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EDITORIALE - prisma.unina.it · sono state e sono le più diverse, e fanno ri-ferimento a contesti...

Date post: 15-Feb-2019
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IMPRESSUM La Rivista - Mensile illustrato del Locarnese e Valli – Nº 6 giugno 2010 – Anno XVII Tiratura: 9.500 copie – Lettori: 38.000 Editore: Armando Dadò, Locarno Comitato di redazione: Romano Giovanettina, Mario Manfrina, Gianni Mondini, Arturo Romer, Claudio Suter, Luca Tomamichel Caporedattore onorario: Gianni Mondini In redazione: Maurizia Campo-Salvi, [email protected] Grafica e impaginazione: Cristina Costarella Amministrazione, stampa: Tipografia Stazione SA, via Orelli 29, 6600 Locarno [email protected] – www.editore.ch – ccp 65-7774-9 Servizio abbonamenti: [email protected] Contatti: tel. 091 751 63 36 – fax 091 752 10 26 Abbonamento: Fr. 58.– annuo; sostenitore Fr. 70.– annuo; Copia singola Fr. 6.– Pubblicità: Gabriele Jezzi, [email protected] tel. 079 354 00 35 - tel. 091 857 01 09 fax 091 857 56 12 - cp 84 - 6514 Sementina EDITORIALE La notizia è veramente sorprendente e, credo, non abbia precedenti nella storia del Cantone. Un medico ha avuto durante la visita ad una paziente un rapporto in- timo, da cui è scaturito un pandemonio. La paziente ha infatti accusato il medico di aver approfittato di lei, dopo averle som- ministrato un sedativo, necessario per le analisi alle quali doveva essere sottopo- sta. Il medico, suo ex amico, avrebbe in- fatti approfittato dell’occasione per abu- sarne: una cosa riprovevole, un reato per il fatto come tale, ma anche aggravato dalle circostanze; da qui una denuncia che è poi sfociata in un processo. Il medico ac- cusato ha però dato una versione diversa. Egli ha ammesso il rapporto, ma assicu- rando che non ci fu nessun abuso, essendo la paziente consenziente, anzi avendogli teso una trappola. È pur vero che le norme deontologi- che proibiscono queste ardite iniziative durante una visita medica, ma la trasgres- sione delle prescrizioni non sono da con- siderare un reato penale. Resta il fatto che alla fine dell’annosa vicenda il medico è stato prosciolto non solo, ma la magistra- tura gli ha ora riconosciuto un’indennità di un milione di franchi. La cosa è a prima vista sbalorditiva: infatti l’importo do- vrebbe essere a carico del Cantone, ov- vero dei cittadini ticinesi. Occorre inoltre aggiungere che la ve- rità vera è difficile per non dire impossi- bile da stabilire, non essendoci testimoni oculari e quindi si tratta di accettare una versione e di respingerne un’altra, ma sempre sulla base di elementi che non tro- vano conferma in testimonianze dirette. Che un amplesso venga alla fine dei conti messo a carico della comunità a me sem- bra uno scandalo. Non solo, ma potrebbe costituire un pericoloso precedente, che ci porta non molto lontano da quanto suc- cede nelle aule di giustizia della vicina Re- pubblica. Parlandone però negli scorsi giorni con un insigne penalista sopracenerino, l’ho sentito accreditare la tesi opposta, per cui l’indennità sarebbe più che condivisi- bile. Infatti, il medico ha avuto da questa storia un gravissimo danno di immagine e professionale. Ha avuto inoltre a suo ca- rico le parcelle di avvocati e periti, per non parlare d’altro. Inoltre non bisogna dimenticare che i media si sono sbizzarriti senza limiti su questo caso, anche per la morbosa curio- sità che il fatto trovava nell’opinione pub- blica. Il suo nome è stato per un certo pe- riodo sulla bocca di tutti e oggetto di molte considerazioni non sempre edifi- canti. Infine va anche ricordato che l’inden- nità non sarà realmente pagata dai citta- dini ticinesi, ma dalle assicurazioni. Gli er- Giugno Costellazione Gemelli 3 SOMMARIO Editoriale di Armando Dadò 3 Osservando la natura: I tesori nascosti delle «bolle» di Losone a cura di Nathalie Ghiggi 5 Seguendo la croce di Gannariente di Lorenzo Planzi 7 Profili: Eva Lautenbach di Maurizia Campo-Salvi 8 Novità al Museo di Val Verzasca di Veronica Carmine 13 Il coraggio di dire «sì» o «no» di Elena Walder 17 Microfono aperto: Alex Pedrazzini diTeresioValsesia 19 Nuove chiese confuse? di Tita Carloni 23 Skyscoop: da un «alto» punto di vista 25 Sapore di... fragola 27 I robot del prof. Bruno Siciliano di Arturo Romer 29 Il 40° di attività degli Amici della ferrovia 34 Giuseppe Martini al Museo di Valmaggia 37 Flavio Gallotti «colora» la sua galleria di Augusto Orsi 38 Gioielleria Camorali da quarant’anni 41 Ritorno in Vallemaggia di Marco A. De Carli 42 Pittori locarnesi alla Galleria Matasci 47 A scuola di «bon ton» con Fido di Maurizia Campo-Salvi 48 La boutique Luciana da 40 anni 51 di Nathalie Ghiggi Gli «Zero In On» a San Pietroburgo 53 Riccioli da 24 carati 57 Sulle ali di JazzAscona Festival 59 La Lodrino- Lavertezzo Skyrace 61 Abbonati sostenitori - 3° elenco 63 Cruciverba di giugno 67 Le aziende informano 69 Segnalazioni 71 Attualità illustrata 75 Congratulazioni e auguri… 76 Motori di Sergio Fraschina 79 In memoria 81 Culle fiorite 85 Album dei ricordi 86 Copertina: compagni di giochi. © Tutti i diritti riservati. Il medico, la donna, l’abbraccio da un milione Armando Dadò, segue a pag. 31 RivLoc. 6.10:Layout 1 1.6.2010 16:46 Pagina 3
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Page 1: EDITORIALE - prisma.unina.it · sono state e sono le più diverse, e fanno ri-ferimento a contesti filosofici, economici, sociali e scientifici.I libri di Asimov e i film di fantascienza

