tipo A che quella do Tipo B e tutte le sfumature intermedie possono presentare , in una minoranza dei casi , condizioni diverse . Tra le condizioni funzionali vi sono ad esempio il QI estremamente alto , oppure uno spiccato talento in un qualunque ambito , come ad esempio le ”diverse intelligenze” di cui tratta Gardner . Vi sono poi condizioni di diversità dovute a mutazioni che non sono da considerare patologiche ma che risultano disfunzionali a causa della non adeguatezza delle strutture sociali , come a esempio la Dislessia ( mutazione del secondo Cromosoma nel loco DYX3 ) . T. Grandin scrive che statisticamente i ceppi genetici con molti soggetti con caratteristiche del Tipo B hanno anche alcuni membri Dislessici in misura maggiore rispetto ai ceppi genetici di Tipo A , ma resta da stabilire se l’esclusione dai criteri selettivi delle persone diverse dalle famiglie di Tipo A coinvolga anche i Dislessici oltre che le persone di Tipo B , ab e aB . Tra quelle disfunzionali ci sono anche le varie mutazioni patologiche genetiche , ad esempio la già citata Trisomia 21 e le altre patologie cromosomiche , l’epilessia , la Depressione ( secondo alcuni autori più precisamente la predisposizione a sviluppare Depressione ) e una infinità di altre condizioni di origine genetica .

Condizioni disfunzionali determinate invece proprio dal tipo di organizzazione neurologica : aspetti e manifestazioni

Vi sono poi in una minoranza della popolazione mondiale umana totale manifestazioni patologiche dovute a una eccessiva espressione della struttura neurologica .

La struttura neurologica di Tipo B è una condizione umana e fisiologica . Come tutte le altre condizioni fisiologiche , può manifestare in una minoranza della popolazione totale interessata forme con sintomatologie più importanti . A volte queste forme sono tanto importanti da determinare interferenza con lo sviluppo funzionale delle competenze celebrali , in modo anche irrecuperabile ( compromissione del cognitivo , LFA ) .

La manifestazione patologica della mutazione evolutiva , o iperspecializzazione , che ha portato al Tipo B si potrebbe definire Tipo BB , ossia Tipo B esasperato o in espressione massima ( comunemente : Autismo severo o Autismo “propriamente detto” ) . Questa condizione pare manifestarsi con frequenza maggiormente significativa nei ceppi genetici i cui membri sono in prevalenza di Tipo A . il dato lascia ipotizzare che , abbinati alla mutazione ci siano anche dei “geni di controllo” che ne impediscano l’espressione totale . L’espressione totale di un sistema con raffinatissimo sensorio rende quasi impossibile il necessario lavoro di “riempimento” di fatto cristallizzando la persona coinvolta in un costante bombardamento ambientale quasi senza filtri . I ceppi genetici di Tipo B o con maggiore numero di soggetti di Tipo B tendono ad avere minore probabilità di manifestazione della forma ad espressione completa della mutazione . Le numerose combinazioni e ricombinazioni genetiche rendono possibile la manifestazione severa anche in ceppi con molti soggetti di Tipo B , ma sempre in misura

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minore rispetto agli altri . Questo accade perché è possibile che nel ceppo genetico vi siano persone il cui bagaglio genetico è di Tipo A da generazioni e l’assenza degli ipotizzati geni di controllo viene trasmessa nella prole in alcuni casi .

All’estremo opposto del continuum vi è l’espressione completa e disfunzionale del Tipo A : la Psicosi . E’ quindi possibile definire la Psicosi come Tipo AA . Le psicosi non sono tutte uguali , in comune hanno la pervicacia della convinzione percettiva non aderente al reale oggettivo . Lo psicotico ( ogni psicotico ) percepisce stimoli non presenti nell’ambiente reale oggettivo ma derivati dalla elaborazione dei dati per cui la valenza interpretativa è enorme ed ha carattere di realtà per la persona . In poche parole : il lavoro di “riempimento” esercitato dei processi neurologici è portato all’estremo e la soglia sensoriale al contrario è sempre meno raffinata . La maggior parte delle Psicosi ( Tipo AA ) , specialmente se espressa in forma “attenuata” , mantiene pressoché intatta la competenza sociale permettendo lì inserimento fluido , o semifluido , nei diversi ambiti del tessuto sociale . In alcune espressioni la condizione AA , caratterizzata da scarsa empatia ( etiologicamente diversa dall’idea di “scarsa empatia” comunemente associata all’Autismo ) amplifica le competenze manipolative e favorisce l’inserimento funzionale del soggetto a scapito egli altri membri del gruppo sociale .

Tipo BB : cosa è l’Autismo propriamente detto

Cosa è , in pratica ,l’Autismo ?

Quasi sempre le condizioni fortemente invalidanti hanno anche dei segni visibili , nel corpo , nel volto , che indicano che qualcosa non lavora come dovrebbe per garantire funzionalità e una qualità della vita dignitosa e autonoma . Tra tutte le sfumature delle numerosissime condizioni dello spettro autistico ve ne sono alcune , con sintomatologia particolarmente importante , da complicare notevolmente l’esistenza delle persone coinvolte direttamente e indirettamente . Nemmeno in questi casi , nemmeno la sintomatologia severa ha segni visibili nella facies . I bimbi autistici , quando dormono ( cit. Caretto ) , o quando sono assorti o immobili , non sono diversi da nessun altro bimbo funzionale del mondo . E questo confonde non poco . Da tempo ci si interroga sul motivo di una diversità tanto evidente nei modi e tanto nascosta nel corpo . Moltissimi i progressi degli ultimi decenni . Lo stesso identico discorso è valido per le psicosi .

Oggi si sa , senza dubbio , che l’autismo NON è Psicosi , e NON è la conseguenza di un rifiuto inconscio della madre . L’autismo , anche quello nella manifestazione più importante , NON è nulla di tutto questo .

Più è raffinato il sistema sensoriale e meno è competente la capacità di “Inventare” dei neuroni . “Inventare” non vuol dire essere folli , vuol dire utilizzare input minimi ed accelerare i tempi di reazione e amplificare le opzioni di risposta e di possibilità in base a rapidi ed automatici calcoli automatici . Più è raffinato il sistema sensoriale e più è difficile , in proporzione , effettuare questi passaggi , mentre è facile farne di altri che sono impossibili per il sistema Tipo A . . Esiste un range funzionale che determina la fisiologia di un modello di organizzazione e dell’altro o di quelli , moltissimi, che sono “Misti” , cioè che hanno caratteristiche di entrambe le organizzazioni neurologiche ( Ab , ab e aB ) .

Oltre questo range si parla di condizione non fisiologica e quindi , in proporzione mutevole , patologica .

A confondere le idee altri due fattori : il fatto che non esista altro segno diagnostico che non sia il comportamento , e la diffusione di informazioni sulla neurodiversità in generale che , tra i molti effetti positivi , hanno anche l’antipatico effetto negativo di portare l’uomo della strada a pensare che ogni forma di autismo sia una particolarità e un dono e che non ne esista una

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forma difficile oppure il contrario , che sia un dramma anche la forma lieve o media . L’autismo nella sua forma severa è una faccenda complessa , una condizione che ha potenzialmente conseguenze di grande dolore per le persone e le famiglie coinvolte .

MA cosa è l’autismo ? E perché non tutto quello che è in tutto simile all’autismo severo può non essere neurodiversità ( Tipo B ) ?

Nella neurodiversità profondissima ( Tipo BB ) , quella che prevede un sistema sensorio quasi senza filtri , un sistema che immette in entrata quasi ogni stimolo presente in ambiente , la pressione subita e la reazione ad ognuno di questi stimoli è talmente coinvolgente , talmente pressante per il sistema nervoso da arrivare ad interferire in modo significativo anche con lo sviluppo cognitivo , emotivo , a volte motorio ecc … Avremo quindi una apoptosi ( morte programmata dei neuroni NON stimolati ENTRO UN TEMPO PRECISO ) che determina o può determinare un danno cognitivo/neurologico importante . Oggi , rispetto al passato , grazie alla valutazione precoce e ad interventi adeguati questo processo è arrestabile in molti dei casi , soltanto una minoranza resta senza risposta alle terapie . Un bambino con un sistema sensorio talmente sensibile da essere disfunzionale è un bambino che vive come “annegato” negli stimoli e nelle reazioni neurologiche che tali stimoli scatenano . Questa espressione “completa” della mutazione che determina la neurodiversità porta gli studiosi ad ipotizzare che vi siano , nella forma fisiologica e funzionale , dei geni controllo che impediscono l’espressione totale . L’ipotesi è ancora al vaglio .

Il grande problema è anche che non esiste un marcatore genetico certo . Ci sono dei geni ufficialmente riconosciuti come direttamente coinvolti , ma al momento la diagnosi si effettua sull’unico sintomo certo : il comportamento . Qual è dunque uno degli altri problemi possibili ? Il fatto che un danno neurologico di altra natura possa manifestarsi in modo del tutto simile . Un sistema Tipo A ad esempio potrebbe subire un danno tale in una fase precocissima dello sviluppo da riuscire a determinare un funzionamento del tutto simile , nella forma , a quello del Tipo BB . In tutto questo interrogarsi e cercare strategie valide , vivono la loro vita vera persone umane .

