Mensile - Poste Italiane Spa - Sped. in a.p. 70% - d.c.b. - ud - direttore responsabile bRuNO RAZZA
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Organo ufficiale del
comitato Regionale
dei collegi
dei Geometri e
Geometri laureati del
Friuli Venezia Giulia
EDILIZIA - CERAMICHE - FERRAMENTA
in primo pianoil calorecaminetti
SEDE
TALMASSONS (UD)
via cesare battisti, 21tel. 0432 76 60 29 fax 0432 76 60 41
FILIALE - SHOW ROOM
POZZUOLO DEL FRIULI (UD)
via IV Genova, 30tel. 0432 66 53 52fax 0432 66 53 93
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Indice4 EditorialE
Le proroghe delle scadenze, non devono coprire la nostra professionalità di Bruno Razza
8 ProFESSioNE STOP alla firma elettronica dell’Agenzia del Territorio di Filippo Bisaro
10 Accreditamento dei tecnici abilitati alla certificazione VEA di Lucio Barbiero
14 “Il mediatore per la conciliazione”, una figura professionale propria del Geometra di Renzo Fioritti
16 EdiliZia Il progetto, nella conformità urbanistica, va assentito anche se non piace di Marilisa Bombi
18 Un asilo d’avanguardia in Regione di Iacopo Chiaruttini
24 FiSCo Gli studi di settore e la fiscalità, nell’attuale crisi economica che attraversiamo di Angelo Bortolus
26 SiCurEZZa News in materia di Sicurezza di Antonio Tieghi
34 attiVita' dEl CollEGio di GoriZia Fabbricati nascosti e Pregeo 10 di PierGiuseppe Sera
38 attiVità dEl CollEGio di PordENoNE Il convegno sul fascicolo tecnico di manutenzione di Antonio Tieghi
EDILIZIA - CERAMICHE - FERRAMENTA
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TALMASSONS (UD)
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Le proroghe delle scadenze, non devono coprire la nostra professionalitàa volte sogniamo norme più chiare, procedure più semplici e tempi infiniti per poter accatastare con calma l’edificato
di Bruno razza
Il direttore di DGBruno Razza
Editoriale
All’interno della nostra categoria, c’è
una grande incertezza in merito agli
accatastamenti da fare, con scadenze,
con sanzioni, per fabbricati rurali oppu-
re ordinari, costruiti legittimamente o
meno, sanabili o non sanabili urbanisti-
camente e così via.
Ognuno di noi vorrebbe poter lavorare
con una normativa chiara e soprattutto,
per evitare problemi e responsabilità
che magari più di qualcuno desidere-
rebbe evitare, trincerarsi dietro una
norma puntuale ed indiscutibile.
Ma come ben si può capire, questo non
è possibile e soprattutto, richiederebbe
di sicuro una nuova sanatoria edilizia,
di cui nessuno in parlamento, ha il co-
raggio e la voglia di parlare, temendo
di essere tacciato di “condonismo” o
peggio, di voler aiutare gli evasori e gli
abusivisti di qualunque ordine e grado.
I problemi degli accatastamenti, dob-
biamo studiarli, conoscerli e trasformar-
li in opportunità, in occasione di attività
professionale qualificata e competen-
te, attivando tutto il nostro sapere, le
nostre conoscenze normative tecniche
e di legge, la conoscenza del territorio,
dei luoghi, delle persone e dei dettagli
di ogni singolo caso.
In questo lavoro, la casistica è enorme
e non può essere stabilità un’unica pro-
cedura standardizzata, proprio perché
ogni caso presenta aspetti particolari e
diversi l’uno dall’altro.
Siamo noi che come tecnici specializ-
zati del settore, dobbiamo essere in
grado di affrontare al meglio ogni tipo-
logia che ci si presenta, indicando, pro-
ponendo ed eseguendo, le procedure
più corrette, nell’interesse certamente
del committente, ma nella consapevo-
lezza di rispettare le normative di set-
tore, mettendo in campo tutta la pro-
fessionalità, la tecnica e l’etica, che poi
traspariranno e saranno proprie di un
lavoro “fatto bene”.
Il principio fondamentale da tenere in
primo piano in ogni decisione tecnica
che ci tocca assumere nell’espleta-
mento degli incarichi per l’accatasta-
mento di fabbricati nascosti, rurali, ex
rurali, modificati, ecc., è quello della
corrispondenza tra edificato, assentito
ed accatastato.
Per questo è necessario attivare ogni
procedura possibile, identificando tut-
te le strade percorribili per accatastare
convenientemente e con precisione,
senza farci prendere dal panico per gli
abusi edilizi e/o per le scadenze impel-
lenti e le sanzioni pecuniarie pesanti.
A corredo dell'articolo inseriamo due foto d'epoca, scattate a
Prosenicco di Taipana il 14 maggio 1934
che ci mostrano le imprese di una
squadra di rilevatori catastali.
Le foto ci sono state gentilmente
inviate dal geometra Massimo Falomo.
segue a pag. 6
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Non si tratta soltanto di conoscere
DOCFA e PREGEO, come tanti comu-
nemente pensano. Si tratta di posse-
dere un ben altro livello di conoscenza
e competenza, che di certo tutti noi
possiamo avere e che altrettanto cer-
tamente, tanti di noi già hanno.
E’ indispensabile la conoscenza dei
luoghi, delle persone, dell’urbanisti-
ca, delle norme, delle consuetudini,
dell’edilizia e dei processi edificatori
concretizzatisi sul territorio, del possi-
bile sviluppo edilizio, delle condizioni
sociali e tecniche, ma soprattutto, delle
motivazioni e delle necessità.
Per poter svolgere qualunque attività
tecnica però, la cosa più importante
da conoscere è lo scopo per il quale
la stessa attività è richiesta ed è que-
sto scopo che dobbiamo avere sempre
come obiettivo, per conseguire nel
modo più opportuno, il risultato neces-
sario. Si devono confrontare le proce-
dure e le norme vigenti, con i tempi e le
modalità di costruzione degli immobili
che dobbiamo accatastare e con le loro
più recondite motivazioni. Poi si deve
rilevare esattamente lo stato di fatto,
disegnarlo e con questo, si debbono
eseguire tutte le verifiche e le analisi
del caso. Dopo di ciò, si comprendono
le epoche delle costruzioni, l’esistenza
o meno dei documenti autorizzativi, la
loro necessità, la possibilità reale di po-
ter ottenere varianti e/o sanatorie e le
relative autorizzazioni comunali; si pos-
sono fare le valutazioni dei costi e delle
concrete possibilità di mettere tutto a
posto e si deve discutere e condivide-
re con il cliente il rapporto costi/benefi-
ci dell’intera operazione.
Così si potrà serenamente decidere as-
sieme la fattibilità di sanatorie, di prati-
che comunali, l’esito di varianti, l’otte-
nimento di certificazioni e dichiarazioni
o se del caso, anche la doverosità di
ricorrere alle demolizioni che potrebbe-
ro essere indispensabili.
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Didascalia
Rubrica????????
titolotitoloSottotitolodi
E’ chiaro che per un fabbricato costru-
ito prima del 1942, non c’è bisogno
nemmeno di sapere se sia stato au-
torizzato, così come è chiaro che se un
fabbricato è stato edificato tra il 1942
ed il 1967 (per poter fare legittimamen-
te l’atto per il trasferimento dei diritti)
è indispensabile sapere se sia stato
autorizzato, ma non è necessario pro-
durre il relativo documento.
Si tratta di conoscenze e consulenze
che dobbiamo produrre noi, in fun-
zione dello scopo per il quale stiamo
lavorando. Non dobbiamo lavorare uni-
camente per assolvere un’incombenza
in scadenza alla bell’è meglio, ma dob-
biamo lavorare con grande attenzione
e professionalità, senza mettere in dif-
ficoltà il cliente e senza sconfinare nel-
le imprecisioni, nelle approssimazioni
tecniche o peggio, nell’illegalità.
Se scopriamo in un immobile autoriz-
zato, la presenza di modifiche interne
non assentite, sappiamo bene che
queste non sono di livello grave qua-
si ovunque, contrariamente invece ad
un’eventuale costruzione abusiva ubi-
cata in un zona urbanisticamente tute-
lata e protetta paesaggisticamente.
Deve inoltre venirci incontro anche
il cliente, il quale sa di certo cosa ha
fatto (più o meno legittimamente) con
i suoi fabbricati e noi dobbiamo saper
consigliare il da farsi, prima di procede-
re con l’accatastamento mancante ed
oggi, obbligatorio.
Non dobbiamo nemmeno preoccupar-
ci troppo delle scadenze e delle conse-
guenti sanzioni, se i ritardi e le difficol-
tà non dipendono da noi, ma dobbiamo
avere la consapevolezza dell’esistenza
delle norme, delle scadenze e delle
sanzioni ed abituarci a convivere sere-
namente con queste problematiche, e
gestirle al meglio. Oggi il governo ci ha
concesso tre mesi di proroga per gli ac-
catastamenti, ma non dimentichiamoci
che in Italia esistono proroghe in que-
sta materia, che continuano dal 1985
ad oggi e ciò nonostante, gli accatasta-
menti non sono stati ancora ultimati.
