La formazione dei tecnici
Giorgio Visintin
Corso per Formatori Regionali Libertas
SIGNIFICATO E CONTENUTI
DELLA FORMAZIONE
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La formazione
• La formazione è molto di più della semplice istruzione o informazione; èo Trasmissione di cultura sportiva (concetti e
nozioni; ma anche valori, norme, tradizioni)
o Sviluppo e potenziamento delle competenze professionali
o Soddisfazione delle esigenze degli operatori
3La formazione: Giorgio Visintin
I saperi dell’Istruttore: conoscenze, capacità, abilità, atteggiamenti
Sapere Conoscere a fondo e trasmettere
nozioni, concetti e principi
Saper
fare
Padroneggiare e saper dimostrare le
abilità pratiche
Saper
far fare
Progettare, assegnare e controllare
l’attività didattica
Saper
essere
Tenere comportamenti personali
adeguati e coerenti (esempio)
4La formazione: Giorgio Visintin
Compiti e responsabilità dell’istruttore
• Rispettare la salute fisica e psichica degli allievi
• Facilitare l’apprendimento partendo dalle caratteristiche individuali
o Stimolando l’interesse (motivazione)
o Comunicando in maniera efficace
o Organizzando le attività in base ai tempi ed al contesto operativo reale
La formazione: Giorgio Visintin 5
Conoscere gli allievi
• Le caratteristiche degli allievi influenzano la preparazione e la conduzione delle lezioni; di essi si dovrebbero conoscere
o Il livello formale di istruzione (titoli di studio o accademici)
o La cultura, i valori e le conoscenze (generali e specifiche)
o Le competenze (abilità pratiche; prove di selezione)
o Le motivazioni di base (disponibilità)
La formazione: Giorgio Visintin 6
Il cambiamento
• Apprendimento è soprattutto cambiamento; le condizioni per realizzarlo sono:
o L’armonizzazione (compatibilità) tra nozioni, concetti e valori trasmessi dai Docenti e quelli dell’allievo
o Il coinvolgimento emotivo (degli allievi e del Docente)
o La sperimentazione concreta (la pratica)
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La formazione: Giorgio Visintin
Le difficoltà di cambiare
• Il cervello incorpora i nuovi dati in modo coerente con i ricordi già memorizzati e tende ad escludere ciò che non rientra nel modello mentale consueto di interpretazione della realtà esperita nel passato
• L’allievo, dunque, interpreta «il nuovo» sulla base della propria esperienza; se le differenze sono troppo grandi, il nuovo viene rifiutato ed il processo di cambiamento si «inceppa»
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La formazione: Giorgio Visintin
La pratica
• Le memorie implicite (emotive o procedurali) tendono a generare comportamenti automatici ed inconsapevoli che aiutano a superare questo processo
• L’attività pratica ed il coinvolgimento emotivo possono contrastare efficacemente l’azione di freno generata da convinzioni, abitudini, stereotipi e pregiudizi (consapevoli ed inconsapevoli)
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La formazione: Giorgio Visintin
I PROBLEMI DELLA FORMAZIONE DEI TECNICI
Le difficoltà con gli adulti «esperti»
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Gli obiettivi della formazione
• Un cambiamento concreto necessita di:
o Acquisizione di conoscenze teoriche fondamentali
o Sviluppo di competenze comunicative e relazionali
o Costruzione di capacità operative (didattiche); cioè della capacità concreta di progettare, condurre e verificare l’attività
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• Le esperienze cariche emotivamente (felici o dolorose) godono di una corsia preferenziale nell’apprendimento
• Il rilascio delle sostanze chimiche cerebrali associate alle emozioni, infatti, potenzia i processi di apprendimento e di memorizzazione (neurotrasmettitori, neuromodulatori, ormoni)
• Percezione e cognizione passano attraverso le emozioni
Le emozioni
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Il cambiamento tra cognizione ed emozioni
Cognizione
Emozioni!Le emozioni modulano ciò che
noi sperimentiamo come realtà13
IL PREGIUDIZIO(l’elefante invisibile)
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Interpretare il mondo
• Il cervello usa particolari schemi mentali: i concetti,per generare ed ordinare le percezioni ed interpretarela realtà
• I concetti riducono la complessità del mondo, lorendono controllabile e forniscono attese percettivesu ciò che, probabilmente, accadrà
