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Date post: 22-Apr-2018
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I I di Azzano Decimo BOLLETTINO PARROCCHIALE DI AZZANO DECIMO (PORDENONE) ITALIA GIUGNO 1993 - Direttore responsabile: Mons. Domenico Cadore Mons. Mario Peressin celebra il decennale di Episcopato. Il 29 Giugno ricorre il decimo anniversario della ordinazione episcopale di Mons. Mario Peressin Arcivescovo di L 'A quila. Fin da questo momento gli pervengano le nostre più vive felicitazioni e l'assicurazione della nostra Preghiera. Egli sarà tra noi la domenica 4 Luglio per celebrare con gioia un solenne Pontificale alla Messa delle ore Il. Le Nostre Feste Cristo, nostra Pasqua La Pasqua è stata celebrata con tanta solennità, preceduta dalle visite alle famiglie, la realizzazione di alcuni centri di ascolto, la predicazione e riti della settimana santa. Nei mesi di Febbraio e Marzo l'Arci- prete e Don Maurizio hanno visitato le famiglie. In tutte le case è stata por- tata una parola di fede, una parola di incoraggiamento e di conforto spe- cialmente per i sofferenti. La nostra gente accetta questa visita e la santa benedizione. Durante la Quaresima si sono tenuti alcuni centri di ascolto, com detto dalle comunicazioni del Consiglio Pa- . storale, tutti animati da persone, a- dulte e giovani, preparati per la te- stimonianza cristiana. Ovunque han- no lasciato un buon ricordo e le per- sone intervenute hanno chiesto di ri- peterli a scadenze ravvicinate. La settimana santa ha visto tra noi i Sacerdoti della Comunità religiosa di Maria Immacolata di Frattina di Pravisdomini. Molto apprezzata la predicazione e la premurosa assi- stenza nelle Confessioni. Un grazie sentito ai cari giovani Sa- cerdoti e un augurio di bene fruttuo- Prima Comunione - 9 Maggio 1992 so all'interno della Comunità e pres- so le Parrocchie che servono. Nel mese di Maggio sono state cele- brate le care feste della Comunione solenne, della prima Comunione e della Cresima. Sono care feste che servono a rin- cuorare i cuori dei ragazzi e degli adolescenti ed a spronare a forte im- pegno e cristiana responsabilità le famiglie. Nell'ultima settimana di Maggio si è concluso in tre giorni l'anno catechi- stico dei circa 500 ragazzi della Par- rocchia. La frequenza alle lezioni è stata in genere lodevole. Un particolare gra- zie ai numerosi Catechisti, una qua- rantina, per il molto bene compiuto. Il mese di Maggio è stato vissuto in Parrocchia e nelle zone all'insegna della pratica devozionale del Rosa- rio, per implorare dalla Madonna la sua materna intercessione presso il Signore. Vogliamo chiedere al Buon Dio il suo continuo aiuto, perché la vita cri- stiana continui più sentita e più fe- dele in tutte le nostre famiglie. L'Arciprete -. Tutto è pasquale nel cristianesimo: il dogma, la morale, il culto, la vita. Il dogma è l'annuncio dalla risurre- zione; la morale è la vita dei risorti col Risorto; il culto è la celebrazione della risurrezione e la vita è tutta una novità, che sul paradigma della risur- rezione, «ci libera dal peccato e ci rende sudditi della giustizia" (Rm 6). Il doloroso travaglio della schia- ,vitù morale ed il faticoso combatti- mento per la liberazione ebbero la loro catarsi liberatrice nella Pasqua di Cristo. Là convergono le linee iso- bare di massima intensità salvifica, là la densità ontologica della reden- zione ha il massimo spessore, là gli eventi salvifici raggiungono l'acme del dinamismo e dell'efficacia, là si realizzano in sommo grado le divine promesse in favore dell'uomo. Le meraviglie di Dio, operate nei se- coli per noi uomini e per la nostra salvezza, toccano nella Pasqua il più alto vertice di potenza redentiva, quale crinale e spartiacque dell'in- tera storia umana. «Cristo nostra Pasqua" (1 Cor 5) è una espressione densa di sintesi teo- logica, che rimarca la centralità della Pasqua nel mistero di Cristo, anzi fa della Pasqua «tutto" il mistero di Cristo, evento fondamentale della cristologia. È l'annuncio evangelico di san Paolo ai Corinzi, piedistallo base per la mo- rale pasquale di una comunità dive- nuta comunità pasquale: «Siete una nuova pasta, siete azimi» (1 Cor 5). È il tema poliedrico, svolto ampia- mente e sotto vari aspetti nella ma- gnifica lettera ai Romani, tutta scop- piettante d'incontenibile e gioiosa dottrina pasquale, densa d'insospet- tabili profondità teologiche e di po- licromé applicazioni pratiche. «Cristo nostra Pasqua" è pure la buona novella, quale gioiosa realtà e quale ricchezza in nostro pos- sesso, mai abbastanza conosciuta, mai abbastanza utilizzata. Con freschezza primaverile ce la ri- pete il Concilio Vaticano Il, il quale ce la presenta vera e vivente nell'in- coparabile scrigno dell'Eucaristia: «Nella Santissima Eucaristia è rac- chiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso CRISTO NOSTRA PASQUA e pane vi- vo che, mediante la sua Carne vi- vificata dallo Spirito Santo e vivi- ficante, vita agli uomini". I due aspetti morte-vita, dolore-gioia, ignominia-gloria, il venerdì santo e la Pasqua, coesistono nell'Eucaristia che li rivive entrambi misticamente e sacramentai mente, sacramentaliz- zando il sacrificio pasquale di Cristo. L'Eucaristia contiene tutto Cristo e tutta la sua Pasqua, tutto il Reden- tore e tutta la redenzione. L'Eucaristia è «Cristo nostra Pa- squa» in una perenne ininterrotta realtà globale e vitale: con tutta la ricchezza del contenuto e con tutta l'efficacia della redenzione. È la redenzione in atto. È la Pasqua in atto. È la redenzione in atto, che agisce, dando a Div il massimo culto di latria ed agli uo- mini il massimo di efficacia salvifica. L'Eucaristia è la Pasqua viva e tutta per noi: è la Pasqua data alla Chiesa per una totale utilizzazione, la Pa- squa nella sua sorgiva e sovrabbon- dante potenza redentrice in atto. È Cristo che dona la salvezza al mondo intero. È Cristo che offre agli uomini la sua Pasqua, partecipan- done totalmente i frutti molteplici ed anticipando la salvezza escatologica del cielo, plenaria e definitiva reden- zione. Così, divenuta oblazione cosmica, l'offerta sacrificale di Cristo ripor- ta a Dio l'intero universo, giusta re- stituzione al Creatore della sotto- missione e dell'adorazione di tutto il creato, sottratto per sempre alla schiavitù del peccato. Così, ogni uomo risorge alla sua piena dignità sovrana, riacquistando il regale dominio sul creato. Così, ogni uomo realizza se stesso nella comunione di vita nuova col Ri- sorto.
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(f~i~~~~~A~~él---fl~· ~ di Azzano Decimo BOLLETTINO PARROCCHIALE DI AZZANO DECIMO (PORDENONE) ITALIA

