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Educazione PsicoSociale al Contatto - dianamagri.com · il movimento diventano strumenti e...

Date post: 17-Feb-2019
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UN VILLAGGIO A FORMA DI CRETA Educazione PsicoSociale al Contatto laboratorio di esplorazione tattile e narrazione per bambini della scuola d’infanzia e primaria a cura di Diana Magri unvillaggioaformadicreta.com dema Associazione Culturale C.F. 12410331007 http://demaassociazioneculturale.weebly.com e [email protected]
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UN VILLAGGIO A FORMA DI CRETA

Educazione PsicoSociale al Contatto!laboratorio di esplorazione tattile e narrazione per bambini della scuola d’infanzia e primaria

!a cura di!

Diana Magri!!unvillaggioaformadicreta.com

dema Associazione Culturale C.F. 12410331007 http://demaassociazioneculturale.weebly.com e [email protected]

Educazione Sentimentale, Educazione al Contatto Per poter sentire bisogna immaginare, per poter immaginare bisogna sentire. Il Sentire, la conoscenza, l’empatia, il riconoscimento degli stati emotivi si fondano sulla soddisfazione del bisogno universale dell’uomo di rispecchiamento e accoglienza del proprio essere attraverso la relazione. L’educazione sentimentale proposta per la scuola è un’educazione al sentire, che coinvolge diversi processi psicologici. Perciò parliamo di Educazione al Contatto, con se stessi, con gli altri, con il mondo e le sue espressioni. !Educare al Contatto. Breve introduzione sul lavoro psicoeducativo attraverso la creta, il movimento, la narrazione. Crepet parla di un’educazione che insegni ad amarsi, stimarsi, sentirsi: nel vivente questo avviene attraverso la complessa organizzazione dei canali sensoriali, che, fin dalla nascita, forniscono all’uomo lo strumento per strutturarsi, conoscere il mondo, entrare in contatto con esso e dare forma alla propria identità. Per poter educare a ‘sentire’ partiamo dunque da esperienze sensoriali che accompagnino i bambini a fare esperienza di rispecchiamento, fiducia, espressione, contenimento, sostegno, apprendimento di nuove modalità di contatto ed organizzazione dell’Io, nella possibilità di far dialogare struttura e libertà. Il Sentire deriva dal Contatto con se stessi e con gli altri ed al tempo stesso il contatto genera il sentire. Il tatto è il senso primario che organizza l’ entrare in ‘relazione con’ ed è utilizzato come metafora per parlare di modi di essere e di fare con noi stessi e con l’altro (L’Io-Pelle, D. Anzieu 1987; Contatto Interpersonale, V. Ruggieri, S. Giustini, 1995). E’ uno dei primissimi canali sensoriali attraverso cui il bambino fa conoscenza di sé e del mondo, a partire dal contatto con la madre nella pancia, appena nato e durante il suo sviluppo. Questo canale modula il movimento che struttura il contatto relazionale, inscrivendo modalità e schemi operativi, e contribuisce alla formazione della propria presa di coscienza, della definizione dei confini corporei, giocando un ruolo fondamentale nel processo di definizione e riconoscimento dell’Io e del Tu, del dentro e del fuori, in sinergia con gli altri canali sensoriali. Dunque il tatto, il movimento cinestesico e le gestualità che sorgono dai primi contatti diventano esperienze con sé e con le proprie figure affettive e vanno a formare le rappresentazioni dell’Io, del dentro e fuori e del proprio modo di ‘entrare in relazione con’, che chiamiamo

