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cembre 2010 ANNO VII - N° 5•Di - lemon.farmtraveller.comlemon.farmtraveller.com/lemon anno...

Date post: 15-Feb-2019
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PERIODICO EDITO DA INTER CO. FA. GRUPPO SPORTIVO E DISTRIBUITO GRATUITAMENTE AI SOCI DELLE COOPERATIVE COROFAR; CO.SA.FA.CA.; FARMACENTRO; FARPAS; SAFAR.; UFL GENOVA ANNO VII - N° 5 • Dicembre 2010
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2010, un anno Positivo,nonostante tutto

TOTO CANALINI

Farmacentro - Jesi - [email protected]

PERIODICO EDITO DA INTER CO. FA. GRUPPO SPORTIVO E DISTRIBUITO GRATUITAMENTE AI SOCI DELLE COOPERATIVE COROFAR; CO.SA.FA.CA.; FARMACENTRO; FARPAS; SAFAR; UFL GENOVA.

IL COMITATO DI REDAZIONE DI LEMON È COSTITUITO DAL CONSIGLIO INTER CO. FA. GRUPPO SPORTIVOPRESIDENTE: • TOTO CANALINICONSIGLIERI: • ROBERTO BARTOLI

• ALBERTO COSTA • ANDREA MAGLIONI • ANDREA PAOLETTI • FRANCESCO SIMONCELLI • MARIO DUBBINI - “PAPÀ“

TIRATURA 2760 COPIE, COSÌ DISTRIBUITE: 320 COROFAR; 550 CO.SA.FA.CA.; 800 FARMACENTRO; 200 FARPAS; 510 SAFAR; 250 UFL GENOVA; 130 REDAZIONE

Per informazioni, suggerimenti, commenti o un semplice confronto, potete rivolgervi a:

Toto Canalini (Direttore strategico) Tel. 0721 [email protected]

Michele Bresciani (Art director) Tel. 0721 392338 [email protected]

Giuliana Gioacchini (Segreteria organizzativa)Tel. 0731 219729 [email protected]

ANNO VII - N°5 • Dicembre 2010

Grafica Daniela Marchini / www.scritturescriteriate.it Stampa Grapho5

Tutti on line!Grossa novità! Per vedere le foto dei nostriincontri non sarà più necessario confidare nellasollecitudine dei “fotografi” a rispondere allemail e aspettare i pesanti file allegati. Da oggi sono on line tutti gli scatti delle nostrevacanze. Non bisogna far altro che aprire la pagina web: http://picasaweb.google.it/totocanaliniscegliere lʼalbum che ci interessa e poi… scaricare le foto con il nostro profilo migliore!

Le Cooperative

Franco PiliaPresidente CO.SA.FA.CA. CagliariA questo numero ha partecipato:Denise Escana [email protected]

Sandro CerniPresidente Farmacentro Servizi & LogisticaA questo numero ha partecipato:Antonio Astuti - [email protected]

Vito NovielliPresidente FARPAS

Michele MartellaPresidente SAFAR

Luigi ZuccariPresidente COROFARA questo numero ha partecipato:Bruno Lucchi - [email protected]

Gli “autori” di questo numero

Michele Bresciani Ada Campanella Toto Canalini Michele Costa

Mario Dubbini

Alessandro I° Vampa

Massimo Fagioli Sesa Spanedda

Rosanna D’Orsi

Claudio Lucarelli Filippo Pasquali

Teresa Balenzano

Paolo Rosetti

Aspettiamo anche te!

Nota piacevole è anche averpartecipato agli incontri diCosafaca Cagliari prima, di Farpas Bari poi e ieri diCorofar Forlì che con dellebelle feste si ritrovano annual-mente tutti per rivitalizzareulteriormente la forza dellacooperazione.A tutti Voi e alle VostreFamiglie, carissimi Auguri diBuone Feste

uesto è l'ultimo numero del 7° annodi vita di Lemon ed il

bilancio non potrebbe esseremigliore. Aumentano il nume-ro dei lettori, dei partecipantialle nostre iniziative, dellemanifestazioni stesse. I SociCooperatori credono semprein questa nostra semplice for-mula di aggregazione; gli anninon ci hanno stancato, piutto-

QQ sto ultimamente ci sentiamorinvigoriti e l'affetto e l'amici-zia dei Colleghi si sentonosempre di più.Non possiamo dire altrettantoper quello che riguarda la collaborazione di alcuniSponsor che ultimamente, con le difficoltà oggettive, sisono allontanati creandociqualche problema in più.Aspettiamo tempi migliori.

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Auguri diBuon Natalee Felice anno

nuovo

Auguri diBuon Natalee Felice anno

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da tutti noi!

Lo sapevi che Lemon esce in anteprima via email quasi dieci giorni primache tu lo riceva in farmacia? Lo sapevi che ogni mese viene pubblicata una

newsletter che si chiama Orange, che arriva via email e contiene informazioni,anticipazioni, gli album delle nostre vacanze e molto altro ancora?

Forse, se non sai queste cose, è perché non abbiamo il tuo indirizzo email o perché lo abbiamo sbagliato. Inviaci quindi la tua email corretta a:[email protected] e noi ci preoccuperemo di tenerti aggiornato

su tutte le attività del gruppo.

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er parecchio tempo, finoa Marzo 2010, abbiamocercato di organizzare la settimana bianca

nel comprensorio del Sella Ronda.Ogni volta che ci avvicinavamoa questa zona c’era qualcosache alla fine non ci convinceva.Un albergo troppo piccolo, un paesepoco stimolante, un prezzo troppoalto… beh... per un motivo o per unaltro abbiamo sempre dovutodesistere.L'anno scorso abbiamo finalmentetrovato un equilibrio ottimale e quest'anno ci siamo voluti concede-re il bis. Da buoni goduriosi, al termine di un pasto luculliano nonabbiamo saputo e voluto dire basta.Anzi, abbiamo prenotato nello stesso ristorante! Saranno contentii tantissimi amici che ci chiedevanodi potere sciare nel cuore delleDolomiti e - in particolare - nel comprensorio più ampio e megliocollegato di tutto l’arco alpino. A due passi dall’albergo si sale inquota per entrare in un carosello di piste che comprende circa 1.220km, suddivise in 12 zone. Chi l'anno

scorso è stato dei nostri, ha potutogoderne appieno, cimentandosi indiscese impegnative o in lunghi efacili tracciati, senza mai dovereripetere due volte la stessa pista.Selva di Val Gardena è il punto diritrovo dell’elite sciistica mondiale(non a caso è il più grande com-prensorio sciistico del mondo) ed è meta fissa di appuntamentiimportanti per lo sport alpino e aproposito dell’albergo... sarà nuovamente il Residence HotelAntares, una delle migliori struttu-re di Selva, che ci auguriamo possaessere per tutti noi un momento direlax e di benessere. L'anno scorsoabbiamo trovato cortesia, accoglien-za, buona cucina e un'ambienteinformale: esattamente quello che cercavamo!E poi naturalmente ci sono tutte le attività, che stiamo mettendo apunto in queste settimane, che spe-riamo possano rendere ancora piùricca e piacevole la vacanza insie-me. Un giretto ad Innsbruk? Un torneo di burraco? Qualche altraescursione nei paesi vicini? Unapasseggiata con le racchette? O con

12/19 marzo 2011

Settimana bianca:Selva di Val Gardena

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una slitta trainata dai cavalli?Vogliamo ritornare da Thun perqualche piccolo regalo per i nostriamici? O visitare una distilleria oun caseificio? La tradizionale cenain baita con musica e balli?Cercheremo di accontentare tutti, o meglio di permettere a tutti diriempire la vacanza con idee e attività. Speriamo di riuscire anchequesta volta a centrare il nostroobiettivo. E naturalmente, nondimenticheremo la nostra formazio-ne, con il corso ECM integrato nella vacanza.Ma alla fine di tutto questo parlare,quello che - da sempre - chi vienecon noi ci riconosce, non è tanto labellezza dei luoghi che scegliamo ola qualità degli hotel... ma il piaceredi condividere momenti speciali e inquesto - lasciatecelo dire - ci siamosempre distinti: non si parla di lavo-ro, non è un momento di riflessionee dibattito: al contrario è una occa-sione per stare insieme tra colleghie pensare a rilassarsi e divertirsi.Sotto questo punto di vista, da bravigoduriosi... siamo sicuramente ineccepibili!