• Danno ordine al mondo percepito e riducono lostress; se sono troppo rigidi però, possonorinchiudere la persona in una sua realtà soggettiva erenderla poco avvicinabile
La formazione: Giorgio Visintin 15
Pregiudizi e stereotipi
• I pregiudizi sono giudizi basati su opinioni pre-
costituite (stereotipi)
• Pregiudizi e stereotipi distorcono la percezione: ad
esempio ci fanno interpretare le informazioni
ambigue sulla base di schemi generali preesistenti
• Le informazioni che confermano le aspettative
stereotipiche godono di «una corsia preferenziale»
rispetto alle altre (bias confermativo)
• Si tratta di un meccanismo molto potente,
automatico ed inconsapevole, quindi poco
influenzabile17
Gli stereotipi generano interpretazioni, atteggiamenti e
comportamenti finalizzati a confermare le nostre aspettative
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Spesso, inoltre, inducono la «profezia» che si auto-avvera
(Rosenthal, 1966)
Rigidità o apertura
La formazione: Giorgio Visintin 19
Cervello ed elaborazione dell’informazione La corteccia cerebrale elabora l’informazione; è formata da un sottile mantello che ricopre i due emisferi organizzato in
colonne di neuroni interconnesse (i moduli corticali)
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Colonne (moduli) neuronali corticali
I moduli corticali sono formati da più strati; hanno innumerevolicollegamenti e comunicano al loro interno (tra i neuroni), tramoduli vicini e con le altre aree del cervello
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La formazione: Giorgio Visintin 22
Colonne (moduli) neuronali corticali
Percezione
La consapevolezza nasce dall’incontro e dal confronto delle info esterne con quelle interne
(Info interne)
(Info esterne)
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Colonne (moduli) neuronali corticali
• I moduli neuronali elaborano l’informazione confrontando quella esterna con quella «interna» e cercando di dare «coerenza» al processo
• L’elaborazione può essere caratterizzata dao Un’elaborazione prevalente di tipo top-down:
dominano le convinzioni interne ed i pregiudizi (RIGIDITA’ )
o Un’elaborazione dominante di tipo botton-up, con maggiore influenza degli input esterni (APERTURA)
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AperturaCreatività
RigiditàPregiudizio
Apertura e rigidità
Consapevolezza
Le illusioni percettive
Lungo o corto?
26
Uguali o diversi?
Illusioni percettive
Vuoto o pieno? 27
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Immagini ambigue
Giovane o Vecchia?
Vaso o Profili?
Anatra o Lepre?
Formazione e cambiamento
• Convinzioni radicate e pregiudizi sono ostacolo al cambiamento. Per rimuoverlo la formazione deve
o Suscitare un forte coinvolgimento emotivo, che favorisce la plasticità sinaptica
o Integrare il nuovo con conoscenze e competenze preesistenti (che hanno una influenza potente su ciò che viene trattenuto nella mente)
o Sfruttare l’interazione tra teoria e pratica
• Il cambiamento, comunque, richiede un impegno attivo dell’allievo
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LA MOTIVAZIONE
Stati MotivazionaliFunzioni
Funzione di Orientamento e guida:
dirigono il comportamentoverso particolari obiettivi
Funzione attivante:aumentano lo stato
di vigilanza e di prontezzae spingono l’individuo all’azione
Funzione organizzativa:Facilitano l’organizzazione del comportemento in sequenze
coerenti indirizzate al raggiungimento dell’obiettivo31
La strategia
• L’elemento fondamentale per ottenere il cambiamento è la motivazione
• La motivazione è influenzata dalla distanza tra le competenze possedute (percepite) e quelle desiderate. E’ fondamentale pertanto
a. Aiutare gli allievi a valutare oggettivamente le loro competenze
b. Definire accuratamente, insieme a loro un modello realistico (raggiungibile) di quelle a cui aspirare
c. Costruire il percorso per il cambiamento, scomponendolo possibilmente in obiettivi parziali
32
33
Incrementare la motivazione
• La motivazione aumenta se i corsisti conoscono con chiarezza:o Finalità generali ed obiettivi specifici del corso
o Cosa dovranno apprendere, o saper fare, (teoria e pratica) e quanto tempo sarà necessario
o Quale sarà la migliore condotta per raggiungere gli obiettivi
• La motivazione è influenzata dalle procedure didattiche che facilitano l’apprendimento (gli attivatori: come preparare le lezioni, presentare il corso, spiegare, dimostrare, porre domande, registrare i dati….)