GIUGNO 1993 - Direttore responsabile: Mons. Domenico Cadore

Mons. Mario Peressin celebra il decennale di Episcopato. Il 29 Giugno ricorre il decimo anniversario

della ordinazione episcopale di Mons. Mario Peressin Arcivescovo di L 'A quila.

Fin da questo momento gli pervengano le nostre più vive felicitazioni e l'assicurazione della nostra Preghiera.

Egli sarà tra noi la domenica 4 Luglio per celebrare con gioia un solenne Pontificale alla Messa delle ore Il.

Le Nostre Feste Cristo, nostra Pasqua La Pasqua è stata celebrata con tanta solennità, preceduta dalle visite alle famiglie, la realizzazione di alcuni centri di ascolto, la predicazione e riti della settimana santa. Nei mesi di Febbraio e Marzo l'Arci­prete e Don Maurizio hanno visitato le famiglie. In tutte le case è stata por­tata una parola di fede, una parola di incoraggiamento e di conforto spe­cialmente per i sofferenti. La nostra gente accetta questa visita e la santa benedizione. Durante la Quaresima si sono tenuti alcuni centri di ascolto, com 'è detto dalle comunicazioni del Consiglio Pa- . storale, tutti animati da persone, a­dulte e giovani, preparati per la te­stimonianza cristiana. Ovunque han­no lasciato un buon ricordo e le per­sone intervenute hanno chiesto di ri­peterli a scadenze ravvicinate. La settimana santa ha visto tra noi i Sacerdoti della Comunità religiosa di Maria Immacolata di Frattina di Pravisdomini. Molto apprezzata la predicazione e la premurosa assi­stenza nelle Confessioni. Un grazie sentito ai cari giovani Sa­cerdoti e un augurio di bene fruttuo-

Prima Comunione - 9 Maggio 1992

so all'interno della Comunità e pres­so le Parrocchie che servono. Nel mese di Maggio sono state cele­brate le care feste della Comunione solenne, della prima Comunione e della Cresima. Sono care feste che servono a rin­cuorare i cuori dei ragazzi e degli adolescenti ed a spronare a forte im­pegno e cristiana responsabilità le famiglie. Nell'ultima settimana di Maggio si è concluso in tre giorni l'anno catechi­stico dei circa 500 ragazzi della Par­rocchia. La frequenza alle lezioni è stata in genere lodevole. Un particolare gra­zie ai numerosi Catechisti, una qua­rantina, per il molto bene compiuto. Il mese di Maggio è stato vissuto in Parrocchia e nelle zone all'insegna della pratica devozionale del Rosa­rio, per implorare dalla Madonna la sua materna intercessione presso il Signore. Vogliamo chiedere al Buon Dio il suo continuo aiuto, perché la vita cri­stiana continui più sentita e più fe­dele in tutte le nostre famiglie.

L'Arciprete

-.

Tutto è pasquale nel cristianesimo: il dogma, la morale, il culto, la vita. Il dogma è l'annuncio dalla risurre­zione; la morale è la vita dei risorti col Risorto; il culto è la celebrazione della risurrezione e la vita è tutta una novità, che sul paradigma della risur­rezione, «ci libera dal peccato e ci rende sudditi della giustizia" (Rm 6). Il doloroso travaglio della schia-

