Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
CORSO BASE DI SPECIALIZZAZIONE IN PREVENZIONE INCENDI
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli
obiettivi di sicurezza
Individuazione delle misure di compensazione
dott. ing. Francesca Petrocco – Direzione Regionale Vigili del Fuoco Abruzzo
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Attività non normate: valgono i criteri generali
D.Lgs.139/2006 – art. 15 comma 3
• Misure, provvedimenti e accorgimenti operativi intesi a
ridurre la probabilità dell’insorgere dell’incendio
MISURE DI PREVENZIONE
• Misure, provvedimenti e accorgimenti operativi atti a
limitare le conseguenze dell’incendio
MISURE DI PROTEZIONE
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Come progettare in mancanza di regole
tecniche?
Per individuare le misure di
compensazione del rischio devo fare la
fotografia dell’attività
(DM 07/08/2012 allegato I)
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Allegato I al DM 07/08/2012
DOCUMENTAZIONE RELATIVA AD ATTIVITA' NON REGOLATE
DA SPECIFICHE DISPOSIZIONI ANTINCENDIO
A.1 RELAZIONE TECNICA
La relazione tecnica evidenzia l'osservanza dei criteri generali di sicurezza
antincendio, tramite l'individuazione dei pericoli di incendio, la valutazione dei rischi
connessi e la descrizione delle misure di prevenzione e protezione antincendio da
attuare per ridurre i rischi.
• A.1.1 Individuazione dei pericoli di incendio
• A.1.2 Descrizione delle condizioni ambientali
• A.1.3 Valutazione qualitativa del rischio incendio
• A.1.4 Compensazione del rischio incendio (strategia antincendio)
• A.1.5 Gestione dell'emergenza
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
A.1.1 Individuazione dei pericoli di incendio
La prima parte della relazione contiene l'indicazione di elementi che
permettono di individuare i pericoli presenti nell'attività, quali ad
esempio:
• - destinazione d'uso (generale e particolare);
• - sostanze pericolose e loro modalità di stoccaggio;
• - carico di incendio nei vari compartimenti;
• - impianti di processo;
• - lavorazioni;
• - macchine, apparecchiature ed attrezzi;
• - movimentazioni interne;
• - impianti tecnologici di servizio;
• - aree a rischio specifico.
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A.1.2 Descrizione delle condizioni ambientali
La seconda parte della relazione contiene la descrizione delle
condizioni ambientali nelle quali i pericoli sono inseriti, al fine di
consentire la valutazione del rischio incendio connesso ai pericoli
individuati, quali ad esempio:
• condizioni di accessibilità e viabilità;
• lay-out aziendale (distanziamenti, separazioni, isolamento);
• caratteristiche degli edifici (tipologia edilizia, geometria,
volumetria, superfici, altezza, piani interrati, compartimentazione);
• aerazione (ventilazione);
• affollamento degli ambienti, con particolare riferimento alla
presenza di persone con ridotte capacità motorie o sensoriali;
• vie di esodo.
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A.1.3 Valutazione qualitativa del rischio incendio
La terza parte della relazione contiene la valutazione qualitativa del
livello di rischio incendio, l'indicazione degli obiettivi di sicurezza
assunti e l'indicazione delle azioni messe in atto per perseguirli.
A.1.4 Compensazione del rischio incendio (strategia antincendio)
La quarta parte della relazione tecnica contiene la descrizione dei
provvedimenti da adottare nei confronti dei pericoli di incendio,
delle condizioni ambientali, e la descrizione delle misure
preventive e protettive assunte, con particolare riguardo al
comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali ed ai presidi
antincendio, evidenziando le norme tecniche di prodotto e di
impianto prese a riferimento.
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Relativamente agli impianti di protezione attiva la documentazione
indica le norme di progettazione seguite, le prestazioni dell'impianto, le sue
caratteristiche dimensionali, (quali ad esempio, portate specifiche, pressioni
operative, caratteristica e durata dell'alimentazione dell'agente estinguente,
ecc..) e quelle dei componenti da impiegare nella sua realizzazione, nonché
l'idoneità dell'impianto in relazione al rischio di incendio presente nell'attività.
A.1.5 Gestione dell'emergenza
Nell'ultima parte della relazione sono indicati, in via generale, gli elementi
strategici della pianificazione dell'emergenza che dimostrino la perseguibilità
dell'obiettivo della mitigazione del rischio residuo attraverso una efficiente
organizzazione e gestione aziendale.
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In particolare ci occuperemo:
• della valutazione qualitativa del
rischio incendio
• delle misure di compensazione
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Alcuni richiami:
Il rischio incendio è dato dal prodotto tra la
frequenza (F) con cui si verifica un incendio e la
magnitudo (M) dell’incendio ossia l’entità del
danno che l’incendio produce.
R = F x M
RISCHIO = FREQUENZA x MAGNITUDO
RISCHIO = FREQUENZA x MAGNITUDO
RISCHIO = FREQUENZA x MAGNITUDO
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Classificazione dei metodi di
analisi del rischio
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Valutazione del rischio incendio
Procedimento di valutazione dei rischi derivanti dal
verificarsi di un pericolo in un luogo di lavoro.
Le valutazioni, in ordine alla complessità del luogo di
lavoro, possono seguire due diversi approcci operativi:
• Metodi quantitativi o semiquantitativi
• Metodi qualitativi
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METODI QUANTITATIVI PER LA VALUTAZIONE
DEI RISCHI DI INCENDIO
Sono basati sulla stima matematica dei valori delle
probabilità di accadimento F dell’evento incendio, e
dell’entità M del danno atteso.