IMPRESSUMLa Rivista -Mensile illustrato del Locarnesee Valli – Nº 6 giugno 2010 –Anno XVIITiratura: 9.500 copie – Lettori: 38.000Editore:Armando Dadò, LocarnoComitato di redazione: Romano Giovanettina,Mario Manfrina, Gianni Mondini,Arturo Romer,Claudio Suter, Luca TomamichelCaporedattore onorario:Gianni MondiniIn redazione:Maurizia Campo-Salvi,[email protected] e impaginazione: Cristina CostarellaAmministrazione, stampa:Tipografia Stazione SA, via Orelli 29, 6600 [email protected] – www.editore.ch – ccp 65-7774-9Servizio abbonamenti: [email protected]: tel. 091 751 63 36 – fax 091 752 10 26Abbonamento: Fr. 58.– annuo; sostenitoreFr. 70.– annuo; Copia singola Fr. 6.–Pubblicità: Gabriele Jezzi, [email protected]. 079 354 00 35 - tel. 091 857 01 09fax 091 857 56 12 - cp 84 - 6514 Sementina

EDITORIALE

La notizia è veramente sorprendentee, credo, non abbia precedenti nella storiadel Cantone.Unmedico ha avuto durantela visita ad una paziente un rapporto in-timo,da cui è scaturito un pandemonio.Lapaziente ha infatti accusato il medico diaver approfittato di lei, dopo averle som-ministrato un sedativo, necessario per leanalisi alle quali doveva essere sottopo-sta. Il medico, suo ex amico, avrebbe in-fatti approfittato dell’occasione per abu-sarne: una cosa riprovevole, un reato peril fatto come tale, ma anche aggravatodalle circostanze; da qui una denuncia cheè poi sfociata in un processo. Il medico ac-cusato ha però dato una versione diversa.Egli ha ammesso il rapporto, ma assicu-rando che non ci fu nessun abuso, essendola paziente consenziente, anzi avendogliteso una trappola.È pur vero che le norme deontologi-

che proibiscono queste ardite iniziativedurante una visita medica,ma la trasgres-sione delle prescrizioni non sono da con-siderare un reato penale.Resta il fatto chealla fine dell’annosa vicenda il medico èstato prosciolto non solo, ma la magistra-tura gli ha ora riconosciuto un’indennitàdi un milione di franchi. La cosa è a primavista sbalorditiva: infatti l’importo do-vrebbe essere a carico del Cantone, ov-vero dei cittadini ticinesi.Occorre inoltre aggiungere che la ve-

