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CORSO “ALLENATORE DI BASE” - UEFA B UDINE, 2018 · 2020. 3. 20. · CORSO “ALLENATORE DI...

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CORSO “ALLENATORE DI BASE” - UEFA B UDINE, 2018 Il calcio di strada del 21° secolo Docente: Adriano Cadregari Corsista: Gabriele Mauro
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CORSO “ALLENATORE DI BASE” - UEFA B UDINE, 2018

Il calcio di strada del 21° secolo

Docente: Adriano Cadregari Corsista: Gabriele Mauro

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INTRODUZIONE

Di cosa stiamo parlando ?

Trattasi di un gioco di parole per nulla banale, della fusione di due termini che dovrebbero avere una stretta correlazione: FUN, divertimento, e NIÑO, bambino. Dal punto di vista tecnico, invece, è il gioco 3 contro 3 a 4 porte ideato da Horst Wein, il guru mondiale del calcio giovanile e ispiratore della famosissima Cantera del Barcellona. E’ conosciuto come “l'allenatore degli allenatori” e creatore, nel 1985, del “Calcio su Misura dei Bambini”, il primo programma di allenamento per i giovani calciatori commisurato sulla base dell’età degli stessi. Ecco alcune delle società che hanno aderito all’educazione alternativa offerta dal suo metodo: oltre alla Federazione Spagnola, che ha abbracciato il progetto sino a farlo diventare la sua Guida Ufficiale, anche Arsenal, Schalke 04, Leeds, Hoffenheim e St. Pauli. Ma soprattutto Valencia, Real Madrid e il già citato Barcellona, hanno plasmato le loro cantere sulla metodologia di Wein, medaglia olimpica d’argento nel 1980 come coach della Nazionale spagnola di hockey.

La Filosofia di Horst Wein

“Giocare a FUNiño significa segnare molti gol. I bambini non badano al risultato, rischiano, non hanno paura di sbagliare, anzi imparano dagli errori e si divertono, senza pressioni di nessun adulto, nessun istruttore. Il FUNiño è la rinascita del calcio di strada nel ventunesimo secolo”.

La sua ricetta base è a costo zero e punta l’indice sulla mentalità che deve accompagnare il calcio giovanile. Anzitutto bisogna vietare l'uso del termine “istruttori” e sostituirlo con “formatori”, che stimolano i giovani con domande precise a una scoperta del gioco, evitando di dare istruzioni e fornire soluzioni ai ragazzi.

Secondo Horst, poi, è necessario ragionare di calcio su misura del bambino sia sotto il profilo fisico sia intellettivo. I bambini devono giocare il calcio con la palla e non contro la palla, senza l’assillo del risultato. Occorre insegnare a familiarizzare con il campo, a cooperare e coprire gli spazi vuoti per sviluppare l’abilità a occupare sempre la posizione migliore. Ai più piccoli, inoltre, la presenza di una sola porta di fronte a sé genera la percezione del tunnel: sono indotti a puntare verso l’unica direzione possibile. Al contrario, il metodo suggerito per la fascia dai 7 ai 9 anni è una sfida anomala, 3v3 con quattro porte, in modo da stimolare l’istinto naturale e la capacità di adattarsi divertendosi.

Questo è il primo di 5 livelli del gioco che variano con l’età… La prima variazione avviene all’età di 10 anni, quando si dispongono le solite quattro porte su un campo di 20×40 metri e si gioca 5 contro 5 (FORMiño). Dopo sei mesi si adotta per la prima volta la porta centrale. Nel frattempo ogni bambino si sarà abituato a utilizzare l’intero spazio a disposizione e di questo ne gioverà nella visione di gioco. Tra gli 11 e i 12 anni ci si sfida 7 contro 7. Il primo schema si produce a 13 anni, con otto giocatori per squadra disposti con tre difensori e quattro attaccanti oltre al portiere, che si affrontano nello spazio compreso tra le aree del campo regolamentare.