IL NOSTRO PROSSIMO VIAGGIO

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ngredienti:stoccafisso,olio, aglio, prezzemolo, sale,pepe, pomodori, latte, patate.

Premessa: tenere a bagno per 5/6 gg. lo stocco già spezzettatocambiando l’acqua ogni dì.

Preparazione: pulire ben bene ilpesce da lische e pelle.In padella capiente mettere abbon-dante olio, aglio e prezzemolo;soffritto e ben colorito che sia giù lostoccafisso con sale (parsimonia)

pepe e qualche pomodoro senza isemi. Lasciar bollire moderatamen-te per 2/3 ore (!!!) versando ditanto in tanto acqua calda e per ultimo un po’ di latte.A circa fine cottura tagliare a pez-zetti un paio di patate aggiungendodel curry. A cottura delle patate,verificare salatura.Servire in coppette rustiche!

E… gustare con l’augurio dellavostra ADA

IIStoccafisso alla vicentina

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asseggiando tra i vicoli diBari vecchia il giorno delFarpas Day ci siamoimbattuti in una friggitoria

ambulante che preparava mattonel-le fatte di polenta fritta chiamatesgagliozze… il classico street food(cibo da strada) disponibile ad ogniora e a un costo abbordabile.

Baresità al Farpas Day:street food ovvero scagliozze baresi

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o stoccafisso va tenuto abagno per alcuni giorni,meglio in acqua corrente,poi asciugato e spinato,

tagliato a pezzetti,viene poi posto a strati in un tegame sul fondo delquale si sistemano listarelle dicanna spaccate per lungo, per evitare che il pesce si attacchidurante la cottura.Il tutto si condisce con un sugo preparato con cipolla, maggiorana,sedano, carota, aglio e prezzemolosoffritti in olio, rigorosamenteextravergine di oliva, aggiungendosale, pepe e pomodorini a grappolo;tutto intorno si mettono le patatetagliate a spicchi (meglio se pataterosse di Colfiorito). Si aggiunge qualche pezzetto diburro, olio in abbondanza e vinobianco (Verdicchio)Fin quasi a coprire lo stoccafisso.Si cuoce per due ore scuotendo ognitanto il tegame (mai rimestare).

Si toglie dal fuoco quando le patatesono cotte. Prima di servire farriposare per qualche ora.LL

A tutti i colleghi che non hanno maiassaggiato queste prelibatezze dellamia città dedico questa ricetta.

Ingredienti:250 gr di polenta, AcquaSale, Olio di semi vari

Preparazione:Far bollire una pentola con acquasalata, versare lentamente la farinadi polenta e portare a cotturamescolando continuamente con uncucchiaio di legno. Non appena pronta versarla su unaspianatoia e distenderla.Lasciarla raffreddare e tagliarla aquadrati o a triangoli e friggerli inuna padella con abbondante oliobollente.Appena fritti, naturalmente daambo i lati, sgocciolarli e cosparger-li con una generosa manciata disale.

Teresa BalenzanoFarpas - Modugno - [email protected]

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Stoccafisso all’anconetanaAda Campanella - [email protected] - Farmacentro - Jesi

L’ANGOLO DEI FORNELLI...E DELL’IRONIA Aspettiamo anche te!

Invia la tua ricetta e la tua foto a: [email protected]

Claudio LucarelliFarmacentro - [email protected]

ngredienti: fagioli cannellini secchi,cicorie (meglio se di campagna)aglio, alloro, prezzemolo,

peperoncino, olio extravergine di oliva.

Procedimento: dopo averli tenuti abagno per una notte, lessare i fagiolicon 2 spicchi d'aglio, un pezzetto dipeperoncino, una foglia d'alloro e unpo' di prezzemolo. A metà cotturasalare. Da parte si lessano le cicoriee si saltano, dopo averle tagliuzzate,in una padella con olio, aglio e pepe-roncino. Unire i fagioli alle cicorie eservire con la bruschetta ed un filodi olio extravergine di oliva. BUON APPETITO!!!

Rosanna D’OrsiFarpas - [email protected]

IIFagioli e cicorie

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2/9 dicembre 2010

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Un pomeriggio diun giorno da...cani...

uon giorno!!!... Buon giorno a voi. Sono in due... e sconosciuti, mai visti da que-ste parti. L'accento non è dei nostri e quando questo succede mi si rizzano leantenne e in un nano-secondo ripercorro tutto il cammino fatto fino a quelmomento. Scontrini? ...Fatti tutti. Anticipi?(che non si devono fare), ...Non fatti.

Farmaci dati senza ricetta? ...Non dati. Veterinari che richiedono la triplice copia? ...Nondati. Registro stupefacenti? ...Tutto registrato. Farmaci scaduti? ...Controllati e toltiPolvere sugli scaffali? ...Nascosta. Bene, tutto ok .Il battito ritorna quasi normale e sfoggiando il mio più bel sorriso a 64 denti, guardo i mieiinterlocutori e dico... Prego? E infatti, quello che temevo, diventa concreta realtà. I duesorridono e molto gentilmente mi presentano i loro tesserini di identificazione:Maresciallo e vice brigadiere della tenenza locale. Piacere di vedervi... (bugiardo, ...il bat-tito è in comprensibile aumento). Gioco d'anticipo... (d'altronde ero uno stopper) ...e:Siete qui per il controllo annuale del registratore di cassa, vero?...NO!!!Ahhhh!!! (colpito, ...al cuore Ramon, cito da: "Per un pugno di dollari": quando un uomocol fucile, incontra un uomo con la pistola, quello con la pistola è un uomo morto, ed èpiuttosto chiaro che quello con la pistola sono io). Ecco... allora... non sono proprio sicurodi essere contento di vedervi (il battito è salito a 150.000 al micro-secondo ed è in rapidis-sima ascesa, sto più o meno scalando il Pordoi)...e ...??? Siamo qui per notificarle unainfrazione dell'art. 50, per la presentazione in ritardo di "tot" ricette, da parte del suo cen-tro di tariffazione. Facciamo presto e non si "preoccupi" perché le verrà rimborsato iltutto, presentando l'avvenuto pagamento a chi di dovere."NON SI PREOCCUPI" è un eufemismo, ma è vero, a suo tempo ero stato avvisato di questaeventualità. Però è passato un po’ di tempo e "am séra scurdè" (mi ero dimenticato), (ilbattito sta calando, sono in discesa libera e felice, verso Ortisei). Mi ritorna il sorriso e laspavalderia ...: Ah si... è vero,...VI ASPETTAVO. Bene, ...cosa devo fare, ...quanto devopagare, ...dove devo firmare???!!!Ci vediamo, ... arrivederci... ma... mi son "cagato" addosso. Non che abbia nulla da nascon-dere... ma chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Ma è bene, tutto ciò che finisce bene e questa è andata. In tempi di vacche magre e questisono tempi in cui le vacche sono magrissime, bisogna avere "mille occhi". Anche perché ioappartengo ad una di quelle farmacie che con le manovre in corso sono a rischio di chiu-sura e a forza di sentirlo dire dagli organi di categoria e di leggerlo sui giornali, mi sonoquasi convinto che sia vero. Convinto sono, anzi sono certo che si stava meglio quando sistava peggio. E il povero "Bettino" è liinsieme ad un "altro", pelati tutti edue che, mani sui fianchi, ondeg-giando in piedi su un ipotetico balco-ne virtuale e "celeste", ci dicono "anoi": Ittà...liani, avè...tte, volù...tto,la biccì...cletta ...e allora pedalate!!!Ciao a tutti, come sempre, alla pros-sima... se ci sarà...