Le famiglie sono spesso sature di dolore e tanta sofferenza non può che essere rispettata profondamente , anche quando si manifesta attraverso modi che contribuiscono ad alzare i muri della difficoltà di comunicazione . Per un effetto biologicamente comprensibile , ma non giustificabile , le famiglie intere di persone considerate “sbagliate” sono a loro volta emarginate , abbandonate . Di fatto non esiste rete sociale o sanitaria efficace , e l’intero nucleo , oltre a vivere il difficile percorso di adattamento alla condizione non favorevole del figlio , a volte dolorosamente senza riuscirci mai , si scontra con una società non pronta e non adeguata all’inserimento di tutti e nemmeno competente nell’adattarsi alle esigenze di chi ha più bisogno .

Il figlio con LFA ( Low Functioning Autism , Autismo a basso funzionamento ) può a volte rappresentare per alcuni genitori anche la realizzazione parziale del figlio ideale che non riesce mai a scontrarsi in modo sano e costruttivo con la realtà per evolvere .. questo porta spesso le famiglie a rifiutare tutto quello che riguardi l’autismo nelle diverse manifestazioni dello spettro e che non sia relativo al concetto di Autismo come patologia : una patologia tremenda che ha come “portato via” il figlio sano rendendolo invalido . in realtà dentro ad un bimbo BB ( LFA ) non c’è un bimbo A incastrato , o imprigionato nella patologia , ma un bimbo B ( HFA ) “eccessivamente” mutato . Ma la percezione sia in ambito accademico che comune è del tutto diversa . Tutto questo vissuto emotivo , che andrebbe trattato con la più grande sensibile forma di accoglienza e di rispetto , viene purtroppo invece a scontrarsi drasticamente con la società e le istituzioni , confinando genitori e famiglie in una sorta di limbo . Amplificando il disagio percepito . I costi e le terapie sono carico loro e nemmeno sempre adeguate alla singola situazione , L’enorme investimento emotivo ed economico quindi è ripagato dalla

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società in genere con amara moneta . Alcune forme poi della stessa condizione e con lo stesso impatto severo si manifestano entro i due anni , dopo un primo periodo di sviluppo apparentemente tipico , questo precipita le famiglie in una situazione di ancora più grande sconforto con reazioni spesso di grande rifiuto al quale corrisponde maggiore durezza nel feedback sociale . L’impatto con gli altri e l’inserimento tra i pari è quasi sempre complesso , nelle forme severe . L’istituzione scolastica non sempre è adeguata , gli insegnanti non preparati . Pochi quelli che collaborano e lo fanno solo a discrezione personale . Il ruolo dell’eventuale insegnante di sostegno , che dovrebbe essere quello di sostenere la classe nel processo di integrazione reciproca , è relegato a quello di badante e stigmatizzante del diverso .

Come sarebbe possibile agevolare l’integrazione dei bambini autistici a scuola ? E’ davvero così complicato ?

La prima cosa importante da considerare è la raffinatissima particolarità sensoriale , considerare ad esempio che i rumori e le luci e i cambiamenti , impercettibili per la maggior parte della popolazione , sono per i bambini autistici trasformazioni enormi che hanno , nel loro sistema nervoso , conseguenze importanti , un unico particolare che cambia può scatenare una risposta di panico che è da considerare in tutto e per tutto neurologica , non capricciosa , e se non adeguatamente contenuta dare origine ad una escalation che può portare alla reazione fisica . Il punto di vista del bambino è sempre da tenere in massima considerazione , solo entrando nel suo mondo percettivo è possibile agganciare una comunicazione efficace e portare , per quanto possibile , l’attenzione e il comportamento ai parametri condivisi dagli altri .

Altro passaggio fondamentale : la percezione del vantaggio della classe o gruppo sociale nell’integrazione . Alcune semplici strategie consistono nel premiare la classe OGNI VOLTA che il bambino autistico fa un progresso . In questo modo la classe percepirà come personale il valore del benessere del bambino e si attiverà per favorire le sue reazioni positive ed ammortizzare quelle negative . Premi possibili sono : alcuni minuti di ricreazione in più , oppure carte o gadget popolari ed economici ma di grande valore simbolico , oppure “gettoni” che poi porteranno ad una gita , un film , un premio concreto e desiderato , premi questi che dovranno essere , e qui la bravura del corpo insegnante , DIRETTAMENTE associati al benessere del bambino autistico . La comune strategia punitiva amplifica al contrario sia la resistenza del bambino all’emissione del comportamento richiesto , che quella della classe all’integrazione . Purtroppo l’intervento e il sostegno per Adulto sono ancora lontani dall’essere adeguati . Gli adulti LFA oggi sono stati bambini e giovani BB ( o anche B ) diagnosticati e trattati per decenni come fossero AA , la maggior parte istituzionalizzati e tutti irrecuperabili . “Parcheggiati” in ospizi , con costi gravosi etici ed economici per la società intera .

Altre strategie di integrazione sono quelle che coinvolgono il bambino in attività per lui gradevoli e il rispetto per le esigenze di isolamento che periodicamente possono manifestarsi . Riconoscere i segnali predittori di una imminente crisi ( considerando che i maschi tendono ad essere distruttivi – aggressività etero diretta – e le femmine autolesioniste – aggressività endodiretta ) . Più si contrastano le esigenze maggiore saranno gli effetti negativi . Gli insegnanti e gli educatori ricordino sempre che ogni spiegazione e regola va esplicitata , meglio per iscritto , meglio ancora attraverso schemi e programmi illustrati con foto non generiche ; i cambiamenti vanno annunciati con largo anticipo e le strategie di compensazione e di gestione di eventuali emergenze concordate in anticipo e seguite alla lettera . Si raccomanda alla scuola o all’ente ( palestra , gruppo , ecc. ) grande collaborazione con la famiglia e ascolto . e strategie orientate in questa direzione minimizzano gli attriti e ottimizzano i risultati in termini di inclusione sociale e anche di progressi didattici dell’individuo ( in proporzione alle peculiarità cognitive ) e della classe . Ogni intervento educativo o terapeutico rivolto a persone

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direttamente e indirettamente coinvolte nella Tipologia B in ogni manifestazione non può prescindere dal coinvolgimento del nucleo familiare e delle istituzioni di riferimento .

Il tipo ab ( Ab , e aB ) , la cosiddetta Fascia SUBCLINICA :

Il termine Subclinico si riferisce al criterio che vuole le condizioni di tipo B tutte clinicamente rilevanti . I quadri comportamentali delle persone che hanno tratti di tipo B ma che no sodisfano i criteri diagnostici per l’Autismo , sono definiti Subclinici , ossia sotto la soglia clinicamente rilevante . Questo è un ulteriore grande errore . La grande fascia di popolazione con tratti sia di tipo A che B nelle diverse combinazioni non è infatti una “via di mezzo” o una fascia con “organizzazione neurologica di tipo misto” , ma rappresenta una condizione a parte , con comportamenti e funzionamento di pensiero particolare ed eventuale manifestazione patologica particolare . Nel sistema sociale sbilanciato di questo particolare periodo storico nel quale l’asse di riferimento di valori e organizzazione della comunicazione e dei vantaggi percepiti è spostato completamente sui parametri e i valori del tipo A , le persone con neurologia di tipo ab in ogni variante sono stimolate ad annullare parte di se stesse per adattarsi . Farlo è difficile e costoso in termini umani , etici e di autostima , ma possibile , questo fa percepire il tipo B come una zavorra , inoltre , per un fenomeno ben conosciuto in Psicologia dei gruppi , ogni inserimento ottenuto a caro prezzo è percepito di valore proporzionale al prezzo pagato . Una condizione simile storicamente , è stata vissuta dalla popolazione afroamericana di pelle chiara negli ultimi due secoli . Rinnegare la propria natura era possibile anche se costoso . Per questo motivo la fascia di popolazione in questione adotta e tende a difendere i valori e i parametri di riferimento di tipo A , spesso discriminando e attaccando le persone di tipo B . Inoltre la fortissima repressione di desideri e le conseguenze di parte delle esigenze negate carica emotivamente di indescrivibile rabbia e confusione . Il camuffamento e la negazione o menzogna sono purtroppo strategie molto comuni e funzionali nell’immediato , strategie che garantiscono le sopravvivenza e l’inclusione sociale , ma ad un prezzo altissimo . Se per la condizione B non esiste protocollo educativo , terapeutico e di sostegno , il tipo ab non è nemmeno riconosciuto nella letteratura come tale . Ma le problematiche delle persone coinvolte sono reali e assolutamente peculiari ed individuabili per il valutatore esperto e competente .

Gifted : l’intelligenza superiore e l’organizzazione neurologica .

