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Bollettino Radar marzo 2018
Scopo del Bollettino Radar
Il Bollettino Radar valuta e raccoglie le informazioni rilevanti per la Svizzera sulla situazione internazionale e sulla
diffusione delle più importanti epizoozie e malattie animali. Ciò permette di riconoscere precocemente e
comunicare i possibili rischi per il Paese. Il Bollettino Radar è pubblicato con cadenza mensile. Nota: in presenza
di un caso di epizoozia o di minaccia incombente per la Svizzera si ricorre ai canali di comunicazione consolidati
per la gestione degli eventi all’interno del Servizio veterinario svizzero.
Fonti consultate
ADNS, AHO, USAV, Defra, PAFF Committee, FLI, Healthmap, MediSYS, OIE, ProMED, DISCONTOOLS e
altre.
Definizione dei simboli semaforici
Rischio elevato che l’epizoozia/la malattia animale si manifesti in Svizzera, oppure manifestazione già in corso. Vengono adottate misure concrete per proteggere gli effettivi svizzeri. d1
Rischio medio che l’epizoozia/la malattia animale si manifesti in Svizzera. È opportuno prestare maggiore attenzione. A seconda della situazione vengono adottate misure per proteggere gli effettivi svizzeri. 1
Rischio ridotto che l’epizoozia/la malattia animale si manifesti in Svizzera. La situazione è tuttavia anomala e va tenuta sotto controllo. Non sono ancora necessarie misure per proteggere gli effettivi svizzeri.
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Nuove notifiche
PSA Peste suina africana (PSA): situazione in Cechia, Polonia, Stati baltici, Romania, Ucraina e Moldova.
BT Malattia della lingua blu (BT): nuovi casi in Francia (BTV-8).
HPAI/LPAI
Influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI): H5N6 nei volatili da cortile in Germania, Paesi Bassi e Svezia, negli uccelli selvatici in Gran Bretagna, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca,
H5N8 nei volatili da cortile in Italia e Bulgaria.
Influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI): in Francia e Svizzera.
- - TBC Tubercolosi (TBC): nuovi casi in Austria, Germania e Francia.
Notifiche sintetiche e aggiornamento delle notifiche del Bollettino Radar di febbraio 2018
Piccolo coleottero dell’alveare
Piccolo coleottero dell’alveare: nessun nuovo caso in Italia.
AE Afta epizootica (AE): nuovi casi in Turchia.
LSD Lumpy skin disease (LSD): nessun nuovo caso.
- - CWD Malattia del dimagrimento cronico (Chronic wasting disease, CWD): primo caso in Finlandia, situazione in Norvegia.
Analisi di esclusione di epizoozie altamente contagiose in Svizzera
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Malattia Peste suina africana (PSA) – Cechia, Polonia, Stati baltici
(Estonia, Lettonia e Lituania), Romania, Ucraina e Moldova
Situazione
Dal Bollettino Radar di febbraio 2018 gli Stati membri dell’UE hanno notificato due ulteriori focolai di PSA nei suini
domestici, mentre l’Ucraina ne ha notificati cinque e la Moldova uno. Riguardo ai cinghiali, nel periodo in
rassegna sono pervenute da Stati baltici, Cechia, Polonia e Ucraina 523 notifiche relative a casi di PSA, per un
totale di 1128 capi interessati.
Situazione tra i suini domestici
In Polonia la PSA è stata rilevata in un’azienda da ingrasso di dimensioni consistenti (640 capi) del distretto di
Parczew.
La Romania ha notificato un focolaio in un piccolo allevamento (3 suini da ingrasso) nei pressi di Satu Mare. A
soli 4 km dall’azienda in questione si erano verificati due focolai in piccoli allevamenti rumeni nel gennaio 2018; il
confine con l’Ungheria e l’Ucraina è poco distante.
L’Ucraina ha notificato complessivamente cinque focolai, di cui tre in piccoli allevamenti (2,10 e 12 animali) e uno
in un’azienda di grandi dimensioni (oltre 1000 capi). Inoltre, la malattia è stata rilevata in due suini domestici trovati
morti ai margini di un abitato.
Nella regione sudorientale della Moldova (distretto di Causeni) si è avuto un focolaio in un piccolo allevamento
(8 capi), all’origine del quale si pensa vi sia la somministrazione illegale agli animali di scarti di carne di suino.
