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Il mercato del lavoro in Italia per i giovani altamente ... aree tematiche... · Quali aree della...

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CERTIFICATA UNI EN ISO 9001:94 www.formaper.com Area Ricerca Formaper formaper azienda speciale della CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI MILANO Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica Elaborazione dei dati ISTAT forze lavoro Rilevazione aggiornata ad Aprile 2002 Anna Soru Novembre 2002 All’elaborazione dei dati e all’analisi statistica ha collaborato Massimiliano Stucchi Editing a cura di Silvia Lupo e Adriana Mongelli
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CERTIFICATA UNI EN ISO 9001:94

www.formaper.com

Area Ricerca Formaper

formaperazienda speciale della

CAMERA DI COMMERCIOINDUSTRIA ARTIGIANATO

E AGRICOLTURA DI MILANO

Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica Elaborazione dei dati ISTAT forze lavoro Rilevazione aggiornata ad Aprile 2002 Anna Soru Novembre 2002 All’elaborazione dei dati e all’analisi statistica ha collaborato Massimiliano Stucchi

Editing a cura di Silvia Lupo e Adriana Mongelli

Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

Indice

1. Introduzione _______________________________________________________ 3

1.1 Metodologia e fonti ________________________________________________ 3

2. Quadro generale sull'occupazione giovanile _____________________ 5

3. Il mercato del lavoro per i giovani HQ ____________________________ 8

3.1 Il mercato del lavoro dei giovani HQ nelle macroaree geografiche _______________________________________________________ 10

3.2 Il mercato del lavoro dei giovani HQ: un confronto tra uomini e donne _____________________________________________________________ 13

3.3 I settori di attività ________________________________________________ 15

4. I titoli HQ _________________________________________________________ 17

4.1 I giovani ad alta qualifica ________________________________________ 17

4.2 Il mercato del lavoro dei giovani HQ per area di specializzazione21

5. Lavoro autonomo e dipendente __________________________________ 24

5.1 Il lavoro dipendente per tipologia contrattuale__________________ 26

5.2 Il lavoro dipendente per inquadramento _________________________ 28

5.3 Il lavoro autonomo________________________________________________ 30

5.4 Le diverse tipologie di lavoro per settore________________________ 34

6. I risultati di un’analisi di regressione ____________________________ 35

7. Conclusioni _______________________________________________________ 37

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

1. Introduzione A partire dal 1998 l'occupazione italiana ha registrato una notevole crescita: in quattro anni sono stati creati 1.600.000 posti di lavoro. All'origine di questa performance c'è innanzitutto l'applicazione delle norme sulla flessibilizzazione del mercato del lavoro: il pacchetto Treu del 19971 , ma anche successivi provvedimenti come la legge Salvi sul part time del 2000 e la liberalizzazione dei contratti a termine del 2001. Altre importanti concause della crescita occupazionale sono state la significativa crescita economica, iniziata ben prima del 1998, ma in rallentamento dal marzo 2001, la politica di moderazione salariale, avviata con i protocolli siglati nel 1992-93 e le leggi di incentivazione per il lavoro autonomo2 e per il lavoro dipendente permanente3. Questo scenario si intreccia con un trend demografico che vede ridursi il peso della popolazione giovanile e aumentare i livelli di scolarizzazione, anche con riferimento all'istruzione universitaria. Ma quali sono i risultati di queste tendenze sull'evoluzione della situazione occupazionale dei giovani, solitamente caratterizzati da tassi di disoccupazione molto più elevati? E soprattutto quanto il possesso di un titolo universitario, e quindi di un'elevata qualificazione, ha favorito l'accesso al mercato del lavoro? Quanto l'elevata qualificazione ha consentito il superamento di tradizionali elementi di svantaggio nell’accesso al lavoro, quali l'essere donna e l'appartenenza alle aree del Mezzogiorno? Quale è il risultato sull’occupazione dei giovani ad elevata qualifica del mix di politiche del lavoro di flessibilizzazione prima e di stabilizzazione poi? Quanto il lavoro temporaneo pesa su questo segmento di lavoratori? Quali sono le tipologie di rapporti lavorativi più dinamici e quali invece stanno declinando? Quali aree della formazione universitaria assicurano un più facile ingresso nel mercato del lavoro? E infine, l'evoluzione del numero di laureati nelle diverse aree di specializzazione (l'offerta) è coerente con la loro richiesta sul mercato? A queste domande si cercherà di rispondere attraverso un'analisi dei dati ISTAT sulle forze lavoro, che evidenzi livelli occupazionali, tipologie lavorative e aree di specializzazione dei giovani italiani ad elevata qualifica.

