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Gli Esercizi Spirituali sono un tcmpo donatoci da Dio ... · lento all’ira e grande nell’amore....

Date post: 17-Feb-2019
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1 Presentazione Gli Esercizi Spirituali sono un tempo donatoci da Dio affinché possiamo donarlo a Lui in ascolto della Sua Parola, custoditi dal Suo Silenzio, per conoscere il Suo disegno sulla nostra vita e divenire sempre più conformi alla Sua volontà. Sant’Ignazio di Loyola, padre e maestro degli esercizi, ne indica lo scopo nell’impegno di “ vincere se stessi e mettere ordine nella propria vita ”, per realizzare sempre più il fine per cui siamo stati creati: “ lodare, riverire e servire Dio nostro Signore ”. Gli “ esercizi spirituali ” si chiamano così perché esigono un impegno serio e perseverante di attenzione, comprensione, giudizio e decisione, vissuto intensamente per più giorni, in un clima costante di preghiera, sotto la guida di alcune proposte essenziali di meditazione e di discernimento. Sono detti “ spirituali ” perché ad agire in essi è soprattutto lo Spirito Santo, al quale il nostro cuore deve aprirsi per accogliere l’amore di Dio, che proprio lo Spirito effonde nei nostri cuori (Rm 5,5) e senza il quale gli esercizi non potrebbero essere né concepiti, né vissuti. Dopo aver proposto gli esercizi spirituali in Parrocchia da qualche anno nel tempo della Quaresima, ho voluto raccogliere la richiesta di alcuni laici che mi chiedevano un cammino di esercizi spirituali possibile per tutti. Ho così pensato di offrire anche quest’anno cinque incontri, tenuti la sera dopo la S. Messa e quindi facilmente accessibili una volta terminate le diverse occupazioni della giornata. Affido a Dio questo piccolo strumento di preghiera e di conversione del cuore, che dedico specialmente a quanti il Signore ha voluto affidare a me come Padre e Pastore, e invito il lettore a pregare con me e per me e il mio popolo, con le parole della Contemplazione per ottenere l’amore, vertice mistico degli esercizi spirituali di S. Ignazio: Prendi, Signore, e accetta la mia libertà tutta intera, la mia memoria e il mio intelletto, e tutta la mia volontà, ogni mio avere e possesso. Tu me li desti, a Te, Signore, li rendo: tutto è Tuo, disponine a Tua piena volontà; dammi il Tuo amore e la Tua grazia, perché questo mi basta ” ( 234 ).
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Presentazione

Gli Esercizi Spirituali sono un tempo donatoci da Dio affinché possiamo donarlo a Lui in ascolto della Sua Parola, custoditi dal Suo Silenzio, per conoscere il Suo disegno sulla nostra vita e divenire sempre più conformi alla Sua volontà. Sant’Ignazio di Loyola, padre e maestro degli esercizi, ne indica lo scopo nell’impegno di “ vincere se stessi e mettere ordine nella propria vita ”, per realizzare sempre più il fine per cui siamo stati creati: “ lodare, riverire e servire Dio nostro Signore ”. Gli “ esercizi spirituali ” si chiamano così perché esigono un impegno serio e perseverante di attenzione, comprensione, giudizio e decisione, vissuto intensamente per più giorni, in un clima costante di preghiera, sotto la guida di alcune proposte essenziali di meditazione e di discernimento. Sono detti “ spirituali ” perché ad agire in essi è soprattutto lo Spirito Santo, al quale il nostro cuore deve aprirsi per accogliere l’amore di Dio, che proprio lo Spirito effonde nei nostri cuori (Rm 5,5) e senza il quale gli esercizi non potrebbero essere né concepiti, né vissuti. Dopo aver proposto gli esercizi spirituali in Parrocchia da qualche anno nel tempo della Quaresima, ho voluto raccogliere la richiesta di alcuni laici che mi chiedevano un cammino di esercizi spirituali possibile per tutti. Ho così pensato di offrire anche quest’anno cinque incontri, tenuti la sera dopo la S. Messa e quindi facilmente accessibili una volta terminate le diverse occupazioni della giornata. Affido a Dio questo piccolo strumento di preghiera e di conversione del cuore, che dedico specialmente a quanti il Signore ha voluto affidare a me come Padre e Pastore, e invito il lettore a pregare con me e per me e il mio popolo, con le parole della Contemplazione per ottenere l’amore, vertice mistico degli esercizi spirituali di S. Ignazio: “ Prendi, Signore, e accetta la mia libertà tutta intera, la mia memoria e il mio intelletto, e tutta la mia volontà, ogni mio avere e possesso. Tu me li desti, a Te, Signore, li rendo: tutto è Tuo, disponine a Tua piena volontà; dammi il Tuo amore e la Tua grazia, perché questo mi basta ” ( 234 ).

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Preghiera

Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio,

Redentore dell’uomo, manda su di noi il Tuo Santo Spirito che

ci aiuti a vivere con verità e libertà questi esercizi, seguendo Te, luce della vita!

Donaci di purificare il nostro cuore, seguendo Te, luce della vita!

Facci comprendere la volontà del Padre, seguendo Te, luce della vita! Rendici nuovi per realizzarla, seguendo Te, luce della vita!

Donaci di essere Tuoi testimoni, seguendo Te, luce della vita!

Portaci a contemplare la bellezza eterna, seguendo Te, luce della vita!

Perché Tu solo sei la luce del mondo, Tu la luce della nostra vita,

ora nel tempo del pellegrinaggio e per sempre, nel giorno della luce

che non muore. Amen!

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Misericordia io voglio Esercizi spirituali in parrocchia

Ecco la proposta di cinque serate successive, per giovani ed adulti, sul tema della “ MISERICORDIA ”, determinante nella Rivelazione e nella prassi cristiana. Ogni serata prevede la seguente scansione in cinque momenti:

1. Al canto iniziale segue il saluto di chi presiede, con una breve presentazione del tema. Quindi viene lodata/implorata la misericordia del Signore.

