Finanza aziendale Finanza aziendale Corso progreditoCorso progredito
I ModuloI Modulo
a.a. 2006-2007
2
Testi consigliatiTesti consigliati
Manelli A., 2003, Finanza aziendale. L’efficienza dei mercati, analisi fondamentale e analisi tecnica, Clua, Ancona - esclusi capitoli 5 e 6 e paragrafi 1.3, 3.2, 3.3, 3.4, 3.5, 3.6
Domenichelli O., Finanza aziendale. Aspetti del rischio e rendimento dei titoli obbligazionari, Clua, Ancona, 2005
Pace R., 2004, La creazione di valore nelle imprese sociali, Bologna, Pitagora – esclusi i paragrafi 3.3, 3.4, 3.5
3
Problematiche da affrontareProblematiche da affrontare
Come si formano i prezzi delle azioni
sul mercato?
Le quotazioni riflettono il reale valore
delle aziende?
Quali sono i fattori che influiscono
sull’andamento delle quotazioni?
È possibile formulare strategie in grado
di generare sistematicamente profitti
da investimenti in titoli?
I mercati finanziari possiedono le
caratteristiche per garantire la
realizzazione di tali profitti?
4
Cosa sono i mercati Cosa sono i mercati finanziarifinanziari
Mercati specializzati nella negoziazione di strumenti finanziari
Unità in surplus
Unità in deficit
Intermediario
Rapporto diretto -MercatoMercato -
5
Le funzioniLe funzioni
Trasferimento di risorse da soggetti
in surplus a soggetti in deficit
Trasformazione e gestione del
rischio
Efficiente allocazione delle risorse
Liquidità degli investimenti
Riduzione costi di transazione
Promozione investimenti in valori
mobiliari
6
Classificazioni Classificazioni
Mercato monetario
Mercato finanziario
Mercato primario
Mercato secondario
Mercato regolamentato
Mercato “over the counter”
7
Classificazioni (2)Classificazioni (2)
Mercato domestico
Mercato internazionale
Mercato di broker
Mercato di dealer
Mercato ad asta
Mercato con ricerca diretta della controparte
8
Gli strumentiGli strumenti
Strumenti e forme contrattuali con cui investitori e prenditori di fondi si accordano per trasferire risorse finanziarie nel tempo e nello spazio
Variabili per l’investitore
Variabili per il prenditore di fondi
Rendimento
Rischio
Costo
Effetti dell’operazione
Stabilità
9
Gli strumenti (2)Gli strumenti (2)
Mercato monetarioMercato monetario
BOT
Certificati di
deposito
Accettazioni
bancarie
Pronti contro
termine
Mercato finanziarioMercato finanziario
Titoli di Stato
(BTP, CCT)
Titoli azionari
Titoli
obbligazionari
Strumenti derivati
10
Gli operatoriGli operatori
Le imprese
Il Tesoro
Le banche
Le famiglie
Gli investitori istituzionali
Operatori specializzati
(brokers, dealers)
La Banca centrale
11
LL’’articolazione del mercato articolazione del mercato di Borsa italianadi Borsa italiana
12
La composizione del listino La composizione del listino dei mercati azionari di dei mercati azionari di Borsa italianaBorsa italiana
13
LL’’efficienza dei mercati efficienza dei mercati finanziarifinanziari
Le diverse forme di efficienza
Efficienza informativa
Efficienza di completezza
Efficienza valutativa
Efficienza funzionale
Efficienza tecnico-operativa
Il mercato consente sempre operazioni di compravendita
Il prezzo riflette il valore intrinseco dell’azione
Il prezzo ingloba tutte le informazioni
Il mercato è in grado di offrire benefici all’intera economia
Razionalizzazione della struttura dei costi
14
Caratteristiche del mercato azionarioche agevolano l’efficienza
• Omogeneità
• Indipendenza dai gusti degli investitori
• Indipendenza rispetto al luogo
• Grande supporto informativo
15
LL’’efficienza informativaefficienza informativa
Un mercato è efficiente sotto il profilo informativo se in ogni momento i prezzi rispecchiano pienamente le informazioni disponibili (Fama)
I diversi livelli di efficienza informativa
Efficienza debole
Efficienza forte
Efficienza semi-forte
Il prezzo riflette tutte le informazioni storiche
Il prezzo riflette le informazioni storiche e quelle pubblicamente disponibili
Il prezzo riflette tutte le informazioni, anche quelle riservate
16
Informazioni storiche
Tutte le informazioni incluse quelle private
Informazioni pubbliche
17
N.B. Se un mercato è efficiente, i prezzi riflettono tutte le informazioni, non c’èpossibilità di ottenere extra-profitti
Mercato efficiente in forma debole
Possibilità di ottenere profitti anormali solo disponendo di informazioni pubbliche aggiornate
Mercato efficiente in forma forte
Mercato efficiente in forma semi-forte
Possibilità di ottenere profitti anormali solo disponendo di informazioni riservate
Impossibilità di ottenere rendimenti extra. I prezzi inglobano già tutte le informazioni
18
Le assunzioni alla base dell’ipotesi di efficienza informativa
⇒ Assenza di costi
⇒ Disponibilità libera e completa di tutte le informazioni
⇒ Concordanza di opinioni sugli effetti prodotti dalle informazioni sui prezzi
Condizioni irrealistiche, ma solo
sufficienti
19
Cosa succede se il mercato è inefficiente?
Possibilità di sfruttare le informazioni ed ottenere un extra-profitto
Alcuni operatori cominciano ad acquistare provocando un aumento anticipato del prezzo
Nel tentativo di anticipare sempre di piùl’acquisto si incrementa la domanda nell’ultimo
giorno dell’anno
Ad esempio, il prezzo diminuisce sempre l’ultimo giorno dell’anno e aumenta il primo
Operatori più attenti cominciano ad acquistare all’apertura del primo giorno
Aumenta il prezzo nell’ultimo giorno e si ristabilisce l’equilibrio
Viene meno la possibilità di realizzare extra-profitti
20
Analisi finanziaria ed Analisi finanziaria ed efficienzaefficienza
Mercato efficiente in forma debole
Mercato efficiente in forma forte
Mercato efficiente in forma semi-forte
Inutilitàdell’analisi tecnica
Inutilitàdell’analisi fondamentale
Inutilità di ogni tipo di analisi previsionale
21
Un approfondimento Un approfondimento ……Rendimenti anormali o extraRendimenti anormali o extra
Si ipotizzi:
• Che il mercato sia efficiente in forma forte
• Che il modello di determinazione dei prezzi nel mercato sia il CAPM - security market line =
( ) ( )[ ] ifmfi rrErrE β−+=
βi
E(ri)
rf
T’
J’
SML
J
T
22
Un analista che dispone di tutte le informazioni (anche private) determina prezzo e rendimento
Il rendimento atteso si posiziona proprio sulla security market line
0
5
10
15
20
25
30
35
-1 0 1 2 3 4 5 6ßi
E(ri)
23
Un analista che dispone solo di informazioni pubbliche determina prezzo e rendimento
Il rendimento atteso determinato non si posizione proprio sulla security market line
0
5
10
15
20
25
30
35
-1 0 1 2 3 4 5 6
E(ri)
ßi
Confrontando il valore effettivo dell’investimento con quello di attività con pari rischio si evince che la situazione di squilibrio è solo apparente
La produttività marginale del secondo investitore è nulla
24
Le implicazioni del concetto Le implicazioni del concetto di efficienzadi efficienza
Strategie attive
Strategie passive
25
Il concetto di Il concetto di ““Fair GameFair Game””
Un mercato efficiente deve possedere le seguenti caratteristiche:
⇒ Il prezzo deve scontare velocemente tutte le informazioni rilevanti
⇒ Variazioni nei rendimenti devono derivare da variazioni nel rischio
⇒ Impossibilità di ottenere rendimenti “anormali”
⇒ Indifferenza (in media) tra le posizioni degli investitori informati e di quelli non informati
FAIR GAME (gioco equo)
La deviazione del rendimento effettivo rispetto a quello atteso ha valore atteso = 0
26
Il modello di Il modello di ““RandomRandom walkwalk””
Si assume che i rendimenti percentuali di periodo sono variabili casuali indipendenti ed identicamente distribuite
Impossibilità di compiere previsioni
⇒ L’emergere di nuove informazioni è un evento statisticamente indipendente da eventi precedenti
⇒ Le incertezze e gli errori (noises) nel calcolo del valore intrinseco non presentano regolarità di comportamento
Asserzioni irrealistiche
27
Relazione tra Relazione tra ““fair fair gaimegaime”” e e ““randomrandom walkwalk””
⇒ Il random walk implica il fair game (efficienza)
⇒ Il fair game non implica il randomwalk
Origini del Random walk
Bachelier – inizi del 1900
Malkiel – “A random walk down Wall Street”
Firm-foundationtheory
Castle-in-the-air theory
Analisi tecnica
Analisi fondamentale
28
Critiche alla teoria di Critiche alla teoria di efficienza dei mercatiefficienza dei mercati
1) I sostenitori dell’efficienza associano all’analisi tecnica il difetto dell’auto-alimentazione
Le tecniche utilizzate sembranovalide perché pubblicizzate
Ripetitività dei comportamenti
Critica di Murphy
L’analisi tecnica è soggettiva e non è possibile che tutti gli operatori si comportino allo stesso modo
Evidente critica all’efficienza dei mercati
Critiche avanzate dagli analisti tecnici
29
3) Critica al modello di Random walk
L’osservazione dei grafici mostra che il prezzo non ha un andamento casuale ma
segue trend definiti
Critica semplicistica. Non è sufficiente l’osservazione dei grafici, ma serve un’analisi
empirica
2) L’efficienza implica l’inutilità delle serie storiche
Inutilità di tutte le previsioni formulate in economia con i dati storici?
