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MARIA di NAZARETH
donna, credente, testimone
Schemi di preghiera
in preparazione
alla Solennità dell’Immacolata
DICEMBRE 2014
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Presentazione
Chi è Maria nel suo profilo di donna, di credente, di
testimone del Messia Gesù? Che cosa dicono ai discepoli di
Lui la vita, le opere e la fede di Lei? Come ha vissuto il suo
rapporto con Dio e le sue relazioni umane e come può
esserci così di esempio e di aiuto? A queste domande si
intende rispondere seguendo i passi della Madre del
Signore secondo quanto la discrezione dei Vangeli ci
consente di farlo, dischiudendo allo sguardo della fede gli
abissi del mistero.
Gli schemi di preghiera sono semplici nella loro
impostazione, arricchiti dall’Inno Akathistos, dalla
Scrittura, dai commenti tratti da alcuni scritti di Mons.
Bruno Forte, a cui si aggiungono degli interrogativi per la
riflessione personale.
Con l’augurio che una maggior conoscenza di Maria e
della sua presenza nella vita di Cristo e della Chiesa, possa
ravvivare in tutti il desiderio di una autentico discepolato.
Andria, 23 novembre 2014
Solennità di Cristo, Re dell’universo
don Ettore LESTINGI
Direttore Sez. Pastorale dell’ULD
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Una donna ebrea dalla fede profonda
Canto
Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi
Ass. E con il tuo spirito
Lett. Il più eccelso degli Angeli fu mandato dal Cielo
per dir "Ave" alla Madre di Dio.
Al suo incorporeo saluto
vedendoti in Lei fatto uomo,
Signore,
in estasi stette,
acclamando la Madre così:
Tutti Ave, per Te la gioia risplende;
Ave, per Te il dolore s'estingue.
Ave, salvezza di Adamo caduto;
Ave, riscatto del pianto di Eva.
Ave, Tu vetta sublime a umano intelletto;
Ave, Tu abisso profondo agli occhi degli Angeli.
Ave, in Te fu elevato il trono del Re;
Ave, Tu porti Colui che il tutto sostiene.
Ave, o stella che il Sole precorri;
Ave, o grembo del Dio che s'incarna.
Ave, per Te si rinnova il creato;
Ave, per Te il Creatore è bambino.
Ave, Vergine e Sposa!
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Lett. DAL VANGELO SECONDO LUCA (1, 26-38)
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città
della Galilea, chiamata Nazaret, la una vergine, promessa sposa
di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine
si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di
grazia, il Signore è con te».A queste parole ella rimase turbata e
si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse:
«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco
concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà
grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il
trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di
Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse
all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose
l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua
ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque
santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua
parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il
sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a
Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.
Canto di meditazione
Commento
Il nome Maria viene dall’ebraico “Myriam” o “maryam”. Fra le
possibili etimologie c’è “mara”, “signora”, “alta, eccelsa,
desiderata”. Già nel nome della giovane madre di Gesù si
riconosce come ella sia stata l’oggetto dell’attesa dei suoi genitori,
desiderata e amata. Quando concepisce il Figlio, Maria è una
almah, termine usato da Isaia 7,14 (“la vergine concepirà e
partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”), la cui traduzione
corretta è “giovane donna”, una donna cioè di poco più di 14 anni.