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stile di contatto. Premere, sfiorare,accarezzare, sostenere, scivolare etc, diventano metafore concrete del proprio mondo interno e di relazione. Centro cardine del lavoro proposto è il ’come’. In questo lavoro la creta la narrazione e il movimento diventano strumenti e materiali su cui proiettare il proprio immaginario affettivo interiore. Il CONTATTO: la parola stessa include il senso del tatto, che, diventando gesto, veicola, secondo l’ottica psicofisiologica adottata (V. Ruggieri già Prof. de La Sapienza Roma; A.E.P.C.I.S.), la modulazione delle relazioni. Il tipo di gestualità è il protomentale della relazione e del modo di percepire il mondo, ad esempio: il trattenere e il contenere strutturano processi di assimilazione, controllo, inibizione, attesa; frammentare fonda i processi di analisi, separazione, di digestione, di aggressività; accarezzare strutturare la possibilità di sentire i propri confini e sentirsi interi etc. In un’ottica che promuove la cultura dell’inclusione, ogni gesto è considerato necessario nello strutturarsi dell’identità e possibilità relazionale del bambino ed è centrale il ruolo di ogni gesto per la sua funzionalità, nella sua modulazione in relazione al contesto, perché va ad inscrivere l’esperienza nelle rappresentazioni di sé, del mondo e delle proprie possibilità. Per questo motivo tale intervento di Educazione al Contatto si dispone come intervento di Prevenzione. !La creta la narrazione ed il movimento come mediatori transizionali per un percorso di Educazione al Contatto. Il laboratorio, condotto da una psicologa esperta in artiterapie, propone un percorso psicoeducativo attraverso l’uso della creta unito a esperienze di movimento, narrazione e canto. Questo materiale naturale rispecchia ogni gesto che il bambino compie permettendogli di scoprire autonomamente la realtà, esplorarla e, agendo su di essa, ricrearla. Molte le ricerche scientifiche a riguardo: la creta è un elemento capace di rispecchiare ogni gesto del bambino e di renderlo tangibile e visibile, andando a soddisfare il bisogno primario di riconoscimento. Oggetto transizionale, l’uso della creta come mezzo psicoeducativo diventa strumento conoscitivo e proiettivo: alla stregua delle associazioni libere, con questo mezzo si intrecciano parola, tatto ed organizzazioni visuo-postural-spaziali, muscolari dunque, ed immaginative. Inoltre, dal modo in cui si entra in contatto con la materia si possono osservare gli stili di attaccamento personali (teoria dell’attaccamento di J. Bowlby e classificazioni di M. Ainsworth). Attraverso il canale cinestesico ed il dialogo tonico che si genera giocando con la creta e con il movimento si lavora sul protomentale dell’esperienza

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(concetto bioniano riletto da V. Ruggieri), riscrivendo nella materia e nella propria esperienza dei vissuti personali e dei processi di sviluppo, rappresentando concretamente nella manipolazione vissuti, e scoprendo possibilità e risorse personali, integrandole nella propria unità psicofisica e nell’esperienza di sè, creando nuovi insight, nuove 'connessioni’ immaginative, percettive e modulando in modo sempre più ampio il proprio corredo gestuale, che rispecchia il proprio sentire e le personali possibilità di entrare in relazione con la realtà. La narrazione di favole è una componente fondamentale che nasce insieme all’esplorazione della creta e proprio per questo suo nascere dai sensi può essere considerata essa stessa gesto ed organizzazione della gestualità, e può supportare e favorire i processi cognitivi e le competenze linguistiche e logiche. Tutto questo favorisce un arricchimento delle risorse del bambino, del suo senso di competenza e fiducia in sè. Accanto a narrazioni di fiabe originali e tradizionali, verranno elaborate fiabe a partire dai contenuti dei bambini. !Obiettivi Il percorso cerca di garantire e proteggere le normali condizioni di gioco che danno vita ad uno spazio potenziale, a metà fra il mondo interno del bambino e quello esterno, dove il materiale utilizzato è il mezzo fra questi due mondi, il tramite fra il bambino e i genitori, fra un controllo magico ed una realtà non totalmente controllabile. Dunque giocare in quest’area consente di sperimentare uno spazio di rilassamento, di riposo e sospensione tipico del gioco, in cui è possibile sperimentare sentimenti di fiducia nell’altro e in se stesso (Winnicott) accompagnando il bambino nel complesso cammino della separazione ed individuazione. Le esperienze raccolte nel corso del tempo del gioco contribuiscono così alla formazione dell’unità dell’esserci, da cui deriva la formazione del piacere di essere al mondo (V. Ruggieri) e la possibilità di partire da sé in modo autentico per entrare in relazione con gli altri. Gli obiettivi del lavoro sono legati al supporto di fattori evolutivi su più livelli: sensoriale, psicologico, narcisistico. Per un’educazione al contatto è necessario garantire un processo di sperimentazione rispettoso dei tempi di ognuno, in cui il bambino possa stare con l’informe, senza sovraimporre precoci forme e rappresentazioni, per poi attraversare la gestualità ed arrivare alla conseguente creazione di forme caratteristiche di questa età (la pizza ad esempio)