Critiche avanzate dagli accademici
1) Non è coerente ipotizzare al tempo stesso che nel mercato ci siano operatori perfettamente razionali, ma altrettanto incoscienti da non accorgersi dell’inutilità dell’analisi finanziaria
30
2) Fractal market hypoteses
Importanza nel mercato della liquidità che assicura:
• L’equilibrio dei prezzi
• La conclusione di operazioni di compravendita in modo efficiente
• Bilanciamento tra domanda e offerta
Le informazioni sono elaborate dagli operatori in modo diverso, a seconda del loro orizzonte temporale
Liquidità e prezzi vicino all’equilibrio
3) Critica di Grossman e StiglitzL’efficienza è garantita dall’arbitraggio
In un mercato efficiente l’arbitraggio non produce profitti
Non sarebbero realizzate e non ci sarebbe efficienza
31
Gli operatori più informati hanno rendimenti più alti come incentivo e compenso
• maggiore è il numero degli operatori informati, più il sistema del prezzo è informativo
• maggiore è il numero degli operatori informati, minore è il rapporto della loro utilità attesa suquella di coloro che non sono informati
• maggiore è il costo delle informazioni e minoresarà la percentuale di equilibrio degli investitoriinformati
• se aumenta la qualità delle informazioni, aumenta anche l’“informatività” del price system
• più è elevato il livello del “rumore” e meno lo èl’utilità attesa e la percentuale di equilibrio deinon informati
• se non c’è noise, il prezzo è perfettamenteinformativo e nessun operatore ha interesse ad acquistare le informazioni
• il mercato è estremamente “sottile” (thin) se la percentuale degli investitori informati è vicinaad uno o a zero
Il mercato non può essere completamente efficiente altrimenti non esisterebbe
32
4) La critica di Lo e MacKinlay
Gli operatori più informati devono avere rendimenti più alti come rendita per la loro attività
Concezione più realistica del concetto di efficienza
5) La critica di Zambruno
Scarsa correttezza del confronto tra strategie attive e passive (buy and hold) perché coloro che adottano strategie passive beneficiano dell’azione dei sostenitori delle strategie attive
Per effetto delle critiche ricevute Fama ha modificato la definizione di efficienza
I prezzi riflettono le informazioni fino al punto dove i benefici marginali dell’agire sulla base delle informazioni (i profitti che vengono realizzati) non eccedono i costi marginali
33
LL’’efficienza valutativaefficienza valutativa
Capacità del mercato di stimare correttamente il valore dell’impresa mediante la formazione di prezzi in grado di rispecchiare appieno la reale entità dei fondamentali d’azienda
Richiamo dei modelli di analisi fondamentale
( )( )∑
= +=
n
tt
t
kDEP
10 1
( )gkDEP−
= 10
Le ricerche empiriche sono state condotte:
1. Con stime econometriche di tali equazioni
2. Con l’analisi del grado di volatilità del prezzo
34
1. Stime econometriche
Forte legame tra andamento delle quotazioni e variabili fondamentali
Effetto dell’inflazione (Modigliani e Cohn)
2. Analisi del grado di volatilità del prezzo
( ) ( )( ) ( )k
PDk
IPEDEP ttttttt +
−+=+
+= ++++++
11111111 ε
( ) ( ) ( ) ( )**
221
221 ...
11...
11 tttttt
t Pkkk
Dk
DP εεε −=++
−+
−++
++
= ++++
È prevista la presenza di un errore stocastico (ε)
35
La verifica dell’efficienza può avvenire
• Calcolando il grado di correlazione esistente tra gli errori di stima di ciascun periodo
• Accertando che la varianza del prezzo non superi il suo limite superiore
Mancanza delle condizioni di efficienza
Ma quali sono le cause della divergenza tra prezzo e valore intrinseco?
Secondo Guatri
Oscillazioni repentine nel breve termine
Scambi di quote di minoranza
Altre teorie
Bolle razionali
Mode (fads)
Macchie solari
Bolle informative
36
analisianalisi finanziaria
Insieme di tecniche finalizzate alla determinazione del
rendimento atteso e del livello di rischio di un titolo o di un
portafoglio
Due approcci (o filosofie) principali
Analisi fondamentale
Analisi tecnica
37
Analisi Analisi fondamentalefondamentale
Analisi Analisi tecnicatecnica
Studio dell’oggetto scambiato (titolo) allo scopo di determinare il valore intrinseco da confrontare con il prezzo di mercato. Lo studio si basa sui fondamentali d’azienda
Studio delle serie storiche dei prezzi e dei volumi scambiati, prescindendo dall’oggetto
38
LL’’analisi fondamentaleanalisi fondamentale
Il valore reale delle azioni è funzione dell’andamento economico, finanziario e patrimoniale dell’azienda emittente
Capacità dell’azienda di generare flussi di cassa e di reddito futuri
Determinazione del valore intrinsecodel titolo
39
La logica alla base La logica alla base delldell’’analisi fondamentaleanalisi fondamentale
Determinazione del valore intrinseco
Confronto tra valore intrinseco (V.I.) e quotazione del titolo (P)
Individuazione delle regole decisionali da adottare
Se V.I. > P
Se V.I. < P
Titolo sottoquotato, acquisto
Titolo sopravvalutato, vendita
40
I livelli di indagineI livelli di indagine
Analisi macroeconomica
Analisi a livello settoriale
Analisi a livello aziendale
41
1. L1. L’’analisi macroeconomicaanalisi macroeconomica
Obiettivo
Individuare e quantificare gli effetti prodotti sulle quotazioni di Borsa da alcune fondamentali variabili macroeconomiche
L’analisi non è limitata ai confini nazionali, ma si estende a livello internazionale
Decisioni di Politica economica
Politica monetaria
Politica fiscale
42
Politica monetaria espansiva
Maggiore quantità di moneta in circolazione
Aumento della domanda di titoli
Aumento dei prezzi dei titoli
Diminuzione della redditività e dei tassi di interesse
Effetto positivo su investimenti e produzione
Aumento utili e dividendi
43
Riduzione del saldo della bilancia dei pagamenti
Distruzione di moneta
Aumento tassi di interesse
Riduzione della domanda aggregata e delle importazioni
Manovre sul debito pubblico
Aumento dei tassi di interesse sul debito pubblico (per favorire il
collocamento)
Aumento generalizzato dei tassi di interesse
44
Altre variabili Altre variabili macroeconomiche da macroeconomiche da considerareconsiderare
Tasso di inflazione
Situazione politica del Paese di
riferimento
Prodotto interno lordo (PIL)
Tasso di disoccupazione
Livello dei redditi
Livello del risparmio
Dinamica salariale
Ecc.
