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Centro Culturale Agostino Bianchi Conoscere il passato per costruire il futuro 27 Gennaio - 25...

Date post: 02-May-2015
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Centro Culturale Agostino Bianchi Centro Culturale Agostino Bianchi “Conoscere il passato per costruire il futuro” 27 Gennaio - 25 Aprile : i giorni della memoria 2001- 2002
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Page 1: Centro Culturale Agostino Bianchi Conoscere il passato per costruire il futuro 27 Gennaio - 25 Aprile : i giorni della memoria 2001- 2002.

Centro Culturale Agostino BianchiCentro Culturale Agostino Bianchi

“Conoscere il passato per costruire il futuro”

27 Gennaio - 25 Aprile :i giorni della memoria

2001- 2002

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…il 22agosto del 1939, Hitler fa conoscere ai capi militari riuniti la decisione di aggredire ed annientare la Polonia. Nel medesimo giorno, il ministro degli Esteri si reca in volo a Mosca …

è un giorno solcato da bagliori di tempesta e da sprazzi di sereno. Da questo 22 agosto correranno ancora dieci giorni prima di giungere alla notte del 31 agosto e il 1° settembre, in cui la Wermacht di Hitler invaderà la Polonia: e mancano ancora tredici giorni per arrivare al 3 settembre, con l’entrata in guerra della Gran Bretagna e della Francia. Il 22 agosto, il mondo è ancora in bilico tra pace e guerra. Dopo questa data gli avvenimenti precipiteranno.

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…nella tarda sera del 3 settembre, dopo la “domenica di sangue di Bydgoszcz” e l’affondamento dell’Athenia nelle acque dell’Atlantico, il mondo comincia a rendersi conto di quello che sta avvenendo. Non si parla ancora di Coventry, Stalingrado, Katyn, Tobruk, Cassino, Pearl Harbor, Oradour, Utah e Omana Beach, Dresda, Lidice, Marzabotto, Okinawa, Auschwitz e Hiroshima. Ma già si vedono balenare i primi orrori di una guerra totale. Il Comando Supremo della Wermacht comunicherà il giorno successivo:

LA SECONDA GUERRA MONDIALE E’ IN CORSO DA SETTE ORE !

“Le armate germaniche del fronte orientale hanno spezzato, il 4

settembre, la resistenza nemica su tutta le linea e avanzano senza soste

verso est.”

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L’ITALIA ENTRA IN GUERRA

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“Combattenti di terra, di mare e dell’aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d’Italia, dell’impero e del Regno d’Albania! Ascoltate!

Discorso di Mussolini del 10 Giugno 1940

Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano.

… La nostra coscienza è assolutamente tranquilla. Con voi il mondo intero è testimone che l’Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l’Europa; ma tutto fu vano.

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L’Italia, proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all’Oceano Indiano:

Vincere! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo.

Popolo italiano! Corri alle armi, e dimostra la

tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!”

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"Manifesto della razza"1)Le razze umane esistono; 2)Esistono grandi razze e piccole razze;3)Il concetto di razza è puramente biologico;4)La popolazione dell'Italia attuale è di origine ariana e la sua civiltà è ariana;5)E' una leggenda l'apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici; 6)Esiste ormai una pura razza italiana; 7)E' tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti;8)E' necessario fare una netta distinzione tra i mediterranei d'Europa (occidentali) da una parte, gli orientali e gli africani dall'altra;9)Gli ebrei non appartengono alla razza italiana;10)I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli italiani non devono essere alterati in nessun modo.