rità vera è difficile per non dire impossi-

bile da stabilire, non essendoci testimonioculari e quindi si tratta di accettare unaversione e di respingerne un’altra, masempre sulla base di elementi che non tro-vano conferma in testimonianze dirette.Che un amplesso venga alla fine dei contimesso a carico della comunità a me sem-bra uno scandalo. Non solo, ma potrebbecostituire un pericoloso precedente, che ciporta non molto lontano da quanto suc-cede nelle aule di giustizia della vicinaRe-pubblica.Parlandone però negli scorsi giorni

con un insigne penalista sopracenerino,l’ho sentito accreditare la tesi opposta,percui l’indennità sarebbe più che condivisi-bile. Infatti, il medico ha avuto da questastoria un gravissimo danno di immagine eprofessionale. Ha avuto inoltre a suo ca-rico le parcelle di avvocati e periti,per nonparlare d’altro.Inoltre non bisogna dimenticare che i

media si sono sbizzarriti senza limiti suquesto caso, anche per la morbosa curio-sità che il fatto trovava nell’opinione pub-blica. Il suo nome è stato per un certo pe-riodo sulla bocca di tutti e oggetto dimolte considerazioni non sempre edifi-canti.Infine va anche ricordato che l’inden-

nità non sarà realmente pagata dai citta-dini ticinesi,ma dalle assicurazioni.Gli er-

GiugnoCostellazioneGemelli

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SOMMARIOEditoriale diArmandoDadò 3Osservando la natura:I tesori nascosti delle «bolle» di Losonea cura di NathalieGhiggi 5Seguendo la croce di Gannarientedi Lorenzo Planzi 7Profili: Eva LautenbachdiMaurizia Campo-Salvi 8Novità alMuseo diValVerzascadiVeronica Carmine 13Il coraggio di dire «sì» o «no»di ElenaWalder 17Microfono aperto:Alex PedrazzinidiTeresioValsesia 19Nuove chiese confuse? diTita Carloni 23Skyscoop: da un «alto» punto di vista 25Sapore di... fragola 27I robot del prof.Bruno SicilianodiArturoRomer 29Il 40° di attività degliAmici della ferrovia 34GiuseppeMartini alMuseo diValmaggia 37FlavioGallotti «colora» la sua galleriadiAugustoOrsi 38Gioielleria Camorali da quarant’anni 41Ritorno inVallemaggiadiMarcoA.DeCarli 42Pittori locarnesi alla GalleriaMatasci 47A scuola di «bon ton» con FidodiMaurizia Campo-Salvi 48La boutique Luciana da 40 anni 51di NathalieGhiggiGli «Zero InOn» a San Pietroburgo 53Riccioli da 24 carati 57Sulle ali di JazzAscona Festival 59LaLodrino- Lavertezzo Skyrace 61Abbonati sostenitori - 3° elenco 63Cruciverba di giugno 67Le aziende informano 69Segnalazioni 71Attualità illustrata 75Congratulazioni e auguri… 76Motori di Sergio Fraschina 79Inmemoria 81Culle fiorite 85Albumdei ricordi 86

Copertina: compagni di giochi.© Tutti i diritti riservati.

Il medico, la donna,l’abbraccio da unmilione

Armando Dadò, segue a pag. 31

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Come è nata la robotica?La robotica ha radici culturali assai

profonde. Nel corso dei secoli l’uomo hacostantemente cercato di individuare deisuoi sostituti che risultassero in grado diemulare il suo comportamento nelle mol-teplici occasioni di interazione con l’am-biente circostante. Le motivazioni chehanno dato linfa a questa ricerca costantesono state e sono le più diverse, e fanno ri-ferimento a contesti filosofici, economici,sociali e scientifici. I libri di Asimov e i filmdi fantascienza hanno indubbiamente con-dizionato l’immaginario collettivo che èportato a individuare nel robot un an-droide che parla e cammina, vede e sente,con gesti e reazioni di tipo umano. In con-creto, possiamo definire robot (termine diorigine slava che significa letteralmente«lavoro») una qualsiasi macchina, in gradodi svolgere dei compiti in maniera automa-tizzata per sostituire o migliorare il lavoroumano.

