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i Concerti dei docenti - consalerno.it · Claude Bolling dalla Suite n° 1 per flauto e jazz piano...

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dei docenti i Concerti i Concerti A.A. 2015/2016 i Concerti
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dei docentii Concertii Concerti

A.A. 2015/2016i Concerti

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C. Debussy e M. Ravel “Recital”

Omaggio a Dmitri Shostakovich

“Goyescas”

Il Barocco agli antipodi tra Francia e Italia

Trii romantici

La musica per clarinetto del '900 storico

Ciro Longobardi,

Antonio Anselmi, Anna Pugliese,

Alessandro Santucci, Francesca Taviani,

Raffaele Moretti,

Giusi Ledda, Dario Orabona,

Ottavio Gaudiano, Ugo Di Giovanni,

Anna Clemente,

Anna Bellagamba, Gaetano Falzarano,

Francesca Taviani,

Roberto Giordano, Anna Monacelli,

pianoforte

violino - violino

viola - violoncello

pianoforte

flauto traversiere - violoncello

violone - arciliuto

clavicembalo

pianoforte - clarinetto

violoncello

clarinetto - pianoforte

Giulio De Luca, pianoforte

Nel centenario della morte di E. Granados

J. Brahms “ ”

Omaggio a Ray Draper

Il flauto nella musica Jazz

“Da Proust a Lorca”

Omaggio a Robert Schumann

Amore e NostalgiaNaomi Rivieccio, Luana Greco,

Francesco Cuccia, Filippo Morace,

Maria Rosato e Giuseppe Squitieri,

Alexandre Cerdà Belda, - Giulio Martino,

Rocco Zaccagnino,

Leonardo De Lorenzo,

Antonio Senatore, Raffaele Maisano,

Marco Cuciniello, Felice Marino,

Anna Pugliese, Giulio De Luca,

Davide Falsino,

soprano - contralto

tenore - basso

pianoforte

basso tuba sassofoni

fisarmonica e accordina

batteria

flauto - pianoforte

contrabbasso - batteria

violino - pianoforte

pianoforte

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SETTEMBRE

OTTOBRE

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i Concerti

dei Docenti A.A. 2015/2016

Sala Bregola Cava de’ Tirreni ore 20.30

Ingresso libero

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Lunedì - 12 settembre 2016

J. Brahms “Amore e Nostalgia”

Naomi Rivieccio, soprano Luana Greco, contralto Francesco Cuccia, tenore Filippo Morace, basso Maria Rosato e Giuseppe Squitieri, pianoforte Nell'ambito delle attività di produzione 2015/2016 del Conservatorio statale di Musica G. Martucci di Salerno è nato il progetto dal titolo: Johannes Brahms, amore e nostalgia, che prevede la realizzazione di un programma monografico su J. Brahms. Il progetto ha origine dalla collaborazione della classe di Canto del Mº Filippo Morace e della classe di pianoforte del Mº Giuseppe Squitieri, che, coinvolgendo i rispettivi allievi, Naomi Rivieccio, soprano, Luana Grieco, contralto, Francesco Cuccia, tenore e Maria Rosato, pianoforte, hanno realizzato l'esecuzione completa dei Liebeslieder walzer op.52 e Neue Liebeslieder walzer op.65. Le due raccolte sono una sorta di inno all'amore dell'ancor giovane Brahms, che prende spunto dall'antologia di canti popolari in versi "Polydora" del poeta romantico Georg Friedrich Daumer e ne realizza la stesura sia per pf a 4 mani e coro di voci miste che per pf a 4 mani e 4 voci soliste, o anche per solo pf a 4 mani. Le opere sono composte da 18 valzer nell' op. 52 e altri 14 nell'op.65, con l'appendice "Zum schluss" su versi del Goethe, in cui, a conclusione dell'opera, si invocano le Muse perché possano alleviare le pene d'amore. L'esecuzione, secondo una consolidata tradizione e nel rispetto della volontà dell'autore, viene frequentemente affidata alle singole voci in sostituzione del coro, una forma più "liederistica" che non tradisce lo spirito lirico e romantico delle opere ma anzi sembra esaltarne il valore più propriamente "intimistico" e poetico. Tra l'esecuzione dei Liebeslieder op.52 e quella dei Neue Liebeslieder op.65, si inserisce l'esecuzione dei Klavierstücke op.118, uno spartiacque che ripropone quasi in forma di ricordo, con tanta nostalgia, le passioni, i sentimenti e gli aneliti di un tempo passato, filtrate dalla ormai rassegnata consapevolezza di una fine imminente. Carezze, sospiri, tenerezze e tanta poesia in un programma che racconta l'inesorabile destino delle passioni e dei sentimenti che accompagnano l'uomo e l'artista durante l'intero arco di una vita.

