Per la terza edizione del nostro giornalino scolastico, abbia-
mo deciso di muoverci sullo sfondo delle festività natalizie.
Abbiamo, quindi, anticipato l'aria zuccherina di dicembre già
dai primi giorni di novembre. I bambini, i nostri piccoli gior-
nalisti, si sono confrontati con le tradizioni festive di diversi
Paesi. Particolare attenzione è stata fatta alle usanze di quel-
le terre con cui siamo in contatto, ormai da anni, grazie ai
bambini delle famiglie immigrate. L'espediente dell'intervi-
sta, alla quale ogni anno i bambini si avvicinano con viva
curiosità, è stato il volano con cui l'eterogeneità di partenza
ha partorito un gruppo coeso di piccoli giornalisti, apparente-
mente così diversi tra loro. Un aiuto importante è stato dato
dalla mamma albanese Genta Uka che, con pazienza e candi-
da generosità, si è prestata alla raffica di domande che i bam-
bini le hanno rivolto. Quale elemento migliore si poteva
scegliere, per favorire l'integrazione e il confronto, se non il
cibo? Attenendoci alla tradizione natalizia e di fine anno,
l'attenzione è stata tutta rivolta ai dolci. Protagonista indi-
scusso del nostro laboratorio di scrittura giornalistica è stato
il Bakllava. Il dolce in questione, suggerito dai collaboratori
di origine albanese, è presto diventato argomento di discus-
sione e coesione, come il miele per gli struffoli. La cucina è
sempre stata ambiente di incontri, di scambio e commistioni.
Ha sempre messo d'accordo tutti e parlare di cucina, di spe-
zie e pietanze varie, anche con i più piccoli, ha acceso l'inte-
resse di tutti, soprattutto quando si sono intavolati discorsi
sui diversi sapori della cucina albanese, cinese e araba rispet-
to alla nostra. I bambini si sono naturalmente divisi in gruppi
e hanno effettuato ricerche, si sono interrogati e hanno dato,
cosa inaspettata, un loro personale giudizio sulle abitudini di
popoli dalle tradizioni 'alternative'. Perché, come abbiamo
imparato nei precedenti laboratori, in fondo non siamo poi
così diversi gli uni dagli altri, quando si ha un obiettivo co-
mune. Volevamo esplorare nuovi sapori, inebriarci di nuovi
profumi, entusiasmarci dinanzi a esplosioni di colori mute-
voli e ci siamo ritrovati, ancora una volta, a ridere insieme.
Tutti diversi ma in armonia, come i cori natalizi della nostra
tradizione e di quelle che compongono il Mondo.
Direttore responsabile Imma Faiella
Tradizioni, culture e riti a confronto
UNA SCUOLA APERTA
AL MONDO Dicembre 2014
I. C. “S.S. GIOVANNI PAOLO II- A. FRANK” - SAN MARZANO SUL SARNO
Terza edizio
ne
DIVERSAMENTE INSIEME
Sommario:
La scuola è l‟unica vera agenzia ca-
pace di accogliere, condividere e sup-
portare gli immigrati. L‟ambiente-
scuola, nonostante le grandi difficoltà
organizzative e strutturali, è ben di-
sposto a riorganizzarsi, riorientarsi
per fare spazio alla diversità, intesa
come arricchimento, valore aggiunto e
non come ostacolo. Questo territorio,
dove risiede l‟I.C. “ S.S. Giovanni
Paolo II- A. Frank”, a forte flusso mi-
gratorio, è ormai avvezzo alla flessibi-
lità della sua strutturazione per con-
frontarsi con le diverse etnie che ospi-
ta. La grande mobilità delle famiglie
immigrate costringe a prevedere, ac-
canto ad azioni a lungo termine, la
progettazione di moduli di accoglien-
za brevi e ricorrenti, con una cadenza
non sovrapponibile alla normale pro-
grammazione scolastica e regolata
sull‟arrivo ciclico degli alunni mi-
granti durante l‟anno scolastico. [continua pag.3]
Le nostre
interviste
2-3
Natale e…
4
Capodanno nel
Mondo
5
Dolci, ricette e
tradizioni
6
Tra storia e
leggenda
7
La redazione
8
Auguri
dal Mondo
8
Durante il nostro laboratorio di
scrittura giornalistica abbiamo
imparato come intervistare le per-
sone. Questa mattina, per fare
pratica, abbiamo invitato nel no-
stro laboratorio Genta Uka, mam-
ma del nostro collega Alesio Uka.