Le potenzialità spontanee cognitive quantificabili come superiori alla media della popolazione intera umana sono considerate condizioni di Talento particolari . Valutare l’intelligenza è un compito controverso , persino definirla esattamente non trova d’accoro quasi nessuno . Per convenzione , con lo scopo di facilitare la comunicazione e di utilizzare termini condivisi e chiari si utilizzano dei parametri quantitativi e qualitativi di orientamento . Strumenti come i QI ( Quoziente Intellettivo , nella scala WAIS , uno dei test standardizzati per misurare l’intelligenza ) sono pertanto da ritenersi del tutto indicativi e vanno sempre inseriti in un contesto più ampio di valutazione . Anche nel caso della ”intelligenza” , o della competenza cognitiva , il numero più ampio di individui nella popolazione intera dell’intero continuum , dal Tipo A al tipo B , condivide la fascia intermedia . Non esiste distinzione netta tra le diverse condizioni . Con margine di differenza non sensibilmente rilevante quasi tutte le persone con intatte capacità cognitive hanno mediamente le stesse competenze a prescindere dal tipo di organizzazione ( A , Ab , ab , aB o B ) . Un punteggio superiore a 120 nella scala del QI inserisce la persona in questione nella categoria dei Genii , o Gifted ( “che hanno un Dono” ) . La terminologia strettamente tecnica definisce come “genio” solo chi risulta avere un QI superiore

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a 160 o 180 , per tutti coloro il cui QI è superiore a 120 si preferisce comunque utilizzare “Genio” al posto di “superiore” o “Plusdotato” , termini che suggeriscono un gerarchia eticamente inaccettabile . Erroneamente si è portati a ritenere che la genialità sia appannaggio della organizzazione neurologica di Tipo B , ma chiaramente non è così . Alcune volte la confusione è ingenerata dall’utilizzo del termine “neurotipico” che non trova riscontro letterale in una condizione di Gifteness , in quanto solo una fascia minore della intera popolazione ne è interessata ,quindi non è letteralmente corretto utilizzare “tipico” per riferirsi ad una persona Tipo A geniale in quanto la genialità non è propriamente “tipica” . In parte perché le statistiche cliniche si basano appunto su condizioni clinicamente rilevanti , e le persone geniali di Tipo A hanno , oltre alle altre competenze amplificate , anche una ulteriore funzionalità delle competenze specifiche sociali che favoriscono l’inserimento nel tessuto sociale senza problemi . Tra tutti i Gifted Tipo A pochi sono quelli realmente disadattati . Moltissimi , la quasi totalità , ha un lavoro , una famiglia ( più facilmente se è maschio ) , sfrutta le peculiarità in modo vantaggioso e con ogni probabilità non ha mai fatto una verifica clinica del suo QI .

I Gifted Tipo A risultano disadattati quando non sono sostenuti correttamente dalle famiglie , come ad esempio Frank Abagnale Jr , sulla cui storia hanno girato un film diretto a S. Spielberg ( “Prova a prendermi” , 2003 ) , oppure quando le condizioni etiche o culturali sono di degrado . Molti dei detenuti e dei grandi delinquenti hanno infatti un QI altissimo , pessimamente utilizzato .

La più importante differenza infatti tra la condizione di genialità nei Tipi A e B risiede principalmente nel convogliamento delle risorse , in secondo luogo nel ruolo del sostegno e delle indicazioni sociali di riferimento , e infine nella fruibilità concreta delle aree di talento . Le persone superdotate cognitivamente di Tipo B tendono ad indirizzare la totalità delle risorse emotive , economiche , e di formazione e specializzazione , nonché tempo e energie per il perfezionamento del risultato , in un unico argomento di interesse o in pochi ben definiti . La raffinatezza ( funzionale ) del sistema sensoriale/percettivo permette di cogliere le differenze tra le infinite sfumature delle diverse infinite informazioni relative all’ambito di interesse e questo impedisce la saturazione e stimola la motivazione . Alle stesse condizioni al contrario , il Tipo A tende a disperdere energie , tende a saturarsi presto , a percepire la necessità di stimoli sempre nuovi e sempre maggiori : la scarsa raffinatezza ( funzionale anche questa ) del sistema sensoriale del Tipo A favorisce un disinteressamento rapido senza la percezione diretta e chiarissima di un vantaggio secondario . Il Tipo B non percepisce il feedback sociale in maniera raffinata . la lettura del comportamento sociale nell’uomo è competenza di quei neuroni che “inventano” , minore è la capacità di “Indovinare” , maggiore la incompetenza sociale allargata . Per questo motivo gli interessi del Tipo A sono indirizzati e sostenuti dal consenso o dal diniego sociale , mentre quelli del Tipo B no . Il ruolo interferente dell’ambiente ha potere solo entro un determinato periodo durante lo sviluppo ( circa fino poco prima dei trent’anni mediamente ) periodo evolutivo in cui il Tipo B cristallizza alcuni processi , tra i quali l’indirizzamento dell’interesse assorbente . Per questo motivo i tentativi di distogliere le attenzioni da un interesse in età evolutiva , attuato con lo scopo di “normalizzare” ( cioè il vano tentativo di rendere di Tipo A un soggetto di Tipo B ) ottiene solo la dispersione delle potenzialità e la fissazione dell’interesse in un argomento casuale il più delle volte non fruibile in termini di lavoro , inserimento sociale e gratificazione personale . La fruibilità dell’area di competenza tecnica infatti è una altro dei parametri diametralmente opposti nella scelta dell’investimento in un determinato settore . Il Tipo A riesce con maggiore facilità a coltivare una eventuale passione senza tralasciare tutto il resto , inoltre la passione in questione deve necessariamente riscontro anche sociale almeno in termini di riconoscimento di status o gratificazione e supporto , mentre il Tipo B ha difficoltà via via maggiori a seconda della collocazione più vicina alla manifestazione estrema .

Alcuni comportamenti disfunzionali dei bambini Tipo A con QI superiore alla media si ipotizza siano la conseguenza del non adattamento delle organizzazioni educative sociali , che infatti

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sono tarate su una sola parte della popolazione ma imposte a tutta . Esiste inoltre una minima casistica di Persone con QI elevato al limite del disfunzionale . Il tipo di struttura neurologica ( A , B , ecc.. ) influisce in quei casi solo relativamente sui processi di pensiero e funzionamento e strutture dissimili tendono a manifestare comportamenti comuni o confondibili . Tali caratteristiche peculiari dipendono principalmente dalle anomalie e iper funzionalità delle connessioni neurologiche generali che prevalgono sul “traliccio” rappresentato dal Tipo di organizzazione neurologica . Si tratta di casi veramente limitati , quasi unici .

A tutto questo va aggiunto che vi possono essere molteplici cause che interferiscono o compromettono le competenze cognitive , alcune di origine genetica come l’epilessia , tra esse vi è ad esempio anche la fenilchetinuria i cui effetti sono contrastabili/evitabili attraverso l’ambiente ( non inserimento nell’organismo delle molecole che non venendo metabolizzate correttamente producono tossine che causano cretinismo ) , o cause ambientali come la denutrizione , la disidratazione ( che distrugge le cellule del Purkinije arrecando un danno irreversibile ) , o la ipostimolazione sia cognitiva che emotiva o sensoriale ( condizioni ambientali che possono determinare addirittura la morte se presenti durante particolari periodi sensibili dell’evoluzione ) . Inoltre è da considerare la pressione culturale e la privazione di strumenti di conoscenza e sviluppo , e di stimolo delle facoltà cognitive in moltissime e vastissime aree del pianeta , coinvolgendo ampie fasce di popolazione . Di fatto non esistono dati attendibili sulla distribuzione per QI nella popolazione del terzo mondo e i calcoli sono puramente statistici .

Sistema sensoriale e sistema Percettivo :

Perché si parla di Basi genetiche fisiologiche del comportamento nelle persone con organizzazione neurologica di Tipo B ?

L’organizzazione neurologica è alla base della percezione e del comportamento nella condizione Autistica ( Tipo B ) ma cosa è la struttura neurologica e che ruolo ha nei processi percettivi che determinano il comportamento ?

SI può definire Filtro percettivo l’insieme di meccanismi che stabiliscono una relazione concreta di stimolo e risposta . Schematicamente il processo segue questo iter :

• Stimolo in entrata

• Elaborazione “automatica” ( PRIMA che inconscia cioè elaborata direttamente dai neuroni stimolati che convergono lo stimolo da trasmettere ad altri neuroni )

• Elaborazione cognitiva ( sia inconscia che conscia )

• Comportamento , istintivo/volontario

La percezione è definibile come il processo che opera la sintesi dei dati sensoriali in forme dotate di significato. Gli assunti allo studio della percezione variano a seconda delle teorie e dei momenti storici , ma è il processo attraverso il quale si acquisisce la consapevolezza o si organizza neurologicamente la risposta e la conoscenza di una realtà esterna mediante i sensi e la conseguente elaborazione degli stimoli .

Non vi sono parametri per sapere come è la realtà veramente , quello che percepiamo del reale è una elaborazione vincolata alle potenzialità sensoriali umane . Molti animali diversi , incluso l’uomo , hanno sistemi sensoriali diversi e percepiscono lo stesso stimolo in modo completamente diverso . Il comportamento di molti animali appare incomprensibile all’uomo se considera come riferimento i criteri sensoriali e percettivi umani . Anche tra gli umani

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l’elaborazione percettiva varia da persona a persona entro un range fisiologico i cui estremi possono essere molto distanti . Sia il sistema sensoriale raffinato che , di contro , la competenza di elaborazione di un singolo input neutro , sono biologicamente funzionali e , in un’ottica di strategia evolutiva si intersecano per il vantaggio della specie . Percepire la presenza di un potenziale predatore in base ad un solo possibile indizio ( ciuffo ) è una elaborazione statistica non attinente alla realtà letterale ed è una competenza specifica del Tipo A . La lettura dello stimolo NON interpretativa espone a rischi ( letteralmente il “ciuffo” potrebbe essere “altro” ) ma evita la cristallizzazione e permette l’acquisizione di bagaglio culturale e tecnico . L’equilibrio nella biodiversità si basa sull’intersecarsi di percezioni e competenze diverse delle diverse specie e anche di soggetti diversi nella stessa specie . Le proporzioni naturali sono del tutto funzionali : basta un solo elemento su 100 per distinguere una foglia tossica da una commestibile, e circa dieci su cento per tramandare i geni della mutazione fisiologica e fare da ponte comunicativo tra A e B , a patto che l’asse dei parametri e valori sociali non sia sbilanciato .