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PROGRAMMA

Johannes Brahms Liebeslieder walzer op.52 per pf. a 4 mani e 4 voci (1833-1897) miste (18 valzer composti sui versi di "Polydora" di

von Daumer) Klavierstücke op.118: Intermezzo Intermezzo Ballata Intermezzo Romanza Intermezzo Neue Liebeslieder walzer op. 65 per pf. a 4 mani e 4

voci miste (14 valzer composti sui versi della "Polydora" di von Daumer e Conclusione "zum schluss" su versi del Goethe).

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Venerdì - 16 settembre 2016 Omaggio a Ray Draper Alexandre Cerdà Belda, basso tuba Giulio Martino, sassofoni Rocco Zaccagnino, fisarmonica e accordina Leonardo De Lorenzo, batteria Nel 1957, a soli 17 anni, Ray Draper registra il primo disco da Tuba Solista nel Jazz. A lui negli anni si sono succeduti nomi come H. Johnson, D. Bargeron, B. Steward, M. Godard, nel tentativo di mostrare tutte le possibilità timbriche ed espressive dello strumento nei diversi ruoli nel Jazz. Il “quartetto acustico” che si esibirà questa sera intende partire dal Draper per spiegare che nel Jazz non esistono strumenti tipici ma è sostanzialmente una questione di linguaggio; si cercherà di filtrare il Jazz attraverso sonorità inconsuete. Una rivisitazione delle musiche di alcuni tra i più geniali compositori del Jazz: Monk, Mingus, Coleman e brani originali affidata a strumenti e musicisti che provengono da mondi e culture differenti. Sassofoni che si intersecano tra percussioni, fisarmoniche e basso tuba.

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PROGRAMMA

CLIFFORD'S KAPPA Ray Draper

TWO SONS Ray Draper

THREE VIEW OF A SECRET

Jaco Pastorius

UNA MUY BONITA Ornette Coleman

CHILDREN ‘S PLAY SONG

Bill Evans

FABLES OF FAUBUS Charlie Mingus

CON TRES PALABRAS

Osvaldo Farrès

BUON COMPLEANNO SPRING TIME MAGDALUNA

di Giulio Martino

CLOWNS & CIRCUS di Leonardo De Lorenzo

L’INCANTATORE

di Armanda Desidery

COMICS di Francesco D’Errico

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Venerdì - 23 settembre 2016 Il flauto nella musica Jazz Antonio Senatore, flauto Marco Cuciniello, contrabbasso Raffaele Maisano, pianoforte Felice Marino, batteria All'inizio degli anni '50 Bolling iniziò ad essere riconosciuto come una delle maggiori personalità del jazz in Francia e all'estero. Considerato per lungo tempo il maggiore pianista ragtime e boogie woogie, Bolling aveva uno stile derivato in parte anche da Art Tatum e Teddy Wilson. A 14 anni, bambino prodigio, suonava già jazz a livello professionale con Lionel Hampton, Roy Eldridge e Kenny Clarke. Le due suite (la prima del 1973, la seconda del 1986) per flauto e trio jazz sono nate nel seno delle collaborazioni che Bolling intrattenne con musicisti della tradizione classica: ideate, dedicate e, in seguito, registrate dal flautista Jean-Pierre Rampal. Sono intelligenti contaminazioni tra l’eleganza barocca e lo swing: testo scritto e improvvisazioni sono la peculiarità di questo stile definito “crossover”, speciale incontro tra la tradizione classica e jazzistica.

