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Civitavecchia, 13 maggio 2009 Rapporti Banche – PMI nellattuale fase economica e gli strumenti di...

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Civitavecchia, 13 maggio 2009 Rapporti Banche – PMI nell’attuale fase economica e gli strumenti di analisi per la valutazione delle imprese Roberto Di Salvo Vice Direttore Generale - FEDERCASSE
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Page 1: Civitavecchia, 13 maggio 2009 Rapporti Banche – PMI nellattuale fase economica e gli strumenti di analisi per la valutazione delle imprese Roberto Di Salvo.

Civitavecchia, 13 maggio 2009

Rapporti Banche – PMI nell’attuale fase economica e gli strumenti di

analisi per la valutazione delle imprese

Roberto Di SalvoVice Direttore Generale - FEDERCASSE

Page 2: Civitavecchia, 13 maggio 2009 Rapporti Banche – PMI nellattuale fase economica e gli strumenti di analisi per la valutazione delle imprese Roberto Di Salvo.

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Il rapporto Banche - PMI

Un inquadramento teorico generale

Le specificità e i benefici della governance cooperativa

Alcuni dati di fondo sul Sistema BCC – CR

La funzione anticiclica del Sistema BCC – CR e il supporto alle PMI

Strumenti per la valutazione del merito di credito delle imprese

Il contesto normativo

Il Nuovo Accordo sul Capitale (c.d. Basilea II)

Recepimento di Basilea II nella normativa nazionale

Rating e Scoring

Il Sistema di Classificazione dei Rischi di Credito delle BCC

Agenda

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Il rapporto Banche - PMI

Un inquadramento teorico generale

Le specificità e i benefici della governance cooperativa

Alcuni dati di fondo sul Sistema BCC – CR

La funzione anticiclica del Sistema BCC – CR e il supporto alle PMI

Strumenti per la valutazione del merito di credito delle imprese

Il contesto normativo

Il Nuovo Accordo sul Capitale (c.d. Basilea II)

Recepimento di Basilea II nella normativa nazionale

Rating e Scoring

Il Sistema di Classificazione dei Rischi di Credito delle BCC

Agenda

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I rapporti banca – PMI (1/3)

Almeno fino alla seconda guerra mondiale in Italia vi sono stati due tipi di relazione banca-impresa:

1. Il primo ha permesso al paese di dotarsi di imprese attive nei settori ad alta intensità di capitale (siderurgico, elettrico, chimico), in base a uno schema “dall’alto verso il basso” (De Cecco e Ferri, 1996).

1. Il secondo modello nasce dalle esigenze finanziarie delle PMI, “dal basso verso l’alto”, che ha condotto all’esperienza delle Banche Popolari e delle Banche di credito Cooperativo (De Bruyn e Della Valle, 1996; Bolchini, 2003).

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I rapporti banca – PMI (2/3)

La letteratura economica ha individuato la presenza di un “effetto dimensionale”: vi sono ampie evidenze empiriche del fatto che le grandi banche tendono a offrire credito alle grandi imprese mentre gli istituti piccoli alle PMI (Berger e Udell, 1995). Le cause:

1. Le PMI sono generalmente meno trasparenti, domandano un ammontare di crediti non elevato e sono più eterogenee: ciò impedisce la standardizzazione dei criteri di valutazione del merito di credito e non consente lo sfruttamento delle economie di scala (Petersen e Rajan, 1994; Berger e Udell, 1995).

1. In un contesto gerarchico, i funzionari di una filiale locale hanno un incentivo a sottoinvestire in informazioni soft, per evitare una riduzione dall’alto delle risorse disponibili (Stein, 2000).

1. Maggiore facilità delle banche piccole ad accedere a flussi informativi più informali (Cole, Goldberg e White, 1999).

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I rapporti banca – PMI (3/3)

L’approccio relazionale all’attività bancaria consente alla banca di istituire un rapporto di clientela privilegiato e prolungato nel tempo, accedendo alle informazioni soft in base a tre caratteristiche del rapporto: la durata, l’età dell’impresa e il ventaglio di servizi.

La condivisione di una struttura locale conferisce alla banca un vantaggio informativo sulle caratteristiche delle imprese attraverso due meccanismi (Angelini, Di Salvo e Ferri, 1998):

1. La condivisione di relazioni e informazioni di natura non solo economica, con la minaccia di un “ostracismo sociale” (Banerjee, Besley e Guineane, 1994).

1. Il credito concesso a un membro della comunità dipende in modo esplicito dal successo dei rapporti di credito con gli altri membri, per cui ognuno ha interesse a controllare il comportamento altrui (“monitoraggio tra pari”, Stiglitz, 2000).

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Specificità della governance cooperativa

Le BCC sono le uniche banche cooperative a carattere di mutualità prevalente. Disposizioni sancite dal TUB, in materia di:

1. reclutamento della compagine sociale (i soci debbono risiedere, avere sede o operare con carattere di continuità nell’ambito territoriale di attività della banca);

1. vincoli all’operatività con i soci (ovvero l’obbligo di realizzare almeno il 50% dell’attività d’impiego con i soci);

1. limiti alla competenza territoriale e all’operatività fuori zona (il 95% dell’attività di finanziamento deve svilupparsi obbligatoriamente nel territorio di competenza);

1. obbligo di destinazione degli utili (almeno per il 70% a riserva) e limiti alla distribuzione. Nel 2001-2007: 89,5% a riserva, 5% a beneficenza, 3,9% al Fondo per la promozione e lo sviluppo della cooperazione e solo l’1,5% a dividendi.

