CANCRO-COLORETTALE: STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO
IL RISCHIO DI CCR DIPENDE DA DIVERSI FATTORI, IN PARTICOLARE:
L’ETA DEL PAZIENTE
IL SESSO
LA FAMILIARITÀ’ PER CCR (EREDITARIO E NON EREDITARIO)
LA PRESENZA DI PATOLOGIE ASSOCIATE
RISCHIO BASSO
Popolazione con età < 50 anni, in
assenza di familiarità e di patologie
“predisponenti” associate
RISCHIO INTERMEDIO
Popolazione con età > 50 anni, in
assenza di familiarità e di patologie
“predisponenti” associate
RISK ELEVATO/MOLTO ELEVATO
Soggetti affetti da MICI
Soggetti con familiarità non ereditaria
Soggetti con familiarità ereditaria
POPOLAZIONE NON SOTTOPOSTA A
SCREENING
POPOLAZIONE SOTTOPOSTA A
SCREENING
POPOLAZIONE SOTTOPOSTA A
PROTOCOLLI DI SCREENING DEDICATI
CANCRO-COLORETTALE: STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO
IL RISCHIO DI CCR DIPENDE DA DIVERSI FATTORI, IN PARTICOLARE:
L’ETA DEL PAZIENTE
IL SESSO
LA FAMILIARITÀ’ PER CCR (EREDITARIO E NON EREDITARIO)
LA PRESENZA DI PATOLOGIE ASSOCIATE
RISCHIO BASSO
Popolazione con età < 50 anni, in
assenza di familiarità e di patologie
“predisponenti” associate
RISCHIO INTERMEDIO
Popolazione con età > 50 anni, in
assenza di familiarità e di patologie
“predisponenti” associate
RISK ELEVATO/MOLTO ELEVATO
Soggetti affetti da MICI
Soggetti con familiarità non ereditaria
Soggetti con familiarità ereditaria
POPOLAZIONE NON SOTTOPOSTA A
SCREENING
POPOLAZIONE SOTTOPOSTA A
SCREENING
POPOLAZIONE SOTTOPOSTA A
PROTOCOLLI DI SCREENING DEDICATI
ENDOSCOPIA COMUNQUE INDICATA IN CASO DI:
SANGUINAMENTO GASTROINTESTINALE INFERIORE (EMATOCHEZIA RICORRENTE,
RETTORRAGIA)
MELENA CON ESCLUSIONE DI UNA PERDITA DAL TRATTO GI SUPERIORE
ANEMIA SIDEROPENICA DI ORIGINE SCONOSCIUTA
ALTERAZIONI CLINICAMENTE RILEVANTI RISCONTRATE ALLE TECNICHE DI IMAGING
(STENOSI)
ALTERAZIONI DELL’ALVO CLINICAMENTE RILEVANTI/RECENTE INSORGENZA
CALO PONDERALO NON ALTRIMENTI SPIEGATO
LA PREPARAZIONE INTESTINALEPurghe ad alto volume (4L)
- Macrogol (PEG): buon profilo di sicurezza, buon livello di efficacia, scarsa palatabilità
Purghe a basso volume (1.5 - 2L)
- Macrogol (PEG) + ascorbato: buon profilo di sicurezza, buon livello di efficacia
- Magnesio citrato + sodio picosolfato (lassativo stimolante): buon profilo di sicurezza, buon livello di efficacia
- Sodio fosfato (NaP): ottimo livello di efficacia, basso profilo di sicurezza. Ritirato dal commercio negli USA
MODALITA’ DI ASSUNZIONE
preparazione ad alto volume (4 L PEG), in alternativa
quella a basso volume (2L PEG + ascoltato; magnesio
citrato + sodio picosolfato)
“split regimen” in caso di esame al mattino, “same-day
regimen” in caso di esame al pomeriggio
intervallo ultima dose assunta ed esame < 4h
(attenzione al digiuno necessario per eventuale
sedazione/narcosi). Per ogni ora aggiuntiva la probabilità
di avere un’adeguata pulizia intestinale del colon destro
si riduce del 10%.
low-fiber dietBowel preparation for colonscopy: European Society of Gastrointestinal Endoscopy (ESGE) Guideline. 2013
La preparazione intestinale del colon prima della colonscopia. Raccomandazioni SIED 2014
Post-polypectomy colonoscopy surveillance: EuropeanSociety of Gastrointestinal Endoscopy (ESGE) Guideline
Endoscopy 2013; 45: 842–851
LOW-RISK GROUP1-2 adenomi tubulari < 10 mm con LGD
polipi serrati < 10 mm senza displasia
HIGH-RISK GROUPadenomi villosi / HGD / > 10 mm (ad.avanzati)
=/> 3 adenomi
polipi serrati > 10 mm O con displasia
Stesso rischio di CCR a lungo termine vs.
popolazione generale
Stessa incidenza di neoplasie avanzate metacrone
ripetendo l’esame a 1, 5 o 10 anni
PAZIENTE TORNA ALLO SCREENING
O
COLONSCOPIA DOPO 10 ANNI
(controllo a 5 anni nelle LG americane)
Rischio di CCR a lungo termine aumentato di 5-6 volte vs.
popolazione generale
Rischio di incidenza di neoplasie avanzate metacrone
aumentato di 5-7 vs. pazienti con colonscopia index negativa
COLONSCOPIA DOPO 3 ANNI
POI
COLONSCOPIA DOPO 5 ANNI
Post-polypectomy colonoscopy surveillance: EuropeanSociety of Gastrointestinal Endoscopy (ESGE) Guideline
Endoscopy 2013; 45: 842–851
LOW-RISK GROUP1-2 adenomi tubulari < 10 mm con LGD
polipi serrati < 10 mm senza displasia
HIGH-RISK GROUPadenomi villosi / HGD / > 10 mm (ad.avanzati)
=/> 3 adenomi
polipi serrati > 10 mm O con displasia
Stesso rischio di CCR a lungo termine vs. popolazione
generale
Stessa incidenza di neoplasie avanzate metacrone
ripetendo l’esame a 1, 5 o 10 anni
PAZIENTE TORNA ALLO SCREENING
O
COLONSCOPIA DOPO 10 ANNI
Rischio di CCR a lungo termine aumentato di 5-6 volte
vs. popolazione generale
Rischio di incidenza di neoplasie avanzate metacrone
aumentato di 5-7 vs. pazienti con colonscopia index
negativa
COLONSCOPIA DOPO 3 ANNI
POI
COLONSCOPIA DOPO 5 ANNI
High quality colonoscopy*
High risk group
High risk adenomas
No
No
5-year surveillance
Yes
Return to screening**after
10 years
Yes
3-year surveillance
Atkin WSet al. Endoscopy 2012; 44: 03 E151 – 163
European guidelines for quality assurance in colorectal cancer screening and diagnosis.