1.1 Metodologia e fonti Consideriamo ad alta qualifica coloro che hanno conseguito un diploma universitario, una laurea o un dottorato. La definizione di giovane da noi utilizzata è molto ampia e include tutti coloro che hanno sino a 32 anni di età; in analisi compiute all'estero è generalmente più ristretta, sino ai 24 o al massimo ai 30 anni. Si è optato per una fascia così ampia perché i giovani laureati iniziano a lavorare dopo i 23 anni e l'età media alla laurea in Italia è 28 anni. La fonte usata è l’indagine campionaria ISTAT sulla forza lavoro, rilevazione di aprile (la meno soggetta a oscillazioni stagionali), e sono stati impiegati i file originali dell'ISTAT. L’indagine ISTAT è sulla popolazione. Essa ha il vantaggio di fornire un quadro delle attività effettivamente svolte dalle persone. Essendo un’indagine campionaria, ha tuttavia il limite di essere rappresentativa per la realtà nazionale, o al più a livello regionale per l’insieme della popolazione, ma la rappresentatività si riduce quando ci si riferisce ad un sottoinsiemi limitato di essa. I giovani ad alta qualifica inclusi nella rilevazione campionaria sono 2.826 nel 2002: un campione interessante nel suo complesso, ma che non permette analisi approfondite per sottoinsiemi di esso. Per questo motivo in

1 Le principali misure del pacchetto Treu sono state l’istituzione del lavoro temporaneo, l’estensione del contratto a tempo determinato, la riduzione degli oneri contributivi per il part time e l’estensione dell'apprendistato alle qualifiche medio alte. 2 L. 608/96 o “prestito d’onore” e l’evoluzione nel DL 185/2000 che estende le agevolazioni alla microimpresa e al franchising. 3 L’articolo 7 della legge 23 dicembre 2000 n.388, ovvero la finanziaria per il 2001, ha introdotto sgravi fiscali per le nuove assunzioni. Nel 2002 c’è stato dapprima un blocco di tali sgravi e quindi, con l’art. 63 della legge finanziaria per il 2003, un significativo depotenziamento delle agevolazioni.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

certi casi si è preferito accorpare alcune voci di entità numerica limitata, che disaggregate presentavano oscillazioni elevate e sospette. Inoltre, variando il campione di anno in anno, è opportuno considerare con la dovuta cautela i trend che emergono dai dati, anche perché possono essere intervenuti alcuni cambiamenti nella rilevazione. In particolare si segnala che nella rilevazione del 2000 è stata lievemente modificata la definizione di imprenditore, introducendo una restrizione (l'imprenditore deve avere dei dipendenti) che nelle precedenti rilevazioni non esisteva.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

2. Quadro generale sull'occupazione giovanile Il notevole miglioramento della situazione occupazionale italiana dopo il 1998 è evidenziata da tutti i principali indicatori: aumento del numero di occupati di oltre 1.600.000 unità, aumento delle forze lavoro di un milione di unità4 e quindi del tasso di attività (da 57,8% a 61,8%) e riduzione del tasso di disoccupazione dal 12,5% al 9,2%. Tavola2-1: Indicatori del mercato del lavoro giovanile in Italia

condizione lavorativa e tassi 1998 1999 2000 2001 2002

var. assoluta

98-02

var. % medio

annua 98-0201-02

occupati 3.453.832 3.179.603 3.185.163 3.116.557 3.074.045 -379.787 -2,9 in cerca di occupazione 1.392.787 1.231.274 1.141.605 953.753 910.873 -481.914 -10,1

16-28 anni totale forze di lavoro 4.846.619 4.410.877 4.326.768 4.070.310 3.984.918 -861.701 -4,8 tasso di disoccupazione 28,7 27,9 26,4 23,4 22,9 -5,9 tasso di attività 47,7 48,5 48,6 47,5 47,6 -0,1 tasso di occupazione 34,0 35,0 35,8 36,3 36,7 2,7

popolazione tra i 16 e i 27 anni 10.169.359 9.090.046 8.896.381 8.575.908 8.375.810 -1.793.549 -4,7

occupati 2.984.456 2.986.988 3.035.072 3.110.051 3.169.886 185.430 1,5 in cerca di occupazione 509.685 497.337 456.060 409.052 409.926 -99.759 -5,3

