DAL CONGRESSO DEI PEDIATRI INFETTIVOLOGI
L'otite media è più frequente anche nei bimbi che frequentanoun nido o la materna; che cosa fare quando il problema non si risolve
MILANO - Praticamente tutti i
bambini con meno di tre anni
hanno dovuto fare i conti almeno
una volta con il mal d'orecchio.
L'otite media è infatti uno dei
problemi più comuni fra i piccoli,
ma i pediatri riuniti a Firenze per
il Congresso della Società Italiana
di Infettivologia Pediatrica avvertono: esistono diversi fattori di
rischio per l'otite che possono essere modificati per ridurre
l'incidenza dell'infezione.
FATTORI DI RISCHIO – I principali elementi che possono
influenzare il rischio di mal d'orecchio sono la frequenza del nido
o della scuola dell'infanzia, l'esposizione al fumo passivo, l'uso
del ciuccio e l'allattamento artificiale. «Non frequentare il nido,
secondo alcuni studi, può evitare un episodio di otite su cinque –
spiega Paola Marchisio del Dipartimento di Scienze Materno-
Infantili dell'università di Milano –. Anche adeguate misure
igieniche nelle scuole materne, come un accurato lavaggio delle
mani o l'uso di soluzioni alcoliche, può ridurre di poco meno del
almeno tre mesi riduce il rischio del 13 per cento, se si prosegue
fino a sei mesi la probabilità di otiti cala del 50 per cento, con un
effetto protettivo che si mantiene per tutto il primo anno di vita.
incremento del rischio del 30 per cento». Allo stesso modo,
non solo). Il vaccino antinfluenzale invece sembrerebbe
proteggere i bambini dalle otiti: un “effetto collaterale” della
vaccinazione che i pediatri giudicano degno di nota soprattutto
nei piccoli in cui il problema si presenta molto spesso.
OTITI RICORRENTI – Il vero guaio sono infatti le otiti che
non passano o si ripresentano di frequente, quattro volte in un
anno o anche tre o più volte in appena sei mesi. Quando l'otite
torna entro breve tempo da un primo episodio, in due casi su tre
è per colpa di batteri che stanno nel naso o nella faringe, diversi
da quelli che hanno provocato il primo mal d'orecchio: per
25/01/2013 13.55
cento ancora dopo due mesi e in uno su tre persiste a tre mesi. È
più probabile che accada nei bambini piccoli, che impiegano più
tempo a risolvere completamente un'otite, ma deve essere
considerato una normale evoluzione dell'infiammazione
dell'orecchio». Non ci si deve preoccupare quindi, almeno finché
non tornano i sintomi: in questi casi è opportuna una visita
specialistica per individuare la cura più adatta, che elimini
dall'orecchio ma anche dalle sue vicinanze tutti i batteri che
possono provocare otiti.
Elena Meli
25 gennaio 2013 | 11:49
curare bene l'otite, quindi, bisogna scegliere una terapia che
eradichi anche questi germi respiratori. In genere il disturbo
migliora in 48-72 ore dall'inizio degli antibiotici, che spesso sono
tuttora la prima scelta terapeutica (in un caso su quattro la
prescrizione di antibiotici nei bambini dipende proprio da
un'otite); tuttavia, soprattutto nei bambini che hanno una
familiarità per le otiti o manifestano anche la febbre, e in
particolar modo nei piccoli con meno di due anni, può capitare
che i sintomi proseguano anche dopo tre giorni. «I fallimenti
terapeutici sono strettamente correlati all'uso di molecole
incapaci di eradicare il germe responsabile dell'otite: è
essenziale una buona diagnosi e una scelta dell'antibiotico
adeguato, in caso contrario la probabilità di non riuscire a
risolvere il problema può arrivare anche al 60 per cento – dice
Marchisio –. Bisogna poi sottolineare che la scomparsa dei
sintomi e dei segni di infiammazione, che si ha talvolta anche
senza ricorrere agli antibiotici, non è per forza segno di
guarigione completa dell'orecchio medio: in una percentuale non
irrilevante l'essudato segno di infezione batterica rimane per
Otite nei bambini, più a rischio con ciuccio e latte artificiale
In chi usa il ciuccio con continuità, invece, è stato dimostrato un
anche il fumo passivo respirato dai bimbi fa male all'orecchio (e
30 per cento i casi di otite media. Allattare al seno il bimbo per
per settimane o mesi dopo l'episodio. I dati indicano che circa
sei bambini su dieci lo hanno dopo quattro settimane, il 46 per
ciuccio con continuità,
fumo passivo
Allattare al seno