2. E’ bene che i brani proclamati della parola di Dio ( quasi sempre due testi ) siano messi nelle mani dei presenti per facilitarne l’attenzione e la risposta orante.

3. Per orientare e sostenere l’intervento omiletico vengono suggeriti spunti di approfondimento e di attualizzazione del messaggio biblico.

4. La lettura di una parte scelta di un documento del Magistero o dell’insegnamento di un maestro di spiritualità riprende e rilancia il tema biblico, inserendolo nell’oggi della Chiesa.

5. La preghiera di invocazione, la recita corale del Padre nostro, l’orazione finale e il canto concludono l’ incontro. Ai presenti è affidato un testo per la preghiera e la riflessione personale.

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1° GIORNO

“ Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell’amore ” ( Sl 103)

Canto iniziale

Saluto di chi presiede

Introduzione

G. Il motto dello stemma di papa Francesco è « Miserando atque eligendo ». Lui stesso ha tradotto con “ misericordando ”, un gerundio inedito che richiama l’accoglienza, il perdono e la tenerezza.

Invochiamo la misericordia del Signore

G. Il Salmo 103 celebra la misericordia di Dio, grande come la distanza tra il cielo e terra, tra l’oriente e l’occidente, e feconda come la tenerezza di un padre verso i figli.

P. Recitiamo a cori alterni questa antica preghiera...

Si recita il Salmo 103. Nel silenzio che segue, chi lo desidero proclama a voce alto un versetto che trova particolarmente significativo.

Benedici il Signore, anima mia,

quanto è in me benedica il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia,

non dimenticare tanti suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,

guarisce tutte le tue malattie;

salva dalla fossa la tua vita,

ti corona di grazia e di misericordia;

egli sazia di beni i tuoi giorni

e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.

Il Signore agisce con giustizia

e con diritto verso tutti gli oppressi.

Ha rivelato a Mosè le sue vie,

ai figli d’Israele le sue opere.

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Buono e pietoso è il Signore,

lento all’ira e grande nell’amore.

Egli non continua a contestare

e non conserva per sempre il suo sdegno.

Non ci tratta secondo i nostri peccati,

non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Come il cielo è alto sulla terra,

così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;

come dista l’oriente dall’occidente,

così allontana da noi le nostre colpe.

Come un padre ha pietà dei suoi figli,

così il Signore ha pietà di quanti lo temono.

Perché egli sa di che siamo plasmati,

ricorda che noi siamo polvere.

Come l’erba sono i giorni dell’uomo,

come il fiore del campo, così egli fiorisce.

Lo investe il vento e più non esiste

e il suo posto non lo riconosce.

Ma la grazia del Signore è da sempre,

dura in eterno per quanti lo temono;

la sua giustizia per i figli dei figli,

per quanti custodiscono la sua alleanza

e ricordano di osservare i suoi precetti.

Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono

e il suo regno abbraccia l’universo.

Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli,

potenti esecutori dei suoi comandi,

pronti alla voce della sua parola.

Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere,

suoi ministri, che fate il suo volere.

Benedite il Signore, voi tutte opere sue,

in ogni luogo del suo dominio.

Benedici il Signore, anima mia.

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Ascoltiamo la Parola

Esodo 34,5-7: Dio misericordioso e ricco di amore

Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e

proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui proclamando:

“Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di

grazia e di fedeltà, che conserva il suo favore per mille generazioni, che

perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza

punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino

alla terza e alla quarta generazione”.

Isaia 49,15-16: Disegnati sulle palme delle mani di Dio

Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non

commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si

dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato

sulle palme delle mie mani, le tue mura sono sempre davanti a me.

Intervento di colui che presiede

P. “ Dio misericordioso ” è il “ biglietto da visita ” personale che Jahvè dà a Mosè, dopo il grave peccato del vitello d’oro. Dio compie il primo passo incontro al suo popolo. Davanti a lui non ci sono meriti da vantare o da rivendicare: egli non si merita, non si raggiunge con il proprio sforzo umano. E Dio cerca l’uomo non perché questi sia buono, ma per farlo diventare buono. E’ impagabile la gioia di essere raggiunti da una Presenza che ci fa sentire accolti. Nel brano dell'Esodo, i primi due appellativi di Dio sono la compassione e la misericordia, gli ultimi l’amore divino e la sua fedeltà; al centro è posta la “ lentezza ” nel punire. E’ la stupenda presentazione della bontà di Dio, che sempre si china sulle fragilità dell’uomo. L’Antico Testamento riprende questo testo - quasi una solenne professione di fede del popolo ebraico - una decina dì volte! Nel secondo brano di Isaia emerge invece come nella Bibbia la misericordia è indicata con una parola che ha a che vedere con “ utero materno ” e con “ viscere ”. Dio ha tratti paterni e materni. Il “ Dio di misericordia ” interviene sempre per salvare e perdonare, favorire la vita e la libertà.

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Breve silenzio

Per approfondire

L. Dall’ enciclica « Dives in misericordia » di san Giovanni Paolo II

Israele si è continuamente affidato, nelle disgrazie come nella presa di coscienza dei suo peccato, al Dio delle misericordie. Tutte le sfumature dell’amore si manifestano nella misericordia del Signore verso i suoi. Anche quando, esasperato dall’infedeltà del suo popolo, il Signore decide di farla finita con esso, sono ancora la tenerezza ed il suo amore generoso per il medesimo a fargli superare la collera. E’ facile allora comprendere perché i salmisti, allorché desiderano cantare le più sublimi lodi del Signore, intonano inni al Dio dell’amore, della tenerezza, della misericordia e della fedeltà. La misericordia non appartiene soltanto al concetto di Dio, ma è qualcosa che caratterizza la vita di tutto il popolo di Israele e dei suoi singoli figli e figlie: è il contenuto dell’intimità con il loro Signore, il contenuto del loro dialogo con lui. L’Antico Testamento incoraggia gli uomini sventurati, soprattutto quelli gravati dal peccato a far appello alla misericordia, e concede loro di contare su di essa: la ricorda nei tempi di caduta e di sfiducia. In seguito, esso rende grazie e gloria per la misericordia, ogni volta che si sia manifestata e compiuta sia nella vita del popolo, sia in quella del singolo individuo. In tal modo, la misericordia viene, in certo senso, contrapposta alla giustizia divina e si rivela, in molti casi, non solo più potente di essa, ma anche più profonda ( n. 4 ).