45
Strumenti dellStrumenti dell’’analisi analisi macroeconomicamacroeconomica
1. Modelli econometrici
Limiti:
•Continua revisione delle variabili
•Difficoltà di applicare il modello a periodi diversi
•Lunghezza e complessità delle elaborazioni
2. Costruzione di scenari
Metodologia più semplice ma che rischia di essere troppo soggettiva
46
2. L2. L’’analisi settorialeanalisi settoriale
Obiettivi
Verifica dell’impatto delle variabili
macroeconomichesul settore
Verifica dell’impatto delle variabili
microeconomichesul settore
Distinzione tra:
• Settori ciclici
• Settori anti-ciclici
Informazioni su:
•Struttura competitiva del settore
•Ciclo di vita del settore
47
La struttura competitiva del La struttura competitiva del settoresettore
Concorrenti nel settore
Concorrenza fra le imprese esistenti
Entranti potenziali
Fornitori Clienti
Sostituti
Analisi strategica – Modello delle 5 forze competitive di Porter
48
Il ciclo di vita del settoreIl ciclo di vita del settore
1. Sviluppo pionieristico
2. Crescita settoriale
3. Maturità
4. Stabilizzazione
5. Declino
49
3. L3. L’’analisi aziendaleanalisi aziendale
Costituisce il “focus” dell’analisi fondamentale ed è rivolta allo studio della situazione attuale e delle potenzialità future dell’impresa sotto il profilo economico, finanziario e patrimoniale
Obiettivo:
Individuare il valore reale (intrinseco) dei titoli per poter derivare indicazioni di compravendita attraverso il confronto con il prezzo di mercato (v. lucido 8)
Strumento:
Analisi dei dati di bilancio
50
Assunzioni di base Assunzioni di base delldell’’analisi fondamentaleanalisi fondamentale
Il reale valore dell’impresa scaturisce dalla sua capacità di generare utili e distribuire dividendi
Il valore intrinseco dipende pertanto dalle condizioni economiche, finanziarie e patrimoniali dell’impresa emittente
Tale valore prescinde dal prezzo di mercato dell’azione ….
…. Ma i due valori sono destinati a coincidere in quanto il mercato prima o poi esprime l’effettivo valore dei titoli
Problema dell’efficienza dei mercati
51
Efficienza dei mercati: cenniEfficienza dei mercati: cenni
Tutte le informazioni sono liberamente disponibili e sono immediatamente riflesse nei prezzi dei titoli
Efficienza in forma debole
Efficienza in forma semi-forte
Efficienza in forma forte
Solo informazioni storiche
Informazioni storiche + informazioni pubbliche
Tutte le informazioni, anche quelle riservate
Non è possibile trarre profitto da alcuna informazione
52
Mercati non completamente efficienti
Necessità di un periodo di “correzione” dei prezzi
Possibilità di sfruttare le informazioni in merito al futuro andamento delle
quotazioni per effettuare operazioni di compravendita e realizzare extra-
profitti
Strategia per “battere il mercato”
53
Ricordando che l’obiettivo dell’analisi fondamentale è la ricerca di uno spread tra valore intrinseco e prezzo di mercato e che
Se V.I. > P
Se V.I. < P
Titolo sottoquotato, acquisto
Titolo sopravvalutato, vendita
Le determinanti di tale spread sono:
• Le prospettive di crescita dell’azienda
• I flussi di cassa generati e distribuiti
• Il rischio associato all’investimento
54
Un approfondimentoUn approfondimento………… Rendimento e rischio dei Rendimento e rischio dei titoli azionarititoli azionari
Rendimento = variazione di ricchezza che si produce in capo all’investitore fino al momento della dismissione dell’attività
Rendimento
Remunerazione ordinaria
Remunerazione integrativa
Dividendi Capital gain
Politica dei dividendi (pay-out ratio)
0
0
PDI t−=
0
0
PPPCG t −
=
55
La remunerazione complessiva:
( )0
00
PDPPCGIr tt −+−
=+=
Il rendimento medio del titolo:
∑=
=n
iirn
r1
1 n = numero di osservazioni
Limite di tale impostazione
Valutazione ex-post realizzata al termine dell’orizzonte temporale
Occorre determinare valori ex-ante (prospettici)
56
Costruzione di appositi scenari e attribuzione a ciascuno di essi dei flussi di rendimento generati dall’investimento
( ) i
n
ii rprE ∑
=
=1
( )0
00
PDPPr tt −+−=
pi = probabilità che si verifichi lo scenario i-esimo
E(r) = valore atteso del rendimento
Dove:
Stima complessa a causa della scarsa prevedibilità dei flussi di cassa
57
Il rischio dei titoli azionariIl rischio dei titoli azionari
Rischio = variabilità (intesa sia in senso negativo, sia in senso positivo) dei rendimenti effettivi rispetto a quelli attesi
Utilizzo del concetto di varianza
( )∑=
−−
=n
iii rr
n 1
22
11σ
Utilizzando la deviazione standard (radice quadrata della varianza)
( )∑=
−−
==n
iii rr
n 1
22
11σσ
Analisi Ex-post
58
Problema della determinazione del rischio in via prospettica (ex-ante)
( )[ ]2
1
2 rErp i
n
iir −=∑
=
σ
( )[ ]2
1rErp i
n
iir −= ∑
=
σ
59
La composizione del La composizione del portafoglio titoliportafoglio titoli
Rendimento del portafoglio = media ponderata dei rendimenti dei titoli in portafoglio
i
n
iip wrr ∑
=
=1
( ) ( ) i
n
iip wrErE ∑
=
=1
Valutazione ex-post
Valutazione ex-ante
wi = peso assunto dal titolo i-esimo nel portafoglio
Varianza del portafoglio ≠ media ponderata delle varianze dei titoli
Ricorso al concetto di covarianza
60
La covarianza misura le relazioni esistenti tra i titoli che compongono il portafoglio
( )[ ] ( )[ ]bjai
n
i
n
jijab rErrErp −−=∑∑
= =1 1
σ
La varianza di un portafoglio diventa:
ji
n
i
n
jijp ww∑∑
= =
=1 1
2 σσ
La correlazione tra due variabili si può esprimere anche con il coefficiente di correlazione
ba
abab σσ
σρ =
1=abρ
0=abρ
1−=abρ
Perfetta correlazione positiva
Perfetta correlazione negativa
Assenza di correlazione
61
NB Inserendo in portafoglio titoli non correlati è possibile ridurre il rischio senza diminuire il rendimento
Effetto positivo della diversificazione
L’effetto aumenta all’aumentare del numero di titoli detenuti in
portafoglio, ma entro certi limiti
Non è possibile azzerare del tutto il rischio del portafoglio: la
diversificazione agisce solo sul rischio diversificabile
Non si può agire sul rischio sistematico
62
rischiorischio diversificabile
rischio sistematico
n. titoli
63
Fattori specifici del
titolo
Fattori settoriali
Altri fattori comuni
Fattore di mercatoRischio
sistematico
Rischio non
sistematicoFattori comuni
diversi dal mercato
a) singola azione
Fattore di mercatoRischio
sistematico
Fattori settoriali
Altri fattori comuni
Rischio non
sistematico
Fattori comuni
diversi dal mercato
b) portafoglio ben diversificato
Effetti della diversificazione del portafoglio
64
Le componenti del rischio influenzano le aspettative di rendimento
Investendo in attività rischiose, l’investitore si aspetta di ricevere almeno la remunerazione relativa ai titoli privi di
rischio + un premio per il rischio
( ) pf rrrE +=
( ) fp rrEr −=
Il premio per il rischio è funzione del rischio sistematico e si misura come variabilità del titolo rispetto a variazioni del mercato
2m
im
σσβ =
65
Pertanto:
Capital Asset Pricing Model
Determinanti di β:
• Settore economico di appartenenza
• Grado di leverage dell’azienda
• Grado di leva operativa dell’azienda
( ) ( )[ ] ifmfi rrErrE β−+=
66
Approcci per la Approcci per la determinazione del valore determinazione del valore intrinsecointrinseco
Modelli di attualizzazione dei dividendi (dividend discount models)
Multipli di Borsa (o moltiplicatori)
67
I modelli di I modelli di attualizzazioneattualizzazionedei dividendidei dividendi
Rappresentano una applicazione dei concetti alla base del calcolo del valore attuale netto (VAN)
Si assume che il valore attuale di un’azione è funzione dei flussi di cassapercepiti dall’azionista in futuro, opportunamente scontati
Dividendi + prezzo finale
NB I dividendi possono non coincidere con il flusso disponibile per gli azionisti il quale è il flusso potenzialmente distribuibile agli azionisti, mentre i dividendi sono il flusso realmente distribuito
68
In generale, un modello di attualizzazionedei dividendi può essere così rappresentato
( ) ( )( )k
PEDEP++
=1
110
P0 = prezzo dell’azione al tempo 0 (valore intrinseco)
E(D1) = valore atteso del dividendo per l’anno 1
E(P1) = valore atteso del prezzo finale al termine del periodo di riferimento
k = tasso di attualizzazione (costo del capitale proprio – CAPM)
… ma come determinare il valore atteso del prezzo al tempo 1 E(P1)?