,vitù morale ed il faticoso combatti­mento per la liberazione ebbero la loro catarsi liberatrice nella Pasqua di Cristo. Là convergono le linee iso­bare di massima intensità salvifica, là la densità ontologica della reden­zione ha il massimo spessore, là gli eventi salvifici raggiungono l'acme del dinamismo e dell'efficacia, là si realizzano in sommo grado le divine promesse in favore dell'uomo. Le meraviglie di Dio, operate nei se­coli per noi uomini e per la nostra salvezza, toccano nella Pasqua il più alto vertice di potenza redentiva, quale crinale e spartiacque dell'in­tera storia umana. «Cristo nostra Pasqua" (1 Cor 5) è una espressione densa di sintesi teo­logica, che rimarca la centralità della Pasqua nel mistero di Cristo, anzi fa della Pasqua «tutto" il mistero di Cristo, evento fondamentale della cristologia. È l'annuncio evangelico di san Paolo ai Corinzi, piedistallo base per la mo­rale pasquale di una comunità dive­nuta comunità pasquale: «Siete una nuova pasta, siete azimi» (1 Cor 5). È il tema poliedrico, svolto ampia­mente e sotto vari aspetti nella ma­gnifica lettera ai Romani, tutta scop­piettante d'incontenibile e gioiosa dottrina pasquale, densa d'insospet­tabili profondità teologiche e di po­licromé applicazioni pratiche. «Cristo nostra Pasqua" è pure la buona novella, quale gioiosa realtà e quale ricchezza in nostro pos­sesso, mai abbastanza conosciuta, mai abbastanza utilizzata. Con freschezza primaverile ce la ri­pete il Concilio Vaticano Il, il quale

ce la presenta vera e vivente nell'in­coparabile scrigno dell'Eucaristia: «Nella Santissima Eucaristia è rac­chiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso CRISTO NOSTRA PASQUA e pane vi­vo che, mediante la sua Carne vi­vificata dallo Spirito Santo e vivi­ficante, dà vita agli uomini". I due aspetti morte-vita, dolore-gioia, ignominia-gloria, il venerdì santo e la Pasqua, coesistono nell'Eucaristia che li rivive entrambi misticamente e sacramentai mente, sacramentaliz­zando il sacrificio pasquale di Cristo. L'Eucaristia contiene tutto Cristo e tutta la sua Pasqua, tutto il Reden­tore e tutta la redenzione. L'Eucaristia è «Cristo nostra Pa­squa» in una perenne ininterrotta realtà globale e vitale: con tutta la ricchezza del contenuto e con tutta l'efficacia della redenzione. È la redenzione in atto. È la Pasqua in atto. È la redenzione in atto, che agisce, dando a Div il massimo culto di latria ed agli uo­mini il massimo di efficacia salvifica. L'Eucaristia è la Pasqua viva e tutta per noi: è la Pasqua data alla Chiesa per una totale utilizzazione, la Pa­squa nella sua sorgiva e sovrabbon­dante potenza redentrice in atto. È Cristo che dona la salvezza al mondo intero. È Cristo che offre agli uomini la sua Pasqua, partecipan­done totalmente i frutti molteplici ed anticipando la salvezza escatologica del cielo, plenaria e definitiva reden­zione. Così, divenuta oblazione cosmica, l'offerta sacrificale di Cristo ripor­ta a Dio l'intero universo, giusta re­stituzione al Creatore della sotto­missione e dell'adorazione di tutto il creato, sottratto per sempre alla schiavitù del peccato. Così, ogni uomo risorge alla sua piena dignità sovrana, riacquistando il regale dominio sul creato. Così, ogni uomo realizza se stesso nella comunione di vita nuova col Ri­sorto.

Pago 2 BOLLETTINO PARROCCH IALE Giugno 1993

L' 11 Febbraio: "Giornata mondiale del malato" Da tempo il cardinale Fiorenzo An­gelini, Presidente del Pontificio Con­siglio per la pastorale degli operatori sanitari, aveva chiesto di dedicare una giornata, quale appuntamento ecclesiale, al malato. " Santo Padre ha accolto tale auspi­cio istituendo per 1'11 Febbraio, ricor­renza delle apparizioni mariane a Santa Bernadetta, la HGiornata mon­diale del malato". E come ha detto il Papa: «Questa ce­lebrazione annuale ha lo scopo di sensibilizzare il popolo di Dio, e di conseguenza le molteplici istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa so­cietà civile, alla necessità di assicu-

rare la migliore assistenza agli in­fermi; di aiutare chi è malato a va­lorizzare, sul piano umano, ma so­prattutto su quello soprannaturale, la sofferenza». Continua Giovanni Paolo" accennando alla Hnostra" Lourdes, perché tale la consideriamo noi Unitalsiani: «Lourdes, Santuario mariano fra i più cari al popolo cri­stiano, è luogo e insieme simbolo di speranza e di grazia nel segno del­l'accettazione e dell'offerta della sof­ferenza sa Ivifica».

È un chiaro messaggio questo, per l'Unitalsi, di riconoscere Lourdes co­me centro mondiale della sofferenza e dell'impegno ecclesiale in campo

sanitario. Recepiamolo! Chiude il Papa sottolineando come in tutte le Diocesi verranno adegua­tamente ricordate queste ricorrenze a partire dal 1993 con l'apporto del­l'intero popolo di Dio, sacerdoti, re­ligiosi, religiose e fedeli laici.

La prima Giornata mondiale del malato «vuoi essere per tutti i cre­denti un momento forte di preghiera, di condivisione e di offerta della sof­ferenza per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il santo Volto di Cristo che, soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza

dell'umanità. Le attese oggi molto vive di una umanizzazione della me­dicina e dell'assistenza sanitaria ri­chiedono una più decisa risposta. Per rendere più umana e più ade­guata l'assistenza sanitaria è tutta­via fondamentale potersi rifare ad una visione trascendente dell'uomo, che metta in luce nell'infermo, im­magine e figlio di Dio, il valore e la sacralità della vita. La malattia e il dolore interessano ogni essere umano: l'amore verso ogni essere umano, l'amore verso i sofferenti è segno e misura del grado di progresso e di civiltà di un popo­lo».

