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IMPRESSUMLa Rivista -Mensile illustrato del Locarnesee Valli – Nº 6 giugno 2010 –Anno XVIITiratura: 9.500 copie – Lettori: 38.000Editore:Armando Dadò, LocarnoComitato di redazione: Romano Giovanettina,Mario Manfrina, Gianni Mondini,Arturo Romer,Claudio Suter, Luca TomamichelCaporedattore onorario:Gianni MondiniIn redazione:Maurizia Campo-Salvi,[email protected] e impaginazione: Cristina CostarellaAmministrazione, stampa:Tipografia Stazione SA, via Orelli 29, 6600 [email protected] – www.editore.ch – ccp 65-7774-9Servizio abbonamenti: [email protected]: tel. 091 751 63 36 – fax 091 752 10 26Abbonamento: Fr. 58.– annuo; sostenitoreFr. 70.– annuo; Copia singola Fr. 6.–Pubblicità: Gabriele Jezzi, [email protected]. 079 354 00 35 - tel. 091 857 01 09fax 091 857 56 12 - cp 84 - 6514 Sementina

EDITORIALE

La notizia è veramente sorprendentee, credo, non abbia precedenti nella storiadel Cantone.Unmedico ha avuto durantela visita ad una paziente un rapporto in-timo,da cui è scaturito un pandemonio.Lapaziente ha infatti accusato il medico diaver approfittato di lei, dopo averle som-ministrato un sedativo, necessario per leanalisi alle quali doveva essere sottopo-sta. Il medico, suo ex amico, avrebbe in-fatti approfittato dell’occasione per abu-sarne: una cosa riprovevole, un reato peril fatto come tale, ma anche aggravatodalle circostanze; da qui una denuncia cheè poi sfociata in un processo. Il medico ac-cusato ha però dato una versione diversa.Egli ha ammesso il rapporto, ma assicu-rando che non ci fu nessun abuso, essendola paziente consenziente, anzi avendogliteso una trappola.È pur vero che le norme deontologi-

che proibiscono queste ardite iniziativedurante una visita medica,ma la trasgres-sione delle prescrizioni non sono da con-siderare un reato penale.Resta il fatto chealla fine dell’annosa vicenda il medico èstato prosciolto non solo, ma la magistra-tura gli ha ora riconosciuto un’indennitàdi un milione di franchi. La cosa è a primavista sbalorditiva: infatti l’importo do-vrebbe essere a carico del Cantone, ov-vero dei cittadini ticinesi.Occorre inoltre aggiungere che la ve-

rità vera è difficile per non dire impossi-

bile da stabilire, non essendoci testimonioculari e quindi si tratta di accettare unaversione e di respingerne un’altra, masempre sulla base di elementi che non tro-vano conferma in testimonianze dirette.Che un amplesso venga alla fine dei contimesso a carico della comunità a me sem-bra uno scandalo. Non solo, ma potrebbecostituire un pericoloso precedente, che ciporta non molto lontano da quanto suc-cede nelle aule di giustizia della vicinaRe-pubblica.Parlandone però negli scorsi giorni

con un insigne penalista sopracenerino,l’ho sentito accreditare la tesi opposta,percui l’indennità sarebbe più che condivisi-bile. Infatti, il medico ha avuto da questastoria un gravissimo danno di immagine eprofessionale. Ha avuto inoltre a suo ca-rico le parcelle di avvocati e periti,per nonparlare d’altro.Inoltre non bisogna dimenticare che i

media si sono sbizzarriti senza limiti suquesto caso, anche per la morbosa curio-sità che il fatto trovava nell’opinione pub-blica. Il suo nome è stato per un certo pe-riodo sulla bocca di tutti e oggetto dimolte considerazioni non sempre edifi-canti.Infine va anche ricordato che l’inden-

nità non sarà realmente pagata dai citta-dini ticinesi,ma dalle assicurazioni.Gli er-