Invocazioni

P. Invochiamo il “ Dio della misericordia ”, il cui atteggiamento verso gli uomini è improntato ad una incondizionata disponibilità.

Rit.: Padre misericordioso, ascoltaci!

1. Dio di misericordia, che hai coperto la nudità di Adamo ed Eva, copri il nostro peccato con il tuo perdono così che possiamo anche noi conservare la nostra dignità.

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2. Dio di misericordia, che hai impresso a Caino un segno sulla fronte per impedire che venisse assassinato, aiutaci a tenere aperta con tutti la porta della speranza.

3. Dio di misericordia, che hai salvato Noè dalle acque del diluvio, proteggi tutti noi dalle tempeste della vita.

4. Dio di misericordia che hai permesso ad Abramo di intercedere presso di te, accogli le nostre preghi ere per la salvezza di tutti.

5. Dio di misericordia, che hai chiamato Mosè a liberare il tuo popolo dall’Egitto guidandolo con la nube di giorno e il fuoco di notte, sii per noi riposo nella stanchezza e luce nell’oscurità.

6. Dio di misericordia, che hai ascoltato il pentimento del re Davide, donaci di saper chiedere e donare perdono.

7. Dio di misericordia, che ti sei rivelato ai profeti come il Dio santo e fedele, il totalmente Altro e il perennemente vicino, fa’ che percepiamo sempre la tua amorevole Presenza.

8. Dio di misericordia, che hai mandato Giona a predicare per la conversione degli abitanti di Ninive, insegnaci a valorizzare le occasioni di grazia che ci offri.

Padre nostro P. Facciamo nostra la preghiera di Gesù, immolato per intercedere per tutti presso il Padre:

T. Padre nostro...

Consegna del testo di don Primo Mazzolari, da meditare.

Signore, sul quadrante della mia giornata tu non segni che ore di misericordia.

Niente è più bello delle tue misericordie. Ciò che importa a te non è il nostro passato,

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ma ciò che possiamo divenire sotto l’azione della Grazia.

Tu fai credito a tutti per il domani, che è il giorno della salvezza.

Il passato lo si redime nella fedeltà a Colui che ci fa nuova creatura.

(Da “ La Samaritana ”)

Orazione conclusiva

P. O Padre, che sei vicino a chi ti invoca con cuore sincero, aiutaci a cercarti e ad avere fiducia in te, senza approfittare della tua pazienza. Perché lontano da te, non si è felici né si può costruire un mondo più umano e fraterno, uniti a Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli.

T. Amen.

Congedo e saluto

P. Il Signore Dio ci benedica e ci protegga; faccia risplendere il suo volto e ci dia la pace.

T. Amen.

Canto finale

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2° GIORNO

Gesù rivela con gesti e parole il Padre misericordioso

( Si può esporre l’immagine del Cuore misericordioso di Gesù svelato a Suor Faustina Kowalska )

Canto iniziale

Saluto di chi presiede

Introduzione

G. E’ un grave limite fare l’abitudine alla fede, che invece è rivoluzionaria. Gesù insegna che Dio è Abbà, Padre buono e, quindi, non siamo prodotti del caos o del caso, gettati in un mondo anonimo e confuso, frutti di un’evoluzione senza senso. Nella mano del Padre che è nei cieli, possiamo saperci al sicuro in ogni situazione. La sorprendente novità del messaggio di Gesù è la proclamazione della misericordia di Dio in maniera definitiva e per tutti; nel regno del Padre non c’è posto solo per i giusti ma per tutti, nessuno ne è escluso in partenza.

Invochiamo il Signore

G. Il Salmo 146 è un inno al Dio che soccorre.

Lo si recita a cori alterni

Loda il Signore, anima mia:

loderò il Signore per tutta la mia vita,

finché vivo canterò inni al mio Dio.

Non confidate nei potenti,

in un uomo che non può salvare.

Esala lo spirito e ritorna alla terra;

in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.

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Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe,

chi spera nel Signore suo Dio,

creatore del cielo e della terra,

del mare e di quanto contiene.

Egli è fedele per sempre,

rende giustizia agli oppressi,

dá il pane agli affamati.

Il Signore libera i prigionieri,

il Signore ridona la vista ai ciechi,

il Signore rialza chi è caduto,

il Signore ama i giusti.

Il Signore protegge lo straniero,

egli sostiene l’orfano e la vedova,

ma sconvolge le vie degli empi.

Il Signore regna per sempre,

il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.

Ascoltiamo la Parola

Matteo 9,9-13: La chiamata di Matteo

Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle

imposte, chiamato Matteo, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì.

Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e

peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. 11 Vedendo ciò, i

farisei dicevano ai suoi discepoli: “Perché il vostro maestro mangia

insieme ai pubblicani e ai peccatori? ”. Gesù li udì e disse: “Non sono i sani

che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che

cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono

venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.

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Matteo 12,1-14: Le spighe strappate e la guarigione di un uomo dalla mano paralizzata

In quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e

i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le

mangiavano. Ciò vedendo, i farisei gli dissero: “Ecco, i tuoi discepoli

stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato”. Ed

egli rispose: “Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe

fame insieme ai suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio e

mangiarono i pani dell’offerta, che non era lecito mangiare né a lui

né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? O non avete letto nella

Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il

sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui c’è

qualcosa più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa

significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste

condannato individui senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è

signore del sabato”.

