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Controlli automatici - II · 2019. 5. 1. · I controlli automatici – II a parte 2 dt dV Q in =...

Date post: 31-Jan-2021
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I controlli automatici – II a parte 1 I controlli automatici – II a parte 1 – Definizione del modello matematico Cerchiamo adesso di applicare quanto detto sui sistemi di controllo ad un caso pratico di processo (elementare): lo svuotamento ed il riempimento di un serbatoio quale, ad esempio, lo sciacquone del bagno di casa. L’operazione può essere descritta attraverso 3 variabili: volume V di liquido contenuto nel serbatoio; portata di liquido in ingresso Q in ; portata di liquido in uscita Q out ; La variabile controllata è rappresentata dal volume V (noi vogliamo che lo sciacquone sia sempre pieno!), il disturbo è dato dalla portata in uscita Q out che improvvisamente può passare dal valore zero ad un massimo che determina lo svuotamento del serbatoio. La variabile manipolata è quindi la portata in ingresso Q in che permette di riempire nuovamente il serbatoio riportando il volume al valore originario V 0 (set-point) che esso aveva prima del disturbo. In assenza di un adatto sistema di controllo il riempimento del serbatoio deve essere fatto manualmente aprendo la valvola posta sulla tubazione di ingresso e chiudendola poi quando il volume di liquido abbia raggiunto il valore desiderato. Le tre variabili su indicate sono legate tra loro da una relazione matematica che esprime il bilancio di materia sul serbatoio: t V V Q Q iniziale finale out in - = - Dove coi simboli Q si sono indicate le portate volumetriche medie nel tempo t. Eseguendo il bilancio relativo ad un intervallo di tempo infinitesimo dt ed indicando col simbolo Q le portate istantanee: dt dV Q Q out in = - (1) In condizioni normali di funzionamento le portate Q in e Q out sono entrambe nulle ed il volume di liquido nel serbatoio è costante e pari a V 0 . L’intervento della variabile di disturbo Q out , che assume un valore diverso da zero, determina improvvisamente lo svuotamento del serbatoio all’istante t = 0. L’utilizzo della equazione (1), a partire da questo momento, ci consente di studiare il comportamento del sistema, ossia come il volume V di liquido contenuto nello sciacquone si modifichi nel tempo. Naturalmente tale comportamento dipenderà dal valore fatto assumere alla variabile Q in dal sistema di controllo adoperato. Una volta che lo scarico è avvenuto (e non ci sono perdite) Q out = 0 per cui l’equazione di bilancio si semplifica in:
Transcript
  • I controlli automatici – IIa parte 1

    I controlli automatici – IIa

    parte 1 – Definizione del modello matematico

    Cerchiamo adesso di applicare quanto detto sui sistemi di controllo ad un caso pratico di processo (elementare): lo svuotamento ed il riempimento di un serbatoio quale, ad esempio, lo sciacquone del bagno di casa. L’operazione può essere descritta attraverso 3 variabili:

    ▫ volume V di liquido contenuto nel serbatoio; ▫ portata di liquido in ingresso Qin; ▫ portata di liquido in uscita Qout;

    La variabile controllata è rappresentata dal volume V (noi vogliamo che lo sciacquone sia sempre pieno!), il disturbo è dato dalla portata in uscita Qout che improvvisamente può passare dal valore zero ad un massimo che determina lo svuotamento del serbatoio. La variabile manipolata è quindi la portata in ingresso Qin che permette di riempire nuovamente il serbatoio riportando il volume al valore originario V0 (set-point) che esso aveva prima del disturbo. In assenza di un adatto sistema di controllo il riempimento del serbatoio deve essere fatto manualmente aprendo la valvola posta sulla tubazione di ingresso e chiudendola poi quando il volume di liquido abbia raggiunto il valore desiderato. Le tre variabili su indicate sono legate tra loro da una relazione matematica che esprime il bilancio di materia sul serbatoio:

    t

    VVQQ

    inizialefinale

    outin

    =−

    Dove coi simboli Q si sono indicate le portate volumetriche medie nel tempo t. Eseguendo il bilancio relativo ad un intervallo di tempo infinitesimo dt ed indicando col simbolo Q le portate istantanee:

    dt

    dVQQ

    outin=− (1)

    In condizioni normali di funzionamento le portate Qin e Qout sono entrambe nulle ed il volume di liquido nel serbatoio è costante e pari a V0. L’intervento della variabile di disturbo Qout, che assume un valore diverso da zero, determina improvvisamente lo svuotamento del serbatoio all’istante t = 0. L’utilizzo della equazione (1), a partire da questo momento, ci consente di studiare il comportamento del sistema, ossia come il volume V di liquido contenuto nello sciacquone si modifichi nel tempo. Naturalmente tale comportamento dipenderà dal valore fatto assumere alla variabile Qin dal sistema di controllo adoperato. Una volta che lo scarico è avvenuto (e non ci sono perdite) Qout = 0 per cui l’equazione di bilancio si semplifica in:

  • I controlli automatici – IIa parte 2

    dt

    dVQ

    in=

    ossia, esprimendo il volume V di liquido come prodotto tra l’area A della sezione dello sciacquone e il livello h:

    dt

    dhAQ

    in⋅= (2)

    Nel caso in cui, invece, la portata in uscita non sia nulla per la presenza di una perdita avremo: avQ

    outout⋅=

    In cui vout è la velocità e a l’area della sezione di uscita del liquido. Velocità di flusso e livello h sono legati tra loro dall’equazione di Bernoulli1:

    hgkvout

    ⋅⋅⋅= 2

    In cui k è un coefficiente che dipende dalla geometria del sistema, dalle caratteristiche fisiche del liquido nonché, entro certi limiti, dalla stessa velocità di flusso vout. Supponendo che quest’ultima dipendenza sia poco significativa (ipotesi di moto turbolento pienamente sviluppato) e che quindi k sia costante nel tempo, potremo scrivere:

    ( )dt

    dhAahgkQ

    in⋅=⋅⋅⋅⋅− 2

    dt

    dhAhKQ

    in⋅=⋅− (3)