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Benefici della governance cooperativa

Il vantaggio degli stakeholders di una banca di credito cooperativo si esprime sia sul piano bancario che “meta-bancario”.

Sotto il primo profilo, il beneficio si esprime in termini di risparmio di costi sulle operazioni di finanziamento o di maggiore remunerazione dei risparmi depositati.

Tra i vantaggi di natura extrabancaria, le forme più frequenti sono iniziative per il tempo libero e di tutela della salute: borse di studio per i soci e i loro figli; convenzioni con esercizi commerciali e di consulenza specialistica (fiscale, legale, previdenziale, aziendale).

Un indicatore della “prossimità” ai propri territori è l’ “indice di vicinanza” alla clientela (numero di clienti serviti in media presso ciascuno sportello): più basso è questo valore, maggiore è la prossimità della banca alla clientela. Per le BCC, è pari a 390, contro 725 di valore medio delle altre banche).

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Funzione inclusiva

La funzione inclusiva si esprime nel finanziamento ai piccoli operatori economici, ma anche in iniziative rivolte a categorie a rischio di “esclusione sociale”. Esempi sono:

1. Federcasse e Consulta Nazionale Antiusura hanno sottoscritto un protocollo di intesa che si propone di rafforzare il ruolo delle BCC nel prevenire e contrastare il fenomeno del sovra indebitamento e dell’usura, mediante l’erogazione di cosiddetti “prestiti di soccorso”.

1. Molteplici esempi di microcredito e di ethical banking in favore di categorie sociali svantaggiate

1. Accordo Federcasse - Confcooperative per la capitalizzazione delle imprese sociali. L’accordo prevede l’impegno delle BCC a concedere, attraverso un prodotto bancario specifico denominato “Conto/i tu”, prestiti a condizioni molto agevolate a favore delle imprese sociali o dei loro soci.

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Presenza delle BCC nel territorio italiano

Le 438 Bcc dispongono di 4.044 sportelli, l’11,9% del totale

Sono capillarmente presenti sul territorio: operano in 98 province e 2.589 comuni.

Si tratta soprattutto di centri di medio-piccola dimensione (nel 2008, l’85% degli sportelli era in piazze fino a 50 mila abitanti), anche se dal 2001 al 2008 la presenza in piazze oltre 50 mila abitanti è cresciuta dal 12,8% al 15,0%.

Nel 20,93% dei Comuni in cui operano (542), le Bcc sono l’unica presenza bancaria.

Sportelli altre banche 0 1 2 3 oltre 3 totaleNumero di comuni 542 507 346 230 964 2589Quota % su totale 20.9% 19.6% 13.4% 88.8% 37.2%

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Alcuni numeri delle BCC - CR

A Novembre 2008 gli impieghi economici delle BCC - CR si attestavano a 114,7 miliardi di euro (+10,3% annuo, contro il +3,4% del sistema). La relativa quota di mercato risulta pari al 7,4% (considerando la sola clientela residente in Italia).

Tali finanziamenti si sono indirizzati prevalentemente verso le famiglie, i piccoli operatori economici, le imprese non profit.

La raccolta diretta complessiva di sistema sfiorava i 133,6 mld di euro (+12,3% annuo). La relativa quota di mercato è dell’8,5%

Il patrimonio si attestava a 17,2 mld di euro (+8,9% annuo).

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Le BCC-CR si sono confermate nello svolgimento di una funzione anticiclica. Durante l’attuale crisi finanziaria, il sistema del credito cooperativo sta offrendo un solido contributo alle piccole imprese, alle economie locali e all’economia italiana:

1. L’attività di finanziamento alle imprese di dimensione minore – imprese artigiane, altre imprese minori e imprese senza scopo di lucro – non è diminuita: si rileva, un tasso di crescita annuo significativamente superiore alla media di sistema.

1. A novembre 2008 la quota BCC nel mercato del credito rivolto a tali segmenti era pari rispettivamente al 21,8% per le imprese artigiane ed al 16,3% per le altre imprese minori, in forte crescita rispetto all’esercizio precedente (a dicembre 2007 era rispettivamente pari al 20,9 ed al 15,5 per cento);

Funzione anticiclica e sostegno alle PMI (1/2)

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Funzione anticiclica e sostegno alle PMI (2/2)

1. Il credito alle imprese artigiane è aumentato su base annua del 3,3 per cento nel corso del 2008, contro una diminuzione dell’1,3 per cento del sistema bancario complessivo.

1. Significativo è risultato, infine, il trend di crescita degli impieghi alle famiglie consumatrici: +7,5 per cento annuo a Novembre 2008 contro la sostanziale stazionarietà del sistema bancario complessivo (+0,2%).

