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Competenze digitali -...

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Competenze digitali ANNO SCOLASTICO 2013/2014 Relazione finale dell’anno di prova. prof. Tibelli Riccardo Tutor: prof.ssa SISSA STEFANIA ISTITUTO COMPRENSIVO DI MOGLIA
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CompetenzedigitaliANNO SCOLASTICO 2013/2014

Relazione finale dell’anno di prova.

prof. Tibelli RiccardoTutor:prof.ssa SISSA STEFANIA

ISTITUTOCOMPRENSIVO

DI MOGLIA

Riccardo Tibelli Competenze digitali

SommarioIntroduzione _______________________________5

Contesti educativi: vecchie e nuove tecnologie. ___5

Progetto alla multimedialità___________________5

Cooperative Learning _______________________6

Imparare ad imparare _______________________8

Capitolo I _________________________________10

Crisi dei modelli oggettivistici e lineari _________10

Costruttivismo ____________________________11

Flipped Classroom Model ___________________12

Capitolo II ________________________________14

iGeneration ______________________________14

Digital literacy ____________________________14

Uso della tecnologia _______________________15

Gap o risorsa? ___________________________17

Studio di caso _____________________________19

Perché applicare la multimedialità nella didattica? 20

L’ora dello storico 2.0 ______________________22

Considerazioni ___________________________24

Riccardo Tibelli Competenze digitali

Prospettive future __________________________27

Spiedini in pinzimonio ______________________27

eTwinning _______________________________30

Moodle-eLearning_________________________33

Conclusioni _______________________________38

Aforismi __________________________________40

Bibliografia _______________________________41

Pag. 05 Introduzione

IntroduzioneContesti educativi: vecchie e nuove tecnologie.La scuola italiana sta costruendo la sua identità su due assi fondamentali:l’autonomia e le nuove tecnologie.

Il computer era visto, fino a pochi anni fa solo come strumento per il calcolo eper questo motivo di competenza solo delle materie scientifiche. Ora si stafacendo strada l’idea di computer come “macchina per comunicare”, in gradodi facilitare l’apprendimento, proponendo nuovi modelli di strutturazione dellaconoscenza, e sviluppare la capacità relazionale. Non bisogna quindi piùparlare di insegnamento “del computer” ma di insegnamento “con il computer”.Le scuole ormai sono dotate di mezzi informatici ma troppo poco è strato fattoperché questi mezzi potessero avere una reale ricaduta sui processi diapprendimento. Per una didattica efficace che riesca ad utilizzare l’informaticaall’interno delle discipline, come strumento capace di aggiungere valore alnormale insegnamento, è necessario considerarla il “collante” che facilita lamultidisciplinarietà. Tutto ciò presuppone una programmazione attenta epuntuale che tenga conto di tutto il contesto educativo, bilanciando sempre,cercando di trovare il giusto equilibrio, vecchie e nuove tecnologie: “libro ecomputer”.

Progetto alla multimedialitàL’introduzione delle nuove tecnologie va dunque strettamente collegato ad unapiù ampia visione del cambiamento educativo e sociale che si sta verificando.Diventa fondamentale incidere sulla struttura profonda dei processi diinsegnamento/apprendimento per dare una risposta concreta alle domande ealle esigenze che il mondo fa alla scuola.

“Il paesaggio educativo è diventato estremamente complesso. […] La scuola è

perciò investita da una domanda che comprende, insieme, l’apprendimento e

«il saper stare al mondo». E per potere assolvere al meglio alle sue funzioni

“Fra 50 annila genteriderà

dell'ideafinora

dominante,secondo cuia tutti deve

essereinsegnata lastessa cosanello stesso

modo.”

-Gardner-

Pag. 06 Introduzione

istituzionali, la scuola è da tempo chiamata a occuparsi anche di altre delicate

dimensioni dell’educazione.”1

Pertanto un approccio progettuale alla multimedialità, al di là del prodottorealizzato, diventa un’occasione per affermare una nuova cultura del progetto,visto nella sua complessità educativa, tecnologica ed organizzativa. Si tratta diapprendere e gestire meglio sia tempo che risorse umane e materiali, riflettendosulle scelte operate. Sempre in tal senso le nuove tecnologie offrono una delleoccasioni migliori per attuare l’apprendimento cooperativo, in cui gli allievidiventano tutor gli uni degli altri (peer tutoring).

“L’efficacia dell’informatica […] risiede nel potenziamento relazionale, nella piùampia condivisione e ridistribuzione degli spazi cooperativi che essa

consente, nelle nuove comunità di dialogo che essa produce.”2

Cooperative LearningL’apprendimento è un processo interattivo in cui le persone imparano l’unadall’altra, e non solo attraverso il narrare ed il mostrare. È nella natura umanacreare comunità in cui l’apprendimento è frutto di scambio reciproco.L’apprendimento cooperativo è un processo complesso ma posso essereindividuati tre elementi principali:

Interdipendenza e interazione; Condivisione, suddivisione dei compiti e gestione cooperativa dei

processi; Intenzionalità di costruire qualcosa di nuovo ed originale.

1 Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclod’istruzione, 2012.2 A. Calvani, Che cos’è la tecnologia dell’educazione, Carocci editore, Roma 2008.

Pag. 07 Introduzione

“L’apprendimento collaborativo potrebbe essere l'acquisizione da parte degliindividui di conoscenze, abilità o atteggiamenti che sono il risultato diun'interazione di gruppo, o, detto più chiaramente, un apprendimento

individuale come risultato di un processo di gruppo". 3

Dunque un processo individuale, quello dell’apprendimento, che può essereperò indotto e stimolato da condizioni e relazioni esterne. Si può quindi:

1. Imparare per mezzo degli altri (intenzionale);2. Imparare dagli altri (non intenzionale);3. Imparare con gli altri (lavoro di gruppo).

La modalità di apprendimento cooperativo offre molti vantaggi. È ormaiacclarato che questa modalità accresce le capacità scolastiche e sviluppa lecapacità sociali. Il confronto con gli altri fa accrescere l’autostima dei singolialunni, soprattutto quelli più deboli, coinvolti in un progetto collaborativo. Lenuove tecnologie, come vedremo, hanno favorito l’adozione di metodi diapprendimento fondati sull’approccio collaborativo e del lavoro di gruppo.

