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Il bisturi sulla rïfo della Costituzione per capire se ... · Vittorio Emanuele orlando apre la...

Date post: 09-Jul-2020
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Il bisturi sulla rïfo della Costituzione per capire se funziona il professor Emanuele Rossi della Scuola Sant'Anna di Pisa analizzala Renzi-Boschi. E ne sottolinea pregi e difetti Il libro "Una Costituzione migliore? - Contenuti e li- miti della riforma costitu- zionale"di Emanuele Rossi (Pisa University Press edi- tore, 288 pg, 12 euro) verrà presentato martedì 7 alle ore l i nella salaAldoMoro della Camera dei Deputati a Palazzo Montecitorio a Roma. Ne parleranno con l'autore Maria Elena Bo- schi, Luciano Violante, Massimo Luciani. Modera Bruno Manfellotto, già di- rettore d el nostro giornale e dell'Espresso. Ecco la pre- sentazione del libro scritta da Manfellotto per Il Tirre- no. di BRUNO MANFELLOTTO anto per cominciare, ci ha messo un bel punto interrogativo. Fin dal titolo: "Una Costitu- zione migliore?". E poi, per- ché non ci siano dubbi sul senso e le finalità di un lavoro accurato e utilissimo, si legga il sottotitolo: "Contenuti e li- miti della riforma costituzio- nale". Emanuele Rossi, costituzio- nalista di scuola cattolica, do- cente alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, ha scelto la strada più difficile m questi tempi di schieramenti obbli- gati e di raccolta di firme pro o contro: non cedere alla ten- tazione di un referendum tra professori del sì e del no, e provare invece a leggere e chiosare la riforma Renzi-Bo- schi limitandosi a spiegare co- me (e se) funziona, a indicar- ne bontà e difetti, mancanze e innovazioni. Con l'auspicio che da qui all'appuntamento di ottobre si mettano da parte le questio- ni politiche e si ragioni solo sui fatti. Certo, quale che sia, il risul- tato porterà con sé inevitabili conseguenze, ma una cosa «è votare sì o no alla riforma se su essa si è d'accordo o no», scrive Rossi, «altro è se si vuol far cadere un governo o pre- miare questo o quel leader». Con un premier che fin dall'approvazione della rifor- ma, e quindi della campagna referendaria, ha avvertito che in caso di sconfitta se ne tor- nerà a casa, è assai difficile se- gnare un distacco e trovare un equilibrio. Però Rossi c'è riuscito, sce- gliendo uno stile divulgativo e la formula del pro e contro, articolo per articolo, novità per novità, confrontando l'at- tuale con quello che sarà. Compresa una sezione su ciò che nella riforma non c'è e sa- rebbe stato meglio ci fosse stato. Arrivati all'ultima pagi- na del libro, quel punto inter- rogativo si giustifica e come. Perché le domande sono tan- te, e le sorprese pure. Impos- sibile qui dare conto di tutte. A proposito del nuovo Se- nato, per esempio, pun- to-chiave della riforma assie- me alla revisione del Titolo V che riporta allo Stato molti poteri delegati alle Regioni nel 2001, i dubbi sull'efficacia delle nuove norme sono dav- vero tanti: come saranno elet- ti i nuovi senatori nessuno an- cora lo sa perché toccherà al- le singole Regioni deciderne le modalità: ventuno leggi? Pasticcio in arrivo; la possibi- lità di trasformare in senatori anche i sin daci, oltre ai consi- glieri regionali, mal si concilia con un nuovo Senato chiama- to ad armonizzare legislazio- ne statale e regionale; singola- re è anche che l'indennità sia diversa da senatore-sindaco a senatore-sindaco e tra sena- tore-sindaco e senatore-con- sigliere regionale, visto che i nuovi eletti conserveranno la retribuzione di origine; dubbi anche sul fatto che ai nuovi senatori sia consentito il dop- pio incarico di sindaco o di consigliere; e sono così tante e importanti - ecco una sor- presa - non solo le materie di cui s'occuperà il Senato, ma anche quelle ancora di com- petenza di entrambe le Came- re da apparire addirittura sproporzionate a fronte delle qualità, del tempo disponibi- le e delle indennità dei nuovi senatori. Si potrebbe continuare sia per il Senato che per il Titolo V, a proposito del quale basta ricordare i timori di Rossi: che molto difficilmente dimi- nuirà il contenzioso tra Stato e Regioni. Un'altra sorpresa. Intendiamoci, Rossi è con- vinto che le modifiche appro- vate siano del tutto condivisi- bili: la cancellazione del bica- meralismo perfetto, al quale è stata attribuita in questi an- ni la colpa di ritardi e lungag- gini parlamentari; la soppres- sione del Cnel, ente inutile per eccellenza; la riduzione del numero dei senatori a un terzo degli attuali; la nascita di un Senato delle Regioni, più volte auspicato; la fine di un federalismo eccessivo.
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Il bisturi sulla rïfodella Costituzioneper capire se funzionail professor Emanuele Rossi della Scuola Sant'Anna di Pisaanalizzala Renzi-Boschi. E ne sottolinea pregi e difetti

Il libro "Una Costituzionemigliore? - Contenuti e li-miti della riforma costitu-zionale"di Emanuele Rossi(Pisa University Press edi-tore, 288 pg, 12 euro) verràpresentato martedì 7 alleore l i nella salaAldoMorodella Camera dei Deputatia Palazzo Montecitorio aRoma. Ne parleranno conl'autore Maria Elena Bo-schi, Luciano Violante,Massimo Luciani. ModeraBruno Manfellotto, già di-rettore d el nostro giornale edell'Espresso. Ecco la pre-sentazione del libro scrittada Manfellotto per Il Tirre-no.

di BRUNO MANFELLOTTO

anto per cominciare,ci ha messo un belpunto interrogativo.