Situazione tra i cinghiali
Il numero di notifiche relative a casi di PSA nei cinghiali è aumentato da 354 (716 capi) a febbraio 2018 alle attuali
523 (1128 capi).
Nel periodo in rassegna sono state trasmesse all’ADNS le seguenti notifiche (tra parentesi il numero dei cinghiali
interessati): Polonia 302 (646); Cechia 1 (1); Lituania 140 (364); Lettonia 51 (74); Estonia 26 (33); Ucraina 3
(10).
In Cechia la PSA è stata accertata in un cinghialetto in stato di avanzata putrefazione ritrovato 1 km a sud della
zona centrale recintata, estesa per 58 km², nella regione di Zlín.
Commento
Finora, la Cechia è riuscita a contenere la diffusione della PSA. In Polonia si assiste a un forte aumento dei
casi di PSA nei cinghiali, circostanza spiegabile con il diffondersi della malattia verso Varsavia e il confine con
Kaliningrad e quindi il coinvolgimento di un’area più vasta.
Immagine PSA_1:
Casi di PSA nei suini domestici e nei
cinghiali notificati nell’ADNS dal 1°
marzo 2018 (stato: 20.03.2018). La
mappa mostra le zone interessate dalle
decisioni di esecuzione 2014/709/UE
(ultima modifica 2018/263/UE).
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Nel quadro del progetto ENETWILD finanziato dall’EFSA è stato elaborato un questionario per acquisire dati
standardizzati sulla distribuzione geografica e sull’abbondanza di cinghiali selvatici in Europa. Disporre di
informazioni adeguate sulla popolazione di cinghiali è essenziale per poter valutare i rischi correlati alla PSA e
pianificare opportune misure di controllo.
I casi di eliminazioni chiaramente illegali di carcasse di suini domestici infetti in Ucraina comportano un
ulteriore rischio per la diffusione dell’epizoozia, in quanto le carcasse rappresentano una fonte d’infezione. È
estremamente difficile individuare da quali allevamenti provengano i capi in questione e ricostruire le catene di
infezione.
Conseguenze
per la
Svizzera
Un’eventuale comparsa della PSA in Svizzera avrebbe conseguenze devastanti per la salute degli animali e il
commercio. È quindi molto importante attuare misure preventive per ridurre il rischio che questa epizoozia
venga introdotta sul territorio elvetico.
Attualmente il rischio maggiore per la Svizzera è rappresentato dalla carne di maiale o cinghiale contaminate
dal virus e dai prodotti da esse derivati (prosciutto, salame, ecc.) importati dai Paesi interessati dalla PSA. Se
questi prodotti non vengono trattati con attenzione, il virus può diffondersi negli allevamenti di suini o nella
popolazione di cinghiali. Allo stesso modo, i viaggi venatori nei Paesi interessati comportano il rischio che il
virus infettivo possa essere introdotto in Svizzera attraverso strumenti da caccia, stivali, vestiti e trofei
contaminati. L’USAV ha pubblicato una brochure e vari opuscoli in diverse lingue con le principali regole di
comportamento relative alla PSA. Questi documenti sono stati distribuiti sotto forma di poster e pieghevoli
anche ai principali posti di confine della Svizzera.
Affinché si riconosca con la massima tempestività l’eventuale introduzione della PSA tra i cinghiali sul territorio
elvetico, l’USAV ha lanciato un programma di riconoscimento precoce nazionale. Cacciatori e guardiacaccia
sono invitati a notificare all’ufficio veterinario cantonale competente tutti i cinghiali trovati morti nonché gli
abbattimenti di animali malati e selvaggina infortunata e ad attenersi alle istruzioni impartite dallo stesso ufficio
affinché le carcasse siano esaminate per accertare l’eventuale presenza di PSA. Informazioni in merito al
programma nazionale di riconoscimento precoce sono disponibili sul sito dell’USAV.
Per rafforzare la prevenzione i detentori di animali sono chiamati a verificare ed eventualmente ottimizzare le
necessarie misure igieniche nei loro allevamenti di suini. I veterinari degli effettivi hanno la possibilità di
richiedere analisi di esclusione della PSA per aziende suinicole in cui emergono problemi di salute poco chiari.
Dal Bollettino Radar di febbraio 2018 sono state condotte Analisi di esclusione riguardo alla PSA presso
cinque aziende.