L’uso di tali metodi è limitato a fattori di rischio rilevanti, a
fonti e condizioni di pericolo multiple e complesse.
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Valutazione quantitativa del rischio d’incendio
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METODI SEMI-QUANTITATIVI PER LA
VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO
Valutazione del rischio d’incendio
Sono modelli di calcolo utilizzati quando è necessario
approfondire la valutazione del rischio, pur senza giungere ad
una stima quantitativa rigorosa.
Assegnano un valore numerico “pesato” convenzionale ai
parametri di pericolo ed esposizione che concorrono al rischio.
Quindi, attraverso relazioni matematiche, forniscono degli indici
sintetici di rischio, raggruppati in classi di livello.
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Alcuni software si basano sulla valutazione separata di:
potenziale rischio di incendio (carico d’incendio e fattori
moltiplicatori),
misure di prevenzione e protezione disponibili (fattori di
compensazione per tenere conto della diminuzione del
rischio associabile al rispetto della norma).
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METODI QUALITATIVI PER LA VALUTAZIONE DEI
RISCHI DI INCENDIO
Sono basati sulla definizione di classi o livelli convenzionali
dei valori delle probabilità di accadimento F dell’evento
incendio, e dell’entità M del danno atteso, associati a valori
numerici convenzionali non riferiti a grandezze misurabili.
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Scala delle Frequenze (F)
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Scala delle Conseguenze (M)
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Matrice di valutazione del Rischio d’incendio
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Valutazione qualitativa del Rischio d’incendio
Determinazione mediante algoritmi
Per determinare il rischio di incendio in un luogo di lavoro, è
possibile anche fare riferimento ad algoritmi.
Un algoritmo è una rappresentazione in forma di diagramma
che aiuta ad orientarsi nel processo decisionale, finalizzato
alla risoluzione di problemi o all’attuazione di progetti.
In particolare, l’algoritmo può aiutare a classificare il livello
di rischio in basso, medio ed elevato.
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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Classificazione qualitativa secondo
DM 10/03/1998
e
Nuova classificazione secondo DPR 151/2011
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Classificazione qualitativa secondo DM 10/03/1998
LUOGHI DI LAVORO A RISCHIO DI INCENDIO ALTO
Si intendono a rischio di incendio alto i luoghi di lavoro in
cui:
• sono presenti sostanze altamente infiammabili,
• le condizioni di esercizio favoriscono un’elevata
probabilità di sviluppo di principi d’incendio,
• nella fase iniziale, la probabilità di propagazione è da
ritenersi elevata.
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Nuova categoria C – DPR 151/2011
RISCHIO ALTO
• industrie e depositi di cui agli articoli 4 e 6 del DPR n.
175/1988, e successive modifiche ed integrazioni;
• fabbriche e depositi di esplosivi;
• centrali termoelettriche;
• impianti di estrazione di oli minerali e gas combustibili;
• impianti e laboratori nucleari;
• depositi al chiuso di materiali combustibili aventi
superficie superiore a 20.000 m²;
• attività commerciali ed espositive con superficie aperta al
pubblico superiore a 10.000 m²;
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Nuova categoria C – DPR 151/2011
RISCHIO ALTO
• scali aeroportuali, stazioni ferroviarie con superficie, al chiuso,
aperta al pubblico, superiore a 5.000 m2 e
• metropolitane;
• alberghi con oltre 200 posti letto;
• ospedali, case di cura e case di ricovero per anziani;
• scuole di ogni ordine e grado con oltre 1.000 persone presenti;
• uffici con oltre 1.000 dipendenti;
• cantieri temporanei o mobili in sotterraneo per la costruzione,
manutenzione e riparazione di gallerie, caverne, pozzi ed
opere simili di lunghezza superiore a 50 m;
• cantieri temporanei o mobili ove si impiegano esplosivi.
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Classificazione qualitativa secondo DM 10/03/1998
LUOGHI DI LAVORO A RISCHIO DI INCENDIO MEDIO
Si intendono a rischio di incendio medio i luoghi di lavoro in
cui:
• sono presenti sostanze infiammabili,
• le condizioni di esercizio possono favorire lo sviluppo di
principi d’incendio,
• la probabilità di propagazione in caso di incendio, è da
ritenersi limitata.
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Nuova categoria B – DPR 151/2011
RISCHIO MEDIO
• luoghi di lavoro compresi nell'allegato al DM 16 febbraio
1982 e nelle tabelle A e B annesse al DPR n. 689 del 1959
(entrambi abrogati e sostituiti dal DPR 151/2011), con
esclusione delle attività considerate a rischio elevato;
• cantieri temporanei e mobili ove si detengono ed
impiegano sostanze infiammabili e si fa uso di fiamme
libere, esclusi quelli interamente all'aperto.
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Classificazione qualitativa secondo DM 10/03/1998
LUOGHI DI LAVORO A RISCHIO DI INCENDIO BASSO
Si intendono a rischio di incendio basso i luoghi di lavoro in
cui:
• sono presenti sostanze a basso tasso di infiammabilità,
• le condizioni di esercizio offrono scarse possibilità di
sviluppo di principi d’incendio,
• la probabilità di propagazione in caso di incendio, è da
ritenersi limitata.
