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Biblioteca professionalena del Partito comunista ita-Biblioteca professionale Roberta Cesana...

Date post: 24-Mar-2020
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69 Biblioteche oggi novembre 2010 Rusca, e poi ancora Longa- nesi, Cappelli, Sansoni, Bo- ringhieri. Il 1956 è un anno “indimen- ticabile” in politica e coinci- de con l’invasione dell’Un- gheria da parte dell’esercito sovietico. È un anno impor- tante anche per la casa edi- trice, che si consolida pub- blicando una serie di autori italiani già noti (come Rug- gero Zangrandi, conteso al rivale Einaudi), o esordienti (nella collana “Scrittori di og- gi”, diretta da Luciano Bian- ciardi). Bianciardi sarà licen- ziato nel 1957, ma è il soste- nitore di quell’attenzione vi- gile e intensa fortemente con- centrata sulla contempora- neità, e più in particolare sui protagonisti dei movimenti di decolonizzazione allora in corso nei continenti extra- europei. Il 1957 è però anche l’anno in cui la casa editrice Feltri- nelli assurge a protagonista del mercato italiano e inter- nazionale e balza all’onore delle cronache non solo let- terarie, ma anche politiche, grazie alla spettacolare vi- cenda del Dottor Z ˇ ivago. Cen- surato in patria, Borís Paster- nàk riesce a far passare un manoscritto del suo roman- zo in Occidente e precisa- mente nelle mani di Feltri- nelli, grazie alla mediazione di Sergio D’Angelo, all’epoca direttore della libreria roma- na del Partito comunista ita- Biblioteca professionale Roberta Cesana “Libri necessari”. Le edizioni letterarie Feltrinelli (1955-1965) Milano, Edizioni Unicopli, 2010, p. 584, 20,00 “Storia della cultura non si fa […] senza fare storia dell’edi- toria, e non solo nella sua concreta organizzazione, ma nella trama sottile dei legami di vario tipo che si stabilisce fra quanti concorrono alla na- scita di un libro, di una rivi- sta, del fascicolo di un perio- dico qualsiasi.” Questa frase, di Eugenio Garin, andrebbe posta in esergo al bel volu- me di Roberta Cesana dedi- cato alle edizioni letterarie Fel- trinelli, di cui la studiosa ri- costruisce la fortuna in un pe- riodo chiave della storia del- la casa editrice milanese, rac- contando le vicende legate al- le collane più rappresentati- ve e ai loro direttori. Nel 1955 il giovane Giangia- como Feltrinelli è solo il ram- pollo di una famiglia dalle cospicue attività industriali. La sua esperienza in editoria consiste in una partecipazio- ne alle imprese della “Biblio- teca di cultura” di “Milano-Se- ra” (quotidiano milanese) e della COLIP (Cooperativa del Libro Popolare), nate rispet- tivamente nel 1948 e nel 1949. Nel 1955, tuttavia, Feltrinelli compie il gran passo e deci- de di mettere le sue compe- tenze – sapere “cos’è una con- tabilità, come si valuta un di- rigente, come si può preve- dere l’andamento di un mer- cato” – al servizio della tra- sformazione culturale della so- cietà italiana. La visione di Feltrinelli non è dunque neutrale all’interno del panorama editoriale italiano di quegli anni, giacché co- niuga l’assunto ideologico di partenza a una moderna vi- sione imprenditoriale, dove, ad esempio, lo sviluppo di un servizio di distribuzione e di una rete di librerie prece- de la pubblicazione delle idee. Questo indirizzo avrà grande importanza per l’affermarsi e il consolidamento nel tempo della casa editrice. Al fondo dell’iniziativa, comunque, ri- mane la presa sull’attualità e la caccia al nucleo roccioso e durevole che rimane stabi- le nella spirale effimera della contingenza storica: le pub- blicazioni “necessarie” sono, infatti per l’editore milanese, quelle che sanno cogliere “i nuovi livelli intellettuali, este- tici, morali del mondo, le nuove sensibilità, le nuove problematiche” (cfr. p. 17). La saggistica impegnata è un pezzo forte del catalogo Fel- trinelli. Per la sua sintesi sto- rica, tuttavia, Cesana sceglie di concentrarsi sulle collane letterarie, di cui ricostruisce il carattere “necessario” e la “trama sottile dei legami” che stringono Feltrinelli ai suoi autori e ai suoi più stretti collaboratori: Luciano Bian- ciardi, Marcello Venturi, Va- lerio Riva, Gian Piero Brega, e poi ancora Giorgio Bassa- ni, Enrico Filippini, e più tar- di Antonio Porta e Nanni Ba- lestrini. Alla fine del 1954 la casa edi- trice Feltrinelli apre a Milano e si stabilisce, dopo tre anni, in via Andegari, ancora oggi la sua sede. Un anno dopo nasce la collana simbolo, quell’“Universale Economi- ca” che in dieci anni, dal 1955 al 1965, ospiterà un program- ma di oltre trecento titoli (la bibliografia è alla fine del vo- lume di Cesana). Ricordiamo che Feltrinelli non è stato il primo editore a nutrire l’am- bizione di raggiungere un vasto pubblico di lettori con collane di qualità e una scel- ta illuminata di titoli. Prima di lui avevano tentato, con successo, la Rizzoli, dando vita alla celebrata e longeva collana BUR, ideata da Luigi Sovracoperta del Dottor Z ˇ ivago (1. ed. 15 novembre 1957)
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Rusca, e poi ancora Longa-nesi, Cappelli, Sansoni, Bo-ringhieri.Il 1956 è un anno “indimen-ticabile” in politica e coinci-de con l’invasione dell’Un-gheria da parte dell’esercitosovietico. È un anno impor-tante anche per la casa edi-trice, che si consolida pub-blicando una serie di autoriitaliani già noti (come Rug-gero Zangrandi, conteso alrivale Einaudi), o esordienti(nella collana “Scrittori di og-gi”, diretta da Luciano Bian-ciardi). Bianciardi sarà licen-ziato nel 1957, ma è il soste-nitore di quell’attenzione vi-gile e intensa fortemente con-centrata sulla contempora-neità, e più in particolare sui

