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e ampane diii Villazzano - Parrocchie.it parrocchiali... · a crescere vorrei mettere in evidenza...

Date post: 24-Feb-2019
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1 - N OTIZIARIO OTIZIARIO OTIZIARIO OTIZIARIO OTIZIARIO P P P P P ARROCCHIALE ARROCCHIALE ARROCCHIALE ARROCCHIALE ARROCCHIALE N. 25 25 25 25 25 - OTTOBRE TTOBRE TTOBRE TTOBRE TTOBRE 200 200 200 200 2009 e e e ampane ampane ampane ampane ampane d d d d d i i i V V V illazzano illazzano illazzano illazzano illazzano L L L L L C C C C C Annuncio Celebrazione Testimonianza STAMPATO IN PROPRIO - e-mail: [email protected] ANNO PASTORALE ANNO PASTORALE ANNO PASTORALE ANNO PASTORALE ANNO PASTORALE 200 200 200 200 200 9 9 9 - 20 - 20 - 20 - 20 - 20 10 10 10 10 10 Educare è ancora possibile Una lettera, una provocazione Il quotidiano cattolico ‘Avvenire’ ha pubblicato lo scorso giugno una lettera di una famiglia alla sua parrocchia. A me ha fatto riflettere per cui mi è sembrato significativo proporla alla nostra comunità all’inizio del presente anno pastorale 2009-2010. Ecco il testo. Quel bisogno di «tornare ad imparare» Cara parrocchia, siamo una famiglia del tutto normale, abbiamo tre figli, in casa anche i nonni e una zia, che ci aiutano qualche volta a litigare, spesso a costruire relazioni di maggior tolleranza e comprensione.Oggi sentiamo un po’ di stanchezza soprattutto nella educazione dei figli. Non ci ascoltano, vengono solo a chiedere coccole e mance, a strappare permessi o a nascondere malefatte.
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NNNNN O T I Z I A R I OO T I Z I A R I OO T I Z I A R I OO T I Z I A R I OO T I Z I A R I O P P P P P A R R O C C H I A L EA R R O C C H I A L EA R R O C C H I A L EA R R O C C H I A L EA R R O C C H I A L E NNNNN..... 2525252525 ----- OOOOOTTOBRETTOBRETTOBRETTOBRETTOBRE 2 0 0 2 0 0 2 0 0 2 0 0 2 0 0 99999

eeeee a m p a n ea m p a n ea m p a n ea m p a n ea m p a n e d d d d diiiii VVVVVi l l a z z a n oi l l a z z a n oi l l a z z a n oi l l a z z a n oi l l a z z a n oLLLLL CCCCC

Annuncio Celebrazione Testimonianza

STAMPATO IN PROPRIO - e-mail: [email protected]

A N N O P A S T O R A L E A N N O P A S T O R A L E A N N O P A S T O R A L E A N N O P A S T O R A L E A N N O P A S T O R A L E 2 0 02 0 02 0 02 0 02 0 0 99999 - 2 0 - 2 0 - 2 0 - 2 0 - 2 0 1010101010

Educare è ancora possibile

Una lettera, una provocazione

Il quotidiano cattolico ‘Avvenire’ hapubblicato lo scorso giugno una lettera di unafamiglia alla sua parrocchia. A me ha fattoriflettere per cui mi è sembrato significativoproporla alla nostra comunità all’inizio delpresente anno pastorale 2009-2010.Ecco il testo.

Quel bisogno di «tornare ad imparare»

Cara parrocchia, siamo una famiglia deltutto normale, abbiamo tre figli, in casa anche i nonni e una zia, che ciaiutano qualche volta a litigare, spesso a costruire relazioni di maggiortolleranza e comprensione.Oggi sentiamo un po’ di stanchezzasoprattutto nella educazione dei figli. Non ci ascoltano, vengono solo achiedere coccole e mance, a strappare permessi o a nascondere malefatte.

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Noi siamo credenti, ma i nostri figli se ne vanno a uno a uno dalla chiesa;l’ultimo ha appena fatto la Cresima ed è già in fuga. Ci sembra tuttoineluttabile. Ci sentiamo soli nel contestare le idee strane che ci portano incasa, quando non dobbiamo tendere l’orecchio al loro cellulare, in attivitàperenne, per carpire le loro idee, i loro sogni sballati, almeno così sembraa noi. In questi tempi siamo ancora più nervosi perché i soldi non bastanopiù e viviamo nella paura che a qualcuno venga a mancare il posto dilavoro.

Ma tu che fai? Che cosa hai fatto a questi nostri figli da lanciarlicosì lontano? Come mai non gli è rimasto in testa niente di tutti gli anni dicatechismo che avete fatto?

Certo ci preoccupa la loro fede, ma oggi ci assilla la tenuta morale,sociale, umana delle loro vite. Abbiamo perso la voglia di battagliare, dioffrire visioni di vita diverse, di ascoltarli fino in fondo, forse.

Vediamo che hanno ancora più bisogno di noi perché hanno milledecisioni da prendere e sono soli nonostante le nostre prediche o forseperché sono solo prediche. Ci serve una comunità in cui poter incontrarela forza di quel Dio in cui crediamo, ed essere aiutati a tornareall’incandescenza del nostro amore. Veniamo a Messa, ma ci sembra dinon essere in grado di capire quel che ci proponete. Avete un modo perricucire nelle nostre coscienze vita e fede, verità e storia, Vangelo e cultura,celebrazioni e gusto della vita?

Sappiamo che la nostra fede è troppo povera, rimasta alcatechismo che abbiamo imparato a mozziconi durante gli anni ruggentidelle battaglie politiche. Abbiamo perso autorevolezza. Ce l’hanno toltasenza accorgerci, come l’hanno tolta alla famiglia, alla scuola, alla chiesa.Abbiamo bisogno di tornare a imparare, ci vergogniamo di dirlo, ma cisembra la cosa più vera. Non è un ritorno a una giovinezza che sfuma,ma una voglia di nascere di nuovo, per essere per noi stessi e per i nostrifigli un segno della bontà di Dio e della sua decisione di prenderci in caricosempre e in ogni loculo in cui ci possiamo essere cacciati.

Ci aspettiamo di essere aiutati a diventare educatori autorevoli,pazienti e pieni di speranza.

La famiglia che hai benedetto velocemente a Pasquaquest’anno

Avvenire Catholica pag. 17 venerdì 26/06/2009

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Di questa lettera accorata, preoccupata e desiderosa di aiutare i figlia crescere vorrei mettere in evidenza alcuni aspetti:

1. I fatti. Siamo una famiglia normale con figli e anziani a carico,sentiamo una certa stanchezza educativa, i figli non ci ascoltano,abbiamo perso la voglia di battagliare, la nostra fede è povera,manchiamo di autorevolezza…

2. Le difficoltà. I figli portano in casa idee strane, i loro sogni sonosballati, abbiamo paura di perdere il posto di lavoro, non capia-mo ciò che propone la comunità cristiana, siamo preoccupati perla tenuta morale, sociale e umana delle loro vite…

3. Le attese. Due richieste alla comunità cristiana:• “Avete un modo per ricucire nelle nostre coscienze vita e fede,

verità e storia, Vangelo e cultura, celebrazioni e gusto della vita?”• “Ci aspettiamo di essere aiutati a diventare educatori autorevoli,

pazienti e pieni di speranza.”

Una lettera alla famiglia

Cara famiglia,ho ricevuto con piace-

re le provocazioni del tuo scritto. Si vedeche hai il cuore gonfio per prendere inmano la penna e dire ciò che pensi. Perme è stato molto bello leggere e rilegge-re il tuo scritto provocatorio: ciò che tu dici sono convinto che è pen-sato da cento o altre mille famiglie.

Ma, per cominciare, chi è la comunità cristiana?La comunità cristiana siamo noi: non è il parroco, né il consiglio

Pastorale, né gli animatori della catechesi, né altri gruppi… La comunitàcristiana è una famiglia di famiglie nata grazie al battesimo tramite ilquale siamo diventati figli di Dio. La prima idea che devi toglierti dalla testaè che la comunità cristiana sia qualcosa di diverso da noi, che si oppone a

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noi o a cui possiamo rivolgersi per fare il pieno come fosse un distributoredi benzina.

Comunità cristiana siamo tutti noi battezzati con le nostre gioie e inostri dolori, le nostre preoccupazioni e le nostre soddisfazioni, i nostriegoismi e i nostri gesti d’amore.

Le due ‘richieste’ che avete manifestato e che ho messo in evidenzain precedenza sono toste, anzi tostissime, però prima di abbozzare unarisposta vorrei che condividessi la convinzione che la comunità cri-stiana siamo noi.

Una conseguenza di ciò credo che sia la volontà di essere presenti:mi è piaciuta la vostra espressione: “Veniamo a messa”. Bisogna giocaresempre in prima persona: dobbiamo assassinare la delega! Non possia-mo rifilare a nessuno il nostro compito educativo: è nostro e basta!

Inoltre la mentalità dei sudditi è fuori moda: da sudditi è tempo dipassare a collaboratori e i collaboratori devono poi diventare responsa-bili delle scelte in campo comunitario. Questo vuol dire essere presenti.Certo gli altri possono e devono aiutarci. Al riguardo voglio solo mettere inevidenza una domanda sbagliata che spesso voi genitori fate a noi preti:“Ma in fin dei conti che cosa dobbiamo fare per essere buonieducatori?” La domanda, invece, deve essere formulata con riferimentonon all’agire ma all’essere: “Come dobbiamo essere per diventare buonieducatori?