Nel presente lavoro parlerò dell’esperienza fatta durante quest’anno scolasticocon i ragazzi di seconda. Nella seconda parte dell’anno i ragazzi sono saticoinvolti in diversi lavori di gruppo per quel che riguarda le unità di storia. Sonostate sperimentate diverse tipologie di approccio: da quelle più tradizionali, aquella innovativa della “flipped classroom”. Il tutto nell’ottica di perseguire lacompetenza chiave dell’”imparare ad imparare”.

3 Kaye A., Apprendimento collaborativo basato sul computer, TD Tecnologiedidattiche n.4, Menabò Editore.

Pag. 08 Introduzione

“I libri, le attività laboratoriali, in classe e fuori della classe, e l’utilizzazione deimolti media oggi disponibili, ampliano, strutturano e consolidano questa

dimensione di apprendimento. […] un lavoro indispensabile per avvicinare glialunni alla capacità di ricostruire e concepire progressivamente il «fatto

storico» per indagarne i diversi aspetti, le molteplici prospettive, le cause e leragioni. […] gli alunni incominciano ad acquisire la capacità di ricostruire i fatti

della storia e i loro molteplici significati in relazione ai problemi con i qualil’uomo si è dovuto confrontare, fino alle grandi questioni del presente.4

Imparare ad imparareLa competenza chiave per eccellenza è “imparare ad imparare”. Questaconsiste nella padronanza delle abilità di studio, di ricerca, documentazione,confronto e selezione delle informazioni, organizzazione significativa delleconoscenze, abilità metodologiche e metacognitive.

Nell’era digitale, “imparare ad imparare” significa selezionare le informazionicriticamente. Attraverso la rete, i motori di ricerca, tutti possono facilmenteacquisire una mole enorme di informazioni. La rete è libera e questo è nellostesso tempo il suo punto di forza e di debolezza: le informazioni sonopotenzialmente illimitate ma possono essere anche mediocri, pessime o

4 Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclod’istruzione, 2012.

Pag. 09 Introduzione

addirittura pericolose. Pertanto tocca a noi insegnare ai ragazzi a vagliare leinformazioni.

Ancora una volta la padronanza delle nuove tecnologie diventa competenzaquando viene utilizzata esercitando autonomia e responsabilità. Data ladiffusione delle nuove tecnologie tra i giovani, è urgente che la scuola si adoperiper insegnarne l’uso responsabile.

Pag. 10 Capitolo I

Capitolo I

“Il mondo della formazione e quello delle tecnologie della comunicazione(media) hanno da tempo dato vita a ‘fertili sconfinamenti’. Tradizionalmente si

può distinguere all’interno di un ambito complessivamente definibile come‘pedagogia dei media’, un educare nei, ai, coi media.”5

Crisi dei modelli oggettivistici e lineariNegli anni settanta, sia l’approccio pedagogico comportamentista che quellocognitivista, hanno portato avanti un’idea di percorso d’apprendimentoordinata, lineare, razionale, con obiettivi da perseguire lasciando poco spazioall’insorgere di fenomeni casuali. Negli anni ottanta questo modello è stato viavia abbandonato poiché ha mostrato tutta la sua debolezza nellaframmentazione di apprendimenti complessi e la conseguente perdita disignificatività per chi apprende quando si operano scomposizioni analitichedelle conoscenze.

L’esplosione delle reti e ancor prima della tecnologia ipertestuale favoriscononuove concezioni di intelligenza e conseguentemente di nuovi processid’apprendimento. L’ipertesto, come noto, è un software che consente al lettore“navigatore” di scegliere in ogni istante la rotta da seguire attraversoun’organizzazione non lineare delle informazioni basata su associazioni (link)tra testi nel quale ci si può muovere. Le reti altresì propongono uno spaziovirtuale all’interno del quale le interconnessioni fra computer di tutto il mondocreano un enorme magazzino di dati dentro il quale navigare in maniera nonlineare.

5 Calvani A., Educazione, comunicazione e nuovi media, UTET,Torino 2001

“Dai unpesce ad unuomo e lonutrirai perun giorno.

Insegnagli apescare e lonutrirai per

tutta la vita.”

-Proverbiocinese-

Pag. 11 Capitolo I

CostruttivismoÈ in questi anni dunque che si fa spazio un nuovo modo di intendere laconoscenza: il costruttivismo. I concetti principali sono tre:• La conoscenza è il prodotto di una costruzione attiva del soggetto;• Ha carattere “situato” ovvero nel contesto concreto;• Si svolge attraverso forme di collaborazione e negoziazione sociale.L’attenzione è tutta sul cosiddetto “ambiente d’apprendimento”: uno spazio,reale o virtuale, in cui sono disponibili risorse e strumenti, comprese leopportunità derivanti dall’aiuto dei pari. La filosofia costruttivistica sostiene chegli ambienti di apprendimento dovrebbero:

Presentare compiti autentici (contestualizzare piuttosto che astrarre); Evitare eccessive semplificazioni rappresentando la naturale

complessità del mondo reale; Offrire ambienti di apprendimento assunti dal mondo reale, basati su

casi, piuttosto che su sequenze istruttive predeterminate; Alimentare pratiche riflessive; Permettere costruzioni di conoscenze dipendenti dal contesto e dal

contenuto; Offrire rappresentazioni multiple della realtà; Dare rilevanza alla costruzione della conoscenza e non alla

riproduzione; Favorire la costruzione cooperativa della conoscenza attraverso la

negoziazione sociale.

Da questo contesto nascono diversi modelli didattici e tecnologici tra cui:“ambienti di apprendimento generativo”. Si parte dal presupposto che laconoscenza appresa nei curricoli scolastici, astratta dal contesto, rimangaconoscenza “inerte”: gli alunni non sono in gradi di reimpiegarla attivamente.Gli studenti quindi, secondo questo modello, dovrebbero essere introdotti ad unlavoro di ricerca che, partendo da situazioni e contesti diversi li porti, attraversoanche e soprattutto la discussione di gruppo, a cercare e trovare vari modi disoluzione personale (ambienti generativi), senza escludere la possibilità diesaminare anche le modalità di soluzione proposte dagli esperti (insegnanti).

Pag. 12 Capitolo I

Flipped Classroom ModelUn modello nuovo si sta facendo strada, ed è quello della “flipped classroom”(classe capovolta). Si tratta di una modalità di insegnamento (supportata datecnologie) in cui si invertono i tempi e i modi di lavoro. Non è tanto la classead essere “capovolta” quanto il normale schema di lavoro in classe.Tipicamente, infatti, si ha un primo momento in cui l’insegnante spiega (fa“lezione”) seguito da un secondo momento in cui agli studenti sono assegnatiproblemi da risolvere tipicamente da svolgere a casa (i “compiti a casa”). Nella“flipped classroom” la rivoluzione non è tanto nel metodo di insegnamento, manel diverso modo di proporre i contenuti agli studenti e di articolare i tempi diapprendimento.