La formazione: Giorgio Visintin
IL PROTAGONISTI DELLA
FORMAZIONE
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Il Docente: funzioni
• Pianifica ed eroga la formazione
• Predispone il materiale didattico
• Giudica (e regola) l’efficacia del processo di formazione, il livello di soddisfazione dei partecipanti ed il grado di apprendimento
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Capacità ed abilità di un buon oratore/docente
• Piacere del ruolo, fiducia nei propri mezzi e forte motivazione
• Conoscenza di sé stesso e dei propri punti forti e deboli; consapevolezza costante del proprio stato emotivo (ansia)
• Capacità di autocontrollo e di adattamento a situazioni e condizioni che nel tempo possono variare
Il Docente: i ruoli
• Il Docente del corso può porsi come:
o Docente da lezione frontale
o Esperto tecnico/informatore
o Facilitatore dell’apprendimento
o Coordinatore dell’attività dei corsisti
• Il ruolo assunto dal Docente è collegato agli obiettivi del corso ed alla natura della «platea»
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Il Docente: atteggiamenti e comportamenti
• Il Docente cura la propria immagine, ma non ne è schiavo!
• Utilizza un linguaggio chiaro e semplice (no a parole difficili!), usa un tono variato e sfrutta l’umorismo
• Si serve di immagini, esempi, metafore per rendere concreti e «visibili» i concetti
• Inserisce frequenti riepiloghi, affinché i corsisti non perdano di vista il “quadro generale”
• Riconosce i propri errori, così non deve giustificarli, né portare avanti un’azione sbagliata per rimediarli
• “Introduce” la lezione e la “conclude”, per rinforzarel’impressione di avere costruito qualcosa. Ricorda gli impegni successivi
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I corsisti
• Sono i protagonisti della formazione ed in genere hanno estrazione, competenze, conoscenze e sensibilità diverse; difficilmente l’aula è omogenea
• Hanno diritto a raggiungere un risultato concreto (il cambiamento)
• Una particolare attenzione va riservata alla loro soddisfazione
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Il tirocinio
“Grigia è la teoria, ma verde è l’albero dell’esperienza” (anonimo II secolo A.C.)
• Tirocinio è “fare”, non solamente “vedere”; una formazione efficace avviene sempre all’interno di situazioni reali e presuppone un atteggiamento attivo
• Il cambiamento nasce dall’interazione tra teoria e pratica
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Il Tutor
• Nell’inserimento lavorativo il Tutor ha una funzione fondamentale
• Il Tutor
o Predispone ed assicura la funzionalità della struttura di accoglienza, predisponendo anche ulteriore materiale didattico
o Si relaziona con i Docenti e l’organizzazione del corso per assicurare una azione formativa coerente
o Ascolta le richieste da parte dell’allievo
o Deve essere selezionato con accuratezza
41
La committenza
• Deve
o Avere le idee chiare («Visione» – «Missione») eduna cultura organizzativa matura
o Approntare obiettivi, strategie e metodi diversi per persone diverse
o Utilizzare il feedback per migliorare la formazione
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Preparare il corso
• Azioni preventive
o Pianificare la lezione (!)