Allontanatosi di là, andò nella loro sinagoga. Ed ecco, c’era

un uomo che aveva una mano inaridita, ed essi chiesero a Gesù: “È

permesso curare di sabato? ”. Dicevano ciò per accusarlo. Ed egli

disse loro: “Chi tra voi, avendo una pecora, se questa gli cade di

sabato in una fossa, non l’afferra e la tira fuori? Ora, quanto è più

prezioso un uomo di una pecora! Perciò è permesso fare del bene

anche di sabato”. E rivolto all’uomo, gli disse: “Stendi la mano”. Egli

la stese, e quella ritornò sana come l’altra. I farisei però, usciti,

tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo.

Intervento di colui che presiede

P. Cristo non rivela un Dio distante e distaccato, che troneggia nella sua gloria e beatitudine sopra un mondo pieno di orrori. E’ invece un Dio di amore misericordioso, che si commuove per la sofferenza dei suoi figli. Nei suoi atti e nel suo insegnamento, Gesù è il “ misericordioso ” che “ scandalizza ” la mentalità comune del tempo. Interviene a favore dei suoi discepoli, criticati dai “ benpensanti ”, come quando trasgrediscono il riposo del sabato raccogliendo delle spighe per sfamarsi: « Se aveste compreso che cosa significhi: “ Misericordia io

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voglio e non sacrifici ”, non avreste condannato persone senza colpa » (Mt 12,7 e Os 6,6). Luca è l’evangelista più attento alla misericordia, molto cara anche a Maria (Lc 1,50).

Breve silenzio

Per approfondire

L. Dagli scritti di santa Faustina Kowalska, mistica del XX secolo

Ci sono attacchi nei quali l’anima non ha il tempo né per riflettere, né per chiedere consiglio, né per nient’altro. In quei casi, bisogna combattere per la vita o per la morte. Qualche volta è bene rifugiarsi nella ferita del Cuore di Gesù, non rispondendo nemmeno una parola; per quell’atto stesso il nemico è già sconfitto. Benedetto l’istante e il momento nel quale Gesù ci lascia il suo misericordiosissimo Cuore! Voglio soffrire senza lamentarmi, consolare gli altri, e le mie sofferenze immergerle nel dolcissimo Cuore di Gesù. Felice l’anima che ha capito l’amore del Cuore di Gesù. Sento che sono totalmente proprietà di Dio. Sono pienamente tranquilla per tutto, poiché so che è compito dello Sposo pensare a me. Ho dimenticato completamente me stessa. La mia fiducia è riposta senza limiti nel suo misericordiosissimo Cuore. Sono continuamente unita a lui. Avverto come se Gesù non potesse essere felice senza di me e io senza di lui.

(La misericordia divina nella mia anima pp. 77-78,107-108, 127)

Invocazioni

Rit.: Gloria a te, Signore Gesù!

1. Sei venuto in mezzo a noi per mostrarci il volto buono del Padre, il cui cuore pulsa di un amore illimitato.

2. Hai abitato tra noi insegnandoci a vivere e a morire con fedeltà e coraggio, con obbedienza e condivisione.

3. Sei apparso veramente libero di fronte a tutti e a tutto, hai educato a distinguere il peccato dal peccatore.

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4. Hai preso la parola in difesa dell'amore e della giustizia; hai continuato fin sulla croce a donare il perdono di Dio.

5. Hai reso possibile a tutti la gioia di vivere da figli amati e perdonati, indipendentemente dal proprio passato.

6. Hai portato una nuova sapienza, che cambia la vita di chi ti segue da vicino, con coraggio e speranza.

Padre nostro

P. Per pregare con più consapevolezza la preghiera di Gesù, ne ascoltiamo una parafrasi, letta da due lettori:

L1. Padre nostro...

L2. Com’è bello, Signore, chiamarti Papà e sentirci protetti e amati. Tu sei il Padre « nostro », non “ mio ”, davanti al quale siamo tutti figli e quindi fratelli e sorelle.

L1. ... che sei nei cieli

L2. Tu, Signore, sei l’Altissimo, l’Infinito, irraggiungibile come il cielo. Eppure tu sei sempre vicino a noi con la tua invisibile ed amorosa presenza.

L1. Sia santificato il tuo nome L2. Tu che sei la sorgente della vita e che vuoi il bene di ogni creatura, fa’ che ciascuno risponda con fiducia e prontezza al tuo amore.

L1. Venga il tuo regno

L2. Padre, per realizzare la civiltà dell’amore, hai scelto di cambiare il cuore delle persone da cui tanto dipende. Comincia dal mio, ora e qui.

L1. Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra

L2. Tu, Signore, conosci e vuoi il nostro vero bene e la nostra gioia. Conforma la nostra Vita a Gesù, modello perfetto di obbedienza.

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L1. Dacci oggi il nostro pane quotidiano

L2. Donaci, Signore, il necessario per la vita quotidiana e l’Eucaristia, per imparare a condividere con gli altri i doni da te ricevuti.

L1. Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori…

L2. Donaci, o Padre, la forza di perdonare per primi chi ci ha offeso per osare chiedere da te il perdono dei nostri peccati.

L1. ... e non ci indurre in tentazione

L2. Forte è la tentazione di vivere senza di te, o Dio, e di amare le cose più di te. Insegnaci a vegliare e a pregare per resistere nella prova.

L1. ...ma liberaci dal male.

L2. Aprici gli occhi per riconoscere con chiarezza il male, che ci attrae in modo subdolo, e lotta insieme con noi per renderci liberi per il bello, il vero e il buono.

T. Perché tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli! Segno di pace Consegna di un’immaginetta del Sacro Cuore o di Gesù Misericordioso, con la preghiera di Santa Suor Faustina Kowalska:

Gesù, chiudimi in fondo al tuo Cuore e difendimi dagli assalti del nemico.

Non attendo aiuti dagli uomini: ogni mia speranza è in le.

