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Ho udito il Signore che diceva: Chi manderò? Ho detto al...

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N.5 - ottobre 2011 IL PONTE - Anno XXXX Supplemento al n. 34 del 30 settembre 2011 de “IL NUOVO GIORNALE” Autorizzazione Tribunale di Piacenza con decreto n. 4 del 4 giugno 1948 4 0 ° A N N O D I F O N D A Z I O N E Ho udito il Signore che diceva: "Chi manderò?" Ho detto al Signore con gioia: "Se vuoi, manda me"
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n.5 - ottobre 2011IL PONTE - Anno XXXX

Supplemento al n. 34 del 30 settembre 2011 de “IL NUOVO GIORNALE”Autorizzazione Tribunale di Piacenza con decreto n. 4 del 4 giugno 1948

4 0 ° A N N O D I F O N D A Z I O N E

Ho udito il Signore che diceva: "Chi manderò?"Ho detto al Signore con gioia: "Se vuoi, manda me"

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Gli amici del “Ponte” mi hanno costretto a scrivere l’articolo di “fondo”, ben conoscen-

do la mia ritrosia a scrivere… preferisco parla-re.. forse anche troppo a volte, ma mi “tocca”.In questi ultimi tempi sono stato sotto pressione per le note vicende, per la precisione, è dai primi mesi dell’anno che sono sotto tiro.Mi hanno confortato soprattutto due frasi bibli-che: la prima – “tutto è dono”, la seconda – “I miei pensieri non sono i vostri pensieri..”.Tutto è dono anche quando non lo comprendia-mo. Il nostro Dio è misterioso, ci fa dei regali grandiosi, ma i nostri occhi e il nostro cuore non riescono a metterli a fuoco…. e magari li sotto-valutano. Li comprendiamo quando ci vengono a mancare. Così è il cuore dell’uomo: ballerino, insicuro, instabile.Quanto è vera la frase di Gesù: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri”. Se il mondo lo man-dassimo avanti noi, chissà che guasti combine-remmo… eppure, tante volte parliamo dall’alto del nostro sapere (effimero) e abbiamo la pretesa di dare consigli agli altri…. e non solo, ma an-che a Dio!Come siamo bravi noi a fare il mestiere di Dio, ma per fortuna “Lui” non si cura del nostro bla-terare, probabilmente ride di noi (anche Dio ha bisogno di divertirsi) e manda avanti il mondo e la storia come vuole Lui …. E allora che possia-mo dire?, una sola cosa: “Grazie Dio!”.E questo “Grazie Dio” lo faccio mio e lo estendo a tutte le nostre Comunità Parrocchiali, ai sa-cerdoti che hanno condiviso con me questi anni di apostolato, alle autorità pubbliche e civili, ai consigli pastorali – economici, alle associazioni di volontariato presenti in zona, a ogni colla-boratore e a tutti gli amici che ho conosciuto in questi quasi 15 anni.

Vorrei dire tante cose, ma mi è difficile esprime-re i sentimenti e tutto quello che passa nel cuore, allora mi affido alla bontà di tutti voi. Dico la sola parola che conta: “Grazie!”.Questa parola io la porterò nel cuore e la affido a ognuno di voi. E’ la parola chiave che permet-te alla lontananza, ma anche alla amicizia, di vivere e continuare a tenerci uniti.Allora: “Grazie!”. Don Renzo

Bimestrale d’informazione e attualitàFondato nel 1971: da don Dante Concari

Direttore responsabile: don Davide MalobertiDirezione editoriale

don Renzo Corbelletta

Collaboratori: Paolo Labati ([email protected]), don Cesare Lugani, don Paolo Camminati, Sabrina Mazzocchi, Loris Caragnano, Ennio Torricella, suor Luisella, Annalisa Cristofoli, Lorenzo Migliorini, Fe-derico Zanelli, Michela Migliorini, Gianmarco Zanelli, Alberto Burgazzi, Michele Malvicini, Michele An-selmi, Chiara Ratti, Elena Fogliazza, Gianmarco Ratti, Gian Carlo Anselmi, Claudia Cigalla, Manuela Gentissi.Per le fotografie: Foto Cavanna, Oreste Grana, Foto Gaudenzi, Foto Stefano Maggi - “Il colore del Sole”.Redazione, amministrazione e pubblicità: Pontedell’Olio - Tel. 0523 875328Stampa: Grafiche Lama - Piacenza, Strada Dossi di Le Mose 5/7 Tel. 0523 592859 Le collaborazioni sono sempre gradite.Articoli, suggerimenti, notizie, lettere.... possono essere inviate a: - fax 0523 871610 - E-mail: [email protected] e fotografie non si restituiscono se non dietro espressa richiesta.

Editoriale

Il saluto di don Renzo

A V V I S IDomenica 9 ottobre verranno celebrate solo le seguenti S. Messe: 08,00: San Giacomo - 09,00: Ricovero - 10,00: San Giacomo - 11,00: Riva

15,00: San Giacomo: Saluto a Don Renzo

Domenica 16 ottobre verranno celebrate solo le seguenti S. Messe:08,00: San Giacomo - 09,00: Ricovero

16,00: San Giacomo - Ingresso di Don Gigi

Per preparare le celebrazioni di saluto ed ingresso: • Sono tutti invitati a portare vivande per il rinfresco di domenica 9 e 16. Si prega di farle pervenire la dome-nica (9 e 16) mattina presso l’ANSPI dopo le ore 10.00 o nei giorni precedenti in segreteria.• Tutte le comunità parrocchiali sono invitate a preparare una preghiera per don Renzo e don Gigi.

Venerdì 14 ottobre: Apertura del Catechismo alle ore 15,30 presso la Casa del Catechismo.

Domenica 23 ottobre: Ingresso di Don Renzo e Don Franco Cattivelli in Santuario a Bedonia alle ore 16,00

Sarà a disposizione un pullman con partenza da Riva alle ore 13,00. Prenotarsi in segreteria.

Il Nuovo Giornale del 16/09/2011 pubblica l’intervento in cui Mons. Gianni Ambrosio, vescovo della Diocesi di Piacenza-Bobbio, annuncia nomine che toccano da vicino le nostre comunità:- Don Renzo Corbelletta: Rettore del Seminario di Bedonia e del Santuario di Madonna di San Marco;- Don Cesare Lugani: parroco di Bacedasso Basso;- Don Gigi Bavagnoli: parroco di Ponte dell’Olio;- Don Piero Lezoli: parroco di Vigolzone e moderatore dell’Unità Pastorale.

Per l'allestimento dell'immagine di copertina si ringrazia Alberto Cavanna

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Quando il Ponte entrerà nelle case del paese sarò parroco, il vostro

parroco. Mi piace dire "vostro", per-ché nell'aggettivo possessivo c'è l'idea di un'appartenenza, di un legame affettivo e speriamo affettuoso.Tutti si chiederanno: "come sarà il nostro parroco?" e quelli che mi conoscono già, almeno un po', si chiederanno: "come si comporterà da parroco don Gigi?". Do-mande alle quali solo il tempo che vivremo insieme potrà dare risposta.Posso dire questo: quando quindici anni fa entra-vo come parroco al Preziosissimo Sangue, insieme a don Riccardo Lisoni, ero molto più sicuro di me e di come mi sarei mosso. Poi ho imparato, a mie spese ma anche a spese dei parrocchiani, che è meglio non avere troppi progetti, se non quello di ascoltare e di condividere. Ecco, mi piacerebbe poter condividere con tanti, se non con tutti, un pezzo di vita, fare un po' di strada insieme, diventare un po' padre, un po' fratello, in qualche caso ahimé un po' nonno di ciascuno. E magari condividere quella Parola in cui

ho trovato e trovo ogni volta la gioia di essere un uomo, di essere un discepolo del Signore.Mi conforta il fatto di avere accanto a me don Giuseppe, tanti catechisti e tanti ragazzi: tutte persone con le quali abbiamo intrecciato relazioni e amicizie, e condiviso problemi e fati-che. Mi conforta la semplicità con cui in tanti mi hanno accolto, in questi

mesi di supplenza di don Gino. Certo don Renzo e don Gino saranno per un po' punti di riferimento, amici con cui confrontarci e da cui ricevere consigli preziosi.Posso dire che mi sento già un po' a casa a Ponte, perché in questi ultimi anni, in particolare quest'ulti-mo, ho celebrato, ho incontrato, ho vissuto in mezzo a voi. Mi auguro di crescere in questo sentimento e, nello stesso tempo, di farvi sentire a casa quando ci vedremo in Chiesa, o in canonica o per le strade del borgo. E spero di potervi chiamare "miei" parrocchia-ni con la stessa libertà e amicizia con cui mi sento già "vostro" parroco. Don Gigi Bavagnoli

L'inizio di un nuovo cammino

“Addio miei compagni, la mia opera è terminata.Qui sulle rive del mare si scioglie la nostra compagnia.Non vi dirò non piangete perché non tutte le lacrime sono un male”

Mi piace pensare a queste parole, utilizzate in un finale di un grande film per riflettere su questo intenso periodo per la nostra parrocchia: addii, arrivi e conferme che ci proiettano nel futuro portandoci dietro ricordi importanti e

volti speciali. Ma anche attese che si rivelano e nuove persone con cui ci confronteremo e a cui ci affideremo sul nostro cammino, che prosegue inesorabilmente verso obiettivi e traguardi da ricercare e cogliere con passione e coraggio.I ricordi che ritroviamo oggi nel nostro zaino di viaggiatori sono sicuramente i suoi..quelli del mitico Don Renzo: la sua tranquillità di fronte alla mole di lavoro che il nostro Paese comporta, la sua vitalità con tutte le persone, giovani e meno giovani, il suo essere presente sempre con discrezione, il suo continuo correre tra un paese e l'altro, sulle nostre colline che non dimenticherà.Un'attenzione e un amore per il suo mandato che sempre lo ha contraddistinto nel suo vivere a Ponte.Oltre ai ricordi di don Renzo nel nostro zaino, ora mettiamo anche delle nuove scoperte..Nuove scoperte poiché due nuove figure abiteranno la nostra parrocchia.Don Gigi e Don Giuseppe nei mesi scorsi hanno avuto il piacere e la fatica di conoscere il nostro paese con le sue poten-zialità, la sua gente,le sue problematiche e i suoi desideri. Hanno saputo farsi apprezzare e conoscere e ora per loro è il tempo di tendere la mano e trascinare la gente nella quotidianità della cristianità.Il nostro zaino così è ricco di idee, aspettative di nuove persone ed esperienze lasciate da altri...ci lasceremo condurre, consapevoli che la parrocchia siamo tutti noi e che si può essere gruppo solo coltivando stimoli e fidandoci di chi indi-ca la via. Quello che è certo è che la parrocchia per anni è stato un faro importante nella vita di un paese, un luogo di certezze e di lavoro concreto per giovani e adulti, un luogo vivo e animato per le persone anziane in cerca di nuovi stimoli...l'obiettivo di tutti è che questo ambiente non muti i suoi caratteri; cambierà aspetto come è giusto che sia..chi arriva porterà una freschezza e una idea nuova ma l'idea di una parrocchia libera, aperta,sognatrice deve continuare a rinnovarsi nel tempo.Un augurio quindi per tutti di trovare sulla propria strada persone decise a lavorare e ad impegnarsi per un futuro sereno coltivando la propria idea di parrocchia. Grazie a chi parte con la consapevolezza di aver dato tutto e grazie a chi arriva per iniziare un nuovo percorso. A tutti un buon inizio di viaggio... La comunità

È decisamente strano da parte mia non tanto darne notizia, quanto, in questa occasione, tentare alcuni liberi pensieri che definiscano un po’ l’orizzonte di questo nuovo numero de “Il Ponte”. È strano per-ché tutto questo per me è stato l’altro ieri, perché il 14 novembre scorso è stato proprio don Renzo a salutarmi ufficialmente a Ponte dell’Olio, perché non c’è stato giorno in cui in questi mesi non lo abbia sentito, in cui non abbia trovato una scusa per incontrarlo, per potermi sedere a tavola con lui o prendere, semplicemente, un caffé al volo. Ma la vita – lo sappiamo- ha i suoi percorsi e anch’essa talvolta è davvero strana, talmente strana che spesso la com-prensione delle sue trame preziose te la dona solo alla fine, nella distanza o nella lontananza, inaspet-tatamente, come decide lei, con le sue forme, i suoi modi, i suoi tempi e i suoi ritmi. In ragione di tutto questo, ora come in passato, è per me davvero una felice opportunità poter scrivere nuovamente una pagina de “Il Ponte”, l’opportunità di poter fermare una piccola parte della storia della nostra comunità rimanendo semplicemente fedeli al proprio sentire e restituire e donare con libertà pensieri, percezioni, intuizioni, emozioni, sentimenti …Sono stati anni belli quelli vissuti insieme con don Renzo, credo che mai tanta diversità potesse convi-vere insieme: storie differenti, stili di vita completa-mente “altri” dall’altro, percezioni, intuizioni … spes-so anche discordanti e dissonanti di fronte alle quali però non abbiamo mai finto, ma abbiamo sempre avuto la paziente umiltà di saperci raccontare e di saperci umanamente com-prendere e capire. Renzo è un caro affetto e così desidero comunicarlo a chi mi chiede di lui. Non è vero – spero di non scandalizzare nessuno con questa mia franchezza- che i preti si vogliono sempre e tutti bene, parliamo bene, ma razzoliamo male … c’è sempre, infatti, un conflitto di interessi nelle nostre azioni, una sorta di

potere da dovere rivendicare a chi ti è vicino e quan-do nella tua vita compaiono volti amici benedici dav-vero Dio respirando l’inatteso profumo del dono.