    La (2) o la (3) permettono una volta integrate, noto il valore della portata Qin, di ricavare l’andamento nel tempo del livello h. Saranno quindi possibili diversi casi, riportati nel seguito, a seconda del tipo di controllo impiegato. Prima di effettuare l’integrazione delle suddette equazioni, però, vale la pena di soffermarsi su alcune ipotesi semplificative che è opportuno fare per facilitare l’analisi matematica del problema:

    1. Qualunque sia la legge secondo la quale il controllore interviene per regolare la portata di ingresso Qin (proporzionale P, proporzionale-derivativa PD, proporzionale-integrale PI, proporzionale-integrale-derivativa PID), si suppone che tale portata abbia sempre un valore inferiore a quello della portata massima che può alimentare lo sciacquone. Tale portata massima Qin,max è funzione del diametro del tubo di alimentazione, della pressione esistente nella rete idrica a monte della valvola di regolazione e della perdita di carico che si viene a determinare nella valvola quando questa è completamente aperta. Se tale ipotesi non fosse soddisfatta dovremmo infatti scrivere:

    ( )

    ==⇒<

    =⇒≥

    εfQQQQ se

    QQQQ se

    econtrollorininmaxin,econtrollorin

    maxininmaxinecontrollorin

    ,,

    ,,,

    Dove col simbolo ( )εf si è indicata la legge generica con la quale il controllore agisce sulla valvola di regolazione. Ad esempio, nel caso di controllore ad azione proporzionale, ( ) εε ⋅=

    cKf e l’equazione di bilancio di materia, opportunamente integrata come vedremo,

    porta ad ottenere per il livello h dell’acqua in funzione del tempo t l’espressione:

    −⋅=

    ⋅− tA

    Kc

    ehh 10

    Mentre se la portata di ingresso fosse costante e pari a quella massima ammissibile Qin,max il livello varierebbe linearmente nel tempo secondo la legge:

    tA

    Qh maxin, ⋅=

    1 Supponendo che la perdita sia alla base del serbatoio, ovvero in corrispondenza della valvola di scarico dell’acqua e

    dovuta ad un difetto di chiusura di questa.

  • I controlli automatici – IIa parte 3

    Fig. 1 - Risposta del sistema per Qin,controllore ≥ Qin,max

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    80

    0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

    tempo t

    live

    llo

    h Qin = Qin,max

    Qin = Kc·ε

    Qin = min(Qin,max , Kc·ε)

    Avremo pertanto che, in base al valore fissato per la costante Kc del controllore e di quello assunto dall’errore ε:

    −⋅=⇒

  • I controlli automatici – IIa parte 4

    Fig. 2 - Effetto dell'azione di un controllo integrale

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    80

    0 5 10 15 20 25 30 35

    tempo t

    liv

    ello

    h

    3. Nel caso in cui si consideri una portata uscente Qout > 0, ovvero si voglia integrare

    l’equazione (3) per ottenere la funzione h(t), è evidente che la soluzione della suddetta

    equazione diviene complicata per la presenza del termine non lineare h . In tal caso una semplificazione può consistere nell’utilizzare, nel bilancio differenziale, al posto della

    portata istantanea Qout, la portata media outQ (assunta costante) valutabile come:

    0

    0

    3

    0003

    2

    2

    3

    11

    0

    0

    hKh

    Kh

    hKh

    Q

    h

    h

    out⋅⋅=⋅⋅=⋅⋅= ∫

    In tutti i calcoli per i diversi tipi di controllori (tranne che per quello On-Off dove l’integrazione è stata eseguita in modo esatto) si è adottata questa ipotesi semplificativa.

    2 – Controllore On-Off

    In questo schema il controllore agisce mantenendo costante la portata di ingresso (valvola completamente aperta) fino al momento in cui il livello h raggiunge il valore fissato di set-point h0. Dall’equazione di bilancio (2) separando le variabili ed integrando:

    ∫∫ ⋅=t

    in

    h

    dtA

    Qdh

    00

    tA

    Qh in ⋅= (4)

    Il livello dell’acqua quindi aumenterà in misura lineare col tempo, tanto più rapidamente quanto maggiore è la portata Qin. Ponendo, nella relazione su scritta, come valore per h quello h0 del livello finale, è possibile ricavare il tempo necessario affinché il serbatoio si riempia:

    in

    oriempimentQ

    Aht

    =0

  • I controlli automatici – IIa parte 5

    Se la portata in uscita Qout non è nulla (ma comunque inferiore a quella in ingresso), l’integrazione della (3) fornisce2:

    inininQA

    Kt

    Q

    hK

    Q

    hK

    ⋅⋅⋅−=

    ⋅+

    ⋅−

    21ln

    2

    (5)

    Il tempo di riempimento del serbatoio si ottiene ponendo nella (5) 0hh =

    +

    ⋅−⋅⋅

    ⋅−=

    0

    01ln

    2h

    Q

    hK

    K

    Q

    K

    At

    in

    in

    oriempiment

    La (3) è una equazione differenziale non lineare e, come già detto, per semplificarne la soluzione si può considerare costante la portata uscente Qout ponendo il suo valore uguale alla portata media:

    0

    3

    2hKQhKQ

    outout⋅⋅=≅⋅=

    ottenendo così, come risultato finale dell’integrazione:

    A

    QQth outin

    ⋅≅ (6)

    Diagrammando le (4), (5) e (6) otteniamo le figure 3 e 4. Dai due grafici si deduce che, come è logico, nel caso di portata uscente non nulla il tempo di riempimento del serbatoio si allunga e che, sempre nel caso in cui Qout sia diverso da zero, la linearizzazione della funzione h(t) (equazione (6)) comporta un errore trascurabile, rispetto alla soluzione esatta data dalla (5), solo per bassi valori del rapporto Qout / Qin.

    Fig. 3 - Controllore On-Off Qout/Qin = 0.70

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    0 10 20 30 40 50 60

    tempo t

    livello

    h

    Eq. (4)

    Eq. (5)

    Eq. (6)

    Set-Point

    Le figure 3 e 4 tuttavia non sono rappresentative di ciò che effettivamente succede sotto l’azione di un controllore di questo tipo in presenza di una portata uscente Qout ≠ 0. Infatti, una volta che il livello dell’acqua abbia raggiunto il valore di set-point, il controllore chiude la valvola di alimentazione. In presenza di una predita il serbatoio inizierà a svuotarsi con una velocità deducibile dall’equazione di bilancio fornita da: 2 Si veda a tale proposito la dimostrazione nell’Appendice n° 1.