Per cui, è indispensabile che faccia-
mo il nostro lavoro senza confidare
in proroghe sempre più improbabili
ed immotivate, nel rispetto del nostro
cliente, delle norme e della nostra pro-
fessionalità.
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Filippo Bisaro
STOP alla firma elettronica dell’Agenzia del Territorioal via la firma digitale per ogni Geometra
di Filippo Bisaro
Professione
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dall’Agenzia, comporterà che in sostitu-
zione, ognuno di noi dovrà possedere
la propria firma digitale, la quale tra l’al-
tro, servirà non solo per sottoscrivere
le pratiche catastali, ma anche qualun-
que altra documentazione per cui la fir-
ma digitale sia ammessa e/o prescrit-
ta; dunque si tratta in ogni caso, di uno
strumento di lavoro indispensabile ed
ormai sempre più necessario.
Il nostro Consiglio Nazionale, per veni-
re incontro alle necessità dei Geometri,
ha stipulato un’apposita convenzione
con la società Aruba per il rilascio della
Firma Digitale, con validità di 5 anni. La
convenzione con Aruba (scaricabile dal
sito del Consiglio Nazionale) prevede
che la Firma Digitale per gli iscritti, con-
tenga anche i dati di iscrizione all’Albo
di ognuno.
Quindi si tratta di una firma certificata
e completa, poiché comprende il co-
siddetto “certificato di ruolo”, il quale
costituisce per il professionista che
firmerà i propri atti e per l’Ente che li ri-
ceve, un vero e proprio attestato di re-
golare posizione di iscrizione all’Albo.
Il singolo iscritto che intende dotarsi
del Kit di Firma Digitale attraverso il
sito della Cassa di Previdenza - Area
Riservata – oppure direttamente dal
Come già più volte annunciato anche
da queste pagine, si ricorda ai colleghi
interessati, che il prossimo 13 marzo,
scadranno le firme elettroniche rilascia-
te dell’Agenzia del Territorio, che molti
di noi oggi usano per la sottoscrizione
dei modelli unici informatici catastali
trasmessi per via telematica.
Ciò deriva da una scelta dell’Agenzia
ed in generale di ogni Amministrazione
Pubblica, per l’uniforme gestione dei
processi abilitativi ai servizi telematici,
che è quella di adottare la firma digita-
le, come valida e certificata modalità di
sottoscrizione degli atti.
Per quanto riguarda l’Agenzia del Terri-
torio, la scelta risale al provvedimento
del Direttore del 26 ottobre scorso,
riportato anche da apposita circolare
(prot. n° 1161 del 24 novembre 2010)
del nostro Consiglio Nazionale, visio-
nabile sul sito dello stesso, entrando
nella sezione CIRCOLARI CNG in alto
a dx e successivamente, cliccando su
“Sottoscrizione modelli unici informati-
ci trasmessi per via telematica da parte
dei professionisti abilitati alla presenta-
zione telematica dei documenti di ag-
giornamento catastale”.
La scadenza della firma fornita
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sito di ARUBA www.pec.it/FirmaDi-
gitale_Convenzioni.aspx , troverà una
pagina WEB dedicata dove dovrà re-
gistrarsi indicando il Codice Offerta
FDGEO5167, scegliendo il Collegio
di appartenenza e poi proseguendo,
compilando il modulo di richiesta, ri-
spondendo al formulario.
Successivamente l’iscritto, dovrà pro-
cedere al pagamento secondo le for-
mule previste da Aruba; al termine
dell’operazione, dovrà stampare il mo-
dulo e firmarlo. La Certification Autho-
rity (Aruba), sulla base dei dati inseriti
dal Geometra, provvederà alla genera-
zione del Kit di Firma Digitale ed alla
spedizione del medesimo al Collegio
di appartenenza del richiedente. Una
volta trascorso il periodo di tempo in-
dicato nella richiesta, l’iscritto potrà re-
carsi al Collegio con la copia originale
del suddetto modulo, per il ritiro del
proprio Kit.
L’importanza per ognuno di noi è evi-
dentissima nella realtà odierna della
nostra professione. Infatti, si tratta
non solo di uno strumento funzionale
alle pratiche catastali che ormai nor-
malmente vengono trasmesse per via
telematica, ma di una necessità gene-
rale e complessiva nell’esercizio della
professione per il un prossimo futuro,
dove si firmeranno digitalmente anche
le pratiche edilizie, le consulenze tecni-
che, le stime, le cerificazioni e tutte le
dichiarazioni tecniche.
Le nostre pratiche saranno sottoscritte
in forma digitale sempre più spesso.
Basti pensare alla prossima definizione
del MUDE, modello unico digitale per
l’edilizia, nel quale in forma informatica
e per via telematica, confluiranno tutte
le pratiche relative alle costruzioni, dai
progetti, ai collaudi, alle certificazioni,
alle autorizzazioni, per finire con le agi-
bilità e gli accatastamenti.
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Lucio Barbiero
Accreditamento dei tecnici abilitati alla certificazione VEA ricorso al tar contro la regionedi lucio Barbiero
I nostri quattro Collegi Provinciali, assie-
me a quelli dei Periti Industriali, hanno
presentato con l’apporto degli Avvoca-
ti Mengotti e Zgagliardich di Trieste, al
Tar del Friuli Venezia Giulia, ricorso per
l’annullamento, previa sospensiva, del-
la deliberazione della Giunta Regionale
del Friuli Venezia Giulia n° 1589/2010.
Come noto, con detta deliberazione
era stato approvato il regolamento che
fissava il sistema di accreditamento
dei soggetti abilitati alla certificazione
VEA Regionale.
Delle problematiche attivate da que-
sta deliberazione, abbiamo già detto
ampliamente anche su queste pagine,
specialmente sulla obbligatorietà per
gli aspiranti certificatori, di partecipare
a corsi specialistici, condizionanti pe-
santemente e limitativi, oltrechè del
tutto inadeguati ed inoltre, sulla conse-
guente tacita limitazione delle compe-
tenze professionali di soggetti tecnici,
per altro già abilitati.
Da un primo incontro con il Consigliere
Regionale Alessandro Colautti, lamen-
tando l’evidente dissenso dell’intera
categoria e la palese inadeguatezza
della norma, si era già ottenuto un pri-
mo risultato, che era stato quello di ot-
tenere il differimento dell’entrata in vi-
gore del protocollo VEA al 31/10/2011.
Poi ulteriori incontri con vari rappre-
sentanti istituzionali (funzionari regio-
nali, responsabili ARES, rappresentanti
delle categorie professionali), ci hanno
permesso di esporre in modo chiaro ed
inequivocabile le discrasie e le proble-
matiche emerse con l’emanazione del
regolamento recante il sistema di ac-
creditamento dei soggetti abilitati alla
certificazione VEA, che si possono sin-
tetizzare nei tre aspetti sottonotati.
E’ stata disattesa una prassi ormai
consolidata nei rapporti tra le categorie
professionali e la Regione, in quanto
per altre norme ed altri provvedimenti,
i percorsi di confronto si erano svolti in
un clima di rispetto reciproco e di fat-
tiva collaborazione, quindi senza impo-
sizioni.
I disposti del regolamento vengono ad
incidere negativamente sul mondo pro-
fessionale in quanto con essi, si istitu-
isce di fatto un’ulteriore forma obbliga-
toria di abilitazione professionale, che
limita pesantemente l’esercizio delle
attività professionali tecniche dei sog-
getti già abilitati sulla base di normative
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statali vigenti (Geometri e Periti). Que-
sto in quanto nel caso della cerificazio-
ne energetica, la definizione cogente
della figura professionale qualificata è
citata all’art. 2, comma 2 dell’allegato
III al D.Lgs. 115/2008, che recita: “…si
definisce tecnico abilitato un…profes-
sionista libero o associato, iscritto ai
relativi ordini e collegi professionali ed
abilitato all’esercizio della professione
relativa alla progettazione di edifici ed
impianti, asserviti agli edifici stessi,
nell’ambito delle competenze ad esso
attribuite dalla legislazione vigente. Il
tecnico abilitato opera quindi all’inter-
no delle proprie competenze…”
Con le disposizioni regionali si è viola-
to l’art. 117 della Costituzione Italiana,
l’art. 4 del D.Lgs. 30/2006 e l’art. 2
dell’allegato III al D.Lgs. 115/2008, in
quanto si è contribuito alla surrettizia
formazione di una nuova figura profes-
sionale, quale quella del “certificatore
energetico – ambientale VEA”.