28-32 anni totale forze di lavoro 3.494.141 3.484.325 3.491.132 3.519.103 3.579.812 85.671 0,6 tasso di disoccupazione 14,6 14,3 13,1 11,6 11,5 -3,1 tasso di attività 76,2 76,5 77,0 77,1 78,6 2,4 tasso di occupazione 65,1 65,6 67,0 68,1 69,6 4,5

popolazione tra i 28 e i 32 anni 4.586.374 4.553.475 4.532.776 4.566.291 4.555.154 -31.220 -0,2

occupati 6.438.288 6.166.591 6.220.235 6.226.608 6.243.931 -194.357 -0,8 16-32 anni in cerca di occupazione 1.902.472 1.728.611 1.597.665 1.362.805 1.320.799 -581.673 -8,7

totale forze di lavoro 8.340.760 7.895.202 7.817.900 7.589.413 7.564.730 -776.030 -2,4 tasso di disoccupazione 22,8 21,9 20,4 18,0 17,5 -5,3 tasso di attività 56,5 57,9 58,2 57,7 58,5 2,0 tasso di occupazione 43,6 45,2 46,3 47,4 48,3 4,7 popolazione sino a 32 anni 14.755.733 13.643.521 13.429.157 13.142.199 12.930.964 -1.824.769 -3,2

occupati 20.111.806 20.617.630 20.930.133 21.373.282 21.756.780 1.644.974 2,0 in cerca di occupazione 2.881.648 2.729.250 2.545.136 2.271.048 2.209.421 -672.227 -6,4 Totale

popolazione totale forze di lavoro 22.993.454 23.346.880 23.475.269 23.644.330 23.966.201 972.747 1,0 tasso di disoccupazione 12,5 11,7 10,8 9,6 9,2 -3,3 tasso di attività 57,8 60,2 60,5 61,0 61,8 4,0 tasso di occupazione 50,5 53,1 54,0 55,1 56,1 5,6

peso dei giovani 16-32 sul totale occupati 32,0 36,6 29,7 29,1 28,7 -3,3 -2,7

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Di queste tendenze ha beneficiato anche il lavoro giovanile, da sempre contrassegnato da più elevati tassi di disoccupazione. La lettura dell’evoluzione occupazionale giovanile, tuttavia, è significativamente influenzata soprattutto dal declino demografico che, nello stesso periodo, ha comportato una diminuzione del 12% della popolazione giovanile rispetto al 1998 (-3,2% annuo).

4 Si ricorda che le forze lavoro sono date dalla somma di occupati e in cerca di occupazione; il rapporto tra forze lavoro e popolazione in età lavorativa, definita con la fascia 15-65 anni, determina il tasso di attività; il rapporto tra in cerca di occupazione e forze lavoro determina il tasso di disoccupazione e infine il rapporto tra occupati e popolazione in età lavorativa determina il tasso di occupazione.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

Grafico 2-1 Variazioni nella popolazione giovanile e nelle sue componenti occupazionali tra il 1998 e il 2002

OCCUPATI -194,357 (-0,8%)

FORZE LAVORO -776,030 (-2,4%)

POPOLAZIONE <= 32 anni -1.824.789 (-3,2%)

IN CERCA DI OCCUPAZIONE -581,673 (-8,7%)

NON FORZE LAVORO -1,048,739 (-4,4%)

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Nonostante l’allungamento della scolarità media, che ritarda l’ingresso sul mercato del lavoro, la partecipazione giovanile al lavoro è in espansione (il numero di occupati è lievemente diminuito ma il tasso di occupazione è aumentato di quasi 5 punti percentuali e il tasso di attività di 2 punti percentuali) grazie alle accresciute opportunità lavorative che si sono riflesse sia in un più veloce inserimento di chi ha terminato il proprio percorso scolastico, sia in un maggior coinvolgimento di chi non cercava un lavoro perché riteneva di non poterlo trovare (e quindi un travaso dalle non forze lavoro verso l’occupazione). Grafico 2-2 Numero di giovani occupati per fascia di età