Dammi il tuo Cuore misericordioso, che può tutto, e sarà sufficiente per me:

non temo nulla. Di una cosa soltanto ho paura:

di offendere te.

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Lascio a te la completa libertà di guidare l’anima mia

per le strade che tu vuoi. Fammi riposare accanto al tuo Cuore.

Congedo e saluto

Dio, Padre misericordioso, ci aiuti con la sua forza a crescere nella grazia e nella conoscenza del Salvatore nostro Gesù Cristo.

T. Amen.

Canto finale

3° GIORNO

Beati ì misericordiosi perché troveranno misericordia

Si possono esporre, in sequenza, su un cartellone i 10 verbi presenti nella parabola del Buon Samaritano: lo vide, ne ebbe compassione, si avvicinò, gli fasciò le ferite, gli versò dell’olio e del vino, lo caricò sulla sua cavalcatura; lo portò all’albergo; si prese cura di lui; pagò per lui; tornò indietro a pagare. Si può anche esporre il quadro del buon Samaritano di Delacroix o di Van Gogh.

Canto iniziale

Saluto di chi presiede

Introduzione

G. Gesù, rivelatore della misericordia di Dio, focalizza due situazioni: quella dei “ poveri ” ( non solo in senso economico ) e dei cosiddetti lontani da Dio, che egli invece va a cercare. Davvero si riconosce “ in Gesù Cristo il nuovo umanesimo ”: è esattamente il titolo del quinto Convegno nazionale della Chiesa in Italia, proposto a credenti e non credenti dal 9 al 15 novembre 2015 a Firenze. L’adesione a Gesù motiva

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e sostiene la piena realizzazione della propria umanità e avvia nuove relazioni con gli altri. L’esperienza cristiana mette in crisi concezioni e stili di vita, pacificamente accettati, anche se riduttivi, unilaterali e sbagliati di ciò che si è e si può diventare. Mettiamoci, dunque, in sincero ascolto del Signore, che conosce la profondità del cuore umano e che opera per realizzare la società sullo stampo delle Beatitudini. E’ la vera sfida della fede, della speranza e della carità.

Invochiamo il Signore

Il Salmo 112 è un elogio dell’uomo giusto.

Lo si recita a cori alterni

Beato l’uomo che teme il Signore

e trova grande gioia nei suoi comandamenti.

Potente sulla terra sarà la sua stirpe,

la discendenza dei giusti sarà benedetta.

Onore e ricchezza nella sua casa,

la sua giustizia rimane per sempre.

Spunta nelle tenebre come luce per i giusti,

buono, misericordioso e giusto.

Felice l’uomo pietoso che dá in prestito,

amministra i suoi beni con giustizia.

Egli non vacillerà in eterno:

Il giusto sarà sempre ricordato.

Non temerà annunzio di sventura,

saldo è il suo cuore, confida nel Signore.

Sicuro è il suo cuore, non teme,

finché trionferà dei suoi nemici.

Egli dona largamente ai poveri,

la sua giustizia rimane per sempre,

la sua potenza s’innalza nella gloria.

L’empio vede e si adira,

digrigna i denti e si consuma.

Ma il desiderio degli empi fallisce.

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Ascoltiamo la Parola

Luca 6,36-42: La trave nel mio occhio

Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non

giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati;

perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura,

pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la

misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”. Disse loro anche

una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno

tutt’e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno

ben preparato sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è

nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo?

Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel

tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la

trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza

dall’occhio del tuo fratello. Luca 10,30-37: Il buon samaritano

Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e

incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne

andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per

quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte.

Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un

Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe

compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino;

poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese

cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede

all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo

rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo

di colui che è incappato nei briganti? ”. Quegli rispose: “Chi ha avuto

compassione di lui”. Gesù gli disse: “Và e anche tu fà lo stesso”.

Intervento di colui che presiede

P. Il termine “ misericordia ” significa portare nel cuore chi non ce la fa, l’opposto della “ cultura dello scarto ” denunciata da Papa Francesco.

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I verbi utilizzati nella parabola del buon samaritano esprimono la “ catechesi del contatto, della concretezza e della tenerezza ”, così cara a Papa Francesco. Inoltre, essi svelano che la misericordia non è un gesto isolato di carità ma un intervento articolato di aiuto a chi è in difficoltà. Stupenda la beatitudine promessa e attuata da Gesù: mentre si offre misericordia, la si riceve da Dio, non come ricompensa ma come partecipazione al suo amore gratuito, che va ben oltre la giustizia. Sentendosi responsabili della felicità altrui, si permette a Dio di esserlo della nostra. E Dio non si lascia vincere in generosità, dona molto più del contributo di ognuno. Inizia così un circolo vizioso: chi è misericordioso crea le condizioni perché anche gli altri lo diventino, superando la logica del calcolo ( occhio per occhio ). Così si verifica il miracolo: dalla ferita dell’altro alla comunione. Breve silenzio Per approfondire L. Dagli scritti di Henri Nouwen, maestro spiritualità del XX secolo

Il Cuore di Gesù non conosceva odio, vendetta, risentimento, gelosia o invidia, ma soltanto amore, un amore così vasto e profondo che abbraccia sia il Padre sia tutta l’umanità nel tempo e nello spazio. Il Cuore di Cristo è il luogo sacro dove tutto ciò che è stato, è e sarà, viene custodito nell’unità. Qui tutta la sofferenza è stata sofferta, tutta l’angoscia è stata vissuta, tutta la solitudine sopportata, tutto l’abbandono è stato provato e tutta l’agonia è stata gridata. Qui l’amore umano e quello divino si sono baciati, e qui Dio, e tutti gli uomini e le donne della storia si sono riconciliati. Qui tutte le lacrime della razza umana sono state piante, qui tutto il dolore è stato compreso ed è stata toccata ogni disperazione. Quel Cuore spezzato diventa il cuore di tutta l’umanità. (Da cuore a cuore, pp. 36-38)

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Invocazioni

P. Chiediamo al Signore la medicina della misericordia, che fa uscire dal guscio del proprio io per entrare in dialogo con lui, con se stessi e con gli altri.