Ogni membro di un gruppo di individui della medesima specie esposto allo stesso stimolo ambientale nello stesso momento e alle stesse condizioni avrà una elaborazione diversa dello stimolo , che determinerà emozioni diverse , sentimenti diversi , conseguenze comportamentali diverse , in modalità direttamente proporzionale alla complessità del Sistema Nervoso e della organizzazione neurologica . Con l’aumento della complessità del sistema neurologico/percettivo aumentano anche le interferenze e le reciproche influenze . Alla diminuzione proporzionale del filtro sensoriale corrisponde un aumento delle sfumature di elaborazione cognitiva della percezione , un aumento del ruolo e della competenza cognitiva e si modifica la connessione tra sistema limbico e lobi frontali . Una ricerca Olandese del 2006 ha dimostrato che quando il sistema limbico è in piena attività i lobi frontali , quelli deputati al ragionamento logico e ai processi di pensiero razionale , si inattivano .

Il comportamento è il SINTOMO . Tutti i comportamenti sono il risultato di una elaborazione neurologica e il comportamento è il SEGNO dei processi percettivi che lo generano . Nel Cervello organizzato secondo il Tipo A il sistema sensoriale presenta , e paragonato a quello di altri animali , importanti deficit : la risposta agli stimoli ambientali è ridotta nel numero ( la maggior parte degli stimoli NON viene letta ) . Questa carenza è un vantaggi perché consente una competenza particolarissima : l’elaborazione delle variabili e delle statistiche è amplificata al punto di compensare in modo eccezionale . Nell’elaborazione dello stimolo ( percezione ) il sistema A “Inventa” basandosi su calcoli e si indicazioni molteplici ( nella comunicazione ad esempio ) . Nel Cervello organizzato secondo il Tipo B Il sistema sensoriale presenta , rispetto a quello di altri animali , importanti similitudini per il filtro in entrata , ha infatti una risposta agli stimoli ambientali complessa ( sistema sensoriale raffinato o iper raffinato ) in proporzione maggiore a seconda del collocamento in “basso” nello “spettro” . La maturità dei neuroni limbici è come “cristallizzata” , l’elaborazione delle variabili e delle statistiche è ridotta , vi è infatti interpretazione letterale dello stimolo . Nell’elaborazione dello stimolo ( percezione ) il sistema B si attiene al sensorio . Le funzioni cognitive superiori nell’HFA non sono inficiate , nel LFA possono esserlo : la complessità del sistema contrasta con la raffinatezza percettiva ( forma con sintomatologia patologica BB ) . Ad esempio il famoso simbolo dello Smile è letto dal sistema B semplicemente come un cerchio nero la cui area è colorata di giallo , con due punti posizionati in alto all’interno e un segmento semicircolare nella parte bassa sotto i due punti . Il sistema percettivo A elabora i segni grafici e “legge” nello stimolo visivo un “volto umano che sorride” . Le competenze di elaborazione percettiva aumentano con la stimolazione , e si perdono , in maniera proporzionale , le raffinatezze sensoriali e le ISOLE DI COMPETENZA .

Il ruolo della percezione nella socialità : L’intero sistema sociale è strutturato su parametri comunicativi organizzati in base alle competenze specializzate A . Il Tipo B va in sovra stimolazione e stress se attivato su più di un canale per volta , la reazione spazia dal disagio ,

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all’ansia , al panico al meltdown ( crisi ) . Non è solo la soglia di attivazione ad essere diversa , ma anche la percezione del piacere , del dolore e del fastidio . Nel neonato questa differenza arriva a determinare interferenze nel legame del caregiver .

Il messaggio verbale è letto socialmente ATTRAVERSO il non verbale che invece è precluso al sistema B . Di fatto vi è una reciproca incapacità di comunicazione tra persone con organizzazione neurologica differente . Le alleanze sociali A sono flessibili e vanno continuamente ristabilite , la presenza di emozioni e sentimenti è segnalata attraverso la COMUNICAZIONE e il COINVOLGIMENTO empatico condiviso , il mondo degli affetti prevede un codice univoco non leggibile per B e quello del lavoro prevede due ambiti di competenza : sociale e poi tecnico . Il che determina che l’85% delle persone B con competenze cognitive intatte non ha un impiego a tempo pieno ( Rudy Simone ) .

Il ruolo dell’amigdala : La differenza tecnica tra “paura” e “fobia” è la presenza reale della minaccia . Mostrare paura in presenza di una minaccia reale è faccenda ben diversa dal mostrare paura in assenza di minaccia . La soglia di attivazione dell’allarme nel Tipo B è sensibilissima , questa caratteristica , unita all’altrettanto sensibile sistema sensoriale , induce reazione di paura ad ogni stimolo che è in grado di attivare il sistema . L’attivazione dell’amigdala ridisegna i parametri della valutazione di PERCEZIONE DEL SEGNALE MINACCIOSO . Nelle persone con organizzazione di Tipo B , l'amigdala è del 10-15% più grande e ha meno materia bianca per i collegamenti da effettuare con il lobo frontale . Ogni stimolo può essere attivatore della risposta di difesa in un sistema nervoso con sensorio raffinato . Reazione neurologica dunque non psicodinamica . Il problema dal punto di vista sociale è che lo stimolo ambientale che genera la reazione in B non è percepito da A , e la reazione sembra quindi del tutto simile a quella della Psicosi ( AA ) condizione in cui la paura è generata da un oggetto che esiste solo nei processi di pensiero della persona interessata e non ha riscontro oggettivo condivisibile . Quindi nella psicosi la reazione dipende da una elaborazione neurologica dello stimolo neutro , nel Tipo B la reazione di allarme è gene rata da stimoli reali ma non percettibili al Tipo A . Poiché è il Tipo A che definisce la misura di riferimento i due profili ( B , fisiologico , e AA , patologico ) si confondono anche se hanno etiologia e dinamiche neurologiche completamente opposte . La maggior parte dei rituali sociali e comunicativi è organizzata su stimoli sensoriali intollerabili per un sistema raffinato , ma nella società A un segnale non condivisibile NON è riconosciuto valido . Non sono di dominio pubblico informazioni corrette sulla diversità : chi non elabora lo stimolo in modo atteso è percepito emotivamente come “elemento negativo” . LA conseguente non inclusione nel tessuto sociale è la causa di quasi tutte le conseguenze reattive comportamentali nei profili di Tipo B .

Continuum tridimensionale :

La distribuzione della popolazione umana totale ( tutti i Tipi : A , Ab , ab , aB e B ) lungo una fascia non è lineare , ma piuttosto in una distribuzione tridimensionale il cui diametro maggiore è la continuità fisiologica e media (A , Ab , ab , aB e B ) . L’area minore in alto rappresenta la Giftedness, come un’onda che si ripiega ricadendo in un vertice che convoglia in sintomatologie comportamentali sempre più simili le strutture neurologiche con competenze cognitive elevatissime fino al limite della disfunzionalità . Infine convogliate nel centro in basso le forme patologiche di ogni diversa tipologia , AA , BB ( Psicosi e Autismo severo ) che hanno manifestazioni simili e si ricongiungono quasi come due estremi di una sequenza circolare . La disfunzionalità appare simile anche se ha etiologia diametralmente opposta , ed è plausibile che la manifestazione patologica di una condizione neurologica di base dell’animale sociale uomo abbia caratteristiche asociali , proprio perché patologica . Al di sotto della linea fisiologica media le diverse condizioni possibili che si sviluppano anche nella dimensione di profondità ( avanti e dietro in una rappresentazione tridimensionale che potrebbero determinare il genere : la Sindrome dell’X fragile ad esempio si porrebbe come un disco che si colloca più in

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alto nello spettro verticale della competenza cognitiva per le femmine e più in basso per i maschi .

Nell’area inferiore , quella delle manifestazioni patologiche dell’organizzazione neurologica ( AA e BB ) potrebbe a mio avviso essere ipotizzabile anche la presenza di una manifestazione AB , ossia la forma patologica della funzionale ab . Nella funzionale ab tratti neurologici di Tipo A e di Tipo B si interano , nella ipotetica condizione AB i tratti Tipo A e Tipo B non si integrano in modo funzionale . Questa ipotesi , che non ha altre ambizioni se non quella di porsi come spunto di riflessione o ipotesi etiologica , intende invitare a provare a considerare la Schizofrenia come possibile condizione in cui diverse organizzazioni neurologiche all’interno dello stesso organismo non sono integrare in modo funzionale . In questa prospettiva il significato etimologico del termine ( “skizein” , dividere , e “fren” , mente , cioè dal greco antico: “mente divisa” “mente scissa” ) assumerebbe una accezione del tutto diversa e comprensibile .

Una nota particolare per alcune considerazioni personali sulla Schizofrenia :

Spesso , in passato , era possibile emettere doppia diagnosi di schizofrenia e autismo . Questo era dovuto a scarsa , o nulla , conoscenza della organizzazione di Tipo B e di tutte le combinazioni di A e B , e al fraintendimento dei segni ( sintomi ) . Anche per la Schizofrenia non esistono segno clinici di laboratorio per effettuare la diagnosi e ci si basa unicamente sulla sintomatologia , ossia sulla valutazione del comportamento . Per questo molte delle “doppie diagnosi risalenti a prima di 15 , o anche ( dolorosamente ) 10 anni fa sarebbero da rivedere alla luce delle nuove conoscenze . Oggi alcuni testi di riferimento ed alcuni autori indicano che per la diagnosi di Tipo B non ci deve essere sospetto di Psicosi e nemmeno di Schizofrenia , ma altri ritengono , al contrario , che anche le condizioni di Tipo B , aB , ab e Schizofrenia siano in qualche misura compatibili .