BCC %Totale sistema bancario

%

SETTORE DI ATTIVITA'Imprese artigiane 11,352,245 3.32% 52,123,021 -1.30% con un numero di dipendenti inferiore a 6 (famiglie produttrici) 4,683,936 2.84% 22,058,692 -2.08% con un numero di dipendenti compreso tra 6 e 20 6,364,224 4.53% 28,037,610 -0.17% con un numero di dipendenti superiore a 20 304,085 -11.63% 2,026,719 -7.74%Altre imprese minori 19,749,570 8.44% 120,971,404 1.34% con un numero di dipendenti inferiore a 6 (famiglie produttrici) 9,010,279 5.50% 60,697,330 -1.05% con un numero di dipendenti compreso tra 6 e 20 10,005,915 10.95% 54,538,330 3.96% con un numero di dipendenti superiore a 20 733,376 12.09% 5,735,744 2.93%Famiglie produttrici 13,694,216 4.58% 82,756,022 -1.33%Famiglie consumatrici 32,819,881 7.49% 360,241,310 0.16%Istituzioni senza scopo di lucro 826,912 11.31% 7,780,164 9.30%Altro 54,356 21.22% 506,188 42.27%TOTALE 111,476,019 10.08% 1,506,886,594 3.77%Fonte: elaborazioni Federcasse - Servizioe Studi, Ricerche e Statistiche su dati BASTRA1/BCC Banca d'Italia

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Il rapporto Banche - PMI

Un inquadramento teorico generale

Le specificità e i benefici della governance cooperativa

Alcuni dati di fondo sul Sistema BCC – CR

La funzione anticiclica del Sistema BCC – CR e il supporto alle PMI

Strumenti per la valutazione del merito di credito delle imprese

Il contesto normativo

Il Nuovo Accordo sul Capitale (c.d. Basilea II)

Recepimento di Basilea II nella normativa nazionale

Rating e Scoring

Il Sistema di Classificazione dei Rischi di Credito delle BCC

Agenda

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Il rapporto Banche - PMI

Un inquadramento teorico generale

Le specificità e i benefici della governance cooperativa

Alcuni dati di fondo sul Sistema BCC – CR

La funzione anticiclica del Sistema BCC – CR e il supporto alle PMI

Strumenti per la valutazione del merito di credito delle imprese

Il contesto normativo

Il Nuovo Accordo sul Capitale (c.d. Basilea II)

Recepimento di Basilea II nella normativa nazionale

Rating e Scoring

Il Sistema di Classificazione dei Rischi di Credito delle BCC

Agenda

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L’evidenza di un numero crescente di banche versanti in situazioni di difficoltà a causa di una gestione poco prudente del credito ha reso pressante la necessità di adeguare il sistema normativo prudenziale di valutazione dei rischi di credito.

Ciò ha portato alla costituzione all’interno della Banca dei Regolamenti Internazionali con sede a Basilea di un apposito comitato (c.d. Comitato di Basilea).

L’esigenza di stabilità del sistema bancario ha portato i partecipanti del Comitato di Basilea a sviluppare una regolamentazione mirata a garantire una giusta proporzionalità tra rischi assunti dall’intermediario ed il proprio patrimonio

Attraverso tale regolamentazione le banche non assumeranno più rischi esuberanti rispetto alle proprie capacità e saranno maggiormente consapevoli di quelli che vengono assunti.

Basilea II – I tre Pilastri (1/2)

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Basilea II – I tre Pilastri (2/2)

Coerentemente con le indicazioni del Comitato di Basilea, le nuove disposizioni di

vigilanza prudenziale (Circ. n. 263 del 27 dicembre 2006) si basano sui “tre

pilastri” già definiti nel nuovo accordo sul capitale del 2004

PILLAR 3PILLAR 1 PILLAR 2

Controllo prudenziale

Requisiti patrimoniali

minimi

Disciplina di mercato

Il primo pilastro (Titolo I e II delle

nuove disposizioni di vigilanza)

introduce un requisito patrimoniale per

fronteggiare i rischi tipici dell’attività

bancaria e finanziaria (di credito, di

controparte, di mercato e operativi);

Il secondo pilastro (Titolo III delle

nuove disposizioni di vigilanza) richiede

alle banche di dotarsi di una strategia e

di un processo di controllo

dell’adeguatezza patrimoniale, attuale

e prospettica.

Il terzo pilastro (Titolo IV delle nuove disposizioni di vigilanza) introduce obblighi di

informativa al pubblico riguardanti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le

caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo.