Maria è una giovane ebrea credente, familiare al linguaggio delle
Scritture, come dimostra il fatto che nel racconto
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dell’annunciazione le risultano immediatamente comprensibili i
riferimenti ai Profeti: “chàire, esulta, piena di grazia…”),. È una
credente che osserva scrupolosamente la Torah, mostra ad
esempio nella sua andata al Tempio per celebrare la purificazione
rituale dopo il parto (cf. Luca 2,22-24). La spiritualità di Myriam è
quella dello “Shemà”, cioè dell’“ascolto” obbediente del Dio
unico, perché parli quando e come vorrà alla sua serva e compia in
Lei le sue opere: in questo Maria si colloca al vertice della
spiritualità biblica dell’attesa e dell’accoglienza della Parola
divina. Lo si coglie nella scena dell’adorazione dei pastori, dove
Maria è la protagonista, silenziosa e raccolta, che “custodiva tutte
queste cose, meditandole nel suo cuore” (Luca 2,19). Si tratta di
un’attitudine costante in Maria (cf. 2,51), che proprio così si lascia
condurre docilmente dall’Altissimo. Maria è la donna credente e
riflessiva, che si abbandona all’Eterno con serietà pensosa. È
questo peraltro il modello di femminilità nella tradizione ebraica:
la donna sa tenersi in prossimità dell’invisibile Voce e questo la
colma della gioia di sapersi amata dall’Altissimo. Maria è la
donna della gioia, che testimonia cantando il Magnificat:
“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva”(Luca
2,46-48). Il suo atteggiamento interiore è ben espresso da questo
canto, che richiama i Salmi degli “anawim”, i “poveri” che
confidano solamente in Dio, e il cantico di Anna (1 Samuele 2,1-
10), che si apre con docilità alla sorpresa di Dio, ma non di meno
rivela la profonda fede di questa donna ebrea, capace di
consegnarsi totalmente all’Eterno.
Riflessione del Celebrante
Per la riflessione personale
Alla scuola di Maria impariamo il primato della dimensione
contemplativa della vita, quel continuo accogliere l’iniziativa del
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Signore, che consiste nel lasciarci amare e condurre docilmente da
Lui.
Ci chiediamo: è veramente Dio il signore della mia vita, come lo
fu per Maria?
Sono docile alla Sua azione, alla Sua Parola, al Suo silenzio?
Mi lascio guidare da Lui, meditando quanto mi dà di vivere alla
luce delle Scritture, per discernere la Sua volontà e realizzare con
Lui il Suo disegno d’amore per me e per quanti mi affida anche di
fronte a momenti difficili, come ad esempio quelli che la nostra
società sta vivendo?
Preghiera
Santa Maria, donna eccelsa ed umile, ultima nella
considerazione degli uomini, ma prima davanti a Dio, perché
piccola e povera, ti preghiamo di intercedere presso il Padre,
perché volga il suo sguardo su di noi e ci conceda un cuore
puro, pronto ad accogliere la volontà di Dio che anche
attraverso di noi desidera compiere meraviglie per il mondo
intero. Rendici docili all’ascolto dello Spirito, disponibili a
compiere ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Liberaci
dalla tentazione della superbia e dell’orgoglio, perché nulla
possa impedirci di vivere da autentici figli di Dio.
Amen
Benedizione
Canto finale
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Lo stile di vita di Maria
Canto
Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi
Ass. E con il tuo spirito
Lett. Con in grembo il Signore
premurosa Maria
ascese e parlò a Elisabetta.
Il piccolo in seno alla madre
sentì il verginale saluto,
esultò,
e balzando di gioia
cantava alla Madre di Dio:
Tutti: Ave, o tralcio di santo Germoglio;
Ave, o ramo di Frutto illibato.
Ave, coltivi il divino Cultore;
Ave, dai vita all'Autor della vita.
Ave, Tu campo che frutti ricchissime grazie;
Ave, Tu mensa che porti pienezza di doni.
Ave, un pascolo ameno Tu fai germogliare;
Ave, un pronto rifugio prepari ai fedeli.
Ave, di suppliche incenso gradito;
Ave, perdono soave del mondo.
Ave, clemenza di Dio verso l'uomo;
Ave, fiducia dell'uomo con Dio.
Ave, Sposa non sposata!
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Lett. DAL VANGELO SECONDO LUCA ( 1,39-56)
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e
raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di
Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto
di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena
di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le
donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la
madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo
saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel
mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle
parole del Signore». Allora Maria disse:
Canto MAGNIGICAT
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
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Commento
La scena della visitazione mostra quali siano le caratteristiche
dell’agire della giovane Myriam: ella è capace di un amore
attento, concreto, gioioso e tenero. Il suo amore è attento: Maria
non ha bisogno di richieste per capire il bisogno della cugina
Elisabetta, di età matura e in attesa di un figlio. Intuisce la
necessità e le corre in aiuto: il suo sguardo, nutrito d’amore, ha
capito il da farsi al di là di ogni comunicazione verbale.
