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Date post: 08-Jul-2016
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bilancio
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1 Soluzione esercizi aggiuntivi Esercizio 3 – IRES La società per azioni Beta ha conseguito nell’anno t i seguenti redditi: - ricavi: 4.000 - dividendi da partecipazioni azionarie in società italiane: 1000 - interessi su titoli di Stato: 20 - interessi passivi: 1.200 Nello stesso anno ha inoltre sostenuto spese per acquisto di beni intermedi per 200 e per stipendi di 180. L’anno precedente aveva acquistato macchinari per 100 (coeff. di ammortamento ordinario 15%). Si calcolino per l’impresa Beta: a) la base imponibile IRES per l’anno t; b) il debito di imposta IRES per l’anno t. Soluzione a) Gli interessi passivi deducibili si calcolano nel seguente modo: Ricavi 4.000 - acquisto di beni intermedi 200 - stipendi 180 Reddito operativo lordo (ROL) 3.620 30% del ROL 1086 + Interessi su titoli di stato 20 Quota deducibile interessi passivi 1106 Poiché gli interessi passivi (1.200) sono maggiori della loro quota deducibile (1.106), la differenza (94) non sarà deducibile, ma potrà essere dedotta nei limiti degli IA e del 30% del ROL dell’esercizio successivo. La base imponibile IRES è data da: Ricavi 4.000 + 5% dividendi 50 + interessi su titoli di stato 20 - acquisto di beni intermedi 200 - stipendi 180 - ammortamento (0,15x100) 15 - interessi passivi 1.106 =Base Imponibile 2.569 b) Il debito di imposta si ottiene moltiplicando la base imponibile per l’aliquota IRES (27,5%): 0,275 x 2.569 = 706,5 Esercizio 6 - Effetti dell’imposta societaria su investimenti e scelte di finanziamento Il vero profitto di un’impresa è dato da π (I) - δ I-iI, dove π (I) è il rendimento degli investimenti, δ è il deprezzamento economico e i è il costo del capitale. Il profitto è tassato con aliquota t. a) Scrivete la condizione che determina il livello ottimale degli investimenti: i) nel caso in cui il costo del finanziamento sia interamente deducibile; ii) nel caso in cui il costo del finanziamento sia deducibile al 50%.
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Page 1: esercizi bilancio

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Soluzione esercizi aggiuntivi Esercizio 3 – IRES La società per azioni Beta ha conseguito nell’anno t i seguenti redditi:

- ricavi: 4.000 - dividendi da partecipazioni azionarie in società italiane: 1000 - interessi su titoli di Stato: 20 - interessi passivi: 1.200

Nello stesso anno ha inoltre sostenuto spese per acquisto di beni intermedi per 200 e per stipendi di 180. L’anno precedente aveva acquistato macchinari per 100 (coeff. di ammortamento ordinario 15%). Si calcolino per l’impresa Beta: a) la base imponibile IRES per l’anno t; b) il debito di imposta IRES per l’anno t. Soluzione a) Gli interessi passivi deducibili si calcolano nel seguente modo:

Ricavi 4.000 - acquisto di beni intermedi 200 - stipendi 180 Reddito operativo lordo (ROL) 3.620 30% del ROL 1086 + Interessi su titoli di stato 20 Quota deducibile interessi passivi 1106

Poiché gli interessi passivi (1.200) sono maggiori della loro quota deducibile (1.106), la differenza (94) non sarà deducibile, ma potrà essere dedotta nei limiti degli IA e del 30% del ROL dell’esercizio successivo. La base imponibile IRES è data da:

Ricavi 4.000 + 5% dividendi 50 + interessi su titoli di stato 20 - acquisto di beni intermedi 200 - stipendi 180 - ammortamento (0,15x100) 15 - interessi passivi 1.106 =Base Imponibile 2.569

b) Il debito di imposta si ottiene moltiplicando la base imponibile per l’aliquota IRES (27,5%):

0,275 x 2.569 = 706,5

Esercizio 6 - Effetti dell’imposta societaria su investimenti e scelte di finanziamento Il vero profitto di un’impresa è dato da π (I) -δ I-iI, dove π (I) è il rendimento degli investimenti, δ è il deprezzamento economico e i è il costo del capitale. Il profitto è tassato con aliquota t.

a) Scrivete la condizione che determina il livello ottimale degli investimenti:

i) nel caso in cui il costo del finanziamento sia interamente deducibile;

ii) nel caso in cui il costo del finanziamento sia deducibile al 50%.

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b) Rappresentate graficamente questi due casi, evidenziando l’impatto della non neutralità sul livello degli investimenti.

c) Considerate ora una società di capitali soggetta ad IRES che abbia ricavi per 1000 e interessi passivi per 400. Valutate se l'IRES è neutrale nei confronti delle scelte di investimento di questa società e discutete. Soluzione a) Nel caso in cui il costo del finanziamento sia interamente deducibile il profitto netto dell’investimento è dato da

( ) [ ( ) ](1 )[ ( ) ]

P I I iI t I I iIP t I I iI

π δ π δ

π δ

= − − − − −

= − − −

derivando rispetto ad I ed eguagliando a 0:

*

*

*

[ '( ) ](1 ) 0[ '( ) ] 0'( )

I i tI iI i

π δ

π δ

π δ

− − − =

− − =

− =

dove I* è il livello ottimale dell’investimento. Nel caso in cui il costo del finanziamento sia deducibile solo al 50% il profitto netto dell’investimento è dato da

( ) [ ( ) 0.5 ](1 )[ ( ) ] (1 0.5 )

P I I iI t I I iIP t I I Ii t

π δ π δ

π δ

= − − − − −

= − − − −

Derivando rispetto ad I ed eguagliando a 0:

*

*

[ '( ) ](1 ) (1 0.5 ) 0(1 0.5 )[ '( ) ](1 )

I t i ttI it

π δ

π δ

− − − − =

−− =

dove I* è il livello ottimale dell’investimento in questo caso. Questo livello è inferiore a quello ottenuto nell’ipotesi di piena deducibilità. b)

O I

δπ −ʹ′

i

I*p I*tot

1-αt1-t i

I*tot=I con totale ded. I*p= I con parz. ded.

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L’impatto della non neutralità è rappresentato dalla differenza tra il livello degli investimenti con piena deducibilità, I*tot, e il livello degli investimenti con deducibilità al 50%, I*p. La non neutralità riduce gli investimenti. c) Con l’Ires, in questo caso, si ha ROL=1000 e quindi gli interessi passivi nel singolo anno sono deducibili al massimo per il 30% di 1000, cioè per 300. Ne segue che, dei 400 euro di interessi passivi, ne sono deducibili solo 300, cioè il coefficiente di deducibilità è del 75%. Il regime non garantisce quindi la neutralità. [N.B: è vero che l’eccedenza di interessi passivi, 100, è riportabile agli anni successivi, ma, per non modificare le scelte di investimento, l’impresa dovrebbe essere certa di poterla recuperare con il ROL realizzato negli anni successivi]

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A.A. 2015/16 Esercitazione - IRES