Attualmente la Schizofrenia rientra nella categoria clinica delle Psicosi .

La mia ipotesi ( condivisa da alcuni autori ) è che la Schizofrenia , in tutte le sue manifestazioni diverse , possa essere la forma patologica della coesistenza all’interno dello stesso sistema di connessioni e funzionamenti di Tipo A e di Tipo B male integrati tra loro . Se questo si rivelasse , del tutto ipoteticamente , compatibile con la condizione schizofrenica , le molteplici manifestazioni della patologia coinciderebbero anche con la distribuzione sempre diversa lungo il continuum e , ad esempio , la prevalenza dei “sintomi positivi” potrebbe essere letta come una maggiore influenza della Tipologia A nell’insieme , mentre quella dei “sintomi negativi” come prevalenza dei tratti del Tipo B .

Questa breve nota non ha altra ambizione se non quella di stimolare una riflessione . Moltissime infatti , restano ancora oggi le domande senza risposta che riguardano questa particolare condizione neurologica , il cui peso nella qualità della vita di chi ne è direttamente o indirettamente coinvolto è enorme , in termini umani , economici ed etici .

Tipo AA : Cosa è la Psicosi ?

Classificare le Psicosi è molto difficile e gli esperti non trovano sempre un accordo . Le manifestazioni della condizione psicotica sono molteplici spesso sovrapposte a tratti non patologici che le mascherano . Nei casi con sintomatologia più severa la condizione di patologia è evidente ma resta complessa la definizione clinica . la caratteristica che accomuna la condizione psicotica è la pervicacia della convinzione in assenza di stimolo concreto condivisibile . E’ ipotizzabile che il funzionamento fisiologico del “costruire” i dati mancanti tra

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uno stimolo e l’altro sia portato , in questo tipo di organizzazione neurologica , all’estremo , al disfunzionale . La soglia di stimolazione sensoriale è meno raffinata e un solo input ambientale è in grado di stimolare processi di elaborazione percettiva enormi . L’elaborazione dello stimolo in entrata avviene a livelli neurologici talmente profondi che i processi cognitivi non possono che lavorare su una serie di informazioni già “corrette” in modo automatico dai neuroni attivati . La terapia , specie nei casi con manifestazione severa o cronica , spesso anche negli episodi acuti ( non reattivi ) non può prescindere dall’impiego di farmaci che attenuino questa iper attività di “accomodamento dati” dei neuroni tipica di questa condizione . Alla farmacoterapia va aggiunta una psicoterapia .

Le competenze sociali , nella maggior parte delle condizioni psicotiche, restano intatte , anzi , a volte sono amplificate , mentre le reazioni emotive sono attenuate . La percezione del pericolo imminente è solo cognitiva l’attivazione dell’amigdala è meno immediata in risposta agli stimoli ambientali . L’amigdala , in questo sistema , tende a rispondere a stimoli endogeni come pensieri o elaborazioni di stimoli secondo parametri in genere non aderenti al piano di realtà .

Vi sono condizioni neurologiche il cui malfunzionamento dipende da una cattiva produzione o metabolizzazione della serotonina e della dopamina , come le Depressioni e il Bipolarismo . In questi casi , classificati come Psicosi perché hanno , senza il supporto farmacologico , una influenza sensibilissima sul comportamento ed anche nei processi di pensiero . Tra le caratteristiche determinanti per la valutazione la sintomatologia che si manifesta in modo imprevedibile , incontrollabile ( cioè inarrivabile dalla volontà e dal pensiero cosciente ) , prolungato , estremo e accompagnato da ulteriori cambiamenti che sconvolgono il modo di vivere . Attraverso la stabilizzazione farmacologica delle sostanze che regolano le molecole che influiscono sull’umore le persone coinvolte mantengono intatti sia i processi di pensiero che la volontà . Questo suggerisce che la Depressione non rientri , come condizione neurologica patologica , esclusivamente nell’organizzazione di Tipo A . Alcuni autori sostengono che diagnosi di Depressione NON reattiva e organizzazione di Tipo B siano incompatibili , molti altri ritengono che invece lo siano e considerano la depressione una condizione indipendente dall’organizzazione neurologica di base ( secondo questa lettura ne possono essere coinvolti tutti i profili ) .

Associazione Autismo e Psicosi :

L’associazione autismo/psicosi è dolorosamente frequente nella storia della psichiatria . Lo stesso termine “Autismo” è stato utilizzato per indicare la condizione di Tipo BB perché all’apparenza del tutto simile alla sintomatologia negativa della schizofrenia o alla “durezza” compartecipativa Psicotica . I parametri comunicativi e culturali sono strutturati secondo i criteri tipici del funzionamento di Tipo A . Questo ha di fatto letteralmente escluso tutte le persone con organizzazione neurologica “NON-A” dalla codifica dei riferimenti sanitari , educativi e terapeutici . Fino a che i ritmi di vita e le circostanze lo hanno permesso molte persone con sistema neurologico diverso da A sono riuscite ad inserirsi in qualche modo nei diversi contesti , ma da quando il monopolio del modello culturale e sociale è determinato dai criteri della sola fascia rappresentativa della maggioranza della popolazione la minoranza si è manifestata come diversità evidente . Il disagio causato dalla inadeguatezza dei criteri inclusivi e di adattamento e dall’atteggiamento di rifiuto e la conseguente emarginazione determinano da un secolo almeno il disagio maggiore per le persone con sistema di Tipo B .

Mentre la condizione con sintomatologia severa non permette in alcun modo di “Mimetizzarsi” , i tentativi di inserimento e i numerosi fallimenti che costellano il percorso di vita e la storia individuale delle persone con profilo di Tipo B determinano accomodamenti e reazioni , e condizionamenti nei processi di pensiero , i quali a loro volta determinano il comportamento ,

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che si mostrano in modo molto simile al profilo comportamentale Psicotico , sovrapponendosi del tutto in alcune sfumature . Quello che diverge in modo spiccato anche quando il sintomo ( il comportamento ) sembra coincidere , è il processo neurologico che è alla base dei processi percettivi e cognitivi che ne sono all’origine .

Alle domande standard per la diagnosi di Psicosi lo Psicotico reale ( AA ) e il profilo di tipo B , in particolare se di genere maschile ( a causa di fattori biologici e ambientali ) possono dare risposte del tutto simili , ma generate da processi di elaborazione completamente diversi .

Alla difficoltà concreta della valutazione nell’adulto , e a volte anche nel bambino , si aggiunge che tutti i profili diversi da A non sono considerati fisiologici . Questo atteggiamento è la conseguenza della convinzione culturale che non esistano parametri di riferimento fisiologici diversi da A . La condizione diversa da A , in particolare il profilo B è definito lecitamente come Patologia , Disturbo , Malattia . I termini di riferimento sono “Affetto da ..” , “soffrire di ..” , e le condizioni di sofferenza denunciate o manifeste non vengono mai realmente considerate come reattive causate da un cattivo adattamento della società in termini di inclusione e flessibilità , ma sempre e solo come inadeguatezze patologiche dell’individuo . L’utilizzo di questa terminologia non favorisce l’integrazione e contribuisce a condizionare in maniera significativa al qualità della vita degli interessati . Nemmeno la collezione di anni e anni di insulti e abusi , di disconferme e frustrazioni , riesce a far considerare che i pensieri di tipo persecutorio ad esempio possano essere deduzioni logiche effettuate in base all’esperienza . E nemmeno appare evidente , a chi non considera le modalità di funzionamento tipiche del Profilo B , che l’interpretazione letterale possa ingenerare elaborazioni e pensieri che si discostano dall’evidenza reale ma che mantengono tutte le prospettive di aderenza alla realtà quando letti in una ottica di interpretazione e rielaborazione letterale delle informazioni in entrata . Ulteriore confusione è causata dal fatto che l’integrità delle competenze cognitive di tutte le persone di Tipo diverso da A in modo fisiologico contrasta con quelle che vengono percepite come stranezze o inadeguatezze sociali . La carenza di informazioni , ancora profonda anche in ambito sanitario , e di esperienza specifica , porta ancora oggi a confondere il comportamento tipico dei profili diversi da A , in particolare i B , con quelli Psicotici . Il ruolo della realtà alternativa ad esempio , nel tipo B è una scelta consapevole : creare una realtà alternativa NON vuol dire non percepire il reale , non esiste confusione tra la realtà oggettiva e quella alternativa e la percezione della realtà è integra , mentre nelle psicosi la realtà oggettiva è percepita in modo completamente fuso alla elaborazione percettiva alternativa . Anche la reazione agli input ambientali , nel profilo B , può indurre a pensare che la persona percepisca stimoli non presenti nella realtà , ma è il contrario : è la maggior parte della popolazione , cioè il tipo A , che non percepisce molti degli stimoli effettivamente presenti in ambiente , questo però porta erroneamente a considerare come “percezione psicotica” quello che viene letto in entrata da un sistema sensoriale più sensibile .