  • I controlli automatici – IIa parte 6

    h

    dhdt

    A

    K

    dt

    dhAhK

    dt

    dhAQ

    out=⋅−⇒⋅=⋅−⇒⋅=−

    Relazione che, inegrata tra l’istante t1 e l’istante t, fornisce:

    ( )2

    11

    211

    −⋅

    ⋅−=⇒=⋅− ∫∫ tt

    A

    Khh

    h

    dhdt

    A

    Kh

    h

    t

    t

    (7)

    Quando il livello sarà sceso al di sotto del punto di intervento, il controllore riapre la valvola di alimentazione ed il livello risale nuovamente con una legge data dall’eq. (5b) dell’Appendice 1. L’intera sequenza di svuotamenti/riempimenti è raffigurata nella fig. 5

    Fig. 4 - Controllore On-Off Qout/Qin = 0.30

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    0 10 20 30 40 50 60

    tempo t

    livello

    h

    Eq. (4)

    Eq. (5)

    Eq. (6)

    Set-Point

    Fig. 5 - Effetto dell'azione di un controllore On-Off per Qout ≠ 0

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    0 20 40 60 80 100 120

    tempo t

    liv

    ello

    h Serie1

    Set Point

    Punto Intervento

  • I controlli automatici – IIa parte 7

    3 - Controllore proporzionale P

    Se la portata in ingresso è proporzionale all’errore ε: ( )hhKKQ

    ccin−⋅=⋅=

    Definito come la differenza tra il livello h0 dell’acqua all’inizio (prima del disturbo) e quello h all’istante t, l’equazione (2) diventa:

    ( )( )dt

    hhdA

    dt

    dhAhhK

    c

    ⋅−=⋅=−⋅0

    0

    Separando le variabili ed integrando tra il tempo 0 e l’istante t:

    ( )( )

    ( )

    ( )

    0

    0

    0

    0

    00

    0

    lnln0

    0

    0

    0

    h

    hhe

    h

    hhxt

    A

    K

    x

    dxdt

    A

    K

    hh

    hhddt

    A

    K

    tA

    K

    hh

    h

    c

    hh

    h

    t

    cc

    c −=

    −==⋅−

    =⋅−⇒−

    −=⋅−

    ⋅−

    ∫∫

    −⋅=

    ⋅− tA

    Kc

    ehh 10

    (8)

    Se la portata in uscita non fosse nulla (lo sciacquone ha un difetto di chiusura) avremmo invece:

    ( )dt

    dhAQhhK

    outc⋅=−−⋅

    0

    Ovvero:

    ( )( )[ ]

    dt

    QhhKd

    K

    AQhhK outc

    c

    outc

    −−⋅

    ⋅−=−−⋅0

    0

    Separando le variabili ed integrando: ( )[ ]( )

    ( ) ( )

    ( )

    outc

    outct

    A

    K

    outc

    outcQhhK

    QhK

    c

    outc

    outcc

    QhK

    QhhKe

    QhK

    QhhKxt

    A

    K

    QhhK

    QhhKddt

    A

    K

    c

    outc

    outc

    −⋅

    −−⋅=

    −⋅

    −−⋅==⋅−

    −−⋅

    −−⋅=⋅−

    ⋅−

    −−⋅

    −⋅

    0

    0

    0

    0

    0

    0

    lnln0

    0

    −⋅

    −=

    ⋅− tA

    K

    c

    out

    c

    eK

    Qhh 10

    (9)

    Le seguenti figure 6, 7 e 8 rappresentano il diagramma delle eq. (8) e (9) su scritte per diversi valori della costante Kc (guadagno o sensibilità) del controllore. Il calcolo porta a concludere che, in presenza di un disturbo permanente, il controllo proporzionale non consente al livello h di tornare al valore di set-point h0. Il livello tenderà ad un nuovo valore di regime che sarà tanto più vicino ad h0 quanto più elevato sarà il valore di Kc. I grafici permettono anche di notare come, all’aumentare del guadagno, l’azione del controllore proporzionale sia sempre più rapida e più simile a quella di un controllore On-Off.

  • I controlli automatici – IIa parte 8

    Fig. 6 - Controllore Proporzionale P

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    0 10 20 30 40 50 60

    tempo t

    liv

    ello

    h

    Kc = 0,1

    Kc = 0,2

    Kc = 1

    Set Point

    Fig. 7 - Controllore Proporzionale P

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    0 10 20 30 40 50 60

    tempo t

    liv

    ello

    h Qout = 0 ; Kc = 0.1

    Qout > 0 ; Kc = 0.1

    Set Point

  • I controlli automatici – IIa parte 9

    Fig. 8 - Controllore Proporzionale P

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    0 10 20 30 40 50 60

    tempo t

    live

    llo

    h

    Qout > 0 ; Kc = 0.1

    Qout > 0 ; Kc = 0.2

    Qout > 0 ; Kc = 1

    Set Point

    4 - Controllore proporzionale-derivativo PD

    In presenza di un controllo PD proporzionale derivativo, l’equazione di bilancio (relativa a una portata uscente Qout diversa da zero e costante) diventa:

    ( )( )

    dt

    dhAQ

    dt

    hhdKhhK

    outDcc⋅=−

    −⋅⋅+−⋅

    0

    Ossia:

    ( )( ) ( )

    ( ) ( )( )

    ( )( ) ( )[ ]

    dt

    QhhKd

    K

    AKQhhK

    dt

    hhdAKQhhK

    dt

    hhdAQ

    dt

    hhdKhhK

    outc

    c

    Dc

    outc

    Dcoutc

    outDcc

    −−⋅⋅

    +⋅−=−−⋅

    −⋅+⋅−=−−⋅

    −⋅−=−

    −⋅⋅+−⋅

    0

    0

    0

    0

    00

    0

    τ

    τ

    τ

    Separando le variabili ed integrando:

    ( )( )[ ]( )

    ( )( ) ( )

    ( ) ( )

    outc

    outct

    AK

    K

    outc

    outcQhhK

    QhKDc

    c

    outc

    outc

    Dc

    c

    QhK

    QhhKe

    QhK

    QhhKxt

    AK

    K

    QhhK

    QhhKddt

    AK

    K

    Dc

    c

    outc

    outc

    −⋅

    −−⋅

    =

    −⋅

    −−⋅==⋅

    +⋅

    −−⋅

    −−⋅

    =⋅

    +⋅

    +⋅

    −−⋅

    −⋅

    0

    0

    0

    0

    0

    0

    lnln0

    0

    τ

    τ

    τ

    ( )

    −⋅

    −=

    +⋅

    − tAK

    K

    c

    out Dc

    c

    eK

    Qhh

    τ

    10

    (10)

    È evidente che, ponendo nella (10) Qout = 0, si ottiene la risposta del sistema all’azione del controllo PD per una portata uscente nulla.