TESTO E SOLUZIONI Esercizio 1 - Tassazione società di capitali e persone fisiche Il contribuente X lavora come dipendente nella società di A. È inoltre socio, al 30% (partecipazione qualificata), della società di capitali B. Nel corso dell’anno t il contribuente ha percepito i seguenti redditi: Stipendio (mesi gennaio-novembre) 11.000 euro Interessi su conto corrente 30 euro Dividendi su partecipazioni non qualificate di società con sede in Italia 500 euro Inoltre ha percepito solo a fine gennaio dell’anno t+1 lo stipendio relativo a dicembre dell’anno t, pari a 1.000 euro. La società B ha conseguito nel corso dell’anno t: Ricavi 100.000 euro Interessi su titoli di Stato 2.000 euro Ha inoltre sostenuto i seguenti costi: Acquisti materie prime 20.000 euro Stipendi ai dipendenti 50.000 euro Acquisto di un bene strumentale (coeff. ammort. ord. 20%) 30.000 euro Interessi passivi 1.000 euro La Società B ha distribuito, inoltre, tutto l’utile netto ai soci. Il contribuente X ha diritto ad una detrazione per lavoro dipendente pari a 1.608 euro. Considerando la seguente scala delle aliquote IRPEF per scaglioni,

Scaglioni di reddito Aliquote 0 - 15.000 23% 15.000 – 28.000 27% 28.000 – 55.000 38% 55.000 – 75.000 41% Oltre 75.000 43%

calcolate: a) il reddito di impresa della società B nell’anno t. b) il reddito complessivo ai fini IRPEF del contribuente X nell’anno t. c) l’IRPEF dovuta nell’anno t dal contribuente X. Soluzione a) Il reddito d’impresa della società di capitali B nell’anno t è dato da:

Ricavi 100.000 + interessi sui titoli di Stato 2.000 - interessi passivi* 1.000 - acquisto di materie prime 20.000 - stipendi 50.000 - ammortamento** (0,10x30.000) 3.000 = Base Imponibile 28.000

* Poiché IA > IP gli interessi passivi sono deducibili per il loro intero ammontare. **L’ammortamento ordinario, nel suo importo massimo, risulta dall’applicazione di coefficienti stabiliti dal Ministero dell’Economia al costo dei beni. Nel primo esercizio la quota è dimezzata. Per semplicità, in questo esercizio e ed in futuri esercizi l’ammortamento fiscale coincide con quello civilistico.

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b) Il reddito complessivo ai fini IRPEF si determina sommando i singoli redditi classificati nelle seguenti

categorie: 1) redditi fondiari; 2) redditi di capitale; 3) redditi di lavoro dipendente; 4) redditi di lavoro autonomo; 5) redditi d’impresa (imprenditore individuale e società di persone); 6) redditi diversi.

Reddito complessivo IRPEF = 11.000 (reddito di lavoro dipendente) + 0,3 x 0,4972 x 28.000 x (1-0,275) (reddito di capitale da partecipazione qualificata nella società B) = 11000 + 3027,948 = 14027,948 Lo stipendio di euro 1.000 percepito a gennaio dell’anno t+1 ma relativo a dicembre dell’anno t non rientra nella base imponibile IRPEF in quanto vige il criterio di cassa.

c) Reddito complessivo = 14027,9

Reddito Imponibile IRPEF = 14027,9 = Reddito complessivo (non ci sono oneri deducibili) Applicando gli scaglioni alla base imponibile si ottiene: IRPEF lorda = 0,23 x 14027,9 = 3.226,4 Il contribuente X ha diritto a detrazioni da lavoro dipendente pari a 1.608 euro, e quindi: IRPEF netta = IRPEF lorda – detrazioni = 3.226,4 – 1.608 = 1.618,4

Esercizio 2 - IRES La Società ALPHA nell’anno t ha conseguito ricavi per 400.000 euro e ha effettuato le seguenti operazioni:

- acquisto di materie prime: 150.000 - corresponsione di salari: 100.000 - corresponsione di compensi per prestazioni libero-professionali: 5.000 - acquisto di beni di investimento (coeff. di ammortamento ordinario 20%): 25.000 - pagamento di interessi passivi: 10.000

Si calcolino la base imponibile e il debito d’imposta IRES per l’anno t. Soluzione Gli interessi passivi deducibili si calcolano nel seguente modo:

Ricavi 400.000 - Salari 100.000 - Materie prime 150.000 - Compensi prestazioni libero-professionali 5.000 Reddito operativo lordo (ROL) 145.000 30% del ROL 43.500 Quota deducibile interessi passivi 43.500

Poiché gli interessi passivi (10.000) sono inferiori alla quota deducibile di interessi passivi (43.500), è deducibile la totalità degli interessi passivi. La differenza tra quota deducibile di interessi passivi e interessi passivi effettivamente dedotti (43.500-10.000=33.500) potrà essere sommata agli interessi attivi e al 30% del ROL dell’esercizio t+1 per il calcolo della quota di interessi deducibili in quell’esercizio.

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La base imponibile IRES è data da:

Ricavi 400.000 - Salari 100.000 - Materie prime 150.000 - Interessi passivi 10.000 - Compensi prestazioni libero-professionali 5.000 - Ammortamento** 2.500 =Base Imponibile 132.500

**L’ammortamento ordinario, nel suo importo massimo, risulta dall’applicazione di coefficienti stabiliti dal Ministero dell’Economia al costo dei beni. Nel primo esercizio la quota è dimezzata. Il debito di imposta si ottiene moltiplicando la base imponibile per l’aliquota IRES (27,5%):

132.500 x 0,275 = 36.437,5 Esercizio 3 - Imposta societaria e distribuzione degli utili Nel Paese X vige un’imposta societaria con aliquota ts = 30% ed un’imposta personale con aliquota tP = 20%. Nell’anno corrente, l’impresa Beta, operante in X, ha prodotto utili (U) per 200, distribuendone tra i soci una percentuale d. Si calcoli il carico fiscale complessivo nei seguenti casi:

a) Sistema classico - In caso di distribuzione totale degli utili (d=1) - In caso di ritenzione totale degli utili (d=0)

b) Integrazione completa degli utili di impresa nella base imponibile personale c) Esenzione totale

Soluzione a) Nel sistema classico l’imposta societaria si applica a tutto l’utile di impresa, mentre l’imposta personale si

applica solo agli utili distribuiti (D). Il carico fiscale complessivo (T) è:

T = ts U + tP D = ts U + tP d (1 - t) U

Con d = 1, sostituendo i valori, otteniamo:

T = 0,3 x 200 + 0,2 x 0,7 x 200 = 60 + 28 = 88 Con d = 0 sarà:

T = 0,3 x 200 = 60

b) Nel sistema con integrazione completa l’utile di impresa rientra nella base imponibile dell’imposta personale indipendentemente dalle scelte distributive. Sarà quindi:

T = tP U = 0,2 x 200 = 40

c) Nel sistema con esenzione totale gli utili dell’impresa sono tassati esclusivamente presso l’impresa. Il carico fiscale complessivo è:

T = ts U = 0,3 x 200 = 60

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Esercizio 4 - Effetti dell’imposta societaria su investimenti e scelte di finanziamento Il profitto di un’impresa dipende dal livello degli investimenti secondo la seguente funzione:

iIIIIP −−= δπ )()(

dove π (I) = 2log(I/2) è il rendimento dell’investimento, i = 5% il tasso di interesse sull’indebitamento dell’impresa, ρ il rendimento richiesto sull’investimento azionario, δ = 5% il tasso di deprezzamento economico, t = 27,5% l’aliquota d’imposta societaria, xt = 26% l’aliquota sostitutiva applicata a livello personale sia sugli interessi obbligazionari che sui dividendi (partecipazione non qualificata).