Potrebbe spiegare ai nostri lettori il signifi-cato tecnico di robot?

Possiamo riferirci alla definizione della

robotica come quella scienza che studia laconnessione intelligente tra percezione eazione. L’azione è offerta da un sistemameccanico dotato di organi di locomo-zione per muoversi (ruote, cingoli, gambemeccaniche) e/o di organi di manipola-zione per intervenire sugli oggetti presentinell’ambiente circostante (braccia mecca-niche, mani artificiali, utensili). La perce-zione è affidata ad un sistema sensoriale ingrado di acquisire informazioni sul sistemameccanico e sull’ambiente (sensori di posi-zione, telecamere, sensori di forza e tattili).La connessione intelligente è affidata adun sistema di controllo che governa il motoin relazione a ciò che avviene nell’am-biente, secondo lo stesso principio del «fe-edback» (retroazione) che regola le fun-zioni del corpo umano.

Oggi troviamo dei robot ovunque. Qualisono le cause e le motivazioni della loro ra-pida diffusione?

I robot hanno trovato larga diffusionenell’industria a partire dagli anni ’70. La ri-duzione dei costi di produzione, l’incre-mento di produttività, il miglioramento

degli standard di qualità del prodotto e,non ultima, la possibilità di eliminare com-piti rischiosi o alienanti per l’operatoreumano inserito nel processo di produzionerappresentano i principali fattori chehanno determinato la diffusione della tec-nologia robotica nell’industria manifattu-riera, specialmente nel settore automobili-stico. La robotica industriale è da conside-rarsi come una tecnologia ormai matura.D’altro canto, con la locuzione di roboticaavanzata ci riferiamo alla scienza che stu-dia robot con spiccate caratteristiche di au-tonomia che operano in ambienti pocostrutturati. La robotica avanzata è ancoraoggi in età giovane; essa ha infatti espressoprevalentemente la realizzazione di proto-tipi, poiché la tecnologia associata non èancora matura. Le motivazioni che spin-gono l’avanzamento della conoscenza inquesto settore sono molteplici; esse vannodalla necessità di ricorrere ad automi perindisponibilità dell’operatore umano o permotivi di sicurezza dello stesso in ambientiostili (robot per l’esplorazione), alla op-portunità di sviluppare prodotti con mer-cati potenziali di ampie dimensioni chepuntano a migliorare la qualità della vita(robot di servizio).

Che cosa sono i robot di esplorazione equale è la loro importanza per l’uomo?

Ci si riferisce al contesto di inviare, inposti dove l’uomo potrebbe difficilmentesopravvivere, o dove comunque ci sia unrischio non sostenibile, dei robot che svol-gano compiti di esplorazione e riportinoall’operatore informazioni utili sull’am-biente, grazie all’impiego di opportunisensori a bordo. Una situazione tipica èquella dell’esplorazione di un vulcano, de-gli interventi in zone contaminate da gasvelenosi o radiazioni, oppure dei compitidi esplorazione sottomarina e spaziale.Come è ben noto, la NASA è riuscita amandare su Marte alcuni robot mobili (ro-ver) che sono stati in grado di navigare sulterreno marziano, tra sassi, colline e cre-pacci, e che, parzialmente guidati da terra,hanno condotto una esplorazione in ma-niera sufficientemente autonoma. Deimini� robot sono stati usati l’11 settembre2001 dopo il crollo delle Torri Gemelle aNew York per penetrare nelle macerie allaricerca di sopravvissuti.Analogo è lo sce-nario rappresentato da disastri causati daincendi in galleria o terremoti. In questesituazioni si ha sempre paura di ulteriori