Ci siamo divertiti a fare le do-
mande e la nostra prima intervi-
stata è stata molto gentile nel ri-
sponderci.
Come ti chiami?
"Il mio nome è Genta Uka."
Quanti anni hai e quand'è il tuo
compleanno?
"Ho 32 anni. Festeggio il 2 feb-
braio, il mio compleanno è la
festa che più preferisco festeggia-
re."
Da quale Paese vieni?
"Dall'Albania."
E quale città di preciso?
"Da Burrel."
Da quanti anni abiti in Italia?
"Da circa sette anni."
Ti piace mangiare italiano e
quale piatto italiano preferi-
sci?
"Mi piace molto mangiare la
cucina italiana, uno dei miei
piatti preferiti è la lasagna."
E quale piatto della tua tradi-
zione ti piace mangiare?
"Adoro il Byrek, un piatto a
base di carne di maiale."
Festeggi il Natale?
"Festeggio più il Capodanno
che il Natale.”
Hai molti amici qui a San
Marzano e quanti figli hai?
"Sì, ho molti amici qui. Ne ho
più qui che in Albania. Ho due
figli, il primo è nato in Albania
mentre il secondo qui in Italia."
Alesio Uka
Federica De Felice
Genta Uka, mamma albanese
Ti piace essere qui con noi a San Marzano?
"Sì mi piace molto. Ma se devo essere sincera
preferisco l'Albania all'Italia."
E invece ti piace stare nella tua classe, in-
sieme alle maestre e ai tuoi amici?
"Certo, mi piace tantissimo. Anche se nella
mia classe ci sono due bambini con cui non
vado d'accordo. Ma non fa niente perché con
tutti gli altri e le maestre mi diverto davvero
un mondo."
Qual è il tuo piatto preferito?
"Mi piacciono molto l'insalata e la pasta."
Sei contenta di aver partecipato a questo
laboratorio di scrittura giornalistica?
"Sono contentissima. Sto imparando tante
cose nuove e mi sto divertendo tantissimo
insieme ai piccoli giornalisti."
Angela Lieto
Giovanni De Martino
Intervista a Xhoana Buci
Anche quest'anno la nostra
redazione è stata formata da
collaboratori provenienti da
diversi Paesi. Per questo mo-
tivo, ci siamo divisi in vari
gruppi e abbiamo realizzato
delle interviste per capire
quanto i nostri colleghi amano
stare nella scuola italiana, e in
particolare in quella di San
Marzano. Questo è stato an-
che un modo per conoscerli
meglio, farci raccontare le
loro tradizioni e cosa fanno
quando tornano nelle loro
terre d'origine durante le fe-
ste. Noi abbiamo intervistato
Xhoana Buci.
Ciao Xhoana, quanti anni
hai e da quanto tempo sei a
San Marzano?
"Ho dieci anni e mi sono tra-
sferita qui da sei anni."
Festeggerai anche tu il Na-
tale come faremo noi?
"No, di solito non festeggio il
Natale ma il Capodanno. Il
Capodanno è il giorno che più
preferisco durante questo pe-
riodo dell'anno. Adoro festeg-
giare e mangiare uno dei miei
dolci preferiti: il bakllava.
Pagina 2
“Le nostre
italiani. Durante le fasi di questo
progetto, grande risultato integrativo
ha riscosso il confronto tra le diverse
tradizioni nel modo di vivere le festi-
vità natalizie e nelle abitudini ali-
mentari. Ognuno ha rappresentato su
cartelloni e tavolette di ceramica,
scene natalizie e decori tipici del
proprio paese. Particolarmente inte-
ressante è stato il menù natalizio
scritto da bambini di diverse popola-
zioni e la descrizione del modo di
viversi le festività. A coronare la
manifestazione finale è stato
l‟eccellente coro della scuola che
attraverso canti “diversi” ha allietato
la giornata all‟insegna della multi-
culturalità. La festa ha avuto fine con
un buffet di dolci tipici di ogni paese
straniero, con lo scambio di doni.
