+ All Categories
Home > Documents > GIORNALE DI AUGUSTA

GIORNALE DI AUGUSTA

Date post: 28-Mar-2016
Category:
Upload: giornale-di-augusta
View: 223 times
Download: 4 times
Share this document with a friend
Description:
N. 37 - GENNAIO 2009
28
1 Giornale di Augusta MARISICILIA RESTA È NATA UNA STELLA GRAVIDANZE A RISCHIO NEL NOSTRO TRIANGOLO INDUSTRIALE AUTORIT À PORTUALE IN PERICOLO
Transcript
Page 1: GIORNALE DI AUGUSTA

1

Gior

nale

di A

ugus

ta

MARISICILIA RESTA è nATA unA STELLA

GRAVIDAnZE A RISCHIO nEL nOSTRO TRIAnGOLO InDuSTRIALE

AuTORITà PORTuALE

In PERICOLO

Page 2: GIORNALE DI AUGUSTA

2

Gior

nale

di A

ugus

ta

3 EDITORIALE È nata una stella

4 PRIMO PIANO Autorità portuale a rischio

5 MARINA MILITARE Marisicilia resta

6 INDUSTRIA E CULTURA Esso:2008,annodifficile

7 AMBIENTE Mare al mercurio e profumo di cipolle marce

8 Maxcom: i vigili urbani devono controllare

9 SALUTE Ma la gente dov’era?

10 PROTEZIONE CIVILE Allagamenti, lavori a metà

11 POLITICA Rifondare la destra si deve

12 Il sindaco traghetterà nell’MPA?

13 STORIA I fatti di Avola, chi se li ricorda?

14 LIBRI La vita non muore

15 ARTE Caravaggio augustano in chiesa

16 SPETTACOLI Città della Notte è diventata il teatro di Augusta

18 CONCERTI Jubilate Gentes

19 TEATRO Alderuccio, lo sbaglio di essere vivo

20 CULTURA LadifficileRigenerazione di Italo Svevo

21 PROPOSITI Rada di Augusta, bonificadafare

22 LETTERA APERTA Gravidanzearischionel nostro triangolo industriale

23 INQUINAMENTO La Corte Europea dice sì il TAR Sicilia risponde ni

24 TOPONOMASTICA ViaVincenzoStrazzulla

25 SPORT La virtuosa Virtus di Josè Motta

26 RICONOSCIMENTI Lavia,filosofodelteatro

SOM

MA

RIO

Periodico di interesse cittadino e dintornin. 37 - Anno X

Direttore responsabile: Giorgio prof. CàsoleRedazione, fotocomposizione e stampa:

Stamperia d’arte “IL TORCHIO”Via Garibaldi, 16 - 96011 AUGUSTA (SR)

Tel. 0931.524010 - Fax 0931.010003Chiuso in tipografia il: 30 dicembre 2008I Pezzi non firmati si intendono del direttore

Segreteria di redazione Giulia Càsolee-mail: [email protected]

LEONARDI EDITORE

I numeri arretrati sono consultabili in internet all’indirizzo:

http://www.chd.it

Page 3: GIORNALE DI AUGUSTA

3

Gior

nale

di A

ugus

ta

Editoriale

Una stella sta emergendo. Siamo a Natale, ma non è la stella cometa. È un altro tipo di stella, una stella della lirica. È, manco a

dirlo, di Augusta, città che si sta affermando, per for-tuna, come terra di talenti, anche se ci perseguita la triste notorietà dei bambini malformati, dei malati di tumore, dell’inquinamento e della spazzatura. Ma questo dei rifiuti urbani per strada e a mucchi è oggi un male diffuso un po’ in tutt’Italia, specie nel meri-dione, non è vero? Da noi gettare le cose per terra è quasi uno sport. Qualche giorno fa, mentre, in auto, facevo la fila in Via Megara, intorno a mezzogiorno, da un’auto che mi precedeva qualcuno ha sporto il braccio per gettare il solito pacchetto di sigarette, come se non ci fosse posto all’interno della vettura: tanto - avrà pensato il tizio (che possiamo definire cafone) - la strada è di nessuno e qualcuno spazzerà. Non è cosi. La strada è di tutti, di tutti noi. Non è res nullius, come dicevano i latini, cioè di nessuno. Ognuno di noi ne è padrone, seppure in misura infinitesimale. Ad Augusta c’era l’abitudine, alcuni decenni fa, da parte delle buone donne di casa non solo di rendere lustro l’appartamento, anche quello povero, ma an-che il marciapiede antistante all’ingresso di casa. Certo, se ci fosse qualcuno che multasse le persone maleducate, come succede altrove, forse il fenome-no, a poco a poco, si estinguerebbe o si ridurrebbe. Sulla spazzatura, però, possono nascere i fiori.

Il fiore luminoso che oggi vorrei sottoporre alla vostra cortese attenzione è Sarah Marturana, una giovanissima componente della corale polifonica Iubilaeum, che pian pianino sta imponendosi all’at-tenzione del pubblico cittadino. L’8 dicembre, nella chiesa del S. Cuore, l’ho ascoltata eseguire pezzi fa-mosi, come l’Ave Maria di Gounod, interpretati in maniera potente e originale. Il 20 dicembre, nella chiesa di S. Francesco di Paola, l’ho vista concludere la serata con uno scoppiettante Happy days, che ha coinvolto pubblico e corale. Il 16 e il 17 agosto, con un altro talento augustano, il basso Melchiorre Fragalà, si è esibita, con la stessa corale e individualmente, a San Giovanni Rotondo, nella nuova enorme chiesa dedicata al santo di Pie-trelcina, padre Pio. La corale Iubilaeum (diretta da Luigi Trigilio e presieduta da Giovanni Intravaia), Marturana e Fragalà hanno reso onore alla loro città, Augusta. Qui rendiamo onore alla Iubilaeum, a Fra-galà e a Marturana. Quest’ultima, essendo ancora giovane, può in-traprendere la carriera del bel canto e brillare come una stella nel fir-mamento internaziona-le della lirica.

Giorgio Càsole

È NATA UNA STELLA

Page 4: GIORNALE DI AUGUSTA

4

Gior

nale

di A

ugus

ta

Autorità Portuale a rischio

Primo Piano

L’Autorità portuale sta per es-sere smantellata o drastica-mente ridotta. E sarebbe un

nuovo smacco per Augusta che sta provando la delusione di aver per-so il campo sportivo (erroneamente chiamato stadio), la piscina comuna-le, l’ultimo cinema rimasto e rischia di perdere addirittura l’ospedale ci-vico, dopo aver perso quello milita-re. Il porto di Augusta, è noto, non lo diciamo per campanilismo bece-ro, è uno dei maggiori porti d’Italia, eppure lorsignori, i signori della po-litica intendiamo, vogliono favorire Catania solo perché si tratta della se-conda città dell’Isola e perché nella

città etnea i politici contano più che in provincia di Siracusa. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta d’una scelta, per quanto dolorosa, che pun-ta al risparmio e all’ottimizzazione delle risorse e, dal momento che oc-corre compiere una scelta, riducendo le autorità portuali in Sicilia, la man-naia non può che cadere su Augusta, salvando Palermo e Catania. C’è, però, una differenza non lieve. Se l’Autorità portuale di Palermo deve essere salvata non è solo per ragioni di prestigio, che pure in questo caso, e solo in questo caso, avrebbero una qualche fondatezza, ma perché quel-lo di Palermo è un porto vero, un porto attivo, un porto frequentato, che deve avere un organismo ge-stionale come l’Autorità, ma quello di Catania? È uno specchio d’acqua che non regge il paragone con quello di Augusta, per ampiezza, profondi-tà, strutture e traffico. Augusta ha un porto petrolifero e di carichi gassosi fra i più importanti nel Mediterraneo e ha un porto militare di tale impor-tanza strategica che la Marina Mi-litare, proprio in vista del risparmio

e della ottimizzazione delle risorse, ha trovato opportuno e conveniente trasferire il comando di Marisicilia da Messina, capoluogo di provincia, città, sede universitaria, terza nella nostra regione, dopo Palermo e Ca-tania. Evidentemente i militari han-no maggiore oculatezza e più senso della cosa pubblica di lorsignori. Nessuno dei militari, a partire dal comandante di Marisicilia, che è un ammiraglio di divisione, ha avvertito il trasferimento del comando in Au-gusta come qualcosa di disonorevo-le, come una deminutio capitis. Ad Augusta c’era già una base con un grande arsenale. Presa la decisione, il resto è venuto da sé. Non è stato necessario ingrandire più di tanto. Sono stati presi alcuni accorgimenti logistici e decorativi, per suggerire immediatamente allo sguardo dei passanti che in quell’area non c’era più il Comar, il Comando Marina, il cui comandante, in passato, era ge-neralmente un capitano di vascello, ma un comando più importante e prestigioso, quello, appunto, di Ma-risicilia. L’insegnamento dei militari non viene, però, appreso dai civili, cioè da lorsignori, che vogliono pri-vilegiare Catania e non mantenere in Augusta ciò che già possiede, con-quistato dopo anni di battaglie: l’Au-torità portuale, attualmente commis-sariata e retta da militari, di cui uno è stato ammiraglio comandante del-la capitaneria di porto a Catania. In sede politica sembrava quasi decisa la nomina del nuovo presidente, un vecchio politico siracusano, ex de-mocristiano ora ultrasettantenne, che non ha alcuna competenza in mate-ria. Chi ha interessi nel porto e per il porto di Augusta ha sostenuto che potrebbe venire un presidente anche dall’estero purché faccia funzionare il porto commerciale e lo imponga a tutto il mondo come porto concor-renziale. Quindi, non dev’essere una questione di campanilismo e nemme-no l’Autorità deve trasformarsi in un carrozzone politico-clientelare per assumere personale. Recentemente s’è scatenata una bufera politico-me-diatica perché l’ammiraglio commis-sario ha espletato un concorso, di cui, però, solo gli iniziati conoscevano

l’esistenza e dal quale sono risultati vincitrici persone targate centro-de-stra, cioè dello stesso schieramento che nel 2003 aveva espresso il primo (e forse unico) presidente dell’Au-torità portuale. Se lorsignori valu-tassero più le ragioni vere dell’eco-nomia e non quelle, effimere, della politica, l’Autorità portuale di Augu-sta dovrebbe rimanere e, se è proprio necessario tagliare o ridimensionare, si tagli o si riduca quella di Catania. Ma, evidentemente, la nostra è solo un’illusione. Quello di Catania è un porticciolo e rimarrà per sempre tale e manterrà l’Autorità, con tutta la forza politico-amministrativa che un tale organismo può produrre. Augu-sta manterrà il suo grande e inegua-gliabile porto, ma sarà competitivo? E il personale assunto dal primo pre-sidente e dal commissario? Transite-rà a Catania o sarà licenziato?