Il sistema che percepisce "estremamente" il reale non può creare realtà alternative inconsapevoli perché i processi neurologici sono impegnati ad elaborare i dati in entrata e il mondo parallelo è un supporto necessario alla elaborazione e alla traduzione dei dati , oltre che uno spazio preziosissimo dove sperimentare virtualmente esperienze emotive gratificanti , anche se non condivisibili . Al contrario , nelle psicosi , quando i neuroni “correggono” la carenza di dati in entrata elaborando automaticamente le informazioni NON vi è percezione cosciente dell’assenza dell'oggetto che stimola la catena del delirio nella realtà oggettiva : la realtà , nella psicosi , non è percepita che marginalmente . Quando le condizioni di disagio reattive sono importanti si tende a non considerare il profilo B come una base neurologica sulla quale si possono inserire tutte le condizioni comuni alla totalità della popolazione umana , quindi un comportamento Psicotico reattivo , nella persona B sarà considerato come Condizione Psicotica Neurologica .

Le conseguenze sono terribili . Le strategie di sostegno ( farmaci antipsicotici e psicoterapia in genere di impostazione analitica ) che sono indicate per le Psicosi aggravano la condizione

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delle persone non psicotiche . Quando , come spesso accade alle donne , l’errore di diagnosi è orientato verso la depressione il danno è minore : i farmaci antidepressivi attenuano la reazione dell’amigdala migliorando la risposta ansiosa , inoltre l’integrazione e la tolleranza nei confronti della Depressione è decisamente più ampia rispetto all’atteggiamento riservato alla psicosi , e questo esaspera l’emarginazione che era la causa vera del comportamento disfunzionale amplificando le conseguenze negative . Considerare e trattare una condizione fisiologica come patologica è uno degli errori più comuni dell’attuale situazione in relazione alla neurodiversità .

Come vedremo di seguito , la sviluppo di comportamenti reattivi è da considerarsi un processo del tutto naturale : la conseguenza di uno stimolo ambientale eccessivo . Ben altre sono le dinamiche alla base delle psicosi ( AA ) . Il delirio di persecuzione psicotico , ad esempio , uno dei più comuni , è l’elaborazione arbitraria di stimoli neutri ambientali che riescono ad innescare una attività di “accomodamento disfunzionale” che dal sensorio ( limitato o ostacolato dalla condizione patologica ) viene a sua volta modificato e rielaborato ulteriormente nei processi percettivi arrivando a fornire i parametri di idee e credenze di certa persecuzione e complotto ai danni della persona stessa : La condizione , di grande disagio , non permette al sistema cognitivo di contrastare tali processi in quanto essi sono la conseguenza diretta ed automatica dei neuroni allo stimolo neutro ambientale . Solo interrompendo i circuiti di “sovra lettura” dell’input si può pensare di ricondurre il processo cognitivo ad una attinenza con la realtà . Il sistema limbico e l’amigdala , nelle psicosi , hanno bisogno di stimoli estremamente forti per attivarsi . Spesso , nei casi più severi , l’amigdala non reagisce attivando la reazione di allarme/difesa nemmeno quando il cognitivo ha compreso l’imminenza di un pericolo effettivo ( alterata risposta di allarme/paura ) . In questi casi il sistema di allarme si attiva invece quando la percezione del pericolo è il risultato di una elaborazione percettiva completa ( stimolo in entrata – correzione automatica –passaggio dell’elaborazione cognitivo inconscio-elaborazione percettiva inconscia – passaggio all’elaborazione cosciente –elaborazione cosciente deduttivo/induttiva –emissione del comportamento ) spesso non presente affatto nel reale .

Nel Tipo B , al contrario , il comportamento con apparente delirio persecutorio è la conseguenza cognitiva e cosciente dell’elaborazione dei dati e delle informazioni esperite . Il modello educativo diffuso si basa in larga parte sulla elaborazione implicita delle informazioni fornite . Un sistema che ha competenze diverse non coglie l’implicito ed elabora tutte le informazioni in modo letterale . Se viene fornita l’informazione “L’Angelo Custode ti guarda sempre” , o “La mamma sa sempre cosa fai” il bambino , e in seguito l’adulto , comprenderà di essere osservato realmente e fisicamente con costanza da qualcuno che non può vedere ed acquisirà come valida l’informazione relativa : sei osservato anche se non puoi dimostrarlo . Il non comprendere il passaggio che porta alla risposta punitiva sociale è uno degli altri motivi che porta ad elaborare l’informazione : gli altri vogliono farmi del male .

Anche reazione aggressiva fisica , nella psicosi AA è in genere conseguenza di elaborazioni percettive primarie , mentre per il Tipo B può essere un comportamento dettato dall’esigenza di sottrarsi alla sovra stimolazione sensoriale o la cattiva lettura delle proprie emozioni . Una eccitazione sessuale non riconosciuta o incompatibile con quella che è acquisita come regola indiscutibile può essere vissuta e avere conseguenze come se fosse rabbia . NON considerare il feedback della vittima di aggressione ha origine diversa nell’una e nell’altra condizione : il Tipo AA legge la risposta dell’altro , ma la rielabora secondo parametri individuali , il Tipo B non la legge , per cui “Ignorarla” non è segno di mancanza di interesse o di considerazione , ma di mancanza di consapevolezza della comunicazione ( una persona B può non percepire di causare disagio nell’interlocutore e questa non risposta al segnale di pacificazione o addirittura di disagio/dolore viene erroneamente letta come mancanza di empatia o sadismo ) . Va evidenziato che la non lettura dei segnali è reciproca , e nemmeno il Tipo A ha percezione di arrecare disagio a B , ma comunemente questo non è considerato rilevante .

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Oltre una certa età cronologica , all’incirca collocabile intorno ai 25/30 anni , questi processi così mal ordinati che sono il risultato di tentativi di adattamento all’ambiente sociale inadeguato , si cristallizzano generando dei circuiti di credenze difficilmente modificabili . La pervicacia delle credenze così fissata , con assenza di danno o mal funzionamento cognitivo , a volte del tutto contrastante con la logica stessa e il livello di competenza cognitiva specifico e quantificabile , somiglia in modo impressionante alla pervicacia della convinzione delirante psicotica , ma l’etiologia è completamente diversa , e anche la prognosi . Difficile la valutazione nell’adulto , se non si conoscono bene i parametri di riferimento e le dinamiche di funzionamento neurologico principali del Tipo B .

Comportamenti reattivi o secondari :

I comportamenti reattivi secondari sono comportamenti disfunzionali psicotici o nevrotici importanti che hanno però una causa precisa individuabile nell’ambiente . L’attuale scala di valutazione per il Tipo B si basa prevalentemente sull’analisi e la ricerca di comportamenti psicotici . E’ un poco come cercare l’agente patogeno nel sangue individuando gli anticorpi specifici . Quello che andrebbe considerato è che , nelle stesse condizioni ( stress , emarginazione , difficoltà di comunicazione , sovra stimolazione sensoriale ) ogni persona al mondo sviluppa comportamento compensatori che risultano patologici . Un mirabile esempio è rappresentato nella pellicola del 1997 “Wilde” , Brian Gilbert , dove Stephen Fry , nei panni di Oscar Wilde, riesce a rendere in modo magistrale il comportamento disfunzionale adottato dallo scrittore ( Tipo A ) dopo la detenzione in carcere per omosessualità : un comportamento del tutto sovrapponibile a quello “autistico” .

Allo stesso modo persone del tutto integre possono sviluppare episodi reattivi psicotici importanti a seguito di eventi fortemente traumatici o isolamento . Un evento particolarmente problematico può determinare un comportamento depresso . Si tratta situazioni del tutto comuni . Ben diverse da quelle di origine genetica . Fino a quando il Tipo B sarà considerato di per sé una malattia e la sintomatologia reattiva di disagio come una componente patologica della condizione difficilmente si potranno organizzare strategie di intervento efficaci . L’eventualità di sviluppare comportamenti reattivi secondari è comune a tutte le condizioni neurologiche . Tutti i comportamenti umani si manifestano entro un range comune , la differenza fondamentale , specie tenendo conto dell’interferenza ambientale , è nella durata e intensità del’emissione .

indicazioni terapeutiche :

Macroscopiche le differenze nell’intervento di sostegno , educazione e terapia a seconda del tipo di organizzazione neurologica di base . Colludere con il delirio dello psicotico è dannoso , mentre dare credito al Tipo B è funzionale e , al contrario , contrastarlo aumenta la resistenza e l’emissione del comportamento reattivo peggiorando il quadro clinico . Somministrare antipsicotici attenua il lavoro di aggiunta e adattamento nei processi di funzionamento del pensiero e delle reazioni emotive dello psicotico mentre riduce ulteriormente le già scarse competenze elaborative nel tipo B . La psicoterapia analitica e quella psicodinamica , basate su ipotesi di processi eventualmente adatti al Tipo A sono dannosi per il Tipo B , per il quale l’approccio deve essere di tipo cognitivo comportamentale .

Ogni intervento non può prescindere da un adattamento personalizzato e dal coinvolgimento di almeno tutti i membri del micro gruppo sociale/familiare della persona .