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LE DOMANDE CHIAVE PER UN ALLENATORE DI BAMBINI

Cosa vogliono maggiormente i bambini di 7-9 anni che giocano a calcio ? - Avere la palla - Dribblare - Segnare dei gol - Mostrare le proprie abilità - Essere ammirati

Cosa NON vogliono i bambini di 7-9 anni che giocano a calcio ? - Giri di campo (corsa senza palla) - Esercitazioni - Troppe istruzioni

Quali sono i principali elementi di Motivazione per i bambini di 7-9 anni che giocano a calcio ?

Il FUNiño rappresenta tutto questo…

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FATTORI PRIMARI FATTORI SECONDARI

IL GIOCO ALTRI

Divertimento Allenatori

Miglioramento Genitori

Coinvolgimento Altri Adulti

Sperimentazione

Indipendenza

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REGOLAMENTO

Campo di gioco e Numero di giocatori Si gioca in un campo da 20-25 x 30 metri. In ciascuna linea di fondo sono disposte 2 porte di 2 metri di larghezza e 1 metro di altezza, distanti tra loro almeno 12 metri. A 6 metri dalla linea di fondo si crea la linea di demarcazione dell’area di rigore. Una rete è valida quando il pallone attraversa completamente la linea di una delle due porte con un tiro effettuato dall’interno dell’area. Una squadra è formata da 4 giocatori, 3 in campo e uno in panchina. Dopo ogni rete entrambe le squadre effettuano una sostituzione a rotazione.

Regole di Gioco Un giocatore non può: - Stare fuori dal gioco - Toccare il pallone con le mani - Posizionarsi davanti ad una delle porte per più di 3 secondi - giocare violentemente o

pericolosamente

Sanzioni - Calcio di punizione indiretto (per i falli commessi fuori dalla propria area di rigore ai danni di un

avversario): si può scegliere se passare ad un compagno o partire in conduzione. - Rigore (per i falli commessi nella propria area di rigore ai danni di un avversario): attacco libero

con partenza da centrocampo da parte di un giocatore della squadra che ha subito il fallo contro 2 giocatori della squadra avversaria che si posizionano a 5 metri di distanza dietro all’avversario. Al fischio dell’arbitro tutti i giocatori possono partire dalla propria posizione, i difensori per difendere le due porticine o per recuperare la palla, l’attaccante per fare gol.

- Corner: si batte come una rimessa laterale in prossimità della linea dell’area di rigore - Rimessa dal fondo o laterale: si batte dal limite dell’area oppure dal punto laterale dove la palla

è uscita e si rimette in gioco con un passaggio o con la conduzione libera.

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ASPETTI TECNICO - TATTICI

Con una struttura di gioco di questo tipo aumentano notevolmente i tocchi di palla di ciascun giocatore, maggiore è il coinvolgimento nell’azione e la cooperazione tra compagni diventa necessaria, dovendo difendere due porte e poterne attaccare altrettante. In questo senso il ragazzo non è “costretto” a focalizzarsi su un unico obiettivo (l’unica porta) ma ne viene allenata la visione periferica di gioco, il cervello rimane costantemente attivo per una rapida lettura, in tempo reale, delle azioni difensive e offensive: avere due obiettivi da attaccare con tre difensori significa che un obiettivo è solitamente meno difeso; questo significa che c’è sempre un'opzione migliore disponibile. Inoltre, il FUNiño ricrea le situazioni di gioco fondamentali (come l’1v1 e il 2v1) e permette al giocatore di avere più opportunità per sviluppare la sua creatività. La semplicità del gioco, poi, permette ai giocatori di acquisire esperienza sia in difesa che in attacco. Il gioco non impone la definizione di ruoli e si caratterizza per continue transizioni. Infine, grazie al ridotto numero di giocatori in campo per ogni squadra, l’intensità è molto alta e i giocatori sono costretti a partecipare più attivamente al gioco, di conseguenza si stancano maggiormente, questo li obbliga a cooperare di più con i compagni e indirettamente a passarsi di più il pallone (anche al meno abile).