Rit.: Rendici misericordiosi, Signore!

1. Tante famiglie sono spezzate, con mogli e mariti respinti e figli in disagio. Senza giudicare, ti chiediamo

2. Folle sono ormai gli immigrati, i rifugiati, i prigionieri, i senza tetto. Senza fingere di non vedere e di non sapere, ti chiediamo 3. Molti giovani e adulti sono disoccupati, aumenta la violenza e sovraffollate sono le carceri. Grati per i doni ricevuti, ti chiediamo

4. Spesso i malati e gli anziani, i poveri e i deboli sono emarginati. Nell’impegno per la civiltà dell’amore, ti chiediamo

5. Maldicenze, pregiudizi e volgarità deturpano il linguaggio e le relazioni tra le persone. Col desiderio di trasparenza, ti chiediamo

6. L’anonimato e la fretta, il sospetto e l’egoismo caratterizzano i rapporti quotidiani. Bisognosi tutti di conversione, ti chiediamo

7. Illegalità, corruzione e clientelismo sembrano prevalere sulla corresponsabilità. Nella ricerca del bene comune, ti chiediamo

8. Di fronte a scandali e drammi è più facile meravigliarsi che mobilitarsi, criticare o pretendere più che condividere. Con speranza e disponibilità, ti chiediamo

P. Grazie, Signore, per la Chiesa nella quale ciascuno può chiedere e donare misericordia perché vincano l’amore e la speranza. Converti il nostro cuore perché sia capace di compassione e si mobiliti sempre per il bene. Tu, che vivi e regni nel secoli dei secoli.

T. Amen.

Padre nostro

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P. Subito dopo il necessario per vivere, Gesù ha insegnato a chiedere al Padre la misericordia. Solo chi è consapevole di aver bisogno della pazienza e della benevolenza di Dio può esercitare più facilmente la misericordia nei confronti degli altri.

Segno di pace

Si distribuisce e si recita la seguente preghiera di Paolo VI:

la Misericordia è basata sulla reciprocità: il bene fatto agli altri risveglia la propria umanità, spesso assopita dall’egoismo.

Signore, insegnaci ad amare perché il genio dell’apostolato

è saper amare: amare il prossimo e i lontani,

la patria nostra e altrui, gli amici e i nemici, i pagani e gli atei.

Amare tutte le classi sociali, specie quelle più bisognose di aiuto.

Amare i bambini e i vecchi, i poveri e gli ammalati,

chi merita e chi non merita di essere amato. Amare il nostro tempo e il nostro mondo.

O Cristo, donaci di amare con il tuo Cuore, per amore, con l’ampiezza di Dio. Amen

Congedo e saluto Il Signore della pace vi dia la pace sempre e in ogni modo. Il Signore rimanga con tutti voi ( 2 Ts 3,16 ).

T. Amen.

Canto finale

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4° GIORNO

La Chiesa sacramento della misericordia

( Si può scrivere a grandi lettere, in bella visto: « Non disperare mai della misericordia di Dio» san Benedetto )

Canto iniziale

Saluto di chi presiede

Introduzione

G. Proprio perché siamo tutti bisognosi di perdono e di conversione, Gesù ha donato alla Chiesa il sacramento della riconciliazione, nel quale egli dice a ciascuno: « Ti sono rimessi i tuoi peccati... lo sono con te. Va’ in pace e non peccare più! ».

Invochiamo la misericordia del Signore

Il Salmo della misericordia: recitiamo a cori alterni questa preghiera di lode alla misericordia del Signore.

1c Ritorna, Signore, libera la mia vita, salvami per la tua misericordia (6,5). Mostrami i prodigi della tua misericordia, tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra (17,6-7).

2c Ricòrdati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre (25,6). Gustate e vedete com’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia ( 34,9 ).

1c Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia; il tuo amore e la tua fedeltà mi proteggano sempre (40,12). Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore; volgiti a me nella tua tenerezza (69,17).

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2c Tu sei buono, Signore e perdoni, sei pieno di misericordia con chi t’invoca.

1c Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera e sii attento alla voce delle mie suppliche (86,5-6).

2c Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo (51,11-12).

1c Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore, e darò gloria al tuo nome per sempre, perché grande è con me la tua misericordia: hai liberato la mia vita dal profondo degli inferi (86,12-13).

2c O Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, volgiti a me e abbi pietà: dona al tuo servo la tua forza (86,15-16).

1c Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature (145,8-9).

Ascoltiamo la Parola

Luca 19,1-10: Zaccheo

Entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome

Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù,

ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora

corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva

passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse:

“Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. In

fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano:

“È andato ad alloggiare da un peccatore! ”. Ma Zaccheo, alzatosi, disse al

Signore: “Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho

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frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù gli rispose: “Oggi

la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo;

il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era

perduto”.

Giovanni 8, 1-11: La donna adultera

Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all’alba si recò di nuovo

nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora

gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel

mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.

Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne

dici? ”. Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma

Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano

nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per

primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli,

udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.

Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna,

dove sono? Nessuno ti ha condannata? ”. Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E

Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; và e d’ora in poi non peccare più”.