PASTORALE PARRQCCHIALE Il Consiglio Pastorale della Parroc­chia ha discusso più volte il progetto delle unità pastorali da quando Sua Eccellenza Mons. Sennen Corrà ne ha dato l'annuncio. Si tratta di far riscoprire ai laici i loro doveri verso la comunità parroc­chiale in cui vivono. Tale progetto, nato per supplire alla scarsità di sacerdoti, non prevede la sopressione di parrocchie ma eventualmente la loro unione. Per preparare la gente, poco a poco, ad accogliere i laici con i loro mini­steri affidatigli dalla Chiesa, sono stati promossi, in Quaresima, dei Centri di Ascolto animati da laici, da tenersi nelle famiglie. Per la maggior parte si sono svolti in Cesena ed in alcune zone: Pradat, XXV Aprile , Ri­membranze, Marconi, Capo di Sotto, S. Croce, Colle. La partecipazione è stata buona, le famiglie invitate hanno risposto bene. Per favorire il dialogo si è preferito che i gruppi non fossero molto numerosi. Tuttavia, in qualche caso erano presenti anche 30 persone. Molti presenti hanno chiesto di potersi reincontrare nuo­vamente prima dell'avvento. In qua­lità di assistente in quasi tutti gli incontri era presente un sacerdote. Nei Centri d'ascolto si è letto e com­mentato principalmente la Parola di Dio. I laici che animavano gli incon­tri erano persone che da anni si stanno preparando per questo ser­vizio. Anche noi, in virtù del Batte­simo, abbiamo dei compiti all'interno della Chiesa. Ora, che anche il mese di maggio, con le sue iniziative ma­riane, sostenute sempre da laici, è giunto al termine, ci aspetta un'e­state con tante proposte per ragazzi

adolescenti e giovani. Comunichia­mo i vari campi estivi del corrente anno: A.C.R.: età 6-8 anni a Claut dal 19.07.93 al 25.07.93; età 9-11 anni a Claut dal 19.07.93 al 25.07.93 Gruppo della Carità: a Nevegal dal 19.07.93 al 25.07.93 A.C.R.: età 12-14 a Cimolais dal 28.07.93 al 01.08.93 Giovani in mostra missionaria: ad Auronzo dal 01.08.93 al 08.08.93 Gruppo Scaut: a Forni Avoltri dal 01 .08.93 al 15.08.93 Gruppo Parrocchiale per ragazzi ed adolescenti: a Claut dal 15.08.93 al 30.08.93

/I Consiglio Pastorale

Estate in Oratorio Riproporre un'esperienza si può cor­rere nel rischio che passi inosser­vata, ma l'entusiasmo e la parteci­pazione che hanno caratterizzato l'E ... STATE CON NOl1992 ci danno motivo per invitare fanciulli e ragazzi a vivere in Oratorio la proposta di "COLORA LA TUA ESTATE" nel tempo 28 giugno 161uglio p.v. 1993. Sarà soprattutto un momento forte di gioco, attività creative e manipo­lative, di amicizia e tanta gioia nello scoprire tanti coetanei e giovani che colgono e vivono con entusiasmo l'occasione di stare insieme colo­rando il quotidiano di tanti colori. Il progetto è carico di impegno e di desiderio affinché lo spazio dell'O­ratorio diventi polo di attrazione per tutti. Un GRAZIE a tutti i volontari che mettono un po' del loro tempo a ser­vizio dei più piccoli e divenendo con-

cretamente testimoni del Battesimo. Vi aspettiamo.

Gli Animatori

Volontari A. V .A.N. Nel corso dell'anno 1992 l'attività dell'associazione si è sviluppata pre­valentemente in trasporti in strutture sanitarie e assistenza domiciliare di persone anziane o non autosuffi­cienti, evidenziando la necessità di acquisire un automezzo da adibire a tale servizio. L'Amministrazione Comunale ha sentito la necessità di mettere a disposizione un locale a sede dell'associazione all'interno della struttura Centro Sociale per mantenere un contatto continuo tra i volontari e gli operatori pubblici. Dovendo organizzare un centro ope­rativo sarebbe nostra intenzione ac­quistare strumenti e attrezzature ne­cessarie a tale scopo.

In visita ai presepi dell'Arena

Oltre agli obiettivi sopra riportati, l'at­tività dell'associazione per il 1992/93 verterà su un programma gestito in collaborazione con altri gruppi di vo­lontariato e associazioni locali per le seguenti manifestazioni: 1) incontro comunale con anziani ed handicappati con l'invito esteso a persone ospiti delle case di riposo della Provincia; 2) organizzazione di un convegno per approfondire le problematiche legate alla gestione di una futura struttura per non autosufficienti che dovrebbe sorgere nel territorio co­munale; 3) censimento e monitoraggio delle condizioni di persone anziane a ri­schio sviluppando una cultura di pre­venzione dei disagi; 4) incontri formativi per volontari in collaborazione con strutture pubbli­che. Corone

Una strada del paese dedicata a don Del Rizzo Finalmente padre Giovanni Battista Del Rizzo, il nostro concittadino mis­sionario salesiano che ci ha onorato con la sua altissima testimonianza di carità e di dedizione agli Hultimi", espresse in uno dei più poveri sob­borghi di Bogotà, in terra colom­biana, riceverà anche dal suo paese natale un segno concreto di ricono­scimento e di stima. L'amministra­zione comunale ha deciso recente-

mente di intitolare al suo nome una via del capoluogo (da via Code Bel­lon a via Pradat Morosini). Questo gesto significativo e atteso, che coin­cide con il trentacinquesimo anniver­sario della morte di padre Tita, av­venuta il 30 giugno del '57, richia­ma la straordinaria figura di un uo­mo che un giorno, nella pienezza de­gli anni giovanili, fu afferrato da un richiamo forte e irresistibile e decise

di farsi prete. Quella decisione, che lasciò sorpresi e increduli, era matu­rata in modo impercettibile e miste­rioso in un cuore che manifestava l'apparente rudezza di chi si era al­Ienato a spaccare le zolle e a falciare l'erba con la fatica delle braccia, ma che nascondeva una sconfinata ge­nerosità che si sarebbe concretata nella scelta missionaria. Con la de­terminazione e la tenacia che si era-

no temperate nel duro lavoro dei campi, Tita affrontò per la prima vol­ta a vent'anni la fatica dello studio e la difficoltà di apprendere una nuo­va lingua. Fu missionario prima ancora di es­sere sacerdote; già nel 1904, poco più che ventenne, era in Venezuela tra i più poveri: e imparò così a con­ciliare il duro impegno dello studio con la disponibilità e il servizio ai più