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Nuova categoria A – DPR 151/2011
RISCHIO BASSO
• Attività non classificabili a medio ed elevato rischio,
• Attività dove, in generale, sono presenti sostanze
scarsamente infiammabili, le condizioni di esercizio
offrono scarsa possibilità di sviluppo di focolai e ove non
sussistono probabilità di propagazione delle fiamme
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Altre classificazioni:
• Classificazione attività/ deposito secondo DM 9 marzo 2007
• Classificazione lavorazioni secondo UNI EN 12845
• Classificazione attività/deposito secondo UNI 10779
• Classificazione attività/deposito secondo CEI 64-8
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Valutazione del rischio incendio
Classificazione secondo la tabella 2 del DM 09/03/2007Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del
Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
I
Aree che presentano un basso rischio di incendio in termini di probabilità di
innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo
dell'incendio da parte delle squadre di emergenza
II Aree che presentano un moderato rischio di incendio in termini di
probabilità d'innesco, velocità di propagazione e possibilità di controllo
III Aree che presentano un elevato rischio di incendio in termini di probabilità
d'innesco, velocità di propagazione e possibilità di controllo
Pericolo lieve - LH
Attività con bassi carichi d’incendio e bassa combustibilità ed aventi ciascun
singolo compartimento non maggiore di 126 m2 e con una resistenza al fuoco di
almeno 30 min.
(scuole - uffici)
Pericolo ordinario OH - Attività (OH1, OH2, OH3, OH4)
Attività in cui vengono trattati o prodotti materiali combustibili con un carico
d’incendio medio e media combustibilità..
Possibilità di deposito nello stesso locale (sino a OH3) a condizione che:
• non deve essere superata l’altezza massima di deposito indicata nel prospetto 1;
• le superfici massime di deposito devono essere di 50 m2 per ogni singolo blocco
garantendo una distanza di rispetto di 2,4 m
* «Installazioni fisse antincendio. Sistemi automatici a sprinkler. Progettazione,
installazione e manutenzione»
Classificazione lavorazioni secondo UNI EN 12845*
Pericolo ordinario OH – Attività (OH1, OH2, OH3, OH4)
Esempi (Appendice A)
Classificazione lavorazioni secondo UNI EN 12845
Pericolo Alto – Processo – HHP
Attività con elevato carico d’incendio e con sostanze ad alta combustibilità in
grado di sviluppare velocemente un incendio intenso e vasto.
Suddiviso in quattro gruppi:
• HHP1, Processo a Pericolo Alto Gruppo 1;
• HHP2, Processo a Pericolo Alto Gruppo 2;
• HHP3, Processo a Pericolo Alto Gruppo 3;
• HHP4, Processo a Pericolo Alto Gruppo 4.
Classificazione lavorazioni secondo UNI EN 12845
Per
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vorazi
on
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con
do U
NI
EN
12845
Livello 1
Aree nelle quali la quantità e/o la combustibilità dei materiali presenti sono basse e
che presentano comunque basso pericolo di incendio in termini di probabilità
d’innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo
dell’incendio da parte delle squadre di emergenza.
Rientrano in tale classe tutte le attività di lavorazione di materiali prevalentemente
incombustibili ed alcune delle attività di tipo residenziale, di ufficio, ecc., a basso
carico d’incendio.
Assimilate a quelle definite di classe LH ed OH 1 UNI EN 12845
*Impianti a idranti
Classificazione attività/depositi secondo UNI 10779*
Livello 2
Aree nelle quali c’è una presenza non trascurabile di materiali combustibili e che
presentano un moderato pericolo di incendio come probabilità d’innesco, velocità
di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell’incendio stesso da
parte delle squadre di emergenza.
Rientrano in tale classe tutte le attività di lavorazione in genere che non presentano
accumuli particolari di merci combustibili e nelle quali sia trascurabile la presenza
di sostanze infiammabili.
Assimilate a quelle definite di classe OH 2, 3, 4 UNI EN 12845
Classificazione attività/depositi secondo UNI 10779
Livello 3
Aree nelle quali c’è una notevole presenza di materiali combustibili e che
presentano un alto pericolo di incendio in termini di probabilità d’innesco, velocità
di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell’incendio da parte delle
squadre di emergenza.
Rientrano in questa categoria le aree adibite a magazzinaggio intensivo, le aree
dove si lavorano e depositano merci ad alto pericolo di incendio quali cascami,
prodotti vernicianti, prodotti elastomerici, ecc.
Assimilate a quelle definite di classe HHP e/o HHS UNI EN 12845
Classificazione attività/depositi secondo UNI 10779
75
1.0
3.2
Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio per l’elevata densità di
affollamento o per l’elevato tempo di sfollamento in caso di incendio o per
l’elevato danno ad animali e cose
Rientrano in questo caso ad esempio gli ospedali, le carceri, i locali sotterranei
frequentati dal pubblico.
Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8
75
1.0
3.3
Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio in quanto aventi strutture
portanti combustibili
Rientrano in questi ambienti gli edifici costruiti interamente in legno senza
particolari requisiti antincendio, come ad esempio le baite.
NOTA Un edificio con strutture non combustibili come per es. in muratura o
calcestruzzo con le sole travi in legno, non rientra tra gli edifici previsti in questo
articolo.
Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8
75
1.0
3.3
Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio per la presenza di materiale
infiammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento, manipolazione
o deposito di detti materiali
Possono essere considerati ambienti a maggior rischio in caso d’incendio
per la presenza di materiale infiammabile o combustibile gli ambienti nei
quali avviene la lavorazione, il convogliamento, la manipolazione o il
deposito di detti materiali, quando il carico d’incendio specifico di progetto è
superiore a 450 MJ/m2
Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8
71
0.2
.5 Locali ad uso medico di Gruppo 0
Locale ad uso medico nel quale non si utilizzano apparecchi ettromedicali con
parti applicate.
Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8
71
0.2
.6 Locali ad uso medico di Gruppo 1
Locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate ad essere
utilizzate nel modo seguente:
• esternamente;
• invasivamente entro qualsiasi parte del corpo, ad eccezione della zona cardiaca.
Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8
71
0.2
.7
Locali ad uso medico di Gruppo 2
Locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate ad essere
utilizzate in applicazioni quali interventi intracardiaci, operazioni chirurgiche, o il
paziente è sottoposto a trattamenti vitali
dove la mancanza dell’alimentazione può comportare pericolo per la vita.
NOTA Un intervento intracardiaco è un intervento in cui un conduttore
elettrico è posto entro la zona cardiaca di un paziente o è probabile che entri in
contatto con il cuore, mentre tale conduttore è accessibile all’esterno del
corpo del paziente. A questo riguardo si considerano conduttori elettrici i fili
isolati, quali gli elettrodi di un pacemaker o gli
elettrodi di un ECG, od i cateteri riempiti di fluidi conduttori.
Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8
• LUOGHI ORDINARI: il luoghi che non
sono classificati
– Luoghi con pericolo di esplosione (CEI EN
60079-10)
– Ambienti a maggior rischio in caso di incendio
(Sez.751)
– Locali ad uso medico di gruppo 1 e 2 (Sez. 710)
Classificazione attività/depositi secondo CEI 64-8
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Analisi qualitativa
del rischio
• La valutazione del rischio di incendio tiene conto:
del tipo di attività
dei materiali
delle attrezzature
delle caratteristiche costruttive del luogo di lavoro
delle dimensioni e dell’articolazione del luogo
del numero di persone presenti (prontezza ad allontanarsi)
ALLEGATO I
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
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Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Misure di compensazione
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
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Analisi qualitativa
del rischio
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
L’analisi del rischio di incendio passa attraverso la
conoscenza e lo studio di molteplici fattori quali:
• 1. Caratteristiche e quantità delle sostanze
• 2. Caratteristiche architettoniche e costruttive dei
luoghi a rischio
• 3. Impianti tecnologici e di servizio
• 4. Vie di esodo
• 5. Presidi antincendio
• 6. Gestione della sicurezza
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
• 1 . Caratteristiche e quantità delle sostanze pericolose
• Per ogni sostanza è necessario conoscere la composizione chimico-fisica, lo stato
di aggregazione (solido, liquido o gassoso), la pressione e la temperatura nelle
varie fasi del ciclo di produzione. La valutazione dei rischi connessi con le
sostanze pericolose, in fase di produzione, impiego e distribuzione passa attraverso
lo studio accurato delle proprietà intrinseche, del loro interagire con i differenti
supporti e recettori che possono con esse entrare in rapporto e di altri fattori che
hanno importante influenza sulla quantificazione del rischio stesso. Il rischio
d’incendio infatti è strettamente collegato al punto di infiammabilità della
sostanza, mentre il rischio di esplosione è collegato alla presenza di sostanze
facilmente infiammabili e volatili, che possono formare con l’aria miscele capaci
di infiammarsi e liberare grandi quantità di gas combusti in tempi brevissimi. Le
misure antincendio devono contenere le informazioni che consentano, a chi
interverrà, di effettuare l’operazione in modo corretto e sicuro. Dovranno inoltre
essere evidenziati i mezzi estinguenti che non devono essere utilizzati per ragioni
di sicurezza. Ovviamente è necessario considerare anche i quantitativi trattati o
stoccati in deposito perché come appare ovvio, maggiore è la quantità di sostanza
pericolosa trattata, maggiori saranno i rischi ad essa connessa.
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
2. Caratteristiche architettoniche e costruttive dei luoghi a rischio
Per definire il livello di rischio è necessario conoscere anche le
caratteristiche costruttive dell’edificio quali distribuzione plani-
volumetrica e quindi la distribuzione di aree e volumi all’interno
dell’edificio, la reazione e la resistenza al fuoco, le
compartimentazioni, i sistemi di ventilazione ed infine i sistemi
di evacuazione di fumo e calore.
Particolare attenzione è da porre sulla resistenza al fuoco e sulla
reazione al fuoco degli elementi costruttivi e nel caso di ambienti
con elevata affluenza di persone (ad esempio cinema) anche al
grado di reazione al fuoco dei tendaggi, dei materiali d’arredo e
di finitura.
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Resistenza al fuoco delle struttureLa resistenza al fuoco è l’attitudine di un elemento da costruzione a
conservare per un intervallo di tempo definito:
• la stabilità R: attitudine a conservare la resistenza meccanica sotto
l'azione del fuoco;
• la tenuta E: attitudine a non lasciar passare, né produrre, se sottoposto
all'azione del fuoco su un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul lato non
esposto;
• l’isolamento termico I: attitudine a ridurre la trasmissione del calore.
Gli elementi strutturali (materiali e spessori) vengono classificati da un
numero che esprime i minuti per i quali questi conservano le
caratteristiche REI; le classi di resistenza al fuoco sono: 15, 20, 30, 45, 60,
90, 120, 180, 240 e 360.
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Reazione al fuoco delle strutture
La reazione al fuoco identifica il grado di partecipazione di un materiale
alla combustione al quale è sottoposto; è un fenomeno molto complesso
che dipende da vari parametri, fra cui i principali si ricordano:
infiammabilità, velocità di propagazione delle fiamme, gocciolamento,
sviluppo di calore nell'unità di tempo, produzione di fumo e produzione di
sostanze nocive.