Caro Renzo, in questo giorno in cui torni ai tuoi monti, ti ringrazio per l’affetto e la stima che mi hai sempre mostrato in questi anni, per la discrezione con cui mi sei stato vicino in tanti momenti e per la fiducia che mi hai sempre accordato nei tanti azzar-di del mio lavoro. Ti ringrazio per la libertà del tuo cuore, di quando insieme abbiamo lasciato cadere le barriere della convenzione e della circostanza e siamo stati umanamente umani uno di fronte all’al-tro, fragili, senza difese, semplicemente noi, Renzo e Gino.Grazie per come ti sei fatto strumento di Dio per la nostra comunità, per tutte quelle gentilezze che spesso solo alla fine cogli e toccano il tuo cuore. Grazie perché non ti sei mai sottratto al confronto, perché l’ospitalità ha sempre saputo raccontarti, per-ché hai sempre permesso che la nostra casa fosse aperta e accogliente, perché il colore e la fantasia dei nostri ragazzi potessero sempre danzare tra le nostre mura. Tre immagini mi legheranno sempre a te, sono parte della mia intimità con te e spero, davvero, che non ti imbarazzerai se te le dono donandole contempora-neamente anche a chi leggerà questa pagina. Con te-nerezza e forza sono incise nel mio cuore le lacrime di un buio e freddo mattino di inverno, il suono del tuo “fischio” di quando alla sera rincasando spesso tardi mi davi la buonanotte e il profumo del caffé nella nostra cucina con cui auguravi a tutti la buona giornata.Che siano anni belli, d’incontri e di relazioni, di affet-ti e di legami, di semplicità di gesti e di tanta umani-tà… buona strada ovunque tu vada.

Gino

A don Renzo un saluto da don Gino

Il 9 ottobre, dopo 15 anni di servizio presso la nostra comunità, don Renzo saluterà Ponte dell’Olio …

È sempre un piacere leggere alcune righe che un amico prima ancora che un don ci ha mandato. Quando gli abbiamo chiesto di scrivere l'editoriale per la serie “I 40 anni del Ponte”, non sapevamo che sarebbe venuto a coincidere con uno di quei momenti di passaggio che nell'ultimo anno la nostra comunità ha imparato a cono-scere e ad affrontare. Anche in questa occasione i dubbi, le nostalgie e le insicurezze prendono il sopravvento e non lasciano spazio alla curiosità e alla voglia di conoscere qualcosa di nuovo. Credo fortemente che queste parole siano la testimonianza concreta che l'affetto e l'amicizia vanno ben oltre la distanza fisica e testimonino che possediamo qualcosa di intimo e prezioso che prende il nome di ricordo.

Claudia

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Sul settimanale diocesano Il Nuovo Giornale edi-zione del 18 settembre 2011 è stato reso noto il

mio trasferimento da parroco di Vigolzone a parroco di Bacedasco Basso: ho accettato con serenità questo atto dell’autorità ecclesiastica della nostra diocesi, convinto che il Vescovo, al quale ho promesso rive-renza e obbedienza durante il rito della mia consa-crazione sacerdotale, mi aiuta in concreto a rispon-dere alla volontà di Dio che è sempre provvidenza per ciascuno di noi. In realtà questa nomina non mi ha sorpreso più di tanto, anche se, come è ovvio, ha destato in me un certo rammarico per lasciare una comunità dove ho lavorato tanto ed anche con discreto successo e dove mi trovavo sostanzialmen-te bene. Il mio rammarico nasce anche per lasciare tanti amici che nel corso degli anni ho incontrato, molti dei quali son stati miei fattivi collaboratori e che da queste pagine voglio profondamente e pubbli-camente ringraziare. Il motivo fondamentale per cui questa nomina non mi ha eccessivamente sorpreso è perché il nuovo codice di diritto canonico, in un ca-none riguardante i parroci, stabilisce che essi siano nominati per “un tempo determinato” che i vescovi italiani hanno interpretato per ”nove anni”: io son qui a Vigolzone da quindici dove appunto venni il 22 settembre 1996.Questa nomina è giunta al compimento del mio tren-tanovesimo anno di sacerdozio: quando sono stato ordinato prete era appunto il 21 ottobre1972 giorna-ta missionaria mondiale. Sentii il pressante impegno di essere annunciatore del Vangelo, per cui la mia azione pastorale ha sempre cercato modestamente di compiere scelte atte a far vivere e crescere la comu-nità cristiana. Mie guide sono state la costituzione conciliare sulla Chiesa “Lumen gentium” e sui preti “Presbyterorum ordinis”, il Sinodo Diocesano 1991 di Piacenza ed anche il Codice di Diritto canonico che, con i loro enunciati mi son stati di valido aiu-to per le mie scelte pastorali concrete. Questa nomi-na in particolare mi fa riflettere anche che la vita di ciascuno è “dono e mistero”, ma ciò lo sento par-ticolarmente vero per me che lungo questi anni mi son sentito tanto amato da Dio: provengo da one-sti e laboriosi genitori da cui nacqui il 31 dicembre 1947, che mi fecero battezzare il 1 gennaio 1948 e che mi hanno insegnato a vivere concretamente e nell’onestà verso tutti la mia fedeltà al Signore non lasciandomi spaventare dalle varie vicende della vita

che talvolta non sono sempre “esilaranti”. Come dissi quando sono venuto mi son sentito mandato a tutti: bambini - giovani - adulti - anziani - sofferenti e mi sono impegnato per esser loro vicino memore di una espressione di S. Agostino che recita appunto “io per voi sono vescovo [per me traduco sono parroco] ma insieme con voi sono cristiano discepolo di Cristo”. La vita sacerdotale è una modalità di risposta alla fondamentale vocazione alla santità ricevuta nel battesimo. Ora serenamente continuerò a rispon-dere alla mia vocazione sacerdotale dove il vescovo ha ritenuto opportuno di mandarmi come nel 1996 venni serenamente qui a Vigolzone dopo l’esperienza di parroco a Chiavenna Rocchetta, Diolo e Prato Ot-tesola dove pure mi ero trovato bene e conserverò un grato ricordo di Vigolzone e della sua gente buona e laboriosa che da queste pagine cordialmente saluto.

Don Cesare

Anche il Parroco di Vigolzone cambia sede

La rubrica degli editoriali dedicati al 40° anniversario di fondazione de “Il Ponte” si avvicina al nostro tempo e incontra Don Gino. Ripubblichiamo l’editoriale apparso sul N. 2 del 2005, riconoscendo nella dolcezza e nel rispetto alcune parole-chiave fondamenta del dialogo che la redazione cerca di instaurare all’interno della comunità. Chiara

DOLCEZZA E RISPETTO

«Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ra-gione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto…» (1Pt, 3 15-16)

Con dolcezza e rispetto, dice San Pietro. E immediatamente il mio pensiero corre alla nostra vita, a quello che vediamo e che si muove attorno a noi, a quello che più o meno direttamente ci coinvolge prendendoci con sé ed il tempo e la storia, da questo punto di vista, sono inesorabili nei nostri riguardi. Un continuo appello alla nostra libertà è quanto essi, infatti, non solo invocano, ma impongono al nostro vivere. Se e comunque noi decidiamo di noi e della nostra vita anche quando questa sembra essere totalmente distante ed estranea alle nostre decisioni. Siamo ospiti della terra – scriveva Dietrich Bonhoeffer nel campo di concentramento di Tegel – la terra ci nutre avanza un diritto sul nostro lavoro e sulle nostre energie. Le dobbiamo fedeltà e gratitudine. Non possiamo sottrarci alla nostra sorte, per cui siamo necessariamente ospiti e stranieri. Ma quanta dolcezza e quanto rispetto abitano la nostra fedeltà alla terra? Noi alziamo sempre di più la voce quando comunichia-mo: è urlando, infatti, che spesso ci scopriamo a rivendicare le ragioni del nostro essere. Il dialogo si arrende all’aggressività dell’interlocutore, apparentemente più forte e riconosce nel tratto della brutalità della forza la sua sola ragionevolezza. Non voglio perdermi nel ricercarne la causa di cui, sono sempre più convinto, la paura e confusione, rappresentano il nutrimento maggiore, ma solo tentare di riflettere su questo accadere che ci qualifica più di quanto non pensiamo. La politica urla le sue ragioni, i dibattiti televisivi sono sempre più ad appannaggio di grida invereconde, le nostre relazioni, i nostri incontri, la nostra ordinaria convivenza, naufraga spesso in questo vortice di non ascolto. È da quando sono piccolo che sento parlare di noi che non ci guardiamo e non sappiamo ascoltarci. Una stucchevole retorica circonda sempre questi pronunciamenti: che cosa è infatti mai cambiato! Questo è l’uomo, questi siamo noi e questa è l’amara storia dell’uomo che continua da sempre a rivendicare ascolto e tolleranza, ma sempre nella tutela dei propri spazi. Quando pensiamo alla storia, non è forse l’immagine della guerra quella che più istintivamente balza ai nostri occhi?Personalmente se riesco, non a giustificare, ma minimamente a comprendere il fatto che questa aggressività, all’interno delle istituzioni civili, possa anche accadere, mi è invece totalmente incomprensibile ed ingiusti-ficabile quando questa giunge a definire lo spazio dell’esperienza della fede. È, infatti, questo il luogo dove San Pietro rivendica dolcezza e rispetto: nelle ragioni della nostra speranza. Quasi a dire che anche lo spazio di Dio, talvolta, vacilla da questo punto di vista. Ma se Dio è amore e l’amore per l’uomo è ciò che qualifica radicalmente il suo annuncio, come possiamo arrenderci, nel nostro essere credenti, alla possibilità di una non dolcezza e di un non rispetto tra noi? Mi chiedo, ma quando parliamo o invochiamo Dio qual’é il confine tra la mia parola e la Sua parola? Se il mio parlare distrugge l’altro, o non permette l’esprimersi dell’altrui differenza, o se noi stessi percepiamo, innanzi ad un presunto parlare di Dio, che qualcosa di noi non sta vivendo, penso più all’uomo intento a difendere e a tutelare un suo spazio e non lo spazio di Dio. Le ragioni della nostra speranza non possono scendere dal legno della Croce di Gesù, dalle Sue parole di speranza radicale per la vita e per la storia dell’uomo. L’amore di Gesù non era un amore a metà, ma nelle Sue braccia c’era tutta la sua creazione: c’era anche il suo carnefice ed è questo l’incredibile che a volte ci spaventa facendoci chiudere l’orizzonte dell’amore. La nostra Chiesa ha vissuto e sta vivendo vicende epocali serie e profonde. Per favore, non chiudiamo le porte al dialogo e al confronto, non arrendiamoci al cinismo di chi chiude l’uomo in un bieco meccanicismo, ma che la dolcezza e il rispetto definiscano sempre più il tempo di Dio. Don Gino Costantino