Giugno 1993 BOLLETTINO PARROCCHIALE Pago 3

bisognosi. Dopo l'ordinazione sacer­dotale fu trasferito in Colombia; qui, con il grande amore ai poveri, si rea­lizzò anche un'altra scelta che fu la stella polare della sua vita: «Ho scelto come mio protettore il piccolo Gesù perché lo posso prendere fra le brac­cia; così sarà lui un giorno ad acco­gliere me fra le sue». E a quel Nino Jesus, al quale volle erigere un santuario che avrebbe de­siderato più grande e maestoso, egli affidò la sua vita, la sua passione per ogni sofferenza, le sue opere di così ampio respiro umano e sociale che

Il Natale dei giovani

trasformarono materialmente e spiri­tualmente uno dei più abbandonati sobborghi di Bogotà. Padre Juan diventò così, ed è anco­ra oggi, un personaggio di straordi­nario rilievo in vaste zone della Co­lombia; e se i francobolli delle date significative della sua vita, il monu­mento eretto in suo onore, le scuole e le vie intitolate al suo nome richia­mano concretamente /'immagine di un missionario creativo e infaticabile, il ricordo più vivo e commosso resta nel cuore della gente che continua a considerarlo un protettore e a in-

Si realizzerà un centro di accoglienza per anziani Martedì 25 maggio: consiglio comu­nale. Il primo punto all'ordine del giorno riveste un interesse di note­vole rilievo. Si parla (e questa volta con intendimenti di decisa concre­tezza) del centro di accoglienza per anziani non autosufficienti. L'argo­mento è diffusamente presente nei discorsi e nelle attese dei cittadini (che hanno anche inoltrato una pe­tizione con circa 2.800 firme) da ol­tre una decina d'anni. . Indagini conoscitive, ricerche stati­stiche ... hanno più volte evidenzia­to una situazione che si configura estremamente precaria per un con­siderevole numero di anziani del no­stro territorio. È una realtà che il Sindaco sottolinea ampiamente nel­l'introduzione al consiglio comunale di questa sera. La struttura per an­ziani non autosufficienti, egli af­ferma, deve integrarsi con i servizi già esistenti sul territorio. Punto cen­trale e qualificante è la qualità di vita dell'uomo. È necessario garantire ai nostri vecchi un'assistenza digni­tosa, rispondente alle peculiari esi­genze personali. Quali potrebbero essere le caratte­ristiche dell'opera, quali le fonti di finanziamento, considerato che la Regione non ha risposto a una tri­plice richiesta di contributo? La parola passa all' assistente so­ciale Espanoli e all'ing. Zaramella, della coop Itaca di Pn, incaricati dal­l'amministrazione locale di redigere un progetto di fattibilità di una resi-

denza di assistenza sanitaria e so­ciale che tenga conto di più ipotesi. Dai loro interventi emergono le ca­ratteristiche di una struttura diversa da quelle già esistenti; eliminando barriere pericolose, si dovrebbe con­sentire agli anziani di mantenere a recuperare l'orientamento spazio­temporale e di trovare un'atmosfera familiare. Si prevede una ricettività di 90-110 posti letto che dovrebbero garantire -ospitalità anche agli an­ziani dei comuni limitrofi. I costi, desunti da strutture già rea­lizzate, si aggirano sui settanta mi­lioni a posto letto. Seguono gli inter­venti dei rappresentanti delle forze politiche presenti in consiglio. È un unanime riconoscimento del­l'indilazionabile necessità di dare concretezza all'opera, di procedere velocemente all'analisi di varie ipo­tesi di finanziamento e alla defini­zione delle caratteristiche strutturali affidandone l'incarico a una com­missione consiliare formata princi­palmente da esperti. Definire che cosa si vuole realizzare, con quali mezzi e con quali modalità di ge­stione: è una decisa determinazione, è l'auspicio corale che lasciano spe­rare in una soluzione ravvicinata del complesso problema degli anziani in difficoltà. L'opera deve respingere ogni pericolo di internamento del­l'anziano e deve porsi non come una cattedrale nel deserto, ma come completamento di una rete di servizi già esistenti sul territorio.

vocarlo come un Santo. Padre Juan fu considerato dai suoi poveri il «fazzoletto di tutte le lacri­me»; fu per loro dono totale fino alla completa dimenticanza di sé stesso. Nella sua vita di carità si rinnovò per lunghi anni il miracolo quotidiano del pane e della cioccolata per migliaia di bambini; e si rinnovò soprattutto il miracolo di attrazione delle folle al piccolo Jesus. Tutto continua a ripetersi anche oggi con un crescendo che registra, fra le molteplici opere, una distribuzione annuale di 120 tonnellate di ciocco-

lata. Ma l'aspetto più sconvolgente della santità di padre Juan è rappre­sentato dal miracolo spirituale al quale si continua ad assistere: il san­tuario del Niflo Jesus forse non ha l'eguale al mondo per affluenza di pellegrini che nei giorni festivi sono non meno di 130.000. Le folle sono sempre affascinate dalla carità e dall'esempio di questo missionario che sotto una scorza ru­de nascondeva un cuore sensibilis­simo e la profonda ricchezza interiore dei santi.