Successivamente ci sono stati ulteriori
incontri, tra i quali quello con il nuovo
Assessore Regionale alla Pianificazione
Territoriale Riccardo Riccardi, il quale si
è fatto carico del problema ed infatti, il
16 dicembre scorso, la vicenda è stata
esaminata dalla Giunta Regionale. Da
ciò è emersa una sostanziale modifica
al regolamento in parola e l’atto delibe-
rativo, votato all’unanimità, comprende
un solo articolo che recita: “Gli articoli
2, 3, 5 e 6 del “Regolamento recante
il sistema di accreditamento dei sog-
getti abilitati alla certificazione VEA di
cui all’articolo 1 bis della L.R. 23/2005
(disposizione in materia di edilizia so-
stenibile) e modifiche al regolamento
recante le procedure per la certificazio-
ne VEA emanato con D.Preg. 274/2009
approvato con D.Preg. dd. 25/08/2010
sono abrogati”. Questa abrogazione,
fortemente da noi voluta, sostanzial-
mente “demolisce” e rimuove gli ele-
menti del contendere legale tra la Re-
gione e le categorie professionali.
Va detto che in un apposito incontro
delle categorie professionali con l’As-
sessore Riccardi dello scorso 4 gen-
naio, è stata riconosciuta l’azione am-
ministrativa svolta e ribadita la volontà
di collaborazione per la “ricostruzione”
dei disposti legislativi.
Inoltre, nell’udienza tenutasi il 12 gen-
naio scorso presso il TAR regionale, il
Giudice ha rinviato la causa per la trat-
tazione del profilo cautelare e del meri-
to, alla data dell’8/06/2011.
A seguito di ciò, il Direttore Dario Da-
nese ha convocato le categorie profes-
sionali all’apposito tavolo di lavoro per
trattare gli argomenti di cui trattasi, il
prossimo 24 gennaio a Trieste.
In conclusione, le nostre azioni ed il no-
stro intervento, hanno prodotto risulta-
ti significativi, che di certo condurran-
no ad una collaborazione migliore nella
definizione della revisione della norma-
tiva VEA, tra professioni e Regione.
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Renzo Fioritti
“Il mediatore per la conciliazione”, una figura professionale propria del Geometraindicazioni formative per il conseguimento della necessaria abilitazione
di renzo Fioritti
Il nostro Consiglio Nazionale e la no-
stra Cassa di Previdenza, hanno assie-
me stipulato una apposita convenzione
con ANCITEL S.p.a. (che è una società
operativa di riferimento dell’ ANCI, Asso-
ciazione Nazionale dei Comuni Italiani),
per attivare i percorsi necessari all’atti-
vità di “mediazione nella conciliazione
delle controversie”, dove è stata indivi-
duata una buona opportunità professio-
nale per la nostra categoria.
La convenzione di cui sopra, è stata sot-
toscritta al fine di agevolare la nostra ca-
tegoria, nella formazione ed informazio-
ne necessarie per l’istituzione degli “Or-
ganismi di Conciliazione” (previsti dal-
la norma e realizzabili anche nelle sedi
dei Consigli dei Collegi dei Geometri),
nonchè per la realizzazione di appositi
corsi formativi rivolti ai Geometri iscrit-
ti, che volessero conseguire l’abilitazio-
ne al ruolo di “mediatore/conciliatore”
professionista, di cui all’art.4, comma
3, D.M. 23.07.2004, n.222.
I lettori più attenti di Dimensione Geo-
metra, avranno sicuramente già letto la
sintesi normativa che è stata pubblica-
ta il mese scorso. Oggi qui si eviden-
ziano alcune indicazioni sui percorsi for-
mativi necessari ai nostri colleghi pro-
fessionisti, per qualificarsi nella mate-
ria della conciliazione.
Naturalmente gli interessati, dovranno
acquisire l’apposita abilitazione, attra-
verso corsi particolari e specifici, frut-
to e risultato anche della convenzione
di cui sopra.
Quindi, verranno proposti corsi di forma-
zione per “mediatore/conciliatore pro-
fessionale”, per i Geometri iscritti all’Al-
bo. Detti corsi avranno la durata di 50
ore (in pratica si tratterà di un impegno
di otto giornate da sei ore ciascuna, più
il test finale). La validità e la serietà del-
la partecipazione e del risultato conse-
guibile, imporranno la previsione della
frequenza obbligatoria al corso, senza
alcuna deroga e quindi, con nessuna
tolleranza nelle assenze.
Per assicurare la migliore possibile ge-
stione degli argomenti da trattare e l’in-
segnamento e l’apprendimento di tutte
le tematiche negoziali, la struttura del
corso di formazione si articolerà (di nor-
ma) in 8 moduli formativi.
Ciascun modulo, avrà la durata di 6 ore,
che saranno dedicate all’apprendimento
teorico ed alle esercitazioni operative.
I corsi si terranno con lezioni di base
frontali, che prevederanno anche ap-
profondimenti ed esercitazioni anche in
modalità FAD, ossia attraverso un’appo-
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sita piattaforma e-learning (a distanza)
web based (attraverso internet), proget-
tata per aiutare gli insegnanti e gli edu-
catori a creare e gestire corsi on line,
con ampie possibilità di interazione tra
studente e docente.
Ad ogni percorso formativo potranno
partecipare al massimo 30 iscritti, in
osservanza alle prescrizioni impartite
dal Ministero della Giustizia.
Il corso abilitativo, terminerà con un
esame finale, che si terrà attraverso un
test scritto a risposta multipla, sui temi
trattati durante i vari moduli formativi e
con una prova pratica, proprio di gestio-
ne di un conflitto in via negoziale, supe-
rata la quale, verrà rilasciato al corsista
un attestato di partecipazione.
La prova teorico-pratica di valutazione,
sarà definita attraverso un punteggio
numerico attribuito in considerazione
delle risposte date dai singoli profes-
sionisti, che poi si sommerà al punteg-
gio acquisito dagli stessi, durante l’in-
tero percorso di formazione.
L’attestato, valido e riconosciuto a li-
vello nazionale, potrà essere utilizza-
to da ogni professionista Geometra,
per avere accesso e chiedere l’iscrizio-
ne negli appositi elenchi dei conciliato-
ri che saranno tenuti e gestiti presso
gli organismi preposti (Collegi, CCIAA,
ecc.), per un massimo di cinque Or-
ganismi (art. 6 comma 3 del Decreto
18.10.2010, n.180).
Una volta acquisito il titolo di “Media-
tore/Conciliatore Professionale”, il Geo-
metra abilitato potrà essere chiamato
a conciliare le controversie poste all’at-
tenzione dell’Organismo di Mediazione
senza limiti di territorialità, ma con l’uni-
ca preclusione che, dovendo garantire la
sua terzietà ed imparzialità rispetto al-
la controversia, non dovrà in alcun mo-
do, essere parte della questione posta
alla sua attenzione.
Le Parti pagheranno direttamente all’Or-
ganismo di Mediazione la spesa per
l’esperimento del tentativo, secondo
il tariffario stabilito in maniera unifor-
me e su base nazionale dal Ministero
di Giustizia/Unioncamere, che sarà ag-
giornato ogni due anni.
Lo stesso Organismo provvederà poi a
retribuire il Mediatore/Conciliatore per il
suo operato, garantendo così nella ma-
niera migliore, l’assoluta indipendenza e
neutralità del professionista rispetto alle
parti soggette della controversia.
Il costo del corso, per ciascun parteci-
pante, sarà pari ad € 480,00 più Iva.
I Collegi organizzatori potranno richie-
dere, ai partecipanti al corso, un con-
tributo spese di segreteria fissato in €
50,00, per il quale verrà rilasciata, dal
Collegio stesso, separata ricevuta (do-
vrebbe comunque esserci un abbatti-
mento del costo complessivo attorno
agli €. 150,00/180,00, grazie ad un con-
tributo economico della nostra Cassa di
Previdenza).
In ogni caso, quando i Collegi saranno
pronti ed avranno ricevuto la conferma
della disponibilità dei docenti da parte
di ANCITEL o dalla costituenda “Asso-
ciazione Nazionale Geometri Conciliato-
ri” (promossa dal nostro Consiglio Na-
zionale), invieranno le doverose ed in-
dispensabili comunicazioni ed istruzio-
ni agli iscritti.
Marilisa Bombi
Edilizia
Il progetto, nella conformità urbanistica, va assentito anche se non piacedi Marilisa Bombi
Se il progetto non piace la concessione
va comunque assentita, eventualmen-
te con prescrizioni, in quanto il diniego,
in caso di conformità urbanistica, sareb-
be illegittimo.
Questo il senso della decisione che il
Consiglio di Stato ha pubblicato lo scor-
so sei dicembre e che rappresenta un
bel regalo di San Nicolò (per chi ci cre-
de e ha visto respinte le proprie istanze
edilizie a causa di un’estetica non con-
divisa) perché l’organo di vertice del-
la Giustizia amministrativa si pronuncia
su una questione da tempo controver-
sa, ovvero quella dell’aspetto estetico
della costruzione.
