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Giorni di terrore a Parigi ma la Cop21 si farà lo stesso · In diversi paesi del mondo - in linea...

Date post: 17-Feb-2019
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P PRIMO PIANO Ecosistema Urbano: le migliori città d’Italia Esposito a pag.3 Gli edifici religiosi in legno e piante In diversi paesi del mondo - in linea con la ricerca conti- nua di alternative per l’ar- chitettura sempre più ecosostenibili e ‘green’ - si sta affermando una nuova tendenza: quella di realiz- zare gli edifici destinati al culto mediante semplici so- luzioni, che prevedono l’uti- lizzo di legno riciclato e addirittura di soli alberi e piante che si sviluppano in- torno a strutture metalliche. Palumbo a pag.9 La notizia è di poche setti- mane fa: l’Eni ha scoperto un grande giacimento di gas al largo delle coste egiziane. Nell’annuncio la compagnia petrolifera stima l’esten- sione in circa cento chilome- tri quadrati. Buonfanti a pag.10 Carni rosse e rischi correlati Bove a pag.13 Gli attentati non fermeranno la Conferenza mondiale sul clima prevista a fine mese L’importanza dei giacimenti di gas Giorni di terrore a Parigi ma la Cop21 si farà lo stesso È una Parigi ancora sotto shock per gli at- tentati dei giorni scorsi che sono costati la vita a 129 persone innocenti, quella che si prepara ad accogliere, dal 30 novembre pros- simo 127 capi di Stato e di Governo e oltre 800 delegati assieme a funzionari provenienti da quasi 200 paesi, in cerca di un accordo globale sulla la ridu- zione delle emissioni di gas serra. A confer- mare l’adunata inter- nazionale sul clima è stato il ministro degli Esteri francese Lau- rent Fabius in una di- chiarazione alla AFP. Gli attentati di Parigi avevano infatti inne- scato preoccupazioni intorno alla possibilità che il governo francese e le Nazioni Unite an- nullassero la Confe- renza, ma queste sono state rapidamente smentite. Non si cono- scono ancora le misure specifiche con cui il go- verno aumenterà i controlli, ma il mini- stro ha parlato di «mi- sure di sicurezza intensificate», esclu- dendo categorica- mente un rinvio della stessa perché conside- rata «assolutamente essenziale per la lotta contro il cambiamento climatico». Martelli a pag.2 In cantiere il notiziario del SNPA Il Consiglio Federale del Sistema nazionale per la protezione ambientale, svoltosi il 3 no- vembre 2015 a Rimini, ha dato il via alla spe- rimentazione della nuova newsletter del sistema agenziale, realizzata a cura del gruppo di lavoro "Comunicazione". Mosca-Tafuro a pag.7 L’Osservatorio Ve- suviano è un’istitu- zione pubblica dedicata alla ri- cerca vulcanolo- gica e geofisica e alla sua applica- zione al monito- raggio dei vulcani attivi. Fondato nel 1841 dal re delle due Sicilie Ferdinando II di Borbone, è il più antico osservatorio vulcano- logico del mondo. Il Centro di Sorveglianza rappresenta dal 2001 la Sezione di Napoli dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcano- logia (INGV), si occupa del Vesuvio, dei Campi Flegrei, di Ischia e dello Stromboli ed è diretto dal dott. Giuseppe De Natale. Corsaro a pag.8 De Crescenzo-Lanza a pag.14 Il “Miglio d’oro” e le Ville Vesuviane La Direttiva “Uccelli” (2009/ 147/CE) ha permesso una reale tutela delle specie di uccelli selvatici viventi sul territorio euro- peo. La recente pubblicazione dell'ISPRA propone uno stato degli effetti di tale tutela e stabilisce un principio fondamentale... Morlando a pag.18 Rapporto sull’applicazione della Direttiva 147/2009/CE SCIENZA & TECNOLOGIA La situazione dei vulcani partenopei “Le donne non ci devono scassare la minchia”. Con inesauribile stima on. Pippo Gianni. Il deputato siracusano durante il di- battito sulle quote rosa nella legge elettorale del 2005, con questo bonario ammonimento, racchiuse l’intera summa teofallica di un’Italia maschilista e ses- sista. Non disperate, esiste un’accurata e molto detta- gliata raccolta composta di insulti, discriminazioni, pregiudizi, riferimenti scientifici e eruditi, appelli ideologici sputate addosso alle donne in politica, che va dall' immediato dopo- guerra fino al governo Renzi... Tafuro a pag.19 Giovenca, sciampista, gallina: stai zitta e fila subito in cucina AMBIENTE & SALUTE TRADIZIONI & CULTURA BIO-ARCHITETTURA NEWS NATUR@MENTE
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Page 1: Giorni di terrore a Parigi ma la Cop21 si farà lo stesso · In diversi paesi del mondo - in linea con la ricerca conti-nua di alternative per l’ar-chitettura sempre pi ... TERRORE

PPRIMO PIANOEcosistema Urbano:

le migliori città d’Italia

Esposito a pag.3

Gli edifici religiosi in legno e piante

In diversi paesi del mondo -in linea con la ricerca conti-nua di alternative per l’ar-chitettura sempre piùecosostenibili e ‘green’ - sista affermando una nuovatendenza: quella di realiz-zare gli edifici destinati alculto mediante semplici so-luzioni, che prevedono l’uti-lizzo di legno riciclato eaddirittura di soli alberi epiante che si sviluppano in-torno a strutture metalliche.

Palumbo a pag.9

La notizia è di poche setti-mane fa: l’Eni ha scopertoun grande giacimento di gasal largo delle coste egiziane.Nell’annuncio la compagniapetrolifera stima l’esten-sione in circa cento chilome-tri quadrati.

Buonfanti a pag.10

Carni rosse e rischi correlati

Bove a pag.13

Gli attentati non fermeranno la Conferenza mondiale sul clima prevista a fine mese

L’importanza deigiacimenti di gas

Giorni di terrore a Parigi ma la Cop21 si farà lo stesso

È una Parigi ancorasotto shock per gli at-tentati dei giorniscorsi che sono costatila vita a 129 personeinnocenti, quella che siprepara ad accogliere,dal 30 novembre pros-simo 127 capi di Statoe di Governo e oltre800 delegati assieme afunzionari provenientida quasi 200 paesi, incerca di un accordoglobale sulla la ridu-zione delle emissionidi gas serra. A confer-mare l’adunata inter-nazionale sul clima èstato il ministro degliEsteri francese Lau-rent Fabius in una di-chiarazione alla AFP.Gli attentati di Parigi

avevano infatti inne-scato preoccupazioniintorno alla possibilitàche il governo francesee le Nazioni Unite an-nullassero la Confe-renza, ma queste sonostate rapidamentesmentite. Non si cono-scono ancora le misurespecifiche con cui il go-verno aumenterà icontrolli, ma il mini-stro ha parlato di «mi-sure di sicurezzaintensificate», esclu-dendo categorica-mente un rinvio dellastessa perché conside-rata «assolutamenteessenziale per la lottacontro il cambiamentoclimatico».

Martelli a pag.2

In cantiere il notiziariodel SNPA

Il Consiglio Federale del Sistema nazionaleper la protezione ambientale, svoltosi il 3 no-vembre 2015 a Rimini, ha dato il via alla spe-rimentazione della nuova newsletter delsistema agenziale, realizzata a cura delgruppo di lavoro "Comunicazione".

Mosca-Tafuro a pag.7

L’Osservatorio Ve-suviano è un’istitu-zione pubblicadedicata alla ri-cerca vulcanolo-gica e geofisica ealla sua applica-zione al monito-raggio dei vulcaniattivi. Fondato nel1841 dal re delle due Sicilie Ferdinando II diBorbone, è il più antico osservatorio vulcano-logico del mondo. Il Centro di Sorveglianzarappresenta dal 2001 la Sezione di Napolidell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcano-logia (INGV), si occupa del Vesuvio, dei CampiFlegrei, di Ischia e dello Stromboli ed è direttodal dott. Giuseppe De Natale.

Corsaro a pag.8

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Il “Miglio d’oro” e le Ville Vesuviane

La Direttiva “Uccelli” (2009/ 147/CE) hapermesso una reale tutela delle specie diuccelli selvatici viventi sul territorio euro-peo. La recente pubblicazione dell'ISPRApropone uno stato degli effetti di tale tutelae stabilisce un principio fondamentale...

Morlando a pag.18

Rapporto sull’applicazione della Direttiva 147/2009/CE

SCIENZA & TECNOLOGIA

La situazione dei vulcanipartenopei

“Le donne non ci devonoscassare la minchia”. Coninesauribile stima on.Pippo Gianni. Il deputatosiracusano durante il di-battito sulle quote rosanella legge elettorale del2005, con questo bonarioammonimento, racchiusel’intera summa teofallica diun’Italia maschilista e ses-sista. Non disperate, esisteun’accurata e molto detta-gliata raccolta composta diinsulti, discriminazioni,pregiudizi, riferimentiscientifici e eruditi, appelliideologici sputate addossoalle donne in politica, cheva dall' immediato dopo-guerra fino al governoRenzi...

Tafuro a pag.19

Giovenca, sciampista,gallina: stai zitta

e fila subito in cucina

AMBIENTE & SALUTE

TRADIZIONI & CULTURA

BIO-ARCHITETTURA

NEWS

NATUR@MENTE

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TERRORE A PARIGI MA LA COP21 SI FARÀ

Giulia Martelli

È una Parigi ancora sotto shock per gliattentati dei giorni scorsi che sono co-stati la vita a 129 persone innocenti,quella che si prepara ad accogliere, dal30 novembre prossimo 127 capi diStato e di Governo e oltre 800 delegatiassieme a funzionari provenienti daquasi 200 paesi, in cerca di un accordoglobale sulla la riduzione delle emis-sioni di gas serra. A confermare l’adu-nata internazionale sul clima è stato ilministro degli Esteri francese LaurentFabius in una dichiarazione alla AFP.Gli attentati di Parigi avevano infattiinnescato preoccupazioni intorno allapossibilità che il governo francese e leNazioni Unite annullassero la Confe-renza, ma queste sono state rapida-mente smentite. Nonsi conoscono ancora lemisure specifiche concui il governo aumen-terà i controlli, ma ilministro ha parlato di«misure di sicurezzaintensificate», esclu-dendo categorica-mente un rinvio dellastessa perché conside-rata «assolutamenteessenziale per la lottacontro il cambiamentoclimatico». Il verticeparigino ha buone pro-babilità di diventare il

momento storico in cui tutti i paesi delmondo assumeranno l’obbligo di com-battere i cambiamenti climatici conobiettivi chiari; le 196 Parti dell’Unfccc,infatti, adotteranno un nuovo accordoche porrà il mondo decisamente sullastrada verso un futuro sostenibile. Taleaccordo sarà a lungo termine e dovrà li-mitare l’incremento della temperaturaglobale, consentendo a tutte le Parti dicontribuire e di avanzare congiunta-mente in base alle proprie potenzialitàindividuali massime e utilizzando unsistema di contabilità globale traspa-rente che includerà accordi su misura-zione, verifica e reporting. Inoltre, essodovrà assicurare la parità politica tramitigazione e adattamento e conteneremisure che garantiscano adeguati mec-canismi di supporto anche per i paesi

emergenti. La comunità interna-zionale è dunque chia-mata ad agire effi-cacemente contro unmutamento la cui ori-gine antropica è ormaidimostrata e ad agiresubito, prima che l’ac-cumulo di gas climal-teranti in atmosferarenda troppo veloci eincontrollabili le dina-miche e le conse-guenze del riscal-damento. Anche l’Ita-lia si sta preparando

alla Cop21. Senza dubbio gli impattidel riscaldamento globale sul nostropaese sono molti e diffusi: essi aumen-teranno la vulnerabilità dei sistemi na-turali (riduzione delle risorse e deiservizi ecosistemici), di quelli economici(agricoltura, turismo, industria ecc.),ma anche di quelli umani (qualità dellavita, salute, sicurezza alimentare ecc.)è dunque necessario arrivare nella ca-pitale transalpina con le idee benchiare. A tal proposito, sul fronte gover-nativo, a fine mese si terrà un dibattitoin Aula alla Camera per poter appro-fondire il tema al centro della Confe-renza sul clima mentre su quello percosì dire “popolare” ha preso vita la coa-lizione italiana "Parigi 2015: mobilitia-

moci per il clima" che ha messo insieme50 associazioni diverse, unite nell'obiet-tivo di contrastare i cambiamenti cli-matici e raggiungere la massimasensibilizzazione possibile su questotema attraverso l'organizzazione di ap-puntamenti nazionali e locali per solle-citare all'azione. Cop21, dunque, in una Parigi blindataproprio quando bisognerebbe ricordareai “potenti” che è ora di abbandonare ilpetrolio per evitare di andare incontroad un terzo conflitto mondiale; se conuna mano si ritirano i proventi dellavendita di armi e con l’altra si usanoquei soldi per pagare l’oro nero, alloraa nulla sono valse e varranno tante vit-time innocenti.

VIRUS E FITOPLANCTON MARINO CONTRO IL RISCALDAMENTO GLOBALE

Fabiana Clemente

Uno studio pubblicato di re-cente – che ha avuto inizio unadecina di anni fa – messo apunto da una collaborazionetral’Istituto di scienze dell’at-mosfera e del clima del Consi-glio nazionale delle ricerche(Isac-Cnr), l’Università Poli-tecnica delle Marche e l’Uni-versità di Galway, ha scopertouna sorprendente quanto prov-videnziale connessione tra ilclima, virus marini e il ciclo vi-tale del fitoplancton marino. Sitratta di virus, in questo caso,nostri alleati contro il riscalda-mento globale. Incidendo,quindi, in modo positivo sulriassetto atmosferico. Ma ve-diamo più nei dettagli cosa av-viene. Il fitoplancton marino, èun insieme di minuscoli orga-nismi marini capaci di fotosin-

tesi, che a ridosso delle sta-gioni primaverile ed estivaproduce spettacolari fioriturealgali che si estendono per mi-gliaia di chilometri quadratisulla superficie degli oceani,tanto da essere visibili anchedallo spazio. Il ciclo vitale ditali organismi è, tuttavia, al-quanto breve – sia per la man-canza di nutrienti sia a causadella presenza di virus mariniche infettano e uccidono il fito-plancton. E il loro deteriora-mento produce ingenti quan-tità di sostanza organica cherimane sulla superficie ocea-nica e viene trasferita in atmo-sfera dall'aerosol marino –ovvero un composto di aria,acqua e particelle solide creatoin seguito al moto delle ondemarine. Quest'impalpabile neb-biolina, che il vento sollevadalla spuma marina, è quindi

ricca di materia organica econtribuisce al bilancio radia-tivo terrestre, poiché va a for-mare foschie e nubi chebloccano la radiazione solare,provocando un effetto raffred-dante sul clima del pianeta.Il vento, poi, solleva questa mi-scela dalla spuma marina –una miscela ricca di materiaorganica capace di contribuisce

al bilancio radiativo terrestre.In definitiva, tali sostanzevanno a formare foschie e nubiche bloccano la radiazione so-lare, provocando pertanto uneffetto raffreddante sul climadel pianeta. I virus marini intervengononell’ uccidere il fitoplancton, ri-

lasciando cosi notevoli quan-tità di micro particelle organi-che nell’atmosfera. Una sco-perta sensazionale che po-trebbe costituire la risoluzionedi un problema che affligge ilnostro pianeta in manierasempre più preponderante. Aiposteri l’ardua sentenza.

Gli attentati non fermeranno la Conferenza mondiale sul clima prevista a fine mese

Incidono positivamente sul riassetto atmosferico

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Alessia Esposito

Verbania, Trento, Belluno,Bolzano, Macerata e Oristanole città più vivibili d’Italia. È ilrisultato che emerge dall’inda-gine annuale sulla vivibilitàdei capoluoghi di provincia“Ecosistema Urbano” effet-tuata da Legambiente con lacollaborazione dell’Istituto di

Ricerche Ambiente Italia e IlSole 24 Ore. Diciotto i parame-tri utilizzati per stilare la clas-sifica dei 104 capoluoghi diprovincia. Tre riguardano laqualità dell’aria (concentra-zioni di polveri sottili, biossidodi azoto e ozono), tre la ge-stione delle acque (consumiidrici domestici, dispersionedella rete e depurazione), duei rifiuti (produzione e raccoltadifferenziata), due il trasportopubblico (offerta e domanda),cinque la mobilità (tasso di mo-torizzazione auto e moto, ini-ziative di condivisione, indicedi ciclabilità e isole pedonali),uno la frequenza degli inci-denti su strada, due l’energia(consumi e diffusione rinnova-bili). Poche le novità della22esima edizione che fa regi-strare una sostanziale staticitànel divario Nord – Sud, a sfa-vore di quest’ultimo. In gene-rale timidi i passi avanti nellaraccolta differenziata e nelle

energie rinnovabili, mentre iltrasporto pubblico merita sem-pre di più una maglia nerapressoché ovunque (tranne chea Bolzano) così come la riqua-lificazione delle periferie inchiave green, quasi assente.Le migliori performance sonodei piccoli capoluoghi del cen-tro e del Nord fino agli 80milaabitanti (le già citate Verba-

nia, Belluno, Macerata, Ori-stano, insieme a Sondrio,Mantova e Pordenone) o dicentri di media dimensione,fino ai 200mila abitanti, comeTrento e Bolzano. A otteneredei risultati buoni tra le grandicittà è solo Venezia. Pordenone si distingue positi-vamente per la differenziata,settore in cui supera l’80%; perl’inquinamento si segnala unlieve miglioramento generale,anche grazie alle condizionimeteo favorevoli del 2014 percui i limiti sono stati superatimeno volte, con picchi però an-cora particolarmente negativi,come a Frosinone, Torino eAlessandria. Rimane pur-troppo ancora indietro il Sud,a cui appartengono tutti i fa-nalini di coda: la calabreseVibo Valentia e le siciliane Ca-tania, Palermo, Agrigento eMessina. Per quanto riguardala Campania, Napoli è ancoraal 90esimo posto, seguita da

Caserta al 91esimo. A metà classifica Benevento(54esima); scende Salerno, al67esimo, che si distingue peròper la miglior performance incampo di installazioni di solaretermico fotovoltaico. Avellino èla migliore campana con il suo29esimo posto. Commenta Vit-torio Cogliati Dezza, presi-dente nazionale di Legam-

biente - “Per sperare che le no-stre città migliorino c’è unasola strada: fare dell’innova-zione urbana e del migliora-mento della vita in città lavera grande opera pubblica. Latrasformazione delle città èuna grande sfida che intreccianuovi bisogni con cambiamentiistituzionali e organizzativicon sviluppo di nuove filiere in-dustriali e passa dalla messain sicurezza dalle catastrofinaturali, dal rilancio della vitasociale nei quartieri, dalla va-lorizzazione della cultura,dalla riqualificazione energe-tica, dall’arresto del consumodi suolo, dagli investimenti nelsistema del trasporto periur-bano, dal sostegno alla mobi-lità nuova. Una scelta politica che an-drebbe nella direzione dell’in-teresse generale: si crea lavoromigliorando il benessere emettendo al sicuro le nostrecittà”.

Ecosistema Urbano 2015: le migliori città d’Italia

Fabiana Liguori

Pochi giorni fa, abbiamo partecipato a una meravigliosa visitaguidata in kayak, tra le meraviglie del litorale di Posillipo:dalla storica villa Rosebery al porticciolo di Marechiaro, finoad arrivare all’incantevole area marina protetta della Gaiola.Nonostante fossimo in calendario al 7 novembre, un sole an-cora caldo ha accompagnato la nostra attraversata in mare.La curiosità è che, durante questo breve percorso, ci siamo im-battuti in almeno 4 rifiuti in plastica in superficie. Purtroppo,riusciamo a recuperarne a bordo solo due. Un vero peccato,scenari così naturalmente perfetti non meriterebbero di esserecosì contaminati. Infatti, troppo spesso, menti “eccelse” get-tano pattume, scarti e involucri ovunque capiti, danneggiando

l’ambiente e il futuro senzaalcun ritegno. Dal rapporto“Marine litter 2015” presen-tato da Goletta Verde di Le-gambiente sull'immondiziagalleggiante emerge un qua-dro desolante. In 2600 km dinavigazione, 120 kmq di areamarina monitorata (Mar Tir-reno, Adriatico e Ionico), tral'estate 2014 e 2015, sono statiavvistati 2597 rifiuti galleg-gianti. Il 95% è plastica: so-

prattutto teli (39%) e buste di plastica (17%). Il restante 5%dei rifiuti è costituito da carta (54%), legno manufatto (21%),metalli (12%) e tanto altro. Il mare con la più alta densità dispazzatura galleggiante è il Tirreno centrale con 51rifiuti/kmq, seguito dal mar Adriatico meridionale con 34 edallo Ionio con 33. Dall’indagine risulta una densità medianazionale di 32 rifiuti/Kmq. Le zone con una più alta concen-trazione sono quelle antistanti la costa tra Mondragone (Ce) eAcciaroli (Sa) dove sono stati contati 75 rifiuti/Kmq, tra Pa-lermo – Sant’Agata di Militello e le Isole Eolie (55) e tra Cese-natico e Ancona (42). In generale, è emerso che il 54% ha unapresunta origine urbana e domestica. Il 32% è, invece, deri-vante da attività produttive e industriali. Inoltre, grazie a unprotocollo d'intesa tra Ispra e Legambiente, è stato condotto,nella scorsa estate, anche il primo studio preliminare sullapresenza di microplastiche negli arcipelaghi italiani: sei leisole campionate (San Domino – Isole Tremiti; Isola di Lipari;Isola d’Ischia; Isola di Ventotene; Isola dell’Asinara; Isolad’Elba) e due foci, indagate come aree di confronto, quelle delPo e del Tevere. Il picco massimo è stato registrato a largodell’isola di Ischia, dove sono state individuate 528 micropar-ticelle di plastica per 1000 metri cubi di acqua. A seguirel’Isola d’Elba (324) e l’isola dell’Asinara (222). Passando aicampionamenti alle foci dei fiumi, quella del Po ha fatto regi-strare 1087 microplastiche per 1000 mq di acqua, contro le 366del Tevere.

Il mare non è una pattumiera!

Rapporto “Marine litter 2015” di Legambiente

Bene i piccoli centri del Nord, ancora dietro il Sud

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Paolo D’Auria

Tirata d’orecchie per l’Italiadall’Europa. Secondo i datiEurostat, l’istituto statisticodel vecchio continente, nelbiennio 2012-2013 il Belpaesesi classifica al quarto postodella poco onorevole classificadei paesi più inquinanti intermini di CO2.A salvarci parzialmente, tut-tavia, sono i dati sulla ridu-zione del consumo energeticoe sulle rinnovabili. In au-mento anche il trasportomerci su rotaia, che resta pursempre inferiore alla mediaeuropea. Rispetto ai livelli del 1990, nel2012 le emissioni a effettoserra in Italia sono state ri-dotte solo del 10,1%, rispettoa una media Ue del 17,9% conl’obiettivo di arrivare al 20%nel 2020. A fare molto peggio,però, altri 10 paesi, in partico-lare Malta (+56,9%), Cipro(+47,7%), Spagna(+22,5%),Portogallo (+14,9%), Irlanda(+7%), Grecia (+5,7%), Au-stria (+4%) e Slovenia(+2,6%), dove non solo le emis-sioni non sono diminuite masono addirittura aumentate. Ipiù virtuosi, invece, sono stati

i Paesi dell’Est e i Baltici chele hanno dimezzato o ridottodi un terzo Lettonia (-57,1%),Lituania (-55,6%), Estonia (-52,6%) e Romania (-52%),Bulgaria (-44,1%), Slovacchia

(-41,4%), Ungheria (-36,3%) eRepubblica ceca (-32,7%). Intermini assoluti, i più grandiinquinatori di CO2 sono Ger-mania (965 mln di tonnellate),Gran Bretagna (615 mln) e

Francia (507 mln), seguiti daItalia (471 mln), Polonia (401mln) e Spagna (354 mln) che,tutti insieme, costituiscono il70% di tutte le emissioni serraeuropee.

L’Italia, invece, nel 2013 nonsolo ha già raggiunto e supe-rato il suo obiettivo 2020(153,7 mln di tonnellate con-tro le 158 stabilite) per la ri-duzione dei consumienergetici ma è anche l’ottavoPaese Ue più virtuoso (-

14,1%): meglio solo Lituania (-27,9%), Grecia (-22,6%),Malta (-20%), Ungheria (-17,3%), Spagna (-16,4%), Ro-mania (-15,8%) e Portogallo(-14,5%).Quasi raggiunto, invece,l’obiettivo sulle rinnovabili.L’Italia è al sesto posto tra i28 “concorrenti” UE con il16,7% (obiettivo 17%). Se Bul-garia, Estonia, Lituania eSvezia hanno infatti già rag-giunto e superato i loro target,Romania e Italia sono a menodello 0,5% dal farlo. È inoltresalito sia il trasporto su rotaiadi passeggeri, in linea con iltrend Ue, e di merci, che in-vece nei 28 è calato.

La Festa dell’albero 2015

Rosa Funaro

Quest’anno la “Festa dell’al-bero” di Legambiente, in pro-gramma il 20, 21 e 22novembre, è dedicata allalotta ai mutamenti climatici.Protagonisti: gli alberi, checostituiscono una risorsa na-turale contro il riscaldamentoglobale. La loro presenza ga-rantisce una risposta sicuraed efficace ai danni causatidalle attività umane. Proteg-gerli, vuol dire proteggere ilfuturo! Oltre a parteciparealle tante iniziative in pro-gramma nelle diverse regioniitaliane, è possibile aderirealla campagna di quest’anno,diffondendo online una cul-tura di rispetto e gratitudineverso questi infaticabili pol-moni verdi del Pianeta.Come? Raccontando con unafotografia il significato degli

alberi nelle vostre vite. Im-mortalando e condividendosui social network con l’ha-shtag #tree4climate, un al-bero a cui siete parti-colarmente legati, che avetesalvato dall'abbattimento, che“toccate” per sentirvi meglio,che è stato piantato quandosiete nati e che avete inten-zione di proteggere per il fu-turo. Anche quest’anno l'OrtoBotanico dell'Università degliStudi di Napoli "Federico II"ospita la "Festa dell'Albero",

giunta alla V edizione. Scopodella manifestazione è sensi-bilizzare i cittadini sullo statoreale del patrimonio verde ur-bano al fine di coinvolgerli inazioni volte a tutelare la com-ponente vegetale locale peruna qualità di vita migliore.Tema della manifestazione diquest'anno sarà: il Legno.L'itinerario didattico sarà de-dicato ai principali alberi dalegno più diffusi nel Mondo ecoltivati negli spazi dell'Orto.Nei tre giorni della manifesta-

zione sono previsti laboratoridi giardinaggio, attività edu-cative e visite guidate. Inoltrevi saranno tanti eventi ed in-trattenimenti come caccie altesoro, flash mob, specialimercatini di piante e frutti,mostre, arte, musica, artigia-nato e divertenti spettacoli didanza popolare. Il tutto inca-stonato nei bellissimi spazidel giardino botanico napole-tano, uno dei principali pol-moni verdi della città, dove èpossibile trovare esemplarivegetali di ogni genere e spe-cie e dove la natura regna in-contaminata.Per info: - Dott.ssa Rosa Muoio (Tel.081/2533927, mail [email protected]) - Dott.ssa Manuela De Mat-teis Tortora (tel. 081/2533922, mail [email protected])www.ortobotanico.unina.it

Eurostat: l’Italia deve fare di più per le emissioni di CO2I dati ci classificano al quarto posto dei paesi più inquinanti

All’Orto Botanico di Napoli un ricco programma di iniziative

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Eleonora Roca

Dopo 5 anni di negoziati, te-nuti sempre segreti, si è rag-giunta l’intesa per creare unsistema commerciale di con-tro-bilanciamento all’ascesacinese sul Pacifico. Il 7 ottobre, ad Atlanta in Ge-orgia, è stato siglato il TTPTrans Pacific Partnership,l’accordo di libero scambio checoinvolge USA, Canada, Mes-sico, Nuova Zelanda, Singa-pore, Giappone, Australia. Le linee guida sono state: eli-minazione dei dazi commer-ciali, limitazione alla mani-polazione valutaria, standardambientali e lavorativi condi-visi, protezione dei brevetti in-tellettuali farmaceutici, tribu-nali per le dispute commer-ciali ISDS. Questo successogeopolitico e commerciale libe-ralizza ulteriormente un mer-cato che pesa quasi il 40%degli scambi globali,vitale perl’assetto geostrategico orien-tale americano. Il contenutoriservato ha fatto imbufaliretutti: sindacati, l’ICD di Pu-blic Citizen, un gruppo pro-consumatori progressista, ilcandidato democratico allapresidenza Bernie Sanders, irepubblicani con DonaldTrump candidato alle prima-rie. In Canada la vittoria deiliberali rinnova l'impegnocongiunto USA-Canada sutemi come il TPP,i cambia-menti climatici e la lotta alterrorismo. Il TTIP Partenariato transa-tlantico per il commercio e gliinvestimenti, inizialmente de-finito Zona di libero scambiotransatlantica, è un accordocommerciale di libero scam-bio in corso di negoziato dal2013 tra l' UE e gli USA.L’obiettivo è quello di inte-grare i due mercati rimuo-vendo le barriere nontariffarie ossia le differenze inregolamenti tecnici, norme eprocedure di omologazionestandard applicati ai prodotti,regole sanitarie e fitosanita-rie. Ciò renderebbe possibilela libera circolazione dellemerci, faciliterebbe il flussodegli investimenti e l'accessoai rispettivi mercati dei ser-vizi e degli appalti pubblici.Sarà la più grande area di li-bero scambio esistente, poi-ché UE e USA rappresentanocirca la metà del PIL mon-

diale e un terzo del commercioglobale. In merito la Commis-sione Europea ha prodotto unopuscolo, Le dieci leggendemetropolitane più diffuse sulTTIP - distinguiamo tra realtàe fantasia. Per la Commissa-ria UE, Cecilia Malmström,l’accordo aprirebbe il mercatostatunitense alle piccole im-prese della UE, attuandonuove regole per rendere piùfacile esportare, importare einvestire attraverso l’Atlan-tico. Questo trattato non piacealle maggiori organizzazionidella società civile e alla Con-federazione dei sindacati tede-schi che, il 10 ottobre aBerlino, hanno portato inpiazza più di 100.000 persone.Si teme che il trattato possaabbassare gli standard di qua-lità, sicurezza e tutela am-bientale, nonché mettere inserio pericolo i diritti dei lavo-ratori. Il TTIP, affermano glioppositori, deve essere fer-mato perché apre la strada aduna globalizzazione ancorapiù spietata che risponde soloa logiche di profitto e non allaqualità delle filiere produt-tive. Uno dei capitoli più rile-vanti del negoziato è lasalvaguardia delle denomina-zioni di origine e delle indica-zioni geografiche protette. Il

pericolo è che su questi mar-chi di qualità l’accordo giochial ribasso distruggendo le no-stre tipicità agroalimentari,aprendo agli OGM, alla carneagli ormoni e all’arbitrato in-ternazionale, il tribunale alquale si rivolgerà ogniazienda privata che riterrà in-taccati suoi interessi econo-mici dalle politiche degli Stati.Malmström, specifica che ilTTIP non andrà perseguito aqualsiasi prezzo, esso tuteleràgli elevati standard europei inmateria di sicurezza alimen-tare, assicurando gli investi-menti, garantendo il dirittodei governi della UE a proteg-gere le persone e l’ambiente ea gestire i servizi pubblicicome essi ritengono più oppor-tuno. Non si capisce se i la-vori, svolti a porte chiuse,sono nell’interesse dei citta-dini europei e non invece perassicurare il dominio allegrandi corporation USA nel-l’economia mondiale, affermaStiglitz premio Nobel perl’economia. Sfide difficili ci ca-tapultano nella ricerca dinuove convenienze mondiali,purché avvengano col con-senso democratico per evitarelo strapotere delle oligarchiemultinazionali. Ormai il pro-cesso è avviato!

TTP e TTIP, perché questi trattati destano allarmeIl sistema commerciale di contro-bilanciamento all’ascesa cinese sul Pacifico

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Italia ai primi posti nella raccolta dell’organico Intervento del Cic a Ecomondo: l’anno scorso raccolte 5,7 mln di tonnellate, +9,5% rispetto al 2013

Anna Gaudioso

In base a una rielaborazionedi dati ottenuti dall’ultimorapporto sui rifiuti urbani del-l’Ispra, il Consorzio italianocompostatori ha evidenziatoche la raccolta differenziatadell’umido nel 2014 è cre-sciuta del 9,5% nel nostroPaese. Nell’ambito di Eco-mondo, la fiera delle tecnolo-gie verdi organizzata a Riminidall’8 all’11 novembre, il Cicha sottolineato che l’annoscorso gli italiani hanno sepa-rato oltre 5,7 milioni di ton-nellate di scarto organico,circa il 43% di tutta la raccoltadifferenziata nazionale. Recu-perando questo genere di ri-fiuti si ottengono oltre 1,3milioni di tonnellate l’anno dicompost, in un processo checonsente il risparmio di 1,4milioni di tonnellate di CO2rispetto alla discarica. Sulfronte della raccolta del-l’umido, l’Italia è tra le na-zioni più virtuose in Europa:gli impianti presenti su tuttoil territorio nazionale sonotanti, di cui 240 di compostag-gio e 43 di digestione anaero-bica. Secondo le stime delConsorzio, a livello nazionalesi ricavano 334mila tonnellatedi ammendante compostatoverde, che si usa nel florovi-

vaismo ed evita l’importazionedi torba; inoltre 149mila ton-nellate di ammendante com-postato con fanghi; infine843mila tonnellate di ammen-dante compostato misto. Que-ste ultime vengono impiegatein agricoltura insieme a ferti-lizzanti minerali.Usare il compost come mate-ria in grado di sostituire pro-dotti di importazione consentevantaggi anche in termini eco-nomici: si parla di 25-30 mi-lioni di euro sull’uso di torbe econcimi. Il trattamento dei ri-fiuti organici consente di pro-durre anche biogas: il primo eunico impianto italiano per laproduzione di biometano daimpianti di biogas di tagliaagricola è quello di Acea Pine-rolese in Piemonte in funzionedal 2014, basato su tecnologiaibrida sviluppata da Hysy-tech, una società privata cheopera nella progettazione erealizzazione di impianti nelsettore chimico, ambientale edi produzione di energia. Ilprogetto di ricerca di green-NG è stato cofinanziato dallaRegione Piemonte. L'impiantoutilizza tecnologie che consen-tono una produzione a costimolto sostenibili. A dicembre ci sarà un semina-rio organizzato da Agroener-gia in collaborazione con Acea

Pinerolese, Hysytech e CMA,su temi tecnici e di fattivitàeconomica della produzione dibiomassa. Il metano è unafonte energetica pulita, ecolo-gica e si presta a una pluralitàdi utilizzi: domestico, artigia-nale, industriale. Queste ca-

ratteristiche hanno portato auna rapida espansione dellarisorsa in termini di territorioe utenza.Nonostante la buona gestionedella frazione organica dei ri-fiuti urbani riguardi poco piùdella metà dei comuni italiani,bisogna dire che nell’ultimodecennio c’è stato un incre-mento, una crescita con unamedia annuale del 10%,quindi un’attenzione cre-scente verso il tema rifiuti.Da un’attenta analisi dellaSda Bocconi, si scopre cheestendendo la raccolta umidoa tutte le realtà italiane, si po-trebbe ottenere un risparmioin atmosfera di quasi 8 milionidi tonnellate di CO2. Ma nonsolo: se la raccolta dell’umidofosse diffusa su tutto il terri-torio nazionale, secondo il Cicsi potrebbero ottenere circa 8-9 milioni di tonnellate discarti da convertire in com-post o in biogas. In quest’ul-timo caso si potrebberoottenere 450 milioni di metricubi di biocarburante di se-conda generazione che po-trebbe a sua volta essereutilizzato, ad esempio, per ali-mentare tutti i mezzi dedicatialla raccolta dei rifiuti. È scontato che per ottenerequesto risultato non si do-vrebbe solo aumentare la per-centuale di raccolta (in media,per ogni italiano vengono rac-

colti 86 chili di rifiuti organicil’anno) ma anche il numero diimpianti di compostaggio adigestione anaerobica: ri-spetto a quelli esistenti ne ser-virebbero altri 75. Fra le regioni più virtuose perla raccolta dell’umido c’è laLombardia, in primis, conoltre un milione di tonnellateannue. Seguono Veneto, Emi-lia-Romagna e Campania concirca 600mila tonnellate cia-scuna.(Nella foto in alto, un partico-lare dell’impianto di compo-staggio di Salerno. In basso asinistra, una foto tratta dalsito ufficiale di Ecomondo. Inbasso a destra, la copertinadel Rapporto sui rifiuti urbanipubblicato dall’Ispra).

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(a cura di Luigi Mosca e Andrea Tafuro)

IN CANTIERE IL NOTIZIARIO DEL SNPA

Il Consiglio Federale del Sistema nazio-nale per la protezione ambientale, svol-tosi il 3 novembre 2015 a Rimini, hadato il via alla sperimentazione dellanuova newsletter del sistema agenziale,realizzata a cura del gruppo di lavoro"Comunicazione". Nei mesi di novembree dicembre il notiziario viene inviato aicomponenti del Consiglio stesso e aquelli del Comitato Tecnico Perma-nente. A gennaio si terrà a Firenze un semina-rio del Consiglio federale, nel quale sidefiniranno le modalità a regime di pro-duzione e diffusione della newsletterche, quindi, si inizierà a diffondereanche all'esterno.

COMUNICAZIONE PUBBLICA 2.0:FORMAZIONE A PERUGIA

Una giornata formativa, in collabora-zione con la Scuola Umbra di Ammini-strazione Pubblica dal titolo "Social

media e comunicazione pubblica 2.0: op-portunità, strategie e competenze", èprevista per venerdì 11 dicembre 2015. L'obiettivo della formazione è fornire co-noscenze e approfondimenti sui mediainterattivi e introdurre all'uso dei socialnetwork nelle attività di comunicazionedelle Pubbliche Amministrazioni. I temi e i contenuti spaziano dagli sce-nari digitali ed evoluzione della comu-nicazione pubblica in Italia alleistruzioni per l'uso sulla comunicazionepubblica 2.0, dalla social media policy egestione dei profili/canali ufficiali allecompetenze e skills per il social mediamanager in ambito pubblico. Per conclu-dere con quale ruolo per la comunica-zione pubblica su WhatsApp, SnapChate Vine. Informazioni e iscrizioni:[email protected], [email protected], [email protected].

MICRON DIVENTA “WEB JOURNAL”

Micron, rivista edita dall’Arpa Umbria,è ora disponibile anche in versione digi-tale, all’indirizzo rivistamicron.it. Di-retto da Fabio Marottini, il periodicoistituzionale punta a diventare un veroe proprio web journal, ospitando contri-buti di scrittori, pensatori e scienziati. Molto spazio viene dedicato alla fotogra-fia, con “fotostorie” in grado di raccon-tare il territorio e il rapporto tra uomo enatura, spesso meglio di qualsiasi testoscritto. Tra i collaboratori di Micron c’è PietroGreco, giornalista scientifico tra i socifondatori, a Napoli, di Città dellascienza.

“L’ITALIA FRAGILE” IN VERSIONE E-BOOK

"L´Italia fragile", l´ampio servizio pub-blicato su Ecoscienza 3/2014 e dedicato

a dissesto idrogeologico, emergenze eprevenzione è ora disponibile anche inversione ebook (nei formati .epub e.mobi, leggibili con tutti i principaliebook reader e tablet). Tra i temi affrontati, la fragilità del ter-ritorio e il rischio idrogeologico, il con-sumo di suolo e l’urbanistica, gli eventimeteo estremi e il cambiamento clima-tico, la comunicazione del rischio, i costidell´agire e del non agire, l’opinione deiprotagonisti tecnici e politici, il controlloe la prevenzione. Ecoscienza è la pubblicazione multime-diale edita dall’Arpa Emilia Romagna.Dal 2012 l’agenzia emiliana pubblicaparte dei propri prodotti editoriali sot-toforma di e-book. In questo modo lepubblicazioni sono consultabili attraver-smartphone e tablet..

COM.LAB 2015: ON-LINE I MATERIALI

Molti e interessanti i materiali che l’As-sociazione italiana della comunicazionepubblica e istituzionale ricaverà dagliinterventi e dalle relazioni nei vari in-contri che si sono succeduti a COM.Lab2015, la tre giorni di incontri per opera-tori del settore che si è tenuta a SaintVincent a fine ottobre. Oltre alla redazione selezionata per unnumero dedicato della rivista dell'Asso-ciazione, la disponibilità della documen-tazione sarà resa sul sitowww.compubblica.it – sezione COM.Lab 2015, non appena possibile, mentrealcuni flash sui dibattiti proseguirannosettimanalmente sulla newsletter "Co-municatori &Comunicazione".

Amministrazione “2.0”: progetti in cantiereIspra e Arpa pianificano nuovi strumenti di informazione condivisi

CComunicazione pubblica. Breve rassegna di notizie sul settore: si attendono le iniziative del Snpa

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 novembre 2015 - Anno XI, N.21Edizione chiusa dalla redazione il 15 novembre 2015

DIRETTORE EDITORIALEPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOD. Bove, I. Buonfanti, F. Clemente, F. Corsaro,F. Cuoco, P. D’Auria, G. De Crescenzo, A.Esposito, C. Esposito, R. Funaro, R. Maisto, D.Matania, A. Morlando, A. Palumbo, A. Pa-paro, S. Patrizio, E. Roca, M. SpezzacateneSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Fabio Corsaro

L’Osservatorio Vesuviano èun’istituzione pubblica dedi-cata alla ricerca vulcanologicae geofisica e alla sua applica-zione al monitoraggio dei vul-cani attivi. Fondato nel 1841dal re delle due Sicilie Ferdi-nando II di Borbone, è il più an-tico osservatorio vulcanologicodel mondo. Il Centro di Sorveglianza rap-presenta dal 2001 la Sezione diNapoli dell’Istituto Nazionaledi Geofisica e Vulcanologia(INGV), si occupa del Vesuvio,dei Campi Flegrei, di Ischia edello Stromboli ed è diretto daldott. Giuseppe De Natale, ilquale abbiamo intervistato perdiscutere circa la situazione deivulcani in terra partenopea edell’attività di monitoraggiosvolta dall’Osservatorio. Il sitoweb www.ov.ingv.it, oltre ad es-sere facilmente consultabile, èaggiornato costantemente conle novità riguardanti l’attivitàdell’Osservatorio e con la pub-blicazione di bollettini di sorve-glianza periodici dei vulcaniinteressati. «In terra parteno-pea – ci spiega De Natale - cisono 3 vulcani (Vesuvio, CampiFlegrei ed Ischia ndr) per iquali esistono 4 livelli di al-lerta: il verde rappresenta il li-vello base, di quiescenza, edoggi il Vesuvio ed Ischia nefanno parte; i Campi Flegreisono di livello giallo, il secondogradino di allerta, quello cheviene deciso dalla ProtezioneCivile Nazionale e dalla Com-missione Grandi Rischi quandoun vulcano presenta qualcheanomalia anche se non estre-mamente critica. Il livello aran-cione è il penultimo, ed è quellodi preallarme. Quando scattal’allarme, il livello rosso, tuttal’area rossa deve essere eva-cuata in meno di 3 giorni. Que-sti ultimi due livelli sonodirettamente gestiti dal go-verno. Le responsabilità sonomolto importanti dato che unavolta giunti al livello rosso biso-gna evacuare circa 700.000 per-sone, se si tratta del Vesuvio, o600.000 nel caso dei Campi Fle-grei. Nonostante ciò il vero pro-blema è rappresentato dai falsiallarmi che potrebbero verifi-carsi». I compiti dell’Osservatorio sonoesclusivamente di naturascientifica. Tra questi, l’attivitàdi comunicazione con la Prote-zione Civile Nazionale è con-

venzionalmente costante, comel’intenso lavoro di monitoraggioriguardante i vulcani interes-sati. Infatti, nel cuore dell’Os-servatorio c’è un sala attiva 24ore su 24, all’interno dellaquale sono presenti almeno 2tra ricercatori e tecnici, incari-cati di comunicare ogni eventonotevole che avviene nelle no-stre aree vulcaniche.Dai livelli di allerta spiegaticidal dott. De Natale risultaquindi che la situazione piùpreoccupate è relativa a quelladei Campi Flegrei. Entriamo afondo nella questione. «I CampiFlegrei, 45 anni fa, iniziaronodei fenomeni di sollevamentoche nel ‘70 portarono all’eva-cuazione del rione Terra e fu co-struito il rione Traiano; nell’83fu evacuata tutta Pozzuoli, spo-stata temporaneamente a Mon-teruscello. Poi non successeniente e tutti ritornarono. Tral’83 e l’84 – continua il direttore- ci furono circa 15.000 terre-moti, anche di magnitudo 4, dicui alcune centinaia furono av-vertiti dalla popolazione. Dallafine dell’84 fino al 2005 ab-biamo assistito ad un abbassa-mento del suolo. Da quell’annoil suolo ha cominciato ad innal-zarsi e questo fenomeno tut-t’oggi perdura. Il sollevamentodel suolo non è mai un buon se-gnale in area vulcanica perché

significa che c’è del movimentodel magma ma ad ora i dati cheabbiamo a disposizione nonsono preoccupanti». Il Vesuvio,invece, rispetto a quanto cre-duto spesso erroneamentedall’opinione pubblica, è stabi-lissimo, tanto che dagli anni ’70non si sono verificate alcune de-

formazioni del suolo, anzi cisono stati addirittura piccoliabbassamenti della zona crate-rica. «Un’eventuale eruzionedel Vesuvio – chiarisce De Na-tale - sarebbe prevedibile inquanto prima di aprire il con-dotto c’è bisogno che il gas al-l’interno del magma provochi

molta pressione che alla finesupera la resistenza e la pres-sione di confinamento dellerocce e quindi lo fa eruttare.Questo significa che – conclude- prima dell’eruzione ci devonoessere pressioni di alta entità,assolutamente rilevabili».

(Foto di Gabriele Arenare)

La situazione dei vulcani partenopeiIl Direttore dell’Osservatorio: “Vesuvio stabile, allerta Campi Flegrei. Monitoriamo tutto 24 ore al giorno”

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Antonio Palumbo

In diversi paesi del mondo - inlinea con la ricerca continua dialternative per l’architetturasempre più ecosostenibili e‘green’ - si sta affermando unanuova tendenza: quella di rea-lizzare gli edifici destinati alculto mediante semplici solu-zioni, che prevedono l’utilizzodi legno riciclato e addiritturadi soli alberi e piante che si svi-luppano intorno a strutturemetalliche. Queste architet-ture invece di circondare la na-tura (o, peggio ancora, disovrastarla) diventano lette-ralmente parte di essa e ven-gono allestite operando quasiesclusivamente con rami etronchi di legno. Tra le realiz-zazioni più note di questo tiposi possono ricordare quelledell’architetto lodigiano Giu-liano Mauri (scomparso nel2009) e, in particolare, la suacostruzione più famosa e sug-gestiva, la Cattedrale Vege-tale, fatta sorgere nel 2001 neiprati della Val di Sella(Trento): l’opera consiste nellariproduzione di una cattedralegotica, composta da 3 navateformate da 80 colonne di ramiintrecciati alte 12 metri.Ognicolonna racchiude e proteggeun giovane esemplare di al-bero carpino: questi alberi, checrescono annualmente di circa50 cm, già oggi sono alti abba-stanza per dare vita alla veraCattedrale Vegetale, che haun’ampiezza di circa 1.230 mq.L’altra cattedrale, più recente,è quella ideata da Mauri pocoprima della sua morte(2008/09),all'interno di un pro-getto artistico a cura di PaolaTognon, inaugurata sabato 4settembre 2010 a Oltre ilColle, in provincia di Bergamo.La realizzazione di que-st’opera, costruita a 1.200metri di altitudine intera-mente con materiale vegetale,è un’ulteriore iniziativa diforte rilievo culturale e natura-listico, voluta dal Parco delleOrobie Bergamasche ed orga-nizzata insieme ai Comuni diOltre il Colle, Roncobello e Ar-desio e con la partecipazionedel Centro di Etica Ambientaledi Bergamo, in occasione del-l’Anno Internazionale dellaBiodiversità, al fine di valoriz-zare le eccezionali vocazioniambientali della zona delMonte Arera: una cattedrale a5 navate e 42 colonne, co-

struita con 1.800 pali di abete,600 rami di castagno, 6.000metri di rami di nocciolo e 42piante di faggio, tenuti insiemeda legno flessibile, picchetti,chiodi e corde, secondo l’anticaarte dell’intreccio. Andiamopoi in Nuova Zelanda, una na-zione in cui la sensibilità‘green’ è sempre stata moltodiffusa e radicata nella co-scienza della popolazione,doveè stata realizzata un’altrachiesa fatta di alberi e pianterampicanti: si trova a Ohaupo,al centro di un parco, ed è stataribattezzata, non a caso, TreeChurch. Questa chiesa vege-tale è interamente costituitada vegetazione che si sviluppaintorno ad una struttura inmetallo, progettata a mo’ diguida per rami e foglie, che siestendono e sviluppano se-condo le superfici predefinite,assumendo l’aspetto e la fun-zione di muri, copertura e pas-saggi: sono serviti ben 4 anniperché le piante crescessero ela coprissero completamente.La eco-chiesa, la cui realizza-zione è stata finanziata dal-l’imprenditore locale BarryCox, è subito diventata meta dipellegrinaggio per fedeli e cu-riosi provenienti da tutti ipaesi del mondo, tanto che al-cuni l’hanno già ribattezzata

come la “Lourdes dell’eco-so-stenibilità”: un confronto forseun po’ azzardato ma comunquemolto suggestivo. La strutturapuò ospitare fino a 100 fedelied il parco che la contiene - ilquale può anche essere visitatoo affittato per cerimonie edeventi - comprende altresì unlabirinto, splendidi giardini euna tensostruttura. lità di con-fermare la logica costruttivaall’interno di un processo di co-noscenza che porti a studiare ilmanufatto riconoscendone lepeculiarità che lo caratteriz-zano. Detto processo, ovviamente,deve considerare nondimenol’aspetto attinente alla bonificaed al recupero ecosostenibiledelle aree in cui tali edificisono ricompresi: interventicorretti, infatti, richiedono losviluppo e l’applicazione dispecifiche metodiche e tecnicheoperative, in un quadro dicompatibilità ambientale e direinserimento di altre fun-zioni/attività/utenti nelle areeprecedentemente abbandonatee lo sviluppo di nuove metodo-logie, necessariamente interdi-sciplinari, per la riquali-ficazione di questi ampi spazie il recupero degli edifici di ar-cheologia industriale che su diessi insistono.

Gli edifici religiosi in legno e pianteTra le realizzazioni più note quelle dell’architetto lodigiano Giuliano Mauri

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L’importanza dei giacimenti di gasIlaria Buonfanti

La notizia è di poche settimane fa: l’Eniha scoperto un grande giacimento di gasal largo delle coste egiziane. Nell’annun-cio la compagnia petrolifera stimal’estensione in circa cento chilometri qua-drati. In base ai dati acquisiti in pozzo ealle evidenze geofisiche a disposizione, ilgiacimento può avere un potenziale finoa 850 miliardi di metri cubi di gas inposto e rappresentare quindi una dellemaggiori scoperte di gas a livello mon-diale. Le esplorazioni per la ricerca di gassono in genere legate a quelle del petro-lio, visto che le due sostanze si formanoalle stesse condizioni geologiche. Come ilpetrolio, infatti, il gas naturale derivaprevalentemente da resti di esseri vi-venti che si depositano sul fondo di marie laghi e in tempi molto lunghi vanno in-contro a una serie di trasformazioni fisi-che e chimiche. Per passare da unapoltiglia di alghe e scheletri di animali a

petrolio e metano servono condizioni am-bientali e climatiche particolari, che sisono verificate solo in certe zone geogra-fiche e in precise ere geologiche. Quandole compagnie petrolifere danno il via auna nuova fase di esplorazione, nonfanno altro che andare a ricercare lerocce che si sono formate in quelle condi-zioni. Una volta localizzata un’area po-tenzialmente interessante, si passa alleindagini sismiche delle rocce che si tro-vano in profondità. Con una serie di pic-cole esplosioni, i geologi generano ondesismiche che si propagano nel terreno. Aseconda dei materiali che incontrano sulproprio cammino, queste onde impieganoun certo periodo di tempo prima di essereriflesse e tornare in superficie per essererilevate dagli strumenti. Con queste ana-lisi è possibile ricostruire un modello tri-dimensionale del sottosuolo, stimandopersino il volume di idrocarburi poten-zialmente intrappolati nei pori dellerocce del giacimento. Solo a questo punto

si passa alla realizzazione di pozzi esplo-rativi, che possono confermare con cer-tezza la presenza di gas. Come il pozzoZohr1X, che nei giorni scorsi ha fattogioire il team dell’Eni. La localizzazionegeografica delle riserve di gas rispecchiaquella del petrolio: secondo l’Eni, Russia,Iran e Qatar possiedono circa il 53,4%delle riserve di gas naturale. In Italia,come si sa, non ci sono bacini di grandeestensione, ma solo alcune province pe-trolifere, come la Val d’Agri in Basilicata.Lo sfruttamento su larga scala del gas ècominciato solo di recente. È stata l’intro-duzione dei metanodotti, poco più di 50anni fa, a rendere la distribuzione piùagevole. Grazie a questa tecnologia perla prima volta tutte le famiglie potevanoessere raggiunte dal gas, anche quelleche abitavano in zone più isolate e lon-tane dai luoghi di estrazione. L’Italia hasfruttato il metano come risorsa energe-tica fin dai primi anni della scoperta deigiacimenti in Valle Padana e nel Mare

Adriatico, intensificandone l’utilizzo du-rante lo sviluppo industriale negli anniCinquanta e Sessanta. Eppure si parlagià di un pericolo esaurimento nel giro diqualche decennio. Il calcolo è semplice: il31 dicembre 2013 le riserve mondiali uti-lizzabili di gas naturale ammontavano a202.758 miliardi di metri cubi. Se divi-diamo questo numero per il consumomondiale annuo di gas (che lo stesso rap-porto dell’Eni ha stimato in 3424 miliardidi metri cubi), otteniamo che queste ri-serve si esauriranno nel giro di circa 59anni. A questi volumi, tuttavia, andreb-bero aggiunti tutti quei giacimenti an-cora sconosciuti o che si trovano in zonein cui l’estrazione non sarebbe economi-camente conveniente. Per questo la sco-perta di un giacimento come quelloegiziano assume un’importanza strate-gica, allungando di fatto la vita di questocombustibile, in attesa magari di solu-zioni più verdi e meno impattanti per ildilemma dell’energia.

Un robot serpente per l’esplorazione urbanaUno dei possibili compiti da farsvolgere a un robot, oltre all’as-sistenza agli anziani, la puliziadi casa, le operazioni di soccorsoe parecchie altre opzioni èl’esplorazione di zone o strut-ture in cui noi non possiamo an-dare. O non vogliamo. Opotremmo ma è meglio evitare.Per esempio le profondità di unoscavo archeologico, una rete ditubature, una centrale elettrica.Ma per muoversi agevolmentein certi ambienti un robot deveanche avere la struttura ade-guata, potersi infilare in strettipassaggi, non incastrarsi inostacoli. E quale forma miglioredi un corpo snello e allungatocome quello di un serpente?

L’idea arriva da un gruppo di ri-cercatori del Georgia Institute ofTechnology che, collaborandocon lo zoo di Atlanta, ha stu-diato a lungo il comportamentoe i movimenti del “crotalo cera-ste”, un serpente velenoso dif-fuso nel sud degli Stati Uniti ein parte del Messico che simuove sulla sabbia con estrema

agilità. E ha sfruttato queste ri-cerche per migliorare la motilitàdi un modello di robot serpente,lungo una novantina di centi-metri. Da queste osservazionigli scienziati sono infatti riuscitia cogliere qualche trucchetto,dettagli che permettono ai ser-penti veri di muoversi rapida-mente nell’ambiente e di girarsiin modo repentino. Nonostantela complessità del suo corpo e lapresenza di migliaia di muscoli,il moto di questa specie può es-sere descritto con semplicità at-traverso le sue due diversemodalità, ovvero con il corpo chesi muove a onde verticali e oriz-zontali. Cambiare la fase e l’am-piezza di queste onde permette

a questa specie di ottenere uncontrollo del movimento a dirpoco eccezionale (come ha sco-perto qualche tempo fa lo stessoteam di ricercatori). “Abbiamoprogrammato i robot serpenteper anni e abbiamo capito comefare per farli strisciare tra i de-triti e attraverso, o intorno, aitubi”, spiega Howie Choset, tragli autori della pubblicazione suiserpenti robot su PNAS. “Impa-rando dagli animali in carne eossa, tuttavia, possiamo renderequesti movimenti ancora più ef-ficienti e semplificare il controlloda parte di chi guida il robot.Questo rende i nostri robot an-cora più preziosi come stru-menti per operazioni di ricerca e

soccorso in ambienti urbani, perispezioni nelle centrali elettri-che e persino per l’esplorazionedi siti di interesse archeologico”.Elaborato un modello sul movi-mento dei crotali, i ricercatoriguidati da Henry Astley hannoapplicato gli stessi controlli airobot, ottenendo spostamentianaloghi. “Cercando indizi innatura abbiamo migliorato tan-tissimo i controlli e la manovra-bilità del robot”, spiega Astley,“usandolo allo stesso tempocome test per studiare i mecca-nismi sul controllo motorio delcrotalo ceraste, finora solo unateoria”. Così la robotica ha aiu-tato la biologia. E viceversa.

I.B.

Scavi archeologici, tubature ed industrie non avranno più segreti!

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SOTTOMARINI: DA OGGI IN POI CHIAMATELI “MEDUSE”

Anna Paparo

Non è un sogno e siamo desti. Da oggiin poi i sottomarini “nuoteranno” comemeduse. Un team di ricercatori dellascuola di ingegneria di Stanford ha,infatti, scoperto che le pulsazioni chescandiscono l'avanzare delle medusein mare non servono a far leva sull'ac-qua spingendola indietro, ma al con-trario sono utili a fare in modo chequesti animali marini siano "risuc-chiati" e tirati in avanti dall'acqua. Lostudio, descritto sulla rivista scienti-fica Nature Communications, è statocondotto su meduse e lamprede, un'al-tra specie marina molto antica che"ondeggia" simile ad un’anguilla.Queste due specie sono consideratenuotatrici efficienti perché attraversopulsazioni minime o minimi movi-menti ondulatori rie-scono a copriredistanze significative.In pratica, si muo-vono nell'acqua conun'efficienza energe-tica superiore a tuttigli altri organismimarini grazie a unmeccanismo di spo-stamento basato sul-l'aspirazione e nonsulla spinta. Stu-diando il movimentodegli animali marinialla ricerca di ideeutili alla progetta-

zione di navi più efficienti, quindi, ildottor John O. Dabiri e i suoi colleghihanno notato che anche movimentiminimi permettono a questi animali dicoprire distanze significative, supe-riori a quelle che ci si poteva aspet-tare. Il calcolo delle forze che agisconosu un corpo che si sposta in un fluidoè molto complesso: le interazioni traoggetti solidi, come due palle da bi-liardo che rimbalzano una contro l'al-tra, sono semplici ed è semplicecalcolare le forze in gioco. Gli esperi-menti condotti, come ha ben spiegatoDabiri, uno degli autori dello studio,hanno mostrato come meduse e lam-prede effettivamente “aspirano” acquaverso se stesse per andare avanti, in-vece di spingere l'acqua dietro di lorocome si è finora supposto. Nello spe-cifico, i ricercatori hanno fatto nuo-

tare lamprede emeduse in una vascad'acqua in cui eranostate poste milioni diminuscole sfere dicave di vetro (del dia-metro di dieci micro-metri). I movimenti degli ani-mali spostavano lesfere le cui posizionierano monitorate dadue laser e riprese datelecamere digitali adaltissima velocità.Dato che le sfere sicomportano in ma-

niera simile alle molecole d'acqua, gra-zie alle riprese, i ricercatori hanno ri-costruito la pressione presente in ognipunto della vasca e i flussi d'acqua at-torno agli animali. Dall'analisi dei datiè emerso che quando la lampreda simuove con il suo caratteristico anda-mento ondulatorio, si crea una tascadi acqua a bassa pressione all'internodi ogni curva del suo corpo e quandol'acqua circostante si sposta verso que-

sta area, il flusso la trascina in avanti.Lo stesso meccanismo è sfruttato dallemeduse, anche se il movimento delloro ombrello è più oscillatorio che on-dulatorio. Questo nuovo concetto dimovimento nei fluidi potrebbe esseredi grande aiuto nel campo della bio-mimetica per lo sviluppo di nuove tec-nologie e per migliorare il design disottomarini, navi e altri tipi di imbar-cazioni.

I FONDI DEL CAFFÈ RISVEGLIANO LA MODA ECOSOSTENIBILE

Anche la moda è amica del-l’ambiente e viene lanciatauna nuova linea di jeans rea-lizzati utilizzando nel tessutoanche i fondi del caffè. Ideatadalla nota azienda AmericanEagle, rappresenta una seriedi jeans verdi che utilizza pro-prio granelli della bevandaamata in tutto il mondo. Bastipensare che in ogni paio dipantaloni ci sono 2,25 grammidi caffè riciclato. Risultato diuna ricerca americana che hautilizzato gli scarti della be-vanda più conosciuta almondo per realizzare capid'abbigliamento sostenibili, inuovi pantaloni sfruttano igranelli contenuti nei tessuti,che svolgono una triplice fun-zione: riducono la necessità dilavaggi, limitando così gli spre-chi di acqua, impediscono ilpassaggio di odori e proteg-

gono la pelle dai raggi UV. Il“segreto verde” dei nuovi jeansè dato dalle naturali proprietàantibatteriche del caffè, checontribuiscono a tenere i pan-taloni puliti più a lungo.Niente più cattivi odori graziealla capacità del caffè di assor-birli riducendo al minimo lanecessità di ricorrere alla lava-trice. Il nuovo tessuto che sa dicaffè, inoltre, secondo i produt-tori, aiuta chi lo indossa a di-fendersi dai danni del sole: ipori microscopici del caffè, in-fatti, riflettono i raggi ultra-violetti. Si deve sottolineareche i nuovi jeans non hanno lacapacità di tener sveglio chi liindossa e non profumano dicaffè, ma secondo la societàamericana consentono di ri-durre il numero dei lavaggi: lenaturali proprietà antibatteri-che contribuiscono infatti a te-

nere i pantaloni puliti più alungo. Chi volesse indossarlimetta mano al portafoglio:potrà averli pagando sempli-cemente una cinquantina didollari. Non è la prima volta che ilcaffè viene utilizzato nell'abbi-gliamento: a febbraio Marks &Spencer aveva presentatoscarpe realizzate con granellidi caffè e bottiglie di plastica.Nel 2014 Sloggi aveva propo-

sto all'estero la collezione LoveCafè, con lingerie ottenuta dacaffè riciclato. In passato, inol-tre, una società californiana,aveva presentato il marchio“Virus”, con una collezione dileggings, top e copricapo abase di fondi di caffè che assi-curava di tenere al caldo au-mentando la temperaturacorporea; mentre nel 2005 una

ditta tessili di Taiwan, Sin-gtex, ha prodotto una linea diabbigliamento per l'allena-mento. Insomma, è propriovero che in natura nulla sicrea, nulla si distrugge masemplicemente si trasforma…e basta davvero poco per ren-dere anche un semplice paio dijeans eco-sostenibile.

A.P.

Attraverso minimi movimenti ondulatori riescono a coprire distanze significative

Nascono i jeans al tessuto di caffè

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Salvatore Patrizio*

Gli Organismi GeneticamenteModificati (OGM) sono organi-smi viventi, non umani, chehanno un patrimonio geneticomodificato tramite tecniched’ingegneria genetica, che con-sentono l'aggiunta, l'elimina-zione o la modifica di porzionigeniche.Il primo OGM fu ottenuto nel1973 da Stanley NormanCohen ed Herbert Boyer. I duericercatori, usando nuove tec-niche di biologia molecolareche si stavano sviluppando indiversi laboratori, riuscironoper primi a clonare un gene dirana all'interno del batterioEscherichia coli dimostrandoche era possibile trasferiremateriale genetico da un orga-nismo ad un altro tramitel'utilizzo di vettori plasmidiciin grado di auto replicarsi. Daallora ad oggi la tecnica delDNA ricombinante è stata uti-lizzata per la produzione dinuovi farmaci (ad esempioquasi tutta l’insulina per dia-betici deriva da OGM), per en-zimi in grado di ridurrel'impatto ambientale dell'in-dustria, in piante ed animaliper migliorare la resistenza a

malattie, tutelare l’ambiente emigliorare le rese. Nel caso delle piante transge-niche è davvero strabiliante ladiffusione che hanno avuto alivello mondiale con circa 180milioni di ettari coltivati, pariapprossimativamente a 14volte la superficie agricola ita-liana. Il 99% di esse è rappre-sentato da sole 4 varietà: soia(56%), mais (25%), cotone(13%) e colza (5%) genetica-mente modificate per ottenerela tolleranza agli erbicidi o laprotezione da alcuni insettiparassiti, come la piralide.Sono un po’ dappertutto: USA,Brasile, Argentina, Canada,India, Cina, Sudafrica e Spa-gna. È importante notare checon l’incremento di superficicoltivate con OGM è diminuitol’utilizzo di agrofarmaci e sonoaumentate sia le rese di pro-dotto che il profitto degli agri-coltori. In Europa è permessocoltivare solo un mais Ogm,mentre è autorizzata l’impor-tazione di 50 diversi tipi diOgm anche per il consumoumano. Da quest’anno alcuniStati europei stanno vietandola coltivazione di Ogm usandola nuova Direttiva (UE)2015/412 dell'11 marzo 2015.

Il nostro Paese si dichiaraOGM-free, ma attenzione, per-ché si vieta la coltivazione diOGM ma non la loro importa-zione. Basta infatti leggere idati del nostro import agricoloche dicono che l’Italia importaogni anno 8 milioni di tonnel-late di soia, cotone e mais inparte OGM. In merito all’uti-lizzo dei cibi transgenici c’èoggi un ampio consenso in am-bito scientifico nel ritenere cheessi non presentino rischimaggiori di quanti ne presentiil normale cibo. Non esistono,infatti, studi che documentinoun qualche danno alla popola-zione derivato dal consumo dicibi OGM. Ciò nonostanteparte dell'opinione pubblica ri-tiene che gli OGM, in ambitoagroalimentare, possano averepotenziali rischi per l'am-biente o per la salute umana eanimale come, ad esempio,tossicità delle proteine sinte-tizzate dai geni inseriti o ri-schio di perdita di biodiversità.Il dr. Roberto Defez, dell’Isti-tuto di Bioscenze e Biorisorse

del Consiglio Nazionale delleRicerche di Napoli e autore de“Il Caso Ogm”, Carocci editore,sul divieto di coltivazione degliOGM e sui loro rischi osservache non è vero che vietando lacoltivazione commerciale epersino la ricerca scientificapubblica sugli OGM si pongaun freno al consumo di OGM;in realtà, si accumulano spa-ventosi ritardi tecnologici e sifavoriscono quelle stesse mul-tinazionali che si millanta di

voler contrastare. A oggi non èmai stato documentato un sin-golo caso di una sola personaospedalizzata al mondo perconsumo di una qualunquepianta OGM. Tutte le piùgrandi organizzazioni interna-zionali hanno espresso unacauta fiducia sugli OGM com-mercializzati spiegando chevanno analizzati uno per unoe non accettati o rifiutati inblocco come stiamo facendo.Le piante OGM in commercioriducono l’uso di vari prodottidi sintesi e, in particolare, in-setticidi e fungicidi. Questeloro doti andrebbero megliovalutate da chi ha a cuore latutela dell’ambiente. Alla luce di tutte queste consi-derazioni è oramai più che ne-cessario che le forze politicheriflettano seriamente sui di-vieti posti agli OGM che por-tano un deficit economico alnostro Paese ma, cosa ancorpiù grave, creano un perico-loso technological gap difficil-mente recuperabile.

*CNR-IBAF UOS Napoli

Il paradosso degli OGML’Italia ne vieta la coltivazione ma ne importa milioni di tonnellate

Roberto Defez, Istituto di Bioscenze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli

Piralide, insetto infestante il mais non OGM

Campo di mais tradizionale

Modelo di DNA con ortaggi Mais OGM

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Daniela Bove

Dal recente rapporto, sullacancerogenicità delle carnirosse e di quelle trasformate,pubblicato dall’Agenzia Inter-nazionale per la Ricerca sulCancro (AIRC) e dall’Orga-nizzazione Mondiale della Sa-nità (OMS), sono emerse delleconclusioni che ci aiutano acomprendere le cause, i fattoridi rischio ed i meccanismi diinsorgenza del cancro. Secondoquanto diffuso in questo primorapporto sulla cancerogenicitàdelle carni rosse e di quelle tra-sformate: “Le carni lavoratesono cancerogene e vanno in-serite nel gruppo 1 delle so-stanze che causano il cancro apericolosità più alta, come ilfumo e il benzene. Meno a ri-schio quelle rosse non lavorate,inserite nel gruppo 2A, che an-novera i probabili processi disalatura cancerogeni perl’uomo”.Il messaggio inviato dalla prin-cipale istituzione in materia,ha sicuramente suscitatogrande clamore conquistandole homepage dei principali sitidi informazione italiana, oltreai titoli dei giornali radio e deitelegiornali, tuttavia, questistudi, riconfermano, come èsempre stato detto, che le carni

rosse lavorate possono esserepiù rischiose rispetto a quellenon lavorate e che, comunque,l’aumento del rischio è semprein relazione alla quantità diassunzione delle carni e, so-prattutto, ai processi di com-bustione che portano allaformazione del benzopirene e

degli idrocarburi policiclici aro-matici, sostanze responsabilidell’effetto cancerogeno dellacarne. Inoltre, i processi di salatura,affumicatura, essicazione e ag-giunta di conservanti chimici,possono aumentare la probabi-lità di sviluppare alcuni tu-

mori: in particolare quelli delcolon-retto e della prostata edel pancreas. Secondo la Pira-mide Alimentare stilata dalCrea-Nut, le carni bianche do-vrebbero essere utilizzate nonpiù di due volte alla settimana,così come quelle rosse (conporzioni mai superiori a cento

grammi). Quanto ai salumi, in-seriti nello stesso gruppo dialcol, fumo di sigaretta,amianto e arsenico (117 in to-tale i cancerogeni del gruppo1), meglio non andare oltreuna porzione a settimana (dacinquanta grammi). Lo stesso dicasi per le carnirosse fresche (porzioni da 80-90 grammi. In ogni modo, per evitare dan-nosi allarmismi è bene sapereche, a prescindere dal fattoche la qualità dei salumi dioggi è superiore a quella di untempo , i nitriti e nitrati, oggi,hanno limiti di utilizzo infe-riori rispetto al passato e so-prattutto noi consumatorisiamo molto più informatisulle corrette modalità di cot-tura, evitando il più possibilei processi di combustione ec-cessiva e non eccedendo nellequantità di assunzione di que-sti prodotti, senza voler, tutta-via, mai eliminare questipreziosi alimenti che hannoun impor- tante valore nutri-zionale. Infatti, “la carne e isalumi, spesso oggetto di pre-giudizi, sono alimenti che con-tribuiscono al perfetto equi-librio nutrizionale garantitodalla Dieta Mediterranea eandrebbero consumati almenodue volte a settimana”.

Carni rosse e rischi correlati

Alimentazione vegan e sport: connubio vincente

Ciro Esposito

Diventare vegan è la scelta piùimportante da fare per cam-biare in meglio il mondo. Si salvano animali, si salval'ambiente, si migliora la pro-pria salute. Ma cosa si intende esattamentecon essere "vegan"? E qualisono i motivi? Fino ad ora ab-biamo sempre sentito parlaredi vegetariani che per rispettodegli animali "non li mangia-vano", mentre i vegani, oltre anon mangiare animali nonmangiano nemmeno i loro pro-dotti -latte e latticini,uova emiele. La scelta è dunque pura-mente etica e si estende a ognisettore, non solo a quello ali-mentare ma anche, da qualcheanno, anche a quello sportivo.Forza, resistenza, concentra-zione. Nello sport tutte questecomponenti sono essenziali e

l'alimentazione gioca un ruolofondamentale nella prepara-zione fisica e mentale. È possibile dunque coniugareun'alimentazione vegana conuna buona attività fisica? Se-condo Maurizio Falasconi, per-sonal trainer vegano ed excalciatore, la risposta è «assolu-tamente sì». E lo ha dimostratocon diversi esempi di "supersportivi", sfatando il mito delvegano pallido e mingherlino.Se la difficoltà è la resistenza,

due sono gli sportivi vegani chemeritano innegabilmente di es-sere considerati. Il primo èDave Scott. Se pensate che iltriathlon olimpico sia uno sportestenuante, cosa si può diredella sua versione estrema,l'Ironman triathlon? La disci-plina prevede 3,8 chilometri dinuoto, 180 chilometri in bici-cletta e un'intera maratona (42chilometri) di corsa. Dave Scottè stato il primo atleta a vincereper sei volte l'Ironman tria-

thlon, sfiorando il record asso-luto di sette vittorie quandoaveva già 42 anni. Il secondoatleta notevole è Scott Jurek.Vegetariano dal 1997 e veganodal 1999, Jurek ha vinto nellasua carriera tutte le più famoseultramaratone del pianeta. Le sue gare consistono nel cor-rere a piedi tra gli 80 e i 160km. Esistono però anche grandisportivi nelle discipline "nor-mali". Aleksej Voevoda, ad esempio, èun grande campione russo deglisport invernali. L'atleta veganoha vinto le ultime olimpiadi in-vernali di Sochi nella disciplinadel bob a due e in quella del boba quattro. Spostandoci dall'al-tra parte del pianeta, troviamoTimothy Bradley. Pugile pro-fessionista americano, ancheBradley ha deciso di vivere se-guendo un'alimentazione ve-gana. Infine, non possiamo

dimenticare le celeberrime so-relle Williams. Le regine statunitensi del ten-nis, hanno intrapreso la viavegan dopo che a Venus,ex nu-mero 1 nella classifica mon-diale,è stata diagnosticata unamalattia del sistema immuni-tario. Nel 2010 le viene diagno-sticata la sindrome di Sjogren,una malattia che atrofizza leghiandole e che provoca sec-chezza agli occhi e alle labbra.Per contrastarla, la campio-nessa ha eliminato dalla suadieta uova, latte e derivati daglianimali. Serena, per solida-rietà, ha deciso di seguire la so-rella e, nonostante questarivoluzione nella loro alimenta-zione, sono rimaste le campio-nesse di sempre. A questo punto è evidente chel'alimentazione vegana influi-sce positivamente sul rendi-mento sportivo.

Il problema secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità

Atleti olimpici, pugili, sciatori, fino alle più celebri sorelle Williams

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

I proprietari del meravigliosocomplesso architettonico e pae-saggistico del cosiddetto: “Mi-glio d'oro”, costituito da unnotevole numero di palazzi egiardini privati, non sempreriuscivano a garantirne la con-servazione, compromessa nonsolo dal tempo ma anche daibombardamenti della SecondaGuerra Mondiale e dalla specu-lazione edilizia degli anni Ses-santa e Settanta. Per questomotivo il Parlamento Italiano,con la Legge 578 del 29 luglio1971 istituì l'Ente per le VilleVesuviane, per provvedere allaconservazione, al restauro ealla valorizzazione. Il Migliod'oro è quel tratto di strada cheattraversa i quartieri napole-tani di Barra e San Giovanni aTeduccio proseguendo poi per icomuni di San Giorgio a Cre-mano, Portici ed Ercolano, finoa Torre del Greco; è definitod'oro per la ricchezza storica epaesaggistica e la presenza displendide ville costruite a par-tire dal Settecento. Il fenomenourbanistico fu avviato, infatti,dal grande Carlo di Borboneche grazie a particolari esen-zioni fiscali, fece nascere le villedella più illustre nobiltà delRegno, lungo quel tratto dellapreziosa "Strada regia delle Ca-labrie", ribattezzato appunto:"Miglio d'Oro". Il Miglio d'oroera un tratto di strada rettili-

neo la cui lunghezza misuravaesattamente un miglio secondoil sistema di unità di misuradella provincia di Napoli allorain uso e aveva due termini pre-cisi, la Villa Aprile in corso Re-sina ad Ercolano e il GranCaffè Palumbo nei pressi dellaVilla Comunale di Torre delGreco. Le architetture delle co-struzioni si integravano perfet-tamente con la strada regia,costeggiata da parchi e da giar-dini. Gli edifici settecenteschi,molti dei quali sono in via di re-cupero, davano quella piacevolesensazione di passare gradual-

mente dalla meravigliosa cam-pagna vesuviana al mare in-cantato e cantato anche daletterati come Plinio o GiacomoLeopardi nelle loro opere. Già nel periodo Rinascimen-tale, intorno alla metà del ‘500l’imperatore Carlo V, fu uno deiprimi a sostare in questi luoghi,ammirandone le bellezze. Suc-cessivamente, sorsero lungo la«strada delle Calabrie» tantemeravigliose ville. Appena unsecolo dopo, la grande eruzionedel 1631 aveva dissuaso i ricchinobili del viceregno napoletanodal costruire alle pendici del

Vesuvio. Da allora fu la collinadi Posillipo la meta più ambitadall’aristocrazia napoletana.Carlo di Borbone visitando ladimora di un nobile napoletanosulla riviera vesuviana, restòincantato dalla bellezza delpaesaggio e dalla mitezza delclima e nel 1738 commissionòad Antonio Canevari la costru-zione della Reggia di Portici.Nello stesso anno re Carlo pa-trocinò la prima campagna discavi per riportare alla luce iresti dell'antica città di Erco-lano. I primi scavi archeologicidella storia dell’umanità.

Grande primato della culturanapoletana. La vitale vegeta-zione declinante verso il mare,il panorama mozzafiato sututto il Golfo di Napoli con vistasu: Capri, Ischia, e Procida, ilprestigio della presenza delladimora reale, il fascino dell'an-tichità, fecero sì che quasi tuttal'intera corte napoletana decisedi trasferirsi lungo il “Migliod'oro”, facendosi costruire villee giardini i stile rococò e neo-classico da architetti del calibrodi Luigi Vanvitelli, FerdinandoFuga, Ferdinando Sanfelice,Domenico Antonio Vaccaro.

Domenico Matania

L’arte, la cultura, la storia e laloro valorizzazione: nel ventune-simo secolo è opportuno chel’immenso patrimonio di cui di-spone il nostro paese sia accom-pagnato da un’appropriatagestione. La città di Napoli e ilsuo centro storico offrono adogni angolo pezzi di storia e dicultura nascosta: è questo ilcaso ad esempio della Chiesa deiSS. Filippo e Giacomo, situatalungo il decumano inferiore avia San Biagio dei Librai, co-struita nel 1593 per il voleredella Corporazione dell’Artedella Seta. La Chiesa è regolarmente con-sacrata, si dice regolarmenteMessa, ma mai prima d’ora si

era ipotizzato di valorizzarla intermini turistici, almeno nonprima dell’arrivo dell’Associa-zione Respiriamo Arte che ha ri-costruito la storia del Complessodando vita a suggestive visiteguidate. I giovani laureati del-l’Associazione hanno ripercorsole tappe che hanno portato allo

stato attuale della Chiesa: laCorporazione dell’Arte dellaSeta si era sviluppata a Napolia partire dall’XI secolo, cono-scendo una rapida ascesa so-ciale che andò di pari passo conil successo e la diffusione delprodotto serico negli usi e co-stumi dei napoletani. Congiun-

tamente all’edificazione dellachiesa nel XVI secolo, nell’adia-cente palazzo di Diomede Ca-rafa, fu trasferito ilConservatorio che, come perogni altra Corporazione, svol-geva il compito di tutelare le gio-vani più bisognose, imparentatecon gli affiliati. Le ragazze,chiuse nel Conservatorio, veni-vano sottratte dai pericoli comela perdita dell’onore ovvero il ca-dere nella prostituzione ed edu-cate all’arte della seta chelavoravano su commissione.L’aspetto tipicamente Baroccorisale al 1758, quando la Chiesafu oggetto di un profondo rinno-vamento; è a questo periodo cherisalgono le opere diGiuseppeSanmartino (l’autore del CristoVelato), Alessio D’Elia e Jacopo

Cestaro. La visita guidata all’in-terno del Complesso ripercorrein maniera esemplare la storiae le bellezze artistiche del luogo.Si ammira un affresco seicente-sco nella parte retrostante l’Al-tare Maggiore, la Cripta con iresti delle giovani affiliate allaCorporazione, lo straordinariopavimento in cotto maiolicato,purtroppo sciupato, che ricoprel’intera navata e il vecchio al-tare ligneo della seconda metàdel ‘600, conservato nella sagre-stia. Inoltre meritevoli di atten-zione i resti archeologici diepoca romana al di sotto del pa-vimento del cortile interno. Questa ed altre suggestioni cu-stodisce il Centro Storico di Na-poli, ricco di cultura e di storieda ricostruire.

Il “Miglio d’oro” e le Ville Vesuviane

La Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo

Grazie a Carlo di Borbone l’intera corte napoletana si trasferì in questa zona

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Marco Spezzacatene

Per tutti noi natura significamare, alberi, monti, animali,senza la luce, però, non sa-rebbe possibile ammirare que-ste meraviglie. Nella pittura,chi ha percorso vie nuovenell’uso della luce è stato cer-tamente Michelangelo Merisida Caravaggio. Con lui av-viene un’autentica rivoluzionenella storia dell’arte. Ad esem-pio, i personaggi usati comemodelli nei suoi quadri, anchein immagini sacre, sono i fre-quentatori di bettole, vaga-bondi e prostitute, provocandocon queste scelte l’ imbarazzodelle gerarchie religiose. Cara-vaggio il ribelle non se ne cura,pur essendo il clero il suo com-mittente principale, e continuaa dipingere tele di un verismomai osato sino ad allora poichéper lui un bravo pittore è chisa “imitar bene le cose natu-rali”. Ma la vera svolta cara-vaggesca consiste nell’usodella luce, essenziale per di-pingere la sua concezione delnaturale. La vocazione di S.Matteo è uno dei quadri dovesi attua questa innovazionesuperando di fatto il manieri-smo pittorico dell’epoca. Am-bientato in un ufficio delletasse con varie persone at-torno ad un tavolo S. Matteoviene indicato e scelto dallamano puntata di Cristo ed unfascio di luce provenientedall’alto rende il tutto intensoe solenne. Tela considerata in-vece quasi blasfema è S.Mat-teo e l’angelo, dove il santo è

rappresentato da un vecchiodimesso, canuto e barbuto coni piedi nudi e sporchi, scontataè l’indignazione della curia diallora. I diversi tagli della luceche usava Caravaggio sonosublimati nei volti dei suoipersonaggi ricordiamo, comeesempio, le diverse espressionifacciali che si trovano nel qua-dro Giuditta ed Oloferne . SuOloferne la luce fa risaltare ildolore e lo stupore del voltomentre viene decapitato da

Giuditta il cui viso esprime in-vece una fiera consapevolezza,come accigliata e cattiva èl’espressione della vecchiaserva in attesa di raccoglierela testa mozzata di Oloferne.Uno dei volti più intensi edrammatici, insieme alla mo-struosa testa della Medusa, èquello di Golia decapitato daDavide. Il Golia in esame è ilritratto tragico e sofferentedello stesso Caravaggio. Deli-cata e tenue invece è la luce

adoperata dal pittore per di-pingere il S. Giovanni battista.Altro quadro controverso è Laconversione di S. Paolo dove lascena dipinta è quasi total-mente occupata da un cavalloilluminato da un fascio di lucementre S. Paolo è per terra di-sarcionato e scomposto. Sem-brerebbe che il protagonistadella scena sia il cavallo e nonil santo, anche questa tela pro-voca le consuete discussioni.Questo carattere libero e ri-

belle ed una condanna peromicidio costrinsero Caravag-gio ad un esistenza errante efuggitiva. Napoli fu una dellesue tappe dove dipinse l’impor-tante Le sette opere di Miseri-cordia. La sua odissea siconclude malato e solo sullaspiaggia di Porto Ercole in To-scana. Con la causa della suamorte tuttora misteriosa, atrentanove anni finiva la vitadell’artista più innovatoredella storia della pittura.

Caravaggio, il maestro della luceCon lui avvenne un’autentica rivoluzione nella storia dell’arte

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Rosario Maisto

Il gusto e l'aroma che contrad-distinguono i vini di unostesso vitigno provenienti dadiverse aree dipendono in mi-sura significativa da piccoledifferenze genetiche presentinei microrganismi che parte-cipano al processo di fermen-tazione. Le differenze organo-lettiche fra i diversi vini pro-dotti dalle stesse uve in zonediverse erano finora attribuitesolo a fattori ambientali e inprimo luogo alle condizioni lo-cali del suolo, a cui si affian-cano clima e pratiche agricole.Lo studio condotto mostra cheoltre la specifica composizionedel suolo contano i particolariceppi di microrganismi che loabitano ovvero nello specificoil Saccharomy ces cerevisiaeche possono essere legger-mente differenti anche in ter-reni sostanzialmente uguali.Analizzando vini prodotti conuve di sei delle principali zonevinicole della Nuova Zelanda,si è scoperto che il sapore earoma del vino dipendonodalle concentrazioni di 39 di-versi composti che il lievito S.cerevisiae produce come sotto-prodotti della fermentazione eche 29 di questi composti va-riano a seconda della regioned'origine del lievito. Quindiprendendo succo d'uva ap-pena ottenuto, lo hanno steri-lizzato, hanno proceduto allafermentazione di ciascunapartita con i sei differenticeppi di S. cerevisiae tipici diquelle aree, di cui avevanoprima sequenziato il genomaidentificando svariate diffe-renze, analizzando infine lacomposizione dei vini ottenuti,i ricercatori hanno scopertoche i livelli dei diversi compo-sti chimici, specie di quelli vo-latili, presenti nei diversicampioni dipendevano in granparte dal tipo di ceppo di lie-vito usato nella fermenta-zione. Questa è la prima prova spe-rimentale diretta del fatto chei microrganismi aiutano a de-finire perché si ottiene vino di-verso in luoghi diversi, ossial'idea di “terroir” dei viticol-tori. Il carattere distintivo re-gionale di un vino ha un ruoloimportante per il suo valore, e

c'è molto interesse a capireche cosa caratterizza un ter-roir, specie in Italia ed inCampania come ad esempio inprovincia di Caserta (Falernodel Massico), di Benevento

(Aglianico del Taburno),cheda origine al Taurasi, il Piedi-rosso anche noto come "Pere-palummo" (Piede di Colombo)dell'Isola d'Ischia e della zonaattorno a Napoli.

I microrganismi che cambiano il vino

Scuole italiane sempre nel-l’occhio del ciclone. Stavolta,però, perché virtuose. Per ap-provvigionamento energetico,bio edilizia o buone pratichesi tratta delle scuole più ecod’Italia grazie ai fondi #scuo-lenuove e #scuolesicure. Que-sti i dati forniti dall’Enea edal documento sull’ediliziascolastica della Presidenzadel Consiglio. La scuola pri-maria di Folignano (Ascoli Pi-ceno) e quella dell’infanzia diValeggio sul Mincio (Verona)sono un esempio in quanto aenergie rinnovabili e fotovol-taico, con un notevole abbat-timento dei costi in bolletta.A Bolzano la prima scuolaipogea, ovvero sotterranea, diItalia, la “Hannah Arendt”.Quattro i piani che ricevono

la luce grazie a un ampio lu-cernario, l’aria con un ade-guato impianto di venti-lazione, mentre l’umiditàviene eliminata grazie a pa-reti schiumate. Sempre inprovincia di Bolzano, lascuola per l’infanzia di RioPusteria possiede un giardino(sede di progetti ludico-didat-tici) attrezzato con giochi co-stituiti da materiali naturali.A Montelupo Fiorentino c’è la

scuola primaria “MargheritaHack”, costruita secondo i cri-teri dell’edilizia sostenibile,con accessi pedonali e ciclabilidiversi da quelli per le vet-ture. I riscaldamenti sono apannelli radianti a bassatemperatura, mentre acquaed energia provengono da unimpianto geotermico. La lucefiltra grazie ad ampie vedutesull’esterno (verde anch’esso),mentre l’intensità è diversifi-

cata a seconda delle attivitàche si svolgono in ciascunaaula. L’Istituto comprensivodi Grottaminarda (Avellino)con lavori di riqualificazionea obiettivo sostenibilità perenergia, barriere architetto-niche e messa a norma del-l’impiantistica. La scuola diClerici di Gerenzano (Va-rese), così come l’IstitutoPlauto di Cesena hanno ri-dotto le emissioni nocive finoa raggiungere l’autosuffi-cienza grazie ad un impiantofotovoltaico. La scuola mediaEinaudi di Cavallermaggiore(Cuneo) possiede un sistemacontinuo di monitoraggioenergetico e due generatorimisuratori di energia ter-mica, uno a metano e l’altro abiomassa. A.E.

Fabio Cuoco

Il polline è una delle principali cause di allergia, special-mente durante il periodo primaverile: durante la stagionedei prati fioriti, infatti, un italiano su cinque è costrettoa ricorrere ai farmaci antistaminici.La notizia di queste settimane, purtroppo, non farà pia-cere ai soggetti allergici: entro il 2050, infatti, non solo lasituazione non migliorerà ma, addirittura, i pollini nel-l’aria quadruplicheranno, complicando ancora di più lavita di chi ne subisce gli effetti. A rilevarlo è stato ungruppo di scienziati appartenenti al progetto europeo“Atopica”, nome abbreviato che sta ad indicare l’“Atopic-diseases in changingclimate, land use and air quality”, iquali hanno pubblicato i risultati di questa ricerca sullanota rivista scientifica “Nature ClimateChanging” Se-condo gli studiosi, dunque, l’aumento esponenziale deipollini sarà dovuto, per due terzi, dai cambiamenti clima-tici, già evidenti negli ultimi decenni, e, per un terzo,dalla colonizzazione dei nuovi ambienti, favorita dalle at-tività umane. Tale risultato è stato raggiungibile dai ri-cercatori tramite due diversi tipi di modelli numerici: ilprimo, utilizzato al fine di simulare i cambiamenti clima-tici sulla base della quantità di gas serra che sarà poten-zialmente emessa nei prossimi 35 anni, il secondo, invece,atto a simulare i fenomeni di invasione della pianta, laproduzione ed il rilascio di polline, con la sua conseguentedispersione nell’aria. Insomma, salvo l’improbabile ado-zione di misure preventive volte quantomeno a ridurre ilpericolo di un’effettiva quadruplicazione di pollini nel-l’aria,in futuro saremo destinati a convivere con questoaltro grande sconvolgimento degli ecosistemi terrestri.

Nel 2050 i pollini nell’aria saranno il quadruplo

A “scuola” di green, le migliori strutture eco d’Italia

Stesso vitigno, sapore diverso a seconda della provenienza

I lavori di riqualificazione ecofriendly premiano alcuni edifici in diverse regioni

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Cristina Abbrunzo

È tutto italiano il progetto wea-rable vincitore del premioSmart Home Hackathon, il con-corso fra start-up giovanili orga-nizzato da Energy@home,associazione senza fini di lucroimpegnata nello studio di nuovetecnologie che puntino, fra lealtre cose, all’efficienza energe-tica in ambito domestico e resi-denziale.Sviluppato dalla start-up ita-liana Circle Garage, nata da ri-cercatori dell'Istituto Italiano diTecnologia di Genova e ope-rante nel campo delle reti disensori, della robotica e della in-terazione uomo-macchina, Hirisè un computer indossabile ingrado non solo di ricevere mes-saggi dall’esterno, ma anche dioffrire feedback tattili a chi loindossa, tramite una serie dipiccoli attuatori in grado di mo-nitorare sia la posizione chealtri parametri, come tempera-tura o battito cardiaco di chi loindossa.Ma oltre a funzioni che abbiamoormai imparato a conoscere,come il contapassi, la misura deiparametri vitali e così via,HIRIS si distingue per la possi-bilità di espansione delle pro-prie funzioni hardware.C'è infatti uno slot che l'utente

potrà usare per inserire unascheda apposita e aggiungereGPS, fotocamere, picoproiettore.Un approccio che in effetti lo faassomigliare almeno un pochinoa un computer desktop, che, trale altre cose, ha proprio la carat-teristica dell'espandibilità.

Ciò che rende questo progetto diparticolare interesse è soprat-tutto la capacità di coniugare ildispositivo indossabile con l’au-tomazione domestica. Hiris, in-fatti, permette di connettertialla tua casa grazie a un brac-cialetto sobrio e poco ingom-

brante, indossabile in ogni si-tuazione quotidiana.Dimenticate quindi telecomandie monitor domotici: da oggi tuttigli apparecchi della casa con-nessa si possono controllare conun semplice gesto della mano.Si potrà infatti alzare le tappa-

relle, spegnere le luci, regolarela temperatura interna, comu-nicandolo all’elettrodomestico diturno con una serie di semplicimovimenti preimpostati (comela rotazione della mano).E se vi trovate fuori casa e vo-lete spegnere una luce che avetedimenticato accesa? Nessunapaura, perché nel dispositivo èprevista anche un’app smar-tphone per il controllo in re-moto.“Di solito i braccialetti smartsono utilizzati in ambito fit-ness”, spiega Luca Lagomar-sino, Brand Manager di CircleGarage “Qui vogliamo trasfor-mare il dispositivo indossabilein un’estensione del nostrocorpo per dialogare con la casa”.In più Hiris interpretando almeglio il tema della casa inter-connessa e sfruttando una tec-nologia indossabile che si basasu gesti semplici, è quindi acces-sibile anche alle persone chehanno problemi motori.Questo futuristico e originaleprogetto ha inoltre partecipatorecentemente al CES di LasVegas (Consumer ElectronicsShow), la fiera mondiale del-l'elettronica di consumo che sitiene ogni anno negli StatiUniti, suscitando molto inte-resse; ora HIRIS è oggetto diuna campagna di crowdfundingsu Indiegogo ed è un orgogliotutto italiano!

Intellipaper: la pen drive usb di carta riciclata

Dimenticate la solita chiavettaUSB in plastica e altri mate-riali poco green. Pensate aqualcosa di ecologico, di ricicla-bile e di riutilizzabile. È natacosì la chiavetta di IntelliPa-per. L'omonima società ha tro-vato infatti il modo ditrasformare frammenti minu-scoli di carta in unità USB per-fettamente funzionanti, chepotrebbero rivoluzionare l'in-dustria dei materiali stampatie ridurre la grande quantità dirifiuti elettronici che attual-mente arricchiscono le discari-che. Proposto sulla piattaformadi crowd funding Indiegogo, In-telliPaper è un progetto cheunisce il rispetto per l’ambientecon le tecnologie dedicate allostorage dei dati: una sorta dipen drive USB, ma che al posto

della plastica o altri materialiutilizza la carta come supporto.L’obiettivo è quello di integrareil chip necessario al salvataggiodei file in un foglio, ottenendocosì una periferica molto sottileda allegare ad esempio a un bi-glietto da visita, oppure a unacartolina d’auguri. Come ripor-tato sul sito ufficiale, l’unico li-mite alle possibili applicazioni

di intelliPaper è dettato dallacreatività. Va però segnalatoche al momento la capacità distorage è piuttosto ridotta: da 8a 32 MB, giusto lo spazio perimmagazzinare qualche foto-grafia o brano musicale. La carta? Uno spreco, avrannopensato in tanti. Tutt'altro. In-telliPaper, per creare le sueunità USB, utilizza carta giù

usata e destinata al cestino deirifiuti, trasformando qualsiasicosa, da una cartolina ad un bi-glietto da visita, da un volan-tino pubblicitario ad unbiglietto d'auguri, in un dispo-sitivo di archiviazione. Unavolta pronto, gli utenti possonoutilizzarlo proprio come una co-mune chiavetta, inserendo ilpezzo di carta in un computerper inviare e ricevere file. Allostesso modo, al proprio bigliettoda visita potrebbe integrata lamemoria USB, come su unacartolina e su un biglietto d'au-guri. IntelliPaper ha realizzatoun kit che include il lettore/pro-grammatore ed il software adun prezzo che si agira intornoai 30 dollari per lo USB StarterKit e 40 dollari per il BlankPaper Kit. C.A.

Hiris: il computer indossabile per controllare la casaUn progetto vincente e tutto italiano

Sempre più all’avanguardia il mondo tecnosostenibile

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Angelo Morlando

La Direttiva “Uccelli” (2009/147/CE) ha permesso una realetutela delle specie di uccelli sel-vatici viventi sul territorio eu-ropeo. La recente pubblicazione del-l'ISPRA propone uno stato deglieffetti di tale tutela e stabilisceun principio fondamentale: ilruolo delle aree protette è indi-spensabile; senza di esse sa-rebbe praticamente impossibileipotizzare una conservazionedelle specie. È opportuno ricor-dare che in Campania abbiamoben 31 zone a protezione spe-ciale (ZPS) con un'estensionemedia di circa 7mila ettari. Traqueste ricordiamo la ZPS deiVariconi, ubicata nei pressidella foce del fiume Volturno,protetta anche dalla Conven-zione di Ramsar e SIC. Facendoriferimento proprio a tale area,abbiamo approfondito lo statodi conservazione per quattrospecie molto note e alle qualisiamo particolarmente legatiperché destano emozioni unichein chiunque possa osservarle:Airone bianco maggiore, Cava-liere d'Italia, Fenicottero e Fo-laga. L'Airone bianco maggiore(Casmerodius albus albus) èuna specie di recente colonizza-zione del territorio italiano edelle regioni europee in genere.La prima nidificazione in Italiaè stata documentata nel 1990nel Delta del Po. Sul breve pe-riodo il trend è crescente e la po-polazione è più che raddoppiatanegli ultimi dieci anni. Il nostropaese accoglie anche un nu-mero considerevole di individuisvernanti. La tutela delle zoneumide e delle loro risorse itticherappresentano le misure più ef-ficaci per la conservazione dellaspecie in Italia.Il Cavaliere d’Italia (Himanto-pus himantopus) è un assiduofrequentatore delle zone umidesalmastre e d’acqua dolce. Trail 1980 e il 2004 la popolazionenidificante è quasi raddoppiata,andando a colonizzare progres-sivamente nuove aree. Il Fenicottero (Phoenicopterusroseus) è distribuito in un vastoareale che va dall’Africa occi-dentale all’Asia sudoccidentale.La popolazione italiana è con-nessa con tutte le colonie medi-terranee. Fortemente specia-

lizzato, anche anatomicamente,nell’alimentarsi primariamentedi Crostacei (genere Artemia)frequenta lagune salmastre ezone umide costiere. La specieha visto una prima nidifica-zione confermata in Sardegnanel 1993, alla quale è seguito unrapido incremento nel numerodelle colonie ed un aumentomarcato nel totale di coppie. La Folaga (Fulica atra atra) èdistribuita in gran parte del-l’Europa, in Africa, Asia ed Au-stralia. Le aree a clima più mitedi questo areale ospitano popo-lazioni residenti, mentre a piùalte latitudini ed in zone piùorientali sono presenti popola-zioni migratrici su breve elungo raggio. La specie è moltodiffusa ed abbondante in in-verno lungo l’intera Italia pe-ninsulare e nelle isole maggiori.Sul breve termine il trend deicontingenti invernali non mo-stra variazioni, mentre una leg-gera tendenza positiva siregistra sul lungo termine.

Molte ZPS, come quella dei Va-riconi, coincidono con zoneumide. Il mantenimento dellepopolazioni esistenti dipendeindispensabilmente dalle moda-lità di gestione proprio di taliaree, in cui le specie nidificano.Tali aree protette sono spessoinserite all'interno di riservenaturali che, come più spessoaccade, si vedono tagliare inmaniera sempre più drastica icontributi minimi necessari perla sopravvivenza. In tali areerestano solo gruppi di volontariche, tra mille difficoltà, provanoa prevenire e contenere impor-tanti fattori di minaccia com-prese le attività venatorieillegali. Alla Regione Campaniaspetta il compito di dare la ne-cessaria attenzione alle areeprotette (visto che dal 1993 èstato fatto poco o niente) e distanziare i fondi indispensabiliper il mantenimento di tali areeuniche. Per saperne di più:- www.isprambiente.gov.it/it

INQUINAMENTO ACUSTICOL’impianto di trattamento dell’acqua deveconsiderarsi ai fini della zonizzazione acu-stica un’attività industriale, operando aciclo ininterrotto per assicurare la conti-nuità dei servizi, grazie all’ausilio di po-tenti macchinari inevitabilmente rumorosi.Essa non è dunque compatibile con laclasse III, che invece è propria di un terri-torio mediamente urbanizzato in cui nonesistono o non dovrebbero esistere attivitàindustriali. La vicinanza di una zona resi-denziale di nuovo insediamento, probabil-mente effetto di una non lungimiranteprogrammazione urbanistica locale, nonpuò pertanto essere affrontato a livello acu-stico imponendo all’attività industriale giàesistente limiti di rumorosità propri dellezone residenziali, tali da determinarne lasostanziale impossibilità di esercizio, maattraverso prescrizioni puntuali finalizzateall’adozione delle migliori tecnologie di iso-lamento acustico. Consiglio di Stato, Sez.IV, n. 4405, del 21 settembre 2015.RIFIUTILa Cassazione, Sezione III con ala Sen-tenza n. 41069 del 13 ottobre 2015 (Cc 22set 2015), stabilisce che il trasporto abusivodi rifiuti, sia sanzionato come reato istan-taneo. Il reato previsto dall'art. 256, comma1, del d.lgs. n.152 del 2006 costituisce reato

istantaneo per la cui integrazione è suffi-ciente un unico trasporto abusivo di rifiuti.RIFIUTIIl luogo di produzione rilevante ai fini dellanozione di deposito temporaneo ai sensidell'art. 183 del d. lgs. 3 aprile 2006, n. 152non è solo quello in cui i rifiuti sono prodottima anche quello che si trova nella disponi-bilità dell'impresa produttrice e nel qualegli stessi sono depositati, purché funzional-mente collegato al luogo di produzione.Cassazione Sezione III n. 41056 del 13 ot-tobre 2015 (Ud 22 set 2015).RIFIUTIQuanto all’obbligo di rafforzare la già esi-stente recinzione del terreno e di provve-

dere alla pulizia e guardiania, esso risultain contrasto con la disposizione dell’articolo841 del codice civile, ai sensi del quale, lachiusura del fondo costituisce per il pro-prietario una mera facoltà e non già unobbligo e tanto meno può essere impostaal detentore. Relativamente all’obbligodella costante vigilanza 24 ore su 24, essaintegra un adempimento al di fuori deicriteri che caratterizzano la custodia e laculpa in vigilando. Invero, la richiesta diun impegno di tale entità sarebbe in con-creto inesigibile e implicherebbe una re-sponsabilità oggettiva che esula daldovere di custodia di cui all’articolo 2051cod. civ. che consente sempre la prova li-beratoria in presenza di caso fortuito, daintendersi in senso ampio, comprensivoanche del fatto del terzo e della colpaesclusiva del danneggiato, nonché dai pa-rametri di colpevolezza previsti dall’arti-colo 192 del TUA. L’obbligo di diligenzacui fa riferimento l’articolo 192 TUA deveessere valutato secondo criteri di ragio-nevole esigibilità, con la conseguenza cheva esclusa la responsabilità per colpaquando sarebbe stato possibile evitare ilfatto solo sopportando un sacrificio obiet-tivamente sproporzionato. Consiglio diStato, Sez. V, n. 4504, del 28 settembre2015.

Viaggio nelle leggi ambientali

Rapporto sull’applicazione della Direttiva 147/2009/CE

La tutela della Zona a Protezione Speciale dei Variconi alla foce del Volturno

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Parità di genere, una chimera utile a tutti

GIOVENCA, SCIAMPISTA, GALLINA:STAI ZITTA E FILA SUBITO IN CUCINA

di Andrea Tafuro

“Le donne non ci devono scassarela minchia”. Con inesauribilestima on. Pippo Gianni. Il depu-tato siracusano durante il dibat-tito sulle quote rosa nella leggeelettorale del 2005, con questo bo-nario ammonimento, racchiusel’intera summa teofallica di un’Ita-lia maschilista e sessista. Non di-sperate, esiste un’accurata e moltodettagliata raccolta composta diinsulti, discriminazioni, pregiu-dizi, riferimenti scientifici e eru-

diti, appelli ideologici sputate addosso alle donne in politica, che va dall'immediato dopoguerra fino al governo Renzi, a opera di padri costituenti,presidenti della Repubblica, premier, segretari di partiti, peones di destra,sinistra e centro in perfetta trasversalità, ce li fornisce Filippo Maria Bat-taglia, in poco più di 100 pagine, nel volume: “Stai zitta e va' in cucina.Breve storia del maschilismo in politica da Togliatti a Grillo”, edito dallaBollati Boringhieri. Non serve andare fino a Roma per scoperchiare il vasodi Pandora degli insulti sessisti. L’anno scorso è balzato all’onore delle cro-nache il caso di Luisa Marro, Assessore alla Cultura del Comune di Caso-ria, oggetto di numerosi attacchi per una foto condivisa su Facebook in cuiè ritratta una donna che beve a una fontana che ricorda una forma fallica.L’immagine scatenò la collera del consigliere regionale Angelo Marino, chechiese, addirittura, le dimissioni dell’assessore dopo aver segnalato il fattoall’ufficio scolastico regionale, poichè la Marro è insegnante. “Per primacosa quella donna nella foto non sono io”, rispose l’interessata che continuò:“Ieri girando su Facebook, trovo su un profilo che conosco, perché mi per-seguita da qualche anno, questa foto con un simbolo fallico e c’era un com-

mento in cui c’era scritto che io come assessore alla cultura di Casoria avreifatto richiesta di questa fontana per la nostra piazza. Avevo due opzioni omi stavo zitta o rispondevo. Ho scelto di rispondere in maniera ironica,prendendo la foto e scrivendo: è molto bella finalmente, ma maneggiare concura”. “Non mi sono pentita di quello che ho fatto rispondendo a chi mi haprovocato, né mi aspettavo che si scatenasse questo putiferio. Non è unacosa che ci fa onore: l’altro ieri notte ci sono state tre bombe qua tra Casoriaed Afragola e non hanno avuto la stessa risonanza di questa sciocchezza”.Scendiamo nel globale, qui i media ci rimandano la notizia che Bangladesh,Mozambico, Bulgaria e Costarica precedono l’Italia nella classifica per laparità di genere in politica, mentre immediatamente dietro di noi stannoBolivia, Angola, Messico. Insomma, si dice alle donne: “Partecipate allavita pubblica, ma fino a un certo punto e se possibile in maniera defilata,nell’ipotesi più favorevole accessoria, mai da protagoniste”. Voi italianisiete dei bavosi misogini? Probabilmente sì. Se è indipendente, è donna damarciapiedi, se è acculturata è controllata o magari non è farina del suosacco, per non parlare, poi, quando subisce violenza fisica, i nostri eroi ro-mani ci metteranno circa vent’ anni per partorire una legge contro la vio-lenza sessuale: dal 1979, quando viene presentato un primo disegno dilegge, al 15 febbraio 1996. Battaglia ci conferma che prima di tutto è unaquestione di testa. La compagna Nilde Iotti non avrà mai vita facile nel Pcie solo molto dopo la morte di Togliatti riuscirà ad essere riconosciuta per ilsuo valore. Insomma lungo il corso della nostra storia repubblicana il giu-dizio sulle donne in politica è passato attraverso la solleticazione prurigi-nosa della donna dall’attività sessuale sregolata che ci rimanda l’immaginedella melensaggine allo stato puro. L’autore alla fine evidenzia che ledonne, di oggi, se da un lato sono più coinvolte nelle discussioni pubblichee sempre più rivestono compiti di interesse nazionale, dall’altro lato la durarealtà ci offre il dato che la partecipazione alla vita politica rimane distantetra uomini e donne over 75, tendendo poi a bilanciarsi nelle fasce genera-zionali giovani, smentendo la leggenda metropolitana che vuole i giovaniin fuga dalla politica. Tutto questo non vi sembra davvero penoso?

Sono consapevole del fatto di dover morire prima dimia moglie, lo conferma anche l’indice europeo dellasalute, secondo il quale la performance italiana è su-periore alla media dell’Unione. Ma ci si sa, l’Italianon è un paese per donne, in base all’Indice UE del-

l’uguaglianza di genere, l’Italia si classifica fra i paesicon la minore uguaglianza in questo settore. Tutti idettagli li trovate nell’approfondita analisi: “La poli-tica sull’uguaglianza di genere in Italia”, redatto perla commissione Diritti delle donne del Parlamentoeuropeo. Lo studio rappresenta una sfida, perché: “all’Italiamanca un’adeguata infrastruttura di genere a livellocentrale per promuovere, coordinare e monitorare leiniziative a favore dell’uguaglianza di genere”. Manon è che una delle criticità analizzate nel rapporto.Ad esempio nel campo della legislazione, le politicheper affrontare lo squilibrio di genere sono state cautee i progressi in ambito giuridico sono stati promossi“principalmente da direttive provenienti dall’UE odalle pressioni esercitate dalla società civile”. Sipensi al solo fatto che il ministero per le Pari oppor-tunità, è stato creato solo nel 1997 presso la Presi-denza del Consiglio dei ministri. Nell’ambito dellapartecipazione delle donne alla vita pubblica non èben definita in Italia e la loro presenza nella politicanazionale non è supportata da un sistema di quotedi genere, anche se i partiti possono introdurre quotevolontarie, “ma non si tratta di una pratica affermatao diffusa”. Nel mondo del lavoro il tasso d’occupa-zione femminile resta basso, soprattutto nel Sud Ita-lia e, in generale, per le donne con basso livello diistruzione. Le leggi anti-discriminazione sono stateadottate, ma i divari di genere “sono ancora elevati”.L’avanzamento di carriera “è difficile”, e le donnesono sovra rappresentate in lavori atipici e precari.

La maternità è tutelata, ma solo sulla carta. Nono-stante l’Italia vanti uno dei congedi di maternità ob-bligatori più lunghi dell’Ue (22 settimane) tuttaviain un contesto produttivo come quello italiano, doveil 95% delle aziende occupa meno di 10 impiegati, idatori di lavoro che temono lunghe assenze delle la-voratrici ricorrono talvolta alla pratica illegale checonsiste nel far firmare alle giovani donne una let-tera di dimissioni, senza data, da utilizzare per giu-stificarne il licenziamento in caso di gravidanza. Pernon parlare della protezione sociale, la violenza ses-suale è stata riconosciuta “reato contro la persona”solo nel 1996. La mutilazione genitale femminile èstata vietata da una legge ad hoc nel 2006. Semprenel 2006 è stato istituito un numero di pubblica uti-lità per le vittime di violenza: si tratta del 1522, unnumero verde disponibile 24 ore su 24. Ad oggi(2014), tuttavia, “vi sono ancora molte aree del paeseche non sono coperte dal servizio”. Il 28 ottobre 2010è stato adottato il primo Piano nazionale contro laviolenza di genere e lo stalking, ma in questo caso “ilproblema principale” risiede nell’attuazione dellalegge in termini di formazione adeguata delle forzedi polizia, di creazione di centri di supporto e di acco-glienza per le vittime di violenze. Non solo. Per gliautori dello studio “va rilevato che la legislazionesulla violenza contro le donne non è frutto di un di-battito pubblico aperto e di un approccio culturalecondiviso, ma si iscrive piuttosto nel quadro di unaserie di riforme finalizzate sin dal principio a salva-guardare l’ordine pubblico”.

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15 novembre 2015 – “Gli artigiani di San Gregorio Armeno per l’acqua pubblica”

Inaugurata la Fiera Natalizia di San Gregorio Armeno.

Nell’occasione, rinvigorita l’unione tra Istituzioni e cittadini per la difesa del bene comune più importante


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