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Le competenze cognitive dei bimbi trattati precocemente mantengono intatti i potenziale in assenza di patologia correlata , mentre le isole di competenza ( i Talenti ) , se non coltivati secondo un criterio appositamente strutturato , svaniscono proporzionalmente con l’aumentare delle competenze interpretative , dalle quali dipendono quelle sociali ( Rossi 1998 , Desaschi 2010 , Di Biagio 2011 ) , questo pone attualmente degli interrogativi etici rilevanti : I neuroni o fanno una cosa o ne fanno un’altra , ma se quello che fanno è un ripiego ( non quello per cui sono nati ) il risultato sarà sempre relativo , impossibile valutare a priori lo sviluppo di quale talento si ostacolerà con la stimolazione , per quanto corretta , delle abilità comunicative e sociali e dello sviluppo della flessibilità e del margine di tolleranza . Intervento dal quale però non si può prescindere in particolare nella forma severa ( BB ) per garantire una qualità della vita dignitosa . Va considerato infatti che il non intervento non impedirebbe l’interferenza della sovra stimolazione nello sviluppo delle competenze cognitive letteralmente soffocate dal sensorio senza filtri .

Valutazione nell’Adulto :

Sia nell’adulto che nel bambino il rendimento in termini di competenza delle persone con organizzazione di Tipo A è tendenzialmente omogeneo , questo permette , con un margine molto piccolo di errore , di avere un quadro valutativo anche attraverso un solo parametro di riferimento . Il Tipo B , al contrario , mostra picchi di competenza nei cosiddetti “ambiti di eccellenza” e baratri di incompetenza in altri . Questo elemento è quello che contribuisce maggiormente al fraintendimento e anche all’errore diagnostico .

Vi sono poi parametri di valutazione di rischio , come ad esempio il rischio di suicidio , che sono tarati sempre e solo sul modello A . Stabilire ad esempio che una persona , seppure depressa , non a rischio di suicidio in base al fatto che , se dirottato su un argomento piacevole risponde con entusiasmo , vuol dire ignorare quello che è definito “deficit di multitasking” ma che ritengo sarebbe più corretto definire “competenza di convoglio totale delle risorse in un unico argomento” : una competenza specifica del Tipo B che consiste nel interessare completamente tutto il funzionamento cognitivo ed EMOTIVO in un unico argomento alla volta .

Nell’adulto le risposte durante il colloquio clinico valutativo per la psicosi seguono una logica diversa rispetto a quella dell’intervistatore , osservando dal di fuori si ha l’impressione che intervistato e intervistatore si aggancino formalmente in un “dialogo” apparente che però segue percorsi paralleli e a volte addirittura divergenti o opposti .

Il significato letterale di ogni parola o modo di dire interferisce sia in entrata che in elaborazione e la comunicazione ne risulta spesso inficiata al punto da portare ancora oggi ad errori clamorosi e confusione di un comportamento fisiologico o reattivo di Tipo B con condizioni sicuramente patologiche ( Tipo AA ) .

Con i processo cognitivi intatti il flusso dei pensieri resta integro ma le informazioni , private del modellamento continuo sul feedback sociale , tendono a ripiegarsi su se stesse generando “Nodi” nel ragionamento che a loro volta determinano ulteriori ripiegamenti e nuovi passaggi scorretti dai quali dipendono le interpretazioni sballate del comportamento sociale .

Questo è più vero per i maschi che per le femmine . La manifestazione delle condizioni neurologiche femminili diverse da A è significativamente meno eclatante rispetto a quella maschile . Una ricerca del Campus biomedico realizzato dai ricercatori del Laboratorio di Neuroscienze dello Sviluppo dell'Università Campus Bio-Medico di Roma, diretto dal Prof. Flavio Keller, in collaborazione con l'EBRI-Fondazione Santa Lucia di Roma, il Dipartimento di Farmacologia ed Endocrinologia dell'Università di Milano, il Centro di Neuroscienze dell'Università di Torino e l'Istituto Cajal di Madrid, ha dimostrato che è determinante

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l’esposizione del sistema nervoso centrale ad alcuni ormoni sessuali nei periodi fetale e perinatale, durante i quali si sviluppano i circuiti nervosi , a netto vantaggio delle femmine per i parametri di flessibilità e adattamento , e uno studio dell’Università di Utrecht, in Olanda, in collaborazione con Simon Baron-Cohen del 2011 , ha dimostrato che il ruolo degli ormoni femminili nel cervello permette maggiori competenze sociali e comunicative . I dati di riferimento per il Tipo B sono comunemente considerati di una persona coinvolta ogni 100 , ogni 38 includendo ogni organizzazione di tipo Non A . Le statistiche cliniche parlano di 1 manifestazione femminile su 4 maschili , ma Tony Attwood spiega che questi dati sono relativi SOLO alla parte di popolazione che necessita di aiuto clinico . 1 femmina ogni 4 maschi dunque è mediamente la misura della proporzione delle competenze adattive che dipendono dal genere , non della frequenza della condizione . La maggior parte delle femmine B è del tutto mimetizzata e spesso irriconoscibile se non all’occhio esperto che sa cogliere i parametri di riferimento clinici . In genere , durante lo sviluppo , non c’è percezione della conseguenze sociali di parole e azioni e le alleanza sociali e le gerarchie , che si stabiliscono continuamente secondo parametri impliciti e non verbali , sono preclusi al Tipo B . Questo causa conseguenze sempre sproporzionate che ostacolano lo sviluppo sereno e favoriscono l’insorgere di comportamenti reattivi ( come comportamenti psicotici o depressione ) .

Oltre alla predisposizione biologica e al ruolo degli ormoni le donne sono inserite socialmente con margini di tolleranza più ampi e questo permette loro di non sviluppare quei processi di ripiegamento del pensiero . Le relazioni sociali per quanto disfunzionali sono reali e l’isolamento è meno feroce , come pure le conseguenza sul comportamento . La maggior parte delle donne B è sposata o vincolata a legami , che però sono spesso disfunzionali , ma non è tecnicamente isolata come al contrario accade agli uomini . Le modalità di educazione e autoregolazione femminile sostenute dal sociale o rinforzate dall’esperienza portano le donne a reprimersi e modellarsi , mentre spingono i maschi a reagire . La percentuale dei suicidi tra i maschi B è maggiore rispetto sia a quella femminile che a quella del Tipo A .

Vi sono , tra i criteri di valutazione tre ambiti di competenza , due dei quali sono strettamente correlati . per soddisfare i criteri diagnostici attuali ed ufficiali è necessario che l’adattamento al sistema di Tipo A da parte del soggetto di Tipo B risulti fallimentare per quanto riguarda l'interazione sociale e la difficoltà di comunicazione ( accomunabili ed interconnesse ) e l’immaginazione , che deve mostrare tali differenze di modalità di espressione da risultare addirittura carente o povera , benchè non lo sia affatto . Molteplici le conferme invece che il mondo emotivo , immaginifico , artistico e fantasioso del Tipo B è ricchissimo . Questo parametro valuta in effetti l’assenza della competenza di accomodamento e “creazione” di passaggi ed elaborazioni da parte dei neuroni . “Deficit nell’immaginazione” andrebbe in effetti sostituito con “Aderenza al concreto” . L’interpretazione letterale della comunicazione verbale , l’assenza di gerarchia dei valori , tutti considerati di pari importanza e valore identico , e la totale assenza di inclusione degli strumenti della meta comunicazione , l’assenza di un ruolo nel sostegno reciproco nell’interazione A , nonché la naturale incompetenza interpretativa ( lavoro di COSTRUZIONE delle informazioni tipico dei neuroni del Tipo A ) impediscono al Tipo B di condividere queste caratteristiche a causa di inadeguatezza comunicativa . Interessante notare che specularmente il Tipo A non riesce a comunicare con B allo stesso modo , ma la cosa non è considerata clinicamente rilevante . In alcuni casi la rigidità di pensiero in B è importante e reale ma determinata oltre che da un sensorio raffinato al limite del disfunzionale , anche da un ambiente non adeguato alle caratteristiche individuali e alle esigenze di sostegno e di indirizzamento educativo maggiori . I Criteri di valutazione quindi attualmente sono basati sulla sintomatologia comportamentale disfunzionale . Un poco come dire che un animale è un elefante se quando è incatenato dondola … Non essendovi condivisione dei parametri e nemmeno educazione reciproca alle esigenze dell’altro , le caratteristiche B restano insondabili ad A e viceversa . La cecità mentale ( ToM ) è reciproca , ma solo quella di B nei confronti di A è considerata una importante carenza che contribuisce ad

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elevare metaforici muri tra i due mondi percettivi aumentando distanze che si ripercuotono nel reale .

Tra i numerosi Luoghi comuni relativi a B : Fortezza vuota ( coniata da Betteleihm in un periodo storico in cui le teorie psicologiche avevano enorme credito , quella della fortezza vuota e della Mamma frigorifero , hanno significato per molte persone e per le loro famiglie incalcolabile dolore . Nessun essere umano al mondo è tanto potente da influenzare con la volontà inconscia la struttura dell’organizzazione neurologica di nessuno . Oggi l’aspetto magico/mistico di questa ipotesi dovrebbe far sorridere , se non fosse per la drammaticità delle conseguenze che ha avuto in termini umani , ma purtroppo , in alcuni ambiti , resta una teoria c diffusa come se avesse ancora credito , malgrado le dimostrazioni scientifiche del contrario ) , Non sentono , Non provano emozioni ( perché non comunicano adeguatamente il sentire ), Provano emozioni distorte ( perché diverso il modo di sentire rispetto all’unico riconosciuto come lecito ) . Questi e altri luoghi comuni sono purtroppo presenti anche in alcuni ambienti sanitari .

Molto il lavoro di educazione e diffusione di corrette informazioni per quella che si annuncia come una rivoluzione culturale a favore dell’integrazione .