Intervento di colui che presiede

P. La Chiesa è sacramento della presenza di Cristo che accoglie e perdona, guarisce e consola, rimotiva ed invia in missione. Nella Chiesa tutto orienta all’insegnamento e alle azioni di Gesù, segno della misericordia del Padre. La riconciliazione è come la casa nella quale Gesù si è incontrato a-tu-per-tu con Zaccheo; è come la sabbia sulla quale Gesù scrive i nostri peccati, sempre cancellabili. Il perdono è la grazia “ a caro prezzo ” della morte e risurrezione di Cristo data a chi riconosce il proprio peccato: consente di rialzarsi in piedi e di ricominciare, di sperimentare la gioia e la speranza, di essere rafforzati nel bene e nella lotta, contro il male. Nessuno, per vergogna o sfiducia, può darsi per vinto! Breve silenzio

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Per approfondire

L. La misericordia di Dio è una delle tematiche più care a papa Francesco

Il volto di Dio è quello di un Padre misericordioso, che sempre ha pazienza con noi, ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito. Non dimentichiamo questa parola: Dio mai si stanca di perdonarci, mai! Lui mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non è facile affidarsi alla misericordia di Dio, perché quello è un abisso incomprensibile. Ma dobbiamo farlo! « Oh, padre, se lei conoscesse la mia vita, non mi parlerebbe così! ». « Perché, cosa hai fatto? ». « Oh, ne ho fatte di grosse! ». « Meglio! Vai da Gesù: a Lui piace se gli racconti queste cose! ». Lui si dimentica, Lui ha una capacità di dimenticarsi, speciale. Si dimentica, ti bacia, ti abbraccia e ti dice soltanto: « Neanch’io ti condanno; va’, e d’ora in poi non peccare più » (Gv 8,11). Gesù difende il peccatore dai suoi nemici, da una condanna giusta. Gesù non umilia: Lui è coinvolto nel perdono, nella nostra salvezza. La misericordia divina è una grande luce di amore e di tenerezza, è la carezza di Dio sulle ferite dei nostri peccati. Dio perdona non con un decreto, ma con una carezza ( 17 marzo 2013 e 8 aprile 2014 ). Invocazioni

Rit.: Signore misericordioso, pietà di noi!

1. Signore, tu sei amante della vita, ma noi spesso ci lasciamo condizionare dalla cultura della morte. Ti supplichiamo

2. Tu sei paziente nell'amore, ma noi sovente pensiamo male degli altri o non li trattiamo da fratelli.. Ti supplichiamo

3. Tu sei compassionevole con tutti, ma noi talvolta ci lasciamo dominare dall’ira e dall’odio. Ti supplichiamo

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4. Tu sei sempre disponibile,al perdono, ma noi a volte diventiamo duri di cuore e scontrosi. Ti supplichiamo

5. Tu sei amico dei peccatori per redimerli, ma noi facilmente restiamo attratti dal peccato. Ti supplichiamo

6. Tu sei, medico. dello; spirito, ma noi ci vergogniamo di mostrarti le nostre ferite e la nostra nudità. Ti supplichiamo

7. Tu sei custode dei segreti di ognuno, ma noi fatichiamo a consegnarti totalmente la nostra vita. Ti supplichiamo

8. Tu sei luce di santità, ma noi ci stiamo abituando alla penombra della mediocrità. Ti supplichiamo

9. Tu sei buon pastore, ma noi preferiamo vagare lontano dal tuo gregge esposti al pericolo. Ti supplichiamo

Confessione personale

P. Il confessionale « non è una tintoria », ha detto papa Francesco: è un abbraccio che alleggerisce e rigenera, un ristoro e una ripartenza, una pace e una festa da estendere anche agli altri.

Si lascia un congruo tempo per la celebrazione personale della Penitenza, con un sottofondo musicale meditativo. Dopo l’assoluzione sacramentale ognuno accende un cero davanti al Santissimo Padre nostro

Scambio di pace

Consegna

Viene donata a tutti e recitata coralmente questa preghiera di santa Margherita Maria Alacoque

T. Gesù, per me il tuo Cuore sia forza nel combattimento, sostegno nella mia debolezza,

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luce e guida nelle tenebre, riparo ai miei difetti,

santificazione delle mie intenzioni e azioni. Consuma in me tutto ciò che c’è di me

e metti al posto di me ciò che è tuo: trasformami in te.

Voglio vivere soltanto di te e per te. Sii, dunque, la mia vita,

il mio amore e li mio tutto.

Congedo e saluto

P. Andate e portate a tutti la gioia del Signore risorto.

T. Amen.

Canto finale

5° GIORNO

Per una cultura della misericordia

(Si possono esporre, a grandi caratteri le opere di misericordia corporali e spirituali Canto iniziale

Saluto di chi presiede

Introduzione

G. Come rendere più umana la vita per tutti? Le opere di misericordia corporale e spirituale, che sono la sintesi dell’insegnamento di Gesù e la prova della sua inconfondibile testimonianza di vita, indicano la via da intraprendere. Chiediamo luce di discernimento e coraggio di scegliere.

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Invochiamo il Signore

Salmo 85: Preghiera per la pace e la giustizia

Signore, sei stato buono con la tua terra,

hai ricondotto i deportati di Giacobbe.

Hai perdonato l’iniquità del tuo popolo,

hai cancellato tutti i suoi peccati.

Hai deposto tutto il tuo sdegno

e messo fine alla tua grande ira.

Rialzaci, Dio nostra salvezza,

e placa il tuo sdegno verso di noi.

Forse per sempre sarai adirato con noi,

di età in età estenderai il tuo sdegno?

Non tornerai tu forse a darci vita,

perché in te gioisca il tuo popolo?

Mostraci, Signore, la tua misericordia

e donaci la tua salvezza.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:

egli annunzia la pace

per il suo popolo, per i suoi fedeli,

per chi ritorna a lui con tutto il cuore.

La sua salvezza è vicina a chi lo teme

e la sua gloria abiterà la nostra terra.

Misericordia e verità s’incontreranno,

giustizia e pace si baceranno.

La verità germoglierà dalla terra

e la giustizia si affaccerà dal cielo.

Quando il Signore elargirà il suo bene,

la nostra terra darà il suo frutto.

Davanti a lui camminerà la giustizia

e sulla via dei suoi passi la salvezza.

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Ascoltiamo la Parola

Matteo 25,31-46: Il giudizio finale

Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi

angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui

tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa

le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.

Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del

Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla

fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da

mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi

avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato,

carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno:

Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da

mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto

forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti

abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?

Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto

queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a

me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel

fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto

fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato

da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete

vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora

risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato

o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma

egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste

cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se

ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.