Nell’UE la decisione di esecuzione 2014/709/UE (ultima modifica decisione di esecuzione (UE) 2018/478)
definisce le zone a elevato rischio di diffusione dell’epizoozia negli Stati baltici, in Polonia e Sardegna (parti I-
IV). Le zone di protezione e di sorveglianza istituite in Romania sono disciplinate nella decisione di esecuzione
(UE) 2018/419. In Svizzera si applica l’ordinanza dell’USAV che istituisce provvedimenti per prevenire
l’introduzione della peste suina africana da taluni Stati membri dell’Unione europea.
Fonti / link
OIE, Empres-i, ADNS, PAFF Committee,
Commissione europea, moldpres
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito dell’USAV e del FLI.
Valutazione qualitativa dei rischi del FLI (stato: 12 luglio 2017)
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Malattia Malattia della lingua blu (BT) – Francia (BTV-8)
Situazione
A marzo 2018 sono stati notificati in Francia complessivamente 10 casi di BTV-8, prevalentemente in
dipartimenti orientali del Paese. Non sono stati segnalati ulteriori casi di BTV-4.
Immagine BT_1: Focolai di BT notificati nell’ADNS dal 1° gennaio al 20 marzo 2018 e i relativi
raggi di 150 km.
Commento
Il 1° gennaio 2018 tutti i dipartimenti della Francia continentale sono stati dichiarati zona soggetta a restrizioni
per il BTV-8 e il BTV-4. In quest’area gli animali possono essere spostati senza la necessità di prendere
misure legate ai due sierotipi e la vaccinazione è volontaria. Le ragioni del calo delle notifiche negli ultimi mesi
non sono documentate. Si mette in conto che nel corso del 2018, nella stagione di attività dei vettori, il numero
dei casi potrebbe tornare a salire.
Conseguenze
per la
Svizzera
Dopo che due bovini sono risultati positivi al BTV-8 nell’ambito del programma di sorveglianza annuale, dal 10
novembre 2017 è stata istituita per tutta la Svizzera e anche per il Principato del Liechtenstein una zona
soggetta a restrizioni per il sierotipo 8 (cfr. Bollettino Radar di ottobre 2017). All’interno di questa zona il traffico
di animali non è soggetto ad alcuna limitazione a causa del BTV-8. Per la situazione aggiornata relativa al BTV
in Svizzera si rimanda alla comunicazione nell’ambito della gestione degli eventi dell’USAV.
I bovini e gli ovini possono essere vaccinati in via preventiva contro il BTV-8 e il BTV-4. La vaccinazione è
volontaria e può essere effettuata dal veterinario dell’effettivo. I requisiti specifici per l’estivazione all’estero,
anche in relazione alla BT, sono contenuti nelle disposizioni cantonali concernenti l’estivazione per il pascolo
frontaliero. Per l’esportazione degli animali si applicano le disposizioni e i requisiti conformemente al
regolamento (CE) n. 1266/2007.
Per poter continuare a valutare e sorvegliare la situazione relativa al BTV-8 e al BTV-4, è fondamentale
riconoscere i casi clinici sospetti. Pertanto ai detentori di animali e ai veterinari è richiesta una maggiore
attenzione al fine di accertare rapidamente a livello diagnostico possibili casi sospetti. Se i detentori di animali
riscontrano sintomi sospetti (febbre, infiammazione delle mucose, ulcerazioni e necrosi della pelle e della
mucosa orale, labiale e nasale, dei capezzoli e delle mammelle, edemi nella regione della testa e agli arti
nonché sintomi respiratori), devono contattare immediatamente il veterinario dell’effettivo, il quale dispone il
prelievo di campioni.
Fonti / link
ADNS, ESA Maggiori informazioni sono disponibili sul sito dell’USAV
e del FLI. Mappa aggiornata ed elenco delle zone
soggette a restrizioni nell’UE.
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Malattia Influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) – H5N6 nei volatili da cortile in Germania, Paesi
Bassi e Svezia nonché negli uccelli selvatici in Gran Bretagna, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e
Danimarca, H5N8 nei volatili da cortile in Italia e Bulgaria
Influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI) nei volatili da cortile in Francia e Svizzera
Situazione
Dal Bollettino Radar di febbraio 2018 l’HPAI è stata rilevata nei volatili da cortile in cinque Paesi e negli uccelli
selvatici in altrettanti Paesi.
Immagine AI_1: Focolai di HPAI nel pollame e casi negli uccelli selvatici notificati nell’ADNS
tra il 23.02.2018 e il 22.03.2018.