Flavia Sacilotto

Il dono del Catechismo

PAROLA DEL PAPA

Un evento storico, un dono per tutti, un dono prezioso per l'oggi della

Chiesa perché si propone fedel­mente la dottrina cristiana di sem­pre,

un dono ricco per gli argomenti trattati con cura e

profondità, un dono opportuno attese le esigenze e necessità dell'e­

poca moderna, un dono veritiero profondamente radiato nel passato

rivolto all'avvenire per favorire l'a­desione indefettibile alla persona del Cristo,

una risposta soddisfacente alle esi­genze di quanti cercano Dio, lo de­siderano, lo invocano e si sforzano di trovarlo come a tastoni, quantun­que non sia lontano da ciascuno di noi.

(At. 17,27)

Con gioia e gratitudine accogliamo dalle mani del Santo Padre Giovanni Paolo Il il Catechismo della Chiesa Cattolica. È un grande dono fatto alle nostre comunità, frutto deWazione dello Spirito del Signore, il quale non cessa mai di guidare la Chiesa alla comprensione sempre più profonda della Parola che salva, «alla verità tutta intera» (Gv 16,13). A Dio, sorgente e pienezza di ogni verità, rendiamo anzitutto grazie per questo libro, in cui la Chiesa del no­stro tempo riconosce la fede di sem­pre e trova un valido strumento per promuovere un servizio più efficace alla Parola di Dio nell'oggi.

Da grembo del Concilio: la perla preziosa, il tesoro della vita. Questo catechismo segnerà la storia dei no­stri tempi, che sollecitano la Chiesa ad un più intenso sforzo di nuova evangelizzazione e, come afferma il Santo Padre, «apporterà un contri­buto molto importante a quell'opera di rinnovamento dell'intera vita ec­clesiale, voluta e iniziata dal Conci­lio Vaticano Il>> (Cost. Apost. Fidei depositum, 1). Questo libro nasce dal grembo del Concilio, dal suo intento così espres­so dal Papa Giovanni XXIII «la dot­trina certa ed immutabile ... sia ap-

profondita e presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo» (Discorso di apertura del Concilio Vaticano Il). Radicate nell'insegnamento conci­liare e, attraverso di esso, nelle Sa­cre Scritture e nell'intera Tradizione viva della Chiesa, queste pagine sono un'esposizione della fede cat­tolica al servizio dell'incontro degli uomini e delle donne dei nostri giorni con la salvezza. È quanto era stato chiesto nell'As­semblea del Sinodo dei Vescovi del 1985. A questa domanda ha dato premu­rosa risposta il Santo Padre, con la collaborazione dei Pastori, teologi e catechisti di tutte le Chiese sparse nel mondo. Il frutto di questo grande lavoro può giustamente chiamarsi, con le parole del Papa, una «sinfonia» della fede, un'opera di autentica comunione ec­clesiale, un'espressione di vera cat­tolicità. Siamo profondamente riconoscenti al Santo Padre per aver voluto e gui­dato questo cammino; vi riconoscia­mo il ministero del successore di Pie­tro, che conferma i suoi fratelli nella verità (cfr. Lc 22,32). Questa verità il Catechismo della Chiesa Cattolica custodisce e tra­manda, offrendola genuina per quan­to riguarda il senso, integra nel con­tenuto, sistematica nell'esposizio­ne. La vita di fede è presentata come dialogo e amicizia di Dio con l'uomo. Il Padre, il Figlio e lo Spirito ci ven­gono anzitutto incontro con la Parola di verità, che rivela il mistero, e con il dono della vita divina, che è co­municata mediante i Sacramenti. A questo dono l'uomo risponde con la vita morale e nella preghiera. Il Catechismo della Chiesa Cattolica bene si inserisce nel cammino pa­storale e, in particolare, nel progetto catechistico della Chiesa in Italia. Al­l'interno dei vari itinerari di evange­lizzazione e di catechesi il testo po­trà sprigionare tutte le proprie ric­chezze. Esso sarà il punto di riferimento pri­mario e insostituibile di tutta l'azione catechistica delle nostre comunità e, in specie, dei nostri catechismi per la vita cristiana, i quali, a loro volta, ne saranno mediazione fedele e si­cura.

(Dal messaggio della CEI)

Pago 4 BOLLETTINO PARROCCHIALE

Rientrano le salme di 2 caduti • In Sabato 13 febbraio, alle ore 10.30, le spoglie di due nostri concittadini ricevono il commosso omaggio di tutta la comunità. Le bare arrivano dal cimitero di Redipuglia. Succes­sivamente viene celebrata la liturgia funebre nella chiesa di Azzano De­cimo. Pietro Mascarin, classe 1921, chia­mato alle armi nel 3° reggimento ar­tiglieria alpina, 13° battaglione (Forte Osoppo); nel 1941 inviato nel territo­rio albanese. Rimpatriato nell'estate del 1942 con la Divisione Alpina Ju­lia, veniva inviato in territorio russo. Con il proprio reparto raggiungeva la prima linea sul fiume Don; in bat-