First Edition - Colonscopic surveillance following adenoma removal.
First surveillance after 1 yr (vs. 3 yrs) in patients with =/>5 polyps OR adenoma ≥20mm
Giorn Ital End Dig 2011;34:117-121
a
.
,
n
adeguata
e
o
a
.
a
,
o
n
i
).
a
a
i
i
fig. 1: sorveglianza post-polipectomia - Linee Guida Unione Europea
Colonscopia basale
Reperti in corsodi sorveglianza
Reperti in corsodi sorveglianza
RISCHIO INTERMEDIO3-4 adenomi < 10 mm
o
almeno uno ≥ 10 mm/< 20 mmo villoso, o displasia di alro grado
ALTO RISCHIO≥ 5 adenomi < 10 mm
o
almeno uno ≥ 20 mm
BASSO RISCHIO1 o 2 adenomi
e
(< 10 mm)e tubulari, e displasia di basso grado*
A B C
NoSorveglianza
3 anni Entro 1 anno
1 Esame negativo2 Esami negativi consecutiviAdenomi a rischio basso o intermedioAdenomi ad alto rischio
Adenomi a rischiobasso o intermedio
2 Esami negativi consecutiviAdenomi al alto rischio
5 anniNo sorveglianza
B
C
3 anni
5 anni
C
Post-polypectomy colonoscopy surveillance: EuropeanSociety of Gastrointestinal Endoscopy (ESGE) Guideline
Endoscopy 2013; 45: 842–851
CASI PARTICOLARI
Resezione piecemeal di lesioni > 10 mm: controllo endoscopico nell’arco di 3-6 mesi
Toilette inadeguata: ripetere precocemente la colonscopia/accorciare gli intervalli della
sorveglianza ( +++ polipi alla colonscopia index). L’unica indicazione in termini di tempo è intervallo
di 5 anni vs. 10 se esame negativo ma con pulizia solo sufficiente
Le LG sconsigliano di sottoporre il pazienti al FOBT nel caso in cui il paziente entri nel programma
di sorveglianza
Sviluppo di sintomi nell’intervallo della sorveglianza: gestione “come clinicamente più indicato”
Post-polypectomy colonoscopy surveillance: EuropeanSociety of Gastrointestinal Endoscopy (ESGE) Guideline
Endoscopy 2013; 45: 842–851
CASI PARTICOLARI
Resezione piecemeal di lesioni > 10 mm: controllo endoscopico nell’arco di 3-6 mesi
Toilette inadeguata: ripetere precocemente la colonscopia/accorciare gli intervalli della
sorveglianza ( +++ polipi alla colonscopia index). L’unica indicazione in termini di tempo è intervallo
di 5 anni vs. 10 se esame negativo ma con pulizia solo sufficiente
Le LG sconsigliano di sottoporre il pazienti al FOBT nel caso in cui il paziente entri nel programma
di sorveglianza
Sviluppo di sintomi nell’intervallo della sorveglianza: gestione “come clinicamente più indicato”
Consulenza genetica per tutti i pazienti che
presentano:
A. =/> 10 adenomi
B. =/> 5 polipi serrati prossimalmente al
sigma dei quali almeno 2 > 10 mm
diametro
C. =/> 20 polipi serrati di qualsiasi
dimensione distribuiti in qualsiasi
segmento
“ragionevole” età > 80 anni … ma dipende dall’aspettativa di vita e dalle condizioni del paziente …
NESSUNA INDICAZIONE SU QUANDO INTERROMPERE IL PROGRAMMA DI SORVEGLIANZA
Circa 1/3 dei pazienti trattati chirurgicamente
con intento curativo sviluppa recidiva di malattia entro 5 anni dall’intervento.
I fattori di rischio per recidiva sono: stadio più
avanzato di malattia al momento della diagnosi,
la localizzazione distale del tumore e in
generale i tumori rettali rispetto quelli colici, la
presenza di una neoplasia scarsamente
differenziata, di tumori ulcerati e con dimensioni
> 3 cm
Arditi C et Al. Endoscopy. 2009 Mar;41(3):209-17
Rex DK et Al. Gastroenterology 2006 May;130(6):1865-71
Benson AB 3rd et Al. J Natl Compr Canc Netw 2014 Jul;12(7):1028-59
Crosta C et Al. GIED 2015;38:111-115
SORVEGLIANZA ENDOSCOPICA POST - CCR: PERCHE?
La percentuale di CCR metacroni è stimata
essere del 1.8% a 5 anni e del 3.4% a 10 anni.
I fattori di rischio per neoplasie metacrone
includono la presenza di tumori o polipi sincroni
al momento della diagnosi del tumore primario,
la sede prossimale della neoplasia e la
sindrome di Lynch.
PROGRAMMA DI SORVEGLIANZA CLINICO - STRUMENTALE
SOCIETÀ SCIENTIFICA/PANEL DI ESPERTI
INDICAZIONI
› American Cancer Society
› US Multi-Society Task Force on Colorectal Cancer
• Colonscopia ad un anno dall’intervento chirurgico, quindi 3 anni e ogni 5 anni dopo
• Colografia computerizzata o clisma a doppio contrasto pre-operatorio in presenza di neoplasie stenosanti quindi primo controllo mediante colonscopia completa a 3-6 mesi dall’intervento
• Rettosigmoidoscopia o ecoendoscopia rettale ogni tre-sei mesi nei primi due anni dopo l’intervento per i tumori rettali
› American Society of Clinical Oncology
› Cancer Care Ontario
• Colonscopia ad un anno dall’intervento chirurgico, quindi in caso di normalità, ogni cinque anni
• In caso di mancata esecuzione di colonscopia completa perioperatoria eseguire l’esame endoscopico al termine della terapia adiuvante
• Rettosigmoidoscopia ogni sei mesi per 2-5 anni nei pazienti con tumore rettale che non sono stati irradiati
› National Comprehensive Cancer Network
• Colonscopia ad un anno dall’intervento chirurgico sia per i tumori colici che rettali; in caso di normalità endoscopica ripetere il controllo a 3 anni e poi ogni cinque anni
• In presenza di adenomi avanzati ad uno dei controlli (polipo villoso o >1 cm o con displasia di alto grado) ripetere la colonscopia ad un anno
› European Panel on the Appropriateness of Gastrointestinal Endoscopy II
• Colonscopia di controllo ad un anno dall’intervento; quindi, in caso di normalità dopo cinque anni. In presenza di adenomi a basso o ad alto rischio ripetere l’esame rispettivamente a tre anni e a 1-3 anni
• Nessuna indicazione specifica sui tumori rettali
› European Society of Medical Oncology
› Japanese Society of Medical Oncology
• Colonscopia di controllo a 1 anno dall’intervento chirurgico e quindi ogni 3-5 anni
• Nei tumori rettali stenosanti eseguire una colonscopia completa entro un anno dall’intervento
• Colonscopia completa ogni cinque anni fino ai 75 anni per i tumori rettali
› Associazione Italiana di Oncologia Medica
• Colonscopia ad un anno dall’intervento chirurgico, quindi a 3 anni ed ogni 5 anni
• Rettosigmoidoscopia ogni sei mesi nei primi due anni dopo l’intervento per i tumori rettali
Crosta C et Al. GIED 2015;38:111-115
Prima colonscopia
dopo 1 anno
dall’intervento
(localizzazione
colica)
Successivo FU con
intervallo variabile
(diverse indicazioni
da parte delle
diverse società
scientifiche/panel di
esperti)
Scarse indicazioni da
parte delle Società
Scientifiche Italiane
SORVEGLIANZA ENDOSCOPICA POST - CCR: QUANDO?