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Basilea II – I rischi da gestire

• Rischio di Concentrazione• Rischio di Business• Rischio Reputazionale• Rischio Strategico• Rischio di Compliance• Altri Rischi

• Rischio di Concentrazione• Rischio di Business• Rischio Reputazionale• Rischio Strategico• Rischio di Compliance• Altri Rischi

• Rischio di non trasparenza• Rischio di errata comunicazione

• Rischio di non trasparenza• Rischio di errata comunicazione

• Rischio di CreditoRischio di Credito• Rischio Operativo• Rischio di Mercato

• Rischio di CreditoRischio di Credito• Rischio Operativo• Rischio di MercatoPILASTRO IPILASTRO I

PILASTRO IIPILASTRO II

PILASTRO IIIPILASTRO III

Calcolo del requisito patrimoniale da accantonare ai fini prudenziali

Calcolo del requisito patrimoniale da accantonare ai fini prudenziali

Costituire un sistema organizzativo volto ad identificare, valutare e gestire i rischi presenti all’interno dell’istituto per garantire la sana e prudente gestione aziendale

Costituire un sistema organizzativo volto ad identificare, valutare e gestire i rischi presenti all’interno dell’istituto per garantire la sana e prudente gestione aziendale

Individuare una completo e corretto sistema di comunicazione verso il mercato della propria gestione dei rischi aziendali

Individuare una completo e corretto sistema di comunicazione verso il mercato della propria gestione dei rischi aziendali

AMBITI DI RISCHIOAMBITI DI RISCHIO GESTIONE DEL RISCHIOGESTIONE DEL RISCHIO

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Basilea II – metodologie di valutazione

Per ogni tipologia di rischio di Pilastro I sono previste apposite

metodologie di valutazione

RISCHI PILASTRO I

RISCHI PILASTRO I

RISCHIO DI CREDITO

RISCHIO DI CREDITO

RISCHIO OPERATIVORISCHIO

OPERATIVO

RISCHIO DI MERCATO

RISCHIO DI MERCATO

Internal Rating Based (IRB) Foundation

Internal Rating Based (IRB) Foundation

Internal Rating Based (IRB) Advanced

Internal Rating Based (IRB) Advanced

Modelli interniModelli interni

Internal Measurement

Approach

Internal Measurement

Approach

Standardised Approach

Standardised Approach

StandardStandard Basic Indicator Approach

Basic Indicator ApproachStandardStandard

Ris

ch

ioM

eto

dolo

gia

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Il rischio di credito e le sue componenti

Il rischio che una variazione inattesa del merito di credito di una controparte (affidata o da affidare) generi una corrispondente variazione del valore della posizione creditizia.

Le componenti del rischio di credito:

PD (Probabillty of Default) la probabilità che la controparte risulti insolvente nell’arco di un certo orizzonte temporale

LGD (Loss Given Default) tasso di perdita unitario sulle esposizioni risultate insolventi

EAD (Exposure at Default) esposizione al momento dell’insolvenza

M (Maturity) la durata che espone a rischi di downgrade ulteriori e diversi rispetto al semplice default

Si distingue tra:

-Perdita attesa (EL): è la perdita “statisticamente normale” e, tecnicamente, non è rischio.

-Perdita inattesa (UL): è la possibile perdita oltre il normale, associata con scenari sfavorevoli

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Basilea II – Rischio di credito

METODO IRB METODO IRB DI BASEDI BASE

Gli assorbimenti Gli assorbimenti patrimoniali vengono patrimoniali vengono valutati sulla base di valutati sulla base di un algoritmo fornito un algoritmo fornito dalla Vigilanza del dalla Vigilanza del quale la banca stima la quale la banca stima la sola PD (Probabilità di sola PD (Probabilità di Default)Default)

METODO STANDARDMETODO STANDARD

Basata su rating esterni Basata su rating esterni espressi da autonome espressi da autonome agenzie di valutazione. agenzie di valutazione. (suddivisione delle (suddivisione delle esposizioni in classi e esposizioni in classi e applicazione dei applicazione dei coefficienti di coefficienti di ponderazione esterni)ponderazione esterni)

Metodologie di valutazione del rischio di Metodologie di valutazione del rischio di creditocredito

METODO IRB METODO IRB AVANZATOAVANZATO

Come Come l’IRB di base, ma l’IRB di base, ma maggiormente complesso maggiormente complesso in quanto spetta alla in quanto spetta alla banca la valutazione di banca la valutazione di tutte le componenti di tutte le componenti di rischio (PD, LGD, EAD, M)rischio (PD, LGD, EAD, M)

La valutazione degli assorbimenti patrimoniali connessi alla valutazione del rischio di credito assunto dalla banca si basa su 3 metodologie di complessità crescente

Allo stato attuale la totalità delle BCC ha optato per il metodo standard

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Basilea II – assorbimento patrimoniale

Esempio di assorbimento patrimoniale dati 1000 euro di prestito alle seguenti controparti:

Azienda Beta (Rating AA) 1000 x 20% x 8% 16

Tabella dei coefficienti di ponderazione dell’approccio standard:

Cliente Retail (non scaduto) 1000 x 75% x 8% 60

esposizione ponderazioni assorbimento coeff.

standard

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Basilea II – determinazione del patrimonio (1/2)

La Banca deve detenere patrimonio di vigilanza superiore ai requisiti patrimoniali minimi richiesti a fronte della sua esposizione ai diversi rischi (credito, operativo e mercato)

Tier 3

Non oltre 2,5 volte il Tier 1 su r.mercato

Rischidi Credito

Rischidi Mercato

RischiOperativi

Patrimonio di base

Patrimonio supplemen-

tare

Patrimonio di vigilanzadella Banca (Euro)

Requisito patrimonialedella Banca (Euro)

>(=)Non oltre il

100%del PV base

RWA * 8%

Requisito sui RO

Requisito sui RM

Il patrimonio di vigilanza è una componente del passivo dello Stato patrimoniale della banca (costituito, ad esempio, da capitale versato, riserve, ivi compreso il sovrapprezzo azioni ecc.)