GiugnoCostellazioneGemelli

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SOMMARIOEditoriale diArmandoDadò 3Osservando la natura:I tesori nascosti delle «bolle» di Losonea cura di NathalieGhiggi 5Seguendo la croce di Gannarientedi Lorenzo Planzi 7Profili: Eva LautenbachdiMaurizia Campo-Salvi 8Novità alMuseo diValVerzascadiVeronica Carmine 13Il coraggio di dire «sì» o «no»di ElenaWalder 17Microfono aperto:Alex PedrazzinidiTeresioValsesia 19Nuove chiese confuse? diTita Carloni 23Skyscoop: da un «alto» punto di vista 25Sapore di... fragola 27I robot del prof.Bruno SicilianodiArturoRomer 29Il 40° di attività degliAmici della ferrovia 34GiuseppeMartini alMuseo diValmaggia 37FlavioGallotti «colora» la sua galleriadiAugustoOrsi 38Gioielleria Camorali da quarant’anni 41Ritorno inVallemaggiadiMarcoA.DeCarli 42Pittori locarnesi alla GalleriaMatasci 47A scuola di «bon ton» con FidodiMaurizia Campo-Salvi 48La boutique Luciana da 40 anni 51di NathalieGhiggiGli «Zero InOn» a San Pietroburgo 53Riccioli da 24 carati 57Sulle ali di JazzAscona Festival 59LaLodrino- Lavertezzo Skyrace 61Abbonati sostenitori - 3° elenco 63Cruciverba di giugno 67Le aziende informano 69Segnalazioni 71Attualità illustrata 75Congratulazioni e auguri… 76Motori di Sergio Fraschina 79Inmemoria 81Culle fiorite 85Albumdei ricordi 86

Copertina: compagni di giochi.© Tutti i diritti riservati.

Il medico, la donna,l’abbraccio da unmilione

Armando Dadò, segue a pag. 31

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Come è nata la robotica?La robotica ha radici culturali assai

profonde. Nel corso dei secoli l’uomo hacostantemente cercato di individuare deisuoi sostituti che risultassero in grado diemulare il suo comportamento nelle mol-teplici occasioni di interazione con l’am-biente circostante. Le motivazioni chehanno dato linfa a questa ricerca costantesono state e sono le più diverse, e fanno ri-ferimento a contesti filosofici, economici,sociali e scientifici. I libri di Asimov e i filmdi fantascienza hanno indubbiamente con-dizionato l’immaginario collettivo che èportato a individuare nel robot un an-droide che parla e cammina, vede e sente,con gesti e reazioni di tipo umano. In con-creto, possiamo definire robot (termine diorigine slava che significa letteralmente«lavoro») una qualsiasi macchina, in gradodi svolgere dei compiti in maniera automa-tizzata per sostituire o migliorare il lavoroumano.

Potrebbe spiegare ai nostri lettori il signifi-cato tecnico di robot?

Possiamo riferirci alla definizione della

robotica come quella scienza che studia laconnessione intelligente tra percezione eazione. L’azione è offerta da un sistemameccanico dotato di organi di locomo-zione per muoversi (ruote, cingoli, gambemeccaniche) e/o di organi di manipola-zione per intervenire sugli oggetti presentinell’ambiente circostante (braccia mecca-niche, mani artificiali, utensili). La perce-zione è affidata ad un sistema sensoriale ingrado di acquisire informazioni sul sistemameccanico e sull’ambiente (sensori di posi-zione, telecamere, sensori di forza e tattili).La connessione intelligente è affidata adun sistema di controllo che governa il motoin relazione a ciò che avviene nell’am-biente, secondo lo stesso principio del «fe-edback» (retroazione) che regola le fun-zioni del corpo umano.

Oggi troviamo dei robot ovunque. Qualisono le cause e le motivazioni della loro ra-pida diffusione?