Massimo Fagioli ruralissimo farmacista romagnolo, Corofar ...Romagna.Roncofreddo Italia [email protected]

BBAhi, ahi, ahi, Poettoamore mio

a mia passione per il Poetto questa volta mi è costata cara. Una splendida domenica di settembre, mare calmo, cielo limpido,borsa frigo, allegra compagnia: oggi, mi sono detta, si sta in spiaggiasenza orario. Ma come si suol dire, ho fatto i conti senza l'oste!

Alzandomi dalla sedia, fatti due passi, inciampo e dopo una sorta di piroetta degna di CarlaFracci cado sulla sabbia “morbida”, ma la botta è stata “tosta”. Conclusione: corsa in ambulanza verso il pronto soccorso dove sono arrivata “impeccabile” in costume da bagno e ray-ban sugli occhi. Il verdetto infausto della radiografia è stato: frattura del femore. Il mio primo pensiero? Questo si che è un guaio, dovrò rinunciare ai prossimi viaggi Inter Co.Fa. Gruppo Sportivo per i quali avevo già dato l'adesione.Sono passati quasi tre mesi e ancora possomuovermi solo con le stampelle, grazie aifamiliari e agli amici riesco a fare una vita“quasi” normale; ho pure ripreso ad anda-re in farmacia, rientro caldeggiato per sol-levarmi il morale da mia nipote Manù checon valente e affettuosa disponibilità mi fada chauffeur e da segretaria e dalla miacollaboratrice Tere che, in mia assenza,con abnegazione e competenza ha manda-to avanti la “baracca”. A tutte e due ungrazie di cuore.

Sesa SpaneddaCO.SA.FA.CA. - Cagliari [email protected]

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APPUNTI SPARSI

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APPUNTI SPARSI

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“Appunti sparsi” aspetta sempre nuovi amici...Invia il tuo articolo e la tua foto a: [email protected] aspettiamo!!!

!

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i avevano avvertito la mattina che in zona girava un tipo “strano”, maivisto, non del quartiere, malmesso, farfugliante, millantatore e logor-roico! Un tipo presumibilmente senza fissa dimora, forse ospite deidormitori pubblici e delle mense della Caritas! Un tipo con un barbone

incolto, due denti residui in perfetto stile clochard che visitava gli esercizi commer-

ciali viciniori apparentemente senza nulla chiedere se non una minima attenzione

alle sue strane e cervellotiche elucubrazioni! Nel pomeriggio, come una tratta a sca-

denza, si è materializzato nella mia farmacia, guardando di qua e di la’ senza nulla

proferire, ignorando le persone e curiosando nel reparto alimenti. Ho pensato “ora

tocca a noi, chissà come si comporterà, speriamo non sia un violento” mentre con la

coda dell’occhio lo controllavo nel suo curiosare tra gli omogeneizzati e le pastine. Era

più disgraziato di quanto pensassi e portava a tracolla una sorta di giberna unta e

bisunta presumibilmente tutta la sua casa. Una giacca a vento di colore indefinibile, dei

pantaloni imbottiti tipo doposci, due calzature che non potevano definirsi scarpe ma

neanche zoccoli, a calcagno nudo, un berrettino di lana fortunatamente nero di suo che

lo riparavano alla bellemeglio dal freddo ormai pungente. Dando le spalle al bancone ed

infantilmente ritenendo che non guardando non si è visti, si è infilata in una bisunta sac-

coccia un pacchetto di pastina aproteica; dopodichè nella sua innocenza ha ritenuto di

farmi partecipe del mondo in cui vagava la sua mente millantando crediti INPS ed un

conto di migliaia di euro alle Poste e storie di avventure e di esperienze improbabili. Con

estrema cortesia l’ho seguito nei suoi sragionamenti condividendo la sua visione del

mondo, della durezza della vita che merita di essere vissuta purchè si salvaguardino i

valori morali ed i principi basilari della coesistenza umana. Un po’ per celia un po’ perché

“vediamo dove vuole parare prima di licenziarlo” ho messo l’accento su di uno dei valori:

l’onestà dell’uomo! Non lo avessi mai fatto: che anche lui era di questo parere, che condivi-

davamo questo principio e pertanto era giusto che ci abbracciassimo perché la pensava

esattamente come me! Si è contentato di una stretta di mano, una mano che al contrario

dei neri che ce l’hanno scura sopra e chiara nel palmo, era grigia sopra e nera lercia sotto.

L’ho accompagnato con grande cortesia alla porta insieme ai suoi principi sull’onestà

umana ed al pacchetto di pastina aproteica nella tasca e nell’uscire salutava con la promes-

sa che sarebbe tornato a farmi visita. Ancora non si è visto!Filippo PasqualiSafar - Pescara [email protected]

MMUn caso di coscienza?Un caso di coscienza?

Un anno negliStati Uniti (prima parte)

Paris, 6 Novembre 2010

ro solo in seconda Liceo Scientifico quando ini-zio a pensare di trascorrere un anno di scuolasuperiore all’estero. L’idea mi entusiasmava, miincuriosiva e mi faceva sentire quella sorta di

ebbrezza che si prova quando qualcosa piace veramentetanto. Iniziai subito a ricercare su internet le varie asso-ciazioni con le quali sarei potuto partire e, dopo qualchegiorno di ricerca e valutazione personale su ciò che esseoffrivano, presi la mia decisione. Ne parlai con i miei

genitori e spiegai loro le mie intenzioni. Mio padre si dimostrò subito moltointeressato e totalmente a favore senza pensarci su due volte; mia madrerestò ammutolita e scoppiò in un pianto di “semi-disperazione”.