IL BUON CUORE (Dicembre-Maggio '93) Sposi Presta Paolo e Ragogna Elena 100.000, fam. in morte di Frattolin Domenica 100.000, figlie in morte di Bassani Santo 200.000, sessantenni 50.000, quarantenni 50.000, trentenni 100.000, batte­simi Dicembre 180.000, fam. in morte di Lovisa Severino 100.000, fam. in morte di Ragogna Onorio 100.000, fam. in morte di Cover Anacleto 100.000, Bidoggia Vitto­rio 50.000, Banca del Friuli 200.000, moglie in morte di Mior Olindo 100.000, figli in morte di Vaccher Maria 100.000, battesimi di Gennaio 310.000, N.N. 100.000, 25° Visentin Valentino e Franca 100.000, fam. Mercante 100.000, Latteria Sociale 100.000, fam. in morte di Pegorer Luigi 50.000, Bambin Gesù del Sacco n con due Messe 40.000, Mascarin Rovello a ricordo del fratello Pietro morto in Russia e sepolto ad Azzano 100.000, figlia a ricordo dei geni­tori Milanese Giovanni e Santa 50.000, battesimi di Febbraio 50.000, fam. in morte di Zucchet Vittoria 100.000, Carla a ricordo della nonna Burlina Anna 200.000, figli in morte di Taiariol Modesto 100.000, figlia a ricordo di Pezzutti Angela 100.000, fam. in morte di Da Ros Antonio 300.000, Suor Ma­ria Luigia in morte della sorella Me­negozzo Clementina 200.000, figlio in morte di Paolon Rina 300.000, gruppo culturale di Cesena 100.000, battesimi di Marzo 500.000, fam. in morte di Del Ben Pietro 300.000, sposi Vedovato Gianantonio e Stefanutto Michela 150.000, Banca Popolare 200.000, Cassa Rurale 300.000, Mobilificio Silenia 200.000, sposi Santarossa Mauro e Bianco Lorena 100.000, sorella in morte di Barbaro Orsola 100.000, fam. in morte di Facca Antonio 400.000, figlia in morte di Brun Amelia 100.000, sposi Mat­tiuz Marco e Coral Sara 100.000, sposi Tondato Renzo e Furlan An­na 100.000, fam. in morte di Cre­spi Irma 100.000, figli in morte di Stradiotto Maria 250.000, fam. in morte di Sam Luca 250.000, bat­tesimi di Aprile 330.000, benedi­zioni 28.135.000, prima Comunio­ne 1.022.000, fam. in morte di Del Bianco Cesira 250.000, battesimi di Maggio 200.000, Moretti Giu-

teria prestava servizio con il grado di caporale maggiore come punta­tore scelto. Nella notte fra il 29 e il 30 dicembre del 1942, una granata nemica colpiva in pieno la postazione uccidendo tutti gli inservienti com­preso il Mascarin. " vivente fratello Rovello, classe 1922, prestava anche lui servizio nel corpo del Genio alpini, Divisione Ju­lia e assisteva alla tragedia che si compiva e vedeva morire il fratello Pietro a poche centinaia di metri; con tanta disperazione e dolore, ma con una incredibile forza d'animo, aiutato dai commilitoni riusciva a raccogliere i resti del fratello. Rovello fu rimpa-

seppe in morte fratello Lino 50.000, figli in morte di Del Rizzo Veronica 1.000.000, Cresime 2.000.000, spo­si De Martin Paolo e Pieretti Da­niela 100.000, sposi Cancian Ste­fano e Pavan Antonella 200.000, fam. a ricordo Dott. Pujatti 300.000, fam. in morte di Bornia Antonia 100.000, a ricordo Del Bianco Ce­sira N.N. 25.000 e N.N. 25.000.

Scuola Materna Classe 1962 480.000, in occasione battesimo della figlia N.N. 100.000, fam. Bonetti a ricordo di Zorzit Atti­lio 100.000, Facca Silvia a ricordo del marito Mior Olindo 100.000, N.N. 200.000, fratello Bruno e cognata a ricordo di Santin Giovanna 118.500, Buttignol Angela 30.000, il figlio, la nuora e nipote Scalon Natalino e Ditta SILENIA e dipendenti a ricordo di Da Ros Antonio 550.000, Maria Brun a ricordo della mamma Amelia 200.000, Giornata Scuola Materna 3.500.000, N.N. 2.000.000, S. Vin­cenzo 300.000, fam. in memoria di Del Bianco Cesira 250.000, Zanette Antonio e Dorina a ricordo di zia Ce­sira Del Bianco 50.000, famiglie Pellet-Cassan-Gregoris-Zucchetto a ricordo di Mascarin Veronica 50.000, figli in memoria di Mascarin Veronica 2.000.000, un giovane 250.000, so­cietà SILE 500.000.

Emigranti Pasut Bruna e Giacomo 30.000, Gaiarin Nella 20.000, Martin Guido e Beppino e Bruno 100.000, Aramini Maria 57.500, Piva P. 11.000, Cle­mente Candido 21.300, Tondato An­tonio 14.800, Danilo e Bruna Stra­diotto 44.900, Vettor Guido e Silvana con Messa 62.500, Roma Lovisa con due Messe 31.600.

Vi ringrazio per le vostre offerte e ri­cambio saluti e auguri di bene a voi e famiglie. Ringrazio pure quanti si sono ricor­dati per saluti e auguri in occasione delle feste: Manias Bruno, Panontin Adriana, Arduino e Vittoria Piccinato, Luigia Del Rizzo, Francesco e Te­resa del Rizzo, Severino e Giovanna Mascarin, Valvasori Angelina, San­dra e Pierantonio Bassan, Giuseppe e Felicita Favot, Veronica Wade, Pie­rino e Narcisa Roman, Suor Maria Luigia, Suor Michela, Suor Nives, Suor Teresa, Suor Roberta, Suor Au­rora, Suor Donatella, Suor Gertrude,

triato per congelamento agli artUnfe­riori, tanto da esserne condizionato tutta la vita. "cap. magg. Pietro Ma­scarin moriva dopo essersi fatto ap­prezzare per onestà, laboriosità e co­raggio. Le sue spoglie sono state rie­sumate dal cimitero di guerra di Go­lubasa Krinitza presso il fiume Don. Antonio Casonatto, nato ad Azzano Decimo 1'8 dicembre 1922, apparte­nente alla Divisione Julia, 3° reggi­mento artiglieria da montagna, Forte Osoppo, caduto il 22 dicembre 1942 sul fiume Don. Giovane ventenne pieno di entusia­smo e disciplinatissimo, prestava il servizio militare durante il secondo

Suor Mercedes e Eugenia, Suor No­ris e Comunità, Suor Adriana.