Motivo del contendere era l'istanza di
variante che un Comune piemontese
aveva respinto, facendo propria la mo-
tivazione contenuta nel parere espres-
so dalla commissione edilizia:
“preso atto del fatto che la pratica esa-
minata se pur normativamente assen-
tibile comporta un inserimento ambien-
tale differente da quanto proposto dal
progetto precedentemente approvato,
in riferimento alle quote altimetriche di
rilievo e di progetto, si ritiene che il fab-
bricato e i muri di contenimento terra e
i movimenti del terreno così come pro-
posti debbano essere modificati".
Ma se in primo grado, il Tar Piemonte
aveva respinto il ricorso avverso il dinie-
go, di tutt’altro parere è stato il Consiglio
di Stato che ha in pratica, sposato le te-
si del ricorrente, il quale in un unico arti-
colato motivo ha rilevato come
“la concessione edilizia in variante sia
stata negata per ragioni di carattere este-
tico non esplicitate in nessuna norma del
piano regolatore e pertanto l'ammini-
strazione non poteva rifiutare la conces-
sione edilizia in base a generiche consi-
derazioni di carattere estetico, relativa-
mente ad aree su cui le norme vigenti
non impediscono di costruire.”
Su questi presupposti, quindi, la V se-
zione del Consiglio di Stato ha costrui-
to l’articolata motivazione.
Il provvedimento di diniego (afferma la
sentenza) si fonda sul presupposto che
l'intervento, assentibile in base alle nor-
me urbanistiche vigenti, avrebbe com-
portato un inserimento ambientale dif-
ferente rispetto al progetto già approva-
to, determinato dalle quote altimetriche
di rilievo. Nel medesimo provvedimento
peraltro (osserva il Consiglio), vengono
indicate talune prescrizioni che il ricor-
rente avrebbe dovuto recepire, in caso
di presentazione di altro progetto di va-
riante. Ma dal quadro delineato (eviden-
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zia la sentenza), emerge l'intrinseca con-
traddizione contenuta nel provvedimen-
to originariamente impugnato.
Infatti, da un lato, la stessa amministra-
zione riconosce la piena conformità del
progetto di variante rispetto alle nor-
me urbanistiche vigenti, dall'altro, nega
l'assenso, in base a non meglio indivi-
duate ragioni di inserimento ambienta-
le, prescrivendo nel contempo alcune
modifiche idonee a rendere conforme
il progetto di variante. Va da sé (chiosa
la sentenza), che la conclusione finale
cui avrebbe dovuto portare il ragiona-
mento svolto in motivazione dall'ammi-
nistrazione, non era quello di un dinie-
go, bensì di una approvazione con pre-
scrizioni. In linea generale (puntualizza
la sezione) la conformità di un proget-
to di costruzione edilizia alle norme di
piano regolatore comporta l’assenso, in
quanto il diritto di edificazione costitui-
sce uno dei contenuti del diritto di pro-
prietà, che, nell'opera di conformazione
da parte della norma edilizia, ha già rice-
vuto una valutazione a monte, rispetto
alla quale la licenza edilizia specifica as-
sume il carattere di atto dovuto.
Nel caso di specie, l'amministrazione
sembra contestare le scelte progettuali
dell’appellante senza individuare le nor-
me urbanistiche di contrasto, che in via
generale tengono conto anche dei pro-
fili ambientali. Questo non esclude che
l'amministrazione possa, rispetto allo
specifico progetto, fare delle valutazioni
di ordine tecnico, ma ciò si deve risolve-
re nell'indicazione di prescrizioni di det-
taglio, che non possono incidere sull’as-
sentibilità del progetto.
Quindi da questa sentenza si arguisce
che se tutto è in regola urbanisticamen-
te, non si può respingere un progetto per
aspetti estetici non precisati e non moti-
vati, ma piuttosto è doveroso che il Co-
mune indichi delle specifiche prescrizio-
ni opportunamente motivate, anche non
vincolanti per il buon fine dell’assentibi-
lità del progetto.
Iacopo Chiaruttini
Un asilo d’avanguardia in Regioneinaugurata a San Vito al tagliamento la nuova scuola materna in classe a
di iacopo Chiaruttini
E’ stata inaugurata il 23 ottobre scor-
so nella frazione di Ligugnana a San Vi-
to al Tagliamento, la nuova scuola ma-
terna intitolata allo scrittore Gianni Ro-
dari, certificata CasaClima classe A, un
bell’esempio di edilizia innovativa.
Il progetto architettonico è stato redat-
to dall’associazione intercomunale del
Sanvitese, l’ingegnere Domenico Pepe
ha collaborato alla progettazione archi-
tettonica definitiva ed esecutiva, al co-
ordinamento delle progettazioni specia-
listiche ed assistenza alla direzione la-
vori per l’ottenimento della certificazio-
ne Casaclima ed altri tecnici qualificati,
si sono occupati delle strutture e delle
impiantistiche.
Quindi la realizzazione è stata frutto di
una concreta ed efficace collaborazio-
ne tra uno staff di tecnici e numerose
imprese qualificate sia nell’edilizia, che
nella termoidraulica, nelle impiantistiche,
nonché nelle pitture e nelle finiture.
L’edificio, che ha comunque aperto i bat-
tenti il 13 settembre in occasione dell’av-
vio dell’anno scolastico, è stato realiz-
zato a secco in legno, è rispondente ai
principi della bioarchitettura e vi si riscon-
trano consumi energetici bassissimi.
La scuola, che ha un fabbisogno di 18
kWh/mqa, non appena sarà completato
l’impianto fotovoltaico previsto di 20 kw
e 144 mq di superficie (che produrrà cir-
ca 21.000 kWhe/a), riceverà la targhetta
Classe A Più (il più viene assegnato agli
edifici che soddisfano i requisiti di soste-
nibilità ambientale, che in questo caso
verranno raggiunti quando sarà ultima-
to l’impianto a fonti rinnovabili).
Il nuovo edificio scolastico è in legno, ha
una superficie lorda di 1568 mq ed un
volume edificato di 7287 mc; è riscalda-
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tamente, risultati estremamente posi-
tivi e lodevoli.
Grazie al ridotto fabbisogno energeti-
co, i costi per la gestione saranno in-
feriori di circa l’80% rispetto al limite
di legge, quindi detto risultato, pone la
nuova scuola all’avanguardia nel settore
dell’edilizia scolastica regionale e nazio-
nale. È stato calcolato che i costi di ge-
stione a pieno regime, saranno di circa
2 €/mq annui per riscaldamento, acqua
calda sanitaria e illuminazione, quando
per una scuola cosiddetta “normale” si
spendono in un anno, sino a 40.000 €.
È come se un appartamento di 100 mq
consumasse 200 € all’anno, mentre
di solito per una famiglia media i costi
annuali si aggirano intorno ai 1.900 €.
L'intero importo dei lavori eseguiti
per questa struttura, è stato pari a €
2.400.000, finanziato da fondi regionali e
comunali. Il costo di costruzione è risul-
tato quindi pari a circa 1.240 € al metro
quadrato, per un’opera di assoluta qua-
lità in tutti i sensi. Inoltre, va detto che
il tutto è stato realizzato a tempo di re-
to con un impianto radiante a pavimento
con pompa di calore aria-acqua.
I materiali utilizzati per la sua costruzio-
ne sono completamente naturali e pri-
vi di emissioni nocive: le pareti portan-
ti strutturali sono in legno tipo xlam, gli
isolamenti termici in fibre di legno, c’è
cartongesso in alcune partizioni interne,
le finiture interne sono in legno, quelle
esterne sono parzialmente con intona-
co per cappotto e parte, in legno e late-
rizio faccia a vista.
Inoltre è stata considerata e sviluppata
la progettazione passiva: in inverno la
protezione dal freddo è assicurata da
un pacchetto isolante da 24 cm in pare-
te, 30 cm in copertura e 18 cm in solaio
verso terra; in più per le mezze stagio-
ni, sono assicurate l’ottimizzazione della
ventilazione naturale ed i sistemi di om-
breggiamento delle vetrate a sud.
Da sottolineare che alla conclusione del-
le opere, sono stati effettuati dei test
energetici sull’intera struttura, quali le
verifiche termografiche ed il blower do-
or test, i quali hanno riportato congiun-
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cord, considerando i soli 137 giorni lavo-
rativi che sono stati necessari, per otte-
nere la funzionalità e la qualità di un im-
mobile scolastico significativo, che at-
tualmente ospita quotidianamente cir-
ca 180 bambini, gli insegnanti ed il per-
sonale necessario.
Naturalmente, questo è un chiaro esem-
pio che può convincere anche i più scet-
tici di quanto sia utile ed indispensabi-
le, questo tipo di edilizia.