La dirigente scolastica
Dott.ssa Emma Tortora
[…] I percorsi esigono tempi
diversi e forme molteplici di facili-
tatori e di attenzioni mirate.
L‟organizzazione di laboratori in-
terculturali, secondo un metodo
integrato, è comunque uno degli
snodi per un‟efficace accoglienza
dell‟alunno migrante. Grande rica-
duta nella nostra scuola è data pro-
prio dall‟allestimento di laboratori
finanziati dal M.I.U.R. in base
all‟Art. 9 CCNL 2008/2009, che
offrono la possibilità di lavorare in
concerto, attraverso attività ludiche,
sia a bambini- ragazzi stranieri che
Pagina 3
interviste”
Ma avete mai pensato a quante tradi-zioni differenti, nel periodo delle festività natalizie, ci sono nel Mon-do? Durante le nostre ricerche, come leggerete nelle prossime pagine, ne abbiamo trovate tantissime, alcune davvero belle. Sapete, alcuni nostri colleghi non festeggiano il Natale ma concentrano tutta la gioia delle feste nel giorno di Capodanno. Que-sta è una cosa che abbiamo imparato durante il laboratorio. Il nostro collega Andrei, invece, che ha origini rumene, festeggia come noi il Natale. Ciao Andrei, quanti anni hai e da dove vieni? “Ciao, ho nove anni e vengo dalla Romania.” Ti piace stare qui a San Marzano o vorresti stare in Romania? “Mi trovo molto bene in questa scuola, le maestre sono molto brave
e ho tanti amici. Sono nato in Italia, quindi non mi manca la Romania.” Cosa fai durante le festività natalizie? “Di solito preparo l‟albero di Natale e poi vado in Romania con i miei genitori. Anche se preferisco festeg-giare qui in Italia, la Romania, du-rante le feste, non mi piace poi tanto.” Qual è il tuo cibo preferito? “Adoro la pizza e, in generale, tutta la cucina italiana.” Quando sarai grande pensi che resterai in Italia o andrai in Ro-mania? “Non lo so, penso che resterò qui perché, come dicevo prima, mi piace molto stare qui. Però forse quando diventerò grande vorrò stare in Romania. Ora non posso saperlo di sicuro.” Emanuele Oliva - Rosita Franza
Andrei, il collega rumeno
DIVERSAMENTE INSIEME
Pagina 4
Tradizioni natalizie a confronto
Natale e … Capodanno nel Mondo
In Albania il Na-
tale non ha lo
stesso spirito che
ha da noi in Italia.
P r o b a b i l me n t e
perché l‟Albania
ha avuto 40 anni
di dittatura e quin-
di non è stato pos-
sibile seguire una religione propria. Infatti nel territo-
rio albanese ci sono cristiani, musulmani e altri tipi di
credo. Per questo motivo in Albania si festeggia so-
prattutto il Capodanno. La cosa più importante è che
nessuno infastidisce l‟altro per la propria religione.
Durante il mese di dicembre le strade si abbellisco-
no,la gente addobba gli alberi di Natale e si comprano
i regali. Nel giorno della vigilia si preparano molte
cose buone per cena come: pollo, arrosto e un piatto
tipico molto buono albanese detto Byrek, fatto di
pasta sfoglia e ripieno di varie prelibatezze ad
esempio: ricotta, spinaci e latte.
Aspettando la mezzanotte prima di andare a pregare
in chiesa,in famiglia si scherza si mangia e si festeg-
gia, tutti insieme. Il giorno di Natale si prepara il
pranzo con i piatti tipici albanesi e alla fine dei pasti
si mangia un tipico dolce albanese il „„BAKLLAVA”
fatto di pasta sfoglia, noci e ricoperto di sciroppo.
Questo dolce viene preparato due giorni prima del
Natale. Dopo aver pranzato è tradizione andare a
portare i regali e gli auguri personalmente ai propri
familiari.