In passato i materiali erano assegnati alle classi 0, 1, 2, 3, 4, 5 con
l’aumentare della loro partecipazione alla combustione, ovviamente quelli
di classe 0 sono materiali non combustibili.
Il nuovo sistema di classificazione per le proprietà di reazione al fuoco di
prodotti per costruzione di edifici è stato introdotto in Europa dalla
Delibera della Commissione 00/147/CE e seguenti modifiche.
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
3. Impianti tecnologici e di servizio
Per conoscere il rischio di incendio è necessario considerare gli impianti
tecnologici presenti nell’edificio: gli impianti elettrici, gli impianti di
distribuzione di gas combustibile, gli impianti di condizionamento e
ventilazione e tutti gli altri impianti di servizio come ad esempio
distribuzione di azoto, aria compressa, vapore acqueo, combustibile
liquido. Particolare attenzione va posta all’impianto elettrico che in alcuni
casi può essere l’origine di incendio e esplosione a causa del passaggio
della corrente elettrica, correnti di corto circuito o sovraccarichi non
eliminati in maniera tempestiva, cariche elettrostatiche e scintille o archi
elettrici e può essere mezzo di propagazione di incendio attraverso i cavi o
apparecchiature che dalla loro combustione possono emettere sostanze
dannose. Per l’analisi del rischio bisogna considerare il livello di tensione
dell’impianto elettrico, il grado di isolamento e il tipo di collegamento a
terra.
Di rilevante importanza oggi gli impianti fotovoltaici……
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
4. Vie di Esodo
Un ulteriore punto di grande importanza è la presenza delle vie di fuga.
La via di fuga o esodo viene definita come: “percorso senza ostacoli al
deflusso che consente agli occupanti di un edificio o un locale di
raggiungere un luogo sicuro”.
Bisogna ovviamente tener conto dell’affollamento ipotizzabile, cioè del
numero massimo di persone presenti nel luogo o edificio considerato, delle
caratteristiche e ubicazione e delle uscite e relativi serramenti; come logico si
dovranno considerare anche eventuali scale con riguardo alle caratteristiche
geometriche e distribuzione delle stesse.
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5. Presidi Antincendio
I presidi antincendio sono l’insieme di tutte le protezioni
attive antincendio.
Per l’analisi del rischio è di importanza rilevante la presenza
di tali sistemi di protezione.
Sono compresi in questa categoria gli estintori, la rete idrica
antincendio, gli impianti automatici di spegnimento e infine
gli impianti automatici di rivelazione e segnalazione incendi.
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6. Gestione della Sicurezza
La gestione della sicurezza si esplica attraverso una pianificazione
dell’emergenza, una informazione e formazione dei lavoratori, la
designazione delle figure particolari, istruzioni di sicurezza ed
esercitazioni antincendio. Tutte queste informazioni possono essere
definite nel piano delle emergenze.
La gestione della sicurezza contribuisce alla valutazione del rischio in
quanto una studiata e ben corretta gestione riduce fortemente il livello di
rischio di un’attività.
RISCHIO = FREQUENZA x MAGNITUDO
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Misure intese a ridurre la
probabilità di insorgenza
di un incendio
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
All’esito della valutazione dei rischi possono essere presi:
A) MISURE DI TIPO TECNICO
B) MISURE DI TIPO ORGANIZZATIVO-GESTIONALE
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
A) MISURE DI TIPO TECNICO
• realizzazione di impianti elettrici regola d’arte
• messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche, al fine di
evitare carche elettrostatiche
• realizzazione di impianti di protezione contro le scariche
atmosferiche a regola d’arte
• ventilazione degli ambienti in presenza di vapori, gas o polveri
infiammabili
• utilizzo di dispositivi di sicurezza
Realizzazione di impianti elettrici a regola d'arte
• Gli incendi dovuti a cause elettriche ammontano a circa il 30% della totalità di tali sinistri.
• Pertanto appare evidente la grande importanza che deve essere data a questa misura di prevenzione che, mirando alla realizzazione di impianti elettrici a regola d'arte (Legge 46/90, norme CEI), consegue lo scopo di ridurre drasticamente le probabilità d'incendio, evitando che l'impianto elettrico costituisca causa d'innesco.
Collegamento elettrico a terra
• La messa a terra di impianti, serbatoi ed altre strutture impedisce che su tali apparecchiature possa verificarsi l'accumulo di cariche elettrostatiche prodottesi per motivi di svariata natura (strofinio, correnti vaganti ecc.).
• La mancata dissipazione di tali cariche potrebbe causare il verificarsi di scariche elettriche anche di notevole energia le quali potrebbero costituire innesco di eventuali incendi, specie in quegli ambienti in cui esiste la possibilità di formazione di miscele di gas o vapori infiammabili.
Installazione di impianti parafulmine
• Le scariche atmosferiche costituiscono anch'esse una delle principali cause d'incendio.
• Per tale motivo, specialmente in quelle zone dove l'attività ceraulica è particolarmente intensa, risulta necessario provvedere a realizzare impianti di protezione da tale fenomeno, impianti che in definitiva consistono nel classico parafulmine o nella "gabbia di Faraday". Entrambi questi tipi di impianto creano una via preferenziale per la scarica del fulmine a terra evitando che esso possa colpire gli edifici o le strutture che si vogliono proteggere.