Sono esclusi i pazienti in stadio IV in quanto l’alta probabilità di recidiva dovuta allo stadio avanzato di malattia non giustifica
un follow-up
The risk of colorectal cancer in ulcerative colitis: ameta-analysis
J A Eaden, K R Abrams, J F Mayberry
Gut 2001;48:526–535
0 5 10 15 20 25 30
Time from diagnosis (years)
1
5
10
15
20
25
Cu
mu
lati
ve p
rob
ab
ilit
y (
%)
Metanalisi del 2011 condotta su 116 studi dal 1935 al 1999
Il rischio cumulativo di sviluppare CCR dalla diagnosi di colite
ulcerosa era di :
1.6% (95% CI 1.2–2) a 10 anni
8.3% (95% CI 4.8–11.7) a 20 anni
18.4% (95% CI 15.3–21.5) a 30 anni
The association between inlammatory bowel disease
for sporadic CRC and IBD-CRC is similar, with a 5-year survival of approximately 50%. Identifying at risk patients and implementing appropriate surveillance for these patients is central to managing the CRC risk in IBD. The increased risk of colorectal cancer in asso
acquired factors. The link between inlammation and cancer is well recognised but the molecular biology, immune pathobiology and genetics of IBD-CRC are areas of much ongoing research. This review examines
dence of IBD-CRC and examining potential risk factors
of colitis, severity of inflammation, family history of sporadic CRC and co-existent primary sclerosing cholangitis (PSC). Conirmed risk factors for IBD-CRC are
co-existent PSC and a family history of CRC. There is insuficient evidence currently to support an increased
surveillance guided by risk factors (extent of disease, family history of CRC, post-inlammatory polyps, concomitant PSC, personal history of colonic dysplasia, colonic strictures). There is a move away from using random colonic biopsies towards targeted biopsies aimed at abnormal areas identified by newer colonoscopic techniques (narrow band imaging, chromoendoscopy, confocal microendoscopy).
Colorectal cancer; Inlammatory bowel disease; Ulcerative colitis; Crohn’s disease; Risk
Yamamoto, MD, Inlammatory Bowel Disease Center, Yokkaichi
Online Submissions: http://www.wjgnet.com/1007-9327ofice
Colorectal cancer in inlammatory bowel disease: What is the real magnitude of the risk?
Jessica K Dyson, Matthew D Rutter
The association between inlammatory bowel disease
for sporadic CRC and IBD-CRC is similar, with a 5-year survival of approximately 50%. Identifying at risk patients and implementing appropriate surveillance for these patients is central to managing the CRC risk in IBD. The increased risk of colorectal cancer in asso
acquired factors. The link between inlammation and cancer is well recognised but the molecular biology, immune pathobiology and genetics of IBD-CRC are areas of much ongoing research. This review examines
dence of IBD-CRC and examining potential risk factors
of colitis, severity of inflammation, family history of sporadic CRC and co-existent primary sclerosing cholangitis (PSC). Conirmed risk factors for IBD-CRC are
co-existent PSC and a family history of CRC. There is insuficient evidence currently to support an increased
surveillance guided by risk factors (extent of disease, family history of CRC, post-inlammatory polyps, concomitant PSC, personal history of colonic dysplasia, colonic strictures). There is a move away from using random colonic biopsies towards targeted biopsies aimed at abnormal areas identified by newer colonoscopic techniques (narrow band imaging, chromoendoscopy, confocal microendoscopy).
Colorectal cancer; Inlammatory bowel disease; Ulcerative colitis; Crohn’s disease; Risk
Yamamoto, MD, Inlammatory Bowel Disease Center, Yokkaichi
World J Gastroenterol 2012 August 7; 18(29): 3839-3848 ISSN 1007-9327 (print) ISSN 2219-2840 (online)
Online Submissions: http://www.wjgnet.com/1007-9327ofice
Colorectal cancer in inlammatory bowel disease: What is the real magnitude of the risk?
Bernstein et al retrospectively examined 2672 patients with UC
over a total of 19 665 person-years between 1984 and 1997.
They found the annual risks to be 0.16% for colon cancer and
0.06% for rectal cancer.
Rutter et al followed 600 patients with extensive UC (as shown
by barium enema or colonoscopy) for 5932 person-years as part
of a colonoscopic surveillance programme (1970-2001). Data
was gathered prospectively. Ninety-one patients (163 episodes)
were found to have dysplasia or CRC. They calculated the
cumulative probability of IBD-CRC to be 7.6% and a
decreasing incidence over the period studied.
A Hungarian population-based study followed 723 UC patients for
a total of 8564 person-years (1974-2004) and found 13 cases of
IBD-CRC. They calculated the cumulative risks according to
disease duration: 0.6% after 10 years, 5.4% after 20 years and 7.5% after 30 years.
Winther et al followed 1160 patients with UC over 22 290 person-
years (1962-1987) and found 13 cases of IBD-CRC, giving an
annual crude incidence of 0.06% and cumulative risk of 2.1%
at 30 years.