Il nostro obiettivo primario, deve essere
quello di progettare e di costruire immo-
bili con queste caratteristiche e l’impe-
gno principale, deve partire proprio dalla
nostra competente convinzione.
Soprattutto è indispensabile che que-
sta cultura del costruire, con un occhio
di riguardo all’ambiente ed al risparmio
energetico, si attivi sul nostro territo-
rio e primariamente, coinvolga gli edifi-
ci pubblici e/o comunque quelli che as-
solvono in qualche maniera delle funzio-
ni pubbliche. Questi immobili, potranno
diventare l’esempio concreto del come
costruire, assumendosi quel necessario
ruolo trainante e di testimonianza con-
creta, nel panorama dell’intero patrimo-
nio edilizio.
Dunque, in un ambiente conservatore
e tradizionale come quello della nostra
edilizia quotidiana, che stenta ad acco-
gliere le innovazioni e le trasformazioni,
c’è estremo bisogno di credibili punti di
partenza e riferimento (l’asilo in questio-
ne di certo lo è), che stimolino tutti gli
operatori ad andare senza esitazioni ver-
so un’edilizia consapevole, la quale può
senza dubbio migliorare la società, an-
che e “soltanto”, evitando sprechi ener-
getici e deturpamenti ambientali.
di Angelo Bortolus
Fisco
Gli studi di settore e la fiscalità, nell’attuale crisi economica che attraversiamoattenzione alle dichiarazioni ed alla compilazione degli studi di settore da parte del libero professionista
di angelo Bortolus
Venerdì 12 novembre scorso, presso la
sala convegni del Meeting Point di Pal-
manova, si è tenuto un convegno dal te-
ma “Studi di settore e aspetti fiscali lega-
ti alla professione”.
L’incontro fortemente voluto dal nostro
Comitato Regionale, è stato organizzato
dalla apposita commissione che si occu-
pa dei problemi fiscali, in particolare dai
colleghi Pasquale Bucci per il Collegio di
Trieste, Germano Zamolo per il Collegio
di Udine, Fabio Bredeon per il Collegio
di Gorizia oltre al sottoscritto, per il Col-
legio di Pordenone. L’incontro, introdotto
dal Presidente del Comitato Regionale Ti-
ziano Fior, si è incentrato particolarmen-
te sul qualificato e brillante intervento del
Consigliere Nazionale Giuseppe Foresto,
esperto dell’argomento e rappresentan-
te della nostra categoria all’interno della
Commissione Ministeriale che si occu-
pa della complessa materia degli studi di
settore. La motivazione principale dell’in-
contro, era quello di illustrare ai colleghi,
il nuovo studio di settore sviluppato per
quest’anno e di analizzarne la struttura e
le problematiche, anche in considerazio-
ne dell’evidente calo dei nostri incassi,
conseguenti alla crisi economica in atto.
L’intervento del collega Foresto è stato
esaustivo e completo ed ha sottolineato
anche come questo nuovo studio, abbia
considerato l’attuale crisi economica che
attraversa il nostro settore, evidenziando
i correttivi congiunturali del caso.
E’ stato rimarcato più volte che, qualora
lo studio di settore venga compilato cor-
rettamente, è possibile ottenere situazio-
ni di congruità e coerenza anche in pre-
senza di importanti riduzioni del reddito
rispetto agli anni precedenti, consenten-
do così a parecchi colleghi (i quali hanno
subìto significativamente l’impatto della
crisi in atto), a superare indenni lo scoglio
fiscale rappresentato dello studio di set-
tore. L’illustrazione, impreziosita da chia-
ri esempi pratici e da simulazioni di com-
pilazione, ha evidenziato ancora una vol-
ta la necessità per il professionista e per
noi in particolare, di compilare autonoma-
mente lo studio di settore.
Questa sottolineatura è certamente mol-
to importante non solamente per la diret-
ta conoscenza dei dati da inserire, ma so-
prattutto perchè è indispensabile la cono-
scenza approfondita della metodologia di
costruzione degli stessi studi di settore,
delle metodologie di lavoro e della rela-
tiva redditività.
Queste conoscenze, consentono la cor-
retta gestione del proprio studio profes-
sionale prima ancora che per la regolare
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compilazione del modello annuale, alle-
gato alla dichiarazione dei redditi e tutti
sappiamo, quanto sia importante nell’eco-
nomia dello Studio, poter disporre di una
gestione appropriata, che spesso dimen-
tichiamo o non siamo in grado di realiz-
zare, presi come siamo a seguire gli in-
teressi dei nostri clienti e dimenticando-
ci (anche involontariamente) dei nostri.
La delega alla compilazione dello studio
di settore, che normalmente affidiamo ai
commercialisti o ad altri professionisti del
settore, non permette una chiara e conve-
niente definizione degli elementi fonda-
mentali che lo compongono, proprio per-
ché si tratta di fattori che sono di esclu-
siva e personale conoscenza del profes-
sionista. La troppo semplicistica delega,
provoca inevitabilmente risultati distor-
ti nei confronti del singolo caso e causa
spesso ripercussioni negative, non solo
sul singolo professionista, ma queste si
riverberano anche sull’intera categoria,
come conseguenza diretta della rielabo-
razione periodica dei dati dichiarati. L’in-
tervento di Foresto, ha evidenziato an-
che le novità introdotte con il nuovo stu-
dio di settore, quali il distinguo delle sti-
me e valutazioni che vengono eseguite
per il cliente privato piuttosto che per isti-
tuti bancari o assicurazioni; la redazione
di pratiche riguardanti la sicurezza, ese-
guite su richiesta di privati piuttosto che
dalle imprese edili, nonché l’introduzio-
ne delle tipologie di attività considerate
minori per entità di lavoro o non catalo-
gabili nelle tipologie già presenti, ovvero
le domande varie presso la pubblica am-
ministrazione, che comprendono le DIA
minori, quelle relative a una semplice re-
cinzione o un tombamento, le domande
di agibilità ed ogni altra attività non ricon-
ducibile alle tipologie maggiori; gli acces-
si ad uffici per richiesta/ritiro documenti,
la registrazione di contratti di locazione e
rinnovi annuali, le partecipazioni a consi-
gli di amministrazione e ad organismi di
categoria, le stabili collaborazioni con al-
tri studi professionali, che spesso sono
compensate a forfait. A seguire, l’inter-
vento del Dott. Leonardo Mesaglio com-
mercialista in Udine, ha curato l’aspetto
del contenzioso legato allo studio di set-
tore, riportando esempi pratici vissuti in
prima persona, e anch’egli ha ribadito la
necessità della compilazione corretta del-
lo studio di settore da parte del profes-
sionista, operazione che rappresenta la
migliore e la principale arma di autodife-
sa. Infine l’intervento del Dott. Alessan-
dro Bergamaschi di Buttrio, ha spaziato
nel campo delle agevolazioni statali sul-
le ristrutturazioni (36%) e sul risparmio
energetico (55%), dimostrando un’otti-
ma competenza in materia. Anche que-
sta illustrazione, accompagnata da molte
“slide”, ha catturato l’attenzione dei pre-
senti soprattutto quando è stato affronta-
to il tema delle ipotesi di decadenza dei
benefici, la trattenuta alla fonte del 10%
operata dalla banche dal 1 luglio 2010 al-
le nostre parcelle, gli immobili che hanno
diritto alle agevolazioni, tra i quali l’acqui-
sto di autorimesse anche se nuove, limi-
tatamente al solo costo di realizzazione.
Alla fine il prolungato dibattito provoca-
to dal pubblico presente, ha sottolinea-
to l’interesse e l’attualità degli argomen-
ti del convegno e va detto, trattati in ma-
niera magistrale dai relatori, sicuramen-
te all’altezza del compito loro affidato ed
ai quali va, ancora una volta, il mio senti-
to ringraziamento. Per chi volesse appro-
fondire e consultare personalmente gli at-
ti, il materiale del convegno è disponibile
presso i collegi.
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Antonio Tieghi
Sicurezza
News in materia di Sicurezzadi antonio tieghi
Accordo tra Ministeri per segnalare cantieri a rischio
I carabinieri, anche tramite le Stazioni
locali, provvederanno a segnalare alle
Direzioni provinciali del lavoro le "situa-
zioni di evidente pericolosità legate alla
mancata osservanza delle disposizioni
di sicurezza nei cantieri".
È una delle novità principali previste
dalla Convenzione firmata dal ministro
del Lavoro, Maurizio Sacconi, e dal mi-
nistro della Difesa Ignazio La Russa,
per coordinare le azioni delle Direzio-
ni provinciali del lavoro e dei Comandi
provinciali dell'Arma, nel contrasto allo
sfruttamento del lavoro, all'occupazio-
ne illegale e nel rispetto della sicurezza
nei luoghi di lavoro.
Otto gli articoli della Convenzione, che
prevede incontri trimestrali tra le parti
"per lo scambio di dati e di informazio-
ni" e "per la programmazione di even-
tuali verifiche da effettuare congiunta-
mente".