14 luglio 1938

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TUTTI GLI EBREI DI ETA’ SUPERIORE AI 12 ANNI RESIDENTI NEL DISTRETTO

DI CRACOVIA, CON EFFETTO A PARTIRE DAL 1.12.1939, DEVONO

PORTARE UN CONTRASSEGNO VISIBILE AL DI FUORI DELLA PROPRIA ABITAZIONE. DEVE ESSERE ESIBITA

SULLA MANICA DESTRA DELL’ABITO E DEL SOPRABITO UNA FASCIA CHE, SU

FONDO BIANCO, RIPORTI SULLA PARTE SUPERIORE LA STELLA DI

DAVID DI COLORE BLU. GLI EBREI CHE NON COMPIERANNO QUESTO

DOVERE SARANNO PUNITI SEVERAMENTE. DELL’ESECUZIONE

DEL PRESENTE ORDINE, IN PARTICOLARE PER QUANTO

RIGUARDA LA DISTRIBUZIONE DEI CONTRASSEGNI AGLI EBREI, SONO RESPONSABILI I CONSIGLI DEGLI

ANZIANI.

Firmato WÄCHTER Governatore

Cracovia, il 18.11.1939

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Dal Diario di Anna Frank1942

“Nasconderci! dove dovremmo na-sconderci, in città, in campagna, in una casa, in una capanna, quando, come, dove ... ? Erano problemi ch'io non dovevo pormi, e che tuttavia continuamente riaffioravano.Margot e io cominciammo a stipare l'indispensabile in una borsa da scuola. La prima cosa che ci ficcai dentro fu questo diario, poi arricciacapelli, fazzoletti, libri scolastici, un pettine, vecchie lettere.Pensavo che bisognava nascondersi e cacciare nella borsa le cose più assurde. Ma non me ne rammarico, ci tengo di più ai ricordi che ai vestiti.”

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E neanche i bambini conoscono la gioia. La paura, soltanto la paura... Piccoli esseri mortificati, in piedi per delle ore, lo spavento in tutto il corpo, lo sguardo fisso nell'attesa di quello che accadrà. Nascondono la testa in qualche straccio, si stringono agli adulti, cercando un riparo contro il freddo e la paura... Solo gli occhi spalancati, all'erta, come bestie braccate… Gli ufficiali tedeschi, tiranni, osservano tutto ciò con sdegno e ordinano: Silenzio! Un silenzio di morte regna infatti in tutti i cuori.

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Lo sterminio dei Testimoni di Geova

“Nel 1933 la comunità religiosa, che in Germania contava 25.000 anime, fu messa al bando e circa la metà di loro proseguì l’opera di predicazione nella clandestinità. I Testimoni di Geova si rifiutavano di fare il saluto nazista e in particolare di prestare servizio militare. Furono perseguitati spietatamente. All’incirca 10.000 furono arrestati. La resistenza costò intorno alle 1.200 vittime a questo gruppo….”

Prof.Wolfang Benz, Politecnico di Berlino

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Se questo è un uomoVoi che vivete sicuriNelle vostre tiepide case,Voi che trovate tornando a seraIl cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomoChe lavora nel fangoChe non conosce paceChe lotta per mezzo paneChe muore per un si o per un no.Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nomeSenza piú forza di ricordareVuoti gli occhi e freddo il gremboCome una rana d'inverno.Meditate che questo è stato:Vi comando queste parole.Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,Coricandovi alzandovi;Ripetetele ai vostri figli.

0 vi si sfaccia la casa,La malattia vi impedisca,I vostri nati torcano il viso da voi.

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"Affido questo libro a tutti i ragazzi che avrei voluto conoscere, agli altri che ho incontrato, conosciuto, amato e che da me hanno voluto sapere… La loro attenzione, le manifestazioni di affetto, la loro ansia di non dimenticare, l'esigenza di libertà e rispetto per l'uomo, sono diventati punti fermi, irrinunciabili, su cui costruire un mondo, una società, fatta di libertà e non di schiavitù, di giovani liberi e fratelli, giovani che sapranno trovare il modo e forse il tempo, di spiegare agli altri e a noi: se, e dove abbiamo sbagliato.Loro, saranno i veri giudici del nostro passato e del loro domani.Affido al loro verdetto, la storia della mia vita!” Elisa Springer