In questo modo eviteremo le prediche, il non ascolto, le infinitediscussioni, l’indifferenza dei figli … e punteremo sull’esempio: verba vo-lant, exempla trahunt (le parole volano, gli esempi trascinano) Questonon risolve certamente tutto, ma ci mette, a mio parere, sulla giusta rotta.Permettetemi un ricordo personale. Avevo nove o dieci anni. Una tremen-da grandinata aveva rovinato tutta la campagna. Tornato il sole mio papàha fatto un giro per i campi e io dietro a lui. Alzava una pergola, toccava lespighe vuote del frumento, guardava dispiaciuto tutto il prato coperto an-cora di grandine. Dopo aver fatto il giro mi ha detto semplicemente indialetto: “Mangerem incà quest’ann! (mangeremo anche quest’anno). Que-sta è stata per me una perfetta lezione di ottimismo che mi ha dato serenitàanche nelle situazioni più gravi.

Ne segue che la guida, l’educatore è colui che sta davanti, che indi-ca la strada percorrendola e dando le indicazioni idonee per percorrerla.

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Poi il resto lasciamolo fare ai ragazzi e un po’ di lavoro lasciamolo anche alPadreterno. La fiducia e la speranza devono essere il necessario corollarioper ogni educatore. Poi una buona dose di pazienza, un sano ottimismo eun pizzico di ironia sono uno straordinario condimento del tutto.

“Ci aspettiamo di essere aiutati a diventare educatori autore-voli, pazienti e pieni di speranza”

Cara famiglia, grazie per questa opportunità che mi dai di dire alcu-ne cose che mi stanno a cuore. Nello sforzo di rispondere alle tue aspet-tative intendo seguire due piste di riflessione: la prima è che tipo difiglio vuoi allevare o, forse, è meglio dire educare, invece la seconda ri-guarda la proposta cristiana della nostra comunità.

Famiglia, che tipo di figlio vuoi educare?Come ben sai, i tuoi figli sono

molto consapevoli dei loro diritti, po-chissimo dei loro doveri. La conseguen-za è che ai tuoi figli dai tutto e non chiediniente o pochissimo. Il risultato è chespesso diventano lagnosi, prepotenti,esigenti, capricciosi. Senza rinuncia,senza soffrire per un risultato alle-verai dei perfetti invertebrati, deifigli smidollati.

Vuoi rovinare tuo figlio? E’ mol-to facile digli spesso: “Poverino il miobambino!” con tutto quel che compor-ta. Senza una vita un po’ dura, spartana, esigente, fatta di piccole rinuncenon si può educare nessuno. E questa scelta deve essere fatta fin dallanascita: più si aspetta e più diventa difficile e poi impossibile. In seguitodiventa tardi: certi atteggiamenti negativi sono ormai profondamente sedi-mentati.

Mia mamma non mi ha mai detto: “Sei il mio amore”. Certo! Alloranon si usava un certo linguaggio. Però mi ricordo che mi faceva filare equando ho scelto di entrare in seminario, pensava che lo facessi per scap-

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pare dalle sue grinfie. Voleva che facessi il parrucchiere o il meccanico.Per fortuna in quella circostanza ho disobbedito e ho fatto quello chevolevo. Ma quel nerbo con il quale mi ha educato mi è stato sempre utile,anzi utilissimo.

Nella società del ‘tutto, subito e gratis’ è duro fare certe scelte.Non lasciamoci intimorire, non lasciamoci lordare da atteggiamenti da sui-cidi, dai piagnistei dei figli. Invece con la forza di un amore esigente, mavero nei loro confronti possiamo ottenere risultati insperati. Magari nonoggi, forse domani, certamente dopodomani… Evviva l’ottimismo!

Se queste scelte le farà la tua famiglia, la famiglia che vive accantoalla tua e l’altra lì accanto allora potrà scoppiare un incendio che illumi-nerà il cielo opaco di questa nostra società. E’ così che nasce l’alleanzatra famiglie, quella rete di solidarietà che può generare un bene immenso,perché si esce dalla solitudine educativa,che tanto nuoce e ti rende spesso rachiti-ca.

E tu, sacerdote, che progetto haiper la tua comunità?

E’ questa la seconda pista di rifles-sione di cui ora intendo parlarti. La primacosa da aver in mente è che noi siamo una‘comunità di battezzati chiamata a di-ventare comunità eucaristica’, come èstato scritto nel nostro piano pastorale parrocchiale. Il cammino è traccia-to. Cerco ora di spiegarti alcune cose.

Cos’è una comunità di battezzati? E’ l’insieme di tutti coloroche hanno ricevuto il dono del battesimo e abitano nei confini di una par-rocchia. Ti pare che sia sufficiente essere battezzati per essere a postocon il Signore? Certamente no! Dicevano i padri della chiesa ai loro fedeli:“Sii ciò che sei!” cioè comportati secondo quel dono che hai ricevuto.Essere battezzati è il punto di partenza, non il punto di arrivo. Qual è allorail punto di arrivo? Certamente la comunità eucaristica.

Cos’è una comunità eucaristica? E’ una comunità di battezzatiche ha maturato due dimensioni: quella liturgica e quella caritativa.

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L’aspetto liturgico rappresenta la parte di eucaristia che si svolgein chiesa. L’andare a messa deve esprimere la gioia di trovarti con ifratelli, deve farti partecipe di quanto accade nella comunità. Soprattuttodeve aprire il tuo cuore a comprendere e vivere quanto Gesù ti insegnacon la sua parola e con il suo agire. Devi confrontarti con la Parola di Dioe con l’operato di Gesù. Cosa celebri nella messa? Fai memoria di Gesùche dona la sua vita e versa il suo sangue. Allora il comportamento diGesù diventa il tuo paradigma.

La musica, un annuncio gioioso, una partecipazione attiva…rendonola celebrazione bella e ricca dal punto di vista umano e spirituale. Nelnostro piccolo noi cerchiamo di fare così…, E se qualche volta ciriusciamo io sono felice.

L’aspetto caritativo è la parte di eucaristia che tu, famiglia, seichiamata a vivere fuori chiesa. E’ il confronto con i fratelli, con l’uomoche vive accanto a te con le sue gioie e le sue pene. Gesù si è donato a tein chiesa e devi ‘morire’ come Gesù per i fratelli fuori chiesa. E’ questa lamusica che sei chiamata a suonare nella nostra società. E’ la logica delchicco di grano che muore per generare una spiga.

La casa parrocchiale con le sue attività ricreative e formativeti aiuta ad uscire dalla comunità battesimale per entrare a far partedi quella eucaristica. Tu dici nella tua lettera che la catechesi è fallimen-tare: è verissimo, purtroppo! Perché? Troppe famiglie non hanno il co-raggio di passare dalla casa parrocchiale alla chiesa e poi dalla chiesa allapropria casa. Si svicola dalla casa parrocchiale alla propria casa senzaincontrare il Risorto che ci indica la strada della vita come dono. Forse osenza forse c’è poca autenticità ahimé da parte di tutti noi. Al riguardo misembra molto bella la sintesi fatta da quella suorina di Sondrio uccisaalcuni anni fa da tre ragazze. Sulla faccia interna della porta della suastanza aveva scritto: “Vado in chiesa per amare Dio, esco per amarei fratelli”. Questa espressione stringatissima è una straordinaria sintesi ditutto il cristianesimo e a me ha fatto e fa pensare tantissimo. Mi auguroche faccia pensare anche te.

Una preghiera per tutti i tuoi componenti con la speranza che lapresente ti dia qualche indicazione per il tuo cammino educativo. Uncaro augurio di buon cammino nella fede e non solo.

Ciao! Tuo don GuidoVillazzano 18/09/2009

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DDDDD AAAAA T IT IT IT IT I A N A G R A F I C IA N A G R A F I C IA N A G R A F I C IA N A G R A F I C IA N A G R A F I C I 2 0 0 2 0 0 2 0 0 2 0 0 2 0 0 99999Sono tornat i a l la Casa del Padre:

Bertoldi AnnaBonmassar MarcelloBort GianniChiogna GiuseppinaMargoni FortunatoNicolini MariaRigotti Gianfranco

Sono diventat i f igl i di Dio con i l battesimo:

Bortolotti Giulia Innocenti MarcoCagol Gabriel Penasa RenzoCecchin Eve Ravelli AriannaCecchin Mia Sadler ClaudiaCicoria Riccardo Salgarolo IsabelConte Loris Signorini AlessandroCozzini Chiara Maria Trentini EmilyFaes Iris Tridico GiovanniFailoni Elisa Tridico KevinFilippi Iacopo Zanotti FilippoFranceschini Giulio Zeni GiadaGiovannini Anthony Zini Carola

Hanno consacrato il loro amore con il matrimonio religoso:

Foresti Nicola con Recati ValentinaSciascia Alessandro con Novembre Laura

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ASSEMBLEA PARROCCHIALEASSEMBLEA PARROCCHIALEASSEMBLEA PARROCCHIALEASSEMBLEA PARROCCHIALEASSEMBLEA PARROCCHIALE23 ottobre ore 20.3023 ottobre ore 20.3023 ottobre ore 20.3023 ottobre ore 20.3023 ottobre ore 20.30

Nella data indicata avrà luogo per la nostracomunità parrocchiale una

ASSEMBLEA ASSEMBLEA ASSEMBLEA ASSEMBLEA ASSEMBLEA PARROCCHIALEPARROCCHIALEPARROCCHIALEPARROCCHIALEPARROCCHIALEpresso la nostra chiesa parrocchiale.