protagonisti dei movimentidi decolonizzazione allora incorso nei continenti extra-europei. Il 1957 è però anche l’annoin cui la casa editrice Feltri-nelli assurge a protagonistadel mercato italiano e inter-nazionale e balza all’onoredelle cronache non solo let-terarie, ma anche politiche,grazie alla spettacolare vi-cenda del Dottor Zivago. Cen-surato in patria, Borís Paster-nàk riesce a far passare unmanoscritto del suo roman-zo in Occidente e precisa-mente nelle mani di Feltri-nelli, grazie alla mediazionedi Sergio D’Angelo, all’epocadirettore della libreria roma-na del Partito comunista ita-

Biblioteca professionale

Roberta Cesana“Libri necessari”. Le edizioni letterarieFeltrinelli (1955-1965) Milano, Edizioni Unicopli, 2010,p. 584, € 20,00

“Storia della cultura non si fa[…] senza fare storia dell’edi-toria, e non solo nella suaconcreta organizzazione, manella trama sottile dei legamidi vario tipo che si stabiliscefra quanti concorrono alla na-scita di un libro, di una rivi-sta, del fascicolo di un perio-dico qualsiasi.” Questa frase,di Eugenio Garin, andrebbeposta in esergo al bel volu-me di Roberta Cesana dedi-cato alle edizioni letterarie Fel-trinelli, di cui la studiosa ri-costruisce la fortuna in un pe-riodo chiave della storia del-la casa editrice milanese, rac-contando le vicende legate al-le collane più rappresentati-ve e ai loro direttori. Nel 1955 il giovane Giangia-como Feltrinelli è solo il ram-pollo di una famiglia dallecospicue attività industriali.La sua esperienza in editoriaconsiste in una partecipazio-ne alle imprese della “Biblio-teca di cultura” di “Milano-Se-ra” (quotidiano milanese) edella COLIP (Cooperativa delLibro Popolare), nate rispet-tivamente nel 1948 e nel 1949.Nel 1955, tuttavia, Feltrinellicompie il gran passo e deci-de di mettere le sue compe-tenze – sapere “cos’è una con-tabilità, come si valuta un di-rigente, come si può preve-dere l’andamento di un mer-cato” – al servizio della tra-sformazione culturale della so-cietà italiana. La visione di Feltrinelli non èdunque neutrale all’interno delpanorama editoriale italianodi quegli anni, giacché co-niuga l’assunto ideologico dipartenza a una moderna vi-sione imprenditoriale, dove,ad esempio, lo sviluppo di