I robot hanno trovato larga diffusionenell’industria a partire dagli anni ’70. La ri-duzione dei costi di produzione, l’incre-mento di produttività, il miglioramento

degli standard di qualità del prodotto e,non ultima, la possibilità di eliminare com-piti rischiosi o alienanti per l’operatoreumano inserito nel processo di produzionerappresentano i principali fattori chehanno determinato la diffusione della tec-nologia robotica nell’industria manifattu-riera, specialmente nel settore automobili-stico. La robotica industriale è da conside-rarsi come una tecnologia ormai matura.D’altro canto, con la locuzione di roboticaavanzata ci riferiamo alla scienza che stu-dia robot con spiccate caratteristiche di au-tonomia che operano in ambienti pocostrutturati. La robotica avanzata è ancoraoggi in età giovane; essa ha infatti espressoprevalentemente la realizzazione di proto-tipi, poiché la tecnologia associata non èancora matura. Le motivazioni che spin-gono l’avanzamento della conoscenza inquesto settore sono molteplici; esse vannodalla necessità di ricorrere ad automi perindisponibilità dell’operatore umano o permotivi di sicurezza dello stesso in ambientiostili (robot per l’esplorazione), alla op-portunità di sviluppare prodotti con mer-cati potenziali di ampie dimensioni chepuntano a migliorare la qualità della vita(robot di servizio).

Che cosa sono i robot di esplorazione equale è la loro importanza per l’uomo?

Ci si riferisce al contesto di inviare, inposti dove l’uomo potrebbe difficilmentesopravvivere, o dove comunque ci sia unrischio non sostenibile, dei robot che svol-gano compiti di esplorazione e riportinoall’operatore informazioni utili sull’am-biente, grazie all’impiego di opportunisensori a bordo. Una situazione tipica èquella dell’esplorazione di un vulcano, de-gli interventi in zone contaminate da gasvelenosi o radiazioni, oppure dei compitidi esplorazione sottomarina e spaziale.Come è ben noto, la NASA è riuscita amandare su Marte alcuni robot mobili (ro-ver) che sono stati in grado di navigare sulterreno marziano, tra sassi, colline e cre-pacci, e che, parzialmente guidati da terra,hanno condotto una esplorazione in ma-niera sufficientemente autonoma. Deimini� robot sono stati usati l’11 settembre2001 dopo il crollo delle Torri Gemelle aNew York per penetrare nelle macerie allaricerca di sopravvissuti.Analogo è lo sce-nario rappresentato da disastri causati daincendi in galleria o terremoti. In questesituazioni si ha sempre paura di ulteriori

Sogno e bisogno della vita quotidiana - Intervista al prof. Bruno Siciliano

I robot sono con noi,dentro di noi e tra noi

Lo scorso 18 maggio nel salone della SocietàElettrica Sopracenerina di Locarno, il prof.dott. ing. Bruno Siciliano ha tenuto una con-ferenza intitolata «I robot: sogno e bisognodella vita quotidiana». Cinquantenne, ordina-rio di Automatica e Robotica all’Università diNapoli Federico II, il professor Bruno Sici-liano (nella foto) è responsabile scientifico diPRISMA Labpresso il Dipartimento di Infor-matica e Sistemistica. «Fellow» delle associa-zioni scientifiche IEEE (Institute of Electricaland Electronics Engineers), ASME (AmericanSociety of Mechanical Engineers) e IFAC (In-ternational Federation of Automatic Control),ha pubblicato 250 articoli su riviste e a con-gresso e 7 libri sulla robotica. Il suo libro «Ro-botics: Modelling, Planning and Control» ètra i testi più adottati nelle università delmondo. È direttore editoriale di Springer Tracts in Advanced Robotics e ha curatoil libro «Springer Handbook of Robotics», per il quale è stato assegnato il mag-gior riconoscimento per l’editoria scientifica da parte di AAP (American Asso-ciation of Publishers). Ha partecipato a diversi progetti europei e attualmente co-ordina il progetto DEXMART sulla manipolazione destra bimanuale, finanziatonell’ambito del Settimo Programma Quadro. Ha ricoperto cariche rappresenta-tive nell’ambito di IEEE Robotics and Automation Society sino a diventarne Pre-sidente nel biennio 2008 - 2009. La Rivista ha approfittato della presenza dell’illustre relatore a Locarno per ri-volgergli alcune domande.

