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il cielo con un dito! · Bergaramelle sono, invece, caramelle ripiene di vero succo di bergamotto...

Date post: 18-Jan-2020
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A La Cascina 1899il frutto delparadiso perricette celestiali

Bergaramelle le unichecaramelleripiene di

vero succo dibergamotto

di ReggioCalabria,

senza zuc-chero e

senza glutine

Qualcuno lo ha definito frutto del paradiso. Per la scienza è il frutto della salute. Stiamo parlando del berg-amotto, l'agrume più prezioso che da oltre 20 anni occupa un posto d'onore a La Cascina 1899. Qui, infat-ti, è stato scelto come ingrediente fondamentale per realizzare ricette raffinate e ineguagliabili. Dopo ipanettoni e le colombe artigianali farcite con Crema al Bergamotto secondo un'antica ricetta esclusiva, lafamiglia "Bergamotto" di casa La Cascina si è allargata con nuovi e irresistibili prodotti: dai torroni alleuova di Pasqua, dai liquori dall'inconfondibile e suadente aroma ai Babà al Bergamotto, dai Bergamarettiai cioccolatini aromatizzati al bergamotto. Ultimi nati il Bergamolio e le Bergaramelle, le sorelline più pic-cole delle Bergagum. Si tratta, in ordine, del primo olio realizzato utilizzando l'intero frutto del bergamot-to, non solo l'essenza, un olio profumato e delicato ideale per rendere uniche le vostre ricette; leBergaramelle sono, invece, caramelle ripiene di vero succo di bergamotto di Reggio Calabria, senzazucchero e senza glutine, dal sapore rinfrescante come le Bergagum, le prime gustosissime chew-ing gum al bergamotto.Tutti prodotti genuini, di alta qualità, realizzati con un ingrediente, il bergamotto, che spiccaper i suoi principi benefici per l’organismo e in particolare per la sua capacità di ostacolareil colesterolo cattivo e combattere i radicali liberi. Un agrume altamentevitaminico per essere sempre belli e in forma. Ma al di là delle suepreziose proprietà, il bergamotto ha un gusto unico einconfondibilmente delicato e rende ogni ricetta deLa Cascina semplicemente celestiale: la sublimebontà di questi gioielli di gusto vi farà toccareil cielo con un dito!

www.larivieraonline.com Rredazionale

Le sigle sindacalihanno proclamato

uno stato diagitazione, tantopiù che, con lo

spostamento degliuffici, 21

dipendentisaranno costretti a

scegliere setrasferirsi a

Catanzaro lontanida famiglia e amicio perdere il lavoro.

L’ultima riformadelle Pubblica

Amministrazioneha convinto il

direttore GiovanniKessler a

trasformare laDirezione

Interregionaledell’Agenzia delle

Dogane Campania-Calabria nella

DirezioneBasilicata-Calabria.Oltre a un sospetto

declassamento,questa decisione

porta con sé iltrasferimento degliuffici da Reggio a

Catanzaro,isolando i

principali porti eaeroporti della

CittàMetropolitana…

IN BREVE

Da Catanzaro in giù, la Calabria non c’è più…

Possibile chenessuno veda le

storture dellanostra politica?

JACOPO GIUCA

La Direzione interregionale dell’Agenzia delleDogane deve essere spostata da ReggioCalabria a Catanzaro. È stata questa, sintetica-mente, la sentenza che ha scosso il mondodella politica e dei sindacati reggini nell’ultimasettimana. Per cercare di comprendere megliole implicazioni di questa presa di posizione, ènecessario innanzitutto specificare chel’Agenzia delle Dogane italiana è suddivisa in

nove differenti dipartimenti che hanno specifica compe-tenza su diverse aree vaste della nostra penisola. Nontrattandosi di un ente squisitamente regionale, dunque,l’Agenzia è suddivisa in direzioni interregionali, che coor-dinano il proprio lavoro al fine di garantire il rapido svol-gimento delle attività tecnico-operative necessarie allosmistamento e al controllo delle merci nei principalipunti di accesso al nostro Paese.Ad oggi, la direzione interregionale che si occupa degliscali calabresi è condivisa con la Campania e ha le suedirezioni amministrative a Reggio Calabria e Napoli.Tuttavia l’ultima riforma della PubblicaAmministrazione avrebbe convinto il direttore GiovanniKessler a modificare questo accorpamento, stabilendoche l’Agenzia della nostra regione debba essere accorpa-ta a quella della Basilicata. La decisione non sarebbeaffatto opinabile se non fosse che, attraverso questo cam-bio di assetto, si starebbe cercando anche di trasferire intoto gli uffici di Reggio Calabria in quel di Catanzaro, conla doppia scusante che il Capoluogo è, per l’appunto,punto di riferimento della Regione e che, logisticamente,si trova più vicino all’ente territoriale con cui saremogemellati.Il tentativo di trasferire l’Agenzia delle Dogane aCatanzaro, in verità, è storia vecchia, che Reggio speravadi aver già archiviato grazie a una sentenza del Consigliodi Stato risalente al 2007, nella quale si poteva leggereche la scelta della sede da parte dell’Agenzia non è vin-colata al Capoluogo di Regione e che, sulla base deimotivi di economicità e razionale organizzazione dei ser-vizi, la scelta logica del suo posizionamento doveva esse-re effettuata in prossimità del maggior numero di scali.Forte di questa sentenza, a partire dal 2009, l’Agenzia

delle Dogane di Reggio Calabria ha organizzato i propriservizi al fine di svolgere il più efficacemente possibile ilproprio servizio, arrivando a contare, oggi, 110 dipenden-ti e l’iscrizione ai registri di ben 17 spedizionieri che pote-vano rapidamente raggiungere i Porti di Reggio e GioiaTauro e gli scali aeroportuali della stessa CittàMetropolitana e di Lamezia Terme. Anzi, proprio lo sta-tus relativamente recente di Città Metropolitana dareb-be a Reggio Calabria un requisito in più per poter legitti-mamente pretendere che la Direzione interregionalerimanga nel centro, così come a suo favore giocano lapresenza di uffici a essa dedicati e l’Aula Multimediale“Antonio Scopelliti” di recente inaugurazione, presso laquale già si stanno organizzando convegni e corsi di for-mazione.Eppure, secondo Kessler e la Direzione Nazionaledell’Agenzia, Catanzaro, lontana dai più importanti scali,con i suoi 36 dipendenti, sedi ancora da costruire e gravicriticità nei collegamenti, sarebbe pronta ad accoglierequesto cambiamento storico, sul quale ancora sperano dipoter dire la loro il sindaco Metropolitano GiuseppeFalcomatà e i sindacati, riunitisi nella giornata del 20marzo proprio presso la sala “Scopelliti” per confrontar-si sulle contromisure da adottare prima che il Ministrodell'economia e delle finanze Pier Carlo Padoan sotto-scriva la proposta presentata da Kessler.«La situazione è estremamente delicata - ci ha spiegatoCarmine Morelli, Coordinatore Regionale FLP AgenzieFiscali - tanto più che siamo convinti possa nascondereuna specifica scelta politica dietro le dichiarate esigenzeamministrative. Quella del direttore Kessler di accorpa-re la nostra agenzia a quella della Basilicata è infatti unapresa di posizione per la quale non ci è stata fornita alcu-na giustificazione, che rende la nostra una regione di“seconda fascia” nonostante la presenza sul territorio discali di primaria importanza.«Il nostro incontro di martedì - ha proseguito Morelli, -ha voluto proprio cercare di coinvolgere le forze politicheterritoriali, ma lo stallo di Governo in seguito alle elezio-ni politiche del 4 marzo, che impedisce ai nostri rappre-sentanti di presentare interrogazioni parlamentari con lequali potrebbero tenderci più concretamente una mano,ci mette ulteriormente in difficoltà. Per questa ragione, inattesa che si possa agire in maniera più concreta, abbia-mo stilato un documento congiunto, sottoscritto dallesigle CGIL, CISL, UIL, FLP, UNSA/SALFI e RSU,attraverso il quale proclamiamo uno stato di agitazionedel personale della provincia di Reggio Calabria, tra cuifigurano 21 dipendenti della Direzione Interregionaleche, se il progetto di spostamento dovesse andare inporto, saranno costretti a trasferirsi.«La nostra speranza è che le nostre lamentele possanofar riflettere Padoan relativamente alle conseguenze diuna sua risposta affermativa. Troviamo inoltre assurdo,ed è anche questo elemento a farci supporre che questascelta scellerata sia frutto della pretesa del politico diturno, che lo spostamento degli uffici venga fatto in virtùdi una spending review che, tuttavia, ignora il fatto che aReggio ci sia già una struttura consolidata, mentre aCatanzaro ci sarebbero ancora da costruire i locali».

www.larivieraonline.com R25 MARZO- 03 la vetrina

Da quando è finita la campagna elettora-le mi sto interrogando su quello che èsuccesso in Italia, convinto di vivereuna fase storica importante di cui ricor-deremo le date tra qualche anno.Questa settimana sono stato colpito dadue notizie, pubblicate dai media ditutto il mondo quasi alla stessa ora. Laprima notizia ha colpito l’Europa per-

benista, da repubblica.it “Francia, Nicolas Sarkozyindagato: finanziamenti illeciti dalla Libia”.L'inchiesta riguarda presunti fondi neri alla sua cam-pagna elettorale del 2007. La storia della guerra inLibia e il fantasma di Gheddafi continuano a perse-guitare Nicolas Sarkozy. L'accusa è “corruzione pas-siva, finanziamento illegale della campagna elettora-le e occultamento di fondi pubblici libici”. La secon-da notizia invece viene dagli Stati uniti, “Milioni diutenti Facebook spiati dalla società legata a Trump”il titolo del corriere.it. Carpendo da Facebook i datidi 50 milioni di cittadini Usa qualcuno ha tarato ilmessaggio politico da sussurrare all’orecchio diognuno sulla base dei comportamenti temperamen-tali dedotti dalla loro attività sul web: siamo già aquesto.Anche se queste due notizie fanno riferimento aStati, personaggi e cause incidenti diverse, riguarda-no entrambe altrettante tornate elettorali e qualcu-no che ha giocato sporco pur di vincere. Anzi, la vit-toria a tutti i costi di queste due specifiche elezioni inanni diversi e in Paesi diversi, è il vero comune deno-minatore. Certo, molti potranno dire che già si sape-va, ma avere questo tipo di riscontro dà una scossaall’ipocrisia planetaria.Collegare, oggi, questi fatti alle ultime elezioniItaliane ancora fresche e di difficile comprensionepuò generare dubbi estremi.Possibile che nessuno Stato abbia pensato di finan-ziare uno dei candidati premier in Italia? Possibileche nessuno chieda alle forze politiche che hannovinto chi li ha finanziati, e perché? Possibile che nes-suno voglia sapere quali sono i motivi che generanoquesti finanziamenti-investimenti? Possibile che,invece, in Italia l’utilizzo dei social network sia statofatto in modo legale? Possibile che se negli StatiUniti si è arrivati a questo, in Italia il Re del WebCasaleggio, padrone del Movimento che ha vinto,abbia giocato pulito? Possibile che un soggetto chenon ha maturato nella sua vita competenze specifi-che su nulla, che non ha mai lavorato in una istituzio-ne, che non ha mai avuto incarichi di governo, possaessere candidato alla guida di un Paese di sessantamilioni di abitanti?Veramente più scrivo più i miei dubbi diventano cer-tezze. Ma ora vi voglio sottoporre alcune domandeche riguardano la nostra regione.Possibile che in Calabria uno dei più forti gruppipolitici degli ultimi decenni viene bloccato dallamagistratura per le comunali e per le regionali e poisi può presentare tranquillamente alle politiche?Possibile che Scopelliti e il suo gruppo facciano cam-pagna elettorale con i propri candidati per la Legasenza che nessuno dica niente? Possibile che la Lega,che nell’aprile 2012 (quando era ancora Lega Nord)era finita al centro di un’inchiesta coordinata dalleDda di Reggio Calabria, Milano e Napoli che dimo-strarono come il Carroccio abbia per anni utilizzatoi canali scavati dal clan De Stefano per accumulareall’estero un tesoretto in titoli e diamanti, possa tran-quillamente fare campagna elettorale? Possibile chenessuno ricordi che a gestire le casse del Carroccioall’epoca era Francesco Belsito, Vibonese d’origine,salito in corsa sul carro dell’ex tesoriere leghistaMaurizio Balocchi? E insieme a lui – dicono i penti-ti – si sarebbe convertito in uno dei principali inter-locutori finanziari delle ‘ndrine al Nord?Possibile che nessuno ricordi che un ex consiglierecomunale della città dello Stretto, Giuseppe Sergi,vicinissimo all’ex governatore Giuseppe Scopelliti,chiamato in causa da diversi pentiti come “candida-to di riferimento dei clan”, sia oggi proconsole diSalvini?Qui mi fermo, ma avrei tante altre domande relativealle stranezze che riguardano quest’ultima campa-gna elettorale e relative a tutte le forze politiche incampo.Ma le lascio per prossime puntate.

Rosario Vladimir Condarcuri

www.larivieraonline.com Rattualità

25 M

ARZO

- 04

RIACE

REGIONE CALABRIA

L'antica torre rischia il crollo, l'allarme dei cittadini

Nasce l’AIC: nel direttivo anche tre sindaci della Locride

L'antica torre di guardia Casamona di Riace rischia di crollare. È l'allarme lanciato da alcu-ni cittadini e appassionati di beni culturali che segnalano il degrado del monumento eavanzano una richiesta di intervento immediato da parte della Direzione regionale delMibact e della Soprintendenza per beni culturali e ambientali competente per territorio.La torre, realizzata intorno alla metà del 1500, è costituita da due stanze sovrapposte e inorigine anche da un terrazzo merlato che, nel tempo, è stato praticamente cancellato.Attualmente, segnalano i promotori dell'iniziativa che sollecitano interventi di salvaguar-dia, le pareti della struttura sono crepate e tutto l'edificio rischia di cedere diventando pocopiù di un semplice rudere. Nell'istanza si sottolinea la necessità di un pronto recuperostrutturale e di un immediato restauro storico della torre.

Mercoledì ilConsiglio deiMinistri, su pro-posta di MarcoMinniti, ha deli-berato lo sciogli-mento delComune di Scillaper presunte infil-

trazioni mafiose. L’ennesimo scio-glimento da parte del Ministrodell’Interno è stato paragonato aun “ciclone che attira ogni cosadentro il proprio “occhio” e spaz-za via tutti a partire da democra-zia e libertà” da PierpaoloZavettieri, sindaco di Roghudi,che ha difeso a spada tratta l’inte-grità dell’ex primo cittadinoPasqualino Ciccone affermandoche la decisione del Ministroaffosserà uno dei borghi più bellid’Italia. Zavettieri continua la suanota affermando di non riuscire aimmaginare che forma possaassumere l’ingerenza criminale“in un comune che vanta buoniamministratori e che per di piùcontribuisce a lanciare l’immagi-ne della Calabria nel mondocome meta turistica e culturale”,tanto da convincersi “che loStato, anziché affiancare le ammi-nistrazioni locali in difficoltà, […]si comporta in modo ostile. A talproposito, il grido d’allarme lan-ciato qualche mese fa dai 51 sin-daci è la dimostrazione di come lostesso Stato […] ci consideri tutti(o quasi!) presunti soggetti con-

troindicati”, una condizio-ne, conclude Zavettieri,che fa sì che “fiduciae speranza nel futu-ro di questaRegione vadano viavia scemando!”

La nuovaAutorità Idricadella Calabriasarà delegata a

risolvere iproblemi legatiall’erogazione

dell’acquacorrente e alla

depurazione neinostri comuni.

Lo scorso 17 marzo si è svolta l’e-lezione dei membridell’Assemblea dell'AutoritàIdrica della Calabria, ente pub-blico rappresentativo di tutti icomuni calabresi al quale sonostate conferite le funzioni di pro-grammazione, organizzazione econtrollo sull'attività di gestionedel servizio idrico regionale. Aquesto ente saranno cedute tuttele competenze relative all’eroga-zione dell’acqua corrente e delladepurazione precedentementesuddivise tra Regione e Comuni,una nuova organizzazione buro-cratica del settore che dovrebbefinalmente permettere di supera-re la frammentazione del sistema

idrico responsabile, in passato,della gran parte dei disagi subitidai cittadini. Sempre grazie aquesto nuovo organigramma,inoltre, si spera di poter final-mente arginare l’annoso proble-ma della depurazione, particolar-mente evidente soprattuttodurante la stagione estiva. IComponenti dell’assemblea, èstato comunicato dalCommissario dell'Autorità Idricadella Calabria DomenicoPallaria, saranno quaranta, equa-mente suddivisi tra le diverseprovince della nostra regione eselezionati tra i sindaci di altret-tanti comuni. L’alta affluenza alleurne da parte dei primi cittadinidi tutti i comuni calabresi, gliunici aventi diritto al voto in que-sta tornata elettorale, è stataaccolta con enorme piacere dalgovernatore Mario Oliverio, cheha letto in questo dato la grandesensibilità degli amministratorilocali sul tema. All’esito delloscrutinio, l’area di competenzadella Città Metropolitana diReggio Calabria, che pure è stataquella presso la quale si è fattaregistrare la minore affluenza,assestatasi poco al di sotto del60%, ha potuto vantare dieci rap-presentanti, tra i quali figurano iprimi cittadini di ben tre comunidella Locride: Monasterace(Cesare De Leo), RoccellaJonica (Giuseppe Certomà) eSiderno (Pietro Fuda).

Minniti colpisceancora, ma loscioglimento diScilla fa gridareallo scandaloZavettieri

SCILLA

www.larivieraonline.com Rcopertina

25 M

ARZO

- 06

Il sindaco di Locri,Giovanni Calabrese,

dopo averloannunciato nel corsodell’innaugurazionedel nuovo teatro

comunale, mercoledìscorso ci ha

confermato la suaintenzione di

ricandidarsi, insieme atutta la squadra, allaguida della sua città.

IN BREVE

MARIA GIOVANNA COGLIANDROE JACOPO GIUCA

Qualcuno disse che, comesuccede alla tartaruga, la vitanon si muove esattamente infretta… si fanno dei progressisolo quando si tira fuori latesta. Il sindaco di Locri,Giovanni Calabrese, alla cittàche ha governato in questi 5anni, la testa gliel’ha fatta tira-re fuori più volte. E mercoledìscorso ci ha confermato che

ha intenzione di continuare su questa strada che condu-ce al progresso. Lo scorso 20 gennaio in occasione dell’innaugurazionedel teatro di Locri, con grande sorpresa dei presenti, haannunciato che insieme alla sua amministrazione siricandiderà alla guida della città. Perchè fare unannuncio del genere proprio il giorno in cui vedeva laluce una grande opera incompiuta della città di Locri.Non è un po’ vincere facile?È stato un annuncio estemporaneo, non era program-mato. Mosso dall’euforia di un momento di grande sod-disfazione personale e politica ho voluto dire alla miacittà che avrei riproposto la mia candidatura per conti-nuare un percorso di rilancio, avviato in questi cinqueanni, insieme a chi è rimasto fedele al progetto politico-amministrativo iniziale. Se oggi mi ricandido è perchèsono consapevole che è possibile ottenere dei risultatiimportanti nella città di Locri, è possibile completare leincompiute, è possibile cambiare.Che cosa non è stato portato a compimento nell’attua-le gestione?Insieme alla mia squadra abbiamo fatto tanto, avrem-mo potuto fare di più, avremmo potuto fare meglio maè anche vero che abbiamo lavorato in condizioni di par-ticolare disagio, in quanto abbiamo lottato per evitare ildissesto economico-finanziario dell’Ente. Nel contem-po abbiamo migliorato la qualità dei servizi di questacittà. Ci eravamo prefissati l’obiettivo di dare a Locri laraccolta differenziata porta a porta, obiettivo in parteraggiunto dal momento che siamo riusciti a evitaresituazioni di emergenza per quanto riguarda i rifiuti;nell’ultimo consiglio comunale abbiamo approvato ilcapitolo d’appalto e ritengo che da qui a sei mesi l’obiet-tivo sarà raggiunto in pieno. La sua squadra le ha rinnovato la fiducia o si sono persipezzi nel corso di questi 5 anni?Abbiamo perso qualcuno all’inizio, ci sono state direcente delle incomprensioni con l’assessore all’urbani-stica ma per il resto tutti hanno già manifestato lavolontà di candidarsi, quindi la squadra si ripresentacoesa e compatta. Ci ripresenteremo sotto lo stesso sim-bolo, lista civica “Tutti per Locri”, proprio per dare con-tinuità al nostro percorso. Una critica che le viene mossa dai suoi oppositori è chenonostante abbia realizzato diversi progetti importan-ti, non è riuscito a intercettare per il prossimo periodopolitico nuovi finanziamenti per la città di Locri. Comerisponde a queste accuse?A differenza dei miei detrattori, io faccio politica sem-pre perchè mi piace, non vado in letargo. Da quando hoavviato il mio percorso politico in questa città, aprendoun circolo di Alleanza Nazionale nel 2003, sono statosempre sulla scena politica. A Locri c’è gente che escedal letargo con l’approssimarsi delle elezioni comunali,e parla senza sapere di cosa. Anche in questo caso, haperso l’occasione di stare zitto, in quanto noi abbiamouna serie di finanziamenti già ottenuti che verrano uti-lizzati dalla successiva amministrazione. Chi non vorrebbe mai avere come rivale?Per me uno vale l’altro. E c’è un motivo: io non mi pre-sento ai cittadini per la prima volta, io sono il sindacouscente. Mi presento ai cittadini con una serie di inizia-tive realizzate in tutti i settori, dall’ambiente ai lavoripubblici, dalla cultura all’aver restituito un’immaginepiù dignitosa alla città di Locri. Non dovrò dire ai citta-dini “votatemi perchè se sarò eletto farò…” dirò, inve-ce “ho fatto questo, se avete gradito il mio impegno h24,365 giorni l’anno nei confronti di questa città ridatemifiducia, a me e alla mia squadra”. Ci sono progetti anco-ra da realizzare che costituiscono l’approdo del nostrooperato politico per questa città, vale a dire l’apertura ditutte le incompiute così da continuare a restituiredignità a Locri. E sottolineo continuare. Perchè nondimentichiamoci da dove siamo partiti: chi ci ha prece-duto aveva abbandonato la nave, come Schettino. Noi cisiamo trovati di fronte una nave che stava affondando el’abbiamo salvata.Oggi (l’intervista è stata realizzata mercoledì 21 marzo)è un anno esatto dal corteo di Libera a Locri contro lemafie. 25 mila persone erano accorse. Cos’è cambiatodopo questa colorata manifestazione antimafia?Più che una manifestazione colorata quella è stata unamanifestazione importante, un momento di riconosci-

mento delle tante vittime di mafia del nostro territorio.Non dobbiamo dimenticare quello che è stato il passa-to di Locri. Quando ero giovane non si poteva viveretranquillamente in questa città, oggi sono cambiatetante cose, grazie all’impegno dello Stato e delle forzedell’ordine. Una volta c’era una maggiore sudditanzapsicologica nei confronti dei clan, oggi fortunatamentenon è così. Con questo non voglio dire che la ‘ndranghe-ta abbia alzato bandiera bianca: continuano a esserci imalavitosi ma dobbiamo far sì che diventino sempremeno, fino ad estinguersi.E invece degli autori delle scritte “meno sbirri, più lavo-ro” quelli che lei aveva definito “balordi” si è saputo piùniente?C’è un’indagine in corso, noi avevamo intercettato delleimmagini e consegnate a chi di competenza, le abbiamoanche rese pubbliche e qualcuno ci ha criticato per que-sto. In ogni caso, anche quel gesto è la dimostrazioneche anche solo un deficiente è in grado di fare tantissi-mi danni. L’edizione del Tg1 di allora si era aperta conquesta notizia e una manifestazione importante comequella di Libera è stata oscurata dalla scritta di un defi-ciente, non di certo della ‘ndrangheta. Se la ‘ndranghe-ta si riducesse a fare le scritte sui muri saremmo aTopolino. Sarà stato qualche ragazzotto o qualche movi-mento organizzato che non ha valutato, o probabilmen-te ha valutato, le conseguenze mediatiche del gesto.Lo scorso 10 marzo il Comune di Locri ha conferito la

“Chi ci hapreceduto avevaabbandonato la

nave, comeSchettino. Noi cisiamo trovati difronte una nave

che stavaaffondando e

l’abbiamosalvata”.

Q

“Mi ricandido p figli e di tutti i f

Cala

MUSEO DI LOCRI

cittadinanza onorararia a Don Ciotti. L’ultima cittadi-nanza da lei insignita è stata a Umberto Costamagna,fondatore e president di Call&call, e sappiamo com’èandata a finire. Dobbiamo aspettarci un “tradimento”anche da Don Ciotti?Ritengo che Umberto Costamagna non abbia traditoalcuna cittadinanza onoraria. Costamagna è un impren-ditore che ha creduto in un progetto in uno dei momen-ti più bui della città, ovvero dopo l’omicidio Fortugno.Lui è venuto, ha conosciuto questa realtà, ha portatolavoro, ha assunto circa 500 persone a tempo indetermi-nato, un percorso che è andato avanti per un decennio.Poi, purtroppo, la crisi, in particolare nel settore dei callcenter, ha cambiato le cose. È stato obbligato per man-canza di commesse a fare una scelta dolorosa. Ci sonostati errori imprenditoriali, non c’è dubbio, ma non sipuò dire che non sia stato un benefattore. Ha avuto deifinanziamenti pubblici ma ha distribuito stipendi per 100volte i finanziamenti ricevuti. Non è stato un prenditore,di quelli che prendono i soldi pubblici e scappano, è statoun imprenditore, lo è ancora perchè non dimentichia-moci che a Locri ha tuttora un’azienda con circa 250dipendenti a tempo indeterminato. Dispiace che la poli-tica non sia riuscita a salvare gli altri 250. A distanza di 15giorni dai licenziamenti di Locri un call center a Milanoha licenziato 100 persone. È intervenuto il ministroCalenda, ha bloccato i licenziamenti e dato un incentivoall’azienda. Qui non è successo, qui la politica ha fattochiacchiere. La stessa politica che ha devastato l’ospeda-

le, che non presta la giusta attenzione alla Statale 106,che non fa decollare il distretto turistico culturale dellaLocride.Chi sono questi politici?Tutti! Parlo in generale, di destra e di sinistra. Sonoarrabbiato con tutti. Durante la chiusura della campagnadi Forza Italia al Palazzo della Cultura a Locri, c’eranosul palco sei candidati - tutti eletti tra l’altro - e io hodetto: “Oggi sono qui e sono vostro amico, lunedì matti-na sarò la vostra spina nel fianco”. A loro ho chiesto direalizzare le incompiute di questo territorio: l’ospedale,il prolungamento della 106 fino a Bovalino, progetto giàavviato, il distretto turi-stico culturale, iniziatoall’indomani dell’omi-cidio Fortugno, e unprogetto che possaportare sviluppo, unasorta di zona francache potrebbe essererealizzata allungando ilperimetro della Zes,includendoci la Locride che diverrebbe così appetitosaper gli imprenditori. Per quanto riguarda, invece, la chiusura del LiceoArtistico di Locri, a seguito dell’indagine Euroscuola, edel Palazzetto dello Sport, che ha comportato il trasferi-mento dello Sporting Locrians, quali sono le colpe dellapolitica?

Sulla chiusura del Liceo Artistico c’è un’indagine incorso. Quanto al Palazzetto dello Sport, è stato presen-tato dieci giorni fa il nuovo progetto ai vigili del fuoco eal genio civile: speriamo da qui a un mese di avere unparere perchè vogliamo riaprirlo. Oggi è lì abbandonatoe tra qualche anno servirà un milione di euro per siste-marlo.L’ultima volta che l’ho intervistata mi ha confessato chefare il sindaco significhi non trovare il tempo di farenient’altro, tanto che lei non riusciva a vedere suamoglie se non la sera alle 9. È riuscito nel frattempo arimediare a questa trascuranza?

Il problema non è che non riesca a vedere mia moglie, ilproblema è che non vedo i miei figli. Con mia mogliesiamo stati fidanzati 18 anni, e siamo sposati da 15, quin-di di tempo insieme ne abbiamo trascorso. Mi preoccu-po dei miei figli e anche loro risentono della mia man-canza. Ma sono pronto a rifare questo sacrificio proprioper rispetto dei miei figli, e di tutti i figli di questa città. Il

mio obiettivo è dare un futuro a loro, costruire un’imma-gine diversa di Locri. A me farebbe male un giorno chequalcuno dicesse ai miei figli: tuo padre è stato il sindacodi questa città e non ha fatto nulla. Assemblea dei sindaci. Cos’è cambiato sotto la guida diRocca e Candia?Niente. Ho anche chiesto scusa a Giorgio Imperitura peri miei continui attacchi, ho capito che non era colpa sua.Avevo proposto la mia persona alla guida del comitatocome una sorta di provocazione che, infatti, ha avuto il suoseguito: si sono tutti compattati attorno alla figura diRosario Rocca. In un anno e mezzo, forse, si sono riunititre volte. Sono stati trascinati a Roma in quella manifesta-zione fallimentare e ridicola davanti a Palazzo Chigi, equalche giorno dopo ho ottenuto io un incontro con laLorenzin. Pur essendo del PD, ovvero del partito che eraallora alla guida del del Paese, mi sembra assurdo che nonsiano riusciti a ottenere un incontro se non con l’uscere diPalazzo Chigi. Questo dimostra il fallimento del comitatoe dell’assemblea dei sindaci. Non so se abbiano motivo diesistere così come sono strutturati. Da anni si parla dirimettere mano allo statuto ma è ancora tutto fermo. Nonc’è coesione. È un’assemblea che, vuoi o non vuoi, è con-dizionata dai partiti di riferimento degli associati, perciò,quando il centrodestra, quando il centrosinistra, influen-zano in modo negativo la vita dell’assemblea dei sindaci.L’ospedale è vittima di questo sistema: c’è un accordo taci-to, demenziale, tra centrodestra e centrosinistra per affos-sare l’ospedale di Locri e di conseguenza la Locride. Nontutti hanno avuto il coraggio di prendere le distanze daipropri amici politici, come ho fatto io a cominciare daScopelliti. La rottura di un rapporto trentennale con lui è

dovuta proprio alla mancanza di rispostesul territorio. Come vede Locri tra 5 anni?La vedo come una città che avrà comple-tato un percorso di cambiamento radica-le a livello di opere pubbliche, di attrazio-ne e di mentalità. I cittadini piano pianostanno cambiando modo di agire e ci stia-mo liberando di vecchi modi fare, di esse-

re e di pensare. Locri è già di fronte a un bivio: o tornaindietro e fa un salto che la riconduce a trent’anni fa o sce-glie la svolta e in quel caso si presenteranno le condizioniideali di vita per i nostri figli: si ritroveranno in un postocompletamente diverso da ciò che è stato, recuperandoquel passato di prestigio che un tempo aveva questa città.

per rispetto dei miei figli di questa città”

Calabrese lancia il guanto di sfida a Malacrinò: "Ci prenderemotutto ciò che ci spetta"

“C’è un accordo tacito e demenziale, tracentrodestra e centrosinistra per affossarel’ospedale di Locri e di conseguenza la Locride”

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Avrebbe dovuto essere inaugurato lo scorso 16 feb-braio il museo statale di Palazzo Teotino Nieddu delRio di Locri ma qualcosa è andato storto. Da Locriil motivo del ritardo è addebitato alle pretese "ingiu-stificate" del direttore del Museo Archeologiconazionale di Reggio Calabria, Carmelo Malacrinò,ma quest'ultimo nei giorni scorsi ha voluto sgombe-rare il campo da qualsiasi accusa. Il mancato trasfe-rimento a Locri dei preziosi reperti risalenti all’età

protostorica nella Locride non è responsabilità del MArRC.Mancherebbe, infatti, secondo Malacrinò, la sottoscrizione dell’ac-cordo di valorizzazione tra Museo reggino e Polo Museale dellaCalabria. Il ritardo sarebbe da ricondurre anche alla mancatacomunicazione al museo reggino dei referenti che si occuperannodel restauro dei reperti che, tra l’altro, risulterebbero ancora noninventariati. A queste giustificazioni di Malacrinò hanno rispostocon una nota il Polo Museale della Calabria e il MuseoArcheologico Nazionale di Locri. Per quanto riguarda “l’accordodi valorizzazione” tirato fuori da Malacrinò, il Polo Museale dellaCalabria, viste le indicazioni avute dalla Direzione Generale deiMusei, aveva preso atto delle direttive ricevute e esprimeva, dati itempi ristretti, “la necessità di lavorare successivamente a tale atto,di natura puramente formale, trattandosi di due amministrazionidello Stato e dello stesso Ministero che devono, come previstodalla normativa, collaborare comunque alla valorizzazione dei beniculturali”. Quanto, invece, ai referenti che si sarebbero dovutioccupare del restauro dei reperti, Polo Museale e Museo di Locri

ribattono: “Sembra opportuno precisare che i colleghi che lavora-no nei laboratori di restauro, in specie quelli di Locri appartengo-no ai ruoli dell'Amministrazione del MIBACT e peraltro hannogià lavorato in occasione del restauro e ricomposizione della Klinebronzea oggi esposta nella sezione degli Italici dello stesso museoe in occasione dell’esposizione temporanea del cavaliere diMarafioti presso il Museo archeologico di Locri. Ciò detto appare,a nostro giudizio, irrispettoso nei confronti dei colleghi che qualcu-no possa definirli ignoti". In merito alla mancata catalogazione deireperti, invece, va fatto rilevare che "i materiali selezionati risulta-no catalogati con numeri inventariali statali ad eccezione di unaminima percentuale costituita da minuti oggetti bronzei moltoframmentari".Nei giorni scorsi, il direttore del Museo reggino ha, inoltre, dichia-rato che nessuno lo avrebbe informato che la data di inaugurazio-ne del Museo Archeologico di Palazzo Nieddu fosse stata fissataper il 7 aprile. A ciò Polo Museale e Museo di Locri rispondono:“La nuova data è stata fissata solo il giorno prima per risponderealle pressanti e giuste richieste della comunità locale che ambiscedi potersi riconoscere il prima possibile nel nuovo Museo”. Una lotta ad armi impari quella tra Reggio e Locri, che non costi-tuisce affatto una novità."Quando siamo riusciti a portare il cavaliere di Marafioti a Locri -ci riferisce il sindaco Giovanni Calabrese - Malacrinò ha definitol'opera un ospite a Locri, ma l'ospite a Locri era lui: il cavaliere diMarafioti è il padrone di casa, oggi sta nel posto sbagliato! La poli-tica ha consentito questo paradosso. Se noi avessimo avuto a Locritutti i reperti di Reggio e che a Reggio sono fuori casa, oggi avrem-mo avuto un'attrazione turistica-culturale di livello. Perchè i Bronzidi Riace sono a Reggio e non a Locri che è il museo competentedel territorio?". Ma forse i tentennamenti da Reggio vengono pro-prio da qui: si teme che se a Locri le si dà il dito, si prende tutto ilbraccio. "Ci prendiamo tutto, non solo il braccio - tuona Calabrese.- Ci prendiamo tutto ciò che ci spetta. Non possiamo essere a vitai coloni di qualcun altro. Questa storia deve finire. Assisto a conve-gni in cui la Locride viene descritta come un territorio dalle enor-mi potenzialità, e poi ci permettiamo di lasciare queste potenzialitàagli altri...Vogliamo i nostri reperti che oggi sono fuori casa e nonperchè siamo fanatici. Il cavaliere di Marafioti, un'opera conosciu-ta in tutto il mondo, ha fatto impennare le visite quando è stata aLocri. Il trasferimento, naturalmente, è avvenuto a spese nostre,del comune di Portigliola e del Fai. Anche in quel caso il direttoredel museo di Reggio ha cercato di bloccare tutto, insieme alla poli-tica che gli sta dietro. Ma noi non lo abbiamo consentito e non loconsentiremo in futuro. Oggi pretendiamo che vengano portati aLocri quei reperti sconosciuti che ci appartengono, rimasti perdecenni negli scantinati del museo reggino, reperti individuati daun progetto scientifico che è stato approvato e finanziato.Ribadisco: ci riprenderemo quello che ci spetta dando fastidio atutti coloro che non prestano la giusta attenzione a Locri e allaLocride. E il 7 aprile il museo statale di Palazzo Teotino Nieddu delRio di Locri sarà inaugurato così come stabilito. Non arriverannoi reperti? Sarà inaugurato vuoto".

abrese:

Prende forma la CommissionePari Opportunità del Comune

di Siderno. Lunedì, infatti,Alessia Ferraro, del Centro

Democratico, è stata eletta pre-sidentessa della Commissione.Sarà coadiuvata dalla giornali-

sta Alessandra Tuzza e dal-l’assistente sociale Laura Rullonel ruolo di vicepresidentesse.

LA SETTIMANA

A conteggi chiusi e seggiassegnati la Cassazione rettificail verbale della scorsa settimana.

Fausto Orsomarso e Fratellid’Italia perdono nuovamente ilseggio in favore di Forza Italia eMaria Tripodi. Caso unico della

storia che riequilibra gli assetti dipotere anche presso il Palazzo

della Regione.

A Klaus Davi non è andato giùcome la mini serie USA “The

Assassination of GianniVersace” ha trattato la

Calabria. Secondo Klaus èassurdo ridurre il rapporto dello

stilista con la propria terra auna storia di odio omofobo, unadifesa inaspettata che fa ancheriflettere su come siamo visti

oltre i confini nazionali.

Un ufficio Vaticano avrebbeintimato a Monsignor

Bregantini di non frequentare“personaggi calabresi che

risultano schedati”.Un’intimidazione inquietante,

tanto più che farebberiferimento al medico Piero

Schirripa, che con Bregantiniistituì una comunità di

recupero prima di finire alcentro di un’inchiesta.

Dopo 16 anni il Locri Calcio torna finalmente a far sen-tire prepotentemente la propria presenza nella Serie D,e lo fa non solo al termine di una stagione in cui in pochisarebbero stati pronti a scommettere sul buon risultatodella compagine allenata da Umberto Scorrano, ma alculmine di un campionato quasi perfetto, in cui si è pre-sentata ad ogni appuntamento con una solidità menta-le e fisica degna dei grandi club della massima serie. Percercare di ricostruire la filosofia che si nasconde dietroquesto epocale successo, abbiamo posto cinque doman-de alla presidentessa del Locri Calcio, AntonellaModafferi.Come si diventa presidente del Locri Calcio?Di solito credo ci si arrivi per mettersi in gioco, io l’hofatto per passione e per “mozione popolare”. Due annifa, infatti, il Locri si è ritrovato in una situazione diffici-le, senza nessuno al timone, condizione che ha convin-to me e un gruppo di tifosi a rimboccarsi le maniche erisollevare le sorti del nostro Pegaso.La riconquista della Serie D dopo tanti anni nascondeovviamente una grande preparazione pre stagionale. Incosa è stata differente quella di quest’anno rispetto aquella degli anni passati?Il lavoro che ha portato il Locri a questi risultati è il frut-to degli ultimi quattro anni e non solo di quest’ultimo.Anche chi mi ha preceduto, infatti, ha svolto un lavoroineccepibile, indubbiamente indispensabile a farci rag-giungere questo traguardo oggi. Effettuando un passoalla volta, siamo riusciti a far maturare i tempi per ilritorno in Serie D, convincendo al contempo la gente ariavvicinarsi allo stadio e facendo breccia nel cuore diintere famiglie di locresi, che ci hanno seguito per tuttala stagione in casa come in trasferta, trasformando inostri calciatori in idoli per i loro bambini.La maggior parte degli avversari attribuisce il vostrosuccesso a una campagna acquisti faraonica. Comerisponde a queste dicerie?Non è stato fatto proprio nulla di faraonico. Ci siamosemplicemente impegnati a effettuare una programma-

zione oculata, con un preciso piano di spesa, a cui abbia-mo potuto far fronte grazie a noi soci ma, soprattutto,grazie ai nostri sponsor e ai nostri splendidi tifosi. Èrispettando questa filosofia di lavoro che abbiamo effet-tuato il ponderato “acquisto” del Direttore SportivoFortunato Varrà, che ha saputo utilizzare perfettamen-te e con grande oculatezza il budget previsto, sceglien-do i calciatori da inserire nella rosa come fossero tassel-li di un puzzle. E i risultati si sono visti nei cambi, negliinfortuni, negli imprevisti che si sono verificati nel corsodel campionato.Come cambierà la storia del Locri e di Locri dopo ilrisultato ottenuto in questa stagione?Il Locri ha progetti futuri che cercheremo di realizzare.Il primo passo è quello di consolidare e confermare unasocietà che in questi due anni si è dimostrata forte eunita. Naturalmente per poter raggiungere questoobiettivo ci serve l’ingresso in compagine di altre perso-ne e, soprattutto, di imprenditori che vogliano investirein qualcosa che non è solo una partita di calcio, ma unprogetto di aggregazione sociale e di sviluppo economi-co. A breve inizieranno anche i lavori di ristrutturazio-ne dello Stadio Comunale di Locri, che diventerà unodei più belli della regione e sono certa che anche questoprogetto servirà a veicolare i nostri piani nella direzionegiusta.Una domanda fuori tema. Non abbiamo potuto fare ameno di intercettare voci relative a una sua candidatu-ra a sindaco di Locri durante le prossime elezioni dimaggio. Solo dicerie?A dire il vero ho avuto diverse proposte da compaginipolitiche, ma credo che per poter gestire una cittadinacome Locri ci voglia la giusta competenza e un’ottimacultura politica e gestionale, non bastano cuore e pas-sione, anche se sono ingredienti sempre utili e che, nellamia esperienza di presidente del Locri Calcio, hannocontribuito a farmi raggiungere diversi traguardi.

Jacopo Giuca

R25 MARZO- 08

Non solo calcio, ma unprogetto di aggregazionesociale e sviluppo economico

IL LOCRIIN SERIE D

La scorsa settimana il Locri Calcio ha conquistatol’accesso alla Serie D, un successo salutato

con grande gioia non solo dal mondo sportivo,ma anche da chi crede che questo risultato possa

promuovere il nostro comprensorio.

“Non abbiamo il merito esclusivo

di questo risultato -confessa Antonella

Modafferi, - ma cisiamo limitati

a capitalizzarequanto fatto da chi

ci ha precedutolavorando

con grandeoculatezza”.

intervistawww.larivieraonline.com

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25 M

ARZO

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La mia fanciullezza

A primavera svettano come baluardi e vessilli in festa i nostri castel-li, arrampicati e fieri su rupi e colline, fioriti e agghindati di rampi-canti e fiori selvatici che li onorano facendo tante volte dimentica-re ai più sprovveduti la loro funzione costruttiva, che ne faceva idifensori di un territorio assalto degli “infedeli”. Sono tanti iCastelli di Calabria, ma quelli della nostra terra Jonica li conoscia-mo tutti, li vediamo ogni giorno e sono lì, fondali dei nostri tramon-ti e immaginario di noi bambine in cerca del principe. Si sa, perstudi e notizie e analisi del territorio che tra loro i castelli fosserocollegati.Che tra loro intercorresse un dialogo costante.Soprattutto di notte, nelle buie notti di paura a difesa dei Turchivenuti dal mare, il dialogo avveniva attraverso le piccole feritoie, leguardie si parlavano a distanza di km con le torce e le candele acce-se. Ne sono testimonianza i segni del fuoco acceso continuamentedurante la notte sulle alte e piccole finestrelle del castello diBovalino Superiore, l’Architetto Domenico Marfia e io, progettistidell’intero centro storico del piccolo borgo e del castello, analizzan-do i resti, ormai depredati e smembrati, nel 2003 ci accorgemmo dipiccoli dettagli che ci hanno permesso poi di ricostuire quella cheera la vita, la linfa vitale che muoveva e animava quel posto dimen-ticato. Difatti i segni dei fuochi accesi erano per lo più verso la vallein quelle feritoie che guardavano verso il castello di Ardore, difronte al Borgo di Bovalino. Era una vita frenetica in quei tempi, ilcastello di Bovalino edificato all’inizio del periodo normanno,intorno all’anno 1000 nel corso dei secoli fu più volte ricostruito edanneggiato. Un grande crollo lo distrusse quasi parzialmente nel1222, i Turchi nel 1594 lo incendiarono, dopo averlo saccheggiato,portando via ogni tesoro e bene, anche dalle abitazioni dei poveriresidenti. Nel corso dei secoli il terremoto lo danneggia in più parti,ma il danno più evidente, che ne deturpa la fisionomia e la veraessenza costruttiva, avviene attorno agli anni 60 quando vienesquarciata totalmente una facciata per fare posto ad una strada diaccesso al centro storico, si dice che la moglie del politico di turnosi lamentasse per il giro troppo lungo per scendere alla marina equindi? Abbattuto il castello e la signora è presto accontentata.Durante la nostra ricognizione per una buona analisi di restauro, cisalta agli occhi lo scempio effettuato dall’uomo che come sempree più deleterio della natura stessa, più uragano delle intemperie epiù terremoto del sisma peggiore. Ci accorgiamo che sono statetagliate dalla costruzione della strada le cisterne, che le tre torrisono ancora li ma ne manca una mai costruita che quel luogo ci haincantati e ha per noi ha in serbo un regalo. Una sera in cui la lucedel tramonto colpisce le facciate e rende più nitidi i solchi e le fen-diture, ci accorgiamo che tra i blocchi di pietra l’intonaco attaccatoparzialmente come la sottile cialda sui torroncini natalizi, mostradei disegni incisi nell’impasto dell’intonaco, all’epoca delle decora-zioni così fresco da permettere un tale lavoro. Sono navi, stilizzate,con i remi e le vele spiegate, alte e svettanti come una flotta che neha perse parecchie di rovinate e corrose dal tempo. Cosa ci fannoli, chi le ha disegnate e perché. Scopriamo, il collega e io, incuriosi-ti e affascinati, consultando testi e disegni che sono navi anzi Galee,una forma definita durante il 1500, Galeazza veneziana, denomi-nata cosi perché veniva costruita in cantiere navale veneziano chene forniva le flotte. Cosa ci fanno delle Galeazze veneziane aBovalino Superiore lo capiamo presto, studiando e ricostruendol’epoca con l’aiuto anche del sovrintentendente di allora dottorClaudio Sabbione, che ci aiuta anche poi ad organizzare un conve-gno e una giornata di studio proprio sul Castello e i ritrovamenti danoi effettuati. Il mare Mediterraneo in quell’epoca era uno scena-

rio di battaglie e sanguinosi assalti da parte dei Turchi che cercava-no di depredare e attaccare i paesi della costa, offendendo e sac-cheggiando i luoghi di fede e la Religione Cristiana. Viene organiz-zata lungo le coste calabresi, siamo nel 1571, una flotta di difesa delmare a tutela della Fede, con un centro di raccolta pressoTropea.La flotta effettua parecchie tappe, per rifornirsi e raccoglie-re uomini. Si unisce ai difensori della fede, anche un Bovalinese, ilconte Vincenzo Marullo, zio del Beato Camillo Costanzo, che rac-coglie un gruppo di abitanti di Bovalino Superiore e imbastisce unagalea, fatta costruire proprio a Venezia, partendo e unendosi allaflotta che il 7 Ottobre del 1571 che durante la Battaglia di Lepantoscaccia dal Mediterraneo la flotta Turca portando alla vittoria laLega Santa. Le navi disegnate sull’intonaco della torre sono ugua-li a quelle raffigurate nei dipinti della battaglia di Lepanto, fedelis-sime ai modellini di quelle imbarcazioni conservati nei musei nava-li. Ma chi le ha disegnate e perché? Il conte le fa disegnare forse alsuo ritorno in ricordo di quell’evento dal quale pensava non farepiù ritorno. Per ringraziare la Madonna fa costruire la Chiesa dellaZopardo sempre nell’antico borgo. Oppure i disegni, sono opera diun manovale del luogo che volle celebrare la presenza del concit-tadino illustre in quella battaglia, disegnando la flotta vittoriosa sul-l’intonaco fresco. Una commemorazione della Fede difesa, comegli antichi Romani che nelle colonne incise da bassorilievi celebra-no le vittorie sui popoli nemici. Tante le ipotesi, tanto ancora da stu-diare, piccole e grandi scoperte che aprono la porta ad uno scena-rio storico che non deve essere dimenticato e negato. Il Borgo inquesti giorni finalmente, sarà meta di visitatori, essendo uno deiluoghi di interesse scelto dal FAI. Troppo tempo dimenticato ilCastello di Bovalino superiore e i suoi tesori. Le nostre navi vannosalvate e messe in sicurezza prima che salpino per porti lontanisenza ritorno, questa volta in una battaglia senza vittoria dove l’in-curia e il degrado avranno vinto ancora una volta.

Architetto Annamaria Delfino

AnnamariaDelfino

ripercorrela storia delCastello di

Bovalino, alcentro del

programmaodierno

delleGiornate

FAI diprimavera.

Proponiamo di seguito la poesia della compiantaconcittadina Maria Teresa Marzano con cui neglianni '80 vinse la Farfalla d'Argento a un concorsonazionale di prosa e poesia.

La mia fanciullezzaRivivo con indelebile ricordo gli anni più belli, della mia fanciullezza: ero felice e spensierata;quando al crepuscolo di quelle sere d'oro il soleilluminava la collina, io mi arrampicavo su per lastradina dove c'erano mirtilli e le ginestre in fiore. Il profumo di erbe odorose, salvia, rosmarinoe le farfalle che si posavano sui fiori e le lucertoleche facevano capolino e, al sentir del flebileusignolo la melodia, si rallegrava il cuore, l'animamia.Io raccoglievo fiori e li mettevo tra i capellie sul petto, tornavo a casa che era quasi buio,la madre mi aspettava sulla porta prendendomifra le braccia mi baciava e sorridendo mi diceva:tu porti la primavera a casa.

Maria Teresa Marzano

Se fosse un romanzo probabilmente sarebbestato scritto da John Le Carré, l’ex agentesegreto dell'MI6 e uno dei più famosi scrittoridi romanzi di spionaggio al mondo. Ma forsequello che stiamo per raccontare non è unatrama di un romanzo dove la spia venne “sem-plicemente” dal freddo. Anche se può sem-brare un racconto di fantapolitica, si trattereb-be di un retroscena che potrebbe portare finoalla cronaca di oggi, ed esattamente alla mortedi ex agente dell'intelligence russa morto ucci-so dal gas nervino, che ha, in pratica compro-

messo i rapporti tra Gran Bretagna e Russia.Tra l’Europa del Patto Atlantico e l’ex Urss.Un Oceano in mezzo alla storia degli Imperidel passato e del presente che lottano per ildominio dell’economia globale. Al centrodell’Europa la Germania. Il territorio dovesono passati i destini di Imperi, attraversoscontri mondiali e distruzioni di massa e diassetti del mondo passati alla storia con tantinomi, uno su tutti quello di “Guerra Fredda”,dove, a farla da padrona si inserivano gli scon-tri fra le migliori intelligence e le loro “spie” eil loro controspionaggio.Imperi che nascono e finiscono sotto unaguerra a volte sotterranea, quella riservata die-

tro le porte delle stanze del potere.Il 1924 è una data che non dice niente. Unanno anonimo tra la fine della Prima GuerraMondiale e la Grande Depressione del 1929 el’avvento delle dittature che porteranno alsecondo grande conflitto mondiale chiuso conla spaventosa immagine dell’atomica.Ma è da quell’anno anonimo che prende il viauna storia vera che potrebbe far cambiare,oggi, le sorti di intere Nazioni e sconvolgerel’equilibrio mondiale.Chiuso il conflitto mondiale nel 1918 la

Germania è a pezzi. Dall’altra partedell’Oceano gli Stati Uniti diventano semprepiù la prima potenza mondiale, che in Europatrovano il contraltare nella Gran Bretagna,quella nazione che farà sempre la primamossa sullo scacchiere del risiko globale.L’euforia della Borsa porta gli investitori diWall Street ad investire in obbligazioni. LaGermania che rilanciare la propria ripresalancia una maxi operazione di acquisizione didollari attraverso obbligazioni sovrane. LaRepubblica di Weimar è al centro di una fortespeculazione. Molti credono nella ripresa. C’èchi acquista quelle obbligazioni. Ma dopo ilcrollo della Borsa il mondo cambia e in

Germania le svastiche di Adolf Hitler inizianoa guidare lo stato. Sembra che il Fuhrer abbiadirottato i dollari di quelle obbligazioni perriarmare la Germania. Fatto sta che per moltiquei “titoli” sembrano diventare carta stracciacon la guerra che si scatenerà e la disfatta del“Terzo Reich”.Sembrano. Dicevamo. Ma il futuro è strano.Quelle obbligazioni riemergono dal passato.Nel 2010 l’Associated Press svela i dettaglidella vicenda che mette sul piatto «un “botti-no” clamoroso, nell’ordine di grandezza delmiliardo di dollari». «I discendenti di un grup-po di investitori americani in possesso di obbli-gazioni sovrane della repubblica di Weimarvecchie di 86 anni ha intentato una causa con-tro il governo tedesco per ottenere il rimborsodei bond insolventi». E’ quanto scrive MatteoCavallito per “Il Fattoquotidiano” circa ottoanni fa.Quelle obbligazioni sovrane, secondo laGermania, sarebbero state prese dall’UnioneSovietica che li avrebbe rimesse in circolazio-ne sul mercato. In ogni caso per i tedeschi ildenaro deve essere restituito dagli Stati Uniti.Per gli americani, al contrario, sono i tedeschia dover pagare.Secondo Cavallito: «Il governo tedesco affer-ma di essere pronto a saldare le obbligazioniche non sono state rimesse illegalmente sulmercato dopo il ’45 – dopo una verifica com-plessa e, secondo gli americani, incapace diprodurre risultati – ma si rifiuta tuttora di ren-dere pubblica la lista dei bond sottratti da

Mosca a suo tempo. Gli americani, sulla falsa-riga di quanto già fatto in passato per i bonddella Cina pre maoista, minacciano di conge-lare gli assets tedeschi detenuti negli Usa finoa coprire la cifra del saldo totale».Sono passati otto anni da allora. Che cosa stasuccedendo? Qui la storia si complica. Mettiamo che per puro caso chi si trova adetenere, perché ereditate, una o più di quel-le obbligazioni sovrane di Weimar, non riescea farsi riconoscere il corrispettivo in dollari.Ecco che entra in gioco l’Impero Russo diVladimir Putin che avrebbe interesse a provo-care uno scossone finanziario di una portatatale che potrebbe mettere a rischio l’economi-ca americana, quindi quella mondiale. Come? Basterebbe che i russi si facciano carico delpagamento, anche parziale, ma la cifra sareb-be sempre a nove zeri, del/dei bond ed eccoche sul tavolo delle trattative entrano in gioconon più gli avvocati dei privati possessori deititoli ma le cancellerie e le diplomazie russecontro quelle dei Paesi occidentali.Chi trova quelle obbligazioni e li distruggepotrebbe ricevere un “premio” da Trump. Sipuò morire per molto meno nella guerra dellespie. La “scintilla inglese” è una prima mossanello scacchiere degli Imperi.Tutto questo, forse, è la trama del prossimoromanzo di John Le Carré o la sceneggiaturadel prossimo film di James Bond. Tanto perrestare “al servizio di Sua Maestà”.

Imperi: 1924 – 2018

Le navi dimenticate

Rredazionale

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www.larivieraonline.com Rrubriche

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Proviamo a immaginare la forma di governo possibile aseguito delle consultazioni del Presidente dellaRepubblica. I primi segnali di probabili e possibili scena-ri elettorali cominceranno a intravvedersi con il primo

atto ufficiale della nuova legislatura ovvero l’elezione dei Presidenti dellaCamera e del Senato. Già quelle potranno essere delle primissime cartinetornasole in vista del rituale che, dopo aver ricevuto la seconda e la terzacarica istituzionale dello Stato e i presidenti emeriti della Repubblica, pre-vede la processione al Quirinale delle delegazioni dei partiti usciti dalla tor-nata elettorale del 4 marzo. 1ª Ipotesi: Il CDX promuove una campagnaacquisti tra i parlamentari (il classico mercato delle vacche) - con i saltim-banchi Vespasiani, come De Gregorio – passato con disinvoltura dal PSIalla DC, all'Italia dei Valori, a Forza Italia -, Scilipoti, Razzi e via dicendo ein caso di buona riuscita propone al Presidente Mattarella, Salvini comePresidente del Consiglio. 2ª Ipotesi: Salvini rinuncia alla carica d Presidentedel Consiglio. CDX & CSX propongono un governo di Salute Pubblica. 3ªIpotesi: Il Movimento propone un governo di minoranza. I partiti tradizio-nali, furbescamente, accettano votando una fiducia tecnica, ricattando cosìdi volta in volta il Movimento sulle votazioni alle Camere e ingabbiando inquesto modo M5S in una sorta di limbo istituzionale, finendo, poi, con lostaccare la spina dopo un anno di legislatura, addossandone tutte leresponsabiltà agli stessi. 4ª ipotesi: Il M5S propone un governo politico eorganico con alcune forze politiche affinché se ne assumano oneri edonori. Elezioni subito? Non penso, considerando che alcune forze politi-che non sanno che pesci pigliare e sono atterriti dalla slavina dei loro votan-ti che hanno cambiato segno politico,oltre al fatto che molti non rinunce-rebbero al lauto stipendio di parlamentare. Caro Di Maio, in tutta onestàmi sono sentito colpito dall'acredine con cui ti ha apostrofato l’ex Cavaliere:come può l’Italia finire nelle mani di uno che «non si è mai laureato» e«non ha mai lavorato un giorno in vita sua»? Ad onor del vero sembra cheultimamente voglia aprire la porta non per cacciarti fuori ma per mettertidentro. (Cicero pro domo sua). È vero che non sei laureato; ma neancheSalvini, la Meloni e Gasparri. È vero che hai fatto lo steward al San Paolo"per vederti gratis le partite" (è vero che è più comodo vederle da presiden-te rossonero nel cuore e giallo nel portafogli) ma non hanno lavoratoanche la Meloni (consigliera provinciale da quando aveva 22 anni), Salvini(in politica da quando aveva 20 anni) e Gasparri (parlamentare dal 1992famoso per la legge sul riordino del sistema televisivo in ossequio, si dice,al padrone Berlusconi). Senza dimenticare che non erano laureati Croce,Quasimodo, Marconi e altri. Anche Steve Jobs non lo è. Nel 1984, tu avevi8 anni, arriva al Napoli Maradona, considerato il miglior n.10 di tutti itempi. Nella classifica figura al quarto posto Baggio, il Codino divino.Purtroppo, per lui e per noi, ai mondiali del 1994 sbaglia nella finale con-tro il Brasile il calcio di rigore ed è per questo che viene ricordato. Nel 2019si svolgeranno le elezioni per il Parlamento Europeo e, nel contempo, sca-drà il mandato di Draghi alla presidenza dellaBCE. Ecco, permettimi un consiglio. Non ti infi-lare in un cul de sac perché, credimi, per uscirneti ci vorrà, poi, un sac de cul.

Tonino Carneri

LO ZIBALDONE

CALABRESE PER CASO

Ipotesi di governo

xI BRIGANTI

Caos di ruoli genera mostri

Questo 2018 sta diventando davvero inso-stenibile: non passa settimana senza unanotizia che abbia come protagonista una

donna ammazzata brutalmente da un uomo, quasi sempremolto vicino a lei. Lo chiamano "femminicidio". C'è chi siindigna per l'uso sbagliato del termine, che in realtà non

esisterebbe e che bisognerebbe solamente definire "omici-dio". Già, perché se usiamo il termine femminicidio vor-rebbe dire avvantaggiare la donna in qualche modo, e

farla "salire su un piedistallo" che invece l'uomo, almeno inquesto caso, non ha. Non si riesce ad ammettere neancheche in questo caso ci sia bisogno di un termine appropria-to che sottolinei la volontà di vedere morta una determi-

nata donna, perché questa è diventata una lotta delmaschio contro la femmina. L'uomo in questione, però, hauna caratteristica: è un cocco di mamma e papà, è un pro-tetto, cresciuto sotto una campana di vetro e mai messo difronte a responsabilità che consentono di creare un carat-tere forte, in grado di sapersela cavare nella vita. Cosa sta

succedendo alle madri e ai padri, che non riescono adavere pugno fermo coi propri figli, i quali crescono ormai

delicati e fragili, pronti a rompersi alla prima scossa?Anche le donne vanno perdendo il loro ruolo, perché non

riconoscono più nell'uomo il ruolo di conquistatore, dipadre che riesce a sfamare una famiglia e che forgerà altriuomini degni di questo nome. Di chi è la colpa se tutto è

allo sbando, se tutto è in un grande calderone confusiona-rio, se in questo caos l'uomo ne esce più scottato e barcol-lante? La società non aiuta, anzi forse è proprio quella a

cui si devono imputare le colpe, perché è una società finta,che crea modelli finti, che illude e da' false speranze.

L'uomo più delle donne ne esce sconfitto, non sa più dovesbattere la testa. Non sa più chi è. Comunque sia, in que-sto caos, sempre una femmina sarà a pagarne le

conseguenze. Brigantessa Serena Iannopollo

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La Calabria e i suoi Messia

Non c’ è bisogno di leggere sullepagine di un giornale naziona-le o sui diversi rilanci onlineche ancora una volta unSalvatore è sbarcato inCalabria. E, altrettanto, noncredo che ci possa meraviglia-re che comitati di cittadini, siaprima che dopo il voto, si

affrettino a manifestare il loro pensiero dirivincita alla ricerca di chi, e in quale modo,possa loro o promettere qualcosa o affrancar-li da una condizione dichiarata di marginalità.Capisco che siamo sotto Pasqua e che, proba-bilmente, la Settimana Santa in termini di sal-vezza sia iniziata con un leggero anticipo,ovvero il 4 di marzo. Tuttavia, ciò che mi col-pisce è il come e con quale tempismo vi è chiha promesso redditi senza lavoro e chi, termi-nate le consultazioni, è ritornato sui passi delsuo Grand Tour per raccogliere il paradossodi vincere in terre contro le quali avevacostruito in passato il proprio successo politi-co. Insomma, se Pirandello fosse ancora tra dinoi avrebbe avuto molto da scrivere e, forse,qualche nuovo personaggio avrebbe di certotrovato spazio nella sua fantasia. MaPirandello o meno, tutto questo ha un solosignificato che a buona parte dei rispettabilis-simi, nobili e passionari neomeridionalistisembra sfuggire. E, cioè, il nostro modo diessere pronti a servire il liberatore di turno,meglio se forestiero. E, attenzione, ciò nonriguarda solo la gente comune, ma anche laclasse politica calabrese che sino a qualcheelezione fa, ma ancora oggi per non perdereuna sana abitudine, si era sempre fatta legitti-

mare alterum pro domo da quella romana.Oggi però, forse non ritenendo più affidabili ipolitici calabresi di ieri che mediavano comebuoni feudatari tra popolo e sovrano, il repolitico ha pensato bene di far da sé. E pocoimporta se costui sia giunto dalle lande delNord o sia un nuovo partenopeo cosmopolitapostborbonico stellato o un neoproletario diuna sinistra chic con il portafogli a destra. Ciòche importa per noi che pendiamo dalle lab-bra di chi ci conviene, è ancora una volta l’a-spettare cosa ci daranno, cosa faranno costo-ro per evitarci di prendere, e non ri-prendere,in mano il nostro destino. Perché alla fine, ciòche emerge dalle foto e dai discorsi arringatiper la circostanza, non è la vittoria di uno odell’altro, ma l’ennesima consapevolezza diessere passati da buoni vassalli del principe adiretti sudditi del re politico. Una condizionecomoda, che delega l’impegno, le idee, questeultime difficili da mettere in campo e ancorpiù difficili da difendere e realizzare. Di fron-te a tutto questo, le pagine e le foto dellemasse che “fannu rota” all’ uomo politicodella Provvidenza non dovrebbero meravi-gliare nessuno e per un motivo che non è dicolore politico, ma bensì culturale se si vuolee anche di carattere, purtroppo. Siamo anco-ra così! Aspettiamo da decenni la nostraPasqua, ma invece di confezionare il nostrouovo mettendoci dentro la sorpresa che vor-remmo, e lavorando per raggiungerla, aspet-tiamo con comoda apatia che ancora unavolta a celebrare la nostra possibile rivincitasull’inedia siano altri.

Giuseppe Romeo

Non ritenendopiù affidabili

i politicicalabresi di ieriche mediavano

come buonifeudatari tra

popolo esovrano, il re

politico hapensato bene

di far da sé. E poco importa

se costui siagiunto dalle

lande del NordCalabria

VITIS VINIFERA L.

Agli inizi degli anniottanta del 900, consta-

tai assieme a Bruno Casile di Cavalli diBova, che non c’è più dal 1996 e al defuntodirigente scolastico Paolo Dieni diMotticella, che era ritornato da Torino percurare con amore i suoi vecchi genitori, uni-tamente a sua sorella Orsolina, che la batta-glia per salvare le antiche varietà di granodel territorio era ormai persa, grazie all’im-pegno profuso dalla C.E.E., a favore di alcu-ne varietà di grano modificate, tra cui ilPatrizio, il Creso ecc., per cui dava il premiodi produzione.Mi dedicai allora al tentativo di salvare il piùalto numero possibile di varietà di viti delterritorio, cercando di esplorare i vignetimarginali ormai boccheggianti e poi collo-cando le stesse in uno spazio unico dovepotessero essere controllate e difese.Il percorso mi portò in tante aree della pro-vincia di Reggio ed ebbi la fortuna di cono-scere tanti meravigliosi custodi delle nostretradizioni viticole, che ormai non ci sono piùnella maggioranza dei casi.A Brancaleone cominciai a identificare levigne più importanti, secondo il mio puntodi vista e cominciai a visitare le ultime dueche erano rimaste, legate alla tradizione e diqueste cercai di salvare il numero più alto diaccessioni.La più a portata di mano fu quella di GianniTutino, che coltivava la vigna di famigliaimpiantata negli anni sessanta del novecen-to con l’utilizzazione solo di essenze del ter-ritorio, innestate nel campo su barbatellecon tralci raccolte nelle vigne più anticheche ora non esistono più.La vigna non era recintata ed era ubicatanella contrada Fischìa di Brancaleone, dovemi recavo spesso, avendo avuto l’autorizza-zione da Gianni stesso a farlo.Egli mi aveva guidato svariate volte permostrarmi le differenze tra le varietà ed ebbimodo di farmi un’idea delle accessioni pre-senti che cercai di recuperare anche se ebbisuccesso solo in parte, non riuscendo nell’in-tento di salvare tutta la raccolta ivi presente.Notai, studiando la vigna, che le accessionipresenti erano completamente diverse daquelle poi analizzate nell’altra vigna campio-ne di Brancaleone Superiore, appartenentealla famiglia di Lillo Zampaglione, con l’uni-ca accessione comune a tutte e due, costitui-ta dalla Bagnarota.Gianni mi aveva spiegato che le viti della suavigna erano state ricavate da altre antiche

prevalentemente presenti nell’area diFischìa, mentre Lillo Zampaglione affermòche la sua vigna era stata formata prevalen-temente con le viti della famiglia Canale, cheall’epoca era la più antica di BrancaleoneSuperiore e che era stata impiantata primadella seconda guerra mondiale o nell’imme-diato dopoguerra.La differenza tra le due vigne risultò notevo-lissima con accessioni differenti tra loro, inquanto nella vigna di Gianni risultavano pre-valenti le Tundarelle, sia bianche che nere,mentre nella vigna di Lillo Zampaglioneerano presenti in prevalenza i Nerelli.Dalle analisi del DNA, eseguite dal CentroSperimentale di Turi, da parte del ricercato-re dott. Angelo Caputo, le Tunderelle bian-che apparvero riconducibili alla Malvasia diCandia, mentre della vigna di BrancaleoneSuperiore di Lillo alcune risultarono dalprofilo molecolare unico.Zampaglione con determinazione e contanti sacrifici mantiene la vigna, mentre ilsuo campo aveva un valore in più in quantoera dotato di un antico palmento scavato neltufo, per giunta collocato in un vano coper-to trasformato in grotta. Agli inizi degli anni cinquanta del 900, iparenti di Lillo, possedendo un asino volleropreparargli un ricovero al chiuso e pensaro-no di ricavarlo, distruggendo le vasche checostituivano il palmento dentro una grottaartificiale e fu un vero peccato, in quanto,secondo la professoressa Alessandra Pecci,che insegna all’Università di Barcellona inSpagna , dalle vasche di vinificazione, se nonfossero state distrutte, sarebbe stato possibi-le ricavare i marcatori molecolari ancorapresenti e si sarebbe addirittura capito chetipo di uve nel passato erano state calcatenel palmento.Delle viti recuperate nella vigna di Gianni,interessò molto al dott. Caputo, la Ruggine,forse dal profilo molecolare unico, dalle cuiuve si potrebbe ricavare un buon rosato;essa produce dei bei grappoli tendenti alrosa e delle foglie, belle, grandi, pentalobatee fortemente pubescenti.Il problema è costituito però dal fatto che lavigna di Fischìa intanto è morta assiemeall’unica pianta di Ruggine che era presente,perché erano state piantumate in essa dellepiante di ulivo, mentre d’atro canto, nel miocampo di conservazione sopravvivono solotre viti di Ruggine di Brancaleone.Sono esse sufficientialla sopravvivenza diessa?Orlando Sculli

GIUDIZIARIA

CONVERSANDO Narcotraffico eintercettazioni

È di questi giorni la notizia che una donna abbia ottenu-to, dopo nove anni (leggasi: nove) il titolo di “Architetta”dall’Ordine degli Architetti. La cosa ha suscitato scalpo-

re perché - ovviamente - l’italico maschio si sente affluire il sangue all’unicoorgano “pensante” del suo corpo, dito tra le cosce, al suono di una qualsia-

si parola che finisce in “terra”. Le donne conformate, quelle con la sindrome della kapò o quelle inforna-te come biscottini industriali dal sistema culturale che le vuole sottoposte efelicemente sottoposte, si ribellano per vari motivi, uno dei quali, ampia-mente condiviso dall’organo pensante maschile, è la frase “non si può sen-

tire, è cacofonico, suona male” ecc, declinato nella variabile scala di stupi-dità che accompagna queste cose. Bene, se così fosse la storia avrebbe dovu-to bocciare chi scrisse “sao ko kelle terre” o Mozart, che scrisse alcune operein tedesco e non in Italiano. E lo stesso italiano non si dovrebbe parlare, poi-ché dovremmo parlare tutti latino antico, anzi, meglio, greco antico, o forseancora assiro-babilonese o la lingua gutturale delle popolazioni preistoriche. Dal sito Treccani (Treccani, ripeto, Treccani): “Può essere utile, in un pano-rama così mosso e in evoluzione, riprendere in sintesi le indicazioni sugge-rite da Cecilia Robustelli per la formazione dei termini relativi a professio-ni e cariche istituzionali (in Dizionario del 2012, di G. Adamo e V. DellaValle, in Treccani. Il libro dell'anno 2012, pp. 266-69, p. 269): - Le parole terminanti in -o, -aio/-ario mutano in -a, -aia/-aria: architetta,avvocata, chirurga, commissaria, ministra, prefetta, primaria, sindaca- Le parole terminanti in -sore mutano in -sora: assessora, difensora, eva-sora, revisora

- Le parole terminanti in -iere mutano in -iera: consigliera, portiera, infer-miera- Le parole terminanti in -tore mutano in -trice: ambasciatrice, ammini-stratrice, direttrice, ispettrice, redattrice, senatrice- Le parole terminanti in -e/-a non mutano, ma chiedono l'anteposizionedell'articolo femminile: la custode, la giudice, la parlamentare, la presiden-te- Come sopra per i composti con il prefisso capo-: la capofamiglia, la capo-servizio- Le forme in -essa e altre forme di uso comune vengono conservate: dot-toressa, professoressa”. Speriamo che sia chiaro e che queste regolette, intuitive per chi ha logicagrammaticale e qualche libro l’ha aperto in vita sua, vengano appli-cate almeno nei testi scritti, specie sui giornali. Vera Donovan passa e chiude per questa settimana.

Una recente sentenza dellaCorte di Cassazione intervie-ne su una decisione dei giudi-

ci dell’appello di Reggio Calabria che, inprecedenza, avevano sancito la sussistenzadi una associazione dedita al narcotrafficooperante tra la Locride e il Centro – NordItalia.Per la Sesta sezione penale la sentenzaimpugnata : «ha fatto buon governo del qua-dro di principii da questa Suprema Cortestabiliti (da ultimo, v. Sez. 2, n. 19712 del06/02/2015, Alota, Rv. 263544), secondo cuila prova dei reati di traffico e di detenzionea fini di spaccio di sostanze stupefacenti puòessere desunta non soltanto dal sequestro odal rinvenimento delle sostanze, ma ancheda elementi ricavati da altre fonti probato-rie, come avvenuto nel caso di specie, conl'argomentato e specifico vaglio delibativodel contenuto delle intercettazioni puntual-mente riportate in motivazione».Ed ancora i giudici romani ritengono che:«ai fini dell'identificazione degli interlocuto-ri coinvolti nelle conversazioni intercettate,il Giudice non è tenuto necessariamente adisporre una perizia fonica, ma ben può uti-lizzare le dichiarazioni rese dagli ufficiali eagenti di polizia giudiziaria che abbianoasserito di aver riconosciuto le voci di taluniimputati, così come qualsiasi altra circostan-

za o elemento idoneo a suffragare tale rico-noscimento, incombendo sulla parte che locontesti l'onere di allegare oggettivi elemen-ti sintomatici di segno contrario (Sez. 6, n.13085 del 03/10/2013, deo. 2014, Amato, Rv.259478)».In linea con tale insegnamento, e avutoriguardo alla forma abbreviata del rito pre-scelto dagli imputati: «la Corte distrettualeha ampiamente dato conto del riconosci-mento vocale effettuato dagli operanti edegli accertamenti circa la verifica dell'inte-stazione delle utenze coinvolte, nonché degliulteriori criteri utilizzati dagli organi investi-gativi per risalire con certezza all'identitàdegli interlocutori dei colloqui oggetto dicaptazione, e ciò ha fatto con valutazionilogicamente coerenti ed esaustivamenteargomentate, come tali immuni dai vizi logi-co-giuridici oggetto del sindacato di legitti-mità in questa Sede propriamente esperibi-le».Le ragioni giustificative della responsabilitàpenale venivano desunti : « fra l'altro, dallaspecifica divisione di ruoli e mansioni, daltenore dei continui contatti telefonici fra gliimputati, dalla loro costante frequentazione,dalla circolarità delle informazioni, nonchédalla reiterazione delle attività criminose edal ripetitivo modus operandi nella loro rea-lizzazione».Del resto la Cassazione censura le difeseladdove : «poiché la Corte distrettuale haampiamente dato conto, alla luce delle uni-voche risultanze probatorie offerte dalleattività di intercettazione e dai servizi disupporto investigativo, oltre che dai ripetutisequestri di cocaina avvenuti all'esito dell'a-scolto delle relative conversazioni, degli ele-menti costitutivi e delle specifiche modalitàoperative di una articolata struttura organiz-zativa dedita al narcotraffico ed essenzial-mente attiva, attraverso efficaci e plurimicanali di rifornimento e smistamento, tra laCalabria, l'Emilia- Romagna ed ilVeneto».

Della manifestazione checelebra il suo MoscatoPassito non si è svelato mai

abbastanza, sia per gli insoliti pae-saggi che la compongono, sia per igrandi cambiamenti in rapida asce-sa qualitativa nel comparto enoico.Un'occasione per prendere mag-giore coscienza di quanto detto èstato sicuramente partecipareall’appuntamento, inserito nel pro-gramma ufficiale del SaracenaWine Festival sabato 24 marzo alleore 17.30 all’Auditorium OrtiMastromarchi, animato da LucianoPignataro giornalista de “IlMattino” e direttore del blog“Lucianopignataro.it”. Intenditoredei vini del Sud, acuto osservatoredella realtà meridionale vitivinico-la, ha coordinato l’incontro su “Ilvino calabrese, la grande nicchia ",spazio di confronto con produttorie istituzioni regionali. Guidati daLuciano Pignataro i protagonisti,Luigi Viola, presidentedell’Associazione produttoriMoscato di Saracena, NandoMaisano, presidente della rete diproduttori delle Vigne del Greco diBianco, Cataldo Calabretta, porta-voce della Federazione vignaioliindipendenti italiani per laCalabria, Demetrio Stancati, presi-dente del consorzio Vini Terre diCosenza, Raffaele Librandi, presi-dente del consorzio vini Cirò eMelissa, Gennaro Convertini, pre-sidente dell’Enoteca regionaleCasa dei vini di Calabria, sono statiinvitati a tracciare la mappa dell’e-sistente e lo scenario futuro di unsettore in fermento. Ancorata tut-tavia ai consolidati portabandieraGaglioppo e Magliocco, che sisono distinti nella produzione daSud a Nord della regione, laCalabria sta riportando alla luce un

più grande patri-monio viticolo. Isuoi antichivitigni autocto-ni, sopiti maiestinti, sonostati riesuma-ti da saggescelte pro-duttiveattente allatradizione,rispettose del

territorio edell'ambiente

attraverso frescheidee sul modo di fareimpresa delle nuove levee un rinnovamento nel-l’approccio al marketinge alla comunicazione.

Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATIRuggine di Brancaleone

VERA DONOVAN SAYS

“Il vino calabrese,la grandenicchia” al SaracenaWine Festival

Il leitmotiv dell’opera è l’uomo,l’umanità nel mondo d’oggi,che ha perso la strada ed èancora vittima dei poteri sta-tuali e occulti dei sistemisociali, delle tradizioni dipopoli in via di sviluppo, maanche della cultura dellesocietà industriali. e accantoall’accorato appello per la giu-stizia, la pace e la libertà vi è ilracconto della genesi dellepatologie sociali.

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“La 'ndrangheta, un “manto dellaMisericordia” per nasconderel’altra metà della luna

ILARIO AMMENDOLIA

Bruno Caccia era il procuratore della Repubblica di Torinoquando la sera del 26 giugno del 1983, mentre portava a passeg-gio il cane, fu ucciso. Una volta a terra, i sicari si accanirono spa-rando non uno ma ben tre colpi di grazia. Erano tempi i cui loStato era impegnato contro le Brigate Rosse. La criminalitàorganizzata aveva buoni rapporti con parti importanti delloStato. “Riina” comandava a Palermo, “Cutolo” contava aNapoli, la ndrangheta, molto impegnata nei sequestri di perso-na, operava quasi indisturbata.Così fu un gioco da ragazzi indirizzare le indagini prima verso leBR e, successivamente, verso i gruppi neofascisti.Alla fine si scoprì che fu un delitto di ndrangheta!Oggi ci sono strade, biblioteche ed edifici pubblici che portano -molto opportunamente - il nome di “Bruno Caccia vittima dellandrangheta”.“Libera” lo celebra annualmente tra le vittime per mano ndran-ghetista. Resta una domanda: perché la ndrangheta avrebbedovuto uccidere il capo della procura della Repubblica diTorino?Nell’ultimo lavoro di Paolo Mieli “Caos italiano” viene suggeri-ta una chiave di lettura molto credibile citando il libro di PaolaBellone “Tutti i nemici del procuratore”, ed è questo un caso incui la Storia arriva prima della Giustizia. Secondo l’autrice,Bruno Caccia era visto da molti magistrati collusi come un serioostacolo alla rete di protezione di cui la ndrangheta godevaanche e soprattutto nella magistratura. Secondo i pentiti era“uno con cui non si poteva parlare”. Fu questo il motivo per cuisi decise di toglierlo di mezzo.Se così fosse, avremmo il dovere di chiamare le cose con il loronome.Il sicario fu sicuramente un uomo di ndrangheta ma gli ispirato-ri del delitto andrebbero ricercati nella magistratura.In verità anche allora, molti rapporti “ndrangheta-magistrati”furono accertati ma nei confronti di responsabili, gli inquirentifurono estremamente “indulgenti” quasi che si temesse di mac-chiare il buon nome della magistratura qualora fosse venuta agalla la verità.Sono passati tanti anni, che senso ha parlare di questa vicenda?I protagonisti sono morti oppure sono molto avanti negli anni enon è la verità sul “caso Caccia” che mi può interessare quantomettere in evidenza come la ndrangheta, molto spesso, vengautilizzata come un “manto della Misericordia” per nasconderel’altra metà della luna.Oggi come allora si tende a stendere una rete di protezioneverso la penetrazione mafiosa tra gli “uomini delle Istituzioni”quasi che i fulmini debbano colpire solo le piante di basilicorisparmiando le “querce” Solo per esempio, ci sarebbe da riflettere sulle parole del PMZucca a proposito dei responsabili delle torture nella caserma diBolzaneto e nella scuola Diaz: “… fatte le debite proporzioninoi chiediamo all’Egitto di consegnare dei torturatori quando lacorte europea dei diritti dell’Uomo, riconosce che non siamo

riusciti a identificare alcun torturatore, cioè le nostre forze dipolizia non ci hanno consegnato alcun torturatore e i torturato-ri, si può dire, sono ai vertici delle forze di polizia...”E se questo pm avesse ragione?Ma, e per ritornare al tema, quanti “casi Caccia” ci sono stati eci sono in Italia?Quante volte gli ndranghestisti si sono incaricati di minacciare,intimidire, uccidere per proteggere coloro destinati a restare“coperti”?È una domanda che resterà senza risposta.La ndrangheta non è delinquenza comune. La mafia, la camor-ra o la ndrangheta per essere tali hanno bisogno di stabilirebuoni rapporti con le “classi dirigenti” di cui sono parte.Stabiliscono contatti con i politici disponibili e ciò è risaputo maciò non può assolutamente bastare perché tutte le mafie hannobisogno di avere giuste entrature nella “forze dell’ordine”, nellaburocrazia, nella magistratura.Il “caso Caccia” , per come viene fuori dalle pagine di PaoloMieli, dimostra in maniera inconfutabile che mentre la “politi-ca” viene - giustamente - sputtanata appena ci sono gli indizi, glialtri “livelli” di protezione e collusione restano quasi sempreimpuniti.A Torino ma anche e di più a Locri e a Reggio o a Palmi. E inognuno di questi tribunali ci sarebbe qualche caso da indicare asostegno della nostra tesi.Rimane incompleta la targa “Bruno Caccia vittima della ndran-gheta”, bisognerebbe aggiungere “su ordine di mandanti rima-sti sconosciuti perché potenti”.Ma una “targa” così concepita non la vedremo mai fino a quan-do la filosofia mafiosa sarà egemone nelle classi dirigenti e il“partito” dei poteri che contano sarà molto più forte della verità!

oggi comeallora si tende

a stendere una rete

di protezioneverso la

penetrazionemafiosa tra gli“uomini delle

Istituzioni”quasi che

i fulminidebbano

colpire solo le piante

di basilicorisparmiando

le “querce”

Le veRItànAsCoste

Bruno Caccia è annualmente celebrato tra le vittime per mano ndranghetista. Il sicario fu sicuramente

un uomo di ndrangheta ma gli ispiratori del delittoandrebbero ricercati nella magistratura.

R25 MARZO- 16 Attualitàwww.larivieraonline.com

www.larivieraonline.com Rcultura

25 M

ARZO

- 18

Come ogni anno Parigi chiude inbellezza il frenetico ed entusia-smante fashion month. Dopo NewYork, Londra e Milano, dal 26 feb-braio al 6 marzo, la Fashion Week

ha fatto tappa nella capitale più chic delmondo con un ricco programma di sfilateed eventi. Anche quest'anno alla VilleLumière sono accorsi giornalisti, modelle,buyers e blogger per assistere a show edeventi organizzati dalle più grandi maisondi moda. E in quella girandola di nomicelebri, di brand lussuosi ed estrosi, mai-son-simboli come Dior, Chanel, LouisVuitton, Saint Laurent, Valentino, MiuMiu, c'era anche un pezzettino di Siderno.Sono partite insieme Milena Trapasso eImmacolata Giorgini. Per Milena è laseconda volta, quattro anni fa ci era anda-ta solo con la sorella Sonia. Questa voltaha voluto coinvolgere anche un'amica:"Credo che Immacolata sia una dellepoche, nel nostro territorio, ad avere tuttele carte in regola per essere definita un'im-

prenditrice a 360° - dichiara Milena. - AllaFashion Week di Parigi non puoi andarcicon chiunque ma solo con chi ha alle spal-le un'esperienza forte e consolidata". "Iosono salita a bordo senza farmelo ripeteredue volte - le fa eco Immacolata - ed èstata la decisione impulsiva più entusia-smante della mia vita". Grazie a Immacolata Giorgini alla FashionWeek di Parigi è approdato il salame cala-brese! "Tante modelle delle case di modapiù rinomate si sono fermate ad assaggiareil nostro anello con incastonata una succu-lenta fetta di salame. Tra queste PatriciaGloria Contreras e Meggy Pyaneeandee,Miss Ile-de-France. Quest'ultima mi hachiesto persino una scatolina con l'anelloda portare al fidanzato!". Anche l'elegantescatolina contenente il gustoso anello èmade in Siderno: è stata, infatti, realizzatadall'estro e dalle capacità artistiche dellaPigreco Communication, insieme al mate-riale informativo con cui è stata allestital'esposizione di Immacolata.

All'appuntamentopiù glamour pergli appassionati

della moda,Milena e

Immacolata, dueimprenditrici

sidernesi hannoconquistato

modelle,giornalisti,

buyers e fashionblogger di tutto il

mondo congioielli estrosi

Da Siderno alla Fashion Week

di Parigi: “L’unione fa la forza”

Ai David di DonatelloJonas Carpignano stupiscecon “A Ciambra”

Durante la cerimonia di consegna degli“Oscar italiani”, trasmessa in diretta su Rai 1mercoledì in prima serata, la pellicola del gio-vane regista italo-americano JonasCarpignano, “A Ciambra”, che racconta unastoria ambientata presso la comunità romstanziale di Gioia Tauro, si è aggiudicata bendue David. Si tratta di quelli dedicati alla

miglior regia, consegnato allo stessoCarpignano e per il miglior montaggio, anda-to ad Alfonso Goncalves. Ad aggiudicarsi ilpremio più ambito, quello per il miglior film,“Ammore e Malavita”, che conquista anche lestatuette per la miglior attrice non protagoni-sta andato a un’inedita Claudia Gerini napo-letana, per la musica, i costumi e la migliorcanzone originale. Bene anche il biopic diSusanna Nicchiarelli su la cantante e modellaChrista Päffgen “Nico, 1988”, premiato per lasceneggiatura originale, per il miglior trucco,per le migliori acconciature e per il suono.“Napoli velata” di Ferzan Ozpetek, si aggiudi-ca scenografia e fotografia, e due statuettesono andate anche al napoletanissimo car-toon “Gatta Cenerentola” a cui va il premio alproduttore e agli effetti speciali. Miglior attri-ce protagonista Jasmine Trinca per"Fortunata" di Sergio Castellitto, mentremiglior attore protagonista è RenatoCarpentieri per "La tenerezza" di GianniAmelio. Delusione invece per il coraggioso"The Place" di Paolo Genovese, che non tra-duce in premio nessuna delle otto candidatu-re.

Venerdì prossimo unagiornata dedicata ai nostrilegumi e alle nostre birreVenerdì 30 marzo, presso l’Agriturismo Fassi di Guardavalle Marina, si svol-gerà il Progetto Legumical, che dedicherà un’intera giornata alla conoscenzae alla degustazione dei legumi del nostro territorio. In seguito al programmadella mattinata, riservato ai soci del progetto e incentrato sulla una lezionerelativa al riconoscimento delle antiche leguminose da granella calabresi, ilprogramma aperto al pubblico inizierà alle ore 17 con una relazione diGiovanni Gatti relativa alla cooperazione tra piccoli operatori per organizza-re i processi di lavoro comune e condividere impianti e risorse al fine diimplementare il turismo rurale. Dopo il successivo workshop, alle ore 20 èprevista una cena a base di legumi e birre artigianali della Locride al costo di15 € a persona. I birrifici ospiti saranno Beer Firm di Locri, Limen di Sidernoe J4 di Caulonia.

Continua il successo del “Festivaldella Cultura Cinematografica”che si pone come obiettivo la

riscoperta di Francesco Misiano.Il programma, iniziato lo scorsovenerdì presso la biblioteca

“R.Scordo” di Ardore Marina, ter-minerà questo pomeriggio, dome-nica 25 marzo, alle ore 16:00, ora-rio in cui è prevista la proiezionee la cerimonia di premiazione deicorti primi classificati e la conse-gna dei riconoscimenti a tutti i

registi partecipanti.

Domani mattina, lunedì 26 marzo,alle ore 10:30, presso la Sala orodella Cittadella Regionale, sita in

Viale Europa, LocalitàGermaneto, Catanzaro, si svol-gerà la presentazione dell’ultimolibro di Gioacchino Criaco, “LaMaligredi”, edito dalla casa edi-trice Feltrinelli. Paride Leporace,Aldo Varano e Filippo Veltri inta-voleranno con l’autore un dialogoin seguito al quale sarà proiettatoil filmato storico “Le gelsominaie

della Locride”.

Martedì 27 marzo, alle ore 18:00,presso la Biblioteca Comunale“A. La Torre”, sita in via Reggio1, a Siderno, si svolgerà la pre-sentazione del libro di FrancescoBevilacqua “Lettere meridiane -Cento libri per conoscere la cala-bria”, edito dalla casa editrice

Rubbettino. Dopo i saluti del sin-daco di Siderno Pietro Fuda e del

Presidente ALB CosimoPellegrino, Maria Teresa

D’Agostino intavolerà un dialogocon l’autore.

La direzione di Confindustriainvita gli associati a partecipareall'incontro che si terrà il 27marzo, alle ore 10:30, presso lasede del GAL Terre Locridee -

Palazzo della Cultura, via Trieste- Locri, per discutere insieme alPresidente Nucera le opportunitàofferte dai Contratti di Sviluppo,che rappresentano il principalestrumento agevolativo dedicatoal sostegno di programmi di inve-stimento produttivi, strategici ed

innovativi.

“EVENTI

In settimana il convegno del Club di Roccella Jonica che, presso la Casa della Cultura diCaulonia, ha illustrato, attraverso l’intervento degli esperti, come la conoscenza delle nostrebellezze artistiche possa permetterci di valorizzare al meglio il nostro territorio.

Milena ha, invece, proposto la sua linea digioielli "Milena e Sonia Trapasso", alta gioiel-leria e gioielli fashion prodotti insieme allasorella. "A conquistare tutti sono stati i gioiel-li della linea realizzata con il filo di ginestra.Chiunque si fermava a indossarli e a fotogra-farli". Tanti i giornalisti che si sono avvicinati incu-riositi da queste esposizioni stravaganti einnovative nella meravigliosa PlaceVendome, proprio accanto a le Jardin DesTuileries, l'oasi di pace in cui ci si rifugia trauna sfilata e l'altra. "La stampa mondiale èpassata da noi: Vogue America, Vogue

Arabia, Vogue Giappone, Marie Claire,Vanity Fair, Glamour, Grazia, Elle, Tatler, IlSole 24 Ore... Non abbiamo avuto un attimodi tregua" - ci racconta raggiante Milena. Difronte a lei Immacolata, con lo sguardo assor-to e l'aria un po' nostalgica scacciata subitovia dall'ansia di annunciarci il loro progetto:"Abbiamo un sogno, un sogno di una notte dimezza estate: portare un assaggio di FashionWeek nella Locride. Abbiamo preso diversicontatti e contiamo di realizzare un grandeevento nel nostro territorio". La locationdovrà essere un luogo in cui si respira l'arte ela storia. Noi abbiamo supposto come scena-

rio il borgo di Gerace o il castello di Roccellama Milena e Immacolata non vogliono antici-parci nulla. Ci dicono solo: "Immaginiamo ungrande evento, lo realizzeremo insieme, per-chè se c'è una cosa che la Fashion Week diParigi ci ha insegnato è che da soli non si vada nessuna parte: l'unione fa la forza!". Noi,da parte nostra, non possiamo che essere fieridi due donne così vulcaniche e intraprenden-ti e, rapiti dalla brezza parigina che ha invasola redazione, accogliamo così il loro progetto:Ohlalà, c'est une idée très jolie!

mgc

I Lions promuovono a Cauloniala conoscenza oltre l’apparenzaPresso la Casa della Cultura di Cauloniasi è tenuta una partecipata e interessan-te manifestazione culturale promossadai Lions Club di Roccella Jonica, contematica “La conoscenza oltre l’appa-renza: quando e come la Cultura diven-ta volano di sviluppo Turistico”, avente lafinalità di evidenziare come attraverso laconoscenza dei monumenti e del patri-monio artistico si possa valorizzare il ter-ritorio della Riviera dei Gelsomini, riccodi storia e dalla cultura millenaria. IlPresidente del Lions Club di RoccellaJonica, Orazio Violante, che ha intrapre-so un progetto che vede il Club attivo nelportare avanti e valorizzare le peculiaritàdel nostro territorio come obiettivo diriscatto sociale, culturale, occupazionalee turistico, ha introdotto l’argomento delconvegno con una relazione che hamesso in evidenza che le opere d’artepossono celare dei simboli o dei codicicon i quali l’artista vuole celare dei mes-saggi evidenziando ciò con la visione diun filmato laddove emerge che, alcuniricercatori nell’analizzare la Verginedelle Rocce di Leonardo da Vinci,hanno individuato un messaggio simbo-lico nascosto. Il presidente del LionsRoccella precisa che, i relatori che inter-verranno metteranno in evidenza cheanche sul nostro territorio sono presentidelle opere d’arte che celano messagginascosti e nello specifico si analizzeran-no gli aspetti simbolici del Monumentofunebre dei Carafa che si trova presso lachiesa Matrice di Caulonia, dellaCattolica di Stilo e di alcuni monumentidel borgo di Gerace.Sono dunque intervenuti ArmandoRossi, presidente del CO.RE, che ha sot-tolineato che la Calabria fu sempre, eprobabilmente sempre sarà, luogo disperimentazione sociale, artistica e cul-turale, l’architetto Marfia, che si è soffer-mato sul simbolismo urbanistico dellacittà di Gerace che, nella sua forma pla-nimetrica simboleggia la Gerusalemme,e sulla cappella dell’Odigitria che nelle

sue forme può rappresentare il tempio diGerusalemme e la focalizzazzione dalpunto di vista turistico dell’amministrato-re delegato del Porto delle GrazieGiorgio Sotira, che ha sostenuto come la“risorsa porto” possa rappresentare unattrattore e una porta simbolica sul terri-torio della Riviera dei Gelsomini.Ha concluso il convegno l’assessore allacultura del Comune di CauloniaDomenico Campisi, che nel plaudire lanotevole iniziativa del Lions Club diRoccella Jonica ha precisato che lo svi-luppo e la conoscenza del territorio sonoindissolubilmente uniti e non perseguibi-li singolarmente.

Grazie a Immacolata Giorgini alla Fashion Week di Parigi èapprodato il salame calabrese! Tante modelle delle piùgrandi maison di moda si sono fermate ad assaggiare

l’ anello con incastonata una succulenta fetta di salame

Meridione, una questione sempre apertaStudiosi e

intellettualiinterverrannonell’ambito

dellarassegna

organizzatadall’Amminis

trazioneComunale.

Il Comune di Siderno organizza una rassegna dal tema “Meridione: una questionesempre aperta” per dibattere con studiosi e intellettuali del Sud e delle sue problema-tiche mai risolte: dal ritardo nello sviluppo alla criminalità organizzata, dalla perennesospensione tra spinta imprenditoriale e limiti che ne soffocano il successo. Gli incon-tri, in collaborazione con l’associazione culturale “Amici del Libro e della Biblioteca”,Libreria “Calliope” Mondadori e Libreria “Mag”, vedrà i seguenti appuntamenti:martedì 27 marzo, ore 18, Biblioteca comunale “La Torre”, Francesco Bevilacqua pre-senta “Lettere Meridiane” (Rubbettino). Giovedì 12 aprile, ore 18, sempre alla biblio-teca comunale, Pantaleone Sergi presenta “Liberandisdòmini” (Pellegrini); venerdì20 aprile, ore 18, Hotel President, Isaia Sales presenta “Storia dell’Italia Mafiosa.Perché le mafie hanno avuto successo” (Rubbettino) e “Le mafie nell’economia glo-bale. Fra la legge dello Stato e le leggi di mercato” (Guida). Infine il 28 aprile, allabiblioteca comunale, ore 18, Simone Oggionni presenta “Le parole rubate”.Seguiranno altri appuntamenti nel mese di maggio.

“ANGOLO FOODLA RICETTA:

VELLUTATE DI CAROTE ALLAPAPRIKAIngredienti per 4 persone: 600 g dicarote, 200 g di patate, 1l di brodovegetale, 30 g di burro, una punta dipaprika dolce, 1 limone, formaggiograttugiato, sale, pane scuro.

Portate a bollore il brodo vegetale (prepara-to con carote, sedano e cipolla) e versatevi lecarote grattugiate, le patate tagliate a cubet-ti, la paprika, il sale. Cuocete per mezz’ora,poi frullate utilizzando un frullatore a immer-sione. Unite il burro, il succo del limone filtra-to. Cospargete le fette di pane scuro di for-maggio grattugiato e ricopritele con la mine-stra di carote. Servite la vellutata di carotealla paprika completando con un filo di olioextravergine a crudo.

IL DOLCE:TORTA DI BISCOTTI

Ingredienti per una tortiera da 20cm di diametro: 400 gr di frollini,180 ml di acqua tiepida, 120 gr dizucchero, 100 gr di burro, 50 gr dicacao amaro in polvere, 40 gr dinoci.

Sminuzzate i gherigli di noci con un coltelloe i biscotti con le mani, mescolate lo zucche-ro con il cacao e aggiungete l’acqua tiepidain più riprese. Mescolate per amalgamare iltutto. Aggiungete il burro sciolto e il ciocco-lato ai biscotti continuando a mescolare.Foderate il fondo dello stampo (con apertu-ra a cerniera) e versate il composto, livellan-do la superficie con un cucchiaio. Copritecon pellicola e riponete in frigorifero peralmeno 4-5 ore. Spolverizzate con zuccheroa velo.Amalgamate delicatamente gli ingre-dienti. Servite la vostra mousse oreo nellecoppette decorando con un biscotto insuperficie.

Direttore responsabile:MARIA GIOVANNA COGLIANDRODirettore editoriale:ILARIO AMMENDOLIACOLLABORATORI:

Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Franco Parrello, Tonino Carneri,Mario Nirta, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Nino Sigilli,

Tonino Carneri, Sonia Cogliandro

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

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Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventiviaccordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite.FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati,non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyrightdiritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessionipersonali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048Siderno

R25 MARZO- 21

“MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Tutto ha inizio da una mattonella in un appartamento inaffitto su cui c’era scritto “Casa Surace”. Non riuscendo astaccarla, un gruppo di amici e coinquilini decide che quel-lo sarebbe diventato il loro marchio di fabbrica. Nasce cosìCasa Surace, divenuta oggi una social community con duemilioni di fan sul web. A Casa Surace trionfano i valori delSud, la vita dei piccoli paesi, il mangiare sano e... abbondan-te! Perchè non c’è magia più bella di una nonna che friggedalle quattro del mattino!Nei loro video, i ragazzi di Casa Surace hanno rivisitato iclassici Disney e i film di Hollywood in chiave meridionale,e così la scarpetta di Cenerentola diventa la scarpetta che sifa al Sud, quella col sugo, la Bestia quando si trasforma inun principe diventa un perfettino del Nord, in Shining alposto di Jack Nicholson c’è la mamma a sfondare la portaper far cambiare aria alla stanza, l’inferno scatenato da “IlGaldiatore” scatta al buffet di matrimonio e il musical “LaLa Land” finisce sulla Salerno-Reggio Calabria. Dissacrantie indomabili, i ragazzi di Casa Surace sono un’autenticaforza della natura, in continua espansione.A chi appartiene casa Surace? Chi è oggi il signor Surace?Casa Surace è un po’ come la casa della nonna. Ha la chia-ve davanti la porta e può entrare chiunque, ma l’importan-

te è che ti pigli ‘na caramella!Quando avete iniziato esattamente cosa volevate fare?Quando abbiamo iniziato volevamo fare esattamente quel-lo che siamo ora. Usciamo video e ci divertiamo. La vostra notorietà è cresciuta dopo aver lanciato “Il paccoda giù”, l’unica cosa in grado di unire Nord e Sud. Cosa c’èdentro?Dentro al pacco da giù sono racchiusi tutti i sentimenti delSud. La nostalgia di una mamma che per mesi non vede ilproprio figlio, il desiderio della famiglia di far sentire il pro-prio affetto attraverso le conserve e i taralli da giù, l’occasio-ne per il nonno di far assaggiare ai nipoti il vino e l’olionuovo e la possibilità per la nonna di farci risparmire 5 europer comprare un gelato.Sempre a prendere di mira il nord e il sud, ma il centro? Quando il centro prenderà una posizione parleremo anchedi loro. Nel tour estivo abbiamo già dimostrato che il Moliseesiste!Siete riusciti a coinvolgere nei vostri video la nonna di unodi voi. Come l’avete convinta?Nonna Rosetta rappresenta la nonna di tutti. In realtà nonl’abbiamo convinta perchè ancora non ha capito che quelloche facciamo sono video. Per lei è tutto reale! Trovare lavoro al nord per una mamma del Sud è una tra-gedia. E avere figli che fanno video da lanciare in rete e chenon vogliono essere definiti youtuber?Per una mamma del sud non è importante che lavoro fai mase... HAI MANGIATO?Un buon seguito sul web permette di pagare l’affitto?Riusciamo a pagare l’affitto e il fine settimana non dobbia-mo chiedere i soldi a mamma e papà per uscire con gli amicio la fidanzata.Quando pensate di iniziare a lavorare?Speriamo mai. La verità è che, per adesso, ci divertiamo tan-tissimo e non ci viene da definire lavoro quello che faccia-mo. Ogni mattina ci alziamo con il sorriso e con la voglia didare il massimo. Siamo una bella squadra e dietro ognivideo c’è un impegno quotidiano e intenso.Come risolverebbe Casa Surace il problema lavoro inItalia? Trasformate in lavoro i vostri sogni e non abbiate paura difallire. Se ci siamo riusciti noi, ci può riuscire chiunque!Avete intenzione di uscire dal mondo della rete?Sicuramente sarà uno degli obiettivi futuri, però nonna giàci ha avvertiti: se uscite dalla rete mettetevi la maglia dellasalute!

"Casa Surace èun po' come la

casa della nonna.Ha la chiave

davanti la porta epuò entrare

chiunque, mal'importante è che

ti pigli 'nacaramella!"

www.larivieraonline.com arte&co

Casa Surace è una social communitynata nel 2015 grazie a un gruppo

di amici e coinquilini che, con esilaranti sketch sugli stereotipidel Nord e del Sud, ha conquistato

due milioni di fan sul web.

"Come combattere la disoccupazione al Sud?Trasformate in lavoro i vostri sogni"

Casa Surace:IL COCKTAIL:TOP CORNIngredienti 40 ml Martini bitter1972, 20 ml Martini RubinoRiserva, 10 ml liquore espressoGalliano, 5ml Laphroig 10 yo, 5mlsciroppo di pop corn.

Mettere tutti gli ingredienti in unmixin glass di vetro, mescolarebene per 30 secondi per ottenereuna diluizione del 20% circa.Versare in una coppa edecorare con delle cara-melle al caffè edei marshmal-low. Servire condei pop cornaromatizzati alcaffè.

www.larivieraonline.com Rthe blob

25 M

ARZO

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Poesia musicale paesaggisticaMimmo Cavallaro e Pietro Cirillo, delleOfficine Popolari Lucane, dopo la magnificaesperienza del Kaulonia Tarantella Festival2017, si ritrovano per una poetica sessione ditarantella con vista sulla meraviglia delnostro ineguagliabile Mar Ionio.

Guarda chi si rivedeFa nuovamente capolino Federica Roccisano che,con Valentina Femia, abbraccia una sindaca cala-brese intervenuta alla Giornata contro le mafiesvoltasi a Vibo Valentia lo scorso 21 marzo.

In replica H24Tornano alla ribalta i due Domenico di Siderno,protagonisti lo scorso 22 marzo del programmapomeridiano di Rai 1 “Zero e Lode”. Nell’attesa diun loro ritorno sul piccolo schermo vi invitiamo a

recuperare le loro gesta su RayPlay!

rapper di livello per l’attesa Pasquetta SiderneseDopo Clementino, l’otto Settembre scorso, un altro rapper di livello internazionale approda aSiderno. Giunto al settimo disco, Mondo Marcio, rinomato rapper e freestyler, con milioni di copievendute, un disco con Mina e le collaborazioni artistiche con Fibra, Bassi Maestro, chiuderà la duegiorni sidernese in piazza Portosalvo. Siderno, nel suo concerto di punta, guarda certamente ai tee-nager, ai tanti giovani creativi appassionati di musica interiore, ma l’evento Fiesta dell’uno e dueAprile 2018, lungo l’intero Corso della Repubblica, prevede spettacoli per tutti i gusti…

SIDERNO: FIESTA 2018

Mondo Marcio

L’OROSCOPO

Il tuo conto in banca forse non ti regaleràla Pasqua più serena degli ultimi anni, maGiove protegge la tua sfera lavorativa equesta ristrettezza, se affrontata con la giu-sta riflessione, ti permetterà di cogliereopportunità che per adesso ti spaventano.

Questa settimana più che viverla lasubirai e, anche se sul lavoro saraiperfetto, su tutto il resto è inevitabileperdersi pezzi. Per fortuna nel finesettimana Venere ti allieterà con la

passione ritrovata e l’intesa recupera-ta con il partner.

Giove non ti darà neanche un attimo ditregua. Nonostante la fatica e il lavoro ‘nostop’, Mercurio si insedierà con dubbi edebolezze legate al tempo che togli allafamiglia. Weekend decisamente di ripre-sa di nuove forze, la quiete dopo la tem-pesta.

Venere saprà sorprendere i single.Settimana che porterà con sé novità,

imprevisti, opportunità e forse qualchecambiamento repentino. Fai attenzionealla tua forma fisica e attento alle delu-sioni lavorativa, ma Marte ti supporterà

presto nella ripresa.

Gioia in te, soddisfazione in chi tivuole bene, invidia in chi cercherà, fal-lendo, di metterti i bastoni tra le ruote.Non tutti i buoni propositi andranno inporto, ma certezza importante rimaneper te il lavoro. Venere ti regalerà pas-sione.

Settimana impegnativa su ogni fronte,soprattutto lavorativo. Urano ti porterà un

carico di stanchezza di troppo, ma latenacia che ti regala Marte non ha eguali.Lavorerai più dell’umanamente possibilema non perderai il sorriso darai qualità al

tempo libero.

Ti piacerebbe cambiare e sperimentarenuove situazioni possibili. Se sei single èfacile che tu decida di partire e andaremolto lontano per metterti alla prova. Avraiil tempo per fare le tue scelte, ma nonmancheranno sorprese di amici che nonvedi da tempo.

Non sarà una settimana felice perchènon sarai in gran forma fisica. Forse

solo un crollo dovuto al troppo lavoro ealla troppa stanchezza, forse solo unainfluenza. Tieni duro, passerà e torne-rai più forte di prima. Verso fine setti-

mana ritroverai le energie.

Dovrai ricaricare le pile le settimane cheverranno. Questa settimana sarà tuttosommato lenta, ma a causa di Marte inervi potrebbero essere un pò tesi, ilche implica una predisposizione alloscontro anche per minuzie. Mantieni lacalma e reagisci.

Sarà una settimana intensa e complicata.Concentrati sugli affetti, sugli amici di sem-pre che forse non vedi da un pò, su parenti

che non hai molto modo di frequentare.Dedica tempo al partner se c’è. La Luna tidarà tanta forza quanto desiderio di una

sosta.

Questa settimana ti porterà quellaserenità che ti manca da tempo.Giove consiglia un pò di shoppingemozionale, ma senza esagerare.Forse riuscirai finalmente a dedicaredel tempo a quello che più ti piacefare. Saranno giorni pieni, intensi, masereni.

Riposati, è l’imperativo della setti-mana. Quel modo tutto tuo di

superare imprevisti, problemi, inco-gnite, ritardi, anche questa volta, tifarà andare avanti a vele spiegate.Mercurio ti darà immensa forza ecostanza, Venere la solidità dei

sentimenti forti.

Instradati al successoMarco Leonardi, Salvatore Striano eLele Nucera si concedono un selfie perstemperare la tensione prima dellaconsegna dei premi del ReggioCalabria FilmFest, la scorsa settimana.

L’erbivoroL’ex sindaco di Gerace Pino Varacalli, recatosi in visitaalla Curia di Locri, ha chiesto al vescovo della nostradiocesi il permesso di poter raccoglie una preziosa emisteriosa erba che cresce spontanea nel giardino sulretro.

Sindaco laureatoFrancesco Bruzzaniti,

sindaco di Africo, pochigiorni fa ha conseguitocon successo la Laureapresso l’università di

Messina. È proprio veroche gli esami non fini-

scono mai!

Più lega pertutti

L’aspirante pre-mier e leader

della LegaMatteo Salvinoè stato accoltoa Rosarno dalla

siderneseSerena Multariche, inaspetta-

tamente, haeffettuato un

“outing” preve-dibile per

pochi.

I consigli dell’espertoIn questa foto con l’assessore di Taurianova

Luigi Mamone, il nostro collega PinoAlbanese fa pubbliche relazioni dando pre-ziosi consiglio di viabilità, economia e convi-

venza politica!

Davide statisticoDavide Ruso viene inter-vistato dall’adetta aisondaggi della Rai subi-to dopo aver espresso lasua preferenza il giornodelle elezioni. E noi chepensavamo che nemme-no avesse intenzione divotare!

Un voto per casoPubblichiamo questo ritratto diSalvatore Ferraro mentre si cimentanel suono della chitarra per il suogruppo “Presi per caso”, in questigiorni finalista del Premio MusicalOriginale per il quale potete votarein un contest online.

L’orafo delle dive, autore di pregiatissime creazioni orafe per importantissime operecinematografiche e teatrali, premiato in tutto il mondo, ha ricevuto l’ennesimo rico-noscimento alla sua brillantissima carriera.Il premio, fortemente voluto dal Club per l’UNESCO di Gioiosa Jonica presiedutoda Nicodemo Vitetta, è stato consegnato presso le bellissime sale di PalazzoAmaduri in presenza delle figure istituzionali nella serata del 17 Marzo durante lapresentazione del libro “Sono nessuno”, scritto a quattro mani con il FrancescoKostner. Ha dialogato con gli autori la Palma Comandè, che ha narrato con estre-ma professionalità al numerosissimo pubblico in sala la vita e l’infanzia, non certo

facile, dell’illustre personaggio. Dieci bellezze calabresi hanno sfilato con le eccezio-nali creazioni orafe e gli argenti del maestro ispirati alla tradizione e al patrimonioartistico calabrese, guidate dalla presentatrice della serata, l’elegantissima LuanaParisi. A rendere ancora più suggestiva la serata le magiche note della pianistaLucilla Vozzo e la superlativa voce della soprano Eleonora Pisano.Il maestro Sacco, visibilmente emozionato, ha ricevuto l’opera premio disegnata erealizzata dalla scultrice internazionale Mariella Costa.“I gioielli di Afrodite” il titolo dell’opera, rappresentante il profilo della Dea dellabellezza, in ceramica antichizzata, arricchita da un gioiello artigianale in rame.

Il Club per l’UNESCO consegna un premio alla carriera a Gerardo Sacco


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