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Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

Date post: 04-Jul-2015
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1,20 – Arretrati: 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Sabato 30 aprile 2011 – Anno 3 – n° 102 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 www.ilfattoquotidiano.it www.modusvivendi.it www.modusvivendi.it ogni mese in edicola “Ruby non l’ho portata io ad Arcore”. Fede scarica tutto su Lele Mora. Non è che ora il bunga bunga lo fanno all’utilizzatore finale? “IO STO CON ADRIANO” Migliaia di messaggi. Il mondo della cultura e dello spettacolo si mobilita. L’appello di Celentano per un voto di massa sui tre referendum sfonda il muro di indifferenza alzato dalla casta dei politicanti Celentano è rock, tutti gli altri lenti di Marco Travaglio “C ari studenti, comunisti, fascisti, leghisti e operai...”. Della lettera-appello che ci ha regalato Celentano è bello soprattutto l’attacco. E anche la chiusa che invita tutti a usare “l’unico mezzo di sopravvivenza che ci resta: il voto. Il 12 giugno dobbiamo andare assolutamente a votare”, anche se il governo, dopo lo scippo del nucleare, svuotasse le urne anche dell’acqua e del legittimo impedimento, anche se i seggi restassero chiusi: “Il nostro voto lasciamolo pure per terra scritto su un foglietto, in modo che l’indomani tutti i marciapiedi d’Italia siano invasi da 40 milioni di bigliettini”. È sorprendente come un cantante di 73 anni riesca a trovare la freschezza e le parole giuste per fotografare il momento cruciale che viviamo e l’occasione che abbiamo a portata di mano, lì dietro l’angolo. La freschezza e le parole giuste che ha trovato l’altra sera un comico di 63 anni, Beppe Grillo, nell’intervista a Francesca Fagnani di Annozero . Ha detto che questi politici sono morti e, se sembrano ancora vivi, è solo perché sono sempre in tv. E ha citato la banalità del male di tanti complici “perbene” del nazismo, immortalati nel libro I volenterosi carnefici di Hitler e paragonati agli attuali volenterosi carnefici della democrazia. Grillo, senza che nessuno glielo chieda, parte per un tour elettorale. Non solo per sostenere i giovani candidati a Cinque Stelle nei comuni dove si vota, ma anche per spingere un popolo rassegnato, disinformato, anestetizzato a trascinarsi alle urne il 12 e 13 giugno. Celentano e Grillo, due rari esemplari di artisti-cittadini estranei al palazzo con il corpo e soprattutto con la testa, hanno capito che i referendum ormai travalicano la lettera dei tre quesiti. Sono come quello elettorale del ‘93 sulla preferenza unica – questione tecnica quant’altre mai – che intercettò la crisi irreversibile della Prima Repubblica e fu vissuto dagli italiani come l’occasione per liberarsi di una classe politica ladra e decrepita. Il solo che, dentro il palazzo, l’ha capito fin da subito è stato Di Pietro, che ha tante colpe per la (non) selezione della classe dirigente del suo partito, ma grazie al suo intuito contadino ha annusato la voglia di cambiamento e ha il merito di aver creduto nei referendum quando gli altri sbuffavano annoiati, sbattendogli in faccia i calcoli ragionieristici sul quorum. Per il resto chi sta nel palazzo e nelle sue succursali televisive ha perso il tatto, l’olfatto, la vista, l’udito, il gusto del paese reale ed è lì fermo, immobile, a far di conto sul pallottoliere senz’accorgersi che una valanga di Sì, anche senza quorum, non farebbe che accelerare la caduta del regime. Se, oltre a commissionare sondaggi i politici li leggessero e soprattutto li capissero, scoprirebbero che la loro fine è vicina. E converrebbe loro assecondare la sete di cambiamento, anziché ostacolarlo o fingere di non vederlo. A Catanzaro tutto il centrosinistra l’ha capito, o forse l’ha subìto, candidando un giovane competente, Salvatore Scalzo. Ma è una mosca bianca. A Napoli i sondaggi danno De Magistris vincente e Morcone perdente al ballottaggio con Lettieri: che aspettano Pd e Sel a scaricare Morcone, anziché – come titola il Corriere – ributtare “in campo Bassolino”, il ritorno dei morti viventi? A Bologna il grillino Bugani è dato al 10%: vorrà dire qualcosa? Chi invita Grillo a fare fronte comune per non disperdere i voti di centrosinistra contro B. non ha capito nulla: chi vota Cinque Stelle non voterebbe mai centrosinistra né centrodestra, anzi non si pone proprio il problema. A un raduno indetto da Enrico Letta, Nando Pagnoncelli ha spiegato che il 42% degli italiani pensa che B. sia ancora lì perché dall’altra c’è il nulla. Letta ne ha tratto la seguente lezione: “Il Pd non deve cadere nell’idea che siamo moralmente superiori”. Giusto. Ma, siccome non lo sono, perché non se ne vanno a casa e non lasciano il posto a qualcuno che sia davvero moralmente superiore? LIBIA x Pd e Idv si spaccano. Bossi minaccia B., ma non si rompe fino al voto L’OPPOSIZIONE CHE NON C’È AL MOMENTO GIUSTO Per la democrazia diretta su nucleare, acqua e legittimo impedimento, scendono in campo Raffaella Carrà, Carlo Verdone, Fiorella Mannoia, Emilio Solfrizzi, Giobbe Covatta, Frankie Hi Nrg, Monica Guerritore e tanti lettori. La lettera sul Fatto è un caso politico. E un aiuto per i referendari Di Blasi e Paolin pag. 2 - 3 z Ladri di Pisa di Paolo Flores d’Arcais dc B erlusconi e Bossi sembrano – sputati – quelli del detto toscano: i due ladri di Pisa che litigano di giorno e vanno a rubare insieme di notte. In questo ca- so non stiamo facendo riferimento alle gras- sazioni ennesime e infinite delle cricche di regime che prosperano grazie al malgoverno di B e B, ma al miserabile minuetto che stan- no intrecciando sui bombardamenti contro Gheddafi. Di giorno fanno finta di darsele di santa ragione, il “celoduro” gracchia che “o lo stop ai raid o può succedere di tutto”, il “culomoscio” (come lo chiamano le sue prez- zolate) risponde chiedendo che Napolitano protegga il governo contro i celti che voglio- no fargli la bua. Di notte, però, in quella notte della democrazia liberale che è ormai diven- tato il parlamento degli Scilipoti, si scambia- no amorosi sensi per continuare a tenere in vita il governo di Roma-Milano-ladrone, tanto i telegiornali minzolinizzati daranno a bere agli italiani quello che fa comodo al Narci- socrate di Arcore e al suo scudiero di Pon- tida. Nel frattempo l’opposizione non c’è, per non smentirsi. E se per caso c’è, dorme. L’altro giorno, per dire, poteva tranquillamente mandare sotto il governo su un documento cruciale di politica economica, ma erano as- senti in quaranta. Sarà bene che ogni citta- dino si attrezzi perciò per l’“opposizione fai da te”, si consideri comitato centrale di se stesso, non si limiti più a essere “opinione pubblica” e neppure pubblico manifestante quando c’è da scendere in piazza, ma comin- ci a organizzare club ispirati ai valori costi- tuzionali di “giustizia e libertà” per vincere le battaglie che l’opposizione canonica spesso non vuole neppure combattere. I referendum, in primo luogo. I ladri di Pisa faranno di tutto per scipparli al popolo so- vrano, visto che per loro deve coincidere col popolo bove. Se ciascuno di noi si attiva fin da ora, in prima persona, considerando la politica “diretta” un appassionante e perso- nale “bricolage”, la sinergia esponenziale dei volantini e manifesti creati dal basso, fatti cir- colare di sito in sito, realizzati e diffusi ar- tigianalmente, possono diventare quella tv alternativa che faccia affogare il regime nel- l’acqua pubblica, lo faccia esplodere nel nu- cleare e lo mandi alla sbarra senza più le- gittimo impedimento. Ma anche il voto di Napoli, per De Magistris sindaco, e quello di Milano, per un sonoro no alla Moratti, costituiranno momenti cruciali. Si può andare al ballottaggio e vincere in en- trambi i casi, e allora la villa del bunga bunga smetterebbe di colpo di essere la capitale. n le nozze reali Kate dice sì, ma non ubbidisce Barzini e Zunini pag. 10z CATTIVERIE La Russa: “Sono 8 i Tornado che bombarderanno la Libia, qualche volta 7, quando gioca l’Inter” (Dario Vergassola, Parla con me, Rai3) William e Kate si baciano sul balcone di Buckingham Palace (FOTO ANSA) Dalle assenze in aula che hanno salvato la destra alla guerra interna tra le mozioni. Marino: “Non andiamo da nessuna parte” pag. 4 - 5 z Adriano Celentano visto da Emanuele Fucecchi y(7HC0D7*KSTKKQ( +=!"!&!@!"
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Page 1: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Sabato 30 aprile 2011 – Anno 3 – n° 102Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Romatel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

w w w. i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

www.modusvivendi.it www.modusvivendi.it

ogni mese in edicola

“Ruby non l’ho portata io ad Arcore”.Fedescarica tutto su LeleMora. Non è che ora ilbunga bungalo fanno all’utilizzatore finale?

“IO STO CON ADRIANO”Migliaia di messaggi. Il mondo della cultura e dello spettacolo

si mobilita. L’appello di Celentano per un votodi massa sui tre referendum sfonda il muro

di indifferenza alzato dalla casta dei politicanti

Celentano è rock,tutti gli altri lenti

di Marco Travaglio

“Cari studenti, comunisti, fascisti, leghisti eo p e ra i . . .”. Della lettera-appello che ci haregalato Celentano è bello soprattuttol’attacco. E anche la chiusa che invita

tutti a usare “l’unico mezzo di sopravvivenza che ciresta: il voto. Il 12 giugno dobbiamo andareassolutamente a votare”, anche se il governo, dopolo scippo del nucleare, svuotasse le urne anchedell’acqua e del legittimo impedimento, anche se iseggi restassero chiusi: “Il nostro voto lasciamolopure per terra scritto su un foglietto, in modo chel’indomani tutti i marciapiedi d’Italia siano invasi da40 milioni di bigliettini”. È sorprendente come uncantante di 73 anni riesca a trovare la freschezza e leparole giuste per fotografare il momento crucialeche viviamo e l’occasione che abbiamo a portata dimano, lì dietro l’angolo. La freschezza e le parolegiuste che ha trovato l’altra sera un comico di 63anni, Beppe Grillo, nell’intervista a FrancescaFagnani di A n n o ze ro . Ha detto che questi politici sonomorti e, se sembrano ancora vivi, è solo perché sonosempre in tv. E ha citato la banalità del male di tanticomplici “perbene” del nazismo, immortalati nellibro I volenterosi carnefici di Hitler e paragonati agliattuali volenterosi carnefici della democrazia. Grillo,senza che nessuno glielo chieda, parte per un tourelettorale. Non solo per sostenere i giovani candidatia Cinque Stelle nei comuni dove si vota, ma ancheper spingere un popolo rassegnato, disinformato,anestetizzato a trascinarsi alle urne il 12 e 13 giugno.Celentano e Grillo, due rari esemplari diartisti-cittadini estranei al palazzo con il corpo esoprattutto con la testa, hanno capito che ireferendum ormai travalicano la lettera dei trequesiti. Sono come quello elettorale del ‘93 sullapreferenza unica – questione tecnica quant’altre mai– che intercettò la crisi irreversibile della PrimaRepubblica e fu vissuto dagli italiani comel’occasione per liberarsi di una classe politica ladra edecrepita. Il solo che, dentro il palazzo, l’ha capitofin da subito è stato Di Pietro, che ha tante colpe perla (non) selezione della classe dirigente del suopartito, ma grazie al suo intuito contadino haannusato la voglia di cambiamento e ha il merito diaver creduto nei referendum quando gli altrisbuffavano annoiati, sbattendogli in faccia i calcoliragionieristici sul quorum. Per il resto chi sta nelpalazzo e nelle sue succursali televisive ha perso iltatto, l’olfatto, la vista, l’udito, il gusto del paese realeed è lì fermo, immobile, a far di conto sulpallottoliere senz’accorgersi che una valanga di Sì,anche senza quorum, non farebbe che accelerare lacaduta del regime. Se, oltre a commissionaresondaggi i politici li leggessero e soprattutto licapissero, scoprirebbero che la loro fine è vicina. Econverrebbe loro assecondare la sete dicambiamento, anziché ostacolarlo o fingere di nonvederlo. A Catanzaro tutto il centrosinistra l’hacapito, o forse l’ha subìto, candidando un giovanecompetente, Salvatore Scalzo. Ma è una moscabianca. A Napoli i sondaggi danno De Magistrisvincente e Morcone perdente al ballottaggio conLettieri: che aspettano Pd e Sel a scaricare Morcone,anziché – come titola il Corr iere – ributtare “in campoBassolino”, il ritorno dei morti viventi? A Bologna ilgrillino Bugani è dato al 10%: vorrà dire qualcosa?Chi invita Grillo a fare fronte comune per nondisperdere i voti di centrosinistra contro B. non hacapito nulla: chi vota Cinque Stelle non voterebbemai centrosinistra né centrodestra, anzi non si poneproprio il problema. A un raduno indetto da EnricoLetta, Nando Pagnoncelli ha spiegato che il 42% degliitaliani pensa che B. sia ancora lì perché dall’altra c’èil nulla. Letta ne ha tratto la seguente lezione: “Il Pdnon deve cadere nell’idea che siamo moralmentesuper ior i”. Giusto. Ma, siccome non lo sono, perchénon se ne vanno a casa e non lasciano il posto aqualcuno che sia davvero moralmente superiore?

LIBIAxPd e Idv si spaccano. Bossi minaccia B., ma non si rompe fino al voto

L’OPPOSIZIONE CHE NON C’ÈAL MOMENTO GIUSTO

Per la democraziadiretta su nucleare,acqua e legittimoi m p e d i m e n t o,scendono in campoRaffaella Carrà,Carlo Verdone,Fiorella Mannoia,Emilio Solfrizzi,Giobbe Covatta,Frankie Hi Nrg,Monica Guerritoree tanti lettori.La lettera sul Fattoè un caso politico.E un aiutoper i referendari

Di Blasi e Paolin pag. 2 - 3z

Ladri di Pisadi Paolo Flores d’A rc a i s

dc

Berlusconi e Bossi sembrano – sputati –quelli del detto toscano: i due ladri diPisa che litigano di giorno e vanno arubare insieme di notte. In questo ca-

so non stiamo facendo riferimento alle gras-sazioni ennesime e infinite delle cricche diregime che prosperano grazie al malgovernodi B e B, ma al miserabile minuetto che stan-no intrecciando sui bombardamenti controGheddafi. Di giorno fanno finta di darsele disanta ragione, il “c e l o d u ro ” gracchia che “olo stop ai raid o può succedere di tutto”, il“culomoscio” (come lo chiamano le sue prez-zolate) risponde chiedendo che Napolitanoprotegga il governo contro i celti che voglio-no fargli la bua. Di notte, però, in quella nottedella democrazia liberale che è ormai diven-tato il parlamento degli Scilipoti, si scambia-no amorosi sensi per continuare a tenere invita il governo di Roma-Milano-ladrone, tantoi telegiornali minzolinizzati daranno a bereagli italiani quello che fa comodo al Narci-socrate di Arcore e al suo scudiero di Pon-tida.Nel frattempo l’opposizione non c’è, per nonsmentirsi. E se per caso c’è, dorme. L’a l t rogiorno, per dire, poteva tranquillamentemandare sotto il governo su un documentocruciale di politica economica, ma erano as-senti in quaranta. Sarà bene che ogni citta-dino si attrezzi perciò per l’“opposizione faida te”, si consideri comitato centrale di sestesso, non si limiti più a essere “opinionep u bbl i c a ” e neppure pubblico manifestantequando c’è da scendere in piazza, ma comin-ci a organizzare club ispirati ai valori costi-tuzionali di “giustizia e libertà” per vincere lebattaglie che l’opposizione canonica spessonon vuole neppure combattere.I referendum, in primo luogo. I ladri di Pisafaranno di tutto per scipparli al popolo so-vrano, visto che per loro deve coincidere colpopolo bove. Se ciascuno di noi si attiva finda ora, in prima persona, considerando lapolitica “d i re t t a ” un appassionante e perso-nale “br icolage”, la sinergia esponenziale deivolantini e manifesti creati dal basso, fatti cir-colare di sito in sito, realizzati e diffusi ar-tigianalmente, possono diventare quella tvalternativa che faccia affogare il regime nel-l’acqua pubblica, lo faccia esplodere nel nu-cleare e lo mandi alla sbarra senza più le-gittimo impedimento.Ma anche il voto di Napoli, per De Magistrissindaco, e quello di Milano, per un sonoro noalla Moratti, costituiranno momenti cruciali.Si può andare al ballottaggio e vincere in en-trambi i casi, e allora la villa del bunga bungasmetterebbe di colpo di essere la capitale.

nle nozze reali

Kate dice sì,ma non ubbidisce

Barzini e Zunini pag. 10z

C AT T I V E R I ELa Russa: “Sono 8 i Tornadoche bombarderanno la Libia,qualche volta 7, quando giocal’Inter”

(Dario Vergassola, Parla con me, Rai3)

William e Kate si baciano sul balconedi Buckingham Palace (FOTO ANSA)

Dalle assenze in aula che hannosalvato la destra alla guerra internatra le mozioni. Marino: “Nonandiamo da nessuna parte” pag. 4 - 5z

Adriano Celentano visto da Emanuele Fucecchi

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Page 2: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

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L’urlo di Celentano

è arrivato

anche in Russia

C ome si dice Pr isincolinensinainciùsol inrusso? Uguale, probabilmente. AMosca, il ritmo demenziale di

Adriano Celentano lo ricordano in molti. Cosìieri, quando si è diffusa la notizia della letteraaperta del Molleggiato al Cavaliere per lapartecipazione ai referendum, pubblicata su IlFatto Quotidiano, sui blog russi e sui giornali on

line sono apparsi interventi e commentisull’attacco di Celentano a Berlusconi, in mezzoai post sulla Libia o sull’ultima “aper tura” diMedvedev. “Celentano vs. Berlusconi”, hatitolato “w ay n e t u s ” sul blog pubblicato sullapiattaforma più diffusa di Russia, “z h i vo jzhurnal”. “Non si può negare che Celentanopossieda quella grande autorità sugli italiani che

né l’opposizione politica né le protestestudentesche sembrano più avere. È l’ennesimadimostrazione che il popolo non ne può più diBerlusconi”. Definito, tanto per gradire, “unamacchia per tutta l’Europa che se tollera tra lesue file un tale personaggio con quale diritto sipermette di emarginare Gheddafi oL u k a s h e n ko ? ”. Celentano, amato oltrecortina

di Eduardo Di Blasi

L’appello di Adriano Celen-tano è arrivato forte echiaro al popolo dei refe-rendari, che ieri ha mani-

festato a più riprese a Roma, sot-to la sede Rai, sotto Montecito-rio e sotto gli uffici dell’Enel.Alla tv pubblica i comitati che sibattono “per l’acqua bene co-mu n e ” e per fermare il nuclearechiedono “infor mazione”, af-fiancati in questa battaglia an-che dalla Federazione Naziona-le della Stampa.Per adesso i tg delle reti nazio-nali hanno trattato l’ar gomentosolo per dar conto delle mossedilatorie del governo, mentre laCommissione parlamentare diVigilanza ancora non ha appro-vato il “re go l a m e n t o ” per darconto dei temi referendari, e ilrischio è che per informare i cit-tadini resti la stretta finestra trail secondo turno delle ammini-strative fissato a fine giugno e ladata del nuovo richiamo alle ur-ne, il 12-13 giugno.Antonio Di Pietro ha scritto unalettera al presidente Rai PaoloGalimberti rammentando co-me “dal 4 aprile scorso, inizioufficiale della campagna refe-rendaria, la Rai, con la sola ec-cezione della puntata di Annoze -ro andata in onda il 28 aprile,non ha ancora iniziato a diffon-dere sulle sue reti, radiofonichee televisive, programmi di co-

municazione politica sui quesi-ti referendari sui quali gli italianisaranno chiamati a votare ilprossimo 12 e 13 giugno. Finoad oggi sono stati sottratti ai cit-tadini italiani ben 25 giorni dicampagna referendaria”.

È UN TEMA che il leader Idvha voluto condividere anchecon il ministro dell’Interno Ro-berto Maroni, segnalando anche“il rischio che gli elettori e leelettrici italiane residenti all’e-stero, non ricevano per tempotutte le schede sulle quali espri-mere il proprio voto”.Attivissimi anche i Verdi, che ieripresidiavano le piazze romanecon sit-in di protesta. “Sono statesospese le libertà democratichead opera di Berlusconi che ha de-

finito i cittadini italiani incapacidi esprimere un voto al referen-dum di giugno”, tuona AngeloBonelli, leader del Sole che ride,ieri in sit-in prima a Montecito-rio e poi alla sede Enel di vialeRegina Margherita, a Roma.Contro quella che definisce“moratoria-tr uf fa”, Bonelli rilan-cia un’idea che aveva espressogià il 20 aprile passato. Quella dicreare, in caso di “scippo” delvoto sul nucleare, una sorta di“referendum laterale” per porta-re comunque al voto gli italianiche si dicono contrari al nuclea-re .La voce del popolo referenda-rio, confinata dagli schermi distato, sta prendendo coscienza.Anche grazie all’ultimo urlo diAdriano Celentano.

TUTTI CON ADRIANOI comitati referendari scendono in piazza

a Roma contro la “morator ia-tr uffa” e la Rai

SU LA TESTA

gli interventi ìCarlo VerdoneNon votiamo

“c o n t ro ” qualcuno

I o andrò ai seg-gi, ma a pre-

scindere dal pre-mier. Quando sidecide di andarea esprimersi con-

tro Berlusconi ci si vota disolito a una sconfitta. Io in-vece andrò a votare per ave-re l’acqua pubblica e tenerelontano il nucleare dall’Ita -lia. Ma avete visto il Giappo-ne? Territori contaminatiper 30 mila anni. La gentedeve andare a votare perquesto, non perché c’è Ber-lusconi dall’altra parte. Cer-to se, come stanno facendo,provano a togliere ai cittadi-ni la possibilità di esprimer-si su queste materie, sareb-be proprio un brutto trucco.Anche tipico di una certabrutta Italia, che è la stessaItalia del “legittimo impedi-mento”. Ma perché se un co-mune cittadino viene chia-mato dalla Guardia di Fi-nanza ci deve correre, e sefa il presidente del Consi-glio può dire di no? Il primotra i cittadini deve dare l’e-sempio. Ma quello buono.

Giobbe CovattaTutti ai seggi

anche per B.

I l referen-dum? Certo

che vado a vota-re. E spero siadavvero un vo-to su Berlusco-

ni. Perché se uno va a vo-tare, una volta che ci to-gliessero i quesiti su ac-qua e nucleare, è chiaroche va per quello sul le-gittimo impedimento. E achi serve questo legittimoimpedimento se non aBerlusconi? A me, adesempio, non è che serve.Però, se quello sul legitti-mo impedimento è unquesito “etico”, quelli suacqua e nucleare sono an-che “pratici”. Perché èpoco etico che ci sia unlegittimo impedimentoche salvi uno solo, ma di-ciamo che non ha una va-lenza sulla sopravvivenzadei miei nipoti (certo tut-to può essere). Diciamoche i quesiti su acqua enucleare li andrei a vota-re volentieri. Quello che ècerto è che andrò ai seggiil 12 e 13 giugno.

Frankie Hi NrgCondivido

pienamente

I o ci andròalle urne.

Ho letto la let-tera di Celenta-no e l’ho trova-ta condivisibi-

le in tutto. Sublime lostile che manifesta nelrivolgersi a “Silvia”, lacoscienza di Berlusconi.E mi trovo perfettamen-te d’accordo anche conl’idea di rivolgersi a tut-ti, “studenti, comunisti,fascisti, leghisti...” e conquella di andare comun-que, il 12 e 13 giugno,davanti ai seggi ad espri-mere il nostro voto, acosto di coprire le stra-de di 40 milioni di bi-gliettini. Ancora una vol-ta, Adriano Celentanoha dimostrato di essereun grande politico, e co-me tutti i grandi politiciche sono in giro speronon si candidi mai.Adesso siamo con lui inquesta battaglia. E spe-riamo almeno che senon Silvio, almeno Sil-via ci ascolti.

Monica GuerritoreBasta pigrizia

ora tocca a noi

L’ italiano hail vizio di

aspettare sem-pre l’ultimo mi-nuto per tutto.Bene. Adesso è

il momento di abbandona-re la nostra pigrizia e fareuna cosa semplice: dire laverità. Andare a metterequella x e far capire a chici governa che non possia-mo più restare in balìa diun uomo evidentementeinstabile, in preda a com-portamenti che vanno dal-la barzelletta sconcia allamodifica costituzionale. Iospero soprattutto in Napo-litano. È un uomo autore-vole che sta assumendo sudi sé il ruolo di guida perun Paese ormai allo sban-do. Facciamogli capire chesiamo al suo fianco nelproteggere la Costituzio-ne. E soprattutto andiamoa votare. Voterei qualsiasicosa, anche un quesito perstabilire se i gatti possanodormire sul letto o no. Ciserve una dose di demo-crazia.

Fiorella MannoiaG u a rd a re

il Giappone

C erto che va-do a votare.

Bisogna sempreandare a votare,perché è un di-ritto conquistato

con le lotte di chi ci ha pre-ceduto. Alla luce di quelloche è successo in Giappo-ne, poi, non vedo perché icittadini non possano cor-reggere la rotta di chi nonfa i loro interessi. Se inGiappone è successo quelloche è successo cosa può ac-cadere con questa ArmataBrancaleone alle prese conl’atomo? Spero che la Cas-sazione fermi lo scippo deiquesiti da parte del gover-no, e spero che Napolitano,per quello che è nelle suecompetenze, possa farequalcosa. Ormai ogni dis-senso che il popolo italianoprova è un segnale controBerlusconi e il suo governodelle barzellette. Non è piùquestione di destra e di si-nistra, ma di buon senso.Prima di ogni cosa, ormai,dobbiamo riuscire a sba-razzarci di tutto questo.

Contro il ministropro atomo Romani

“E s s e renuclearistinon solo è unabestemmia, masignifica esseredementi findalla nascita

La propostapolitica

“Mi sembrachiaro che aquesto puntonon ci resta chel’unico mezzo disopravvivenza.Il voto

Scendiamoin piazza

“Il 12 giugnovoteremo lostesso: andiamoai seggie lasciamoper terrail nostro voto

Il temadel dibattito

“Il governocontinuanella suademoniacavogliadi avvelenaregli italiani

”Emilio Solfrizzi

Il pericolo è

la disinformazione

V otare non èsolo un di-

ritto, ma un do-vere. Ogni voltache ci si pre-senta l’occasio-

ne è un’opportunità perribadire il senso della de-mocrazia, che si conqui-sta giorno per giorno. So-no molto curioso di capi-re qual è l'umore popola-re. L’esito sembra incerto,ma non andare a votarelascerebbe aperta un'in-comprensione. Sarebbeutile per tutti capire cosavuole davvero la gente sumaterie di basilare impor-tanza. Non è solo un’ope-razione contro il premier,non faccio mio in totol’appello di Celentano,ma questo deve essereesercizio di democrazia.Più che altro non soquanto la gente sia infor-mata, e questo mi spaven-ta. La gente è distratta damille cose, chi non andràa votare lo farà perchénon sa cosa c’è davvero inballo, o ne sa poco.

Il sit-in dei Verdi a Montecitorio (FOTO ADNKRONOS)

Page 3: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

Sabato 30 aprile 2011

sin dai tempi dell’Urss (“La Russia ai tempi diCelentano” è un gustoso racconto tratto dallibro La Russia dalla Pravda a Prada di AnnaJampol’skaja e Marco Dinelli) e sensibile alletragedie nucleari (nel 2008 pubblicò il brano“Sognando Chernobyl”) è finito anche sulgiornale on line G a ze t a ( w w w. g z t . r u ) :“Celentano con una lettera aperta al giornale Il

Fa t t o quotidiano chiama l’Italia al voto deireferendum per rovesciare il bugiardoBerlusconi”. “y a n ew s ” lo ha postato sul suo blogribadendo che “un uomo, come Berlusconi, nonpuò governare né l’Italia né nessun altro Stato”.Si fa riferimento a tutti e quattro i referendum,acqua, nucleare e legittimo impedimento e nonmanca un accenno alle vicende “m a ro c c h i n e ” del

SU LA TESTA

di Chiara Paolin

“Sono una personaqualsiasi”, dice lei,“dotata solo di sensopratico e amor di pa-

tr ia”. Ma quando legge la lette-ra che ha scritto Celentano suireferendum, è la Raffa naziona-le che si mette a graffiare.Che effetto le fa l’ap p e l l oagli italiani di difendere lademocrazia?Adriano ha fatto bene. Vedia-mo cosa decideranno i giudici,ma questi argomenti sonotroppo importanti per la vitaconcreta delle persone, dob-biamo poter eprimerci. Il nu-cleare è una scelta sbagliata:mette un peso insostenibile sul

futuro dei nostri figli. Allora,perché non possiamo andare avotare? Ce l’hanno chiesto tan-te, non capisco come mai sta-volta no.Forse perché c’è di mezzo illegittimo impedimento.Che infatti non so bene chec’entra. Cioè, dico io, è stranoche la gente debba trovarsi inmano un foglio con cui decide-re come e quando il premier

debba farsi processare. È com-pito della politica battagliare inpunta di diritto.Ma se Berlusconi ammetteserenamente di voler gab-bare il referendum non è unproblema per i cittadini?Guardi, voglio essere moltochiara. Non se ne può davveropiù di vedere l’Italia bloccataper i suoi processi. E capiscochi vorrebbe tenere il puntocon leggi, provvedimenti, de-creti, ma così non la finiremomai. Posso fare una proposta?P re go.Facciamo in modo che que-st’uomo finisca il suo mandatoaffrontando alla fine i suoi giu-dici. Non dico di graziare inblocco tutti i ministri o i par-

lamentari finché sonoin carica, ma

a questopunto sa-rebbe me-glio la-sciarlo go-

vernare e ve-dere i risultati.