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Basilea II – determinazione del patrimonio (2/2)

Credit Risk

Market Risk

Op Risk

Requisito Patrimoniale 1° Pilastro Basilea II

Rischi 2° Pilastro

Requisito Patrimoniale 1°

+2° Pilastro Basilea II

Add-on

Requisito Patrimoniale

Basilea II

Assessment Qualitativo

Confronto peer Group

…Reduction

Variazione del Requisito

Patrimoniale in funzione della valutazione sui rischi da parte dell’organo di

vigilanza ( rif. 2° Pilastro)

I requisiti minimi di Capitale stabiliti dal 1° pilastro devono essere integrati attraverso altre componenti, sia quantitative che qualitative

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La scelta dell’approccio: alcune considerazioni

Adozione di Sistemi IRB può essere vantaggiosa (per tutti o quasi) anche se costosa (per le banche).

Negli IRB previsto un trattamento favorevole per le PMI.

Possibili politiche di riallocazione sul mercato del credito alle PMI

Sistemi IRB difficili da introdurre (stringenti requisiti organizzativi, diseconomie di scala, carenza di know-how, scarsa numerosità delle posizioni)

Assenza o scarsissima presenza di imprese con rating “esterno” tra la clientela delle piccole banche.

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Un adeguato utilizzo di un sistema di valutazione del merito creditizio (ottenuto

anche tramite l’ausilio di strumenti di scoring come il Sistema CRC) consente

alla banca di:

Inoltre, benché il CRC non sia uno strumento di valutazione degli

assorbimenti patrimoniali (Pilastro I), Le BCC che dimostrano di saper gestire

in modo efficace il proprio rischio di credito possono ridurre l’eventuale

“buffer” di capitale (Pilastro II/ICAAP) che l’Autorità di Vigilanza può

richiedere (in aggiunta agli assorbimenti calcolati con il metodo standard)

Assumere con maggiore consapevolezza il rischio di credito

Monitorare nel tempo il merito creditizio del singolo cliente al fine di porre in

essere per tempo azioni di gestione del rischio

Basilea II e Sistema CRC

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Il rapporto Banche - PMI

Un inquadramento teorico generale

Le specificità e i benefici della governance cooperativa

Alcuni dati di fondo sul Sistema BCC – CR

La funzione anticiclica del Sistema BCC – CR e il supporto alle PMI

Strumenti per la valutazione del merito di credito delle imprese

Il contesto normativo

Il Nuovo Accordo sul Capitale (c.d. Basilea II)

Recepimento di Basilea II nella normativa nazionale

Rating e Scoring

Il Sistema di Classificazione dei Rischi di Credito delle BCC

Agenda

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Rating e rischio di credito

Si passa quindi da una logica di giudizio tipicamente “binomiale” (affidabile/non

affidabile) ad uno che richiede di effettuare delle distinzioni tra diverse

posizioni giudicate come affidabili.

Il rischio di credito, quindi, non è confinato alla sola possibilità

dell’insolvenza di una controparte, ma anche il semplice deterioramento del

merito creditizio può considerarsi come una manifestazione del rischio di

credito

Rischio di creditoRischio di credito

Insolvenza (default)Insolvenza (default)

Deterioramento del merito creditizioDeterioramento del merito creditizio

Questa considerazione richiede quindi che sia valutato attraverso l’attribuzione

di uno specifico rating il merito creditizio di ogni prenditore e che tale valore

sia costantemente monitorato nel tempo

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Rating e Scoring

Il rating dei singoli affidati si basa sulla valutazione delle singole componenti

del rischio di credito tra le quali rileva la stima della PD.

Modelli di Credit Risk ManagementModelli di Credit Risk Management

RatingRating

ScoringScoring

Il sistema di classificazione dei rischi di credito delle BCC si basa sulla

valutazione di uno score cliente, espressione del merito creditizio dello stesso.

Ai modelli di rating si affiancano in alternativa i modelli di scoring i quali

analizzano una serie di informazioni riguardanti il cliente ed il rapporto e,

attraverso opportune ponderazioni esprimono un giudizio sintetizzato in un

valore (numerico o alfanumerico)

Probabilità di DefaultProbabilità di Default

Ponderazione fattori di Ponderazione fattori di

rischiorischio

Elementi caratterizzantiElementi caratterizzanti

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Score cliente

I sistemi di valutazione del rischio di credito (come il Sistema

CRC) sono finalizzati all’individuazione di uno score della clientela.

Il processo di scoring consiste infatti nella classificazione delle

controparti affidate in base a diversi livelli di rischiosità espressi da

intervalli di probabilità del verificarsi di un evento classificato in default

(incaglio, sofferenza, ristrutturazione del credito, ritardo

dell’adempimento oltre 180 giorni).