Il Consiglio Provinciale di Siracusa, ri-unito nella seduta del 9-08-08, esami-nata la controversa vicenda dell’Au-

torità Portuale di Augusta,esprime rammarico per l’atteggiamen-to del presidente della Regione, che ha indicato una terna di nomi senza tenere conto delle professionalità esistenti sul territorio siracusano e senza prendere in considerazione la legge 84/94 che indi-ca le modalità per individuare chi potrà ricoprire l’importante incarico. Il dettato legislativo, infatti, prevede una terna for-mata da “esperti di massima e comprova-ta qualificazione professionale designata rispettivamente dalla Provincia, dai Co-muni e dalla Camera di Commercio la cui competenza territoriale coincide in tutto o in parte con la circoscrizione su cui agisce l’autorità portuale”. La terna indicata dalla Regione Siciliana, invece, è stata decisa senza alcuna concertazione con le comunità locali, soprattutto senza tenere conto del rapporto, forte e diret-to, che chi opera in una istituzione tanto importante deve avere con il territorio. L’Unione Europea già da tempo ha, pe-raltro, indicato il principio di prossimità come pilastro portante per l’amministra-

ORDInE DEL GIORnO VOTATO DA TuTTI COn L’ ESCLuSIOnE DEL GRuPPO MPA

Page 5: GIORNALE DI AUGUSTA

5

Gior

nale

di A

ugus

ta

Marina Militare

La città di Augusta resterà sede di Marisicilia. La conferma ci è stata data personalmen-

te dal comandante di Marisicilia, ammiraglio di divisione Andrea Toscano, alla conferenza-stampa di fine anno che si è tenuta a bordo del pattugliatore “Cigala Fulgosi”, presente, fra gli altri, il contrammi-raglio Roberto Camerini, coman-dante della flotta delle corvette di stanza ad Augusta. A dire il vero, l’ammiraglio Toscano ci aveva già rassicurato, seppure parzialmente, sul destino della sede di Marisicilia, in occasione d’un’intervista esclu-siva che pubblicammo sul n. 35 del Giornale di Augusta, uscito nello scorso agosto. In quell’occasione domandammo all’ammiraglio: - Le sedi degli alti comandi militari si trovano, di norma, nel capoluogo di regione. Potrebbe succedere que-sto anche per Marisicilia? Toscano rispose testualmente: “Questo è vero, anche perché nel capoluogo di regione c’è il centro del potere politico. Però, tutto sommato, per raggiungere Palermo, occorrono due ore e trenta minuti. Se la Ma-rina Militare ha deciso di trasferire la sede del comando di Marisici-lia da Messina ad Augusta e non a Palermo, è stato certo per ragioni oculate e opportune. Secondo me, i

pro e i contro si equivalgono. Ci si può riflettere”. Alla citata conferenza-stampa, l’ammiraglio ha escluso decisa-mente il trasferimento. La doman-da gliela avevamo posta perché la voce d’un possibile trasferimento circolava da tempo e con insistenza. Toscano ha precisato che, per ora, quando si reca a Palermo, accetta l’ospitalità della locale capitaneria di porto, ma è molto probabile che la M.M. acquisti un immobile da adibire a ufficio di rappresentanza di Marisicilia nel capoluogo regio-nale. A un’altra domanda che riguarda-va il futuro dell’arsenale augustano della Marina, l’ammiraglio Tosca-no ha risposto, con molta diploma-zia, tessendo le lodi dell’arsenale cittadino, rassicurando i presenti sull’esistenza dell’arsenale, ma non ha escluso che possa passare nelle mani di una società per azioni ed essere gestito privatisticamente. Durante il suo intervento, prima, cioè, che potessimo porgli le do-mande, l’ammiraglio aveva fatto chiaramente capire che anche la Marina, come tutti, deve puntare su economie di gestione e ha fatto balenare l’ipotesi che, anche qui ad Augusta, come altrove, la Marina possa dismettere immobili o pos-

MARISICILIA RESTA

Il nostro direttore intervista l’ammiraglio Toscano

zione locale, suggerendo l’opportunità di lasciare le decisioni strategiche alle istituzioni che sono più vicine al citta-dino. È un principio del quale, nel caso dell’Autorità Portuale di Augusta, non si è tenuto assolutamente conto, non prendendo in considerazione le istanze del territorio e presentando, appunto, una terna in cui, a eccezione di uno, non c’erano nominativi espressi dagli Enti locali interessati.Ribadisce l’esistenza, nella provincia di Siracusa, di professionalità che hanno i requisiti richiesti della legge. Si tratta, infatti, di nominativi indicati alla Regio-ne e di cui non si è tenuto fino ad ora alcun conto. Pur senza mettere in discus-sione il valore professionale della terna scelta dal presidente della Regionechiede al Ministro delle Infrastrutture di non tenere conto delle indicazioni finora fornite dalla Regione Siciliana, sceglien-do, invece, tra i nominativi siracusani, in possesso dei titoli e dell’esperienza richiesti dalla legge, già presentati dalla Provincia Regionale di Siracusa, dalla Camera di Commercio e dai Comune di Priolo Augusta e Melilli. P.A.

ORDInE DEL GIORnO VOTATO DA TuTTI COn L’ ESCLuSIOnE DEL GRuPPO MPA

Page 6: GIORNALE DI AUGUSTA

6

Gior

nale

di A

ugus

taMarina Militaresa condividerli con altre istituzio-ni pubbliche o private per ragioni di cassa. Alla nostra domanda su come si procederà in tal senso, se attraverso locazione o convenzio-ne, l’ammiraglio ha risposto che la materia è ancora in fase di studio. L’intervento del comandante di Marisicilia è stato preceduto da una breve relazione del capitano di fregata Pollino, capufficio stampa dell’ente, che ha illustrato, anche con l’aiuto di diapositive, l’im-portanza della M.M. riguardo alla protezione civile e ambientale, alla pulizia del mare e al controllo dei flussi immigratori. La M.M. ita-liana è la seconda forza armata in ordine cronologico, dopo l’eserci-to, prima dell’aviazione e dei cara-binieri. L’attuale M.M., nata il 17 marzo del l861, è l’erede della Marina del regno di A sin.: l’amm. Toscano

a ds.: il contrammiraglio Roberto Camerini

Si è svolta all’ Open Land l’annuale incontro tra i rappresentanti della Raffineria Esso di Au-gusta e i rappresentanti delle istituzioni civili,

militari e religiose di Siracusa, Augusta e Melilli. A far gli onori di casa, il direttore della Raffineria, Fabio Garagiola, ingegnere come i suoi prede-cessori, il quale ha tracciato un bilancio dell’anno che sta per concludersi, precisando che “il 2008 è stato un anno non facile e non è stato sconta-to far quadrare i conti; l’epoca d’oro della raffinazione sta per finire, se si pensa che in India è stata costruita una raffineria che vale le raffinerie siciliane messe insieme e che i costi di manutenzione in Augusta in cinque anni si sono raddoppiati”. Dopo aver ricordato gli “enormi investimenti” del-la EXXON, casa madre della Esso, per percorrere strade che non dipendono dal petrolio, anche se del petrolio non si potrà mai fare a meno per i prossi-mi vent’anni, Garagiola ha detto d’essere ottimista sul futuro della raffineria augustana, di cui ha messo in evidenza gli sforzi compiuti a ogni livello per at-

tuare sempre il principio “nessuno deve farsi male”, riconoscendo nel 2008 quattro incidenti lievi e uno meno lieve. Dopo l’intervento di Garagiola, Enrico

Iachello, docente universitario di storia a Catania, ha illustrato in modo molto dovizioso il vo-lume “Sicilia non solo mare”, a cura di Enzo Papa e con le foto-grafie di Luigi Nifosì, per i tipi di Lombardi Editori, casa editri-ce di fiducia della Esso. Il volume comprende una rac-colta di testi di venti scrittori siciliani, divisi in cinque aree geografiche della Sicilia cen-tro orientale, per “offrire l’altra

immagine dell’Isola, ovvero quella delle contrade dell’interno, descritte tramite suggestive immagini di scrittori del Novecento. Tali luoghi, pur essendo lon-tani dal mare, certamente rappresentano l’Isola nella sua storia più profonda, dai lineamenti e caratteristi-che propri dell’identità culturale e antropologica del popolo siciliano”. Impeccabile maestro di cerimonia è stato l’augustano Salvo Bella, responsabile delle relazioni esterne.

ESSO : 2008, AnnO DIFFICILE

Industria e Cultura

Sardegna e di quella del re-gno delle Due Sicilie. Polli-no, sorridendo e per captatio benevolentiae dei giornalisti presenti, ha detto che, pra-ticamente, la M.M. italiana è meridionale. Per fortuna, non era presente – almeno crediamo – nessun infiltrato della Lega Nord capeggia-ta da quell’Umberto Bossi che non ha mai lavorato in vita sua e che, stranamente, ha sposato in seconde noz-ze una siciliana originaria di Agrigento. Facezie a parte, la conferenza-stampa di fine anno, la prima, dacché il co-mando di Marisicilia è stato trasferito a Augusta, è stata unanimemente apprezzata.

Page 7: GIORNALE DI AUGUSTA

7

Gior

nale

di A

ugus

ta

Ambiente

Una passeggiata sul lungomare. I pa-lazzi di città. Le chiese. Federico II e il castello Svevo. La porta spa-

gnola. Il profumo della storia. Tra passato e futuro. Istantanee che dipingono una città che ha molto da offrire, che raccontano di una comunità di pescatori che deve molto al suo mare, che ha tratto ricchezza e benes-sere da esso e ora si ritrova progredita e in-quinata a fare i conti con la natura. Ai turisti regaliamo i più bei scorci ma ci riserviamo altri scenari mozzafiato: un plumbeo mare con qualche grammo di mercurio riversato e tanti bei pesci con quattro occhi, che tutto il mondo ci invidia (dove le trovi altre scempiaggini del genere?). Per non parlare della delicata fragran-za di cipolle marce che ci avvolge, che stuzzica le nostre narici al mattino e alla sera tardi (più delle brioche Mulino Bianco!), che copre il profumo quel-lo dei limoni e degli aranci, questa è la vera Sicilia, l’odore degli agrumi è decisamente passato di moda. Un’allegra cortina di fumi grigi fa da sfondo alle nostre giornate … al punto che non ce ne accorgia-mo neanche più. Se qualcuno, più pignolo, avesse qualcosa di cui lamentarsi, per non sconvolgere l’ar-monia sorvoliamo questa nota, cambiamo musica, mettiamo al bando la parola “inquinamento”. Ma è un fantasma che ci perseguita. Invano cerchiamo di ignorarlo. Enormi mostri incolore che sputano fiam-me e fuoco e purtroppo anche qualcos’altro. Come dimenticare quando si parlò di stato di allarme? “ L’alto numero di neonati affetti da serie anomalie si ritiene sia dovuto in tutto o in parte al forte tas-so d’inquinamento ambientale. È tempo di agire. Se solo non ci fossero interessi economici in gioco. Il progresso ha davvero reso l’uomo tanto insensibile alle tematiche ambientali? E ora sembra quasi che la natura si ribelli, che voglia presentarci il conto della nostra negligenza, noncu-ranza, si tratta di una lezione impartita da Madre Na-tura in persona. Ma il fine non giustifica i mezzi in questo caso: le povere vittime sono neonati, sono le nuove generazioni che scontano la pena. Dal 1980 ad Augusta cominciano le prime segnalazioni di nascita di bambini malformati: malformazioni car-diache e genitali, neoplasie, malattie infiammatorie allergiche e neurologiche. E nonostante tutto que-

sto ancora si prova a mettere la testa sotto la sabbia. Gas inquinanti, emissioni legate alla raffinazione di idrocarburi, reflui tossici, polveri di metalli pesanti come il nichel e il vanadio: nel triangolo petrolchi-mico si respira di tutto. Il tasso d’inquinamento presente ad Augusta, anno dopo anno, fa degradare sempre di più la nostra cit-tà. I politici se ne fregano e i giovani fuggono via. Tanti i morti di cancro, soprattutto uomini, nelle vi-cinanze del famigerato “triangolo della morte” Augusta – Priolo – Melilli: silenzio dei media, un silenzio colpevole, un silenzio di chi vuol dimenti-care non indagare e migliorare le cose. Si tratta di ri-catto occupazionale: in questa zona tutta l’economia è basata sul settore petrolchimico. La popolazione viene messa di fronte alla scelta “o questo o nien-te”. Ma l’alternativa non dovrebbe essere la chiusura del polo industriale, bensì controlli effettuati con la massima perizia dalle autorità competenti. È assurdo che il controllato sia allo stesso tempo controllore: e invece qui da noi accade così! I sistemi di rile-vamento delle particelle inquinanti nella zona sono affidati a Enel, alla Provincia e al Cipa (Consorzio Industriale per la Protezione Ambientale). A causa della carenza dei mezzi a disposizione delle prime due, le autorità si rivolgono spesso al Cipa, che fa capo alle aziende che inquinano il territorio. “Che verità può esserci se il controllore e il controllato sono la stessa persona?” E come se non bastasse, in una zona già tanto marto-riata, si parla oggi di inceneritore per ovviare all’in-crescioso problema dei rifiuti. Altri fumi tossici, tan-to ormai … Peggio di così … Segue a p. 8