L’idea è quella di fornire agli studenti dei materiali didattici appositamenteselezionati, o predisposti dall’insegnante, ai quali è assegnato il compito diinsegnare. Si può trattare di video, risorse multimediali, libri o ebook:l’importante è che siano in grado di trattare adeguatamente ed esaustivamenteil contenuto. La prima cosa che gli studenti fanno diventa quindi quella distudiare guardando video, consultando i materiali ed adoperandoli più volte finoa quando i concetti non sono sufficientemente chiari. Tutto questo avvieneprima, ed esternamente alla scuola, e non dopo come nel modello classico. Laseconda parte del lavoro avviene invece in classe dove l’insegnante si troverà(almeno dal punto di vista teorico) un gruppo di studenti già preparato e, a detta

Pag. 13 Capitolo I

dei sostenitori, finalmente omogeneo ed “allineato”. Nel contesto scolasticol’insegnante si preoccuperà quindi di proporre e seguire le attività applicative:esercitazioni, compiti, risoluzione di problemi, studio di casi, attività diapprofondimento, ecc. In altre parole l’insegnante si troverà ad investire il suotempo nell’accompagnare allo sviluppo ed estensione delle conoscenze, allaloro trasformazione in capacità concrete. Le tecnologie sono da questo puntodi vista lo strumento necessario per la realizzazione della prima parte del lavoro.Grazie ad internet le risorse vengono messe a disposizione degli studenti chepossono studiarli o, a seconda del tipo di materiali, impiegarli anche in manieraattiva e cooperativa. Si pensi al caso di presentazioni multimediali, creati dagliinsegnanti, che gli studenti visualizzano e su cui discutono attraverso forum osocial network.

Pag. 14 Capitolo II

Capitolo II

iGenerationIl mondo digitale è parte integrante dell’ambiente sociale, culturaleed economico nel quale viviamo ed operiamo (ITU-Unesco, 2013).È un cambiamento che è già avvenuto e con il quale occorre porsiin operoso dialogo. Dobbiamo affrontare, e attrezzarci per essernecapaci, l’estensione del mondo avvenuta attraverso il digitale.

Digital literacyLe trasformazioni che hanno investito le forme di comunicazione,come ad esempio i social network, pongono il mondo della scuoladi fronte a questioni di portata epocale. Tutto il mondodell’educazione dovrebbe dunque saper affrontare il cambiamentoe non girarsi dall’altra parte o far finta di niente. Dovremmo offrireuna visione della cultura che permetta agli studenti di interpretaree di impegnarsi attivamente nei nuovi formati, contenuti e processicreati nel digitale attraverso lo sviluppo della digital literacy(l’alfabetizzazione digitale e tecnologica) e della digital citizenship(la cittadinanza digitale). Più in generale la scuola dovrebbe fornirele cosiddette competenze per il XXI secolo necessarie perpartecipare ad una società sempre più articolata e complessa.6 Ènecessario dare a tutti gli strumenti per una profonda

6 RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DELCONSIGLIO del 18 dicembre 2006 relativa a competenze chiaveper l’apprendimento permanente. (2006/962/CE)

“La funzionedocente è

intesa comeesplicazioneessenziale

dell’attività ditrasmissionedella cultura,di contributo

allaelaborazionedi essa e diimpulso alla

partecipazione dei giovani atale processo

e allaformazioneumana e

critica dellaloro

personalità.”

-D.L. 16/04/1994,n.297-

Pag. 15 Capitolo II

partecipazione alla vita democratica: formare la cittadinanzadigitale significa preparare gli studenti ad una società tecnologica.La scuola forma cittadini in grado di partecipare consapevolmentealla costruzione di collettività più ampie e composite nelle diversedimensioni oggi richieste.7

È solo una questione di strumenti tecnologici? Costosa tecnologiautilizzata in curricula tradizionali? O forse sarebbe più opportunoaffrontare le nuove esigenze degli studenti in modi completamentenuovi?

Uso della tecnologiaBambini ed adolescenti usano la tecnologia in forme fortementecomunicative, creative, sociale interattive. Tutto questo facilita lacostruzione di comunità di interessi e di svago. In particolare i socialnetwork, la navigazione, la ricerca, lo scambio comunicativodivengono occasioni informali di apprendimento (informal learning).Il computer si è via via trasformato da strumento di calcolo astrumento di produzione individuale a strumento di comunicazione,di espressione, di creazione condivisa della conoscenza.8

I contesti informali, sociali e digitali, sono divenute prezioseopportunità di apprendimento e di formazione. Punto di forza èsicuramente la dimensione attiva richiesta sia per avviare il

7 Miur, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanziae del primo ciclo d’istruzione, 2012.8 Ferri, La scuola 2.0. Verso una didattica aumentata dalletecnologie, Casa Editrice Spaggiari, 2008

Pag. 16 Capitolo II

processo connettivo che tutti gli eventi conseguenti. L’intenzionalitàpermette ai ragazzi di agire ed avviare processi di sviluppo delpensare e delle intelligenze. Ovvero “agiscono”, “operano”,“realizzano”, “comunicano”, si “relazionano” attraverso gli ambientisociali-digitali. Queste esperienze “fuori aula” portate “dentro”costituiscono un prezioso elemento di formatività con numerosecompetenze chiave trasversali che vengono messe in gioco.

Si aprono alcune riflessioni interessanti.• Come intercettare e coinvolgere questi atteggiamenti inclasse.• La classe digitale come laboratorio del fare e del collaborare.• Nuovo contesto di apprendimento: l’aula digitale.

Nell’aula estesa le tecnologie sono dunque e devono essere socialied arricchenti per l’apprendimento dove il focus è posto su unanuova dimensione progettuale del contesto e della didattica, ingrado di rispondere ai nuovi profili di studenti.

Coloro che hanno iniziato a usare le tecnologie digitali in età adultasono detti “immigrati digitali”. La maggior parte dei docenti sono“immigrati digitali” per cui considerano generalmente le tecnologie

Collaborare Interagire

ComunicareConnettere

PartecipareCreare

Pag. 17 Capitolo II

digitali una parte accessoria e strumentale del proprio modo diessere e di comunicare.