Tutti sono invitati.In seguito verrà pubblicata l’agenda

Estratto Verbali 2008 - 2009

1. Anno paolino… Sono stati molti gli stru-menti formativi e diverse le iniziative pro-mosse, in particolare la lettera pastoraledel nostro Arcivescovo intitolata: ’Per mevivere è Cristo’; il sussidio diocesano incen-trato sull’esperienza di san Paolo di don Pie-ro Rattin; in Quaresima due conferenze susan Paolo del P. Roberto Mela, dehoniano;l’incontro di lettura continuata di alcuni bra-ni delle Lettere di San Paolo con FabioStorelli, Amedeo Tarter, Fabio Caprioli e don

Guido Limonta; il pellegrinaggio in Turchia. Tutto questo per cono-scere di più san Paolo ed attraverso la sua esperienza, lo stile deciso,chiaro di quest’uomo di Dio lasciarci interpellare ancora per crescerenella vita cristiana ed essere, sempre più, appassionati ed innamoratidiscepoli e testimoni di Gesù.

Consiglio Pastorale Parrocchiale

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2. Feste del Grazie e del Santo Patrono… in giugno si è celebratauna santa Messa di ringraziamento animata da tutti i gruppi e le asso-ciazioni parrocchiali. In settembre abbiamo festeggiato la festa delnostro patrono, Santo Stefano, con la dedicazione della nostra Chiesae l’inizio dell’anno pastorale. Quest’anno ricorre il 1° centenario dipresenza a Villazzano delle nostre suore di Maria Bambina ed i 100anni della scuola per l’infanzia.

3. Revisione del CPP… Siamo partiti dalle indicazioni del Conve-gno Ecclesiale di Verona dove è emersa una nuova modalità di ac-costarsi e riflettere sui problemi ecclesiali quella di non partire piùdai tre classici ambiti (Annuncio, Liturgia e Carità), ma da cinque am-biti (Vita affettiva, Festa e Lavoro, Fragilità umana, Tradizione e Cittadi-nanza.) cioè dal vissuto della comunità cristiana. Abbiamo soloelencato tali ambiti, ma non li abbiamo visitati in modo significativoper assumerli come criterio e metodo di lavoro. Il metodo seguito findall’inizio è stato quello induttivo cioè partire dai fatti per arrivare aiprincipi. Forse tante volte ci si è fermati solo ai fatti o quasi. Quindisi proponeva per il futuro, anche se il passaggio di modalità non saràimmediato, di partire da uno degli ambiti di Verona per cogliere lepossibilità pastorali e dopo passare, di volta in volta, ai restanti am-biti. Si è riscontrato che il nostro Consiglio fatica a rendersi disponi-bile per esperienze più ampie che occupino ad es. un pomeriggiodomenicale e che permetterebbero un dialogo più esteso. Si ha inol-tre l’impressione che manchi o sia poco sentita la consapevolezzache le decisioni prese ci coinvolgano nella realizzazione. Infatti ilConsiglio Pastorale non ha il semplice compito di prendere decisio-ni, ma quello più importante di tradurle nel vissuto, cioè il ruolotrainante che spesso manca.

4. La casa parrocchiale richiede un coinvolgimento attivo di piùpersone per far fronte alle problematiche attuali ed anche alla gestioneordinaria della casa. Ci sono alcune proposte: costituzione di un nuo-vo direttivo composto da più famiglie; formare dei gruppi a settori perpulizie, informatico, cucina, ricreativo; creare uno spazio aggreganteesterno e non strutturato; migliorare la comunicazione.

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5. Varie:a) il direttore della RSA di Villa Belfonte, Sig. Antonio Stenech, invi-

tato ad una riunione del Consiglio Pastorale, ha presentato la realtàdegli anziani residenti nella struttura da lui diretta. Ha auspicato peril futuro uno scambio di rapporti più continuativi con la nostra co-munità parrocchiale rispetto al passato;

b) Al Gruppo Mato Grosso è stata concessa la sala al primo piano delSantuario della Grotta per solo deposito di materiale;

c) la commissione caritas decanale proponeva di indire un’ assembleaparrocchiale di fine anno pastorale; tale incontro sarebbe utile nonsolo perché il Consiglio illustri il bilancio dell’attività svolta, ma an-che per favorire una maggiore conoscenza tra i parrocchiani, i varigruppi e gli stessi componenti del Consiglio (conoscenza che non èper niente scontata). Perché risulta che l’assemblea tenuta a Povoabbia dato risultati molto sorprendenti.

d) il recital su mons. Oscar Romero, ideato ed interpretatomagistralmente dal Sig. Fabio Storelli è stato molto apprezzato;

e) si muovono i primi passi per una pastorale battesimale sempre piùcomunitaria;

f) un plauso particolare al gruppo Donne che in diverse occasioni du-rante l’anno hanno preparano squisiti dolci contribuendo ad ‘addol-cire’ molto il debito parrocchiale;

g) mercatino dell’usato.

Il Presidente Il Segretario(Don Limonta Guido) (Sig. Rubino Alfredo)

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OTTOBRE MISSIONARIO 2009DAL MESSAGGIO DI BENEDETTO XVI

PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2009“Le nazioni cammineranno alla sua luce” (Ap.21,24)

“……..mi rivolgo innanzitutto a voi, Fratelli nel ministero episcopale e sacerdotale,e poi anche a voi, fratelli e sorelle dell’intero Popolo di Dio, per esortare ciascunoa ravvivare in sé la consapevolezza del mandato missionario di Cristo di fare “di-scepoli tutti i popoli” (Mt 28, 19), sulle orme di san Paolo, l’Apostolo delle Genti.“Le nazioni cammineranno alla sua luce” (Ap 21, 24). Scopo della missione dellaChiesa infatti è di illuminare con la luce del Vangelo tutti i popoli nel loro camminostorico verso Dio, perché in Lui abbiano la loro piena realizzazione ed il loro compi-mento. Dobbiamo sentire l’ansia e la passione di illuminare tutti i popoli, con la lucedi Cristo……….”

I temi delle cinque settimane

Come ogni anno, in questo il mese di ottobre ci viene proposto un itine-rario di cinque settimane, come “tempo di grazia”, per meditare e vive-re la nostra vocazione battesimale e quindi missionaria

Prima settimana (27 sett. – 3 ott.) Contemplazione“Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella dei viventi”

Seconda settimana (4 ott. – 10 ott.) Vocazione“Considerate fratelli, la vostra vocazione”

Terza settimana (11 ott. – 17 ott.) Responsabilità“Non è infatti per me un vanto predicare il Vangelo: è un dovere”

18 ottobre GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE

Quarta settimana (18 ott. – 24 ott.) Carità“Da questo sapranno che siete miei discepoli,

se avrete amore gli uni per gli altri”

Quinta settimana (25 ott. – 31 ott.) Ringraziamento

“Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito, perché sei stato lamia salvezza”

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SULLE ROTTE DEL MONDOIl Trentino incontra i suoi missionari d’AfricaSi tratta di una iniziativa congiunta, Diocesi – Provincia, con la quale

il mondo ecclesiale e civile riconosce ai nostri missionari, nostriambasciatori nel mondo, sia un ruolo religioso che di solidarietà umana.Quest’anno sono stati incontrati tutti i missionari d’Africa, nel 2010 quellid’America e nel 2011 quelli dell’Asia. Sono previste una serie di iniziativeper tutta la settimana che va dal 28 settembre al 3 ottobre.

Momento centrale dell’iniziativa sarà la

VEGLIA DIOCESANA DEL 3 OTTOBRE,con ritrovo alle 19.30 in Piazza Duomo. La comunità è invitata apartecipare alla Veglia, per accompagnare i propri missionari.

L’offerta del Comitato di PrimaveraIl “Comitato Festa di Primavera” ha recentemente offerto una sommadi euro 4.000 in favore dei nostri missionari. Al Comitato vadano i piùsentiti ringraziamenti per la sensibilità dimostrata.

SUOR GIUSEPPINA SI RACCONTA

Suor Giuseppina nasce a Villazzano il 20 gennaio 1924. Il 17 ottobre 1947inizia il noviziato a Verona, presso le suore comboniane. Il 2 maggio 1948avviene la sua vestizione. Un giorno, dopoun anno di noviziato trascorso con altre 120novizie, la vicaria trentina, la madre AfraManzana (lo zia di quel Manzana chediventerà vescovo in Brasile), annuncia chequattro delle 120 novizie andranno in Africaper seguire il noviziato internazionale diKhartoum, in Sudan.. Una di queste quattrofu proprio Suor Giuseppina. Il 5 maggio 1949inizia il viaggio interminabile che durerà 18

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giorni, prima in nave da Napoli al Cairo,poi in treno, poi ancora in nave lungo ilMar Rosso e infine di nuovo in treno finoa destinazione. Il 3 maggio 1950 è il giornodella professione religiosa. Sin da allora,salvo brevi rientri in Italia, Suor Giuseppinatrascorrerà in Sudan tutta la sua vita diimpegno missionario.