Editoriale per i 40 anni

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Il vicario generale mons. Giuseppe Illica e il dia-cono Roberto Porcari, responsabile del centro

missionario diocesano mi hanno invitato con loro a visitare il nord del Brasile, precisamente nella zona di Picos, nello stato di Piauì, e nella zona di Boa Vista nello stato del Roraima. Occorre sicuramente un periodo di tempo lungo per addentrarsi nelle problematiche esistenti, ma il clero e laici sono sicuramente capaci di guidare gli ospiti italiani ad un fruttuoso inserimento sociale per ritor-nare poi a casa con un qualcosa in più. Così è stato anche per altri tre ragazzi italiani, accompagnati da don Mauro Bianchi, con cui ho condiviso i primi giorni a Picos: Gaia Paradiso, laureanda in econo-mia alla Cattolica di Piacenza che ha raccolto docu-mentazione per la sua tesi di laurea specialistica in “social business”, Tino Braga di Castel San Giovanni, pedagogista, che ha visitato le strutture educative presenti in questo territorio così pieno di bambini e di giovani, Donata Meneghelli corrispondente di Libertà che ha pubblicato un reportage riguardo a Picos sul quotidiano piacentino. Tutti e tre sono stati molto coinvolti e sorpresi da questa esperienza. Mi ha colpito molto la dinamicità della gente in città. Si ha l’impressione che ci sia la possibilità per cia-scuno di costruirsi un futuro. Ma i problemi a livello sociale non mancano, i politici non sono ben visti a causa della corruzione, c’è l’esigenza di uno stato intermedio di associazioni che difenda i diritti delle persone e crei un maggior senso di comunione. Le comunità cristiane trovano un riferimento nei ca-techisti che curano le attività pastorali. I missionari, ma in particolare i laici, anche italiani, tentano di portare avanti progetti sociali che hanno contribuito negli anni a smuovere le coscienze dei cattolici lo-cali, invitandoli tramite un’esperienza di volontariato

ad aprire gli occhi sulla realtà di miseria e povertà materiale e morale con la quale non avevano fino a quel momento voluto confrontarsi. La sfida è di met-tere questi progetti totalmente nelle mani dei laici locali, rendendoli responsabili del loro futuro.Nella missione nello stato del Roraima abbiamo in-contrato don Giancarlo Dallospedale (che è anche vicario generale della Diocesi) e la laica Giuseppina Fiorani; le sfide più importanti che abbiamo colto a Roraima sono: la crescita frettolosissima della capi-tale, che oggi conta circa 350.000 abitanti, ma che in pochi anni raggiungerà gli 800.000; la mancanza di una identità culturale, visto che la popolazione arriva da ogni parte del Brasile senza l’idea iniziale di fer-marsi se non per pochi anni; la questione indigena. Quest’ultima è annosa: fin dall’inizio dell’invasione dello stato (allora territorio) di Roraima, i padroni della terra, gli indios Makuxi e Wapixana, sono stati sempre trattati come gente di serie B, buoni al mas-simo per servire negli allevamenti di bestiame e co-munque non padroni della terra. Solo pochi anni fa il governo centrale ha riconosciuto la devoluzione di una buona parte del territorio a loro, ma la reazione locale è molto contraria e dura e la questione non è ancora risolta. Gli indios vivono comunque una forte dipendenza culturale e un forte senso di inferiorità. L’aver visto direttamente i luoghi ed aver incontrato le persone con cui i nostri missionari si sono rap-portati, mi da una certa sicurezza nell’invitare altre persone ad andare a visitare questa parte di mondo. I missionari italiani hanno dato una testimonianza molto apprezzata e la gente non dimentica il bene ricevuto, la relazione avuta con loro. Grazie a tutte le persone che mi hanno accompagna-to in questo viaggio.

don Giuseppe

Viaggio in Brasile

Un momento di fraterni-tà fra missionari a Boa Vista.

Villò, risistemare una chiesa. Una cura reciproca

“Cos’è dunque l’essenza dell’a-bitare? E’ essere posti nella pace, rimanere nella protezione entro ciò che ci è parente e che ha cura di ogni cosa nella sua essenza. Il tratto fondamentale è questo ave-re cura[…]L’abitare, in quanto mettere a riparo l’essenza delle cose, rimanda al costruire e la sua essenza è il far abitare ovve-ro edificare luoghi disponendo i loro spazi” (G. Giordano, La casa vissuta)

La parrocchia, immagine della cura di Dio per gli uomini, ha

bisogno di cura. Il luogo fisico nel quale dovrebbe manifestar-si la cura che il Padre ha per gli uomini, è esposto e dipende dalla cura che questi ultimi hanno nei suoi confronti.Ogni domenica, e non solo, cerchiamo pace, sere-nità, ascolto, riposo in Dio, desideriamo la sua cura per la nostra vita, ma sappiamo che questo desiderio ha bisogno di un luogo nel quale essere vissuto; non sempre è e deve essere la chiesa del paese o del quartiere, ma sicuramente quello è il luogo nel qua-le comunitariamente possiamo vivere quel desiderio. Però tutti, più o meno, sappiamo che quel luogo, ha bisogno di essere pulito, accogliente, sano, caldo, curato insomma.Ecco allora che la fatica, lo sforzo, a volte il sacrificio che una comunità compie per prendersi cura dell’e-dificio parrocchiale non è che un altro modo per in-vocare la cura di Dio su di essa. Prendersi cura della propria chiesa, con il sentimento e la professionalità dovute, significa anche chiedere che Dio continui a prendersi cura di noi, della nostra comunità.Ovvio che ci sono altri luoghi nei quali si manifesta la cura di Dio per l’uomo, ma se la nostra storia ci ha consegnato la “parrocchia” come casa di Dio tra le case, non possiamo non riservarle un’attenzione particolare.A Villo’ abbiamo messo in atto questa cura per la nostra Casa. Ciò che ora appare, come sempre, è l’e-sterno, il “vestito”, ma l’intervento sulla nostra chiesa è stato ben più radicale, e per questo più onero-so. Abbiamo cominciato con la sistemazione esterna per lo smaltimento delle acque meteoriche, smalti-mento che prima era a perdere con gravi infiltra-zioni di umidità nelle fondamenta. Poi c’è stato lo scrostamento dell’intonaco esterno vecchio rovinato dall’umidità e il rifacimento dell’intonaco nuovo con

materiali innovativi in grado di resistere più a lungo all’umidi-tà e all’acqua. Prima dell’ultimo passaggio della verniciatura dell’edificio, c’è stata un’accura-ta pulizia di tutte le parti dell’e-dificio non soggetto allo scro-stamento dell’intonaco.Non solo colore quindi, ma anche tutta una serie di lavori molto meno visibili ma certa-mente importanti, che dovreb-be consentire alla nostra bella chiesa, che da sempre è stata custodita con cura e passione dai parrocchiani e dai parroci di Villo’, di resistere alle intem-perie e al passare degli anni con una certa dignità.

Un grazie a tutta la comunità di Villo’ che sta soste-nendo e sosterrà le spesa di questa sistemazione. Tutti noi desideriamo la cura di Dio, ecco perché abbiamo voluto la nostra chiesa ancora più bella e sana.

La comunità parrocchiale di Villo’

La nossa ciesaTant cme una bella donna innanz cun i’annTaccäva saltä fora tütt ill mangagn.Dal so rughi e dalla so etä,at capiss cul ca l’ha passä:ann d’intemperii, inveran frëd e nebbiuse adess anca i pisson poc rispettus.La nossa ciesa…Dua um bättezza i noss ragasse po i’um vist a spus; dua un benedì i nos mort;dua um cundivïs mumëint bei e dulurus,l’äva pers al so aspett decurus.E allura, sa për al’malä a sciama al dutur,chimò sërviva la man d’un bon pittur.E adess guardäla! L’e turnä al so antïg splendur!Bella…, fora e deintarda i so mür ai pavimeintas pol propria dìca al restauro l’e riuscì.Hoi esagerä un po’?Si, però l’è la cà dal SignurL’è bella la nossa ciesa…L’è la ciesa ad Villò! Isa Adorni

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16 Agosto 2011, festa di San Rocco

Ogni giorno passiamo davanti all’oratorio di San Rocco innumerevoli volte… è una presenza

che ci accompagna da sempre... la facciata è così dal 1803-1804. Una volta all’anno diventa il centro della festa religiosa e civile della nostra comunità che festeggia con particolare solennità la ricorrenza patronale. Anche quest’anno la festa di San Rocco è stata occasione per ritrovarci insieme, per trovare uno spazio, un momento di riflessione e preghiera, pur tra il chiasso delle bancarelle e della fiera. La devozione a San Rocco ha radici antichissime nel-la nostra comunità, un ex voto per la liberazione dalla pestilenza portò i nostri padri a costruire, con un grande impegno comune di tutti i pontolliesi di allora, verso la fine del 1400, un oratorio dedicato a San Rocco che certamente era uno dei primi a

lui dedicati. Il vecchio oratorio ormai decadente tra il 1606 e il 1612 fu sostituito nella forma che oggi conosciamo ad opera della Confraternita dei Disci-plinati di San Rocco. Nel corso dei secoli tante volte i pontolliesi hanno innalzato suppliche e preghiere per avere protezione durante le epidemie di peste e di colera, i registri parrocchiali ci raccontano che nel 1835 e in particolare nel 1836 “….fu fortissima la devozione al santo protettore con larghissima parte-cipazione tant’è che il podestà Pattoni e il prevosto Caneva fecero porre, il giorno della festa, la statua grande di San Rocco nella piazza tanta era la ressa di popolo all’interno dell’oratorio..” e sempre le cro-nache ci raccontano che in quella circostanza “ ..solo sette perirono per il morbo mentre non vi fu paese ossia borgata che non abbia sofferto moltissimo di

più.” Oggi la devozione si esprime in modi rinnovati. Ricorda il passa-to con la tradizione dei ”micchini di san rocco” e vive il presente con la celebrazione della liturgia solenne a cui partecipano le Autorità e le As-sociazioni del nostro paese. La no-stra comunità invita tutti a rinnovare nell’offerta del cero un segno che ci lega alla nostra storia, alle radici da cui proveniamo, ma soprattutto e an-zitutto vuol essere invito e impegno a vivere, ciascuno nel proprio ruolo, l’unità che diventa momento di pace e di crescita per tutti noi. La supplica a San Rocco nei secoli è stata quella di liberarci dalle pestilenze, oggi è supplica a liberarci dalle nuove pe-stilenze… Don Renzo ogni domeni-ca ci ricorda nella liturgia eucaristi-ca quali sono le nuove pestilenze.. “Liberaci Signore dal nostro odio, dal nostro egoismo dalla nostra vio-lenza…e così ha pregato il vescovo Giorgio Corbellini che ha presieduto la celebrazione .

antonio

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Il giorno della festa iniziava all’alba con l’arrivo del-le bancarelle e con le prime messe, sempre affol-late. Fuori dalla chiesa i commerci di articoli rivolti soprettutto ai bambini. La sera la statua della Ma-donna, portata a spalle dalle ragazze, percorreva in processione le sttradine dell’abitato; dalle finestre pendevano le coperte e le lenzuola più belle e sui davanzali brillavano lumini e candele: ci sentivamo benedetti e protetti.Ora i ritmi del tempo sono cambiati e così l’espressione della fede popolare, ma non la fede stessa. La festa è celebrata con mag-gior sobrietà, ma le messe vedono accorre-re molta gente e la processione, che porta la benedizione di Maria alla casa di riposo” Balderacchi”, è sempre frequentata.E’ scomparsa la “ fiera”, ma è rimasto l’a-spetto strettamente religioso che più im-porta.Fuori dalla chiesa il 5 agosto c’è un’unica

bancarella di giocattoli che fa magri affari, mentre è presa d’assalto la bancarella dove le parrocchiane of-frono torte, ciambelline, pane casereccio in cambio di contributi alla manutenzione del nostro Santuario.

C.V.

Eugenia Merlini si racconta...La centenaria di Pontedell'Olio nel giorno della festa per il suo centesimo compleanno racconta la sua storia alle telecamere di Ponte Magazine (servizio del 21 agosto 2011). L'intervista inizia con il racconto della sua gioventù, dei suoi tanti anni trascorsi a lavorare nelle vigne e si snoda fra le simpatiche battute in dialetto della signora Eugenia e i ricordi di un'infanzia caratterizzata da povertà e miseria, in cui non c'era nient'altro da mangiare se non erba selvatica.

Un ricordo della festa di compleanno.