o Analizzare il contesto (finalità del corso, risorse disponibili, allievi, tempi); se disponibili consultare le schede informative
o Definire le conoscenze - competenze - abilità da trasmettere (sulla base dei bisogni dei partecipanti)
o Verificare struttura e strumenti didattici
Aula (dimensioni, forma e caratteristiche particolari)
Apparecchiature (proiettore, lavagna a fogli mobili …)
Attrezzature per l’attività pratica43
Preparare la lezione
• Identificare gli argomenti chiave
• Scegliere i metodi didattici (attivi, passivi)
• Definire l’ordine degli argomenti ed armonizzare i contenuti con il tempo a disposizione
• Scegliere ed organizzare il materiale didattico (per teoria e pratica)
44La formazione: Giorgio Visintin
Gestire la lezione
• Creare emozioni positive (interesse, curiosità, stupore, cura, orgoglio, allegria…)
• Sincerarsi che tutti capiscano, evitando i linguaggi difficili, o troppo tecnici
• Ascoltare ed osservare (tutti) i partecipanti, verificare comprensione con domande ed analisi della CNV
• Assicurare a ciascuno la possibilità di esprimersi, incoraggiare osservazioni e domande
• Rispettare, quando possibile, orari e tempi pianificati
• Curare l’ingresso in scena e la presentazione del corso (l’importanza dei primi 5’: salutare, presentarsi, iniziare «decisi, ma morbidi»). Ed anche l’uscita 45
Gli strumenti d’aula
• Videoproiettore con programma di presentazione (Power point ). Possibilità
Di inserimento di immagini, video suoni
Di utilizzo del colore e degli effetti grafici
o Regole e tecniche
La presentazione non è lettura di slide
La regola del 6
La scoperta graduale
Le citazioni
• La lavagna a fogli mobili
• I questionari scritti 46
I METODI DI
INSEGNAMENTO
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I metodi
• Si dividono in
o Metodi passivi (allievo recettivo)
• La lezione conferenza tradizionale
oMetodi attivi (allievo interattivo)
• Lezione conferenza vivacizzata
• Tavola rotonda
• Dibattito tra i partecipanti
• Lavori di gruppo
• Analisi del caso specifico
• Il Role-play
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La lezione tradizionale frontale(vantaggi)
• Rapidità
• Semplicità nella programmazione
• Maggiore facilità nel proporre concetti nuovi
• Controllo ed utilizzo ottimale del tempo
• Affermazione chiara del ruolo di leader del docente
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La lezione frontale(svantaggi)
• Allievi: soggetti passivi; poca attenzione ai loro bisogni e scarsa valorizzazione personale
• Difficoltà a monitorare i processi interni ed a verificare il livello di comprensione dei concetti (comunicazione a senso unico, feedback scarso)
• Rischi più frequenti
o Protagonismo
o Troppa informazione
o Perdita di attenzione da parte degli allievi
50
La lezione tradizionale(modalità di utilizzo)
• E’ suggerita quando
o I contenuti sono fortemente strutturati (materie scientifiche etc..)
o Devono essere introdotte le nozioni di base
o Il tempo è poco e/o gli allievi sono numerosi
• E’ invece sconsigliata e sono più efficaci i metodi attivi
o Quando le capacità di ascolto, comprensione e memorizzazione degli allievi sono modeste
o Quando gli stessi sono stanchi, o non molto motivati
51
I metodi attivi(vantaggi)
• I metodi attivi sono indicati in tutte le altre circostanze (se pur con differenze dipendenti dal tipo di metodo)
• Presentano vantaggi come:
o Il confronto di opinioni diverse
o Un maggiore dinamismo ed interesse per la lezione
o Una maggiore varietà di approcci allo stesso tema
o Maggiore motivazione e partecipazione degli allievi
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I metodi attivi(svantaggi)
• Sono rappresentati da:
o Un difficile controllo sui tempi ed anche sugli argomenti della lezione
o Un forte impatto degli aspetti emotivi, con maggiore fatica nel controllo della lezione e delle dinamiche di gruppo
o L’esistenza del rischio
a. Di trasformare la lezione in una «vetrina per narcisisti”
b. Di scatenare una competizione tra gli allievi per assumere la leadership
53
I metodi attivi(suggerimenti)
• I metodi attivi hanno bisogno di un Docente esperto, capace di mediare tra le varie correnti e individualità
• Necessitano, ogni volta, di un “riepilogo” finale del Docente, che riordina i contenuti e mette in risalto i punti forti della discussione
• Sono sconsigliati nei corsi di base, soprattutto nella fase iniziale
• Devono essere alternati “con intelligenza” con quelli passivi
54
CONDURRE LA LEZIONE
55
Il Docente e la comunicazione
• Il Docenteo E' spinto dalla curiosità e stimolato dalle differenze
(apertura mentale)
o Agisce nel rispetto e per il benessere proprio e dell’interlocutore, cercando vantaggi reciproci (onestà)
o Manifesta le sue convinzioni senza imporre il proprio punto di vista (trasparenza e rispetto)
o Si concentra sulle caratteristiche positive dell‘interlocutore (concretezza)
o Ricerca l'attenzione degli allievi, ma sa che non si estorce, quindi esplora più interessi per stabilire un contatto (flessibilità)
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Come presentare i contenuti: suggerimenti pratici
• Selezionare accuratamente i contenuti (togliere, non aggiungere!)