Sempre come valore attuale dei flussi di cassa futuri
69
( ) ( ) ( )( )k
PEDEPE++
=1
221
Sostituendo alla relazione precedente:
( )( )
( )( ) ( )
( )222122
10 1111
1 kPEDE
kDE
kkPDDEP
++
++
=+
++
+=
… ma come determinare il valore atteso del prezzo al tempo 2 E(P2)?
Sempre come valore attuale dei flussi di cassa futuri …
… adottando lo stesso ragionamento per tutti i prezzi:
( )( )
( )( )
( )( )
( )( )∑
= +=
+++
++
+=
n
ttt
nn
kDE
kDE
kDE
kDEP
12
210 11
...11
Dividend Discount Model
70
Altri modelli del dividendoAltri modelli del dividendo
Modello di attualizzazione dei
dividendi in crescita costante
(Gordon)
Modello a due stadi
Modello H
Modello a tre stadi
71
Il modello di Il modello di GordonGordon
Limite del modello generale
Necessità di stimare i flussi di cassa per tutta la vita dell’impresa
Il modello di Gordon assume che i flussi di cassa crescano ad un tasso costante g
Condizioni di validità del modello:
• Erogazione dei dividendi illimitata
• Dividendi e utili sempre crescenti al tasso g
• Assenza di debiti
• Rischio costante, dunque k costante
• Deve sempre risultare k > g
72
Partendo dal modello generale
( )( )∑
= +=
n
tt
t
kDEP
10 1
ed introducendo l’ipotesi di crescita costante
( )( )
( )( )
( )( )n
n
kgD
kgD
kgDP
++
++++
+++
=11
...11
11 0
2
200
0
Serie con progressione geometrica di ragione (1+g)/(1+k)
++++
+++
++=
n
kg
kg
kgDP
11...
11
11 2
00
( )( )
kg
kg
kgD
P
n
++−
++−
++
=
111
111
110
0
73
Ponendo n → ∞ e ricordando che K>g
( )( ) ( )
gkgD
kgk
kgD
P−+
=
+−−+
++
=1
111
11
0
0
0
Sapendo che D0(1+g) = E(D1)
( )gkDEP−
= 10
Il valore intrinseco è dunque:
• Funzione diretta del dividendo del periodo successivo
• Funzione diretta del tasso di crescita dei dividendi
• Funzione inversa del tasso di attualizzazione
NB Per valori di g tendenti a k, il valore intrinseco del titolo tende ad infinito
74
Dalla formula di Gordon si ottiene il tasso di attualizzazione
gPDk +=
0
1
Dividend yield
È possibile stabilire una relazione diretta tra tasso di crescita e prezzo:
( ) ( )gk
DEPE−
= 21
( ) ( )( ) ( )gPgkgDEPE +=
−+
= 11
01
1
75
Il tasso di crescita dei Il tasso di crescita dei dividendidividendi
Si assume che il rapporto di pay-out(dividendi/utili) rimanga invariato
Uguaglianza tra tasso di crescita degli utili e tasso di crescita dei dividendi
Il tasso di crescita degli utili è dato dalla variazione percentuale degli utili:
1
1
−
−−=∆=
t
tt
UUU
UUg
DUIUIb
bUDd
−=
=
−== 1 Pay-out
Quota di utili non distribuita (reinvestita)
Utile non distribuito
76
Il tasso di crescita di utili e dividendi è:
• Funzione diretta di I
• Funzione diretta della redditività aziendale
( ) 1
11
−
−−
−−
=−
=∆=t
tttt
DUUU
IUU
IUR
UUg ∆=Sapendo che
e moltiplicando e dividendo per I:
( )( ) bRUDU
DUUU
UI
IUg
t
t
t
tt ⋅=−⋅−−=⋅∆=
−
−
−
−
1
1
1
1
Un aumento di g può essere determinato da:
•Miglioramento della redditività
•Crescita di b
Il valore intrinseco del titolo aumenta solo se R>k
77
… e se si verificasse g > k?
I dividendi più lontani nel tempo assumerebbero valori molto elevati
1° soluzione – L’azione del mercatoGli operatori agirebbero in modo da ristabilire l’equilibrio
g > k Maggiore rischio
( ) gPDEk +=Φ+0
1
( )Φ−=−
0
1
PDEgk
Maggiore rischio dell’investimento
2° soluzione – Tasso elevato
Si applicano tassi elevati ai dividendi piùremoti in modo da renderli irrilevanti e ripristinare l’operatività del modello di Gordon
78
Limiti del modello di Gordon
1. Tasso di crescita unico per tutte le variabili
Aspetto rilevante in presenza dell’effetto leva operativa
( )( ) RO
MCFvpQ
vpQGLO =−−
−=
In presenza di costi fissi si determina un aumento del rischio
Applicabilità del modello solo in ipotesi di assenza di costi fissi
2. Tasso di crescita unico per l’intera vita dell’impresa
79
Il modello a due stadi di Il modello a due stadi di attualizzazioneattualizzazione dei dividendidei dividendi
Applicazione di due tassi di crescita
• Un tasso elevato per la fase di sviluppo
• Un tasso ridotto per la fase di maturità
( )( ) ( )n
nn
tt
t
kP
kgDP
++
−+
=∑= 11
11
100
2
1
gkDP n
n −= +
g1 = tasso di crescita elevato applicato i primi nanni
g2 = tasso di crescita stabile applicato dopo l’anno n
80
NB Il tasso di distribuzione degli utili èmaggiore nel primo periodo
Limiti
• Problema della definizione del periodo n
• Passaggio repentino da un tasso elevato ad uno basso
• La formula contiene il prezzo finale determinato secondo il modello di Gordon del quale eredita i limiti
81
Il modello HIl modello H
Si ipotizza:
• un tasso di crescita iniziale elevato
• Tale tasso decresce per un periodo pari a 2H
• Il tasso si stabilizza ad un livello normale
g
Tempo2HH
gn
ga
82
Algebricamente:
( ) ( )[ ]nann
ggHggkDP −++−
= 100
Ovvero:
( ) ( )n
na
n
n
gkggHD
gkgDP
−−+
−+= 00
01
Valore in base al tasso di crescita normale
Valore in base al tasso di crescita anormale
Se ga<gn
Se ga = gn
Sconto sul valore intrinseco
Modello di Gordon
83
Il tasso di attualizzazione è pari a:
( ) ( )[ ] nnan gggHgPDk +−++= 1
0
0
Limiti:
•Tasso anormale decrescente in modo lineare
•Tasso di distribuzione dei dividendi costante
84
Il modello a tre stadi di Il modello a tre stadi di attualizzazioneattualizzazione dei dividendidei dividendi
• Crescita stabile nel primo periodo
• Diminuzione della crescita nel secondo periodo
• Crescita stabile nel terzo periodo
g
TempoBA
gn
ga
85
L’andamento del tasso di distribuzione degli utili è opposto
b
tempo
( )( )
( )( ) ( )nB
nBB
Atttt
A
t
ta
gkkgD
kgD
kgDP
−++
+
++
+
++
= ∑∑+=
−
= 11
11
11
1
1
100
Fase I Fase IIIFase II
( )ABAtgggg naat −
−−−=
86
I multipli di Borsa o I multipli di Borsa o moltiplicatorimoltiplicatori
Indicatori costruiti con valori economici, finanziari e patrimoniali al fine di evidenziare una relazione tra fondamentali e valore intrinseco
Principali moltiplicatori
• Rapporto prezzo/utile (price earning)
• Rapporto prezzo/valore contabile
• Rapporto prezzo/vendite
87
Il Il price price earningearning o multiplo o multiplo delldell’’utileutile
1
0
EPSP
EP =
Prezzo del titolo al tempo 0
Utile per azione atteso per il periodo successivo (earning per share)
Per evitare stime prospettiche
0
0
EPSP
EP =
Determinazione di P0:
• Operare rettifiche se sono presenti operazioni di stacco o assegnazione di diritti d’opzione
• È opportuno calcolare una media dei prezzi
88
Determinazione dell’EPS:
• È dato dall’ultimo utile di bilancio, diviso per il numero delle azioni
• È opportuno procedere alla normalizzazione di tale utile
• Analizzare la dinamica evolutiva degli utili negli ultimi anni
Il price earning rappresenta il prezzo che si è disposti a pagare per avere
una unità di utile
È il reciproco del tasso di rendimento offerto da un titolo azionario
89
Regole decisionali
Titoli con P/E bassosono sottovalutati
Titoli con P/E altosono sopravvalutati
Acquisto
Vendita
Per far emergere la relazione tra multiplo dell’utile e fondamentali,
sfruttiamo il legame con i modelli del dividendo
La relazione del modello di Gordon è:
gkDP−
= 10
90
Conoscendo il rapporto di pay-out (d):
gkdEPSP
−×=
gkd
EPSP
EP
−==
Cosa succede se aumenta d?