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Tra i sopravvissuti, Simon Wiesenthal nelle ultime pagine di Gli assassini sono tra noi, ricorda che i militi delle SS si divertivano ad ammonire cinicamente i prigionieri: “In qualunque modo questa guerra finisca, la guerra contro di voi l'abbiamo vinta noi; nessuno di voi rimarrà per portare testimonianza, ma se anche qualcuno scampasse, il mondo non gli crederà. Forse ci saranno sospetti, discussioni, ricerche di storici, ma non ci saranno certezze, perché noi distruggeremo le prove insieme con voi. E quando anche qualche prova dovesse rimanere, e qualcuno di voi sopravvivere, la gente dirà che i fatti che voi raccontate sono troppo mostruosi per essere creduti: dirà che sono esagerazioni della propa-ganda alleata, e crederà a noi, che ne-gheremo tutto e non a voi. La storia dei Lager, saremo noi a dettarla ”.

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POLONIA 1939

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LONDRA 1940

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ANZIO 1944

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"Lettera da Hiroshima" di T. Hara

"Mi ero alzato verso le otto di mattina quel 6 agosto 1945. Il giorno avanti, alla sera, vi erano stati due allarmi, nessuno dei quali seguito da bombardamento... Improvvisamente ricevetti un colpo sulla testa e tutto diventò oscuro davanti ai miei occhi. Gettai un grido ed alzai le braccia. Nelle tenebre, non sentivo che un sibilo di tempesta. Non arrivai a comprendere cosa fosse successo. Il mio primo grido, io l'avevo inteso come se fosse stato gettato da qualcun altro. Poi il mondo intorno mi ritornò visibile benché ancora non nettamente, ed ebbi l'impressione di trovarmi sui luoghi di un immenso cataclisma. Dietro la spessa nuvola di polvere apparve un primo spazio blu, seguito ben presto da altri spazi blu sempre più numerosi. Brevi fiammate cominciarono a sprizzare dall'edificio vicino, un deposito di prodotti farmaceutici. Era tempo di abbandonare quei luoghi. Fumate vorticose si elevavano da tutte le case in rovina. Raggiungemmo un posto in cui le fiamme mandavano un calore insopportabile.

HIROSHIMA

6 agosto 1945

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LA GUERRA NEL BRESCIANO

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LA GUERRA DALLA PARTE DEI TEDESCHI

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"... Tu mi sei testimonio che io mi sono rivoltato sempre, perché avevo paura del fronte orientale, della guerra, soprattutto. Non sono mai stato un soldato, ho solo sempre portato l'uniforme. Cosa ne ho ricavato? Cosa ne hanno ricavato gli altri, che non si sono rivoltati, che non avevano paura ? Si, cosa ne abbiamo ricavato? Noi, le comparse della stupidità personificata? Cosa ne ricaviamo dalla morte eroica? Ho impersonato la morte sulla scena una cinquantina di volte, ma era solo teatro, e voi sedevate sulle sedie di velluto, lì davanti, e la mia interpretazione della morte vi sembrava sapiente e fedele. E' impressionante riconoscere come il teatro avesse poco a che fare con la morte. La morte doveva sempre essere eroica, entusiasmante, trascinatrice, per un fine grande e convincente. In realtà, qui, cos'è ? Un crepare, un morire di fame, di gelo... nient'altro che un fatto biologico, come il mangiare e il bere. Cadono come mosche e nessuno pensa a loro, nessuno li seppellisce. Giacciono dappertutto qui attorno senza braccia, senza gambe, senz'occhi, coi ventri squarciati. Si dovrebbe girare un film per rendere impossibile “la più bella morte del mondo”. E' una morte bestiale che poi un giorno sarà nobilitata su zoccoli di granito con ‘guerrieri morenti’, con la testa o il braccio fasciati."