HPAI
H5N6 nei volatili da cortile
In Germania l’H5N6 è stata riscontrata in un piccolo allevamento misto (73 animali in tutto fra polli, tacchini, anatre
e oche) nell’isola alluvionale di Süderoog, nel Wattenmeer, al largo della Frisia settentrionale. L’isola è una riserva
ornitologica.
Nei Paesi Bassi si sono verificati due focolai del sottotipo H5N6: nella provincia di Groninga, a fine febbraio 2018
è stato riscontrato un focolaio in un grande effettivo di riproduttori per polli da ingrasso (oltre 36 000 esemplari);
un ulteriore focolaio ha interessato a metà marzo 2018 un grande allevamento di anatre da ingrasso (29 000
esemplari) nella provincia di Overijssel, già colpito dall’HPAI nel 2014 e nel 2016.
In Svezia l’H5N6 è stata riscontrata in un allevamento amatoriale (105 esemplari, varie specie).
H5N8 nei volatili da cortile
In Italia (Lombardia) si sono verificati tre focolai di H5N8: all’inizio di marzo 2018 sono state colpite due grandi
aziende detentrici di galline ovaiole delle province di Bergamo e Brescia (rispettivamente con 95 000 e 30 700
esemplari) appartenenti al medesimo consorzio; successivamente, presso una grande azienda da ingrasso di
tacchini (150 000 esemplari) situata nel distretto posto sotto sequestro (nel raggio di 3 km) in seguito al focolaio
verificatosi nella bergamasca si è registrato un incremento della mortalità, con conseguente prelievo di campioni
che ha dato esito positivo. I focolai hanno interessato zone vicine a quelle in cui, tra ottobre e dicembre 2017,
erano stati rilevati gli ultimi casi di H5N8.
La Bulgaria ha notificato a inizio marzo 2018 un focolaio di H5N8 in un grande allevamento di galline ovaiole
(139 000 esemplari) nel distretto (oblast) di Dobrič, sul Mar Nero.
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H5N6 negli uccelli selvatici
In Gran Bretagna l’H5N6 è stata rilevata in uccelli selvatici trovati morti in cinque località dell’Inghilterra e in una
località del Galles. In Inghilterra la malattia ha colpito cigni reali, oche selvatiche, fagiani selvatici, poiane e un
astore; anche l'esemplare rinvenuto in Galles era un astore.
In Irlanda la presenza dell’H5N6 è stata riscontrata in una poiana e in un’aquila di mare. Entrambi gli animali sono
stati trovati morti presso lo stesso lago (Lough Derg); nella zona era già stata rinvenuta un’aquila di mare morta
in seguito all’H5N6 a gennaio 2018. Il lago, durante l’inverno, costituisce un luogo di raduno per molti uccelli
acquatici.
In Danimarca, nella zona occidentale dell’isola principale della Zelanda, è stata trovata morta un’aquila di mare;
le analisi hanno confermato che la causa del decesso è stata un’infezione da H5N6.
Nei Paesi Bassi l’H5N6 è stata riscontrata in una moretta grigia, nel sud della Svezia in una poiana.
LPAI
Dal Bollettino Radar di febbraio 2018 la Francia ha notificato altri dieci focolai di LPAI H5, ancora una volta in
allevamenti di anatre. Le infezioni sono state rilevate prevalentemente (in nove casi su dieci) nell’ambito dei
controlli attivi di routine. Due dei ceppi riscontrati erano H5N2, tre erano H5N3 mentre gli altri non sono stati
tipizzati con precisione. Il decimo focolaio è stato riconosciuto nell’ambito delle analisi effettuate nella zona di
sorveglianza di 1 km istituita intorno al luogo in cui si era verificato un focolaio in precedenza. In Svizzera a marzo
2018 è stata rilevata la presenza dell’LPAI H10N3 in un cigno a Sciaffusa.
Commento
In Europa, da novembre 2017, il virus prevalente è l’HPAI H5N6, e nel periodo in rassegna sono nuovamente
pervenute numerose notifiche riguardanti uccelli selvatici e quattro notifiche relative a volatili da cortile (Germania,
Paesi Bassi, Svezia). La frequenza dei casi negli uccelli rapaci, ultimamente anche aquile di mare, trova
spiegazione in generale nella loro posizione alla fine della catena alimentare e, soprattutto nei mesi invernali,
nella maggiore rilevanza di uccelli acquatici e carogne nella gamma delle possibili prede.