2.900.000

3.000.000

3.100.000

3.200.000

3.300.000

3.400.000

3.500.000

1998 1999 2000 2001 2002

28-32 anni

16-27 anni

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile L’effetto complessivo di queste trasformazioni è una distribuzione del peso lavorativo a favore della fascia più matura dei 28-32enni, che diventa numericamente più consistente della fascia 16-27enni ed una caduta del tasso di disoccupazione in entrambe le fasce: nei giovani 16-27 anni dal 28,7% al 22,9% e nei 28-32enni dal 14,6% all’11,5%.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

Grafico 2-3 Tassi di disoccupazione giovanile in Italia per fasce di età

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1998 1999 2000 2001 2002

16-28 anni 28-32 anni

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

3. Il mercato del lavoro per i giovani HQ Per i giovani ad alta qualifica (d’ora innanzi HQ) è in atto un costante processo di aumento delle forze lavoro e parallelamente, ma in misura più sensibile, dell’occupazione, con conseguenze positive sul tasso di disoccupazione, soprattutto dopo il 1999. In particolare nel 2001 e 2002 si sono fatti sentire gli effetti della Legge 388/2000, che sembra aver favorito soprattutto i più istruiti5. Grafico 3-1 Tasso di disoccupazione dei giovani ad alta e a medio-bassa qualifica

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1998 1999 2000 2001 2002

16-32 medio-bassa qualifica

16-32 alta qualifica

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Rispetto al totale giovani, gli HQ presentano livelli di disoccupazione più bassi di circa 2 punti percentuali e questo differenziale tende a mantenersi nel tempo.

5 La Relazione della Banca d’Italia per il 2001 (maggio 2002) riporta alcune stime del Ministero del lavoro, secondo cui il numero dei beneficiari nel settembre 2001 avrebbe superato le 100.000 unità e ipotizza che l’incentivo abbia determinato soprattutto il passaggio da un’occupazione precaria a un’occupazione permanente, più che una crescita complessiva, e in particolare abbia favorito i più istruiti.

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Tavola3-1: Indicatori del mercato del lavoro in Italia: confronto tra giovani HQ e totale giovani

1998 1999 2000 2001 2002 98-99 01-02 var. ass.

98-02 Var.% media annua 98-02

Giovani 16-32 HQ 794.208 756.787 790.122 875.334 916.259 -37.421 33.005 114.131 3,64

Occupati 531.078 491.074 533.056 614.341 640.234 -40.004 25.893 109.156 4,78 Disoccupati e in cerca di lavoro 129.426 138.173 122.564 112.540 120.475 8.747 7.935 -8.951 -1,78

Forze Lavoro 660.504 629.247 655.620 726.881 760.709 -31.257 33.828 100.205 3,59 Tasso di disoccupazione 19,6 22,0 18,7 15,5 15,8 2,36 0,35 -4

Tasso di attività 83,2 83,1 83,0 83,0 83,0 -0,02 0,71 1

Tasso di occupazione 66,9 64,9 67,5 70,2 69,9 -1,98 0,30 4

Giovani 16-32 totali 14.755.733 13.643.521 13.429.157 13.142.19912.930.964 -1.112.212 -211.235 -1.824.769 -3,25

Occupati 6.438.288 6.166.591 6.220.235 6.226.608 6.243.931 -271.697 17.323 -194.357 -0,76 Disoccupati e in cerca di lavoro 1.902.472 1.728.611 1.597.665 1.362.805 1.320.799 -173.861 -42.006 -581.673 -8,72

Forze Lavoro 8.340.760 7.895.202 7.817.900 7.589.413 7.564.730 -445.558 -24.683 -776.030 -2,41 Tasso di disoccupazione 22,8 21,9 20,4 18,0 17,5 -0,91 -0,50 -5

Tasso di attività 56,5 57,9 58,2 57,7 58,5 1,34 0,75 2

Tasso di occupazione 43,6 45,2 46,3 47,4 48,3 1,57 0,91 5 Peso degli HQ 16-32 anni sul totale giovani 5,4 5,5 5,9 6,7 7,1