SORVEGLIANZA NELLE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI
Lakatos L et Al. Inflamm Bowel Dis. 2006 Mar;12(3):205-11
in tutti i pazienti dopo 8 anni dall’esordio dei sintomi
(rivalutazione estensione/localizzazione)
dopo 1 anno dalla diagnosi di Colangite Sclerosante
Primitiva
CONSENSUS/GUIDELINES
European evidence based consensus for
endoscopy in inflammatory bowel disease☆
Journal of Crohn's and Colitis (2013) 7, 982–1018
esame completo del viscere
cromoendoscopia (blu di metilene o indigo
carminio) + biopsie target su tutte le lesioni visibili
colonscopia tradizionale + biopsie random in tutti i
segmenti (4 ogni 10 cm)
CONSENSUS/GUIDELINES
European evidence based consensus for
endoscopy in inflammatory bowel disease☆
Journal of Crohn's and Colitis (2013) 7, 982–1018
LOW RISK
tutti i pazienti che non presentano
caratteristiche né di rischio intermedio
né di alto rischio
INTERMEDIATE RISK
colite estesa con attività endoscopica
moderata o lieve
polipi post-infiammatori
(pseudopolipi)
storia familiare di CCR in parente di I
grado > 50 anni età
HIGH RISK
stenosi o displasia riscontrate nei 5
anni precedenti
Colangite Sclerosante Primitiva
colite estesa con attività endoscopica
severa
storia familiare di CCR in parente di I
grado < 50 anni età
COLONSCOPIA AD 1 ANNO COLONSCOPIA A 2-3 ANNI COLONSCOPIA A 5 ANNI
NB: sono esclusi dalla sorveglianza i pazienti con proctite o colite di Crohn coinvolgente un solo segmento colico
INTERVALLI DELLA SORVEGLIANZA:
LA COLONSCOPIA DI SORVEGLIANZA DEVE ESSERE EFFETTUATA DURANTE LE FASI DI
REMISSIONE DELLA MALATTIA INTESTINALE
Journal of Crohn's and Colitis (2013) 7, 982–1018
Migliore visualizzazione delle lesioni
Minore “interferenza” sulla ricerca della DISPLASIA
DISPLASIA > conferma da un secondo patologo esperto in IBD
CONSENSUS/GUIDELINES
European evidence based consensus for
endoscopy in inflammatory bowel disease☆
Journal of Crohn's and Colitis (2013) 7, 982–1018
FU con cromoendoscopia a 3 mesi
Successivo FU annuale per 5 anniCOLECTOMIA
FU INTENSIVO BIO RANDOM OGNI 3
MESI/COLECTOMIA
DISPLASIA SU LESIONE VISIBILE DISPLASIA SU LESIONE NON VISIBILE
ASPORTAZIONE ENDOSCOPIA
Asportazione completa
Displasia unifocale
Lesione non resecabile
Displasia multifocale
CROMOENDOSCOPIA
HGD LGD
POST-COLECTOMY SURVEILLANCE OF
POUCH/RECTAL MUCOSA
LOWER RISK
None of the higher risk factors
HIGHER RISK
Any of:
Previous rectal dysplasia
Dysplasia/cancer at time of pouch surgery
PSC
Type C mucosa of pouch (persistent atrophy
& severe inflammation)
consider 5Y consider 1Y
Gut 2010;59:666e690. doi:10.1136/gut.2009.179804
SORVEGLIANZA NELLA FAMILIARITÀ NON EREDITARIA
CA sporadico Familiarità HNPCC FAP IBD
75%
1% 1% 5% 18%
Screening del cancro colorettale. GIED 2003;26:175-9
Il rischio generico di ammalarsi di CCR nel corso della vita è di
circa il 5% negli uomini e del 4% nelle donne. Il 15-20% dei CCR
riconosce una familiarità non ereditaria.
In caso di familiarità non ereditaria il rischio aumenta in funzione di:
numero di familiari affetti
grado di parentela dei parenti affetti
età di insorgenza del CCR nei parenti affetti
età dell’individuo a rischio
L’evidenza relativa alla storia naturale delle lesioni è scarsa e spesso di bassa qualità; non sono
disponibili studi sperimentali che documentino l’efficacia di specifiche indicazioni di sorveglianza né
vi sono evidenze di un beneficio addizionale di protocolli di sorveglianza rispetto agli interventi di
screening offerti alla popolazione generale. Le raccomandazioni delle linee guida, basate su studi
osservazionali o consenso di esperti, sono spesso contrastanti
Il differenziale di rischio tende a ridursi con l’età, in particolare dopo i 60 anni.
Familiarità di II e III grado Screening come per la popolazione a rischio medio
Familiarità di I grado >60 aa. Screening come la o due di II grado popolazione a rischio (carcinomi e adenomi) medio ma a partire
da 40 anni
Familiarità di I grado <60 aa. Colonscopia ogni 5 anni ao due di I grado partire da 40 anni (carcinomi e adenomi) o dieci anni
prima dell’età del caso indice più giovane
GASTROENTEROLOGY 2008;134:1570–1595
Screening and Surveillance for the Early Detection of Colorectal Cancerand Adenomatous Polyps, 2008: A Joint Guideline From the AmericanCancer Society, the US Multi-Society Task Force on Colorectal Cancer,and the American College of Radiology
OB
RE
- I
SE
SS
ION
En
Ita
l E
nd
Dig
20
14
;37:2
19
-22
2
Uomini e donne asintomatici
Età < 50 anni Età 50-74 anni
SI NO Colonscopiaogni 5 anni
Colonscopia a 55 anni. Se negativa,indicazione
a seguire protocollobasso rischio
Programma regionale attivo
Programma regionalenon attivo/richiesta
di precorso personalizzato
Sorveglianza e counselling
genetico in centri di riferimento
Nessunaindicazione a screening
Età 50 - 60 anni Età > 60 anni
Raccomandazione di aderire alle indicazioni
del programma
Sindrome eredo-familiare Rischio familiareelevato
Rischio familiare moderato
Rischio familiare basso/Familiarità negativa
Screening del cancro colorettale. GIED 2014;37:219-222
RISCHIO FAMILIARE ELEVATO
3 o più familiari con CCR
2 familiari con CCR < 60 anni
tra loro con familiarità di I° grado, uno dei quali parente di I° grado del soggetto, nessuno con CCR < 50
RISCHIO FAMILIARE MODERATO
1 familiare di I° grado con CCR < 50 anni
2 familiari di I° grado con CCR > 60 anni
Gut 2010;59:666e690. doi:10.1136/gut.2009.179804
IN BOTH HIGH-MODERATE AND LOW-MODERATE CATEGORIES, PATHOLOGY TUMOUR MATERIAL FROM AN AFFECTED RELATIVE MAY BE AVAILABLE TO TEST FOR LYNCH SYNDROME GENE INVOLVEMENT.
!!!!
!!!!!!!!
!!!!!!!!!!
!!!!!