Che dire… mi aspettavo una reazione del genere! Nulla di preoccupante o anorma-le. Il tempo comunque passò, e dopo circa un anno, ovvero quando passai in terza superiore fu tempo diiniziare a pensare seriamente al mio anno all’estero. L’Associazione che scelsi si chiama “AFSIntercultura”: Associazione ONLUS che si occupa di scambi interculturali dal 1955. Il programma che“Intercultura” offre può essere suddiviso in cinque parti principali: le selezioni, la preparazione, la par-tenza, il soggiorno all’estero ed il rientro in Italia e a scuola. In questo articolo vi parlerò delle selezionie della preparazione alla partenza. Nei prossimi numeri vi parlerò della mia permanenza qui negli Stati Uniti.In data 1 Settembre 2009 mi iscrissi online per partecipare alle selezioni. Da quel momento mia madreiniziò a pregare perché non passassi le selezioni. Sembrerà assurdo ma è la verità! Lei stessa me lo con-fidò. Il 15 Settembre 2009 ricevetti l’e-mail che mi comunicò che la mia iscrizione era stata accettata eche a breve avrei ricevuto una lettera per la convocazione alle selezioni. Così fu e dopo breve temporicevetti infatti una lettera che mi comunicò il luogo e la data delle selezioni: Oristano, 15 Novembre2009. Diceva che saremmo stati sottoposti ad un test psico-attitudinale e ad un colloquio individualecon alcuni volontari di “Intercultura”. L’emozione era forte! Era quasi incontenibile! Ed io ero felicissi-mo ma allo stesso tempo non nascondo un po’ di paura di non passare le selezioni. In un certo senso levedevo come un ostacolo che poteva impedire al mio sogno di realizzarsi: un anno negli Stati Unitid’America (si, gli Stati Uniti: il mio sogno sin da quando ero bambino e vedevo alla televisione la famosaed esageratamente grande ed unica America!). Tuttavia le selezioni si rivelarono nient’altro che unasemplice dimostrazione per me stesso che potevo farcela. Ero quasi del tutto convinto che ero passato.Dopo qualche giorno fui convocato per sostenere una prova di inglese, lo SLEP test, richiesto dalleScuole Americane per accertarsi di una conoscenza dell’inglese perlomeno discreta da parte dei futuristudenti. Dato anche quest’ultimo test, non rimaneva altro che aspettare i risultati! Dopo qualche setti-mana seppi che avevo passato con successo entrambi i test: ero veramente felice! A questo puntoIntercultura ci fece compilare un fascicolo contenente tutte le nostre informazioni personali, lettere dipresentazione ed infine i Paesi stranieri ai quali eravamo interessati. Dovevamo citarne da un minimodi tre ad un massimo di dieci, in quanto con “Intercultura” non è possibile scegliere esattamente loStato in cui si desidera andare, e le mie scelte in ordine di preferenza furono le seguenti: Stati Uniti,Australia, Nuova Zelanda, Honduras, Costa Rica ed Ecuador. Vi lascio immaginare quanto mia madrefosse tranquilla sapendo che sarei potuto andare a 24 ore di aereo o più dall’Italia nel caso fossi statoselezionato per l’Australia o la Nuova Zelanda! Dopo aver consegnato il fascicolo iniziò una lunga attesa, che durò fino a Febbraio, quando finalmentericevetti la TANTO desiderata lettera. Ricordo perfettamente quel giorno: tornai da scuola come al solitoverso le 13.30 e mio padre rientrò dalla farmacia con una busta per me da parte di “Intercultura”.L’eccitazione era alle stelle! Volevo aprire la busta più velocemente che potevo, ma allo stesso temponon volevo aprirla perché non volevo ricevere una delusione! Infatti potevo anche non essere statopreso… Fatto sta che aprii la busta più velocemente che potessi, tant’è vero che quasi la stracciai

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rischiando di strappare i fogli all’interno! Una volta aperta iniziai a leggere tutto d’un fiato: “Gentiligenitori del candidato Michele Costa, siamo lieti di informarvi che vostro figlio è stato selezionato perpartecipare al programma annuale negli Stati Uniti. Ci congratuliamo con Michele… ecc. ecc.”. Quasiquasi svenni. Un brivido mi pervase e iniziai a saltare per casa dalla gioia gridando: “Siiiiiii mi hannopreso!!! Mi hanno preso per gli Stati Uniti!!!”. Anche questa volta mio padre fu felicissimo, mentremia madre, anche lei felice naturalmente, ma allo stesso tempo spaventata dal fatto che sarei partito,scoppiò in un pianto sia di gioia che di rassegnazione: mi avevano preso (le preghiere non erano ser-vite più di tanto; evidentemente il Signore aveva altri piani per me, vero Mami?). Comunque, dopoquesto FANTASTICO ed indescrivibile momento, presi il cellulare ed iniziai a mandare messaggi aquante più persone potevo per condividere la mia gioia con amici e parenti.

Le selezioni erano finite: era arrivato il momento della preparazione alla partenza.

In primavera iniziammo le cosiddette “orientations”, le quali sono incontri periodici di preparazionealla partenza ai quali partecipano i ragazzi selezionati ad un programma Intercultura e sono tenutedai volontari di “Intercultura” stessi. Nel sud della Sardegna avevano fatto domanda 58 ragazzi: dopole selezioni eravamo solo 10! Durante le orientations i volontari iniziarono un “lavoro” di preparazio-ne prevalentemente psicologica in particolare basata sulle difficoltà che un anno all’estero può com-portare e sull’approccio psicologico necessario per affrontare le differenze culturali. Personalmente penso che il concetto base della preparazione possa essere riassunto con una sempli-ce frase: “It’s not right, it’s not wrong, it’s just different” ovvero “Non è giusto, non è sbagliato, è solodiverso”. Questa frase va interpretata nel suo senso più profondo. Ovvero, in un Paese straniero, qua-lunque esso sia, il nostro metro di paragone non deve essere, nel nostro caso, quello italiano (lanostra mentalità italiana), bensì ciò che è normale in quel Paese, e ciò che è normale in quel Paese èappunto solo “diverso”: né giusto, né sbagliato. A maggio, precisamente il 24 Maggio 2010, noi ragazzi selezionati per gli Stati Uniti fummo convocatia Roma all’Ambasciata Statunitense per il colloquio col console Americano al fine del rilascio del vistoJ-1, necessario per la permanenza della durata di un anno negli Stati Uniti. Passammo proprio unabella giornata: tutti noi ora avevamo il nostro visto per gli Stati Uniti! Arrivò così l’estate. La scuolafinì ed iniziarono le vacanze estive. Mi venne comunicata la data della partenza ed i rispettivi voli.

Tutti gli studenti in partenza dal sud Italia si sarebbero incon-trati a Roma l’11 Agosto e sarebbero partiti per la loro desti-nazione il giorno successivo, ovvero il giorno12 Agosto. Io erodestinato all’aeroporto di Chicago e avrei fatto uno scalo di unpaio d’ore all’aeroporto di Francoforte, in Germania. Ancora,tuttavia, non avevo ricevuto informazioni riguardanti la miafamiglia ospitante, il che mi preoccupava. Ero troppo curioso!

Non volevo aspettare! Finalmente, quan-do ormai mancavano solo dieci giornicirca alla partenza, ricevetti un’e-mail da “AFS Intercultura” in Missouri. Non potete immaginare quanto fossi entusiasta e appagato di aver ricevutouna mail che aspettavo da mesi!

Ora avevo tutte leinformazioni relativealla mia famiglia ospi-tante: FamigliaJohannaber. Compostada quattro persone (etre cani!): mio padreGary Johannaber, miamadre Karen Craig-Johannaber, mia sorel-la Amanda, mio fratel-lo Wren, un labrador dinome Gabby, un bas-sotto di nome Mollie ed