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30esplosioni, fughe di gas nocivo o crolli, equindi le squadre di soccorso composte dapersonale umano possono essere coadiu-vate da squadre di robot di salvataggio.Anche in campo militare, si impiegano ae-rei e missili a guida autonoma, ovvero ro-bot telecomandati, dotati di telecamereper ispezionare edifici.

Quali sono oggi le applicazioni dei robotnei servizi?

Effettivamente ci sono tantissime ap-plicazioni. Per esempio i veicoli a guidaautonoma vengono impiegati anche perapplicazioni civili, al servizio della mobi-lità dei cittadini, contribuendo peraltroalla riduzione dei tassi di inquinamento.Tali veicoli si inseriscono nel quadro deicosiddetti sistemi intelligenti di trasporto(ITS) dedicati alla gestione del traffico ne-gli agglomerati urbani.Molti paesi stannoinvestendo per creare il nuovo mercatodei robot di servizio che accompagne-ranno gli esseri umani nella vita di tutti igiorni. La tecnologia è pronta per trasfor-mare in prodotti commerciali i prototipi diausili robotici per aumentare l‘autonomiadi anziani e diversamente abili nelle atti-vità della vita quotidiana: dalle sedie a ro-telle autonome e i sollevatori per la mobi-lità, agli imboccatori per l’alimentazione eai manipolatori per consentire a personetetraplegiche di svolgere mansioni lavora-tive di tipo manuale. In prospettiva, al ca-meriere robotico tuttofare si contrappon-gono sistemi di assistenza integranti mo-

duli robotici, interconnessi tra loro conservizi telematici per la gestione della casa(domotica). Diversi sono i sistemi roboticidi servizio impiegati nella medicina. I si-stemi per la chirurgia assistita sfruttanol’elevata accuratezza del robot nel posi-zionare uno strumento (per esempio, nel-l’impianto di una protesi d’anca), o ancoraper la chirurgia minimamente invasiva(per esempio, in cardiochirurgia) in cui ilchirurgo tele� opera il robot da una sta-

zione di comando separata dal tavolo ope-ratorio, seduto davanti a un computer emanovrando una interfaccia aptica. An-cora, nei sistemi per la diagnostica e la chi-rurgia endoscopica, piccoli robot telegui-dati dal medico navigano nelle cavità delnostro corpo (per esempio, nell’apparatodigerente) trasmettendo immagini al-l’esterno o intervenendo in situ per biop-sie, rilascio di farmaci o asportazione diformazioni neoplastiche. Infine, nei si-stemi per la riabilitazione motoria, un pa-ziente emiplegico indossa un esoschele-tro, che interviene attivamente per soste-nere e correggere i movimenti.

Le sue ricerche si concentrano in partico-lare sull’interazione tra robot e esseriumani. Quali sono le speranze e le pro-messe in questo settore della robotica?Quali i problemi di natura etica?

Ci accorgiamo che un nuovo ritrovatoè diventato di uso quotidiano quando nes-suno si stupisce più della sua presenza neinostri ambienti. Al loro esordio nel mondodegli umani, tutte le nuove tecnologiehanno provocato sentimenti forti cometerrore, ammirazione, idolatria, o luddi-smo. Le locomotive, le automobili, i perso-nal computer e i telefoni cellulari hannoimpiegato diversi anni prima di diventarefamiliari a tutti nella vita di ogni giorno.Sembra che la prossima tecnologia candi-data a diventare pervasiva nella nostraquotidianità sia quella robotica. Parados-salmente rallentati dalle eccessive attese

Immaginario e realtà. Dallo scrittore IsaacAsimov ad ASIMO .

I campi di utilizzazione e applicazione della robotica sono assai numerosi e diversificati.