Il Comando provinciale dei Carabinieri,
attraverso il Nucleo carabinieri Ispetto-
rato del Lavoro, e la Direzione provin-
ciale del lavoro "provvedono ad attivare
Riscontrando un significativo interesse dei nostri letto-ri per gli argomenti trattati e per gli aggiornamenti già pubblicati, perseguendo anche con lo scopo di un ag-giornamento ed una informazione pur sintetica, ma con-temporaneamente dinamica e funzionale, riproponia-mo la rubrica delle “news in materia di sicurezza”, na-turalmente lo faremo in occasione del verificarsi di no-vità significative.
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modalità di segnalazioni reciproche,
possibilmente in tempo reale, dei fe-
nomeni di particolare gravità riguardan-
ti l'ambito lavorativo riscontrati a livello
locale, anche al fine di eseguire, ove
ne sussistano i presupposti, tempesti-
vi interventi secondo modalità di azio-
ne congiunta o coordinata".
In particolare, "nel quadro delle inizia-
tive volte a contrastare il fenomeno
infortunistico nel settore edile", il Co-
mando provinciale dell'Arma provvede
(come detto) a segnalare alle Direzioni
provinciali del lavoro quelle situazioni
di potenziale rischio nei cantieri "per
consentire tempestivi interventi del
personale ispettivo tecnico competen-
te in materia. A tal fine, la Direzione
provinciale del lavoro si impegna a rea-
lizzare specifiche attività formative nei
confronti dei militari dell'Arma in ma-
teria di salute e sicurezza nell'ambito
del settore".
Tocca sempre al Comando provinciale
dei carabinieri segnalare "tempestiva-
mente alla Direzione provinciale del la-
voro gli infortuni sul lavoro gravi o mor-
tali di cui sia venuto a conoscenza, al
fine di consentire in modo tempestivo
gli eventuali accertamenti di compe-
tenza sia di natura amministrativa sia
tecnica" mentre "sulla base di specifi-
ci accordi definiti a livello territoriale,
il personale ispettivo delle Direzioni
provinciali del lavoro può richiedere ai
militari dell'Arma, in casi di particola-
re pericolosità e gravità, un eventuale
supporto, in particolare per le attività
ispettive da effettuarsi in fasce orarie
notturne o in aree disagiate".
L’annoso problema dei costi della sicurezza
Con nota 14.10.2010, n. 17259, rispon-
dendo al quesito dell'Ance sui costi della
sicurezza, il Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali conferma che, tra i costi
della sicurezza vanno stimati, per tutta la
durata delle lavorazioni previste nel can-
tiere, i costi degli apprestamenti previsti
nel piano di sicurezza e di coordinamen-
to.
L'allegato XV del D.Lgs. 81/2008, punto
1, richiama tra gli apprestamenti i gabi-
netti, i locali per lavarsi, gli spogliatoi, i
refettori, i locali di ricovero e di risposo,
i dormitori, locali che vengono di norma
realizzati mediante utilizzo di monobloc-
chi, prefabbricati, comunemente deno-
minati "baraccamenti".
Lo stesso allegato, al punto 4.1.3, pre-
vede espressamente che le singole voci
dei costi della sicurezza, vanno calcolate
considerando il loro costo di utilizzo per
il cantiere interessato che comprende
(quando applicabile), la posa in opera ed
il successivo smontaggio, l'eventuale
manutenzione e l'ammortamento; se ne
deduce che le spese relative alla manu-
tenzione dei suddetti baraccamenti van-
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no ricomprese tra i costi della sicurezza.
Parimenti, le spese di riscaldamento/
condizionamento nonché di pulizia, risul-
tando necessarie per il corretto utilizzo
degli stessi baraccamenti, dovranno es-
sere ricompresi tra i suddetti costi della
sicurezza.
(Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali, Nota 14.10.2010, n. 17259)
Piano Nazionale di Prevenzione in Edilizia
In relazione al Piano Nazionale di Preven-
zione in Edilizia - promosso dalle Regioni
e Province Autonome per migliorare sa-
lute e sicurezza nel comparto edile – è
stato pubblicato sul sito prevenzione-
cantieri.it un documento che favorisce la
prevenzione delle cadute dall’alto rego-
lamentando gli allestimenti di sicurezza
anticaduta permanenti per tetti a falda e
tetti piani durante l’utilizzo e la manuten-
zione dei tetti.
Di questo tema, si è occupato il gruppo
phone + 39 [email protected]
Concessionaria Esclusiva
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di lavoro D-A-CH-S, un gruppo di lavoro internazionale formato da esperti pro-
venienti dalla Germania, Austria, Sviz-
zera e Alto Adige che ha lo scopo di
“perseguire regolamenti standardizzati
internazionali per sistemi di protezione
contro le cadute dall’alto nei lavori in
quota”. E se ne è occupato producendo
il documento “ Allestimenti di sicurez-
za e classificazione delle superfici dei
tetti per uso e manutenzione (tetto a
falda e tetto piano)”.
Nelle premesse del documento si ri-
corda che “per via della responsabilità
a carico dei committenti-proprietari-
utenti, riguardo agli allestimenti di sicu-
rezza, per i lavori di manutenzione ese-
guiti successivamente nei fabbricati”,
esistono “poche basi di pianificazione
e decisione per la scelta, il montaggio
e il dimensionamento” degli allesti-
menti di sicurezza anticaduta.“Le case costruttrici, prescrivono abba-
stanza bene le procedure di montaggio
degli allestimenti, ma invece la pratica
dimostra, che a causa della mancanza
di precise prescrizioni, spesso vengo-
no progettate ed eseguite soluzioni mi-
nime oppure anche soluzioni insensate
o sovradimensionate. L’idoneità ed ef-
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ficacia di questi allestimenti di sicurez-
za, utilizzati dopo alcuni anni, spesso risultano essere insufficienti”.
In questo senso può essere di grande
aiuto una normativa specifica riguardo
a “se” e “come” i tetti devono essere
attrezzati.
Le raccomandazioni contenute nel
documento, regolamentano dunque
gli allestimenti di sicurezza anticaduta
permanenti per tetti a falda e tetti pia-
ni, durante l’utilizzo e la manutenzione
dei tetti. Infatti i lavori sui tetti di lunga
durata - ad esempio per eseguire una
nuova copertura o il suo ampliamento
- necessitano di allestimenti tecnici di
sicurezza collettivi, di opere provvisio-
nali ed organizzative per i lavori edili.
Dopo aver riportato alcune definizioni,
il documento mostra una tabella che
permette di decidere l’allestimento mi-
nimo di sicurezza permanente per tetti
a falda e tetti piani. Si considerano pia-
ni i tetti “con inclinazione minore di 5°,
che di regola possiedono una imper-
meabilizzazione, oppure una copertura
in lamiera metallica”.
La tabella (a pag 29) che invitiamo a
visionare direttamente nel documento
originale stabilisce la classe dell’alle-
stimento (questa classe “stabilisce il
grado di allestimento dei tetti, oppure
delle superfici dei tetti con gli allesti-
menti di sicurezza permanenti per il
successivo utilizzo e manutenzione”)
in relazione alla categoria di utilizzo dei
tetti (da A a D, con riferimento alle cir-
costanze d’uso) e ai diversi gruppi di
persone che possono utilizzare il tetto.
Vediamo intanto le diverse
Classi di allestimento.
Classe 1:
- allestimenti di ancoraggio a punto
singolo, ammissibili anche tempora-
neamente per montaggi semplici;
- i lucernari, installati a livello del piano
di copertura del tetto, devono essere
resi sicuri contro lo sfondamento;
- l’accesso alla superficie del tetto,
attraverso un accesso fisso oppure
temporaneo. Con pericolo di caduta
da altezze fino a 5 m, l’accesso alla
superficie del tetto è ammesso trami-
te scale semplici.
Classe 2:
- allestimenti di ancoraggio a guide
orizzontali (per esempio sistemi di
sicurezza con funi o binari) come si-
curezza anticaduta;
- eventualmente è ammesso/neces-
sario completare con allestimenti di
ancoraggio a punto singolo;
- i lucernari in linea di principio devo-
no essere resi sicuri contro lo sfon-
damento (almeno SB 300 secondo la
norma EN 1873:2005);
- accesso alla superficie del tetto attra-
verso un accesso fisso oppure attra-
verso l’edificio, per esempio tramite
una scala interna o esterna, scala con
gabbia di protezione;
- con pericolo di caduta da altezze fino
5 m, l’accesso alla superficie del tetto
è ammesso tramite scale semplici;
- possibilità di allacciamento alla corren-
te elettrica nella zona di manutenzione,
per le categorie di utilizzo C e D.