infine un cagnolino di “razza indefinita” di nome Mousse. Subito li cercai sul famoso Facebook e vidi per la primavolta i volti della mia Famiglia Americana. L’emozione eraforte e la felicità era ancora una volta incontenibile. Subitoli aggiunsi tra i miei amici di Facebook e nel giro di qual-che giorno fummo in contatto. Desideravo scoprire quanto più possibile sulla mia nuovafamiglia! Scoprii che risiedono a Paris, in Missouri (Si,nome piuttosto strano: Parigi! In America!), il qualecomunque ha solo 1500 abitanti. Esatto… solo 1500 abi-tanti! Io in Sardegna vivo in una piccola città, la quale hasolo 35000 abitanti e passare da 35 mila abitanti a 1500è un grande cambiamento! La differenza è tanta.Tuttavia se ero arrivato fin lì significava che ero prontoa tutto; che mi volevo mettere alla prova; che desideravo testare me stesso evolevo dimostrarmi fin dove potevo arrivare: desideravo capire quali fossero i miei limiti e se possibilesuperarli! È facile pensare che andare in un Paese straniero, in particolare i tanto amati ed “ammirati”Stati Uniti, sia facile e bello. Tuttavia vi posso confermare che non tutto è poi così facile e bello. Bisogna essere pronti a vivere in una nuova famiglia, in una nuova città, a cambiare scuola, a farsinuovi amici, ad adattarsi a nuovi usi, costumi e tradizioni: a vivere una vita TOTALMENTE nuova apartire da ZERO. Ma non solo. Bisogna infatti anche essere pronti a lasciare la propria vita Italiana perun anno: la propria famiglia, la propria scuola, i propri amici, le proprie abitudini di tutti i giorni,sapendo che dopo un anno sarai cambiato completamente mentre la tua vita Italiana non sarà cambia-ta per nulla. I tuoi amici non saranno cambiati, la tua famiglia non sarà cambiata: quasi tutto saràcome lo avrai lasciato alla partenza. Ma tu sarai cambiato: sarai un’altra persona. E questo lo constaterai tu e lo constateranno i tuoi amici. Il problema è che non avrai una sola marciain più rispetto agli altri, ma avrai cento, mille, diecimila in più! E questo non lo dico per presunzione,ma per il semplice fatto che un’esperienza come questa ti apre la mente più di qualsiasi altra cosa.Cambi del tutto. Diventi un vero e proprio Cittadino del Mondo. Cambia la vita nella tua quotidianità,cambiano le tue abitudini, il tuo modo di giudicare, il tuo modo di comportarti, ma soprattutto cambiail tuo modo di pensare. La tua mente cambia. I tuoi pensieri. Le tue certezze. I tuoi obiettivi. I tuoiValori. Tutto cambia. E da ragazzo diventi UOMO, e da ragazza diventi DONNA. Dunque, se sei pronto a tutto questo, allora puoi partire: quest’esperienza fa per te! E quanto farà perte quest’esperienza…! Ti darà una NUOVA VITA: una vita MIGLIORE. Io sentivo che ero pronto, e sono partito. Quindi ora lasciatevi guidare attraverso i miei primi mesi dipermanenza qui negli Stati Uniti d’America! Si parte!

Continua…

Michele Costa - CO.SA.FA.CA. - [email protected]

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Il venticinque novembre dell’anno duemiladieci

i sono recato a Urbino i giorni scorsi, per una triste circostanza; un caro amico non c’era più. Con mio fratello Enzo, camminando a piedi,insomma per dire che avevamo lasciato la macchina in periferia, percor-remmo i saliscendi caratteristici di Urbino, legati a noi da tanti ricordi.

Giù dal Monte per Via Raffaello, in Piazza principale con sulla destra Valbona, a sinistraLavaggine, e via su, per il Duomo. Lo strano è che quando ti “rileghi” ad un luogo che nonrivedi da tanto tempo, lo spazio si concentra, si restringe, diventa sempre più tuo, perchénel solo immaginarlo si allarga e si perde in sfumature.All’altezza di Valbona, mi venne in mente quella botteguccia di cianfrusaglie, in cui lavora-va o comunque si impegnava “Zagobello”. Chiesi ad Enzo quale fosse il cognome diZagobello, per averne una definizione più netta. Non se lo ricordava e comunque non cheavesse estrema importanza, perché il personaggio rimaneva sempre Zagobello detto Zago.E aveva il suo significato, come ora farò notare.Zagobello al mattino, sempre puntuale scendeva sgambettando dalla parte alta di Urbino,ossia dai Maceri, percorreva Via S. Margherita dove io abitavo, per recarsi nella sua botte-guccia. E sempre sgambettando, canticchiava queste rime che noi fanciulli non comprendeva-mo nella loro totalità: “E con lo zigo zago tu m’hai rotto l’ago, m’hai ferito il cuore, tu mi faimorire. Dalla passione mi sento svenire….”Noi fanciulli, dietro facevamo i battitori accompagnandolo in coro, saltellando pure noi.Il bello o il brutto, è che ritornando a casa cantavamo di fronte a nostra madre la canzoncina,col risultato che spesso venivamo presi a scapazzoni!Ma mio fratello ad un certo punto disse: “guarda Sandro che i Zagobelli erano due”.Sì, perché esisteva il padre ed il figlio, e considerando che la stecca vien dal ciocco, i due si asso-migliavano come gocce d’acqua. In tutto!L’altro Zago, il figlio, aveva pure lui una botteguccia, sempre in Valbona ma in fondo, vicino alMercatale, dove vendeva i lumini e l’Almanacco di Barbanera. Ambedue i Zagobelli ispirandosi alBarbanera, declamavano detti e consigli ad ogni pié sospinto, di fronte ad un palcoscenico bennutrito. Alla lumaca non piace la birra e neppure il miele, alla pulce non piace la menta, il pomo-doro antimosche, il sapone salvacuccioli, il ….ed altroAd ogni detto ne seguiva il commento, spesso arguto, e le vendite erano sempre proficue.Gli argomenti erano interessanti, dall’astronomia al lunario, dai calendari alla misurazione deltempo. Insomma noi giovani, divertendoci imparavamo più con i Zagobelli che a scuola ! Ma di Zagobello padre c’è una storia che va raccontata.Come è consuetudine in ogni parte del mondo, il primo aprile è la giornata del pesce. Ebbene la prima botteguccia dei Zagobelli, quella del padre, stava sotto la Piazza della Repubblica,all’inizio di Valbona scendendo verso il Mercatale. La porta in legno si confondeva con il muro disostegno della Piazza, muro fatto di mattoncini marrognoli. Il caso volle che di fronte al luogo delmisfatto, ci fosse un cantiere edile che provvedeva alla ristrutturazione di una casa.C’erano mattoncini a volontà accastati lungo la via! Insomma con il materiale a portata di mano sipassò la notte in arte muraria, nascondendo completamente la porta.Ed era tutta una comica, perché i numerosi presenti si davano molto da fare nell’operazione, con schia-mazzi risate e con qualche bottiglione di vino, che i più grandi garganellavano a più riprese!Si era creato solo un muro che proseguiva fino al pisciatoio sottostante.Al mattino aspettammo che il Zagobello arrivasse, tutti sulla balconata della Piazza della Repubblica.Immaginate la scena!Zagobello che andava avanti ed indietro lungo la discesa, senza capacitarsi dove fosse la bottega, urlandoe sbraitando, sicuramente ancora in preda ai consueti fumi alcolici della sera precedente:“Mi hanno portato via il negozio. Chi è stato? Denuncio tutti…!”Noi a ridere a crepapelle, sia per le esternazioni dell’interessato, sia per i cianciconi che manifestava nelsuo procedere, frutto del beveraggio serale.