• La vigente normativa prevede l'obbligo d'installazione degli impianti di protezione dalle scariche atmosferiche per alcune attività. (DPR 689/59)
• Ventilazione dei locali
Vista sotto l'aspetto preventivo, la ventilazione naturale o artificiale di un ambiente dove possono accumularsi gas o vapori infiammabili evita che in tale ambiente possano verificarsi concentrazioni al di sopra del limite inferiore del campo d'infiammabilità. Naturalmente nel dimensionare e posizionare le aperture o gli impianti di ventilazione è necessario tenere conto sia della quantità che della densità dei gas o vapori infiammabili che possono essere presenti.
• Impiego di strutture e materiali incombustibili
Quanto più è ridotta la quantità di strutture o materiali combustibili presente in un ambiente tanto minori sono le probabilità che possa verificarsi un incendio. Pertanto, potendo scegliere tra l'uso di diversi materiali, dovrà sicuramente essere data la preferenza a quelli che, pur garantendo analoghi risultati dal punto di vista della funzionalità e del processo produttivo, presentino caratteristiche di incombustibilitá.
• Adozione di pavimenti ed attrezzi antiscintilla
Tali provvedimenti risultano di indispensabile adozione qualora negli ambienti di lavoro venga prevista la presenza di gas, polveri o vapori infiammabili
Dispositivi di sicurezza degli impianti di distribuzione e degli
utilizzatori di sostanze infiammabili
DISPOSITIVI DI SICUREZZA
termostati
pressostati
interruttori di massimo livello
termocoppie
allarmi
sistemi di inertizzazione e saturazione
• Al fine di prevenire un incendio gli impianti di distribuzione di sostanze infiammabili vengono dotati di dispositivi di sicurezza di vario genere quali ad esempio: termostati; pressostati; interruttori di massimo livello, termocoppie per il controllo di bruciatori, dispositivi di allarme, sistemi di saturazione e sistemi di inertizzazione, etc.
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B) MISURE DI TIPO ORGANIZZATIVO-GESTIONALE
• rispetto dell’ordine e della pulizia
• controlli sulle misure di sicurezza
• predisposizione di un regolamento interno sulle misure di sicurezza
da osservare
• informazione e formazione dei lavoratori
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CAUSE E PERICOLI DI INCENDIO PIU’ COMUNI
• deposito di sostanze infiammabili o facilmente combustibili in luogo
non idoneo
• accumulo di rifiuti, carta od altro che può essere incendiato
• negligenza nell’uso di fiamme libere e di generatori di calore
• inadeguata pulizia e scarsa manutenzione
• uso di impianti elettrici difettosi o inadeguati
• riparazioni e/o modifiche di impianti elettrici da parte di non qualificati
• apparecchiature elettriche non in uso sotto tensione
• uso non corretto apparecchi di riscaldamento portatili
• ostruzioni delle aperture di ventilazione di apparecchiature, macchinari
ecc...
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• presenza di fiamme libere in aree ove sono proibite
• negligenze di installatori e/o di addetti alla manutenzione
• inadeguata formazione del personale sull’uso di materiali e/o
attrezzature pericolose
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
ACCORGIMENTI
DEPOSITO ED UTILIZZO DI MATERIALI INFIAMMABILI E
FACILMENTE COMBUSTIBILI
• limitazione dei quantitativi ed ubicazione
• sostituzione ove possibile con sostanze meno pericolose
• isolamento o compartimentazione del deposito
• addestramento ed informazione del personale
UTILIZZO DI FONTI DI CALORE
• rispetto dei criteri di utilizzazione
• allontanamento materiali combustibili
• pulizia condotte di aspirazione
• mantenimento dell’efficienza dei dispositivi di sicurezza
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
IMPIANTI ED APPARECCHIATURE ELETTRICHE
• posizionamento conduttori provvisori
• riparazioni effettuate da personale competente
• allontanamento di materiali combustibili e/o infiammabili da apparecchi
di illuminazione
APPARECCHI INDIVIDUALI O PORTATILI DI RISCALDAMENTO
• rispettare le istruzioni di sicurezza
• allontanare i materiali combustibili
• osservare i criteri di rifornimento
• verificare la piena efficienza
PRESENZA DI FUMATORI
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LAVORI DI MANUTENZIONE E DI RISTRUTTURAZIONE
• non accumulare sostanze combustibili
• non ostruire vie di esodo
• non bloccare porte resistenti al fuoco nella posizione di apertura
• non realizzare aperture su strutture resistenti al fuoco
• allontanare le sostanze combustibili e/o infiammabili
• prestare attenzione nella effettuazione di lavori a caldo
• controllo di impianti automatici di rivelazione incendi
RISCHIO = FREQUENZA x MAGNITUDO
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Misure di compensazione
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MISURE DI PROTEZIONE
Protezione attiva Protezione Passiva
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Le protezioni attive sono le seguenti:
• Gli impianti di rivelazione e segnalazione incendi;
• Gli estintori;
• La rete idrica antincendio;
• Gli impianti fissi di spegnimento automatico;
• Gli evacuatori di fumo e calore.
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Le protezioni passive sono un approccio strutturale che si esplicano
attraverso:
• Realizzazione di compartimentazioni REI;
• Riduzione del carico di incendio;
• Impiego di materiali d’arredamento con opportuna classe di reazione al
fuoco;
• Progettazione di adeguate vie di esodo e luoghi sicuri.
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
VIE DI ESODO
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Progettazione di adeguate vie di esodo e luoghi sicuri.