• Proporre solamente argomenti ben padroneggiati
• «Condire» emotivamente la presentazione, stimolando la curiosità e creando motivazione
• Approfondire i dettagli solamente dopo avere costruito «un quadro concettuale generale»
• Fare associazioni supplementari (ridondanza)• Evitare le interferenze e limitare le
«parentesi»• Inserire frequenti riepiloghi
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Il messaggio
• Chiaro e ben presentato (emotività)
• Appropriato, pertinente e di complessità accessibile al destinatario
• Gerarchizzato e ridondante
• “Visibile” e distinguibile
• Non contraddittorio
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L’APPRENDIMENTO
I canali dicomunicazione
PRATICA!
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Tipologie di Allievo
• Visivo
• Uditivo (!)
• Cinestesico
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61Percentuale di importanza nell’attribuzione del significato della comunicazione
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La comunicazione verbale
Come gestire la platea
• Rivolgersi prevalentemente al gruppo, senza soffermarsi troppo a lungo sui singoli
• Affrontare solamente argomenti che interessino tutti (i casi particolari a parte!)
• Gratificare il gruppo ed i singoli con apprezzamenti positivi
• Far gestire al gruppo le provocazioni, evitando conflitti diretti con il “provocatore”
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La curva dell’attenzione
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Le domande
• Porre domande agli allievi e rispondere alle loro può aiutare la gestione del corso; le domande possono avere più fini:
oMantenere l’attenzione e stimolare l’attività degli allievi
oVerificare la comprensione (parziale o globale)
oAprire una discussione con il singolo o un gruppo di partecipanti
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Quali domande, e come?
• Porre solamente domande alle quali gli allievi sono in grado di rispondere
• Evitare quelle che prevedono una risposta chiusa (si/no)
• Complimentarsi per le risposte esatte (anche parzialmente) ed assumersi la responsabilità di eventuali risposte errate
• Se una domanda stimola una discussione troppo animata fornire un rapido chiarimento e passare al punto successivo
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Le regole
• Presentarsi….
• Orari
• Materiale didattico
• Materiale sportivo
• I…telefonini
• Le uscite
• Etc…….
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Le lezioni pratiche
• Dimostrazioni tecniche
• Simulazioni didattiche con i corsisti nel ruolo degli allievi
• Analisi, con o senza interazione, di sedute in ambiente reali (non simulate)
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• Quando pensiamo che…
o Gli allievi prestino sempre attenzione alle nostre parole...
o Quando dicono "lo so" sia sempre vero...
o Ripetere (magari a voce più alta) assicuri la comprensione...
…..molto spesso ci stiamo sbagliando
A proposito di attenzione e comprensione
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Evolversi….
• Evolversi come Docenti significa passare dal:
o Parlare davanti alla platea a
o Parlare alla platea a
o Parlare con la platea a
o Parlare per la platea
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Note «speciali» per
l’insegnamento con gli
adulti
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Apprendere da adulti
• L’insegnamento con gli adulti si differenzia da quello con i giovani per:
o Il maggiore livello di conoscenze: generali e specifiche
o Una consapevolezza di sé più approfondita, che consente loro di sfruttare meglio le proprie risorse
o Un maggiore bisogno di coerenza con la propria visione del mondo (sistema di valori, interessi)
o La rilevanza del coinvolgimento e delle ricadute personali, con la ricerca di un’utilità pratica
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Apprendere da adulti
• La disponibilità ad apprendere delle persone adulte è focalizzata su ciò di cui avvertono la necessità
• Affrontano pertanto più volentieri i problemi che li vedono proiettato su dimensioni concrete (utilità pratica, meglio se immediata)
• Desiderano essere percepiti come soggetti autonomi distinti dagli altri. Il concetto di sé, per loro, rappresenta una dimensione a parte, un vero e proprio bisogno primario
• La mancanza di questo riconoscimento è motivo di ansia e spesso di rifiuto e di fallimento
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Le domande da porsi nell’insegnamento con soggetti adulti
• Tratto gli allievi da soggetti adulti (relazione simmetrica)?