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“Ancora una lettera personale (atto secondo)

Dalla Confederazione degli uomini liberi di Monteboaggine”

MM

Si sa che ogni paese ha le sue consuetudini ed abitudini. Il giorno degli scherzi da noi non è il primo di aprile,ma il primo di maggio. In un ambiente di lavoratori e di agricoltori questa data, normalmente è santificatacon il riposo. Ma c’era sempre qualcuno che non faceva una madonna tutti i giorni, per cui era giusto metter-lo all’opera una volta all’anno. Si smontavano le ruote dei birocci, collocandole tramite scale in cima al“mitul”, legno alto e dritto attorno al quale si costruiva il pagliaio.Siccome nel mese di maggio, la paglia era quasi finita, le ruote si affossavano verso la base: rimuoverle sareb-be stato molto difficile, a meno di tagliare lo stesso mitul vicino al terreno.Si spostavano i cancelli, trasportandoli lontano, si trascinavano le macchine tramite trattori in punti scosce-si, per non parlare poi dei motorini e delle biciclette.Ma c’è da considerare anche, come già accennato nel precedente articolo, la poesia e l’armonia dei nomignolio soprannomi di alcuni personaggi, loro assegnati ed imposti per le loro caratteristiche e storie.C’è tutt’ora, Grillon detto Gianni, parente di un certo Pagnacca gestore di una osteria in quel di Villagrande, parente di farmacisti della zona di Casinina, quindi uomo di una certa rilevanza e considerazione, e parentedel detto Grillon che diventò lui stesso Pagnacca secondo.Palanchin detto Gabriele, che lavorava nei rimboschimenti con una ditta dell’Aquila, che usava spesso unabarra robusta di ferro denominata palanchino. E siccome se la portava affezionatamente sempre dietro, ildetto Gabriele diventò Palanchin a tutti gli effetti.C’era Bartolon, che frequentava da giovane la figlia di un certo Dottor Giuliani di nome Nicoletta, esile e gen-tile, a differenza dello spasimante che aveva modi rudi ed aspri: da cui anche il nome di Ginepris. Risalendo dal termine ginepro si poteva comprendere quanto fosse fine e delicato. Ma il bello è che le cose sitramandano,ed ad un parente di tale personaggio Gualberto detto Rossi fu attribuito lo stesso soprannomeun po’ modificato ed ingentilito : Bertolo.Ormai la Confederazione si propone di fare sempre cose nuove.È già stato emanato un OTTALOGO, (otto e non dieci per non volere offendere il Creatore),costituito da otto fondamentali leggi che regolano la vita della Confederazione, e che per non tediare la vitadei lettori si sintetizza nel concetto che tutti i Confederati sono uguali e di pari diritto, e vengono denominatiNOTABILI. Inoltre per l’importanza che sta assumendo la zona, sia per la frequentazione nelle piste invernali,sia per l’Antica Storia del Castello di Monteboaggine, si è inoltrata domanda alle autorità competenti perinstallare un cartello turistico metallico e con i colori dello Stemma, al Km 0,300 della Strada Provincialesp.118, che recita:STATE ENTRANDO NELLA MAGNIFICA COMUNITA’ DI MONTEBOAGGINE. BENVENUTI

E non è detto che nel prosieguo del tempo, non venga collocata una sbarra di confine, con relativa garitta!Ma è tempo di chiudere senza dimenticarmi di rivolgere un caro saluto a Mario Dubbini detto Dubbioche mi ha citato nell’ultimo numero diLemon. Certo caro Dubbio che saraipresente al prossimo incontro in queldi Monteboaggine, anche se la gocciasulla scarpa, per tutti noi matusa con-tinuerà a cadere!E tuttavia sorridendo, mi vien da con-statare che in questo mondo di inven-zioni e modernità, nessuno ha maipensato di fare il cosiddetto indumentointimo, ossia mutanda, di due colori: Giallo davanti, Marrone dietro!Sempre il Principe in persona dalla sua legittima Sede.

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Il PrincipeAlessandro I° VampaFarmacentro - Jesi [email protected]

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Storie di vita dietroal banco... parte terza

auro è seduto sulla panchina,... di fronte alla farmacia. Lapanchina, in questione, non è un panchina qualunque. È unapanchina, ambita. Infatti quella panchina, per tutti è..."LA... PANCHINA". Sopporta giornalmente, il peso dei pensionati locali. Ne tiene in

tutto tre. Tre posti comodi e come si dice, chi prima arriva, meglio alloggia e chi va a Roma,perde la poltrona. Per cui si fa a gara, togliendo ore preziose al sonno, per accaparrarsi il postocentrale che di conseguenza, come da proverbio, non si molla fino all'ora di pranzo. Lei, cioè, l'ora di pranzo, qui da noi "batte" alle 10,45. Essendo contadini, ci si alza alle 4 per andare incampagna a lavorare col fresco e alle 10,45, poi si ha fame.Finito il pranzo alle 11,30, ci si impaluga (impalugare: voce del verbo dormire) fino alle 17.Quindi alle 17,15 si cena e si torna nei campi fino a quando il sole è più o meno alto nel cielo. Laprassi è in uso a tutta la famiglia, compresi nonni e bambini. Per cui è frequente, vedere, all'alba ,tre pensionati che si appoggiano l'un l'altro, spalla contro spalla, assonnati sulla "Panchina".Questa cosa si vede, ma soprattutto si sente, perché data l'ora, il silenzio impera, ma i nostrieroi, di cui buona parte ha problemi acustici, invece di... (come si dovrebbe da galateo) bisbiglia-re, urlano, svegliando, di conseguenza, la parte del paese, che non facente parte del "villicomestiere" vorrebbe, potendo, continuare a dormire. Questo lavoro succede solo di mattina, per-ché di pomeriggio, LÌ, ci batte, sempre, il sole. Dicevo, Lauro è seduto sulla panchina. È li fin daquando ho aperto, più o meno le 8,30. Sono le 10 e stranamente Lauro è seduto ancora da solo,che si guarda pensieroso intorno. Di persone ne sono passate. Pensionati e non. Ma tutti hannoproseguito verso un’altra, meno nobile... panchina, che per tutti è... "L'altra panchina", ubicatapiù o meno a 20 metri lineari da quella più titolata. Per me è l'ora del caffè e come sempre escoper andare al bar. In genere non chiudo, i pensionati mi fanno da antifurto vivente, ma dato cheoggi c'è solo Lauro, lo faccio. Non ho ancora inserito la chiave nella "toppa" che Lauro comoda-mente seduto lì da stamattina, mi fa: Dottore va via??? Perché... sa... io avrei bisogno e avreianche una certa... URGENZA!!! Sono le 10. Lauro è lì da almeno due orette buone, non si è anco-ra deciso di venire in farmacia ed è ancora da solo. Tutti hanno proseguito. Perché??? PerchéLauro è... un emerito rompicoglioni!!! Mi verrebbe... sento come un formicolio che mi sale da giùverso su, mi verrebbe, dicevo, da dirgli: Lauro... va a cagare!!! Ma non lo faccio. Sono un profes-sionista. Il lavoro prima di tutto, serietà e dedizione. Uno dei miei maestri mi diceva che le primetre regole del farmacista sono: Ordine, ordine, ordine... e le seconde tre, sono: Pazienza, pazien-za, pazienza. Per cui sorrido. Lo guardo ... gli sorrido e dico: No, non sto andando via, Lauro,prego... apro adesso!!!Ah, bene, dice lui, allora aspetto ancora un pò, perché deve arrivare mia moglie.Nooooooooooooooo. La moglie no. Se Lauro è un rompicoglioni, la Laura, sua moglie, é ...di più...Quando la Laura scende in piazza, si assiste ad un fuggi-fuggi generale. Per intenderci lei è quellache, non curante delle distanze di cortesia, ne delle righe gialle sul pavimento, ne dei cartelli cheinvitano a farsi i "propri ", alita sul collo della persona che sto servendo e si appropria di quelloche stiamo dicendo e decide diagnosi e relativa terapia. Oppure, allunga il collo il giovedi mattinae dice: Dottore è aperto oggi pomeriggio. No, Laura. Il giovedi pomeriggio è il mio turno di riposo.Ohhh, come faccio, che avevo bisogno del "Kuki ", la pasta per i denti?Beh ...Laura, dato che è qui adesso...magari può approfittarne.Ahh no, adesso no. Non ho tempo devo andare a leggere il giornale e poi ne ho ancora un pò,della vecchia ...e dato che domani scendevo in piazza....!!!Beh, son sicuro che capiteranno anche a voi, delle robe del genere. Come quelli che..., se hai fattoun giorno di ferie, come è successo quando sono andato a Perugia, nell'ultima uscita di Inter Co.Fa (ciao a tutti), dicevo, sono stato via solo il sabato. Il sabato è un giorno. Però quando mi sonpresentato il lunedi, Piretti mi aspettava sulla porta e mi ha detto: Ahhhh... finalmente è torna-to... bello non fare un... "cazzo" eh???Ciao a tutti e ...Principe ben tornato...Massimo Fagioli Romagna tricolore - Corofar - [email protected]