In attacco il FUNiño permette di sviluppare la concezione dell’apertura del gioco sulle fasce, del cambio di campo e di gioco, della ricerca dello spazio vuoto e della verticalizzazione. Si segna solo dentro l’area, vietati i tiri dalla distanza, le giocate di squadra sono quelle che portano al gol. Giocando in 3, poi, si hanno sempre due soluzioni di passaggio. Si segna tanto, si festeggia, si esulta e il gioco riparte immediatamente. Chi difende invece migliora sotto l’aspetto della velocità, impara a prevedere mosse a sorpresa, escogita la miglior posizione in campo per sventare le minacce delle squadre avversarie. E, soprattutto, aumenta la predisposizione al gioco difensivo di squadra: si cresce non (solo) come singoli, ma come reparto. Inoltre, il posizionamento a triangolo dei tre giocatori permette di scoprire il pressing, la copertura e l’equilibrio. Anche in questo caso, quando si subisce il goal, viene inculcata nei giocatori l’idea di ripartire subito rialzando la testa.

In riferimento alle regole di gioco, è possibile evincere che ogni calciatore si muove in modo continuo (smarcamento) e collabora attivamente con i compagni di squadra, manifestando nell'azione realizzata una sorta di "moto continuo" che richiede, a livello metabolico, un buona dose di energia. Utile, quindi, come da regolamento, la sostituzione ad ogni goal segnato (o subito) per dare ai giovanissimi calciatori "intermittenza allo sforzo" e la possibilità di recuperare energia. Le regole e gli spazi di gioco proposti vanno a incrementare il consumo energetico complessivo; al "carico metabolico" si aggiunge, quindi, il "carico cognitivo”.

L’atteggiamento globale di una squadra abituata al FUNiño, evidenzia movimenti basati su "tempi e modalità corrette" allo scopo di : - sfruttare l'ampiezza del terreno di gioco in fase di possesso palla; - restringere gli spazi in fase di non possesso palla, sia sul portatore che sugli appoggi, andando a

"chiudere le linee di passaggio”; - dare uno scopo preciso al movimento collettivo (il movimento di uno richiama il movimento dei

compagni); - adattarsi in modo naturale allo spazio e all'uso delle varianti; - non risparmiarsi fisicamente; - velocizzare l'azione una volta conclusa quella precedente; - ricercare giocate "difficili" tipo il passaggio filtrante.

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CONFRONTO CON IL CALCIO A 7 (PULCINI)

“Il Calcio a Misura dei Ragazzi - Volume 1: sviluppare l’intelligenza di gioco fino ai 9 anni”. Horst Wein, Edizioni Mediterranee.

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FUNiño CALCIO a 7

Si sviluppa la visione di gioco, attaccando sempre la porta meno difesa e sfruttando tutta la larghezza del campo.

Si gioca preferibilmente nella parte centrale del campo perché i bambini non sono convinti del bisogno di aprire il gioco verso le fasce laterali.

A causa di una maggiore disponibilità di tempo e spazio i bambini sanno passarsi il pallone fino a trovare uno spazio per la penetrazione verso la porta non difesa. Presentandosi le stesse situazioni di gioco con frequenza, il bambino tende ad apprendere velocemente.

A causa di un numero elevato di giocatori e per la presenza di una sola porta dove attaccare, si impara meno in fretta.

Il bambino tocca il pallone con delicatezza ed impara a dominarlo. Non butta via il pallone per evitare situazioni pericolose, ma preso impara a trattenerlo.

Spesso i bambini buttano via il pallone con molta potenza e poca precisione.

I bambini si dispongono spesso in formazione triangolare, sia in difesa che in attacco, cosa che facilita il gioco di appoggio.

il gioco di posizione, sia in attacco che in difesa, si sviluppa secondo le indicazioni del formatore. I bambini, generalmente, obbediscono solamente.

Non si gioca in posizione fisse, ogni bambino partecipa alla fase di attacco e di difesa.

Si osserva, generalmente, una divisione tra attaccanti e difensori.

Ogni giocatore ha la possibilità di segnare più volte in una partita, e questo lo motiva. Il bambino è protagonista. Si segnano molti gol.

Si segnano pochi gol e sono pochi i bambini che riescono a segnare.