TIPO I
Aperture ghiandolari
piccole e regolari
Pit pattern
non neoplastico
Pit pattern
adenomatoso
Pit pattern
neoplastico
avanzato
TIPO II
Aperture ghiandolari
stellate, ampie e regolari
TIPO IIIS:
Aperture ghiandolari
tubulari, piccole
e tondeggianti
TIPO IIIL
Aperture ghiandolari
tubulari allungate
TIPO IV
Aperture ghiandolari
ramificate
TIPO Vi
Aperture ghiandolari
irregolari
TIPO Vn
Aperture ghiandolari
destrutturate
CLASSIFICAZIONE CROMOENDOSCOPICA:
IL PITT PATTERN
CROMOENDOSCOPIA CONVENZIONALE (DYE-BASED)
Q J Med 2013; 106:117–131
doi:10.1093/qjmed/hcs186 Advance
Tecnica che - mediante l’utilizzo di sostanze chimiche coloranti distribuite sulla mucosa colica -
migliora il riconoscimento delle alterazioni del pattern di superficie aumentando il contrasto tra
zone rilevate e depresse.
I coloranti utilizzati possono essere
VITALI = assorbiti dalla cellule della mucosa
DI CONTRASTO = si distribuiscono sulla superficie mucosa
REATTIVI = prendono parte a reazioni chimiche che svelano alcune funzioni del tessuto
sottostante
Con questa metodica aumenta la detection rate degli adenomi ed è facilitata la visualizzazione
delle lesioni piatte, inoltre migliora il riscontro di lesioni in generale e il riscontro di displasia, in
corso di sorveglianza delle IBD, in particolare della colite ulcerosa.
INDACO DI CARMINIO
Colorante di contrasto
Permette studio della superficie mucosa e del pitt-
pattern
Soluzione allo 0.4% viene distribuita sulla mucosa in
fase di uscita mediante un apposito catetere
Q J Med 2013; 106:117–131
doi:10.1093/qjmed/hcs186 Advance
BLU DI METILENE
Colorante vitale assorbito dalle cellule della mucosa
colica
Le aree con HGD/K ne assorbono in minore quantità
Soluzione allo 0.1% viene distribuita sulla mucosa
mediante un apposito catetere, studiando segmenti di
20-30 cm alla volta
Tecnologia basata sullo studio della trasmissione della luce a
determinate lunghezze d’onda dopo l’interazione con le differenti
strutture tessutali.
Enfatizza il dettaglio e il contrasto della mucosa intestinale e dei vasi
sanguigni.
CROMOENDOSCOPIA ELETTRONICA
NBI, FICE e iSCAN
Il primo sfrutta il principio fisico secondo il quale la profondità di penetrazione della luce è direttamente
proporzionale alla lunghezza d’onda del fascio stesso. La luce NBI è costituita da 2 lunghezze d’onda che
vengono assorbite dai vasi e riflesse dalla mucosa aumentando il contrasto tra queste due strutture.
Le altre due si basano su tecnologie di “post-produzione”: le immagini ottenute dall’endoscopio a luce
bianca, vengono modificate attraverso specifici algoritmi matematici andando ad enfatizzare alcune determinate lunghezze d’onda
Nel tratto digestivo inferiore migliora la detection-rate di polipi, micropolipi e lesioni piatte del colon; inoltre
permette di differenziare meglio tra polipi adenomatosi e polipi iperplastici evitando, idealmente alcune
polipectomie “inutili” (protocolli conservativi in fase di studio in centri altamente specializzati)
ENDOSCOPIA ZOOM CON MAGNIFICATORE DI IMMAGINE
Servono strumenti endoscopici dedicati:
gli endoscopi zoom: ingrandimento ottico dell’immagine fino a 150X attraverso l’impiego di un sistema di
lenti mobili controllate dall’operatore e sono dotati di un sistema di messa a fuoco regolabile. L’ingrandimento avviene prima che l’immagine venga registrata. Sono quelli a risoluzione migliore.
gli endoscopi a magnificazione d’immagine: generano un ingrandimento elettronico partendo
dall’immagine precedentemente già registrata nelle sue dimensioni reali ed ingrandendola
successivamente.
PREPARAZIONE PRELIMINARE DELLA MUCOSA:
lavaggio con acqua e simeticone
mucolisi con n-acetil-cisteina (per allontanare il muco)
colorazione con indaco carminio 0,4% o il cristal violetto
Consente una dettagliata visualizzazione della microstruttura superficiale della mucosa consentendo lo studio della disposizione spaziale degli orifizi delle cripte ghiandolari (pit pattern). Perdono di anticipare la natura
istologica della lesione studiata e quindi di orientare l’approccio terapeutico.
Tecnica endoscopica che permette di ottenere delle immagini della mucosa con una magnificazione e
risoluzione di circa 1000x. Permette l’identificazione delle microstrutture cellulari e subcellulari delle aree
esplorate, consentendo una diagnosi istologica in vivo (“biopsie virtuali”). Le immagini endomicroscopiche
sono generate mediante l’uso di agenti di contrasto fluorescenti.
Ad oggi esistono due tipi di strumentazioni:
- endoscopic-based confocal laser endomicroscopy (e-CLE): integra la microscopia confocale laser a uno
strumento endoscopico ad alta risoluzione generando simultaneamente l’immagine confocale e
videoendoscopica standard.
- probe-based confocal laser endomicroscopy (p-CLE): consta di una minisonda confocale laser che può
essere inserita nel canale operativo di un qualunque endoscopio tradizionale
ENDOMICROSCOPIA CONFOCALE LASER
Queste caratteristiche rendono la microscopia confocale endoscopica potenzialmente utile nella diagnosi
precoce di lesioni tumorali o displastiche, così come nella ottimizzazione delle biopsie e del trattamento
endoscopico resettivo mirato.
La POLIPECTOMIA > tecnica endoscopica che permette di
rimuovere le formazioni polipoidi rilevate rispetto al piano mucoso.
Varie tecniche di asportazione:
- pinza a freddo: per lesioni < 5 mm
- ansa a freddo: per lesioni < 5 mm
- ansa diatermica: sia per lesioni peduncolate che sessili.
POLIPECTOMIA ENDOSCOPICA
Le lesioni che occupano più di 2 austre
Le lesioni che occupano > 1/3 della circonferenza
Le lesioni che non si sollevano dopo l’iniezione
sottomucosa (mancato lifting)
INDICAZIONE CHIRURGICA
Tecnica endoscopica di asportazione delle lesioni piatte o scarsamente rilevate sul piano mucoso, con
asportazione degli strati più superficiali della sottomucosa, che non sono aggredibili con la sola pinza o ansa
diatermica.
MUCOSECTOMIA (ENDOSCOPIC MUCOSAL RESECTION - EMR)
Usata per le lesioni delle porzioni destre (dove la parete intestinale e più sottile e vi è un maggiore rischio di
perforazione) e per le lesioni non peduncolate con diametro maggiore di 10 mm.