  • I controlli automatici – IIa parte 10

    Le figure 9, 10 ed 11 rappresentano il grafico della eq. (10) per diversi valori delle costanti Kc e τD. Come si può notare, la presenza dell’azione derivativa peggiora la risposta (h tenderà più lentamente verso il valore di regime) e non serve ad eliminare l’offset. Il vantaggio dell’impiego di questo tipo di controllo sta però nel fatto che è possibile utilizzare valori elevati di Kc (riducendo l’offset a regime) senza per questo avere risposte troppo brusche (vedi fig. 11).

    Fig. 9 - Controllore PD

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    0 10 20 30 40 50 60

    tempo t

    liv

    ello

    h

    τD = 0

    τD = 5

    τD = 10

    Set Point

    Fig. 10 - Controllore PD

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    0 10 20 30 40 50 60

    tempo t

    liv

    ello

    h Qout > 0 ; τD = 0

    Qout > 0 ; τD = 10

    Set Point

  • I controlli automatici – IIa parte 11

    Fig. 11 - Controllore PD

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    0 10 20 30 40 50 60

    tempo t

    liv

    ello

    h

    Qout > 0 ; Kc = 0.1 ; τD = 10

    Qout > 0 ; Kc = 0.2 ; τD = 10

    Qout > 0 ; Kc = 1 ; τD = 10

    Set Point

    5 - Controllore proporzionale-integrale PI

    Nel caso di controllore PI proporzionale integrale, il bilancio di materia diventa:

    ( ) ( )( )dt

    hhdAQdthh

    KhhK

    out

    t

    I

    c

    c

    ⋅−=−⋅−⋅+−⋅ ∫ 00

    00

    τ

    Nell’espressione su scritta, ponendo:

    ( ) ( )∫ ⋅−=t

    dthhty0

    0

    Avremo:

    2

    2

    dt

    ydAQy

    K

    dt

    dyK

    out

    I

    c

    c⋅−=−⋅+⋅

    τ

    Ovvero:

    A

    Qy

    A

    K

    dt

    dy

    A

    K

    dt

    ydout

    I

    cc=⋅

    +⋅+

    τ2

    2

    (11)

    Che è un’equazione differenziale lineare del secondo ordine (non omogenea) a coefficienti costanti. L’equazione caratteristica della omogenea associata alla suddetta equazione è:

    02

    =

    +⋅+

    I

    cc

    A

    Kz

    A

    Kz

    τ

    Chiamando z1 e z2 le radici di tale equazione caratteristica, la soluzione3 della (11) sarà:

    I° caso: ⇒>⋅

    ⋅−

    =∆ 04

    2

    I

    cc

    A

    K

    A

    K

    τc

    I

    K

    A⋅> 4τ

    tztz ezcezchh ⋅⋅ ⋅⋅−⋅⋅−= 2122110

    (12)

    Dove:

    3 Vedasi a tale proposito l’Appendice n° 2

  • I controlli automatici – IIa parte 12

    2

    4

    2

    2,1

    I

    ccc

    A

    K

    A

    K

    A

    K

    zτ⋅

    ⋅−

    ±−

    =

    zz

    h

    zz

    z

    K

    Qc ;

    zz

    h

    zz

    z

    K

    Qc

    c

    Iout

    c

    Iout

    12

    0

    12

    1

    2

    12

    0

    12

    1

    11

    −+

    −⋅

    ⋅=

    −+

    +

    −⋅

    ⋅−=

    ττ

    II° caso: ⇒=⋅

    ⋅−

    =∆ 04

    2

    I

    cc

    A

    K

    A

    K

    τc

    I

    K

    A⋅= 4τ

    ( )22110

    11 cetccezhhtztz

    ⋅−⋅+⋅⋅⋅−=⋅⋅ (13)

    Dove:

    A

    Kzz

    c

    −==

    221

    c

    Iout

    c

    Iout

    K

    Qzhc ;

    K

    Qc

    ττ ⋅⋅+=

    ⋅−=

    1021

    III° caso: ⇒<⋅

    ⋅−

    =∆ 04

    2

    I

    cc

    A

    K

    A

    K

    τc

    I

    K

    A⋅< 4τ

    ( ) ( )[ ] ( ) ( )[ ]tctcetctcehh tt ⋅⋅+⋅⋅−⋅⋅−⋅⋅+⋅⋅⋅⋅−= ⋅⋅ βββββα αα cossinsincos21210

    (14)

    Dove :

    ⋅⋅−

    −⋅=

    ⋅−=⋅±=

    I

    ccc

    A

    K

    A

    K

    A

    K iz

    τβαβα 4

    2

    1

    2

    2

    2,1

    β

    τα

    τc

    Iout

    c

    IoutK

    Qh

    c ; K

    Qc

    ⋅⋅+

    =⋅

    −=

    0

    21

    Dal grafico della risposta di un controllore di questo tipo si deduce che: 1. l’azione integrale elimina l’offset; in altri termini, pur in presenza di un disturbo

    permanente, il livello ritorna sempre al valore di set-point; 2. la risposta del sistema tende però a diventare di tipo oscillatorio, anche se tale tendenza è

    meno pronunciata quando Qout ≠ 0, con un pendolarismo strettamente legato al valore delle costanti Kc e τI. In ogni caso, al diminuire dell’ampiezza dell’oscillazione, aumenta il tempo affinché la variabile controllata si stabilizzi sul valore di regime;

    3. in questo tipo di controllo esiste un problema di scelta del valore ottimale da assegnare alle costanti suddette per rendere la risposta del sistema la migliore possibile.