P.S. : Chiedo scusa per il linguaggio a volte volgare, irriverente e decisamente non consono al rango che ci compete. Ma, hanno aperto "la fossa" del relativo formaggio d.o.c. di Roncofreddo. La fossa si trova proprio dietro la farmacia,facente parte di un unico complesso del palazzo comunale. Ora è difficile spiegare cosa si prova in questo momento, biso-gnerebbe essere qui, non per vedere, ma per sentire. Io di fumi ne ho inalati tanti nella mia vita , ma psicadelico comequesto ...mai. Gli abitanti della piazzetta, adiacente alla fossa, hanno aumentato il consumo di ossigeno liquido e gassosodel 300 %. Svenimenti, allucinazioni e tentativi di suicidio sono all'ordine del giorno. La protezione civile è allertata.Insomma, ho le mie buone ragioni per svalvolare ...

LL

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opo alcuni giorni di assenza tornando in farmacia ho trovato l'opuscolo di una onlusrecentemente sorta in Umbria dal nome “No melanoma” che intende creare una rete diinformazione, utilizzando anche il canale farmacia, per combattere questa terribile malattia soprattutto attraverso la prevenzione.

Mi ha sorpreso l'intelligenza di tale iniziativa e soprattutto le forme innovative con cui praticamen-te si cerca di mettere in pratica tale progetto. È stato ad esempio creato un fumetto per sensibilizza-re nelle scuole i più giovani a segnalare la presenza di nei e macchie nella pelle attraverso un super-eroe, “Super-Ado” che combatte il male e guarisce. Allo stesso tempo la onlus si è autofinanziata conuno spettacolo al teatro Morlacchi di Perugia, dove alcuni dermatologi e simpatizzanti dell'associa-zione hanno recitato una divertente commedia in dialetto. Oltre a trovare risorse hanno anche fattoparlare del melanoma sottolineando ancora quanto sia importante la prevenzione.Con piacere ho scoperto che il Presidente di tale associazione senza fine di lucro è il professoreMario Tomassini illustre dermatologo perugino che, lasciatemelo dire, ha anche il grande meritoche ormai tanti anni fa mi guarì dall'acne.

Paolo RosettiFarmacentro - [email protected]

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Dedicato al medico che mi guarì dall’acne

Dedicato al medico che mi guarì dall’acne

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Denise [email protected]

È nella splendida cornice dellʼHotel Gallia di Milano Marittima che si è svolto, domenica 12 dicembre, il Pranzodegli Auguri con i nostri Soci.La giornata è corsa via in un clima di serenità ed allegria, dopo un ricco aperitivo, alle ore 11,15 abbiamo ascol-tato il Professore Ferdinando Fara che ci ha parlato del valore effettivo della farmacia, di seguito il dott. NicolaPoponi che invece ci ha illustrato la redditività della Farmacia.La parola è quindi passata al Presidente dr. Pier Luigi Zuccari che ha esposto i programmi e gli obiettivi dellʼim-minente anno 2011.Non rimaneva altro che il gustosissimo pranzo a base di pesce, servito a tavola dai camerieri dellʼHotel Gallia.Veramente una giornata di festa condita da battute di vario genere da parte dei Farmacisti presenti.Non mi rimane che ricordare che il pranzo è stato offerto dallʼAzienda Mylan che, ancora una volta ringraziamo.A questo punto faccio personalmente e, a nome di tutti i nostri farmacisti, i più sentiti auguri di Buone Feste atutti i Soci delle Cooperative dʼItalia ed in particolare ai farmacisti delle Cooperative che aderiscono a INTER CO.FA. Gruppo Sportivo.Un caloroso arrivederci o meglio a rileggerci al prossimo anno.

Bruno LucchiResponsabile Sviluppo Soci

[email protected]

Festa degli Auguri anno 2010

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È ormai alle spalle lʼottava edizione del Farpas-day.Le preoccupate riflessioni di venerdì 19 sui prossimiscenari che il federalismo determinerà sulla spesapubblica e su quella sanitaria, hanno rappresentato laconsueta occasione per un confronto con le istituzioni,ed hanno aiutato a comprendere possibili opportunitàche le regioni meridionali potranno avere per migliora-re e far crescere la spesa in qualità ed efficacia.La giornata di sabato con le comunicazioni e lʼecmhanno aiutato i partecipanti a comprendere i prossimiimpegni di Farpas, le sue strategie commerciali e ipartner con i quali condividere scelte ed obiettivi. I vari

interventi hanno spiegato una volta in più che la farmacia dentro un sistema di cooperativa è più forte e protetta, e sequesto sistema si muove in coerenza con gli obiettivi e con le strategie nazionali delle cooperative, tutto è reso piùsolido e durevole.La storia di questa rassegna è la storia della nostra cooperativa, dei suoi obiettivi, delle sue difficoltà e delle sue con-quiste. È anche la storia della sua coerenza nel cercare sempre e con ostinazione di far corrispondere le iniziative aquanto annunziato, i fatti alle parole, cosa oggi difficile da ritrovare nei comportamenti delle persone, ma anche delleaziende e nelle loro iniziative commerciali.Il farpas-day è anche uno straordinario momento di incontro, un efficacissimointreccio di conoscenze, di volti, di sorrisi e strette di mano che accompagnano lastoria delle aziende. Credo che ancora una volta la rassegna non abbia tradito leaspettative dei soci, dei dipendenti, dei tanti collaboratori, delle aziende e di noitutti che abbiamo accompagnato questʼedizione di successo.

È doveroso ringraziare, anche a nome del Consiglio di Amministrazione, tutticoloro che, con grande fatica ed entusiasmo, hanno consentito la realizzazionedi questʼappuntamento, ma anche tutti i soci e visitatori che nelle due giornatehanno affollato uno spazio accogliente, stimolante e ricco di novità.Arrivederci alle prossime iniziative della Farpas, che di sicuro continueranno adoffrire lʼopportunità per una risposta efficace ai bisogni della farmacia pugliese.