Sogno e bisogno della vita quotidiana - Intervista al prof. Bruno Siciliano

I robot sono con noi,dentro di noi e tra noi

Lo scorso 18 maggio nel salone della SocietàElettrica Sopracenerina di Locarno, il prof.dott. ing. Bruno Siciliano ha tenuto una con-ferenza intitolata «I robot: sogno e bisognodella vita quotidiana». Cinquantenne, ordina-rio di Automatica e Robotica all’Università diNapoli Federico II, il professor Bruno Sici-liano (nella foto) è responsabile scientifico diPRISMA Labpresso il Dipartimento di Infor-matica e Sistemistica. «Fellow» delle associa-zioni scientifiche IEEE (Institute of Electricaland Electronics Engineers), ASME (AmericanSociety of Mechanical Engineers) e IFAC (In-ternational Federation of Automatic Control),ha pubblicato 250 articoli su riviste e a con-gresso e 7 libri sulla robotica. Il suo libro «Ro-botics: Modelling, Planning and Control» ètra i testi più adottati nelle università delmondo. È direttore editoriale di Springer Tracts in Advanced Robotics e ha curatoil libro «Springer Handbook of Robotics», per il quale è stato assegnato il mag-gior riconoscimento per l’editoria scientifica da parte di AAP (American Asso-ciation of Publishers). Ha partecipato a diversi progetti europei e attualmente co-ordina il progetto DEXMART sulla manipolazione destra bimanuale, finanziatonell’ambito del Settimo Programma Quadro. Ha ricoperto cariche rappresenta-tive nell’ambito di IEEE Robotics and Automation Society sino a diventarne Pre-sidente nel biennio 2008 - 2009. La Rivista ha approfittato della presenza dell’illustre relatore a Locarno per ri-volgergli alcune domande.

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30esplosioni, fughe di gas nocivo o crolli, equindi le squadre di soccorso composte dapersonale umano possono essere coadiu-vate da squadre di robot di salvataggio.Anche in campo militare, si impiegano ae-rei e missili a guida autonoma, ovvero ro-bot telecomandati, dotati di telecamereper ispezionare edifici.

Quali sono oggi le applicazioni dei robotnei servizi?

Effettivamente ci sono tantissime ap-plicazioni. Per esempio i veicoli a guidaautonoma vengono impiegati anche perapplicazioni civili, al servizio della mobi-lità dei cittadini, contribuendo peraltroalla riduzione dei tassi di inquinamento.Tali veicoli si inseriscono nel quadro deicosiddetti sistemi intelligenti di trasporto(ITS) dedicati alla gestione del traffico ne-gli agglomerati urbani.Molti paesi stannoinvestendo per creare il nuovo mercatodei robot di servizio che accompagne-ranno gli esseri umani nella vita di tutti igiorni. La tecnologia è pronta per trasfor-mare in prodotti commerciali i prototipi diausili robotici per aumentare l‘autonomiadi anziani e diversamente abili nelle atti-vità della vita quotidiana: dalle sedie a ro-telle autonome e i sollevatori per la mobi-lità, agli imboccatori per l’alimentazione eai manipolatori per consentire a personetetraplegiche di svolgere mansioni lavora-tive di tipo manuale. In prospettiva, al ca-meriere robotico tuttofare si contrappon-gono sistemi di assistenza integranti mo-

duli robotici, interconnessi tra loro conservizi telematici per la gestione della casa(domotica). Diversi sono i sistemi roboticidi servizio impiegati nella medicina. I si-stemi per la chirurgia assistita sfruttanol’elevata accuratezza del robot nel posi-zionare uno strumento (per esempio, nel-l’impianto di una protesi d’anca), o ancoraper la chirurgia minimamente invasiva(per esempio, in cardiochirurgia) in cui ilchirurgo tele� opera il robot da una sta-

zione di comando separata dal tavolo ope-ratorio, seduto davanti a un computer emanovrando una interfaccia aptica. An-cora, nei sistemi per la diagnostica e la chi-rurgia endoscopica, piccoli robot telegui-dati dal medico navigano nelle cavità delnostro corpo (per esempio, nell’apparatodigerente) trasmettendo immagini al-l’esterno o intervenendo in situ per biop-sie, rilascio di farmaci o asportazione diformazioni neoplastiche. Infine, nei si-stemi per la riabilitazione motoria, un pa-ziente emiplegico indossa un esoschele-tro, che interviene attivamente per soste-nere e correggere i movimenti.

Le sue ricerche si concentrano in partico-lare sull’interazione tra robot e esseriumani. Quali sono le speranze e le pro-messe in questo settore della robotica?Quali i problemi di natura etica?