a) Calcolate il livello ottimale degli investimenti nell’ipotesi che l’impresa si finanzi con debito e non

vengano applicate imposte. b) Mostrate che, nel caso di finanziamento con debito, il livello degli investimenti ottimali non cambia

introducendo un regime di tassazione con deducibilità totale degli interessi passivi e assumendo che l’ammortamento coincida con il tasso di deprezzamento economico.

c) Mostrate che l’introduzione delle imposte, nel caso di finanziamento con emissione di nuove azioni in assenza totale di deducibilità del costo del capitale proprio, riduce il livello degli investimenti ottimali (assumete anche in questo caso che l’ammortamento coincida con il tasso di deprezzamento economico).

d) Tenendo conto dei risultati ai punti b e c, mostrate che l’impresa ha convenienza a finanziarsi con debito. e) Alla luce dei risultati precedenti, discutete il trattamento fiscale in caso di finanziamento con azioni

introdotto in Italia nel 2011. Soluzione a) Il livello ottimale degli investimenti si ottiene derivando il profitto dell’impresa e ponendo la derivata

uguale a zero. La funzione obiettivo è:

iIIIIP −−= δπ )()( Derivando rispetto ad I ed eguagliando a 0:

IiIII

∂−−∂ ])([ δπ = 0

Nel nostro caso, con π (I) = 2log(I/2) e considerando che II

∂∂ )(π =

I2 :

(2/I) – δ – i = 0 ⇒ I* = i+δ

2

Sostituendo nell’equazione i valori assegnati a δ e a i otteniamo:

I* = 2/ 0.1 = 20

b) In caso di tassazione con interessi passivi interamente deducibili, la funzione obiettivo per la generica impresa diviene:

P(I) = π(I) –δ I – iI – t[π (I) –δ I – iI]

P(I) = [π (I) –δ I – iI] (1 – t)

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Derivando rispetto ad I ed uguagliando a 0:

[(2/I) – δ – i] (1 – t) = 0 ⇒ I* = i+δ

2

che è uguale al valore trovato nel caso precedente. Quindi l’imposta è neutrale e I* = 20.

I profitti complessivi si riducono però con l’introduzione dell’imposta:

PNT > PT [π (I) –δ I – iI] > [π (I) –δ I – iI] (1 – t)

c) In questo caso:

• il costo del finanziamento azionario è ρ, con ρ(1-tx)= i(1-tx); dato che deve valere la condizione di non arbitraggio: ρ = i;

• la funzione di profitto al netto delle imposte è, quindi, definita dalla seguente formula:

P(I) = π (I) –δ I – ρ I – t[π (I) –δ I ] Derivando rispetto ad I ed uguagliando a 0 la derivata, si ottiene:

tI

−=−

1)(' ρδπ

Nel nostro caso, dato che 'π (I) = 2/I,

(2/I) – δ = t−1

ρ ⇒ I* =

2(1 )(1 )

ttρ δ

−+ −

Sostituendo nell’equazione i valori assegnati a δ, ad ρ e a t, otteniamo:

I*= 16,81 L’investimento ottimale è in questo caso inferiore (I*=16,81) rispetto ai due casi precedenti (I*=20).

d) Calcolando i profitti netti nel caso di finanziamento con debito e nel caso di finanziamento tramite emissione di nuove azioni, si ottiene:

( ) 89,1275,0120*05.020*05,02

20log2 =−

−−

=nettoP

64,181,16*05,0281,16log2275,081,16*05.081,16*05,0

281,16log2 =

−−−

=nettoP

Di conseguenza il finanziamento con emissione di nuove azioni è meno conveniente per l’impresa. e) Si veda il paragrafo 6.4 del libro di testo e le slide.

Page 9: esercizi bilancio

Soluzioni esercizi aggiuntivi IRPEF Esercizio 5 - Scelta dell’unità impositiva Si consideri un nucleo familiare composto da due genitori e due figli maggiori di tre anni, in cui i due genitori percepiscono rispettivamente un reddito di 25.000 euro e 60.000 euro, mentre i figli non percepiscono redditi. Ipotizzando che non esistano detrazioni per tipo di reddito e facendo riferimento alle seguenti aliquote per scaglioni:

Scaglioni di reddito Aliquote marginali 0-15.000 23% 15.001-28.000 27% 28.001-55.000 38% 55.001-75.000 41% Oltre 75.000 43%

si indichi con riferimento ai due coniugi ed all’intera famiglia (ove appropriato): 1) il debito d’imposta 2) l’aliquota media 3) l’aliquota marginale nei casi di: a) tassazione su base individuale; b) tassazione su base familiare; c) tassazione su base familiare con applicazione del metodo del quoziente familiare (coefficienti pari a 1

per ciascun genitore e 0,5 per ciascuno dei figli); d) tassazione su base individuale e detrazioni per familiari a carico nel caso in cui i coniugi suddividono, in

misura uguale fra loro, la detrazione per i figli a carico. Si consideri che la detrazione spettante per ogni figlio è pari a 367 euro per il coniuge con reddito minore e 216 euro per il coniuge con reddito maggiore.

Guardando l’aliquota marginale, quali considerazioni si possono fare in riferimento alla questione degli incentivi all’offerta di lavoro? Soluzione Redditi dei due coniugi: y1 = 25.000 y2 = 60.000

a) Tassazione su base individuale Le aliquote dei vari scaglioni di reddito si applicano separatamente ai redditi dei due coniugi. Le aliquote marginali e medie dei due coniugi saranno differenti. T1= 15000 x 0,23 + 10000 x 0,27 = 6150 t’1= 27%

%6,24250006150

1 ==t

T2=15000 x 0,23 + 13000 x 0,27 + 27000 x 0,38 + 5000 x 0,41 = 19270 t’2= 41%

%1,326000019270

2 ==t

000.85=toty

Page 10: esercizi bilancio

Per la famiglia nel suo complesso si ha: 2542021 =+= TTTtot

%9,298500025420

==tott

b) Tassazione su base familiare Le aliquote per scaglioni si applicano al reddito complessivo della famiglia pari a 85000.

2972043,01000041,02000038,02700027,01300023,015000 =++++= xxxxxTtot t’=43% (L’aliquota marginale è pari al 43% per entrambi i coniugi. E’ indifferente se l’unità addizionale di reddito viene guadagnata dal coniuge 1 o 2).

%96,348500029720

==tott

Poiché il sistema è di tipo progressivo, la scelta della famiglia come unità impositiva, a parità di aliquote, porta a un’imposizione più gravosa e, dato che le aliquote marginali aumentano rispetto alla tassazione su base individuale, l’offerta di lavoro potrebbe essere disincentivata. c) Quoziente familiare È il metodo utilizzato in Francia. Il quoziente familiare si costruisce dividendo la somma dei redditi per la dimensione fiscale della famiglia (somma dei coefficienti).

La scala delle aliquote si applica al quoziente:

54,708638,033327,01300023,015000 =++= xxxTQ Il debito d’imposta complessivo si ottiene moltiplicando quanto ottenuto per la dimensione fiscale della famiglia.