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PROGRAMMA

Claude Bolling dalla Suite n° 1 per flauto e jazz piano trio: Baroque and blue Sentimentale Fugace Veloce Claude Bolling dalla Suite n° 2 per flauto e jazz piano trio: Espiegle Affectueuse Vagabonde Jazzy

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Lunedì - 26 settembre 2016 “Da Proust a Lorca” Anna Pugliese, violino Giulio De Luca, pianoforte Il concerto propone tre capolavori della musica da camera francese per il duo violino e pianoforte scritti a cavallo tra Otto e Novecento: la breve ed intensa Sonata giovanile di Maurice Ravel, la drammatica Sonata di Francis Poulenc dedicata alla memoria del martirio di Federico Garcia Lorca e, nella seconda parte, la monumentale Sonata di Cesar Franck, capolavoro assoluto della musica da camera di ogni tempo, cui si è ispirato Proust in alcuni celebri passi della Recherche.

PROGRAMMA

Maurice Ravel Sonata postuma in la minore (1897) (1875-1937) Francis Poulenc Sonata per violino e pianoforte in re minore (1944) (1901-1963) (alla memoria di Federico Garcia Lorca)

Allegro con fuoco

Intermezzo (Très lente et calme)

Presto tragico Cesar Franck Sonata in la maggiore per violino e pianoforte (1886) (1822-1890) Allegretto ben moderato

Allegro

Recitativo-Fantasia (Ben moderato)

Allegretto poco mosso

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Venerdì - 30 settembre 2016

Omaggio a Robert Schumann Davide Falsino, pianoforte

L’opera di Schumann, così come quella di Liszt e Chopin, segna una svolta nei confronti del Classicismo viennese. In circa sessant’anni la forma-sonata era nata, si era sviluppata in una interminabile serie di capolavori e si era esaurita con la morte di Beethoven e Schubert. Tutti e tre i romantici voltano pagina nettamente, con prospettive diverse. Schumann, poeta prima che musicista, elabora la sua tecnica compositiva fondandola sul frammento caratteristico. Nella piccola forma Schumann si muove a suo agio e rivela una meravigliosa maestria nell’organizzare i frammenti in strutture coerenti. Attraverso intrusioni, citazioni, intermezzi alternativi, collegamenti motivici sottili, crittogrammi, egli rivela di essere un inarrivabile narratore che sa organizzare i suoi schizzi in attente raccolte, poiché il loro significato profondo viene evidenziato dall’insieme dei particolari; in fondo, ci racconta delle storie, dei romanzi costruiti con i suoni. Eppure Schumann, così come i suoi colleghi romantici, sente la necessità artistica di avventurarsi in un territorio in cui con evidenza non si trova a suo agio, quello della forma-sonata. Manifesta dubbi, incertezze, problemi dibattuti e non risolti in un confronto con la grande Forma tradizionale mai concluso. La dicotomia tra Humor bizzarro ed imprevedibile e l’acuta percezione di una Forma, necessaria quanto estranea, condurrà Schumann, dal 1840 in poi, a smorzare le meravigliose esplosioni fantastiche delle composizioni dei suoi primi anni e a scivolare sempre più verso l’accademismo.

PROGRAMMA

R. Schumann Arabeske op. 18 Grosse sonate op. 11 in FA diesis minore

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Lunedì - 3 ottobre 2016 C. Debussy e M. Ravel “Recital” Ciro Longobardi, pianoforte

Un breve percorso nella musica francese della prima metà del Novecento all'insegna dell'analogia e del contrasto. Protagonista la musica di Debussy e di Ravel, legati in quegli anni dall'estetica del simbolismo. Alla grande suite debussyana dei preludi del primo libro si contrappone la serie dei venti pezzi piccoli, si direbbe minimi, dedicata da Satie a sport e passatempi, mentre al "diabolico" trittico raveliano fa da contrasto la mistica visione della Vergine di Messiaen".