Rispetto alla polipectomia tradizionale vi è un maggior rischio di perforazione e sanguinamento > operatore più
esperto > sapere gestire le possibili complicanze.
Prevede una fase di :
- infiltrazione
- asportazione della lesione
1. Lesioni più grandi di 20 mm di diametro, in cui una EMR “en bloc” è difficile, anche se il trattamento endoscopico è indicato
a. LST Non Granulari, in particolare pseudodepressi
b. Lesioni con pit pattern di tipo Vi
c. Carcinomi con infiltrazione sottomucosa (pit pattern Vi senza
demarcazione)
d. Grandi lesioni di tipo depresso
e. Grandi lesioni rilevate sospette per cancro (compresa la forma
LST Granulare Misto con noduli di grandi dimensioni)
2. Lesioni mucose con fibrosi causata da biopsie o peristalsi
3. Lesioni presenti nell’ambito di malattie infiammatorie croniche intestinali
4. Carcinoma superficiale residuo/recidivo dopo resezione endoscopica
Tecnica endoscopica di asportazione delle lesioni piatte o scarsamente rilevate sul piano mucoso,
con asportazione degli strati più profondi della sottomucosa. Nasce dall’esigenza di superare i limiti
dimensionali nell’asportazione en-bloc delle lesioni. Maggiori complicanze e tempi più lunghi vs
EMR, più complessa dal punto di vista tecnico.
DISSEZIONE SOTTOMUCOSA (ENDOSCOPIC SUB-MUCOSAL DISSECTION - ESD)
Azzolini F et al. GIED 2014;37:281-286
DISSEZIONE SOTTOMUCOSA (ENDOSCOPIC SUB-MUCOSAL DISSECTION - ESD)
FASE DI DEMARCAZIONE
FASE DI INFILTRAZIONE
FASE DI DISSEZIONE A MANO
LIBERA DELLA SOTTOMUCOSA
Il più importante studio sulla ESD nel colon è un multicentrico Giapponese condotto su >1000 lesioni
neoplastiche che dimostra come con la ESD si ottengano risultati significativamente superiori alla EMR, con
elevate percentuali di resezione en bloc e curativa, vicine al 90%. A fronte di questi ottimi risultati la percentuale
di eventi avversi è accettabile (5% perforazioni, 1.5% sanguinamento tardivo) in particolare per lesioni > 5 cm e
operatori meno esperti < 50 procedure/anno. Gli studi Europei hanno numeri inferiori e maggiori tassi di
complicanze (minore esperienza degli operatori?).
Endoscopic submucosal dissection (ESD) procedure for a protruding type tumor, 45 mm in diameter and located mainly in the upper rectum.
POST-COLECTOMY SURVEILLANCE OF
POUCH/RECTAL MUCOSA
LOWER RISK
None of the higher risk factors
HIGHER RISK
Any of:
Previous rectal dysplasia
Dysplasia/cancer at time of pouch surgery
PSC
Type C mucosa of pouch (persistent atrophy
& severe inflammation)
consider 5Y consider 1Y
Gut 2010;59:666e690. doi:10.1136/gut.2009.179804
!
!
!
!!!
CLASSIFICAZIONE DI PARIGI
!!
!
!!
Esiste una correlazione tra queste classificazioni e il rischio di invasione delle sottomucosa: per le
lesioni protrudenti tale rischio è del 30% quando le dimensione del polipo superano i 2 cm, per le
lesioni non protrudenti il rischio è maggiore per le lesioni depresse o escavate rispetto alle altre,
per le LST, la forma NG presenta un maggior rischio di invasione della sottomucosa (14 vs 7%) e
di cancerizzazione (57 vs 32%) rispetto alla forma G.
NB: il problema principale legato alle purghe a base di NaP è il danno renale che si manifesta come un’IRA che insorge nell’arco di poche settimane dall’assunzione, migliora lentame
nel tempo ma talvolta provoca danno renale all’ultimo stadio (21 casi riportati). Un’altra grave complicanza è legata all’alterazione dell’equilibrio idro-elettrolitico con iperfosfatem
ipocalcemia, ipokaliemia, e ipo o ipernatriemia. Pertanto questo tipo di preparazione è stata ritirata dal commercio negli USA, e in Europa è indicata solo e in casi selezionati (pazi
che presentano controindicazioni agli altri tipi di purga, che non raggiungono adeguata pulizia intestinale con gli altri tipi di purghe, in grado di assumere un adeguato apporto id
durante la preparazione) e previa valutazione della funzionalità renale. Da segnalare che questo composto è da evitare nei pazienti affetti da IBD in quanto può indurre della alteraz
della mucosa che mimavano la malattia intestinale.
rilevare la presenza di una recidiva di malattia anastomotica e a distanza in uno stadio precoce per consentire ulteriori
trattamenti potenzialmente curativi e un prolungamento della sopravvivenza
diagnosticare eventuali neoplasie metacrone, intese come qualunque nuovo adenoma o carcinoma insorto dopo la resezione
colica in uno o più segmenti del colon residuo.
Sono esclusi da queste raccomandazioni invece i pazienti in stadio IV in quanto l’alta probabilità di recidiva dovuta allo stadio
avanzato di malattia non giustifica un follow-up secondo schema convenzionale.
Post-polypectomy colonoscopy surveillance: EuropeanSociety of Gastrointestinal Endoscopy (ESGE) Guideline
Endoscopy 2013; 45: 842–851
High risk groupIn the high risk group (patients with adenomas with villous histology
or high grade dysplasia or ≥10mm in size, or ≥3 adenomas), the
ESGE recommends surveillance colonoscopy 3 years after the index
colonoscopy (strong recommendation, moderate quality evidence).
Patients with 10 or more adenomas should be referred for genetic
counselling (strong recommendation, moderate quality evidence).
Serrated polyps (see also●" Tablee7, available online)The ESGE recommends that patients with serrated polyps <10mm in
size with no dysplasia should be classified as low risk (weak recom-
mendation, low quality evidence). The ESGE suggests that patients
with large serrated polyps (≥10mm) or those with dysplasia should
be classified as high risk (weak recommendation, low quality evi-
dence).
Patients with 5 or more serrated polyps proximal to the sigmoid, of
which 2 or more are sized ≥10mm, or with 20 or more serrated
polyps of any size but distributed throughout the colon, meet the
World Health Organization criteria for serrated polyposis and should
be referred for genetic counselling (strong recommendation, low
quality evidence).Serrated polyps (see also●" Tablee7, available online)The ESGE recommends that patients with serrated polyps <10mm in
size with no dysplasia should be classified as low risk (weak recom-
mendation, low quality evidence). The ESGE suggests that patients
with large serrated polyps (≥10mm) or those with dysplasia should
be classified as high risk (weak recommendation, low quality evi-
dence).