)( 62,21259354,7086 === ∑ xcoefficTT Qtot

%38' =t

%01,2585000

62,21259==tott

L’aliquota marginale che risulta applicando il metodo del quoziente familiare è intermedia rispetto alle aliquote marginali ottenute con la tassazione su base individuale. Ciò potrebbe disincentivare l’offerta di lavoro del coniuge con reddito inferiore, la cui aliquota marginale aumenta dal 27% al 38%, e invece incentivare l’offerta di lavoro del coniuge con reddito maggiore, la cui aliquota marginale scende dal 41% al 38%. d) Tassazione su base individuale e detrazione per figli a carico L’introduzione della detrazione per figli a carico riduce il debito d’imposta di ciascun coniuge. Introducendo la detrazione avremo: Coniuge 1: Reddito Imponibile = y1 = 25.000 IRPEF lorda = T1 = 6150 Detrazione spettante per figlio a carico = 367 IRPEF netta = 6150 – (367x2) = 5416 t’1= 27%

333.285,05,011

000.85.

=+++

==∑∑

coefficredditi

Qi

Page 11: esercizi bilancio

%66,21250005416

1 ==t

Coniuge 2: Reddito Imponibile = y2 = 60.000 IRPEF lorda = T2 = 19270 Detrazione spettante per figlio a carico = 216 IRPEF netta = 19270 – (216x2) = 18838

%41'2 =t

%40,316000018838

2 ==t

Per la famiglia nel suo complesso si ha: Ttot = 5416 + 18838 = 24.254

%53,288500024254

==tott

L’introduzione delle detrazioni per figli a carico riduce il debito d’imposta totale e di conseguenza anche l’aliquota media su base familiare, mentre lascia invariate le aliquote marginali individuali. Quindi non vi è variazione degli incentivi individuali all’offerta di lavoro. Esercizio 7 - Nozioni di reddito a) Si dia una definizione sintetica di reddito prodotto, reddito entrata e reddito consumo. b) Quale tra queste nozioni è stata applicata nel sistema d’imposte personali italiano?

Il sig. X deve decidere tra due investimenti azionari A e B. Il primo gli assicura un dividendo di 100 e una plusvalenza alla fine dell’anno di 200; il secondo, viceversa, un dividendo di 200 e una plusvalenza di 100. c) Quale investimento sceglierà il sig. X se vale la nozione di reddito prodotto e quale se vale la nozione di

reddito entrata?

Soluzione a) Reddito Prodotto: la base imponibile dell’imposta personale è pari alla somma dei corrispettivi ottenuti

dalla partecipazione all’attività produttiva (reddito di lavoro e di capitale) Reddito Entrata: la base imponibile dell’imposta personale coincide con quanto il contribuente può consumare senza intaccare il suo patrimonio iniziale (reddito prodotto + plusvalenze nette) Reddito Consumo: la base imponibile dell’imposta personale coincide con quanto effettivamente consumato dal contribuente.

b) L’IRPEF italiana è principalmente un’imposta sul Reddito Prodotto (in particolar modo sul reddito di lavoro). Tuttavia, esistono anche aperture alla nozione di Reddito Entrata (sono infatti incluse nella base imponibile alcune plusvalenze-quelle da partecipazione qualificata) e a quella di Reddito Consumo (è infatti escluso dal reddito imponibile il risparmio previdenziale).

c) Nozione di Reddito Prodotto: Base imponibile investimento A: 100 (dividendo) Base imponibile investimento B: 200 (dividendo) Il Sig. X preferirà dunque l’investimento A che gli consente, a parità di reddito complessivo (300) di avere un debito d’imposta più basso perché calcolato su una base imponibile di 100 (e non di 200 come nel caso dell’investimento B). Nozione di Reddito Entrata: Base imponibile investimento A: 100 (dividendo) + 200 (plusvalenza) = 300

Page 12: esercizi bilancio

Base imponibile investimento B: 200 (dividendo) + 100 (plusvalenza) = 300 Il Sig. X è dunque indifferente tra i due investimenti in quanto il suo debito d’imposta è il medesimo.

Page 13: esercizi bilancio

A.A. 2015/16 Esercitazione - IRPEF

TESTO E SOLUZIONI

Esercizio 1 – IRPEF 1) Dopo avere definito il concetto di progressività delle imposte, si indichino le modalità per la

realizzazione di un sistema di imposte progressivo. 2) Il signor A, con un figlio a carico e sposato con la signora B, la quale non percepisce alcun tipo di

reddito, ha percepito i seguenti redditi: reddito da lavoro dipendente: 40.000 euro; dividendi da partecipazione qualificata in una società italiana: 10.000 euro; plusvalenze da partecipazioni non qualificate in una società italiana: 2.000 euro.

Durante l’anno il signor A ha inoltre versato contributi a forme pensionistiche complementari per un importo pari a 4.000 euro. Sapendo che il signor A ha diritto ad una detrazione per lavoro dipendente pari a 363, ad una detrazione per coniuge a carico pari a 604, e ad una detrazione per figlio (maggiore di tre anni) a carico pari a 500, e che la scala delle aliquote in vigore è la seguente:

Scaglioni di reddito Aliquote marginali 0-15.000 23% 15.001-28.000 27% 28.001-55.000 38% 55.001-75.000 41% Oltre 75.000 43%

si calcolino:

a) reddito complessivo IRPEF a) reddito imponibile IRPEF b) IRPEF lorda c) IRPEF netta

3) Si dimostri che l’IRPEF è un’imposta progressiva. Soluzione 1) Un’imposta è progressiva quando l’aliquota media aumenta all’aumentare del reddito. La progressività

può essere realizzata mediante tre modalità fondamentali: per scaglioni, per deduzione e per detrazione. Nella progressività per scaglioni si identificano scaglioni progressivi di reddito e alla parte di reddito propria dello scaglione si applicano aliquote specifiche crescenti al crescere del reddito. Nella progressività per detrazione il debito di imposta si ottiene detraendo dall’imposta lorda un ammontare F. Nella progressività per deduzione il debito di imposta si ottiene usando come base imponbile la differenza tra il reddito e un ammontare D. Spesso nella realtà la progressività dell’imposta viene realizzata mediante la combinazione di tutte e tre queste modalità.

2) a) Reddito complessivo IRPEF = reddito da lavoro dipendente + (49,72% dividendi partecipazione qualificata)= 40.000 + (0,4972x 10.000) = 44.972 Solo il 49,72% del valore dei dividendi da partecipazioni qualificate in società italiane è inserito nel reddito complessivo a fini IRPEF. Le plusvalenze da partecipazioni non qualificate sono invece tassate con imposte sostitutive. b) Reddito imponibile = Reddito complessivo IRPEF – oneri deducibili = 44.972 – 4000 = 40972

Page 14: esercizi bilancio

I contributi versati a forme pensionistiche complementari sono deducibili fino ad un ammontare massimo pari a 5165 euro. c) IRPEF lorda = 0,23 x 15000 + 0,27 x 13000 + 0,38 x 12972 = 11889,36 d) Totale detrazioni = 363 + 604 + 500 = 1467 IRPEF netta = 11.889,36 – 1.467 = 10.422,36 3) Un’imposta è progressiva quando all’aumentare del reddito l’aliquota media aumenta. Un modo per verificare questa condizione è dato dal confronto tra l’aliquota media e l’aliquota marginale del Signor A: se l’aliquota marginale risulta maggiore di quella media, allora l’aliquota media aumenterà all’aumentare del reddito. Su un reddito complessivo IRPEF di 44972, il Signor A paga un’imposta pari a 10.422,36. L’aliquota media IRPEF del Signor A è, quindi, pari a:

%18,23972.44

36,422.10t

L’aliquota marginale 't è pari al 38%. Dato che tt ' l’IRPEF è un’imposta progressiva. Esercizio 2 – IRPEF e cedolare secca Il signor A, non sposato e senza figli, ha percepito nell’anno X solamente un canone di locazione derivante da un’abitazione di sua proprietà per 4.000 euro (la rendita catastale dell’immobile è di 1.500 euro). Il signor A deve decidere se optare per la cedolare secca sugli affitti al 21% o includere il canone di locazione nel proprio reddito complessivo ai fini IRPEF, la cui scala delle aliquote per scaglioni è così definita:

Scaglioni di reddito Aliquote marginali 0-15.000 23% 15.001-28.000 27% 28.001-55.000 38% 55.001-75.000 41% Oltre 75.000 43%

a) Quale scelta risulta fiscalmente più conveniente? Si ipotizzi ora che il signor A, nell’anno X +1, abbia percepito, oltre al canone di locazione di 4.000 euro, anche redditi di lavoro dipendente per 8.000 euro e che abbia diritto a una detrazione di 1.880 euro per lavoro dipendente. b) Quale scelta risulta ora fiscalmente più conveniente? Soluzione a) A partire dal 2011, il contribuente può optare per l’applicazione di una cedolare secca sul canone di locazione in alternativa all’IRPEF. L’aliquota della cedolare secca è pari al 21% del canone pattuito (e si riduce al 10% nel caso di contratti stipulati a «canone concordato»). Per valutare se sia conveniente o meno optare per la cedolare secca, confrontiamo il debito di imposta derivante dall’applicazione dell’IRPEF sul 95% del canone di locazione con il debito d’imposta risultante dall’applicazione dell’aliquota del 21% sul 100% del canone stesso.

Page 15: esercizi bilancio

Nel primo caso, il reddito complessivo IRPEF del signor A è pari a 4.000x0,95= 3.800 euro. Il reddito imponibile, in assenza di deduzioni, coincide con il reddito complessivo di 3.800 euro. L’IRPEF lorda è dunque pari a

T(A)= 0,23 x 3.800 = 874 euro. L’IPERF netta, in assenza di detrazioni, coincide quindi con l’IRPEF lorda di 874 euro. Nel secondo caso, optando per la cedolare secca, il debito di imposta relativo al canone di locazione è pari a

0,21 x 4.000 = 840 euro. Risulta quindi evidente che al signor A convenga optare per l’applicazione della cedolare secca dal momento che l’aliquota del 21% è inferiore all’aliquota applicata sul primo scaglione di reddito. b) Se il signor A decidesse di non avvalersi dell’opzione della cedolare secca, il reddito complessivo IRPEF sarebbe pari a 8.000+3.800= 11.800. Il reddito imponibile, in assenza di deduzioni, coinciderebbe con il reddito complessivo di 11.800 euro. L’IRPEF lorda sarebbe dunque pari a

T(A)= 0,23 x 11.800 = 2.714 euro. Infine, la detrazione di 1.880 euro determinerebbe un’IRPEF netta di 834 euro. Qualora il signor A decidesse invece di avvalersi dell’opzione della cedolare secca, l’imposta sostitutiva da pagare sarebbe pari a:

0,21 x 4.000 = 840 euro come calcolato in precedenza. Di conseguenza, risulta ora più conveniente al signor A optare per l’inclusione del canone di locazione nel reddito imponibile IRPEF dal momento che il debito d’imposta risultante sul canone è inferiore di 6 euro.

Page 16: esercizi bilancio

Esercizio 3 - IRPEF e regimi sostitutivi Il signor A percepisce nell’anno fiscale corrente i seguenti redditi:

lavoro dipendente: 27.500 euro Il signor B percepisce nell’anno fiscale corrente i seguenti redditi:

lavoro dipendente: 10.000 euro interessi lordi su titoli di stato: 15.000 euro plusvalenze da cessione di partecipazioni azionarie non qualificate in una società italiana: 30.000

euro Nessuno dei contribuenti ha figli o coniugi a carico. Il signor A ha diritto ad una detrazione per lavoro dipendente pari a 1.001, mentre il signor B ha diritto ad una detrazione per lavoro dipendente pari a 1.790. Considerando la seguente scala delle aliquote IRPEF per scaglioni:

Scaglioni di reddito Aliquote marginali 0-15.000 23% 15.001-28.000 27% 28.001-55.000 38% 55.001-75.000 41% Oltre 75.000 43%

a) calcolate il debito di imposta complessivo (IRPEF e regimi sostitutivi) dei due contribuenti; b) verificate che l’IRPEF è un’imposta progressiva; c) verificate se il sistema di imposte sui redditi (IRPEF e regimi sostitutivi) è progressivo; d) quale valutazione del sistema di imposizione sui redditi (IRPEF e regimi sostitutivi) emerge dalla

comparazione dei risultati ottenuti in b) e c)? Soluzione a) Reddito complessivo IRPEF per il Signor A = 27500

Reddito Imponibile IRPEF del Signor A = 27500 Applicando gli scaglioni alla base imponibile si ottiene: IRPEF lorda = 0,23 x 15000 + 0,27 x 12500 = 6825 IRPEF netta signor A = debito complessivo signor A = 6825 – 1.001 = 5.824 Reddito complessivo IRPEF per il Signor B = 10.000 Reddito Imponibile IRPEF del Signor B = 10.000 IRPEF lorda = 0,23 x 10000 = 2300 IRPEF netta signor B = 2300 – 1.790 = 510 Gli interessi su titoli di stato sono assoggettati a ritenuta a titolo d’imposta con aliquota del 12,5% e le plusvalenze da partecipazioni azionarie non qualificate sono assoggettate a imposta sostitutiva con aliquota del 26%. Il debito d’imposta del Signor B relativo ai regimi sostitutivi è quindi pari a: 0,125 x 15000 + 0,26 x 30000 = 1875 + 7.800= 9.675 Il debito d’imposta complessivo (IRPEF e regimi sostitutivi) del Signor B é pari a: 510 + 9.675 = 10.185

Page 17: esercizi bilancio

b) Su un reddito complessivo ai fini IRPEF di 27.500, il Signor A paga un’imposta pari a 5.824. L’aliquota media IRPEF del Signor A è, quindi, pari a:

%18,21500.27

824.5t

Su un reddito complessivo ai fini IRPEF di 10.000, il Signor B paga un’imposta pari a 510. L’aliquota

media IRPEF del Signor B è, quindi, pari a:

%1,5000.10

510t

Poiché all’aumentare del reddito (reddito complessivo A > reddito complessivo B) l’aliquota media

aumenta, l’IRPEF è un’imposta progressiva.

c) Dal momento che il Signor A non percepisce altri redditi oltre a quelli da lavoro dipendente, il debito IRPEF precedentemente calcolato coincide con il debito complessivo di imposta. L’aliquota media complessiva del Signor A è, quindi, ancora:

%18,21500.27

824.5TOTt

Su un reddito complessivo di 55.000, il Signor B paga un’imposta complessiva di 10.185. L’aliquota media complessiva del Signor B è, quindi, pari a:

%52,81000.55

10.185TOTt

Poiché all’aumentare del reddito l’aliquota media diminuisce, il sistema complessivo di imposte sui redditi (IRPEF e regimi sostitutivi) è in questo caso regressivo.

d) La regressività del sistema fiscale complessivo dipende dal fatto che i redditi derivanti da attività

finanziarie (nel caso in esame, interessi sui titoli di stato e plusvalenze su partecipazioni azionarie non qualificate) non rientrano, o rientrano solo parzialmente, nella base imponibile dell’IRPEF e sono tassati con regimi sostitutivi con aliquote basse.