Per conoscerla meglio, approfittando delfatto che è tornata tra noi per un breveperiodo, abbiamo posto a Suor Giuseppinaalcune domande:

Quando hai capito che saresti diventata una suora?Fu durante un ritiro a Pergine, nella casa dell’Azione Cattolica, ricordo chemi ero alzata, mentre tutte le altre erano a letto e che mi venne spontaneauna domanda: “Signore, cosa vuoi da me?” una voce mi rispose e mi dissein modo molto chiaro: “Tu non ti sposerai, sarò io il tuo sposo”

Quando hai compreso che la tua vocazione era quella missionaria?Fu davanti al Crocefisso del Concilio (quello recentemente restaurato), inDuomo, il 13 maggio 1944, durante un bombardamento, imprudentementenon ero scesa con gli altri nella cripta che serviva per rifugio, ma avevopreferito restare con una amica a pregare, vicino al Crocifisso….in quelmomento di pericolo sentii forte l’invito a insegnare a pregare anche ai“moretti”

Chi è stato determinante per seguire la tua vocazione missionaria?Ho avuto un forte aiuto dal mio confessore, don Giovanni Degasperi, chemi ha seguito per cinque anni

Quali sono stati i momenti più belli della tua vita missionaria?Tra i momenti belli ricordo il giorno della mia professione religiosa, avvenu-ta con altre quattro consorelle a Khartoum il 3 maggio dell’anno Santo del1950. Certo insieme alla gioia era viva anche la struggente nostalgia per imiei genitori lontani, che non potevano erano presenti. Altro momento bellofu quando mi assegnarono la mia prima missione fuori Khartoum, a direttocontatto con la gente bisognosa di tutto, là rifugiata per sfuggire agli orroridella guerra che imperversava nel Sud del paese

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E quelli più difficili ?Fu il momento dell’espulsione dei missionari, nel 1964. Mentre il Governosudanese preparava l’espulsione di tutti i missionari dal Sudan, il VescovoMons. Baroni ci invitò a pregare per non essere mandati via proprio tutti.Dopo che i ragazzi della scuola e le loro famiglie, musulmani compresi,ebbero firmato una petizione in nostro favore (non posso non pensare chequei sudanesi come a veri e propri strumenti di Dio), il Governo attenuò lasua decisione e limitò l’espulsione ai soli missionari del Sud Sudan, almenoal Nord potemmo rimanere.

Quali sono le cose più belle che i missionari portano in Sudan?Sicuramente la promozione umana, ma soprattutto il messaggio del Vange-lo, la speranza di un mondo che può essere migliore, l’amore vicendevoleanche fra persone di tribù differenti.

E quelle che i sudanesi donanoai loro missionari?La riconoscenza, anche da parte deimusulmani, le vocazioni locali, l’aiu-to vicendevole anche da parte deimusulmani, la fiducia in Dio in ognisituazione, anche quella della pover-tà e delle prove estreme, la consa-pevolezza che Lui sa quello che cisuccede, un atteggiamento questoche accomuna tutti i sudanesi, cri-stiani e musulmani.

Che cosa possiamo fare noi peraiutare le missionarie e i missio-nari come te?Sicuramente la preghiera che aiutavoi qui e noi là, la coerenza tra quel-lo che si annuncia e come si vive, epoi la solidarietà anche economicacon chi è privo del necessario.

Grazie Suor Giuseppina per la tua testimonianza e il tuo affetto, etanti auguri di buon proseguimento di missione tra i tuoi sudanesi!

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GrEst 2009GrEst 2009GrEst 2009GrEst 2009GrEst 2009Per la prima volta al GrEstQuest’anno ho partecipato anch’io al Grest.

L’ho fatto per la prima volta alla bell’età di..oltre cinquant’anni.Scusate lo scherzo, mi chiamo Enzo e sono un capo/educatorescout della vicina parrocchia di Madonna Bianca. Ho seguito negliultimi due anni la formazione del gruppo animatori di Villazzano,coadiuvando padre Gianmaria in questo intento. Mi è sembratoquindi logico e giusto rispondere positivamente alla richiesta di

coordinare le attività dianimazione del Grestfattami dagli stessianimatori. L’ho fatto nontanto per le mieattitudini personali,quanto per potersperimentare insieme airagazzi quanto vissutosolo teoricamente in dueanni di incontri mensili.Faccio una parentesi per

dire che avete nella vostra parrocchia un gruppo stupendo diragazzi dei quali credo siate, ne sono certo, molto orgogliosi eche per quello che ho visto, vi stupiranno ancor più in futuro.

Dico questo poiché è infatti grazie a loro che questa bellaavventura ha avuto presso i bambini/ragazzi un grande riscontroin termini di allegria, gioco ed entusiasmo. Le attività giornaliere,preparate con cura da piccoli staff di animatori, sono state tuttededicate ad un tema unico, comprese le gite. Questa scelta èstata fatta nell’intento educativo di trasmettere/ravvivarevalori che, nei tempi che viviamo, sembrano molto affievoliti.Attraverso la rivisitazione in chiave di gioco, laboratorio e

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convivenza (piccola comunità) della storia di Dorothy, laragazzina trasportata da un tornado nel mondo fatatodescritto da Baum Frank nel libro “Il Mago di Oz”, si è cercatodi evidenziare le potenzialità, a volte nascoste, che ognuno ha.

Tutto è iniziato con un gran botto e poi, da una piccolacasina di cartone, frastornata e titubante, è uscita una piccolabambina dalle scarpette (all star) rosse, desiderosa solo ditornare alla sua fattoria nel Kansas, alla sua famiglia. Con leiabbiamo girovagato lungo la strada dai mattoni gialli nell’intentodi raggiungere la fantastica città di Oz. Abbiamo visitato unafattoria, abbiamo incontrato arcieri disposti a prepararci alloscontro con la malefica maga dell’est e le sue scimmie volanti,abbiamo visto da vicino la stupenda diversità del mondo animalein uno zoo ed è in questi luoghi che abbiamo incontrato trefantastici personaggi con strane fissazioni. Il primo, unospaventapasseri, pur convinto di essere assolutamente privo dicervello è riuscito con la sua razionalità a farci superaremoltissime prove dimostrando che, unendo le forze, facendosquadra, tutto è possibile. Il secondo, una specie di automataglialegna in forma di uomo di latta, pur essendo privo di cuoreci ha dimostrato quanto siano importanti i sentimenti percostruire una pace vera. Il terzo, un leone improbabile e fifoneconvinto di essere privo di coraggio, ci ha fatto capire che ilcoraggio sta nell’affrontare le piccole scelte di ogni giorno. Labattaglia finale tra le forze del male capitanatedall’invidiosissima strega dell’est e i nostri eroi si è svoltanell’ambiente surreale delle sculture vegetali della val di Sella.Ovviamente (e per fortuna) il Bene ha vinto ancora una volta el’incontro con il mago di Oz ha finalmente chiarito quale sia lavera magia che anima il mondo: l’amore che c’è in ognuno di noi.Finale quindi, con festa e dolci preparati dai ragazzi -anchequesti favolosi- e poi, con un po’ di nostalgia, un piccolo battitodelle nostre scarpette magiche… et voilà, di nuovo nel mondoreale, quello delle nostre famiglie, dei nostri cari.

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Come è stato possibile, vi chiederete, viaggiare con tantasicurezza in un mondo così irreale e fantastico? La risposta stanell’operato di persone con i piedi molto per terra che, con illoro servizio, hanno permesso che giochi, attività, spostamenti,pulizie, pranzi e merende in casa parrocchiale e nelle uscite,fossero gradevole contorni al nostro stare gioiosamenteassieme. A loro va il mio ringraziamento personale e quello deglianimatori tutti che, per loro merito, hanno avuto la possibilitàdi poter sperimentare non una semplice attività diintrattenimento, bensì un coinvolgente servizio cristiano allacomunità parrocchiale. Un ringraziamento particolare eaffettuoso va anche a Don Guido che con la sua presenzadiscreta e con la preghiera, ci ha sempre accompagnato in ognimomento.

Un bravo a tutti e… viva il Grest. Cordialmente vostro, Enzo.

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CAMPEGGIO ELEMENTARI

TTTTTU T T IU T T IU T T IU T T IU T T I AAAAA DO DO DO DO DOVENAVENAVENAVENAVENAC O NC O NC O NC O NC O N IIIII P RP RP RP RP R OOOOOTTTTTAAAAAG O N I S T IG O N I S T IG O N I S T IG O N I S T IG O N I S T I D ID ID ID ID I N N N N NA R N I AA R N I AA R N I AA R N I AA R N I A

Dietro ogni porta può nascondersi un’avventura fantasticaanche dietro quella di un armadio. Quest’anno i bambinihanno scoperto un mondo magico, ma gelido perchégovernato da una strega cattiva. Dal 3 all’ 11 luglio 2009 si èsvolto anche quest’anno, a Dovena diCastelfondo, Val di Non, il campeggioper i bimbi delle elementari (dallaprima alla quinta), incentrato sul librodello scrittore C.S.Lewis “Le Cronachedi Narnia: il Leone, la Strega el’Armadio”. I 25 bambini hanno sentitola storia del mondo di Narniadirettamente dal professor DiggoryKirke (interpretato da don Guido) checi ha ospitati nella sua dimora per lasettimana. Comunque, oltre adascoltare, hanno aiutato i quattro fratelli Peter, Susan,Edmund e Lucy a sconfiggere la cattiva Strega Bianca con idoni che Babbo Natale aveva consegnato ad ognuno, si sonoimprovvisati investigatori per scoprire la spia che sinascondeva tra noi, hanno risolto rompicapi di una complicatacaccia al tesoro e molto altro. Durante la settimana sonoanche andati al santuario della Madonna del Senale e fattouna passeggiata con Sandro Bezzi per conoscere meglio lepiante del luogo…insomma, è stata una settimana piena digiochi ed attività in compagnia e in mezzo alla natura. Equest’anno i nostri palati sono stati deliziati con i manicarettidelle cuoche Rita e Augusta.Speriamo di rivedervi l’anno prossimo!

Gli animatoriDaniela, Lucia, Daniele, Giovanni e Paola

E adesso la canzone del campeggio!

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Nella terra di NarniaNella terra di NarniaNella terra di NarniaNella terra di NarniaNella terra di Narnia

Questa è la storia di Peter,Susan, Edmund e Lucy,trovarono un armadioe ci entrarono dentro.

Si ritrovarono a Narnia,questo magico mondo,dove l’inverno è eterno,e la gente soffre. Rit.

Ma c’è la strega biancache quattro re non vuolevuol diventar reginae semina terrore.

Edmund turlupinato,dalla strega cattiva,i fratelli tradiscee nei guai finisce. Rit.