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

Tuttavia se suddividiamo in 2 classi di età i 16-32enni e confrontiamo gli HQ con la media di ogni classe, osserviamo che all’interno di ciascuna classe di età il tasso di disoccupazione degli HQ è più elevato della media. Questa apparente contraddizione con quanto sopra evidenziato è il risultato di un maggior peso relativo, entro le forze lavoro HQ, della classe 28-32 anni, caratterizzata da minore tasso di disoccupazione: i 28-32enni costituiscono infatti l’83,8% delle forze lavoro laureate contro il 47,3% della media dei giovani. Figura 3-1 Tassi di disoccupazione giovani ad alta e a medio-bassa qualifica, suddivisi per fasce di età

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1998 1999 2000 2001 2002

16-27 alta qualifica

16-27 medio-bassa qualifica

28-32 alta qualifica

28-32 medio-bassa qualifica

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

Al crescere dell’età il tasso di disoccupazione tende a diminuire e il tasso di occupazione a crescere. Per gli HQ questa relazione emerge con evidenza solo a partire dai 26 anni (prima di tale età il numero di HQ che ricade nel campione è troppo limitato per essere significativo). Tra i più giovani, a parità di età, la probabilità di essere occupato è più elevata per i non laureati, come conseguenza di un anticipato ingresso nel mondo del lavoro, ma col passare del tempo la probabilità di essere occupati cresce maggiormente per gli HQ, avvantaggiati anche da tempi più brevi nella ricerca del lavoro. Al possesso di una elevata qualifica è inoltre collegata la probabilità di resistere più a lungo sul mercato del lavoro. Grafico 3-2 Tasso di occupazione per età nel 2002

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20

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60

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90

100

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Popolazione HQ

Popolazione totale

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

3.1 Il mercato del lavoro dei giovani HQ nelle macroaree geografiche Suddividendo il dato complessivo italiano per macroaree geografiche, l’area a maggiore occupazione, come atteso, è il Nord Ovest, seguita nell’ordine dal Nord Est, dal Centro e dal Sud e Isole. Il confronto tra i tassi di occupazione esprime un divario di quasi 30 punti percentuali a favore del Nord Ovest rispetto al Sud e non è diminuito nel tempo. Parallelamente il rapporto tra i tassi di disoccupazione è di 5 a 1.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

Tavola 3-2 Giovani HQ: confronti tra macroaree nel 2002 1998 2002

Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud

Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud

Giovani <28 anni 74.406 64.136 60.719 84.526 88.721 56.572 50.922 82.493Occupati 48.995 39.295 30.762 31.708 63.966 36.136 24.763 24.951Disoccupati 9.629 10.588 12.935 27.758 7.159 7.893 8.416 26.333Forze Lavoro 58.624 49.883 43.697 59.466 71.125 44.029 33.179 51.284Tasso di disoccupazione 16,4 21,2 29,6 46,7 10,1 17,9 25,4 51,3Tasso di attività 78,8 77,8 72,0 70,4 80,2 77,8 65,2 62,2Tasso di occupazione 65,8 61,3 50,7 37,5 72,1 63,9 48,6 30,2

Giovani 28-32 anni 158.896 100.242 101.550 148.869 188.350 132.538 127.035 189.629Occupati 137.542 81.582 70.729 90.464 164.696 112.193 93.435 120.094Disoccupati 10.915 10.891 13.781 32.928 8.906 8.473 15.494 37.800Forze Lavoro 148.457 92.473 84.510 123.392 173.602 120.666 108.929 157.894Tasso di disoccupazione 7,4 11,8 16,3 26,7 5,1 7,0 14,2 23,9Tasso di attività 93,4 92,2 83,2 82,9 92,2 91,0 85,7 83,3Tasso di occupazione 86,6 81,4 69,6 60,8 87,4 84,6 73,6 63,3

Giovani <= 32 anni 233.301 164.382 162.269 233.395 277.071 189.110 177.957 272.122