Esercizio 4 - Detrazioni per carichi di famiglia La famiglia Rossi ha quattro componenti: due coniugi, percettori di reddito da lavoro dipendente, e due figli fiscalmente a carico (entrambi maggiori di tre anni). Il reddito percepito dal Sig. A è pari a 40.000 euro; quello percepito dalla Sig.ra B è di 7.000 euro. Si consideri la seguente scala delle aliquote IRPEF per scaglioni di reddito:

Scaglioni di reddito Aliquote marginali 0-15.000 23% 15.001-28.000 27% 28.001-55.000 38% 55.001-75.000 41% Oltre 75.000 43%

Sapendo che, nel caso specifico, le detrazioni per tipo di reddito sono di 543 euro per il Sig. A e 1.880 euro per la Sig.ra B, e che le detrazioni effettive per figli a carico sono: 1) in ipotesi di suddivisione delle detrazioni teoriche in misura eguale tra i coniugi, pari a 302 € per figlio

per il Sig. A e 445 € per figlio per la Sig.ra B. 2) in ipotesi di attribuzione della detrazione teorica al reddito più alto, pari a 604 € per figlio

Page 18: esercizi bilancio

si calcoli il debito d’imposta complessivo dell’unità familiare nelle due ipotesi seguenti: a) i genitori suddividono, in misura eguale fra loro, la detrazione per i figli a carico; b) i genitori decidono di attribuire tutta la detrazione spettante al reddito più elevato. Soluzione a) Reddito complessivo del Sig.A = reddito da lavoro dipendente = 40000 Poiché gli oneri deducibili sono in questo caso pari a zero: Reddito imponibile = Reddito complessivo = 40000 IRPEF lorda del Sig. A = 0,23 x 15000+ 0,27 x 13000 + 0,38 x 12000 = 11520 Detrazioni a cui il Signor A ha diritto: Detrazione per tipo di reddito =543 Detrazione per figli a carico =604 (=302x2; 302 per ciascun figlio, 2 figli) Totale detrazioni = 543+604= 1.147 IRPEF netta del Sig. A = 11520-1.147= 10.373 Reddito complessivo della Sig.ra B = reddito da lavoro dipendente = 7000 Poiché anche in questo caso gli oneri deducibili sono pari a zero: Reddito imponibile = Reddito complessivo = 7000 IRPEF lorda della Sig.ra B = 0,23 x 7000=1610 Detrazioni a cui la Sig.ra B ha diritto: Detrazione per tipo di reddito = 1880 Detrazione per figli a carico = 890 (= 445x2; 445 per ciascun figlio, 2 figli) Totale detrazioni = 1880+890= 2770 IRPEF netta della Sig.ra B =0 (1610-2770<0) La signora B non paga Irpef perché incapiente. Debito d’imposta della famiglia = IRPEF del Sig. A= 10.373 b) Dato che il reddito della Sig.ra B è inferiore a quello del Sig. A, la detrazione per figli a carico andrà interamente attribuita al Sig. A. L’IRPEF lorda del Sig. A è già stata calcolata al punto precedente ed è pari a 11.520. Detrazioni a cui il Signor A ha diritto: Detrazione per tipo di reddito = 543 Detrazione per figli a carico =1208 (=604x2; 604 per ciascun figlio, 2 figli) Totale detrazioni= 543+1208= 1.751 IRPEF netta del Sig. A=11520-1751=9.769 L’IRPEF netta della Sig.ra B è già stata calcolata al punto precedente ed è nulla. Debito d’imposta della famiglia = IRPEF del Sig. A= 9.769

Page 19: esercizi bilancio

Dato che la Sig.ra B è incapiente non usufruirà delle detrazioni per figli a carico: in questo caso quindi è conveniente attribuire tutta la detrazione spettante al reddito più alto rispetto a ripartire le detrazioni equamente tra i due coniugi. Esercizio 5 - Nozioni di reddito Un individuo possiede ad inizio d’anno un patrimonio del valore di € 250.000. Nel corso dell’anno percepisce € 30.000 di redditi da lavoro, € 4.000 di redditi da capitale, € 10.000 di plusvalenze azionarie. L’individuo subisce, però, una minusvalenza azionaria pari a € 2.500. Sappiamo inoltre che in corso d’anno la variazione positiva del patrimonio dovuta a risparmio è stata di € 6.000. Si calcoli la base imponibile dell’individuo applicando il principio del reddito prodotto, del reddito entrata e del reddito consumo. Soluzione a) Ricordando che l’adozione del reddito prodotto come base imponibile implica che siano soggetti a

tassazione i corrispettivi della partecipazione ad un’attività produttiva, avremo che per l’individuo in questione vale:

reddito prodotto = 30.000 + 4.000 = 34.000. b) Dal momento che, invece, il concetto di reddito entrata definisce la base imponibile dell’imposta

personale in termini di potenzialità o capacità di spesa del contribuente, il reddito fiscalmente rilevante è in tal caso rappresentato da quanto un individuo può consumare senza ridurre il valore del patrimonio iniziale. Pertanto avremo: reddito entrata = 30.000 + 4.000 + 10.000 – 2.500 = 41.500.

c) Infine, sulla base del concetto di reddito consumo

reddito consumo = reddito entrata – variazione del patrimonio = 41.500 – 6.000 = 35.500

Page 20: esercizi bilancio

A.A. 2015/16 Esercitazione – Attività finanziarie

TESTO E SOLUZIONI Esercizio 1 All’inizio dell’anno t il Signor Rossi possiede le seguenti attività finanziarie (espresse in euro): - titoli di Stato italiani: 20.000 (valore di acquisto) - azioni di società italiana A (partecipazione non qualificata): 40.000 (valore di acquisto) - azioni di società italiana B (partecipazione qualificata): 26.000 (valore di acquisto). Durante l’anno, dopo aver percepito dividendi lordi emessi dalla società A per 4.000, ha venduto le azioni possedute di A per 48.000 per finanziare l’acquisto di un’automobile. Ha inoltre percepito interessi lordi sui titoli di Stato per 2.000 e dividendi dalla partecipazione nella società B per 6.000. Alla fine dell’anno, il valore dei titoli di Stato nel portafoglio del Signor Rossi è salito a 24.000. Infine, il Signor Rossi ha percepito redditi da lavoro dipendente per 60.000 e non ha diritto né a deduzioni né a detrazioni IRPEF. Le aliquote IRPEF applicabili sono:

scaglioni di reddito aliquote 0 - 15.000 23% 15.000 – 28.000 27% 28.000 – 55.000 38% 55.000 – 75.000 41% Oltre 75.000 43%

Si calcolino le imposte totali a carico del Signor Rossi a seconda che egli opti per il risparmio individuale o per il risparmio individuale gestito. Che cosa determina la differenza del carico fiscale? Soluzione I redditi per questo periodo di imposta sono: - interessi su titoli di stato: 2.000 - dividendi da partecipazione non qualificata: 4.000 - plusvalenze realizzata su partecipazione non qualificata: 48.000 - 40.000 = 8.000 - plusvalenze maturate su TdS: 24.000 - 20.000 = 4.000 - dividendi da partecipazione qualificata: 6.000 - redditi da lavoro dipendente: 60.000 a) Risparmio individuale