A Riva la festa della Madonna della Neve

Anche quest’anno il Santuario della Madonna del-la Neve di Riva ha celebrato la festa maria-

na che ricorda una miracolosa nevicata avvenuta a Roma un 5 agosto nel IV sec., come segno concesso dalla Madonna a dei noboli romani che volevano erigere una chiesa in Suo onore. Secondo la tradi-zione secolare, così nacque la Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma. Come sempre, la ricorrenza ha richiamato molti fe-deli che hanno partecipato alle messe del mattino e alla processione serale.Non si sa a tutt’oggi quale sia l’origine di questo culto in val Nure e in particolare nella Parrocchia di Riva. Il primo nucleo dell’attuale santuario sembra essere la capella meridionale, dove è conservato un affresco risalente, pare, al 1500. Si tratta di un’imma-gine della Madonna in trono col Bambino, eseguita da un ignoto pittore locale.In un documento del 1560 l’immagine viene deno-minata “ Nostra Signora della Maestà “ , mentre due anni più tardi è definita “ Nostra Signora della Neve”. Successivamente quello che doveva essere un mode-sto sacello di campagna fu inglobato nella più ampia struttura dell’attuale santuario, segno della diffusione del culto in questo luogo, forse a seguito di un mira-colo narrato in un ingenuo ex voto conservato nella cappella . Di alcune opere contenute nella nuova chiesa co-nosciamo la data: la statua lignea della Madonna,

che sovrasta l’altare maggiore, opera dello scultore Ghernaert, è del 1739 e la pala marmorea dell’altare, di grande interesse per la complessità e la bellezza dell’intarsio,porta la data del 1704.La quantità di ex voto appesi nella cappella testimo-niano quanto sia stato vivo nei secoli il culto della Madonna della Neve, prodiga di grazie per i suoi devoti.Certo, nel tempo sono cambiate le modalità in cui la devozione si esprime.Nei miei ricordi di bambina rivedo Anna e Silvio che, agili e spericolati, in piedi sul cornicione della chie-sa, nei giorni precedenti la festa, spazzavano via la polvere e lavavano i finestroni sovrastanti; gli uomi-ni, nel piazzale antistante la cappella e la sacrestia, piantavano lunghi pali per sorreggere un ampio telo grezzo che avrebbe ombreggiato le numerose ban-carelle di dolci e giocattoli.Le donne pulivano la chiesa e il piazzale, lucidavano le panche e chissà che altro, mentre noi bambini, in-curanti del pericolo,ci aggiravamo in quel gran pol-verone, tanto nessuno badava a noi. Intanto le ultime sere della novena, le “ canterine”, guidate dal sig.. Nardo Spelta all’armonium, prova-vano a più voci canti della tradizione popolare più o meno antichi, alcuni bellissimi, che non ho più sentiti: che peccato!La vigilia poi aveva altri suoni, movimenti e profumi: pane e torte cotte nei forni a legna dell’abitato.

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VACANZE A PRADOVERAPrado by night, happy Prado, PCC (Pradovera che conta) e Polo Nord, quattro le camere che hanno dato vita al campeggio che i ragazzi di Vigolzone hanno vissuto dal 30 luglio al 7 agosto. Nove gior-ni trascorsi tra i monti dell’alta Valperino, carat-terizzati da escursioni, giochi in gruppo, momenti di preghiera e tanta allegria, il tutto condito da prelibati manicaretti preparati dalla mitica cuoca Alba.Grazie al bel gruppo di ragazzi, noi educatori sia-mo riusciti con inaspettata facilità a vivere una settimana non solo di divertimento, ma anche di condivisione di momenti forti, quindi….Grazie a voi ragazzi che ci avete fatto sentire non solo educatori, ma soprattutto vostri amici.

Vi aspettiamo il prossimo anno ancor più nume-rosi e più carichi che mai per rendere una piccola parte della vostra vacanza indimenticabile.

Gli educatori

LA PAROLA AI RAGAZZISettimana ... FANTASTICAGruppo ...AFFIATATOEducatori ...IL TOPIncontro con Dio ... FONDAMENTALE

Anche quest'anno ho voluto vedere il mio nome tra l'elenco dei partecipanti alla vacanza proposta dalla parrocchia, dopo un anno di attesa il 30 agosto partimmo alla volta di PRADOVERA. C'erano ragazzi nuovi, ma subito, si sono

integrati nel gruppo. La presenza di Dio nel gruppo era concreta, piccoli grandi si davano una mano nel superare le dif-ficoltà di ogni giorno (nostalgie, "mal di pancia", difficoltà del cammino). La Santa Messa celebrata nel bosco mi ha dato l'opportunità di riflettere, di sentirmi faccia a faccia con Dio... un'emozione indescrivibile!E come scritto nell'invito alla vacanza "questo è il segno di una vacanza che vorrei potesse non finire mai!".Ps. Se la settimana è stata fantastica credo di dover ringraziare chi ha dato tanto impegno, tempo, volontà, voglia di farci crescere... GLI EDUCATORI!! Ma anche chi ci ha fatto avvicinare a Dio... DON CESARE! Un grazie va anche a lei, che dopo le camminate ci ha fatto "rinascere" con la sua cucina, la cuoca... ALBA!!!W sempre e comunque la Prado by night. Greta

Un’altra estate a Pradovera, il posto dove ognuno riesce ad essere se stesso e dove la parola chiave di tutto è INSIEME. Camminare INSIEME, pregare INSIEME, parlare, ballare, cantare, giocare INSIEME e tante altre azioni che hanno riempito questi sette giorni. In questa settimana tutti noi abbiamo fatto esperienze fantastiche, come la messa nel bosco, e anche se nel nostro piccolo, abbiamo fatto piccoli passi avanti e come su una nave abbiamo collaborato per poter continuare

a farla navigare... Stefania

Pradovera, anche se piccola è ricca di emozioni che danno vita alla nostra vacanza: piena di passeggiate che piano piano nel corso della settimana possiamo fare gui-dati dagli educatori, i giochi che tutti i giorni cambiano in base alla guida dei pirati, i momenti di preghiera che facciamo tutti insieme e il conoscere nel profondo le persone che anche se vicine non conoscevamo bene. Lucia

Per me la vacanza a Pradovera di quest’anno è stata un’esperienza divertente e istruttiva sull’amicizia e la felicità dello stare insieme. Durante le passeggiate abbiamo imparato a rispettare il passo e le caratteristiche di ognuno di noi e nei momenti di gioco ci siamo divertiti insieme. Non tutto è andato come si sperava... ma anche se ci sono stati momenti di paura e rabbia il bello della vacanza è stato proprio vivere ogni cosa insieme! Martina

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RESY: UNA STORIA....RESY E’ UNA STORIA

Al primo turno, quello dei ragazzi più giovani, erava-mo in 52, al secondo, per quelli più grandi, eravamo in 62. Centoquattordici nomi che allungheranno la fila di quelli già presenti nei registri di Resy, conservati nel-la Cappellina della casa. Perché questo è Resy, una storia, con tutte le fatiche e le ricchezze che una sto-ria comporta: alti e bassi, lotte e pace, costruzione e ristrutturazione, prospettiva e memoria.L’Azione Cattolica di Piacenza-Bobbio è da più di quarant’anni che considera la casa di Resy come un elemento fondamentale della propria proposta edu-cativa e associativa: la bellezza del luogo, lo stile di comunione e sobrietà, la condivisione del servizio per mantenere le casa e della fatica nelle escursioni e la spiritualità sono alcuni degli ingredienti che man-tengono viva e vivificante questa esperienza.E poi ci sono le persone, perché sono loro che fan-no la storia. Quelle che ci sono passate una volta e quelle che potrebbero salire a memoria il sentiero da S. Jacques; quelle che ci sono state tanti anni fa e “…ma non era così!” e quelle che conoscono a memoria ogni asse e trave della casa; quelle che non ci torne-ranno mai più perché quei tornanti che salgono da Verres sono terribili e quelle che non possono fare a meno della sosta all’autogrill di Viverone, quelle che…”un cielo così non l’ho mai visto!”, quelle che…A noi dell’Azione Cattolica che la proponiamo, piace però pensare – e sperare – che ciò che rimane alle persone che salgono a Resy sia la memoria di una “prossimità” all’Altissimo vissuta in una rete di rela-zioni con le altre persone, in uno stile semplice ma profondo. Per noi dell’AC, Resy non è una vacanza, ma un’esperienza di Chiesa.Spero che i ragazzi delle nostre parrocchie che quest’anno sono stati a Resy abbiano fatto questa esperienza: cinque nel turno dei ragazzi (Greta, Ni-cole, Leo, Riccardo e Fabio) e quattordici nel turno dei giovani. Quando un’esperienza è bella è sempre arricchente; facciamo che questa ricchezza arrivi an-che nelle parrocchie di questi ragazzi.

don Paolo

RESY: SOGNO O REALTA’Quest'anno siamo andate per la prima volta a Resy; abbiamo apprezzato tantissimo questo luogo perché, oltre ad essere immerso nella natura, è tranquillo e sereno: tra suoni di chitarra e scampanelli del be-stiame, si libera la mente dai problemi e si respira costantemente una forte sensazione di pace.

Resy 2011 verso l’altoGrazie ai calorosi compagni d’avventura che riscal-davano le gelide giornate d’estate, alle lunghe cam-minate, dove la meta sembrava irraggiungibile, e ai momenti di riflessione utili per darci sempre un inse-gnamento e talvolta chiarire qualche dubbio abbia-mo capito che Resy si può portare nel cuore ma non si può vivere altrove.Qualsiasi altra cosa potessimo dire non sarebbe per-cepita come meriterebbe perché per capire ciò che ha lasciato in noi Resy ci sarebbe solo una soluzione: VIVERLO!

Quelli di Vigolzone: Barbara, Francesca, Marco, Sara e Samuele

All'inizio si pensava che non riuscissimo a socializ-zare bene,invece...si arriva ad un punto dove si de-sidera solo quell'essenziale, che ti porta a far bril-lare il cuore di gioia e di una splendida amicizia. Le escursioni sono state lunghe e faticose ma una volta arrivati a destinazione, i nostri sforzi veniva-no ripagati dal panorama mozzafiato. Le serate era-no organizzate con giochi, balli, canti e altre attività molto divertenti e naturalmente, non sono mancati i momenti di preghiera.A Resy ti senti in famiglia, non si ha paura di essere se stessi, gli amici ti ammirano per quello che sei, non tanto per la quantità di quello che doni, ma per la qualità.Aspettiamo i “dopo Resy” per poter rivedere tutte le stupende persone che abbiamo conosciuto in questa avventura! Resy ci ha lasciato un'intensa emozione che resterà per sempre nel profondo del nostro cuo-re, sperando di poterla rivivere anno dopo anno.

Il gruppo di Ponte: Chiara, Rita, Giorgia e Sara

....VERSO L’ALTO“VERSO L’ALTO”Ci sono luoghi in cui soffia lo Spirito, uno di questi è Resy. Quest’anno il tema affrontato nel turno dei giovanissimi era “verso l’alto”. Un tema ampio che abbiamo trattato suddividendolo in tre argomenti: affettività, fragilità e cittadinanza. Abbiamo dialoga-to, con l’aiuto degli educatori, e ci siamo confrontati con le nostre paure e le nostre relazioni. Insieme abbiamo riflettuto sull’amicizia, sul suo significato e sul suo valore; un’amicizia è tale se è condivisa e coltivata, deve essere curata e alimentata. Amicizia è due, che a sua volta è contrario di uno, infatti quan-do si ha l’amicizia non si è più soli. Più profondo è stato meditare sulla fragilità; dobbiamo riconoscere ed accettare le nostre fragilità per evitare che esse abbiano il sopravvento sulla nostra vita e superarle dove è possibile. Ci rendiamo conto che molte per-sone hanno delle paure nascoste che faticano ad am-mettere, ma spesso questi timori rendono più forti, se siamo in grado di dominarli. Siamo più saldi nella vita se sappiamo accogliere la fragilità dei giorni che passano e se la sappiamo impiegare come pane del nostro futuro. Il terzo argomento era la cittadinanza, in cui abbiamo parlato del nostro ideale di città, il tutto approfondito dal lavoro di costruzione di un plastico su ciò che riteniamo manchi di utile in una città come Piacenza. Resy è un ottima occasione per riflettere e per crescere, sempre. Nel nostro lavoro di approfondimento abbiamo esaminato la vita di alcu-ni personaggi rilevanti in quanto modelli di fede cri-stiana. Uno fra questi il giovane Pier Giorgio Frassati, di cui porta il nome un sentiero di Resy. Ed è proprio lì a Resy che si impara a seguire gli obbiettivi e a puntare in alto, verso quel qualcosa in più…“Possa il cielo ascoltare le parole ricamate sulla tra-ma dei nostri sogni e sulle nostre dimore provviso-rie, nel profondo dei nostri cuori, nel segreto dei nostri passi…”.Gli amici di Villo’: Marco, Marina, Alice, Beatrice e Riccardo.

Le parole dei più giovaniResy è stata una vacanza che mi ha dato l’opportuni-tà di condividere con altri ragazzi un percorso spiri-tuale molto bello. Spero non finisca mai! Riccardo

La mia prima vacanza a Resy è stata un’esperienza bellissima, che non dimenticherò mai. Voglio andar-ci anche il prossimo anno! Leonardo

L’avventura di ResyResy è stata un’ esperienza fantastica dove ci hanno dato l’opportunità di riprovare l’ emozione di far na-scere delle amicizie che col tempo possono diventa-re più solide o rimanere come sono nate.Oltre a questo, a Resy ho potuto vivere un’ espe-rienza in alta montagna suggestionato da paesaggi stupendi. Grazie a questo mi sono potuto rendere conto di quanto siamo piccoli e indifesi rispetto alla natura. E’ un posto tranquillo dove vivere a contatto con Dio e con gli altri. In questa vacanza ci sono stati momenti di felicità, di serietà e di tristezza, in-somma, emozioni forti ma quotidiane. Io consiglio questa vacanza a tutti perché è un momento di se-rietà ma anche di felicità! Fabio

Resy è stata un’esperienza non da tutti i giorni che mi ha affascinato moltissimo. Mi ha dato la possibili-tà di conoscere nuove persone. Le escursioni, anche se faticose, sono state piacevoli. Le persone che ci hanno assistito ci hanno insegnato a stare in sintonia con la natura. Resy aspettami che sto arrivando!!!