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Far conoscere la Resistenza

“Gli italiani ancora non lo sanno: anche coloro che ne fecero parte non sanno a pieno quanta ne fu l'estensione e la grandezza. Ma specialmente i giovani e i ragazzi che vengono su ora, ignorano tutto della Resistenza. A scuola imparano chi furono Muzio Scevola e Orazio Coclite, ma non sanno chi furono i sette fratelli Cervi. Non sanno chi fu quel giovinetto della Lunigiana che, crocifisso su una porta perché non voleva rivelare i nomi dei partigiani, rispose ai fascisti che lo uccidevano: “Li conoscerete quando verranno a vendicarmi!” senz'altro aggiungere. Non sanno chi fu quel contadino che, vedendo dal suo campo i tedeschi che si preparavano a fucilare un gruppo di partigiani trovati nascosti in un fienile, lasciò la sua vanga tra le zolle e si fece avanti dicendo: “Sono io che li ho nascosti (e non era vero). Fucilate me che sono vecchio e lasciate la vita a questi ragazzi”. Non sanno come si chiama colui che in prigionia temendo di non resistere alle torture si tagliò con una lametta le corde vocali per non parlare. Non sanno come si chiamava quel ragazzino che condotto alla fucilazione si rivolse ad uno dei soldati tedeschi che stavano per ucciderlo e lo baciò con un sorriso fraterno dicendogli. “Muoio per te, viva la Germania libera!” Tutto questo gli italiani non lo sanno; e a scuola non lo imparano..”.

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La Resistenza italiana si inquadrò nel più vasto movimento di opposizione al nazifascismo sviluppatosi in tutta Europa, ma ebbe connotazioni particolari. Nei Paesi sconfitti militarmente e occupati dai nazifascisti (es. Francia, Belgio, Danimarca, Olanda, Norvegia, Grecia, Jugoslavia, Albania) la Resistenza costituì una seconda fase della guerra che li aveva coinvolti. L'Italia al contrario, sotto la guida dittatoriale del fascismo era rimasta sino all'8 settembre 1943 alleata del Reich nazista di Hitler, e come tale aveva partecipato alla guerra di aggressione ed era stata a sua volta potenza occupante. Qui la Resistenza sorse quando – caduto il regime fascista il 25 luglio 1943 e firmato l’armistizio dall'Italia l'8 settembre dello stesso anno, dopo irrimediabili rovesci militari, con gli "Alleati" – le forze politiche democratiche, che si erano ricostituite, chiamarono il popolo a raccolta per cacciare i fascisti e i tedeschi. Questi ultimi avevano occupato in pochi giorni il Paese, disarmando e catturando, in Italia e all'estero, soldati italiani lasciati senza ordini e direttive dal re Vittorio Emanuele III, dal governo diretto dal Maresciallo Badoglio e dallo Stato Maggiore e avviandoli ai in Germania. Non si trattò, per l'Italia, di continuare una guerra perduta, bensì di cominciare una nuova guerra, una guerra di Liberazione che consentisse di cacciare i tedeschi occupanti e il loro alleato fascista che aveva dato vita alla mussoliniana "Repubblica Sociale Italiana", riconquistando quella libertà della quale l'Italia era stata privata dal fascismo e dal suo regime autoritario e antidemocratico per oltre vent'anni.

FONTE :

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“Indubbiamente la storia della resistenza è già difficile da raccontare per le contraddizioni oggettive che essa racchiude, ma è anche difficilissima da inquadrare e da tenere sui binari di una linea politica autentica e disinteressata, per il semplice fatto che a tracciarla furono le bande armate partigiane, sorrette e guidate da uomini di parte, anche se essi talvolta si autodefinirono autonomi. E' quindi difficile puntare alla conquista di questi lettori (se almeno ve ne saranno) che, non avendo vissuto quel tempo ormai lontano, o ignorandolo, possono facilmente essere preda della propaganda, che, se non smentita in tempo, o quanto meno ridimensionata, potrebbe, cogli anni, risultare la sola verità.”