All’attenzione Maria unisce la concretezza: non indulge a sogni di
bene, agisce. L’espressione “in fretta” (v. 39) dice la sollecitudine
e la premura con cui concretizza la decisione di andare in aiuto
alla Madre di Giovanni. Commenta Sant’Ambrogio: “La grazia
dello Spirito Santo non tollera indugi” L’agire di Maria, poi, è
pervaso di gioia: non vive i suoi atti come il compimento di un. In
lei tutto è gratuità, bene diffusivo di sé, generosità vissuta senza
calcolo o forzature. Gioia è sentirsi amati così profondamente da
avvertire l’incontenibile bisogno di amare, per corrispondere
all’amore ricevuto al di là di ogni misura con l’amore donato
senza condizioni. Proprio così tutto in Maria si mostra nel segno
della tenerezza, propria dell’amore che non crea distanze, che
avvicina, anzi, i lontani, facendoli sentire accolti e li riempie dello
stupore e della bellezza di scoprirsi oggetto di puro dono. “A che
cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco,
appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha
sussultato di gioia nel mio grembo” (vv. 43s). La tenerezza è dare
con gioia suscitando gioia nell’amato: chi non ama con tenerezza,
crea dipendenze o mantiene distanze in cui è impossibile far
sprigionare la gioia.
Riflessione del Celebrante
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Per la riflessione personale
Maria è un modello per tutti, specialmente nei rapporti familiari.
Ci chiediamo allora:
qual è il mio stile di vita?
Sono come Maria attento agli altri, all’altro, ai bisogni espressi o
inespressi di chi mi sta davanti, di chi Dio mi chiama ad amare e
servire?
So essere concreto nel mio modo di amare, agendo con la
tenerezza che coniuga il rispetto e l’attenzione all’amore che rende
liberi e genera la pace del cuore?
Cerco di avere attenzione e solidarietà verso chi soffre, ad
esempio verso chi sta vivendo le conseguenze dell’attuale crisi
specialmente per la mancanza o la precarietà del lavoro?
Preghiera
Santa Maria, signora degli angeli e serva degli uomini, vieni
in aiuto alla nostra povera fede e dischiudi i nostri occhi alla
contemplazione dei misteri di Dio che si manifesta a noi nei
poveri e nei bisognosi. Fa che ogni domanda di aiuto trovi
risposte pronte e generose in chi, come noi, si gloria del nome
cristiano. Facci comprendere che essere cristiani non è
distrarsi dal mondo ma entrare in esso per animarlo con
l’amore di Dio.
Amen
Benedizione
Canto finale
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Il rapporto col Figlio
Canto
Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi
Ass. E con il tuo spirito
Lett. Di natura le leggi
innovò il Creatore,
apparendo tra noi, suoi figlioli:
fiorito da grembo di Vergine,
lo serba qual era da sempre, inviolato:
e noi che ammiriamo il prodigio
cantiamo alla Santa:
Tutti: Ave, o fiore di vita illibata,
Ave, corona di casto contegno.
Ave, Tu mostri la sorte futura,
Ave, Tu sveli la vita degli Angeli.
Ave, magnifica pianta che nutri i fedeli,
Ave, bell'albero ombroso che tutti ripari.
Ave, Tu in grembo portasti la Guida agli erranti,
Ave, Tu desti alla luce Chi affranca gli schiavi.
Ave, Tu supplica al Giudice giusto,
Ave, perdono per tutti i traviati.
Ave, Tu veste ai nudati di grazia,
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Ave, Amore che vinci ogni brama.
Ave, Vergine e Sposa!
Lett. DAL VANGELO SECONDO LUCA (2,41-50)
I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la
festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di
nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre
riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a
Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.
Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi
si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo
trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre
giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori,
mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano
erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al
vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci
hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».
Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io
devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non
compresero le sue parole.