Aumenta il numeratore del rapporto …
… ma diminuisce il tasso di crescita ged aumenta anche il numeratore
Può anche aumentare k per effetto del maggiore ricorso all’indebitamento
( )dRkd
bRkd
gkd
EP
−−=
⋅−=
−=
1
91
Il multiplo P/E aumenta all’aumentare della redditività R e diminuisce all’aumentare del rischio e dunque del tasso di sconto
Relazione tra P/E e ciclo di vita dell’azienda
Tempo
P/E
Declino MaturitàSviluppo Inizio
92
Per superare il limite di un solo tasso di crescita, il multiplo si può derivare dal modello a due stadi di attualizzazionedei dividendi
( )( ) ( )n
nn
tt
t
kP
kgD
P+
+−+
=∑= 11
11
100 2
1
gkDP n
n −= +
Se il tasso di crescita straordinario g1 ed il tasso di distribuzione degli utili sono costanti per n anni:
( ) ( )( )
( )( )nn
n
n
kgkD
gkkggD
P+−
+−
++
−+= +
111
11
2
1
1
110
0
( ) ( )( ) ( ) ( )
( )( )n
n
nn
n
kgk
ggEPSD
gkkgg
EPSDEPS
P+−
+++
−
++
−+⋅=
1
111111
2
21
1
110
0
93
( ) ( )( ) ( ) ( )
( )( )n
n
nn
n
kgk
ggEPSD
gkkgg
EPSD
EPSP
+−
+++
−
++
−+=
1
1111
11
2
21
1
11
0
0
Validità dell’assunto
“basso P/E – elevato rendimento”
Ma come si giustifica?
Diverse soluzioni proposte:
1. Moderna teoria del portafoglio e CAPM
Il maggiore rendimento associato ad un P/E basso è dovuto al maggiore rischio (maggiore β)
2. Orizzonte temporale limitato al breve termine
94
Analisi comparata tra diversi multipli
• Rapporti P/E riferiti a diversi paesi
• Rapporti P/E riferiti a diverse epoche storiche
• Rapporti P/E relativi a diverse aziende
95
Strategie alternative al P/EStrategie alternative al P/E
Strategia P/E x EPS
gkd
EP
−= X EPS stimato a 12
mesi
Stima EPS:
Approccio basato sul ROI
Approccio basato sulla stima delle vendite e sul margine di profitto
Approccio basato sulla stima indipendente di ricavi e costi
Strategia P/E storico x EPS
Strategia P/E vs P/E settore
96
Il rapporto prezzo/valore Il rapporto prezzo/valore contabilecontabile
BVP Prezzo
Book value per share
Limite principale = utilizzo di valori contabili
Per esprimere il moltiplicatore in funzione dei fondamentali:
gkDP−
= 10
( )gk
gdEPSP
−+××
=10
0
97
Ponendo BVEPSRBV =
Indicatore della redditivitàdel patrimonio netto
BVRBVEPS ×=Sostituendo:
( )gk
gdBVRBVP−
+×××= 10
( )gk
gdROEBVP
−+××= 1
Sapendo inoltre che ( )dRBVbRBVg −=⋅= 1
gkgRBV
BVP
−−=
98
Regole decisionali
Titoli con P/BV basso e RBV alto sono sottovalutati
Titoli con P/BV alto e RBV basso sono sopravvalutati
Acquisto
Vendita
Titoli sopravvalutati -
Vendita Titoli
sottovalutati -Acquisto
Informazione non indicativa
Informazione non indicativa
P/BV
alto
basso
RBV altobasso
99
Il rapporto prezzo/venditeIl rapporto prezzo/vendite
SP Prezzo
Vendite per azione
Parametro scarsamente influenzabile dalle politiche di bilancio
Per esprimere il rapporto P/S in funzione dei fondamentali:
gkDP−
= 10
( )gk
gEDEPS
P−
+××=
10
0
SEPSRV =Conoscendo la redditività
delle vendite
100
Allora: EPS = RV x S
( )gk
gEDSRV
P−
+×××=
1
( )gk
gdRVSP
−+××= 1
Titoli sopravvalutati -
Vendita Titoli
sottovalutati -Acquisto
Informazione non indicativa
Informazione non indicativa
P/S
alto
basso
RV altobasso
101
LL’’EquityEquity Style ManagementStyle Management
Value-approach
Growth-approach
Market timer-approach
Small capitalization-
approach
102
LL’’analisi tecnicaanalisi tecnica
Obiettivo
Studiare l’andamento di prezzi e volumi ed individuare gli strumenti e le tecniche di analisi in grado di far emergere segnali di acquisto o di vendita per “battere il mercato”
L’analisi tecnica è lo studio dell’azione del mercato, svolta principalmente attraverso l’uso dei grafici con lo scopo di determinare le tendenze future dei prezzi (Murphy)L’arte dell’analisi tecnica consiste nell’identificare un cambiamento di tendenza a uno stadio iniziale, e nel mantenere la posizione di investimento fino a quando l’evidenza dei fatti non prova che la tendenza stessa si è di nuovo invertita (Pring)
103
Le basi dellLe basi dell’’analisi tecnicaanalisi tecnica
Studio delle serie storiche dei
prezzi
Studio dei volumi scambiati
Ricerca di segnali di acquisto o
vendita
Assoluto disinteresse per
l’oggetto scambiato e per i
valori fondamentali
dell’azienda emittente
104
LL’’analisi tecnica: origine ed analisi tecnica: origine ed evoluzioneevoluzione
Nasce agli inizi del ‘900 in seguito ad alcuni articoli pubblicati da Charles DowL’opera di diffusione avviene su iniziativa di altri autori (Hamilton e Rhea) che sistematizzarono gli scritti di DowLo sviluppo di tale approccio avvenne negli USA dopo la crisi del 1929In Europa arrivò solo negli anni ’50Negli ultimi anni il suo utilizzo ha superato quello dell’analisi fondamentale
105
I motivi del successo I motivi del successo delldell’’analisi tecnicaanalisi tecnica
Forte crescita del numero di titoli e strumenti finanziariNecessità di dover gestire una quantità sempre maggiore di flussi informativiCrescita dei costi legati alle informazioniConseguente crisi dell’analisi fondamentale che richiede tempi lunghi di analisi, costi elevati e conoscenze specialisticheL’innovazione tecnologica (reti neuronali, sistemi esperti, ecc.)
106
Analisi tecnica e teoria Analisi tecnica e teoria economicaeconomica
Analisi tecnica
Crescente diffusione presso gli operatori
Diffidenza da parte degli “accademici”
L’analisi tecnica non ha un apparato teorico di riferimento e non ha fondamenta
scientifiche
Agli operatori interessano solo i risultati e dunque che il metodo funzioni, non il
perché della sua efficacia
?