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PROGRAMMA Claude Debussy Préludes Vol. I (1909-10) (1862-1918) I Danseuses de Delphes II Voiles III Le vent dans la plaine IV Les sons et les parfums tournent dans l'air du soir V Les collines d'Anacapri VI Des pas sur la neige VII Ce qu'a vu le vent d'ouest VIII La fille aux cheveux de lin IX La sérénade interrompue X La cathédrale engloutie XI La danse de Puck XII Minstrels Erik Satie Sports et divertissements (1914) (1866-1925) Choral inappetissant - La Balançoire - La Chasse La Comédie italienne - Le Réveil de la Mariée Colin-Maillard - La Pêche - Le Yachting Le Bain de mer - Le Carnaval - Le Golf La Pieuvre - Les Courses - Les Quatre-coins Le Pique-nique - Le Water-chute Le Tango (perpétuel) - Le Traîneau - Le Flirt Le Feu d’Artifice - Le Tennis

**************** Olivier Messiaen da Vingt regards sur l’Enfant-Jésus (1944) (1908-1992) Première communion de la Vierge Maurice Ravel Gaspard de la Nuit (1908) (1875-1937) Ondine Le gibet Scarbo

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Venerdì - 7 ottobre 2016

Omaggio a Dmitri Shostakovich Antonio Anselmi e Anna Pugliese, violini Alessandro Santucci, viola Francesca Taviani, violoncello Giulio De Luca, pianoforte Due pagine monumentali della musica da camera del pieno Novecento, in cui il geniale compositore russo, di cui lo scorso anno ricorreva il quarantennale dalla scomparsa, rielabora con uno stile assolutamente personale, pienamente tonale (se non addirittura modale in certi momenti), le forme sette-ottocentesche, insieme con momenti in cui emerge (soprattutto negli Scherzi) lo spirito popolare russo. Due pagine di toccante e vibrante intensità emotiva ed elevata spiritualità, scritte e pensate per grandi virtuosi dell’arco e della tastiera.

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PROGRAMMA

Dmitri Shostakovich Trio op.67 in mi minore per violino, violoncello (1906 – 1975) e pianoforte (1944)

Andante

Allegro non troppo

Largo

Allegretto

Quintetto op. 57 in sol minore per due violini, viola, violoncello e pianoforte (1940)

Preludio (Lento – Poco più mosso)

Fuga (Adagio)

Scherzo (Allegretto)

Intermezzo (Lento)

Finale (Allegretto)

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Venerdì - 14 ottobre 2016 “Goyescas” Nel centenario della morte di E. Granados Raffaele Moretti, pianoforte Dalla pittura al pianoforte e dal pianoforte all’opera: nasce così la più celebre composizione di Enrique Granados (1867-1916). Granados era un pittore dilettante, e quando in Spagna si festeggiò il cento-cinquantesimo anniversario della nascita di Francisco Goya, nel 1897, cominciò ad appassionarsi alle opere del pittore. Così, tra il 1909 e il 1911, scrisse una suite pianistica, Goyescas, ispirata proprio ai temi cari del primo Goya: la Spagna popolare, la Madrid dei majos e delle majas (i giovani alla moda della seconda metà del Settecento, eleganti, irriverenti, seducenti). Nacque così Goyescas, dove queste “pitture sonore” diventano una storia d’amore, gelosia e morte. Nell'insieme, Goyescas rimane un capolavoro di tutta la letteratura pianistica, nello stile del tardo romanticismo caro a Granados, con importanti influenze di Schumann, Chopin e soprattutto Wagner.

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PROGRAMMA

Haydn Sonata in mi minore Hob XVI: 34 Presto Adagio Vivace Schumann Allegro op. 8 Granados Goyescas: Libro I Requiebros Coloquio en la reja El fandango de candil La maja y el ruiseñor Libro II El amor y la muerte Serenata del espectro

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Venerdì - 21 ottobre 2016 Il Barocco agli antipodi tra Francia e Italia Giusi Ledda, flauto traversiere Dario Orabona, violoncello Ottavio Gaudiano, violone Ugo Di Giovanni, arciliuto Anna Clemente, clavicembalo Le relazioni musicali tra l’Italia e la Francia nel periodo barocco possono essere qualificate a giusto titolo di asimmetriche. Fin dall’inizio del Seicento, compositori e interpreti italiani attraversarono le Alpi per far conoscere la loro musica all’estero e i paesi europei, come l’Inghilterra, la Spagna, i Paesi Bassi o i paesi germanici, aperti alla ricezione di nuovi generi, riservarono loro un’accoglienza favorevole. La Francia invece, poco permeabile agli influssi esterni intrattenne con l’Italia una relazione scandita da fasi di accettazione e di rifiuto, puntualmente accompagnate da una serie di querelles. Inoltre le differenze culturali, sociali e politiche che attraversarono l'Italia tra il XVII e XVIII secolo, fecero si che non si potesse individuare un unico centro di sviluppo misicale, contrariamente a quanto avvenne in Francia a seguito della politica assolutistica e accentratrice della dinastia reale.