Per quanto riguarda i volatili da cortile, per la prima volta da dicembre 2017 il virus HPAI H5N8 è ricomparso in
Europa. Nella regione italiana della Lombardia, caratterizzata da un’alta densità di allevamenti di pollame e
dall’abbondanza di corsi d’acqua, dopo l’epidemia di H5N8 che si è protratta fino al termine del 2017 si sono
verificati ulteriori focolai. Anche la Bulgaria ha notificato un focolaio. Nel periodo in rassegna non si sono invece
riscontrati casi di H5N8 negli uccelli selvatici, né nelle succitate regioni, né nel resto del continente europeo.
Gli uccelli migratori che trascorrono l’inverno in Europa si stanno apprestando a ripartire per il nord, per
raggiungere le zone di riproduzione; di conseguenza si riduce la presenza di quelle specie che arrivano da nord
durante l’autunno e che sono considerate la causa principale dell’introduzione dell’influenza aviaria tramite gli
uccelli selvatici nell’UE e in Svizzera. Nel contempo, però, stanno facendo ritorno in Europa gli uccelli migrati
verso sud.
Nel complesso, tuttavia, sussiste un rischio più elevato di trasmissione della malattia dagli uccelli selvatici agli
allevamenti di pollame.
La sorveglianza attiva dei virus LPAI nel pollame da reddito mira al riconoscimento delle infezioni dei sottotipi
H5 e H7, che possono mutare in virus altamente patogeni e minacciare le aziende detentrici. La presenza di
altri sottotipi (ad es. H10) negli uccelli selvatici non desta preoccupazioni.
Conseguenze
per la Svizzera
Le analisi sugli uccelli acquatici selvatici morti e ammalati sono di importanza fondamentale per il
riconoscimento precoce dei contagi. La popolazione è invitata a segnalare il rinvenimento di esemplari malati o
morti all’ufficio veterinario cantonale competente. Un resoconto aggiornato degli uccelli selvatici sottoposti ad
analisi in Svizzera da inizio 2018 è disponibile sul sito Internet dell’USAV.
È importante che gli avicoltori raggiungano o mantengano un elevato livello di biosicurezza in tutti gli
allevamenti di pollame (cfr. il documento che riporta un esempio di stazione igienizzante all’ingresso
dell’impianto di stabulazione).
Spesso i primi sintomi clinici di infezione da influenza aviaria sono aspecifici e possono presentarsi in tutte le
specie, in qualsiasi fascia di età. In presenza dei seguenti sintomi occorre procedere con la massima
tempestività ad analisi di laboratorio: apatia, inappetenza, diarrea, calo della produzione di uova, disturbi a
livello del sistema nervoso centrale e aumento della mortalità. In caso di problemi di salute di origine incerta che
non presentano elementi tali da far pensare a casi sospetti è consigliabile procedere ad analisi di esclusione.
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Dall’ultimo Bollettino Radar di febbraio 2018 non sono state effettuate analisi di tal genere relativamente
all’influenza aviaria.
Nell’UE, la decisione di esecuzione (UE) 2017/247 (modificata da ultimo dalla decisione di esecuzione
2018/418) regolamenta le zone di protezione e di sorveglianza negli Stati membri in cui è presente la malattia.
Per la Svizzera è in vigore l’ordinanza dell’USAV che istituisce provvedimenti per evitare l’introduzione
dell’influenza aviaria da taluni Stati membri dell’Unione europea.
Fonti / link
PAFF, EFSA, ADNS, IZSV, FAO, OMS Maggiori informazioni sono disponibili sul sito
dell’USAV e del FLI,
FLI: Valutazione dei rischi dell’8 novembre 2017.
Malattia Tubercolosi (TBC) – Austria, Germania e Francia
Situazione
Nell’ambito del programma di sorveglianza relativo agli animali di estivazione, l’Austria ha notificato a marzo
2018 due casi di TBC (Mycobacterium caprae) in allevamenti bovini del Vorarlberg. Rispetto all’anno scorso il
numero di aziende detentrici di bovini risultate positive ai test è stato inferiore (2017: 5 casi nel Vorarlberg, 3
casi in Tirolo). Anche nel contesto del programma di sorveglianza sui cervi il numero di casi positivi riscontrati è
risultato in calo nel Vorarlberg. In Tirolo, durante la stagione della caccia 2017/18, la TBC è stata diagnosticata
per la prima volta in 4 cervi nel distretto di Landeck.