Lucy incontra un fauno,che la vorrebbe ingannare,ma è troppo buono,e la lascia andare.

Dai castori aiutati,riescono a scappare,e ricevon dei donida Babbo Natale. Rit.

La battaglia finalesta per iniziare,Edmund deve morire,così la strega vuole.

Ma con l’aiuto di Aslanvincon la battagliae riportan la pacein quella terra fatata. Rit. x2

Nella terra di Narnia…

Ritornello:Ritornello:Ritornello:Ritornello:Ritornello:Nella terra di Narniac’è un leone che tutti salveràe questi bambini l’aiuterane re diventerai.

Peter…Susan…Edmund…Lucy

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21 GIRAMONDO A PIAZZOLA 19 - 26 luglio 2009

Questo il contenuto del biglietto (a forma di bombetta) che21 ragazzi di prima, seconda e terza media hanno dovutopresentare come carta d’imbarco per iniziare con noi un magnificocampeggio a Piazzola: proprio dalla Val di Rabbi abbiamo intrapreso ilnostro giro del mondo in 8(0) giorni, vissuto in amicizia e congrande affiatamento!

Tra attività, riflessioni, giochi e gite abbiamo conosciuto tutti icontinenti, in compagnia di Fogg (colui che aveva scommesso aLondra di riuscire a fare questo incredibile viaggio) e Passepartout (ilsuo aiutante): abbiamo girato con ogni mezzo di trasporto, abbia-mo incontrato gente di ogni tipo, abbiamo vissuto avventure ina-spettate e, soprattutto, abbiamo capito che, da qualsiasi parte, ilSignore è con noi: il Suo Regno è qui, siamo tutti noi.

Siamo partiti dalla Creazione e dal Diluvio Universale per capirecom’è nato questo nostro mondo: dopo aver riflettuto insieme sul-l’importanza dell’acqua nella nostra vita e nella Bibbia, abbiamo dise-gnato – con le mani piene di tempera – una bellissima arca che haospitato tutti gli animali che noi abbiamo voluto salvare.

Siamo poi salpati per l’Europa, per andare più a fondo nel no-stro passato, per vivere in prima persona i mestieri di una volta eper saperne qualcosa di più delle vecchie tradizioni. Così abbiamotrascorso una splendida giornata al parco giochi di Terzolas, traalberi e panchine.

“Sei atteso per il check-in il 19 luglioal Mongolfiera–Parco di Piazzola di Rabbi.

F & P”

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Anche il giorno dopo non ci siamo fermati in casa, ma siamoscesi un po’ a valle: a Rabbi Fonti, dove abbiamo trascorso lanostra giornata dedicata all’Africa. Grazie ad alcuni giochi ambientatiin una tribù, abbiamo scoperto come vive un bambino africano(che, spesso, per andare a scuola o a prendere l’acqua, fa moltipiù chilometri di quelli che abbiamo fatto noi per andare a giocare!).

Per ricordare l’Asia, Terra delle grandi cime, siamo andati inmontagna: a piedi da Piazzola siamo arrivati fino ai Prà de Saent,dopo la Malga Stablasolo e le Cascate del Saent. In un ambientesuggestivo e unico, abbiamo celebrato una messa molto intima, incui abbiamo pregato anche con segni tipici delle culture dell’Est, adesempio le bandierine su cui gli sherpa lasciano le loro invocazioni.La serata è stata divertentissima, grazie ad un super-cruciverbasui cartoni animati giapponesi: insieme abbiamo riso tantissimo traprove, canzoni, giochi e… mangiate di budino!

Il venerdì è stato il giorno dell’America, continente dei sogni:ognuno ha costruito, con pochi materiali e molta fantasia, il proprio“acchiappasogni” e ha attaccato il proprio desiderio di diventare/diessere in un grande “acchiappasogni” comune… Il pomeriggio ètrascorso con gli immancabili giochi d’acqua, che hanno divertitotutti in modo speciale.

Per parlare dell’Oceania non si poteva non fare riferimento alsuo elemento principale: l’acqua (di cui avevamo già parlato il lune-dì). I ragazzi sono stati incoraggiati a vivere un momento di “de-serto personale”, grazie ad alcuni versetti della Bibbia e ad alcunedomande riferite ai dubbi e alle situazioni tipiche della loro età. Piùtardi ognuno, ricordando il forte legame delle popolazioni aborigenecon la natura, ha potuto disegnare sui sassi un animale o un fioreche lo rappresenti. La serata è andata avanti fino a tardi conscenette, consegne di premi, guinness dei primati, musica e balliscatenati (anche all’aperto…).

Il campeggio si è concluso domenica 26 luglio con un’inaspet-tata esibizione canora, che i ragazzi hanno deciso di organizzareper i loro genitori, i quali – con grande affetto – ci hanno preparatouna merenda superba.

Come sempre, vogliamo ricordare chi ci aiuta tanto prima edurante il campeggio; questa volta vogliamo fare un breve elenco

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di nomi – tutti voi, leggendovi qui, sapete cosa ci avete dato equanto importante e prezioso è per noi il vostro esserci. Ancorauna volta vi diciamo grazie: Luigina e Carmelo (a voi soprattutto vala nostra immensa gratitudine!), don Guido, Teresa, Giulia, Raffael-la e Bepi, Andreina, Paolo, Renzo, Maddalena.

E a tutti voi, 21 giramondo, va il nostro grazie più forte peraverci regalato un’altra esperienza unica ed emozionante: è belloconvivere con voi, pieni di voglia di fare e ricchi di gioia! Avete ungrande entusiasmo dentro di voi e i vostri sorrisi, il vostro affetto, lavostra semplicità e la vostra voglia di vivere sono per noi un donomeraviglioso, ciò che ci fa essere contenti del tempo che vi dedi-chiamo. Grazie di cuore e… non smettete mai di viaggiare!!!

Elisa, la più organizzatriceSara, la più clemente

Oliviero, il più coinvolgente

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ERAERAERAERAERACLEA 2009CLEA 2009CLEA 2009CLEA 2009CLEA 2009DANTE, VIAGGIO ATTRAVERSODANTE, VIAGGIO ATTRAVERSODANTE, VIAGGIO ATTRAVERSODANTE, VIAGGIO ATTRAVERSODANTE, VIAGGIO ATTRAVERSO

INFERNO PURGATORIO E PARADISOINFERNO PURGATORIO E PARADISOINFERNO PURGATORIO E PARADISOINFERNO PURGATORIO E PARADISOINFERNO PURGATORIO E PARADISO

Anche quest’anno il Gruppo Giovani di Villazzano si ètrasferito ad Eraclea Mare dall’1 al 9 agosto per vivereun intenso campeggio all’insegna di allegria e divertimento.Nel corso delle giornate i 19 ragazzi hanno affrontato con coraggio inferno,

purgatorio e paradiso accompagnati da Dante e Virgilio. Hanno avuto così occa-sione per riflettere su numerosi interrogativi: chi è il diavolo? Quale inferno cicirconda e quale è dentro noi? Cos’è il paradiso? Ce lo meritiamo? Quale paradisoci aspettiamo? Quale paradiso possiamo vivere tutti i giorni?

Il campeggio è stato un esplosivo mix tra amicizia, emozioni e fede, dando vitaad una comunità di giovani che cresce, impara, matura e si diverte con semplicità.

Gli animatori Gianmaria, Luca, Luisa & Simonetta

Passiamo la parola ai ragazzi…

Cosa mi piace di questo campeggio?? T-U-T-T-O! (a parte lavare a pranzo e acena…!). Mi piace tanto il clima che si crea tra animatori e animati, il “metteretutto in comune” proprio come in una famiglia!Mi piace la giusta libertà e la fiducia che gli animatori ripongono in noi… ma lacosa che mi piace di più in assoluto sapete qual è??…è l’idea, anzi, la speranza che anche il prossimo anno si ripeta tutto questo.

MiriamMiriamMiriamMiriamMiriam

Anche quest’anno sono riuscita a divertirmi molto e ho conosciuto nuove persone.Sono molto contenta di questo ultimo campeggio con Giannino e sono sicura chemancherà molto a tutti! ElleElleElleElleElle

Sono rimasto molto soddisfatto da questo campeggio sia per la capacitàorganizzativa sia per il tema trattato. Gli animatori sono stati in grado di aiu-tarci a riflettere e, a mio dire, maturare. Inoltre sono stato sorpreso di vedere ilcrescente affiatamento formatosi fra noi animati. In conclusione ringrazio tuttii partecipanti di questo campeggio perché sono stati in grado di aiutarmi a cre-scere e affezionarmi ulteriormente a loro. AleAleAleAleAle

Tutto molto interessante e pieno di emozioni. Molto rilassante anche perché que-st’anno eravamo un po’ svogliati. PamPamPamPamPam

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E’ stato strabello, mi sono divertita molto, il mare è bellissimo e il sole è tanto, hoconosciuto tanti amici simpatici. Il gioco horror è una figata. JessyJessyJessyJessyJessy

Questo è il mio 5° campeggio qua a Eraclea e in tutti questi anni non si è mai vistoun gruppo così unito. Un grazie ai nostri fantastici animatori che ci hanno aiuta-to a creare nuove amicizie e rafforzare quelle vecchie. Grazie.

Matteo PaganiMatteo PaganiMatteo PaganiMatteo PaganiMatteo Pagani

Questo campeggio è andato alla grande, mi sono divertito un mondo e ho conosciu-to nuove persone. A mio parere rispetto all’anno scorso come gruppo siamo stati piùuniti e l’attività è stata molto coinvolgente. MattiaMattiaMattiaMattiaMattia

Beh ovviamente mi sono divertita…ehm…troppo!!! Lavare i piatti è stato FUN. Hoconosciuto gente stra simpa e carucciaaaaaaaaaaaaaaaa!!