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necessarie allo sviluppo dell’assertività, della creatività, dell’interiorizzazione delle figure affettive, della propria soggettività. Schiacciare, fare impronte, frammentare e ricomporre sono gesti che consentono la concreta formazione di risorse e di immagini personali attraverso i canali sensoriali. Fare esperienza di una relazione che accoglie, creando ascolto e comprensione, permette di lavorare sulle rappresentazioni di sé e dell'altro e può inscrivere, in forma maieutica, nel vissuto del bambino e del gruppo lo sviluppo di immaginari d’inclusione, di accettazione delle differenze e di riconoscimento del loro valore a rinforzare le risorse dei bambini accompagnandoli nel sentirsi, riconoscere, comprendere, dare forma alle risposte emotive, al fine di migliorare il contatto con se stessi e gli altri e per un’azione di prevenzione sul singolo e sul gruppo (prevenzione alla violenza, al bullismo, allo sviluppo di fenomeni maggiori di depressione e ansia, di problematiche legate agli apprendimenti). Il lavoro psicopedagogico di educazione al contatto è uno strumento fondamentale nella scuola perché contempla un’azione di supporto alla formazione attraverso esperienze che contribuiscano allo sviluppo dell’organizzazione del bambino come Soggetto e Protagonista della propria esperienza di vita e nell’esperienza formativa, sostenendolo/a negli aspetti relazionali, tipici dell’età e rinforzando le risorse interiori per poter far fronte a vissuti emotivi; rinforza il riconoscimento della propria identità, l’autostima e favorisce uno spazio non giudicante in cui potersi conoscere, senza giudizio, aumentando i gradi di libertà (ovvero le possibilità) espressivi e relazionali, verso la ricerca di un Io stabile e flessibile. Il Percorso: !promuove il rispecchiamento dei bambini/e e la percezione del loro gesto sulla realtà aiuta la modulazione della gestualità, del dialogo tonico, che racchiude i processi di strutturazione dell’Io sostiene la crescita nella formazione delle funzioni cognitive, emotive, motivazionali crea le condizioni perché il bambino si confronti con la noia e le regole è volto a migliorare l’integrità dell’Io a riconoscere, dare spazio, forma ed esprimere sentimenti di difficile gestione in un contesto protetto

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supporta processi cognitivi, di attenzione, assimilazione, formulazione del pensiero operatorio e pre-operatorio, integrandoli nell’organizzazione dell’Io degli aspetti emotivi e sentimentali facilita processi di separazione / individuazione e di riformulazione della costanza oggettuale favorisce la formulazione del linguaggio nella narrazione facilita il confronto fra pari ed è indicato anche per il sostegno psicologico in caso di problematiche quali: disturbi del linguaggio, ritardi, deficit sensoriali ed alcuni deficit motori, disturbi del comportamento, dsa, problematiche relazionali, di separazione, di gestione dell’ansia, dell’umore, fobie, fobie scolari, disturbi psicosomatici e dell’immagine corporea, mutismo selettivo,etc. !Attraverso questo lavoro si vuole agire in modo diretto sulla promozione di un pensiero sociale che supporti la presa di coscienza del proprio sentire e di quello altrui, l’interdipendenza e la possibilità di restare in contatto con gli altri, l’inclusione (di parti di sé in primis) al posto dell’esclusione, il comprendere al posto del capire, la struttura e la regola come mezzo e non come fine, l’esperienza come strumento di conoscenza, il rapporto fra individuo e contesto. Chi scrive è fortemente convinta che questi principi possono essere trasmessi fin da piccolissimi, tenendo conto del diverso livello di sviluppo psicologico e quindi delle differenti necessità dei bambini. !Metodologia La metodologia elaborata in questi anni di lavoro si fonda sull’approccio psicofisiologico bio-esistenzialista. Consideriamo il contatto, l’esplorazione, il piacere, come elementi portanti della costruzione dell’identità, della relazione, dell’apprendimento. In questa lettura tutto ciò che si manifesta in una persona è il frutto di un processo di sintesi che la persona stessa attua, in una relazione circolare tra immaginazione ed espressione posturale, visiva, spaziale. L’attenzione è rivolta sempre ad un ‘come’ che coinvolge tutto l’atteggiamento corporeo in cui sono racchiusi gesti abituali, gesti trattenuti e espressivi di un modo di organizzare se stessi e la relazione. Venendo