Gap o risorsa?Le differenze tra nativi ed immigrati digitali non devono essereintese come un limite, ma piuttosto come una risorsa. Deveinstaurarsi una continua “negoziazione” tra i due stili diapprendimento e stili di utilizzo delle tecnologie favorendo lariflessione critica da ambo le parti in relazione a opportunità e puntidi criticità del cambiamento culturale in atto.

L’integrazione delle due prospettive consentirà un arricchimentoreciproco dei soggetti coinvolti nel processo formativo, creandopositive dinamiche di cooperazione.

Gli allievi hanno ormai innumerevoli occasioni di formazione e diarricchimento culturale anche e soprattutto al di fuori della scuola.Internet ha portato ad una mole enorme di informazioni sempredisponibili ed in continuo aggiornamento. La scuola è diventatasemplicemente uno dei tanti ambienti formativi, in cui conoscere sestesso, l’altro ed il mondo. La scuola tuttavia non è alleggerita da

Pag. 18 Capitolo II

responsabilità, al contrario: è ancor di più il fulcro dell’educazionealla lettura della complessità e per il discernimento degli infiniti inputculturali.

Saper essere curiosi è indispensabile per docenti e discenti. Laricerca del nuovo, in una realtà in continuo cambiamento comequella nella quale viviamo, è un elemento fondamentale permantenere costantemente aggiornate e quindi competitiveconoscenze e competenze per tutto l’arco della vita. Il docente dinativi digitali dovrà quindi:

Essere “curioso” per anticipare ed interpretare i cambiamenticulturali;

Ripensare la progettazione didattica ponendo al centro ibisogni formativi degli allievi;

Sperimentare; Aggiornare costantemente le proprie conoscenze e

competenze.

È in atto una repentina evoluzione-rivoluzione culturale. Ènecessario che i docenti siano pronti ad interpretare i cambiamentied a rispondere ai nuovi bisogni formativi che essi comportano.Docente ed allievo, in una sorta di “energia collettiva” si educanoad acquisire un atteggiamento di disponibilità all’ascolto e alcontinuo cambiamento, si educano al nuovo coltivando la curiositànello sperimentare “esperienze di apprendimento”. Sono daprivilegiare progetti didattici sperimentali e laboratoriali, in cui siapossibile alimentare quel processo attivo e ciclico e continuo che èla formazione.

Pag. 19 Studio di caso

Studio di caso

Questa attività, proposta per la classe seconda, nasce dallavolontà di approfondire il rapporto tra le nuove tecnologie e ladidattica della Storia, con particolare attenzione alle competenzeche caratterizzano il docente di Storia, nel contesto scolastico esociale attuale. L’attività è stata orientata nel contesto nazionaleed europeo, analizzando le specifiche direttive ministeriali, leIndicazioni Nazionali e le azioni di Governo previste nel Piano e-Gov 2012; per quanto concerne lo scenario europeo, è statoconsiderato il documento specifico “Raccomanda- zione 1283”emanato dal Consiglio nel 2006.

Tra gli obiettivi settoriali di Governo, il primo della lista è l’obiettivoscuola: tutte le scuole dovrebbero essere connesse in rete e dotatedi strumenti e servizi tecnologici avanzati per la didattica e lerelazioni con le famiglie. All’interno delle Indicazioni Nazionaliviene sottolineato il valore aggiunto dell’impiego delle nuovetecnologie nell’insegnamento.

Diverso è il contesto europeo. Nel 2006 la Commissione haprodotto un documento specifico dal titolo “Raccomandazione1283” relativa alla storia e all’apprendimento della Storia inEuropa, indicando obiettivi, contenuti e metodi di apprendimento,raccomandando una dimensione europea nell’insegnamentodella Storia. Tale documento espone, per punti, fattori checaratterizzano l’insegnamento della Storia come fondamentale perl’unità e la convivenza tra i popoli.

Il computer non èuna macchinaintelligente cheaiuta le personestupide, anzi, è unamacchina stupidache funziona solonelle mani dellepersone intelligenti.(U. Eco)

Pag. 20 Studio di caso

Perché applicare la multimedialità nelladidattica?“La multimedialità è certamente il punto centrale di un nuovo pro-cesso di insegnamento e apprendimento, perché permette di faracquisire in pochissimo tempo informazioni, conoscenze, saperiche sono stati accumulati negli anni attraverso diversi linguaggi

(orale, scritto, iconico) veicolati però da un unico medium: ilcomputer.”9

La multimedialità permette di realizzare comunicazioni e,scendendo nel contesto formativo, sessioni di apprendimentoricercate e ricche di elementi informativi complementari, integrandoappunto testi, componenti audio, immagini e filmati, permettendoquindi la produzione di contenuti coinvolgenti e interattivi.

La società di oggi è indicata come società dell’informazione, dove iragazzi sono definiti “nativi digitali” cioè facenti parte dellagenerazione nata a contatto con le nuove tecnologie incontrapposizione agli “immigrati”, coloro che solo a posteriori hannoconosciuto il digitale. Ci troviamo in un contesto in cui i media digitalistanno trasformando, introducendo nuove dinamiche, nuove forme diconsumo, comunicazione, interazione, coinvolgendo prima di tutto lagenerazione dei giovani. Il rapporto nuove generazioni e media digitaliapre la strada ad un nuovo percorso anche per la scuola, un nuovocontesto di intervento con strategie e strumenti metodologicistrutturati e consapevoli; la scuola dovrebbe riconoscere appunto una

9 Garito A. M (a cura di), Tecnologie e processi cognitivi. Insegnareed appren- dere con la multimedialità, Milano, FrancoAngeli, 1997

Pag. 21 Studio di caso

nuova dimensione dell’apprendimento una nuova forma dicompetenze mediali; gli insegnanti stessi dovrebbero essereconsapevoli e formati per questa nuova forma dell’insegnamento,una formazione non occasionale, frammentaria ma continuativa estrutturale.

In particolare il concetto di Competenza digitale è spesso inteso inmodo banalizzato, come semplice conoscenza di un pacchettosoftware (ECDL) oppure come corpus di conoscenze informatichepuramente teoriche. La ricerca nazionale ed internazionale èfortemente orientata a valorizzare un diverso concetto, esaltando ladimensione delle forme di capacità di impiego critico e pertinente diinformazione e comunicazione. L’attenzione alle competenze digitale,è destinata a rimanere a lungo presente nella discussione educativa,nel quadro della riflessione sulle competenze che dovrannocaratterizzare i cittadini del XXI secolo, in quanto chiama in causa lastessa scuola e la sua identità per le scelte significative che questadeve compiere riguardo a problemi fondamentali come quello dellanatura della/e alfabetizzazione/i su cui deve fondarsi.