Alessandro Tufano
Federica De Nicola
La festa di Natale in Romania è com-
posta da una serie di tradizioni. Si ini-
zia alcuni giorni prima di Natale, ma,
come succede anche da noi, il giorno
più gioioso è la vigilia di Natale. Per le
strade si possono sentire le voci dei
“Colindatori” (cantori), vestiti con
costumi popolari tradizionali, che con
le loro borse di lana cucite a mano,
vanno di casa in casa, cantando i Colindand (canti d'au-
gurio), augurando alle persone prosperità e felicità. I
“Colindele”(canti) sono di due tipi: religiosi e laici. I
canti religiosi si riferiscono a Gesù, invece le canzoni
dei laici hanno un carattere lirico e il canto viene im-
provvisato in base alla famiglia visitata. Normalmente,
durante il giorno, gli auguri vengono fatti dai bambini di
7-8 anni che cantando ricevono caramelle. Alla sera,
sono gli adulti che portano gli auguri di casa in casa con
i loro canti. A volte cantano brani molto vecchi, soprat-
tutto nel sud della Romania. Dalla vigilia di Natale al 7
gennaio, Battesimo di Gesù, i cantori annunciano la na-
scita di Gesù. In alcune zone della Romania la tradizio-
ne è che giovani ragazzi, girano travestiti con maschere
ricavate dalla pelle di ani-
mali o pellicce e ironizza-
no su personaggi della
vita reale. Per ringraziare
dell'augurio, la persona
ricambia, di solito, con
ciambelle fatte in casa,
mele e noci .
Serxhio Hoxha
Kledi Lleshi
Albania Romania
Il Natale in Ucraina ha una tradizione che vede i bambini protagoni-
sti di alcune tradizioni che durano nel tempo. I bambini, di solito,
imparano i canti di Natale e si esibiscono sotto le finestre delle case,
cantando lodi per la nascita di Gesù. La mattina nelle case si prepara-
no piatti per la cena. Ogni famiglia addobba l‟albero di Nata-
le,decorandolo con ghirlande. La cena è costituito da dodici piatti
tradizionali che si presentano sul tavolo coperti da un panno. In alcu-
ne regioni,sotto il panno mettono un po‟ di fieno. Uno dei piatti prin-
cipali è il Kutya, che è la portata più importante ed è un impasto di
grano macinato, uva passa, noci, uva e miele. Quando si finisce di
cenare si cantano i canti di Natale e la tavola non viene sparecchiata
per far cenare gli spiriti che verranno durante la notte. Al mattino si
va in chiesa per condividere la gioia della nascita di Gesù con le altre famiglie.
Gioia Pepe
Ucraina
In Cina il nuovo anno si festeggia tra il 21
gennaio e il 20 febbraio. Il Capodanno ci-
nese viene chiamato festa di primavera.
Dura due settimane e si chiude con la festa
delle lanterne. Ogni famiglia cinese si pre-
para al nuovo anno con grandi preparativi.
Di solito si pulisce tutta casa per mandare
via la sfortuna. Poi si appendono le foto
più belle ai muri di casa e si incollano tanti
biglietti di auguri. Per un augurio di felici-
tà, si abbelliscono le stanze con tanti fiori
profumati. Alla veglia di Capodanno le
famiglie si riuniscono per mangiare tutte
insieme. Gli adulti e i bambini stanno sve-
gli tutta la notte perché è credenza che sta-
re in piedi fino al mattino porti lunga vita
ai genitori. A mezzanotte si fanno scoppia-
re fuochi d'artificio per mettere in fuga gli
spiriti malvagi. I festeggiamenti si conclu-
dono il quindicesimo giorno, con la festa
delle lanterne. In questo giorno tutti i citta-
dini pongono candele alle finestre delle
case per guidare gli spiriti benevoli e gira-
no per la città tenendo in mano lanterne
colorate. All'inizio della sfilata c'è un gran-
de drago molto lungo portato da uomini e
ragazzi. Ergi Bugi
Andrea Guardavaccaro
Il Capodanno è una delle
feste più importanti anche
in Albania. In questa occa-
sione ci si ritrova tutti insie-
me a tavola, anche con pa-
renti che di solito non si
vedono tutti i giorni. La tra-
dizione vuole che il trentu-
no dicembre si festeggia a
casa del primogenito, se è
sposato, e il primo di gennaio a casa di quello più piccolo. Il giorno di
Capodanno il più anziano della famiglia alza per primo un bicchiere di
vino e brinda con tutti i presenti al tavolo, facendo attenzione a brinda-
re prima con i più grandi e poi coi piccoli. Si usa anche dedicare un
brindisi alle persone della famiglia che non sono presenti in casa e che
sono lontani, poi si brinda con tutti i presenti augurando a tutti felicità
e successo nella vita. Ai single si augura di conoscere presto la loro
anima gemella per creare una famiglia.