Intervento di chi presiede

P. Gesù caratterizza il giudizio finale con l’invito positivo: « Venite, benedetti ... » (Mt 25,34-36). Come criterio di valutazione di ogni esistenza, egli menziona solo opere di amore verso il prossimo e non atti di culto, secondo il dettame del profeta Osea: « Misericordia voglio e non sacrificio » (Mt 9,13; 12,7). La vicinanza di Cristo ai deboli, malati

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ed emarginati rivela il cuore grande del Padre celeste, che trascende la stessa giustizia. Anche in una società ben organizzata, ci sarà sempre spazio per l’amore. Per Benedetto XVI non c’è nessun ordinamento statale giusto che possa « rendere superfluo il servizio dell’amore. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo... Lo Stato non può assicurare l’essenziale di cui l’uomo sofferente - ogni uomo - ha bisogno: l’amichevole dedizione personale » (Deus caritas est, 28b). Anche l’attuale crisi non è solo economica: è il frutto di una desertificazione spirituale, di una scarsa relazionalità, di una perdita di umanità. Chiediamoci: Quali sono le forme di povertà più diffuse nel nostro contesto e come ci interpellano? Cosa possiamo mettere in atto per farvi fronte, come singoli e come comunità?

Breve silenzio Per approfondire

L. Dalla lettera enciclica “ Dives in misericordia ” di san Giovanni Paolo II n. 14

La misericordia diviene elemento indispensabile per plasmare i mutui rapporti tra gli uomini, nello spirito del più profondo rispetto di ciò che è umano e della reciproca fratellanza. E’ impossibile ottenere questo vincolo tra gli uomini se si vogliono regolare i mutui rapporti unicamente con la misura della giustizia. Questa, in ogni sfera dei rapporti interumani, deve subire, per così dire, una notevole « correzione » da parte di quell’amore il quale - come proclama san Paolo - « è paziente » e « benigno » o, in altre parole, porta in sé i caratteri dell’amore misericordioso tanto essenziali per il Vangelo e per il cristianesimo. L’amore misericordioso indica anche quella cordiale tenerezza e sensibilità di cui tanto eloquentemente parla la parabola del figliol prodigo, o anche quelle della pecorella e della dramma smarrita. L’amore misericordioso è sommamente indispensabile tra coloro che sono più vicini: tra i coniugi, tra i genitori e i figli, tra gli amici; esso è indispensabile nell’educazione e nella pastorale. Se Paolo VI indicava a più riprese la « civiltà dell’amore » come fine a cui debbono tendere tutti gli sforzi in campo sociale e culturale, come pure in campo

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economico e politico, occorre aggiungere che questo fine non sarà mai conseguito, se nelle nostre concezioni ed attuazioni, relative alle ampie e complesse sfere della convivenza umana, ci arresteremo al criterio dell’ « occhio per occhio, dente per dente » e non tenderemo invece a trasformarlo essenzialmente, completandolo con un altro spirito. Il mondo degli uomini può diventare sempre più umano solo se introdurremo nel multiforme ambito dei rapporti interumani e sociali, insieme alla giustizia, quell’« amore misericordioso » che costituisce il messaggio messianico del Vangelo. Il mondo degli uomini potrà diventare « sempre più umano », solo quando in tutti i rapporti reciproci, che plasmano il suo volto morale, introdurremo il momento del perdono, così essenziale per il Vangelo.

Invocazioni

P. Facciamo nostra una preghiera del Diario di santa Faustina Kowalska, suora e mistica polacca morta nel 1938, in memoria della quale Giovanni Paolo Il ha dedicato “ alla divina Misericordia ” la prima domenica dopo Pasqua.

Rit.: Alberghi in me la tua misericordia, o mio Signore!

L1. Aiutami, Signore, fa’ che i miei occhi siano misericordiosi, in modo che io non nutra mai sospetti e non giudichi sulla base delle apparenze esteriori, ma sappia scorgere ciò che c’è di bello nell’anima del mio prossimo e gli sia di aiuto.

L2. Aiutami, Signore, a far sì che il mio udito sia misericordioso, che mi chini sulle necessità del mio prossimo, che le mie orecchie non siano indifferenti ai dolori e ai gemiti del mio prossimo.

L1. Aiutami, Signore, a far sì che la mia lingua sia misericordiosa e non parli mai sfavorevolmente del prossimo, ma abbia per ognuno una parola di conforto e di perdono.

L2. Aiutami, Signore, a far sì che le mie mani siano misericordiose e piene di buone azioni, in modo che io sappia fare unicamente del bene al prossimo e prenda su di me i lavori più pesanti e più penosi.

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L1. Aiutami, Signore, a far sì che i miei piedi siano misericordiosi, in modo che io accorra sempre in aiuto del prossimo, vincendo la mia indolenza e la mia stanchezza. Il mio vero riposo sta nella disponibilità verso il prossimo. L2. Aiutami, Signore, a far sì che il mio cuore sia misericordioso, in modo che partecipi a tutte le sofferenze del prossimo. A nessuno rifiuterò il mio cuore...

Salve Regina

P. Invochiamo Maria come “ Madre di misericordia ”, chiedendole di “ rivolgere a noi gli occhi suoi misericordiosi ”.

Consegna della “ Misericordina ”, medicina spirituale che fa arrivare la misericordia nell’anima con l’effetto di tranquillità del cuore, gioia esterna e desiderio di diffondere il bene. E’ indicata per la conversione dei peccatori, l’aiuto in decisioni difficili, la resistenza alle tentazioni, il perdono ad altri e la richiesta di misericordia per un moribondo. E’ consigliata una volta al giorno, senza controindicazioni.

Padre nostro

Scambio di pace

Congedo e saluto

P. Il Dio dell’amore vi renda capaci di opere di misericordia, per realizzare già ora il suo regno di pace, giustizia e libertà. Andate in pace.

T. Amen

Canto finale


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