Patients with 5 or more serrated polyps proximal to the sigmoid, of
which 2 or more are sized ≥10mm, or with 20 or more serrated
polyps of any size but distributed throughout the colon, meet the
World Health Organization criteria for serrated polyposis and should
be referred for genetic counselling (strong recommendation, low
quality evidence).
Term Definition
High quality
colonoscopy
Complete colonoscopy with a meticulous
inspection of adequately cleaned colorectal
mucosa. Neoplastic lesions have also been com-
pletely removed and retrieved for histological
examination.
Index colonoscopy First high quality colonoscopy on which surveil-
lance strategy is based
Metachronous lesion Any lesion that is detected at surveillance colo-
noscopies
Low risk group 1–2 tubular adenomas < 10mm with low-grade
dysplasia; serrated polyps < 10mm and no dys-
plasia
High risk group Adenoma with villous histology or high grade
dysplasia or ≥10mm in size, or ≥3 adenomas;
serrated polyps ≥10mm or with dysplasia
Advanced adenoma Adenoma with villous histology or high grade
dysplasia or ≥10mm in size
Advanced neoplasia Adenoma with villous histology or high grade
dysplasia or ≥10mm in size, or colorectal cancer
Serrated polyp Hyperplastic polyps, sessile serrated polyp, tra-
ditional serrated adenomas, and mixed lesions
CANCRO-COLORETTALE: STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO
IL RISCHIO DI CCR DIPENDE DA DIVERSI FATTORI; IN PARTICOLARE L’ETA DEL PAZIENTE E IL SESSO, LA FAMILIARITÀ’ PER CCR (EREDITARIO E NON EREDITARIO) E LA PRESENZA DI PATOLOGIE ASSOCIATE.
RISCHIO BASSO
Popolazione con età < 50 anni, in
assenza di familiarità e di patologie
“predisponenti” associate
RISCHIO INTERMEDIO
Popolazione con età > 50 anni, in
assenza di familiarità e di patologie
“predisponenti” associate
RISK ELEVATO/MOLTO ELEVATO
Soggetti affetti da MICI
Soggetti con familiarità non ereditaria
Soggetti con familiarità ereditaria
POPOLAZIONE NON SOTTOPOSTA A
SCREENING
POPOLAZIONE SOTTOPOSTA A
SCREENING
POPOLAZIONE SOTTOPOSTA A
PROTOCOLLI DI SCREENING DEDICATI
ENDOSCOPIA COMUNQUE INDICATA IN CASO SANGUINAMENTO GASTROINTESTINALE (EMATOCHEZIA RICORRENTE, MELENA
IN CUI E STATA ESCLUSA UNA PERDITA DAL TRATTO GI SUPERIORE), ANEMIA SIDEROPENICA DI ORIGINE SCONOSCIUTA,
ALTERAZIONI CLINICAMENTE RILEVANTI RISCONTRATE ALLE TECNICHE DI IMAGING, ALTERAZIONI DELL’ALVO CLINICAMENTE RILEVANTI/RECENTE INSORGENZA, CALO PONDERALO NON ALTRIMENTI SPIEGATO, …
Tecnologia endoscopica che enfatizza il dettaglio e il contrasto della mucosa intestinale e dei vasi
sanguigni. Basata sullo studio della trasmissione della luce a determinate lunghezze d’onda dopo
l’interazione con le differenti strutte tissutali.
Nel tratto digestivo inferiore migliora la detection-rate di polipi, micropolipi e lesioni piatte del colon;
inoltre permette di differenziare meglio tra polipi adenomatosi e polipi iperplastici e questo potrebbe
permettere di evitare alcune polipectomie “inutili” (protocolli conservativi in fase di studio in centri
altamente specializzati)
NBI
Sistema che sfrutta il principio fisico secondo il quale la profondità di penetrazione della luce è direttamente proporzionale alla lunghezza
d’onda del fascio stesso: lunghezze d’onda brevi penetrano poco nel tessuto mentre lunghezze d’onda più lunghe vanno più in
profondità. La luce NBI, che si ottiene mettendo un filtro NBI davanti alla lampada allo xenon dell’endoscopio, è costituita solo da 2
lunghezze d’onda: - 415 nm di colore blu - 540 nm di colore verde
La caratteristica principale di queste due lunghezze d’onda (che corrispondono ai due picchi di assorbimento di luce dell’emoglobina)
risiede nel fatto che entrambe vengono assorbite dai vasi e riflesse dalla mucosa aumento così al massimo il contrasto tra queste due
strutture. La lunghezza d’onda più breve (blu) penetra meno in profondità permettendo un’ottima visualizzazione delle lesioni altamente vascolarizzate (etp) vediamo infatti ben rappresentati i capillari superficiali che appaiono di colore bruno, quella più lunga (verde) penetra
leggermente più in profondità a livello della mucosa e della sottomucosa - con i vasi che appiano di colore blu/verde - permettendo di
studiare la vascolarizzazione profonda delle lesioni sospette.
CROMOENDOSCOPIA ELETTRONICA
FICE
Tecnologia di post-produzione dell’immagine. Il video-processore analizza le immagini endoscopiche ottenute con la luce bianca e le modifica attraverso specifici algoritmi matematici andando ad enfatizzare alcune determinate lunghezze d’onda. Generalmente vengono
selezionate 3 singole lunghezze d’onda, appartenenti rispettivamente alla gamma dei rossi, dei verdi e dei blu, che vengono combinate
fornendo un’immagine enfatizzata in real-time. L’immagine che si ottiene con la FICE è più contrastata, così migliora la visualizzazione delle
strutture e/o l’anatomia della zona di interesse
i-SCANAnche un questo caso viene sfruttato un software di post-produzione dell’immagine che fornisce un’enfatizzazione e un contrasto digitale
all’immagine endoscopica.
100%
80%
60%
40%
20%
0%
5756
51
40
37 36
30
12
62
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
SudCentroNord Italia
Figura 2.