Ci accorgiamo che un nuovo ritrovatoè diventato di uso quotidiano quando nes-suno si stupisce più della sua presenza neinostri ambienti. Al loro esordio nel mondodegli umani, tutte le nuove tecnologiehanno provocato sentimenti forti cometerrore, ammirazione, idolatria, o luddi-smo. Le locomotive, le automobili, i perso-nal computer e i telefoni cellulari hannoimpiegato diversi anni prima di diventarefamiliari a tutti nella vita di ogni giorno.Sembra che la prossima tecnologia candi-data a diventare pervasiva nella nostraquotidianità sia quella robotica. Parados-salmente rallentati dalle eccessive attese

Immaginario e realtà. Dallo scrittore IsaacAsimov ad ASIMO .

I campi di utilizzazione e applicazione della robotica sono assai numerosi e diversificati.

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31dell’intelligenza artificiale e della fanta-scienza, molti robot domestici sono pres-soché pronti per l’utilizzo di massa, e nu-merosi centri di ricerca suggeriscono cherobot manipolatori mobili entrerannomolto presto nelle case e negli uffici. Tutta-via, sono ancora pochi i sistemi commer-cializzati. L’estensione delle applicazionirobotiche dall’industria manifatturiera aicontesti quotidiani è in crescita per il pro-gressivo invecchiamento della popola-zione delle nazioni più industrializzate, eper semplificare alcuni compiti quotidiani.Nell’approccio occidentale, si vuole riser-vare a un robot il compito di migliorare laqualità della vita, affidandogli compiti fati-cosi o ripetitivi. In Giappone, invece, sistanno sviluppando numerosi robot usaticome compagni di giochi per i bambini e divita per gli anziani, come per esempio i ro-bot umanoidi e zoomorfi. Scintoismo ebuddismo intravedono un’anima anchenelle macchine, accolte positivamentedalle persone anche in veste di assistentipersonali. Nei comitati internazionalidella neonata disciplina roboetica, questiaspetti sono discussi con attenzione, e siguarda con preoccupazione all’enormestanziamento statunitense per la ricerca supossibili applicazioni militari della robo-tica; il soldato robot rimuove anche l’ul-timo deterrente per le guerre: la perdita ditruppe al fronte. Per robot candidati a la-vorare a stretto contatto con l’uomo, però,cade una condizione fondamentale validanella robotica industriale, cioè la segrega-zione tra operatori e linee di produzionerobotizzate, protette da gabbie: adesso sirichiedono robot capaci di un’interazionecon gli esseri umani.

Che cosa può dire degli standard di sicu-rezza e di affidabilità dei robot che interagi-scono con l’uomo?I robot attuali sono ancora molto peri-

colosi per l’interazione, e non esistono cri-teri di sicurezza standardizzati ai qualiuniformarsi, né è maturo lo studio di inter-facce in linguaggio naturale che permet-tano, ad esempio, di arrestare un robot in

maniera intuitiva in caso di emergenza. Ledue parole chiave sono quindi sicurezza eaffidabilità. Numerose soluzioni per ga-rantire una maggiore centralità di questirequisiti sono state proposte negli ultimianni, ma osserviamo una carenza di rego-lamentazione, e il problema di armoniz-zare la sicurezza con i tradizionali criteridi ottimalità di un sistema robotico (velo-cità e accuratezza) è ancora una sfidaaperta. Un robot è in grado di esercitareforze incredibili per compiere un lavoropesante. Se è necessaria la generazione diforze per sopperire a limiti fisici umani, lasicurezza è messa a rischio dalle masse ingioco.

Quali sono oggi le sfide più importanti dellarobotica?Nel prossimo futuro, metriche quanti-

tative devono essere introdotte anche inrelazione alla sicurezza di un tipo più inva-sivo di interazione con i sistemi robotici,come le protesi neurali, e alle responsabi-lità dei progettisti. Ogni tecnologia devefare i conti con una minimizzazione, nei li-miti del possibile, delle eventualità che larendono rischiosa: molti ricercatori nellecomunità robotica italiana ed europea sistanno dedicando con entusiasmo allo stu-dio del problema della sicurezza dei robotper ambienti domestici. Limitandoci ad unapproccio in cui non vi siano interfacce in-vasive, e l’interazione sia esterna, si de-vono definire leggi per il controllo dei ro-bot in modo che non feriscano gli utentidurante il normale funzionamento.Gli ap-passionati di fantascienza ricorderanno letre leggi di Asimov per la robotica, se-condo lequali un robot era obbligato a fun-zionare in maniera tale da non nuocere aun uomo (prima legge), obbedire agli or-dini umani (nel rispetto della prima legge)e preservare se stesso (nel rispetto delleprecedenti due leggi). È chiaro che non sipuò delegare tutto ad un cervello centra-lizzato dei robot: le leggi di Asimov sonofantascienza perché non è possibile com-prendere la volontà di un robot, né è possi-bile evitare fraintendimenti nel ragiona-