Potrebbe rican-didarsi, e ri-

vincere .Sappia -mo qualimezziha a di-sposi -

zione, ma io credo nella capa-cità degli italiani di scegliere aquesto punto una soluzione va-lida. Si parla di Tremonti, dellaLega, io non so chi potrebbeprendere in mano la situazionese Berlusconi uscisse di scena.Però è chiaro che così non sipuò più andare avanti.Lei chi voterebbe?Credo fortemente nell’alter -nanza. Ci vogliono un centro-destra moderato e una sinistrariformista. Perché guardi, ionon sono mai stata comunista eho rispetto per tutti, anche perBerlusconi, ma sono davveroarrabbiata coi nostri politici.Spieghi.Mi aspetto più generosità, piùcoraggio, una capacità vera diaffrontare i problemi. Il signorDraghi ha ragione: con questodebito pubblico non andiamoda nessuna parte, abbiamoquattro milioni di giovani di-soccupati, cosa deve accadereancora perché chi comanda simetta a governare seriamen-te?L’opposizione la convince?Ma che possono fare di più diquello che stanno facendo? Licapisco, non è facile, e il pro-blema vero è un altro. Qui oc-corre ricominciare tutto da ca-po. Fare le cose semplici. Paga-re le tasse, eliminare gli spre-chi, punire gli abusi. E soprat-tutto stabilire un minimo di pa-ce sociale. Perché questo è ilpaese più bello del mondo, edè un peccato mortale buttarlovia così.

“Ci hannochiamatialle urnetante volte.P e rc h éstavoltano?”

La voce della Rete: “Ha ragione”

premier. “Come fanno gli italiani ad appellarsi albuon gusto di Berlusconi dopo la faccia dibronzo mostrata sul caso Bingo-Bingo?”, hacommentato zeleneva storpiando l’ormaicelebre specialità del Cav. Aggiungendo poi:“Devono cacciarlo questo dilettante. Gheddafiha più buon gusto di lui. Grande Celentano!!!”.

Gian Carlo Castelli

Migliaia di post condivisi suFacebook e il sito del Fatto(www.lfattoquotidiano.it) cheha registrato un nuovo piccolorecord di “condivisioni”. Eccoalcuni dei messaggi arrivatiper Adriano Celentano.

è ONORE AD ADRIANOGrande Adriano!!! Questo tuoimpegno diretto ti espone arischi ma, invece, a miogiudizio, ti onora! Ora tocca anoi meno noti di te sostenerti edivulgare la conoscenza. Graziedi cuore!!!

Bruno Tazzioli

è DEMENTI EIGNORANTI“Il Re degli Ignoranti” dimostradi essere il più lucido eintelligente. Speriamo che ilmessaggio arrivi anche aglielettori deficienti che ancorasostengono il caimano.

Jo

è SERVE L’IMPEGNORagazzi è inutile fare tantechiacchiere, dobbiamoimpegnarci in tutti i modi e intutte le forme a sensibilizzare lagente ad andare a votare il 12giugno. Questa è una battagliache non possiamo perdere.

Dobbiamo dimostrare a questiimbroglioni che stanno algoverno, che malgrado ciabbiano fatto pagare di tascanostra e non di tasca loro 350milioni di euro, per non farciandare a votare il referendum efacendoci pagare la benzinacarissima, mentre loro l’hannogratis, che andiamo prima avotare e poi vado a festeggiarel’anniversario del miomatrimonio e chissà che nonfesteggi doppiamente.

Alias

è PRETENDO DI VOTAREIo andrò senza dubbi a votare,anzi pretendo di poter votare: ireferendum sono un nostrodiritto, se li cancellerannotorneremo a raccogliere firmeanche casa per casa, non cifaremo fermare.

Clelia

è CELENTANO FOREVERPropongo Celentano forPresident. Lezione chiara ecome lui la pensano milioni diitaliani. Ci sono ancora sacchedi italioti, sempre meno perfortuna, che appoggiano ilgrande bugiardo, ben sapendoche mente clamorosamente.Vogliamo votare control’arroganza, contro la

prepotenza, contro l’orgia delpotere e della corruzione,contro l’orgia del danaroguadagnato nei modi piùiulleciti, contro chi si crede aldi sopra della legge, contro chiha promesso ai suoi amici dispartire una torta da 30miliardi (nucleare) sulla salutee sulla pelle degli italiani, e dispartire sempre agli amici eamici degli amici una torta di42 miliardi (acqua privatizzatae poco controllata) con uncinismo che non ha pari.Svegliamoci finché siamo intempo, poi potrebbe esseretroppo tardi. W. Celentano,W. Antonio di Pietro eabbasso il nano e tutta la suacorte, che peste lo colga i8nuna nemesi prossima.

Heiniana

è IO E CHERNOBYLSono un malato di tumore unodi quelli che quasi certamente èdovuto alla radioattività diChernobyl. E vorrei votare perlasciare mia figlia un ambientepiu’ vivibile. E non auguro anessuno neanche a questisignori fautori di morteneppure una piccola parte dellesofferenze che sto patendo.Cinque interventi due cicli dichemio e due di radio perdita

di capelli unghie denti ghiandolesalivari e mangiare senza gustocon difficoltà a deglutire. Etutto questo nonostante inItalia non si siano costruitecentrali nucleari. È questol’ambiente che vogliamo per inostri figli? Io non sono ne didestra ne di sinistra ma vorreipoter dire la mia e non so se cela farò

Fra n c e s c o t i ra t o re

è É SOLO DEMAGOGIAUna lettera stracolma didemagogia, non capiscoproprio come tanta gente lapossa avere apprezzata.Ognuno può avere le sueopinioni, ma dare dei dementi atutti quelli che non la pensanocome te mi sembra proprioinfantile ..mah...

Tim

è PER IL NOSTRO BENENon c’è dietrologia che tenga.Questa lettera è il pensiero piùbello e sociale che Celentanoabbia mai espresso. Con questalettera Celentano vola alto edimostra che ha a cuore il benecomune, che poi sono, lasalute, l’acqua, l’aria ecc. Speroche altri lo seguano ed escanodalla clandestinità, ma ne

dubito, perchè la l’Italia è pienadi falsi vip ma autentici felloni.

Fra n c e s c o p n 0 1

èW IL MOLLEGGIATORicordo Celentano allapresentazione del Movimento 5stelle a Milano… da allora nonsi è più visto purtroppo inTV… ma ogni volta che parladice sempre cose intelligenti!Vaiii mollllleggggiato!!

Pa o l o 3 3 3

è SIAMO LUNGIMIRANTISe il nostro paese resisterà allacricca nucleare, in futuro saràricordato come l’unico di unacerta importanza che conlungimiranza preservò la salutedelle generazioni avenire,riscattandosi dall’ave rinventato il fascismo ,fratellomaggiore del nazismo.Non perdiamo l’occasione .

Sc hillinger

è TUTTI AI SEGGIGrazie a “Il Fatto” e grazie aCelentano che danno voce achi vorrebbe gridare perl’indignazione e non può farlo.Anch’io, comunque vada, il 12giugno porterò il mio“bigliettino” al seggioelettorale. Saremo tantissimi.

G a t a re l o

L’illustrazione di AdrianoCelentano e di chi si batte per il

referendum di giugno èdi Emanuele Fucecchi. Nella fotoa destra, Raffaella Carrà (FOTO ANSA) Com’è bello votare

da Trieste in giùLA CARRÀ CONTRO IL NUCLEARE

PER IL FUTURO DELL’I TALIA

Page 4: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

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Verdini: “Sallusti contro

Tremonti? Il titolo l’ha

fatto il Cavaliere”

C hi è stato? Chi c’è dietro il titolo“Tremonti aizza la Lega” ap p a r s osu Il Giornale l’altro giorno? Su

L i b e ro - quotidiano ex gemello e ora piuttostorivale - Franco Bechis ricostruisce la genesidell’articolo, dei suoi motivi. Bucando il murodi silenzio che alla Camera giovedì si eraalzato proprio sull’affaire del “tradimento”

del ministro dell’Economia. “Parola proibita”in Transatlantico quella del nuovo divo Giulio:zitti Meloni, Lupi, Cosentino... Alla fine vuotail saco Denis Verdini: “Sì, il caso Tremontiesiste. Ma è stato un po’ amplificato daimedia e da chi ha qualche interesse in ballo.Quel titolo? L’ha fatto Berlusconi di suopugno”.

IL SOLITO VALZERLibia: la Lega minaccia la crisi di governoMa con B. è un balletto all’ombra del voto

di Sara Nicoli

Aguardarli litigare si po-trebbe pensare che si siadavanti all’ennesimamessinscena, all’ultima

trovata del duo Bossi-Berlu-sconi per tenere buona la basedei rispettivi partiti senza poifar perdere smalto a un’allean-za ormai quasi ventennale.Qualcosa, però, stavolta stridecon lo schema di sempre. E in-sinua il sospetto; negli scambidi invettive degli ultimi giornitra Lega e Pdl si nasconde dipiù del semplice gioco delleparti. Certo, l’unione di conve-nienza è destinata a durare findopo le amministrative. Bossilo ha assicurato anche l’a l t rasera che in questa fase non farà“cadere il governo”. Poi, però,la musica del tango potrebbecambiare. Calderoli lo confer-ma: “Partito il primo raid sullaLibia, tutto è diventato più dif-ficile, mentre l’i m m i gra z i o n eè destinata a crescere sempredi più… ad oggi non vedo vied’uscita”. Non ce ne sono, in-fatti. Dopo le urne il chiari-mento sarà inevitabile.Bossi pare avere intuito che aMilano le elezioni possono fi-nire male. Casomai non pro-prio malissimo, con una scon-fitta, ma comunque al ballot-taggio e con una vittoria di mi-sura. Certo, l’a f fa i re Lassini hafatto guadagnare punti al Pdl,mentre ha scollato ancora dipiù il popolo leghista che di ve-

dere l’autore dei manifesti antigiudici “br igatisti” in consigliocomunale non vuole sentireparlare. Sono giorni che il se-natùr ascolta le urla di scon-tento del suo popolo nei mi-crofoni di Radio Padania e agi-sce di conseguenza. Perché,insomma, la stagione dell’al-leanza granitica tra Lega e Pdl,caposaldo del governo, nonpaga più in termini elettorali.Men che meno sulla lunga di-stanza, par di capire.Ci sono troppe cose che ora di-vidono gli alleati di sempre.Prima l’immigrazione, poi ilcaso Parmalat, infine la Libia equel cambio di rotta improvvi-so di Berlusconi in politicaestera senza neppure un cen-no d’avvertimento, paionoaver minato in modo robustoun matrimonio che sembravainossidabile. Il cahier de dolean-ce del Carroccio si fa ogni gior-no più lungo e velenoso nei

confronti del Cavaliere. Cheanche ieri, chiuso a PalazzoGrazioli per gran parte dellagiornata (ha saltato persinouna conferenza stampa suLampedusa dell’amata Bram-billa) ha mandato segnali aBossi, soprattutto attraversoFrattini, chiedendo ripetuta-mente di incontrarlo per “t ro -vare la quadra”, come direbbe

il senatùr. Ecco, la quadra sta-volta pare più lontana. Il se-gnale arriverà martedì in aula,quando ci saranno da votare lemozioni sulla Libia e la Legaprobabilmente si asterrà. “Oforse – si sospirava ieri sera invia Bellerio – ci potrebbero es-sere molti assenti, quasi tut-t i . . .”. La strategia dello scontrofrontale serve a massimizzare i

voti delle ‘pance’ dei rispettivipartiti; “Se continuiamo a ti-rarci gli stracci – proseguiva lastessa fonte – gli antiberlusco-niani della Lega verranno a vo-tare e gli anti-leghisti del Pdl fa-ranno lo stesso; ci conviene aentrambi di fare una campa-gna elettorale sull’onda di unoscontro forte”. Che i berlusco-nes più accesi avevano inten-

zione di riproporre anche lu-nedì prossimo, quando Silviosarà in Tribunale per il proces-so Mediaset. Era in previsioneun’altra manifestazione sullenote di “Silvio Resisti”, soloche la Procura di Milano ha vie-tato il permesso. Così può an-che darsi che il premier disertil’aula del tribunale, accam-pando la scusa di dover incon-trare qualche capo di Stato ar-rivato a Roma per la beatifica-zione di Wojtyla. Se non c’è lamanifestazione, a che serveandare dai giudici?

ECCO, ANCHE questa è unadelle tante cose che Bossi nonmanda giù, ma non l’unica. Vor-rebbe Matteo Salvini come vi-ce sindaco di Milano in caso divittoria della Moratti, ma Silvionon gli ha ancora dato risposta.Ha chiesto di non dare tutti eotto i posti vacanti da sottose-gretario ai responsabili (“ch epoi sono tutti del sud”, sarebbestato il suo commento), ma dilasciarne almeno tre alla Legain modo da rinforzare la posi-zione nel governo, ma anche suquesto Berlusconi gli ha dato ildue di picche. Infine quel vol-tafaccia su Gheddafi e il sì aibombardamenti senza neppu-re avvertirlo. Certo, un calcioBossi lo ha assestato al Cavalie-re con quella battuta dell’esser-si messo in ginocchio da Sarko-zy, ma il veleno era da leggeretra le righe; il senatur sa quantoBerlusconi tiene agli accordi si-glati con la francese Edf sulfronte della fornitura del gas edel nucleare, di lì la coltellata.Infine c’è la questione più spi-nosa, che riguarda Tremonti.Ma soprattutto la Banca d’Ita-

BALLE & BOMBE

S alvo sorprese dell’ultim’ora, mar-tedì, al voto della Camera dei de-

putati, ci sarà anche la mozione del-l’Italia dei Valori. Le “dif ficoltà” ch esi erano create con l’ufficio di pre-sidenza dovrebbero essere superate.Gianfranco Fini si era preso del tem-po per valutare il testo “in modoscr upoloso”, preoccupato del con-trasto della mozione con la risoluzio-ne Onu e le parole del Capo delloStato. Ma lunedì dovrebbe ammette-re al voto anche la posizione del par-tito di Di Pietro, contrario ai bom-b a rd a m e n t i .

RESTA UN DUBBIO, che potràchiarirsi solo in Aula: il regolamentodella Camera preclude il voto iden-tico e contrario su una stessa materia.Tradotto, se la mozione Idv dovesseessere esaminata dopo le due di Pd eTerzo Polo che dicono sì ai bombar-damenti, il voto potrebbe saltare. Masi tratta di una ipotesi tutta da veri-ficare, una questione procedurale cheverrà valutata solo sul momento.L’Italia dei Valori, comunque, rinnova

il suo appelloagli altri partitid’opposizioneaffinchè votinocompatti la mo-zione che po-trebbe far cadereil governo, se laLega dovesseconsumare larottura con ilPdl. La “s t a m p e l-la” del Pd alla posizione del governo,dice l’Idv Massimo Donadi, sarebbe“la pietra tombale del centrosini-s t ra ”.In attesa che anche la maggioranzapresenti il suo testo (si sta lavorando atrovare una linea comune con il Car-roccio) è arrivata anche la proposta dimediazione dei Responsabili: una mo-zione che escluda, fin da ora, l’invio ditruppe di terra e limiti al 31 luglio ladurata delle nuove modalità di par-tecipazione dell’Italia all’inter ventomiliare in Libia. Chissà se i leghisti sifaranno convincere dall’ipotesi “p a u-sa estiva”.

La partitadi Milano e laspartizione dellepoltrone. Vietatolo show pro-Silviodi fronteal Tribunale

RA I D tricolori. Altre bombeScontri al confine con la Tunisiadi Alessandro Oppes

L’ Italia fa bene i compiti, tantoche arrivano anche i compli-

menti della Nato. Seconda missio-ne dei caccia tricolori sulla Libia esecondo raid andato a segno. Si ètrattato ancora una volta di dueTornado Ids decollati dalla base diTrapani Birgi e scortati da due cac-cia F16. Attacchi “andati a buon fi-ne”, ha assicurato il sottocapo diStato Maggiore di “Unified Protec-tor”, il generale di brigata Rob Wei-ghill, per il quale gli interventi de-gli aerei italiani nelle ultime 48 orehanno portato “grandi benefici al-le operazioni”. Elogi che non con-tribuiscono a rasserenare il climanella maggioranza di governo, conil ministro leghista Roberto Calde-roli che avverte Berlusconi: “Nonvedo vie d’uscita. Partito il primoraid, è tutto più difficile”.Situazione ancora estremamentedelicata sul terreno. Unità navalidella Nato hanno avviato ieri una

complessa operazione per ritiraredalle acque del porto di Misuratadiverse mine collocate dalle forzeleali a Gheddafi. Le truppe libichestanno continuando a bombardarela città simbolo della resistenza av-valendosi di artiglieria, di mortai edi missili di più lunga gittata. Fontimediche parlano di almeno dodicipersone morte nelle ultime orenella battaglia per il controllo delporto, che in serata è stato dichia-rato “non operativo”. Oltre che suMisurata, le operazioni alleate siconcentreranno nei prossimi gior-ni anche sulle città di Zintan e Ya-fran, dove il regime sta lanciandopesanti offensive. Il conflitto ri-schia di assumere una dimensionesovranazionale dopo gli scontri afuoco che si sono scatenati allafrontiera con la Tunisia fra le trup-pe di Gheddafi e i militari del paeseconfinante. Secondo testimonian-ze raccolte dalla Reuters, si è com-battuto anche nel centro di Dehi-ba, in territorio tunisino.

Il coordinatoredel Pdl,Denis Verdini (FOTO EMBLEMA)

M O RAT O R I E E i Responsabilipropongono: spariamo fino al 31 luglio

Page 5: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

Sabato 30 aprile 2011

Il senatoredemocratico

“Quei banchivuoti non sonostati un belsegnale datoai nostrielettori

L a copertina di Pa n o ra m a arriva duegiorni dopo quella su Il Giornale:“attenzionato speciale” Giulio

Tremonti. Un uno-due sulle pagine che fannocapo al premier che difficilmente si puòcatalogare come casuale. Sallusti non ci ha giratotroppo intorno: è il ministro dell’Economia cheha sobillato Bossi contro il Cavaliere per l’a f f a i re

libico. Il settimanale diretto da Giorgio Mulèinvece ieri si è esercitato in una operazione “disistema”, raccontando minuziosamente la “re t e ”su cui può contare Tremonti. Una vera e propria“indagine su Giulio”. “Si stava meglio quandonon c’era lui?” il titolo del settimanale. Con icrismi del degno successore o del traditore cheassembla le truppe?

IGNAZIO MARINO Dico no all’attacco militare

“Dai missili al Terzo polo: così dove andiamo?”

Assenze e sms sbagliati:l’opposizione-stampellaGIOVEDÌ MAGGIORANZA SALVATA DA PD E IDV

E SULLE MOZIONI PER I TORNADO È CAOS TOTALE

Intanto Veltronifa il picconatoresul “Foglio”:dopo leamministratived i s c u t e rela linea Bersani

Panorama: “Si stava

meglio quando

non c’era Giulio?”

BALLE & BOMBE

lia. La Lega, con il ministro del-l’Economia, punta a mettere alposto di D r ag h i (in vista dellapoltrona più alta della Bce) il fe-delissimo Grilli, mentre Berlu-sconi, che non è mai riuscito adincidere nel salotto bancario divia Veneto, stavolta non vuol fa-re tappezzeria. Insomma, nonsono pochi e leggeri i motivi didistanza tra Bossi e Berlusconi,ma sono tanto palesi da convin-cere il coordinatore di Fli, Ro-berto Menia, a levare il tappetoper mostrare la polvere: “Que-sta urlata insofferenza tra Pdl eLega, che finisce a pacche sullespalle, nasconde nient’a l t roche un mercato delle vacche,altrimenti ci dovrebbe esserevoto di rottura in Parlamento”.Che invece, come si diceva,non ci sarà. Anche ieri sera, in-fatti, Bossi è salito sul palco diMilano per la manifestazione insostegno di Letizia Morattimentre Berlusconi blandiva l’e-lettorato cattolico ricordandoWojtyla come se fosse stato unsuo parente stretto giurando dinon aver mai fatto una legge“contro i valori cristiani”. Con-tro la Costituzione, invece, ec-come. Comunque, la verità èche a Bossi non dispiacerebbevedere Tremonti presto al po-sto del Cavaliere per finire unalegislatura e portare a casa, de-finitivamente, il federalismo.Con Silvio a Palazzo Chigi e tut-ti i suoi guai personali il risul-tato potrebbe non essere altret-tanto scontato. Ecco perché,dopo le elezioni, cominceràun’altra partita e i referendumsaranno l’ultimo banco di pro-va della tenuta dell’alleanza edella maggioranza di governo.Sempre che ci si arrivi.

Bomba o non bombaAntonio Di Pietro e Dario

Franceschini (FOTO EMBLEMA)

di Chiara Paolin

I l dottore dice che il ma-lato è grave, e che la cura

non è una pastiglia di mo-d e ra z i o n e .Senatore Marino, comesta l’Italia?Il Paese, di fatto, è in guerra.Ma non sappiamo ancoracon quali modalità, perché ilpresidente del Consiglionon è venuto in Aula a spie-garcelo. Nel frattempo, laLega minaccia e strepita an-nunciando una posizionecontraria a quella del gover-no cui appartiene. Voglio so-lo ricordare che alla Camerai deputati leghisti sono 59:potrebbero fare la differen-za.E la faranno?Non sfugge a nessuno il fattoche siamo davanti all’a p p u n-tamento con le amministra-tive, e se alle roboanti di-chiarazioni di Calderoli ecolleghi dovesse poi seguireun placido silenzio, sarem-

mo di fronte all’ennesimoepisodio tattico di un partitoche ha lasciato i temi cari alterritorio per seguire i gio-

chi di Roma.Insomma niente crisi digove r n o ?Purtroppo temo di no.Ma se l’altro giorno l’o p-posizione fosse rimasta inaula a votare contro il de-creto sullo sviluppo anzi-chè marinare la seduta?Il Pd deve dimostrarsi rigo-roso nella sua azione di con-trasto, e certo quelle assen-ze non offrono l’imma ginedi compattezza oggi neces-saria per far capire agli elet-tori la nostra voglia di cam-biamento.Sulle mozioni per la Libiail Pd sta lavorando bene?Dobbiamo assolutamentefare in modo che il Parla-mento si esprima su un temacosì importante. La mia po-sizione personale è control’attacco militare. Perché holavorato per anni al VeteransHospital di Pittsburgh dovela guerra sono soldati senzaun braccio, un occhio, e lavita rovinata dallo choc post

traumatico. Nel nostro caso,andremmo a colpire inevita-bilmente anche la popola-zione civile, con conseguen-ze terrificanti.Come procedere allora?Diplomazia, aiuti umanitari,accordi di cooperazione.Non s’è mai visto un ditta-tore rimosso dall’av i a z i o n e .La sua posizione però èminoritaria, nel partito.Nei prossimi giorni sarò ingiro per l’Italia a sostenere lecandidature di alcuni candi-tati. Gorizia, Torino, Milano.Ecco, Milano per esempioha la fantastica opportunitàdi mettere alla guida unapersona con cui condividovalori e progetti importan-ti.Anche se non è un Pd.Pisapia parla dei temi che miinteressano. I ritardi e glisprechi sull’Expo, il mare dicemento che ha sostituito ilmillantato ‘orto globale’, losmog che tormenta i bam-bini, un sindaco uscente

condannato dalla Corte deiConti per una gestione scor-retta delle risorse pubbli-che. Queste cose interessa-no agli elettori, non le logi-che di cordata. Le comunalidevono diventare il test perle alleanze di domani.Quindi lei invita il Pd aguardare verso sinistra?Il Pd può essere il perno diun sistema che rimette alcentro contenuti comuni:lavoro, sanità, scuola, diritti.Etica, perfino.Conosce già l’obiezione:col polo di centro arriva-no più voti, e la vittoria.Con Sel e Idv forse no.Ma se l’Udc vuole il nuclearee il legittimo impedimento eil Pd è contrario, a che servevincere? Se invece sceglies-simo i nostri alleati naturaliavremmo l’appoggio di unpartito che oggi è davvero ilpiù importante: quello dichi non vota più perché nonha un programma serio cuiaderire. Facciamolo noi.

di Paola Zanca

Allarme sottovalutato. IlPd, con il voto di giovedìsul Documento di econo-mia e finanza, ha fatto co-

me a Fukushima. Ha mandato aisuoi deputati un sms di “l i ve l l o1” e così, per venti voti, si è per-sa l'occasione di mandare sottoil governo su una materia seriacome i conti pubblici.I messaggini che i parlamentaridemocratici ricevono alla vigi-lia di ogni voto sono tarati suuna scala che va da 1 a 3. Uno,“presenza obbligatoria”: semanchi non è una tragedia.Due, “presenza obbligatoriasenza eccezioni”: solo i leaderpossono mantenere gli impe-gni presi. Tre, “presenza senzaeccezione alcuna”: nemmenoBersani, per intenderci, puòsgarrare. Quell’sms è l'evoluzio-ne tecnologica di un avviso cheun tempo finiva a pagina 2 del'Unità. Ma anche tra i partiti del-l’opposizione che non hannocertificato l’allarme basso, le as-senze sono state equamente di-stribuite. Diciassette democra-tici su 206, nove Udc su 39, dueIdv – compreso Di Pietro – su22, cinque finiani – B o c ch i n oincluso –su 29. Benedetto DellaVedova, capogruppo di Fli, am-mette senza troppe remore:“Fesso che sono, dovevo pensa-re che sono peggio di quantouno pensi”. Ce l'ha con quellidella maggioranza, “blindati suprocesso breve e testamentobiolog ico” e assenti sull'econo-

mia. Ma anche con se stesso,che ha “dato per scontato” ch esi sarebbero presentati “in mo-do tetragono” come il giornoprima. E sì che al Parlamento –schiacciato sui decreti e sui te-mi cari al premier – non capitapoi così spesso di poter lavora-re. “È vero – dice Della Vedova –Ma c'è la campagna elettorale, èun momento particolare”.

LO SOSTIENE anche il Pd,che tra gli assenti ha tre candi-dati (Fassino a Torino, Ceccuzzia Livorno, Bobba a Vercelli) mache, con l'sms di livello 1, ha sot-tovalutato il livello di guardiadella maggioranza. Colpa delleprossime amministrative anchesecondo l'Udc: “Ma è stato un er-rore – ammette Roberto Rao – enon lo ripeteremo. Comunqueanche Di Pietro non c'era e nes-suno lo ha accusato di fare la

stampella”. Il leader dell'Italiadei Valori era assente al voto sulDef: “Era un voto come tanti al-tri, l'occasione sulla quale far ca-dere il governo é un'altra: saràmercoledì quando si dovrà vota-re la mozione della pace propo-sta dall'Idv per la Libia”. Chi nonla appoggerà, ecco il riferimen-

to dell'Udc, farà “da stampella”al governo, da “ciambella di sal-vata ggio”alla maggioranza. Se larottura tra Lega e Pdl dovesseconsumarsi definitivamentemartedì, infatti, sarebbero lemozioni di Pd e Terzo Polo a te-nere in piedi la linea dei bombar-damenti sostenuta anche dal go-verno. “Noi facciamo da stam-pella al Paese in un momento didif ficoltà”, dice ancora il centri-sta Rao. “Altro che stampella –gli fa eco il capogruppo Fli DellaVedova – il nostro è impegno se-r io”. E ricorda che la stampella,se vogliono chiamarla così, l'op-posizione l'ha già fatta: in com-missione, quando la Lega diser-tò, per poi far pace con il Pdlqualche giorno più tardi. Anchestavolta, è convinto Della Vedo-va, “passato il fine settimana dicampagna elettorale troveran-no modo un po' patetico di ri-

mettersi insieme”. Eppure, duesere fa, è stato proprio il leghistaMatteo Salvini a disegnare lo sce-nario descritto da Di Pietro: "Sa-rebbe paradossale che il partitodemocratico con un voto favo-revole accorra in soccorso delgover no”.

“MA LA STAMPELLA sonoloro! - dice il veltroniano WalterVerini – Noi dovremmo avere laforza di spiegare la nostra posi-zione al Paese, che è quella del-l'Onu, di Obama, di Napolitano.Qui si gioca l'immagine del par-tito: su questioni straordinaria-mente rilevanti come queste, ilfatto che sia anche la posizionedel governo, è solo un effettoc o l l a t e ra l e ”. La scelta di chiede-re un voto parlamentare sulla Li-bia, nel Pd, è arrivata dopo lun-ghi tentennamenti. E ha creatomalumori all'interno del partito.Proprio oggi, in un'intervista alFog l i o , l'ex segretario Walter Vel-troni ha detto che dopo le am-ministrative sarebbe “oppor tu-no aprire una discussione” sullalinea Bersani. Molto meno pole-mici, ma comunque amareggia-ti, anche il gruppo di parlamen-tari pacifisti. Vincenzo Vita hachiesto “un chiarimento: nonpuò certo essere il Pd a rischiaredi sorreggere il governo”. AncheEnrico Gasbarra dice che “den -tro il Pd il tema della pace temadovrebbe avere un po' più dispazio”.“Pagheremo un prezzo -osserva Andrea Sarubbi – a n ch eperchè il nostro elettorato ècontrario alla guerra”. Veltroniun po' meno, direbbe Bersani.

Bossi primadice “non facciosaltare tutto”,poi Calderoliricomincia:“Non c’è viad’uscita”

CAMERA Nonostante fosse venerdì, l’assemblea diMontecitorio non si è riunita. Nuovo appuntamentomartedì alle ore 11.

SENATO Nemmeno a Palazzo Madama ci sono statilavori d’aula. Senatori convocati martedì 3 maggio alleore 17.

di C. P.

La copertinadell’ultimo numerodi “Pan o ra m a ”

Macchine e palazzi distrutti.Ieri, nella città libica di Misurata

(FOTO LAPRESSE)

Page 6: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

pagina 6 Sabato 30 aprile 2011

divisioni.Le minacce della Lega sono ascopo elettorale. Vedremo laprossima settimana.Il berlusconismo sta finendo?Berlusconi deve capire che fin

quando parlerà al cuore de-gli italiani vincerà. Ilproblema è chi sta at-torno a lui e usa il pal-lottoliere. Quandosi circonda di per-sone così si inde-bolisce.La matematicaconduce al

del Tg1. Tema: la Lega rom-pe .In questi giorni si fanno le scelteper il futuro sistema politico.Tremonti complotta coi le-ghisti?Che loro abbiano una pre-ferenza per Tremontici credo. Ma così lodanneggiano. Il ti-tolo del Giornale(“Tremonti aizzala Lega”, ndr) è sta-to un segnale chia-ro. Rischiamo unclima di diffidenzaper manente.Libia suolo di

Rai, Garimberti:

“La settimana

prossima il nuovo dg”

I l giorno dopo l’addio di Mauro Masialla Rai, già pronto ad assumere ilruolo di amministratore delegato di

Consap, la società di assicurazionipubbliche, interviene il presidente Rai,Paolo Garimberti: “Sicuramente laprossima settimana si sbloccherà laquestione relativa al direttore generale,

perché dobbiamo scegliere in tempi brevi",ha detto Garimberti a margine dellapresentazione del palinsesto dei programmiradio-televisivi per il Giro d'Italia diciclismo. Garimberti ha annunciato che ilcda, inizialmente previsto per mercoledì 4,sarà anticipato al giorno prima, così daavere poi la definizione di tutto entro le 24

ore, ovvero il mercoledì attraverso ipassaggi in assemblea totalitaria dei sociRai, quindi l'azionista di riferimento (ilTesoro, ndr) e nuovamente in cda. Allarichiesta di fare qualche nome su possibilicandidati alla direzione generale,Garimberti ha risposto "su questo nonposso dire nulla".

PIONATI, IL DECIMALE VINCENTE:“IO SALVO IL GOVERNO DI B.”

Il presidente di Adc vuole una poltrona di sottosegretario

di Fabrizio d’Esposito

Recita l’inno dell’Alleanzadi centro: “Noi vogliamodifendere l’onore di chinon ha più santi da prega-

re/ di chi, espropriato da ognisuo diritto, si sente oppresso daldovere tutto/ di chi non ha unostraccio di lavoro/ raccogliere-mo voci in un sol coro”. Il leaderdell’Adc, una delle sei sigle dellagalassia dei Iniziativa Responsa-bile, è Francesco Pionati, ex vi-cedirettore del Tg1. I Responsa-bili salvarono B. il 14 dicembrescorso, giorno della fiducia. Daallora, il nome di Pionati compa-re nel toto-rimpasto.Pionati, il vostro inno è diven-tato un cult.Vero, è una marcetta paramilita-re di facile ascolto. Siamo statifortunati, io credo nella Provvi-denza.La Provvidenza ha mandatonell’Adc anche Debora Ca-p r i og l i o.È una persona straordinaria, chefa teatro serio. Purtroppo è pri-gioniera del cliché dell’attr iceche ha fatto i film di Tinto Brass.Così come io mi porto dietro ilcliché del demitiano.Ma lei ormai è un avellineseb e r l u s c o n i a n o.A differenza di De Mita, Berlu-sconi si disinteressa del potere.De Mita, invece, pur di sistemarei nipoti in Campania è passato daBassolino a Caldoro.Giudizio un po’ i n g r a t o.Io per rimanere nel centrodestrasono uscito dall’Udc, è De Mitache è immorale.Faccia la nota come ai tempi

Un malore in studio,Sposini è in coma farmacologico

triumviro Verdini, il granderegista del rimpasto che an-cora non c’è.Niente nomi e polemiche perso-nali. Però non capisco.Cosa?Se la Destra prende un sottose-gretario il nome lo fa Storace, ca-po di quel partito. Se tocca ai Re-sponsabili sono gli altri a selezio-n a re .Aspettate dal 14 dicembre.La fiducia non è stato un gioche-rello. C’è stato il tentativo di de-capitare Berlusconi.Una ghigliottina azionata an-che dalla libdem Melchiorre,aspirante sottosegretaria.Se Cesare fosse sopravvissuto aBruto, dubito che si sarebbe ri-preso Bruto in casa.Il rimpasto langue.È stato scavalcato da un’emer -genza più grande, causata dalleminacce di Bossi.Però il suo nome è sempre alcentro di polemiche. Sul rim-pasto, ovviamente.Perché sono un personaggio. Di-cono che aspirerei alla Comuni-

L’exgi o r n a l i s t a

del Tg1,P i o n at i

(FOTO LAPRESSE)

MEDIA E REGIME

L amberto Sposini, giorna-lista e conduttore di “La

vita in diretta” è stato col-pito da emorragia cerebraleed è in coma farmacologi-co.Tutto è accaduto ieri, pocodopo le 14, nello studio delprogramma di Rai1, qual-che minuto dell’inizio dellatrasmissione dedicata allenozze tra il principe Wil-liam e Kate Middleton cheavrebbe dovuto condurre.Dalla sede Rai di via Teula-da, a Roma, Sposini è statoprima ricoverato nel repar-to di rianimazione dell’ospedale Santo Spirito poitrasferito al Policlinico Ge-melli dove l’ hanno sottopo-sto ad un intervento neuro-chirurgico, iniziato alle 18,per ridurre l’emorragia ce-re b ra l e .Solo in tarda serata si è sa-puto che l’operazione è an-data bene; l’ematoma si sa-rebbe riassorbito anche senon è ancora possibile co-noscere l’entità del dannosubìto.Al momento dell’i m p rov v i-so malore, il popolare con-duttore, avrebbe perso san-gue dalla bocca, poi anche isensi e le sue condizioni so-no sembrate subito moltograv i .I primi ad intervenire sonostati i colleghi che hannochiamato i soccorsi giunticirca 20 minuti dopo lach i a m a t a .Un lasso di tempo che adalcuni, però, è sembratomolto più lungo tanto chenelle agenzie si sono subito

scatenate le polemiche allequali i responsabili del ser-vizio Ares 118 hanno repli-cato assicurando di aver ri-cevuto la chiamata e inviatosul posto non solo l’a m b u-lanza, ma anche un’ a u t o-medica con un’equipeesperta a bordo.“L’ambulanza è arrivata do-po 19-20 minuti dalla chia-mata. Qui da noi è tutto re-gistrato, e fanno fede le re-g istrazioni” sono state le di-chiarazioni di Livio De An-gelis, direttore dellacentrale operativa 118 dellacapitale.In serata si è saputo che ilpresidente della regione La-zio Renata Polverini hachiesto una relazione percapire nel dettaglio come sisia realmente svolta la vi-cenda.La notizia del grave maloreè stata diffusa dalla collegaMara Venier intorno alle

15.44: “Sembra che tuttostia andando bene e cheLamberto si stia riprenden-do”. Bruno Vespa, Paolo Ga-rimberti, Mauro Mazza,Emilio Carelli, Massimo Gi-letti , Mara Venier e il diret-tore di Sky Tg24, Emilio Ca-relli sono alcuni dei volti co-nosciuti del mondo delgiornalismo e della televi-sione accorsi al pronto soc-corso del Policlinico di Ro-ma.Tra i primi ad arrivare inospedale Enrico Mentanache in apertura del suo TgLa7 ha dedicato la puntataall’amico Sposini con il qua-le ha condiviso l’av ve n t u radel Tg5.Mentana non ha voluto ri-lasciare alcuna dichiarazio-ne salvo poi, in diretta, af-fermare: “Ci sono giorni incui chi fa questo mestierenon vorrebbe lavorare”.

E.Reg

cazione. Una pura sciocchezza.Lo dicono perché sono un gior-nalista. Se fossi un campione dinuoto mi metterebbero nella ca-sella dello Sport.Entra o non entra, allora?Non è un problema di poltrone,ma di dare dignità e forza alla ter-za gamba della coalizione. Quan-do sono andato via dall’Udc, ilPdl mi ha offerto di tutto. Inveceho fondato un partito. Io facciopolitica.Quindi?Ci sono tutte le condizioni percui possa entrare.I Responsabili diventerannoun partito, pare di capire.Ci sono due progetti paralleli. Dauna parte noi dell’Adc, dall’a l t rauna formazione meridionalista.Per fare cosa?Sono un bipolarista convinto. Ilmio schema è un nuovo penta-partito: Pdl, Lega, Storace, i me-ridionalisti e noi. Vorrei chel’Adc fosse come il Pri, che con ilsuo due per cento influenzava il40 della Dc.Al momento i numeri del-

l’Adc sono più bassi.I decimali sono decisivi. Con lo0,7 in più si vincono le elezioni.Noi siamo stati determinanti alleregionali in Lazio e Piemonte.Oggi?Corriamo nelle 23 principali cit-tà in cui si vota. A Chioggia an-diamo con la Lega.Si sente ancora democristia-no?Sì, perché democristiano nelsenso buono significa modera-zione.Un democristiano contro:Casini. Lei ostacola il ritornoa destra dell’Udc .È Casini che si ostacola da solo.Non sa che cosa fare e ha subor-dinato un partito alla sua ambi-zione personale di guidare unodei due poli.Tra vent’anni i Responsabiliverranno ricordati per Scili-poti?Forse l’apparenza a volte lo dan-neggia, ma è una persona di pas-sione profonda. Ha messo daparte le sue ambizioni personaliper il gruppo. Un vero regista.

LE ACCUSE di Grillo a Santorosi spengono in Rete

Il Responsabile Scilipoti (FOTO LAPRESSE)

Lamberto Sposini (FOTO ANSA)

L a lite a distanza tra Beppe Grillo eMichele Santoro non ha scatenato

i commenti in Rete, dove la plateadel comico genovese è forte e moltoattiva. Durante un'intervista registra-ta, mandata in onda da Santoro nel-l’anteprima di A n n o ze ro , Grillo ha ini-ziato un discorso su Parmalat e il nu-cleare, ma poi riferendosi al giorna-lista ha attaccato chi ospita in studiopolitici “mor ti” e “volenterosi carne-fici della nostra democrazia”: “Holetto un libro che mi ha fatto apriregli occhi. Si intitola I volenterosi car-nefici di Hitler. Quelli che hai tu instudio, i politici, sono i volenterosicarnefici della democrazia, per que-sta gente qui è finita, tu Santoro tieniin vita queste persone, non sei unmedia ma un medium, fai parlare lagente alle tue spalle invece di far par-lare i politici in studio”. Santoro haaccettato il confronto e ha subito re-plicato notando una stranezza nel ra-gionamento di Grillo: “Basta con A n-n o ze ro ? Lo pensa anche Berlusconi”.E ha aggiunto: “Se noi vogliamo dav-vero un cambiamento in senso eco-logico della realtà che ci circonda,dobbiamo imparare ad amare tutte le

piante che ci circondano, e se vo-gliamo una rivoluzione dei senti-menti dobbiamo imparare a rispet-tare tutti i sentimenti delle personeche ci circondano. E ancora unaobiezione: se in questo Paese tende aprevalere la legge più forte non saràperché noi manchiamo di attenzionenei confronti delle ragioni degli al-tr i?”. E poi ancora: “Noi qui non cipossiamo esprimere come Grillovuole che ci esprimiamo, per il sem-plice motivo che intorno a noi sonostate costruite una serie di regoleche funzionano un po' come dellesbar re”.Sul sito di Grillo il diverbio è quasipassato inosservato, soltanto unutente ha applaudito il rimproveroal giornalista: “Grande Beppe, so-prattutto per la tirata d'orecchie aSantoro, ci voleva”. Sulla pagina uf-ficiale di A n n o ze ro , che conta oltre400 mila iscritti, nessuna parola afavore dell'uno o dell'altro, soltantocomplimenti ad entrambi. Anzi,qualcuno ha criticato i giornali che,del lungo intervento di Grillo, han-no estrapolato soltanto le accuse aS a n t o ro .

Page 7: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

Sabato 30 aprile 2011 pagina 7

irresistibili. La scorsaestate il nucleonarrativo del raccontoche ha ispirato questolibro è statopubblicato a puntateproprio sulle paginedel Fatto Quotidiano.

La Marchesa,

la villa e il Cavaliere

Storia di sesso e potere

T utti i giornalisti che prima d’orahanno raccontato la storia diquesta villa sono stati denunciati.

Uno scandalo sessuale, un triplice omicidioche vede coinvolti tre personaggi dellaRoma-bene degli anni Settanta. Unosconvolgente inserto fotografico attraversoil quale gran parte degli italiani si fa voyeur.

Tutto questo nel libro di Luca Telese, editoda Aliberti, La Marchesa, la villa e il Cavaliere- Una storia di sesso e potere da Arcore adhardcore . Ne esce uno spaccato inquietantedella modalità di condurre gli affari da partedi Cesare Previti e di Berlusconi. Sin da queilontani anni Settanta che videro l’iniziodelle loro fortune e delle loro ascese

QUELLA FOTOGRAFIACHE HA MESSOB. NEI GUAI

Quando il Caimano inseguiva misscol camper di Telemilano

HARDCORE

Silvio Berlusconi a Viareggio, tra le ragazze di Miss Italia 1979. Sopra, Anna Maria Casati con Cesare Previti.

“Per colpa delle tuefoto, mia moglienon mi fa più vederei miei figli!”. Fusar,Vallinotto e Roveri,i primi tre fotografiche hanno ritrattoil premier, all’epocasolo “D o t t o re ”

La droga peggiore? L’i n d i f fe re n z aIL CONVEGNO DEL GRUPPO ABELE: UNA FASE POST PROIBIZIONISTA È POSSIBILE

di Stefano Caselli

I nvestimenti sulla prevenzione, lottaal narcotraffico, più risorse per i trat-

tamenti, l’emergenza carceri e il rilan-cio della riduzione del danno come“quarto pilastro” della lotta alle dipen-denze. Alla fine della due giorni di rifles-sione su “Dipendenze e consumi” a 35anni dall’approvazione della prima leg-ge sulla droga in Italia, il Gruppo Abeledi Torino rilancia la sfida, perché “unafase post proibizionista è possibile”. Dalsilenzioso ritorno dell’eroina al boomconsolidato della cocaina come sostan-za “da prestazione”, dall’abuso di farma-ci fino al gioco d’azzardo: la droga delXXI secolo è un elemento strutturaledella nostra società, non più una via difuga ma una scorciatoia per esserci. Unfenomeno non di massa ma diffuso, chein Italia riguarda occasionalmente quasiquattro milioni di persone di persone;circa 400 mila, invece, i casi di dipen-

denza bisognosa di trattamento.E a 40 anni dalle prime morti per drogain Italia, la logica della politica è ancoraquella della repressione a scapito dellaprevenzione: “La quasi totalità delle ri-sorse pubbliche – spiega LeopoldoGrosso, vicepresidente del GruppoAbele – è destinata alla repressione o alcontrollo, con iniziative spesso insensa-te, come il monitoraggio delle acque discarico delle scuole. E i fondi per la pre-venzione, scarsissimi e mal gestiti. Bastipensare alla campagna “Fatti la tua vita”,a forte rischio boomerang: ripropone lostereotipo dell’uso di stanze come mo-stro, e il mostro, tra l’altro, è un vam-piro, che come tutti sappiamo è una fi-gura molto popolare tra i giovanissimi.Senza contare che lo slogan assomigliatroppo a ‘fatti i fatti tuoi’”.Anche la realtà dei servizi di trattamentoè in crisi: “Gli enti locali – ancora Leo-poldo Grosso – tagliano per prima cosa iservizi di frontiera, che spesso sono tra

le cose più belle che abbiamo in questopaese. Ma i nuovi operatori sono quasisempre precari, con ritardi negli stipen-di. Non sono messi nelle condizioni diappassionar si”. “Non rassegnamoci” èla conclusione di don Luigi Ciotti: “Ac -canto alle forme tradizionali di dipen-denza – dice il fondatore del GruppoAbele – la società fa oggi i conti con altree più pericolose droghe: una politicatroppo spesso ostaggio dei privilegi deisingoli o di casta; un’economia che mor-tifica i servizi sociali; un’infor mazioneche, senza voler generalizzare, in molticasi non informa ma deforma; la drogadel lavoro senza sicurezza e diritti; unacultura che riduce tutto al metro delsuccesso, della ricchezza e dei soldi; ladisuguaglianza accettata come una fata-lità, le illusioni vendute come speranze.E infine la droga che ci impedisce di ri-bellarci e combattere tutte le altre: quel-la dell’indifferenza, dell’assuefazione edella rassegnazione”.

di Luca Telese

“Senta Evaristo, ci verrebbe que-sto fine settimana, ad Arcore, afotografar mi?”. Evaristo Fusaroggi ha 77 anni. Ne aveva 34

nel 1977, quando arriva quella telefona-ta, cortese ma insistente, da un giovaneimprenditore in ascesa, che gli doman-da un servizio su di sé. Tutto poteva im-maginare tranne che quelle foto leavrebbe fatte, malgrado all’inizio fosseperplesso. E che sarebbero rimaste ne-gli annali come i primi ritratti posati diSilvio Berlusconi (oggi valgono più diuno scoop di paparazzi su Belén Rodri-guez). E poi che lui, con “il Dottore” (co -sì si faceva chiamare) avrebbe stretto unrapporto decennale. Alla fine, l’incredi -bile collaborazione che sta per raccon-tarmi si concluderà con una proposta diassunzione prendere o lasciare: “Lasci tut-to e venga alla Mondadori”. Proposta ri-fiutata anche se economicamente allet-tante, per innato spirito di indipenden-za del destinatario.Alberto Roveri, invece, entra negli ufficidella Edilnord nel 1977. È ormai giuntoalla fine del suo servizio quando, men-tre sta riponendo con cura gli obiettivinella sua borsa di pelle, guarda ancoraper una volta il numero uno della socie-tà immobiliare. Non sa bene perché, ma– a un tratto – gli sembra di poter im-mortalare un’inquadratura diversa dallealtre, una luce particolare che primanon aveva. Allora riprende la macchina,la impugna, segue un impulso istintivo egli dice: “Dottore, mi lascia fare un altropaio di scatti?”. Il diaframma corre ve-loce, click, click, click. “Ci credi? Della pre-senza della pistola – racconta oggi diver-tito – mi sono accorto solo 30 anni do-po”. Un altro scatto che vale oro.Mauro Vallinotto “il dottore” lo avevagià conosciuto, e mi racconterà anchelui come. Ma resta folgorato dalla sua ap-parizione a Viareggio, al concorso diMiss Italia del 1979: “Era sbarcato in ri-viera con un camper attrezzato con tan-to di letto matrimoniale e due operatorial seguito, per filmare la finale di MissItalia. Rimasi stupito del fatto che un im-prenditore come lui facesse il cronista.In una delle pause – racconta Vallinotto– incuriosito per la scena, seguendo unimpulso, scattai una foto che oggi pareinnocente: Berlusconi era seduto, ac-canto alle aspiranti miss, e scherzavacon le ragazze. Quando sentii l’ottura -tore che scattava non potevo certo im-maginare che, proprio per via di quellafoto, mi avrebbe urlato addosso, in pub-blico, furibondo: ‘Vergogna! Mi hai ro-vinato la vita, mascalzone!’”.

NÉ IL COLLOQUIO di Fusar, né la pi-stola immortalata da Roveri, e nemmeno“il camper abborda-miss” sono elementicasuali. L’ingresso nella villa di Arcoreper Silvio Berlusconi è di più di un tra-sloco, l’anno zero della sua biografia, ilpunto di ripartenza di una palingenesipubblica e privata. È – per essere più pre-cisi – il momento in cui riesce ad avviareun lungo e meticoloso processo di edi-ficazione della propria immagine. Dagliscatti di gioventù, ridenti e fuggitivi, tal-volta rubati o d’occasione, il fondatore diMediaset sta passando al ritratto posato,alla costruzione scientifica del proprioimmaginario. Passa in quell’anno daltempo dell’azione a quello della prosaplasmando, ex novo, un personaggio e unimmaginario fondati su un ingredientefondamentale: se stesso.È dunque quasi normale che il futuro im-prenditore catodico si metta in cerca ditalenti che possano documentare il suoprodigioso salto di censo, raccontando ilsuo nuovo romanzo di formazione. Daquesto momento in poi, l’iconografia uf-ficiale del berlusconismo non consenti-rà più gli sguardi birichini del c hansonniergiramondo, non ritrarrà mai il giovane ar-rampicatore sociale con mustacchi e ca-pelloni lunghi, o il giovanotto con la pipapretenziosa e il sorriso ironico, ma solol’imprenditore (aspirante) statista, il clo-ne semiludico del duro da cinema ame-ricano, il sovrano regnante che intornoalla dimora nobiliare strappata ai Casati

ha edificato il proprio regno. Sull’icono -grafia berlusconiana ha scritto un bellis-simo libro Marco Belpoliti (Il Corpo del ca-po). Un libro che ha avuto una storia tra-vagliata, dal momento che l’editore abi-tuale del saggista, l’Einaudi (di proprietàMondadori) aveva rifiutato di pubblicareil testo (poi uscito per Guanda). Ne Il Cor-po del capo Belpoliti raccoglieva un’anto -logia delle foto che avevano costruito ilculto del sovrano di Arcore, l’i c o n o gra fi adel capo predestinato. Manca una cosache per un filosofo non ha senso, ma cheper un giornalista è essenziale. Cercaregli autori di quei servizi e fargli raccon-tare “il giovane” Berlusconi. Così ho rin-tracciato i tre primi ritrattisti del sovranoper chiedere cosa ricordassero. Con Fu-sar, Berlusconi prospetta un’assunzione,chiede ritocchi sul naso di cui si lamentapersino con Montanelli (“È un grande fo-tografo, ma con la mattina non ci sa fa-re ”), rivela che il suo modello è Reagan.Da Roveri si fa immortalare davanti al pla-stico di Milano 2, posa come lo zio Sam echiede una pausa tra un servizio e l’a l t rodicendo: “Chiamo l’estetista e mi faccioil manicure”.

Ma è Vallinotto che ha il ricordo più stu-pefacente. Incrocia una prima volta SilvioBerlusconi a Milano, nel 1976. Lui è uncollaboratore fisso dell’E s p re s s o , quello èil costruttore di Milano 2. Ha appena 22anni, ma è già un fotografo di moda affer-mato: “Alcune modelle mi parlano di que-sto imprenditore che fa delle feste anima-te, invita molte ragazze e ad alcune metteaddirittura a disposizione degli apparta-menti a Milano 2”. Mentre mi raccontaquesto particolare, ovviamente, rimangoper un attimo di stucco e Vallinotto sor-

ride: “No, no, ha capito bene: non è chemi sono confuso con il Bunga Bunga. È pro-prio quello che mi dissero di lui, nel lon-tano 1976, delle fanciulle che oggi defi-nirei cloni della Carfagna. Ovvio che miincuriosissi, no?”. In un’occasione i due siincontrano in una serata milanese, il gio-vane Vallinotto resta a sentire. Il suo sestosenso, non solo professionale, gli diceche con l’uomo di Milano 2 si rivedrà pre-sto. Due anni più tardi il fotografo è allapresentazione di una minuscola tv via ca-vo che si sta trasformando in emittente

privata. Nel 1979 Vallinotto, seguendo lepiste delle sue modelle milanesi approdaa Viareggio, per la finale di Miss Italia. “Mivedo arrivare Berlusconi, a bordo di unpullman marchiato Telemilano 58”. Rima-ne doppiamente stupito. “Non trovavostrano solo che facesse interviste di per-sona. Ma anche che a un certo punto, ri-conoscendomi, mi aveva detto: ‘Scusi Val-linotto. Ho visto che ha scattato. Mi per-doni, le sembrerà una sciocchezza, madevo chiederle se me le può cedere”. Ber-lusconi incalza: “Posso dirle una cosa dauomo a uomo? Mia moglie non sa che iosono qui, mi capisce?”. Vallinotto, che hafotografato anche il camper con cuccettae lettino ricoperto di pelle nera (e una tvincassata in una parete), ci rimugina. “Mase Berlusconi faceva le interviste e le man-dava in onda, come poteva poi dire allamoglie di non essere stato al concorso?”.

IPOTIZZA che sia una scusa per met-tere le mani sugli scatti. La cosa non glipiace, rifiuta. Le foto vengono compratee pubblicate. Non succede nulla e Val-linotto dimentica dell’episodio. Ma, 15giorni dopo, quando si ritrova alla finaledel Campiello succede l’impondera bile.Una sagoma si stacca dalla platea e invei-sce contro di lui: “Lui, incazzatissimo.Fuori di sé. Gridava: ‘Sei una carogna! Mihai rovinato la vita! Per colpa tua mia moglievuole divorziare!’. Io non rispondevo. MaBerlusconi mi era addosso, agitava le ma-ni sempre più minaccioso’”. Non finiscecon una rissa solo perché interviene,provvidenziale, un imprenditore di suc-cesso. “Una sagoma si interpose fra me elui – ricorda oggi Vallinotto – Vittor ioMerloni. Lo placcò come sui campi dirugby: ‘Silvio, lascia perdere! Non vediche ci stanno guardando tutti? Non dar-gli questa soddisfazione, dai!”. Fine di unmatrimonio, nascita di un mito.

B. con la prima moglie Elvira Dell’Oglio nel ‘78

Page 8: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

pagina 8 Sabato 30 aprile 2011

Da sinistra, il giudicecostituzionale Alfonso Quaranta

e il presidente uscente dellaConsulta, Ugo De Siervo (FOTO ANSA)

di Gianni BarbacettoMilano

Emilio Fede alla riscossa.“La telefonata con Rubyalle ore 16.30 del 14 feb-braio 2010, che la procu-

ra attribuisce a me, io non l’homai fatta: il numero indicatonegli atti non è il mio, ma quel-lo di Lele Mora”. Il direttore delTg4 contrattacca. Quel 14 feb-braio, San Valentino, per Kari-ma El Mahroug in arte RubyRubacuori è la prima volta avilla San Martino, alla corte diSilvio Berlusconi. Lo raccontalei stessa e lo provano i tabulatitelefonici, che segnalano lapresenza del suo telefoninonella cella di Arcore alle 22. Al-la stessa ora, lì è “a gganciato”anche il telefono di Fede. La te-lefonata di poche ore prima di-mostra, secondo la procura,che tra Fede e Ruby c’è un con-tatto che prepara la serata. “Ilmio difensore, Nadia Alecci,mi chiedeva: Emilio, ma tu haitelefonato a Karima quel gior-no? E io rispondevo: Nadia, no.Poi ho guardato bene le cartedella procura di Milano e mi so-no reso conto: quel numero ditelefono non è il mio”. Cosìracconta il direttore del Tg4.“Ma è un numero che io cono-sco, mi dicevo. Ho controlla-to: è di Lele Mora”.

UN ERRORE materiale deimagistrati, che attribuiscono aFede un numero di Mora: que-sta è la novità che i difensori delgiornalista, Nadia Alecci e Gae-tano Pecorella, presentano inuna conferenza stampa in cuichiedono alla procura il pro-scioglimento di Fede dall’accu-sa più grave, quella di induzio-ne e favoreggiamento dellaprostituzione minorile, peraver portato ad Arcore una Ru-by non ancora diciottenne. “I

magistrati hanno sbagliato aproposito di quel numero di te-lefono, che è di Mora, come ri-portano in più pagine le stessecarte dell’accusa”, dice NadiaAlecci. “La prima telefonata traFede e Ruby, lo dimostrano i ta-bulati telefonici, è di due mesidopo, il 26 aprile. Dura solo 9secondi, il che vuol dire chenon c’è stata risposta”. Seguo-no altri undici contatti, ma tuttibrevissimi. “Insomma, non èstato Fede il mediatore tra la ra-gazza e Berlusconi”. E chi, allo-ra? Il cerino passa nella mano diMora. “Io non scarico di certoM o ra ”, assicura Fede, “ma se hadelle colpe le dovrà pagare e lepa gherà”.“La procura sostiene che Fedeha conosciuto Karima il 9 set-tembre 2009, a un concorso dibellezza in Sicilia”, ragiona Na-dia Alecci, “e ne deduce chequel primo contatto ha poi pro-dotto l’introduzione della ra-gazza ad Arcore nel febbraiosuccessivo. Ma non è così. Fede

l’ha rivista quel 14 febbraio enon si ricordava neppure piùchi fosse”. Dura la conclusionedell’avvocato: “I pm hanno de-positato 25, 30 mila pagine e di-cono di aver fatto un’inda gineil più possibile ampia. Ma nes-suno ha mai voluto indagare co-me, perché e con chi Ruby si siasoffermata a Milano. Questa ladice lunga sull’i n ch i e s t a ”.In mezzo, sostiene la difesa, trail settembre in Sicilia e il feb-

braio ad Arcore, c’è un agentedi spettacolo, Tony Toscano,che Karima incontra quando sitrasferisce a Milano. La ragazzava da lui presentata da un’ami-ca, fa un provino di danza delventre, ma viene rifiutata. “P ro -va con Mora”, le dice. Fede haregistrato una conversazionecon Toscano, a insaputa del suointerlocutore. Ora la trascrizio-ne è stata consegnata ai magi-strati della procura, come ele-

mento a sostegnodella difesa.Il procuratore Ed-mondo Bruti Libe-rati non si scompo-ne: “Non entro nelmerito delle dedu-zioni difensive. Iprocessi si fannonelle aule”, rispon-de a distanza. Ma co-munque fa capireche l’errore nell’at-tribuzione della te-lefonata non cam-bia la sostanza, per-ché gli elementi acarico di Fede se-

condo l’accusa restano solidi.È Ruby stessa a raccontare chequel 14 febbraio è andata ad Ar-core portata da Fede, a bordodella sua Audi. ma Fede nega. ENadia Alecci spiega che l’ana-lisi delle celle telefoniche aiutail suo assistito: è vero che en-trambi, il direttore e la ragazza,sono registrati nel tardo pome-riggio a Segrate, dove ha sede laredazione del Tg4. Ed entrambirisultano ad Arcore alle 22. Ma

nel frattempo, il telefono di Fe-de è segnalato nella cella di cor-so Monforte, al centro di Mila-no, mentre il telefono di Rubyrisulta irraggiungibile. “La ra-gazza mente” – conclude Alec-ci – “non sono andati insieme avilla San Martino”.Il direttore del Tg4 non calca lamano contro i magistrati: “Misento più vittima di certa stam-pa che della giustizia, su cuipongo ancora la mia fiducia”.

Consulta, Quaranta grande favoritoIERI L’ULTIMO GIORNO PER IL PRESIDENTE USCENTE DE SIERVO, DIFENSORE DELLA CARTA

di Antonella Mascali

A lla Corte costituzionale sipensa già al dopo Ugo De

Siervo. Il presidente, eletto il10 dicembre scorso, ha lascia-to ieri il Palazzo che guarda ilQuirinale. Espressione delcentro-sinistra, eletto giudicedal Parlamento nove anni fa,De Siervo dovrebbe essere so-stituito da un altro componen-te della stessa area, ma la mag-gioranza politica, a quanto pa-re, ha tutta l'intenzione di farpassare molto tempo. Così fa-cendo, nella testa dei falchiberlusconiani, scatta la spe-ranza che i giudici “c o mu n i s t i ”possano passare in minoranza,sia pure per un soffio, in vistadi decisioni che riguardano an-cora una volta il presidente delConsiglio: il conflitto solleva-to da Palazzo Chigi contro i giu-dici del processo Mediaset, esoprattutto quello sollevatodalla Camera contro pm e gipdi Milano, investiti del caso Ru-by. I deputati del centro-destraritengono che del Ruby gatedebba occuparsi il Tribunaledei ministri, che ha bisognodell'autorizzazione a procede-re. Ed è in questo contesto chela presidenza della Consulta

non è più scontata. Secondoquanto risulta al Fa t t o , ci sonoottime probabilità che salti ilpiù che consolidato meccani-smo dell'anzianità di carica, inmodo da garantire l'elezione diAlfonso Quaranta.

QUELL'ALFONSO Quaran -ta che già nel dicembre scorsoaveva tentato la “scalata” conl'appoggio di metà della Con-sulta. Fu una votazione al car-diopalma, finita 8 a 7 per DeSiervo. Si dice, grazie a una me-diazione: lo slittamento delladiscussione sul legittimo impe-dimento “ad premier e mini-str i” dal 14 dicembre 2010 (giorno della fiducia a B.) all'11

gennaio 2011. Adesso si rico-mincia con le “t ra t t a t i ve ” inter -ne, con i segnali esterni, con lepreoccupazioni di alcuni giudi-ci. Uno di loro sussurra: “Quelli(vedi Pdl, ndr) vorrebbero laCorte piegata ai loro interes-si”.Se sarà eletto, Quaranta scaval-cherebbe, in base al criterio dianzianità, Paolo Maddalena, vi-ce presidente e Alfio Finocchia-ro. Maddalena, che ha bocciatosia il lodo Alfano che il legittimoimpedimento, effettivamenteavrebbe una presidenza troppobreve, fino al 30 luglio. Il man-dato di Finocchiaro (eletto dal-la Cassazione) scade, invece, il5 dicembre. Ma pur avendo vo-

tato per la conferma del lodoAlfano e del legittimo impedi-mento, non è ritenuto uomodalla capacità “d i p l o m a t i ch e ” e“giur idiche” per portare sullesue posizioni i colleghi. E cosìchi vuole fare della Corte una“dependance” di Palazzo Chi-gi, punta su Quaranta.

S T I M ATO giurista a livellotrasversale, gli si riconosconograndi doti di argomentazionedelle sue tesi. È anche descrittocome un abile “t e s s i t o re ”. Havotato con la minoranza dellaCorte a favore del lodo Alfano,ma a gennaio, dopo aver fattoparte fino all'ultimo dello zoc-colo duro dei giudici che vole-

vano la conferma del legittimoimpedimento, durante la vota-zione decisiva si è allineato conaltri 11 colleghi che hanno boc-ciato nella sostanza la norma.Per convincimento o per stra-tegia pro presidenza sua? Qua-ranta, d'altronde, è un giudicecon esperienza politica. È statonel 1981 capo di gabinetto delministro democristiano, Remo

Gaspari, pluri inquisito. Suo fi-glio, Alessio Quaranta, il 4 giu-gno del 2009 è stato nominatodalla presidenza del Consigliodirettore dell’Enac. Una sceltaritenuta da alcuni osservatori“inoppor tuna” perché avvenu-ta pochi mesi prima che la Con-sulta si esprimesse sul lodo Al-fano e quindi sul destino deiprocessi a Berlusconi. Presi-dente di sezione del Consigliodi Stato, il suo mandato alla Cor-te scade il 27 gennaio 2013. Persapere se davvero sarà eletto alposto dei colleghi più anzianiin carica, dobbiamo aspettareoltre un mese.Ieri, dunque, è stato l'ultimogiorno per De Siervo, che inmattinata è andato all'Universi-tà La Sapienza per la cerimoniadi “consegna degli studi in ono-re del professor Franco Modu-gno”, costituzionalista. Nessu-na dichiarazione, ma il presi-dente uscente negli ultimi gior-ni ha tenuto discorsi in difesadella nostra Carta: “La maggio-re novità introdotta dalla Costi-tuzione – ha detto – è la supe-riorità della Costituzione stessarispetto a ciò che vogliono ilParlamento, il governo e il pre-sidente del Consiglio". Berlu-sconi, però, non è d'accordo.

SCARICATORI DI PORCO

Il direttore haregistrato unatelefonata conTony Toscano:consigliò Karimadi rivolgersiall’uomo dei vip

Il giudiceamatodal Pdlp o t re b b efar saltareil meccanismodell’anzianità

È SCARICABARILE, tragli amici di Silvio Berlusconiaccusati di aver portato adArcore la minorenne Karima ElMahroug, oltre ad altre giovanidonne maggiorenni, che si

sono prostituitecon SilvioBerlusconi. NicoleMinetti, amica diSilvio, ex starlettetv e consiglieraregionale, sostienedi non aver portatolei Karima adArcore, ma semmaiEmilio Fede. Fedeadesso dichiara chesemmai è statoLele Mora.

Nessuno spara, per ora, sulcapo. Ma che cosa succederà alprocesso? “Da amico vero delpresidente Berlusconi, a cuirimarrò legato per tutta la vitaperché gli devo la mia secondagiovinezza professionale, hosempre cercato dip ro t e g g e r l o ”, dice Fede. “Malui doveva fare del bene aquesta o a quell’altra”. Unsegnale a Berlusconi? “Io nonho mai avuto bisogno di usareprostitute e non sono maistato in privato con alcuna diqueste ragazze. Al massimouna cena”, giura Fede. Serate“in cui non ho mai assistito adalcuna trasgressione”. Certo,nelle telefonate con Mora gliapprezzamenti sulle ragazzeerano pesanti. “È un peccato?Vorrà dire che parlerò piùdelle ottantenni mie coetaneee quando andrò alle feste,andrò alla Baggina”.

Il prossimoa esser mollato?B. rischia grosso

LA MINETTI SCARICÒ FEDEE LUI ORA SCARICA MORA

“Lele chiamò Ruby, se ha sbagliato deve pagare”

Il presidente uscente della Corte costituzionale, Ugo De Siervo, ha 68anni, è nato a Savona ma è fiorentino di adozione. Alla Consulta èarrivato nel 2002 eletto dal Parlamento su indicazione del centrosinistra.Si è laureato nel 1965 con 110 e lode alla Facoltà di Giurisprudenza diFirenze, dove nel 1969 è divenuto assistente ordinario di Dirittocostituzionale. Nel 1972 è professore incaricato nella Facoltà diGiurisprudenza di Sassari e poi di Firenze, mentre nel 1976 vince lacattedra di Diritto pubblico e insegna nelle Università di Salerno eFirenze. Attualmente è professore di Diritto costituzionale presso laFacoltà di Giurisprudenza di Firenze. De Siervo è stato componente dal'70 al '74 del Comitato regionale di controllo (Coreco) della Toscana, dal1986 al 1993 del Consiglio superiore della Pubblica amministrazione,dal 1997 al 2001 del Garante per la protezione dei dati personali.

Arcorini EmilioFede (FOTO EMBLEMA)

A fianco, Nicole Minetti;sotto, l’impresario Lele

Mora (FOTO LAPRESSE)

Sopra, RubyRubacuori (FOTO ANSA) S o t t o,

la prima del “Fat t o ”del 19 aprile: profetica

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Sabato 30 aprile 2011 pagina 9

CRONACHE

Roma si fermaper la beatificazionedi Giovanni Paolo II,il ponteficepiù amato

di Valeria Gandus

P ortarsi a casa un’i m p o r-tante opera d’arte e, in-

sieme, sostenere la campa-gna elettorale di GiulianoPisapia. A Milano sarà pos-sibile grazie alla generositàdi 27 artisti, i maggiori pit-tori contemporanei, chehanno donato le loro ope-re (una quarantina) per lavendita speciale che si ter-rà il 2 e 3 maggio prossimiallo spazio Theca di piazzaCastello 3, dalle 17 alle22.I nomi sono davvero im-portanti: ci sono VittorioAdami ed Eugenio Carmi,Agostino Bonalumi e Ma-rio Ceroli, Lucio Del Pez-zo, Arnaldo Pomodoro etanti altri ancora, in pra-tica il gotha dell’arte con-temporanea italiana. Nes-suno, finora, li aveva maimessi insieme in una col-lettiva così stellare. C’èriuscito il Comitato elet-torale dell’avvocato pena-lista che contende a Leti-zia Moratti la guida di Mi-lano. E non ha dovutonemmeno faticare trop-po, tale è stato l’e n t u s i a-smo con cui gli artisti han-no aderito all’i n i z i a t i va :“Hanno donato le loroopere con un entusiasmocommovente, nessuno di

loro ha avuto dubbi o in-decisioni” dice FrancescaCarmi, che ha organizzatola mostra e contattato per-sonalmente tutti gli arti-sti, alcuni dei quali non vi-vono nemmeno sotto laMadonnina ma si sentonougualmente coinvolti nel-la sfida elettorale che de-ciderà i destini non solo diMilano. “Tranne pochi re-lativamente più giovani,questo gruppo di artisti è

nato con il fascismo, hafatto la guerra e subito do-po ha incominciato a di-p i n ge re ” spiega la Carmi,figlia di Eugenio, 92 anni,ancora attivissimo. “Sonopittori che negli anni Ses-santa hanno partecipato ecostruito i movimenti ar-tistici d'avanguardia, chehanno fatto la storia del-l'arte continuando a in-ventarsi e reinventarsi.Adesso, ottanta-novan-

tenni, hanno ancora gliocchi di un bambinoquando guardano il mon-do e ti dicono: ‘L'arte oraè ferma, ma bisogna an-dare avanti, bisogna cac-ciare questi cialtroni e ri-c o m i n c i a re ’. Sono dei fe-nomeni!”.L’impegno degli artistiper Pisapia è un altro se-gno che a Milano l’aria stacambiando. Certo, la sfi-da dell’avvocato penali-

sta contro la sindachessauscente è dura, soprattut-to per l’enorme divariodei mezzi economici a di-sposizione per la campa-gna elettorale. L’acquistodi una di queste opere (iprezzi vanno dai 400 euroin su) può portare un po’di ossigeno nelle cassedel Comitato elettoraleper Pisapia e una boccatad’arte sulle pareti di ca-sa.

IL PAPADEI MIGRANTIE DELLA PACE

Oggi a mani giunte anche il governo diguerra e dei respingimenti in mare

L’arte in soccorso delle casse di PisapiaVENTISETTE PITTORI CONTEMPORANEI DONANO LE LORO OPERE AL CANDIDATO CHE SFIDA LA MORATTI

In alto, una gigantografia di GiovanniPaolo II che domani sarà Beato

(FOTO LAPRESSE) . Accanto, monsignorVincenzo Mogavero (FOTO ANSA)

LECCA LECCA

Vincenzo votaDe Luca

VINCENZO DE LUCA non ha dubbi che Vincenzo DeLuca sia un bravissimo sindaco e che Vincenzo DeLuca, re di Salerno dal 1993, sia il migliore candidatoper le amministrative di maggio. Lo scrive appuntoVincenzo De Luca (Pd) sul mensile di ItalianiEuropei,la fondazione di Massimo D'Alema. De Luca èconvinto di aver trasformato Salerno in una cittàmeravigliosa, ma che l'opera sia soltanto all'inizio: “Sista lavorando per avere il fronte di mare piùqualificato d'Europa, il più ricco di contenuti diarchitettura contemporanea”. In effetti è in corsa peril quinto mandato, è al potere dal '93 conun'interruzione imposta per legge, dal 2001 al 2006 fusindaco il suo ex segretario personale, Vincenzo DeBiase. Ma De Luca può dire a De Luca: “Megl ‘e te nunc’è nisciuno”.

Contributi elettoraliIn alto, l’opera di Lucio Del Pezzo, a lato,quella di Vittorio Adami, due degli artistiche hanno donato le proprie opere per la

campagna elettorale di Pisapia

NNAPOLI

Aggredito Lettiericandidato Pdl

G iornata da anni dipiombo a Napoli.

Prima gli scontriviolentissimi, a colpi dimazza e coltellate, tra glistudenti antifascisti e imilitanti di Casa Pound,nei pressi della Facoltà diLettere in seguito allacomparsa di alcune scrittesui muri dell’istituto. Pocodopo il candidato sindacoPdl Gianni Lettieri vieneminacciato e aggreditomentre passeggia neipressi di piazza SanGaetano, ed è costretto atrovare riparo nelcomplesso monumentaledi San Lorenzo Maggiore.Scontri anche nel suocomitato elettorale inpiazza Bovio, che vienedevastato da alcunigiovani. Gli aggressoriferiscono due volontaridel comitato. Verso le 17tafferugli in piazza Dantedurante il corteo dei centrisociali: feriti due poliziotti.Gli episodi probabilmentesono collegati. E suscitanol’unanime condannadell’intero mondopolitico. Lettieri hainvitato tutti ad abbassare itoni. Nel tardo pomeriggiola Digos di Napoli haidentificato uno degliaggressori del candidatosindaco. Si tratta di unelemento dei centrisociali.

DECRETO DI B.

Reintegratidue condannati

I l segnale che arriva daPalazzo Chigi è

dirompente. Sorprende efa riflettere la tempisticadel decreto col quale ilpremier Berlusconi hareintegrato duecondannati nel consiglioregionale della Campania.Entrambi fanno partedella maggioranza chesostiene il governatorePdl Stefano Caldoro. Sitratta di Roberto Conte,eletto in Alleanza diPopolo, condannato inprimo grado nel 2009 adue anni e otto mesi perconcorso esterno inassociazione camorristicaper una vecchia storiacciadi accordi elettorali colclan Misso, e di AlbericoGambino, eletto nel Pdl,condannato in primogrado e in appello a unanno, cinque mesi e diecigiorni per peculato, reatoconsumato attraverso unadisinvolta gestione dellacarta di credito delComune di Pagani(Salerno), di cui Gambin oera (ed è) sindaco. Perentrambi i 18 mesi deitermini di sospensioneerano scaduti da tempo.Berlusconi poteva agireprima, oppure aspettare ilvoto delle amministrative,o l’esito di una diffidadella consigliera Pdlsubentrata a Gambino.Invece ha firmato ildecreto in pienacampagna elettorale.(vin. iur.)

Oggi alle 20 primo appuntamento al CircoMassimo con la veglia di preghiera. Domanialle 10 in San Pietro la messa di Beatificazionepresieduta da papa Benedetto XVI e lunedìalle 10,30 la cerimonia di ringraziamento conil cardinale Tarcisio Bertone. Roma si fermeràper la beatificazione di Karol Wojtyla: 87delegazioni ufficiali, 5 case reali e 16 capi di

Stato, tra cui Giorgio Napolitano. In prima filaci sarà quel governo, capeggiato da SilvioBerlusconi, che vorrebbe respingere in mare ofar arrestare i migranti. Ministri che si sonodimenticati la posizione di Giovanni Paolo II sultema dell’accoglienza, come invece ricordabene monsignor Vincenzo Mogavero nellaprefazione che pubblichiamo.

di Domenico Mogavero*

Si può veramente pensare eparlare di un Wojtyla segre-to? A prima vista non èsemplice accettare una si-

mile descrizione di GiovanniPaolo II. (...)Ecco allora il senso ela fatica di cui si sono fatti caricoGiacomo Galeazzi e Ferruc -cio Pinotti nel volere indagareil Wojtyla segreto per portare al-la luce pieghe rilevanti della suaprofezia, del suo pensiero, dellasua “politica”. Il volume checonsegnano ai tanti estimatoridi Giovanni Paolo II, ma ancheai critici pensosi, segna un per-corso della memoria, affrontatosenza l’assillo di dover dimo-strare qualcosa, ma con la con-sapevolezza di tributare unomaggio a colui che ha traghet-tato la Chiesa e il mondo verso ilTerzo millennio, additando tra-guardi di senso incentrati sulladignità della persona e sulla di-fesa dei suoi diritti, e sulla ricer-ca di un progresso fondato sullapace. (...) È stato un santo nelsenso vero e pieno del termine,

quindi ridurlo a immaginettaonnisciente e imperturbabileequivale a banalizzarne il fonda-mentale ruolo giocato nella sto-ria del XX secolo.Per molti versi Karol Wojtyla èstato davvero l’uomo che “havinto la guerra fredda senza spa-rare un colpo” e proprio perl’eccezionale caratura del per-sonaggio sarebbe un errore ri-durlo a santino devozionalisti-co che tutto astrattamente pre-vedeva senza mai confrontarsi,anche drammaticamente, conle difficoltà reali. Quando tren-tatre anni fa l’arcivescovo diCracovia fu eletto al soglio diPietro, il mondo era spaccato in

due dal Muro di Berlino. (...) Iltaglio “ge o p o l i t i c o ” del pontifi-cato wojtyliano fu subito espli-citato dal principale collabora-tore del papa polacco, il segre-tario di Stato Agostino Casa-ro l i , fin dai discorsi dei primianni Ottanta al corpo diploma-tico accreditato in Vaticano. Fuimmediatamente palese allecancellerie d’Occidente e d’O-riente cosa la Santa sede si atten-deva da loro, parallelamente al-l’importanza del tutto partico-lare che il Beato Karol Wojtylaannetteva al rapporto diretto esenza mediazioni con i popolidella terra. (...)Tra i motivi di grande attualità

dell’azione svolta da GiovanniPaolo II c’e soprattutto il temadell’accoglienza. La preoccupa-zione costante di Karol Wojtylafu sempre quella di mettere alcentro delle politiche dei flussiil migrante come persona, prin-cipalmente nel mar Mediterra-neo. Uno spazio di amicizia e diconfronto, non di privatizzazio-ne. Un luogo dove vige la cul-tura dell’incontro, della solida-rietà e di un umanesimo diver-so, che crede nell’altro comefonte di ricchezza. “La Chiesanon puo essere fermata da nes-suno” ripeteva Giovanni PaoloII, e da questa risoluta scelta dicampo dobbiamo ricavare la le-zione che non possiamo assolu-tamente dare copertura ad at-teggiamenti di rifiuto o di larva-to razzismo e xenofobia cheemergono qua e la anche nellacomunità ecclesiale. L’insegna -

mento di Karol Wojtyla è cheservono accoglienza, dialogo,proposte, unitamente all’i nv i t oa uscire dal silenzio e dalla neu-tralità ogni qual volta siano inpericolo i diritti umani.Una lezione tanto piu utile e ne-cessaria oggi che anche nella co-munità ecclesiale, sul tema im-migrazione, non tutte le sensibi-lità sono armonizzate, vista an-che la contiguità, assai discutibi-le, con alcune posizioni politi-che. (...) Di conseguenza, l’immi -grazione, secondo la testimo-nianza del pontificato itinerantedi Wojtyla non può essere con-siderata una sciagura o un acci-dente, bensì un’opportunità euna sfida. (...) Se vogliamo fareautentica memoria di un grandepapa, amico degli uomini, dob-biamo raccogliere il testimonedel suo alto magistero, metten-do da parte ogni tentazione diisolarlo in una nicchia di santitàdisincarnata, per proseguire ilcammino che egli ha avviato cir-ca l’effettiva promozione delladignità della persona, il rispettodei diritti umani fondamentali,la promozione della pace e dellosviluppo dei popoli (...).

*Vescovo di Mazara del Vallo. Ilbrano pubblicato è un estratto della

prefazione di Wojtyla Segreto

Wojtyla SegretoLa prima controinchiesta su Giovanni

Paolo II, di Giacomo Galeazzi eFerruccio Pinotti, CHIARELETTERE, PA G G . 352, EURO 16

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pagina 10 Sabato 30 aprile 2011

di Pino Corrias

49 invitaticon badante polaccaGUGLIELMO E CATERINA si sono sposati nella cattedrale SanMario Martire di Vigonzone, provincia di Piacenza, che non èuna cattedrale, ma la chiamano così perché è la chiesa piùbrutta d’Italia – un cilindro di mattoni rossi e sbarre – anchese per i due ragazzi è bellissima, per via dell’amore che liacceca. Guglielmo, detto Willy, ha 28 anni. È biondo epettinato come un principino. Si è diplomato perito. Ha fattoil magazziniere, il dj, il venditore di protesi. Attualmenteripara scooter nell’officina del consuocero. Caterina, dettaKate (si pronuncia Kate), ha 29 anni. È laureata in Biologia, mafa la commessa part time al reparto Intimo & Profumidell’Ipermercato Giorni Felici. Al loro matrimonio sonointervenuti 49 invitati, tra cui due nonne centenarie e labadante polacca. Sono stati serviti salumi, sottaceti,sfogliatelle al prosciutto, arrosto di vitello, torta nuziale allemandorle. Dopo pranzo i ragazzi sono partiti per il viaggio dinozze a Chioggia e Gorizia con la Panda dello zio. I bambini sisono picchiati durante le foto. I nonni hanno pianto. Labadante polacca ha consolato i vecchi e quietato i piccini. Inmolti hanno convenuto che dovrebbero farla santa.

SCENE DA UN MATRIMONIOREGIA FREDDA MA PERFETTA

Cerimonia impeccabile per William e KateCosì si celebra la grande favola della Corona

di Ludina Barzini

Pare che due miliardi di per-sone abbiano seguito in di-retta le nozze di Kate Mid-dleton con il principe Wil-

liam sugli schermi di tutto ilmondo e su internet. Primo auscire di casa, da Clarence Hou-se, è William che indossa l’uni -forme rossa da colonello delleguardie irlandesi e suo fratello etestimone Harry. A bordo di unaBentley amaranto si recano con45 minuti di anticipo a Westmin-ster. Fra loro si percepisce unagrande complicità, si fanno forzaa vicenda. Al loro arrivo suonanole campane. Entrando in chiesasi tolgono il berretto e i guantibianchi e hanno i cappelli arruf-fati: due simpatici giovani ragaz-zi un po’ intimiditi e emozionatidalla solennità che li circonda.Per ultima, puntuale al bracciodel padre, arriva Kate Middletoncon un vestito color avorio dalcorpino di pizzo aderente condecolté a vu e gonna a canalonileggermente larga e una coda diappena due metri disegnato da

Alexander McQueen (morto sui-cida alcuni mesi fa) e realizzatoda Sarah Burton, sua erede. Portauna antica e discreta tiara di dia-manti prestata dalla regina e unvelo leggero corto che fa moder-no. Poco raffinata e ordinaria lapettinatura con i capelli lunghiche scendono sulla schiena e iltrucco pesante intorno agli oc-chi: non sembra più la ragazzache abbiamo conosciuto fin quima una signora con un aria di sfi-da e uno sguardo mai commossoche sembra dire “ce l’ho fatta”.

Pochi scambi e nessun segno dicommozione durante la cerimo-nia. Ma quando entrambi sonoall’altare, Kate è tremante e unpo’ nervosa. E William la guardacon affetto dicendole: “Yo u ’rebeautiful”. Sei bellissima. Iniziail rito.

UNICO MOMENTO di ten-tennamento, quando Williamcerca di mettere non vuole la fe-de nel dito di Kate, ma l’anello fa-tica a entrare. Kate, entrata inchiesa Miss Middleton, esce Al-tezza Reale: questo è quello checonta. L’austera Westminster Ab-bey è decorata in modo partico-lare: lungo la navata principalecon il solito tappetto rosso vi so-no da ogni lato degli alberi di ace-ro verdi e all’altare grandi cespu-gli di foglie cascanti con pochifiori bianchi. Un’altra chiesa ri-spetto a quella dove si sono svoltii solenni funerali di Lady Diananel settembre 1997 e dove i suoidue giovanissimi figli seguivanoil feretro a capo chino. Molte del-le musiche che accompagnano lacerimonia nuziale scelte da Wil-liam e Kate ricordano quelle ama-te da Lady Diana. E la famigliaSpencer, fratelli e sorelle di Dianacon le loro famiglie, hanno deiposti di riguardo in prima fila. Lachiesa si riempie di 1.900 invitati.Mancano Sarah Fergusson e i Sa-voia. Adducendo la scusa chenon appartenevano all’O rd i n edella Giarrettiera non sono statiinvitati neppure i primi ministriGordon Brown e Tony Blair chein occasione della morte di Dianaconvinse la Regina a celebrare ilfunerale solenne salvando l’im -

magine della monarchia. Questaè una gaffe politica che molti han-no rilevato. Non sembra l’unica.Al ricevimento che segue la ceri-monia che chiamano breakfast(prima colazione) in piedi contartine sono invitati solo 650 per-sone tra cui mariti senza le mo-glie, famiglie dimezzate, e moltigli esclusi illustri. Gli abiti delleospiti sono per lo più corti e co-lorati e vanno da tinte pastello alviola e la maggior parte dei cap-pelli sembrano fatti dalla stessastilista e seguono la moda del cer-chietto con piume e fiori lateralioppure sono dei grossi stravagan-ti pouf di stoffa con forme geo-metriche e fiori messi in cima allatesta che si allungano sulla fron-

te. Ci sono anche i tradizionalicappelloni con fiori storti comequello di Camilla (baciata al suoarrivo dal principe Filippo men-tre Carlo saluta sua madre) cheporta un abito e cappottino colorchampagne e rosa a pieghe dallavita in giù. La regina Elisabetta èvestita di giallo con tre fili di perlee orecchini di perle e un’anticaspilla di diamanti sul cappottosenza collo, scarpe e borsetta bei-ge e il suo tradizionale cappellodello stesso giallo inforcato sullatesta. Dalla Regina non un sorrisoe una faccia immobile durantetutta la cerimonia.

GLI SPOSI percorrono la stradadall’Abbazia a Buckingham Pala-ce su una carrozza aperta del1902 salutando la folla con la ma-no. Una sontuosa parata militarein alta uniforme accompagna ilcorteo di carrozze. Sul balcone alcentro del palazzo appaiono peril tradizionale bacio circondatidai genitori, paggetti, testimoni ela Regina. Così finisce un matri-monio reale svolto alla perfezio-ne in ogni particolare secondo ilfreddo protocollo e cerimonialedi corte dovuto al secondo in li-nea di successione al trono. Tuttoil contrario di quello sfarzoso eromantico di Carlo e Lady D.

“Sì, lo voglio” ma a obbedirtinon ci penso proprio

DAL MONDO

We s t m i n s t e rinvasa dai m p ro b a b i l icappelliniLui all’a l t a rele sussurra:“Sei bellissima”

La fedenon entra,la Reginaha il plaid,la paggettasi annoia

Q uante volte, durante lecerimonie più formali,ci

si è trovati a trattenere il ri-so. È quello che Pirandellodefiniva il sentimento del con-trar io. Più una situazione èimpostata su canoni rigidi eformali, più si è propensi ascorgere in qualsiasi sconfi-namento, un motivo di for-te ilarità. Il ridicolo trovasempre un suo posto, sep-pur piccolo, in simili occa-sioni. Un matrimonio realeè il top delle cerimonie for-mali e quando si anellano legaffes, trattenere le risatediventa davvero difficile.Cosa probabilmente acca-duta agli invitati al matrimo-nio di William e Kate.La sottile smorfia di dolo-re che andava trasforman-dosi in urlo di dolore, com-parsa sul viso della sposaquando il ragazzone Wil-liam tentava di far entrare atutti i costi la fede nel suoanulare troppo grosso. Unoscherzo della Regina cheaveva regalato l’anello allafutura nipote? Fatto sta chela minuta Kate, si è trovata aprovare la sensazione imba-razzante di avere delle ditada manovale anzichè da Al-tezza Reale. E tutto ciò da-vanti a due miliardi di spet-tatori. Un debutto un pochi-no ridicolo. E a proposito dispettatori, pare che duran-te il tragitto in carrozza dal-la loro dimora all’A bb a z i a ,Carlo e Camilla ave s s e rodiscusso animatamente. Dichi o cosa, il milione di per-sone che si sono riversatenelle strade non l’hanno ca-pito ma tanti hanno trovatocomunque ridicolo il com-portamento poco compas-sato della matura coppiaprincipesca. Anche l’amicoSir Bekcham, un tempouso a frequentare i dockersdi Liverpool, ha fatto la suabella figura appuntandosi ildistintivo da Baronetto sulbavero sbagliato del tight.La signora Cameron inve -ce ha pensato bene di lascia-re a casa il cappello d’ordi -nanza. Ma i fotografi si sonoscatenati quando, durantela tanto attesa apparizionedal balcone di BuckinghamPalace, una d a m i ge l l a hadeciso di mostrare il bron-cio, non lasciando certo al-l’immaginazione della follaadorante, tutta la sua noia,con moto di insofferenza fi-nale, con il visino tra le maniappoggiate alla balaustra.Un sacerdote in tonacanera è stato invece inqua-drato dalle tv mentre face -va “la ruota” davanti a We-stminster. Roba da spetta-colo dei locali dell’East Endpiù che da matrimonio rea-le. Reduce da una caduta, lamoglie di William Ha-gue, capo del Foreign Offi-ce, non è voluta certo man-care. E in sedia a rotelle è ar-rivata con tanto di gamba-letto di gesso, coperto daun calzettone. Rigorosa-mente in tinta con l’a bito.Anche la nonna di William,la Regina Elisabetta II, hafatto la sua parte con unagonna bluette che si è rive-lata un plaid, appoggiatosulle gambe mentre era se-duta in prima fila a godersilo spettacolo. Rob. Zun

di Roberta Zunini

S cene da un matrimonio rea-le del Terzo millennio:

“Yes, I will”. Sì, lo voglio. Vo -glio sposarmi con te futuro re d’In-ghilterra ma non ti obbedirò. Siac hiaro. Le parole non sono sta-te esattamente queste, ma ieriKate Middleton davanti a unaplatea di due miliardi di tele-spettatori, non ha giurato ob-bedienza al marito reale. KateMiddleton ha promesso di“amare, confortare, onorare eavere cura” dello sposo, prin-cipe William, ma ha omessodi dire che gli obbedirà. Il “di-

scorso della principessa bor-ghese”, dunque, non ha tra-dito le aspettative di coloroche vedono in questa giovanedonna volitiva, l’unica possi-bile Regina adatta a sedere sultrono d’Inghilterra durante ilXXI secolo.

LA FORMULA matr imonia-le, pronunciata prima delloscambio degli anelli è statascelta da Sua Altezza Reale incontinuità con la defunta prin-cipessa Diana. Anche la madredi William non giurò obbe-dienza a Carlo ma non avevacerto vissuto more uxorio pr ima

del matrimonio. Kate invecesì: per anni, quando ancoraerano studenti, la bella bor-ghese e il principe Williamconvissero felici e contenti. Lasposa del probabile futuro Re,si è quindi emancipata il dop-pio rispetto alla principessa dicuori, scomparsa 14 anni fa?Forse addirittura il triplo, se sipensa che nessuno ha mai di-scusso della sua verginità. I ta-bloid inglesi, punta di diaman-te della stampa scandalisticamondiale, non hanno mai sol-levato il problema della illiba-tezza della ragazza. Al contra-rio di quanto accadde a Diana,

la cui vita sessuale, prima delmatrimonio, fu setacciataogni giorno, per mesi, sullecolonne di tutti i giornali e dal-le conduttrici delle trasmissio-ni di intrattenimento. Quale lacausa e quale l’effetto, non èdato saperlo. Se sia la stampa aessersi emancipata o le ragaz-ze bene come Kate. Certo èche Queen Elizabeth avevafretta di far maritare il nipote eforse non è andata molto per ilsottile, anche perché nonavrebbe voluto fare il bis di im-popolarità. L’attegg iamentosprezzante che la Regina ebbenei confronti di Diana e la non-

curanza con cui affrontò i pri-mi giorni della sua morte, laresero impopolare per la pri-ma volta ai suoi stessi sudditi.

RIFIUTANDO KATE per ilsuo comportamento emanci-pato, la Regina sarebbe andatacontro il volere del popoloche ha subito provato simpa-tia per questa ragazza senza ti-toli nobiliari, con la verve diuna giovane moderna ma co-mune. Anche se in realtà Kateè tutt’altro che una ragazza delpopolo. I sondaggi però dice-vano questo e a loro tutti “ob-bediscono”.

In alto, la carrozzacon gli sposi (FOTO

LAPRESSE) e, a destra,la Regina arriva

a Westminster (FOTO

ANSA) . Qui a sinistra,Kate Middleton a

confronto con GraceKe l ly ( FOTO ANSA)

Page 11: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

Sabato 30 aprile 2011 pagina 11

IL MASSACRO DEL VENERDÌIL REGIME DI DAMASCO NON CEDE

Repressione continua, a Deraa oltre 80 morti

di Giampiero Gramaglia

Oltre quaranta civili morti ie-ri. In Siria, l'ennesimo “ve -nerdì della collera” c o n t roil regime di Bashar al Assad

si trasforma nell'ennesima stra-ge. E le vittime della repressionesuperano le 600 in sei settima-ne. Decine di migliaia di mani-festanti hanno di nuovo sfidatoil divieto di manifestare senzaautorizzazione imposto dal go-verno. A Deraa, la culla dellaprotesta, città martire della re-pressione, le forze di sicurezzasiriane hanno aperto il fuocosulla folla che marciava verso il

centro. Ma negli ultimi giorni,nella città ci sono stati almeno83 morti. Tra questi anche bam-bini. A Homs si contano nove ci-vili e tre agenti uccisi ieri. Cifreancora parziali, tutte da verifica-re, di questa primavera siriana.

PROTESTE SI SONO s vo l t epure a Damasco, a Banias e a La-takia: testimoni riferiscono dischieramenti di soldati, tiri di la-crimogeni, spari d'arma da fuo-co. Secondo fonti ufficiali, a De-raa, all'alba, quattro soldati sa-rebbero stati uccisi e altri due se-questrati da “terroristi armati”.La notizia, contraddetta da fontidella rivolta, indicherebbe unaradicalizzazione dello scontro.Mentre invece alcune fonti par-lano di forze di sicurezza ucciseperchè proteggevano i manife-stanti. Secondo la radio militareisraeliana, il generale Assef Sha-wkat, numero due delle Forze ar-mate siriane, è uscito illeso da unattentato compiuto giovedì a Da-masco. Citando imprecisate“fonti arabe”, l'emittente israe-liana afferma che l'agguato sa-rebbe avvenuto nella vecchia se-de del comando delle forze ar-mate siriane. Nell’episodio, sa-

di 15 dei 47 Paesi, il Consiglio ap-prova – non all'unanimità – unarisoluzione che condanna il ri-corso “alla forza letale da partedelle autorità siriane contro i ma-nifestanti pacifici”. L'Onu invie-rà d'urgenza una missione d'in-chiesta in Siria, per indagare sul-le accuse di violazioni di dirittiumani. Aprendo i lavori,Kyung-wha Kang, vice alto com-missario dell'Onu per i dirittiumani, ha denunciato l'uso dif-fuso di armi contro i manifestan-ti, l'arresto, la detenzione e lascomparsa di difensori dei dirittiumani e giornalisti, la tortura ed imaltrattamenti di detenuti.

Un fotogramma da Al Arabiya sulle manifestazioni nella città di Hama (FOTO ANSA)

DAL MONDO

L’ultimo Shuttle non vuole andare in pensioneRINVIATO DI ALMENO 72 ORE IL LANCIO DELL’ENDEAVOUR, MA L’ATTESA POTREBBE ESSERE ANCHE PIÙ LUNGA

NGERMANIA

Arrestati trepresunti terroristi

L a polizia federaletedesca ha arrestato

tre presunti membridell’or ganizzazioneterroristica Al Qaidache secondoindiscrezioni stavanopreparando unattentato in Germania.Si tratterebbe di tretedeschi che da qualchetempo erano sorvegliatidalle autorità.

EGITTO

Riaperto il valicoper Gaza

D opo l'annunciodell’accordo di

riconciliazione fra Hamased al-Fatah – che saràfirmato al Cairo mercoledì– l'Egitto ha deciso diriaprire il valico di Rafah,fra la Striscia di Gaza e ilSinai. Adesso Israeleesamina le ripercussionidi questo sviluppo, chetrova “pr eoccupante”.L'anno scorso, perarginare il contrabbandodi armi dal Sinai versoGaza, l’Egitto avevaprovveduto ad erigerelungo il confine con laStriscia una barriera diacciaio (in partesotterranea) e a rafforzarei pattugliamento lungo ilconfine. Adesso dal Cairospirano venti nuovi. Chenon piacciono molto aIsraele.

ARABIA SAU D I TA

Le donne controil governo

I l governo dell’ArabiaSaudita è stato

denunciato per averimpedito alle donne delRegno di iscriversi alleliste elettorali per leelezioni municipali. Inparticolare, è statapresentata una querelacontro Riad presso iltribunale de La Mecca peraver negato alle donne ildiritto di candidarsi.L'obiettivo è quello di farannullare il decretoamministrativo cheimpedisce alle donne divotare e di concorrere perun posto all’interno deiconsigli municipali. Lascorsa settimana ungruppo di donne hamanifestato contro ildivieto.

RUSSIA

Agenzia spaziale:via il direttore

T roppi errori. Perquesto, con un

decreto, Putin hasostituito il direttoredell'agenzia spazialerussa, Anatolij Permikov,col vice ministro allaDifesa Vladimir Popovkin.Perminov che avevaguidato anche le strutturedi ricerca militare spazialiva ufficialmente inpensione. L’errore piùclamoroso: la scomparsain mare di tre satelliti.

rebbero rimasti feriti l'attentato-re e alcune guardie del corpo delgenerale. Nonostante le moltesollecitazioni, il regime di al As-sad non allenta affatto la pressio-ne. Ma l'Onu e l'Ue ora reagisco-no, mentre il presidente UsaObama firma le sanzioni controalti funzionari di Damasco, tracui il fratello del presidente. Laviolenza della repressione, dopogli appelli alla moderazione dellacomunità internazionale, sta fi-nalmente innescando rispostediplomatiche più fermeo. GliStati dell’Ue sono vicini ad adot-tare sanzioni, secondo quanto ri-ferito dal segretario generale del-

la diplomazia europea Pierre Vi-mont. Quella emersa ieri, in unariunione degli ambasciatori dei27, è però solo una “decisione dipr incipio” perchè, per definiremisure relative ai visti e al con-gelamento dei beni, “è necessa-rio redigere una lista delle perso-nalità che saranno soggette allerestr izioni”, un lavoro che deveancora essere fatto.

ANCHE IL CONSIGLIO deidiritti umani dell'Onu si riuniscein sessione straordinaria a Gine-vra per esaminare la situazionein Siria. Convocato su richiestadegli Stati Uniti con l'appoggio

Bomba attivata a distanzaIl Marocco segue la pista qaedistaI l giorno dopo la strage di Marrakech, de-

cine di turisti hanno già disdetto le preno-tazioni nei riad, i tipici alberghetti ricavati dal-le antiche abitazioni dei notabili marocchini.Lo spettro del terrorismo ha ricominciato adagitarsi su una delle industrie principali delMarocco, che impiega 1 milione di persone,incidendo per il 10% sul Pil nazionale. Dopol’11 settembre, anche nel paese nordafricanosono stati nominati 10 corrispondenti conso-lari, uno per ogni città principale. La loro fun-zione è quella di fornire una figura di riferi-mento per i turisti italiani che decidano di tra-scorrere una vacanza in Marocco o per coloroche vogliano stabilirsi per aprire un’attività.Gabriele Meletti è il viceconsole di Essauira, lasuggestiva città costiera che fu frequentata alungo dai Rolling Stones. “Si è trattato di unepisodio inaspettato che avrà ripercussioninegative su tutte le aree turistiche del paese.Lo avevamo già constatato nel 2003 quando cifurono gli attentati suicidi di Casablanca. Oraperò sarà peggio perché 8 anni fa non c’e raancora stata la crisi che ha travolto l’econo -mia mondiale. La defezione dei turisti andràora a indebolire ulteriormente le condizionidella gente che vive dell’indotto del settore”.

SUL FRONTE DELLE INDAGINI intanto,gli inquirenti hanno reso noto che, con ogniprobabilità, l’ordigno è stato azionato a distan-za. Cosa che allontana l’ipotesi che a compierel’attacco sia stato un kamikaze. La pista più bat-tuta resta quella dei simpatizzanti di al Qaeda,

che potrebbero approfittare dei movimentilaici che stanno cambiando il volto del Ma-ghreb per destabilizzare un Paese ancora estra-neo ai moti degli stati confinanti. Inoltre, adappoggiare l’ipotesi, spunta un video attribui-to all’organizzazione al Qaeda nel Maghrebislamico (Aqmi), che tre giorni fa aveva minac-ciato il Marocco. Il video, postato il 25 aprile suYoutube, mostra cinque giovani armati. Uno diloro, mascherato, annuncia la loro determina-zione a difendere i loro compagni detenuti nelPaese. Gli inquirenti indagano anche sugli in-tegralisti islamici salafiti. Che però, dal carcerein cui molti sono detenuti, hanno diffuso unvideo in cui sostengono di esserne estranei:“L'attentato danneggia prima di tutto la nostracausa e ha l'obiettivo di frenare la rabbia dellapiazza contro la tirannia”. Una piazza che perònon è mai stata gremita. Il movimento 20 Feb-braio non è riuscito a ottenere il seguito che siaspettava. “Il Marocco è un paese rurale per il70% con un tasso di analfabetismo tuttora mol-to elevato – spiega Gabriele Meletti – la cosa èstata fino ad ora il freno principale all’adesionealle rivendicazioni del movimento 20 Feb-braio. In Egitto e in Tunisia lo strato culturaleera ed è più forte. Qui la maggior parte dellegente vive nei villaggi ed è legata alle proprietradizioni. Non usa Internet, né Facebook enon è interessata a cambiamenti che non sadove la porteranno”. La libertà politica e distampa sono garantite, a patto di non criticarela figura del re Mohammed VI, considerato pe-rò da tutti un sovrano illuminato”. Rob. Zun.

Le condanne sifanno più forti:Obama firmasanzioni contro ifunzionari sirianiL’Onu invieràuna missione

di Angela VitalianoCape Canaveral

A lmeno 72 ore, questo iltempo “minimo” che do-

vranno attendere tutti gli ap-passionati giunti a Cape Ca-naveral per assistere all’ulti-mo lancio dello Shuttle, pre-visto per ieri alle 15.47 oralocale. Un problema tecnicoal funzionamento dei riscal-datori delle Apu (AuxiliaryPower Unit), le unità ausilia-rie che danno energia inter-na alla navetta, è la causa cheha determinato il blocco ditutte le operazioni e che po-trebbe, per la sua comples-sità, ritardare la partenza diun tempo ancora più lungodi quello annunciato. Le Apuforniscono alla navetta l'e-nergia idraulica ed elettricanecessaria a manovrare le su-perfici aereodinamiche diEndeavour, come i carrelli diatterraggio, gli “alettoni”, o ilmovimento degli ugelli deimotori principali. La decisio-

ne ha lasciato tutti sorpresiperchè è giunta proprio nelmomento in cui il pulmino, ilcosiddetto Astrovan, con abordo i sei astronauti si eraavviato verso lo Shuttle per leprocedure di imbarco.

SOTTO GLI SGUARDIstupiti di giornalisti e com-mentatori, l’Astrovan con abordo anche l’italiano Rober-to Vittori ha fatto improvvisa-mente dietro front. Giusto iltempo perchè la Nasa annun-ciasse, anche via Twitter, ladecisione di annullare la par-tenza. Le prime notizie par-lavano di un nuovo tentativoper domani pomeriggio masono bastate poche ore a fardilatare il ritardo di un'altragiornata. Le procedure perl’intervento riparatore, infat-ti, richiedono tempi lunghi: ènecessario, infatti, prima ditutto svuotare il serbatoioesterno per poi poter accede-re al compartimento anterio-re e riparare il guasto. Non è la

prima volta che lo Shuttle su-bisce ritardi in partenza. L’ul-timo, lanciato a febbraio, erastato inizialmente program-mato per partire agli inizi didicembre e poi bloccato daragioni tecniche. Gli “esper-ti”, dunque, che hanno segui-to molti lanci non hanno dub-bi: il ritardo sarà ancora piùlungo e, dunque, lo Shuttlenon dirà addio ai suoi fan cosìvelocemente. L’attesa perquesto lancio, tuttavia, era sa-

lita notevolmente negli ultimigiorni tanto da portare a CapeCanaveral una folla come nonse ne vedevano dai tempi del-l’Apollo. Anche la presenza digiornalisti è enorme: 2000 ac-creditati. E circa duecentovip. Tanti gli elementi cheavevano reso questo lancioun evento “stor ico”. Ovvia-mente, il fatto che si trattavadel suo ultimo viaggio primadella “pensione”. Tanta atten-zione, però, era anche legataalla presenza a bordo del ca-pitano Mark Kelly, marito del-la senatrice Gabrielle Giffor-ds, rimasta gravemente feritanella sparatoria di Tucson del-lo scorso 8 gennaio. La sena-trice, che avrebbe dovuto as-sistere al lancio accompagna-ta da Scott Kelly, suo cognatoe altro astronauta, era già ar-rivata a Cape Canaveral nellagiornata di giovedì per parte-cipare all’incontro con le fa-miglie degli altri astronauti.Avvertito del blocco del lan-cio mentre tornava dall’Ala-

bama, dove si era recato in se-guito alle devastazioni del tor-nado dello scorso mercoledìsera, il presidente Obama, hadeciso di far visita comunqueal Kennedy Center, accompa-gnato dalla moglie Michelle,dalle figlie Sasha e Malia e lasuocera, signora Robinson.All’interno del Kennedy Cen-ter il presidente ha incontratoi sei astronauti della missione.Obama sarebbe stato il terzopresidente ad assistere ad as-sistere ad un lancio: RichardNixon fu qui nel 1969 per laseconda missione dell’Ap o l l o12 e Bill Clinton nel 1998 perassistere al ritorno nello spa-zio di John Glenn. Obama, pe-rò, sarebbe stato il primo adassistere al lancio con tutta lafa m i g l i a .

SE IL LANCIO dello Shuttlenon dovesse avvenire entromercoledì prossimo, la pros-sima “fi n e s t ra ” utile annun-ciata dalla Nasa è fra l’8 e il 29ma ggio.

La decisionea causadi un problemaai “riscaldatori”che dannoe n e rg i aalla navetta

EGITTO

ISRAELE

Mar Mediterraneo

Page 12: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

pagina 12 Sabato 30 aprile 2011

POPOLARE MILANO CONTRO BANKITALIADIFENDE LA FABBRICA DELLE POLTRONE

Draghi vuole che Bpm assorba le sue tre controllate

di Vittorio MalaguttiMilano

Nessuno lo dirà mai aperta-mente, ma tutti lo pensa-no e molti, appena posso-no, si sfogano. L’ispezione

di Bankitalia? La Vigilanza chepassa al setaccio i conti della Po-polare di Milano imponendo unmaxi aumento di capitale da 1,2miliardi per tappare le falle nellagestione? “É un intervento stu-diato a tavolino per sfilarci labanca, per mettere fine alla sto-rica autonomia di un istitutocooperativo slegato dalle logi-che dei grandi gruppi”.Insomma, è tutto un complotto,sospettano i sindacati che da de-cenni fanno il bello e il cattivotempo alla Bpm. Tutti insieme,tutti uniti: gli autonomi della Fa-bi con le tre sigle di settore ema-nazione di Cgil, Cisl e Uil. Sonoloro, i sindacati, che di fatto de-signano l’intero consiglio di am-m i n i s t ra z i o n e .

La questione dell’aumento di ca-pitale è calda, caldissima, per-chè il governatore Mario Draghipretende interventi a breve ter-mine dal consiglio presieduto daMassimo Ponzellini. Se ne parle-rà di sicuro oggi all’a s s e m bl e adei soci, quando si riuniranno aMilano centinaia di azionisti, inbuona parte dipendenti inqua-drati dai sindacati. Intanto, è giàcaduta la prima testa, quella deldirettore generale Fiorenzo Da-lu, le cui dimissioni diventeran-no effettive nelle prossime setti-mane.

L’AUMENTO di capitale“m o n s t re ” da 1,2 miliardi richie-sto da Bankitalia è solo il cavallodi Troia che serve ad aprire la stra-da ad azionisti forti, ad altre ban-che interessate a mettere le manisulla Bpm. Questa la tesi dei sin-dacalisti. Peggio ancora: in un se-condo tempo verrà abolita anchela forma cooperativa, quella cheassegna un voto ad ogni socio, a

prescindere dal numero di azioniche possiede. Possibile? Forse,ma intanto il gruppo dirigentedella banca vede come il fumo ne-gli occhi altri interventi, ben piùimmediati, che sarebbero statisollecitati da Bankitalia. Sul tavo-lo c’è la questione dell’aumentodelle deleghe, da uno a tre e in unsecondo tempo a cinque, a dispo-sizione dei soci non dipendentiin assemblea.Una riforma, quest’ultima, che al-lenterebbe il ferreo controllo sul-le votazioni esercitato dai sinda-cati, in grado di mobilitare cen-tinaia di azionisti che lavorano inbanca. E poi, ancora più scottan-te, c’è la questione delle poltroneall’interno del gruppo. In sostan-za, Draghi vorrebbe che la hol-ding Bpm assorbisse le tre con-trollate Cassa di Alessandria, Ban-ca di Legnano e Popolare Manto-va. Un riassetto organizzativoche, secondo Bankitalia, servi-rebbe a tagliare i costi e ad au-mentare l’efficienza. I sindacati,

ECONOMIA

però, vedono come il fumo negliocchi la nascita di quello che èstato definito il “bancone”. Il mo-tivo, a sentir loro, sarebbe che treistituti distinti servono a salva-guardare il legame con il territo-rio, con le piccole imprese e iclienti privati. Sarà. E’ anche ve-ro, però, che unire quattro ban-che in un solo istituto significa iltaglio secco di tre consigli di am-ministrazione e di altrettanti col-legi sindacali.

INSOMMA, poltrone, decinedi poltrone, con i relativi com-pensi, gettoni di presenza e bo-nus vari. La sola Bpm è gestita da18 amministratori, altri 15 siedo-no al vertice della Cassa di Ales-sandria. La Banca di Legnano si af-fida a un board con 14 compo-nenti e la piccola Popolare diMantova, con solo una dozzina difiliali, può contare su 9 consiglie-ri. In totale si arriva a 56 poltronea cui vanno aggiunti una ventinadi sindaci.Se passasse la linea della Bancad’Italia, questo piccolo esercito

di “nominati” finirebbe per ridur-si di due terzi. Per non parlare del-le strutture dirigenziali di vertice,che sarebbero costrette a fare lacura dimagrante se venissero ac-corpate all’interno di un unico“bancone”. Tutto questo si tra-durrebbe in una perdita seccaper il fronte sindacale che fonda ilsuo potere anche sulla gestionedi incarichi e poltrone. Gli ispet-tori di Draghi nella loro relazionehanno puntato il dito anche suicosti operativi della Bpm, più ele-

vati rispetto alla media degli isti-tuti concorrenti. Anche in questocaso i sindacati respingono le ac-cuse e segnalano che negli ultimianni la banca ha varato un impe-gnativo piano di ristrutturazioneche ha portato drastici tagli dipersonale. In effetti i dipendentidella Bpm, circa 8.800 nel 2008,alla fine dell’anno scorso erano8.400, quasi il 5 per cento in me-no.In effetti, l’esodo ha interessatotutte le categorie di dipendenti.Tutte salvo una, i dirigenti, che in-vece erano 168 nel 2008 e sonoaumentati a quota 208 a dicembre2010. Tanti? Pochi? Forse è utilequalche confronto. Anche alla Po-polare dell’Emilia i dirigenti sono208 ma su quasi 12 mila dipenden-ti, il 50 per cento in più della Bpm.Il Banco Popolare, il più grandeistituto cooperativo d’Italia, puòcontare su 20 mila dipendenti, dicui solo 325 con la qualifica di di-rigente, ovvero l’1,6 per cento deltotale. Alla Popolare di Milano laquota raddoppia, o quasi. Poteredel sindacato.

di Giorgio Meletti

L a Procura della Repubblica di Roma nonmolla la presa. L'inchiesta sulle pressioni ri-

cevute dal numero uno di Telecom Italia, Fran-co Bernabè, per vendere il controllo della Te-lecom Argentina va avanti. Due giorni fa il ma-nager altoatesino è stato ascoltato per cinqueore dai due nuovi titolari dell'inchiesta, il pro-curatore aggiunto Alberto Caperna e il sosti-tuto Giorgio Orano. Il fascicolo aperto dal pro-curatore aggiunto Giancarlo Capaldo si è arric-chito dell'ipotesi di reato, che è per ora il ri-ciclaggio. Ufficialmente non risultano indaga-ti, anche se l'indagine è incentrata su un bo-nifico proveniente dall'Argentina in favore del-la società Tfgcom, proprietaria dell'agenzia distampa online Il Velino, ed è quindi evidente chei magistrati stanno vagliando con attenzionel'operato del proprietario e direttore della te-stata, Luca Simoni.

LA VICENDA è stata rivelata da un'inchiestadel Fa t t o il 12 marzo scorso. La Procura di Romaè partita da una segnalazione della Banca d'Italiaalla Guardia di Finanza, a proposito di un bo-nifico sospetto da cinque milioni di dollari or-dinato a favore della società di Simoni dall'im-prenditore argentino Matias Garfunkel nel mag-gio 2010, nel momento culminante del suo ten-

tativo di acquistare da Telecom Italia il preziosopacchetto azionario della società telefonica diBuenos Aires.

I CINQUE MILIONI di dollari sono transitatisu un conto presso la Banca delle Marche, poisono ripartiti in parte per l'estero attraverso al-cune operazioni. essere spostati all'estero attra-verso due diverse operazioni. Il reportage delFa t t o ha avuto una serie di conseguen-ze. Secondo fonti di stampa argenti-ne, Garfunkel ha scoperto leggen-do l'articolo che parte dei suoi cin-que milioni, ufficialmente pagaticome corrispettivo di una campa-gna di promozione della sua im-magine in Italia, sarebbero finiti intasca al suo ex socio Jorge “C o rch o ”Rodriguez, e avrebbe intrapreso ini-ziative per ottenere la restituzione del-la cifra. Nel frattempo il direttoredel Ve l i n o , Lino Jannuzzi, siè dimesso ed è statosostituito da Simo-ni stesso.

La lunga deposizione di Bernabè è servita a ri-costruire le complesse vicende che si sono di-panate nel corso del 2010, quando Telecom Ita-lia aveva ricevuto l'ordine dall'Antitrust argen-tino di vendere la società telefonica locale. Do-po mesi di battaglia legale Bernabè ha ottenutol'annullamento dell'ingiunzione, ma nel frat-tempo alcuni gruppi argentini avevano cercatodi sfilare l'azienda a Telecom Italia. Tra essi, oltre

a Garfunkel, una cordata formata dagli im-prenditori Eduardo Eurnekiàn e ErnestoGutierrez, dotati di solidi rapporti conambienti economici e politici italiani.

GIÀ IL 1 OTTOBRE scorso Berna-bè aveva spiegato alcune cose al pro-curatore aggiunto Capaldo, nell'am-bito dell'inchiesta sulle truffe Iva cheha coinvolto la controllata Telecom

Italia Sparkle insieme a Fastweb.Tra l'altro aveva fatto

mettere a verbaleche “nel caso del-l'Argentina ci so-no state effettiva-mente delle

pressioni perla cessione

della quotadi proprie-

tà Telecom. La vicenda è stata effettivamentes t ra n a ”.

CHE COSA C'ERA di così strano? Nel ver-bale Bernabè spiegava dettagliatamente:“Quando sono arrivato in azienda mi sono tro-vato con un contratto con una call, opzione diacquisto, che ci consentiva di ottenere la mag-gioranza della società argentina. Alla fine del2007, verificata la convenienza dell'operazione,chiedo di esercitare l'opzione ed acquisire lamaggioranza. A quel punto succede il finimon-do e su sollecitazione del partner argentino vie-ne attivato un contenzioso in cui il governo ar-gentino, tramite la sua autorità antitrust, impo-ne di vendere la partecipazione in quanto Te-lecom Italia è partecipata da Telefonica anch'es-sa presente sul mercato argentino”.Bernabè poi proseguì nel racconto: “Da partenostra contestiamo le determinazioni dell'auto-rità amministrativa rivolgendoci alla magistratu-ra argentina che ci dà ragione, in più giudizi. Lasituazione si conclude con una sostanziale rine-goziazione della call che ci permetterà di con-solidare Telecom Argentina. In tutto il periodoin cui si è svolta la vicenda, comunque, abbiamoricevuto pressioni per cedere la partecipazio-ne, in particolare al gruppo Eurnekian-Gutier-rez. Vi erano altri gruppi interessati tra i qualiricordo il gruppo Clarin”.

Se passa la lineadella Banca d’Italia,l’esercito di“nominati”si riducedi due terziOggi l’assembleadei soci

La sede della Banca Popolare di Milano (FOTO EMBLEMA) . In alto, Massimo Ponzellini (FOTO ANSA)

Telecom Argentina, si indaga per riciclaggioALLA PROCURA DI ROMA BERNABÈ VERBALIZZA PER CINQUE ORE LE SUE ACCUSE. NEL MIRINO UN BONIFICO PER L’AGENZIA “IL VELINO”

SEMPRE PEGGIO Nuovo recordper la disoccupazione giovanile

L a disoccupazione continua a restaresu livelli preoccupanti, anche se c’è

stato un lieve miglioramento rispettoal mese scorso (non per la disoccupa-zione giovanile che segna invece unnuovo record in negativo). A marzo in-fatti gli occupati erano 22.977 mila, inaumento dello 0,5 per cento (+111 mi-la unità) rispetto a febbraio. Nel con-fronto con l'anno precedente l'occu-pazione è in crescita dello 0,6% (+141mila unità). L’Istat rivela che l’aumentodell’occupazione è dovuto sia allacomponente maschile sia e soprattut-to, a quella femminile. Il tasso di oc-cupazione è pari al 57,1 per cento. An-che il numero dei disoccupati (pari a2.071 mila) registra una crescita del 2per cento rispetto a febbraio (+40 milaunità) e su base annua il numero di di-soccupati diminuisce del 2,5 per cento(-53 mila unità). Dopo la lieve flessione

di febbraio – spiega l'Istat – il tasso didisoccupazione risale di un decimo dipunto e si attesta all'8,3 per cento. Subase annua si registra invece una di-minuzione di 0,2 punti percentuali.Dopo la riduzione registrata a febbraio,il tasso di disoccupazione giovanile sa-le di 0,3 punti percentuali, posizionan-dosi al 28,6 per cento. A marzo gli inat-tivi tra i 15 e i 64 anni diminuisconodello 0,8 per cento (-114 mila unità)rispetto al mese precedente, portandoil tasso di inattività al 37,7 per cento.Un dato, questo, “e s t re m a m e n t ep re o c c u p a n t e ”: lo dice Jacopo Morelli,neo presidente dei giovani di Consfin-dustria che ieri, incassando 122 voti,ha preso il posto di Federica Guidi. “L’I-talia – ha spiegato Guidi – ha dramma-ticamente bisogno di crescere e puòcrescere solo recuperando unaprodut-tività totale dei fattori”.

Franco Bernabèvisto da Emanuele

F u c e c ch i

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pagina 14 Sabato 30 aprile 2011

SECONDOTEMPOS P E T TA C O L I , S P O RT, IDEE

In OndaS t a s e rasu La7 ospiteMoretti conuna sorpresasu B.

CampioniM a ra d o n a :la storia diràchi è megliotra me eMessi

Primo MaggioMorricone:unisco Verdie Mameliper un paesem i g l i o re

Giro d’ItaliaIeri lap re s e n t a z i o n e :21 tappededicateal 150esimo

di Elisabetta Ambrosi

Pure le sue marionette nonl’hanno presa bene.Guido Ceronetti a giugnodirà addio al palcoscenico.Il motivo? “Fui giovane eora vecchio”, come recitauno dei salmi che ha tradot-to e amato. Un annuncioche lascerà un po’ s c o n c e r-tati i tantissimi che hannoamato il suo Teatro dei sen-sibili, nato all’inizio deglianni Settanta come un tea-tro d’appartamento e poisceso in strada, in giro perl’Italia, fino a diventare unavera e propria compagnia.Che ha rotto ogni canonetradizionale, a partire dallacompresenza in scena di at-tori e marionette. E portatoin scena l’assurdo e il grot-tesco.L’ultimo spettacolo di que-sta straordinaria figura dipoeta, attore, marionetti-sta, traduttore, scrittore egiornalista, inedita in unpaese dove ogni genere vi-ve nel suo orticello chiuso,

sarà il 23 giugno, al TeatroGobetti di Torino. La sce-neggiatura, ci dice al tele-fono, sarà una sorpresa, mail titolo non poteva che es-sere quello: “Finale di tea-t ro ”. L’evento si terrà all’i n-terno del Festival delle col-line torinesi, nato nel 1996e diventato in quest’ultimianni un’importante vetrinadel teatro sperimentale. Inquesta cornice, Ceronettiha voluto inserire ancheun’idea che contiene unodei temi che fanno capolinoin tutta la sua inclassificabi-le ed eclettica produzioneartistica: un “festival dei di-s p e ra t i ”, all’interno del qua-le è prevista – al cinemaMassimo di Torino – unarassegna di cinema “d i s p e-ra t o ” (ma non rassegnato).“Ci saranno film come Il Gri-do di Antonioni, Dies Irae diDreyer, ma anche Morte diun commesso viaggiatore diSchlöndorff e, appunto, V i a-le del Tramonto di Wilder”, cidice.

CHI CONOSCE C e ro n e t t isa che il suo pessimismo, atratti apocalittico, il suoschivare ogni forma di ras-sicurazione sul futuro e sulprogresso che verrà, è comel’inchiostro della sua penna,che mai e poi mai sarà so-stituita da un tasto digitale.Con quell’inchiostro, puòscrivere di qualsiasi cosa, os-servatore avido delle ipocri-sie e delle bruttezze del no-stro Paese. Ma anche “r ug-

gire di dolore” di fronte “allabellezza italiana sparita es p a re n t e ”, come scrivevaquasi vent’anni fa nel bellis-simo reportage letterario,un genere scomparso, Unviaggio in Italia (Einaudi).“Perché c’è qualcosa di im-morale nel non voler soffrireper la patria rotolante versochi sa quale sordido infernodi dissoluzione”.E di nostalgia di una patria

Non ci sarebbe da aggiunge-re altro, se non fosse che,nell’imminenza del suo ad-dio alle scene, Ceronetti cispiazza ancora una volta. In-fatti, il prossimo 4 maggiosarà un giorno speciale. Per-ché un artista come lui, cheha attraversato tutti i generi,ha scelto di pubblicare a finecarriera il suo primo roman-zo in senso vero e proprio.Ma la vera novità è un’a l t ra ,ed è racchiusa dal titolo: Inun amore felice (sì, avetesentito bene). “È la storia diun uomo e di una donna,semplicemente”, ci dice la-conico, sapendo però che inqueste poche parole c’è tut-to. E nel libro aggiunge: “Unuomo, una donna, che vo-levo ad ogni costo escluderedagli abissi consueti dell’i n-fe l i c i t à ”. Attraverso l’ir r u-zione del desiderio, che puòarrivare anche in tarda età,anche dopo mezzo secolo discetticismo della mente, vi-sto che, non a caso, i dueprotagonisti sono una ragaz-za e un uomo anziano: “Unobbrobrio per la nostra ra-gione. Ma lasciala pure gri-dare la ragione, mai diven-terà cuore”.Come mai all’apice della suacarriera di artista addoloratoe inconsolabile Ceronetti ciconsegna la storia di unamore felice, che mette sot-to scacco l’apocalisse? Im-possibile avere una rispostaa voce. Ceronetti parlerà,forse, quando il libro saràuscito. E poi aggiunge: “Tu t-to quello che volete saperesu di me è scritto. Ma neilibri, attenzione, non vi fida-te di Internet, che è la men-zogna”.Ebbene, i lettori di In un amo-re felice non potranno chedargli ragione. Perché nel li-bro troveranno la rispostache cercano. È un’imma gi-ne, quella dei due protago-nisti che, stretti sotto il len-zuolo, “si fanno l’una all’a l-tro nicchia da lume ad olioche non ardendo rischiara”e vivono “un momento di in-tensa caduta nella felicità diessere, visitazione arcana al-la quale noi tutti, malmenatifino alle peggiori atrocitàdelle vita, siamo imprepara-tissimi”. Quasi una grazia,aggiunge, sarebbe morirecosì, abbracciati, “se quellafosse l’ultima notte di sonnoe sogni del mondo”.

Guido Ceronettia Roma

nel 2003 (FOTO CONTRASTO)

L’ULTIMO ROMANZO

L’AMORE COME UN MAGNETEL a carta è stanca, Cara incertezza, La

pazienza dell’arrostito, L’occhialemalinconico, Insetti senza frontiere (uscitiper Adelphi). E poi Piccolo inferno torinese,Compassioni e disperazioni, Deliri disarmati,Trafitture di tenerezza (tutti Einaudi). Bastascorrere qualcuno tra i libri di Ceronetti,fecondissimo scrittore-attore, per capire inun attimo che “In un amore felice”, ilromanzo in uscita per Adelphi non è un librocome gli altri. In copertina, un disegnoinfantile coloratissimo, con una donna dallagonna di rossa di spalle e mille oggetti sospesinello spazio. E poi il titolo, quasi un ossimoroper il Ceronetti come finora lo abbiamo

conosciuto. Invece è la storia di un amoreconcretamente reale, quello tra un vecchiofotografo di guerra piegato dai dolori, e Aris,una donna incredibile, molto più giovane edal passato difficile. Un amore che, inquanto tale, è un “magnete” capace diattrarre un’infinità di cose, anche se, fedelealla filosofia ceronettiana, “non si perde apropagare la specie”. La vicenda di Aris e Adasi intreccia con la Storia con la s maiuscola, esconfina persino nella fantascienza. Ma i dueprotagonisti sono sempre al riparo, qualsiasicosa accada. Grazie ad un formidabile guscioche li protegge: la loro privata, e non casuale,felicità. (E. A.)

L’ultimo spettacolo del poeta, autoree marionettista in programma il 23

giugno a Torino. Ma la sceneggiatura di “Finale di teatro” sarà una sorpresa

gli ha chiesto di rinunciareall’assegno previsto perscrittori e artisti indigentidalla legge Bacchelli. Ma ilfatto è, sostiene Ceronetti,che “la verità, nelle predica-zioni buoniste, è certamen-te impossibile trovarla”. An-zi, forse chi è buonista nontiene davvero a ciò a cui ap-partiene. “Io sono un vec-chio a cui duole l’Italia, co-me la Spagna doleva a Mi-guel Hernandez; ma a me l’I-talia duole senza speranza. Eall’Italia unita tengo”.

CON IL SUO “Risorg imen-to, coi suoi martiri sacri, conle sue passioni tramontate”.Chi vorrebbe sentire comeun apocalittico Ceronettivede un premier che ha fat-to dell’ottimismo la sua ban-

ricordia. Gli anni di Berlu-sconi hanno il merito di averfatto emergere dalla babeledelle parole l’immangia bileverità di una forma demo-cratica in sfacelo”.Una democrazia la cui ipo-crisia produce il dolore e lasofferenza dei singoli, cuispesso Ceronetti ha dato vo-ce nei suoi versi. Comequando, nel 2008, scrisse,nella raccolta Le ballate del-l’angelo ferito (Il notes ma-gico edizioni), una poesia suEluana Englaro che in questigiorni varrebbe la pena di at-taccare nelle aule di Monte-citorio: “Urlate urlate urlateurlate. / Non voglio lacrime.Urlate/ Idolo e vittima diopachi riti/ Nutrita a forza incorpo che giace/Io Eluanagrido per non darvi pace”.

perduta sono cosparsi i suoicorsivi che compaiono su LaStampa, dove scrive dal lon-tano 1972. Corsivi che spes-so suscitano aspre reazioniper quello che agli occhi deisuoi critici appare un pes-simismo reazionario, che la-scia tutto com’è. Ultima trale polemiche quella delloscrittore Fulvio Abbate che,a seguito di un articolo con-tro gli sbarchi di clandestini,

diera, ottiene ancora unavolta una risposta inattesa,affidata ad uno dei suoi re-centi articoli. “Se in Italia c’èchi pensa che togliendo dimezzo secondo regole da in-ventare Berlusconi si fa il bu-cato a una democrazia incondizioni di agonia, direche è di vista corta è mise-

CER ONETTI

Guido saluta tutti:“Addio

palcoscenico”

in & out

Page 15: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

Sabato 30 aprile 2011 pagina 15

di Francesca Gambarini

A quasi due anni dallo spet-tacolo-denuncia La men-

zogna, dedicato ai sette ope-rai che persero la vita nel-l’incendio allo stablimentodella Thyssen Krupp, tornaPippo Del Bono, artista ico-noclasta e voce potente delteatro italiano ed europeodegli ultimi vent’anni. Que-sta volta l’attore, scrittore,regista di cinema e di teatroligure non scenderà negliinferi del mondo, non andràa cercare il marcio e non lobutterà addosso alla plateacome era abituato a fare.Dopo la battaglia, che de-butta al Verdi di Padova il 3maggio e che sarà al Cari-gnano di Torino dal 17, è untesto di speranza, che imma-gina un futuro oltre la cor-tina di ferro dietro cui vivia-mo. “Forse non ce ne ren-diamo conto, ma stiamo inguerra e dobbiamo impara-re a difenderci”, spiega l’ar -tista. “Dobbiamo uscire daquesta condizione kafkianadi vittime perenni cui non èdato di capire cosa accadenelle stanze del potere. Ab-biamo una testa, è tempo dialzarla. Non con le pistole,come abbiamo già fatto, macon un sorriso. Quel sorrisoè la chiave con cui leggere lastoria che voglio racconta-re, una storia che mira allapancia, non alla testa”.In scena ci sono i compagnidi una vita, come Bobò, l’at -tore feticcio della compa-gnia che ha alle spalle lun-ghi anni in manicomio, enuovi arrivi, come MarigiaMaggipinto, storica balleri-na del Tanztheater Wupper-tal di Pina Bausch, con cui lostesso Del Bono lavorò allafine degli anni Ottanta. “Pi -na ballerà ogni sera con noi,insieme al meraviglioso cor-po della stella dell’Opera diParigi, Marie-Agnès Gillot. Èuno spettacolo molto fem-minile, perché è dal femmi-nile che dobbiamo riparti-re. Ruby&co sono l’a gghiac-ciante prodotto di questopaese berlusconizzato finnelle sue viscere che vive eaccetta la menzogna comeun fatto compiuto. Ci siamodimenticati che le donne so-no gli esseri spirituali pereccellenza e di spiritualitàabbiamo tutti un disperatobisogno”.Ma se la danza torna prepo-tente nel linguaggio di DelBono, sul palco non man-cherà la musica, quella delviolinista rumeno Alexan-der Balanescu. “Lo spetta-colo è più lungo e più com-plesso dei miei ultimi lavori.Sono fiducioso: non è piùtempo di grandi fratelli infi-niti. L’Italia è un paese pron-to ad aprirsi di nuovo allacultura. A condizione chequesta smetta di essere stru-mento di potere. Del resto,siamo un popolo geniale,così geniale da aver inventa-to il berlusconismo. Ricor-diamoci quello che dicevaMussolini: ‘Io non ho inven-tato il fascismo, l’ho solo ti-rato fuori dall’inconscio de-gli italiani’. È inquietante.Ma ci deve far riflettere: cosìtroveremo il modo di rina-s c e re ”.

SECONDO TEMPO

sta, ma di ospitare tutte le opi-nioni, anche se antitetiche, tran-ne i neonazisti, Giuliano Ferrarae i Bambini di Satana, per questiultimi se ne può parlare. Sono ilettori che devono scegliere co-sa condividere e cosa no e vaicol dibattito. Infine ho un debi-to di gratitudine: qualcuno miha scherzosamente definito“ba bbione” (romanesco per“persona senile in deficit men-tale/ener getic”) regalandomiun momento di gioiosa ilarità;vorrei ricambiare facendolo ri-dere a mia volta, ma essendo sta-to educato a Eton e formato suBorges e il Circolo Viennese diWittgenstein, non ho dimesti-chezza col vernacolo. Ci provo:“Pàrlace più spesso co’ tu’ sorel -la, lei la penza diverzamente”.Chissà se è la dizione giusta,mannaggia Wittgenstein.

di Stefano Disegni

Sarebbe come se Ranieriquando la Roma lo ha so-stituito con Montella, in-vece di chiedersi perché,

si fosse messo a insultare Mon-tella. Ranieri, ovviamente, nonlo ha fatto, è un signore, lui(detto da un laziale, ci potetecredere). Ma lasciamo perderele scemenze e parliamo di coseimportanti: la qualità della miavita. Devastata. Ho tentato stre-nuamente di difenderla ed è ilmotivo per cui Travaglio (brac-cettino armato – è magro finoalla bidimensionalità – delGrande Vecchio che è l’unico,eterno mandante di ogni fatto emisfatto: Antonio Padellaro)m’ha dovuto fare gli agguati neicorridoi del Fatto Quotidiano perconvincermi a fare quello chefarò. Le provava tutte, una voltami ha fatto perfino gli occhi delgatto di Shrek. Il d ow n s h i f t i n g vo iforse non sapete cos’è. È una diquelle parole che in inglesesuonano figo, fanno tendenza esembrano chissà quale novità:poi se vai a vedere, c’è genteche il d ow n s h i f t i n g già lo praticada sempre. Come me. Si, per-ché si tratta nientemeno chedella buona, vecchia, sana, pi-grizia. Non che io nella vita mene sia stato lì come un grossobradipo a obesizzarmi nell’i-nerzia. Qualcosa ho fatto e so-no un tipo slanciato, nientepanzone desolanti. Ma era cosìbello lavorare a giorni alterni,quando veniva l’ispirazione, ola voglia, o quando qualche ca-poredattore ti puntava un col-tello alla gola perché mancavisolo tu per chiudere la pagina.Uno regalava il suo preziosomanufatto al mondo, il mondopossibilmente apprezzava sen-nò va bene lo stesso (non è ve-ro) e via al mare; anzi, il prezio-so manufatto a volte lo spediviproprio dal mare. Per colpa diMarco Travaglio e della sua ca-

pacità di persuasione (mi sache ha fatto dei corsi in Ame-rica) tutto questo non sarà piùpossibile, mi tocca lavorare.Sto pensando di denunciareTravaglio per lesioni e dannimorali (produrre con regolari-tà influisce anche sull’u m o re ) .Quindi, con queste premesse,come lo farò, ‘sto Misfatto?

PROCEDIAMO per certez-ze, poche, meno male (diffidodi quelli che hanno grandi cer-tezze): mi piacerebbe riuscire anon fare mai un numero ugualeall’altro, per esempio. Fatti salvialcuni punti fermi, autori-sicu-rezza come Andrea Aloi, Ales-sandro Robecchi, Dario Vergas-sola, Paolo Aleandri, Lia Celi,Marco Presta, Riccardo Mannel-li, Max Paiella, altri di pari qua-lità e special guest di rilievo chenon rivelo per non rovinare lasorpresa, vorrei un mix eteroge-neo di ingredienti. Nulla di peg-gio della ripetitività e degli spaziappaltati all’infinito per pigriziamentale (quella sì, insana), unanoia. Usare, se possibile e se ca-paci, molteplicità di linguaggi,dalle vignette tradizionali allestr ip al fotoromanzo alle pagineda ritagliare a tutto quello che cipasserà per la testa, senza cen-sure. Aperti a tutti, unica discri-

minante la qualità. E soprattuttospazio ai giovani. Io non credoall’utilizzo obbligato del giova-ne (la “quota giovane”' come lequote rosa, per intenderci). Ilgiovane deve essere prima ditutto bravo, sennò sta a casa. Mal’attenzione per il nuovo, lachance da offrire a chi ha talen-to e non trova spazi, quella sì.Noi che abbiamo da tempo pas-sato i trenta (diversamente gio-vani, diciamo) abbiamo avuto lafortuna di crescere in un perio-do in cui gli spazi dove eserci-tarci e confrontarci erano tanti.Oggi, in questa Italia ridotta co-m’è, vorrei che almeno il Misfat-to fosse un'occasione per chi,sciagurato lui, vuole fare questomestiere, ammesso che lo sia.La linea? La linea sarà... non ave-re una linea. Non parlo di pro-cedere come mosche senza te-

Un mixeterogeneocondito convignette, strip,fotoromanzi,pagineda ritagliare

Te at r oPippoDel Bonosi apreallasper anza

Gli “a l t e r n at iv i ” della Mazzantini,poco dannati e molto sboccati

di Luca Canali

S eguo da sempre con interesse i ro-manzi di Margaret Mazzantini, che

è indubbiamente una delle nostre mi-gliori scrittrici. Fra l’altro ho recente-mente scoperto un segreto: riesce ascrivere romanzi che hanno sempreal centro un “problema centrale”, undramma assillante, una sofferenza esi-stenziale, cose che di solito i lettorievitano per timore di annoiarsi o diuscirne depressi, e che invece, conun singolare accorgimento, l’Autr icerende appetibili fino a trasformarli ininfallibili best-seller: ricorre infatti auno stile che fa pensare all’asciuttez -za paratattica d’un compilatore di te-legrammi molto arrabbiati, oppure allinguaggio sboccato di quei bullettisedicenni appena usciti da un Istitutotecnico di estrema periferia, più chealla ironica insoddisfazione coniuga-le di Delia - la protagonista di questolibro -, una pseudointellettuale buonadi fondo, ma spietata contro il mondogiudicato banale e invivibile, e delsuo coniuge separato, provincialeinurbato, il quale, raffinatosi, è entra-to in Rai o Mediaset (non è specifica-

to) divenendo autore dei tristementenoti sceneggiati televisivi, mentretenta inutilmente di diventare un ve-ro scrittore.

T U T TAV I A questo ultimo romanzodella Mazzantini (Nessuno si salva da so-lo, Mondadori, pp. 189, 19,00 euro),tutt’altro che allegro, riesce a trasfor-marsi in narrazione grottesca e persi-no a volta comica, infarcita, come essaè, di un turpiloquio anche pesante eossessivo che però possiede una suaoriginalità fino ad assomigliare ad al-cuni Ragionamenti dell’Aretino o aiSonetti del Belli. Non avevo mai lettoinfatti nei romanzi moderni frasi comele seguenti: “Gae, Gaetano (il maritoseparato), suonava la batteria e questolo rendeva uno da baci sul culo”. Al ri-storante lei ordina una “tartina vege-tariana, una cagata”. Nei primi tempidell’amore “i primi baci con la linguagli avevano fatto sentire i denti consu-mati dall’acidità del vomito” (era stataanoressica). Del resto “anche lui avevaun discreto zaino pieno di merda sullespalle e non vedeva l’ora di svuotarloai piedi di una ragazza come lei”. Ma ilgergo continua “mollare sul tavolo” in -

vece che “m e t t e resul tavolo”, “becca -re una cosa” i nve c eche “prendere unacosa”. E ancora, poi-ché lei vorrebbe fa-re un viaggio a Cal-cutta, “la città di Ta-gore, il suo scrittoreprefer ito……;quante volte gli harotto il cazzo con Ta-go re ”. Ma basta congli esempi.Gae e Delia sonodue trentacinquen-ni di una media borghesia un po’ snob,che vorrebbero sembrare “alter nati-vi” a un mondo di idioti (eccettuatauna coppia di anziani che forse mo-strano di amarsi ancora con freschez-za e sincerità). Si tratta forse di una me-tafora autobiografica di quei due un-der 40 che si sono separati, ma che for-se si amano ancora, con quei due figliche a volte li annoiano, ma frutto delloro amore antico, e indifesi, forse riu-sciranno a farli tornare insieme, anchese lui, Gae, ha nel frattempo una storiadi sesso eccitante ma vigliacca con

un’amante burrosa etotalmente sottomes-sa, una giovane di dol-cissimo carattere, vil-mente bistrattata daquello scrittorello te-levisivo, e se lei, De-lia, è tentata, ma pla-tonicamente, da unGiancarlo che la solle-cita con la sua tran-quilla rozzezza e ras-sicurante normalità.È forse per questi ec-cessi linguistici, con-traddizioni psicologi-

che e soluzioni grottesche, più chedrammatiche, che questo libro può di-vertire e interessare, pur senza aspira-re a vette di qualità, tanto, bestseller loè già diventato per merito di decine dimigliaia di lettori sia esigenti sia di boc-ca buona, che l’hanno acquistato, co-me del resto la Mazzantini era certache sarebbe accaduto perché, scriven-dolo così, cioè ambiziosamente ambi-guo nei temi e nel linguaggio, sapevadi lanciare sul mercato un prodotto fa-cilmente vendibile a gloria sia propriache dell’e d i t o re .

Eccessilinguisticie forzaturepsicologichelimitano ilnuovo romanzodella scrittrice

Nessuno sisalva da solo

MONDADORI, 189 P P, 19 EURO

A sinistra, MargaretM a z z an t i n i

(FOTO LAPRESSE)

G RA Z I EMinzolingua

I l più sentito grazie al TgLingua delle 13.30 per ilrilievo dedicato al Misfatto, inserto satirico del Fa t t o

che da domenica prossima esce in versione rinnovata.Grazie anche a Olindo Sallusti e ai camerati della se-zione Adolf Hitler di L i b e ro per essere stati al gioco.Con tutto lo spazio dedicato alle risse satiriche delMisfatto (vere o presunte chissà?) non potevamo spe-rare in un lancio migliore. E tutto a spese di Berlusconi,degli Angelucci e del budget di Minzolingua (carte dicredito comprese). È la satira, bellezze.

DA DOMANI

IL MISFATTO DEL BABBIONEDisegni presenta l’inserto satirico più chiacchierato

Lo stile? Una maionese impazzita

Page 16: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

pagina 16 Sabato 30 aprile 2011

20.57 PREVISIONI DEL TEM-PO Meteo21.00 NOTIZIARIO Newslunghe da 2421.27 PREVISIONI DEL TEM-PO Meteo21.30 RUBRICA Meridiana- Scienza 121.57 PREVISIONI DEL TEM-PO Meteo22.00 ATTUALITÀ Inchiesta3 (Interni) (REPLICA)22.30 NOTIZIARIO Newslunghe da 2422.57 PREVISIONI DEL TEM-PO Meteo23.00 RUBRICA Consumi econsumi23.27 PREVISIONI DEL TEM-PO Meteo23.30 RUBRICA Tempi sup-plementari23.57 PREVISIONI DEL TEM-PO Meteo0.00 NOTIZIARIO Newslunghe da 240.27 PREVISIONI DEL TEM-PO Meteo

10.35 FILM Piovuta dalcielo13.00 NOTIZIARIO TG5 -Meteo 513.40 FILM Vacanza inParadiso15.30 ATTUALITÀ Verissi-mo - Tutti i colori dellacronaca18.50 GIOCO Chi vuolessere milionario20.00 NOTIZIARIO TG5 -Meteo 520.30 ATTUALITÀ Strisciala Notizia - La voce del-l'improvvidenza21.10 FICTION Karol unuomo diventato Papa23.30 VARIETÀ Chiambret-ti Night - Solo per numeriuno1.00 NOTIZIARIO TG5 -Meteo 5 Notte1.30 ATTUALITÀ Strisciala Notizia - La voce del-l'improvvidenza (REPLICA)1.50 FILM Dov'è miofiglio?

13.55 EVENTO SPORTIVOMotomondiale 2011 GPPortogallo: Prove Classe125cc (DIRETTA)14.55 EVENTO SPORTIVOMotomondiale 2011 GPPortogallo: Prove ClasseMotoGP (DIRETTA)16.10 EVENTO SPORTIVOMotomondiale 2011 GPPortogallo: Prove ClasseMoto2 (DIRETTA)17.00 FILM Scooby Doo eLa leggenda del vampiro18.30 NOTIZIARIO StudioAperto - Meteo19.00 CARTONI ANIMATI Ipinguini di Madagascar19.15 FILM Cinderella story21.10 MEDIASET FILM Har-ry Potter e il PrincipeMezzosangue0.10 RUBRICA SPORTIVAStudio Sport XXL1.10 RUBRICA SPORTIVAPoker1mania2.00 ATTUALITÀ TVModa (REPLICA)

11.30 NOTIZIARIO TG4 -Meteo - Vie d'Italia noti-zie sul traffico12.00 TELEFILM Wolff - Unpoliziotto a Berlino13.00 TELEFILM Distrettodi Polizia 913.50 REAL TV Forum: ses-sione pomeridiana delSabato15.00 DOCUMENTARIOMagnifica Italia15.15 FILM Poirot: Semorisse mio marito17.00 TELEFILM DetectiveMonk18.55 NOTIZIARIO TG4 -Meteo19.35 SOAP OPERA Tempe-sta d'amore20.40 CULTURALE ViteStraordinarie23.30 FILM Il commissarioWallander - L'africano1.30 NOTIZIARIO TG4Night News1.55 VARIETÀ Ieri e oggiin tv special - Grand Hotel

11.00 RUBRICA Il tempodella politica11.05 DOCUMENTARIOLa7 Doc "Secrets ofArcheology"11.30 TELEFILM Ultime dalcielo "Il figlio del leader""Per una vita normale"13.30 NOTIZIARIO TG La713.55 TELEFILM Dio vede eprovvede "Il derby dellafede" "Suor Detective"16.00 FILM Star Trek VI:Rotta verso l'ignoto17.55 TELEFILM Halifax20.00 NOTIZIARIO TG La720.30 ATTUALITÀ In Onda21.30 FILM La messa èfinita23.30 TELEFILM MedicalInvestigation "Sopravvis-suta"0.30 NOTIZIARIO TG La70.40 ATTUALITÀ M.O.D.A1.25 FILM Il bacio dellamorte3.40 DOCUMENTI La7Colors

��/ Cinderella storyFino all’età di 8 anni Samantha Mon-tgomery vive felicemente con il padrevedovo. Un giorno l’uomo incontra l’af-fascinante Fiona e se ne innamora. Nesegue un matrimonio e Sam si ritrovain una nuova famiglia, con una matri-gna e due sorellastre non proprio acco-modanti, Brianna e Gabriella. Quandoil padre della bambina muore in seguitoa un terremoto, per Sam è l’inizio di unincubo... Italia 1 19,15

���/ Qualcuno volò sul nido del cuculoIn un ospedale psichiatrico tutto ordinee pulizia arriva un giorno il giovaneRandle P. McMurphy, che, condannatoper reati di violenza, spera, spacciando-si per matto, di sottrarsi al carcere: aimedici il compito di scoprire se sia omeno un simulatore. Il suo arrivo portalo scompiglio nell’ambiente di repres-sione e di intransigente disciplina impo-sta e mantenuta da una ferrea capo-infermiera, la signorina Ratched. Sky Cinema Hits 21,10

��/ Harry Potter e il Principe MezzosangueDopo la battaglia contro Voldemort e isuoi seguaci svoltasi al Ministero dellaMagia, scontro in cui Sirius Black haperso la vita, Harry ha nuovamentetrascorso l’estate a casa degli zii. Primadi raggiungere Ron e la sua famiglia, efare, quindi ritorno al castello di Hog-warts, Harry, insieme a Silente, si recain una sperduta cittadina per far visitaa un ex professore della scuola: HoraceLumacorno. Italia 1 21,10

� Ulisse: Il piacere della scopertaAlberto Angela accompagna lo spetta-tore in un viaggio affascinante nel cer-vello umano: cento miliardi di celluleche determinano la nascita dei nostripensieri, e anche delle nostre passioni,del dolore e della gioia, oltre natural-mente a governare ogni movimento delcorpo. E poi al Policlinico di Modenaper seguire i “primi passi”di un cervelloumano, a cominciare da quei segnaliche i lattanti scambiano con le madri. Rai 3 21,30

TRAME PROGRAMMI

DI OGGI

DEI FILM DA NON PERDERE

LA TV

11.00 RUBRICA Appunta-mento al cinema11.10 RUBRICA 7+12.00 VARIETÀ La provadel cuoco13.30 NOTIZIARIO TG114.00 RUBRICA Easy Dri-ver14.30 VARIETÀ Le amichedel sabato17.00 NOTIZIARIO TG1 -Che tempo fa17.15 EVENTO SpecialeBeatificazione di GiovanniPaolo II (DIRETTA)17.55 DOCUMENTARIOPassaggio a Nord Ovest18.50 GIOCO L'eredità20.00 NOTIZIARIO TG120.30 NOTIZIARIO SPORTI-VO Rai TG Sport20.35 GIOCO Affari tuoi21.10 VARIETÀ Ballandocon le stelle0.35 RUBRICA Italia mia,esercizi di memoria1.15 NOTIZIARIO TG1Notte - TG1 Focus

14.00 VARIETÀ Top of thePops 201116.15 TELEFILM La signorain giallo17.00 RUBRICA Serenovariabile18.00 NOTIZIARIO TG2L.I.S. - Meteo 218.05 RUBRICA CrazyParade18.35 TELEFILM Primeval19.30 TELEFILM SquadraSpeciale Cobra 1120.25 Estrazioni del Lotto20.30 NOTIZIARIO TG2 -20.3021.05 ATTUALITÀ Karol,un Santo Padre23.10 RUBRICA TG2 Dos-sier23.55 RUBRICA SPORTIVASabato Sprint0.45 NOTIZIARIO TG20.55 RUBRICA TG2 Storie- I racconti della settima-na1.30 NOTIZIARIO TG2Mizar

14.00 NOTIZIARIO TGRegione - TG3 - TG3 Pixel14.50 RUBRICA Tv talk16.25 RUBRICA Art News16.55 NOTIZIARIO TG3L.I.S.17.00 TELEFILM SquadraSpeciale Vienna17.45 RUBRICA SPORTIVAMagazine Champions League18.10 RUBRICA SPORTIVA90° Minuto - Serie B19.00 NOTIZIARIO TG3 -TG Regione - Meteo20.00 ATTUALITÀ Blobpresenta Vota Antonio20.10 ATTUALITÀ Chetempo che fa21.30 DOCUMENTARIOUlisse: Il piacere dellascoperta23.25 NOTIZIARIO TG3 -TG Regione23.45 ATTUALITÀ Un gior-no in Pretura0.45 NOTIZIARIO TG30.55 RUBRICA TG3 Agen-da del mondo

� Vite StraordinarieVite Straordinarie, in prima serata, suRetequattro, dedicherà una serata spe-ciale a Giovanni Paolo II, in occasionedella sua beatificazione. In diretta dalCirco Massimo, la giornalista e condut-trice Elena Guarnieri seguirà la vegliadi preghiera guidata dal Cardinale Ago-stino Vallini, nel corso della quale sonoprevisti collegamenti con santuarimariani di tutto il mondo e con Bene-detto XVI per un messaggio ai fedeli.Rete 4 20,40

� Che tempo che faPuntata speciale di “Che tempo che fa”che avrà come ospite Andrea Camilleri.Lo scrittore siciliano è l’autore dellafortunata serie di romanzi dedicati alCommissario Montalbano che gli hannopermesso di vendere negli anni più didieci milioni di copie. Camilleri parleràinoltre dei due nuovi romanzi usciti inquesti primi mesi del 2011 “La monetadi Akragas” e “Gran Circo Taddei e altrestorie di Vigàta”. Rai 3 20,10

TELE+COMANDOTG PAPI

Michela& Pa o l i n o

SALISCENDI

Ar idateceMasi

L’ex direttore generale Rai,Mauro Masi, ora amministratore

delegato di Consap

SECONDO TEMPO

di Carlo Tecce

C aro Masi, ex direttore ge-nerale Rai, amministrato-

re delegato di Consap, con-sapevole civil servant, nessunpolitico di destra o di sinistrala rimpiange. Ma a noi delFatto mancherà tantissimo.Grazie di cuore per i titoliche ci ha regalato, per l’i m-pacciata foga del censorespuntato (per fortuna). Haprodotto deliranti idee purdi chiudere le trasmissionisgradite al governo, sfidandoqualsiasi regola di azienda edi civiltà. Lei ha dimostratoche il peggio è senza fine,saluta la Rai con 3,5 punti dishare persi in 2 anni (la me-dia passa da 41,8 a 38,3).Non riusciamo a immagina-re un Masi II, un degno eredeal trono. Un dirigente che sifa intervistare a Porta a Porta,con la faccia nella telecame-ra e il gagliardetto laziale ac-canto, per bombardare Mi-chele Santoro, che adora lecene mondane e mostrarsi aifotografi, e gode di una si-nistra (esatto, sinistra) popo-larità: “Mi fermano in strada,mi chiedono l’autografo e mifanno i cori da stadio”. Unattimo prima di lasciare laRai, in un'esilarante riunionedi lavoro con Marco Bassettidi Endemol, s'è persino pro-

posto per la conduzione:“Conosco ministri ed espertidi economica...”. E come di-menticare i pantaloni rossofuoco nell’intimo colloquiocon Gianni Minoli a Cortina,parlando di donne, amore efantasia. Masi sembra avertrattato la televisione pubbli-ca come la sua abitazioneprivata e, con il piglio di pre-murosa governante, si è af-fannato nel tappare qualsiasispiffero: la pubblicità di Pa r l acon me che scherzava su Min-zolini, il finale del Caimanoche ricordava i processi diBerlusconi, la satira di Luca ePaolo su Ruby che apriva unmondo al pubblico aneste-tizzato del Festival di Sanre-mo. Fedele al mandato di go-verno, il soldato Masi hacombattuto al fronte di vialeMazzini, sempre con la baio-netta pronta, ma a volte iltroppo storpia. La comica te-lefonata ad Annozero è unprezioso reperto televisivo:il direttore generale a duellocon l’odiato Santoro, chechiama senza motivo, chevorrebbe spegnere quel ma-ledetto programma, che s’i n-carta, bofonchia e augura la

buonanotte. E poi diventaparodia di se stesso chiaman-do Simona Ventura: “Un for-te in bocca al lupo a te”. Ecosì scopriamo che Masiporta sfortuna: l’Isola dei fa-mosi sarà un fallimento tota-le, e ora rischia davvero discomparire. L’ex segretariogenerale di palazzo Chigi, inuna memorabile intervista alFatto, confidò di conoscerepoco o niente di televisione,ma di studiare tanto per im-parare. Avrà letto i libri a me-tà. Ha cambiato strategiaquando ha intuito che l'usci-ta fosse vicina e doveva as-sicurarsi un paracadute, ecosì ha imbarcato GiulianoFerrara con un bel triennalee Vittorio Sgarbi con otto mi-lioni di euro. Accontentato,ecco la poltrona di Consap,oscura per la fama, dorataper le tasche. C’è un rimor-so, però. Pur di proteggereAugusto Minzolini, beccatoa spendere i soldi aziendaliin vacanza, Masi ha collezio-nato una serie di bugie e difiguracce anche con i con-siglieri di maggioranza. Ri-sultato? Lui è fuori, il diret-torissimo al Tg1. Onora a lei,ex direttore generale. Avevacapito, come disse nelle te-lefonate dell’inchiesta di Tra-ni: “Manco nello Zimbab-we ”

di Paolo Ojetti

T g1 Matrimonio e solomatrimonio. Francesco

Giorgino è tagliato per l’ av -venimento: “La regina è ra-diosa in giallo canarino”, tut-ti “sono emozionati e felici”.Ma questo è niente rispettoalla seconda – seconda – no-tizia del Tg1: Carla Bruni èincinta. Si perpetuano le di-nastie. A Roma, nel frattem-po, come sarà la “m a c ch i n aor ganizzativa” per Wojtylasanto subito? “É in moto”, ov-viamente. Il Tg1 scomoda iricordi di Casini e D’Alema,niente di sbalorditivo, ovvie-tà. Il meglio arriva subito do-po: con i ricordi-fiume diBerlusconi, sempre StefanoZiantoni alla raccolta diffe-renziata. Un passaggio del“p re m i e r ” è illuminante espiega molte cose: “ R i c o rd ol’incontro dove c’era anchemia madre, che si permise diraccomandare il figlio allesue preghiere”. É evidente

che il beato Wojtyla o ha po-co pregato o è stato pocoascoltato. Il servizietto poli-tico di Alessandra Di Tom-maso da zero a dieci, zero

T g2 Inevitabile “ro yalwe d d i n g ” con Stefano

Tura che – come AntonioCaprarica sul Tg1 – por tavauna cravatta azzurro Torna-do, così come richiesto daicerimonieri di BuckinghamPalace. Tutti si augurano – di-ceva Tura – che il matrimo-nio vada a finire bene. Augu-rio strambo: non hannonemmeno cominciato. Se-gue inevitabile beatificazio-ne di Karol Wojtyla, compre-se misure di sicurezza, attesedi milioni di pellegrini, esu-mazione della salma e trasla-zione in San Pietro per i ritiprevisti. Il Tg2 fa vedere altrireperti macabri: conservatada quel giorno, la magliettadel Papa, perforata dai colpidi pistola di Alì Agca, pre-senta sbavature arancio e

ruggine. Non suggestiva.Andrea Covotta sottoscr i-ve il compito del giorno: laLega si agita, ma Frattini as-sicura che non si muoveràuna foglia. E, se lo dice Frat-tini, c’è da sperare.

T g3Giù la maschera: chi èil vero capo del governo?

Ma è lei, la Brambilla, ac-canto a Paolino Bonaiuti, cheparla con i giornalisti. Berlu-sconi è sparito, tocca a Mi-chela la Rossa. Il Tg3 si diver-te, insiste sull’equivoco e an-che Mariella Venditti sati-reggia: “Berlusconi si aggirapieno di preoccupazioni,praticamente parla da solo,ah dovevo avvisare Umber-to, ma ero sicuro che loavrebbero fatto Frattini o LaRussa, invece, ma guarda unpo’ che situazione, la Pada-nia esagera non siamo in gi-nocchio davanti alla Francia,anzi Sarkozy sembrava piùpiccolo del solito, ma perchéSallusti mi combina questocasino con Tremonti, no nonon sono stato io a dettargli ititoli e non li ho dettati nem-meno a Belpietro oh, guardache guaio, che guaio, non vo-levo bombardare, ma comefacevo a dire di no a Obama”.Insomma, abbiamo solo ag-giunto qualche passaggio,ma la cronaca di Mariella erapiù e meno questa: mister B.ha superato mister Bean.

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Sabato 30 aprile 2011 pagina 17

RADIO

I FILM LO SPORTSC1= Cinema 1SCH=Cinema HitsSCP=Cinema Passion

SCF=Cinema FamilySCC=Cinema ComedySCM=Cinema Max

SP1=Sport 1SP2=Sport 2SP3=Sport 3

A “Radio 1” il giorno di Karol,maratona di 24 oreSi intitola “Il giorno di Karol”, la maratona radiofonicain diretta del Giornale Radio Rai che andrà in onda suRadio1 per 24 ore a partire da oggi alle 12.35 e, ininter-rottamente, fino alla celebrazione dell’Angelus del 1°maggio da piazza San Pietro. Ad aprire la conduzionedella lunga diretta, in collaborazione con le Rubrichereligiose coordinate da Filippo Anastasi, saranno CarloAlbertazzi e Lorena Bianchetti. Gli inviati del Gr segui-ranno l’avvenimento da Piazza San Pietro, Borgo San-t’Angelo e dal Circo Massimo, dove sono attesi migliaiadi fedeli che parteciperanno alla veglia di preghiera del-la vigilia, per raccontare in diretta la due giorni dedica-ta a Wojtyla. Non mancheranno collegamenti anche conla Polonia, il Paese natale di papa Wojtyla, in festa perl’eccezionale evento. Durante le ventiquattro ore si sus-seguiranno al microfono testimoni e protagonisti dellastraordinaria vicenda umana di Giovanni Paolo II.Radiouno 12,35

17.45 Scemo più scemo - Iniziò così... SCC18.55 Il cattivo tenente SCM19.00 Spider-Man SCH19.15 Camere da letto SCC19.15 Il figlio più piccolo SCP19.20 Cool Runnings SCF19.20 Soul Kitchen SC121.00 School of Rock SCC21.00 Piovono polpette SCF21.00 Insonnia d'amore SCP21.00 Virtuality SCM21.10 Qualcuno volò sul nidodel cuculo SCH21.10 Non abbiate paura - Lavita di Giovanni Paolo II SC122.35 Dolf e la crociata deibambini SCF22.45 Soffocare SC122.50 Sydney SCP22.50 The Ring SCM22.55 Il rompiscatole SCC23.30 Miracolo nella 34a strada SCH0.20 Amore 14 SCF0.25 Chloe - Tra seduzione einganno SC1

15.25 Calcio, Bundesliga2010/2011 32a giornata BorussiaDortmund - Norimberga(Diretta) SP115.55 Calcio, Premier League2010/2011 35a giornata WiganAthletic - Everton (Diretta) SP316.25 Rugby, Heineken Cup2010/2011 Prima semifinaleLeinster Rugby - Stade Toulousain (Diretta) SP217.55 Calcio, Liga 2010/201134a giornata Real Madrid - RealSaragozza (Diretta) SP118.25 Calcio, Premier League2010/2011 35a giornata Chelsea- Tottenham H. (Diretta) SP320.25 Calcio, Liga 2010/201134a giornata Real Sociedad -Barcellona (Differita) SP320.40 Calcio, Serie A 2010/2011Anticipo 16a giornata ritornoNapoli - Genoa (Diretta) SP122.00 Basket, NBA 2010/2011Playoff - Primo turno, Gara 6Memphis Grizzlies - San Anto-nio Spurs (Replica) SP2

è “PAZZA IKEA” DEDICATA A GIOVANARDIUN VIDEO LANCIA IL FLASH-MOB DI QUESTO POMERIGGIO“Pazza Ikea, lui fa l’amore con lui. Pensando che sia unacosa normale”. É una risposta esilarante, con una parodiadel noto brano di Patty Pravo, quella che l’associazioneArcietero (eterosessuali che si battono per i diritti degliomosessuali) ha riservato al sottosegretario Giovanardidopo le sue dichiarazioni sui manifesti Ikea. Il video, giratoproprio presso un punto vendita della catena svedese,

rilancia la campagna a favore dei matrimonigay, già firmata da Dario Vergassola, Ascaniocelestini, Moni Ovadia, Sergio Staino, e tantialtri. Il video rilancia anche il Flash Moborganizzato per oggi alle 15, davanti all’I ke aPorta di Roma: un bacio collettivo control’omofobia (http://on.fb.me/jzoky8 ).

è IL GUARDIAN È “REPUBBLICANO”PER I LETTORI NON INTERESSATI ALLE NOZZEC’è chi ha detto no all’abbuffata mediatica delmatrimonio reale: a prendersi cura deicittadini di sua maestà poco interessati allenozze del pretendente al trono, ciha pensato il sito del Guardian. Ilquotidiano inglese ha offerto ieri ailettori del suo sito la possibilità diaccedere a una versione online“re p u b b l i c a n a ”', depurata diqualsiasi notizia sul “roy a lwe dd i n g ”. Sul suo portale ha anchemesso a disposizione una “f re ezone” con “quel che accade nelmondo reale”, notizie dal mondo azero gradi di nobiltà.

èWOJTYLA IN STREAMING YTDOMENICA PER LA BEATIFICAZIONECrescono ogni giorno imega-eventi offerti in diretta daYouTube. Dopo lo streaming di unconcerto degli U2 nel 2009, quellodel matrimonio reale ieri mattina,il portale video offrirà domani, in collaborazione con ilCentro Televisivo Vaticano e Radio Vaticana, unadiretta streaming della cerimonia di Beatificazione diPapa Giovanni Paolo II (dalle 9.00 fino alle 12.45). Ladiretta web sarà accessibile all’indirizzowww.youtube.com/live, e direttamente dal canaleYouTube creato dal Vaticano per le celebrazioni delpontefice, www.youtube.com/giovannipaoloii. Ilportale video sta aumentando i suoi sforzi sulle diretteanche in vista di un probabile sbarco sul mercato deivideo e film in affitto destinati al largo consumo.

f e e d b ac k$Commenti all’appellosu ilFattoQuotidiano.it:“Un referendum pernon morire”di Adriano Celentano

èUN GRANDE UOMO,che come quei pochi hannotutto per condurre una vitaserena e più che agiata mainvece pensano al benecomune di oggi e di domani.Un uomo appunto che verràricordato piuttosto che itanti italiani storditi o peggionon in buona fede chepreferiscono bruciare tutto esubito per il proprio egoismoed ignoranza piuttosto checredere nel uomo ed unfuturo condiviso. BravoAdriano! E grazie!!

Giuseppe Aino

èUNA LETTERA che èuna creazione artistica undono di amore e intelligenzagrazie Adriano.

Piero Aretino

èTUTTI A votare esperiamo che l’audience diCelentano batta quella delBerlusca 7 a 0! (oramai solo lavisibilità conta!!).

Gea18.1

èGRANDISSIMO... èesattamente quello che avevopensato anch’io, votarec o mu n q u e ! ! !

A ra d i a 1

èNON VEDO perché laparola di un vecchiopagliaccio arrogante eipocrita dovrebbe avere alunvalore, sebbene sostengaqualcosa che già è in atto datempo senza il suo penosointer vento.

Kvas

èGUARDI che forse si èsbagliato. L’articolo parla diCelentano, non di Berlusconi.

Arcmarc

èORMAI la veraopposizione è fatta di comicie cantanti.

Joe

èÉ L’OVVIA conseguenzadi una politica fatta dapagliacci al governo,giocolieri all’opposizione esaltimbanchi al terzo polo.

Bianconiglio

èCHE SI DEVE fare perliberarci di questo regime?!Andare a votare!!! Adrianosei un mito. Viva chi tutti igiorni combatte per una verademocrazia.

Mar ijuano

è IO E TUTTA la miafamiglia compresi i miei amicici andremo. Mobilitatevi tutti,qui non conta il colorepolitico, ma la vita dei tuoifigli.

U ra g a n o _ m a z a ra

èCONCORDO!Celentano, devi fare di più. Ilettori del FQ già andranno avotare. Bisogna convinceregli altri.

Fra n c e s c a h

èTOSTO Adriano!! Ma tichiedo di più! Se tu ci metti lafaccia, propongo una collettaper pagare uno spot in TV.Ciao a tutti.

G ra n i t o l o

èLO STILE è il“celentanese” però ha ildono della chiarezza,impossibile non essered’a c c o rd o.

Indi

èGRAZIE Adriano. Grazie.D av ve ro.

Pa u l 5 6

MONDO WEBINCENDIO NELLA WEB-FARM ARUBA

Mezza giornatadi tilt InternetU na buona parte della Rete ita-

liana ieri è andata in tilt. Col-pa di un incendio molto reale epoco digitale: durante la nottesono andati a fuoco i gruppi dicontinuità che assicurano ener-gia in caso di black-out ai serverAruba, la più grande web-farmitaliana. I server sono stati spen-ti per sicurezza e circa un milio-ne di siti, e almeno altrettanti in-dirizzi di posta elettronica, sonodiventati irraggiungibili.Poco conosciuta al grande pub-blico (anche se ultimamente halanciato degli spot tv), Aruba èl’azienda nata ad Arezzo nel1994 e che negli anni si è impo-sta come il più grande attore ita-liano nell’offerta di “spazio onli-ne” per chiunque voglia aprireun blog o un sito a prezzi con-tenuti (anche se non mancanole offerte rivolte alle aziende).La realtà Aruba negli anni è cre-sciuta anche geograficamente: isuoi diecimila server (ognunodi questi, un computer nontroppo diverso da quello di ca-sa, ospita più siti), copre duemi-la metri quadri ad Arezzo; e a

di Federico Mello

LA CHAT? PENSIERI DA SCIMMIEPAROLA DEL NOBEL VARGAS LLOSASarà un grande

intellettuale elogiato in tutto ilmondo, ma non sembra per nienteinteressato a capire i fenomeni che locircondano. Il Premio Nobel per laletteratura, il peruviano Mario VargasLlosa (nella foto), ha definito illinguaggio che utilizzano “i ragazzi”nelle chat via Internet, su Twitter eFacebook “t e rr i f i c a n t e ” al punto da farsupporre che “pensano come una scimmia”. Paroleaffidate al settimanale uruguayano “Busqueda”, daieri in edicola. “Internet ha messo in soffitta lagrammatica, l’ha liquidata, per cui si vive in una speciedi barbarie sintattica”, ha specificato Vargas Llosa.

“Se scrivi in quel modo è perchè parli in quel modo. Separli così è perchè pensi così, e se pensì così èperchè pensi come una scimmia”, ha aggiunto.“Ciò mi sembra preoccupante”, ha continuato ilPremio Nobel, secondo il quale “forse la gente èpiù felice se arriva a questo stato e, chissà, ma nonlo so, le scimmie sono più felici degli esseri umani”.Vargas Llosa si è anche lamentato del livellocomplessivo del giornalismo, specificando che i media“vivono un momento difficile” poiché sono staticontagiati della voglia della gente di “divertirsi eintrattenersi”. Immediate sui social networkle critiche degli utenti (ancor più da quelliin lingua spagnola).“Chissà cosapensano di questedichiarazionii 6020 followers diVargas Llosa suTw i t t e r ”l’osser vazionesarcastica in unTw i t t .

èCANDIDATO CHOC A ROVIGO“BIOCARBURANTE CON GLI ISLAMICI”Un altro grave episodio di razzismo daparte di un politico arriva da Facebook.Riccardo Onofri, candidato a Rovigo nellalista Fiamma Tricolore – che sostiene ilcandidato sindaco di Pdl e Lega, Bruno Piva– ha scelto infatti il sito blu del quotidianolocale la “Voce di Rovigo”, per far sapereche “è meglio che gli Islamici inizino apregare il loro Allah perché se vince ilcentrodestra a Rovigo inizio a portar vial’immondizia”. Non solo: alla domandasarcastica di un altro iscritto al socialnetwork: “E cosa fate di bello? Li infilate neiforni crematori come ai tempi di Benito?”,ha replicato “no ci siamo evoluti e adessosiamo al passo con i tempi moderni. Hointenzione di produrre Bio combustibile”.Non si è fatta attendere la replica di SimoneBiziato, candidato nella lista del Pd chesostiene il candidato sindaco FedericoFrigato: “Sono sconcertato dalleaffermazioni violente, razziste e che ci fannoricordare il peggior periodo della storia delnostro Paese e dell’Europa intera”.

SECONDO TEMPO

Il logo Aruba; la pagina Fbdel flash-mob; Giovanardi

in “Pazza Ikea”; il canale YouTubeper la beatificazione di Wojtyla

questi si uniscono altri due datacenter a Bologna e Milano e unaltra web farm nella RepubblicaCeca. Sono state necessarie treore nella notte per spegnerel’incendio, ma alle 16 di ieri lefunzionalità erano ripristinate:nessun dato sembra essere an-dato perso e tutti i siti e le caselledi posta sono tornate online.L’azienda ha tenuto aggiornaticlienti e utenti tramite il suo ac-count Twitter, ma comunque ilCodacons sta studiando la pos-sibilità di intentare una class ac-tion a favore dei clienti di Arubache “hanno subito enormi disa-g i”. Le web-farm hanno dei si-stemi di sicurezza rigidi: am-bienti protetti a temperatura co-stante e anche un sistema di ser-ver gemelli dove tenere copia diogni informazione (se uno vagiù, il sito rimane raggiungibi-le). Questa volta l’incendio habloccato tutto, anche perché,hanno spiegato dall’azienda,“durante le fasi di ripristino èstata privilegiata la sicurezza deilavoratori coinvolti”.

f . m e l l o @ i l fa t t o q u o t i d i a n o . i t

Page 18: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

pagina 18 Sabato 30 aprile 2011

PIAZZA GRANDEDigital radio. Il futuro è web

di Roberto Faenza

Nel lontano 1974, da Bo-logna, ho aperto il fron-te delle radio libere di-mostrando con un’e-

mittente pirata che era falsol’assunto della Rai sulla limita-tezza delle frequenze. Guar-dando a quell’iniziativa, laCorte costituzionale sancì l’il-liceità del monopolio. Nonche le cose siano molto mi-gliorate, visto che ora incom-be il duopolio. Esistono anco-ra i pirati? Sì, specie sulle fre-quenze AM, disturbando so-prattutto la Rai. Oltre ai pirati,fuori dal conformismo c’è ingiro un buon numero di vocilibere. Tra queste, le radio uni-versitarie. Di loro nessunoparla. Eppure rappresentanola punta più avanzata della co-municazione non allineata.

UN BALUARDO contro ilvociare che ammorba l’e t e reogni giorno. Se una radio è li-bera, ma libera veramente –cantava Eugenio Finardi – pia-ce ancor di più perché libera lamente. Il prossimo 24 maggioa Cosenza si terrà il FRU, Festi-val delle Radio Universitarie.Associate nella sigla Raduni,sono in tutto una trentina e cre-scono in continuazione. Nonne fa parte Radio Luiss, l’uni-versità della Confindustria, vi-sta con sospetto perchè la solaa godere di cospicui finanzia-menti. La maggior parte di que-ste radio corre sul web, visti icosti inaccessibili delle fre-quenze FM. La prima ha visto laluce nel 2000 a Siena, Radio Fa-coltà di Frequenza, “assassina-ta”, dicono gli studenti, dalcrack dell’Università finita inbancarotta. Un’altra, RadioZammù dell’Università di Ca-tania, ha lanciato un’i n ch i e s t adal titolo significativo “E cichiamano giovani”. Finalizzataa misurare il polso dell’u n i ve r -so giovanile, è diventata l’oc-casione per un grandioso affre-sco generazionale. Chiariamosubito che stiamo parlando diun microcosmo che se ne fregadello share. Qui, comunicazio-ne e creatività appartengono alregno del podcast e del s i mu l c a -sting. I grandi network se ne ri-

dono, però presto potrebberofinire come quelle stelle chebrillano ma non esistono più.A Roma Radio Sapienza si pre-senta più strutturata, grazie al-l’intuizione del suo fondatore,il sociologo Mario Morcellini.Non solo radio gestita dagli stu-denti, ma soprattutto laborato-rio di qualificazione professio-nale e ricerca di nuovi linguag-gi. Vi lavorano in vari ruoli unaquarantina di ragazzi. Coordi-natrice, una ricercatrice,Mihaela Gavrila, di origine ru-mena. La affiancano 3 capire-dattori, età media 27 anni: Car-mine Piscopo e Tiziano Giam-michele per il web e l’area tec-nica, Annalaura Ruffolo per icontenuti. Ogni anno arrivano

nuove matricole e cambia lamaggioranza dei redattori. Ilturnover rappresenta un os-servatorio unico per conosce-re tendenze e orientamentidelle generazioni che si alter-nano. Non si tratta solo di uni-versitari, ma anche di liceali estudenti delle scuole medie,con cui la radio è in collega-mento. Siamo di fronte a un si-to multiculturale, dove la di-versità è il punto di forza. Ogni6 ore va in rete un programmadi news. Il tutto condito damassicce dosi di interattività.

NON MANCANO le in-chieste. All’origine del migliorgiornalismo, oggi non le faquasi più nessuno. Fare inchie-sta significa scoprire cose sco-mode. Tutto il contrario deimedia improntati all’anestesiadi massa. I titoli dei programmipiù seguiti? “WakeUp Sapien-za” dà la sveglia la mattina.“Ogni maledetto lunedì” parladi sport. “Job Job Cinema” in-segna i mestieri del cinema.Molti i programmi sul non la-voro. Non tutti ricordano, cer-

to non i nostri parlamentari,che nelle università italiane siaggira uno spettro micidiale: ladisoccupazione permanente.“Corvo rosso” è il programmadi satira e controinformazio-ne. “Under The Mirror Ball”mette in rete playlist di musicaanni Ottanta. “La radio in cu-cina” precede “Light MyF lye r ”, sugli eventi a Roma.Molto seguito è “S . O. S .”, acro-nimo di Soundz of Suburbia,un format di musica emergen-te. “Modern age” presenta igruppi rock degli anni zero. Divolta in volta viene invitata unaband emergente per live acu-stici in studio ed è incredibile ilnumero di formazioni giovani-li che animano la periferia me-

tropolitana. Qualche nome:Bud Spencer Blues Explosion,Criminal Jokers, Sad Side Pro-ject, Plastic Made Sofa… Laprevalenza di sigle anglofonela dice lunga sull’or ientamen-to culturale prevalente. Quan-to costa mettere in piedi unaweb radio? Se ci si accontenta,è sufficiente un pc e non serveneppure un microfono. Volen-do un’emittente più professio-nale basta meno di 10.000 eu-ro. Quanti ascoltano le web ra-dio? I picchi, tra 5.000 e 10.000ascoltatori quotidiani, si han-no quando il mondo attorno èin agitazione. Nel 2008, quan-do ci fu il no al Papa per inau-gurare l’anno accademico, imicrofoni furono presi d’assal-

to. Un sondaggio del Censis sti-ma l’ascolto radio sul web at-torno al 8%. La maggior partedegli ascoltatori, oltre il 60%, èsolito sintonizzarsi in mobilità,per lo più in auto. Il futuro?Aprirsi al social network, co-me già fanno varie emittenti.Facebook può fungere da vo-lano in quanto aggregatore diascolti e moltiplicatore di com-munity. La radio universitariapiù famosa al mondo? Forsequella di Città del Guatemala,diventata il faro del paese, gra-zie al coraggio di parlare al po-polo senza peli sulla lingua.

CHIEDO AI redattori di Ra-dio Sapienza: siete mai staticensurati? Le autorità accade-miche non hanno sinora maiespresso censure, neppure du-rante i moti dello scorso 14 di-cembre, quando Roma fu attra-versata dalla rabbia giovanile.Oggi la censura è una serpe piùsottile. Sta nella mancanza di fi-nanziamenti, che anno dopoanno erode le forze più attive,sino alla morte per consunzio-ne. È accaduto a Siena, può ac-cadere anche a Roma: le appa-recchiature rischiano l’obsole-scenza, il server è inadeguato.Che gliene frega alla Gelmini disussidiare la voce studentesca,quando la stragrande maggio-ranza la detesta? Al governo edintorni litigano su come spar-tirsi i nostri soldi, qui si arrancaper trovarli.

B AT T I B E CCO Édi Massimo Fini

TA L L E Y R A N DE BERLUSCONIL a sinistra è cretina. Troppo cretina. Tanto cretina che si

terrà Berlusconi fin che campa (e i cinici e i paranoicicampano moltissimo). Riepiloghiamo. Basta una telefonata diObama perché Berlusconi, con una delle sue solite capriole,cambi radicalmente idea sul nostro impegno in Libia: dal “nonbombarderemo mai” si passa all’autorizzazione ai Tornado ascagliare missili “su obiettivi mirati”. La Lega non ci sta. Unimportante ministro come Roberto Calderoli dichiara: “Nonvoterò mai in Parlamento l’autorizzazione a bombardare laLibia”. Posizione ribadita dal “lider maximo”. È unaspaccatura clamorosa nella maggioranza che, datal’importanza della questione, può portare all’immediatacaduta del governo di Silvio Berlusconi che, con uncomunicato ufficiale, si è già impegnato a obbedire al diktat diObama. E cosa fa la sinistra? Invece di incoraggiare i leghisti vaa fare le pulci al loro “niet” puntualizzandone solo lemotivazioni meschine: l’aumento dei profughi e dei costi. Inrealtà, la Lega ha una lunga tradizione di ostilità alle missioni“umanitarie e democratiche” della Nato. Nel 1999 alcuniparlamentari leghisti andarono a Belgrado a fare gli “scudiumani” contro i bombardieri Nato che partivano dalla base diAviano. Si sa che la Lega è contraria alla missione inAfghanistan e da tempo preme su Berlusconi perché ritiri ilnostro contingente. E invece la sinistra con tutta la tradizionepacifista che ha alle spalle, a volte spinta fino ai limiti dellavigliaccheria (“meglio rossi che morti”), ha subito in questianni una mutazione antropologica: è diventata guerrafondaiaper un soccombismo nei confronti degli americani cheuguaglia quello di Berlusconi. E se la Lega dovesse tener duro enon votare in Parlamento la mozione che autorizza i Tornadoa bombardare, sarebbe capace di appoggiare Berlusconisalvando così il governo che altrimenti cadrebbe come unapera cotta. Ma anche il presidente Napolitano non scherza.Ulcera Berlusconi su ogni virgola della Costituzione e ne viola,proprio lui, che ne è il supremo garante, uno degli articoli piùimportanti, l’articolo 11 che recita: “L’Italia ripudia la guerracome strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e comemezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Ilgenerale Fabio Mini, che è stato capo di Stato Maggiore delleForze Nato per il Sud Europa e nel 2002/2003 comandante delcontingente italiano in Kosovo, ha dichiarato che “tutte le piùrecenti missioni della Nato, compresa quella in Libia, sonomissioni di guerra”. Ma non c’è bisogno dell’autorità del

generale Mini per capire che in Libia laNato, a cui l’Italia, ubbidisce “perinde adc a d a ve r ”, sta facendo una guerra. Inpartenza la Nato doveva salvare i civililibici dai bombardamenti di Gheddafi. Difatto ha preso le parti di una delle duefazioni in campo invertendo i rapporti diforza: adesso a essere bombardato èGheddafi che non può più bombardare.Ne si capisce che senso abbia salvare icivili che stan dalla parte dei rivoltosi perammazzare quelli che sono rimasti fedelia Gheddafi. Una sinistra cogliona, unpresidente della Repubblica che viola laCostituzione in modo flagrante. Vienvoglia di passare dalla parte diBerlusconi. Perché è un delinquente, manon è un cretino. E come dicevaTalleyrand: “Preferisco i delinquenti aicretini, perché i primi almeno ogni tantosi riposano”.

Mourinho imitaHerrera

di Rino Tommasi

Credo che tutti gli alle-natori di calcio, indi-pendentemente dallaloro bravura, dai risul-

tati, dalla carriera e dalla for-tuna (che tra tutte le qualitàrimane una delle più impor-tanti) dovrebbero portareun fiore sulla tomba di He-lenio Herrera.È stato il famoso “HH” a de-terminare uno scatto neicompensi degli allenatoriquando si è inventato la teo-ria del premio doppio.Erano i tempi in cui molticlub stabilivano una tabellaper i premi partita ed He-lenio ha capito immediata-mente che per stabilire una

gerarchia che gli consentis-se di esercitare la propriaautorità nei confronti deigiocatori più importanti eraopportuno che questa fossesostenuta da un compensoadeguato.

MALGRADO siano passa-ti molti anni (Helenio ha al-lenato l’Inter dal 1960 al1967 ed è tornato sulla stes-sa panchina nella stagione1973-74) e il mondo del cal-cio abbia subito importanticambiamenti, certi mecca-nismi, in particolare quelliche inducono molti dirigen-ti ad applicare al calcio cri-teri aziendali disastrosi, so-no rimasti gli stessi e Mou-rinho, come a suo tempo

Herrera, li ha capiti e utiliz-zati meglio dei suoi colle-ghi.Intendiamoci, non vorreiche passasse la teoria che illavoro di un allenatore siacome quello di un prestigia-tore. Per ottenere – e soprat-tutto per conservare – c re-dibilità bisogna avere credi-bilità e questa non la si com-

Le radiou n i ve r s i t a r i esono la puntapiù avanzata dellac o mu n i c a z i o n enon allineata. “Unbaluardo controil vociare cheammorba l’e t e re ”.Eppure nessunone parla

SECONDO TEMPO

pera al supermercato, ma vaconquistata con i risultati.Prima di vincere il suo primoscudetto nel 1962-63 Herre-ra aveva ottenuto un terzo eun secondo posto, una voltadietro la Juventus, un’a l t radietro il Milan e non eranopiazzamenti che potevano

accontentare una platea am-biziosa come quella interi-sta.Per ottenere la fiducia di Mo-ratti, prima ancora di quelladei suoi giocatori, Mourinhoha vinto la Champions con ilPorto, non con il Barcellona(dove aveva iniziato come al-lenatore in seconda) o con ilManchester United.

I risultati come trampolinonecessario dopodiché gli èstato più facile convincere ilsuo presidente ad acquistarei giocatori giusti e i giornali aconcedergli la giusta atten-zione.Prima ancora degli scudettie dei tituli sportivi Mourinhonon ha mai perduto di vista itituli dei giornali e lui ne hasempre regalati molti ai gior-nali di mezza Europa.

G UA R DAT E quello che èsuccesso dopo l’ultima sfidacon il Barcellona. Avrebbepotuto limitarsi a dire che isuoi avversari avevano Mes-si, ma un’affermazione delgenere, per quanto corretta,avrebbe significato stabilireun concetto che a lui nonpoteva piacere e cioè che igiocatori potessero esserepiù importanti dell’a l l e n a t o-re .E allora si è inventato altreteorie fino a provocare unadenuncia dell’Uefa arrivan-do a chiamare in causa l’U-n i c e f.

L’importante era tenere ac-cesi i riflettori, Guardiola e ilBarca si tengano pure la vit-toria, ma i titoli sono rimastitutti per lui.La storia dello sport è riccadi episodi e di personaggidove il controllo dell’o p i n i o-ne pubblica diventa quasipiù importante dei risultatisenza i quali però non si vada nessuna parte.Björn Borg ha vinto undicititoli del Grande Slam, JohnMcEnroe soltanto sette maSupermac, litigando con gliarbitri e con i giornalisti si èfatto notare e ricordare dipiù.C’è un bel libro, uscito qual-che anno fa negli Stati Uniti,il cui titolo recita: “Nice Gu-ys finish last”. Letteralmentevuol dire che i ragazzi per-bene arrivano ultimi, in so-stanza che essere un po’ m a-scalzoni aiuta molto.Aggiungo però che nellosport bisogna anche vince-re, dopodiché bisogna sapervendere la propria merce e ipropri tituli.

Prima ancoradegli scudetti e deititoli sportiviMourinho non hamai perduto divista i tituli deigiornali.E lui ne ha sempreregalati molti aigiornali di mezzaE u ro p a

In alto M. Morcellini, al centromilitari in Libia in basso

Mourinho (FOTO ANSA)

Page 19: Il Fatto Quotidiano Di Sabato 30 Aprile 2011

Sabato 30 aprile 2011 pagina 19

Furio Colombo A DOMANDA RISPONDO7

MAIL B OXCiancimino, solidalicon IngroiaAnche noi vogliamo esprimeretutta la nostra solidarietà al ma-gistrato Antonio Ingroia. Il Pro-curatore Aggiunto di Palermo dasempre ha ribadito che tutto ciòche diceva Massimo Cianciminoandava scrupolosamente vaglia-to e questo, per noi, ha sempreposto il magistrato in una posi-zione di grande serietà. Ciò chedicono i testimoni va scrupolo-samente riscontrato con proveoggettive alla mano e se le provesono state artefatte la Magistra-tura che vuole verità su fatti cosìcomplessi, come una eventualetrattativa Stato-mafia, lo scopri-rà. Le indagini sulla trattativa Sta-to-mafia che si svolgono alla Pro-cura di Palermo, purtroppo ci ri-guardano fortemente da vicinocome le indagini per le stragi del1993 che si svolgono a Firenze.La Procura Nazionale Antimafiaa suo tempo ha ben definito icompiti, e a noi non resta che se-guire tutti i magistrati che si stan-no adoperando per dare giusti-zia ai nostri morti e ai nostri in-validi. Non ci piacciano i linciaggidi nessun genere, ma soprattut-to non li tolleriamo se vengonodalla politica e da quelle istituzio-ni che in fatto di verità sulle stragidel 1993 non hanno certo bril-lato. Rammentiamo a tutti lenorme che hanno favorito certerichieste di “cosa nostra” in que-sti anni e che sono uscite la Par-lamento. Richieste tutte scrittein un elenco redatto dalla mafia epresentato ancora per oscuri ca-nali allo Stato. Come rammen-tiamo “i non ricordo” in aule di

detti Responsabili, alle domandedella giornalista, mi sono ritrovato,ancora una volta, a riflettere sulla“statura” politica, morale, intellet-tuale, di questi nostri professioni-sti della politica medesima, e mi so-no posto alcune domande: ma dadove è sbucato costui? Grazie aquale perversa, rovesciata selezio-ne (in)naturale un simile soggettosiede in Parlamento? Come può unsiffatto assemblato di cinismo, tra-cotanza, ignoranza, rappresentaregli elettori? È mai possibile che ilpeggio del peggio che la stirpe ita-lica riesce a partorire bene o maletrova sempre la strada per arrivareladdove se ne farebbe tanto volen-tieri a meno?! Che la politica sia an-che una faccenda per stomaci forti,per fredde intelligenze abituate acalcolare i pro e i contro di ognidecisione (anche in funzione delproprio personale tornaconto) èampiamente risaputo, ma da qui adavere Parlamento e governo infe-stati da pericolose e prezzolatenullità c’è un abisso. Vengono i ca-pogiri a pensare che le sorti dellalegislatura e del paese sono nellemani di simili agghiaccianti, spudo-rati clown. La loro visione dellarealtà la riassume molto bene lostesso Sardelli, concludendo cosìl’intervista: “Tutto passa, è tuttoun gioco, bisogna prendere le cosecome vengono”. Già, appunto, co-me se si trattasse di una partita aMonopoli fra amici il giorno di Na-tale. Per loro sarà un gioco, per noiè una tragedia.Roberto Fasoli

Le sorti dell’Italiae la scaramanzia di B.Mentre la titolare di un negozio diRoma inneggia al duce e picchia lacommessa perché osa chiedereche le venga pagato lo straordina-rio; mentre la situazione nel Me-diterraneo non lascia presagireniente di buono per il nostro paeselasciato nelle mani di ministri (sic)come Frattini e La Russa; mentreun tale Battaglia dell'università diModena, acceso sostenitore delnucleare, sostiene ignobilmentead Annozero che a Chernobyl nonci sono stati morti senza che vengaportato via con la camicia di forza;mentre gli operai della Vlnyls aiquali aveva garantito di risolveretutto con una telefonata all'amicoPutin sono più disperati che mai edancora reclusi all'Asinara; mentrequesto piccolo e malefico omun-colo, nel silenzio quasi totale del-l'opposizione, dice impunementeche farà la legge per impedire alpopolo (sovrano solo quando lodecide lui) di votare per i referen-dum; mentre il nostro paese va arotoli, come passa le giornate ilpremier? Tra una barzelletta e l'al-tra, veniamo a sapere che un po’ ditempo lo passa negli studi Rai perdire a Sgarbi come deve arredarelo studio e per "consigliarlo" sullecose da dire, e un po’ alle premia-zioni dei giocatori del Milan. Se pe-rò si è presi dallo sconforto, bastaentrare nel sito del "governo ita-liano, Presidenza del Consiglio deiministri", e lì, finalmente, possia-mo rivalutare l'esecutivo e le suepriorità. Il 28 aprile, questa sotto-specie di governo, così informava icittadini sul proprio operato: “Inmerito a quanto riportano erro-neamente alcune agenzie di stam-pa, il presidente Silvio Berlusconisi è ben guardato dall'esprimereun pronostico sullo scudetto alMilan anche per evidenti ragioniscaramantiche”.Paolo Sanna

Diritto di ReplicaIn riferimento all’articolo pub-blicato in data 28 aprile 2011,dal titolo “I gabbiani romanicome avvoltoi contro Aleman-no”e a firma di Daniele Martinisi precisa che, per quanto ri-guarda il Centro CulturalePiazza Elsa Morante, la struttu-ra non è affidata ai Lavori pub-blici ma la gestione è stata as-segnata a Zètema ProgettoCultura. In merito alla Cittàdell’Altra Economia si ribadi-sce che il contratto triennaleera giunto a scadenza, quindil’Amministrazione capitolinaha deciso di indire un nuovobando di insediamento di nuo-ve imprese con le medesime fi-nalità, mirato alla filiera agrico-la e biologica. Il bando, oltre arispettare i criteri di trasparen-za e garanzia, mantiene e incre-menta la promozione della cul-tura e della economia bio-eco-compatibile, potenziando,quindi, anche la filiera agro ali-mentare del territorio dellaCapitale e della regione.Ufficio stampa Assessorato ai Lavoripubblici e Periferie Roma Capitale

Sulla Città dell’Altra economianell’ex Mattatoio, l’u f fi c i ostampa dell’assessore FabrizioGhera ribadisce con altre paroleciò che Il Fatto ha scritto, e cioèche vengono allontanate leimprese presenti e con un bandose ne fanno entrare altre. Perquanto riguarda il teatro ElsaMorante, l’assessore lo haguidato attraverso l’U f fi c i oPeriferie .

Dan. Mar.

C aro Furio Colombo, che cosa stasuccedendo? Mi pare di capire che il

Pd voterà la guerra in Libia e la LegaNord voterà la pace. Mi pare di capireche, separandosi dal Pdl, la Lega farebbecadere il governo Berlusconi, ma il votoPd lo terrà in piedi perché non mancheràuna maggioranza. È così? È possibile?

Arrigo

UNA COSA è certa: stiamo attraversandoun momento aggrovigliato e aperto a ogni colpo discena. Propongo di vedere le diverse situazioni diciascuna parte in questo gioco e poi di provare aimmaginare che cosa accadrà. 1) Il Pdl. Dovrebbefarsi carico della assurdità di essere l'autore del nondimenticabile trattato con la Libia. Vero, il pazzescodocumento non se lo sono approvati da soli. Ma sideve a Berlusconi e a Bossi se quella discutibileiniziativa, già avviata da governi di centrosinistra, èdiventata una sorta di patto assoluto con due solifini: gli affari per alcuni da un lato e la caccia senzaquartiere ai migranti, anche a costo di giocare le lorovite e di negare il diritto di asilo. Tutto viene ignoratoe tutte le possibili posizioni politiche sono adottatedal gruppo Berlusconi: neutralità benevola (“nonpossiamo disturbarlo”), partecipazione passiva(basi ma non aerei), partecipazione semi-attiva(aerei ma non bombe) e infine la piena presenzabellica con annuncio di aerei in volo ebombardamenti in corso. È una ditta che esegueordini, ma non produce politica. 2) Il Pd. C’è unvuoto nella posizione politica di questo partito, che èstato comunque più attivo e presente che in passatoin tutta questa vicenda: non avere avuto il coraggiodi impugnare il trattato e di pretenderne lacancellazione senza il sotterfugio del“c o n ge l a m e n t o ” ambiguo del governo. È vero, il Pd

lo aveva votato. Ma c’è sempre un momento utileper correggere gli errori. Non è stato colto. 3) LaLega Nord. Sembra pacifista, ma ha una solaossessione: perdere il controllo dei migranti, su cuifinora ha spadroneggiato in modo arbitrario siadentro l'Italia che nella politica internazionaleitaliana. Prima di dedicare un pensiero diapprezzamento alla loro avversione alla guerra,vediamo questo nuovo atteggiamento per quelloche è: non vogliono guerre che interferiscano con laloro guerra, che è la persecuzione dei migranti.Ricordiamoci del tentativo di dividere, fra gliscampati dal mare, i “c landestini” dai “r ifugiati” perpoi far sapere che, quasi certamente, gli scampatierano criminali fuggiti o fatti fuggire dalle galeretunisine o libiche. In più il numero: fin dall'inizio diuna grande rivolta di libertà in tutto il Nordafrica, ilministro dell'Interno leghista in servizio presso laRepubblica italiana ha annunciato cifre spaventose,in modo da far apparire un pericolo inaccettabilegià i primi cento o i primi mille sbarcati. Poi, come sisa, l’intera valanga umana ha superato di poco leventimila persone, e il grido d'allarme della Lega haaggiunto altro ridicolo al ridicolo a cui provvedeabitualmente Berlusconi. Ben diverso era stato ilproblema umano che, in circostanze analoghe,molti altri paesi europei avevano affrontato e risoltosenza annunciare l'Apocalisse. Credo e sperofermamente che il Pd e il resto di coloro che inParlamento sono alla opposizione stiano alla largadalla Lega persino se sembrerà pacifista. Quellodella Lega è un percorso truccato, una buonacampagna elettorale dopo la quale torneranno daBerlusconi.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

GUERRA E PACECON LA LEGA

IL FATTO QUOTIDIANOvia Valadier n. 42 - 00193 Romal e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

LA VIGNETTA

SECONDO TEMPO

IL FATTO di ieri 30 aprile 1889Le pale luminose del più celebre e più finto mulino diFrancia iniziarono a smanacciare incandescenti, il 30 aprile1889. Non ruotavano per macinare grano e farina, ma perilluminare le notti del vizio parigino, là, ai piedi della collinasacra e malfamata di Montmartre, a indicare il luogosimbolo della peccaminosità passato alla storia comeMoulin Rouge. Leggendario cabaret-scandalo dove ogniaudacia era possibile, il cancan sfrenato de la Goulue,“l’ingorda” coi mutandoni scuciti così come la dipingeràToulouse-Lautrec, le performance della chanteuse popYvette Guilbert, le contorsioni acrobatiche di Valentin ledésossé, l’uomo più magro e snodato del mondo, i vocalizziintestinali del Petomane, le indecenze scurrili di étoilescome la Mome Fromage e la Grille d’Egout, scatenate inmezzo ai tavoli e al sudore. Tutta la frenesia della fin desiècle nel café chantant più carnale di Parigi, presod’assalto dal Tout-Paris e da nobili nottambuli gaudenti, acaccia di sensazioni forti. Passato da eden demoniaco e amusic-hall glamour per vedette di grido come Mistinguette Maurice Chevalier, il Moulin Rouge, smorzati gli ardori,cederà mestamente al turismo di massa. Luogo un po’finto di Paris la nuit.

Giovanna Gabrielli

sicuramente ingiustificabili nelmomento in cui ci si rivolge a ungiornale e ai suoi lettori) e discor-si deliranti a quella che lui chiama"Silvia" la coscienza di Berlusconi.Il modo che ha di rivolgersi a fa-scisti, comunisti e operai che la-vorano nell'insicurezza è del tuttoinesatta, in quanto i primi non esi-stono per legge, i secondi non esi-stono per periodo storico e i terzinon fanno la totalità dei lettori.Sarebbe bastato un semplice "ca-rissimi italiani" parola che comevedo ancora molti non riesconoad usare. La frase che lui poi scrivesull'acqua "come si può pensareche se io ho sete devo pagare perbere?", mi lascia perplesso, inquanto non so a casa sua, ma a ca-sa mia se non paghiamo la bollettadell'acqua prima o poi i rubinetti lichiuderanno... Forse il problemadella privatizzazione dell'acqua èun altro, un problema sulla garan-zia della qualità, sulla distribuzio-ne sulle tariffe che andranno ap-plicate, sinceramente non lo sobene, sono ignorante sull'argo-mento, ma parlare di acqua priva-tizzata come di acqua privata misembra un’inutile e sterile stru-mentalizzazione degli argomenti.Roberto Montinaro

Per loro un gioco,per noi una tragediaDopo aver letto, sul Fatto Quoti-diano dell’altroieri, le sconcertantirisposte rilasciate da Luciano Ma-rio Sardelli, portavoce dei cosid-

giustizia di uomini dello Statoche non potevano non ricorda-re. Chiediamo pertanto grandeserietà in un momento difficilepieno di farisei, invocando soste-gno ai collaboratori di giustiziache devono dare il loro contri-buto all’accertamento della veri-tà tutta, e alla Magistratura chedeve indagare sulla rovina di vitadei nostri parenti, come dell’in -tero Paese.Giovanna Maggiani Chelli (presidenteAssociazione tra i familiari delle vittimedi via dei Georgofili)

Celentano, parliamodi problemi realiDa ignorante quale io sono, vo-glio esprimere il mio pensiero chesicuramente resterà inascoltato eforse, molto probabilmente saràanche impopolare: intanto la let-tera di Celentano la vedo solo co-me uno sfogo frustrante di unapersona (un italiano medio) chenon avendo poi tanti argomenticerca di delegare tutto a una let-tera pseudo-satirica farcita conparole offensive (giuste o meno,

Direttore responsabileAntonio Padellaro

Vicedirettore Marco Travaglio

Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio LopezProgetto grafico Paolo Residori

Redazione00193 Roma , Via Valadier n°42

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