Il sistema di scoring sviluppato nel CRC permette quindi di segmentare

la clientela in buona (performante) o cattiva (non performante). Le

classi di scoring rappresentano la frequenza attesa di posizioni

di ciascuna classe che andranno in default nei 12 mesi

successivi.

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Score cliente – evoluzione dell’operatività

L’utilizzo di un modello di scoring consente di esprimere un giudizio più

completo sull’affidabilità del cliente (ampliando il giudizio di

accettazione su più classi di merito)

Operatività tradizionaleOperatività tradizionale Utilizzo dello scoreUtilizzo dello score

Gli score calcolati dovranno inoltre essere periodicamente sottoposti a monitoraggio al fine di verificarne la tenuta nel tempo

Default

A1

A2

A3

A4

M1

M2

M3

M4

B3

B4

B1

B2

Richiesta di affidamentoRichiesta di affidamento

AccettazioneAccettazione

RifiutoRifiuto

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Il rapporto Banche - PMI

Un inquadramento teorico generale

Le specificità e i benefici della governance cooperativa

Alcuni dati di fondo sul Sistema BCC – CR

La funzione anticiclica del Sistema BCC – CR e il supporto alle PMI

Strumenti per la valutazione del merito di credito delle imprese

Il contesto normativo

Il Nuovo Accordo sul Capitale (c.d. Basilea II)

Recepimento di Basilea II nella normativa nazionale

Rating e Scoring

Il Sistema di Classificazione dei Rischi di Credito delle BCC

Agenda

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Obiettivi del progetto

Il Sistema CRC è oggi uno strumento software multi-piattaforma, in grado di operare con i diversi sistemi informativi di Categoria, ed è utilizzato coerentemente dalle BCC-CR per la valutazione dei clienti da affidare e già affidati.

Strumento di valutazione del Strumento di valutazione del merito creditiziomerito creditizio

Strumento di pricing delle Strumento di pricing delle operazionioperazioni

Strumento di valutazione del merito Strumento di valutazione del merito

creditizio basato su logiche “comuni” e creditizio basato su logiche “comuni” e

condivise tra le BCCcondivise tra le BCC

Strumento di monitoraggio nel tempo del Strumento di monitoraggio nel tempo del

merito creditiziomerito creditizio

Metodologie contestualizzate alle Metodologie contestualizzate alle

peculiarità del credito cooperativopeculiarità del credito cooperativo

Supporto nell’applicazione di specifiche Supporto nell’applicazione di specifiche

politiche di prezzo alla clientela politiche di prezzo alla clientela

commisurate al rischio effettivocommisurate al rischio effettivo

Dotare le BCC di uno strumento gestionale per il controllo dei rischi di credito riconoscibile da Banca d’Italia ai fini del nuovo controllo prudenziale introdotto con la normativa di Basilea2 – II Pilastro.

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Peculiarità del CRC

Il Sistema CRC è stato sviluppato secondo logiche coerenti con il carattere cooperativo e la forte vocazione territoriale dell’attività svolta dalle BCC.

Operatività e Governance del Operatività e Governance del processo del credito di una BCCprocesso del credito di una BCC

Caratteristiche peculiari del Caratteristiche peculiari del Credito CooperativoCredito Cooperativo

E’ specificamente disegnato per E’ specificamente disegnato per

l’operatività e la governance del l’operatività e la governance del

processo del credito di una Banca di processo del credito di una Banca di

Credito CooperativoCredito Cooperativo

Incorpora elementi di differenziazione Incorpora elementi di differenziazione

fondamentali rispetto agli approcci fondamentali rispetto agli approcci

generalmente seguiti da altre realtà generalmente seguiti da altre realtà

creditiziecreditizie

Considera esplicitamente la natura Considera esplicitamente la natura

cooperativa e mutualistica a forte cooperativa e mutualistica a forte

vocazione locale delle BCCvocazione locale delle BCC

Specializzazione sui segmenti tipici di Specializzazione sui segmenti tipici di

clientela del CC (imprese familiari, clientela del CC (imprese familiari,

artigiani, PMI)artigiani, PMI)

Trasparenza delle sue componenti e Trasparenza delle sue componenti e

immediata comprensione per immediata comprensione per

l’utilizzatore finalel’utilizzatore finale

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Le fasi di generazione dello score

5.Score finale

4.Notching

3.Elaborazione score

preliminare

2.Alimentazione aree

qualitative

1. Alimentazione aree

quantitative

Il processo di generazione dello score si articola in cinque fasi successive

Elaborazione delle aree di indagine:

Bilancio Centrale rischi Andamento

rapporto Rischio settore pregiudizievoli

Compilazione del questionario qualitativo sull’impresa (analisi strategico qualitativa)

Elaborazione automatica di un punteggio complessivo (0-100) sulla base dei dati inseriti (secondo le logiche metodologiche sviluppate nel sistema)

Incrocio del punteggio con la scala maestra di scoring ed identificazione di uno score preliminare

Valutazione dello score proposto (da parte dell’operatore)

Eventuale variazione migliorativa (o peggiorativa del punteggio proposto) sulla base di informazioni ulteriori a disposizione dell’ operatore, es. neo impresa (da tracciare nel sistema per le opportune verifiche)

Elaborazione di uno score finale (eventualmente tarato in funzione del notching)

Il Sistema CRC genera una classificazione “ordinale” del merito di credito di specifiche controparti basata sullo score finale; esso non dà quindi luogo a una classificazione “cardinale” basata sulla probabilità di insolvenza (PD).