Canto di meditazione
Commento
Nella vita di Gesù la Madre ha avuto un ruolo decisivo. Per
l’ebraismo è la donna che trasmette l’appartenenza al popolo
eletto (è ebreo chi nasce da madre ebrea), generando il proprio
figlio alla coscienza dell’alleanza con Dio, anzitutto attraverso la
vita familiare. Il contesto domestico è considerato un “piccolo
tempio”, nel quale la tavola costituisce “l’altare”: e la donna è la
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responsabile della liturgia domestica e dell’osservanza delle
norme di purità che regolano la vita quotidiana. La tradizione
rabbinica sottolinea che la Torah rivelata al Sinai fu data prima
alle donne, poiché senza di esse la vita ebraica non sarebbe stata
possibile, e invita perciò i mariti ad “ascoltare” le proprie mogli,
poiché è per loro merito che le benedizioni raggiungono la
famiglia. La famiglia diventa così il nucleo più importante
dell’ebraismo, al cui interno decisivo è il ruolo della donna.
Secondo i maestri ebrei è compito degli uomini insegnare il
contenuto della rivelazione, , mentre quello della donna è di
trasmettere l’esperienza della rivelazione, il senso del mistero,
senza il quale i contenuti non avrebbero valore e il loro studio
sarebbe puro esercizio intellettuale. Perciò è sempre la donna ad
accendere e benedire le luci del sabato, simbolo del dono della
vita. Maria ha assolto pienamente questo ruolo, come mostrano le
due visite al tempio per la circoncisione di Gesù e per la festa dei
dodici anni, ovvero della maggiore età per un bambino ebreo. In
esse Maria mostra tutto il suo rispetto per la tradizione dei Padri: è
la madre ebrea che educa il figlio, che le è sottomesso (cf. 2,51),
secondo la Legge del Signore. Madre attenta e tenera, vive le
attese, i silenzi, le gioie e le prove che ogni mamma è chiamata ad
attraversare: è significativo che non sempre comprenda tutto di lui.
Avanza, però, fidandosi di Dio, amando e proteggendo a modo
suo quel Figlio, così piccolo e così grande, con una mescolanza di
prossimità e di dolorosi distacchi, che la rendono modello di
maternità.
Riflessione del Celebrante
Per la riflessione personale
Maria è esempio di madre, capace di un’azione educativa fatta di
condivisione del tesoro del cuore, di pazienza e di fermezza, di
progressività e di fiducia nell’Altissimo.
Ci chiediamo allora:
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nella nostra responsabilità di testimoni e generatori della vita che
viene dall’alto ci sforziamo di essere come Maria nel suo rapporto
con Gesù, vicini con tenerezza a chi ci è affidato e rispettosi della
sua libertà e del suo mistero?
Siamo pronti ad affidare tutto a Dio senza sottrarci ad alcuna delle
nostre responsabilità?
Siamo capaci di ascolto verso tutti, senza venir meno al dovere di
testimoniare la verità che solo libera e salva?
Preghiera
Santa Maria, madre di Dio e vera figlia di Sion, che hai
intessuto tutta la tua vita con la Parola di Dio e a Lui sei stata
sempre obbediente, aiutaci a conoscere sempre più le
Scritture, perché solo così possiamo conoscere sempre meglio
Gesù e lodarlo nel servizio agli altri. Insegnaci ad affidarci
sempre e unicamente a Dio scommettendo tutta la nostra
esistenza sulla sua Parola.
Amen
Benedizione
Canto finale
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Il servizio di Maria e il nostro
Canto
Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi
Ass. E con il tuo spirito
Lett. Era tutto qui in terra,
e di sé tutti i cieli
riempiva il Dio Verbo infinito:
non già uno scambio di luoghi,
ma un dolce abbassarsi di Dio verso l'uomo
fu nascer da Vergine,
Madre che tutti acclamiamo:
Tutti: Ave, Tu sede di Dio, l'Infinito,
Ave, Tu porta di sacro mistero.
Ave, dottrina insicura per gli empi,
Ave, dei pii certissimo vanto.
Ave, o trono più santo del trono cherubico,
Ave, o seggio più bello del seggio serafico.
Ave, o tu che congiungi opposte grandezze,
Ave, Tu che sei in una e Vergine e Madre.