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PROGRAMMA J. Hotteterre III Suite in Sol Magg. dal “Premiere Livre de Pieces (1674-1763) pour la Flute traversiere avec la basse”

Allemande La Cascade de St. Cloud, Sarabande La Guimon, Courent L'Indiferente, Double, Rondeau Le plainti, Menuet Le mignon, Gigue L'Italienne

J. B. Boismortier XIV Ouvre sonate III (1726) a deux Bassons, (1689-1755) Violoncelles au violes Gravement, Allemanne gayment, Lentement, Gigue M. Marais Les folies d' Espagne, per Traversiere e Arciliuto (1656-1728) G. B. Bononcini Sonata in la minore per violoncello e basso continuo (1670-1747) Andante, Allegro, Minuetto I e II D. Scarlatti Sonata K 481 in fa min. (1685-1757) Sonata K 184 in fa min. P. Locatelli Sonata II in Re magg. per flauto e basso continuo (1695-1764) Largo Allegro Andante Presto

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Lunedì - 24 ottobre 2016

Trii romantici Anna Bellagamba, pianoforte Gaetano Falzarano, clarinetto Francesca Taviani, violoncello

Scritto nel 1832, il Trio pathétique in re minore di Michail Glinka, deve il suo titolo alla crisi sentimentale che il compositore attraversava in quegli anni, dopo la fine di una sua tormentata relazione con una donna sposata. Il Trio fu eseguito per la prima volta a Milano nel 1833, nel suo organico originale per clarinetto, fagotto e pianoforte. La versione che sostituisce il violoncello al fagotto, presentata questa sera, è postuma, e si deve all'intervento del compositore russo Balakirev che curò l'edizione moscovita del 1878. Composto in quattro movimenti relativamente brevi, tra loro collegati, il Trio presenta piuttosto la forma della Fantasia in un unico movimento, con ritorni ciclici dei temi, ora appassionatamente dolorosi, ora più intimamente lirici. Negli ultimi anni della sua vita, grazie al felice incontro con un musicista eccezionale, il clarinettista Richard Mühlfeld, Brahms sviluppò un grande interesse per il clarinetto, a cui dedicò un piccolo gruppo di capolavori cameristici, che mettono in luce le qualità di timbro e la ricchezza della gamma espressiva dello strumento, e costituiscono una sintesi della raffinata sapienza compositiva del Brahms più maturo. La prima composizione di Brahms dedicata al clarinetto è il Trio in la minore op. 114, composto nel 1891 ed eseguito per la prima volta nel novembre dello stesso anno con il compositore stesso al pianoforte, Richard Mühlfeld al clarinetto, e Robert Hausmann al violoncello. Nei suoi quattro movimenti il Trio mostra la mirabile sintesi operata da Brahms tra i timbri, i registri e le capacità espressive dei tre strumenti, così diversi tra loro. L'Allegro alla breve, in forma sonata, si caratterizza per la ricchezza tematica, il fiorire delle idee secondarie, e per la sapiente maestria del lavoro contrappuntistico nella presentazione delle idee melodiche. Nell'Adagio in re maggiore i due temi principali si ripetono, passando dal clarinetto al violoncello, in un'atmosfera in parte sognante, in parte misteriosa. Il terzo movimento, in forma di minuetto e trio, è forse il più riuscito dell'intera composizione. Il tema della prima parte, di meravigliosa ispirazione melodica, è illuminato da superbi cambi di colore tra il clarinetto e il violoncello, "come un colloquio d'amore", come Brahms stesso scrive in una lettera all'amico Mandyzewski. Il Finale, ricco di contrasti ritmici e costruito su un fitto tessuto contrappuntistico, è un movimento animato ed energico, in forma sonata, ricco di idee melodiche, che termina infine con un vigore ed uno slancio tipicamente romantici.