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31dell’intelligenza artificiale e della fanta-scienza, molti robot domestici sono pres-soché pronti per l’utilizzo di massa, e nu-merosi centri di ricerca suggeriscono cherobot manipolatori mobili entrerannomolto presto nelle case e negli uffici. Tutta-via, sono ancora pochi i sistemi commer-cializzati. L’estensione delle applicazionirobotiche dall’industria manifatturiera aicontesti quotidiani è in crescita per il pro-gressivo invecchiamento della popola-zione delle nazioni più industrializzate, eper semplificare alcuni compiti quotidiani.Nell’approccio occidentale, si vuole riser-vare a un robot il compito di migliorare laqualità della vita, affidandogli compiti fati-cosi o ripetitivi. In Giappone, invece, sistanno sviluppando numerosi robot usaticome compagni di giochi per i bambini e divita per gli anziani, come per esempio i ro-bot umanoidi e zoomorfi. Scintoismo ebuddismo intravedono un’anima anchenelle macchine, accolte positivamentedalle persone anche in veste di assistentipersonali. Nei comitati internazionalidella neonata disciplina roboetica, questiaspetti sono discussi con attenzione, e siguarda con preoccupazione all’enormestanziamento statunitense per la ricerca supossibili applicazioni militari della robo-tica; il soldato robot rimuove anche l’ul-timo deterrente per le guerre: la perdita ditruppe al fronte. Per robot candidati a la-vorare a stretto contatto con l’uomo, però,cade una condizione fondamentale validanella robotica industriale, cioè la segrega-zione tra operatori e linee di produzionerobotizzate, protette da gabbie: adesso sirichiedono robot capaci di un’interazionecon gli esseri umani.

Che cosa può dire degli standard di sicu-rezza e di affidabilità dei robot che interagi-scono con l’uomo?I robot attuali sono ancora molto peri-

colosi per l’interazione, e non esistono cri-teri di sicurezza standardizzati ai qualiuniformarsi, né è maturo lo studio di inter-facce in linguaggio naturale che permet-tano, ad esempio, di arrestare un robot in

maniera intuitiva in caso di emergenza. Ledue parole chiave sono quindi sicurezza eaffidabilità. Numerose soluzioni per ga-rantire una maggiore centralità di questirequisiti sono state proposte negli ultimianni, ma osserviamo una carenza di rego-lamentazione, e il problema di armoniz-zare la sicurezza con i tradizionali criteridi ottimalità di un sistema robotico (velo-cità e accuratezza) è ancora una sfidaaperta. Un robot è in grado di esercitareforze incredibili per compiere un lavoropesante. Se è necessaria la generazione diforze per sopperire a limiti fisici umani, lasicurezza è messa a rischio dalle masse ingioco.

Quali sono oggi le sfide più importanti dellarobotica?Nel prossimo futuro, metriche quanti-

tative devono essere introdotte anche inrelazione alla sicurezza di un tipo più inva-sivo di interazione con i sistemi robotici,come le protesi neurali, e alle responsabi-lità dei progettisti. Ogni tecnologia devefare i conti con una minimizzazione, nei li-miti del possibile, delle eventualità che larendono rischiosa: molti ricercatori nellecomunità robotica italiana ed europea sistanno dedicando con entusiasmo allo stu-dio del problema della sicurezza dei robotper ambienti domestici. Limitandoci ad unapproccio in cui non vi siano interfacce in-vasive, e l’interazione sia esterna, si de-vono definire leggi per il controllo dei ro-bot in modo che non feriscano gli utentidurante il normale funzionamento.Gli ap-passionati di fantascienza ricorderanno letre leggi di Asimov per la robotica, se-condo lequali un robot era obbligato a fun-zionare in maniera tale da non nuocere aun uomo (prima legge), obbedire agli or-dini umani (nel rispetto della prima legge)e preservare se stesso (nel rispetto delleprecedenti due leggi). È chiaro che non sipuò delegare tutto ad un cervello centra-lizzato dei robot: le leggi di Asimov sonofantascienza perché non è possibile com-prendere la volontà di un robot, né è possi-bile evitare fraintendimenti nel ragiona-

mento di un sistema intelligente: un robotpuò essere del tutto inconsapevole deidanni che sta causando. È chiaro a tutti chela dimensione fisica diventa anche più im-portante degli aspetti cognitivi (soprat-tutto in caso di comportamenti autonomidel robot), perché movimenti inattesi dellepersone possono trasformarsi in tragici im-patti. In ogni caso, aspetti cognitivi sonofondamentali per dotare il robot di inter-facce e sistemi di fusione sensoriale che lirendano più consapevoli e adattati all’in-terazione con persone.