Ave, per Te fu rimessa la colpa,
Ave, per Te il paradiso fu aperto.
Ave, o chiave del regno di Cristo, Ave, speranza di eterni tesori.
Ave, Vergine e Sposa!
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Lett. DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI ( 2,1-11)
Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la
madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi
discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di
Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho
da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La
madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». Vi erano là sei
giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna
due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare» e
le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e
portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come
ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che
non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano
attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da
principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno
buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». Così
Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la
sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Canto di meditazione
Commento
Maria accompagna Gesù nella vita pubblica, a partire
dall’episodio, che può considerarsi il compendio di tutto ciò che
verrà, le nozze di Cana, dove Gesù si manifesta come lo Sposo
divino, che conclude con il popolo l’alleanza nuova e definitiva. Si
è alla svolta decisiva della storia della salvezza e la Madre ha in
essa un ruolo, che l’Evangelista ha voluto evidenziare. È lei a
notare il bisogno cui è necessario provvedere: “Non hanno più
vino” (Giovanni 2,3). Si manifesta qui ancora una volta
l’attenzione di Maria. Nel vino, poi, è possibile riconoscere un
segno dei tempi messianici che caratterizzerà il banchetto
escatologico (e sarà offerto con gratuità. Il vino nuovo allieterà il
giorno delle nozze eterne fra il Signore e il suo popolo In questa
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luce, il banchetto nuziale di Cana appare come l’ora
dell’intervento definitivo di Dio, che viene a compiere in maniera
sovrabbondante l’attesa e trasforma l’acqua della purificazione dei
nel vino nuovo del Regno. Quanto la Madre dice ai servi è di
grande importanza: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” Come il popolo
dell’antico patto risponde alla rivelazione al Sinai assentendo nella
fede - “Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo” (Esodo 19,8;
24,3.7) -, così Maria manifesta la sua fiducia incondizionata nel
Figlio, che ha evocato il mistero della sua “ora”. L’invito, poi, che
rivolge ai “servi” mostra il ruolo di modello e madre nella fede
che avrà nella comunità dell’alleanza: in Maria l’antico patto
passa nel nuovo, Israele nella Chiesa, la Legge nel Vangelo. Nella
Chiesa nata dalla Pasqua di Gesù, la Vergine Madre è colei che
presenta al Figlio i bisogni dell’attesa e conduce alla fede in Lui,
condizione necessaria perché il vino nuovo riempia le giare
dell’antico patto.
Riflessione del Celebrante
Per la riflessione personale
Il servizio di Maria è di orientarci a Gesù e di portarci a compiere
la Sua volontà.
Ci chiediamo allora:
Siamo pronti a rispondere all’invito della Madre, per metterci a
nostra volta al servizio degli altri nella maniera più vera e feconda,
che è quella di introdurli alla fede con la fede vissuta e
testimoniata?
Sappiamo dire con le labbra e con la vita le parole che indicano a
ciascuno la strada della libertà e della realizzazione più piena di
sé, “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”?
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Preghiera
Santa Maria, donna del vino nuovo, fautrice così impaziente
del cambio, che a Cana di Galilea provocasti anzitempo il più
grandioso esodo della storia, obbligando Gesù alle prove
generali della Pasqua definitiva, tu resti per noi il simbolo
imperituro della giovinezza.
Perché è proprio dei giovani percepire l'usura dei moduli che
non reggono più, e invocare rinascite che si ottengono solo con
radicali rovesciamenti di fronte, e non con impercettibili
restauri di laboratorio.
Liberaci, ti preghiamo, dagli appagamenti facili. Dalle piccole
conversioni sottocosto. Dai rattoppi di comodo.
Preservaci dalle false sicurezze del recinto, dalla noia della
ripetitività rituale, dalla fiducia incondizionata negli schemi,
dall'uso idolatrico della tradizione.
Amen
Benedizione
Canto finale
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Maria sotto la Croce
Canto
Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi
Ass. E con il tuo spirito
Lett. Per salvare il creato,
il Signore del mondo,
volentieri discese quaggiù.