LetyLetyLetyLetyLety

Questo campeggio è molto divertente, l’atmosfera che si respira è piacevole e inti-ma. LolliLolliLolliLolliLolli

È stata proprio una bella esperienza, anche il tema era molto serio e faceva riflette-re, al contrario dei soliti temi da campeggio. Gli animatori sono perfetti e sannosempre tenere alta la voglia di partecipazione e pur essendo più grandi di noivengono considerati “amici”. LucaLucaLucaLucaLuca

Questo campeggio è stato molto bello ed ha avuto un tema molto interessante. Inquesti giorni ho potuto conoscere nuove persone e fare quindi nuove amicizie.Come tutti gli anni era presente il gruppo ormai consolidato, con il quale abbiamoavuto moltissimi momenti di svago e felicità. BoschBoschBoschBoschBosch

Questo campeggio mi è piaciuto molto, come tutti gli altri. È stato molto diverten-te e mi ha fatto riflettere. IaiaIaiaIaiaIaiaIaia

È stato un campeggio come tutti gli altri molto divertente. Abbiamo vissuto tantibei momenti assieme che porterò sempre con me. Grazie a tutti e un saluto aGiannino. AliceAliceAliceAliceAlice

Questi giorni di campeggio mi hanno regalato tanti nuovi amici e tanti bei mo-menti. Spero di poter venire anche il prossimo anno. Sincerissimi complimenti aicuochi comunque. GiulyGiulyGiulyGiulyGiuly

È stato tutto bellissimo e le attività erano interessanti. Peccato che sia durato poco.SabrySabrySabrySabrySabry

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Bellissimo anche quest’anno, come sempre è bellissimo addormentarsi e sve-gliarsi con la musica, per poi trascorrere la giornata insieme a divertirsi… nonvoglio più tornare a casa! ChiaraChiaraChiaraChiaraChiara

Per essere il mio primo campeggio ad Eraclea, devo dire che me lo aspettavo moltodiverso. È stato lasciato ampio spazio al divertimento e devo dire che l’ho apprez-zato molto. Mi ha fatto piacere conoscere nuove persone. Peccato solo che questo sial’unico che posso fare. RizzoRizzoRizzoRizzoRizzo

Mi sono divertita lo stesso, anche se eravamo solo in 19. SilviaSilviaSilviaSilviaSilvia

Come tutti i campeggi a Eraclea non ci sono stati problemi e il gruppo è statomolto unito. Le nuove entrate si sono amalgamate senza problemi. Un buoncampeggio e un buon gruppo. Grazie a tutti. AcssAcssAcssAcssAcss

Un grazie e un abbraccio vanno in particolare a Padre Gianmaria Piazzalunga cheha accompagnato il gruppo giovani e il gruppo animatori per tanti bellissimi anni.

Grazie di cuore Gianni e…Buona Vita!

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Sul finire delle vacanze estive, anche quest’ anno il gruppodei cresimandi si è ritrovato con don Guido e le catechiste perun’esperienza forte e coinvolgente...” alla scoperta dello SpiritoSanto”: anziché la cittadina di Assisi li ha ospitati questa voltal’accogliente casa di Dovena, meta collaudata di riusciti campeggiparrocchiali...

Partendo dalla storia dell’ uomo che mette il sigillo sultestamento - simbolo del sigillo che lo Spirito Santo ci ha donatonel Battesimo e che sarà confermato nella Cresima – i ragazzihanno scoperto i tanti momenti in cui lo Spirito ha agito nellastoria dell’ uomo e del popolo Ebreo, dalla creazione alla chiamatadi Abramo fino alla storia di Gesù, che effonde lo Spirito proprioquando muore in croce e che lo dona in pienezza ai discepoli nelgiorno di Pentecoste.

Ma lo Spirito – si sono chiesti i ragazzi – è presente ed agisceanche oggi? E’ vicino a noi, possiamo incontrarlo nella nostra vitaquotidiana? Ecco la risposta nella “chiave d’oro di Daniele”: unachiave misteriosa che permette di salire una scala speciale, la scaladella vita, dove gli scalini già percorsi scompaiono, perché nellavita si va solo avanti...

“Però qualche volta sarebbe bello poter tornare indietro,alla scuola materna, senza compiti...” Alberto e Valerio

“Sì, ma non si può restare bambini, e poi ci si stufa...” Veronica

I ragazzi hanno poi dato sfogo allo loro creatività e fantasiaf i s sando ins ieme su carte l lon i co lorat i quanto l i avevamaggiormente colpiti: il sigillo rosso col loro nome, il fuoco dellaPentecoste, le mani con cui possiamo salutare, accarezzare,abbracciare l’altro...

RITIRO CRESIMANDI a DOVENA 10-12 settembre 2009

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“Mi sono piaciuti molto i cartel loni che abbiam fattoinsieme...” Margherita

“Fantastica la pizza, e poi giocare tutti insieme sul prato ola sera dopo cena...” Giada e Cecilia

Naturalmente è più facile salire la scala della vita se c’èQualcuno che ci aiuta, ecco allora l’ esempio di uomini e donneche si sono lasciati guidare dallo Spirito Santo, impegnandosi congioia nel loro quotidiano: Raoul Follereau a favore dei malati dilebbra, padre Pedro giovane missionario, ma anche l’ operaioRomeo e l’ insegnante Maria... “E noi ragazzi cosa potremmofare?”

“Finora in parrocchia avete ricevuto, ora potreste offrire ilvostro impegno per qualche servizio, ad es. nel coro, in qualchemovimento come gli scout o più semplicemente nel gruppo post-cresima della parrocchia...” Già, perché no?

Non sono mancati momenti di riflessione e preghiera, suiprati a ringraziare Dio delle meraviglie create per noi o nellacappella francescana di don Guido, dove nella Messa ogni ragazzoha portato un fiore liberamente creato, simbolo della preghieradi invocazione allo Spirito Santo: anche sr Mariangela e sr Agnesehan detto che i ragazzi si cercano e stanno volentieri insieme, loSpirito è già all’ opera!

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MMMMMINICAMPEGGIOINICAMPEGGIOINICAMPEGGIOINICAMPEGGIOINICAMPEGGIO DEIDEIDEIDEIDEI CHIERICHETTICHIERICHETTICHIERICHETTICHIERICHETTICHIERICHETTI

A A A A A DODODODODOVENAVENAVENAVENAVENAIl mini campeggio dei chierichetti a Dovena è stato per me un

dono, che, attraverso don Guido il Signore mi ha fatto.

Il tema era: “La chiamata di Maria e la chiamata di Davide”.

I ragazzi aiutati dai loro animatori, hanno saputo, (all’interno dellacelebrazione eucaristica) con delle scenette trasmettere queste duechiamate. Dopo di loro, Alfredo Rubino e io abbiamo con poche parolepresentato ai ragazzi la nostra chiamata: Alfredo al Diaconato e io allavita religiosa e anche don Guido ha presentato la sua chiamatasacerdotale.

E’ stata una bellissimacelebrazione, i ragazzi eranomolto attenti. Il giorno seguentesul prato attraverso una scenettahanno presentato: “Davideabbatte il gigante Golia”.

Attraverso il patto di amicizia tra Gionata e Davide, presentatocosì bene da don Guido, i ragazzi hanno capito il grande valore diuna amicizia.

Un grosso grazie a don Guido, che non poteva fare di più. Ungrazie riconoscente ai nostri animatori: Daniele, Giovanni, Elena,Lucia e Giorgia, che sono stati bravissimi.

Grazie ad Alfredo e Simonetta per tutti i bei pranzetti preparati:ci hanno un po’ viziati…

Un grazie grande come il mondo alla nostra carissimaanimatrice Paola Grosselli che ha coinvolto i ragazzi in manierastraordinaria, e, anche sempre disponibile per qualche aiuto ai nostribravi cuochi Alfredo e Simonetta che ci hanno fatto sentire il caloredi mamma e papà. Non possiamo dimenticare i genitori, che l’ultimogiorno sono venuti a pranzo con noi. Ci hanno portato tante cosebuone e le mamme hanno fatto le pulizie, mentre i papà hannoconversato con don Guido, sempre, dopo avere abbracciato i lororagazzi, Grazie infinite a tutti.

Ciao ciao e buon anno pastorale e scolastico. Sr. Ottilia

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La parola ad alcuni chierichetti.

Grazie don Guido, Alfredo, Simonetta, Paola, Sr. Ottilia, Lucia, Elena,Giorgia, Daniele e Giovanni per i fantastici giochi che hanno rallegratoqueste bellissime giornate.

Ilaria e Francesca

Sono molto contenta di questi giorni passati a Dovena.Alessia G.

A Dovena mi sono trovato tante bene, perché ho giocatocon il mio amico Matteo e ho imparato la storia diDavide.

Emanuele R.

Siamo due chierichetti, io Daniele di 16 anni e Giovanni di 15. Don Guidoci ha data il compito di animatori. Abbiamo cercato di fare meglio chepotevamo. Siamo contenti di questa nuova esperienza.

Daniele P. e Giovanni P.

L’amicizia di Gionata e Davide spiegataci da don Guido mi è piaciutatanto, perché può crescere anche non solo nel campeggio, ma qui franoi.

Elena P.