Greta

Per me Resy è stata un’esperienza bellissima, ho co-nosciuto nuovi posti e nuove persone. Io spero di poterci andare tutti gli anni e scoprire nuovi posti e persone bellissime. Nicole

1819

Ricordando la mia vacanza a Torrio posso dire di es-sermi divertito molto a giocare con i miei amici e gli allenatori. La cosa più divertente è stata senz’altro l’ammucchiata anche se capitava spesso di prendere qualche bottarella! E’ stato bello anche fare le cam-minate all’aperto anche se alla sera eravamo molto stanchi!Quando però ci ritrovavamo alla sera tutti insieme era bellissimo!. Luca

L’esperienza di Torrio è stata molto bella..arrivati là ero emozionato perchè dormivo fuori casa per ben 3 giorni!!...la vacanza non è incominciata molto bene e io volevo andare a casa quasi subito perchè non tutti andavamo d’accordo; invece poi mi sono divertito moltissimo e spero che il prossimo anno torneremo a Torrio per una nuova bellissima espe-rienza. Federico

Una frase per Torrio...

Notizie dalla Comunità

Grazie ragazzi e grazie alle famiglie che ci hanno dato l’opportunità di trascorrere meravigliosi giorni in allegria e spensieratezza. gli allenatori

Torrio è la corsa sfrenata per organizzare in ogni det-taglio la permanenza...è la preoccupazione di dimen-ticare il necessario per la sopravvivenza..è la speran-za che le previsioni atmosferiche siano favorevoli...è la gioia e la felicità che leggo nei giorni precedenti sui volti dei bambini...è la nostalgia quando saluto ragazzi e famiglie e torno a casa. Matteo.

Per me l’esperienza a Torrio è stata come una botta di felicità che non dimenticherò; soprattutto perchè l’ho vissuta con i miei amici. Giacomo

La vacanza a Torrio seppur breve, ma intensa, è stato un modo per vivere esperienze divertenti condivise con gli amici e gli allenatori.Grazie di tutto e alla prossima volta Federico

E’ il secondo anno del nostro ritiro a Torrio! Bhè...Secondo me un’esperienza da ripetere sicuramen-te con un po’ meno camminate ma quello che mi piace sempre di più è giocare e confrontarsi l’uno con l’altro perchè ci aiuta a capire il carattere dei propri compagni. Comunque grazie anche ai mister per tutto quello che avete fatto anche quest’anno. Andrea e dai monti al mare

Torrio è l’impazienza e la gioia dell’attesa..la feli-cità, l’allegria, la fatica, le sudate, gli allenamenti, le lunghe camminate, l’arrivo sulla cima del passo Crociglia, gli scherzi e le chiacchierate durante la permanenza.Quando poi si riparte per tornare a casa c’è già nostalgia per questo posto bellissimo, insieme alla speranza per il prossimo anno di essere ancora più numerosi. Infine un grazie speciale a tut-ti i nostri allenatori che ci hanno permesso di vivere questa bella esperienza. Thai

Anche quest’anno come lo scorso gli allenatori ci hanno dato l’occasione di andare in vacanza in un posto che per me è stato bellissimo: Torrio. Ci sia-mo allenati a giocare a pallone, abbiamo fatto lun-

ghe camminate, nei momenti liberi organizzavamo dei tornei di ping-pong e alla sera degli ultimi due giorni abbiamo deciso per un torneo con la play. Ogni giorno il divertimento era assicurato; facevamo diverse ammucchiate e per me questi 4 giorni sono stati stupendi e istruttivi per aiutarci a vivere insie-me. Mi ritengo veramente fortunato ad aver vissuto questa esperienza a contatto con la natura insieme ai miei migliori amici, confrontandoci e sopportan-doci, litigando e aiutandoci. Gli allenatori si sono dimostrati eccezionali. Molto pazienti con noi, guide instancabili ma soprattutto insostituibili amici, parte-cipi ai nostri giochi e alle nostre camminate. Si sono dovuti improvvisare medici, genitori, cuochi e fare le pulizie. Io augurerei a qualsiasi bambino di poter fare questa indimenticabile esperienza. Giancarlo

Un saluto da Gatteo mare da Marco, Sandra e Michele durante la loro set-timana di vacanza avvenuta a fine agosto.

I ragazzi della Polisportiva Pontolliese quest’estate hanno trascorso alcuni giorni in ritiro a Torrio, di seguito pubblichiamo le loro impressioni.

2021

Un Pontelungo

40 anni1998 – L’anno si apre con la lettera indirizzata dal vescovo a tutte le famiglie della Media Val Nure per an-nunciare la prossima Visita Pastorale nella nostra zona; a pag. 3 Mons. Monari scrive, riprendendo le parole di san Paolo: «Ho un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché siate fortificati, o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comunione, voi ed io». Sempre nel numero di gennaio troviamo anche traccia dell’intervento condotto da Gianmarco Ratti, relativo all’emit-tente TelePonte, nell’ambito del Convegno Diocesano sui Mass Media: «La parrocchia non è la “voce del padrone”, ma compie lo sforzo di attrezzare uno spazio di dialogo in cui le persone e le idee possano incon-trarsi e trarre comune arricchimento […] Siamo portatori consapevoli di un piccolo patrimonio di libertà, che per non svanire ha bisogno di allargare i propri confini». Nel numero di aprile la copertina è rappresentata da una foto d’epoca (riportata qui sotto) tratta dalla mostra iconografica ospitata in quel periodo a Grazzano Visconti dal titolo “Le comunicazioni locali in provincia di Piacenza. Dal tramway a vapore alla ferrovia elettrica”, fruendo il materiale messo a disposizione dai collaboratori del gruppo di ricerche storiche pontolliese animato da Giancarlo Anselmi. Sfogliando le pagine del N. 2 apprendiamo che domenica 8 marzo la nostra unità pastorale ha festeggiato i tre anni della comunità “Luna stellata” di Justiano nata con l’obiettivo di accogliere giovani mamme che seguono il pro-gramma terapeutico di recupero con la possibilità di avere accanto i propri figli. L’occasione è particolare perché segna l’inizio di una nuova collaborazione con la nostra comunità che ha messo a loro disposizione un appartamento nella Casa della Carità, al piano superiore della Casa del Catechismo. Il numero di Maggio è ampiamente dedicato alla Visita Pastorale del vescovo, impegnato ad incontrare le diverse realtà attive sul territorio e sempre sul n. 3 si celebra il 15° anniversario della Pubblica Assistenza unitamente all’inaugurazio-ne del sagrato della chiesa della Beata Vergine di Bicchignano. A giugno il nostro giornale riporta l’inizio di un’importante iniziativa: 11 bambini russi, provenienti dalla zona di Tula, ancora segnata dalle conseguenze del disastro radioattivo, sono ospitati da altrettante famiglie pontolliesi; «un ponte di solidarietà internazionale che rappresenta una finestra aperta su problematiche geograficamente lontane da noi ma ben riconoscibili nei volti dei bimbi che hanno partecipato alla vita della nostra comunità». L’ultimo numero dell’anno ospita un breve resoconto relativo ai primi passi mossi nella Media Val Nure per l’avvio di una nuova missione popolare a fine novembre, tra le iniziative anche un ciclo di incontri di ap-profondimento e riflessione iniziato con l’intervento di Don Roberto Tagliaferri sul tema «Quale linguaggio per la missione?». Tra le notizie riportate anche l’anniversario trentennale del Coro Montenero, celebrato per l’occasione con la preparazione del primo cd musicale.

1999 - Nei primi mesi dell’anno viene apportata un’importante modifica per la chiesa di San Giacomo: viene sostituito il congegno meccanico che regolava il campanile di San Giacomo. Si trattava di un meccanismo vecchio di 100 anni, che rappresenta comunque una parte di storia per la parrocchia. Il secondo numero del giornale dedica alcune pagine all’archeologia industriale pontolliese e alla storia delle fornaci, simbolo del paese. Un altro simbolo del paese, il Fontanasso, viene restaurato nei primi mesi dell’anno e si ripercor-rono le sue origini come lavatoio pubblico, creato nel luogo in cui sgorgava un’antica fonte. Nel numero del

mese di maggio compare lo spazio giovani dedicato alla riflessioni dei ragazzi sul tema del viaggio svolto ad Assisi insieme a Don Gino. Pontedell’Olio spicca anche per la rilevanza che offre ai canti corali, tra i quali occorre ricordare l’attività del coro Montenero. Il numero che compare dopo l’estate apre con un articolo de-dicato a Suor Dina in occasione della festa dell’”Angil dal Dom” che viene consegnato alla suora piacentina che ha dedicato gran parte della sua vita missionaria all’assistenza dei bambini in Colombia. Padre Giancarlo Passerini viene nominato Visitatore della Provincia Romana della Congregazione della Missione; l’articolo ri-porta che “ora nuovi impegni lo attendono. Sappiamo, però che, appena possibile, tornerà in mezzo a noi per condividere momenti di preghiera e fraternità”. Il penultimo numero dell’anno apre con l’immagine dell’or-gano Sangalli, situato in San Giacomo, a cui viene dedicato un libro. Lo spazio giovani di questo numero è dedicato ai pensieri raccolti sul cammino di Santiago che ne descrivono la magia e la bellezza. Il numero, uscito nel periodo natalizio, apre all’insegna dell’iniziativa “Viviponte”, nome per indicare un’associazione di volontari che si impegna ad organizzare iniziative che hanno la finalità di promuovere il paese e i prodotti locali. Il diacono Stefano Antonelli, che ha operato a Pontedell’Olio per qualche tempo, viene ordinato sacerdote dal vescovo in cattedrale. Da questi numeri la comunità di Pontedell’Olio comincia a conoscere la realtà di Tula, cittadina della Russia, dalla quale provengono alcuni bambini che trascorrono alcuni mesi estivi presso alcune famiglie pontolliesi. Fra le famiglie e i bambini nasce una costante corrispondenza che viene riportata sul giornale.

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A Vigolzone, per i più giovani, l’estate tra-scorre nel segno del Grest, esperienza di gioco, di tempo donato, di gioia condivisa.A Pontedell’Olio, in autunno, arrivano Ales-sandro e Boniface, due giovani seminaristi: resteranno per un solo anno nella nostra co-munità e la loro presenza sarà lieve e fugace.In novembre l’Amministrazione Comunale e tutta Ponte festeggiano i 50 anni di attivi-tà della famiglia Molinari nella “Trattoria della Posta”, situata nello stesso edificio, posto nel cuore del borgo, in cui già agli inizi dell’800 era aperta un’osteria.La fine del 2001 segue anche il passaggio della lira all’euro, la moneta unica europea: sul Ponte, nel corso dell’anno, il tema viene sottolineato a più riprese, illustrando i mec-canismi e la tempistica del cambio di valuta.Interessante convegno a Villa Sanbono in cui si presenta la Valnure come “Museo diffu-so”, ossia un territorio con luoghi al coperto e all’aperto, naturali e artificiali, con manu-fatti produttivi, ma anche biotipi, impianti, architetture; un patrimonio fisicamente lega-to ai suoi contesti. SI tratta di un tema, quello del “Museo diffuso”, troppo presto accanto-nato e che meriterebbe invece nuove rifles-sioni e qualche ipotesi progettuale.

2002 – Nel mese di gennaio il lungometraggio di Dino Maucci intitolato “Nure” viene proiettato per la prima volta davanti all’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano; la realizzazione è stata resa pos-sibile grazie alla preziosa collaborazione di Teleponte. Qualche mese dopo Pontedell’Olio e la sua emittente televisiva sono protagonisti di alcune riprese della televisione franco tedesca “Arte”; questo avvenimento coincide anche con l’anniversario dei 20 anni di Teleponte. Nel mese di aprile le parrocchie della nostra Uni-tà pastorale sono meta della visita pastorale del vescovo Luciano Monari; la visita è un’occasione per dibattere di svariati argomenti tra cui i questioni fondamentali della vita della chiesa nel nostro territorio. Il corpo bandistico pontolliese compie il suo 250° anno dalla sua fondazione; l’occasione è buona per festeggiare con musica e balli. La proloco del paese organizza la festa della pancetta con l’intento di pro-muovere sia il paese sia alcune attività commerciali locali. Nel numero di luglio dedica alcune pagine ad uno dei fiori all’occhiello dell’imprenditoria piacentina, la ditta Celaschi, nata grazie alla lungimiranza dei fratello Pietro e Remo Celaschi. Il numero di Natale annuncia la nuova apertura dell’asilo nido di Pontedell’Olio che avverrà all’inizio dell’anno 2003.