Conclusioni :

Si parla di SPETTRO AUTISTICO per indicare le molteplici manifestazioni e l’impossibilità di determinare confini netti tra una condizione e l’altra . Il filosofo canadese Ian Hacking suggerisce il termine Spazio in sostituzione di Spettro proprio per potere considerare la tridimensionalità del continuum lungo il quale si distribuisce l’intera popolazione umana per organizzazione neurologica . Anche l’organizzazione di Tipo A , come forma di possibile struttura neurologica umana , si presenta in innumerevoli sfumature diverse , la maggior parte delle quali è FUNZIONALE , esattamente come per quella di Tipo B .

Questa consapevolezza o presa di coscienza è talmente recente in termini culturali che malgrado vi siano evidenti prove scientifiche a favore della riconsiderazione dei parametri fisiologici del funzionamento neurologico umano l’attuale sistema sociale occidentale , almeno , non prevede inclusione e tutela per il profilo B : sembra incomprensibile che una bambino , una bambina , un ragazzo o una ragazza , un uomo o una donna (non esistono dati su “anziani Tipo B” ) possa subire un trattamento di emarginazione talmente duro da annientare la vita stessa .Quello che in alcuni posti è la lapidazione in occidente è l’emarginazione , la morte sociale . A parte la morte fisica immediata la dinamica e il risultato sono gli stessi .

Allora conosciamo bambini che dicono cose eccezionali , persone adulte sensibili e intelligenti , e ci chiediamo : “Ma perché siamo/sono trattati tanto male ?” . Saremmo portati quasi a pensare che si tratti di cattiveria gratuita . Io ritengo sia importante riflettere su questo : non è ( Sempre ) cattiveria gratuita . E molto facile percepire come fastidioso , o insopportabile , o non gradevole un diverso . E’ facile . ( ovviamente la cosa è reciproca , ma il numero determina le conseguenze ) . E quindi è inutile sperare che le cose cambino continuando a “chiudere le porte” a chi non ci piace . E’ facilissimo … troppo facile … riflettiamo su questo …. Quante volte abbiamo detto “SI , io sono tollerante , va bene tutto , però c’è un limite ! “ . Ecco … quel limite , nel lecito , non c’è . Perché non è possibile stabilirlo per gli altri . E’ così facile scivolare nel mobbing e nel bullismo , non quello strutturato e realmente consapevole , ma quello che agli stessi “carnefici” non sembra tale …. E’ difficile accettare l’espressione di un pensiero o di un modo di essere che non sia “canonico” . E’ veramente difficile . Per questo insisto , per un futuro diverso , sull’importanza dell’educazione . Per tutti . Tutti tutti .

Le mutazioni evolutive che hanno portato al tipo B sono Fisiologiche e biologicamente funzionali , ma , nell’organizzazione sociale attuale , i cui parametro sono stabiliti dal modello

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percettivo e comunicativo di Tipo A , il Tipo B non trova collocazione , e viene considerato disfunzionale . La pressione ambientale è al limite del tollerabile : L’ambiente in senso generale : TUTTO L’INSIEME DI STIMOLI E DI SITUAZIONI NEL QUALE L’ORGANISMO è IMMERSO ( il corpo stesso può essere definito “ambiente” ) è al limite del sopportabile a causa delle graduale sensibilità amplificata dal profilo B , in senso specifico quindi Ambiente è l’insieme di interferenze e risposte o stimoli sociali . La percezione raffinata determina reazioni incomprensibili alla maggioranza della popolazione cha non “sente” la maggior parte degli stimoli ambientali che passano attraverso il filtro sensorio autistico . In senso sociale , l’ambiente si basa sulla interpretazione , sull’inventato , sul calcolato statisticamente in base ad indizi parziali . L’assenza di informazioni adeguate contribuisce ad amplificare il disagio . Pressione secondaria ed effetto a catena : nell’adulto anni di esposizione a questa doppia condizione ambientale rende difficile la valutazione a causa dei numerosi tentativi di adattamento . Il comportamento diverso viene percepito socialmente come negativo , mentre l’informazione necessaria sarebbe che la diversità è ricchezza e vantaggio reciproco . Al momento la pressione culturale stabilisce una forte GERACHIA per la diversità , per cui una persona bellissima è percepita come MIGLIORE , una diversa in altro modo come PEGGIORE . L’educazione reciproca è necessaria per l’integrazione e perché il vantaggio sia vantaggio per tutti ( A , B ) . Relegare ad un ruolo marginale i diversi è un danno non solo eticamente inconcepibile in termini umani ( alcune vite sono stroncate o compromesse , ANCHE DA FARMACOTERAPIE INADATTE , in modo a volte irrecuperabile ) , e nemmeno solo economico ( il mancato inserimento nel tessuto produttivo delle moltissime persone B ha un peso sull’economia globale ) ma priva la società tutta delle competenze specifiche di ogni persona B . T. Grandin parla di Talenti sprecati . Ne “la macchina degli Abbracci” scrive di come una persona Tipo B di sua conoscenza che lavora in un laboratorio di ricerca VEDA le mutazione delle cellule tumorali ad uno stadio precocissimo , cosa che nessun altro è in grado di fare , e nemmeno nessun macchinario . La maggior parte delle persone con potenziali simili è emarginata e il suo potenziale stroncato e il vantaggio che potrebbe portare a terzi , o che potrebbe apportare alla società intera è perduto . Emarginare persone con competenze diverse dai circuito sociali è un danno per la società intera .

La maggiore confusione sociale è quella di associare il tipo B alla Malattia Psichiatrica . Premesso che nemmeno la condizione patologica psicotica merita l’emarginazione , l’aspetto peggiore di questa sovrapposizione è che persone del tutto sane subiscono trattamenti e terapie come se non lo fossero , e questi trattamenti , in particolare quelli farmacologici , determinano danni ingentissimi . La valutazione nell’adulto può essere dunque complessa a causa del sovrapporsi di comportamenti reattivi al modello genetico , ma i parametri di riferimento diagnostico indicati dalle linee guida sono chiari e stabiliscono riferimenti precisi . La valutazione per l’organizzazione neurologica andrebbe affidata ad esperti specialisti e il sospetto di una struttura di Tipo B , SEGNALATA DA TRATTI DEL PROFILO COMPORTAMENTALE , dovrebbe spingere a duna valutazione specifica anche in presenza di una sola traccia comportamentale .

Il comportamento autistico è spesso confuso con quello causato dalla Schizofrenia , la coesistenza neurologica delle due condizioni è ancora al vaglio ma la doppia diagnosi è spesso un errore di valutazione presente con una sensibile incidenza , come episodio , nella storia clinica della persona .

Per le altre Psicosi l’incompatibilità è certa . C’è nelle psicosi una modalità DISFUNZIONALE delle competenze INTERPRETATIVE e una ridotta risposta agli stimoli ambientali , si tratta quindi di una CONDIZIONE SPECULARE RISPETTO ALL’AUTISMO e all’Autismo SEVERO .

Volendo utilizzare una metafora si potrebbe dire che la realtà percepita è simile ad un arcipelago del quale i grandi uccelli marini percepiscono perfettamente ogni singola isola e anche l’intera struttura nel suo insieme , perché dall’alto possono spostarsi da un punto

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all’altro sorvolando la distesa di acqua , che appare loro coma un unico elemento Blu o Verde , e possono anche salire in alto e avere una chiarissima panoramica dell’insieme . NO hanno percezione delle sfumature e della moltitudine degli elementi nel mare e nemmeno su ogni singola isola . Le possibilità degli uccelli marini di questa metafora sono simili a quelle delle persone di Tipo A , che riescono ad avere una visione d’insieme perché non percepiscono la moltitudine di elementi che riempiono l’ambiente ( il mare nel quale sono immerse le isole dell’arcipelago ) . Nel mare , in acqua ma nella zona superficiale nuotano i grandi mammiferi marini , si spostano da un’isola all’altra e ne hanno una percezione da un piano diverso rispetto a quella degli uccelli marini e possono anche scendere a considerevoli profondità . Questi rappresentano simbolicamente la fascia della popolazione intermedia , il Tipo ab , fisiologico . Nel mare poi ci sono i pesci , e i crostacei , i quali non hanno percezione dell’arcipelago e sono letteralmente immersi in una quantità di stimoli enorme , coralli , onde , conchiglie , molluschi , predatori , alghe , plancton , elementi non percepiti e nemmeno sospettati dagli uccelli marini ma che hanno significativo peso nell’esistenza e dei pesci . Questi rappresentano il Tipo B . Vi sono poi creature che vivono sul fondale marino , per le quali ogni granello appare come un intero mondo e gli elementi al di sopra lontani come stelle di un firmamento e appena percepibili . Questi rappresentano il Tipo BB , per entrare in contatto con il quale è necessario utilizzare bene quegli input che sembrano stelle proprio come fossero realmente messaggi che arrivano da mondi lontani . In alto , oltre la rotta degli uccelli marini volano gli uccelli migratori . Nemmeno vedono le isole , se non come un indistinto punto scuro e volano da un continente all’altro presi dalle loro rotte indicate del cielo . Simile al comportamento di questi uccelli il Tipo AA , distaccato dai parametri reali ( l’arcipelago ) e vagante nel mondo dei suoi calcoli . Stelle dunque nei cieli degli uni e simili a stelle le isole nel mondo percettivo degli altri , Autismo e Psicosi in qualche modo si incontrano all’apparenza , pur essendo molto distanti tra loro , quando li si osserva senza lo strumento della scienza .

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