Il gioco esige una continua partecipazione fisica e mentale perché il bambino riceve il pallone molte più volte che nel calcio a 7.

Il bambino partecipa con meno frequenza al gioco ed ottiene meno successi nelle sue giocate.

Il gioco dei “non tanto bravi” è fondamentale per ottenere un buon risultato di squadra.

I giocatori “più deboli” hanno meno possibilità di partecipazione.

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ASPETTI PSICOLOGICI

Un altro elemento fondamentale del metodo Wein è il rapporto allenatore-giocatore: i formatori non sono educati a suggerire (per non dire urlare da bordo campo) ai ragazzi cosa fare ma insegnano loro a capire cosa fare, li accompagnano alla consapevolezza di eseguire precisi gesti tecnici e a mettere in pratica situazioni tattiche in funzione alle loro carenze, instillando nella memoria a lungo termine del ragazzo la soluzione al problema.

Analisi del profilo Emotivo Questa analisi è stata effettuata in occasione del FUNiño Festival di Monza del 2014.

Per un ragazzo, durante il gioco, è fondamentale saper mantenere un adeguato controllo delle proprie emozioni. Questo favorisce la sua capacità di concentrazione e di gestione dello stress, conseguentemente ad episodi sia individuali che collettivi.

Un’attenta osservazione durante lo svolgimento del FUNiño ha evidenziato quanto segue: - elevata frequenza di atti di sostegno emotivo per il compagno di gioco come incoraggiamento

dopo un errore; - la presenza di gesti di entusiasmo medi ma tuttavia presenti dopo una rete. Da considerare che

il FUNiño non dà tempo per festeggiare grazie proprio alla sua rapidità nell’esecuzione; - analoga bassa frequenza di atti di delusione e sconforto dopo un gol subito. Il ritmo non

concede tempo per gesti di frustrazione, che tuttavia sono ampiamente ridotti anche grazie alla facilità di inserimento dei bambini in fase offensiva (alta probabilità di segnare);

- la presenza di alta aggressività positiva globale nei bambini (attaccare lo spazio, pressare l'avversario, intervenire con decisione nei recuperi della palla);

- modesta aggressività negativa (fallo di frustrazione, scontri verbali); - indici motivazionali costanti nel tempo. I bambini dimostrano grande propensione alle attività,

nonostante l'assenza di pressioni esterne e motivazioni estrinseche (risultati, classifiche). Il desiderio di giocare e stare in campo, di entrare in sostituzione di una compagno sono presenti con regolarità.

Analisi del profilo Cognitivo Questa analisi è stata effettuata in occasione del FUNiño Festival di Monza del 2014.

Un bambino che si muove in un campo da calcio può farlo attraverso un utilizzo adeguato dell'attenzione, la quale favorisce un'analisi complessiva della situazione facilitando sia il problem solving che la sua capacità di limitare l'errore (spesso causato sia da una mancanza di concentrazione che da una negativa gestione degli stati emotivi). Da questo punto di vista, l'osservazione dei ragazzi durante il FUNiño ha dimostrato, nonostante alcune soggettività: - la presenza di un'elevata attenzione complessiva durante il gioco; - un grande e costante sforzo nell'individuazione di soluzioni in autonomia per quanto concerne la

capacità di adattamento, apprendimento, individuazione dello spazio di inserimento del compagno;

- una frequenza di errore contenuta per il ritmo e volume di gioco imposto dal FUNiño, favorita proprio dal problem solving evidenziato.

L’autonomia è il pilastro su cui costruire il gioco del FUNiño. Essa determina la possibilità di iniezioni significative di coraggio, il quale a sua volta, produce nuove forme di autonomia, consapevolezza dei propri mezzi ed autoefficacia che possono risultare fondamentali nelle prestazioni degli stessi giovani calciatori nelle dinamiche e spazi di gioco classici per il gioco del calcio.

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LA SITUAZIONE DI GIOCO: IL RUOLO DEI NEURONI SPECCHIO

“E’ solo l’esperienza maturata giocando che determina negli atleti la possibilità di migliorare sia la comprensione delle interazioni con i compagni, utile per perfezionare le collaborazioni tattiche, e sia la comprensione delle interazioni degli avversari, utile per controbattere le loro iniziative.”