Fin dal titolo: "Una Costitu-zione migliore?". E poi, per-ché non ci siano dubbi sulsenso e le finalità di un lavoroaccurato e utilissimo, si leggail sottotitolo: "Contenuti e li-miti della riforma costituzio-nale".

Emanuele Rossi, costituzio-nalista di scuola cattolica, do-cente alla Scuola SuperioreSant'Anna di Pisa, ha scelto lastrada più difficile m questitempi di schieramenti obbli-gati e di raccolta di firme proo contro: non cedere alla ten-tazione di un referendum traprofessori del sì e del no, eprovare invece a leggere echiosare la riforma Renzi-Bo-schi limitandosi a spiegare co-me (e se) funziona, a indicar-ne bontà e difetti, mancanze

e innovazioni.Con l'auspicio che da qui

all'appuntamento di ottobresi mettano da parte le questio-ni politiche e si ragioni solosui fatti.

Certo, quale che sia, il risul-tato porterà con sé inevitabiliconseguenze, ma una cosa «èvotare sì o no alla riforma sesu essa si è d'accordo o no»,scrive Rossi, «altro è se si vuolfar cadere un governo o pre-miare questo o quel leader».

Con un premier che findall'approvazione della rifor-ma, e quindi della campagnareferendaria, ha avvertito chein caso di sconfitta se ne tor-nerà a casa, è assai difficile se-gnare un distacco e trovareun equilibrio.

Però Rossi c'è riuscito, sce-gliendo uno stile divulgativoe la formula del pro e contro,

articolo per articolo, novitàper novità, confrontando l'at-tuale con quello che sarà.Compresa una sezione su ciòche nella riforma non c'è e sa-rebbe stato meglio ci fossestato. Arrivati all'ultima pagi-na del libro, quel punto inter-rogativo si giustifica e come.Perché le domande sono tan-te, e le sorprese pure. Impos-sibile qui dare conto di tutte.

A proposito del nuovo Se-nato, per esempio, pun-to-chiave della riforma assie-me alla revisione del Titolo Vche riporta allo Stato moltipoteri delegati alle Regioninel 2001, i dubbi sull'efficaciadelle nuove norme sono dav-vero tanti: come saranno elet-ti i nuovi senatori nessuno an-cora lo sa perché toccherà al-le singole Regioni decidernele modalità: ventuno leggi?

Pasticcio in arrivo; la possibi-lità di trasformare in senatorianche i sin daci, oltre ai consi-glieri regionali, mal si conciliacon un nuovo Senato chiama-to ad armonizzare legislazio-ne statale e regionale; singola-re è anche che l'indennità siadiversa da senatore-sindacoa senatore-sindaco e tra sena-tore-sindaco e senatore-con-sigliere regionale, visto che inuovi eletti conserveranno laretribuzione di origine; dubbianche sul fatto che ai nuovisenatori sia consentito il dop-pio incarico di sindaco o diconsigliere; e sono così tantee importanti - ecco una sor-presa - non solo le materie dicui s'occuperà il Senato, maanche quelle ancora di com-petenza di entrambe le Came-re da apparire addiritturasproporzionate a fronte dellequalità, del tempo disponibi-le e delle indennità dei nuovisenatori.

Si potrebbe continuare siaper il Senato che per il TitoloV, a proposito del quale bastaricordare i timori di Rossi:che molto difficilmente dimi-nuirà il contenzioso tra Statoe Regioni. Un'altra sorpresa.

Intendiamoci, Rossi è con-vinto che le modifiche appro-vate siano del tutto condivisi-bili: la cancellazione del bica-meralismo perfetto, al qualeè stata attribuita in questi an-ni la colpa di ritardi e lungag-gini parlamentari; la soppres-sione del Cnel, ente inutileper eccellenza; la riduzionedel numero dei senatori a unterzo degli attuali; la nascitadi un Senato delle Regioni,più volte auspicato; la fine diun federalismo eccessivo.

Ma il modo in cui la riformaè stata condotta (e anche pro-posta: irrituale che a farlo siastato il governo), è talvolta po-co efficace e rivela pasticci, in-congruenze, «qualche im-provvisazione concettuale euna notevole inadeguatezzatecnica» (Ugo De Siervo), ol-tre a « veri e propri errori disintassi costituzionale» (EnzoClieli).

Conclusioni? Resta nel li-bro una domanda che faccia-mo anche nostra: ma comesono stati possibili tanti sva-rioni? Ma questo in fondoc'entra poco con il voto di ot-tobre che l'autore auspica av-venga non sul futuro di Mat-teo Renzi, ma sui contenutidella riforma. Che questo li-bro aiuta a comprendere finoin fondo. La copertina del libro

Vittorio Emanuele orlando apre la seduta inaugurale dell'Assemblea costituente . È il 25 giugno 1946


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