La scuola del XXI secolo è chiamata a dare agli alunni una quartacompetenza, oltre quelle tradizionali del “leggere, scrivere e far diconto”: la competenza mediale11, si tratta di promuovere unadifferente alfabetizzazione, fornire i ragazzi di un’autonomia criticaall’uso dei nuovi media, in una dimensione che esca dai confini

Pag. 22 Studio di caso

scolastici, favorendo così anche la riduzione di quel gap che si ècreato tra il contesto scolastico e il contesto in cui i ragazzi vivono.

L’ora dello storico 2.0

“Si orienta nello spazio e nel tempo dando espressione a curiositàe ricerca di senso; osserva e reinterpreta ambienti, fatti,

fenomeni.”10

Tutto questo potrà prendere forma concreta con una didattica ditipo laboratoriale, con l’uso di fonti e metodi didattici che stimolinola partecipazione attiva. È quella didattica dell’attenzione che solariesce ad interessare e coinvolgere gli studenti. Come ogniinsegnante sa, per interagire con i ragazzi, è indispensabile fareleva sull’emozione anche perché è l’emozione, insiemeall’interattività, l’elemento principe della cultura digitale.

“Ha buone competenze digitali, usa con consapevolezza letecnologie della comunicazione per ricercare ed analizzare dati edinformazioni, per distinguere informazioni attendibili da quelle che

necessitano di approfondimento, di controllo e di verifica e perinteragire con soggetti diversi”.11

10 Miur, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuoladell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, 2012.11 Miur, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuoladell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, 2012.

Pag. 23 Studio di caso

Non è affatto scontato che i ragazzi, subissati da continuimessaggi, siano davvero in grado di capirli e di distinguerli in tuttele loro parti, di saper distinguere le informazioni utili da quelle inutilie di sviluppare senso critico. Sviluppare questa competenzasignifica trasformare i ragazzi da destinatari passivi di una massaenorme di messaggi a fruitori consapevoli di informazioni econoscenze. Questa competenza sarà espressione anche diautonomia e responsabilità e, nel mondo digitale e virtuale,rappresenterà una protezione per chi la possiede.

Quanto agli obiettivi di apprendimento, si può notare come nelleIndicazioni Nazionali sia stata inserita l’indicazione che il ragazzosappia “selezionare e organizzare le informazioni con mappe,schemi, tabelle, grafici e risorse digitali” e che, oltre a formulareipotesi, le sappia anche verificare.

È stato dunque proposto ai ragazzi la realizzazione di prodottimultimediali su alcuni argomenti del programma di Storia. Il lavoroè durato tutto l’anno scolastico e si è articolato in quattro fasi.

1. Lezioni frontali e partecipative. Durante queste lezionil’insegnante ha proposto, con un approccio “classico”,argomenti di storia ma accompagnandosi con presentazionimultimediali da lui preparate.

2. Lavoro di gruppo. L’insegnante ha chiesto agli alunni dopo unalezione, di preparare un prodotto multimediale di gruppo sugliargomenti trattati.

3. Laboratorio Storico-informatico. L’insegnante ha fornito nozionie strumenti per la preparazione di un lavoro multimediale. Sonostate date, oltre a nozioni tecniche, anche bibliografia, sitografiae strumenti di validazione delle fonti.

4. Lavoro individuale. L’insegnante ha chiesto ai ragazzi dipreparare un prodotto multimediale sugli ultimi argomenti dellaprogrammazione di storia.

Pag. 24 Studio di caso

Dietro questo lavoro c’è la volontà di declinare le competenze-chiave europee. In particolare: “competenza digitale” ed “impararead imparare”.

È quindi giusto parlare di “rivoluzione”, perché per fare tutto ciòvorrà dire adottare modalità del tutto nuove. Ogni docente devecercare, individuare ma in altri casi anche inventare sistemi didatticinuovi che mettano al centro non più i contenuti da trasmettere male competenze da perseguire.

In quest’ottica, gli strumenti di lavoro più consueti, come i libri ditesto e le verifiche, assumeranno un ruolo nuovoaccompagnandosi a molti altri strumenti fra i quali avranno,inevitabilmente, grande spazio le nuove tecnologie. Questepotranno essere mostrate ai ragazzi sotto una nuova luce,rivelandosi veri strumenti di conoscenza e non solo oggetti ludici.Tutto questo avrà lo scopo non di portare gli studenti per mano, madi insegnare loro un’autonomia feconda e duttile.

ConsiderazioniÈ da tempo chiaro come la Rete ha frammentato qualsiasi sapere,ha superato ogni attribuzione di autorevolezza, ha scardinatoconcetti radicati ed “indiscutibili” come quello della paternità deicontenuti. Saper dunque distinguere le informazioni “buone da

Pag. 25 Studio di caso

quelle sbagliate o false diventa sempre più necessario ora checiascuno di noi ha continuamente accesso ad informazioni di ognitipo. Solo avendo un buon bagaglio logico e culturale si è capaci disfruttare appieno le straordinarie potenzialità delle nuovetecnologie.

Il passaggio da una comunicazione di tipo prevalentemente scrittoa una di tipo prevalentemente iconico e orale ha provocatosconvolgimenti. Il risultato è che, come la pratica quotidianadimostra, i ragazzi hanno sempre più difficoltà ad individuare leragioni di un preciso accadimento, a distinguere le cause daglieffetti, a situare cronologicamente i diversi momenti checompongono un evento.

Le ricerche neurologiche mostrano inequivocabilmente come ilpensiero sia ormai “causale, aggregativo e destrutturato”. Lacontinua sovrapposizione di contenuti, linguaggi e forme impediscequalsiasi concentrazione e qualsiasi attitudine alla concentrazione.L’attenzione non si sofferma che solo pochi secondi, mentre si ècontinuamente rapiti da nuove pagine, nuovi video, nuovi contenuti.

Bambini ed adolescenti pensano, apprendono, comunicano conmodalità del tutto nuove: danno priorità assoluta all’esperienzapersonale e ai rapporti “diretti” se pur mediati dalla Rete. Hannobisogno continuamente di sentirsi parte di qualcosa. Le forme

Pag. 26 Studio di caso

tradizionali dei saperi, i loro contenuti ed i sistemi con cui vengonopresentati sono rifiutati perché “noiosi”, o meglio, non hanno più glistrumenti per decifrare.