mento di un sistema intelligente: un robotpuò essere del tutto inconsapevole deidanni che sta causando. È chiaro a tutti chela dimensione fisica diventa anche più im-portante degli aspetti cognitivi (soprat-tutto in caso di comportamenti autonomidel robot), perché movimenti inattesi dellepersone possono trasformarsi in tragici im-patti. In ogni caso, aspetti cognitivi sonofondamentali per dotare il robot di inter-facce e sistemi di fusione sensoriale che lirendano più consapevoli e adattati all’in-terazione con persone.

Dobbiamo avere paura dei robot del fu-turo?La paura dei robot deriva dall’inconsa-

pevolezza delle possibili conseguenze delloro impiego. L’affidabilità del sistemadeve essere chiaramente comprensibile.Per questo obiettivo sono utili le prote-zioni passive: un robot è spesso minac-cioso, e un sistema soltanto elettronico perla sicurezza può apparire analogo all’ABSdella nostra automobile: presente ma nonvisibile, epertanto potenzialmente fonte dipreoccupazione perché soggetto a malfun-zionamenti, senza possibilità di scampo incaso di pericolo grave. D’altronde, conti-nuando con la metafora dell’automobile,che rappresenta una macchina molto peri-colosa divenuta un’amica quotidiana, leprotezioni passive su un robot svolgono ilruolo dell’abitacolo rinforzato: anche sel’elettronica cede, le conseguenze non sa-ranno fatali. Solo la sicurezza può renderela robotica ubiqua, oggetto di discussioneapprofondita in ambito scientifico. Co-munque non si tema un’invasione dei ro-bot: il rapporto con una nuova tecnologiadipende dalla storia e dalla cultura degliutenti: probabilmente, fuori dal Giapponein pochi lascerebbero i loro figli da soli conun robot, ma purtroppo esistono milioni dibambini cresciuti quasi esclusivamentecon la televisione e la PlayStation.

Professor Siciliano, La ringraziamo senti-tamente dell’interessante intervista.

Arturo Romer

rori della magistratura devono essere in-dennizzati e questo è anche un aspettonon secondario della stessa giustizia. Na-turalmente le cose si possono vedere daangolature diverse: un avvocato tenderàad afferrare gli aspetti giuridici della que-stione, mentre l’uomo della strada saràportato a valutazioni legate al modo cor-rente di ragionare, al senso comune. Di-ciamo al criterio di equità secondo il buonsenso.Detto questo, occorre aggiungere che

dalle carte processuali risulta che il me-dico avrebbe un imponibile annuo di oltre

due milioni di franchi ed un reddito note-volmente superiore; ciò potrebbe far sor-gere qualche domanda e qualche conside-razione. Sarà anche un bravo medico, manon credo neppure che sia l’Einstein deimedici. Se ci fosse maggior trasparenza sipotrebbe forse anche capire meglio que-sto vertiginoso aumento dei premi dellecasse malati. Diciamo inoltre che in prima battuta il

tribunale aveva dato ragione alla donna esolo in sede di ricorso la sentenza si era ro-vesciata, per cui la paziente è venuta a tro-varsi dall’altra parte, perdente e accompa-gnata dell’umiliazione e dalle beffe.Dulcis in fundo, è bene ricordare che

la richiesta del professionista è stata di

sette milioni di franchi, per perdita di gua-dagno, danno di immagine e inconve-nienti vari. Il giudice ne ha scalato sei egliene ha riconosciuto uno.Un milione è comunque sempre un

milione, non è uno scherzo. Personal-mente, anche dopo aver ascoltato gli argo-menti del penalista, rimango dell’opi-nione iniziale. Mettere a carico delCantone questo abbraccio da un milione,comunque sia andata, mi sembra una cosafuori di testa. Una sentenza che potrà es-sere occasione di dotte disquisizioni fragiuristi e legulei, ma davanti alla qualel’uomo della strada si sente rabbrividire.Per non aggiungere altro.

Armando Dadò

Il medico, la donna, l’abbraccio da un milione, continua da pag. 3

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