Ritenuta alla fonte a titolo d’imposta su interessi sui titoli di Stato: 12,5% x 2.000 = 250 Ritenuta alla fonte a titolo d’imposta sui dividendi: 26% x 4.000 = 1.040 Imposta sostitutiva sulle plusvalenze realizzate su partecipazioni non qualificate : 26% x 8.000 = 2.080 Le plusvalenze maturate ma non realizzate sui titoli di Stato non sono tassate in questo regime di risparmio. Ritenute alla fonte a titolo d’imposta + imposta sostitutiva = 250 + 1.040 + 2.080= 3.370 Nel totale delle imposte va poi considerata l’IRPEF a carico del Signor Rossi. Poiché non ci sono deduzioni, il reddito imponibile è dato da 60.000 + 49,72% x 6.000 = 62.983. Applicando le aliquote IRPEF si ha che IRPEF lorda = 23% x 15.000 + 27% x 13.000 + 38%x27.000 + 41%x7.983 = 20.493 = IRPEF netta Imposte totali a carico del Signor Rossi = 3.370+20.493 = 23.863

b) Risparmio individuale gestito Indichiamo con RG, PF e PI rispettivamente il Risultato di Gestione, il Patrimonio Finale ed il Patrimonio Iniziale. Il Signor Rossi pagherà il 26% del risultato di gestione.

Page 21: esercizi bilancio

RG= PF + prelievi - conferimenti - interessi e plusvalenze su TdS+48,08% di interessi e plusvalenze su TdS - PI PI = 20.000 (titoli) + 40.000 (azioni) = 60.000 PF = 24.000 (titoli) +2.000 (interessi lordi sui titoli) + 4.000 (dividendi lordi su partecipazione A) = 30.000 Prelievi (vendita azioni per finanziare consumo) = 48.000 Gli interessi e le plusvalenze (maturate) su TdS sono pari a: 2000+4000=6000 Risultato di gestione = 30.000+48.000 - 6.000+48.08% x 6.000 - 60.000 = 14.884,8 Imposta sostitutiva sul risultato di gestione = 26% x 14.884,8 = 3.870 Anche in questo caso va considerata l’IRPEF netta, pari a 20.493.

Imposte totali a carico del Signor Rossi = 3.870+20.493 =24.363.

La differenza del carico fiscale è 24.363- 23.863= 500, cioè il 12,5% della plusvalenza maturata sui titoli di Stato italiani (4.000) che è tassata solo nel regime del risparmio gestito. Esercizio 2 All’inizio dell’anno t il signor X possiede le seguenti attività finanziarie: - titoli di Stato: 13.000 € (valore di acquisto); - azioni di società italiane (partecipazione non qualificata): 23.000 € (valore di acquisto). Durante l’anno t il signor X percepisce interessi lordi sui titoli di Stato per 250 € e dividendi lordi per 1.000 €. Alla fine dell’anno t, il valore dei titoli di Stato è sceso a 12.500 € e le azioni sono state vendute a 22.500 € per finanziare l’acquisto di un bene di consumo. a) Si calcolino le imposte totali per l’anno t a carico del signor X a seconda che egli opti per il regime di

risparmio individuale o di risparmio individuale gestito. b) Quale dei due regimi comporta un carico fiscale minore? Giustificate la risposta (non è necessario fare

calcoli). c) Come cambierebbe la risposta alla precedente domanda nel caso in cui anche i titoli di stato fossero

venduti al prezzo di 12.500 €? Giustificate la risposta (non è necessario fare calcoli). Soluzione a) RISP INDIVIDUALE Imposte totali = 250*0.125+1000*0.26 = 291,25 Le minusvalenze realizzate sulle azioni non sono compensabili nell’anno t, ma possono essere compensate nei periodi d’imposta successivi (non oltre t+4) in presenza di plusvalenze della stessa natura. RISP IND GESTITO: PI = 13000 (titoli) + 23000 (azioni) = 36000 PF = 12500 + 250 + 1000 = 13750 Prelievi = 22500 Interessi Tds = 250 Minusvalenze Tds = 500 RG = 13750 - 36000 + 22500 - 250 + 0,4808*250 + 500 - 0,4808*500 = 379,8 Imposta= 0.26 x 379,8 = 98,75 b) Il risparmio individuale gestito perché consente la compensazione delle minusvalenze sulle azioni e sui titoli di Stato con i redditi di capitale. c) Quella che prima era una minus (sui titoli di stato) maturata, ora è realizzata: - RISP IND: non cambia nulla perché non ho nessun reddito che possa essere compensato da un’ulteriore minusvalenza. - RISP IND GESTITO: non cambia nulla (anche le minus maturate rientrano nel computo).

Page 22: esercizi bilancio

Esercizio 3 Il Signor X all’inizio dell’anno detiene: - 20.000 euro in titoli di Stato (valore di acquisto) - 20.000 euro in obbligazioni (valore di acquisto) - 10.000 euro in azioni della società italiana A (partecipazione non qualificata, valore di acquisto) - 5.000 euro in azioni della società italiana B (partecipazione non qualificata, valore di acquisto). Nel corso dell’anno percepisce interessi lordi sui titoli di Stato per 500 euro, interessi su obbligazioni per 600 euro e dividendi sulle azioni della società B per 200 euro. Il Signor X decide di vendere le azioni della società B al prezzo di 5.800 euro. A fine anno il valore delle sue attività è il seguente: - 20.400 euro per le obbligazioni - 20.000 euro per i titoli di Stato - 10.400 euro per le azioni della società A. a) Calcolate le imposte complessive a carico del Signor X a seconda che si trovi in regime di risparmio

individuale o di risparmio individuale gestito. Supponete ora che la partecipazione detenuta nella società B sia qualificata e che l’aliquota marginale IRPEF del Signor X sia 43%. b) Calcolate le imposte complessivamente a carico del Signor X sulle attività finanziarie detenute nell’anno

a seconda che si trovi in regime di risparmio individuale o di risparmio individuale gestito. Soluzione a) Redditi da Capitale: Interessi su titoli di Stato per 500 euro Interessi su obbligazioni per 600 euro Dividendi (non qual) società italiana B per 200 euro Redditi Diversi: Plusvalenza realizzata su vendita azioni (non qual) (5.800 – 5.000) =800 Plusvalenza maturata su obbligazioni (20.400-20.000) = 400 Plusvalenza maturata su azioni (non qual) (10.400-10.000) = 400 Risparmio individuale Sui redditi di capitale: 12,5% x 500 (interessi su titoli) +26% x 600 (interessi su obbligazioni) + 26% x 200 (dividendi azioni soc. B) = 62,5 + 156 + 52 = 270,5 Sui redditi diversi: 26% x 800 (plusvalenza realizzata su vendita azioni soc. B) = 208 Totale imposte = 270,5+ 208= 478,5 Le plusvalenze soltanto maturate non vengono tassate. Risparmio individuale gestito PI = 20.000 (titoli) + 20.000 (obbligazioni) + 10.000 (azioni soc. A) + 5.000 (azioni soc. B) = 55.000 PF = 20.000 (titoli) + 20.400 (obbligazioni) + 10.400 (azioni soc. A) + 500 (interessi lordi su titoli) + 600 (interessi su obbligazioni) + 200 (dividendi lordi su azioni soc. B) + 5.800 (azioni soc. B)= 57.900 Redditi soggetti ad imposta del 12,5% = 500 (interessi sui titoli di Stato) Risultato di gestione = 57.900 (PF) – 55.000 (PI) – 500 (redditi tassati al 12,5%) + 0,4808*500 (48,08% dei redditi tassati al 12,5%) = 2.640,4 Totale imposte = 26% x 2.640,4 = 686,5 Mentre nel regime di risparmio individuale la tassazione avviene alla realizzazione, nel regime di risparmio individuale gestito il momento rilevante per la tassazione è quello della maturazione (la differenza nel totale delle imposte è proprio dovuta al fatto che nel risparmio individuale gestito stiamo pagando l’imposta anche sulle plusvalenze soltanto maturate).