Dobbiamo avere paura dei robot del fu-turo?La paura dei robot deriva dall’inconsa-

pevolezza delle possibili conseguenze delloro impiego. L’affidabilità del sistemadeve essere chiaramente comprensibile.Per questo obiettivo sono utili le prote-zioni passive: un robot è spesso minac-cioso, e un sistema soltanto elettronico perla sicurezza può apparire analogo all’ABSdella nostra automobile: presente ma nonvisibile, epertanto potenzialmente fonte dipreoccupazione perché soggetto a malfun-zionamenti, senza possibilità di scampo incaso di pericolo grave. D’altronde, conti-nuando con la metafora dell’automobile,che rappresenta una macchina molto peri-colosa divenuta un’amica quotidiana, leprotezioni passive su un robot svolgono ilruolo dell’abitacolo rinforzato: anche sel’elettronica cede, le conseguenze non sa-ranno fatali. Solo la sicurezza può renderela robotica ubiqua, oggetto di discussioneapprofondita in ambito scientifico. Co-munque non si tema un’invasione dei ro-bot: il rapporto con una nuova tecnologiadipende dalla storia e dalla cultura degliutenti: probabilmente, fuori dal Giapponein pochi lascerebbero i loro figli da soli conun robot, ma purtroppo esistono milioni dibambini cresciuti quasi esclusivamentecon la televisione e la PlayStation.

Professor Siciliano, La ringraziamo senti-tamente dell’interessante intervista.

Arturo Romer

rori della magistratura devono essere in-dennizzati e questo è anche un aspettonon secondario della stessa giustizia. Na-turalmente le cose si possono vedere daangolature diverse: un avvocato tenderàad afferrare gli aspetti giuridici della que-stione, mentre l’uomo della strada saràportato a valutazioni legate al modo cor-rente di ragionare, al senso comune. Di-ciamo al criterio di equità secondo il buonsenso.Detto questo, occorre aggiungere che

dalle carte processuali risulta che il me-dico avrebbe un imponibile annuo di oltre

due milioni di franchi ed un reddito note-volmente superiore; ciò potrebbe far sor-gere qualche domanda e qualche conside-razione. Sarà anche un bravo medico, manon credo neppure che sia l’Einstein deimedici. Se ci fosse maggior trasparenza sipotrebbe forse anche capire meglio que-sto vertiginoso aumento dei premi dellecasse malati. Diciamo inoltre che in prima battuta il

tribunale aveva dato ragione alla donna esolo in sede di ricorso la sentenza si era ro-vesciata, per cui la paziente è venuta a tro-varsi dall’altra parte, perdente e accompa-gnata dell’umiliazione e dalle beffe.Dulcis in fundo, è bene ricordare che

la richiesta del professionista è stata di

sette milioni di franchi, per perdita di gua-dagno, danno di immagine e inconve-nienti vari. Il giudice ne ha scalato sei egliene ha riconosciuto uno.Un milione è comunque sempre un

milione, non è uno scherzo. Personal-mente, anche dopo aver ascoltato gli argo-menti del penalista, rimango dell’opi-nione iniziale. Mettere a carico delCantone questo abbraccio da un milione,comunque sia andata, mi sembra una cosafuori di testa. Una sentenza che potrà es-sere occasione di dotte disquisizioni fragiuristi e legulei, ma davanti alla qualel’uomo della strada si sente rabbrividire.Per non aggiungere altro.

Armando Dadò

Il medico, la donna, l’abbraccio da un milione, continua da pag. 3

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