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rispecchiato dalla materia il bambino (e il genitore nei percorsi dedicati alla genitorialità) può prendere contatto con il proprio essere ed il suo modo di relazionarsi. Durante gli incontri vengono proposte alcune esperienze attraverso la creta, dedicate alla possibilità di vivere la propria gestualità in uno spazio protetto, senza giudizio. Vengono proposte esperienze per la conoscenza di diverse qualità sensoriali (duro, morbido, liquido, sabbioso etc) e le diverse possibilità di utilizzo che queste consentono, stimolando indirettamente associazioni sinestesiche e la formazione di nuove rappresentazioni. Si lavora al ritrovamento delle opere, che potranno essere modificate o meno dai bambini, per consentire il vissuto di costanza dell’oggetto e di fiducia, necessari alla trasformazione e all’interiorizzazione della realtà e delle opere da loro create, espressione dei loro affetti. Sottolineiamo inoltre l’aspetto del piacere ed il riconoscimento di questo come veicolo imprescindibile che connota esperienze di conoscenza di sé e del mondo. Il programma viene modulato continuamente sulle scoperte del gruppo, sul riconoscimento ed il dialogo dei temi nati dalle opere e dalle narrazioni spontanee che i bambini fanno. Le proposte quindi verranno articolate sulla base del gruppo, promuovendo lo stare insieme come risorsa, attraverso il rispecchiamento e la elaborazione dei temi emersi. L’obiettivo non è una forma precostituita, ma attivare ed accompagnare il processo di contatto riconoscendo e dando valore ad una forma per il bambino realmente significativa. In questo percorso la creta diventa al contempo matrice e creazione dell’esperienza. Attraverso tali letture è possibile intervenire, mediante la materia e le esperienze proposte, lavorando su alcuni bisogni fondamentali, quali la possibilità di stare con l’informe, il contenimento, l’unione, la separazione, la definizione dei confini, il limite, la modulazione dello stile di contatto. Viene incentivata l’ esplorazione, espressione e modulazione all’interno della relazione, sostenendo così, attraverso la circolarità fra percezione e rappresentazione, la costruzione di nuove integrazioni, di nuovi gradi di libertà più ampi, e quindi di possibilità nella modulazione del gesto e nella costruzione del sentimento, del to feel, base fondante la costruzione dell’identità. ‘Come mi sento, come entro in contatto, come sto, come vado?’: attraverso il lavoro con gli strumenti della psicologia e dell’arteterapia si creano nuovi spazi di immaginazione e d’inclusione di parti di sè, si insegna a stare nella sospensione e nell’attesa, si genera l’interiorizzazione di uno spazio-tempo di riflessione dove poter attingere, si arricchiscono e rinforzano le rappresentazioni di sé verso un’integrazione e valorizzazione della

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propria identità e soggettività. Come nel teatro, così nella pratica di esperienze con la materia, la relazione (con la creta e con l’atro) diventa al contempo mezzo e origine dei processi trasformativi che genera. Attraverso gli strumenti della psicologia e dell’arteterapia ad orientamento psicofisiologico integrato si suggeriranno ai bambini esperienze di contatto con la materia, giochi di movimento e narrazione. Le proposte si articolano attraverso una lettura psicodinamica e dei bisogni di sviluppo espressi del singolo bambino e dal gruppo durante l’incontro, quindi si affronteranno, attraverso le narrazioni e l’esplorazione tattile, paure ed angosce relative tematiche quali la separazione, l’individuazione, la frustrazione, la percezione del limite, l’attesa, l’elaborazione di una perdita, risposte emotive in genere classificate come ‘negative’ , la paura, l’aggressività, tematiche psicofisiologiche come l’alimentazione e la digestione, attraverso l’articolazione di esperienze gestuali e narrative adeguate. Ogni gesto, anche quello narrativo, fonda una riscrittura del sentirsi e della relazione e, attraverso questa, dell’immagine di sé. Tematiche protomentali che organizzano l’unità psicofisica psicodinamica del bambino e l’intreccio delle sue funzioni emotive e cognitive: !Lo Spazio ed il Tempo / I Confini Corporei e lo Spazio Personale / Il Segno ed il Gesto (dallo scarabocchio all’informe) / Il Rispecchiamento / L’attesa e l’attenzione / Le risposte e la trasformazione / Il Movimento e il Sentirsi / Il Come / L’Io e il Tu / Dare Forma attraverso le mani la voce il movimento (narrazione, canto e danza a partire dal tatto e dalle opere di creta) / Il Luogo sicuro , la Separazione, l’Individuazione / Temi presenti anche nelle Favole (abitare, viaggiare, costruire, distruggere, ricreare, gli opposti, gli eroi e i nemici) !Creta: si passerà da opere personali ad opere d’insieme, giocando a creare diverse combinazioni spaziali, esplorando varie gestualità e rinforzando la soddisfazione ed il compimento di quelle gestualità necessarie che i bambini esprimeranno, trasformandole in opere temporanee o permanenti, in danza o piccole rappresentazioni teatrali. Fondamentale sarà il ‘rispetto dell’informe’, lasciando lo spazio per il contatto e non definendo a priori l’opera, la materia plasmata, non sostituendosi dunque alla scoperta del bambino, ma consentendogli di fare esperienza di