Estensione effettiva dello screening colorettale per macro-area geografica e totale 2005-2013 Fonte: survey Ons
LO SCREENING
I programmi di screening in Italia, 2014
Epidemiol Prev 2015; 39(3) Suppl 1: 1-125NATIONAL CENTRE FOR SCREENING MONITORING 11TH REPORT
FIT 50-69/74 years
FIT started in 2011-2012
FS 58/60 + FIT 59-69 years
Colorectal screening
Primary test fecal immunochemical test (FIT)
Target population subjects aged 50-69 (some regions have extended the age target to 74 or 75 years)
Screening interval 2 years
Primary test flexible sigmoidoscopy (FS) + FIT
Target population subjects aged 58 or 60 (FS); subjects aged 59-69 (FIT)
Screening interval flexible sigmoidoscopy once in a lifetime and FIT every 2 years for non-responders to FS
A fine 2012 attivi 112 programmi
55-54 55-59 60-64 65-69
agex
10
0sc
reened
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
0
Figure 2. FIT programmes:
positivity rates by age and
gender at first and repeat
screening episodes. Years
2011-2012.
Figura 2. Positività al SOF per
età e sesso ai primi esami e
successivi. Anni 2011-2012.
first screening - males
first screening - females
repeat screening - males
repeat screening - females
4.6
6.4
7.8
9.2
3.7
4.1
5.1
3.3
2.7
4.0
2.9
4.8
6.1
5.6
3.5
4.2
first screening repeat screening
x1
,00
0sc
reened
2
4
6
8
10
12
0
Figure 3. FIT programmes: detec-
tion rates of carcinoma, advanced
adenoma, and non advanced ade-
noma at first and repeat screening
episodes in 2011-2012.
Figura 3. Programmi SOF: tassi di
identificazione di carcinoma, ade-
noma avanzato e adenoma iniziale
ai primi esami e successivi. Anni
2011-2012.2.2
10.3
7.1
1.0
6.86.1
carcinoma adv. adenoma non adv. adenoma
DRs: number of histologically-confirmed lesions detected per 1,000 screened subjects. Advanced
adenomas: adenomas with a diameter ≥1 cm, villous/tubulo-villous type, or high-grade dysplasia)
I NUMERI
DEL CANCRO
IN ITALIA
2016
Associazione Italiana Oncologia Medica
Associazione Italiana Registro Tumori
Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle Malattie
Rango Maschi Femmine Tutta la popolazione
1° Prostata (19%) Mammella (30%) Mammella (14%)
2° Polmone (15%) Colon-retto (13%) Colon retto (13%)
3° Colon-retto (13%) Polmone (6%) Polmone (11%)
4° Vescica* (11%) Tiroide (5%) Prostata (10%)
5° Stomaco (4%) Utero corpo (5%) Vescica (7%)
TABELLA 6. Primi cinque tumori più frequentemente diagnosticati e proporzione sul totale dei
tumori (esclusi i carcinomi della cute) per sesso. Pool AIRTUM 2008-2012.
Rango Maschi Femmine
Età Età
0-49 50-69 70+ 0-49 50-69 70+
1° Testicolo (12%)
Prostata(22%)
Prostata (20%)
Mammella(41%)
Mammella(35%)
Mammella(21%)
2° Cute (melanomi)(9%)
Polmone (15%)
Polmone (17%)
Tiroide (15%)
Colon-retto(12%)
Colon-retto(17%)
3° Linfoma non-Hodgkin
(8%)
Colon-retto (13%)
Colon-retto (14%)
Cute (melanomi)
(7%)
Utero corpo(7%)
Polmone(7%)
4° Colon-retto (8%)
Vescica* (10%)
Vescica* (12%)
Colon-retto(4%)
Polmone(7%)
Stomaco (5%)
5° Tiroide (8%)
Vie aero-digestive superiori**
(5%)
Stomaco (5%)
Utero cervice(4%)
Tiroide(5%)
Pancreas (5%)
TABELLA 7. Primi cinque tumori in termini di frequenza e proporzione sul totale dei tumori incidenti (esclusi i
carcinomi della cute) per sesso e fascia di età. Pool AIRTUM 2008-2012.
Cancro Colo-Rettale: incidenza e prevalenza in Italia
Mammella
Colon, retto e ano
Prostata
Vescica
Tiroide
Linfoma non-Hodgkin
Melanoma cutaneo
Rene
Testa e collo
Corpo dell'utero
Maschi Femmine Totale
692.955 692.955
225.945 201.617 427.562
398.708 398.708
204.158 49.695 253.853
35.457 124.850 160.307
66.864 63.699 130.563
58.636 70.751 129.387
75.972 42.792 118.764
84.737 28.428 113.165
109.981 109.981
500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0 100.000 200.000 300.000 400.000 500.000 600.000 700.000
FIGURA 5. Numero di persone vive dopo una diagnosi di tumore, per sede e sesso. Italia, 2015.
0
10
20
30
40
50
60
70
801
99
9
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
05
20
06
20
07
20
08
20
09
20
10
20
11
20
12
20
13
20
14
20
15
20
16
Ta
ss
o s
td x
10
0.0
00
I-APC: 1999-2007: -2,2^ (1,0; 3,5), 2007-2011: -6,8^ (-10,1; -3,3)
M-APC: 1999-2016: -1,1^ (-1,7; -0,5)
FIGURA 11A. Tumore del colon-retto, maschi. AIRTUM: stima dei trend tumorali di incidenza e
mortalità 1999-2016. Tassi standardizzati popolazione europea. APC = Annual Percent Change
(variazione percentuale media annua), I = incidenza, M = mortalità. Nota: proiezione del trend
di incidenza non disponibile.
0
5
10
15
20
25
35
45
50
30
40
19
99
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
05
20
06
20
07
20
08
20
09
20
10
20
11
20
12
20
13
20
14
20
15
20
16
Ta
ss
o s
td x
10
0.0
00
I-APC: 1999-2006: 2,1^ (0,1; 1,4), 2006-2011: -3,6^ (-7; -0,2)
M-APC: 1999-2016: -1,4^ (-2,2; -0,6)
FIGURA 11B. Tumore del colon-retto, femmine. AIRTUM: stima dei trend tumorali di incidenza
e mortalità 1999-2016. Tassi standardizzati popolazione europea. APC = Annual Percent Change
(variazione percentuale media annua), I = incidenza, M = mortalità. Nota: proiezione del trend
di incidenza non disponibile.
Rango Maschi Femmine Tutta la popolazione
1° Polmone (26%) Mammella (17%) Polmone (19%)
2° Colon-retto (10%) Colon-retto (12%) Colon-retto (11%)
3° Prostata (8%) Polmone (11%) Mammella (7%)
4° Fegato (7%) Pancreas (7%) Stomaco (6%)
5° Stomaco (6%) Stomaco (6%) Pancreas (6%)
TABELLA 9. Prime cinque cause di morte tumorali più frequenti e proporzione sul totale dei
decessi oncologici per sesso. Pool AIRTUM 2008-2012.
Cancro Colo-Rettale: mortalità