un servizio di distribuzione edi una rete di librerie prece-de la pubblicazione delle idee.Questo indirizzo avrà grandeimportanza per l’affermarsi eil consolidamento nel tempodella casa editrice. Al fondodell’iniziativa, comunque, ri-mane la presa sull’attualità ela caccia al nucleo rocciosoe durevole che rimane stabi-le nella spirale effimera dellacontingenza storica: le pub-blicazioni “necessarie” sono,infatti per l’editore milanese,quelle che sanno cogliere “inuovi livelli intellettuali, este-tici, morali del mondo, lenuove sensibilità, le nuoveproblematiche” (cfr. p. 17). La saggistica impegnata è unpezzo forte del catalogo Fel-trinelli. Per la sua sintesi sto-rica, tuttavia, Cesana scegliedi concentrarsi sulle collaneletterarie, di cui ricostruisceil carattere “necessario” e la“trama sottile dei legami” chestringono Feltrinelli ai suoiautori e ai suoi più stretticollaboratori: Luciano Bian-ciardi, Marcello Venturi, Va-lerio Riva, Gian Piero Brega,e poi ancora Giorgio Bassa-ni, Enrico Filippini, e più tar-di Antonio Porta e Nanni Ba-lestrini. Alla fine del 1954 la casa edi-trice Feltrinelli apre a Milanoe si stabilisce, dopo tre anni,in via Andegari, ancora oggila sua sede. Un anno doponasce la collana simbolo,quell’“Universale Economi-ca” che in dieci anni, dal 1955al 1965, ospiterà un program-ma di oltre trecento titoli (labibliografia è alla fine del vo-lume di Cesana). Ricordiamoche Feltrinelli non è stato ilprimo editore a nutrire l’am-bizione di raggiungere unvasto pubblico di lettori concollane di qualità e una scel-ta illuminata di titoli. Primadi lui avevano tentato, consuccesso, la Rizzoli, dandovita alla celebrata e longevacollana BUR, ideata da Luigi

Sovracoperta del Dottor Zivago (1. ed. 15 novembre 1957)

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liano. Nonostante l’ostilità diMosca, Feltrinelli pubblica ilromanzo e si assicura il dirit-to d’autore per tutti i paesioccidentali. Ed è subito suc-cesso: Il dottor Zivago esce il15 novembre 1957 inizial-mente in 12.000 copie; neglianni successivi verrà ristam-pato in media ogni due setti-mane e persino più di fre-quente, dopo che l’Accade-mia delle scienze di Stoccol-ma conferisce allo scrittorerusso il Premio Nobel dellaLetteratura. Per l’occasione, Fel-trinelli prepara insieme all’e-ditore olandese Mouton intutta fretta un’edizione in rus-so, lingua nella quale il ro-manzo non era stato ancorapubblicato. E, come scriveCesana citando Carlo Feltri-nelli, figlio di Giangiacomo,fu quella “una prova che ilsuo [di Feltrinelli] mestierepuò influire su questioni de-cisive” (p. 253).Il capitolo V del volume di Ce-sana è dedicato al lavoro edi-toriale di Giorgio Bassani, scrit-tore di gusti raffinati e gran-de protagonista della vita let-teraria italiana. La studiosa ri-costruisce i contatti presi conl’editore, la natura delle scel-te letterarie e le “spinte” para-testuali (quarte di copertina,risvolti) attraverso cui Bassa-ni promuoveva gli autori dalui selezionati. Bassani dirigela “Biblioteca di letteratura”,“la più prestigiosa e struttu-rata collana della casa editri-ce” (p. 255). Attraverso que-sto assiduo, alchemico, raffi-nato lavoro di scouting, Bas-sani riesce in pochi anni afar convergere verso la casaeditrice scrittori più o menoestranei al neorealismo allo-ra imperante, da Cassola a Te-stori, da Cancogni ad Arbasi-no, da Borges, Foster e Bli-xen fino ad arrivare, natural-mente, a Tomasi di Lampedusa.La storia dell’aristocratico si-ciliano, la cui vocazione discrittore trovò piena manife-