Bisogna pertanto cercare e trovare strategie efficaci per interagirecon loro, aiutandoli in un percorso di crescita. Siamo nel pieno diuna “rivoluzione epocale” inarrestabile. Ed è alla scuola, insiemealla famiglia, che spetta il compito di trovare il modo o i modi pergovernare scenari così inediti. Non si tratta di colmare lacune, madi costruire generazioni di nuovi cittadini davvero consapevoli e ingrado di fruire nel modo più ampio delle enormi potenzialità offertedalla rivoluzione tecnologica e comunicativa.

Pag. 27 Prospettive future

Prospettive future

La sfida che le nuove tecnologie pongono è quella di tratteggiareuna strategia formativa in grado di combinare in modo significativoed efficace gli strumenti di comunicazione disponibili rispetto agliobiettivi didattici prefissati. L’aspetto più rilevante del problemariguarda le modalità di integrazione tra la didattica tradizionale chesi basa sul libro di testo e quella che usa risorse digitali, in terminidi Learning Object (LO) e di lavagna interattiva multimediale (LIM).L’uso delle ICT a scuola richiede una trasformazione organizzativadell’ambiente di apprendimento scolastico che avvii un processodi ripensamento delle tradizionali modalità digestione delladidattica, adeguato alle esigenze di una generazione sempre piùimmersa nel digitale e quindi con una forte integrazione tra ladidattica ordinaria in presenza, l’uso delle tecnologie informatichein classe, le risorse disponibili nell’ambiente di apprendimento inrete, il lavoro personale degli alunni a casa.

Spiedini in pinzimonioUtenti con disabilità fisiche, sensoriali e mentali possono trarregrande vantaggio dall'uso di tecnologie informatiche avanzate.L’uso delle tecnologie informatiche per aiutare le persone disabili èun campo in continua crescita, che consente di offrire sempremaggiori possibilità a terapeuti e pedagoghi, che si occupano dellariabilitazione (fisica o cognitiva) di soggetti divenuti disabili inseguito ad una malattia o ad un incidente, oppure dell’assistenza asoggetti che soffrono di deficit cognitivi, sensoriali o motoricongeniti o acquisiti. Il progredire delle tecnologie informatiche apre

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inoltre opportunità alla società, che anche le persone disabilipotrebbero cogliere: una per tutte la possibilità di accedere allerisorse informative della rete. Nella modalità standard di accesso,troppe barriere impediscono a soggetti non vedenti o condisfunzioni motorie, o con disordini di tipo cognitivo di sfruttarequeste risorse.

Per esempio: costruire materiali o procedure per l’esecuzione daparte della persona autistica di azioni in sequenza.

Ho costruito una pagina web consultabile da pc o tablet comemodello per le attività strutturate e per l’esecuzione di azioni insequenza. Ho inserito diversi codici comunicativi (testuale,iconografico, sonoro) per venire incontro a tutte le esigenze. Si può,in base al funzionamento della persona autistica prediligere l’uno ol’altro canale comunicativo. Naturalmente lo strumento può essereimplementato o semplificato a seconda delle esigenze.

Il link per la risorsa è il seguente: http://2spiedini.blogspot.it/

Ecco un’anteprima della risorsa:

In passato si pensava che i bambini autistici soffrissero per rifiutodi sentimenti e desideri, e si dava loro di conseguenza la possibilità

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di libera espressione in un quadro non strutturato sperando chepotessero trovare una via per liberare le proprie potenzialità inibite.

L'esperienza di molti anni ha insegnato che in questo modo siproduce l'effetto contrario, aumentando l'angoscia e i problemicomportamentali. Si sa ora che la persona autistica ha bisogno diuna strutturazione dell'ambiente per rassicurarsi, e che l'ansiadiminuisce quando sa esattamente che cosa ci si aspetta da lui inun certo momento e in un certo luogo, che cosa succederà inseguito, come, dove e con chi.

La strutturazione tuttavia non deve significare rigidità, ma deveessere flessibile, costruita in funzione dei bisogni e dei livello disviluppo dei singolo bambino e soggetta a modifiche in ognimomento; né deve essere fine a se stessa, ma rappresentare unmezzo per aiutare una persona in difficoltà a causa della propriaimpossibilità a comunicare.

Organizzare il tempo significa rispondere alla domanda "Quando?Per quanto tempo?" il passare dei tempo è una nozione difficile daapprendere, perché si appoggia su dati non visibili. Per questo èimportante strutturare la giornata attraverso una organizzazione deitempo, che informi ad ogni momento il bambino su ciò che staaccadendo, ciò che è accaduto e che accadrà, aumentando inquesto modo la prevedibilità e il controllo della situazione, ediminuendo l'incertezza fonte di ansia.

Strutturare il materiale di lavoro significa rispondere in modo chiaroe concreto alla domanda "Che cosa?"

Naturalmente all'inizio in bambino dovrà essere aiutatodall'educatore. La possibilità di avere sempre informazioni chiareattraverso oggetti-simbolo, immagini o parole scritte aggira ladifficoltà di comprensione del linguaggio parlato tipica della

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sindrome autistica, consentendo al bambino di concentrarsiunicamente sul compito da svolgere. L'importante non è mirarepresto al grado di comunicazione più difficile, ma raggiungere lacapacità di utilizzare autonomamente il proprio codice di lavoro.

Quello che è importante sottolineare è che la struttura di tempo espazio non è fine a sé stessa, né un obiettivo da raggiungere, bensìuno strumento evolutivo, un mezzo per aiutare la persona autisticaa raggiungere una migliore padronanza dei proprio ambiente edella propria vita; come tale deve essere considerata come unaimpalcatura che sorregge un edificio in costruzione, e che vienetolta gradualmente man mano che la costruzione acquista stabilità,allo stesso modo la rigidità della strutturazione spazio-temporale vadiminuita man mano che ci si rende conto che la persona può farnea meno.

eTwinningeTwinning è una community europea di insegnanti attiva nelpromuovere i gemellaggi elettronici tra scuole. Il progettoeTwinning è inquadrato in più ampio programma pluriennale diazione europea sull’e-learning e consiste nel gemellaggioelettronico tra scuole europee per creare partenariati pedagogiciinnovativi grazie all'applicazione delle Tecnologie dell'Informazionee della Comunicazione (TIC).

Il progetto dell’Unione Europea ha come intento il favorire gliscambi culturali, agevolando un modello multilinguistico propriodell’Europa unita, grazie alla collaborazione su più livelli dellediverse scuole, motivando i ragazzi e coinvolgendolinell’apprendimento.