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GITA SOCIALE del Coro Parrocchiale S. Stefano

DIARIO DI 2 GIORNI DI MEZZA ESTDIARIO DI 2 GIORNI DI MEZZA ESTDIARIO DI 2 GIORNI DI MEZZA ESTDIARIO DI 2 GIORNI DI MEZZA ESTDIARIO DI 2 GIORNI DI MEZZA ESTAAAAATETETETETESUL LASUL LASUL LASUL LASUL LAGO MAGO MAGO MAGO MAGO MAGGIOREGGIOREGGIOREGGIOREGGIORE

COL CORCOL CORCOL CORCOL CORCOL CORO PO PO PO PO PARRARRARRARRARROCCHIALEOCCHIALEOCCHIALEOCCHIALEOCCHIALEE E E E E AMICI.AMICI.AMICI.AMICI.AMICI.

Il tempo non promette bene per questo weekend: dopo giornatesoleggiate e afose sono previsti forti temporali, ma alla partenza, nel buiodella notte che se ne va, un cielo stellato ci pare di buon auspicio.

Dopo aver girovagato in città per raccogliere i nostri amici, imboc-chiamo l’autostrada e il silenzio scende a bordo per recuperare il sonnoperduto.

La levata del sole è accompagnata dal “buon giorno” che ci vienerivolto dal nostro maestro di coro, guida, catechista, poeta e amico donRenato. Per lui c’è sempre l’occasione, il luogo, un evento per farcantare i suoi coristi. Le sue riflessioni introduttive ai canti sono partico-lari, lasciano il segno, toccano nel profondo e ne rimani ogni volta sor-preso e ammirato. Lui ci fa vedere ciò che spesso i nostri occhi nonvedono, ma che solo gli occhi del cuore possono vedere perché – perdirla col Piccolo Principe – “l’essenziale è invisibile agli occhi”.

I TAPPA – ARONA - per visitare la statua di S.Carlo Borromeo, quichiamato S.Carlone. E’ alta circa 35 metri e si può salire all’interno fino allatesta per ammirare il panorama circostante. I più coraggiosi sono saliti incima, mentre qualche pusillanime si è fermato alla terrazza. E’ del XVI°secolo ed è stata eretta sulle rovine della Rocca dei Conti Borromeo,padroni e signori del lago Maggiore e delle terre rivierasche. Qui S.Carloè nato nel 1538 ed essendo secondogenito già dall’età di 5 anni fu avviatoalla vita ecclesiastica. Questa via intrapresa non per vocazione, ma perimposizione, non gli ha impedito di diventare santo, tenendo anche contoche nel 1562, morendo il fratello primogenito, avrebbe potuto chiederelo stato laicale per mettersi a capo della famiglia. Profuse le ricchezzedella famiglia e le energie per i poveri, curò personalmente gli ammalatidurante la peste del 1576, istituì i seminari per la preparazione del clero.Fu Vescovo di Milano dal 1563 fino alla morte , il 4 novembre 1584.

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II TAPPA - STRESA - ridente cittadina sulla sponda piemontese dellago, importante centro turistico, ma per noi trentini è nota anzitutto perchécustodisce le spoglie del filosofo-teologo roveretano Antonio Rosmini chequi morì a soli 58 anni. Nella sua residenza – Villa Ducale - ora ha sedeil Centro Internazionale di Studi Rosminiani con la raccolta delle sueinfinite opere.

III TAPPA - appuntamento all’imbarcadero per il giro sul lago in visitaalle Isole BORROMEE. Circumnavighiamo l’Isola Madre per vederla al-meno dall’esterno, non è abitata e l’unica costruzione è il PalazzoBorromeo.

La sosta la facciamo all’Isola dei Pescatori: piccolo villaggio chesembra uscire dall’acqua. Un grappolo di case, unite fra loro da archi eporticati quasi a tenersi strette per ripararsi dalle inevitabili burrasche dellago. E’ attraversato da stretti vicoli e terrazzi ricoperti di rigogliose piantedi glicine e coloratissime buganvillea. Da questi caratteristici vicoli intra-vedi romantici scorci di lago: verso nord di un colore blu “jeans”, mentrea sud il luccichio sfavillante del sole specchiato sull’acqua si riflette findentro il vicolo buio! Su queste viuzze si aprono caratteristici negozi diartigianato locale e graziosi ristoranti dove si può gustare il pesce di lago.Al centro la piccola chiesa riccamente adorna di fiori per una festa dimatrimonio. Sul molo le solite bancarelle espongono le cose più impen-sate.

E’ ora di ripartire per l’Isola Bella , che ci appare in tutta la sua magni-ficenza. L’immensa Villa, di stile barocco, è del 1600. E’ tuttora residenzaestiva dei Conti Borromeo, unica famiglia nobile sopravvissuta delle quat-tro allora dominanti, le altre erano gli Sforza, i Visconti e i Medici di Lom-bardia. Ci accoglie la guida, una simpatica signora di origine bavarese,che ci accompagna nella visita alle grandi sale adorne di mobili antichi,ritratti di antenati, quadri di pittori famosi e preziosi arazzi di seta. Vediamola Sala del Trono, la Sala di Napoleone, il salone grande, la galleria degliarazzi e la Sala della musica, dove il Coro non si lascia sfuggire l’occasio-ne per provarne l’acustica! Si scende poi nelle grotte: sei ambienti sotter-ranei simili a cripte, progettate per dare refrigerio durante l’estate. I murisono spessi dai 2 ai 3 metri. Queste grotte di tufo sono decorate in manie-ra molto originale, incrostate di conchiglie, specchi , marmi, ornate con

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ciottoli di lago chiari e scuri in un gioco di colori e motivi che richiamanoil mare.

Il giardino all’italiana si compone di 10 terrazze sovrastanti a gradi-nata con un susseguirsi di fontane, statue, fiori e piante rare, mentre bel-lissimi pavoni bianchi si aggirano con passo elegante tra il verde deiprati. La coreografia dei giardini culmina con il famoso “Anfiteatro”. Postoin cima, è costituito da un grande fondale in pietra a nicchie ornate distatue, pilastrini, conchiglie ed è coronato dall’Unicorno, simbolo deiBorromeo, che pare vegliare sulle bellezze che lo circondano.

Un temporale notturno ha rinfrescato l’aria di questo secondo giorno.IV TAPPA - il grande Parco di Villa Taranto tra Pallanza e Intra.

Ideato e realizzato con la fantasia, il lavoro e la disponibilità finanziaria delCapitano scozzese Neil Mc Eacharn che scelse il lago Maggiore comeambiente climatico ideale per il suo progetto. Giardini terrazzati e grandiserre, piante centenarie, piante esotiche, piante acquatiche, fiori di ognitipo e colore, giochi d’acqua, vasche, cascatelle, fontane zampillanti:sembra un angolo di paradiso. Al centro del Parco vi è il mausoleo delfondatore: volle esser sepolto qui in mezzo ai suoi fiori e alle sue piante!

Lasciamo la riviera piemontese col traghetto e passiamo da Intra aLaveno sulla riva lombarda. Mentre pranziamo il nostro sguardo puòspaziare sul lago e sul piccolo porticciolo dove sono ancorate delle va-riopinte barche a vela coi loro alti alberi che, nel ritmico dondolio delle

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onde, sembrano abbracciarsi. Un forte acquazzone pare rovinarci la gior-nata, ma quando riprendiamo il viaggio brilla già uno splendido sole!

V TAPPA - S.Caterina del Sasso - All’Eremo di S.Caterina si giungevia lago o da sopra con una discesa di circa 300 gradini. A noi è statoproposto questo secondo accesso: un po’ di penitenza non guasta nel-l’accedere a questo sacro luogo.

Abbarbicato alla roccia a strapiombo sul lago, disposto in più fabbri-cati collegati da un lungo loggiato rinascimentale dal quale si può ammira-re il lago nella sua vastità. E’ calmo il lago, ma una leggera brezza muoveleggermente la superficie illuminata dal sole creando un gioco di luce eombre da sembrare una distesa di carta stagnola stropicciata!

La storia di quest’Eremo ha inizio nel 1170 per un voto a S.Caterinad’Alessandria da parte di un certo Alberto dei Besozzi per esser scampa-to ad un naufragio e che qui si ritirò a vita eremitica. Poi nei secoli succes-sivi è un susseguirsi di costruzioni e di cappelle, ora conglobate in ununico edificio; una bellissima chiesetta con la volta e le pareti completa-mente affrescate con scene bibliche e figure di Santi di varie epoche.Interessante una Crocifissione opera del 1500 e la volta del presbiteriocon una visione del Paradiso del 1600.

Qui concludiamo con la celebrazione della S.Messa animata dalnostro coro guidato da don Renato suonando un antico organo del 1700.

A malincuore, lanciamo un ultimo sguardo al lago e alle bellezzecircostanti, risaliamo i 300 gradini immersi nel bosco e ci avviamo al pull-man. Nel viaggio di ritorno, mentre scende la sera, il nostro grande Mi-chele ci allieta con le sue intramontabili canzoni.

E ora un grazie al nostro organizzatore, Fabio, sempre disponibile epaziente. Un piccolo neo, anzi due: l’assenzadi don Guido, per motivi di campeggio, e deldecano del coro, Renzo, per motivi di salutea cui vanno i nostri auguri.

Arrivederci all’anno prossimo! ..qualcunoper caso sta già progettando ?!

P. S.Annamaria

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Durante il mese di luglio, si è svolto il corso di cucito per le ragazzedella scuola primaria e secondaria di primo grado, presso la CasaParrocchiale di Villazzano. L’iniziativa ha coinvolto 27 ragazze seguitedalle due suore sr Mariangela e sr Angelina.

Il racconto: “Il gatto e lagabbianella” ha accompagnato ecoinvolto il gruppo per quasi tuttoil mese. La mattinata trascorrevaveloce tra ricamo, momenti diriflessione e di preghiera. Poi tantogioco, a volte preparato dallestesse ragazze più grandi, che hacontribuito a cementare,conoscenza, amicizia e momenti digioia. L’esperienza si è conclusa con la mostra dei lavori nellamattinata dell’ultimo giorno. Essa è stata visitata dai genitori, dainonni delle ragazze, dalle suore, e da altre persone della comunità.Tutti hanno ammirato e apprezzato i lavori pieni di colore eseguiticon ordine e precisione.

Riportiamo alcune testimonianze:.In questo mese mi sono divertita molto e ho imparato tanto, non solo a ricamare,ma anche tante altre cose, come a convivere con tutti anche con le più “antipa-tiche”, perché siamo tutti figli di Dio. Valentina

Trovo l’attività di ricamo molto utile. Penso però che non serva solo per impararea fare dei punti: si impara a stare insieme, ad aiutarci, ma soprattutto a divertircigiocando tutti insieme, alternando i momenti di lavoro, gioco, preghiera. Mi au-guro che questa attività continui, perché ogni anno siamo sempre più numerose.Annachiara

Grazie Gesù di questo mese passato insieme con musica e allegria. Mi sonodivertita molto e ho fatto nuove amicizie essendo il primo anno che frequento.Ringrazio le suore di avermi insegnato tante cose. Sonia

La scuola di cucito mi è piaciuta molto, perché era la prima volta. Il secondoanno ci andrò subito... Benedetta

Grazie per avermi insegnato a pregare e a lavorare molto, in silenzio e mi èpiaciuto tanto. Grazie di tutto. Irene

UN LUGLIO DI RICAMORICAMORICAMORICAMORICAMO, DI GIOCO E DI RIFLESSIONE …

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Un grazie alle suore che mi hanno insegnato a cucire, che hanno avuto pazienzacon me e con le altre ragazze. Grazie anche alle ragazze del cucito che sonostate gentili e carine con me. Elisa

Questo è stato un mese indimenticabile e mi sono divertita moltissimo. Mi sonotrovata veramente bene ed ho conosciuto tante nuove ragazze. E poi: che gioiavedere l’ago e il filo disegnare paesaggi e fiori, alberi e animali... Che felicitàveder pian piano la tela bianca tingersi dei più bei colori. Tutto questo grazie all’aiuto di sr Angelina e sr Mariangela, che con pazienza sono state le nostre inse-gnanti. Grazie di cuore! Stefania

E’ già da un po’ di tempo che vengo a ricamo, perché mi sono sempre divertita. Aricamo poi trovo le mie amiche e così possiamo chiacchierare e giocare insie-me. Poi ho anche la soddisfazione di far vedere i lavori alla mia famiglia. Grazie asr Angelina e sr Mariangela. Enrica

E’ stato bello, perché abbiamo imparato tante cose ed è stata una nuova avventu-ra, è la prima volta che partecipo. Ci siamo divertite insieme a giocare ed aricamare! Emma

Al corso di ricamo mi sono divertita un mondo a fare i lavori in mezzo alle mienuove amiche. Grazie a sr Angelina e a sr Mariangela. Katia

Anche quest’anno ho frequentato con molto piacere il corso di ricamo. Oltre adaver imparato nuovi punti, ho capito che non va buttato via niente. Infatti gli avanzidi fili venivano riutilizzati. Un grazie di cuore a sr Mariangela e sr Angelina. Sara

Il corso di ricamo guidato da sr Mariangela e sr Angelina è stato un’ esperienzamolto bella, perché oltre ad imparare a ricamare ho potuto conoscere nuoveragazze del cucito che si sono dimostrate molto simpatiche. Ritengo molto im-portanti anche i momenti di preghiera, perché purtroppo gli uomini si dimentica-no troppe volte del Signore. Ringrazio le due suore che ci hanno guidate tutto ilmese di luglio. Silvia

Andare a ricamo mi è piaciuto perché ho conosciuto nuove amiche e ho impara-to a creare cose nuove e belle con lemie mani, è una cosa che non misuccede spesso. Veronica

Ogni mattina, il parroco don Guido,veniva a darci il “Buon Giorno” e sicongratulava per il nostro impegno,per la nostra gioia di stare insieme edi imparare a ricamare. Lo ringrazia-mo di cuore per la sua attenzione,simpatia verso di noi.Le ragazze del corso cucito

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Una serie di anniversari si sono susseguiti nella nostra parrocchianell’arco di pochi anni.

Due anni fa i cent’anni di fondazione della parrocchia stessa (nel1907) con l’inaugurazione da parte dell’arcivescovo Bressan della NuovaCasa parrocchiale, funzionale e accogliente, quasi una seconda casa per

ciascuno di noi.

Alla Festa del Grazie di giugno abbiamoricordato i 70 anni di sacerdozio di mons.Giuseppe Cagol e i 65 di professione religiosadi p.Efrem e suor Marianna, la più anzianadelle Suore della nostra comunità. Ed èproprio legato alle Suore di Maria Bambinaun duplice anniversario già festeggiato ingiugno a livello parrocchiale, ma che in questomese di settembre assume anche la suavalenza laica e socio-educativa: la loro

presenza centenaria a Villazzano che diventa un tutt’uno con l’attualeScuola dell’Infanzia.

Era il 15 ottobre 1909 quando tre suore – Carmela Ruatti, LiduinaPace e Ottilia Sala salivano in collina perassumere la direzione dell’Asilo e occuparsicosì dell’educazione e l’assistenza ai bambinidi età 3-6 anni. Gli anni della Grande Guerravidero un consistente numero di famigliedeportate, l’Asilo sospese l’attività aVillazzano, ma alla fine del conflittol’assistenza ai bambini si spostò in Piné. Solonel 1919 l’Asilo riaprì le porte con la frequenzaregolare dei bimbi del sobborgo. Il resto èstoria di oggi. Ora non è più gestito dalleSuore, bensì da un Comitato gestore che faparte della Federazione Scuole dell’Infanziatrentine. Una suora però è rimasta come educatrice, sr. Mariangela,accanto ad altre colleghe laiche, quasi a ricordo di un’antica presenza e

SSSSSUOREUOREUOREUOREUORE DIDIDIDIDI M M M M MARIAARIAARIAARIAARIA B B B B BAMBINAAMBINAAMBINAAMBINAAMBINAla loro presenza centenariala loro presenza centenariala loro presenza centenariala loro presenza centenariala loro presenza centenaria

Santa Bartolomea Capitanio

Santa Vincenza Gerosa

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L’Azione Cattolica di Villazzanopartecipa alla lieta ricorrenza dei 100anni di presenza delle Suore dellaCarità sul nostro territorio e inquest’occasione le si vuole ringraziareper l’opera svolta fin dal 1909 in favoredella Gioventù femminile del sobborgo.In modo particolare si ricorda il loro

prodigarsi nella catechesi, nell’educazione, nella preghiera, nellostimolare la gioia di vivere nella fede perché questo ha portatomolti frutti ed è testimoniato anche dalle numerose vocazionialla vita religiosa e missionaria.

La Presidente A.M.Casagrande

di un carisma, quello delle Suore di Carità, delle sante Gerosa eCapitanio, votato all’assistenza e all’educazione.

E la comunità di Villazzano il giorno sabato 26 settembre ha volutoringraziare le Suore per la loro opera “fondatrice” nei confronti dell’Asiloe nel contempo tornare col ricordo a tutte quelle schiere di bambiniche sono passati da quella sede. In quell’occasione di Festa è statapresentata anche una pubblicazione che raccoglie “Cent’anni di storia”,“per restituire – scrive l’Ente Gestore nella presentazione – alla Comunitàdi Villazzano alcuni frammentiattorno alla storia di una delle piùdatate istituzioni presenti nel suoterritorio”.

Foto sbiadite, immagini di bimbifelici di stare insieme, disegnicolorati e testimonianze: unapresenza discreta, ma importanteper molte famiglie.

E se pensiamo che – alla luce dellagrande storia di Trento che affonda le sue radici nei secoli fino all’etàRomana e oltre – dobbiamo riconoscere che il sobborgo di Villazzano èdavvero una comunità giovane, come del resto la nostra parrocchia. Unmotivo di speranza in più per lavorare insieme per costruire il futuro.

mtp

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Situazione al 30 settembre 2009

Totale debito Euro 519.859,63

Totale raccolto Euro 289.884,64

Rimanenza debito Euro 229.974,99

OFFEROFFEROFFEROFFEROFFERTE PRTE PRTE PRTE PRTE PRO DEBITO DEBITO DEBITO DEBITO DEBITO CASA PO CASA PO CASA PO CASA PO CASA PARRARRARRARRARROCCHIALEOCCHIALEOCCHIALEOCCHIALEOCCHIALE

NuoNuoNuoNuoNuovvvvvo sao sao sao sao sagggggrrrrraaaaato:to:to:to:to: belle belle belle belle bellezza e costizza e costizza e costizza e costizza e costiIl nuovo arredo davanti alla chiesa è stato pagato per

il 75% dalla Provincia. Il resto insieme al cortile per i ragazzicadrà sulle nostre spalle.La spesa a nostro carico non è ancora stata chiaramentedefinita per cui non possiamo dare dati certi.Invece è chiaro il preventivo per il tappeto gommato cheverrà messo nella parte di cortile riservata ai giochi deiragazzi che è di

Euro 10.000.-Se la raccolta sarà significativa potremmo pensare

anche alla così detta voliera che impedirà al pallone di usciredal nostro confine. Proponiamo:

ADOTTATE UN METRO QUADRO

In particolare per il tappeto gommato ed eventualevoliera chiediamo ad ogni famiglia (senza dimenticarel’impegno della rata mensile) di farsi carico di un metroquadrato del cortile che ha un costo

di euro 40.-

Situazione al 30 settembre 2009

Totale debito Euro 10.000,00

Totale raccolto Euro 340,00

Rimanenza debito Euro 9.660,00


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