2003 - Il 3 giugno 1983 nasce a Ponte dell’Olio la Pubblica Assistenza Valnure che quest’anno compie vent’anni. Nata grazie ad alcuni obiettori, in pochi giorni le persone sono aumentate e sono iniziati i servizi con un’ambulanza donata dalla Pubblica di Fiorenzuola.Le “Littorine” della ferrovia elettrica Piacenza Bettola sono entrate nel mondo del collezionismo grazie all’arch. Claudio Cerioli direttore della società di trasporto pubblico “Linee” di Lodi.Il 31 ottobre 2002 nasce la Polisportiva Pontolliese, che era stata di Ponte dell’Olio dal 1907. Il 1 e 2 giugno 2003 c’è stato il battesimo ufficiale.Lo Sciclub Ponte dell’Olio compie 35 anni.

2000 - Il comune di Pon-te dell’Olio riceve a Roma il premio nazionale “100 progetti a servizio del cittadino” perché rappre-senta un esempio di ammi-nistrazione pubblica attenta alla qualità dal punto di vi-sta dell’utente e dell’orga-nizzazione.Stefano Antonelli diventa preteRitorna Teleponte News.I ragazzi di Ponte dell’Olio e Vigolzone partecipano alla GMG.

2001 - “C’è un tempo per soffrire e un tempo per danzare”. Così sul Ponte viene scolpito il ricordo commosso di Sara – “le sue pas-sioni erano gli amici, la danza, il canto, i ragazzi ed il divertimento” – giovane vittima di un incidente stradale.A Vigolzone nasce il GEV (Gruppo Escursionisti vigolzonesi) che coinvolge un crescente numero di perso-ne, accomunate dall’amore per la montagna, la passione per la natura, l’entusiasmo per le passeggiate all’aria aperta.Scompare il dottor Luigi Burgazzi, popolare e stimato medico: ha curato per decenni generazioni di pontol-liesi e legato il suo nome alla realizzazione della Casa di Cura S. Giacomo, struttura sanitaria pensata come servizio di vallata.La Chiesa piacentina si riorganizza e da vita alle Unità Pastorali (di cui la Media Valnure è stata anticipatrice) e ai Vicariati, non come semplice superamento delle parrocchie tradizionali ma, come evidenzia il Vicario Ge-nerale, Mons. Lanfranchi, sulle pagine del nostro giornale, per “un impegno comune a programmare insieme, adeguando alle possibilità e alle esigenze locali le linee pastorali diocesane”.Si costituisce a Pontedell’Olio il Consiglio Comunale dei ragazzi, una nuova opportunità di crescita civica, che coinvolge gli alunni degli ultimi due anni di scuola elementare e delle medie. Primo Sindaco dei Ragazzi viene eletto Federico Ratti. Una bella iniziativa, chissà che fine ha fatto.Un altro lutto per la comunità pontolliese: se ne va, in tragiche circostanze, Rina Cò, dopo una vita spesa al servizio degli altri: nel Volontariato Vincenziano, nella Pubblica Assistenza, nel Ponte, ovunque ci fosse biso-gno della sua generosità.2001, anno di lutti nella comunità. Il giorno della festa della Madonna della Neve, muore don Bruno Perotti, parroco di Riva per 28 anni. Un parrocchiano, sul Ponte, lo saluta così: “La ringrazio perché mi ha sempre accompagnato nel cammino della mia vita”.Poche settimane dopo muore, don Piero Zanrei, parroco di Grazzano Visconti e, negli anni ’70, al fianco di don Dante a Pontedell’Olio, dove ha lasciato una testimonianza di fede vissuta che ha positivamente segnato un’intera generazione.Con il supporto tecnico di Teleponte, si gira nella nostra vallata il film “Principessa Nure”, destinato a non essere citato nella pagine del “Morandini”.

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2004– Il primo numero dell’anno riporta il contenuto degli interventi svoltisi durante il Consiglio Comunale del 18 febbraio che ha approvato, coi i soli voti della maggioranza, il progetto relativo all’ex area Cementi-rossi, la nuova urbanizzazione è oggetto di un vivace dibattito consigliare, dibattito che arriva ad interessare anche la rubrica riservata da “Il Ponte” alle opinioni dei lettori, ospitando diversi interventi. Il N. 1 ospita anche la notizia dei neonati “Leoni della Notte”, il gruppo organizzatore della Festa Giovani infatti, sull’onda del successo della prima rassegna, assume ufficialmente connotazione associativa con lo scopo di dare vita ad ulteriori iniziative per i giovani del paese e non solo. A febbraio viene presentato il programma della Prima Rassegna Internazione d’Organo nella Chiesa di San Giacomo. Nata allo scopo di valorizzare le potenzialità offerte dall’organo Sangalli, la nuova rassegna musicale ha lo scopo di proporre un approfondimento del vastissimo repertorio che è stato dedicato all’organo nel corso dei secoli, affidando ad organisti di differenti nazionalità la proposta di musiche tipiche della propria terra d’origine.Il numero 3 festeggia il 25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di Don Angelo: «rendiamo grazie al Signore per il dono elargitoci» si legge nella lettera letta da Emma Baio a nome di tutta la comunità. Sfogliando il giornale di luglio si trova notizia anche dell’esito delle elezioni amministrative: Roberto Spinola e Mario Chiesa sono eletti sindaci rispettivamente di Ponte dell’Olio e Vigolzone. Sempre nello stesso anno viene attivata la locale sezione AIDO, il consiglio direttivo, formalizzato alla presenza del Presidente provinciale, è guidato da Emanuela Dodici. Il 2004 è inoltre l’anno del “Premio ing. Aldo Aonzo – Imprese di Valore” istituito dall’Amministrazione comunale Montanari per riconoscere le aziende locali che hanno contribuito a valorizzare l’immagine del paese a livello nazionale e internazionale. La giuria assegna i premi alla Casa di Cura San Giacomo, MetalGennari e Salumificio Valnure, ulteriori riconoscimenti vengono attribuiti ad Achille Dodici e alla famiglia Faleggi. “Telecamere giapponesi su TelePonte” è il titolo dell’articolo che narra le esperienze pontolliesi della troupe televisiva guidata dal giornalista Sylvain Pilhion, coordinatore per la Fran-cia dell’emittente giapponese Fuji Television giunta di venerdì santo per seguire da vicino l’attività dell’emit-tente locale. «L’originalità di Teleponte - commentano gli ospiti - è data dal fatto che oltre ad informare, svolge un servizio sociale interattivo con la comunità di appartenenza».Sul numero di settembre il consiglio direttivo della Pubblica Assistenza Valnure informa che, a spese dell’asso-ciazione, viene attivato il servizio di guardia medica anche a Ponte dell’Olio per i giorni di sabato e festivi. A ottobre arriva la nomina di Don Angelo Busi a Parroco di Sant’Antonino Martire in Borgotaro, nel suo editoriale di congedo scrive: «L’affetto di tutti mi accompagna e non mi permette mai di sentirmi solo. […] La cosa più bella di questo “trasferimento” è proprio questa, desidero trasferirvi tutti nel mio cuore, nessuno escluso. So che me lo permetterete. Grazie».

Questo il titolo del convegno che ha portato un folto pubblico in via Sant’Eufemia, 12 presso

l’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vige-vano per la presentazione del libro di F. Fiorentini, (per l’occasione coordinatore e presentatore del vo-lume) “le Figlie di Gesù Buon Pastore” cui ha con-tribuito, per le foto della sede di Piacenza, il nostro Oreste Grana.Ha aperto i lavori l’attuale madre generale suor Franca Barbieri, indimenticata animatrice della par-rocchia e della scuola materna di Vigolzone che ha illustrato le varie attività di sostegno e di aiuto nel sociale che vedono impegnate le consorelle a Pia-cenza e nel mondo, in particolare il Messico. Al ta-volo dei relatori, oltre a padre Sisto Caccia che ha illustrato la funzione delle suore nella pastorale dio-cesana, all’assessore alle politiche sociali del comu-ne di Piacenza, anche Calogero Germanà, questore di Piacenza. Il suo intervento, brillante e denso di

umanità, ha messo in rilievo, con disarmante sempli-cità, le condizioni in cui lavora la polizia. Quando un poliziotto preleva, per esempio, dal pronto soccorso una donna maltrattata che non ha una casa o, se ce l’ha per lei non è sicura, dove la porta? Ma dalle suo-re no? Ecco, in una battuta ha condensato la dram-maticità di un quotidiano in cui le buone intenzioni si scontrano con la penuria dei mezzi di una società civile che non dispone di un “luogo laico” per situa-zioni simili che ormai sono una vera emergenza. Nel contempo, ha messo anche in luce il solco secolare della genuina tradizione della carità organizzata dal-la chiesa, e dalle consacrate in particolare, proprio là dove la società civile viene meno (perchè non vede o non vuole vedere o, peggio, vuole lasciare le cose come stanno.)Al termine dell’incontro, ai presenti è stato distribui-to il libro di Fiorentini.

Ennio Torricella

“Con il velo nel mondo del disagio piacentino”

Il tavolo dei relatori. Foto Grana

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le “Giornate della sostenibilità”

za, Legambiente, Gruppo intercomunale protezione civile Bassa Valnure, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Provinciale, Pro Loco di Vigolzone, Enalcac-cia e FederCaccia, Alpini Sez. Ponte dell’Olio, Ass. Carabinieri in congedo, Liceo Scientifico Respighi, Gass’osa, Associazione La Pecora Nera, Associazio-ne Ponte Immagine, Virtus, Polisportiva Tennis, Po-lisportiva Calcio, Az, agricola Modolo, Ass. Piccolo Mondo. Tra le istituzioni i Comuni di Ponte dell’Olio e Vigolzone, il Consorzio ambientale Pedemontano

e la Provincia di Piacenza.Un grazie sincero a tutti coloro che si sono impe-gnati per la buona riuscita della manifestazione ma soprattutto ai numerosi bambini ed adulti che vi hanno partecipato e che con la loro carica di alle-gria, interesse e gioia di vivere ne hanno decretato il successo.

Manila Bergonzi

Foto Stefano Maggi "Il colore del sole".

Si è svolta il 21 e il 22 mag-

gio scorso la pri-ma edizione delle “Giornate della so-stenibilità”, mani-festazione organiz-zata da un nutrito gruppo di associa-zioni, gruppi ed istituzioni che ha coinvolto adulti e bambini in attività, giochi e momen-ti di riflessione su come sia possibile fare qualcosa, cia-scuno nel proprio piccolo, per vive-re bene nel pre-sente senza compromettere la capacità delle future generazione di rispondere alle proprie esigenze.La manifestazione ha offerto una pluralità di propo-ste culturali, informative e di divertimento ai nume-rosi bambini e adulti che hanno animato il centro sportivo, le colline e il lungo Nure di Ponte dell’Olio e Vigolzone in due giornate vissute all’insegna della condivisione delle emozioni e delle idee, una festa per una comunità che si incontra e si confronta sco-prendo la ricchezza del territorio in cui vive.Tra le principali attività la pulizia di una parte del torrente Nure, la camminata della sostenibilità alla scoperta di monumenti, storia e natura, l’incontro

per i più piccoli con un autentico esemplare di lupo, le lezioni di flora e fauna, il campo scuola di arche-ologia, la caccia al tesoro, le olimpiadi ecososteni-bili, i laboratori didattici, i tornei sportivi, il saggio di danza della scuola Tersicore, lo stand informativo sull’acqua del Consiglio Comunale dei ragazzi, gli incontri di approfondimento per adulti sui temi del risparmio energetico, dei gruppi di acquisto solidale e della produzione di energia da fonti rinnovabili, la mostra fotografica under 14, la conclusione con i canti del Coro Montenero e la consegna ai bambini dell’attestato di partecipazione alla giornata. Un traguardo importate della manifestazione è stato

senza dubbio quello di essere riusciti a lavorare e a coordi-narsi con molte associazioni ed enti del territorio, un’occasione importante per conoscere le re-ciproche attività e peculiarità e gettare le basi per costruire una strategia comune di rispetto e valorizzazione del territorio. Tra le realtà coinvolte (sperando di non dimenticare nessuno): Asso-ciazione Genitori, AINA nucleo ambientale, Consiglio Comuna-le dei ragazzi di Pontedell’O-lio, SVEP, Ass. Tersicore, Coro Montenero, Pubblica Assistenza Valnure, Bipedi, Iren- Sviluppo Fonti Rinnovabili, Consorzio LEAP, Istituto Raineri di Piacen-