Stessa festa, diversi festeggiamenti
Pagina 5 Natale e … Capodanno nel Mondo
Parlando tra tutti noi colleghi, provenienti da diversi Paesi, ci siamo accorti che il Capodanno, una delle feste più attese nel mon-
do, non viene festeggiato nello stesso giorno in tutti i posti del Pianeta. Questo perché ogni popolo misura il tempo in modo di-
verso. Nell'antica Roma il primo dell'anno era dedicato a Giano, il sacro Dio bifronte. Tale divinità si diceva avesse due facce e
due fronti: una rivolta indietro, verso il passato, e l'altra rivolta in avanti, verso il futuro. Ecco perché Giano era considerato il
Dio dei passaggi e delle porte, dell'inizio e della fine. Dal suo nome deriva la parole "gennaio", a indicare appunto l'ingresso nel
nuovo anno. A capodanno i Romani usavano scambiarsi in dono un vaso con miele, datteri e fichi, accompagnato da ramoscelli
d'alloro come augurio di fortuna e felicità. Noi, in Italia, come ben saprete, lo celebriamo il primo gennaio. Ma ecco come alcuni
Paesi accolgono il nuovo anno.
Cina Albania
In Romania si usa ancora
tenere in vita antichissime
usanze e credenze popolari.
Per esempio, in alcune zone, si
è soliti credere ai folletti e alle
fate e poi si eseguono vecchis-
simi riti che vengono preparati
con pane, acqua o altri elemen-
ti semplici. A mezzanotte,
come buona usanza, tutte le persone fanno gli auguri ai giovani ragaz-
zi travestiti da animali che si incontrano per strada, usando frasi di
cortesia, e intanto si benedicono i campi per allontanare la sfortuna e
avere buoni raccolti tutto l'anno.
Romania
Xhoana Bugi
Antonio Annunziata
Il bakllava o baclava è un
dolce ricco di zucchero
(o miele) e frutta secca,
originario della Turchia.
È molto popolare in quel-
la cucina e in quasi tutte
le cucine dell'Asia. Oltre
a quella turca, esistono
diverse versioni, fra le
quali quelle albanesi,
arabe, armene, bosnia-
che, bulgare, greche, i-
sraeliane, persiane e
serbe.
La storia del bakllava
non è molto chiara. È
stato rivendicato da molti
popoli, ma probabilmen-
te si tratta di un piatto
turco proveniente dall'A-
sia Centrale. Altri pensa-
no che le origini del
bakllava risalgano: all'an-
tica Mesopotamia, e sia
stato menzionato in un
libro di cucina mesopota-
mica sui piatti a base di
noce; che al-Baghdadi lo
descriva nel suo libro di
cucina del XIII secolo;
che si tratti
di un dolce
popolare
bizantino.
Una delle
più antiche
ricette co-
nosciute di
un tipo di
bakllava si trova in un
libro di cucina cinese
scritto nel 1330 sotto il
nome di güllach. Il
"Güllaç" esiste ancora
nella cucina turca. In
questo dolce, strati di
pasta fillo sovrapposti
sono bagnati uno ad uno
in latte riscaldato con lo
zucchero. Esso si serve con
noci e melograno fresco e
generalmente viene man-
giato durante il Ramadan.
Il bakllava è un dolce diffi-
cile da
preparare
con le
sue sottili
sfoglie di
pasta
filo, pro-
prio co-
me foglie
o fogli di carta, imburrate e
appoggiate in una teglia.
Ad esse si aggiungono noci
tritate (che possono essere
sostituite da pistacchi),
vengono sparse sui vari
strati, vengono poi cotti al
forno, prima di essere im-
bevuti con zucchero e suc-
Il Bakllava
Pagina 6 Dolci, ricette e tradizioni tra storia e leggende
co di limone o miele e spe-
zie con acqua di rose. Nelle
tradizioni greca e turca, a
questo punto viene tagliato
in triangoli, quadrati o ret-
tangoli, in Libano la forma
diffusa è quella del
diamante/rombo o, sempre
in Turchia, arrotolato e ta-
gliato in fette circolari. Co-
me tutti i piatti molto diffu-
si, quasi ogni regione, o
forse quasi ogni famiglia,
ne conserva una ricetta
diversa.
