I segni
Diventare grandi senza perdere il fascino dell’evento
del misterodi Natale
Premessa importante
Nelle slide che seguono prendiamo in considerazione antichissime tradizioni, leggende e misteri che potrebbero presentare racconti e narrazioni diverse a seconda delle fonti usate per la ricerca. Io mi affido alle più condivise dalla tradizione cattolica e a quelle che a mio parere (come insegnante) ritengo più adatte all’età degli alunni (medie)
Senza essere presuntuoso credo che questo lavoro possa diventare utile anche a quei genitori che non hanno ancora affrontato con i propri figli alcune riflessioni importanti in relazione al natale e ai suoi misteri. Dal più grande interrogativo «davvero era Dio quel bambino?» ad altri meno pressanti sul versante della fede, ma altrettanto carichi di aspettative e significati come «esiste davvero Babbo Natale?» «Perché ci facciamo regali?» «Come mai in questi giorni tutto assume un aspetto diverso?» …
Natale
Il Natale è uno dei più grandi misteri della storia. Se non lo si vive così, non se ne può comprendere la portata, la magia e il senso.
Indice
1. Il presepe
2. Le luci
3. Il 25 dicembre
4. L’albero di natale
5. I regali
Il presepe è una delle tradizioni più strettamente legate alla nascita di Gesù raccontata dal vangelo dove trovano spazio i personaggi più simbolici e importanti della Natività
Il presepe risale probabilmente già al II secolo come rappresentazione artistica
S. Francesco d’Assisi fu l’inventore del presepio vivente rappresentato per la prima volta a Greccio nel 1223
Curiosità: Betlemme, luogo della nascita di Gesù significa «casa del pane», rafforzativo del senso dato al bambino nella mangiatoia nella spiegazione precedente.
1. Il presepe…
…un bambino appena nato in una mangiatoia
Perché faccio il presepe? Per dire che Dio si è fatto uomo e in Gesù bambino noi lo contempliamo. Quel bambino è il Figlio di Dio, il Salvatore.
La mangiatoia inoltre è la mensa alla quale ogni uomo potrà sfamarsi: Gesù è il pane di vita. Si avvera la profezia «non di solo pane vive l’uomo».
È il segno di…
Le luci caratterizzano le
feste di natale, dalle
quelle per le strade a
quelle degli addobbi nelle
case: non è natale senza
luci colorate.
2. Le luci
…speranza!
La luce che illumina, che
guida, che apre gli occhi, che
permette di vedere il bene e il
male, che dà speranza, che
orienta nelle scelte… Quella
luce è Gesù! È la nuova
creazione «Dio disse: sia la
luce! E la luce fu.»
Sono il segno di…
Non si sa e non si può sapere ad oggi la data di nascita di Gesù per ragioni storiche.
Curiosità: i cristiani ortodossi celebrano Natale il 7 gennaio per l’uso di un calendario diverso e più antico di quello gregoriano
3. Il 25 dicembre
…quando le giornate tornano ad allungarsi, la luce vince le tenebre. Il 25 dicembre è una data simbolica stabilita in prossimità del solstizio d’inverno.
La luce vince le tenebre, Gesù è la nuova luce, la vittoria definitiva sul male e sulle tenebre.
È il segno di…
Si trovano in ogni epoca storica e in ogni forma religiosa segni di culto all’albero. Cosa più della natura e dei suoi cicli di vita e morte richiama il mistero profondo della vita e della morte dell’uomo?
4. L’albero di natale
…con Gesù la vita non muore mai.
Benedetto XVI: «L’albero è un significativo simbolo del Natale di Cristo, perché con la sue foglie sempre verdi richiama la vita che non muore. La forma svettante, il suo verde e le luci sui suoi rami sono simboli di vita che rimandano al mistero della Notte Santa»
Ci sono inoltre espliciti richiami all’albero genealogico della famiglia di Gesù che dall’antenato Iesse, passando per Davide e altri grandi del popolo di Israele arrivano a Giuseppe lo sposo di Maria dalla quale è nato Gesù definito come il «frutto della radice di Iesse» dalla bibba stessa.
È il segno che…
Una delle magie più grandi del natale: svegliarsi la mattina del 25 dicembre e trovare dei doni sotto l’albero.