Mare al mercurio e profumo di cipolle marce

Page 8: GIORNALE DI AUGUSTA

8

Gior

nale

di A

ugus

taAmbiente Nel 2004 la Regione Siciliana ha approvato il piano rifiuti regionale, che prevedeva l’installazione di un termovalorizzatore nei pressi di Augusta al fine di bruciare 500.000 tonnellate l’anno di rifiuti prove-nienti da quattro province: Enna, Ragusa, Siracusa e Catania. Gli inceneritori di ultima generazione, a temperature elevatissime, producono ceneri che sfuggono ai filtri e immettono nell’atmosfera fumi altamente inquinanti, polveri grossolane e polve-ri fini, metalli pesanti, policlorobifenili, benzene e diossine che si accumulano pericolosamente nell’or-ganismo e danno origine a numerose patologie. I cittadini hanno organizzato una manifestazione po-polare nel 2004, le associazioni ambientaliste hanno sollevato polveroni e poi … è svanito tutto nel nul-la! Siamo nella mani di nessuno. La qualità dell’aria

Si è tenuto alla provincia un vertice tra l’azien-da petrolifera Maxcom e rappresentanti poli-tici della provincia, del comune e dell’ Asl 8 -

Distretto di Augusta, per discutere ed eventualmente risolvere il problema segnalato da cittadini abitanti nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Augusta, i quali si sono più volte lamentati per la presenza di cattivi odori provenienti dai depositi costieri di pro-prietà dell’azienda petrolifera.Per il momento, si è deciso di tenere tre registri, uno al comune, uno alla Maxcom e uno alla provincia, dove verranno annotate le date in cui si verifiche-ranno tali “puzzolenti” episodi dovuti, stando alle dichiarazioni degli esperti in materia, alla natura-le decomposizione di talune proteine a contenuto di zolfo.Il registro del Comune sarà gestito dai vigili urbani ai quali possono rivolgersi i cittadini per le loro future segnalazioni. I tre registri saranno periodicamente com-parati e valutati dai competenti organi di controllo in attesa di impiantare nella stessa azienda un rivelatore che segna-lerebbe automaticamente la presenza di questa “orribile” puzza, simile a quella emanata dalle uova marce.Il progetto per l’ impianto di “preven-

zione e controllo delle emissioni diffuse” derivanti dall’attività del deposito Maxcom di Augusta era già stato presentato il 10 luglio scorso. L’impianto, già testato in altre aree industriali ha prodotto notevoli risultati: un naso elettronico molto sensibile farà at-tivare il processo di abbattimento dei cattivi odori già a livelli di soglia odorifera più bassi di quelli percepibili dall’uomo. L’ impianto di deodorizzazione verrà realizzato in un paio di mesi, a totale carico dell’azienda, una vol-ta ottenuta l’approvazione, si spera in tempi rapidi, da parte della provincia.

Giuseppe Tringali

MAXCOM I VIGILI uRBAnI DEVOnO

COnTROLLARE

e dell’acqua sono già seriamente compromesse e invece di pensare alla raccolta differenziata, di sen-sibilizzare la popolazione al rispetto dell’ambiente, si parla di marchingegni vari e la situazione può solo peggiorare. Ma l’importante è che ci sia lavoro per tutti. Il resto non conta. Il resto sarebbero tante po-vere creature innocenti che scontano pene per colpe mai commesse e qualche chilo di pesce inquinato, condito con del buon mercurio. Chiudiamo un occhio. Ormai chiudiamoli tutti e due. Lasciamo che gli eventi abbiano il loro corso. Ma in questa storia non ci sarà alcun lieto fine.

Rita Cristina Myriam Intravaia

Page 9: GIORNALE DI AUGUSTA

9

Gior

nale

di A

ugus

taProtesta per l’ospedale

Ma la gente dov’era?

Salute

Dov’era la gente di Augusta la mattina di sa-bato 29 novembre, in occasione della pro-testa cittadina per scongiurare la paventata

chiusura dell’ospedale civico “Muscatello”? Rispondiamo sùbito. La popolazione augustana era a casa, per i mercati rionali, nei centri commerciali, nei bar e nelle tabac-cherie per tentare la fortuna al gioco del lotto o del superenalotto. Qualcuno potrebbe obiettare: e tutti i giovani che erano in corteo prima e in Piazza Duomo poi? Appunto, erano i giovani studenti delle scuole di Au-gusta la cui attività didattica è stata sospesa, in virtù delle sollecitazioni del primo cittadino. Potremmo ripetere quello che abbiamo già detto quattro anni fa, in occasione della protesta, svoltasi secondo le modalità dello scorso 29 novembre, contro l’ipotesi del mega-inceneritore (come si diceva allora). Non c’è stata la mobilitazione generale. Anche al-lora era sabato. Anche quel sabato furono coinvolte le scuole, con la differenza che non ci fu la sospen-sione didattica ufficiale. Anche quel 13 marzo 2004 i cortei furono due: da Piazza Fontana e da Piazza Risorgimento. Dobbiamo, tuttavia, re-gistrare una significa-tiva differenza. Sabato scorso, quando i due cortei sono confluiti, come quattro anni fa, in Piazza Duomo, la folla non s’è sostanzialmen-te dispersa, come suc-cesse nel 2004. Questa volta, occorre precisar-lo, la presa di coscien-za degli studenti è stata maggiore. Se n’è parla-to a scuola, nelle classi, per un’intera settimana

e, comunque, la minaccia della chiusura possibile dell’ospedale fa paura a tutti, appare come qualcosa di concreto e non fumoso ed eventuale come può essere l’inquinamento prodotto dagl’inceneritori. In ogni caso, proprio la massiccia presenza di agenti inquinanti il già presente inceneritore portuale, le industrie territoriali, le fogne a cielo aperto, i gas di scarico dei veicoli-fa sì che i cittadini, soprattutto, i più giovani, si preoccupino e chiedano a gran voce che il Muscatello non chiuda. Però. Se non ci fossero stati proprio i giovani che hanno animato i due cortei e hanno urlato slogan e hanno applaudito gli oratori sul palco di Piazza Duomo, avremmo visto i soliti noti, oltre ai politici di professione, a quelli che si battono per passione, e oltre ai poliziotti, carabinieri, vigili urbani e cronisti con taccuini o con le telecamere. Nonostante i vistosi manifesti, che invitavano la popolazione, e gli avvisi trasmessi il giorno prima tramite altoparlante instal-lato in un’automobile, la gente di Augusta ha conti-nuato a farsi i fatti suoi, come se il problema seris-simo della chiusura dell’ospedale fosse affare da far

Studenti nel corteo del 29 novembre

Page 10: GIORNALE DI AUGUSTA

10

Gior

nale

di A

ugus

taSalute

sbrigare ad altri. Qualcuno, sul palco di Piazza Duomo, ha r i c o r d a t o la vera mo-bilitazione generale di quasi cin-quant’anni fa, quella del 28 dicembre 1960 (non 1958 come ha detto, sbagliando, il presidente del consiglio comunale, Amato). Quella del 28 dicembre rimane negli annali cittadini come una vera giornata epocale, di porta-ta storica, perché la città fu bloccata per un giorno intero-porto presidiato dai manifestanti, linea ferrata occupata con determinazione, tutta le attività pub-bliche, commerciali e artigianali sospese - a causa della decretata suddivisione amministrativa del por-to di Augusta, a favore di Priolo – allora Frazione di Siracusa. Il che avrebbe significato asservimento al

comune capoluogo e perdita di valore per il nostro porto, con conseguente impoverimento per la città. E allora fu presa una decisione di portata storica, ap-punto. Il vicesindaco Giovanni Saraceno, autentico capopopolo, indossò la fascia tricolore per guidare la mobilitazione (il sindaco Bordonaro era ufficial-mente ammalato). E tutta la cittadinanza fu con lui. Nei giorni scorsi abbiamo più volte ricordato quell’evento, attraverso interventi trasmessi via in-ternet. E qualcuno l’ha ricordato sabato 29 novem-bre. Qualcun altro ha aggiunto: “Ne parleremo la prossima volta”. Ma ci sarà una prossima volta?

ALLAGAMENTI, LAVORI A METÀperò, i lavori di ripristino non sono stati compiuti a regola d’arte. È stato, sì, ripristinata la circolazio-ne stradale sul Lungomare Rossini, ma il materiale di risulta è stato accantonato lungo i bordi della strada e non asportato. Non appena pioverà, questo materiale si riverserà facilmente sulla carreggiata e tutto tornerà come prima. Siamo alle solite.

Protezione civile

Tempo di mareggiate e allagamenti, soprat-tutto in arterie importanti come quelle del lungomare Rossini, dove non sono mai sta-

te messe in azione pompe sotterranee o al livel-lo della strada per evitare l’allagamento per ore e ore, tanto che vengono chiamati spesso i pompieri per risucchiare l’acqua in eccesso con l’idrovora in loro dotazione, com’è successo la mattina del 12 dicembre, dopo il mal tempo del giorno prima. Nella stessa mattinata sono intervenuti anche gli addetti della prote-zione civile del Comune e ufficiali della capita-neria di porto di Augu-sta, a causa del pessimo stato dei luoghi dopo la mareggiata e la pioggia torrenziale. Purtroppo,

Page 11: GIORNALE DI AUGUSTA

11

Gior

nale

di A

ugus

taForestiere & C.

RIFONDARE LA DESTRA SI DEVE

Politica

Puccio Forestiere e i suoi sono stati di parola. Il 14 novembre scorso, durante la conferenza-stampa convocata per annunciare l’intenzione

di rifondare la destra politica in Augusta e dintorni, avevano anticipato un forum cittadino a dicembre e una manifestazione provinciale in gennaio, Il forum di dicembre è avvenuto nei locali di un bar del cen-tro storico, dove, ancora una volta, l’ex deputato na-zionale Forestiere ha chiamato a raccolta tutti coloro che, per vari motivi, sono scontenti soprattutto del

partito di Gianfranco Fini, quell’Alleanza Nazionale che è l’erede del vecchio Movimento Sociale e che sta per fondersi con il partito di Berlusconi, Forza Italia, e costituire un unico partito, il Popolo della Libertà, com’è già successo in sede parlamentare, dove i due partiti costituiscono un unico gruppo già denominato PdL. Anche Forestiere e i suoi deside-rano confluire in questo partito, che dovrebbe essere ufficialmente fondato nella prossima primavera. Fo-restiere e i suoi non vogliono entrare individualmen-te e alla spicciolata, ma tutti insieme, come gruppo compatto e con spirito critico. Da qui la necessità, intanto, di contarsi all’interno, di fare chiarezza e di organizzare una comune piattaforma. Al forum, cui è stata data , in un primo tempo, la veste di conferen-za-stampa, erano presenti Francesco Papale, in rap-presentanza di Alleanza Siciliana, capeggiata dallo Musumeci, transfuga anch’egli, come Forestiere, dall’A.N., Enzo Inzolia, generale dei Carabinieri in

pensione (e in questo status tornato definitivamente nel suo paese natale), Angelo Pasqua, ex consigliere comunale, che ha abbandonato la sezione locale di AN, perché era diventata –secondo le sue accuse- una specie di ufficio di collocamento per sistemare i figli dei maggiorenti, e, infine, Stefano d’Augusta che dirige i giovani augustani di destra più attivi, facenti parte del circolo Ezra Pound, costola giova-nile del movimento La Destra, fondato da Forestiere a livello regionale, dopo aver abbandonato AN, per

contrasti insanabili con la dirigenza pro-vinciale, dopo una lunga e dolorosa bat-taglia interna. Al citato forum, Forestiere per primo ha preso la parola per ricorda-re innanzi tutto i tempi d’oro della destra politica non solo in città, ma nell’intera provincia: si riferiva al 1994, quando lo stesso Forestiere fu eletto deputato alla Camera, in rappresentanza del collegio di Augusta-Lentini, l’anno in cui Silvio Berlusconi salì al potere per la prima volta e in cui, per la prima volta, in Via Malta, sede storica dell’Amministrazione Provinciale, in Sicilia chiamata Provin-cia regionale, sedeva un presidente dell’ ex MSI – fatto inaudito e impensabile, se non ci fosse stato l’accordo con Ber-

lusconi. Candidata alla sindacatura di Augusta era una giovane destrorsa, figlia della buona borghesia cittadina, facente capo alla famiglia Noè dei cantie-ri navali, che fu una tenace e pericolosa avversaria del sindaco in carica, Pippo Gulino, che fu riconfer-mato. La Noè, anni dopo, traghettò in un altro par-tito dell’area di centro-destra e fu premiata perché nominata assessore regionale nel quinquennio della prima Giunta diretta da quel Totò Cuffaro che, prima delle politiche dello scorso aprile, si è dimesso da presidente della Regione Siciliana, perché condan-nato per problemi di mafia (è stato eletto senatore nell’UDC, il partito, capeggiato da Pierferdinando Casini, che dovrebbe essere considerato erede del-la Democrazia Cristiana). Forestiere ha dipinto un quadro desolante della destra locale e provinciale, mettendo sotto accusa una struttura verticistica, ge-stita – ha sottolineato – in modo privatistico-famili-stico da studi notarili. L’allusione era trasparente, il

Page 12: GIORNALE DI AUGUSTA

12

Gior

nale

di A

ugus

taPoliticariferimento era alla conduzione cesaristica del no-taio Bellucci, marito di Stefania Prestigiacomo, mi-nistra per l’ambiente nel governo presieduto ancora dal cavalier Berlusconi, di cui Bellucci è proconsole a Siracusa sin dal 1994. Forestiere ha anche mes-so in evidenza le condizioni di desolazione in cui versa Augusta, amministrata in questo momento da una coalizione di centro-sinistra. Sulle posizioni di Forestiere si sono sostanzialmente allineati gli altri, ciascuno distinguendosi per le proprie peculiarità. Papale ha detto energicamente: “Noi siamo fedeli alla parola data e vogliamo essere la vera opposi-zione al Palazzo”. Inzolia ha precisato che bisogna partire con l’idea di rappresentare la coscienza cri-

tica all’interno del PdL. Abbiamo ricordato sopra la bruciante accusa di Angelo Pasqua contro la sezione augustana di AN. Pasqua ha rivendicato a sé l’as-soluto disinteresse nel fare politica, perché non ha bisogno della politica per lavorare, e ha proclamato d’essere fiero d’aver allevato una forte squadra di giovani che militano a destra. Stefano D’Augusta ha posto l’accento sul fatto che un vero progetto politi-co deve partire dal basso. L’appuntamento a gennaio per la manifestazione provinciale che dovrebbe co-stituire la premessa per chiedere l’ingresso nel PdL con tutti gli onori.

Il sindaco di Augusta, Massimo Carrubba, ab-bandonerà il partito di riferimento, il Partito Democratico per confluire nel Movimento

per l’autonomia, fondato e capeggiato dall’attua-le presidente della Regione Siciliana, Lombardo? Pare di sì. Potrebbe essere il regalo dell’Epifania per Augusta? E sarebbe davvero un regalo per la città o per sé stesso? Per ora non è possibile dare risposta a questi interrogativi. Una scelta di campo di tal genere da parte di Carrubba, che è attualmente sorretto da una forte maggioranza di segno opposto, porterebbe allo scombussolamen-to il quadro politico cittadino e potrebbe portare all’azzeramento dell’amministrazione comunale. Non si compiono certo passi così senza le debite e soppesate valutazioni. Carrubba, che non svolge altro lavoro che quello di politico, ha davanti a sé altri quattro anni e mezzo di navigazione come capo della giunta. Si sente dire, però, ma la sua potreb-be essere una navigazione non del tutto tranquilla, visto che Carubba sarebbe costretto a navigare se-guendo le strettoie indicate dal PD. In ogni caso, se andasse tranquillamente in porto nel 2013, potrebbe oggi mettere le basi per un trasferimento nell’MpA, dove già si è trasferito l’ex deputato Rino Piscitello. Piscitello è stato nominato, proprio di recente, pro-console di Lombardo in provincia di Siracusa per frenare tentativi troppo autonomistici dei locali diri-genti del Movimento. In una dichiarazione pubblica di qualche giorno fa, Piscitello, facendo riferimento proprio al suo “fraterno amico” Massimo Carrubba, ha detto che non dispera di fargli fare il salto nella

sponda dove si trova lui. Una frase del genere, det-tata da un politico ormai navigato qual è Piscitello, non può essere buttata lì a caso. Se non altro, ha il si-gnificato dell’avvertimento agli alleati di Carrubba. E potrebbe essere stato lo stesso sindaco a ispirarla a Piscitello, considerata la fraterna amicizia, Car-rubba, in sostanza, seccato dalla pressioni dei suoi compagni di navigazione, potrebbe ammonirli per interposta persona: state attenti che cambio rotta e mi dirigo verso l’MpA, con tutte le conseguenze di far naufragio e di affondare tutti insieme. Un altro segnale l’ha dato, domenica sera 21 dicembre nel-la chiesa di S. Francesco di Paolo, il vicepresidente della Provincia, Enzo Reale, che, dopo il concerto della corale parrocchiale, ha ringraziato il sindaco, da lui pure definito “fraterno amico”. Sarà un caso anche questo?

Il Sindaco traghetterà nell’ MPA?

Page 13: GIORNALE DI AUGUSTA

13

Gior

nale

di A

ugus

taPagò le conseguenze l’ex commissario di Augusta Politi

I fatti di Avola, chi se li ricorda?Una rievocazione spettacolare con Carlo Muratori

Storia

Quarant’anni fa erano in vigore le cosiddet-te gabbie salariali, misure protezionistiche che, però, causavano ingiuste discrepanze

fra i lavoratori di uno stesso settore. Nella provincia di Siracusa, per esem-pio, i braccianti di Avola e dintorni percepivano 300 lire meno di altri braccianti che svolge-vano lo stesso lavoro in altre campagne. Poiché gli agrari, cioè i proprie-tari delle terre, di Avola e dintorni, ivi compresa la marchesa di Cassibile, non volevano colmare la differenza, i braccianti esasperati decisero, il 24 novembre del ’68, di bloccare la statale 115, nella speranza che si po-tesse trovare l’accordo, grazie all’intervento del prefetto aretuseo. Ma gli agrari facevano orecchi da mercante, pur di non cedere sulle 300 lire che , però, gli stessi davano ad altri braccianti in altre aree della stessa provincia. Il blocco statale resistette fino alle 14 del 2 dicembre. A quell’ora di quel giorno fatale il sangue dei lavoratori bagnò l’asfalto. Colpiti dai proiettili dei poliziotti, morirono Angelo Sigona e Giuseppe Scibilia e furono feriti altri quarantotto braccianti, di cui cinque gravemente. La spiegazio-ne ufficiale della polizia fu la seguente. Un reparto celere, fatto venire apposta da Catania, aveva lancia-to petardi lacrimogeni per vincere la resistenza dei braccianti, i quali reagirono lanciando sassi verso i poliziotti, mentre il fumo causato dai lacrimogeni, a causa del vento contrario investiva gli stessi po-liziotti. Per tutta risposta, i celerini, imbracciate le armi, spararono contro la folla dei braccianti pallot-tole vere, non a salve – come avevano pensato in un primo momento i lavoratori. Alla fine della spara-toria, furono raccolti tre chili di bossoli. L’unico a pagare per i morti di Avola fu l’allora questore di Siracusa, Politi, immediatamente rimosso dal mini-

stero dell’Interno, Restivo, mentre il prefetto fu ad-dirittura promosso. Eppure aveva maggiori respon-sabilità di Politi. Politi, che era stato commissario ad Augusta, non aveva dato l’ordine di sparare ed è

morto con quest’onta del suo nome. Dopo i morti e i feriti, gli agrari si affrettarono a firmare l’accordo per concedere le sospirate trecento lire. Stava per con-cludersi il 1968, l’anno delle rivolte studentesche, l’anno in cui si rivendicò “la fantasia al potere”, l’anno delle grandi speranze giovanili, delle illusio-ni di un mondo più giusto. A parte la destituzione del questore Politi, non ci fu altro provvedimento. Nessuno ha pagato per i morti e per i feriti di Avola, morti e feriti per appena trecento lire. La giustizia ufficiale di questo Paese non ha ritenuto di persegui-re nessuno. Nemmeno la grande stampa, la stampa del nord, per intenderci, ha memoria di questi che da noi sono ricordati come “I fatti di Avola”. Abbia-mo cercato invano un riscontro nelle pubblicazioni che, a iosa quasi, sono usciti negli anni scorsi per ricordare il Novecento o gli anni della cosiddetta Prima Repubblica italiana. Anche la stampa isolana, eccezion fatta per il quotidiano catanese La Sicilia, non ha dedicato grande spazio al quarantesimo an-niversario di quei fatti di cui le giovani generazioni sanno pochissimo o nulla. Per quest’ultima ragione,

Page 14: GIORNALE DI AUGUSTA

14

Gior

nale

di A

ugus

taStoriameriterebbe d’essere visto dal maggior numero di studenti della nostra provincia, lo spettacolo inti-tolato proprio “I fatti di Avola”, cucito con consu-mata abilità dal catanese Filippo Arriva, anche sulla scorta di una pubblicazione dell’avolese Sebastiano Burgaretta, diretto con rigore dal messinese Walter Manfrè ( uno dei primissimi allievi dello Stabile di Catania) e interpretato con maestria dal siracusano Carlo Muratori, noto più come sensibile esecutore di canzoni siciliane, affiancato da Stefania Bongiovan-ni e da Doriana Li Fauci, che hanno dato voce alla cronaca e fatto vibrare lo spirito dolente dei lavora-tori. Muratori, padrone della scena dall’inizio alla fine, è stato accompagnato da Maria Teresa Arturia alla fisarmonica, da Marco Carnemolla alla chitarra e, soprattutto, Francesco Bazzano alle percussioni, anch’essi sempre sulla scena. Lo spettacolo è stato dato sotto l’egida della Provincia regionale, rappre-sentata dal presidente, l’avolese Nicola Bono, nel bellissimo cine-teatro Odeon di Avola, aperto a tut-ti. All’ingresso non c’era la ressa che ci saremmo aspettati. Sono trascorsi quarantacinque minuti per-ché la platea si riempisse lentamente. Forse la gente

di Avola non ha ancora “metabolizzato” quei morti e quei feriti. Comunque, i giovani erano assenti. Sa-rebbe stato più opportuno un maggiore e più capil-lare coinvolgimento. Per esempio, visto che sulla scena si è fatto uso di un televisore per far vedere immagini dell’epoca, sarebbe stato interessante, cer-tamente più toccante, trasmettere immagini di reper-torio proprio dei Fatti di Avola e anche far sentire qualche testimonianza di sopravvissuti o attraverso lo schermo o, addirittura, sul palco.

È diventato una pubblicazione a stampa il co-pione teatrale che Giorgio Càsole, giorna-lista e docente liceale,

ha ricavato dal celeberrimo libro d i Oriana Fallaci Let-tera a un bambino mai nato per essere rappresentato da-gli allievi di un laboratorio teatrale diretto dallo stesso Càsole. Correva l’anno sco-lastico 2006/2007 e la rappre-sentazione riscosse un grande successo non solo in Augu-sta, dove furono date cinque repliche, ma anche nel presti-gioso teatro di Noto e a Cam-pofranco di Caltanissetta, in occasione di stagioni teatrali organizzate da alcuni istituti scolastici di Noto e della cittadina nissena. Era co-munque una novità assoluta, perché fino ad allora nessuno aveva ancora pensato di ridurre e adattare

per il teatro il libro della Fallaci. Infatti, la stam-pa locale diede grande risonanza all’evento,che ha

anticipato quanto farà lo Stabile catanese con la grande attrice Ida Carrara, vedova del com-pianto Turi Ferro. Nel cartello-ne del 2009, lo Stabile ha pre-visto proprio una riduzione del libro della grande giornalista fiorentina con la Carrara come protagonista. Intanto l’idea e il copione di Giorgio Càsole si sono materializzati in un libro, con copertina a colori e foto e ritagli-stampa, dal titolo La vita non muore. Sarebbe anche inte-ressata stabilire un confronto fra La vita non muore di Càsole e il copione dello Stabile etneo.

L. S.

Libri

LA VITA nOn MuORE

Page 15: GIORNALE DI AUGUSTA

15

Gior

nale

di A

ugus

taAl “Cristo Re” un altro dipinto di Francesco Di Maura

CARAVAGGIO AUGUSTANO IN CHIESA

Arte

Francesco Di Maura ha fatto dono di un altro dipinto alla chiesa del Cristo Re e alla comu-nità tutta di Augusta.

Dopo il “San Francesco in meditazione”, l’opera del Caravaggio, visibilmente esposta tra la moderna na-vata della chiesa e l’altare, raffigurante il modello del santo fondatore dell’Ordine degli stessi frati che hanno accettato benevolmente di ricevere la pregiata opera, come segno di una divina benedizione, questa è la volta della “Cena di Emmaus”, la raffigurazione più esemplare della testimonianza sulla resurrezione di Cristo, interpretato sempre dal Caravaggio in un contesto storico che, purtoppo, rispecchia il suo ter-ribile stato d’animo, all’epoca turbato violentemente dall’episodio che vide una sua condanna a morte per l’uccisione del Tommasoni.Nell’ opera, in parte vivacizzata e personalizzata dall’ artista Di Maura quasi a voler sdrammatizzare o mascherare quel turbamento nascosto, è ancor più

evidenziato il senso dell’armonia e dei colori. La scena, ancora una volta, viene vivacemente illu-minata dalla minima fiammella di luce per dare vita a qualcosa di reale, di fantastico e, allo stesso tempo, di misterioso.Attraverso la poesia della pittura, l’autore ha voluto imprimere fortemente la realtà nuova della vita “ri-trovata” dopo la morte, ovvero la resurrezione.Arte e vita mescolati così bene fino al punto di fondersi in una poesia che trova il suo spazio e la sua nuova dimensione; una straordinaria capacità espressiva, quella dell’artista Di Maura, più volte ri-conosciuta e premiata in importanti rappresentazio-ni, tra le quali si ricorda il “Premio Palazzo Ducale”, a Genova.Come nel “San Francesco in meditazione”, anch’es-so donato alla comunità di Augusta, quest’altro di-pinto su tela riproduce fedelmente e con realistica evidenza l’atmosfera meditativa assunta con il tema “Cena di Emmaus”, ricordando il momento esat-to, cioè l’attimo in cui il Cristo viene riconosciuto dai suoi discepoli distratti quando benedice il pane spezzato. È la scena esatta, il momento dello stupore che fà superare ogni dubbio, come quello supera-to da noi augustani quando, nell’ammirare questo spettacolare dipinto, abbiamo superato ogni minimo dubbio sul talento del giovane artista Di Maura, per-ché come una fiammella di luce può inscenare così meravigliosamente l’immenso sfondo nero del di-pinto, così anche un minuscolo astro può illuminare il firmamento artistico.

Giuseppe TringaliDi Maura fra padre Amedeo (a sin.) e padre Paolo (a ds)

Page 16: GIORNALE DI AUGUSTA

16

Gior

nale

di A

ugus

ta

CITTà DELLA nOTTE è DIVEnTATA IL TEATRO DI AuGuSTA

Spettacoli

E quattro. È andato in porto con pie-no godimento del pubblico il quar-to spettacolo dell’intensa stagione

teatrale – ben dieci gli appuntamenti in cartellone – che Marco Pupin, direttore artistico di Città della notte, ha varato per il 2008/ 2009. Anche il quarto titolo, Un giardino di aranci fatti in casa, ha confer-mato che l’intento perseguito è quello di un teatro leggero, di puro intrattenimento, dove non c’è spazio non solo per l’impe-gno civile, ma nemmeno per riflessioni o dubbi. Cosa si può chiedere del resto a un teatro che non ha finanziamenti pubblici e che deve vivere grazie agli introiti deri-vati da biglietti e pubblicità? Non si può nemmeno chiedere che ospiti produzio-ni d’avanguardia o innovative. Tutto deve procedere secondo binari collaudati per avere il massimo gradi-mento da parte di spettatori paganti che richiedono il minimo impegno mentale possibile, al fine di trascorre un paio d’ore di piena e gioiosa spensieratezza. Così è stato il 13 e il 14 dicembre scorsi, nella capiente, mo-dernissima e accogliente sala “Cannata” di Città della notte, con la commedia in due atti di Neil Simon, Un giardino fatto di aranci in casa, messo in scena dal-la compagnia di Gianfranco D’Angelo, primo storico conduttore, con Ezio Greggio, di “Striscia la notizia”, e di Ivana Monti, compagna di D’Angelo nella vita. Neil Simon è uno dei più prolifici drammaturghi viventi. Da alcune sue celebri commedie sono state tratti film che hanno riscosso altrettanto successo. Basterebbe ricordare La strana coppia, con gli irresistibili Wal-ter Matthau e Jack Lemmon, A piedi nudi nel par-co, Appartamento al Plaza. Neil Simon è stato definito come il cantore della classe media americana con le sue manie e con la frenesia di accumulare ricchezze, con tutte le frustrazioni che ne derivano. I personaggi di Neil Simon, soprattutto maschi nei quali si identifica, si rivelano spesso timidi, insicuri e, spesso, vittime del matriarcato de facto che vige negli USA. Simon trat-ta la materia con estrema levità, per satireggiare sen-za acrimonia i luoghi comuni del suo tempo e del suo mondo, soprattutto del mondo che conosce molto bene, quello del teatro e del cinema, del primo come autore e regista, del secondo come sceneggiatore. Il lavoro rap-presentato a Città della notte ha come protagonista pro-pro uno sceneggiatore, che ha abbandonato New York (luogo di nascita e di residenza dello stesso Simon), dopo aver divorziato dalla moglie, incapace di ridere

alle sue battute di spirito, per trasferirsi nella mecca del cinema, Hollywood. Qui divide saltuariamente il suo appartamento con una cinquantenne truccatrice cine-matografica , che guadagna molto più di lui, e con un vicino di casa, che gravita anch’egli nel mondo della celluloide, solo e con un disperato bisogno d’affetto (probabilmente è segretamente innamorato del prota-gonista). L’azione scenica ha inizio quando, una mat-tina, piomba in casa, inattesa, la figlia venticinquenne dello sceneggiatore, desiderosa, almeno apparentemen-te, di entrare anch’ella nell’olimpo dorato dei divi dello schermo. All’inizio Michael, lo sceneggiatore, sembra irritato dalla presenza di questa ragazza che non vede-va da ben tredici anni, anche perché la presenza di lei turba il ritmo quotidiano di un’esistenza contrassegnata dall’inaridimento della vena creativa e dalla frequenta-zione degli ippodromi per scommettere sulle corse dei cavalli. Con il passare del tempo, però, Michael sente sempre più forte il legame con questa figlia ritrovata e prova i trasalimenti, i dubbi, le paure di un comune genitore di fronte ai rientri a notte fonda e alle doman-de imbarazzanti della figlia. La commedia si conclude rapidamente, senza colpi di scena o altri effetti teatrali, con semplicità. La figlia decide di ritornare a casa dalla madre, abbandonando ogni velleità cinematografica, appagata dal ritrovato affetto del padre. Nei panni del-la figlia una strepitosa Simona D’Angelo, il cui padre nella vita come sulla scena è Gianfranco D’Angelo, apparso un po’ appesantito, non solo nel fisico; Ivana Monti è stata l’affettuosa compagna e Mario Scaletta l’invadente, equivoco e esilarante vicino di Michael. La bella e, a tratti, pericolosa (per D’Angelo) scenografia è stata realizzata da Alessandro Chiti. La regìa è stata affidata Patrik (sic) Rossi Gastaldi.

Page 17: GIORNALE DI AUGUSTA

17

Gior

nale

di A

ugus

ta

CITTà DELLA nOTTE è DIVEnTATA IL TEATRO DI AuGuSTA

Spettacoli

“Faccio il musicista e non l’imprenditore. Que-sto è l’ultimo concerto che tengo ad Augusta.” Sono state queste le parole “ufficiali” pronun-

ciate dal tenore augustano Marcello Giordani, da-vanti al foltissimo pubblico che riempiva la grande sala “Cannata” di Città della notte, in occasione del “concerto di Natale” tenuto il 27 dicembre dallo stesso Giordani (nome d’arte di Marcello Guagliar-do), tenore che ha acquisito ormai un posto stabi-le nello star system della lirica, dai vincitori di un “master class”, ideato e diretto dallo stesso Giorda-ni e da alcuni talenti locali, quali la soprano Maria Arghiracopulos e il baritono Giovanni Guagliardo (nipote di Marcello Giordani Guagliardo). Ad accompagnare gli artisti la Filarmonica “Vin-cenzo Bellini” di Catania, diretta dal messinese Nino Manuli, che si è autonomamente esibita con il celeberrimo pezzo verdiano “Va’ pensiero”, ese-guito dal coro della stessa filarmonica, come prelu-dio all’esibizione dei cantanti, e con l’Intermezzo della Cavalleria rusticana di Mascagni, interpretato alla conclusione della serata, seguito subito dopo dall’esecuzione della celebre aria verdiana “Libia-mo nei lieti calici”. Il pubblico s’era alzato e stava già sciamando verso l’uscita, quando è stato chie-sto a Giordani di interpretare un pezzo memorabile, reso famoso e popolare dal grande Pavarotti: l’aria “Nessun dorma” dalla “Turandot” di Puccini, che è diventato non solo un banco di prova per tutti i

GIORDAnI, uLTIMO COnCERTOPER AuGuSTA

tenori, ma anche un brano che si presta a chiudere in bellezza e alla grande uno spettacolo del genere, una miscellanea, cioè, di pezzi famosi e popolari di opere liriche e della tradizione all’antica napoleta-na. Lo spettacolo è stato molto gradito dal pubblico. Rimane un mistero, almeno per ora, la frase pronun-ciata da Giordani, anche perché il concerto è stato organizzato dal locale sodalizio d’ispirazione ame-ricana Kiwanis club, il cui presidente, Michele Pur-gino, ha fatto gli onori di casa e, durante l’in-tervallo, ha presentato le attività del club. Già in precedenza il Kiwa-nis aveva organizzato concerti con Giorda-ni. Questa è la prima volta che si è chiesto ospitalità a Città del-la notte, riconosciuta ormai come il vero, grande teatro che Au-gusta non ha.

Diletta Càsole

In alto: Marcello Giordani accompagnato dalla Filarmonica BellinianaSopra: Il presidente del Kiwanis, Purgino

Page 18: GIORNALE DI AUGUSTA

18

Gior

nale

di A

ugus

ta

InIZIATIVA DEL ROTARYConcerti

Si è tenuto domenica 14 dicembre nella chie-sa di Cristo Re il Concerto “NATALE NEL MONDO – Omaggio alla Pace e alla Città”

organizzato dal Rotary Club di Augusta e che ha visto esibirsi il Coro Jubilate Gentes, costituito da 36 elementi, diretto dal M° Giovanna Rizza, con l’accompagnamento strumentale dei maestri Fran-cesco Drago al pianoforte e Michela Trovato alle percussioni. L’iniziativa del Rotary Club è divenuta ormai un tradizionale momento di intrattenimento culturale del periodo natalizio, essendo giunta alla dodicesima edizione. Il Coro Jubilate Gentes ha saputo coinvolgere gli spettatori con un repertorio di musiche di aree geografiche diverse (della tradi-zione anglosassone, spagnola, tedesca, africana) di

epoche diverse (tra i quali una pregevole Ave Maria del ‘500) di generi diversi (anche brani della tradi-zione gospel). Nel presentare la serata, il presidente Roberto Passanisi ha sottolineato come, attraverso i brani scelti, il Rotary ha inteso offrire alla citta-dinanza spunti di riflessione sui contenuti di spiri-tualità che accomunano i diversi popoli della Terra, nell’auspicio della loro integrazione e della pace, da raggiungersi anche attraverso la comunanza espres-sa dalla musica. Momenti di dolcezza ed emozione si sono vissuti con l’esibizione della sezione Voci Bianche, altri 20 giovanissimi elementi che hanno integrato la formazione base, contribuendo alla riu-scita della serata.

Sebastiano Ponzio

JuBILATE GEnTES

Page 19: GIORNALE DI AUGUSTA

19

Gior

nale

di A

ugus

taPoetica prestazione dell’attore augustano

Alderuccio in Lo sbaglio di essere vivo

Teatro

Spettacolo fluido e senza sfi-lacciature quello andato in scena giovedì 20 novembre

al teatro Brancati di Via Sabotino 4, a Catania, dove è stato replicato nei giorni successivi.La pièce rappresentata, Lo sbaglio di essere vivo, di Aldo De Bene-detti, acclamato autore di teatro e di sceneggiature cinematografiche durante il regime fascista, all’epo-ca dei “telefoni bianchi”, viene definita, nel programma di sala, “commedia amara e grottesca di vaga ispirazione pirandelliana. Il protagonista, infatti, porta il nome che Mattia Pascal assumerà come seconda identità: Adriano”. Come si ricorderà, Mattia Pascal è l’ “eroe” eponimo del celeberri-mo romanzo di Luigi Pirandello, che apprende d’essere considera-to morto e approfitta della situa-zione per rifarsi una nuova vita, sfuggendo alla gabbia oppressiva della precedente, e assume una nuova identità, quella di Adriano Meis. Vorrebbe risposarsi, ma non ha documenti che attestino la sua nuova identità. Finge il suicidio di Adriano per ritornare al suo paese, come Mattia Pascal. Il suo posto in seno alla famiglia, però, è stato preso da un altro. A lui non resta che andare ogni tanto al cimitero dove c’è la sua tomba, con la sua foto, e a chi gli chiede spiegazio-ni risponde: “Io sono il fu Mattia Pascal”.

Il testo debenedettiano può essere letto come allegoria della condi-zione esistenziale dell’autore che, essendo di etnia ebrea, a un cer-to punto, a causa delle famigera-te leggi razziali del 1938, per un lungo periodo di tempo, dovette “morire” agli occhi del regime, occultandosi dietro falsi nomi o scrivendo addirittura per con-to d’altri. De Benedetti, com’era nelle sue corde, trattò la materia con levità e provocando, seppure amaro, il riso. La regìa di Romano Bernardi, sto-rico regista del teatro stabile cata-nese e pioniere di “Antenna Sici-lia” ha tenuto d’occhio, oltre che Pirandello, il grande autore di po-chade francesi, Georges Feydeau e il teatro dialettale siciliano. Ber-nardi s’è giovato delle sue figlie e dei suoi ex allievi, primo fra tutti Filippo Brazzaventre, per cucire uno spettacolo piacevole, il cui unico scopo era quello prefisso

dal commediografo latino Plauto: risum movère. Brazzaventre ha dominato la scena dall’inizio alla fine, avendo come brillantissima partner Debora Bernardi, nella parte di Maria, la falsa vedova di Adriano. Lino De Motta è stato il simpatico corteggiatore di Ma-ria. Gianni Alderuccio ha carat-terizzato poeticamente la figura del guardiano del cimitero. Maria Rita Sgarlato è stata l’esilarante portinaia Assunta. Nadia Trovato, Veronica Bernardi, Dario Coc-ciante, hanno saputo dare il giusto apporto per rappresentare il per-sonaggio dell’amica Paola, della cameriera Rosina e del medico. Gradevoli le canzoni d’epoca. Il pubblico ha gradito moltissi-mo.

Page 20: GIORNALE DI AUGUSTA

20

Gior

nale

di A

ugus

ta

Superba interpretazione di Gianrico Tedeschi

La difficile Rigenerazione di Italo Svevo

Cultura

Non è stata una prima da grandi occasioni quella svoltasi, qualche sera fa,

al cine-teatro Ambasciatori di Ca-tania, nell’àmbito della stagione teatrale organizzata dallo Stabi-le etneo. Eppure si trattava della prima di un grande spettacolo, diretto da quel fine regista che è Antonio Calenda, con un interpre-te davvero straordinario non solo per la sua bravura, ma per la sua sessantennale carriera alle spalle, quel Gianrico Tedeschi, che è ri-masto il grande vecchio del teatro italiano, dopo la scomparsa di Er-nesto Calindri (che i più anziani ricorderanno per essere stato per anni, all’epoca di Carosello della RAI in bianco e nero, il testimo-ne pubblicitario d’una bevanda a base di succo di carciofo). A novant’anni suonati, Calindri calcava ancora il palcoscenico, non solo recitando, ma, addirittu-ra muovendo passi di danza, Non è da meno Gianrico Tedeschi, fa-moso un tempo anch’egli per le sue numerose apparizioni in vari sceneggiati televisivi, e che, con ottantotto primavere sulle spalle, trionfa – è davvero il caso di dir-lo – sulle scene dei maggiori teatri italiani, recitando da protagonista, e da par suo, praticamente dal-la prima scena all’ultima, senza mai mostrare cenni di cedimento, nella più significativa e nella più riuscita commedia del repertorio di Italo Svevo, autore ormai con-sacrato in tutti i manuali di storia della letteratura italiana come uno dei più rappresentativi scrittori della prima metà del Novecento.

Ricordiamo i suoi più famosi ro-manzi: Coscienza di Zeno e Seni-lità. Il nome di Italo Svevo, quello di Gianrico Tedeschi e la scia di successo che la rappresentazione aveva dietro di sé, per essere stata collaudata già dallo scorso febbra-io, non ha richiamato il pubblico delle serate memorabili. Anche se la commedia di per sé non è certo memorabile, valeva la pena andare a teatro solo per assistere alla formidabile prestazione di Gianrico Tedeschi, attorniato da uno stuolo di bravissimi profes-sionisti, tra cui spiccava Valeria Ciangottini, impostasi come attri-ce cinematografica di fulgida bel-lezza alcuni decenni fa, che nella commedia sveviana interpreta il ruolo della moglie del vecchio protagonista. Quest’ultimo, Gio-vanni Chierici, vive male la sua condizione senile e, per uscire dalla sua pri-gione psicologica e fisi-ca, decide di sottoporsi a un’operazione rige-neratrice di ringiova-nimento, anche perché “in quest’epoca non è permesso di essere vec-chi”. Da questo punto di vista, possiamo dire che Svevo fu profeti-co, perché si rese conto delle grandissime pos-sibilità della chirurgia, prevedendo quelle che sarebbero state le appli-cazioni nella seconda metà del XX secolo per restituire, soprattutto alle donne, una bellez-

za svanita grazie alla chirurgia plastica. Naturalmente, si tratta solo di illusioni. Il tempo non pas-sa invano. E, soprattutto, il tempo è un gran consigliere. Consigliere di saggezza. Alla fine, dopo aver provato brividi, appunto illusori, di giovinezza, Chierici si rende conto che l’amore per la moglie, che ha saputo capirlo e aspettarlo, non è soggetto all’usura del tempo e sfida la morte, come s’intuisce dalla suggestiva scena finale in cui il protagonista, rimasto sulla scena solo con la moglie, brandi-sce la falce della morte, facendola oscillare lievemente nella penom-bra della sera, che coincide con il tramonto dell’esistenza. Alla fine, gli applausi scrosciano fragorosi, calorosi e insistenti.

Page 21: GIORNALE DI AUGUSTA

21

Gior

nale

di A

ugus

ta

Propositi

Qualcosa si muove per far uscire dalle secche i progetti di bonifica della

rada di Augusta e dell’intero «sito Priolo». E l’inizio di questo mo-vimento viene da un vertice, con-vocato e presieduto a Roma dal ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Obiettivo dichia-rato: «Un accordo di programma pubblico, del tipo di quella già sottoscritto per i siti inquinati di Brindisi, per definire un’ intesa che metta fine a un contenzioso decennale e avviare le attività di bonifica della rada di Augusta e, più in generale, delle aree com-prese nel sito di interesse nazio-nale di Priolo». Nella sede del ministero la Pre-stigiacomo ha riunito i rappre-sentanti della Regione (presiden-za, assessorati all’Ambiente ed all’Industria, Commissariato per le bonifiche) il prefetto Maria Fiorella Scandura, l’autorità por-tuale di Augusta, i rappresentanti delle aziende del polo petrolchi-mico siracusano. Ha partecipato all’incontro il direttore generale del ministero per la Qualità della vita, Gianfranco Mascazzini.Il ministro ha sottolineato «l’esi-genza di chiudere una fase in cui si è registrata una contrapposizio-

ne netta fra impostazioni diver-se». Questa contrapposizione, ha ricordato, «ha portato a battaglie legali dagli esiti incerti, che tutta-via, di fatto, hanno bloccato ogni iniziativa; e ha impedito le bonifi-che e paralizzato anche progetti di sviluppo e reindustrializzazione dell’area».L’appello del ministro è stato rac-colto e condiviso dai presenti, come riferisce una nota diffusa subito dopo l’incontro. Ed è stato concordato un ulteriore incontro “per passare alla fase propositiva, cioè alla individuazione e discus-sione delle concrete proposte di intervento sulle quali poi conver-gere; proposte che possano diven-tare parte integrante dell’accordo di programma”.“Ho registrato” – ha dichiarato Stefania Prestigiacomo al termine dell’incontro – “un clima positivo e una nuova disponibilità al rag-giungimento di una intesa che è, a questo punto, l’unica via possibile per uscire da un’impasse che pe-nalizza tanto il territorio quanto le aziende”. E ha aggiunto: “Segui-rò con attenzione i prossimi passi per far sì che si possa giungere in tempi ragionevoli all’accordo di programma. Quello di oggi è stato comunque un buon inizio”.

Due condizioni si pongono ora alla concerta realizzabilità di questi progetti. Che già esistono, in ogni dettaglio. La prima: che la vicenda venga autenticamen-te «monitorata» e fatta muove-re coi piedi per terra; che quindi queste riunioni si susseguano con frequenza e servano, ogni volta, a muovere un passo avanti. Fino al conseguimento dell’obiettivo. E alla realizzazione sul territorio degli interventi in progetto. Il che finora non è avvenuto. Si sono succedute riunioni su riunioni. A Priolo, Augusta, Palermo, Roma. Ma non si è finora concluso alcun-ché. Anzi, sono anche pendenti ri-corsi al Tribunale amministrativo regionale di Catania e appelli al Consiglio di giustizia amministra-tiva di Palermo.La seconda condizione è che i fondi, già stanziati per la realizza-zione di questi progetti, non pren-dano vie. Ci sono due precedenti che inducono a questa prudenza: il piano di risanamento ambienta-le e l’accordo di programma per la riqualificazione e reindustria-lizzazione del polo petrolchimico di Siracusa. Per il piano di risa-namento ambientale erano stati stanziati, nel 1995, dal governo nazionale, mille miliardi di lire, per le aree di Siracusa e Gela. Fu affidata alla Regione una prima tranche di 140 milioni. Ne furono spese poche decine nel Siracusa-no, niente a Gela. E tutto si è fer-mato lì. L’accordo di programma è stato firmato a palazzo Chigi nel ’95. Ma non se n’è fatto ancora nulla.Ora invece qualcosa sembra muo-versi.

Salvatore Maiorca

RADA DI AuGuSTA, BOnIFICA DA FARE

Page 22: GIORNALE DI AUGUSTA

22

Gior

nale

di A

ugus

taLettera aperta

Onorevole Ministro, come preannunciato a mezzo stampa il 5 luglio 2008, abbiamo iniziato uno studio sulla presenza di me-talli pesanti in un gruppo di donne in età fertile residenti nel trian-golo industriale Augusta-Priolo-Melilli.La prima fase di detto studio è terminata; la metodica adottata, ICP-MS (Inductively Coupled Plasma-Mass Spectrometry), ci ha permesso di dosare nei cam-pioni di capelli tutti i metalli e gli oligoelementi essenziali presenti. Essendo ora in possesso dei ri-sultati e, considerati i riscontri, ci sentiamo in dovere di dare una prima informazione.Come nello studio del dott. Ansel-mo Madeddu (Asl 8), abbiamo ri-scontrato una presenza elevata di mercurio, oltre a valori in eccesso di altri metalli pesanti (Al, Pb, Sr, Sb, Zr, Ag e Cr) e squilibrio di diversi oligo-elementi essenziali (Cu, P, Mg, Zn e Fe). Questi ulti-mi, per effetto sinergico, sono re-sponsabili dell’aumento dei danni arrecati dal mercurio e dagli altri metalli pesanti sull’organismo umano.

In atto è iniziata la fase due del-lo studio: a tutti i soggetti sotto-posti ad analisi è stata fornita una terapia chelante personalizzata (fornita da esperti del settore) e, dopo tre mesi dalla sua adozione, saranno ripetuti gli esami per ac-certarne i miglioramenti.In ciò fiduciosi in quanto, dalle informazioni scientifiche dell’AI-SETOV (Associazione Italiana per lo Studio degli Elementi Trac-cia negli Organismi Viventi), del-la FESTEM (Federation of Euro-pean Societies on Trace Elements and Minerals) e della Metal Test, si evince come, a seguito delle te-rapie personalizzate proposte, si avrebbe una riduzione progressi-va della quantità dei metalli pre-senti, fino alla loro scomparsa e, con essa, la cessazione dei sin-tomi specifici e aspecifici causati dall’intossicazione dei metalli in causa.Lo scopo finale è quello di elimi-nare la presenza di questi metalli pesanti, e in special modo il mer-curio, in modo che, per esempio, le donne possano programmare tranquillamente e responsabil-mente una gravidanza, riducendo al minimo la possibilità di mal-formazioni neonatali e di inter-

ruzioni terapeutiche di gravidan-za, come dimostrato dallo studio del Madeddu che individua, nel triangolo industriale siracusano, il tasso più elevato di interruzio-ni di gravidanza (di cui un terzo per difetti del sistema nervoso centrale riferibili al mercurio) con valori quadrupli di interruzioni rispetto al riferimento nazionale. Lo stesso dicasi per i lavoratori delle industrie che, se sottoposti a periodici controlli ed alle relati-ve terapie, dopo 30 anni di lavoro potrebbero sperare di non morire solo di tumore, ma possibilmente anche di vecchiaia.Signor Ministro, apprezziamo il Suo sostegno alla bonifica del porto di Augusta, ma altrettanto importante sarebbe la bonifica dei cittadini.Questi primi risultati ci inducono ad alcune considerazioni che spe-riamo vengano accolte:- Proporre questo tipo di con-trollo a carico del servizio sanita-rio nazionale, almeno per le zone a rischio, come da proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati il 04.06.2007 dall’On. Fallica;- Ammodernare gli impianti indu-striali;

InTERPELLAnZA ALLA MInISTRA PRESTIGIACOMO

GRAVIDAnZE A RISCHIO nEL nOSTRO TRIAnGOLO InDuSTRIALE

Page 23: GIORNALE DI AUGUSTA

23

Gior

nale

di A

ugus

ta

Inquinamento- Bonificare non solo il porto, ma anche i siti contaminati adiacen-ti alle industrie, considerato che l’aumento e la tipologia delle malattie tumorali nel nostro terri-torio indicano chiaramente come la matrice ambientale, e di conse-guenza la catena alimentare, risul-ti compromessa;-Adeguare gli scarichi in atmo-sfera con “controlli in continuo” in quanto è importante conoscere quanto si scarica annualmente e non nelle poche ore di controllo, spesso effettuato trimestralmente e previo preavviso;-Controlli periodici dei dipenden-ti, a carico delle industrie, per pre-venire le patologie croniche dege-nerative e tumorali collegabili alla persistente presenza dei suddetti metalli pesanti nell’organismo.Alla luce di quanto esposto de-sidereremmo conoscere da Ella, Signor Ministro, se ritenga anco-ra opportuna l’attuale program-mazione per la nostra zona (po-tenziamento inceneritore Gespi, inceneritore per RSU, trasfor-mazione probabile dell’Enel Ti-feo con combustibile a carbone, Piattaforma polifunzionale Oiko-then), programmazione che se at-tuata aggraverebbe ancora di più la situazione appena esposta.Grati per l’attenzione che Ella vorrà prestare e dichiarandoci disponibili ad ogni forma di informazione e collaborazione, in attesa di riscontro, La salutiamo.

Giacinto Franco Luigi Solarino

Decontaminazione Sicilia

A Lussemburgo, la Corte di Giustizia Europea aveva imposto alle imprese che

hanno avvelenato la flora, la fau-na marina, le popolazioni umane che ci abitano e i nati deformi o quelli privati del dono di vedere la luce del sole, la bonifica del tratto di mare compreso tra Au-gusta e Catania, in quanto espo-sto per troppo tempo ad azioni di inquinamento. Le società e le imprese investite direttamente dalla decretazione hanno intra-preso azioni difensive rivolgen-dosi al Tar di Sicilia per chie-dere ulteriori chiarimenti circa il criterio di individuazione delle responsabilità adottato dalla Corte di giustizia europea, dato che non si sono mai esercitate nel passato misure preventive o individuali di responsabilità nei

loro confronti.Il Tar di Sicilia, in considerazio-ne della gravità dell’argomento e della difficoltà di pronunciar-si, perché non si escluderebbero contrasti con le vigenti normati-ve nazionali in materia di risar-cimento o riparazione di danni ambientali, ha chiesto ulteriori chiarimenti alla Corte di Giu-stizia Europea del Lussemburgo che aveva inizialmente disposto il provvedimento.Sarebbe come dire “pacco rispe-dito al mittente” ?Saremo ancora noi cittadini, alla fine di questa triste vicenda, a pagare i danni, colpevoli di aver tacitamente acconsentito ogni forma di avvelenamento in que-sti ultimi cinquant’ anni?

Giuseppe Tringali

In alto: rada di AugustaA lato: giudici della Corte europea in seduta

BOnIFICA RADA DI AuGuSTA

LA CORTE EuROPEA DICE SÌ IL TAR SICILIA RISPOnDE nI

Page 24: GIORNALE DI AUGUSTA

24

Gior

nale

di A

ugus

taToponomastica

In seguito all’espansione dell’abitato di Augusta verso la zona Paradiso negli anni 50 e 60 del ‘900, si stabilì con la deliberazione di giunta n°290 del

27 marzo 1972, su suggerimento della Commissio-ne di Storia Patria, d’intitolare una via a Vincenzo Strazzulla sacerdote, grecista, latinista e archeologo augustano. Strazzulla nacque ad Augusta il 25 luglio 1870. Dato il notevole interesse del giovane agli stu-di frequentò il seminario arcivescovile di Siracusa e poi l’Università di Catania. Qui si fece apprezzare per le doti di grecista e latinista dai professori, tra cui figuravano l’archeologo Paolo Orsi e il docente di storia antica Vincenzo Casagrandi, conseguendo brillantemente la laurea in Lettere nel 1895. Il 22 dicembre dell’anno precedente era stato ordinato sa-cerdote. Sia durante che dopo gli studi universitari Strazzulla ebbe modo di dar prova della sua note-vole preparazione nel campo degli studi classici, ri-cevendo riconoscimenti da parte di critici e letterati del tempo. Tra gli estimatori il professore Alfonso Tropea il quale scrisse che lo Strazzulla “aveva non solo una vasta conoscenza di tutto il materiale sto-riografico greco e romano, ma dimostrava sicurezza nel modo di giudicarne e usarne”. Lo stesso Paolo Orsi si servì spesso di lui, quando bisognava leggere e tradurre le epigrafi. Giunse a tradurne e a commen-tarne, nell’arco della sua breve esistenza, diverse centinaia. Nel 1893 pubblicò a Catania una mono-grafia su Massimiano etrusco elegiografo, poeta ro-mano vissuto al tempo di Boezio, del quale tradusse sei elegie. Nell’anno stesso del conseguimento della laurea pubblicò a Siracusa il libro dal titolo Studio critico sulle iscrizioni cristiane di Siracusa. In que-sto studio egli commenta le epigrafi cristiane greche e latine di Siracusa, esaminandone, la grammatica, i neologismi, gli idiotismi, la pronuncia e lo stile. Si tratta di un lavoro minuzioso che comporta solida e specifica preparazione scientifica, tutte doti caratte-ristiche dello Strazzulla. Nel 1896 scrisse il panegi-rico I simboli della Redenzione: Il Vangelo, la Cro-ce, l’Eucarestia; Studi di Epigrafia Siciliana e infine Dei recenti scavi eseguiti nei cimiteri cristiani della Sicilia, con studi e raffronti archeologici. Quest’ulti-mo scritto espone l’esame dei risultati degli scavi in varie località della Sicilia tra cui Siracusa, Catania, Selinunte e nella catacomba della valle del Muli-nello presso Augusta. Lo scritto Di alcuni elementi pagani nelle Catacombe e nella Epigrafia cristiana aveva come oggetto principale le iscrizioni pagane. Inoltre Strazzulla tradusse I Persiani di Eschilo e il Nomos di Timoteo, commentandoli. Scrisse anche di personaggi storici e di episodi della storia anti-

ca tra cui Mitridate VI, gli Sciti e il regno bosforano fino al 62 d.C, La Sicilia e Mes-sana, Reggio, Locri nelle due spedizioni ateniesi, Sulle fonti epigrafiche della pri-ma guerra punica in Sicilia, in relazione alle fonti stroriografi-che, Sul mito di Per-seo nelle più antiche relazioni tra la Grecia e l’Oriente classico. Alla fine dell’Otto-cento si dedicò alla storia di Augusta, con particolare interesse ai siti di importanza archeolo-gica del suo territorio. A riguardo scrisse Storia e archeologia di Trotilo, Xiphonia ed altri siti presso Augusta di Sicilia. Strazzulla era un conoscitore del-la letteratura, dei testi, delle lingue greca e romana ma non era un archeologo, così che spesso gli ac-cadde di commettere errori nella datazione dei ru-deri che ebbe occasione di rinvenire. Come nel caso del ritrovamento di alcuni ruderi nella zona del Tro-tilon, che gli fecero credere di aver rinvenuto una città fondata dal condottiero dei Megaresi Lamis, oppure quando Strazzulla si dedicò all’esplorazio-ne di siti nella stessa Augusta e al Monte Tauro, per dimostrare l’esistenza dell’antica città di Xiphonia sulla penisola e di Tauromenio sul monte. Notizie che egli trasse erroneamente dagli scritti di Tucidi-de, Strabone e Diodoro Siculo e da alcuni scrittori moderni e contemporanei. In tutte queste occasioni fu smentito dallo stesso Paolo Orsi il quale, dopo aver esaminato i rinvenimenti, disse che si trattava di “resti di poverissime costruzioni dei bassi tem-pi romani e dei bizantini” e non di città. Nel 1897 Strazzulla iniziò a insegnare greco e latino dapprima nel liceo di Catanzaro e successivamente in quelli di Castroreale, Cefalù e Taranto. Infine gli fu assegna-ta la cattedra di letteratura greca e latina nel liceo Maurolico di Messina. Nel 1905 conseguì la libera docenza in Storia antica. Vincenzo Strazzulla morì i1 28 dicembre 1908, a Messina, vittima del terre-moto di cui è ricorso lo scorso dicembre il centena-rio. In quel triste evento andò perduto il manoscritto del manuale di cultura greca che si preparava di dare alle stampe.

Giuseppe Solarino

un nome, una storia

VIA VInCEnZO STRAZZuLLA

Page 25: GIORNALE DI AUGUSTA

25

Gior

nale

di A

ugus

ta

Sport

Si è concluso il girone di an-data del campionato di se-rie D siciliano, categoria in

cui milita la Virtus Basket Augu-sta. La stagione vede la formazio-ne, schierata dal coach Josè Mot-ta, guidare a punteggio pieno la classifica. La squadra augustana è sempre riuscita ad aggiudicarsi la vittoria anche contro le squadre più ostiche come la “Polisportiva Salusport Priolo”, sconfitta ai li-beri nel corso della settima gior-nata e la “Ecoprint Diana Comi-so” battuta di misura, più con il cuore che con la tattica, dopo una partita svoltasi punto a punto nella nona giornata. Obiettivo di questa stagione: promozione in C2. Tra-guardo sfiorato nel 2007/2008, che, tuttavia, ha visto la promo-zione alla categoria superiore della formazione del Mascalucia. Secondo la classifica, la “A.S.D. Grottacalda” e la “S.S. Studente-sca Gela” sembrano essere le di-rette avversarie (Gela riporta nel proprio tabellino solamente una sconfitta proprio con la forma-zione del Grottacalda, che è stata fermata a Ragusa e in casa della “Ecoprint Diana Comiso”). Squa-dre che i virtussini incontreranno nelle ultime due giornate del gi-rone di andata. Fin ora la Virtus ha dimostrato che la linea di meta

non è poi così lontana, giocando come una vera squadra in un per-fetto mix tra giovani di talento e giocatori d’esperienza, che sono stati parte della formazione vir-tussina nella stagione 2003/2004, stagione della promozione in C1. La Virtus Basket rappresenta, e ha sempre rappresentato, una re-altà cestistica ad Augusta, man-tenendo la squadra a buon livello nonostante le numerose difficoltà derivate dalla deficienza di im-

pianti sportivi sul territorio. Defi-cienza che induce prima squadra, settore giovanile (composto da oltre 120 ragazzini) e allenatore a continui spostamenti tra il cam-petto all’aperto del Sacro Cuore e la palestra dell’Istituto Industria-le. Il Centro Sportivo di Brucoli, invece, ospita partite e saltuari al-lenamenti della prima squadra.

Marta Taurino

LA VIRTuOSA VIRTuS DI JOSè MOTTA

Page 26: GIORNALE DI AUGUSTA

26

Gior

nale

di A

ugus

ta

LAVIA, FILOSOFO DEL TEATRO

Riconoscimenti

Nonostante la sede presti-giosa, la sala Verga del Teatro Stabile di Catania,

nonostante l’ingresso libero, no-nostante la serata clemente, non c’è stata grande partecipazione di pubblico all’edizione 2008 del premio Domenico Danzuso, con-ferito a personaggi del mondo dello spettacolo di Catania e no. Il premio, intitolato al non dimen-ticato critico teatrale del quotidia-no La Sicilia, è stato organizzato congiuntamente dal sodalizio et-neo Lions Host, dall’Associazio-ne Amici della Musica Lirica e dallo stesso Teatro Stabile. Tutti e tre gli enti erano rappresentati dai loro presidenti che, strana-mente, sedevano come giurati sul proscenio, trasformandosi di volta in volta in protagonisti o comprimari dell’evento scenico che, ovviamente, aveva luogo nel momento in cui veniva chiamato l’ospite premiato di turno. Poi tornavano a essere una presenza

fisica ingombrante che distraeva il pubblico durante l’esibizione dell’artista premiato. Uno di que-sti cosiddetti giurati, pur essendo un frequentatore di teatri, essendo conoscitore di musica lirica, non s’è reso conto che voltava le spal-le al pubblico mentre intervistava la soprano premiata, la Dall’Olio, di forte presenza scenica e con grandi doti vocali e interpretative. Sarebbe stato sufficiente lascia-re un memorandum alla garbata presentatrice, anziché esautorarla come il corpulento “giurato” ha fatto. Gli altri “giurati” o esperti sono stati più discreti nell’affian-care la conduttrice che, a volte, però, veniva ridotta al rango di valletta. In ogni caso, sarebbe sta-to meglio se, anziché imporre la loro presenza per tutto il tempo sul palco, si fossero accomodati in prima fila, come ha fatto il cri-tico teatrale Andrea Bisicchia che, al momento opportuno, quando è

stata la volta del premiato di ri-chiamo, il regista Gabriele Lavia (ex compagno di Monica Guer-ritore), è salito sul palcoscenico per offrire un profilo del regista premiato. Lavia, anziché recitare un pezzo collaudato di teatro, si è esibito, con bella voce impostata, in un duetto, che sembrava im-provvisato, con il direttore dello Stabile, Di Pasquale. A un certo punto il dialogo si è tra-sformato in un monologo di vago sapore pirandelliano sul senso del teatro. Prima della lettura della motivazione per il conferimento del premio, è stato invitato a sali-re sul palco il direttore del quoti-diano La Sicilia, Mario Ciancio, il quale, sorridendo, ha detto che la prossima volta occorre premiare Lavia come filosofo del teatro. Un premiato di casa nostra è sta-to il simpaticissimo Mimmo Mi-gnemi, ex allievo dello stesso Stabile, apparso più volte nei film della serie del commissario Mon-talbano. Per far apprezzare anche le corde di attore drammatico, Mignemi, che è stato calorosa-mente applaudito, ha interpretato un personaggio di Giuseppe Fava, il giornalista ucciso dalla mafia nel 1984 e che allo Stabile cata-nese era di casa perché autore di drammi messi in scena dal teatro, diretto allora da Mario Giusti.

Giorgio Càsole

CREDITI

Nel numero 36, per un er-rore di trasmissione, sono saltate due firme: a p. 6

di Giuseppe Tringali e a p. 25 di Carmela Mendola. Ce ne scusiamo con gli autori e con i lettori.

Page 27: GIORNALE DI AUGUSTA

27

Gior

nale

di A

ugus

ta

AM

AR

CO

RD

I barb

ieri

di

August

a d

ura

nte

la s

cam

pagnata

del

1° m

aggio

1945

Page 28: GIORNALE DI AUGUSTA

28

Gior

nale

di A

ugus

ta


Recommended