Qual Dio era nostro Pastore,
ma volle apparire tra noi come Agnello.
Tu difesa di quanti ricorrono a Te:
che tale ti fece il Signore
di tutta la terra e del cielo, o illibata,
abitando il tuo grembo
e invitando noi tutti a cantare:
Tutti. Ave, colonna di sacra purezza,
Ave, Tu porta d'eterna salvezza.
Ave, inizio di nuova progenie,
Ave, datrice di beni divini.
Ave, Tu vita hai ridato ai nati nell'onta,
Ave, hai reso saggezza ai privi di senno.
Ave, o Tu che annientasti il gran seduttore,
Ave, o Tu che dei casti ci doni l'autore.
Ave, Tu grembo di nozze divine,
Ave, che unisci i fedeli al Signore.
Ave, di vergini alma nutrice,
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Ave, che l'anime porti allo Sposo.
Ave, Vergine e Sposa!
Lett. DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (19,25-27)
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua
madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo
la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla
madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco
la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua
casa.
Canto di meditazione
Commento
Accanto alla Madre c’è il discepolo amato (cf. v. 26), simbolo di
ogni altro discepolo. A partire dall’“ora” della croce (cf. v. 27) il
discepolo accoglie la Madre “fra quanto gli è proprio”: non si
tratta soltanto dell’accoglienza “in casa sua”. L’espressione va
riferita al mondo vitale, all’ambiente esistenziale: essa sta a dire
che la Madre entra nel più profondo della vita del discepolo, ne fa
ormai parte come bene irrinunciabile. Il rapporto che il Crocifisso
stabilisce fra la Madre e il discepolo appare allora intensissimo: in
quanto la “donna” è figura dell’antico Israele e il discepolo della
Chiesa credente, il messaggio è che l’antico Israele entra a far
parte in modo vitale del nuovo. La Chiesa riconosce in Israele
l’antica madre che porta al centro del suo cuore. In quanto la
“donna” rappresenta il popolo dell’era messianica e il discepolo è
il tipo di ogni singolo credente, la loro reciproca appartenenza sta
a dire la reciproca appartenenza fra la Chiesa - madre e i figli della
Chiesa: al discepolo la Chiesa sta a cuore come madre amata, bene
prezioso affidatogli dal Redentore crocifisso. Infine, in quanto la
madre è la singola donna concreta, la madre di Gesù, il testo
sembra evidenziare un rapporto privilegiato fra lei e ogni singolo
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credente, oltre che fra lei e l’intera famiglia dei figli di Dio: Maria
fa parte della Chiesa e della vita di fede del discepolo come bene
prezioso, valore vitale. Insieme, in lei la Chiesa e i singoli credenti
potranno riconoscere la Madre, a loro affidata e a cui sono affidati.
In questa luce, il Vangelo che abbiamo ascoltato testimonia il
significato che la Chiesa sin dalle origini attribuisce alla Madre del
Signore per la sua vita presente e futura, specialmente nello stare
sotto la Croce del Messia, lasciandosi sempre di nuovo generare
dal “sangue” e dall’“acqua” scaturiti dal suo costato lacerato.
Riflessione del Celebrante
Per la riflessione personale
Mi relaziono così a Maria?
Riconosco in Lei la Madre cui Gesù mi ha affidato e che mi aiuta
a riconoscere Lui nei fratelli e gli altri come fratelli in Lui?
Lascio che l’amore a Maria nutra in me l’amore alla Chiesa?
Preghiera
Siamo uniti nella preghiera con Te, Madre di Cristo: con Te,
che hai partecipato alle sue sofferenze. Tu ci conduci al Cuore
del Tuo Figlio agonizzante sulla Croce: quando nella sua
spogliazione si rivela fino in fondo come Amore. O tu, che hai
partecipato alle sue sofferenze, permettici di perseverare
sempre nell'abbraccio di questo mistero. Madre del
Redentore! Avvicinaci al Cuore del Tuo Figlio!