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Mezzo fondamentale diventa la comunicazione tramite e-mail concui studenti e docenti possono restare sempre in contatto eaggiornarsi di ogni nuovo sviluppo, e condividere in tempo reale ilmateriale didattico.

L’e-Twinning è dunque un modo di:• usare le tecnologie dell'informazione e della comunicazioneper accorciare le distanze;• motivare gli studenti con attività innovative, nuove edinteressanti;• imparare cose nuove sui diversi sistemi scolastici nelle altrenazioni europee;• condividere e scambiare opinioni in ambito pedagogico conaltri insegnanti europei;• mostrare la pratica educativa della scuola ai genitori e alcontesto locale;• approfondire la conoscenza delle lingue straniere;• rafforzare la dimensione europea della cittadinanza.

Il portale www.etwinning.net è il punto di incontro tra le diversescuole e realtà. Sul sito è sistemato tutto il materiale occorrente perdar vita al progetto, nonché consigli, aiuti per portare avanti deiprogetti e-Twinning in partnership.

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Stabilito il contatto on-line si decidono gli argomenti dicollaborazione e ricerca con la scuola cui si intende gemellarsi esviluppare il progetto. Sul portale sono poi condivise le esperienzedi tutti con idee e suggerimenti da svolgere per possibili gemellaggi.

L’esperienza con eTwinning presenta una vasta gamma di fattoriutili promossi già dalla “Raccomandazione 962/2006 delParlamento Europeo relativa alle competenze chiave perl’apprendimento permanente”:

In relazione all’apprendimento:

Interattività dei processi Apprendimento in contesti reali Cooperative learning Acquisizione di un senso di appartenenza europea Acquisizione di competenze chiave:

_ potenziamento della comunicazione in lingua straniera_ uso delle nuove tecnologie_ esercizio delle competenze sociali e civiche_ imparare ad imparare

In relazione alla prassi organizzativa delle scuole e dei docenti:

Ottimizzazione delle capacità di pianificazione del lavoro digruppo Stimolo alla creatività e allo spirito di iniziativa Interdisciplinarità Autoformazione a costo zero

Un progetto eTwinning fa sì che la scuola venga stimolata ad aprirsiverso il mondo esterno, offrendo al docente la possibilità di crescitanon solo dal punto di vista professionale ma anche dal punto divista della modernizzazione dei metodi educativi con il confrontocon le esperienze dei colleghi stranieri. Anche gli studentibeneficiano delle proposte eTwinning: “Imparare Divertendosi” è ilsuo motto, e grazie a questo gemellaggio elettronico, essi possono

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entrare in contatto con amici europei e avere la possibilità diconoscere argomenti nuovi su Paesi e culture diverse, ampliare leproprie vedute e far nascere amicizie internazionali.

Anche se l’azione di eTwinning non prevede finanziamenti, lemodalità di partecipazione sono “leggere” e senza oneri per gliIstituti, in quanto le infrastrutture scolastiche attuali presentanooramai le attrezzature informatiche di base richieste per i progettieTwinning come pc, connessione a internet e competenze minimedi base sulla comunicazione online.

L’applicazione più importante del gemellaggio eTwinning è per lostudio delle lingue straniere, il quale a sua volta rappresenta ilprincipale veicolo di approccio alle realtà culturali diverse.

Secondo il mio parere, ogni scuola dovrebbe dotarsi di questostrumento di accrescimento culturale e di stimolo per gli studentinonché di sprono per tutto il corpo docente.

Oggi eTwinning risulta essere uno strumento flessibile, adattabilead ogni esigenza scolastica, in grado di rappresentare un vero eproprio “ponte” tra l’Europa e la Scuola italiana nel suo complesso,sfruttando la semplicità e la rapidità delle nuove tecnologie percostruire collaborazioni didattiche durature e a lungo termine.

Moodle-eLearningL'utilizzo di Moodle, come ambiente di apprendimento, sta aprendonuove possibilità agli insegnanti nella loro pratica quotidiana,poiché permette di offrire agli studenti percorsi di potenziamentoe/o il recupero di abilità e competenze e la verifica delle stesse inorario scolastico ed extra scolastico.L'impiego del materiale didattico inserito in piattaforma,

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adeguatamente semplificato, multimediale (con ampio ricorso aimmagini e animazioni) e interattivo, agevola il processo diapprendimento e il rinforzo dello stesso attraverso l'uso diesercitazioni da effettuarsi con tempi e modi di volta in volta stabilitidal docente. In Moodle l'apprendimento avviene attraverso ilconfronto, lo scambio d'informazioni, opinioni, materiali, l'utilizzo diforum, chat e risorse web, tutte integrate sulla piattaforma.

Come e in che modo Moodle può rappresentare una innovazionemetodologica per il recupero motivazionale dei ragazzi in difficoltà?È possibile una integrazione tra didattica tradizionale e nuovimodelli? In che modo l'insegnante può essere di aiuto all'allievo indispersione nella costruzione delle conoscenze? Noi proponiamodi organizzare, per questi ragazzi, una scuola in rete virtuale checonsenta loro di "frequentare" lezioni, fare i compiti, eseguire leverifiche appositamente strutturate ed essere valutati senza essere"costretti" alla frequenza in aula. Sostituire l'attività didatticatradizionale mal sopportata con l'utilizzo delle nuove tecnologieconsentirebbe, in questo caso, ai ragazzi di rendersi parte attivanella costruzione della propria conoscenza personalizzando ilproprio percorso di crescita in rapporto ai bisogni ed agli interessiindividuali.

La finalità è quella di favorire il superamento di una didattica basatasulla trasmissione/ricezione di contenuti che, nello specifico,vengono appresi in modo frammentario e superficiale a vantaggiodella creazione di un ambiente di apprendimento motivante edefficace perché fondato sulle idee di: capacità d'azione (l'alunno èprotagonista del proprio apprendimento, interagisce con oggetti esoggetti, produce qualcosa di nuovo con la propria attività, sviluppaabilità di ricerca/azione e problem solving); metacognizione

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(l'alunno è portato a riflettere sui processi cognitivi, sulle strategied'apprendimento che attiva).