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Le sei aree di indagine

Andamento Rapporto

Pregiudizievoli

Statistico GRIGLIA DIPONDERAZIONE

AREE DI INDAGINE

PUNTEGGIOCOMPLESSIVO

SCORE(Preliminare)

AREE DI INDAGINE CRITERI

Statistico

Statistico

Settore

Giudizio analista

Giudizio analista

Statistico

PUNTEGGI

0 -100

Correzione moltiplic.

0 -100

0 -100

SCORE(Finale)

NOTCHING

Analisi Strateg-Qualit.

Centrale Rischi

Bilancio

0 -100

0 -100

Ciascuna area di indagine contribuisce al punteggio finale rapportando i

valori rilevati per il cliente ai dati di sistema

Fanno eccezione le c.d. pregiudizievoli la cui

eventuale presenza abbatte il valore dello score

preliminare

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Le informazioni quantitative - approfondimento

BilancioBilancio

Centrale dei Centrale dei RischiRischi

Andamento Andamento RapportoRapporto

Analisi Analisi SettoreSettore

Analizza, in base ai dati contabili, la situazione in essere Analizza, in base ai dati contabili, la situazione in essere dell’impresa richiedente attraverso l’ausilio di opportuni dell’impresa richiedente attraverso l’ausilio di opportuni indicatori.indicatori.

Analizza la situazione debitoria e i comportamenti Analizza la situazione debitoria e i comportamenti creditizi dell’impresa nei confronti del Sistema Bancario creditizi dell’impresa nei confronti del Sistema Bancario evidenziandone le eventuali anomalieevidenziandone le eventuali anomalie

Rileva l’andamento del rapporto del cliente già Rileva l’andamento del rapporto del cliente già affidato, con riferimento ai suoi comportamenti nei affidato, con riferimento ai suoi comportamenti nei confronti della banca in periodi antecedenti a quelli di confronti della banca in periodi antecedenti a quelli di attribuzione del ratingattribuzione del rating

Sviluppo di una specifica area di indagine con riferimento Sviluppo di una specifica area di indagine con riferimento al rischio creditizio associato al settore economico di al rischio creditizio associato al settore economico di appartenenza dell’impresaappartenenza dell’impresa

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Il questionario qualitativo - approfondimento

Il questionario ASQ è differenziato in funzione dei diversi segmenti di clientela: in particolare, per quanto riguarda il segmento imprese, la differenziazione del Sistema opera nella maniera seguente.

Dimensione dell’impresaDimensione dell’impresa Settore economicoSettore economico

•Imprese micro e piccoleImprese micro e piccole

•Imprese medieImprese medie

•Imprese cooperativeImprese cooperative

• Prodotti agricoliProdotti agricoli

• ManifatturieroManifatturiero

• EdiliziaEdilizia

• TurismoTurismo

• CommercioCommercio

La tipologia di domande infatti varia in funzione dei possibili incroci tra La tipologia di domande infatti varia in funzione dei possibili incroci tra la variabile dimensione (dell’impresa) e settore economico di la variabile dimensione (dell’impresa) e settore economico di appartenenzaappartenenza

Elementi di analisiElementi di analisi

•Governance dell’impresa Governance dell’impresa

•RischiRischi

•Posizionamento strategicoPosizionamento strategico

•Posizionamento gestionalePosizionamento gestionale

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Informazioni qualitative – Pregiudizievoli

Rileva, per ciascuna fattispecie, Rileva, per ciascuna fattispecie, l’importo (che può essere l’importo (che può essere trascurabile, rilevante o molto trascurabile, rilevante o molto elevato e la frequenza (che può elevato e la frequenza (che può essere occasionale o ricorrente).essere occasionale o ricorrente).

• Protesti (tratte e assegni) e segnalazioni CAIProtesti (tratte e assegni) e segnalazioni CAI• Decreti ingiuntivi in corsoDecreti ingiuntivi in corso• Decreti ingiuntivi esecutiviDecreti ingiuntivi esecutivi• Iscrizioni di ipoteche giudizialiIscrizioni di ipoteche giudiziali• Procedure concorsualiProcedure concorsuali• Rilievi e\o eccezioni significative nella Rilievi e\o eccezioni significative nella

relazione degli organi preposti al controllo relazione degli organi preposti al controllo e\o della società di revisionee\o della società di revisione

Il sistema prevede che l’analista verifichi e commenti l’eventuale esistenza di elementi pregiudizievoli all’instaurazione del rapporto utilizzando l’apposita “griglia di valutazione dei pregiudizievoli”.

Griglia di valutazione Griglia di valutazione pregiudizievolipregiudizievoli

Fattispecie di pregiudizievoli Fattispecie di pregiudizievoli rilevantirilevanti

Le fattispecie di pregiudizievoli da prendere in esame sono riconducibili a elementi a carico sia dell’impresa, sia dei soci (per le società di persone), sia degli amministratori e dei direttori generali (per le società di capitali).

