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Copia di Le ultime indagini di storia dell'arte · organizzata e divisa in arti e mestieri. Sono...

Date post: 07-Sep-2019
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Dispense di Storia dell’Arte a cura del Prof. Dario De Pasquale Mentre l’età della pietra era in corso (2,5 milioni di anni-3.000 anni fa), una parte della popolazione primitiva sapeva già fondere le rocce per ricavarne il rame. Inizia ottomila anni fa l’età dei metalli (divisa in età del rame - 8.000 anni fa, età del bronzo - 5.000 anni fa, età del ferro - 3.200 anni fa). Dopo l’uso della pietra, la tecnologia umana, sperimentazione dopo sperimentazione, riesce a trovare nuovi materiali per cacciare, tagliare, combattere. E’ il primato tecnologico che permette ad alcune popolazioni di dierenziarsi dalle altre e di sopravvivere alle incursioni violente. La storia è fatta anche di scontri e, probabilmente, la popolazione più tenace, più intelligente e più tecnologicamente avanzata è la nostra più diretta antenata. Con i metalli, l’uomo migliora il suo stile di vita, costruisce strumenti più resistenti e comincia a conquistare nuovi territori a discapito di altre tribù. A questo punto, in una precisa area territoriale, nascono e si sviluppano una serie di civiltà, caratterizzate da capacità di ingegno straordinarie: l’area in questione è il Mediterraneo e le civiltà che tratteremo sono la Sumerica, l’Assira, la Babilonese, la Minoica, la Micenea, la Greca e la Romana. Perché nascono tutte nel bacino del Mediterraneo? Perché quest’area ha una caratteristica che vale ancora oggi: grandi risorse ma sparse in tutto il bacino, situazione che ha sempre costretto le popolazioni che lo abitavano a scambiarle tramite un fiorente commercio o a lottare per impossessarsene. Le civiltà del Mediterraneo iniziano a svilupparsi a partire dal 2500 a.C., popolano le coste di vie fluviali o marine perché l’acqua favorisce i contatti con popolazioni diverse, rappresenta un eccellente mezzo di trasporto di persone e di cose, permette di praticare la pesca. Le prime civiltà nascono nel lembo di territorio compreso tra il Tigri e l’Eufrate, chiamato Mesopotamia per la sua collocazione o “mezzaluna fertile” per la sua forma. La ricchezza di piante permette di avere legno per la costruzione delle imbarcazioni, le coste sono fatte apposta per l'approdo delle navi, la pesca è abbondante, l’ingegno degli uomini permette di rendere fertili zone del tutto impervie e aride. Ingegno e fatica contribuiscono a fare la fortuna di queste popolazioni che smerciano i loro prodotti con altre popolazioni dell’entroterra, infinitamente più povere e bisognose. La stessa fertilità del suolo mesopotamico, privo di barriere, attira le popolazioni delle zone circostanti e porta a tentativi di conquista da parte di nuovi popoli. I SUMERI Popolazione mesopotamica dedita all’agricoltura (il loro stesso nome deriva da Sumer “terra coltivata”), si stabiliscono intorno al 3500 a .C. nella zona compresa tra le foci del Tigri e dell’Eufrate. Con un sapiente sistema di dighe e di canali, i Sumeri irreggimentano le acque dei fiumi e rendono i terreni fertilissimi. In più, sanno lavorare i metalli e produrre oggetti in oro, argento, rame e ferro. La loro società è organizzata e divisa in arti e mestieri. Sono soliti scambiare le loro merci con altre provenienti anche da terre lontane. Inventano la ruota, il chiodo e l’aratro. Fondano grandi città come Ur , Uruk, Mari, Nippur e Lagash. Sono politeisti, cioè adorano più dèi e a esigenze religiose risale la nascita di una scrittura. 15
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Dispense di Storia dell’Arte a cura del Prof. Dario De Pasquale

Mentre l’età della pietra era in corso (2,5 milioni di anni-3.000 anni fa), una parte della popolazione primitiva sapeva già fondere le rocce per ricavarne il rame. Inizia ottomila anni fa l’età dei metalli (divisa in età del rame - 8.000 anni fa, età del bronzo - 5.000 anni fa, età del ferro - 3.200 anni fa). Dopo l’uso della pietra, la tecnologia umana, sperimentazione dopo sperimentazione, riesce a trovare nuovi materiali per cacciare, tagliare, combattere. E’ il primato tecnologico che permette ad alcune popolazioni di differenziarsi dalle altre e di sopravvivere alle incursioni violente. La storia è fatta anche di scontri e, probabilmente, la popolazione più tenace, più intelligente e più tecnologicamente avanzata è la nostra più diretta antenata. Con i metalli, l’uomo migliora il suo stile di vita, costruisce strumenti più resistenti e comincia a conquistare nuovi territori a discapito di altre tribù.