107
I motivi del contrastoI motivi del contrasto
Analisi tecnica
Teoria economica
Dal passato si prevede il futuro andamento dei prezzi
In un mercato efficiente è impossibile fare previsioni
Due spiegazioni del funzionamento dell’analisi tecnica
1.Ripetitività dei comportamenti umani, anche irrazionali
2.Efficienza dei mercati e formazione di prezzi così completi da anticipare i dati fondamentali
108
I presupposti dellI presupposti dell’’analisi analisi tecnicatecnica
L’azione del mercato sconta ogni cosa
I prezzi si muovono all’interno di un trend
La storia ripete se stessa
109
Costruzione e Costruzione e interpretazione dei graficiinterpretazione dei grafici
L’analisi tecnica si basa sull’osservazione di prezzi e volumi nel tempo
Importanza di grafici attendibili
Schema base
Prezzo
Tempo
Monthly charts
Weekly charts
Daily charts
Intra-day charts
In genere Prezzo di chiusura
110
Tipologie di graficiTipologie di grafici
Grafico lineare (line chart)
111
Grafico a barre (bar chart)
Closingprice
Openingprice
Maximumprice
Minimum price
Closingprice
Openingprice
Maximumprice
Minimum price
Range
Il grafico a barre offre più informazioni rispetto al grafico lineare
112
Grafico Point & Figure
113
Alcuni approfondimenti Alcuni approfondimenti ……
1. Il ruolo del volume
Serve per confermare il trend
Mercato bull
Mercato bear
se Prezzo Volume
se Prezzo Volume
se Prezzo Volume
se Prezzo Volume
114
2. Scala aritmetica o scala logaritmica?
Scala aritmetica
Scala logaritmica
Distanza tra i prezzi proporzionale alla loro differenza
Distanza tra i prezzi proporzionale al loro rapporto (distanza uguali per uguali variazioni percentuali)
115
Le candele giapponesi (candlestick charts)
Nate in Giappone nel XVII secolo per studiare il mercato a termine del riso
Massimo
Minimo
Chiusura
Apertura
Massimo
Minimo
Chiusura
Apertura
Upper shadow
Lower shadow
Real body
Il Real body indica la differenza tra il prezzo di chiusura e di apertura
Se pc > pa
Se pc < pa
Mercato rialzista – bianco
Mercato ribassista - nero
116
Assenza di upper e/o lower shadowindica assenza di massimi e/o minimi
Un corpo bianco molto lungo indica la presenza di un flusso di domanda sensibilmente superiore all’offerta
Se ciò si verifica dopo un trend al ribasso è probabile che segua una inversione di tendenza
16 23 30 6November
13 20 27 4 11December
18 27 2 82001
15 22 29 5February
12
4.304.254.204.154.104.054.003.953.903.853.803.753.703.653.603.553.503.453.403.353.303.253.203.153.103.05
4.304.254.204.154.104.054.003.953.903.853.803.753.703.653.603.553.503.453.403.353.303.253.203.153.103.05
BNL (2.2150, 2.2900, 2.1600, 2.1720)
117
La teoria di La teoria di DowDow
Dow intuì che i movimenti di mercato erano ciclici e cercò le cause di tale ciclicità
Creò i primi indici di mercato
•Dow-Jones Industrial Average (DJI
•Dow-Jones Transportation Average (DJTA)
Attuali indici Dow-Jones tuttora in uso
118
I principi enunciati da I principi enunciati da DowDow
1. Le medie-indice scontano ogni cosa
2. Il mercato presenta tre trend
Trend primario (almeno 1 anno)
Trend secondario (da 3 settimane a 3 mesi) – correzioni del trend primario
Trend minore (fino a 3 settimane) –correzioni del trend secondario
Trend crescente Bull market
Trend decrerscenteBear market
Massimi e minimi locali crescenti
Massimi e minimi locali decrescenti
119
3. I trend primari sono caratterizzati da 3 fasi
I Fase – Accumulazione – dopo un forte ribasso gli operatori più attenti capiscono l’inversione in atto e danno luogo ad una serie di acquisti graduali
II Fase – prezzi in ascesa, volumi in aumento, crescita delle informazioni
III Fase – Distribuzione – acquisti in blocco da parte dei risparmiatori e inizio delle vendite da parte dei piùesperti – inizio fase ribassista
120
4. Le medie indice devono confermarsi reciprocamente
Riferimento agli indici DJIA e DJTA
Un segnale di inversione di tendenza deve essere espresso da entrambi
Tempi di reazione brevi
5. Il volume deve confermare il trend in atto
Mercato bull
Mercato bear
se Prezzo Volume
se Prezzo Volume
se Prezzo Volume
se Prezzo Volume
6. La continuazione di un trend è da assumersi fino a quando non si verifichino chiari segnali di inversione
121
Strumenti e tecniche di Strumenti e tecniche di analisianalisi
Tecniche trend following
Tecniche per fasi trendless
• Medie mobili
• Oscillatori
122
Il trendIl trend
Il trend esprime la direzione assunta dal mercato e fornisce indicazioni sui movimenti dei prezzi nel periodo considerato
Punti di massimo e minimo crescenti
Punti di massimo e minimo decrescenti
Assenza di una chiara tendenza
Trend rialzista –Bull market
Trend ribassista – Bear market
Mercato laterale o trendless
N.B. Il trend ha significato in funzione del tempo di riferimento
123
Come disegnare una Come disegnare una trendlinetrendline
Linea di tendenza rialzista
Linea di tendenza ribassista
Congiunzione dei punti di minimo crescenti
Congiunzione dei punti di massimo decrescenti
124
Trendless
Efficacia di una trendline:
Numero di “contatti”
Tempo per oltrepassarla
125
Supporti e resistenzeSupporti e resistenze
SUPPORTO
RESISTENZA
Successione di punti di minimo
Domanda superiore all’offerta
Si blocca la discesa del prezzo
Successione di punti di massimo
Domanda inferiore all’offerta
Si blocca la salita del prezzo
126
Supporto
Resistenza
Segnale di inversione di un trend crescente
• Il prezzo non supera la resistenza
• Il prezzo oltrepassa verso il basso un supporto
127
I punti 1, 2, 3, 4 indicano un trend crescente
Il punto 5 indica l’inizio di un inversione perché il prezzo non riesce a superare la resistenza
L’inversione è confermata nel punto 6dove il prezzo oltrepassa il supporto
Supporto
Resistenza
Supporto
Resistenza
Supporto
1
3 5
4
2
6
128
Lo Lo ““scambio di ruoliscambio di ruoli”” tra tra supporti e resistenzesupporti e resistenze
Nel mercato sono presenti contemporaneamente 3 soggetti
1. Chi assume posizioni lunghe
2. Chi assume posizioni corte
3. Chi attende per entrarvi
Compra titoli con denaro preso in prestito
Guadagna in caso di riduzione del prezzo
Guadagna in caso di aumento del prezzo
129
Nella fase iniziale di un mercato rialzista
I soggetti 1 sono ottimisti anche se potevano investire di più
I soggetti 2 pensano di aver sbagliato strategia
I soggetti 3 si distinguono in soggetti che non hanno mai avuto posizioni e quelli che le hanno abbandonate nel timore di un ribasso
Importanza per tutti della linea di supporto
•Chi ha comprato incrementerà il portafoglio
•Chi ha venduto corto chiuderà la posizione o la invertirà
•Chi ha liquidato posizioni lunghe le riprenderà
•Chi era fuori dal mercato vi entrerà
Forte pressione della domanda che spinge il prezzo a risalire dal supporto
130
L’impenetrabilità di supporti e resistenze dipende dall’ammontare delle operazioni
che a loro volta dipendono da:
• Periodo di tempo
• Volume delle contrattazioni
• Prossimità storica dell’attività di contrattazione
Se il prezzo oltrepassa in modo significativo il livello di resistenza, la soglia
massima di riferimento diventa soglia minima e cioè un supporto, invertendo il
suo ruolo
131
Supporti e resistenze nei Supporti e resistenze nei trading systemtrading system
Obiettivo dell’analisi tecnica:
Creare regole per “battere il mercato”
Trading system
Come inserire supporti e resistenze in un trading system?