  • I controlli automatici – IIa parte 13

    Fig. 12 - Controllore PI

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

    tempo t

    liv

    ello

    h

    Qout = 0 ; Kc·τI/A > 4

    Qout = 0 ; Kc·τI/A = 4

    Qout = 0 ; Kc·τI/A < 4

    Set Point

    Fig. 13 - Controllore PI

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

    tempo t

    liv

    ello

    h

    Qout > 0 ; Kc·τI/A > 4

    Qout > 0 ; Kc·τI/A = 4

    Qout > 0 ; Kc·τI/A < 4

    Set Point

    6 - Controllore proporzionale-integrale-derivativo PID

    Per un controllore proporzionale integrale derivativo PID, il bilancio sul serbatoio si scrive:

    ( ) ( )( ) ( )

    dt

    hhdAQ

    dt

    hhdKdthh

    KhhK

    outDc

    t

    I

    c

    c

    ⋅−=−

    ⋅⋅+⋅−⋅+−⋅ ∫ 000

    00τ

    τ

    E, con la solita posizione:

  • I controlli automatici – IIa parte 14

    ( ) ( )∫ ⋅−=t

    dthhty0

    0

    Avremo:

    2

    2

    2

    2

    dt

    ydAQ

    dt

    ydKy

    K

    dt

    dyK

    outDc

    I

    c

    c⋅−=−⋅⋅+⋅+⋅ τ

    τ

    Ovvero:

    ( ) AKQ

    yAK

    K

    dt

    dy

    AK

    K

    dt

    yd

    Dc

    out

    DcI

    c

    Dc

    c

    +⋅

    =⋅

    +⋅⋅

    +⋅

    +⋅

    +

    ττττ2

    2

    (15)

    Sono possibili tre casi (la dimostrazione viene tralasciata perché del tutto identica al caso del controllore PI con le uniche differenze legate alle espressioni del discriminante della equazione caratteristica e del termine noto dell’equazione completa) :

    I° caso: ( )

    ⇒>+⋅⋅

    ⋅−

    +⋅=∆ 04

    2

    AK

    K

    AK

    K

    DcI

    c

    Dc

    c

    τττ

    +⋅>

    c

    DI

    K

    Aττ 4

    tztz ezcezchh ⋅⋅ ⋅⋅−⋅⋅−= 2122110

    (12)

    Dove:

    ( )

    2

    4

    2

    2,1

    AK

    K

    AK

    K

    AK

    K

    zDcI

    c

    Dc

    c

    Dc

    c

    +⋅⋅⋅−

    +⋅±

    +⋅−

    =ττττ

    −+

    −⋅

    ⋅=

    −+

    +

    −⋅

    ⋅−=

    12

    0

    12

    1

    2

    12

    0

    12

    1

    11

    zz

    h

    zz

    z

    K

    Qc

    zz

    h

    zz

    z

    K

    Qc

    c

    Iout

    c

    Iout

    τ

    τ

    II° caso: ( )

    ⇒=+⋅⋅

    ⋅−

    +⋅=∆ 04

    2

    AK

    K

    AK

    K

    DcI

    c

    Dc

    c

    τττ

    +⋅=

    c

    DI

    K

    Aττ 4

    ( )22110

    11 cetccezhhtztz

    ⋅−⋅+⋅⋅⋅−=⋅⋅ (13)

    Dove:

    ( )AK

    Kzz

    Dc

    c

    +⋅⋅

    −==

    τ221

    ⋅⋅+=

    ⋅−=

    c

    Iout

    c

    Iout

    K

    Qzhc

    K

    Qc

    τ

    τ

    102

    1

    III° caso: ( )

    ⇒<+⋅⋅

    ⋅−

    +⋅=∆ 04

    2

    AK

    K

    AK

    K

    DcI

    c

    Dc

    c

    τττ

    +⋅<

    c

    DI

    K

    Aττ 4

    ( ) ( )[ ] ( ) ( )[ ]tctcetctcehh tt ⋅⋅+⋅⋅−⋅⋅−⋅⋅+⋅⋅⋅⋅−= ⋅⋅ βββββα αα cossinsincos21210

    (14)

    Dove:

    ( ) ( )

    +⋅⋅⋅−

    +⋅−⋅=

    +⋅⋅−=

    ⋅±=

    AK

    K

    AK

    K

    AK

    K

    iz

    DcI

    c

    Dc

    c

    Dc

    c

    τττβ

    τα

    βα

    42

    1

    2

    2

    2,1

  • I controlli automatici – IIa parte 15

    ⋅⋅+

    =

    ⋅−=

    β

    τα

    τ

    c

    Iout

    c

    Iout

    K

    Qh

    c

    K

    Qc

    0

    2

    1

    La risposta del sistema sottoposto ad un’azione di controllo di questo tipo è diagrammata in fig. 14 per Qout = 0.

    Fig. 14 - Controllore PID

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    80

    0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

    tempo t

    liv

    ello

    h

    Qout = 0 ; Kc·τI/(Kc·τD+A) > 4

    Qout = 0 ; Kc·τI/(Kc·τD+A) = 4

    Qout = 0 ; Kc·τI/(Kc·τD+A) < 4

    Set Point

    Se ora disegniamo la risposta del controllore PID e la confrontiamo con quella di un controllore PI per un disturbo permanente otterremo un grafico del tipo illustrato nella fig. 15.