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questa forma particolare di ‘scarabocchio tridimensionale’ che in sé contiene il protomentale dell’esperienza di contatto. Spazio: si userà un tappeto plastificato che stabilisce un perimetro dell’area di gioco preciso, per poter lavorare con la creta in molte posizioni, perché anche se sono le mani implicate più palesemente, l’attenzione è rivolta sempre ad un ‘come’ che coinvolge tutto l’atteggiamento corporeo (visuo-postural-spaziale). Rituali, Narrazioni, Voce e Movimento: useremo filastrocche e racconti, giochi di movimento, ritmo e canti per creare le condizioni di gioco e fornire una base costante e dei riferimenti in cui i bambini abbiano piacere e fiducia nel ritrovarsi. Una creazione di creta può diventare personaggio di una fiaba e di un’azione teatrale; il canto e la musica diventano esperienza di coralità e di unione con il movimento e l’esplorazione tattile sulla creta. Tutti i sensi sono coinvolti. Materiali: anche questi serviranno a garantire e promuovere delle condizioni di gioco e di riposo creativo. Insieme alla creta, che sarà esplorata in varie stati (morbida, dura, liquida, sabbiosa) verranno impiegati oggetti di uso comune quali sassolini, matite, pasta, conchiglie, che si trasformeranno in nuovi oggetti e personaggi fantastici. L’uso di questi oggetti con la creta favorisce la sperimentazione di nuove gestualità ricercate dal bambino stesso, alimenta l’osservazione e la costruzione di nuove spazialità e associazioni. !MODALITA’ e COSTI Il progetto si articola in 24 incontri, per piccoli gruppi di 10 bambini ciascuno. E’ possibile formare più gruppi. Ogni incontro ha la durata di 1h ,15 (allestimento e svolgimento). E’ necessario uno spazio il più possibile vuoto e senza specchi. Gli incontri includono due restituzioni ai genitori. E’ possibile l’avvio di incontri extra di gioco insieme, da pagare a parte, pomeridiani, per genitori e figli. Questi ultimi strumenti sono a servizio di un sostegno alla genitorialità in sinergia con il lavoro laboratoriale e scolastico. Il costo per i 24 incontri è di 160 euro totali a bambino + 10 euro per materiali una tantum. Il costo per singoli incontri in un piccolo gruppo genitori-figli è di 25 euro. I costi sono considerati iva esclusa. !!

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Lo Spazio, la costruzione delle Ritualità. Dal disegno alla materia

Le Tovagliette Personali il mio spazio per creare,

distruggere, ricreare

!Mani in Movimento

mani che schiacciano, pizzicano, arrotolano e tutto il corpo partecipa

tocchiamo e disegniamo

quello che le mani hanno

‘visto’

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OPERE DI GRUPPO

boschi, fattorie, nascondigli,vulcani: abitare e costruire lo spazio

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OPERE PERSONALI il mio spazio, la mia presenza, il

mio luogo sicuro, la mia soggettività

tane, luoghi sicuri, mamma,papà…dare

forma al proprio mondo affettivo, alle paure, al distacco, all’incontro,

al contatto

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OPERE PERSONALI l’informe, i gesti, le posizioni, l’io nel riposo creativo

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…creta dura….

… creta in polvere…

dalla creta morbida…

GLI STATI DELLA CRETA esplorazione tattile e trasformazione degli elementi

l’osservazione, l’attesa, la scoperta, le nuove associazioni

… creta liquida

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STRUMENTI la creta ed altri oggetti

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e ancora s’intrecciano nel percorso !