Tradizionalmente secondo
gli Ortodossi il numero di
strati che compongono il
bakllava ammonta a 33, in
riferimento agli anni della
vita di Cristo.
Laura Vani
Georgel Lità
ni abitava nella Contrada delle
Grazie a Milano. Innamorato di
Algisa, bellissima figlia di un for-
naio, si fece assumere dal padre di
lei come garzone e, per aumentare
le vendite, provò a inventare un
dolce: con la migliore farina del
mulino impastò uova, burro, miele
e uva sultanina. Poi infornò. Fu un
successo strabiliante, tutti vollero
assaggiare il nuovo pane e qualche
tempo dopo i due giovani innamo-
rati si sposarono e vissero felici e
contenti.
2) Il cuoco al servizio di Ludovico
il Moro fu incaricato di preparare
un perfetto pranzo di Natale a cui
erano stati invitati molti nobili, ma
il dolce, dimenticato nel forno,
quasi si carbonizzò. Vista la dispe-
razione del cuoco, Toni, un piccolo
sguattero, propose una soluzione:
«Con quanto è rimasto in dispensa
– un po' di farina, burro, uova, del-
la scorza di cedro e qualche uvetta
– stamane ho cucinato questo dolce. Se
non avete altro, potete portarlo in
tavola.» Il cuoco acconsentì e,
tremante, si mise dietro una tenda a
spiare la reazione degli ospiti. Tutti
furono entusiasti e al duca, che voleva
conoscere i l nome di quella
prelibatezza, il cuoco rivelò il segreto:
«L'è 'l pan del Toni». Da allora è il
"pane di Toni", ossia il "panettone".
Valentino Carraturo
Alessandra Ciullo
La storia del panettone
Il panettone ha una base cilin-
d r i c a c h e t e r mi n a i n
una forma a cupola. È ottenuto
da un impasto lievitato a base di
acqua, farina, burro, uova
(tuorlo), al quale si aggiungo-
no anche la frutta candita, scor-
zette di arancio e cedro e uvetta.
A Milano fino al 1900 erano in
moltissimi tra fornai e pasticceri
a produrre il panettone, oggi
però le grandi ditte industriali di
panettoni sono dislocate in tutta
Italia, mentre a Milano riman-
gono ancora tanti artigiani che
producono un panettone secon-
do la ricetta tradizionale. Oggi
il Panettone è un dolce tipico
Italiano. Le origini del panetto-
ne si mescolano con una leg-
genda. Sono due le storie più
diffuse che fanno del panettone
uno dei dolci più magici delle
feste natalizie:
1) Messer Ughetto degli Atella-
I Dolci della Luna sono sicuramen-
te i dolci cinesi più popolari. Di
solito vengono consumati durante
la Festa della Luna, una del-
le feste più amate in Cina e
Taiwan. Se vi capita di esse-
re a Taiwan durante la Festa
della Luna - detta an-
che Festa di Mezzo Autun-
no - può capitare che qualcu-
no ve ne regali una scatola.
Bellissime scatole di Dolci
della Luna sono tradizional-
mente scambiate durante
questo periodo dell'anno, per esem-
pio regalate dai datori di lavoro ai
dipendenti. Se invece non siete a
Taiwan verso settembre o ottobre,
niente paura, i Dolci della Luna si
possono comunque trovare e man-
giare durante tutto l'anno, anche nel
periodo dei festeggiamenti del
Capodanno cinese. I Dolci della
Luna sono pasticcini rotondi di pa-
stafrolla, spesso decorati con carat-
teri cinesi. I classici Yuebing, come
vengono chiamati in cinese, hanno
un ripieno di pasta di fagioli azuki o
di pasta di semi di loto, e spesso
anche un uovo sodo di anatra .