In alcune città il segno dei doni è celebrato in altre date: Santa Lucia, I re magi, o altre festività legate al tempo natalizio.
5. I doni sotto l’albero
…celebrare i significati più profondi del Natale cristiano:
Il regalo è il segno di un dono più grande: Dio si dona all’uomo nella notte di natale.
Il regalo è gratuito: non c’è nessuno da ringraziare, a parte babbo natale. La gratuità è il senso più profondo dei doni natalizi. Anche i grandi si scambiano doni in nome di un altro e non per sentirsi dire grazie, ma solo per far felici gli altri.
Il regalo è un invito: dire grazie a Dio dei veri doni. La notte di natale coi regali Santa Claus insegna a dire grazie a Dio di ciò che siamo!
Il regalo è il segno di un mistero. La vita materiale spesso ci fa dimenticare che non esiste solo quello che vediamo e che oltre l’apparenza c’è sempre di più. Educare al mistero, sperimentarlo è capire che la nostra vita è ben più del solo mangiare e dormire, del vestirsi e dell’avere un bel telefono.
Il regalo è contagioso: fai anche tu un dono! E fallo a nome di Babbo Natale, solo per far felice qualcuno, solo per dire che se il mistero di Babbo Natale esiste da secoli è perché qualcuno lo ha reso possibile.
Sono il segno per…
Babbo Natale
Alle origini della leggenda
Tutti lo sanno: Babbo Natale viene dal Polo Nord, è barbuto e la notte tra il 24 e il 25 dicembre porta i regali ai piccoli di tutto il mondo viaggiando su una slitta trainata da renne.
La leggenda di Babbo Natale nasce sulle rive del Mediterraneo, si evolve nell’Europa del Nord e assume la sua forma definitiva (Santa Claus) nel Nuovo Mondo, da dove poi si ridiffonde quasi in ogni parte del globo.
5. Babbo Natale
In principio era san Nicola, un greco nato intorno al 280 d.C. che divenne vescovo di Mira, cittadina romana del sud dell’Asia Minore, l’attuale Turchia.
Nicola si guadagnò la reputazione di fiero difensore della fede cristiana in anni di persecuzioni e trascorse molti anni in prigione finché, nel 313, Costantino emanò l’Editto di Milano che autorizzava il culto cristiano in tutto l’impero.
I resti umani sono conservati nella cripta della Basilica di san Nicola di Bari, dove le reliquie del santo furono portate nel 1087 da un gruppo di marinai e sacerdoti baresi che erano andati fino a Myra per impadronirsene.
Le origini della leggenda
Diversi sono i racconti che collegano questo uomo di Dio alla bontà, in particolare ai doni per i bambini:› Poiché a Mira durante un freddo inverno i
bambini non potevano uscire di casa per andare in chiesa, fu lo stesso vescovo a caricare su una slitta alcuni doni che poi distribuì ai bambini come pretesto per celebrare la notte di natale e parlare della nascita di Gesù.
› Egli era solito aiutare i poveri, e dopo avere saputo di un uomo povero che aveva tre figlie da maritare, di nascosto gettò nella casa per tre notti consecutive un sacchetto pieno di denaro, ciascuno dei quali destinato ad acquistare la dote per una delle figlie di quell’uomo.
Nicola, la bontà e i bambini
Il culto di San Nicola si espande rapidamente e con l’evangelizzazione dell'Europa del nord anche molte tradizioni vengono esportate e reinterpretate. Pertanto, san Nicola, il protettore dei bambini e dispensatore di doni, diventa SanktNikolaus e poi probabilmente per abbreviazione o deformazione il nome diventa Santa Claus, in italiano stranamente tradotto con Babbo Natale
Da Nicola a Santa Claus
Con questi contenuti la domanda «babbo natale esiste?» non ha più senso perché se hai capito il significato dei doni, sei diventato tu stesso protagonista nella notte misteriosa di Babbo Natale…
Fai un regalo a chi vuoi bene per renderlo felice, fai un regalo e di… è passato babbo natale anche per te! Nessuno saprà che sei stato tu e il mistero di santa claus continuerà per sempre.
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