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… e a morire per la liberazione furono cittadini di ogni parte d’Italia, di ogni età, donne e uomini,

giovani e anziani, politicizzati o semplici lavoratori, contadini e anche preti.

La guerra civile portò morti e tragedie nelle famiglie e in tutta la società italiana, mentre

all’estero, soldati che non vollero più combattere e che non vollero farlo per i tedeschi e per

l’esercito repubblichino di Mussolini, finirono deportati nei lagher o trucidati (come la Divisione

Acqui a Cefalonia nel 1943)…

Dopo la liberazione, molte furono le città decorate per la partecipazione alle attività di

resistenza.

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"Ai miei cari figli,

quando voi potrete forse leggere questo doloroso foglio, miei cari e amati figli, forse io non sarò più fra i vivi.Questa mattina alle 7 mentre mi trovavo ancora a letto sentii chiamare il mio nome. Mi alzai subito. Una guardia aprì la porta della mia cella e mi disse di scendere che ero atteso sotto. Discesi, trovai un poliziotto che mi attendeva, mi prese su di una macchina e mi accompagnò al Tribunale di Guerra di Via Lucullo n. 16. Conoscevo già quella triste casa per aver avuto un altro processo il 29 febbraio scorso quando fui condannato a 15 anni di prigione. Ma questa condanna non soddisfece abbastanza il comando tedesco il quale mandò l'ordine di rifare il processo. Così il processo, se tale possiamo chiamarlo, ebbe luogo in dieci minuti e finì con la mia condanna alla fucilazione.

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Il giorno stesso ho fatto la domanda di grazia, seppure con repulsione verso questo straniero oppressore. Tale suprema rinuncia alla mia fierezza offro in questo momento d'addio alla vostra povera mamma e a voi, miei cari disgraziati figli.Amatevi l'un l'altro, miei cari, amate vostra madre e fate in modo, che il vostro amore compensi la mia mancanza. Amate lo studio e il lavoro. Una vita onesta è il migliore ornamento di chi vive. Dell'amore per l'umanità fate una religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei vostri simili. Amate la libertà e ricordate che questo bene deve essere pagato con continui sacrifici e qualche volta con la vita. Una vita in schiavitù è meglio non viverla. Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono i vostri fratelli.Siate umili e disdegnate l'orgoglio; questa fu la religione che seguii nella vita."

Pietro Benedetti, ebanista di 41 anni di Atessa. Arrestato più volte come militante antifascista.Condannato a morte definitivamente nel 1944,viene fucilato a Roma il 29 aprile.

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“La storia, in genere, tiene conto delle ‘carte’ nella misura con la quale gli eventi non le hanno rese superflue, perché superate nella realtà dei fatti.”

“Mi piace scrivere la parola fine, citando quanto sta scolpito nel marmo del monumentino ai disintegrati del Lager nazista di Dachau :

“A ricordo dei morti

Ad ammonimento dei vivi ”

E’ quanto idealmente penso di auspicare, nel momento in cui chiudo queste pagine.”

Lino Monchieri

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… E QUELLI CHE STAVANO A SALO’ … DALLA PARTE

SBAGLIATA !

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Il cuoco di Salò

di Francesco De Gregori

Sono attrici scappate da Roma o cantanti non ancora famoseChe si fermano per una notte

o per una stagione

Al mattino non hanno pudorequando scendono per colazione

puoi sentirle cantare

Alla sera vedo donne bellissime da Venezia arrivare fin quaE salire le scale e frusciare

come mazzi di rose

Il profumo rimane nell'ariaquando la porta si chiude

ed allora le immagino nude a aspettare

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25 APRILE: LA LIBERAZIONE

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Premio Agostino Bianchi

25 Aprile 200123 Marzo 2002

FINE


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