A questo punto, in una precisa area territoriale, nascono e si sviluppano una serie di civiltà, caratterizzate da capacità di ingegno straordinarie: l’area in questione è il Mediterraneo e le civiltà che tratteremo sono la Sumerica, l’Assira, la Babilonese, la Minoica, la Micenea, la Greca e la Romana.

Perché nascono tutte nel bacino del Mediterraneo? Perché quest’area ha una caratteristica che vale ancora oggi: grandi risorse ma sparse in tutto il bacino, situazione che ha sempre costretto le popolazioni che lo abitavano a scambiarle tramite un fiorente commercio o a lottare per impossessarsene. Le civiltà del Mediterraneo iniziano a svilupparsi a partire dal 2500 a.C., popolano le coste di vie fluviali o marine perché l’acqua favorisce i contatti con popolazioni diverse, rappresenta un eccellente mezzo di trasporto di persone e di cose, permette di praticare la pesca.

Le prime civiltà nascono nel lembo di territorio compreso tra il Tigri e l’Eufrate, chiamato Mesopotamia per la sua collocazione o “mezzaluna fertile” per la sua forma. La ricchezza di piante permette di avere legno per la costruzione delle imbarcazioni, le coste sono fatte apposta per l'approdo delle navi, la pesca è abbondante, l’ingegno degli uomini permette di rendere fertili zone del tutto impervie e aride. Ingegno e fatica contribuiscono a fare la fortuna di queste popolazioni che smerciano i loro prodotti con altre popolazioni dell’entroterra, infinitamente più povere e bisognose. La stessa fertilità del suolo mesopotamico, privo di barriere, attira le popolazioni delle zone circostanti e porta a tentativi di conquista da parte di nuovi popoli.

I SUMERIPopolazione mesopotamica dedita all’agricoltura (il loro stesso nome deriva da Sumer

“terra coltivata”), si stabiliscono intorno al 3500 a .C. nella zona compresa tra le foci del Tigri e dell’Eufrate. Con un sapiente sistema di dighe e di canali, i Sumeri irreggimentano le acque dei fiumi e rendono i terreni fertilissimi. In più, sanno lavorare i metalli e produrre

oggetti in oro, argento, rame e ferro. La loro società è organizzata e divisa in arti e mestieri. Sono soliti scambiare le loro merci con altre provenienti anche da terre lontane. Inventano la ruota, il chiodo e l’aratro. Fondano grandi città come Ur, Uruk, Mari, Nippur e Lagash. Sono politeisti, cioè adorano più dèi e a esigenze religiose risale la nascita di una scrittura.

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Dispense di Storia dell’Arte a cura del Prof. Dario De Pasquale

I sacerdoti sumeri di Uruk, infatti, hanno il problema di contare le grandi quantità di oggetti immagazzinate nei t e m p l i . I n i z i a l m e n t e , rappresentano tali oggetti con dei pittogrammi ovvero disegni degli oggetti stessi. Nel tempo, tale sistema diviene gravoso e ingestibile, tanto da dover ricorrere a delle vere e proprie parole che si componevano per indicare quantità sempre maggiori. I simboli utilizzati somigliano a dei cunei, perciò la scrittura si dice cuneiforme. Questo lavoro, per la sua d iffico l tà e responsabilità, è affidato ad appositi funzionari detti scribi.

L’importanza di quest’attività è tale che gli scribi gestiscono un enorme potere decisionale sulla vita delle città-stato. Grazie alla scrittura, inoltre, possiamo conoscere buona parte della storia di questi popoli.

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Statuetta votiva di Eannatum, re di Lagash, ca 2600-2340 a.C.

Alabastro calcareo con lapislazzuli e madreperla, altezza 30 cm. Houston, Menil Collection.

Gudea, sovrano della città di Lagash intorno al 2200 a.C., qui

rappresentato come architetto del tempio cittadino, mentre tiene sulle ginocchia la tavoletta con

l’unità di misura (Parigi, Louvre)

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Dispense di Storia dell’Arte a cura del Prof. Dario De Pasquale

Abili costruttori, i Sumeri sono capaci di erigere mura di notevole altezza, case terrazzate, templi accessibili attraverso lunghissime scale chiamati ziggurat. Qui l’accesso è riservato solo ai sacerdoti, gli unici interpreti del pensiero delle divinità e più a stretto contatto con il cielo.