PRICE CHANNEL
Indicatore ottenuto disegnando idealmente un “canale” intorno al prezzo
Valore della banda superiore, per ogni giorno = prezzo massimo degli N giorni precedenti
Valore della banda inferiore, per ogni giorno = prezzo minimo degli N giorni precedenti
132
Le tecniche di trading connesse al price channel sono:
1. Quando il prezzo di chiusura si avvicina alla banda superiore o inferiore èprobabile che non la superi e torni indietro
2. Quando il prezzo di chiusura supera la banda superiore essa inverte il suo ruolo e diviene un supporto (acquisto); quando il prezzo di chiusura supera la banda inferiore accade il contrario (vendita)
133
Figure di continuazione e di Figure di continuazione e di inversione del trendinversione del trend
Formazioni grafiche destinate a studiare le fasi trendless
Figure di continuazione
Fase del mercato caratterizzata da una momentanea pausa del trend in atto (bullish o bearish) che però riprenderà il suo percorso
Il triangolo
1. Triangolo simmetrico
I prezzi tendono a convergere verso l’apice della figura
134
Da valutare attentamente:
• Momento in cui termina la fase trendless (apice del triangolo)
• Volume degli scambi
2. Triangolo ascendente
2. Triangolo discendente
135
Figure di inversione
La loro presenza segnala un prossima inversione del trend in atto (da rialzista a ribassista e viceversa)
Testa e spalle (Head and shoulders)
Spalla sinistra
(A)
Spalla destra(E)
Testa (C)
Neckline(B)
(D)
(F)
(G)2
1
136
Segnali che individuano una figura “testa e spalle”:
• Esistenza di un precedente uptrend
• Spalla sinistra accompagnata da forti volumi (A) e seguita da una correzione al ribasso sul punto B
• Rimbalzo verso nuovi massimi (C)
• Un ribasso che oltrepassa A e si dirige verso il minimo precedente (D)
• Un terzo rimbalzo (E) con volumi deboli e incapace di raggiungere la testa (C)
• una chiusura al di sotto della neckline
• Un movimento di ritorno sulla neckline (G) seguito da nuovi minimi
137
Le medie mobiliLe medie mobili
Strumento di analisi trend-following che consente di “smussare” le fluttuazioni dei prezzi e di costruire una linea di trend più regolare
Si calcola come media aritmetica “dinamica”: la prima media è calcolata su N prezzi, mentre i calcoli successivi si ottengono togliendo il prezzo più vecchio e aggiungendo il più recente
Media mobile semplice (SMA)
NPPPPSMA ttNtNt
t++++
= −+−+− 121 ...
P = prezzo del titoloN = lunghezza della mediat = periodo di riferimento
138
Scelta del prezzo
• Prezzo di chiusura
• Media aritmetica tra prezzo di chiusura prezzo minimo e prezzo massimo
Scelta della lunghezza della media mobile
Breve periodo Lungo periodo
Elevata reattività ai movimenti dei prezzi
Maggiore probabilità di generare falsi segnali
Più adatta per fasi trendless
Minore reattività ai movimenti dei prezzi
Minore probabilità di generare falsi segnali
Più adatta per fasi con tendenza definita
139
Limite della SMA:
Attribuisce lo stesso peso a tutte le quotazioni
Media mobile ponderata
Media mobile esponenziale
Media mobile ponderata (WMA)
Assegna un peso maggiore alle quotazioni più recenti
È più sensibile rispetto alla SMA
( ) ( ) ( )
∑=
−−+−+− ++++= N
tt
NtNtNtNtt
PPPPWMA
1
112211 ...
α
αααα
α = ponderazione
140
Media mobile esponenziale (EMA)
( )WEMAWPEMA ttt −⋅+⋅= − 11
12+
=N
W
EMA t-1 = P1 se t = 2
Media mobile variabile (VMA)
Particolare configurazione dell’EMA il cui peso (W) varia in funzione della volatilitàdel mercato
Una misura della volatilità è data dal Chande momentum oscillator
141
Pt = prezzo al tempo tPt-1 = prezzo del giorno precedenteDPt = differenza positiva tra due prezzi
consecutiviDNt = differenza negativa tra due prezzi
consecutiviSDPt = somma delle differenze positiveSDNt = somma delle differenze negative M = numero di addendi per le somme ovvero
lunghezza del CMOCMOt = Chande momentum oscillator
se Pt > Pt-1 allora DPt = Pt – Pt-1
altrimenti DPt = 0;se Pt < P t-1 allora DNt = Pt-1 - Pt
altrimenti DNt = 0 ;SDPt = DPt-M+1 + DPt-M+2 +.....+ DPt-1 + DPt
SDNt = DNt-M+1 + DNt-M+2 +.....+ DNt-1 + DNt
[ ][ ] 100⋅
+−
=tt
ttt SDNSDP
SDNSDPCMO
142
( )
[ ] ( )[ ]{ }11
12100
−⋅⋅−+⋅⋅=
+=
=
ttttt
tt
VMAVIWVIWPVMA
NW
CMOVI
Media mobile ponderata con il volume (VWMA)
Assegna un peso maggiore ai prezzi registrati nei giorni in cui i volumi sono più elevati
∑
∑
=
=
⋅= N
tt
N
ttt
t
V
VPVWMA
1
1
V = volume
143
Le medie mobili nei trading Le medie mobili nei trading systemsystem
Trading system con una media mobile (single moving average system)
Se il prezzo taglia dal basso verso l’alto la media mobile
Inizio di un trend crescente
Se il prezzo taglia dall’alto verso il basso la media mobile
Inizio di un trend decrescente
144
Utilizzo di medie mobili brevi
Maggior numero di segnali
N.B. In questo trading system possono essere utilizzati tutti i tipi di media descritti
145
Trading system con due medie mobili (double moving average system)
Utilizzo congiunto di una media mobile breve e di una media mobile di lungo periodo
Ridurre la formazione di falsi segnali
Obiettivo
Un segnale di acquisto si ha quando:⇒ Il prezzo taglia dal basso verso l’alto
entrambe le medie mobili
⇒ La media mobile più veloce (a breve) taglia dal basso verso l’alto la più lenta
Un segnale di vendita si ha quando:⇒ Il prezzo taglia dall’alto verso il basso
entrambe le medie mobili
⇒ La media mobile più veloce (a breve) taglia dall’alto verso il basso la più lenta
146
Se il prezzo, la media mobile a breve e la media mobile a lungo sono posizionate rispettivamente dall’alto verso il basso
Posizione lunga
Se il prezzo, la media mobile a breve e la media mobile a lungo sono posizionate rispettivamente dal basso verso l’alto
Posizione corta o fuori dal mercato
147
Le Bollinger Bands
Obiettivo: ridurre i falsi segnali generati dalla eccessiva volatilità dei mercati
Calcolata come deviazione standard
Le bande disegnate intorno ad una media mobile sono calcolate aggiungendo alla media (banda superiore) o sottraendo
dalla media (banda inferiore) N deviazioni standard del prezzo
Parametri da definire:
• Lunghezza della media mobile
• Numero di deviazioni standard
148
Bollinger Bands system
Il prezzo incrocia dal basso verso l’alto la banda superiore
Il prezzo incrocia dall’alto verso il basso la banda inferiore
Segnale di acquisto
Segnale di vendita
149
MovingMoving AverageAverageConvergenceConvergence DivergenceDivergence ––MACD e MACD systemMACD e MACD system
Componenti
MACD Signal line
Differenza tra una EMA a 12 gg e una EMA a 26 gg
EMA del MACD a 9 gg
Considerato che il MACD è più veloce della sua signal line
Il MACD incrocia dal basso verso l’alto la signal line
Il MACD incrocia dall’alto verso il basso la signal line
Segnale di acquisto
Segnale di vendita
150
QQ--stick e Qstick e Q--stick systemstick system
Q-stick Media mobile delle differenze giornaliere tra prezzo di chiusura e prezzo di apertura
Considerando che:
Pc > Pa Bull market
Pc < Pa Bear market
Se il Q-stick diventa > 0 o superiore alla sua media mobile (signal line)
Se il Q-stick diventa < 0 o inferiore alla sua signalline
Segnale di acquisto
Segnale di vendita
151
MACD system
Q-stick system
152
Gli oscillatoriGli oscillatori
Strumenti per operare in fasi di mercato trendless
Obiettivi
⇒ Misurare la velocità di una serie di prezzo o di volume (momento)
⇒ Individuare zone di “iper-comprato” o “iper-venduto” e trarre indicazioni di acquisto o vendita
153
In generale:
• Se l’oscillatore taglia dal basso verso l’alto la sua linea mediana, c’è un segnale di acquisto; viceversa per la vendita;
• Gli oscillatori possono individuare segnali di inversione del trend
• Applicazione del principio della divergenza di Dow
I principali oscillatori
• Il Momentum
• Il Commodity Channel Index
• Il Relative Strength Index (RSI)
• Lo Stocastico
• Il Williams %R
154
Il Il MomentumMomentum
Misura la velocità (accelerazione o decelerazione) del movimento di mercato, confermando o meno la forza della tendenza in atto
nttt PPM −−=Pt = prezzo al tempo tn = lunghezza del momentumt = periodo di riferimento
•M > 0 con valori crescenti
•M > 0 con valori decrescenti
Rafforzamento di un uptrend
Indebolimento di un uptrend
155
•M < 0 con valori crescenti
•M < 0 con valori decrescenti
Rafforzamento del downtrend
Indebolimento del downtrend
Momentum espresso in percentuale
100⋅=−nt
tt P
PMFluttua intorno al valore 100
N.B. Il momentum non ha una banda di oscillazione definita verso il basso e verso l’alto
Utilizzo del momentum per generare segnali di compravendita
⇒Superamento della linea dello 0 (o del 100) dal basso verso l’alto = acquisto
⇒Superamento della linea dello 0 (o del 100) dall’alto verso il basso = vendita
156
Momentum system
157
Il Il CommodityCommodity ChannelChannel IndexIndex
In principio utilizzato solo per le materie prime
In genere assume valori compresi tra +100 e -100
Dati: t = periodoPt = prezzo di chiusura al tempoHt = prezzo massimo al tempo tLt = prezzo minimo al tempo tMt = typical price al tempo t
= media mobile semplice di N dati Mt
= media aritmetica semplice delle N differenze in valore assoluto tra Mt e N = lunghezza del commodity channel indexCCIt = commodity channel index al tempo t0,015 = parametro fissato
tMtDtM
158
3ttt
tLHPM ++
=
=++++
= −+−+−
NMMMM
M ttNtNtt
121 ...