Classe 3:
- ai bordi, ove sussiste pericolo di ca-
duta, le vie di circolazione ed i luo-
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ghi di lavoro devono essere allestiti
con protezioni collettive anticadu-
ta (protezione laterale secondo EN
13374:2004 con altezza 1 m);
- i passaggi verso zone del tetto di clas-
se 1 o 2 devono essere delimitate in
modo permanente e ben visibile;
- accesso alla superficie del tetto attra-
verso un accesso fisso oppure attra-
verso l’edificio, per esempio tramite
una scala interna o esterna, scala con
gabbia di protezione;
- con pericolo di caduta da altezze fino
5 m, l’accesso alla superficie del tetto
è ammesso tramite scale semplici;
- illuminazione permanente se sono
previste frequenti manutenzioni al
buio;
- possibilità di allacciamento alla cor-
rente elettrica nella zona di manuten-
zione, per le categorie di utilizzo C e
D.
Classe 4:
- le vie di circolazione e i luoghi di lavo-
ro, sono da allestire secondo la nor-
mativa prevista dal settore edile.
L'utilizzo delle superfici dei tetti, oppure
di parti delle superfici delimitate, è da
classificare con riferimento ad uno o al-
cuni criteri sottoriportati.
Queste sono quindi le Categorie per
l’utilizzo dei tetti.
A (molto basso, ad esempio casa fa-
miliare con giardino, capannoni agri-
coli ed industriali senza problemi con
la neve):
- “intervallo per interventi di manutenzi-
one con frequenza maggiore di 5 anni;
- non sono necessari regolari lavori di
manutenzione;
- sgombro neve molto improbabile,
a causa della forma del tetto e
dell’ubicazione geografica;
- non vengono eseguiti lavori con con-
dizioni atmosferiche avverse oppure
durante le ore notturne”.
B (basso, ad esempio tetti piani, tetti
di superfici pubblici con prevedibile
sgombero neve):
- “intervallo per interventi di manuten-
zione con frequenza probabile da 2 a
5 anni;
- sgombro neve da prevedere rara-
mente;
- non vengono eseguiti lavori con con-
dizioni atmosferiche avverse oppure
durante le ore notturne”.
C (medio, ad esempio tetti che ne-
cessitano sgombero neve, tetti con
inverdimento, zone di manutenzione
come per esempio impianto di con-
dizionamento, collettori fotovoltaici,
accessi per lo spazzacamino):
- “intervallo per interventi di manutenzi-
one con frequenza probabile minore
di 2 anni;
- sgombro neve occasionalmente;
- lavori eseguiti con condizioni atmos-
feriche avverse, per esempio durante
nevicate ed eccezionalmente anche
durante le ore notturne;
- tetti con inverdimento”.
D (alto, esempio terrazze su tetti, zone
sui tetti che necessitano spesso lavori
di manutenzione):
- “interventi di manutenzione” ad in in-
tervalli brevi, oppure spesso;
- regolare sgombro neve;
- lavori eseguiti anche con condizioni
atmosferiche avverse e non da esclu-
dere anche durante le ore notturne”
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Il sei dicembre scorso, si è tenuto a
Mossa, nella sala comunale, un semi-
nario conoscitivo tecnico pratico cata-
stale, organizzato dal Collegio in colla-
borazione con la Direzione Provinciale
dell'Agenzia del Territorio, sulle ultime
novità in materia catastale.
Le motivazioni principali del Semina-
rio sono state quelle di presentare agli
iscritti che si occupano di Catasto, le ul-
time novità, sia per quanto riguarda gli
accatastamenti degli immobili cosidetti
nascosti o fantasma, di cui ultimamen-
te si è letto molto anche sulla stampa
nazionale, oltrechè sull’attivazione della
nuova procedura informatica per gli atti
di aggiornamento catastali Pregeo 10.
Al seminario, hanno partecipato oltre
al sottoscritto, il nostro Consigliere Na-
zionale Bruno Razza ed i vertici e lo
staff tecnico della Direzione Provincia-
le dell’Agenzia del Territorio di Gorizia.
La prima parte, di carattere informa-
tivo, si è sviluppata con gli interventi
dell’Ing. Andrea Zagolin (Direttore Pro-
vinciale dell’Agenzia) sui temi genera-
li dell’Ufficio.
Poi il collega Bruno Razza, che come no-
to è grande esperto della materia cata-
stale, anche perché ne segue le vicen-
de nazionali ed internazionali per conto
del nostro Consiglio Nazionale, ha illu-
strato con dovizia di particolari, le ulti-
me novità normative, emerse dalla leg-
ge 122/2010.
In particolare ha parlato delle scadenze
per tutti gli accatastamenti ancora da
fare, dell’entrata in vigore della rendita
catastale presunta, della certificazione
di corrispondenza tra planimetria cata-
stale e lo stato di fatto dell’immobile, ol-
trechè dell’ottenuto rilascio delle plani-
metrie catastali delle unità immobiliari
per via telematica. Razza ha inoltre evi-
denziato la valenza di altre norme con-
tenute nella legge sopraccitata, che ri-
guardano il decentramento delle funzioni
catastali (il cosiddetto passaggio del Ca-
tasto ai Comuni), la possibile attivazione
in un futuro ormai prossimo del MUDE
(modello unico digitale per l’edilizia), la
responsabilità dei Comuni e dei profes-
sionisti in materia di accatastamenti, so-
prattutto nella continua definizione del
triangolo della corrispondenza tra edifi-
cato, assentito ed accatastato.
Ha spegato anche tutte le criticità che
hanno costretto la Direzione nazionale
dell’Agenzia del Territorio a sospendere
l’attivazione dell’ultima versione di Pre-
geo 10 rilasciata in novembre ed il ripri-
PierGiuseppe Sera
Fabbricati nascosti e Pregeo 10un pienone di colleghi al Seminario in materia di Catasto
di PierGiuseppe Sera
Attività del Collegio di Gorizia
stino di quella rilasciata in marzo.
Infine il nostro Consigliere Nazionale ha
evidenziato tutte le opportunità di lavo-
ro che queste norme e le problematiche
catastali, aprono in favore della catego-
ria dei Geometri e per questo, ha solle-
citato i nostri colleghi ad approfondire
la loro formazione in materia.
Ha chiesto ai colleghi presenti che si
affrontino con serietà e competenza le
pratiche catastali, sfruttando appieno le
possibilità informatiche e telematiche
che le nuove tecnologie ci offrono, so-
prattutto consigliando di sfruttare que-
ste occasioni, al fine di consolidare e
perpetuare il bisogno per la nostra so-
cietà, del lavoro del Geometra, lavoro
responsabile e indispensabile non so-
lo per il cliente privato, ma anche per
l’Amministrazione.
Il collega Cristian Bernardis, ha spiegato
le modalità operative per richiedere ed
ottenere la nuova firma digitale persona-
lizzata, messa a disposizione dal Consi-
glio Nazionale attraverso una convenien-
te convenzione con una società specia-
lizzata e certificata del settore. La firma
digitale elettronica è in pratica il nostro
nuovo certificato di iscrizione all’Albo;
servirà a firmare tutti gli atti che si tra-
smetteranno per via telematica e tutti ne
avremo bisogno dopo il 13 marzo, quan-
do scadranno le firme attualmente vali-
date dall’Agenzia del territorio.
A seguire, la collega Cristina Grion, ha
illustrato le modalità operative per ot-
tenere l’abilitazione alla trasmissione
telematica degli atti di aggiornamento
catastale, sia attraverso Sister, che at-
traverso Geoweb, ricordando che in as-
senza di tale abilitazione, non si posso-
no ne richiedere ne ottenere le tanto so-
spirate copie delle planimetrie catastali
dell’Urbano.
I Geometri dell’Agenzia Marco Ganzini
e Michele Vanni, hanno spiegato all’udi-
torio, le varie opportunità verificate ed
accertate, per l’applicazione corretta e
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conveniente della procedura Pregeo 10,
baypassando le difficoltà che ancora og-
gi il sistema presenta. Infine il collega
Andrea DaRe, ha presentato alcune sue
sperimentazioni dell’applicazione di Pre-
geo 10, con casi concreti, dimostratisi
problematici e poi, risolti.
Tutti gli interventi si sono dimostrati in-
teressanti ed hanno inchiodato la pla-
tea per quasi tre ore ininterrottamente.
Erano presenti tra gli altri, anche la di-
rigente dell’Ufficio di Cormòns France-
sca Battello, l’esperto dell’Ufficio di Go-
rizia Claudio Campolongo ed un funzio-
nario dell’Agenzia di Roma, con funzio-
ni ispettive.
La sala che ha ospitato l’evento, pur ca-
piente, non ha consentito una comoda
sistemazione dei numerosissimi presen-
ti, molti dei quali hanno assistito in pie-
di alle presentazioni che si sono succe-
dute. Il freddo intervenuto verso la fine
del seminario, ha condizionato e com-
promesso la discussione ed il dibattito
che ci si attendeva. Confidiamo che una
approfondita discussione possa aprirsi
in occasione di un prossimo incontro
che il Collegio organizzerà, non appe-
na il nuovo Pregeo 10 sarà attivato con
certezza e convinzione, anche nella no-
stra provincia.