I ragazzi troverebbero i contenuti curriculari delle varie disciplinesuddivisi in moduli e presentati per "argomenti". Questo formato,infatti, consentirebbe all'alunno di muoversi con più facilità fra icontenuti e di ritornare più agevolmente sul modulo o sulla partedel modulo che desidera acquisire. Una didattica così strutturata daparte dei docenti permetterebbe, grazie al supporto di Moodle, difacilitare diverse rappresentazioni della conoscenza, favorendonuovi tipi di "esperienza" diretta, dando concretezza operativa,rappresentativa e comunicativa anche a concetti altrimenti recepiticome puramente astratti.

Lo studente potrà rispondere a quesiti, svolgere compiti edeseguire verifiche, test, risorse SCORM preparate dagli insegnanti,interfacciarsi in modo dinamico con il docente o con i compagni distudio tramite email, chat o forum. In qualsiasi momento potràvalutare il proprio andamento accedendo all'elenco completo deipropri test di autovalutazione.

Il materiale del corso resterebbe sempre a sua disposizione qualebiblioteca di consultazione che può essere supportato da prodottimultimediali, lezioni videoregistrate, simulazioni al computer e che

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servirebbe anche ad eliminare il ricorso alle solite giustificazioni: <<non ero presente>>, << non ho il libro>>, << sono uscito prima, nonsapevo del compito>> .

Dal punto di vista motivazionale la scuola può offrire la possibilitàdi poter completare l' obbligo formativo attraverso un percorsoalternativo che, tenendo conto del vissuto e delle cause che hannocondotto all'abbandono, porterebbe l'alunno ad acquisire uncurricolo ben definito ma flessibile, centrato sulla persona e capacedi aiutarne l'inserimento attivo nella società civile, in grado sia dipermettere la scolarizzazione successiva che di facilitare ogni altrainiziativa, anche informale, di formazione.

Moodle (versione 2.4) è una piattaforma che consente loscambio di contenuti digitali come modelli virtuali (SCORM).L'utente necessita di un account per accedere al sito edeffettuare il primo login, utilizzando il Nome Utente e laPassword scelti in fase di registrazione. La registrazionedell'utente permetterà di tracciare tutte le attività che lostesso svolge sulla piattaforma. Il docente potrà, quindi,valutare l'impegno e la frequenza degli accessi. Saràcompito degli Organi collegiali delle istituzioni scolastichestabilire dei parametri di valutazione relativa alle ore dipresenza in piattaforma.

Moodle consente di rendere visibile il risultato delle verifichee delle esercitazioni sia ai docenti, che agli studenti, in temporeale. Questa possibilità è di grande utilità, permette siaall'insegnante che al discente di rendersi conto delledifficoltà, dei progressi e dello sviluppo di tutto il processo distudio e acquisizione delle competenze.

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I vantaggi per la scuola - Un ragazzo che manifesta disagioa scuola non sempre lo fa in modo silente. La frequenzasaltuaria, le impreparazioni, le uscite anticipate, i ritardi sono,comunque, motivo di destabilizzazione nel gruppo classeche fatica a trovare una linea comportamentale univoca.Quando il disagio comincia a manifestarsi in toni piùeclatanti, i docenti si trovano a dover affrontare situazioni chevanno ben oltre il semplice richiamo verbale e che sonomotivo di interruzione dell'attività didattica; nasce una sfidadovuta al fatto che, questi ragazzi, sentono la scuola piùcome obbligo esterno (imposto dall'istituzione), che interno(bisogno di affermazione, crescita, acquisizione di saperi,capacità, cittadinanza) per realizzarsi come persona. Il dirittoallo studio è un diritto che deve essere tutelato anche neiconfronti di chi, la scuola, la frequenta volentieri: sono questiragazzi a pagare il prezzo più alto in termini di serenità,continuità didattica, possibilità di approfondimenti disciplinarie potenziamento delle competenze.

Alcuni esempi:

http://moodle.istitutocomprensivoorte.it/

http://moodle.icvalledeilaghi.it/

http://moodle.istitutocomprensivoattigliano.it/

http://www.istitutocomprensivoassisi3.gov.it/documentazione/

http://www.ic9bo.it/moodle/

http://www.cdbiagiogrimaldi.com/Moodle/

http://www.iclunamatrona.com/course/view.php?id=26

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ConclusioniIl Costruzionismo asserisce che l’apprendimento è particolarmenteefficace quando si costruisce qualcosa da sperimentare con gli altri.Può essere qualunque cosa, da una frase, a un messaggio suInternet, a cose più complesse come un dipinto, una casa o unprogramma software.

Il concetto di Costruttivismo sociale estende quanto detto,all'interno di un gruppo di individui che costruiscono le cose uno perl'altro, creando collaborativamente una piccola cultura di oggetticondivisi, con significati concordati.

Quando uno è immerso in tale cultura, tutto il tempo si passa aimparare a essere parte della stessa cultura, a molti livelli diversi.Una prospettiva costruttivista vede gli studenti attivamenteimpegnati nella creazione di significati, e l'insegnamento con taleapproccio è attento a cosa gli stessi studenti possono analizzare,investigare, condividere, costruire e generare sulla base di quantogià conoscono, piuttosto che sulla base delle nozioni, delle capacitàe dei processi che possono ripetere meccanicamente.

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I principi del costruttivismo, in termini pedagogici, tengono contodei seguenti fatti:• gli studenti entrano in una classe con una radicata veduta

delle cose, formata da anni di precedenti esperienze eapprendimenti.• anche nella sua evoluzione, il punto di vista di uno studentefiltra tutte le esperienze e influisce sull'interpretazione delleosservazioni.• per gli studenti, cambiare il proprio punto di vista costa fatica.• gli studenti imparano l'uno dall'altro, così come purel'insegnante.• gli studenti imparano meglio "facendo".• dare l’opportunità a tutti di avere una voce in capitolo favoriscela produzione di nuove idee.

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Aforismi

Parte della disumanità del computer sta nel fatto che, una voltaprogrammato e messo in funzione, si comporta in maniera

perfettamente onesta.

Isaac Asimov, Il vento è cambiato, 1983

I computer danno esattamente quello che gli è stato immesso; sefutilità immettiamo, futilità otterremo, ma gli uomini non sono molto

diversi.

Richard Bandler, Magia in azione, 1992

Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le personestupide, anzi è una macchina stupida che funziona solo nelle mani

delle persone intelligenti.

Umberto Eco, Come scrivere una tesi di laurea con il personalcomputer, 1986

I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi. Gliuomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti.

L'insieme dei due costituisce una forza incalcolabile.

Albert Einstein

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Bibliografia Il sapere minimo sull'utilizzo dell'informatica a scuola, Studi e documenti degli Annali della P.I., Le Monnier,

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