    Fig. 15 - Controllore PID vs PI

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    80

    0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

    tempo t

    liv

    ello

    h PID - Kc·τI/(Kc·τD+A) < 4

    PI - Kc·τI/A < 4

    Set Point

  • I controlli automatici – IIa parte 16

    Come si può notare, la presenza dell’azione derivativa comporta un peggioramento della risposta del sistema che diventa più oscillatoria, ossia con periodo e ampiezza dell’oscillazione maggiori. Anche in questo caso inoltre, come in quello già discusso del controllore PI, esiste un problema legato alla scelta ottimale dei valori dei parametri Kc, τI e τD. 7 – Conclusioni

    Riassumendo, dall’analisi delle risposte fornite dal sistema sotto l’azione dei diversi controllori è possibile trarre le seguenti considerazioni:

    1. il controllore On-Off sarebbe in teoria il migliore tipo di controllo del nostro sciacquone per il suo basso costo e la sua maggiore efficienza in termini di tempo di riempimento. Il suo limite principale è legato al fatto che la risposta al disturbo può essere molto brusca (a meno di non prendere opportune precauzioni) poiché la valvola di alimentazione si apre subito al massimo e rimane in questo stato fino al cessare dell’azione del controllore. Inoltre, nel caso di perdite dovute a una non perfetta chiusura della valvola di scarico, il livello dell’acqua nel serbatoio oscillerà continuamente tra il valore impostato di set-point e il valore minimo al di sotto del quale il controllore si attiva;

    2. il controllore proporzionale (P) può essere reso simile al controllore On-Off aumentando il valore del guadagno Kc ma è anche possibile, modulando opportunamente il valore di questa grandezza, rendere più “dolce” la risposta del sistema ossia meno intensa la portata di adduzione dell’acqua. Tale portata andrà comunque decrescendo nel tempo allungando i tempi di risposta rispetto al caso del sistema On-Off. In effetti il controllore proporzionale è quello universalmente più adoperato per questo tipo di processo anche se il suo limite principale risiede nell’impossibilità di riportare il livello sul valore di set-point nel caso di disturbi protratti nel tempo (presenza di offset);

    3. l’aggiunta dell’azione derivativa a quella proporzionale (PD) è inutile o addirittura dannosa in un processo discontinuo quale è il riempimento del nostro sciacquone. In questo processo, infatti, il disturbo o ha una durata molto limitata (periodo nel quale il sistema di controllo in ogni caso non può agire date le caratteristiche costruttive dello sciacquone) o è costante nel tempo per cui l’errore ε è, comunque, una funzione monotona decrescente nel tempo. Per tale motivo l’aggiunta di questo tipo di controllo si traduce in un rallentamento della velocità di riempimento e si può giustificare soltanto se, contestualmente, si incrementa il valore del guadagno proporzionale Kc in modo da avere una risposta rapida, ma non troppo brusca, e con basso offset;

    4. l’azione integrale, unita a quella proporzionale (PI), ha il grande vantaggio di eliminare l’offset in presenza di disturbi costanti, a spese però del comportamento oscillatorio assunto dal sistema. L’opportuno settaggio dei parametri di controllo (Kc e τI) può comunque consentire di ottenere una risposta adeguata alle necessità;

    5. non esiste alcun motivo realmente valido per utilizzare un controllo di tipo PID per il processo discontinuo in questione. Oltre al maggior costo di questo tipo di apparecchiatura c’è da dire che l’azione derivativa, unita a quella integrale, peggiora in modo molto marcato la risposta del sistema, rallentandola e facendo aumentare l’overshoot (mentre in un sistema continuo si otterrebbe l’effetto esattamente opposto). L’unico vantaggio dell’utilizzo contemporaneo dei tre meccanismi di controllo (proporzionale, integrale e derivativo) si ha nella possibilità di regolare tre parametri (Kc , τI , τD) al posto di uno solo (Kc) o due (Kc e τI oppure Kc e τD) per ottimizzare la risposta. In effetti, incrementando la costante Kc insieme al tempo derivativo τD è possibile rendere la risposta del sistema veloce (ma non troppo rapida come si avrebbe in un controllo di tipo puramente PI) e nello stesso tempo ridurne considerevolmente il comportamento oscillatorio (vedi fig. 16 seguente).

  • I controlli automatici – IIa parte 17

    Fig. 16 - PI vs PID (Kc,PID/Kc,PI = 10)

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

    tempo t

    liv

    ello

    h PI

    PID

    Set Point

  • I controlli automatici – IIa parte 18

    Appendice 1: Integrazione dell’equazione di bilancio per un controllore On – Off

    Data l’equazione:

    dt

    dhAhKQ

    in⋅=⋅− (3)

    Eseguendo la sostituzione:

    dhdyyhyhy =⋅⋅⇒=⇒= 22 avremo

    A

    K

    yA

    Q

    dt

    dy

    dt

    dyyAyKQ

    in

    in

    ⋅⋅

    =

    ⋅⋅⋅=⋅−

    22

    2

    Ovvero ponendo:

    A

    K

    A

    Qin

    =

    =

    22βα

    βα−=

    ydt

    dy

    E, introducendo la nuova variabile:

    zdt

    dz

    z

    dt

    dz

    zdt

    dzy

    dt

    dy

    dt

    dy

    ydt

    dz

    zy

    yz

    =⋅

    +⋅−

    +⋅−=⋅−=⇒⋅−=

    +=⇒−=

    2

    22

    2

    1

    1

    β

    α

    α

    β

    α

    αα

    α

    β

    αβ

    α

    Abbiamo trasformato l’equazione originaria in una a variabili separabili:

    ( ) αβdt

    dzzz

    −=⋅

    +⋅2

    1

    La frazione a primo membro può essere scomposta col metodo dei coefficienti indeterminati, ottenendo:

    ( ) ( ) ( )( ) ( )

    =

    −=+⋅−

    =

    −=

    =

    ⋅−⋅⋅−=

    −=

    =⋅

    =+⋅+⋅⋅

    =+

    =⋅+⋅⋅+⋅+⋅+⋅⋅⋅+⋅

    =⋅++⋅⋅++⋅⇒+

    ++

    +=+⋅

    2

    22

    2

    2

    2

    222

    2

    22

    1

    12

    1

    1

    2

    1

    02

    0

    12

    11

    β

    ββ

    β

    β

    β

    β

    β

    ββ

    β

    ββ

    βββ

    βββββ

    A

    C

    B

    A

    BAC

    AB

    A

    CBA

    BA

    zCzBzBAzAzA

    zCzzBzAz

    C

    z

    B

    z

    A

    zz

    Per cui l’integrale fornisce:

    ( ) ( ) ( ) ∫∫ ∫ ∫∫⋅−=⋅

    +

    +⋅

    +

    +⋅=⋅

    +⋅

    dtdzz

    Cdz

    z

    Bdz

    z

    Adz

    zz αβββ

    11

    22

  • I controlli automatici – IIa parte 19

    ( )( )