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b) Redditi da Capitale: Interessi su titoli di Stato per 500 euro Interessi su obbligazioni per 600 euro Dividendi (qual) società italiana B per 200 euro Redditi Diversi: Plusvalenza realizzata su vendita azioni società B (qual) (5.800 – 5.000) =800 Plusvalenza maturata su obbligazioni (20.400-20.000) = 400 Plusvalenza maturata su azioni (non qual) (10.400-10.000) = 400 Risparmio individuale Sui redditi di capitale: IRPEF sul 49,72% dei dividendi da partecipazione qualificata nella soc. B: 43% x 49,72% x 200 = 42,76 Tassazione sostituiva sugli interessi su obbligazioni: 26% x 600 = 156 Tassazione sostituiva sugli interessi sui titoli di stato: 12,5% x 500 = 62,5 Sui redditi diversi: IRPEF sul 49,72% della plusvalenza realizzata dalla vendita della partecipazione qualificata nella soc. B: 43% x 49,72% x 800 = 171,04 Totale imposte = 42,76 + 156 + 62,5 + 171,04 = 432,3 Risparmio individuale gestito PF = 20.400 (obbligazioni) + 20.000 (titoli) + 10.400 (azioni soc. A) + 500 (interessi lordi su titoli) + 600 (interessi su obbligazioni) = 51.900 PI = 20.000 (obbligazioni) + 20.000 (titoli) + 10.000 (azioni soc. A) = 50.000 Redditi soggetti ad imposta del 12,5% = 500 (interessi sui titoli di Stato) Risultato di gestione = 51.900 (PF) – 50.000 (PI) – 500 + 0,4808*500 (redditi tassati al 12,5%) = 1.640,4 Totale imposte = 26% x 1.640,4 + 42,76 + 171,04 = 426,5+ 42,76+171,04 = 640,3

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Simulazione d’esame Scienza delle Finanze (Cod. 50011, CLMG) Domanda 1 Nel corso dell’anno t il signor X ha percepito i seguenti redditi: - pensione 30.000 euro - dividendi lordi da partecipazione azionaria qualificata in società italiana 15.000 euro - interessi su titoli di Stato 500 euro Il signor X ha inoltre sostenuto nel corso dell’anno spese mediche per un ammontare di 1.000. a) Calcolate reddito complessivo IRPEF, reddito imponibile IRPEF, IRPEF lorda e IRPEF netta utilizzando

le seguenti aliquote per scaglioni di reddito (si supponga una detrazione per redditi da pensione pari a zero):

scaglioni di reddito Aliquote 0 - 15.000 23% 15.000 – 28.000 27% 28.000 – 55.000 38% 55.000 – 75.000 41% Oltre 75.000 43%

b) si verifichi che l’IRPEF è un’imposta progressiva. Soluzione a) Reddito complessivo IRPEF = reddito da lavoro dipendente + (49,72% dividendi partecipazione

qualificata)= 30000 + (0,4972x 15000) = 30.000+7458=37458 Gli interessi su TdS non sono inclusi nel reddito complessivo perché scontano una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta del 12,5% . Reddito imponibile IRPEF =37458 IRPEF lorda=15000*0.23+13000*0.27+9458*0.38=3450+3510+3594,04=10554,04 Il Signor X potrà ottenere la detrazione del 19% di 871 euro eccedenti la franchigia (1.000-129). IRPEF netta=10554,04 – 165,49 = 10388,55 b) Un’imposta è progressiva quando all’aumentare del reddito l’aliquota media aumenta. Un modo per

verificare questa condizione è dato dal confronto tra l’aliquota media e l’aliquota marginale del Signor X: se l’aliquota marginale risulta maggiore di quella media, allora l’aliquota media aumenterà all’aumentare del reddito. Su un reddito complessivo IRPEF di 37458, il Signor X paga un’imposta pari a 10388,55. L’aliquota media IRPEF del Signor X è, quindi, pari a:

%73,2737458

55,10388==t

L’aliquota marginale 't è pari al 38%. Dato che tt >' l’IRPEF è un’imposta progressiva.

Domanda 2 La società per azioni Y nell’anno t ha conseguito ricavi per 600.000 euro, ha percepito dividendi da partecipazioni in società italiane per 10.000 euro, ha realizzato minusvalenze da partecipazioni non rientranti in regime PEX per 25.000 euro e ha avuto le seguenti spese:

- acquisto di materie prime: 90.000 euro

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- corresponsione di salari: 130.000 euro - pagamento di interessi passivi: 20.000 euro

La società ha inoltre acquistato nell’anno t-2 un bene di investimento per un valore di 60.000 euro (coefficiente di ammortamento: 20%). Si calcoli la base imponibile IRES e il relativo debito di imposta ipotizzando che la deduzione ACE a fini IRES sia pari a zero. Soluzione a) Gli interessi passivi deducibili si calcolano nel seguente modo:

Ricavi 600.000 - acquisto di materie prime 90.000 - stipendi 130.000 Reddito operativo lordo (ROL) 380.000 30% del ROL 114.000 + Interessi su titoli di stato 0 Quota deducibile interessi passivi 114.000

La base imponibile IRES è data da:

Ricavi 600.000 + 5% dividendi 500 - acquisto di materie prime 90.000 - stipendi 130.000 - ammortamento (0,20x60000) 12.000 - interessi passivi -minusvalenza

20.000 25.000

=Base Imponibile 323.500 b) Il debito di imposta si ottiene moltiplicando la base imponibile per l’aliquota IRES (27,5%):

0,275 x 323.500=88.962,5

Domanda 3 All’inizio del 2013, il signor Rossi possiede un certo ammontare di titoli di Stato italiani, una partecipazione non qualificata in società italiana e un conto corrente bancario. Egli prevede che nel corso del 2013: - i titoli di Stato italiani mantengano inalterato il loro valore; - la partecipazione non qualificata aumenti di valore; - sul conto corrente maturino alcuni interessi. a) Quale tra il regime del risparmio individuale e del regime di risparmio individuale gestito

determinerà un carico fiscale inferiore nel 2013 se il signor Rossi non ha intenzione di vendere la partecipazione non qualificata? Motivate brevemente la risposta.

b) Come cambierebbe la vostra risposta al punto a) se il signor Rossi prevedesse, invece, una perdita di valore della partecipazione non qualificata? Motivate brevemente la risposta.

Soluzione Caso a): la plusvalenza maturata sulla partecipazione non qualificata viene tassata solo in caso di risparmio individuale gestito. Quindi il risparmio individuale risulterà più conveniente (la plusvalenza maturata non è tassabile in tale regime).

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Caso b): gli interessi lordi non possono essere compensati con la minusvalenza maturata nel caso di risparmio individuale, mentre possono essere compensati con la minusvalenza nel caso di risparmio individuale gestito (nel risparmio individuale gestito le minusvalenze maturate possono essere utilizzate nel periodo di imposta e vi è piena compensazione tra redditi diversi e redditi di capitale).


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