Le ziggurat sono architetture complesse, basate su numeri e calcoli, mentre nel resto d’Europa si vive ancora in uno stadio preistorico. Esse mediano il mondo umano e il mondo divino. Le strutture contengono botteghe, magazzini, forni per il pane, uffici amministrativi, sale di riunione e stanze reali, stanze per l'osservazione della volta celeste e, in sommità, il tempio che custodisce le enormi statue delle divinità. Di fronte a queste si trovano le piccole statue di uomini oranti, riconoscibili dalla postura rigida, dalle mani giunte e dagli occhi sgranati.

Grande importanza assume anche il famoso Stendardo di Ur, una piccola cassa lignea intarsiata che veniva portata in processione, composta da due pannelli suddivisi in tre fasce ciascuno, decorate con lapislazzuli, conchiglie, pietre in calcare rosso e madreperle. Dal basso verso l’alto possiamo notare delle processioni di uomini che trasportano merci e bestiame, indice di abbondanza e vitalità commerciale, mentre la terza fascia vede i notabili della società seduti di fronte all’autorità reale e accompagnati da musici.

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Dispense di Storia dell’Arte a cura del Prof. Dario De Pasquale

I BABILONESIDopo secoli di scontri tra le città sumeriche, fattore che indebolisce notevolmente il benessere e la stabilità politica delle città-stato stesse, una popolazione n o m a d e d e d i t a a l l a pastorizia, gli Amorrei, conduce continui attacchi contro i Sumeri. Anni di lotta si concludono con la r iappac ificaz ione e la fusione dei due popoli in uno: i Babilonesi, cosiddetti da babel, antico termine che significa “confusione”. In effetti, così alto è il numero di persone che e n t r a n e l l a c i t t à d i Babilonia e tanto diverse sono le loro lingue che, per e v i t a r e i l c o l l a s s o e l’anarchia, si decide di imporre delle ferree regole.

Il primo impero babilonese nasce intorno al 2000 a.C. e raggiunge il suo splendore sotto il governo del re Hammurabi. Il più famoso contratto sociale legato alla figura di questo sovrano è un codice, un insieme di regole scolpite su una pietra durissima ed esposto fuori dalle mura della città, accanto alla porta d’entrata.

Il secondo pannello, invece, ci parla di preparativi di guerra e di gruppi militari in rassegna di fronte al loro re. Dimostrano una grande devozione nei confronti dell’autorità reale e offrono un’immagine di forza e disciplina militare.

Questo lo stendardo nel suo insieme.

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Il codice di Hammurabi rappresenta il primo esempio di leggi scritte della storia. Esso è composto da 282 leggi che disciplinano il commercio, la proprietà, i prezzi, i salari e la famiglia. Le leggi sono scolpite in caratteri cuneiformi su una stele, il cui punto più alto vede la rappresentazione della consegna delle stesse leggi da parte del re Hammurabi al dio della giustizia Shamash. Il gesto evidenzia la volontà, da parte dell’autorità reale, di sancire l’origine divina delle leggi.

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���La stele è stata ritrovata a Susa (l’antica Sush dell’Elam, oggi Iran) nel 1901. Oggi è custodita al Louvre (Parigi).

Dispense di Storia dell’Arte a cura del Prof. Dario De Pasquale

Il regno di Hammurabi è datato tra il 1792 e il 1750 a.C.: abile condottiero e conquistatore riesce a sottomettere le antiche città-stato sumeriche per dar vita a un unico regno. Grazie alle opere pubbliche impiantate, soprattutto rivolte alla canalizzazione delle acque e a nuovi sistemi di irrigazione, Hammurabi garantisce benessere a tutta la sua popolazione e il suo impero è uno dei più vasti della storia.

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Testimoni di questa ricchezza sono i giardini pensili di Babilonia della regina Semiramide (VII sec. a.C.), circondati da possenti mura (da 6 a 24 metri di spessore), ai quali si accedeva tramite nove gigantesche porte. Oggi ne sono state portate alla luce quattro: quella dedicata alla dea Ishtar è rivestita con mattoni smaltati d'azzurro e bassorilievi raffiguranti tori, leoni e draghi con la testa di serpente (oggi Pergamon Museum, Berlino).

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