• Mi concentro sui problemi reali?
• Motivo scelte e decisioni?
• Ascolto le loro opinioni accettando il confronto?
• Concilio le esigenze generali (del gruppo) con quelle dei singoli?
• Offro momenti di “lavoro” individuale per favorire la rielaborazione?
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LA VALUTAZIONE
La scheda conoscitiva
• La scheda di accesso dovrebbe fornire i seguenti dati:
o Anagrafica personale, titoli scolastici, culturali, scientifici e sportivi, esperienze pregresse
o Ruoli, responsabilità ed impegni ricopertinell’ambito sportivo
oMotivazioni della partecipazione al corso ed aspettative
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Perché la valutazione?
• Per problemi normativi (brevetti, attestati di qualifica ecc..)
• Per verificare l’esistenza di un livello minimo di requisiti (conoscenze, competenze, attitudini)
• Per cogliere un feedback sull’andamento del corso, con possibilità di introdurre elementi correttivi (valutazione formativa o “in itinere”)
• Per esercitare maggiore “pressione” sugli allievi
La formazione: Giorgio Visintin 77
Quando e come la valutazione?
• La valutazione deve essere effettuata almeno 30gg dopo il termine del corso
• Può essere effettuata con più strumenti
o Il test
o Il colloquio
o La simulazione pratica
o Il project work (individuale o di gruppo)
o Più modalità in associazione tra loro
La formazione: Giorgio Visintin 78
Gli strumenti della valutazione(il test)
• Test = Strumento di verifica di conoscenze basato su quesiti, o stimoli chiusi, corredati da 2 o più risposte
• Tipi di testo Vero o falso e risposta singola (per competenze elementari)
o Scelte multiple (strumento flessibile adattabile in più contesti)
o Corrispondenze (confronto/riordinamento - ancora per competenze semplici)
o Completamenti (per competenze semplici)
• Errori di formulazione più frequentio Formulazione inesatta o incompleta di un quesito
o Inadeguatezza qualitativa e quantitativa dei “distrattori” (in + o in -)
o Incongruenze sintattico-grammaticali tra domande e risposte
o Inclusione, nella domanda, di elementi informativi non necessari
La formazione: Giorgio Visintin 79
Gli strumenti della valutazione(il colloquio)
• Limiti e problemi più frequenti o Numero esiguo di domande (in genere per scarsità
di tempo)o Improvvisazione nelle domandeo Interventi inadeguati dell’insegnante (amplia,
corregge, chiarisce)o Scarsa uniformità all’interno della giornata o in
giorni diversio Affidamento alla memoria dei risultati del colloquioo Valutazione effettuata sulla base di una prestazione
ideale o di quelle degli allievi precedentio Forte influenza degli «effetti Alone e Pigmalione»
La formazione: Giorgio Visintin 80
Gli strumenti della valutazione(il project work e la tesina)
• Limiti e problemi più frequenti o In progetti di tipo compilativo frequenti «copia ed
incolla» da internet o da vari testio Nei lavori di gruppo si ha spesso «una sola
locomotiva» e molti «vagoni»o Limiti numerici e metodologici nei lavori
sperimentali
La formazione: Giorgio Visintin 81
La valutazione «ideale»
• Ovviamente …………non esiste • Una delle forme più efficaci, per i nostri corsi
territoriali, è comunque la combinazione trao Test a risposta chiusa (gestito dalla piattaforma
on line)o Possibilità di «ripescaggio» con colloquioo Tesina individuale su argomento assegnato
preventivamente dal Docenteo Lezione pratica simulata all’interno del gruppo dei
corsisti su argomento assegnato contestualmente all’interno di una rosa prefissata
La formazione: Giorgio Visintin 82
La valutazione «ideale»
• Ovviamente …………non esiste • Una delle forme più efficaci, per i nostri corsi
territoriali, è comunque la combinazione trao Test a risposta chiusa (gestito dalla piattaforma
on line)o Possibilità di «ripescaggio» con colloquioo Tesina individuale su argomento assegnato
preventivamente dal Docenteo Lezione pratica simulata all’interno del gruppo dei
corsisti su argomento assegnato contestualmente all’interno di una rosa prefissata
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Le domande
• Porre le domande agli allievi può aiutare la gestione del corso; possono avere più fini:o Mantenere l’attenzione e stimolare l’attività degli
allievi
o Verificare la comprensione (parziale o globale)
o Aprire una discussione con il singolo o un gruppo di partecipanti
La formazione: Giorgio Visintin 84
Quali domande, e come?