(allegato 3 al DM 10.03.1998)
OBIETTIVO
Garantire il corretto esodo dei lavoratori senza assistenza esterna.
Occorre pertanto stabilire:
• il numero delle persone presenti
• la loro posizione presunta
• i pericoli d’incendio
• il numero di uscite disponibili
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CRITERI GENERALI
• vie di uscita alternative (se rischio di incendio alto)
• vie di uscita indipendenti tra loro
• vie di uscita che conducano sempre al luogo sicuro
• vie di uscita tenute sempre sgombre da materiale.
DEFINIZIONI
uscita di piano:
• a-uscita su luogo sicuro
• b-uscita su percorso protetto chiuso
• c-uscita su scala esterna
via di uscita: percorso senza ostacoli per raggiungere il luogo sicuro
luogo sicuro: luogo ove si è sicuri dall’effetto di un incendio
percorso protetto: percorso caratterizzato da una adeguata protezione contro gli
effetti di un incendio (corridoio e/o scala protetto/a, scala esterna)
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DEFINIZIONI
• Modulo d’ uscita 0,60 m
• Capacità di deflusso : numero di persone che transitano in un modulo
d’uscita
• affollamento: numero massimo di persone previste
Indice di affollamento - pers / mq
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CRITERI GENERALI
(nel caso di due o più uscite)
rischio di incendio elevato
- percorso max 15-30 metri
(percorrenza max in 1 min)
rischio di incendio medio
- percorso max 30-45 metri
(percorrenza max in 3 min
rischio di incendio basso
- percorso max 45-60 metri
(percorrenza max in 5 min)
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SCELTA DELLA LUNGHEZZA DEI PERCORSI DI ESODO
va considerata la lunghezza minima dei percorsi di esodo, a
parità di rischio, se il luogo di lavoro:
• è frequentato da pubblico
• è utilizzato da persone non autosufficienti nell’emergenza
• è utilizzato quale area di riposo
• prevede la presenza di sostanze infiammabili
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
CRITERI GENERALI
Percorsi in unica direzione (da evitare)
Distanza da uscita di piano o punto dove inizia la
disponibilità di due vie d’uscita
• rischio di incendio elevato
- percorso max 6-15 metri (percorrenza max in 30 sec)
• rischio di incendio medio
- percorso max 9-30 metri (percorrenza max in 1 min)
• rischio di incendio basso
- percorso max 12-45 metri (percorrenza max in 3 min)
Quando una via d’uscita comprende un tratto unidirezionale,
la lunghezza totale del percorso non deve superare i limiti del
percorso bidirezionale
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
NUMERO E LARGHEZZA DELLE USCITE DI PIANO
non si ritiene sufficiente una sola uscita di piano se:
• l’affollamento è superiore a 50 persone
• sussistono specifici pericoli di esplosione o incendio
(rischio alto)
• la lunghezza del percorso unidirezionale è superiore a
quanto prescritto
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
NUMERO E LARGHEZZA DELLE USCITE DI PIANO
Nei luoghi a rischio di incendio medio o basso:
L = A x 0,60 (espressa in m)
50
dove: A=numero di persone (affollamento)
0,60=modulo di uscita
50=capacità di deflusso
NB il valore A/50, se non è intero, va arrotondato al valore
intero superiore
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
NUMERO E LARGHEZZA DELLE USCITE DI PIANO
• Larghezza multipla di 0,60 con tolleranza del 5 %
• Nei luoghi con rischio di incendio medio o basso:
larghezza >= 0,80 con tolleranza del 2 %, considerandola pari
ad 1 modulo
Esempio:
affollamento = 100 persone
larghezza complessiva = 100 x 0,60 = 1.2 m
50
numero di uscite di piano = 2x0,80
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NUMERO E LARGHEZZA DELLE SCALE
Principio generale – disporre di più vie d’uscita alternative
si ritiene sufficiente una sola scala se:
• l’altezza antincendi degli edifici non è superiore a 24 m e il
rischio di incendio è medio o basso
• ogni piano può essere servito da una sola uscita
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Protezione Scale – criteri generali
• Rischio alto – normalmente protetti con strutture e porte REI
• Per piccole attività a rischio medio e basso, scale normali, se
il percorso d’esodo non supera 45 e 60 m (30 e 45 m nel caso
di una sola uscita
LARGHEZZA DELLE SCALE
• Servono un solo piano, al di sopra o al di sotto il piano terra
L= A x 0,60
50
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LARGHEZZA DELLE SCALE
Servono più di un piano
L = A’+ A” x 0,60 (espressa in m)
50
dove: A’+A”= maggior affollamento in due piani contigui
(A’+A” /50 va arrotondato al valore intero superiore)
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Caratteristica Rischio Rischio
Rischio
incendio basso incendio medio Incendio alto
NUMERO MINIMO 1 1 2
DI VIE DI USCITA
LUNGHEZZA MASSIMA
45÷60 m 30÷45 m 15÷30 m
DEL PERCORSO DI
ESODO FINO ALLA
PIU' VICINA USCITA
DI PIANO
TEMPO MAX 5 min 3 min 1 min
DI EVACUAZIONE
LUNGHEZZA MASSIMA
12÷45 m 9÷30 m 6÷15 m DEL PERCORSO IN