A Pontedell’Olio e Vigolzone

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Una calda e asso-lata giornata di

fine estate ha fatto da contorno lo scorso sa-bato 17 settembre all'i-naugurazione del nuo-vo plesso scolastico e dell'asilo nido di Vigol-zone. Tantissimi geni-tori, bambini, nonni e curiosi hanno riempito lo spiazzo che separa il centro sportivo dalle due nuove palazzine che ospiteranno una i piccoli fino ai 3 anni, l'altra gli studenti del-le classi elementari e medie.“Una giornata storica per Vigolzone...” ha ricordato il sindaco Francesco Rolleri “...perché a meno di due anni dalla posa della prima pietra consegniamo alla cittadinanza due opere che vanno nella direzione di sostenere le famiglie e consentire lo studio in un ambiente sano e funzionale”.Numerose le autorità presenti: l'Onorevole piacen-tina Paola De Micheli, gli assessori regionali Paola Gazzolo (anch'essa piacentina) e Teresa Marzocchi, il Presidente della Provincia Massimo Trespidi, l'as-sessore provinciale Pier Paolo Gallini, i sindaci dei comuni limitrofi, il direttore dell'istituto scolastico Prof. Francesco Cassola, il parroco di Vigolzone don Cesare Lugani, gli assessori ed i consiglieri del nostro

Comune, l'ex sindaco Mario Chiesa, i Carabinieri del-la caserma di Ponte dell'Olio.Straordinaria la vitalità dei bambini che hanno ac-colto con un'ovazione il taglio del nastro dell'asilo nido che il sindaco Rolleri ha voluto condividere con l'assessore comunale ai servizi sociali Bolzoni. Quando l'assessore Bernazzani ha tagliato il nastro della nuova scuola i ragazzi hanno fatto a gara ad entrare, lasciando esterrefatti gli ironici genitori che raramente hanno visto nei loro figli una tale voglia di andare a scuola. Tanti i ringraziamenti, prima di tutto ai volontari che hanno aiutato per il trasloco e la pulizia della scuola a cui è stato dedicato un quadro con le impronte della mano di ognuno, a futura memoria. L'asilo nido non si sarebbe potuto realizzare senza i contributi economici della regione Emilia Romagna attraverso la Provincia di Piacenza, della Fondazione di Piacen-za e Vigevano e della società Albero.I cittadini di Vigolzone sono stati i veri protagonisti animando la giornata con la loro allegria e con la gioiosa curiosità dei bambini, alimentando una sen-sazione di grande coesione che ha pervaso tutti e che ha suscitato le più vive congratulazioni a tutta la nostra comunità da parte delle autorità convenute.

Loris Caragnano

Vigolzone: inaugurazione del nuovo Polo Scolastico

Pronti via! scolari ansiosi di visitare le loro scuole nuove!

Le mani dei genitori che hanno dato una mano per i ritocchi finali

Prendendo spunto da un intervento apparso sul quotidiano “Libertà” di un amico carissimo, il

maestro Carlo Devoti, il quale poneva l’accento sul fatto che il successo delle feste e sagre che si sono susseguite nei vari paesi della nostra provincia, non fosse da ascrivere al numero di bevande o ai quintali di cibo venduti, ma andrebbe invece riconosciuto nella possibilità che questi eventi offrano spazi per favorire il diagolo, la conoscenza e il sano diverti-mento, penso di poter affermare dal mio piccolo an-golo di osservazione che anche l’edizione 2011 di Festa Giovani ha raggiunto in pieno questo scopo. Tante sere, ben nove, di buona musica, cucina tra-dizionale piacentina, giochi per i più piccoli e un mercatino di bancarelle hanno accolto i numerosi visitatori giunti a Ponte dell’Olio nello splendido sce-nario dell’anfiteatro parrocchiale, storica casa della nostra festa, sfidando, almeno per le prime serate, il clima più autunnale che agostano. I molti ospiti hanno tuttavia riconfermato il ruolo di primo piano nel panorama provinciale raggiunto da Festa Gio-vani, facendo registrare il tutto esaurito nella serata dei fuochi d’artificio. Tra le novità di quest’anno, un forno professionale per la cottura ottimale dei famosi spiedini che ha fatto risparmiare tempo e addetti e l’esordio assoluto della NOTTE BIANCA, evento di chiusura della manifestazione.Fin qui la cronaca di Festa Giovani, tra collaborazio-ni storiche, prime fra tutti la Parrocchia di San Gia-como Maggiore e poi l’Amministrazione Comunale,

ProLoco di Vigolzone, Carmiano e Podenzano, Fu-turo Valnure, Pubblica Assistenza, sponsor, fornitori, tanti amici che da sempre ci consentono di realizzare la festa e nuove collaborazioni, quest’anno i Leoni hanno deciso di sponsorizzare il Volley Pontolliese felicitandosi per la prestigiosa promozione raggiunta lo scorso anno.I giovani del nostro paese hanno dimostrato anco-ra una volta di poter essere organizzatori, cuochi, dispensieri, cassieri, attrezzisti, sono pieni d’entusia-smo e desiderosi di fare bella figura.Porto con me alcune immagni: l’armonia goliardica del mio settore - le patatine – il complenno del Teo, che ha i Leoni nel cuore, il sorriso della Lidia che ritornava bambina davanti allo zucchero filato, tro-vare il coraggio di salire sul palco per ringraziare il presidente, l’anima di Festa Giovani e finalmente la nostra prima foto di gruppo anche se..come sempre manca qualcuno. L’ultima notte, dopo aver smantellato l’amico “la-mierone” (questo l’appellativo che si è meritata la struttura che accoglieva la cucina) abbiamo lasciato l’anfiteatro con lo sguardo velato da un po’ di malin-conia e nel sospirone di Chiara ho colto il sollievo di chi aveva vissuto l’avventura a 1000: «Grazie di tutto mamma»; è il compenso che lei e tutti coloro che hanno organizzato la festa hanno rivolto ad ogni singolo volontario. Chiedono molto ma non è nulla di più di quanto loro per primi sono disposti a fare ed è bello constatare ogni volta che sono generosi.

A.B.

Festa Giovani 2011

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Grande fermento allo stadio comunale di Vigol-zone con i tornei organizzati dall'UPD Vigolzo-

ne 1968 in collaborazione con la proloco del vapo-luogo ed altre associazioni del territorio.Il settore giovanile è la vera passione del patron dell'UPD Gabriele Rasparini che, armato di buona volontà e supportato da tutto il direttivo della socie-tà sportiva e da tanti collaboratori provenienti dalla proloco e da altre associazioni, ha lanciato la prima edizione del torneo alla memoria di Mario Garatti, grande appassionato di calcio che si impegnò in pri-ma persona affinché Vigolzone potesse contare su una società sportiva in grado di offrire prime squa-dre di livello e floridi settori giovanili. Martedì 13, giovedì 15 e venerdì 16 settembre 16 squadre della categoria pulcini 2001, 2002 e 2003 si sono sfidate

su 2 campetti all'interno del comunale, all'insegna del divertimento, ma anche della sana competizio-ne. Tanti i genitori e gli amici che hanno gremito gli spalti e che hanno cenato con le specialità cucinate dagli amici della proloco di Vigolzone e dell'UPD. Impressionante vedere questi giovanissimi giocatori esultare con le movenze del loro idoli in TV, con tanto di scivolate celebrative.“Tanta fatica ma tanta soddisfazione. Questo torneo ed il memorial Poggioli da ripetere sicuramente” dice il presidente Rasparini. “Il nostro impegno per il settore giovanile è massimo e quest'anno avremo 2 squadre di pulcini e la scuola calcio che non dispu-terà un vero e proprio campionato ma che giocherà in occasione di tornei ed altre manifestazioni. Inol-tre per il secondo anno avremo l'attività motoria di

avviamento allo sport per i bambini e le bambine dai 5 anni in su, con istrut-tori qualificati ISEF”. E c'è spazio anche per i desideri e, sempre Rasparini, dice: “il mio sogno e quello della società è quello di far rientrare i bambini ed i ragazzi più grandicelli che giocano in altre squadre della provincia (esordien-ti). Oggi siamo fermi a 5 o 6 bambini e purtroppo non bastano per fare una squadra. Ma non smettiamo di crederci”.Un grande impegno in termini di lavoro ma anche di risorse economiche neces-sarie per organizzare e portare avanti le attività dei ragazzi. Da qui l'idea della proloco di Vigolzone di devolvere al settore giovanile dell'UPD Vigolzone l'incasso degli stand gastronomici della Fiera d'autunno e della castagnata del 9 ottobre.Buon campionato a tutti.

Loris Caragnano

Vigolzone: un forte impegno per il settore giovanile

Rasparini con il Vigolzone

Paola Garatti con il S. Lazzaro pulcini 2002

Agli amici de Il Ponte un amarcord: il "Prima" (anno 1954) e il "Dopo" (anno 2011) della gloriosa squadra di Calcio del Vigolzone.

Rimpatriata alla festa del Tortello della mitica squadra del Vigolzone Calcio del 1954: quanti ricordi e quanti aneddoti tra un piatto di tortelli, uno spiedino ed una o più bottiglie di Gutturnio. Nell'attuale foto si distinguono da sinistra: Sandro Rolleri, Giorgio Calandroni, Luigi Bisi, Fernando Loffi, Piero Formaleoni, Giorgio Capra, Gaetano Morosoli, Guido Calandroni, Giorgio Gandi.Un pensiero va anche agli altri componenti che non ci sono più: Giorgio Losi, Aldo Brizzolari e Renato Rizzi scomparso recentemente. Gaetano Morosoli

Vigolzone calcio: prima e dopo

1954

2011

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Battesimo per Eleonora Bellini

Laura De Maio con i cuginetti Alfredo e Diego

Tre generazioni di donne accolgono l’ul-tima arrivata: Benvenuta alla piccola Luna Valdiserra.

Foto di Stefano Maggi “Il colore del sole”.

Il Battesimo di Rosa Molinari

I nostri bimbi

Vigolzone, Battesimo per Mia Molinelli

Federica Rossi e Michele Bernardi nel giorno del

loro matrimonio nella par-rocchia di Villò con la piccola

Nicole nel giorno del suo Battesimo.

.

Chiara Tinelli nata il 23 maggio 2011 e battezzata il 18 settembre.

Battesimo per Sara Tedeschi Anita Burgazzi nel giorno del suo Battesimo. Foto Stefano Maggi "Il colore del sole".

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Foto Oreste Grana

Danila Poggioli e Simone Bastoni, sposi a Vigol-zone l’11 settembre 2011

Simona Devoti e Lorenzo Perani sposi il 3 settembre 2011 nella chiesa di Riva.

Foto Gaudenzi

Il 23 settembre 2011 Franco e Luisa hanno festeggiato le loro nozze d’oro. Auguri!

Eleanor Chicchi

Tommaso e Simone Rossetti

Edoardo Mazzoni e Nadia Plucani nel giorno del loro matrimonio il 3 settembre 2011

Momenti felici

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Termina con la mostra il 3° concorso fotografico organizzato dal Circolo Rifugio Alpino e dal G.E.V. Gruppo escursionisti Vigolzonesi con il patrocinio del comune di Vigolzone.