In Germania nel corso del 2018 il sistema di notifica delle epizoozie (TSIS) ha raccolto quattro segnalazioni di
tubercolosi provenienti da allevamenti bovini dell’Algovia. Non si sa se tali casi siano da porre in relazione con
l’estivazione in zone frequentate da cervidi affetti da TBC.
Dall’inizio del 2018 la Francia ha notificato in tutto 32 casi di tubercolosi (Mycobacterium bovis) in allevamenti
bovini (30 nella regione della Nuova Aquitania, nel sud-ovest del Paese, uno in Normandia e uno in Corsica).
Commento
Nel Vorarlberg, in Tirolo e in Baviera i principali responsabili della diffusione della TBC (M. caprae) sono i cervi.
Il fatto che i pascoli di estivazione siano frequentati tanto dai bovini quanto dai cervi è considerato la causa
principale dei casi di TBC tra i bovini di queste regioni.
La Francia è riconosciuta indenne dalla TBC per quanto concerne i bovini dal 2001, tuttavia attraverso la
sorveglianza a tappeto viene individuato ogni anno un centinaio scarso di casi di tubercolosi in aziende
detentrici di bovini. La concentrazione e il continuo aumento dei casi nella regione sudoccidentale del Paese
rischiano di pregiudicare il mantenimento dello stato di «indenne dall’epizoozia» e di mettere in discussione
l’eradicazione definitiva della malattia.
Conseguenze
per la
Svizzera
La Svizzera è esposta a un concreto pericolo di introduzione della TBC legato alle estivazioni in Austria, alle
importazioni di specie animali ricettive da tutti i Paesi in cui è diffusa la malattia e agli spostamenti della
popolazione di cervi che dal Vorarlberg può raggiungere il nostro Paese.
Germania, Liechtenstein, Austria e Svizzera sono intenzionati a intensificare la cooperazione nella
sorveglianza e nella lotta contro la tubercolosi nei cervi che popolano l’arco alpino. Il 7 marzo 2018, a
Salisburgo, i rappresentanti dei quattro Paesi hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta al riguardo.
L’obiettivo è evitare che uomini e animali da reddito vengano contagiati dalla malattia.
Dal 2013 la Svizzera e il Principato del Liechtenstein stanno intensificando la sorveglianza della tubercolosi sia
nei bovini che nella popolazione di animali selvatici (programma di monitoraggio dei linfonodi LyMON e
sorveglianza della tubercolosi nella fauna selvatica). Fino ad oggi non sono stati individuati animali o
allevamenti bovini in cui fosse presente l’infezione.
Fonti / link ADNS, VOL.AT, ALT, TSIS Maggiori informazioni sono disponibili sul sito dell’USAV.
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Notifiche sintetiche e aggiornamento delle notifiche del Bollettino Radar di febbraio 2018
Piccolo coleottero
dell’alveare
(Aethina tumida)
Dal Bollettino Radar di febbraio 2018 la situazione relativa al piccolo coleottero dell’alveare in Italia
è rimasta invariata.
Per ulteriori informazioni si veda il Bollettino Radar di dicembre 2017 / gennaio 2018.
Afta epizootica
(AE)
Dall’inizio dell’anno la Turchia ha notificato nell’ADNS 145 casi di AE. I focolai sono comparsi in
varie zone del Paese, fatta eccezione per la regione situata sul territorio europeo (Tracia orientale),
nella quale è in corso un intenso programma di vaccinazione e di sorveglianza che dovrebbe
ridurre il rischio di introduzione della malattia in Europa.
La situazione di pericolo per la Svizzera è immutata, il rischio che l’epizoozia possa essere
introdotta nel Paese dal Nordafrica e dalla Turchia è tuttora significativo. È ancora opportuno,
dunque, tenere presente quanto specificato nei consigli di viaggio e nelle Informazioni tecniche
dell’USAV.
Dal Bollettino Radar di febbraio 2018, in Svizzera è stata effettuata un’Analisi di esclusione
riguardo all’AE in due aziende.
Dermatite
nodulare
contagiosa
(Lumpy skin
disease, LSD)
Dal Bollettino Radar di febbraio 2018 la situazione relativa alla LSD è rimasta invariata nell’Europa
sudorientale e in Turchia.