• Porre solamente domande alle quali gli allievi sono in grado di rispondere
• Evitare quelle che prevedono una risposta chiusa (si/no)
• Complimentarsi per le risposte esatte (anche parzialmente) ed assumersi la responsabilità di eventuali risposte errate
• Se una domanda stimola una discussione troppo animata fornire un rapido chiarimento e passare al punto successivo
La formazione: Giorgio Visintin 85
I PROGRAMMI
La parte «generale»
• La formazione generale è centrata su elementi di
o Psicologia-Pedagogia-Neuroscienze
o Metodologia dell’allenamento
o Medicina dello sport, con particolare riguardo per le nozioni
essenziali di fisiologia dell’esercizio fisico, alimentazione e
primo soccorso
Ad essi si aggiungono nozioni sulla gestione dei soggetti disabili e
sulla natura e l’organizzazione dell’Ente
• La strategia di formazione è di tipo integrato; le nozioni
vengono inquadrate in due materie fondamentali:
o Metodologia dell’Insegnamento
o Metodologia dell’Allenamento
• Fa eccezione l’area medica, per la quale è richiesto
l’intervento di uno specialista
87La formazione: Giorgio Visintin
La parte «specifica»
• La formazione specifica è caratterizzata da un
pacchetto di competenze disciplinari
comprendenti:
o L’analisi e l’insegnamento della tecnica
o Le metodiche per lo sviluppo delle capacità e
delle abilità motorie caratteristiche della disciplina
o Le tecniche di osservazione e di valutazione
o I principi (specifici) di metodologia
dell’allenamento (dove richiesto)
• Il tutto accompagnato da una significativa parte
pratica di simulazione e di tirocinio guidato dal
docente 88La formazione: Giorgio Visintin
Metodologia dell’insegnamento (programma)
• Personalità e sviluppo
• Motivazioni (intrinseche ed estrinseche)
• Comunicazione didattica
• Gruppo e leadership
• L’ansia
• Processi e forme di apprendimento e coordinazione
motoria
• Tecnica, valutazione, errori e correzione
• Etica sportiva e fair play
N.B – La scelta delle materie da trattare varia a
seconda della tipologia di corso e dello sport89La formazione: Giorgio Visintin
Metodologia dell’allenamento (I parte)
• Aspetti biologici
o Caratteristiche dell’attività muscolare
o Meccanismi bioenergetici e substrati
• Basi dell’allenamento sportivo
o Adattamento ed allenamento: la supercompensazione
o Allenabilità età biologica ed età cronologica
o Carico esterno e carico interno
• Principi fondamentali dell’allenamento
o La pianificazione dell’allenamento
o Le strutture cicliche
90La formazione: Giorgio Visintin
Metodologia dell’allenamento (II parte)
• Fasi sensibili ed allenamento
• Capacità motorie
o Capacità coordinative
• Struttura del movimento e fasi della
coordinazione
• Abilità motorie e schemi motori di base
o Capacità condizionali
• Forza
• Velocità
• Resistenza
• Mobilità articolare,
91La formazione: Giorgio Visintin
• Manuale di Metodologia dell’insegnamento
e dell’allenamento (18 capitoli - 370 pag.)
• Lezioni strutturate in pdf; una per ogni
capitolo
• Appunti del Docente per le altre materie di
insegnamento
Testi e dispense vengono forniti su supporti
informatici
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Materiale didattico fornito ai corsi(parte generale)
La formazione: Giorgio Visintin
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Il Corso On-line
Formazione Generale
La formazione: Giorgio Visintin