Oggigiorno comunque esisto-
no moltissime versioni di
Dolci della Luna, per esempio
con ripieno di nocciole o
mandorle ed anche delicati
Dolci della Luna aromatizzati
al tè verde. I Dolci della
Luna sono ottimi, senza
dubbio alcuno, e come tutte le
cose buone, anche altamente
calorici. Quindi se siete a
dieta evitate di mangiarli !
Sorina M. R. Ferau
Antonio Andrei Nacea
I dolcetti della Luna
Pagina 7 Dolci, ricette e tradizioni tra storia e leggende
I ghouribas, dolci marocchini
Noi che ci siamo occupati della tradizione del Marocco,
abbiamo pensato di portarvi nella colorata e profumatis-
sima atmosfera dei grandi pasti tipici, trionfi di pietanze
e dolcezze di ogni tipo
che riuniscono le
famiglie intorno alla
tavola per ore ed ore
dopo il tramonto, duran-
te il periodo del
Ramadan, in un clima di
festa e di condivisione.
Una cucina aromatizza-
ta con chili di spezie e frutta secca, litri di miele e acqua
di fiori d‟arancio. Un tipo di cucina che sta benissimo
nel periodo festivo dove, come succede anche da noi, i
dolci sono il motivo principale per cui si riesce a essere
tutti felici. I ghouribas sono dei dolcetti della cucina
marocchina, profumati alla cannella e a base di
mandorle. Per concludere una cena natalizia con una
nota dolce, potete preparare un vassoio con questi
dolcetti marocchini.
Per preparare questi dolci bisogna avere :
250 g. farina, 135 g. burro, 75 g, di mandorle tritate, 125
g. di zucchero a velo, 10 g. di cannella (in polvere), un
uovo, la buccia grattugiata di un limone
(biologico), 1/2 bustina di lievito in polvere per
dolci ,un pizzico di sale e scaglie di mandorle.
P r e p a r a z i o n e
Dentro una capace ciotola lavorate la farina e il
burro con la punta delle dita per ottenere un insie-
me sabbioso. Aggiungete lo zucchero a velo, le
mandorle tritate, la cannella, la buccia di limone, il
sale e il lievito. Mescolate bene e incorporate
l‟uovo. Alla fine la pasta dovrà essere omogenea e
liscia. Lasciatela riposare 15 minuti. Poi preparate con
essa delle palline della grandezza di una noce, passatele
nelle scaglie di mandorle e depositatele su una placca
ricoperta di carta da forno. Fate cuocere le ghouribas nel
forno caldo a 160 gradi, per circa 10 – 15 minuti. La-
sciateli raffreddare prima di degustarli.
Yassin El Ouafy
Khalil Achoubi
Frohe Weihnachten und ei-
nen guten Rutsch ins neue
Jahr! (Germania)
Gëzuar Krishtlindjet e Vitin e
Ri (Albania)
聖誕節同新年樂 (Cina)
Веселого Різдва і з Новим
Роком (Ucraina)
Crăciun fericit şi un An
Nou Fericit (Romania)
Wesołych świąt i szczęśliwe-
go Nowego Roku (Polonia)
Рождеством
ХристовымНовым Годом
(Russia)
Joyeux Noël et bonne
année (Francia)
Feliz Navidad y próspero
año nuevo! (Spagna)
Весела Коледа
Честита нова година
(Bulgaria)
Auguri dal Mondo
La Redazione
Alesio Uka
Alessandra Ciullo
Alessandro Tufano
Andrea Guardavaccaro
Angela Lieto
Antonio Andrei Nacea
Antonio Annunziata
Emanuele Oliva
Ergi Bugi
Xhoana Bugi
Federica De Felice
Federica De Nicola
Georgel Lità
Gioia Pepe
Giovanni De Martino
Khalil Achoubi
Kledi Lleshi
Laura Vani
Rosita Franza
Serxhio Hoxha
Sorina M. R. Ferau
Valentino Carraturo
Yassin El Ouafy
Direttore responsabile
Imma Faiella
Si ringrazia:
La dirigente scolastica Dott.ssa Emma Tortora
L’esperto Salvatore Gaeta
Tutto il personale dell’ I.C. “S.S Giovanni Paolo II - A. FranK”
Merry Christmas and a Happy New Year (Inghilterra)
Buon Natale e felice anno nuovo !