Amen
Benedizione
Canto finale
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Perseverante nella notte della fede
Canto
Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi
Ass. E con il tuo spirito
Lett. Come fiaccola ardente
per che giace nell'ombre
contempliamo la Vergine santa,
che accese la luce divina
e guida alla scienza di Dio tutti,
splendendo alle menti
e da ognuno è lodata col canto:
Tutti: Ave, o raggio di Sole divino,
Ave, o fascio di Luce perenne.
Ave, rischiari qual lampo le menti,
Ave, qual tuono i nemici spaventi.
Ave, per noi sei la fonte dei sacri Misteri,
Ave, Tu sei la sorgente dell'Acque abbondanti.
Ave, in Te raffiguri l'antica piscina,
Ave, le macchie detergi dei nostri peccati.
Ave, o fonte che l'anime mondi,
Ave, o coppa che versi letizia.
Ave, o fragranza del crisma di Cristo,
Ave, Tu vita del sacro banchetto.
Ave, Vergine e Sposa!
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Lett. DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al
sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra
era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e
dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno
portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno
posto!». Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono
al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo
corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò,
vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon
Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati
là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i
teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro
discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli
doveva risorgere dai morti.
Canto di meditazione
Commento
Alla morte del Figlio, abbandonato sulla Croce, segue un tempo
oscuro, il sabato santo della prostrazione e dell’attesa, in cui la
tradizione cristiana ha riconosciuto un ruolo unico a Maria, la
Vergine Madre di Gesù, come attesta il titolo di “Sancta Maria in
Sabbato”. Mentre il Figlio giace morto nel sepolcro, la Madre
custodisce la fede, abbandonata nelle mani del Dio fedele che
compirà le Sue promesse. È perciò antico uso liturgico consacrare
il sabato alla Vergine, quale memoria di quel “grande sabato”, nel
quale in Lei si raccolse tutta la fede della Chiesa e dell’umanità,
nell’attesa trepida della risurrezione. Il sabato santo di Maria parla
in modo eloquente a noi, pellegrini nel grande sabato del tempo,
che sfocerà nella domenica senza tramonto, quando Dio sarà tutto
in tutti e il mondo intero sarà la patria di Dio.
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Riflessione del Celebrante
Per la riflessione personale
Nel tempo del silenzio di Dio, nello stupore dolente davanti al Dio
crocifisso e abbandonato, sull’esempio e con l’intercessione di
Maria ci chiediamo:
credo veramente in Dio?
Mi pongo in ascolto docile e perseverante del Suo progetto
d’amore su di me?
Vivo la gioia del sapermi amato con Cristo e in Lui dal Padre,
anche nel tempo della prova e del silenzio di Dio?
Irradio questa gioia?
Cerco di piacere sempre e solo a Dio nell’eloquenza dei gesti,
senza inseguire l’immagine o crearmi maschere di difesa o di
evasione?
Preghiera
Santa Maria, Vergine della notte, noi t'imploriamo di starci
vicino quando incombe il dolore, irrompe la prova, sibila il
vento della disperazione, e sovrastano sulla nostra esistenza il
cielo nero degli affanni, o il freddo delle delusioni o l'ala
severa della morte. Liberaci dai brividi delle tenebre. Nell'ora
del nostro calvario, Tu, che hai sperimentato l'eclissi del sole,
stendi il tuo manto su di noi, sicché, fasciati dal tuo respiro, ci
sia più sopportabile la lunga attesa della libertà. Alleggerisci
con carezze di Madre la sofferenza dei malati. Riempi di
presenze amiche e discrete il tempo amaro di chi è solo. Ripeti
ancora oggi la canzone del Magnificat, e annuncia
straripamenti di giustizia a tutti gli oppressi della terra. Non ci
lasciare soli nella notte a salmodiare le nostre paure. Anzi, se
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nei momenti dell'oscurità ti metterai vicino a noi e ci
sussurrerai che anche Tu, Vergine dell'Avvento, stai
aspettando la luce, le sorgenti del pianto si disseccheranno sul
nostro volto. E sveglieremo insieme l'aurora.
Così sia.