In ogni caso, il messaggio che il Colle-
gio e l’Agenzia hanno voluto trasmettere
alla categoria è quello di avvalersi della
trasmissione telematica e delle nuove
opportunità per l’approvazione automa-
tica degli atti di aggiornamento catastali,
per migliorare la qualità del nostro lavo-
ro e quello dell’Agenzia.
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una ditta individuale a Carlino (UD), dopo pochi anni affiancati dal figlio, Lucio Zanutta, e grazie al suo aiuto
si è registrata una progressiva crescita delle vendite nel settore edilizio (edilizia “pesante”).
Nel 1996 avviene l'entrata della terza generazione nella gestione dell'impresa: Vincenzo e Gianluca
Zanutta, figli di Lucio.
Le innovazioni avvenute in questo periodo, ed in particolare negli ultimi quattro anni, hanno comportato
una crescita esponenziale sia in termini di fatturato che in termini di personale occupato.
E' stato infatti duplicato il numero di addetti che attualmente consta di circa 70 dipendenti che operano nei
vari settori aziendali nelle varie filiali sparse sul territorio del Friuli Venezia Giulia e di circa 70 collaboratori
esterni che prestano la loro attività in modo esclusivo a favore della Zanutta srl.
Sono stati inoltre ampliati e diversificati i mercati con l'acquisizione dei punti vendita nella Città di Trieste e
con l'investimento nella lavorazione del ferro e del legno.
Aperto quest'anno un ulteriore show room e punto vendita a Feletto Umberto (UD).
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Il convegno sul fascicolo tecnico di manutenzionel’importanza di compilare correttamente il fascicolo dell’opera e soprattutto di metterne in pratica i contenuti
di antonio tieghi
Il 14 dicembre, organizzato dall’INAIL,
dall’ASS n°6 dal Co.Co.Pro e dalla DPL,
si è tenuto a Pordenone il convegno: Gli
infortuni da cadute dall’alto - Il Fascicolo
dell’Opera come strumento di Preven-
zione degli infortuni sul lavoro.
Lo scopo era la sensibilizzazione di pro-
fessionisti, committenti e stazioni ap-
paltanti e gli altri operatori del compar-
to edile, sul significato e sulle importan-
ti conseguenze che una corretta compi-
lazione del fascicolo dell’opera, ex art.
91 del D.Lgs 81/08, e soprattutto la rea-
lizzazione di quanto in esso previsto, ha
per la prevenzione degli infortuni sul la-
voro, nelle successive attività di manu-
Attività del Collegio di Pordenone
BORA A LEGNA PALLADIO
Stufe Palladio prodotte da:Edilvalli Arredi | Via Nazionale, 31 - 33040 Pradamano (SS. UD-GO, fronte Cinecity)t. 0432-671681 f. 0432-640480 | [email protected] - www.stufepalladio.com
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SCOZIA A PELLET PALLADIO
tenzione dell’opera.
L’evento è stato patrocinato dalla Provin-
cia di Pordenone, Federsanità ANCI fede-
razione Friuli Venezia Giulia ed ESMEPS,
e come partner l’Unione Industriali, Unio-
ne Artigiani Pordenone CONFARTIGIA-
NATO, CNA, ANCE, CGIL CISL UIL, Co-
ordinamento Permanente degli Ordini
e dei Collegi delle Professioni Tecniche
della Provincia di Pordenone, Comune
di Pordenone.
Oltre al consueto saluto della autorità
hanno relazionato il dr. Claudio Calabre-
si per conto di Inail - Ass6 - Dpl sul “fe-
nomeno delle cadute dall’alto: descrizio-
ne del fenomeno”.
Il TdP Francesco del Bianco a nome
dell’Ass n° 6 su “Progettare la sicurez-
za: il fascicolo tecnico dell’opera quale
strumento di prevenzione degli infortu-
ni da caduta dall’alto.”
È stata poi la volta di un’interessante ri-
cerca, fatta in sede di tesi di laurea del
TdP dott. N.Wickkiser sulla “valutazio-
ne dell’adozione del Fascicolo tecnico in
un campione di edifici civili ed insedia-
menti produttivi recentemente realizzati
nella provincia di Pordenone”, le cui con-
La volta realizzata, che sarà oggetto di pulizia e manutenzione
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clusioni sono state estremamente criti-
che sullo stato dell’arte, sia come reda-
zione del documento che, ancor peg-
gio, sulla realizzazione degli interven-
ti ivi previsti.
A seguire sono intervenuti il sottoscritto
a nome del collegio dei Geometri e Geo-
metri laureati di Pordenone con “Proget-
tare la sicurezza: ruolo e responsabilità
del progettista”, l’arch. Liut dell’ATER di
Pordenone che ha portato “L’esperien-
za del progettista nella progettazione
e nella manutenzione di edilizia pubbli-
ca” ed infine, l’ arch Nino Tenca Montini
dell’Università di Udine, il quale ha dibat-
tuto sull’”Analisi e possibili soluzioni mi-
gliorative in fase di progettazione nella
prevenzione delle cadute dall’alto”.
Il convegno è stato un successo sia in
termini di partecipazione con oltre 200
persone presenti che come gradimen-
to dei contenuti, testimoniato da ben 85
schede di feedback contenenti giudizi più
che lusinghieri, che si riportano qui di se-
guito, come spunto di condivisione per
un evento analogo, che potrebbe esse-
re riproposto anche in altre sedi.
1 - Come valuta la rilevanza degli argomenti trattati rispetto alle Sue necessità di aggiornamento.
Non rilevante Poco rilevante Abbastanza rilevante Rilevante Molto rilevante
0 5 27 43 12
2 - Come valuta la qualità educativa dell’aggiornamento fornito ?
Scarsa Mediocre Soddisfacente Buona Eccellente
1 7 39 38 2
3 - Come valuta l’efficacia dell’evento per la Sua attività ?
Inefficace Parzialmente efficaceAbbastanza
efficace EfficaceMolto
efficace
(non ho imparato nulla per la mia
attività)
(mi ha confermato che non ho neces-sità di modificare la
mia attività)
(mi ha stimolato a modificare alcuni aspetti dopo aver acquisito ulteriori
informazioni)
(mi ha stimolato a cambiare alcuni elementi della mia
attività)
(mi ha stimolato a cambiare in modo
rilevante alcuni aspetti della mia
attività)
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IN cOPeRtINA“I poggioli del Friuli Venezia Giulia”Cassacco (Ud)
dIRettORe ReSPONSAbILebrUno razza
cOMItAtO dI RedAZIONePIEr GIUSEPPE SEra (Go) anTonIo TIEGHI (Pn)LIVIo LaCoSEGLIaz (Ts) ELIo mIanI (Ud)
cOORdINAtORe dI RedAZIONeGLorIa GobETTI (Ud)
PROPRIetàorGano UFFICIaLE dEL ComITaTo rEGIonaLE dEI CoLLEGI dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dEL FrIULI VEnEzIa GIULIa
edItORe, dIReZIONe,RedAZIONe, AMMINIStRAZIONeaSSoCIazIonE dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dELLa ProVInCIa dI UdInEper conto del Comitato regionale dei Collegidei Geometri e Geometri laureati del Friuli Venezia Giulia Via Grazzano 5/b33100 UdineTel 0432 501503Fax 0432 504048e-mail: [email protected]
Il presente numero è stato chiuso per la stampail ????????????. Tiratura ?????? copie
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Questo periodico è associatoall’Unione Stampa Periodica Italiana
dimensione
geometraorGano UFFICIaLE dEL ComITaTo rEGIonaLE dEI CoLLEGI dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dEL FrIULI VEnEzIa GIULIa
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IN cOPeRtINA“I portali del Friuli Venezia Giulia” Località nogaredo di Corno - Comune di Coseano (Ud)
dIRettORe ReSPONSAbILebrUno razza
cOMItAtO dI RedAZIONePIEr GIUSEPPE SEra (Go) anTonIo TIEGHI (Pn)LIVIo LaCoSEGLIaz (Ts) ELIo mIanI (Ud)
cOORdINAtORe dI RedAZIONeGLorIa GobETTI (Ud)
PROPRIetàorGano UFFICIaLE dEL ComITaTo rEGIonaLE dEI CoLLEGI dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dEL FrIULI VEnEzIa GIULIa
edItORe, dIReZIONe,RedAZIONe, AMMINIStRAZIONeaSSoCIazIonE dEI GEomETrI E GEomETrI LaUrEaTI dELLa ProVInCIa dI UdInEper conto del Comitato regionale dei Collegidei Geometri e Geometri laureati del Friuli Venezia Giulia Via Grazzano 5/b33100 UdineTel 0432 501503Fax 0432 504048e-mail: [email protected]
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