    αβαα

    β

    β

    ααα

    β

    αα

    αβ

    α

    αα

    αβ

    α

    αββ

    tyy

    Cy

    t

    CtyCy

    A

    CtyC

    yyA

    Ct

    y

    C

    yB

    yA

    Ct

    z

    CzBzA

    −=⋅

    +

    ⋅−⋅

    =⇒

    =

    =

    +−=⋅

    ⋅−⋅

    +−=⋅

    −⋅

    +−=

    ⋅+

    −⋅

    +−=+

    −+⋅+⋅

    1ln1

    0'0

    0

    '1ln

    'lnln

    'lnln

    'lnln

    2

    α

    β

    α

    β

    α

    β2

    1ln ⋅−=⋅

    +

    ⋅− t

    yy

    Ovvero:

    inininQA

    Kt

    Q

    hK

    Q

    hK

    ⋅⋅⋅−=

    ⋅+

    ⋅−

    21ln

    2

    (5)

    Mentre, se le condizioni iniziali fossero diverse, avremmo:

    αβαα

    β

    β

    111

    2

    1

    11ln

    1'

    tyyC

    yy

    tt+

    ⋅+

    ⋅−⋅=⇒

    =

    =

    Ossia:

    +

    ⋅+

    ⋅−⋅+−=

    ⋅+

    ⋅−⋅

    αβαα

    β

    βαβαα

    β

    β

    111

    221ln

    11ln

    1 tyytyy

    α

    β

    α

    β

    α

    β

    α

    β

    α

    β

    α

    β 22

    1

    111ln1ln ⋅−=

    ⋅+

    ⋅+

    ⋅−−

    ⋅+

    ⋅− tt

    yyyy

    ininininininQA

    Kt

    QA

    Kt

    Q

    hK

    Q

    hK

    Q

    hK

    Q

    hK

    ⋅⋅⋅−=

    ⋅⋅⋅+

    ⋅+

    ⋅−−

    ⋅+

    ⋅−

    221ln1ln

    22

    1

    11 (5b)

    Poiché la (5) non fornisce esplicitamente l’altezza h in funzione del tempo t, è possibile approssimare il logaritmo del primo membro mediante espansione in serie. Avremo allora:

    ( ) ( ) ( ) ( ) ( )

    ( ) ( )( ) ( ) ( )

    ( ) ∑∞

    =

    −=−

    +⋅

    −−⋅

    −⋅

    −−=−

    +⋅++⋅+⋅+=

    1

    2

    2

    2

    1ln

    ...01

    1...

    201

    1

    01

    101ln1ln

    ...!

    0...!2

    0"0'0

    n

    n

    n

    n

    n

    n

    n

    xx

    n

    xxxx

    n

    xf

    xfxffxf

    I termini nella sommatoria sono decrescenti (si ricordi che il fattore in

    Q

    hKx

    = è minore di 1 in

    quanto rappresenta il rapporto tra la portata uscente e quella in ingresso al serbatoio). Limitando l’espansione in serie ai primi tre termini non nulli e sostituendo in (5):

  • I controlli automatici – IIa parte 20

    ininin

    ininininin

    QA

    Kt

    Q

    hhK

    Q

    hK

    QA

    Kt

    Q

    hK

    Q

    hK

    Q

    hK

    Q

    hK

    ⋅⋅

    ⋅≅

    ⋅⋅+

    ⋅⋅

    ⋅−≅⋅

    +

    ⋅−

    ⋅−

    ⋅−

    232

    232

    2

    3

    3

    2

    2

    2

    3

    33

    2

    2

    inininQA

    Kt

    Q

    hK

    Q

    hK

    ⋅⋅⋅≅

    ⋅⋅+⋅

    23

    21

    2

    2

    2

    2

    in

    out

    in

    Q

    QA

    Qth

    +

    ⋅⋅≅

    1

    1 (5c)

    Dove, col simbolo outQ si è indicata la portata media uscente, ovvero:

    0

    3

    2hKQ

    out⋅⋅=

    La (5c) può essere ulteriormente semplificata espandendo in serie anche il fattore

    in

    out

    Q

    Q+1

    1:

    ( ) ( )...

    01

    1

    01

    1

    01

    1

    1

    1

    1

    1 232

    +⋅

    +

    +⋅

    +

    +

    =

    +

    =

    +

    xxx

    Q

    Q

    in

    out

    E, trascurando i termini con esponente maggiore di 1 (in

    out

    Q

    Q è minore di 1):

    in

    out

    in

    outQ

    Q

    Q

    Q−≅

    +

    1

    1

    1

    Per cui la (5c) diventa:

    A

    QQt

    Q

    Q

    A

    Qth outin

    in

    outin−

    ⋅=

    −⋅⋅≅ 1 (6)

  • I controlli automatici – IIa parte 21

    Appendice 2: Integrazione dell’equazione di bilancio per un controllore PI

    Come visto, il bilancio di materia sul serbatoio, in presenza di controllo proporzionale integrale, porta a:

    A

    Qy

    A

    K

    dt

    dy

    A

    K

    dt

    ydout

    I

    cc=⋅

    +⋅+

    τ2

    2

    (11)

    La soluzione generale y(t) della suddetta equazione si ottiene sommando ad una sua soluzione particolare y0(t) la soluzione generale della equazione omogenea associata:

    02

    2

    =⋅

    +⋅+ yA

    K

    dt

    dy

    A

    K

    dt

    yd

    I

    cc

    τ

    Poiché A

    Qout (il termine a secondo membro della (1)) è una costante e può essere considerato un

    polinomio di grado zero rispetto alla variabile tempo t e I

    c

    A

    K

    τ⋅

    (il coefficiente della funzione

    incognita y) è diverso da zero, la teoria risolutiva di questo tipo di equazioni impone che anche la soluzione particolare y0(t) sia un polinomio di grado zero del tipo: y0(t) = a e che deve rispettare la condizione:

    ( )c

    Iout

    c

    Ioutout

    I

    ccout

    I

    cc

    K

    Qty

    K

    Qa

    A

    Qa

    A

    K

    A

    K

    A

    Qy

    A

    K

    dt

    dy

    A

    K

    dt

    yd

    τ

    τ

    ττ

    ⋅=

    ⋅=⇒=⋅

    +⋅+⇒=⋅

    +⋅+

    0

    0

    0

    2

    0

    2

    00

    L’equazione caratteristica della equazione differenziale omogenea associata alla suddetta equazione è:

    02

    =

    +⋅+

    I

    cc

    A

    Kz

    A

    Kz

    τ

    Avremo allora, in base al segno del discriminante di tale equazione: I° caso: 0>∆

    c

    I

    I

    c

    I

    cc

    I

    cc

    K

    A

    A

    K

    A

    K

    A

    K

    A

    K

    A

    K⋅>⇒>⇒

    ⋅⋅>

    ⇒>

    ⋅⋅−

    4

    4404

    22

    τ

    τττ

    2

    4

    2

    2,1

    I

    ccc

    A

    K

    A

    K

    A

    K

    zτ⋅

    ⋅−

    ±−

    =

    E l’integrale generale dell’omogenea associata è: tztz ececy ⋅⋅ ⋅+⋅= 2121

    II° caso: 0=∆

    A

    Kzz

    K

    A

    A

    K

    A

    K

    A

    K

    A

    K

    A

    K

    c

    c

    I

    I

    c

    I

    cc

    I

    cc

    ⋅−==

    ⋅=⇒=⇒⋅

    ⋅=

    ⇒=

    ⋅⋅−

    2

    44

    404

    21

    22

    τ

    τττ

    L’integrale generale dell’omogenea associata è: ( )tccey tz ⋅+⋅⋅= ⋅21

    1 III° caso: 0

  • I controlli automatici – IIa parte 22

    ⋅⋅−

    −⋅=

    ⋅−=

    I

    ccc

    A

    K

    A

    K

    A

    K

    τβα 4

    2

    1

    2

    2

    L’integrale generale dell’omogenea associata diventa: ( ) ( )[ ]tctcey t ⋅⋅+⋅⋅⋅= ⋅ ββα sincos21

    L’integrale generale dell’equazione completa (11) sarà allora: ▫ I° caso: ( )tyececy tztz

    021

    21+⋅+⋅=

    ⋅⋅

    ▫ II° caso: ( ) ( )tytccey tz021

    1+⋅+⋅⋅=

    ▫ III° caso: ( ) ( )[ ] ( )tytctcey t021

    sincos +⋅⋅+⋅⋅⋅=⋅

    ββα

    L’integrale particolare, ottenuto ponendo le condizioni al contorno: ( ) ( )0

    0'00 hyy == sarà:

    ▫ I° caso:

    ( )

    ( )

    =⋅+⋅

    ⋅−=+

    =⋅⋅+⋅⋅=

    =⋅

    +⋅+⋅=

    ⋅⋅

    ⋅⋅

    02211

    21

    0

    0

    22

    0

    11

    0

    2

    0

    1

    21

    21

    0'

    00

    hzczc

    K

    Qcc

    hezcezcy

    K

    Qececy

    c

    Iout

    zz

    c

    Ioutzz ττ

    ⋅⋅

    +

    =

    ⋅−

    ⋅⋅

    +

    −=

    =⋅+⋅

    ⋅+−

    ⋅−−=

    12

    10

    2

    12

    10

    1

    02212

    21

    zz

    zK

    Qh

    c

    K

    Q

    zz

    zK

    Qh

    c

    hzczK

    Qc

    K

    Qcc

    c

    Iout

    c

    Ioutc

    Iout

    c

    Iout

    c

    Iout

    τ

    τ

    τ

    τ

    τ

    −+

    −⋅

    ⋅=

    −+

    +

    −⋅

    ⋅−=

    12

    0

    12

    1

    2

    12

    0

    12

    1

    11

    zz

    h

    zz

    z

    K

    Qc

    zz

    h

    zz

    z

    K

    Qc

    c

    Iout

    c

    Iout

    τ

    τ

    Per cui: ( ) tztz ezcezchhty ⋅⋅ ⋅⋅+⋅⋅=−= 21

    22110'

    tztz

    ezcezchh⋅⋅

    ⋅⋅−⋅⋅−=21

    22110

    ▫ II° caso:

    ( ) ( )

    ( ) ( )

    ⋅⋅+=

    ⋅−=

    =+⋅

    ⋅−=

    =⋅+⋅+⋅⋅⋅=

    =⋅

    +⋅+⋅⋅=

    ⋅⋅

    c

    Iout

    c

    Iout

    c

    Iout

    zz

    c

    Ioutz

    K

    Qzhc

    K

    Qc

    hccz

    K

    Qc

    hceccezy

    K

    Qccey

    τ

    τ

    ττ

    102

    1

    0211

    1

    02

    0

    21

    0

    1

    21

    0

    11

    1

    00'

    000

    Per cui: ( ) ( )

    22110

    11' cetccezhhtytztz

    ⋅+⋅+⋅⋅⋅=−=⋅⋅

    ( )22110

    11 cetccezhhtztz

    ⋅−⋅+⋅⋅⋅−=⋅⋅

    ▫ III° caso:

    ( ) ( ) ( )[ ]

    ( ) ( ) ( )[ ] ( ) ( )[ ]

    =⋅⋅⋅+⋅⋅⋅−⋅+⋅⋅+⋅⋅⋅⋅=

    =⋅

    +⋅⋅+⋅⋅⋅=

    ⋅⋅

    021

    0

    21

    0

    21

    0

    0cos0sin0sin0cos0'

    00sin0cos0

    hcceccey

    K

    Qccey

    c

    Iout

    ββββββα

    τββ

    αα

    α

  • I controlli automatici – IIa parte 23

    ⋅⋅+

    =

    ⋅−=

    =⋅+⋅

    ⋅−=

    β

    τα

    τ

    βα

    τ

    c

    Iout

    c

    Iout

    c

    Iout

    K

    Qh

    c

    K

    Qc

    hcc

    K

    Qc

    0

    2

    1

    021

    1

    Per cui: ( ) ( ) ( )[ ] ( ) ( )[ ]tctcetctcehhty tt ⋅⋅⋅+⋅⋅⋅−⋅+⋅⋅+⋅⋅⋅⋅=−= ⋅⋅ ββββββα αα cossinsincos'

    21210

    ( ) ( )[ ] ( ) ( )[ ]tctcetctcehh tt ⋅⋅+⋅⋅−⋅⋅−⋅⋅+⋅⋅⋅⋅−= ⋅⋅ βββββα αα cossinsincos21210


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