ESPERIENZE DI MOVIMENTO

FIABE, ASCOLTO

NARRAZIONE

RITUALI, FILASTROCCHE E CANTI

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!Associazione Culturale

dott.ssa Diana Magri

psicologa, danzatrice, esperta in artiterapie ad orientamento psicofisiologico integrato; perfezionamento professionale presso Neuropsichiatria Infantile A.S.L. Napoli 1 distr. 27. Accanto all’attività privata e a quella artistica, conduce gruppi di sostegno allo sviluppo, alla genitorialità, per adulti, disabili, operatori sociali,

insegnanti. Collabora con diverse cooperative e Associazioni fra Roma e Napoli (Patatrac, Folias, Ricreazione, Ad Alta Voce, Dedalus, Mus-e onlus, Le

Kassandre, Matrix etc), lavorando in diversi contesti che si occupano d’infanzia e genitorialità. Dal 2011 scrive e conduce i progetti Un Villaggio a Forma di Creta e

La Danza degli Elementi per le scuole d’infanzia e elementari e In-Con-Tra, percorso di sostegno alla genitorialità rivolto a genitori e figli.!

3332264516/ dianamagri.com

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‘Io contesto la tesi che la civiltà si associ esclusivamente a società guerriere androcratiche. Il principio su cui si fonda ogni civiltà si trova al livello della sua creatività artistica, nei suoi progressi estetici , nella

produzione di valori non materiali e nella garanzia della liberà individuale che rendono significativa e piacevole la vita di tutti i cittadini, nel quadro di un equilibrio di potere equamente ripartito tra i sessi' !

da La Civiltà della Dea di MARIJA GIMBUTAS

per ulteriori approfondimenti sul progetto unvillaggioaformadicreta.com

!!!! !!!!!Questo piccolo mito della Nuova Guinea rappresenta un’idea centrale attorno alla quale si sviluppa il lavoro dell’associazione: la creazione di ciò che è commestibile e nutriente, l’assimilazione, l’interiorizzazione e la trasformazione, partono dalla frammentazione, in un andamento circolare di scomposizione e rinascita. Questi processi vitali sono la base della formazione dell’Io, del gioco e della crescita, per un bambino come per l’adulto. Così come la coltivazione di piante e tuberi anche tali fenomeni circolari di attesa, frammentazione, creazione, ricomposizione, hanno bisogno di un tempo e di uno spazio rispettosi e giusti, dove per giusti s’intende possibili e necessari per la stagione della persona, della sua materia, delle sue risorse. Ogni attività proposta parte dall’idea fondamentale che lo spazio di esperienza non debba proporre forme precoci e predisposte cui adeguarsi, ma creare le condizioni necessarie per condurre la persona a sentire ed esplorare il proprio sentire, dando valore a questo ed alle forme che da questo nascono. !Finalità

l’Associazione ha per finalità la promozione del gioco e di condizioni ed esperienze di integrazione psicofisica del singolo e dei gruppi, del bambino e dell’adulto, la promozione dell'incontro intergenerazionale, la promozione di produzioni artistiche, di una pedagogia della competenza, attraverso la consulenze cliniche, laboratori psicoeducativi e di arteterapia, il gioco nelle sue diverse espressioni creative (pittura, creta, danza, canto, video, fotografia) con particolare attenzione al rispetto delle fasi di sviluppo della persona ed al contesto sociale in cui interviene. !Attività: dal 2013 l’associazione proponeLaboratori e percorsi psicoeducativi di pittura, creta, danza, canto, musica, teatro, scrittura, poesia Atelier Bosco Dentro dedicato alla pratica del gioco del dipingere sperimentato da Arno Stern Consulenze Psicologiche e percorsi di Arteterapia ad orientamento psicofisiologico bioesistenzilista (A.E.P.C.I.S.)!

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dema è il nome di una divinità, un antenato primordiale, che viene sconfitto e ucciso: dai suoi frammenti nasceranno piante e vegetali commestibili.

ASSOCIAZIONE CULTURALE

piccola opera rinvenuta in una scuola dopo un laboratorio. autore Daniele, 3 anni(questa è una delle testimonianze di quanto simbologie ed archetipi ritornino in modo frequente in un lavoro centrato sul gesto)

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