ANAGRAFE (Dicembre-Maggio '93)

Battesimi Coral Nicholas di Mark e Cristina, Trevisiol Serena di Giuliano e Or­nella, Bertoldo Serena di Mario e Jadviga, Valeriati-Breda Luca di Claudio e Franca, Durofil Erika di En­nio e Marisa, Villanova Annalisa di Eugenio e Patrizia, Moro Omar di Oscar e Gabriella, Vrodoljak Elia di Stipo e Dusanka, Piccinin Edoardo di Claudio e Noris, Cateni Barbara di Gian Carlo e Sonia, Liut Christian di Gianni e Barbara, Levi Gabriele di Bruno e Licia, Bortolussi Gian­marco di Tiziano e Sonia, Tesolin Angelica di Francesco e Zofia Da­nuta, Salvador Linda di Daniele e Elena, Buttignol Ambra di Antonio e Bernarda, Moretton Michele di Bia­gio e Marisa, Baldo Riccardo di Giancarlo e Maria Teresa, Nespolo Martina di Luigi e Mariateresa, Vac­cher Ilaria di Franco e Daniela, Can­diago Laura e Chiara (gemelle) di Edgardo e Eliana, Santa rossa Giu­lia di Renzo e Noemi, Sartor Lia di Renato e Marina, Ambrosi Giulio di Mauro e Isabella, Disabato Luca di Angelo e Anna, Spurio Alberto di Waiter e Rossanna, Vezzato Donata di Vittoriano e Maria Luisa, Boz Marco di Michele e Nadia, Hannie Luca di William e Isabella, Coden Francesca di Romano e Ornella, Paiero Elisa di Giuliano e Isabella.

Matrimoni Santarosa Mauro e Bianco Lorena, Vedovato Gianantonio e Stefanutto Michela, Sartor Renato e Taboga Marina, Tondato Renzo e Furlan Anna, Mattiuz Marco e Coral Sara, De Martin Paolo e Pieretti Daniela, Cancian Stefano e Pavan Antonella, Rigo Michele e Perosa Fiona.

Funerali Bassani Santo di anni 85 vedovo di Brustolin Maria, Lena Domenica di anni 80 vedova di Frattolin Dome­nico, Ceolin Narcisa di anni 70 mo­glie di De Bortoli Gino, Lovisa Severino di anni 70 marito di Manias Salute, Ragogna Onorio di anni 57 marito di Ceolin Maria, Valeriati­Breda Luca di un giorno, Covre Ana-

Giugno 1993

Russia conflitto mondiale contemporanea­mente ad altri 4 fratelli, fra cui Guer­rino classe 1907, già prigioniero in Africa orientale, rimpatriato malato nel 1946. Antonio, proveniente da una famiglia di mezzadri, nella sua giovinezza non lesinò mai le proprie forze per sov­venire ai bisogni della famiglia; in modo particolare era sempre vicino ai genitori con tanto affetto. Adesso finalmente la salma riposerà vicino ai genitori nel cimitero di Fagnigola, suo paese natale. Anche le sue spoglie sono state rie­sumate dal cimitero di guerra Golu­basa Krinitza presso il fiume Don.

cleto di anni 63 marito di Zaghet Li­liana, Mior Olindo di anni 79 marito di Facca Silvia, Mascarin Maria di anni 71 vedova di Vaccher Antonio, Santin Giovanna di anni 73 moglie di Bottos Mario, Pegorer Luigi di anni 64 celibe, Belluz Vittora di anni 71 vedova di Zucchetto Albino, Taiariol Vittorio Modesto di anni 81 marito di Roman Tranquilla, Burlina Anna di anni 91 vedova di Del Vecchio Anacleto, Da Ros Antonio di anni 79 marito di Lovisa Rosalia, Marson An­gela di anni 82 vedova di Pezzutti Guerrino, Turchetto Giuseppina di anni 88 vedova di Fantuzzi Antonio, Tesolin Rina di anni 88 vedova 'di Paolon Francesco, Menegozzo Cle­mentina di anni 80 nubile, Del Ben Pietro di anni 81 marito di Tesolin Antonia, Facca Antonio di anni 57 celibe, Crozzoli Amelia di anni 85 moglie di Brun Attilio, Andronaco Or­sola di anni 85 vedova di Barbaro Giovanni, Vettor Maria di anni 73 ve­dova di Stradiotto Giovanni, Sam Marino Luca di anni 84 marito di Boz Delfina, Salamon Antonia di anni 89 vedova di Bornia Francesco, Spa­dotto Carolina di anni 68 vedova di Crespi Vincenzo, Mattiuz Cesira di anni 99 vedova di Del Bianco Euge­nio, Mascarin Veronica di anni 81 ve­dova di Del Rizzo Basilio, Maitan Noemi di anni 76 vedova di Tesolin Enrico.

I VOSTRI CARI VI RICORDANO CON AFFETTO

Lovisa Mario m. 20/4/92

Mior Olindo m. 30/12/92

Lovisa Severino m. 6/12/92

Tesolin Rina vedo Paolon

m. 7/3/93


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