NMMMMMMMM
D ttttNtNtNtNtt
−+−++−+−= −−+−+−+−+− 112211 ...
t
ttt D
MMCCI
⋅−
=015,0
I segnali di acquisto e vendita emergono quando l’oscillatore incrocia la linea dello zero
159
Il Relative Il Relative StrengthStrength IndexIndex --RSIRSI
Ideato per superare i limiti del Momentum:
• Eccessiva variabilità
• Mancanza di una banda di oscillazione definita
Indicando con:t = periodo di riferimentoPt = prezzo al tempo t∆Pt = variazione positiva tra due prezzi
consecutivi al tempo t∆Nt = variazione negativa tra due prezzi
consecutivi al tempo tM∆Pt = media delle variazioni positive al
tempo tM∆Nt = media delle variazioni negative al
tempo tRSIt = relative strength index al tempo t
160
se Pt > Pt-1 ∆Pt = Pt – Pt-1
altrimenti ∆Pt = 0
se Pt < Pt-1 ∆Nt = Pt – Pt-1
altrimenti ∆Nt = 0
Se M∆Pt è il primo termine della serie
NPPPPPM ttNtNt
t∆++∆+∆+∆
=∆ −+−+− ...121
Altrimenti
( )N
PNPMPM ttt
∆+−⋅∆=∆ − 11
161
Se M∆Nt è il primo termine della serie
NNNNNNM ttNtNt
t∆++∆+∆+∆
=∆ −+−+− ...121
Altrimenti
( )N
NNNMNM ttt
∆+−⋅∆=∆ − 11
t
tt NM
PMRS
∆∆
= ( )
+
−=t
t RSRSI
1100100
L’RSI è il rapporto tra la media delle variazioni positive di prezzo del periodo e la media delle variazioni negative di prezzo del periodo
162
L’RSI ha un campo di variazione compreso tra 0 e 100
RSI > 70 o 80
Zona di iper-comprato
RSI < 30 o 20
Zona di iper-venduto
RSI system
163
Alcune versioni modificate Alcune versioni modificate delldell’’RSIRSI
Intraday Momentum Index
Differenze rispetto all’RSI:
•Opera la differenza tra prezzo di chiusura e prezzo di apertura dello stesso giorno
•Utilizza medie semplici
164
Relative Momentum Index
Differenze rispetto all’RSI:
•Le differenze tra i prezzi di chiusura sono calcolate considerando il prezzo registrato N giorni prima
165
Lo StocasticoLo Stocastico
Ipotesi di partenza:
⇒Quando il mercato è bull il prezzo di chiusura è vicino al massimo
⇒Quando il mercato è bear il prezzo di chiusura è vicino al minimo
Le componenti:
%K %D Signal line
Relazione tra Pce price range
Media costruita sul %K
Media mobile del %D
Se %K ≅ 100 Pc ≅ prezzo massimo
Se %K ≅ 0 Pc ≅ prezzo minimo
166
Obiettivo
Cogliere il momento di inversione del trend
Se in un mercato bull il Pc tende ad avvicinarsi al minimo
Se in un mercato bear il Pc tende ad avvicinarsi al massimo
Possibile inizio di un trend ribassista
Possibile inizio di un trend rialzista
167
Determinazione algebrica dello Stocastico
Linea %K
100% ⋅=
−=−=
t
t
ttt
ttt
DENNUMK
LNHNDENLNPNUM
t = periodo di riferimentoPt = prezzo di chiusura al tempo tLNt = prezzo minimo più basso negli ultimi N
giorni (t compreso)HNt = prezzo massimo più elevato negli
ultimi N giorni (t compreso)NUMt = numeratore del %K al tempo tDENt = denominatore del %K al tempo tN = lunghezza del %K
168
Linea %D
t = periodo di riferimentoNUMt = numeratore del %K al tempo tDENt = denominatore del %K al tempo tM = lunghezza del %D
100......
%121
121 ⋅
++++++++
=−+−+−
−+−+−
ttMtMt
ttMtMtt DENDENDENDEN
NUMNUMNUMNUMD
Signal line
t = periodo di riferimentoP = lunghezza della signal line
PDDDDSL ttPtPt
t%%...%% 121 ++++
= −+−+−
169
Stochastic Trading system
Se %D taglia dal basso verso l’alto la sua media
Se %D taglia dall’alto verso il basso la sua media
Segnale di acquisto
Segnale di vendita
170
Il Williams %RIl Williams %R
Ipotesi di partenza:
⇒Quando il mercato è bull il prezzo di chiusura è vicino al massimo
⇒Quando il mercato è bear il prezzo di chiusura è vicino al minimo
-100 < %R < 0
Se %R ≅ 0 Pc ≅ prezzo massimo
Se %K ≅ -100 Pc ≅ prezzo minimo
171
( )100% −⋅
−−
=tt
ttt LNHN
PHNR
t = periodo di riferimentoPt = prezzo di chiusura al tempo tHNt = prezzo massimo più elevato negli
ultimi N giorni (t compreso)LNt = prezzo minimo più basso negli ultimi
N giorni (t compreso)
172
Confronto tra analisi tecnica Confronto tra analisi tecnica e analisi fondamentalee analisi fondamentale
analisi fondamentale
analisi tecnica
Confronto tra prezzo e valore
intrinseco
Analisi serie storiche di prezzi
e volumi
Obiettivo Battere il mercato
Maggiore superioritàconcettuale
… ma se il prezzo ingloba e sconta tutte le informazioni fondamentali … diventa inutile il calcolo del valore intrinseco
L’analisi tecnica contiene quella fondamentale
173
Il prezzo anticipa la diffusione delle informazioni fondamentali
Pericolo che il prezzo condizioni e si sostituisca alle informazioni fondamentali
Limiti dell’analisi fondamentale
⇒ Ritardo nella diffusione delle informazioni
⇒ Tempi stretti richiesti dalle valutazioni del mercato
⇒ Ingente mole di informazioni da elaborare
⇒ Problema dell’attendibilità delle informazioni
⇒ Conoscenze specifiche del mercato in esame
⇒ Costi eccessivi
174
Cosa succede in caso di errore di previsione?
Gli analisti tecnici considerano il mercato infallibile
Correggono subito gli errori (auto-correzione)
Gli analisti fondamentali hanno maggiori probabilitàdi perpetuare l’errore
Limiti dell’analisi tecnica
⇒ Teoria dell’autoalimentazione
⇒ Attendibilità delle serie storiche nella formulazione di previsioni
Analisi finanziaria ed efficienza
175
È possibile pensare ad un utilizzo congiunto delle due analisi?
Analisi fondamentale
Analisi tecnica
“Cosa” “Quando”
Non conviene
Mercato
altro titolo
Cosa – Analisi Fondamentale
Wait
Buy / Sell Cosa
Timing –Analisi Tecnica
Acquisto / Vendita
Buy / Sell Quando
E’ il momento
Non e’ il momento
Buy, Sell, Wait