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Informazioni qualitative – Pregiudizievoli

AREA AREA D’INDAGINED’INDAGINE

CRITERIO MODIFICATIVOCRITERIO MODIFICATIVO GIUDIZIO/PUNTEGGIOGIUDIZIO/PUNTEGGIO

  

PregiudizievoliPregiudizievoli

  

MoltiplicativoMoltiplicativo

Neutro 1,00Neutro 1,00+/- Lievi+/- Lievi 0,98/0,59 0,98/0,59 Negativo 0,50Negativo 0,50Molto negativo 0,10Molto negativo 0,10

   

L’analista è chiamato a fornire un giudizio sull’impresa, utilizzando l’apposita “griglia di valutazione dei pregiudizievoli”, al fine di pervenire alla seguente struttura di valutazione:

Per contro, ritenendosi invece “normale” che non sussistano circostanze “pregiudizievoli”, tale circostanza non viene premiata con incrementi di punteggio ma permane ininfluente.

La presenza di eventi pregiudizievoli, quindi, può determinare una pesante riduzione del punteggio (effetto moltiplicativo).Come conseguenza tutte le imprese per cui si sia in presenza di elementi pregiudizievoli di forte rilevanza vengono collocate nella peggiore classe di rating.

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L’algoritmo di calcolo: quadro sinottico

Il punteggio di ogni area viene attribuito sulla base dei dati inseriti e “pesato” tramite un opportuno coefficiente di ponderazione

n.a.n.a.Check-listPregiudizievoli

5%(10%)

0-25-50-75-100Score statisticiAnalisi Settore

20%(30%)

0-25-50-75-100QuestionarioASQ

Score statistici

Score statistici

Score statistici

Modalità di giudizio

25%0-10-20-30-40-50-60-70-80-100

Andamento Rapporto

25%0-10-20-30-40-50-60-70-80-100

Centrale dei Rischi

25%(10%)

0-10-20-30-40-50-60-70-80-100

Bilancio

Coefficiente di ponderazione

PunteggiArea di indagine

n.a.n.a.Check-listPregiudizievoli

5%(10%)

0-25-50-75-100Score statisticiAnalisi Settore

20%(30%)

0-25-50-75-100QuestionarioASQ

Score statistici

Score statistici

Score statistici

Modalità di giudizio

25%0-10-20-30-40-50-60-70-80-100

Andamento Rapporto

25%0-10-20-30-40-50-60-70-80-100

Centrale dei Rischi

25%(10%)

0-10-20-30-40-50-60-70-80-100

Bilancio

Coefficiente di ponderazione

PunteggiArea di indagine

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Determinazione dello score finale

NotchingNotching

Punteggio definitivo: Score FinalePunteggio definitivo: Score Finale

• Variazione eventuale di ± 10 punti (corrispondente al Variazione eventuale di ± 10 punti (corrispondente al massimo a ± 1 classe). massimo a ± 1 classe).

• Nel caso di nuovo cliente (assenza AR), di piccolo prenditore Nel caso di nuovo cliente (assenza AR), di piccolo prenditore (assenza CR) o di nuovo affidato (assenza AR e CR), è (assenza CR) o di nuovo affidato (assenza AR e CR), è possibile effettuare un notching più ampio (da –20 a +20 possibile effettuare un notching più ampio (da –20 a +20 punti)punti)

In ogni caso, al fine di tenere in giusta considerazione alcuni fattori non “tracciabili” dal sistema, l’analista potrà successivamente intervenire in fase di notching, incrementando (o diminuendo) il punteggio finale

In ogni caso l’analista deve giustificare in forma scritta le motivazioni che stanno alla base del notching: tali commenti vengono memorizzati dal Sistema.

Rating preliminareRating preliminare • Calcolato sulla base del punteggio delle aree di indagine Calcolato sulla base del punteggio delle aree di indagine (eventualmente ridotto in funzione dei pregiudizievoli)(eventualmente ridotto in funzione dei pregiudizievoli)

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La rappresentazione grafica dello score

A livelli di rischio crescenti viene attribuito un numero inferiore di melograni (per i punteggi inferiori a 10 viene associata la classe “Default”).

Per la rappresentazione grafica dello score è stato scelto il melograno, simbolo del credito cooperativo

La scala maestra adottata nel CRC si compone di 10 classi, ognuna delle quali associata ad uno specifico range di punteggio

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Impatti dello scoring sui processi della banca

Lo score della clientela costituisce un importante informazione che impatta su numerosi processi della banca

• Pricing “risk adjusted”

• Azioni commerciali

• Reporting Top Management

• Reporting esterno

• Analisi e strategie di Portafoglio

• Simulazioni

• Concessione del Credito

• Gestione e Monitoraggio del Credito

• Meccanismi di delegaProcessi commerciali

Reporting Gestione del portafoglio

Capital management

• Calcolo Capitale Assorbito

(tramite modelli di rating)

• Gestione e allocazione del

Capitale

CREDITO

Scoring

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