Benedizione
Canto finale
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Aperti con Maria alle sorprese del
Signore
Canto
Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo
Ass. Amen
Cel. Il Signore sia con voi
Ass. E con il tuo spirito
Lett. Inneggiando al tuo parto
l'universo ti canta
qual tempio vivente, o Regina!
Ponendo in tuo grembo dimora
Chi tutto in sua mano contiene, il Signore,
tutta santa ti fece e gloriosa
e ci insegna a lodarti:
Tutti. Ave, o «tenda» del Verbo di Dio,
Ave, più grande del «Santo dei Santi».
Ave, Tu «Arca» da Spirito aurata,
Ave, «tesoro» inesausto di vita.
Ave, diadema prezioso dei santi sovrani,
Ave, dei pii sacerdoti Tu nobile vanto.
Ave, Tu sei per la Chiesa qual torre possente,
Ave, Tu sei per l'Impero qual forte muraglia.
Ave, per Te innalziamo trofei,
Ave, per Te cadon vinti i nemici.
Ave, Tu farmaco delle mie membra,
Ave, salvezza dell'anima mia.
Ave, Vergine e Sposa!
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Lett. DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI (1,12-14)
Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi,
che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un
sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano.
C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e
Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo
Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi
nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre
di Gesù e con i fratelli di lui.
Canto di meditazione
Commento
Chiediamo insieme a Maria di intercedere per noi e di ottenerci
una fede irradiante, una speranza viva e una carità operosa: Prega
per noi, Maria, Figlia di Sion, donna dell’ottavo giorno, in cui
l’Eterno compì le meraviglie della nostra salvezza! In Te, Vergine
accogliente, rifulse l’Amore umile che aveva reso possibile il
primo mattino degli esseri. In Te, Vergine dell’ascolto, la fede di
Abramo toccò il vertice puro fra quanti credettero nell’impossibile
possibilità di Dio. Per il Tuo sì ospitale la promessa divina si
realizzò in Gesù, l’atteso delle genti: la notte del Tuo grembo
verginale fece spazio alla Luce della vita. La notte del Tuo amore
materno accompagnò i Suoi passi fino all’estremo abbandono. La
notte della Tua fede umile condivise l’ora delle tenebre, quando la
spada ti trapassò l’anima come i chiodi il corpo del Tuo Figlio. Il
Tuo cuore trafitto custodì nella fede l’attesa innamorata
dell’aurora. Tu sei la Madre dell’amore abbandonato, la Sposa
dell’amore vittorioso, la Regina della notte del Messia! In Te, al
compimento di quella notte, si offrì la luce dell’aurora: Tu
primizia degli amati nel cuore dell’Amato, con Lui nascosta in
Dio nella Tua carne di donna, meraviglioso pegno dell’umanità
nuova, riconciliata per sempre nell’amore. Prega per noi, Maria,
Vergine e Madre, Sposa e Regina, e ottienici dal Figlio Tuo e
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Redentore nostro una fede sempre più viva e innamorata, una
speranza ardente, una carità umile e operosa, capaci di attrarre a
Lui ogni cuore aperto alla verità che libera e salva. Amen.
Riflessione del Celebrante
Preghiera
O Vergine santissima, Madre di Cristo e Madre della Chiesa,
con gioia e con ammirazione,ci uniamo al tuo Magnificat, al
tuo canto di amore riconoscente. Con Te rendiamo grazie a
Dio, «la cui misericordia si stende di generazione in
generazione», per la splendida vocazione e per la multiforme
missione dei fedeli laici, chiamati per nome da Dio a vivere in
comunione di amore e di santità con Lui e ad essere
fraternamente uniti nella grande famiglia dei figli di Dio,
mandati a irradiare la luce di Cristo e a comunicare il fuoco
dello Spirito per mezzo della loro vita evangelica in tutto il
mondo. Tu che insieme agli Apostoli in preghiera sei stata nel
Cenacolo in attesa della venuta dello Spirito di Pentecoste,
invoca la sua rinnovata effusione su tutti noi, perché
corrispondiamo pienamente alla nostra vocazione e missione,
come tralci della vera vite, chiamati a portare molto frutto per
la vita del mondo.
Amen.
Benedizione
Canto finale