UN'UNICA DIREZIONE
TEMPO MAX DI PERCORRENZA
3 min 1 min 30 sec DEL PERCORSO IN
UN'UNICA DIREZIONE
AFF. > 50 PERSONE AFF. > 50 PERSONE
PIU' DI UNA USCITA DI PIANO SE PERICOLO ESPL./INC. PERICOLO ESPL./INC. -
PERCORSO UNID. > 45 PERCORSO UNID. > 30
LARGHEZZA COMPLESSIVA "L" L =
AFFOLLAMENTO x 0.60
DELLE USCITE DI PIANO IN m 50
LARGHEZZA COMPLESSIVA "L" L =
MAX AFF. 2 PIANI CONTIGUI x 0.60
DELLE SCALE IN m 50
LARGHEZZA MIN. DELLE USCITE 0.80 m 0,80 m
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MISURE DI SICUREZZA ALTERNATIVE
(nel caso di impedimenti di carattere architettonico o urbanistico)
• avvicinamento delle persone alle vie di uscita e localizzazione
appropriata dei punti di pericolo
• riduzione del percorso di uscita
• realizzazione di ulteriori uscite di piano
• realizzazione di percorsi protetti
• installazione di impianto automatico di rivelazione ed allarme
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
MISURE PER LIMITARE LA PROPAGAZIONE
DELL’INCENDIO NELLE VIE D’USCITA
• accorgimenti per la presenza di aperture su pareti e solai
• accorgimenti per i rivestimenti di pareti e solai
• segnaletica a pavimento
• accorgimenti per le scale a servizio di piani interrati
• accorgimenti per le scale esterne
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
PORTE INSTALLATE LUNGO LE VIE D’USCITA
• l’apertura nel verso dell’esodo è sempre obbligatoria
quando:
-l’affollamento è > 50 persone
-la porta è vicina ad una scala
-la porta serve un’area ad elevato rischio d’incendio
• porte resistenti al fuoco lungo le via d’esodo con
dispositivo di autochiusura o del tipo automatico
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Sistemi di apertura delle porte
• Le porte delle uscite per l’esodo devono aprirsi a semplice
spinta dall’interno
• Nel caso siano necessari accorgimenti antintrusione,
possono essere previsti sistemi sicuri alternativi da portare
a conoscenza di tutti i lavoratori
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
Controlli e manutenzione sulle misure di protezione antincendio
Vie di esodo
• percorsi liberi da ostacoli
• porte facilmente apribili libere da serramenti
• efficienza dispositivo autochiusura porte antincendio
• visibilità segnaletica di sicurezza
• efficienza impianto illuminazione sicurezza
ANALISI DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA NELLA FASE DI ESODO
CON I METODI DELL’INGEGNERIA DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO
• t rilev. inc. è il tempo intercorso fra l’inizio del processo di ignizione ed il momento nel quale l’incendio viene rilevato;
• t inizio evacuazione indica l’intervallo di tempo compreso tra l’istante di rilevazione e segnalazione dell’incendio e l’inizio del processo di evacuazione;
• t luogo sicuro è il tempo occorrente alle persone per completare l’evacuazione dell’edificio;
• t critico rappresenta il tempo intercorso fra l’inizio del processo di ignizione e l’istante in cui si raggiungono nell’ambiente condizioni critiche per l’organismo umano;
K (trilev. Inc. + t inizio evac. + t luogo sicuro) < t critico
t rilev. inc.
• Incendio rilevato dalle persone
- vicinanza al luogo di sviluppo dell’incendio;
- condizioni in cui si trovano (sveglie, ecc.)
• Impianto di rilevazione automatico
- tipo di rilevatori di incendio;
- modalità di elaborazione del segnale di incendio da
parte della centrale di controllo;
- condizioni in cui si trovano le persone;
- condizioni di manutenzione dell’impianto;
t inizio evacuazione
1a fase – percezione dell’incendio
- sente odore di fumo
- vede il fumo e/o le fiamme
- apprende la notizia da altri
- sente i dispositivi di allarme incendio
2a fase – elaborazione della percezione dell’incendio
- continua, o tende a terminare, l’attività svolta;
- tenta di assume informazioni sulla natura dell’incendio;
- cerca di verificare direttamente la presenza dell’incendio;
- segnala la circostanza ad altre persone;
- prova a ricongiungersi con altri famigliari e/o conoscenti presenti;
- tenta di portare via gli oggetti ritenuti più importanti
t luogo sicuro
• Velocità di esodo (m/sec)
V = 1.19 m/sec. se d < 0.5 persone/m2
V = 1.4 - 0.37 d se d > 0.5 persone/m2
Lungo le scale
V = 1.26 - 0.33 d (p = 33 a = 16.5)
V = 1.08 - 0.29 d (p = 28 a = 17.8)
• Capacità di deflusso [persone/(s·m)]
C = 1.4 d - 0.37 d2 se d > 0.5 persone/m2
Lungo le scale
C = 1.26 d - 0.33 d2 (p = 33 a = 16.5)
C = 1.08 d - 0.29 d2 (p = 28 a = 17.8)
t critico
• IL TEMPO CRITICO PUÒ CAUTELATIVAMENTE FARSI COINCIDERE CON QUELLO OCCORRENTE AL FUMO ED AI GAS DI COMBUSTIONE PER ABBASSARSI FINO AD UN’ALTEZZA DAL PAVIMENTO DI 1.5 m
t critico = t h=1,5 m
Y(ti) = H - Vg (ti-1) / A
Y altezza dal pavimento libera da fumo e gas
H altezza del piano
Vg volume totale di fumo e gas
A area del pavimento
Valutazione qualitativa del rischio in rapporto agli obiettivi di sicurezza – Individuazione delle misure di compensazione
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE