+ All Categories
Home > Documents > E enti - System Adv IT | Systemadv · bito delle patologie a maggior impatto sociale. Il Progetto...

E enti - System Adv IT | Systemadv · bito delle patologie a maggior impatto sociale. Il Progetto...

Date post: 16-Feb-2019
Category:
Upload: duongkien
View: 212 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
10
Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008 TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE E enti Settimanale - Anno 2 N ° 26 Lunedì 13 Luglio 2009 FARMACEUTICA & SANITÀ N egli ultimi anni abbiamo as- sistito a numerosi cambia- menti strutturali, che hanno avu- to un impatto significativo sulla sanità. In particolare, le modifi- cazioni dell’assetto demografico, l’aumento della età media della popolazione, una nuova concezio- ne di benessere, la domanda cre- scente di salute, l’esigenza di con- tenimento della spesa sia a livello nazionale che regionale, hanno determinato l’esigenza di arrivare ad un “nuovo” sistema sanitario. In questo scenario, Pfizer Italia ha voluto rinnovare il modello di collaborazioni esterne attraverso l’avvio di partnership con le Re- gioni, con l’obiettivo di mettere a fattore comune il know-how della componente privata, scientifica, istituzionale ed il terzo settore per migliorare la qualità del sistema e sperimentare nuovi modelli nei quali si riconosca la centralità del paziente. Con questi presupposti è nato nel 2005, con la Regione La- zio, il “Progetto Michelangelo”, una partnership che si realizza at- traverso un piano di cooperazione regionale che vede coinvolti, per la prima volta insieme: Regione La- zio, LazioSanità (Agenzia di Sani- tà Pubblica della Regione Lazio), ANMCO (Associazione Naziona- le Medici Cardiologi Ospedalieri), SIC (Società Italiana di Cardiolo- gia) FIMMG (Federazione Italia- na Medici di Medicina Generale), Servizio di Emergenza ARES 118 CittadinanzAttiva-Tribunale dei Diritti del Malato e l’azienda far- maceutica Pfizer. Michelangelo si suddivide in tre sottoprogetti (Infarto.net, Prevasc e Inca2), che mirano al migliora- mento dell’assistenza e dell’emer- genza in ambito cardiovascolare. Contribuire a migliorare l’assi- stenza per le patologie cardio- vascolari, significa contribuire a risolvere una grossa fetta dei pro- blemi sanitari della nostra Regio- ne. I primi due grandi gruppi di cau- se di morte (tumori e sistema cir- colatorio), che insieme concorro- no a formare il 75% del problema, cioè tre morti evitabili ogni quat- tro nel Lazio, hanno in definitiva uno spazio di intervento che ri- guarda largamente e direttamen- te le Autorità sanitarie pubbliche ed i centri di ricerca e sperimen- tazione, pubblici e privati. A ciò si aggiunge il fatto che la Regio- ne Lazio è sicuramente una delle più complesse e articolate aree del nostro Paese anche in ambito sa- nitario, sia per la concentrazione di grandi università e centri di ec- cellenza nella Capitale, sia per la dimensione di Roma stessa, con problemi che riguardano non solo i cittadini residenti, ma la po- polazione di immigrati e di pre- senze turistiche, che raggiungono dimensioni elevate in occasioni di grandi avvenimenti nazionali e internazionali. Migliorare l’effi- cienza del sistema consentirebbe, tra l’altro, di evitare interventi ad alto costo, come le ospedalizza- zioni e la riabilitazione per malat- tie cardiovascolari, diminuendo la morbilità, oltre che la mortalità, con conseguenze positive sull’uti- lizzo dei servizi, che ne risulte- rebbe più appropriato, e sulle liste di attesa. Per questo è importan- te creare una rete efficiente che colleghi cure primarie, servizi di emergenza e ospedale, coinvol- gendo anche il paziente, protago- nista attivo della salute, affinché, chiamato a partecipare in prima persona a progetti di educazione e prevenzione, contribuisca a ren- dere migliore la qualità della vita. Su questo fronte, Pfizer ha avuto modo di capitalizzare una grande esperienza, avendo avviato negli anni precedenti un importante piano di Clinical governance e di disease and care management in partnership con la Regione Puglia (Progetto Leonardo), con la Regione Lombardia (Progetto Virgilio) e successivamente rea- lizzando una partnership interre- gionale con le Marche e l’Abruzzo (Progetto Raffaello), per la defini- zione di processi di cura nell’am- bito delle patologie a maggior impatto sociale. Il Progetto Mi- chelangelo rappresenta una tappa importante, che suggella l’espe- rienza pluriennale dell’Azienda nel tessuto socio-economico ita- liano, ma ancora di più, il punto di partenza di una collaborazio- ne estremamente innovativa per la Regione che ospita da oltre 50 anni Pfizer in Italia. La nuova partnership tra pubblico e privato potenzia la ricerca sanitaria Condividere l’intero know-how: i principali protagonisti del pro- getto Michelangelo inaugurano un modello che dà buoni frutti Il progetto prevede la creazione di una rete di collegamento tra ospedali dotati di servizi di emodinamica interventistica, ospedali periferici e ambulanze mediante un “trasporto intelligente”, basato sulla diagnosi precoce tramite la trasmissione telefonica dell’elettrocardiogramma, con l’obiettivo di garantire ad ogni paziente infartuato l’accesso alle procedure più appropriate e al centro più idoneo, segnando il passaggio dal concetto di “ospedale più vicino” a quello di “ospedale più adatto”, e offrendo a tutti i cittadini un’assistenza ottimale, indipendentemente dalla zona di residenza. È un nuovo modello assistenziale per la prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria, che coinvolge le medicine di gruppo ed i Distretti. La figura innovativa del modello è il Care Manager: è un infermiere che affianca i pazienti a rischio e i post-infartuati, con l’intento di promuovere l’osservanza della cura, il self help e il disease management. Il suo ruolo innovativo si sviluppa nella promozione della salute e degli stili di vita, aiutando il paziente a seguire la terapia impostata dal Medico. Nel progetto sono coinvolti anche: SUMAI, Sindacato Unico dei Medici Ambulatoriali del Lazio; IPASVI: Collegio Provinciale degli Infermieri, Assistenti Sanitari e Vigilatrici di Infanzia; SID: Società Italiana di Diabetologia; CARD, Conferenza delle Associazioni Regionali di Distretto. Il progetto che coinvolge le Cardiologie ospedaliere del Lazio prevede che un infermiere sperimentatore registri, durante il periodo di permanenza del paziente infartuato, i tempi, la qualità e l’appropriatezza delle procedure e delle cure adottate. I risultati del progetto consentono di valutare e implementare un modello di valutazione dell’appropriatezza diagnostico-strumentale, con indicatori di qualità e procedure di Risk Management. PREVASC Sperimentazione di un modello assistenziale innovativo per la prevenzione cardiovascolare LE TRE ANIME DI MICHELANGELO INFARTO.NET Diminuzione delle chiamate improprie al 118 e riorganizzazione dell’emergenza cardiologica nel Lazio INCA2 Promozione della qualità nei Servizi di Emergenza Cardiologica ospedaliera La partnership regionale prevede la realizzazione di tre sottoprogetti in ambito cardiovascolare: Infarto.Net, Prevasc e Inca2
Transcript
Page 1: E enti - System Adv IT | Systemadv · bito delle patologie a maggior impatto sociale. Il Progetto Mi- ... LE TRE ANIME DI MICHELANGELO ... cui partecipa anche il Tribunale

Spedizione con tariffa Posta Target

Magazine conv. naz./304/2008

del 01-06-2008

TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE

E entiSettimanale - Anno 2 N° 26 Lunedì 13 Luglio 2009

FARMACEUTICA& SANITÀ

Negli ultimi anni abbiamo as-sistito a numerosi cambia-

menti strutturali, che hanno avu-to un impatto signifi cativo sulla sanità. In particolare, le modifi -cazioni dell’assetto demografi co, l’aumento della età media della popolazione, una nuova concezio-ne di benessere, la domanda cre-scente di salute, l’esigenza di con-tenimento della spesa sia a livello nazionale che regionale, hanno

determinato l’esigenza di arrivare ad un “nuovo” sistema sanitario. In questo scenario, Pfi zer Italia ha voluto rinnovare il modello di collaborazioni esterne attraverso l’avvio di partnership con le Re-gioni, con l’obiettivo di mettere a fattore comune il know-how della componente privata, scientifi ca, istituzionale ed il terzo settore per migliorare la qualità del sistema e sperimentare nuovi modelli nei

quali si riconosca la centralità del paziente. Con questi presupposti è nato nel 2005, con la Regione La-zio, il “Progetto Michelangelo”, una partnership che si realizza at-traverso un piano di cooperazione regionale che vede coinvolti, per la prima volta insieme: Regione La-zio, LazioSanità (Agenzia di Sani-tà Pubblica della Regione Lazio), ANMCO (Associazione Naziona-le Medici Cardiologi Ospedalieri), SIC (Società Italiana di Cardiolo-gia) FIMMG (Federazione Italia-na Medici di Medicina Generale), Servizio di Emergenza ARES 118 CittadinanzAttiva-Tribunale dei Diritti del Malato e l’azienda far-maceutica Pfi zer.Michelangelo si suddivide in tre sottoprogetti (Infarto.net, Prevasc e Inca2), che mirano al migliora-mento dell’assistenza e dell’emer-genza in ambito cardiovascolare. Contribuire a migliorare l’assi-stenza per le patologie cardio-vascolari, signifi ca contribuire a risolvere una grossa fetta dei pro-blemi sanitari della nostra Regio-ne. I primi due grandi gruppi di cau-se di morte (tumori e sistema cir-colatorio), che insieme concorro-no a formare il 75% del problema, cioè tre morti evitabili ogni quat-tro nel Lazio, hanno in defi nitiva uno spazio di intervento che ri-guarda largamente e direttamen-te le Autorità sanitarie pubbliche ed i centri di ricerca e sperimen-tazione, pubblici e privati. A ciò si aggiunge il fatto che la Regio-ne Lazio è sicuramente una delle più complesse e articolate aree del nostro Paese anche in ambito sa-nitario, sia per la concentrazione di grandi università e centri di ec-cellenza nella Capitale, sia per la dimensione di Roma stessa, con problemi che riguardano non solo i cittadini residenti, ma la po-polazione di immigrati e di pre-senze turistiche, che raggiungono dimensioni elevate in occasioni di grandi avvenimenti nazionali e internazionali. Migliorare l’effi -cienza del sistema consentirebbe,

tra l’altro, di evitare interventi adalto costo, come le ospedalizza-zioni e la riabilitazione per malat-tie cardiovascolari, diminuendola morbilità, oltre che la mortalità,con conseguenze positive sull’uti-lizzo dei servizi, che ne risulte-rebbe più appropriato, e sulle listedi attesa. Per questo è importan-te creare una rete effi ciente checolleghi cure primarie, servizi diemergenza e ospedale, coinvol-gendo anche il paziente, protago-nista attivo della salute, affi nché,chiamato a partecipare in primapersona a progetti di educazionee prevenzione, contribuisca a ren-dere migliore la qualità della vita.Su questo fronte, Pfi zer ha avutomodo di capitalizzare una grandeesperienza, avendo avviato neglianni precedenti un importantepiano di Clinical governance edi disease and care managementin partnership con la Regione

Puglia (Progetto Leonardo), conla Regione Lombardia (ProgettoVirgilio) e successivamente rea-lizzando una partnership interre-gionale con le Marche e l’Abruzzo(Progetto Raff aello), per la defi ni-zione di processi di cura nell’am-bito delle patologie a maggiorimpatto sociale. Il Progetto Mi-chelangelo rappresenta una tappaimportante, che suggella l’espe-rienza pluriennale dell’Aziendanel tessuto socio-economico ita-liano, ma ancora di più, il puntodi partenza di una collaborazio-ne estremamente innovativa perla Regione che ospita da oltre 50anni Pfi zer in Italia.

La nuova partnership tra pubblico e privato potenzia la ricerca sanitaria

Condividere l’intero know-how: i principali protagonisti del pro-getto Michelangelo inaugurano un modello che dà buoni frutti

Il progetto prevede la creazione di una rete di collegamento tra ospedali dotati di servizi di emodinamica interventistica, ospedali periferici e ambulanze mediante un “trasporto intelligente”, basato sulla diagnosi precoce tramite la trasmissione telefonica dell’elettrocardiogramma, con l’obiettivo di garantire ad ogni paziente infartuato l’accesso alle procedure più appropriate e al centro più idoneo, segnando il passaggio dal concetto di “ospedale più vicino” a quello di “ospedale più adatto”, e off rendo a tutti i cittadini un’assistenza ottimale, indipendentemente dalla zona di residenza.

È un nuovo modello assistenziale per la prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria, che coinvolge le medicine di gruppo ed i Distretti. La fi gura innovativa del modello è il Care Manager: è un infermiere che affi anca i pazienti a rischio e i post-infartuati, con l’intento di promuovere l’osservanza della cura, il self help e il disease management. Il suo ruolo innovativo si sviluppa nella promozione della salute e degli stili di vita, aiutando il paziente a seguire la terapia impostata dal Medico. Nel progetto sono coinvolti anche: SUMAI, Sindacato Unico dei Medici Ambulatoriali del Lazio; IPASVI: Collegio Provinciale degli Infermieri, Assistenti Sanitari e Vigilatrici di Infanzia; SID: Società Italiana di Diabetologia; CARD, Conferenza delle Associazioni Regionali di Distretto.

Il progetto che coinvolge le Cardiologie ospedaliere del Lazio prevede che un infermiere sperimentatore registri, durante il periodo di permanenza del paziente infartuato, i tempi, la qualità e l’appropriatezza delle procedure e delle cure adottate. I risultati del progetto consentono di valutare e implementare un modello di valutazione dell’appropriatezza diagnostico-strumentale, con indicatori di qualità e procedure di Risk Management.

PREVASC

Sperimentazione di un modello assistenziale innovativo per la prevenzione cardiovascolare

LE TRE ANIME DI MICHELANGELO

INFARTO.NET

Diminuzione delle chiamate improprie al 118 e riorganizzazione dell’emergenza cardiologica nel Lazio

INCA2

Promozione della qualità nei Servizi di Emergenza Cardiologica ospedaliera

La partnership regionale prevede la realizzazione di tre sottoprogetti in ambito

cardiovascolare: Infarto.Net, Prevasc e Inca2

Page 2: E enti - System Adv IT | Systemadv · bito delle patologie a maggior impatto sociale. Il Progetto Mi- ... LE TRE ANIME DI MICHELANGELO ... cui partecipa anche il Tribunale

Due strumenti utili al citta-dino per avere un rapporto

più consapevole con il proprio sistema sanitario. Sono la Carta e la Guida dei servizi che l’Azienda unità sanitaria locale di Viterbo ha appena pubblicato e che sta distri-buendo su tutto il territorio della Tuscia. Entrando nello specifi co, la Carta, distribuita in 5mila copie presso i servizi aziendali, dichiara ai cittadini quali diritti possono esercitare e quali doveri hanno nei confronti del servizio sanita-rio locale. Inoltre, esplicitando gli standard di qualità, l’azienda ha

stipulato, di fatto, un patto con gli abitanti della provincia di Viterbo nell’ottica della trasparenza e della partecipazione. “La pubblicazione della Carta – dice Daria Natalini, dirigente dell’Uffi cio relazioni con il pubblico della Ausl - ha richiesto il lavoro di un apposito gruppo, a cui partecipa anche il Tribunale dei diritti del malato di Viterbo, che, dopo aver elaborato una serie di proposte, si è confrontato con i dirigenti dei servizi aziendali per la defi nizione della fattibilità degli obiettivi prestabiliti. Gli standard individuati sono poi stati riversati

da Programmazione e control-lo negli obiettivi di budget 2009, chiudendo in tal modo il cerchio tra le dichiarazioni di principio e le modalità eff ettive dell’erogazione dei servizi”. La Guida ai servizi, in-vece, è in corso di distribuzione in 20mila copie all’interno dell’azien-da e in 40mila copie presso le far-macie e nella cassetta delle poste di tutte le famiglie residenti nei co-muni superiori a 10mila abitanti. La Guida è un opuscolo nel quale gli utenti dell’azienda potranno trovare le informazioni relative a tutti i servizi. È uno strumento agi-

le e intuitivo: è stata costruita per aree di interesse, all’interno delle quali i cittadini possono orientar-si velocemente rispetto alle loro necessità. Per la pubblicazione e la distribuzione l’azienda si è con-venzionata con la J@m service di Terni, che, tramite il reperimento di sponsor, ha consentito che tale operazione fosse a costo zero per la Ausl di Viterbo. “La Guida e la Carta dei servizi – commenta il direttore generale della Ausl di Viterbo, Giuseppe Aloisio - sono l’ennesimo passo fatto nella dire-zione della trasparenza e del rag-

giungimento dell’appropriatezza delle cure. È solo attraverso un costante e corretto fl usso informa-tivo, infatti, che possiamo chiedere ai nostri utenti un utilizzo ottimale del sistema sanitario locale. Tutte le iniziative e le campagne di sensi-bilizzazione intraprese negli ultimi anni per un corretto uso dei far-maci, della diagnostica per imma-gini, delle analisi, per un accesso presso le strutture ospedaliere solo in caso di reale necessità e per un impiego migliore delle strutture sanitarie territoriali, volgono pro-prio in questa direzione”.

2 EventiLunedì 13 Luglio 2009

■ AUSL VITERBO / Due strumenti per essere più vicini ai cittadini

La Carta e la Guida ai servizi: L’Azienda rispettail patto di trasparenza stipulato con gli utenti

Proprietario ed editoreIl Sole 24 Ore Business Media S.r.l.Via Patecchio, 2 - 20141 Milano

Direttore responsabile: Mattia Losi

Stampatore: Il Sole 24 Ore SpA Via Tiburtina Valeria, Km 68,700 Carsoli - AQ

DIN NEWSLETTERSettimanale - Anno 2 - Numero 26Lunedì 13 Luglio 2009

Registrazione Tribunale di Milano numero 208 del 21 marzo 2005

E entiTERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE

Dare opportunità di inserimento sociale ai giovani che hanno seguito un percorso terapeutico riabilitativo: è quanto si pro-

pone Marco Marcelli, direttore della Neuropsichiatria infantile, con il nuovo Laboratorio di stampa digitale presso la Cittadella della salute di Viterbo. Si tratta di un vero e proprio laboratorio di stam-

pa, con tanto di attrezzature informatiche, stampanti, rilegatrici, piegatrici, in cui, accanto a ragazzi con capacità di gestire un intero ciclo di preparazione e realizzazione di un manifesto o di un pie-ghevole, operano anche altri che si occupano di compiti più semplici come il taglio, la piegatura o il confezionamento dei prodotti, parte-cipando allo stesso percorso progettuale.Il laboratorio si integra con le attività aziendali, producendo, in collaborazione con l’Uffi cio di comunicazione interna e esterna dell’Urp (Uffi cio relazioni con il pubblico), una serie di lavori che trovano una utilizzazione pratica e con il solo costo dei materiali di consumo. Gli utenti del laboratorio sono ragazzi in uscita dalla scuola dell’obbligo, in possesso di buone capacità cognitive, ma che, per diffi coltà oggettive o legate al tipo di defi cit, risultano diffi cil-mente collocabili in esperienze di formazione esterna. I terapisti occupazionali che coordinano le attività del laboratorio sviluppano un progetto di integrazione che parte da lontano. Nell’autunno del 2002 nasce l’ausilioteca: una struttura che ha lo scopo di attivare interventi terapeutici riabilitativi, in collaborazione con le équipes curanti, per migliorare le competenze cognitive e relazionali, inter-personali e sociali tramite l’utilizzo di strumenti hardware e sof-tware. Oggi, il laboratorio di stampa digitale completa la struttura riabilitativa e costituisce un esperimento di integrazione nella rete sociale da non trascurare, ma può anche costituire una opportunità per sbocchi occupazionali.

■ CITTADELLA DELLA SALUTE / È in corso un esperimento di integrazione sociale

Terapia e occupazione: il laboratorio di stampa digitale

È nata uffi cialmente la prima fi liera agroalimentare sociale

della Tuscia. Si chiama “La com-pagnia del Capagno” ed è una rete pubblico privata il cui obiettivo è promuovere, sostenere e raff orza-re, in modo sistematico, interventi e azioni di inclusione sociale per le persone con disabilità. Il progetto ambizioso comprende tra gli ide-atori e i promotori l’associazione Amici di Galiana, l’associazione Il giardino di Filippo, la Ausl di Vi-terbo e l’Università degli Studi della Tuscia. Per l’azienda sanitaria han-no avuto un ruolo determinante

le Unità operative Disabile adulto, diretta da Gilda Rush, e l’area C del Servizio veterinario, diretta da Paolo Burla. “La compagnia del Capagno” si propone di arricchire e potenziare la rete appena costituita, aprendola il più possibile ai contri-buti che verranno dalla società civile e incentrandola sulla condivisione del ruolo, al tempo stesso, terapeu-tico riabilitativo e di integrazione lavorativa che possono svolgere le attività agricole e le attività a queste connesse. Si tratta della cosiddetta “agricoltura sociale” che trova nel viterbese un ambito di elezione particolarmente appropriato. Il “ca-pagno”, tipica espressione viterbese che indica il cesto di vimini utiliz-zato per raccogliere i prodotti agri-coli, rappresenta in questo contesto il simbolo dei prodotti derivanti da una “buona” terra. Entrando nel-lo specifi co e nella fase operativa dell’iniziativa, attraverso il coinvol-gimento di aziende produttrici in grado di fornire i loro prodotti per il capagno, e, attraverso la messa in rete dei consumatori, i ragazzi con disabilità coinvolti parteciperanno attivamente a tutte le fasi del lavoro, dalla produzione alla distribuzione, ognuno secondo le proprie compe-tenze, attitudini e inclinazioni. Le aziende fornitrici di prodotti, inol-

tre, diventeranno anche sede per itirocini formativi. In questo modonon ci sarà soltanto la costituzionedi un paniere di prodotti e il con-tatto diretto con il consumatore, maanche la fornitura di un servizio diformazione e di avviamento al la-voro. La Compagnia del Capagno,oltre a ciò, costituirà anche una retedi acquisto socialmente responsa-bile stabilendo un rapporto diret-to tra produttore e consumatoreche valorizzi le valenze qualitative,ambientali e solidali dei beni e deiservizi del “capagno”. Il fi ne ulti-mo è sensibilizzare la cittadinanzaall’adozione di modelli di consu-mo socialmente responsabili e alruolo dell’agricoltura come ambitodi inclusione sociale e lavorativodi soggetti a bassa contrattualità. Ilconcetto di “fi liera agroalimentaresociale” è stato accolto, con entusia-smo, da diversi attori istituzionalie non della vita pubblica viterbeseche stanno cercando di dare unapropria forma di contributo. Deter-minante è stato quello fi nanziariogarantito dalla Fondazione Carivit,ma, signifi cativa si è rivelata anchela partecipazione degli studenti delcorso di grafi ca dell’Istituto Fran-cesco Orioli di Viterbo che hannorealizzato il logo de La Compagniadel Capagno.

■ DISABILI / Terapia, riabilitazione e integrazione lavorativa

Compagnia del Capagno:la prima fi liera agroalimentare

sociale della Tuscia

Ragazzi al lavoro all’interno del laboratorio

Ippoterapia presso la Compagnia del Capagno

La Carta e la Guida ai servizi

Page 3: E enti - System Adv IT | Systemadv · bito delle patologie a maggior impatto sociale. Il Progetto Mi- ... LE TRE ANIME DI MICHELANGELO ... cui partecipa anche il Tribunale

3EventiLunedì 13 Luglio 2009

Page 4: E enti - System Adv IT | Systemadv · bito delle patologie a maggior impatto sociale. Il Progetto Mi- ... LE TRE ANIME DI MICHELANGELO ... cui partecipa anche il Tribunale

4 EventiLunedì 13 Luglio 2009

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha porta-

to al massimo il livello di allarme per la diff usione della nuova in-fl uenza causata dal virus H1N1. Durante una conferenza stampa a Ginevra, Margaret Chan, diretto-re generale dell’OMS, ha comun-que precisato che la pandemia è “moderata” e non ha raccoman-dato la chiusura delle frontiere nè la restrizione nei movimenti di persone, beni e servizi, ma ha tut-tavia invitato chi è aff etto da ma-lattie, per esempio croniche, alla prudenza e a rinviare i viaggi in-ternazionali. Inoltre, chi presenta sintomi infl uenzali collegabili a una infezione da virus A(H1N1), dopo viaggi internazionali, do-vrebbe rivolgersi a un medico. Inoltre, Chan ha spiegato che la previsione di durata della pande-mia va da uno a due anni. Anche il viceministro della Salute Ferruccio Fazio, in un intervento al Consiglio dei ministri della Sa-lute dell’Unione europea tenutosi in Lussemburgo, ha aff ermato che il livello 6 di allarme non è dovu-to alla gravità clinica dei sintomi, ma alla grande diff usione geogra-fi ca del virus.Dal 24 aprile 2009, infatti, il nuo-vo virus infl uenzale A H1N1 si diff onde a livello mondiale. Dopo aver colpito l’America del Nord, esso si diff onde rapidamente in numerosi Paesi dell’emisfero australe, dove sta contempora-neamente imperversando l’in-fl uenza stagionale. Finora, in Svizzera sono stati confermati 20 casi dell’infl uenza A H1N1, la maggior parte dei quali concer-nono persone ritornate da zone colpite dal virus. Pertanto, in assenza di misure di contenimento effi caci a par-tire dai vaccini, il pericolo è che ci possa essere un’elevata fetta di popolazione che potrebbe esse-re contagiata, determinando un blocco dell’attività e, di conse-guenza, pesanti danni all’econo-mia del Paese. Da qui, l’esigenza

di una azione coordinata a livello europeo per quanto riguarda le strategie vaccinali e gli aspetti re-golatori (autorizzazione centra-lizzata a livello europeo), anche per assicurare una rapida dispo-nibilità di un vaccino a costi con-tenuti. Al termine del Consiglio dei ministri, su tale posizione si è giunti ad un sostanziale accor-

do, tra tutti i Paesi dell’Unione, su un preciso piano concordato di preparazione e risposta alla pandemia infl uenzale e di ampie scorte di farmaci antivirali da utilizzarsi in caso di necessità. L’arma migliore di prevenzione è rappresentata dalla vaccinazione della popolazione. Il vaccino spe-cifi co contro il virus A(H1N1), attualmente, ancora non è dispo-nibile e potrebbe essere pronto in autunno. In Italia, restano inalterate le misure di contenimento e sor-veglianza già disposte con la fase 5 sulla rintracciabilità dei passeggeri e degli equipaggi dei voli diretti o provenienti da aree con trasmissione sostenuta di in-fezione; gestione dei passeggeri con sintomi infl uenzali durante il volo e dei loro contati stretti; defi nizione e gestione dei casi so-spetti, probabili e confermati. Le misure di profi lassi contro l’in-fl uenza A(H1N1) per i passeg-geri provenienti dal Messico re-stano disciplinate dall’Ordinanza ministeriale del 4 maggio. Con la

stessa Ordinanza, è stato dispo-sto che gli studenti delle scuole dell’infanzia, primarie e seconda-rie (dalla materna alla maturità) che rientrano in Italia dal Mes-sico non sono ammessi a scuola per sette giorni dal loro arrivo.

Il viceministro della Salute Ferruccio Fazio, in un intervento

al Consiglio dei Ministri della Salute dell’Unione Europea

tenutosi in Lussemburgo, ha affermato che il livello 6 di

allarme non è dovuto alla gravità clinica dei sintomi,

ma alla diffusione a livello mondiale

■ H1N1 / Allarme per la diff usione della nuova infl uenza. Il vaccino forse in autunno

Grande diffusione geografi ca del virus, dichiarata la pandemia “moderata”

Ancora oggi in Italia è diffi cile accedere ai farmaci per com-battere il dolore.

Queste diffi coltà ci pongono agli ultimi posti in Europa per le pre-scrizioni dei farmaci oppiacei che servono a combattere il dolore e le soff erenze, cui sono costretti milioni di italiani colpiti da gravi malattie come il cancro, ma anche da patologie croniche e invali-danti o comunque da gravi traumi.Una delle cause che rendono diffi cile l’accesso alla terapia del do-lore è l’obbligo, previsto dal Testo unico degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope di cui al DPR 309 del 1990, di utilizzo di un ricettario speciale per la prescrizione di medicinali analgesici op-piacei per un gran numero di preparazioni medicinali contenenti antidolorifi ci.In attesa di una revisione del Testo unico, il viceministro della Salute Ferruccio Fazio, sentito il parere del Consiglio Superiore di Sanità, ha emanato un’ordinanza che iscrive temporaneamen-te alcune composizioni medicinali nella tabella II sezione D del Testo unico.L’ordinanza del 16 giugno 2009 entra in vigore il giorno della pubblicazione in Gazzetta Uffi ciale e rimane vigente fi no all’en-trata in vigore delle disposizioni di revisione del Testo unico o comunque non oltre i dodici mesi.Nell’ordinanza stessa viene ribadita la necessità di una revisione sistematica del Testo unico.L’iscrizione delle composizioni in Tabella II sezione D rende più semplice la prescrizione di alcuni farmaci oppiacei, consentendo al medico di utilizzare il ricettario normale anziché quello specia-le ed eliminando così le diffi coltà burocratiche che spesso scorag-giano tali prescrizioni.Le composizioni medicinali, per le quali viene temporaneamen-te adottata la ricetta semplice, sono tutte composizioni ad uso diverso da quello parenterale, utilizzate nella terapia del dolore severo di qualsiasi origine. Sono esclusi i medicinali indicati nella terapia della disassuefazione degli stati di tossicodipendenza.

Le composizioni temporaneamente iscritte nella sezione D della Tabella II sono:

composizioni per somministrazioni ad uso diverso da quello • parenterale contenenti codeina e diidrocodeina in quantità, espressa in base anidra, superiore a 10 mg per unità di sommi-nistrazione o in quantità percentuale, espressa in base anidra, superiore all’1% p/v (peso/volume) della soluzione multidose;composizioni per somministrazione rettale contenenti codeina, • diidrocodeina e loro sali in quantità, espressa in base anidra, superiore a 20 mg per unità di somministrazione;composizioni per somministrazioni ad uso diverso da quello • parenterale contenenti fentanyl, idrocodone, idromorfone, morfi na, ossicidone e ossimorfone;composizioni per somministrazioni ad uso transdermico con-• tenenti buprenorfi na.

In precedenza erano state introdotte limitate modifi che alle ta-belle delle sostanze stupefacenti e psicotrope relative ad alcune preparazioni contenenti codeina o ossicodone.

Terapia del dolore, da oggi cure più facili

È più semplice prescrivere oppiacei

IN BREVE

INFORMAZIONE

Conoscere la meningite

La meningite è un’infiammazione, prevalentemente di origine batterica o virale, delle meningi cioè delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, che si manifesta soprattutto nei mesi freddi. Si tratta di una malattia grave ma curabile nella maggioranza dei casi. È importante la tempestività della diagnosi, ardua nei neonati e nei bambini piccoli, e quindi delle cure. Ogni anno, in Italia si verificano circa 900 casi di meningite batterica, la forma più pericolosa, in gran parte casi sporadici che rientrano nella normalità epidemiologica della meningite del nostro Paese e, purtroppo, si registra ancora il 14% di decessi. La vaccinazione è un’irrinunciabile ed efficace arma di prevenzione per una malattia che è tuttora una delle principali cause di mortalità e di morbosità nei bambini al di sotto dei 10 anni e negli adolescenti tra 15-19 anni. Oggi, esistono tre vaccini antimeningiti offerti dalla propria Asl secondo le disposizioni regionali: contro l’Emofilo, il più diffuso, contro lo Pneumococco e contro il Meningococco di tipo C.

Anche quest’anno, il settore Salute del ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali ha realizzato, in collaborazione con Seat Pagine Gialle, le “Pagine della Salute”, dal titolo “Stare bene con la prevenzione”. Si tratta di alcune semplici indicazioni che aiutano a far capire quanto sia importante la prevenzione per la tutela della salute e quanto siano fondamentali le “azioni” che ogni persona può compiere responsabilmente durante la propria vita per non ammalarsi o, comunque, per ritardare la comparsa di una malattia o anche per ridurne la gravità. La guida è pubblicata nei volumi delle Pagine Bianche distribuiti da maggio 2009 in tutta Italia, a partire dalla Provincia di Milano, prima grande città ad essere interessata dall’iniziativa. La distribuzione avverrà quindi a Firenze il 4 giugno, a Genova il 25 luglio, a Bologna il 10 ottobre e a Napoli il 17, a Roma il 13 novembre 2009 e così di seguito, per concludersi nella città di Torino il 22 aprile 2010.È prevista la stampa di 24 milioni di volumi.

La tutela del celiaco costituisce per il Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali un obiettivo importante poiché la promozione e la tutela della salute delle persone, e, in particolare, di quelle appartenenti alle fasce più deboli, è il cuore di una politica sanitaria attenta e responsabile, ed è oggi l’unico modo per misurare l’efficacia e la coerenza del nostro lavoro.

GUIDA 2009

Stare bene con la prevenzione

CELIACHIA

Impariamo a conviverci

Ferruccio Fazio, viceministro della Salute

Page 5: E enti - System Adv IT | Systemadv · bito delle patologie a maggior impatto sociale. Il Progetto Mi- ... LE TRE ANIME DI MICHELANGELO ... cui partecipa anche il Tribunale

5EventiLunedì 13 Luglio 2009

Investire nella ricerca. Quella che sotto molti aspetti resta

solamente una dichiarazione di intenti – spesso da rimandare a “data da destinarsi” – per Brac-co è invece una realtà o, meglio, uno dei valori fondanti di quello che è oggi un Gruppo integrato multinazionale. Non a caso oggi l’azienda milanese, con centri di ricerca in Italia, Svizzera e Stati Uniti, quasi 1 miliardo di euro di vendite di cui oltre il 65% all’este-ro, investe circa il 9% del fattura-to di riferimento nella Ricerca e Sviluppo e vanta un invidiabile patrimonio di ben 1.500 brevet-ti. Non è un impegno da poco, se si guardano i numeri: il Gruppo Bracco opera nel settore della sa-lute attraverso le divisioni Bracco Imaging, specializzata nella dia-gnostica per immagini, Farma, che si occupa di farmaci etici e da banco per il mercato italiano, Acist, con base a Minneapolis, per lo sviluppo di sistemi avan-zati di somministrazione e CDI (Centro Diagnostico Italiano) di Milano. Complessivamente, oggi il Gruppo, presente in oltre 80 nazioni in tutto il mondo, occupa circa 2.800 dipendenti. Ne ha fat-ta di strada, Bracco, da quel lon-tano 1927. Nei decenni l’azienda, guidata da Diana Bracco, la terza generazione di imprenditori, ha progressivamente intensifi cato il proprio impegno sviluppando la ricerca innovativa e specializzata negli agenti di contrasto per la diagnostica medica che ha porta-to alla introduzione sul mercato di prodotti ad elevata effi cacia e sicurezza. Con i suoi tre Centri di Ricerca di Ivrea, Ginevra e Prin-ceton, attualmente Bracco può vantare una rete di livello inter-nazionale proprio dedicata allo sviluppo dell’imaging. Il network è specializzato nello sviluppo di nuovi prodotti per le sofi sticate esigenze delle nuove tecniche diagnostiche ed è integrato da una serie di collaborazioni con istituti di ricerca pubblici e pri-vati, centri clinici e università in Italia e nel mondo.Alla fi ne degli anni Ottanta, Bracco ha avviato un piano di internazionalizzazione che ha mosso i suoi primi passi negli Stati Uniti attraverso Bracco Dia-gnostics Inc. e Bracco Research Usa, entrambe con sede a Prince-ton, nel New Jersey, dove è oggi basato anche il coordinamento mondiale della attività di svilup-po clinico. Gli Usa sono tuttora il mercato principale di Bracco Imaging: ol-tre che in Europa, da anni è pre-sente anche in Giappone e Cina, (con uno stabilimento e labora-tori a Shanghai, mentre Pechino ospita la sede commerciale e le at-tività di sviluppo clinico). La con-trollata Bracco Imaging, con sede a Milano, è oggi uno dei leader internazionali nella diagnostica per immagini, in grado di off rire una gamma completa di “agenti imaging”, ossia prodotti farma-ceutici utilizzati nelle procedure di diagnostica (TAC, angiografi a, ecografi a, risonanza magnetica, ultrasuoni, medicina nucleare), per migliorare la visualizzazio-ne anatomica e funzionale degli organi. Con la recente acquisi-zione di un’altra americana, la E–Z–EM Inc., leader nei sistemi di somministrazione di mezzi di contrasto e prodotti per la radio-

logia gastrointestinale, Bracco è oggi in grado di off rire soluzioni per tutte le modalità dell’imaging diagnostico. Fondamentale per questo approccio globale alle esi-genze dei clinici è l’attività della società Acist, acquisita nel 2001, con sede vicino a Minneapolis. Anche in questo caso i nume-ri sono rilevanti e spiegano più delle parole: i suoi iniettori sono utilizzati nei centri ospedalieri più avanzati di oltre 40 nazioni e circa 4,5 milioni di persone sono già state sottoposte a procedure con le strumentazioni Acist. Uno dei principali successi re-centi di Bracco Imaging è stato lo sviluppo della Metodica Ecogra-fi a con Mezzo di Contrasto (in lingua inglese, Contrast Enhan-ced Ultrasound - CEUS) a sup-porto della diagnostica ecografi -ca, che attualmente rappresenta l’approccio di “prima scelta” per lo studio dell’addome, sia in Eu-ropa che negli Usa. Infatti, anche la diagnostica per immagini, per sua stessa defi nizione, non in-vasiva e fonte di minori disagi per i pazienti rispetto a tecniche più dirette, può essere progres-sivamente migliorata attraverso una costante attività di ricerca. Si tratta di velocizzare i tempi di esecuzione e di facilitare la leggi-bilità - e, quindi, l’interpretabili-tà - dei risultati. Un interessante risultato, in questo senso, è stato ottenuto mediante la seconda ge-nerazione di mezzi di contrasto, costituiti da microbolle di gas, frutto della ricerca di Bracco per l’ecografi a. Questi nuovi mezzi di contrasto permettono una diagnostica in “tempo reale” senza dovere ri-spettare lunghi tempi di attesa tra l’assunzione e l’ecografi a vera e propria, migliorando la quali-tà della risposta. Un importante passo avanti nella metodica, che consente un più largo impiego dell’ecografi a nella diagnosi on-cologica, con il vantaggio di ri-durre ulteriormente, per soggetti particolarmente sensibili, il già basso rischio connesso alle altre tecniche oggi più utilizzate. Questa metodica di imaging, anche grazie alla tollerabilità del prodotto, è indicata anche per l’immediato controllo nella tera-pia ablativa dei tumori primitivi e metastatici del fegato, che nel controllo di routine si eff ettua dopo trenta giorni.La validità e le indicazioni delle ecografi e di contrasto e delle altre metodiche di imaging, nello stu-dio delle lesioni focali del fegato, sono approvate dal Sistema Na-zionale Linee Guida, coordinato dall’Istituto superiore di sanità. Le linee guida rimarranno in vigore sino al 2011 e hanno lo scopo di identifi care i metodi di diagnosi più appropriati e di for-mulare raccomandazioni basate sulle prove di effi cacia.“I mezzi di contrasto in ecogra-fi a, dopo aver attraversato una fase pionieristica, oggi sono di-ventati di utilizzo “routinario”, grazie a una evoluzione tecno-logica ancora in atto”, rileva il dottor Paolo Ricci, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Radiologiche - Istituto di Radio-logia Università “La Sapienza” di Roma, e presidente della Sezione di studio mezzi di contrasto del-la Società Italiana di Radiologia Medica (SIRM), che da anni si

Uno dei compiti della ricerca medica è sicuramente quel-

lo di migliorare l’effi cienza dia-gnostica diminuendo l’invasività

dei metodi. Detta così, potrebbe sembrare qualcosa come la “qua-dratura del cerchio”, ma in realtà risultati in questo settore sono

all’ordine del giorno, proprio grazie alla continua attività di ri-cerca messa in campo da alcune realtà di eccellenza. Andrea La-ghi, professore associato di Ra-diologia alla Sapienza di Roma e direttore dell’UOC “Tecniche diagnostiche avanzate” presso l’ICOT di Latina, porta in propo-sito l’esempio della colonscopia virtuale. Si tratta di una tecnica radiologica non invasiva descrit-ta per la prima volta nel 1994 che permette di visualizzare l’intero colon tramite l’esecuzione di una TAC addominale dopo insuffl a-zione di gas nell’intestino. Le immagini ottenute vengono successivamente elaborate da un soft ware dedicato che consente la ricostruzione del colon in 2 o 3 dimensioni con la possibilità da parte del medico radiologo di studiarlo navigando virtualmen-te al suo interno. La navigazione avviene dal cieco al retto e si ri-pete nel verso opposto. Allo stato attuale la metodica può essere considerata di scelta, in alterna-tiva al clisma a doppio contrasto, per pazienti con colonscopia incompleta, con tumore colico occlusivo, per pazienti anziani e per soggetti in cui le condizioni cliniche non permettano l’esecu-

zione di una procedura invasivacome la colonscopia convenzio-nale. La American Cancer So-ciety ha introdotto pochi mesifa la coloscopia virtuale tra lemetodiche da adottare per loscreening del tumore colico e dipolipi di dimensioni clinicamen-te signifi cative.Dal 1994 a oggi, la tecnologiaha peraltro fatto - come si dice- passi da gigante, aumentandosia il campo di applicazione chel’attendibilità di questa metodi-ca. Bracco propone un mezzodi contrasto a base di iodio cheil paziente deve bere il giornoprecedente per evidenziare lefeci e distinguerle dai polipi eduna pompa elettronica di nuovaconcezione per insuffl are l’ani-dride carbonica necessaria per“distendere” l’intestino con unmigliore confort per il paziente.L’unico “disagio” per il paziente èl’osservanza di 12 ore di digiuno.Con le nuove tecnologie, l’esameè diventato più veloce (15 minutial massimo), sicuro (il livello diradiazioni è bassissimo, circa ildoppio rispetto alla radiazionecosmica annua) e più tolleratodei pazienti. “Vi sono evidenzescientifi che - continua il profes-sor Laghi - derivanti da lavori diconfronto, nei quali si dimostrauna nettissima superiorità dellacolonscopia virtuale rispetto alclisma del colon, in termini diidentifi cazione, sia dei tumorisia dei polipi. Se non fosse per ladisponibilità delle apparecchia-ture sul territorio nazionale e dialtrettanti radiologi addestrati, ilclisma potrebbe già oggi esserecompletamente soppiantato dal-la coloscopia virtuale”.

■ CEUS / Innovativa metodica usata dal Gruppo Bracco e specifi ca per l’analisi epatica

Mezzi di contrasto per l’ecografi a: da oggi la diagnostica medica guarda al futuro

La colonscopia virtuale: metodica nuova e non invasiva specifi ca per le varie patologie del colon

Immagine dopo somministrazione di mezzo di contrasto ecografi co

Paziente portatore di lesione maligna primitiva del fegato (epatocarcinoma). Immagine ecografi ca senza mezzo di contrasto

Immagine ecocardiografi ca prima della somministrazione di mezzo di contrasto ecografi co

Immagine ecocardiografi ca dopo la somministrazione di mezzo di contrasto ecografi co

I prodotti Bracco sono impie-gati con successo anche per

la prevenzione e la diagnostica delle patologie del seno attraver-so l’imaging. Lo “stato dell’arte” viene illustrato dalla dottoressa Elsa Cossu, ricercatrice presso il Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Imaging moleco-lare, Radiologia interventistica e Radioterapia dell’Università Tor Vergata di Roma, diretto dal pro-fessor Giovanni Simonetti. Oggi, l’arma contro il carcinoma mam-mario è rappresentata dalla dia-gnosi precoce, consentita dalla diagnostica strumentale (mam-mografi a, ecografi a e risonanza magnetica) e da una terapia ef-fi cace. La risonanza magnetica della mammella, eseguita in casi selezionati ed in centri dedica-ti ove personale esperto lavora in equipe con spirito multidi-sciplinare, consente una idonea diagnosi effi cace della patologia

mammaria, defi nendone esten-sione e consentendone la corretta pianifi cazione terapeutica. La ri-sonanza magnetica in dotazione,

sia negli ospedali che in molte strutture private, è una tecnica di generazione di immagini basata sul principio fi sico della risonan-

za dei nuclei. Il termine nuclearenon deve trarre in inganno, per-ché la metodica non è assoluta-mente dannosa per il paziente enon utilizza radiazioni ionizzan-ti. A diff erenza di altri metodi diimaging, la risonanza magneticapermette di discriminare i tessutisulla base della loro composizio-ne biochimica. I risultati dellarisonanza magnetica vengonorestituiti attraverso un appositosoft ware che consente di valutareil “focus” evidenziato attraversoil mezzo di contrasto: spiegato inparole semplici, si tratta di dareun’interpretazione a ciò che vie-ne messo in evidenza dalla lumi-nosità del contrasto. Ancora unavolta, la disponibilità di innovati-vi prodotti di ultima generazione,quali mezzi di contrasto e sistemidi aiuto alla refertazione, cosid-detti CAD, sviluppati dai ricerca-tori Bracco, ha apportato a questatecnica notevoli miglioramenti.

Endoscopia Virtuale - Lesioni Polipoidi del colon

■ FOCUS / L’impegno di Bracco sul fronte della ricerca per una terapia effi cace

Imaging, diagnosi precoce e prevenzioneper combattere tutte le patologie del seno

dedica allo studio delle appli-cazioni dell’ecocontrasto nei diversi scenari clinici. Anche in ambito ecocardiografi co, la Ceus si sta aff ermando come metodica molto accurata, come testimonia Luciano Agati, professore asso-ciato di cardiologia presso l’Uni-versità La Sapienza di Roma, in quanto permette di “marcare” il fl usso del sangue senza utiliz-zare sostanze radioattive, con-

sentendo fi nalmente di “man-dare in pensione” i radioisotopi. I vantaggi? Notevoli, e non solo per la qualità della diagnosti-ca, ma anche per i costi molto contenuti di una metodica non invasiva rispetto all’uso di ra-diazioni come nell’esame TAC. Le aree di sviluppo sono enormi e si stanno studiando nuove indi-cazioni, prima fra tutte la possi-bilità di visualizzare la perfusione

del cuore. Sono in corso le speri-mentazioni, allo scopo di giun-gere presto all’approvazione della tecnica e, in prospettiva, Bracco ha in programma di iniziare uno studio clinico in trentotto cen-tri specializzati in tutta Europa. Anche questo per Bracco non sarà un punto d’arrivo, ma solo un punto di partenza sulla via della ricerca continua per mi-gliorare, nel suo specifi co campo,

la qualità della vita dell’uomo. Equesto non deve stupire, perchéin tutti i campi di attività, chesiano direttamente legati al busi-ness o meno, Bracco si è sempredistinta come un’azienda social-mente responsabile, fortementeimpegnata nel campo sociale ededucativo, nella difesa dell’am-biente, nel sostegno alla culturae nella promozione delle pari op-portunità.

ESEMPI CONCRETI DI APPLICAZIONE

Un bisogno vecchio come la medicina, quindi antichis-simo, che per molto tempo è rimasto solamente un so-

gno, quello di poter “guardare” dentro il corpo del paziente. Vedere direttamente, con i propri occhi, cosa sta succedendo negli organi e nei tessuti, anziché orientarsi tra mille in-dizi a volte contraddittori. In fondo, la storia stessa della medicina si potrebbe anche scrivere attraverso l’evoluzione dei mezzi diagnostici, che una volta scoperti rappresentano altrettante pietre miliari dell’arte medica. Si pensi all’inno-vazione rappresentata dall’ecografi a, la tomografi a assiale computerizzata, meglio nota come TAC, la risonanza ma-gnetica e i mezzi di contrasto ad elevata tollerabilità. L’evo-luzione della diagnostica per immagini è sostenuta dalla ricerca continua che vede impegnate sul fronte internazio-nale ditte come Bracco. La diagnostica per immagini, per sua stessa natura non invasiva, ha trovato un importante

utilizzo nella prevenzione e nel controllo dei disturbi car-diovascolari, la cui incidenza sulla popolazione occidentale appare sempre più rilevante. Dell’imaging cardiovascolare parla il dottor Luigi Natale del Policlinico Gemelli, Uni-versità Cattolica di Roma: “L’imaging del cuore, che già si avvaleva di varie metodiche, quali ecocardiografi a, co-ronarografi a e scintigrafi a miocardica, può oggi utilizzare anche tomografi a ad emissione di positroni (PET), TAC e risonanza magnetica (RM). Un imaging così articolato ri-chiede pertanto un lavoro di équipe, che coinvolge tutti gli specialisti impegnati con le loro diverse competenza, clini-che e tecniche. Per quanto riguarda TAC e RM, entrambe queste metodiche, pur così diverse tra loro, necessitano di mezzi di contrasto, da cui dipende in larga parte la qualità del risultato”. Di norma, un metodo pur moderno come la TAC, senza l’ausilio del mezzo di contrasto, si limita ad “ac-

corgersi” della presenza di una calcifi cazione coronarica, ma non riesce a valutare il grado di ostruzione dell’arteria. I mezzi di contrasto, sviluppati da industrie farmaceutiche come Bracco, sono in grado di opacizzare il sangue e, in caso di sintomi di ischemia e infarto, di evidenziare sia lo stato di salute delle coronarie che la loro eventuale riduzio-ne di calibro (stenosi). I mezzi di contrasto per RM sono sostanze diverse, di più recente introduzione; la ricerca ha sviluppato diversi prodotti ed anche in questo campo Brac-co si è aff ermata come azienda leader. La RM permette sia di eff ettuare una analisi della funzione cardiaca che di evidenziare l’infarto acuto, avvenuto cioè da pochi giorni, e l’infarto cronico (a distanza di tempo dall’evento) grazie alla proprietà del liquido di contrasto di concentrarsi nella zona miocardica interessata, rilevando pertanto sia la ne-crosi cellulare che la cicatrizzazione.

Possiamo guardare dentro il cuore: l’evoluzione tecnologicarisulta fondamentale nei casi di ischemia e di infartoLa RM permette sia di eff ettuare un’analisi della funzione cardiaca che di evidenziare l’infarto acuto o cronico

I mezzi di contrasto sono

in grado di opacizzare il

cuoree di evidenziare

lo stato di salute delle conorarie

Page 6: E enti - System Adv IT | Systemadv · bito delle patologie a maggior impatto sociale. Il Progetto Mi- ... LE TRE ANIME DI MICHELANGELO ... cui partecipa anche il Tribunale

6 EventiLunedì 13 Luglio 2009

IL MODELLO DI PREVASC

Prevasc prevede la sperimen-tazione di un nuovo modello

assistenziale, tecnicamente defi ni-to disease management, inserito nell’ambito della medicina terri-toriale per la prevenzione cardio-vascolare. Fulcro di questa speri-mentazione è una nuova fi gura di raccordo tra le strutture sanitarie e i pazienti: il care manager, un in-fermiere che svolge la sua attività all’interno dell’equipe assistenziale e ricopre un ruolo di affi ancamen-to al paziente, fornendogli sup-porto e informazioni, ma anche sostegno motivazionale, responsa-bilizzandolo, allo stesso tempo, sul suo stato di salute.L’elemento profondamente innova-tivo del modello di disease mana-gement del Prevasc è rappresenta-to dalla partecipazione dell’assistito alla pianifi cazione del proprio pia-no di salute e dalla sinergia di la-voro realizzata dall’equipe assisten-ziale per la prevenzione. L’equipe assistenziale è composta da medico di medicina generale (mmg), specialisti del distretto e

dell’ospedale, care manager e assi-stito. Tale equipe formulerà un piano di salute, basato su un approccio in-terdisciplinare, che prevede il pie-

no coinvolgimento del paziente at-traverso una presa di coscienza del suo stato di salute. La sperimenta-zione di questo modello di disease & care management coinvolge i Distretti 17 e 18 del territorio della Asl RmE, molto attiva nel raff orza-mento della continuità assistenzia-le ospedale-territorio.

I RISULTATI DELLA FASE PILOTA DI INFARTO.NET

Un vero e proprio network “intelligente”, che mette in

collegamento le ambulanze dotate di apparecchi di telemedicina con i centri di teleconsulto per una dia-gnosi tempestiva di infarto duran-te il trasporto del paziente. Tale modello consente un “tra-sporto virtuale” e in tempo reale, che permette di risparmiare tempo prezioso per la vita del paziente, ed è basato sulla diagnosi precoce tramite la trasmissione telefonica dell’elettrocardiogramma e il tele-

consulto con il cardiologo. L’acces-so alle procedure più appropriate off re così ai cittadini la possibilità di un’assistenza cardiologica ot-timale, indipendentemente dalla zona dell’evento, superando il con-cetto di “ospedale più vicino” a fa-vore di “ospedale più idoneo”.La sperimentazione di Infarto.net, iniziata presso l’Azienda ospeda-liera S. Giovanni Addolorata, si è successivamente estesa ad altri im-portanti ospedali.

INCA 2: INDICATORI IN CARDIOLOGIA

Sono stati presentati di recente i risultati del progetto Inca2,

nato dalla collaborazione tra Re-gione Lazio, Pfi zer, Sic (Società italiana di cardiologia), Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) e Laziosanità-Asp nell’ambito del “Progetto Mi-chelangelo”. Obiettivo di Inca2 è la misurazione della qualità dell’assi-stenza erogata nel Lazio a pazienti con infarto miocardico acuto. Ben 43 Unità operative di cardiologia e/o Utic del Lazio hanno aderito uffi cialmente al progetto.Il numero di pazienti con infarto acuto del miocardio arruolati nel sistema informativo è pari a 1400 di cui 1027 maschi (73%) e 373 femmine (27%) con una età media di 64,6 anni (62,3 anni i maschi e 70,3 anni le femmine). I pazienti analizzati presentano vari fattori di rischio: diabete mellito, iperten-sione arteriosa, angina, pregresso infarto, fumatori ed ex fumatori.In un’alta percentuale dei casi di infartuati considerati, si è registra-to un intervento farmacologico adeguato entro le 24 ore dall’am-missione in ospedale con la som-ministrazione di aspirina, beta-bloccanti, statine, ace-inibitori o sartanici. Alcune strutture arrivano al 100% dei casi con una media re-gionale superiore al 95%. Dall’arri-vo in pronto soccorso, 10 strutture sono state in grado di fornire la te-rapia trombolitica entro 30 minuti a oltre la metà dei pazienti, mentre se si guarda il tempo medio sono state registrate strutture capaci di intervenire entro i 22 minuti, con un range regionale che va dai 22 ai 69 minuti mediani, con un caso singolo di 512 minuti.Inoltre, le strutture partecipanti hanno sottoposto il 74% del totale dei pazienti con Stemi a terapie ri-perfusive, ovvero a trombolisi e/o angioplastica.

Diff ondere la cultura della prevenzione, ma anche incidere po-sitivamente sui bilanci delle regioni che, per oltre la metà,

sono destinati alle spese sanitarie. È questo l’obiettivo di Cadiprof, Cassa di assistenza sanitaria supplementare per i dipendenti degli studi professionali.Nata nel 2005, ha lo scopo di gestire i trattamenti assistenziali sa-nitari integrativi delle prestazioni pubbliche obbligatorie, rese dal servizio sanitario nazionale. È a favore dei dipendenti assunti con il Contratto collettivo nazionale del lavoro (Ccnl) studi professio-nali, che devono essere obbligatoriamente iscritti alla Cassa.Il nuovo contratto prevede anche l’estensione dell’assistenza sa-nitaria integrativa ai collaboratori e ai praticanti (compresi gli apprendisti e i lavoratori part-time, anche a tempo determinato, purché di durata superiore a tre mesi).Motivi, questi, che spiegano i buoni risultati di Cadiprof. Dati alla mano, si contano 175 mila assicurati – su una platea complessiva di circa un milione di addetti secondo dati Censis - con un incre-mento di 2-3 mila dipendenti al mese. In particolare, tra gli iscritti la percentuale maggiore è fatta registrare dalle donne – sono circa il 90% - e di questi l’80% è di età compresa tra i 20 e i 40 anni. I numeri parlano chiaro e testimoniano l’impegno del presidente Gaetano Stella che, insieme al vicepresidente Carmelo Romeo e ad altri qualifi cati collaboratori, sono impegnati per tutelare e di-sciplinare la gestione delle risorse e per ampliare le tutele degli iscritti con diverse iniziative.L’appartenenza alla Cassa è obbligatoria: ciò signifi ca che tutti i di-pendenti, nei cui confronti viene applicato il Contratto collettivo nazionale di lavoro studi professionali, devono essere iscritti.I contributi mensili previsti (13 euro per lavoratore, per 12 men-silità) sono esclusivamente a carico del datore di lavoro, che si

assume la responsabilità della mancata iscrizione e del mancato rispetto delle norme contrattuali e rimane, quindi, esposto a even-tuali azioni di rivalsa nei suoi confronti da parte dei dipendenti.Per la massima qualità della propria off erta, Cadiprof ha una rete di strutture convenzionate operanti nel campo sanitario (cir-ca 2.310 tra laboratori di analisi, case di cura, ambulatori, centri diagnostici, medici specialisti), allo scopo di mantenere – nella maggior parte dei casi – il costo delle prestazioni sanitarie a pro-prio carico, evitando così che l’iscritto anticipi alcuna somma di denaro.Più nel dettaglio, Cadiprof garantisce agli iscritti la copertura per i grandi eventi sanitari (quali trapianti, grandi interventi chirur-gici), i rimborsi dei piccoli interventi chirurgici ambulatoriali, le visite specialistiche e le prestazioni fi sioterapiche, conseguenti a infortuni e malattie, fi no alle attività di prevenzione e ai rimborsi in caso di gravidanza, nel limite annuo di mille euro.Sono comprese nella garanzia e le visite specialistiche, le ecografi e e le analisi clinico chimiche che potranno essere eff ettuate, sem-pre a rimborso, anche nelle strutture sanitarie convenzionate a tariff e agevolate.Infi ne, nel caso di utilizzo di strutture private non convenzionate e con modalità diff erenti a seconda della garanzia, Cadiprof prov-vede al rimborso delle spese anticipate dal dipendente, mentre se si ricorre alle strutture del Servizio sanitario nazionale, è previsto il rimborso totale dei ticket sanitari.Per la massima effi cacia a trasparenza, la gestione operativa (rim-borsi, convenzioni, centrale operativa) delle attività sanitarie della Cassa è stata affi data a società leader operanti nel campo dell’as-sistenza sanitaria integrativa, in grado di fornire gli strumenti più appropriati per la loro effi cace ed effi ciente esecuzione.

■ CADIPROF / Nata nel 2005, gestisce i trattamenti assistenziali sanitari integrativi

Sanità integrativa per dipendenti e lavoratori degli studi professionali

Progetto Michelangelo, dal territorio all’ospedaleObiettivo: migliorare l’assistenza cardiovascolare. Il numero di

pazienti con infarto, arruolati nel sistema informativo, è di 1.400

Gli uffi ci della sede romana di Pfi zer

Uno dei maggiori centri di ricerca di Pfi zer, a Sandwich, in Inghilterra

Page 7: E enti - System Adv IT | Systemadv · bito delle patologie a maggior impatto sociale. Il Progetto Mi- ... LE TRE ANIME DI MICHELANGELO ... cui partecipa anche il Tribunale

7EventiLunedì 13 Luglio 2009

È uno di quegli argomenti che danno origine a interminabili

discussioni – e a ogni livello, dal tavolino del bar ai piani alti della politica dell’economia – alla fi ne delle quali, il più delle volte, cia-scuno degli interlocutori resta della propria opinione, formata su personali esperienze, ideolo-gie, pregiudizi. Sono discussioni che, in pratica, si limitano a girare intorno al problema, senza mai

volere (o forse potere) aff rontarlo alla radice. L’argomento è sem-pre di moda: pubblico o privato? E ancora più di moda – o meglio cogente, perché ne va della vita di ciascuno, intesa sia come qua-lità del vivere che come esistenza stessa della persona – è la sfera alla quale questa eterna questione è applicata: la sanità. Sanità nel suo duplice signifi cato di “stato del corpo”, sinonimo di buona salute,

e dell’insieme di organismi, uffi ci ed enti preposti alla salute pubbli-ca. Per fortuna che, al di là delle prese di posizione e delle intermi-nabili discussioni, ci sono realtà che, in questo campo, stanno at-tuando – senza tanti clamori che, se danno visibilità, rischiano però di distogliere dai veri obiettivi – una felice e virtuosa integrazione tra il sistema pubblico e quello pri-vato, avviando verso la soluzione di annose situazioni di precarietà, che solo fi no a pochi anni fa sem-bravano proprio, fi siologicamente, “senza soluzioni”. Uno dei campi in cui si attua questo connubio è quello di un’“emergenza” stri-sciante, spesso dimenticata dai “non addetti ai lavori” e da quelli che, fortunatamente per loro, non ne sono direttamente coinvolti come “pazienti”, e riguarda i di-sturbi renali – le nefropatie – e la dialisi artifi ciale. Anche se negli ultimi decenni di passi avanti, nel campo della nefrologia, ne sono stati fatti molti – e da gigante – il costante aumento dell’“esercito” dei dializzati richiede una capilla-re diff usione territoriale di centri diagnostici e di assistenza, con strutture specializzate in regola con le normative, dotate di perso-nale competente e di apparecchia-ture all’avanguardia. Non a caso, l’insuffi cienza renale, con tutti i disturbi ad essa collegati, sta as-sumendo sempre di più i contorni di una “malattia sociale”, coinvol-gendo i pazienti, i loro familiari, le strutture pubbliche e private. È chiaro che è questione non solo di garantire la sopravvivenza fi sica, ma anche di assicurare un certo livello di qualità della vita e di at-tenuare gli inevitabili disagi per il paziente e per tutto l’universo fa-miliare e assistenziale che gli ruo-ta attorno: si tenga presente che, in media, un dializzato si sottopone al trattamento due, tre volte alla settimana, con tutti i problemi di trasporto che ne conseguo-

no, anche quando la struttura sia “centralizzata” rispetto al bacino di utenza. È soprattutto una que-stione di civiltà. Dove le aziende ospedaliere e Ausl hanno diffi col-tà a fare fronte a questa continua “emergenza”, nella gestione delle strutture, nel reclutamento del personale specializzato, nella ma-nutenzione degli strumenti, è stata innescata una funzionale sinergia tra il settore pubblico e alcune so-cietà di capitale privato, che sono in grado di assicurare il servizio sul territorio, alleggerendo in ter-mini organizzativi, economici e gestionali il compito delle aziende ospedaliere. Naturalmente, nulla nasce dal nulla e nulla può essere lasciato al caso, soprattutto quan-do si tratta della salute (e quindi della vita stessa) delle persone. Un campo – meglio, una fi loso-fi a – che, solo fi no a pochi anni fa, era ancora tutta da esplorare. L’Azienda Sanitaria ha saputo av-viare e portare avanti negli anni un progetto d’avanguardia di spe-rimentazione gestionale pubblico-privato dei centri di dialisi, con lo scopo di individuare la formula di gestione ideale che potesse es-sere utilizzata su larga scala ed un modello d’eccellenza da esportare in altre realtà nazionali. La speri-mentazione ha consentito di in-dividuare modalità organizzative e gestionali per razionalizzare il servizio, isolandone i “punti de-boli” e individuando le soluzioni opportune per superarli. Un im-pegno non da poco, che richiede un certo coraggio e, soprattutto, la capacità di guardare in avanti, ma che è stato fondamentale per giungere alla defi nizione di ap-positi protocolli e alla redazione di specifi ci capitolati d’appalto. La sperimentazione del servizio integrato pubblico–privato è stata messa in atto dall’Azienda Ospe-daliera nella gestione del C.A.L. (i C.A.L. sono i centri dialisi de-centrati di assistenza limitata,

funzionalmente collegati all’Unitàospedaliera di riferimento, con unnumero di posti dialisi da 3 a 12e presenza programmata, ma noncontinuativa, di un medico nefo-rologo). La sperimentazione hadato una serie di indicazioni utiliper l’ottimizzazione del servizio,tra cui l’opportunità di fare evolve-re la struttura da C.A.L. in “centrodialisi decentrato ad assistenzacontinuativa” (cioè in un C.A.D.,funzionalmente legato al centroospedaliero e caratterizzato dallapresenza di un medico nefrologoper tutta la durata dei trattamenti).Si prevede una gestione del centrosu due turni giornalieri per sei po-sti letto nei primi due anni e il suc-cessivo passaggio a tre turni fi no alcompletamento dell’appalto, delladurata complessiva di nove anni.Il gruppo Spindial risponde inpieno a questi requisiti, disponen-do di personale infermieristico adelevata specializzazione con espe-rienza ultradecennale, in grado digestire in modo autonomo tutte leattività connesse a un centro diali-si, comprese le emergenze. Per lagestione del centro, Spindial mettea disposizione cinque infermierisui due turni dialitici giornalie-ri previsti nei primi due anni digestione, e sei infermieri quan-do il servizio passerà ai tre turni,impegnandosi, inoltre, nell’adde-stramento di personale infermie-ristico specializzato. Un impegnogestionale non indiff erente, inquanto si prevede una quantitàannuale di oltre 3.700 trattamen-ti (comprensivi delle tipologie dibiofi ltrazione senza tampone nelbagno dialisi, emofi ltrazione on–line e emodialisi con bicarbonatostandard) per la gestione su dueturni giornalieri e di oltre 5.600trattamenti nel periodo di gestionesu tre turni. Un’esperienza che si èrivelata molto positiva, in cui sonopotute emergere appieno le poten-zialità (sia in termini di risparmioche di funzionalità del servizio sulterritorio) del sistema integrato trail servizio pubblico e società pri-vate che, si sono dimostrati per-fettamente complementari. Unaparticolarità di questa esperien-za è stata l’effi cienza dimostrata,nell’erogazione del servizio, dallagestione decentrata, con l’affi da-mento ai privati della logistica edel personale infermieristico, cheha potuto essere addestrato diret-tamente sulle apparecchiature indotazione, che utilizzano le tecno-logie più avanzate.

■ SPINDIAL / Professionisti e con elevata specializzazione nel settore

Sinergia pubblico-privato, progetto sperimentale per centri di dialisi

Gli ideatori del progetto: Archittetti Ciro Specchio e Davide Romeo - P.I. Ferruccio Mirandola

“La carenza cronica di disponibilità fi nanziarie da parte del Servizio sa-

nitario nazionale da investire in conto capi-tale per ammodernare le strutture dialitiche e crearne delle nuove sul territorio nazio-nale ha spinto a ricercare capitali privati e società specifi catamente organizzate per dare una risposta al considerevole aumento di prestazioni dialitiche”. È quanto aff er-ma Ugo Grondelli, presidente onorario del gruppo Spindial, vice presidente esecutivo e membro del Consiglio di amministrazione della multinazionale Gambro tra il 1988 e 1999, oltre che fondatore di Gambro Italia nel lontano 1972. Per ristrutturare un cen-tro dialisi ad assistenza decentrata dotato di dodici postazioni dialitiche per 600-700 mq di superfi cie, occorre circa 1 milione di euro per opere edili, impianti elettrici e speciali ed impianti termomeccanici. Oc-corre aggiungere 400.000 euro per le appa-recchiature di dialisi e l’impianto di osmosi ed altri 300.000 euro tra letti a bilancia, apparecchiature elettromedicali, sistema in-formatico e arredi , per consegnare chiavi in mano un centro dialisi completo. “La dialisi è caratterizzata da un numero notevole di prestazioni prevedibili e continuative (7.000 trattamenti annui in un CAD da dodici po-sti dialisi), pertanto i notevoli investimenti necessari per ristrutturare un centro dialisi possono essere suddivisi per singola presta-

zione nel corso della durata dell’intera for-nitura ad esempio cinque anni e consentire il Ssn di ripagare l’investimento sostenuto dalla società privata attraverso la spesa cor-rente”, spiega Marcello Grondelli, presiden-te e amministratore delegato della società Spindial e presidente della società Worldial. Congiuntamente a queste necessità di na-tura fi nanziaria, il Ssn ha richiesto alla strutture organizzative di capitale privato di far fronte in modo effi ciente a servizi “non core” che gravitano intorno al servizio dialitico come, ad esempio, manutenzioni ordinarie e straordinarie della struttura, degli impianti e delle apparecchiature, for-

nitura dei dispositivi monouso, gestione della logistica, gestione lava nolo della biancheria, gestione delle utenze e gestione amministrativa rispondendo a protocolli qualitativi ben defi niti dalla norma Iso. Alcune amministrazioni si sono spin-te a richiedere la fornitura di personale infermieristico ed ausiliario specializ-zato ritenendolo fortemente legato alle tecnologie fornite e alla struttura gesti-ta, mentre il Ssn non intende delegare l’attività medica ovvero l’attività “core”. Le Aziende ospedaliere e le Ausl hanno da circa un anno a disposizione uno stru-mento organico e completo per realizzare in modo trasparente ed equo progetti di gestione pubblico–privato per un servizio così delicato quale è il servizio di dialisi. “Questo strumento è il nuovo Codice degli appalti pubblici (D.Lgs 163/2006)”, chiari-sce Marcello Grondelli. Oltre alla classica procedura della gara a pubblico incanto si è ampliato negli ultimi anni l’utilizzo dello strumento del project fi nancing (art. 152 e ss) estendibile ai servizi. Questo strumento comporta da parte dell’amministrazione uno sforzo molto limitato, ovvero emanare esclusivamente un bando di project fi nan-cing. Le società concorrenti, promotori, do-vranno presentare entro il 30 giugno di ogni anno la loro proposta relativamente alla realizzazione di un’opera pubblica e/o alla

gestione del servizio. Il progetto migliore, secondo criteri ben specifi ci individuati dal codice, sarà giudicato di “pubblico interesse” e l’autore defi nito il promotore. Verrà quindi indetta una gara il cui capitolato rispecchia il progetto invidiato come il migliore. Quin-di, l’amministrazione indice una procedura negoziata tra i due soggetti vincitori della prima fase e il promotore per individuare il concessionario, avendo quest’ultimo il di-ritto di prelazione sulla proposta giudicata dall’amministrazione più conveniente.

Un’interessante realtà al servizio dei cittadini

Marcello Grondelli, presidente e amministratore delegato di Spindial

La carenza cronica di disponibilità fi nanziarie da parte del Servizio

sanitario nazionale per ammodernare le strutture dialitiche, ha spinto

a ricercare capitali privati e società specifi catamente organizzate per dare

una risposta al considerevole aumento di prestazioni

Page 8: E enti - System Adv IT | Systemadv · bito delle patologie a maggior impatto sociale. Il Progetto Mi- ... LE TRE ANIME DI MICHELANGELO ... cui partecipa anche il Tribunale

8

GUARDIA MEDICA E

REPERIBILITÀ SPECIALISTICA

h24

LA CULTURA DEL BENESSERE

Mater Dei S.p.A. - Casa di Cura Privata

Tel. 06.80220.1 (15 linee r.a.)

CUP Tel. 06.80220.6060www.materdei.it

[email protected]

Via A. Bertoloni, 34 (Parioli) 00197 Roma

Paideia S.p.A. - Casa di Cura Privata

Tel. 06.33094.1 (20 linee r.a.)

CUP Tel. 06.33094.5100www.cdcpaideia.com

[email protected]

Via V. Tiberio, 46 (Fleming) 00191 Roma

Aziende Certificate con

Sistema Gestione Qualità

ISO 9001:2000

�Poliambulatori Specialistici�Laboratori Analisi�Diagnostica per Immagini�Terapia Intensiva�Traumatologia�Traumatologia dello Sport

SportClinique�Centro Cuore�Chirurgia Generale e Specialistica�Ricoveri Medici e Chirurgici�Ostetricia�Servizi Domiciliari

Dir

ett

ore

Sa

nit

ari

o: D

r.ss

a V

. Me

i

Au

t. R

eg

. La

zio

n. D

01

11

de

l 17

-03

-03

Dir

ett

ore

Sa

nit

ari

o: D

r. T

. Ma

lato

Au

t. R

eg

. La

zio

n. 1

07

2 d

el 1

0-1

2-0

2

EventiLunedì 13 Luglio 2009

■ SALUTE / Le iniziative del ministero per questa dell’estate

In arrivo le ondate di calore: ecco cosa fare

Un sistema di gestione della salute e sicurezza sui luoghi

di lavoro effi cace tramuta peri-coli non controllati in rischi ge-stiti, diminuendo così incidenti, morti, mutilazioni, infermità e malattie derivanti o contratte sui luoghi di lavoro e, quindi, le con-seguenti ricadute economico-sociali-aziendali.È probabilmente con questa convinzione che il legislatore, nel D.Lgs 81/08, ha riconosciu-to, nell’articolo 30, l’importanza di un modello di gestione per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro:“Comma 1 - Il modello di orga-nizzazione e di gestione idoneo ad avere effi cacia esimente della

responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni an-che prive di personalità giuridica - omissis -, deve essere adottato ed effi cacemente attuato, assicu-rando un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli obbli-ghi giuridici relativi: - omissis -”.“Comma 4 - Il modello orga-nizzativo deve altresì prevedere un idoneo sistema di controllo sull’attuazione del medesimo modello e sul mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate - omissis -”.“Comma 5 - omissis - i model-li di organizzazione aziendale defi niti conformemente - omis-

sis - al British Standard OHSAS 18001:2007 si presumono con-formi ai requisiti di cui al pre-sente articolo - omissis -”.“Comma 6 - L’adozione del mo-dello di organizzazione e di ge-stione - omissis - nelle imprese fi no a 50 lavoratori rientra tra le attività fi nanziabili - omissis -”.Emanuele Chiari, Sales & Mar-keting development manager LRQA Italy (prestigioso orga-nismo di certifi cazione interna-zionale), aff erma: “Si desume, quindi, che l’adozione, la vera e controllata attuazione di un Si-stema di gestione OHSAS 18001-2007 per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro venga ritenuto dal legislatore strumento valido

per diminuire i rischi per la sa-lute e sicurezza delle persone nei luoghi di lavoro”. “È intuitivo, quindi - ha aggiun-to - comprendere che sia l’attività di valutazione svolta dall’Orga-nismo di certifi cazione durante l’iniziale certifi cazione OHSAS 18001-2007 e la successiva sor-veglianza annuale, sia i rapporti emessi, aiutino l’imprenditore o

la direzione a verifi care l’effi cace attuazione del Sistema e, nel caso di incidente sul luogo di lavoro, a dimostrare all’autorità giudi-ziaria, agli enti competenti e alle compagnie di assicurazione che il vertice aziendale abbia fatto quanto in suo potere per rispet-tare la legge e per salvaguardare la “salute e sicurezza” delle per-sone operanti in azienda.”

■ LEGGI / In vigore uno strumento valido per diminuire i rischi

Sistemi di gestione per la salutee sicurezza nei luoghi di lavoro

Il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha fi rmato

recentemente un decreto che isti-tuisce nuovi Centri di referenza nazionali nel settore veterinario, ritenendo che l’attivazione di ulte-riori Centri di referenza nazionali per lo svolgimento delle attività indicate dagli Istituti zooprofi lat-tici sperimentali possa favorire il miglioramento delle funzioni svolte e della complessiva orga-nizzazione sanitaria, con ricadute positive sulla tutela della salute umana e della sanità animale e del benessere degli animali.In particolare, presso la sede territoriale di Verona e Vicenza dell’Istituto zooprofi lattico speri-

mentale delle Venezie è attivato il Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli ani-mali (Pet therapy).Le principali attività del Centro riguardano:

la promozione della ricerca per • la standardizzazione di protocolli operativi per il controllo sanitario e comportamento degli animali impiegati nei programmi di in-terventi assistiti con gli animaliil potenziamento delle collabo-• razioni fra medicina umana e veterinaria per individuare si-nergie operative e di ricerca in grado di garantire un migliora-mento dei risultati delle attività svolte nel settore di interesse

il miglioramento delle cono-• scenze circa l’applicabilità di tali interventi in determinate categorie di pazientil’organizzazione e gestione di • percorsi formativila raccolta di dati e la diff usione • di informazioni alla comunità scientifi ca internazionale.

Presso la sede territoriale di Gros-seto dell’Istituto zooprofi lattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana è attivato il centro di re-ferenza nazionale per la medicina forense veterinaria.Le principali attività del centro di Grosseto riguardano lo sviluppo e la standardizzazione di tecniche di laboratorio e di tossicologia fo-

rense per il rilevamento delle so-stanze tossiche utilizzate a scopo doloso.Il Centro si occupa, inoltre, an-che dell’organizzazione di corsi di formazione per il personale del Servizio sanitario nazionale e de-gli organi di polizia a livello ter-ritoriale per la standardizzazione dei rilievi di campo relativi ad in-dagini medico legali riguardanti l’uccisione di animali domestici e selvatici.Infi ne, presso l’Istituto zooprofi -

lattico sperimentale di Abruzzo eMolise viene attivato il centro direferenza nazionale per l’epide-miologia veterinaria, la program-mazione, l’informazione e l’analisidel rischio.Le principali attività di questocentro riguardano lo svolgimentodi analisi del rischio con partico-lare riferimento alla sanità ani-male, alla sicurezza alimentare eall’elaborazione e attuazione diprogrammi operativi fi nalizzatialla formazione del personale.

■ IL PUNTO / Istituiti nuovi centri di referenza nel settore veterinario

Pet therapy, maggior effi cacia per l’organizzazione sanitaria

Il ministero del Lavoro, della salute e delle politi-che sociali - settore salute - ha promosso una se-

rie di iniziative per tutelare la salute dei cittadini dai rischi derivanti dalle alte temperature, soprattutto i più fragili, cioè persone molto anziane, bambini piccoli, malati cronici, disabili, persone povere e in solitudine.Ecco i punti fondamentali del Piano operativo na-zionale per la prevenzione dei rischi per la salute da ondate di calore–Estate 2009, in accordo con le raccomandazioni internazionali, e in collaborazio-ne con il dipartimento della Protezione civile nazio-nale, Regioni e Comuni:Conoscere con anticipo di almeno 48 ore l’arrivo di un’ondata di caloreÈ attivo il sistema di allerta nazionale (HHWW) della Protezione civile, in grado di prevedere il ve-rifi carsi di condizioni a rischio per la salute con 48, 72 ore di anticipo, in 27 città. Fornisce bollettini giornalieri che riportano i livelli di rischio clima-tico e per la salute e indica la necessità di attivare programmi di prevenzione locali rivolti alle perso-ne più a rischio.Informare la popolazione sul livello di rischio e sull’adozione di comportamenti corretti per ri-durre i rischi delle ondate di calore A livello nazionale, il ministero pubblica una serie di opuscoli informativi scaricabili da internet rivolti sia alla popolazione in generale sia a medici, opera-tori socio-sanitari, badanti (in cinque lingue) e tutti coloro che si occupano delle persone anziane.

Attivazione del call center 1500 Per informare su comportamenti corretti per difen-dersi dall’afa, orientare ai servizi off erti da Regioni e Comuni nelle grandi città, informare sulle previ-sioni delle ondate di calore.Individuazione e sorveglianza attiva delle perso-ne molto anziane e di quelle più fragili Regioni, Comuni e Aziende sanitarie hanno svilup-pato propri piani operativi e attività di assistenza in base alle linee guida ministeriali. Fondamentali sono gli interventi preventivi appropriati, rivolti ai gruppi a rischio come gli anziani fragili, già attivi in molte città. Il ministero anche quest’anno ha rinnovato l’ordinanza che permette a Comuni e Asl la costruzione degli elenchi delle persone fragili – ”Anagrafe fragilità”.Dieci semplici consigli per ridurre gli eff etti noci-vi delle ondate di calore sulla saluteSul sito www.ministerosalute.it sono scaricabili degli opuscoli in cui sono indicate una serie di semplici abitudini e precauzioni per prevenire i rischi per la salute derivanti dal caldo eccessivo.

Di seguito i dieci principali consigli:

Uscire di casa nelle ore meno calde della 1. giornata.Indossare un abbigliamento leggero e comodo2. Adottare alcune precauzioni se si esce in 3. macchinaRinfrescare l’ambiente domestico e di lavoro4. Climatizzatori, occorre utilizzare alcune 5. precauzioniBere molti liquidi, mangiare molta frutta e 6. verdura, non bere alcoliciFare pasti leggeri e porre attenzione 7. alla conservazione domestica degli alimentiConservare correttamente i farmaci8. Rivolgersi al medico per ogni problema 9. connesso all’utilizzo di farmaciPrestare attenzione ai soggetti a rischio10.

In caso di temperatura elevata, prestare attenzio-ne a parenti o vicini di casa anziani che posso-no avere bisogno di aiuto, soprattutto se vivono soli, e segnalare ai servizi socio-sanitari eventua-li situazioni che necessitano di un intervento. Occorre considerare come importanti campanelli di allarme la riduzione di alcune attività quotidiane, come spostarsi in casa, vestirsi, mangiare, andare regolarmente in bagno, lavarsi. Infatti, la riduzio-ne di una o più di queste funzioni in una persona anziana può signifi care un peggioramento dello stato di salute. Per questo, è consigliabile segnalarla al medico curante per un eventuale controllo delle condizioni cliniche.

Page 9: E enti - System Adv IT | Systemadv · bito delle patologie a maggior impatto sociale. Il Progetto Mi- ... LE TRE ANIME DI MICHELANGELO ... cui partecipa anche il Tribunale

9

Donne al centro:sin dal 1997 una sfida per salute,

sviluppo e strategie preventive

Il tuo 5 per mille può aiutare.Fiore Crespi, Presidente Nazionale Anlaids Onlus

06.4820999

www.anlaids.orgG

rafic

he V

. B

erna

rdi s

.r.l.

2008/12 ANLAIDS aderisce all’IstitutoItaliano della Donazione, ente garantedella trasparenza ed efficacia nell’utilizzodei fondi raccolti.

Sostegno del volontariato e delle altre organizzazio-ni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni dipromozione sociale e delle associazioni riconosciuteche operano nei settori di cui all’art.10, c 1 lett. a) delD.lgs. n. 460 del 1997.

FIRMA …………….....………………………………...................................………

codice fiscale del beneficiario 0 7 1 7 5 8 8 0 5 8 7

EventiLunedì 13 Luglio 2009

Page 10: E enti - System Adv IT | Systemadv · bito delle patologie a maggior impatto sociale. Il Progetto Mi- ... LE TRE ANIME DI MICHELANGELO ... cui partecipa anche il Tribunale

Oggi, il mondo di domani è l’impegno ad agire per un presente responsabile ed un futuro sostenibile. Per

Bristol-Myers Squibb significa innanzitutto sviluppare farmaci che realmente possano fare la differenza nella

vita delle persone per prolungare e migliorare la vita umana. Ma significa anche avere la piena consapevolezza

degli obblighi verso la comunità locale e globale, trasformandoli in impegno concreto. Il nostro impegno guarda

al futuro e alle realtà più lontane ma inizia nel presente e dai luoghi a noi più vicini. Oggi, per il domani.

ww

w.b

ms.

it

Oggi, il mondo di domani

10


Recommended