Il tema di quest’anno: “scatto un’immagine dal mio balcone” (cosa vedo o cosa vorrei vedere dal mio balcone immaginario ).Ben trenta i partecipanti, provenienti da tutta Italia; forte la presenza femminile con dodici presenze.La mostra allestita con settantatre opere nel salone della baita sede del circolo ANSPI ha ospitato numerosi visitatori nei giorni 20, 21, 22 agosto durante la “sagra della polenta”.Con grande soddisfazione abbiamo ricevuto visitatori dalle province limitrofe di Milano, Cremona, Pavia.La domenica sera, chiedendo in prestito dieci minuti all’orchestra, si è svolta la premiazione.Riconoscimento come “migliore istantanea” al sig. Nicola Esposito di Treviso che ha ritratto una vecchia oste-ria in una antica piazzetta con alcuni bimbi intenti a giocare.Un “premio speciale giuria” al sig. Ferruccio Zanone di Biella che ritrae un tramonto alle spalle di un antica balconata .Il terzo premio è andato a Giuliana Maschi di Ponte dell’Olio, già vincitrice lo scorso anno del premio “opera segnalata dalla giuria”: quest’anno ha immaginato un balcone che si affaccia sulle bellissime montagne bellu-nesi dai tenui colori autunnali.Secondo premio a Leonardo Arrisi di Niviano che ha ritratto uno scorcio di Niviano (vecchia) sotto la neve, che ne esalta i colori pastello delle case.Primo premio a Luciano Zilli di Vigolzone, già vincitore del premio “opera segnalata dalla giuria” nella prima edizione, che dal suo balcone (quello vero) ha ritratto una panoramica in veste autunnale di piazza Serena e di parte del castello .L’edizione del 2012 avrà anch’essa un tema curioso e nello stesso tempo stimolante, invitiamo perciò tutti i fotoamatori a consultare nei prossimi mesi i nostri siti internet www.baitavigolzone.altervista.org e www.gev-vigolzone.altervista.org sempre aggiornati sulle attività delle due associazioni.Le foto, come scritto sul volantino del concorso, saranno (montate su supporto rigido) vendute in apposito gazebo allestito durante la fiera di Ottobre a Vigolzone (salvo problemi burocratici o organizzativi) ed il rica-vato devoluto in beneficienza: siete quindi tutti invitati alla fiera e naturalmente al gazebo.Un saluto a tutti e grazie a tutti coloro che hanno partecipato, a coloro che hanno aiutato ad allestire e a co-loro che vorranno partecipare al concorso del prossimo anno.

Fausto Bessi

Vigolzone “Circolo Rifugio Alpino”: Concorso fotografico

A Luciano Zilli di Vigolzone il primo premio.

a cura di Antonietta Spelta

Torta di grano saraceno

INGREDIENTI:Per la pastafrolla:Nr. 5 uovaGr 200 zuccheroGr 100 nocciole tostate o mandorleGr 100 farina di grano saraceno (si trova nei super-mercati)Cannella qbBuccia grattata di un limone1/3 di bustina di lievito

PREPARAZIONE:Montare gli albumi a neve con un bel cucchiaio di zuccheroMontare i tuorli col restante zucchero, aggiungere la farina, le nocciole o mandorle tritate, la cannella, il lievito, la buccia di limone.Per ultimo aggiungere gli albumi rigirando il com-posto dal basso verso l’alto per non far smontare l’impasto.

Mettere in una teglia imburrata e infarinata e cuoce-re a 160/170 gradi per circa mezz’ora.Quando è fredda, toglierla dalla teglia, tagliare a metà, spalmare di marmellata una parte e sovrap-porre all’altre per ricomporre la torta. Spolverare di zucchero al velo.

Rubrica di cucina

Per la farcia:1 vasetto di mirtilli rossi o lamponi

Zia Anna ha festeggiato i suoi bellissimi 96 anni con il fratello Vittorio e i nipo-ti Pinuccia con Giovanni e Luciano con Luisa.

Auguroni zia!!!

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Domenica, 17 luglio 2011 Ore 5.30 in via de Gasperi a Vigolzone: un gruppo di ciclisti amatoriali si appresta per il sesto anno ad aggiungere l’ennesima ciclabile al palmares del GEV (Gruppo Escursionisti Vigolzonesi).Dopo aver recuperato l’ultimo componente del grup-po, alle 6.00 esatte partiamo da Podenzano alla vol-ta di Innsbruck.Viaggio tranquillo e piacevole fra battute e caffè all’autogrill per svegliarci del tutto. Verso le 11.00 arriviamo a Hall in Tirol, poco fuori Innsbruck , punto iniziale della “nostra” ciclabile. La pre-par-tenza è risultata un pò movimentata per la difficoltà di trovare un posteggio auto per una settimana ma alla fine, dopo la foto di rito, alle 12.00 è scoccata l’ora X: tutti in sella e.... partenza!Prima tratta breve perchè dopo pochi chilometri, vi-sta l’ora, il camper di supporto degli amici Lucia e Fausto ci attendono ai bordi della ciclabile in uno spiazzo erboso e ombreggiato, con la tavola imban-dita. Dopo circa un’ora, forse un pò appesantiti, ripar-tiamo e sotto un cielo plumbeo pedaliamo per cir-ca 30 km raggiungendo il paesino di Strass, porta d’ingresso dell’incantevole valle Zillertal dove venia-mo accolti nell’accogliente Gasthof Post. E qui dopo una doccia ristoratrice ceniamo, trascorrendo una tranquilla e piacevole prima serata del nostro giro ciclistico, mentre fuori inizia a piovviginare ed il trenino a cremagliera dell’adiacenta stazioncina (il più antico d’Europa, costruito 119 anni fa) passa sbuffando.

Lunedì, 18 luglio, Martedì, 19 luglio, Mercoledì, 20 luglioPartenza alle 09.30 con una lieve pioggerellina che ci accompagna per un breve tratto lasciando poi spa-zio ad una giornata di sole. Il paesaggio è piacevole e il primo paese che incontriamo sul tragitto è incante-vole: Rattenberg è un caratteristrico borgo austriaco dalle case a tinte pastello con tanti negozietti di arti-gianato e di cristalli; immancabile è stata una visita ai quattro piani espositivi di cristalli Swarovski che, persi li dentro, abbiamo rischiato di perdere la cena.Martedì non limpido ma soleggiato. Ci lasciamo alle spalle l’Austria ed entriamo in territorio tedesco dove resteremo fino a venerdì. Wasserburg, detta forse un pò pomposamente la Venezia sull’Inn, ci ha vi-sto passeggiare nel dopo cena preceduto da un forte

La ciclabile dell’Inn fra Austria e Germania

temporale.Mercoledì con una lieve pioggerellina ma ottimisti in quanto il barometro detto “alberino” del camper di supporto prevedeva tempo sereno: infatti dopo poco iniziava una forte pioggia che ci avrebbe accom-pagnato per tutto il giorno, tanto insistente che ha costretto parte del gruppo, a circa metà percorso, a proseguire il viaggio in treno per i restanti 25 km. La compagnia si ricompattava due ore più tardi con i tre temerari che proseguivano in bici.

Giovedì, 21 luglioAl risveglio, dopo una “XXL frustuck” (traduzione: ricca e abbondante colazione), breve visita al cen-tro di Muhldorf e partenza verso Burghausen. Dopo circa 20 km. giungiamo nella cittadina di Altotting (poco distante da Marktl am Inn, paesino natale di Papa Benedetto XVI), dove ci sorprende uno stupefa-cente centro di religiosità: siamo entrati in una ma-gnifica piazza (Kapelleplatz) completamente circon-data da edifici storico-religiosi: il santuario mariano (di cui quest’anno ricorre il 500° della sua costru-zione), la Cappella delle Grazie (Gnadenkapelle), al cui interno vi è una magnifica Madonna Nera e tanti ex-voto, il palazzo vescovile (dove era “padro-ne di casa” Papa Ratzinger quando era vescovo di Monaco) altri palazzi d’epoca e, più in là, la basi-lica di S. Anna. Un luogo di fede, di preghiera e di liturgie festose, cuore cattolico della Baviera, consi-derato patrimonio della cultura mondiale e tutelato dall’Unesco; visitato ogni anno da oltre un milione di persone. Dopo questa “immersione” di cultura e religiosità ci ristoriamo al camper-chiosco di Lucia e Fausto per poi riprendere a pedalare, non prima di aver permesso a (papà) Dario di fare un’attenta ricerca con conseguente acquisto di un paio di “boc-cali da birra da collezionismo” suo pallino da ormai diversi anni....... Riusciamo anche a fare una passeggiata pre-cena nella “via del jazz”. Infatti sul pavé di questa con-trada si notano le numerose targhe firmate dai più importanti jazzisti che sono venuti a suonare a Burghausen, borgo amante di questo particolare ge-nere musicale. Nel dopo-cena allunghiamo invece la passeggiata nella parte alta del paese per visitare il maestoso e imperioso castello, un edificio enorme che sovrasta il borgo con i suoi 1.043 metri di lunghezza: il castello più lungo d’Europa.

Diario clandestino di una ragazza e nove matusaVenerdì’, 22 luglio, Sabato, 23 luglio, Domenica, 24 luglioVenerdì visitiamo la cappella di St. Nikolaus dove la vigilia di Natale del 1818 risuonò per la prima volta la musica di “Stille Nacht” (Astro del ciel), canto na-talizio per eccellenza, scritto due anni prima dal sa-cerdote Joseph Mohr ma composto musicalmente da Franz Xaver Gruber, allora insegnante organista e suonata per la prima volta in quella fatidica notte di Natale. Sabato salutato e ringraziato i nostri “colle-ghi” camperisti, Lucia e Fausto per l’ottimo supporto fornito, li lasciamo al loro destino che li vede prose-guire per altri itinerari. Noi ci godiamo la città e, il giorno dopo, siamo ad Innsbruck da dove comincia il viaggio di ritorno verso Vigolzone dove arriviamo verso le 18.00 lasciando lungo il tragitto il brutto tempo e una temperatura fresca ma gradevole che ci ha accompagnato per l’intera settimana, ritrovando invece, man mano che ci avviciniamo alla pianura padana e alla Valnure, l’aria di casa nostra (ma già

afosa e umida)Questo il mio diario (poco clandestino) dove ho de-scritto gli otto giorni (da domenica a domenica) durante i quali il GEV (Gruppo Escursionisti Vigol-zonesi) ha percorso 320 chilometri della “Ciclabile dell’Inn” e dove ho piacevolmente constatato, nei miei “vecchi” compagni di avventura:- La prudenza di Agostino nelle discese ( e il suo ap-petito durante le cene);- La pazienza di Dario (mio padre) nel supportare le forature e i vari incovenienti di tutti noi;- L’organizzazione logistica di Valter;- La competenza di Gianfranco nella navigazione a vista;- La cucina istantanea e il trasporto bagagli di Lucia e Fausto;- L’enorme mole di chiacchiere che riescono a pro-durre tre signore messe insieme (Annalisa, Gabriella e Marisa)....................alla prossima. Camilla Gandi

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Colla Andrean.15.12.1919-m.30.07.2011

Groppi Guidon.02.03.1929-m.04.08.2011

Ricordiamoli

Boselli Ginon.09.04.1925 - m.29.07-2011

Zerbini Tizianan.11.01.1957-m.29.08.2011

Rossi Carla ved.Farinan.25.11.1929-m.08.08.2011

Idi Francescon.22.08.1927 - m.24.07-2011

Agnelli Margherita ved. Agnelli1921 - 2010

Villa Giuseppen.25.07.1933-m.06.09.2011

Mondani Giovannin.08.12.1946 - m.31.08-2011

Il gruppo dei Vigolzonesi con don Cesare al Santuario della Madonna della Corona a Spiazzi (VR).

“GITA AL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA CORONA”

4243

Situazione economica delle Parrocchie

2004 2005 2008 2009 2010 2011

Albarola -10.000,00 -8.000,00 -3.500,00 0,00 0,00 0,00

Bicchignano -70.000,00 -54.000,00 -42.500,00 -37.000,00 -32.000,00 -17.000,00

Castione 40.000,00 40.000,00 30.000,00 25.000,00 22.000,00 18.000,00

Folignano -10.000,00 20.000,00 25.000,00 15.000,00 15.000,00 15.000,00

Pontedell'Olio -300.000,00 -255.000,00 -180.000,00 -150.000,00 -90.000,00 -45.000,00

Riva 0,00 15.000,00 -30.000,00 -15.000,00 0,00 10.000,00

Sarmata -40.000,00 -25.000,00 -15.000,00 -8.000,00 -5.000,00 -5.000,00

Torrano -200.000,00 -215.000,00 -160.000,00 -140.000,00 -110.000,00 0,00

Veano 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 5.000,00

Totale -590.000,00 -482.000,00 -376.000,00 -310.000,00 -200.000,00 -19.000,00

Mercoledì 2 Novembre 2011 Ore 08,00: Grazzano

Ore 09,30: Pontedell’Olio (S.Giacomo e cimitero)

Ore 10,30: Riva

Ore 10,00: Vigolzone

Ore 15,00: Biana

Ore 15,30: Villò

Martedì 1° Novembre 2011

Ore 09,00: Veano

Ore 09,30: Castione

Ore 10,00: Bicchignano

Ore 14,30: Albarola

Ore 15,00: Torrano

Ore 15,00: Carmiano

Ore 15,00: Vigolzone

Ore 15,30: Pontedell’Olio

Ore 15,30: Riva

Ore 15,30: Villò

Domenica 6 Novembre 2011 Ore 09,00: Sarmata (in chiesa poi al cimitero) Ore 15,00: Folignano

Ore 15,00: Vigolzone

Ore 15,00: Cassano

Ore 15,00: Grazzano

Funzioni religiose ai cimiteri

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Banca di Piacenza


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