Come le Neuroscienze danno una mano a giocare con i piedi, Capanna Riccardo, 2016.

Tramite modelli di apprendimento situazionali, oppure tramite esercizi funzionali a ricercare collegamenti fra giocatori, si attiva una classe di neuroni che consentono l’attuazione di programmi motori generati da elaborazioni in parallelo delle aree sensitive, associative e motorie del cervello: i cosiddetti “neuroni specchio”. Questi neuroni si attivano quando un soggetto compie un’azione con una determinata finalità e quando osserva la stessa azione compiuta da un altro individuo. I programmi motori attivati dai neuroni specchio, infatti, sono creati per raggiungere uno scopo, sono dunque funzionali ad una situazione complessa. L’esercizio analitico separa il “modo di fare qualcosa” dallo “scopo per cui si fa quella cosa”. Questo permette un apprendimento per lo più codificato di determinate gestualità, che difficilmente potrà essere riprodotto in partita.

“La presenza di neuroni che “leggono” l’ambiente e “prescrivono” specifici tipi di azioni, specifici modi di eseguirle e specifici tempi di attivazione, permette di capire quanto sia importante proporre in allenamento delle esercitazioni eseguite con la medesima organizzazione spaziale e con le spese problematiche tecniche e tattiche riscontrabili in partita.”

Come le Neuroscienze danno una mano a giocare con i piedi, Capanna Riccardo, 2016.

Il FUNiño è anche questo: gioco in un contesto di gara. Ricrea delle situazioni che poi si possono verificare in partita, permettendo ai bambini che lo praticano di sperimentare, imparare a leggere le diverse situazioni e riconoscere ciò nella partita, il tutto in un contesto di divertimento e libertà.

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LA MIA ESPERIENZA

Concludo questa tesi portando quella che è l’esperienza che ho vissuto, specialmente nell’ultimo anno (stagione 2017/2018), in relazione all’utilizzo del FUNiño come “strumento” principale del mio allenamento.

SEDUTA DI ALLENAMENTO

La sua collocazione all’interno della seduta di allenamento è totalmente libera: può rappresentare il gioco finale con cui concludere l’allenamento così come può essere inserito nella parte centrale. Io, personalmente, trovo molto utile il suo impegno come gioco iniziale (soprattutto sotto forma di torneo), per due motivi principali.

1. Permette di creare un clima sereno e una giusta motivazione fin da inizio allenamento rendendo più facile mantenerla poi per tutta la seduta;

2. Osservando attentamente il gioco espresso dai bambini nella prima fase è possibile evidenziare alcune “problematiche” che poi possono essere corrette attraverso degli altri giochi nel proseguo dell’allenamento, rendendo la seduta più efficace.

IL GIUDIZIO DEI BAMBINI

A supporto di quanto detto finora, ho deciso di sottoporre i bambini della mia squadra (A.s.d. Bibione Calcio) ad una sorta di sondaggio in cui chiedevo loro di valutare il FUNiño con uno dei seguenti Emoji e di fornirmi una motivazione al loro voto. La mia squadra è composta da 16 bambini nati nel 2008 e 1 bambino nato nel 2009.

CONCLUSIONI

La filosofia di Horst Wein prima e il FUNiño poi, hanno rappresentato per me un punto di svolta nel fare calcio con i bambini. Il FUNiño rappresenta per me uno strumento fondamentale per l’insegnamento del calcio nella categoria Pulcini e per far divertire i miei ragazzi. Crea motivazione e divertimento, incentiva la scoperta e mette l’accento sulla collaborazione. Facilita la vita all’allenatore e arricchisce quella del bambino.

“Per far felice un bambino bastano un pallone e un Maestro che si ricordi di essere stato bambino”.

NUMERO BAMBINI MOTIVAZIONE

🤩 14

- E’ divertente - Si segnano tanti gol - E’ bello iniziare

l’allenamento con il Funiño

😄 3 - Preferisco la partita con il campo grande e i portieri

😐

😩

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