Con rinnovato sentimento di stima e di amicizia. Vito Novielli

Vito [email protected]

Conclusioni sull'8° Farpas Day

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LʼOsservatorio Giovani, il percorso formativo per i giovani titolari Soci di Farmacentro taglia il traguardo del primoanno di vita. A dodici mesi esatti di distanza dalla giornata inaugurale (vedi Lemon n. 4 2009), a fine novembre si èinfatti svolto a Jesi lʼultimo incontro del 2010, con una intensa giornata dedicata al Merchandising, la pratica che per-mette unʼesposizione dei prodotti più consona alle moderne indicazioni commerciali del Marketing.Ma, al di là degli aspetti tecnici delle varie giornate di Formazione (i particolari sono riportati nel box), lʼOsservatorioGiovani Farmacentro ha pienamente confermato le aspettative dei partecipanti che, attraverso un progetto costruitosulle indicazioni da loro stessi fornite durante la fase iniziale, hanno potuto accedere ad informazioni di sicuro inte-resse per la loro crescita professionale. Si dice ormai con insistenza che nellʼimmediato futuro il Farmacista dovràavere competenze manageriali a 360°, oltre che professionali, e lʼOsservatorio 2010 ha, non a caso, puntato conchiarezza a questa finalità. Allʼappello di un anno fa hanno risposto 60 giovani farmacisti, molti di essi già Titolari altri in procinto di diventarloe la sinergia fra le Federfarma provinciali e la nostra Cooperativa, promotrice assoluta dellʼiniziativa, ha allargato ulte-riormente il campo degli iscritti. Nel corso dei mesi si è così formato un “nucleo centrale” di circa 30 colleghi chehanno preso parte pressoché a tutte le giornate e che, questione importantissima, hanno stretto un forte reciprocolegame fra loro dando vita anche a solide amicizie.Sicuramente, il picco di maggior valore dellʼOsservatorio è stato raggiunto a maggio quando una “delegazione” di 20giovani è stata ricevuta a Roma dal Presidente nazionale della FOFI Andrea Mandelli che non ha mancato lʼocca-sione per fare i complimenti a Farmacentro e, soprattutto, ai farmacisti del domani capaci di comprendere come siapossibile, solo attraverso un costante approccio alla cultura, guardare con fiducia al futuro. La successiva conclu-sione della mattinata, con la visita al Nobile Collegio Farmaceutico, ha conferito allʼavvenimento un significato di “uni-cità” difficilmente ripetibile. Testimoniato peraltro dai due “portavoce” del gruppo, Monica Murattini e Guido Zuccari,intervenuti ufficialmente allʼAssemblea Farmacentro di giugno. Nel 2011 lʼOsservatorio inizierà sin da fine gennaio, dato che a Perugia ci sarà lʼincontro dedicato allʼapprofondimen-to sulle Reti di Farmacie. Poi, per continuare nel segno del continuo e dinamico rinnovamento, il programma, anco-ra in fase di studio, prevederà, in primavera e autunno, due appuntamenti di grande spessore formativo cheavranno luogo, in due fasi, nelle sedi di Perugia e Jesi, con il coinvolgimento però anche di Bologna, dove, comenoto, sono ormai 100 le farmacie ad essere servite da Farmacentro. Ebbene, una realtà ormai così consolidata e notain tutta Italia, come è lʼOsservatorio, contribuirà sicuramente ad avvicinare e a fare apprezzare ulteriormente ai far-macisti felsinei la nostra Cooperativa, sempre attenta alle esigenze di tutti i Soci, figuriamoci dei giovani…A condurre lʼOsservatorio sarà ancora il Team Guida testato nei mesi scorsi, a partire dal “Tutor” Alain Calmer e dalreferente “storico” Antonio Astuti, per arrivare ai due rappresentanti territoriali di Perugia, Gianni Carboni, e Jesi,Luigi Galatello, il tutto sotto lʼabile e proverbialmente perfetta regia organizzativa di Giuliana Gioacchini.LʼOsservatorio allarga infine lʼinvito a partecipare anche ai giovani delle altre Cooperative che fanno parte di Inter Co.Fa. Gruppo Sportivo: chi fosse interessato prenda al più presto contatto proprio con la Segreteria di GiulianaGioacchini (0731/219729 – [email protected]), che provvederà a fornire le indicazioni utili a con-frontarsi con i Farmacisti del Team Guida.

Osservatorio GiovaniFarmacentro, come cavalcareda protagonisti il cambiamento

Antonio [email protected]

Farmacentro augura a tutti i lettori di Lemon delle feste meravigliose Farmacentro augura

a tutti i lettori di Lemon delle feste meravigliose

GLI APPUNTAMENTI DELL’OSSERVATORIO DEL 2010

l Gennaio - Gubbio, “La Sanità Europea: il futuro della nostra Salute, come Cittadini e Professionisti del far-maco”. Relatori Luigi Bertinato (Dirigente Sanitario della Regione Veneto ed esperto di Sanità internazionale e col-laboratore di OMS e Osservatorio Europeo sulla Sanità di Bruxelles) e Gianfranco Domenighetti, Economista e dot-tore in scienze sociali, docente titolare di Comunicazione e Economia sanitaria all`USI e professore invitato diEconomia e politica sanitaria presso l´Institut d´Économie et de Management de la Santé dell´Università di Losanna.l Marzo - Gubbio, “La Farmacia è unʼimpresa: chi la gestisce: un professionista, un manager o un imprendi-tore?” Relatori Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta, commercialisti dello Studio Guandalini di Bologna noti alivello nazionale per la loro attività professionale e pubblicistica.l Aprile - Jesi, “Il Farmacista Gestionale”. Relatore Giulio Cesare Pacenti, Farmacista e giornalista e consulente,autore di diversi libri sulla gestione della Farmacia.l Maggio - Roma, “Incontro privato con il Presidente nazionale FOFI Andrea Mandelli” e “Visita riservata alNobile Collegio Farmaceutico”.l Giugno - Gualdo Tadino, “Il Team in Farmacia”. Relatore Alain Calmer, Tutor dellʼOsservatorio, con lʼaiuto dei far-macisti (INSERIRE NOME E COGNOME) e Luigi Galatello. Nel corso della giornata si sono svolte esercitazioni sulcampo di lavoro di gruppo.l Settembre - Perugia, “Lo Scenario Europeo: confronto tra modelli di farmacia e politiche di gestione del far-maco”. Relatore Carlo Capo, AD Mylan Generics.l Novembre - Jesi, “Leve di marketing in Farmacia: teoria e, soprattutto, pratica”. Relatore Bassano Gualteri,Direttore Marketing di Pierre Fabre.

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Page 17: cembre 2010 ANNO VII - N° 5•Di - lemon.farmtraveller.comlemon.farmtraveller.com/lemon anno 7/LEMON 5 anno7.pdf · Per informazioni, suggerimenti, ... e Felice anno nuovo Auguri

Farmacentro - Jesi - [email protected]

uigi, il Presidente Zuccari, mi ha voluto con loro.In quella grande festa della famiglia Corofar mi sono pienamente sentito come uno diloro. E con loro, con l'anziano Zuccari, Malossi, e tanti altri abbiamo ravvivato l'allegria

di un tempo quando ci incontravamo più spesso. Valutando quel clima e i nostri sorridenti visirivolgendomi a Toto, che era lì vicino a me, gli ho rinnovato la richiesta di trovare, attraversoLemon, spazio e visibilità tutta o quasi per noi "senior".Per questo straordinario incontro di personaggi dalla pelle di elefante, non dovrà scolpire sulloscoglio verticale di San Leo i loro profili ma più semplicemente metterli attorno ad un consu-mato tavolo di legno, di un'osteria "vino e cucina". Ovunque sia, tra bovari maremmani, pastorisardi o pescatori delle nostre coste, liberi di lanciarsi nei ruoli giusti in canti e nell'anedottichespiritose come un tempo, novellando attorno al non vano loro ciclo di vita.Toto, dovrai chiamare per partecipare, Michele, Geraldina, Alberto, il Principe, Ada, Armando,Gigi, Sesa, Bibi, Giorgio, Giovanna e tanti altri che tu ben conosci... magari intervistati daLorenzo!Evviva i Senior. Con loro ne avrai da scrivere e fotografare.

Romagna: Milano Marittima 12 dicembre 2010 Incontro con i Forlivesi

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MARIO DUBBINI

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