stazione nel capolavoro uni-co e tardivo de Il Gattopardo,è essa stessa materia di ro-manzo, soprattutto se a ren-derla più avvincente si men-zionano i rifiuti degli editorsche avevano ricevuto il testoin visione. Il più autorevoledei detrattori è forse Elio Vit-torini, peraltro un’autorità nelcampo della direzione di col-lane, ma all’epoca permeatoda una concezione narrativaideologica impegnata e “pro-gressiva”. Ciò non fa che met-tere in ancor migliore lucel’intuizione di Bassani e del-l’editore Feltrinelli, in parti-colare del primo che avevaimmediatamente compresol’“acutissima percezione del-la realtà”, il “delizioso sensodell’umorismo”, l’“autentica for-za lirica”, tutti elementi benlontani dal realismo sociale,che sembrava all’epoca esse-re requisito imprescindibiledella creazione letteraria.Queste qualità saranno poi e-saltate dalla critica osannan-te, per una gloria che peròpoteva essere unicamente po-stuma: Tomasi di Lampedusa,infatti, morì prima della pub-blicazione del romanzo. E così le 2.000 copie manda-te in tutta fretta in tipografianegli ultimi giorni del dicem-bre 1958 diventarono oltredue milioni. Ma c’è di più. Ilsuccesso del capolavoro diTomasi di Lampedusa finì pervalorizzare l’intera selezionedi autori operata da Bassaninella sua “Biblioteca di Lette-ratura”. Fu così che si distin-sero con ottime vendite sia“I contemporanei” – sezionein cui apparivano le opere diFortini, Testori, Arbasino, Vol-poni, Cialente, Siciliano – sia“I classici moderni”, con For-ster, Blixen, Borges, Paustov-skij, Yourcenar e Crane a fa-re da battistrada. Nel 1963, lacollaborazione tra direttoredi collana ed editore si esau-rì, tuttavia, con strascichi po-lemici poco edificanti, non

solo per divergenze in meri-to al romanzo Fratelli d’Ita-lia di Alberto Arbasino, cer-tamente non amato da Bas-sani, ma più in generale pereffetto della massiccia pres-sione esercitata all’interno del-la casa editrice dal Gruppo’63, che aveva trovato un po-tente punto di appoggio inGiangiacomo stesso. E così,mentre nasceva la collana“Materiali”, in cui trovavanoposto molte delle opere delGruppo ’63, Bassani e un al-tro grande scrittore del do-poguerra, Carlo Cassola, fu-rono designati come le “Lia-le” della letteratura italiana.Nel 1963 lo sperimentalismosi accentua in casa editrice esi assiste a un ricambio ge-nerazionale di cui sono se-gni visibili le nuove collanee l’ascesa di Valerio Riva, re-dattore presente in casa findal tempo della fondazionedel gruppo e protagonistadel lancio delle “Comete”. Lacifra caratteristica di questacollana è la modernità: Rivapesca opere dappertutto, acondizione che siano carat-terizzate da una forte ricercasul linguaggio e da un atteg-giamento di rivolta nei con-fronti della società. Feltrinellipubblica ormai quasi esclu-sivamente autori del Gruppo’63, come Edoardo Sangui-neti, Giancarlo Marmori, Ger-mano Lombardi ed Arbasi-no; emblematica è l’uscita del-l’antologia del Gruppo ’63,curata da Nanni Balestrini eAlfredo Giuliani, peraltro ac-colta con grande diffidenzadalla critica. Destinati ad ave-re maggiore fortuna sono in-vece gli autori stranieri di ro-manzi di sperimentazione,come Nathalie Sarraute (éco-le du regard) e Claude Mau-riac per la Francia, Juan Rul-fo e Juan Goytisolo per laletteratura sudamericana, Frie-drich Dürrenmatt, Uwe John-son e il Gruppo ’47 per ildissenso in Germania, e poi