È tuttora in vigore l’ordinanza dell’USAV che istituisce provvedimenti per evitare l’introduzione della
dermatite nodulare contagiosa (Lumpy skin disease) da taluni Stati membri dell’Unione europea.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito dell’USAV.
Malattia del
dimagrimento
cronico (Chronic
wasting disease,
CWD)
La CWD è una encefalopatia spongiforme trasmissibile causata da prioni che colpisce i cervidi; la
malattia ha sempre esito letale. La Finlandia ha notificato il primo caso di CWD l’8 marzo 2018. Ad
esserne colpito era un alce (Alces alces) di 15 anni, deceduto in modo naturale a Kuhmo, nei
pressi del confine con la Russia. Le analisi al riguardo sono state confermate dal laboratorio di
riferimento dell’UE. Si tratta del primo caso di questa malattia nell’Unione europea. In Norvegia dal
2016 sono stati rilevati complessivamente 22 casi di CWD. A inizio 2018 nel Nordeuropa sono
state ampliate e intensificate le misure di sorveglianza attiva. Per le importazioni in Svizzera si
applica l’ordinanza dell’USAV che istituisce provvedimenti per prevenire l’introduzione della
malattia del dimagrimento cronico (Chronic wasting disease) da Norvegia, Svezia e Finlandia.
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Analisi di esclusione di epizoozie altamente contagiose in Svizzera
Qui di seguito una sintesi dei risultati relativi alle analisi di esclusione delle epizoozie altamente contagiose peste
suina africana e peste suina classica (PSA e PSC), afta epizootica (AE) e influenza aviaria (AI). Ulteriori
informazioni sulle analisi di esclusione sono disponibili sul sito web dell’USAV: PSA, PSC, AE, AI e ND
Immagine AUS_1: Distribuzione geografica delle aziende che hanno inviato campioni per le analisi di esclusione
nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2018 e il 21 marzo 2018.
Tabella AUS_1: Risultati delle analisi di esclusione effettuate dalla pubblicazione del Bollettino Radar di febbraio
2018. Le analisi di esclusione condotte nell’ambito del programma PathoPig sono opportunamente specificate
nella colonna Mittente.
Cantone Epizoozia Data del prelievo Mittente Specie animale Numero di animali Risultato
JU PSC 20.02.2018 PathoPig Suino 3 negativo
JU PSA/PSC 20.02.2018 PathoPig Suino 1 negativo
LU PSC 20.02.2018 PathoPig Suino 1 negativo
LU PSC 21.02.2018 PathoPig Suino 1 negativo
LU PSC 22.02.2018 PathoPig Suino 2 negativo
ZH AE 22.02.2018 Veterinario Bovino 4 negativo
AR PSA/PSC 26.02.2018 Veterinario Suino 2 negativo
BL PSA/PSC 26.02.2018 Laboratorio Suino 1 negativo
LU PSC 28.02.2018 PathoPig Suino 1 negativo
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ZG PSC 28.02.2018 PathoPig Suino 3 negativo
LU PSC 01.03.2018 PathoPig Suino 1 negativo
SG PSA/PSC 02.03.2018 Laboratorio Suino 1 negativo
ZH PSA/PSC 05.03.2018 Laboratorio Suino 8 negativo
ZH PSA/PSC 06.03.2018 Veterinario Suino 1 negativo
FR PSC 08.03.2018 PathoPig Suino 2 negativo
BE PSC 09.03.2018 PathoPig Suino 2 negativo
BE PSC 14.03.2018 PathoPig Suino 1 negativo
Comunicazioni di tipo redazionale
Il Bollettino Radar viene redatto dall’USAV in collaborazione con il Friedrich-Loeffler Institut (FLI). È disponibile in
due pubblicazioni distinte per la Svizzera e la Germania. Le valutazioni dei rischi legati ai casi di epizoozia e le
conseguenze vengono rappresentate in maniera specifica per i relativi Paesi. L’USAV e il FLI sono responsabili in
toto, dal punto di vista redazionale, dell’edizione del Bollettino Radar relativa al proprio Paese.
La presente versione è quella svizzera.
Le denominazioni dei Paesi utilizzate nel Bollettino Radar corrispondono alle denominazioni degli Stati in forma
breve secondo la lista del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
Le edizioni precedenti del Bollettino Radar possono essere consultate sul sito web dell’USAV al seguente link:
USAV - Bollettino Radar.
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