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PROGRAMMA

Mikhail Glinka Trio Patétique in re minore

Allegro moderato

Scherzo

Largo

Allegro con spirito Johannes Brahms Trio op. 114 in la minore

Allegro

Adagio

Andantino grazioso

Allegro

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Venerdì - 28 ottobre 2016 La musica per clarinetto del ‘900 storico Roberto Giordano, clarinetto Anna Monacelli, pianoforte Il clarinetto è invenzione tedesca. Nella metà del secolo decimo nono il clarinetto subisce delle modifiche 'traumatiche' dal punto di vista tecnico, tanto da avere due sistemi meccanici sostanzialmente diversi tra loro, oggi noti come 'sistema tedesco' e 'sistema francese'. La reazione fisico acustica dei due modelli è talmente eterogenea che la musica concepita per essi dai compositori è da considerare precipua al modello al quale è stata destinata. Le Sonate di Brahms rappresentano uno stadio importante nello sviluppo dello strumento tedesco, che non sono risultano ideomatiche per quello francese. In Francia Debussy segna il passo per un nuovo linguaggio musicale, scaturito dal suo stile compositivo, che è congeniale al sistema francese, e viceversa non idiomatico a quello tedesco. In Italia all'inizio del XX secolo, ancor dappiù nel periodo storico musicale che dal punto di vista musicologico è noto come ‘900 storico, e interessa quel periodo che va dal 1920 al 1940. Il concerto si apre proprio con una ‘miniatura’ di Busoni che è stata composta proprio tra il 1919-20 e che sembra segnare questo percorso musicale che verrà proposto in questo concerto. La sonata di Giacomo Setaccioli (1868-1925), quasi sconosciuta fino a pochi decenni fa è entrata a far parte del repertorio dei più grandi clarinettisti in attività. Meno conosciuti ma non di meno valore musicale e clarinettistico sono le opere di Longo e Scontrino. Qui la tecnica clarinettistica della ‘scuola italiana’ è ben messa in evidenza, sia dal punto di vista della brillantezza della scrittura, ma anche dell’espressione. Non pochi sono i passi in cui la padronanza lirica degli autori è messa in evidenza. Peculiarità che il clarinetto del ‘900 italiano ben mette in evidenza. Resta il rammarico per non aver potuto – in quanto si è dovuta fare una scelta onnicomprensiva – inserire la Sonata di Castelnuovo-Tedesco (1895-1968), che pure può essere considerata tra le grandi sonate italiane di questo periodo storico musicale, e che rappresenta il perfetto idioma clarinettistico italiano.

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PROGRAMMA Antonio Scontrino 6 bozzetti per clarinetto e pianoforte (1850-1922) Adelaide Didone Valzer Gondoliera Speranza Letizia Alessandro Longo Suite op. 62 per clarinetto e pianoforte (1864-1945) Con moto Intermezzo - Andante Allegro con spirito Ferruccio Busoni Elegia per clarinetto e pianoforte (1920) (1866-1924) Giacomo Setaccioli Sonata op. 31 per clarinetto e pianoforte (1722 - dopo 1781) MERIGGIO Allegro appassionato NOTTURNO Larghetto ALBA Allegro energico

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Direttore M° Imma Battista Consiglio Accademico Domenico Giordano Pietro Nunziata Antonello Mercurio Francesca Seller Antonia Notari Tiziana Silvestri Maurizio Romano Antonio Autieri Liberato Santarpino Rosanna Di Giuseppe Giovanni Rago Fabio Marone Direttore Amministrativo Adriana Braca Consulta degli studenti Fabio Marone Gaetano Basile Giovanni Rago Giovanni Caiazza Marilena Coppola Nucleo di Valutazione Domenico Rossitto Alessandra Sergi Giulio De Luca

Coordinamento e organizzazione Luigi Avallone – Mariella Giordano

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Si ringraziano i docenti:

Giuseppe Squitieri, Filippo Morace, Alexandre Cerda' Belda, Giulio Martino, Antonio Senatore, Giulio De Luca, Anna Pugliese, Davide Falsino, Ciro Longobardi, Alessandro Santucci, Antonio Anselmi, Francesca Taviani, Raffaele Moretti, Giuseppina Ledda, Dario Orabona, Ottavio Gaudiano, Ugo Di Giovanni, Anna Clemente, Gaetano Falzarano, Anna Bellagamba, Roberto Giordano, Anna Monacelli.

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www.consalerno.it

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