ancora la beat generation, rap-presentata dai Sotterranei diJack Kerouac e da Tropico delCancro e Tropico del Capri-corno di Henry Miller, ed irussi Baklanov, sul quale Ri-va cercò di imbastire, ma in-vano, un secondo caso Ziva-go, e soprattutto Evtusenko,un caso Zivago mancato, per-ché più accorti nelle relazio-ni pubbliche furono questavolta i censori sovietici. Nondi rado tali romanzi, consi-derati scabrosi, attiravano l’at-tenzione della magistratura inprocessi spettacolari, che ave-vano immancabili ricadute po-sitive sulle vendite. Il volume di Cesana si chiu-de con la ricostruzione dellavicenda iniziale della collanaforse più matura della casaeditrice, ancora oggi esisten-te: i “Narratori”. Se i successidel Dottor Zivago e del Gat-topardo possono essere con-siderati occasionali, con “I Nar-ratori” Feltrinelli raggiunge ivertici dell’editoria italiana esi pone come uno dei puntidi riferimento per l’editoria in-ternazionale. Per attirare i bigdella letteratura mondiale –Blixen, Yourcenar, Mishima,Updike e, negli anni Sessanta,Grass, Handke, Bachmann epoi ancora Garcìa Marquez,Vargas Llosa, Puig, Scorza ecc.– Feltrinelli non bada a spe-se e acquista la reputazione dicorsaro, spesso sottolineatadai suoi contemporanei.Lawrence Durrel, ad esem-pio, viene strappato a Lon-ganesi con un anticipo di950.000 lire per due dei ro-manzi del ciclo del “Quartet-to di Alessandria”, mentre glianticipi ordinari pagati daglieditori erano dell’ordine di100.000-200.000 lire a volume.Seguiranno Malcolm Lowrycon Sotto il vulcano e le operedi Nadine Gordimer, di IsaakBabel, i famosi Tropici diHenry Miller, i narratori tede-schi, questa volta non più spe-rimentali, come Hermann Broch

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e Günter Grass, nonché, piùtardi, la saga degli autori lati-no-americani Jorge Luis Bor-ges, Joao Guimarães Rosa, Car-los Fuentes (ma la descrizio-ne di Cesana si ferma al 1965,prima quindi dello strepitososuccesso di Cent’anni di so-litudine, di Gabriel Garcìa Mar-quez). Tra gli italiani, vannomenzionate le pubblicazionidi Hilarotragoedia di Gior-gio Manganelli e de Il padro-ne di Goffredo Parise.La lettura del volume resti-tuisce perfettamente la di-mensione del “protagonismo”(per utilizzare un’espressio-ne di Ferretti) di Giangiaco-mo Feltrinelli. Un editore-pa-drone non solo per la di-mensione del capitale inve-stito, ma soprattutto per lescelte intellettuali da lui pro-mosse, anche in contrastocon i suoi collaboratori piùstimati (Bianciardi, Bassani),e sempre grande tessitore direlazioni tra prefatori, illu-stratori, critici, traduttori, configure di sostegno e di pro-mozione culturale tra le piùdense e le più stimolanti del-la cultura italiana del tempo. Un altro merito del volumedi Cesana è quello di adotta-re una metodologia tradizio-nale imperniata sugli appor-ti della bibliografia classica edella bibliografia materiale,arricchita però di tocchi do-sati di teoria della critica edella letteratura. La “storia” dell’editoria di Ce-sana non è di tipo sociale, seper essa si intende, con Bar-bier, lo studio degli archiviindustriali e contabili, dovehanno peso le tirature e i ca-pitali investiti. Cesana fa, in-fatti, storia “culturale” e ri-prende un genere di ricostru-zione assai prossimo a quel-lo già battuto da Ferretti, conaccurate liste bibliografichein cui risulta valorizzato l’ap-parato editoriale di tipo pa-ratestuale. I risvolti di coper-tina, le quarte pagine mo-

strano la fantasia e la potenzadel messaggio promozionaleinviato dalla casa editrice, co-sì come la sua geniale ten-denziosità. Notevole è anchel’attenzione riposta da Cesa-na alle traduzioni delle operee ai commenti che esse han-no sollecitato tra i critici let-terari. E così, dopo i lavori magi-strali di Decleva su Monda-dori, di Mangoni su Einaudi,di Ferretti sull’editoria lette-raria italiana del dopoguerra,un altro tassello è stato inse-rito per la ricostruzione diquesta importante paginadella storia della cultura ita-liana del Novecento.

Giuseppe VitielloNATO Defense College, Roma

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