Occupati 186.537 120.878 101.491 122.172 228.662 148.329 118.198 145.045

Disoccupati 20.543 21.480 26.717 60.686 16.065 16.366 23.910 64.133

Forze Lavoro 207.080 142.358 128.208 182.858 244.727 164.695 142.108 209.178

Tasso di disoccupazione 9,9 15,1 20,8 33,2 6,6 9,9 16,8 30,7

Tasso di attività 88,8 86,6 79,0 78,3 88,3 87,1 79,9 76,9

Tasso di occupazione 80,0 73,5 62,5 52,3 82,5 78,4 66,4 53,3

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile La disparità territoriale è particolarmente acuta per i giovani laureati sino al 27-esimo anno d’età, che al Sud registrano un tasso di disoccupazione del 51,3%. Rispetto al 1998 la disoccupazione è diminuita in tutte le aree, ma al Sud la riduzione è stata meno consistente e si è concentrata solo nella fascia 28-32 anni (nella fascia < 28 anni è addirittura aumentata). Figura 3-2 Tassi di disoccupazione dei giovani HQ: confronti temporali e per macroarea

0 5 10 15 20 25 30 35

Nord-Ovest

Nord-Est

Centro

Sud

2002

1998

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

11

Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

La dinamica dell’occupazione dei laureati è superiore a quella media dell’insieme dei giovani: il peso dei giovani HQ sul totale dei giovani è nel 2002 pari al 10,3%, contro l’8,2% del 1998. La partecipazione al lavoro dei giovani HQ è aumentata in misura più elevata al Nord. In particolare è da sottolineare la crescita verificatasi nel Nord Est: in questa area nel 1998 la percentuale di occupati HQ sul totale giovani era pari a 7,6%, la più bassa tra tutte le macroaree; nel 2002 è passata a 10,1% e risulta inferiore solo a quella del Nord Ovest, ad indicare che i modelli prevalenti nel mercato del lavoro del Nord Est si stanno velocemente evolvendo verso l’inserimento di persone a maggiore qualifica. Grafico 3-3 Peso degli occupati giovani HQ sul totale giovani occupati

6

7

8

9

10

11

12

1998 1999 2000 2001 2002

Nord EstCentro

Sud e Isole

Nord Ovest

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

12

Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

Tavola 3-3 – Giovani HQ occupati per macroarea geografica

occupati macroarea 1998 1999 2000 2001 2002 var. 02-01Tasso di

incremento medio annuo

Nord Ovest 186.537 177.242 178.181 217.242 228.662 11.420 5,2

Nord Est 120.878 105.098 120.431 142.542 148.329 5.787 5,2

Centro 101.491 103.665 111.676 112.896 118.197 5.301 3,9

Sud e isole 122.172 105.070 122.769 141.661 145.045 3.385 4,4

giovani HQ

Totale 531.078 491.075 533.056 614.341 640.233 25.893 4,8 Nord Ovest 2.130.433 2.028.139 2.036.264 2.031.407 1.996.561 -34.846 -1,6

Nord Est 1.583.367 1.497.528 1.506.020 1.467.810 1.470.776 2.967 -1,8

Centro 1.170.430 1.128.297 1.155.592 1.166.805 1.168.421 1.616 -0,0

Sud e isole 1.554.058 1.512.627 1.522.358 1.560.587 1.608.172 47.586 0,9

giovani totali

Totale 6.438.288 6.166.591 6.220.235 6.226.608 6.243.930 17.322 -0,8 Nord Ovest 6.030.061 6.193.272 6.251.532 6.360.544 6.465.843 105.298 1,8

Nord Est 4.385.353 4.479.001 4.550.174 4.612.333 4.694.189 81.856 1,7

Centro 4.024.334 4.127.216 4.214.573 4.329.463 4.409.795 80.333 2,3

Sud e isole 5.672.057 5.818.141 5.913.854 6.070.942 6.186.953 116.011 2,2

totale popolazione

Totale 20.111.806 20.617.630 20.930.133 21.373.282 21.756.780 383.498 2,0 Nord Ovest 8,8 8,7 8,8 10,7 11,5 0,8

Nord Est 7,6 7,0 8,0 9,7 10,1 0,4

Centro 8,7 9,2 9,7 9,7 10,1 0,4

Sud e isole 7,9 6,9 8,1 9,1 9,0 -0,1

giovani HQ/giovani totali

Totale 8,2 8,0 8,6 9,9 10,3 0,4 Nord Ovest 3,1 2,9 2,9 3,4 3,5 0,1

Nord Est 2,8 2,3 2,6 3,1 3,2 0,1

Centro 2,5 2,5 2,6 2,6 2,7 0,1

Sud e isole 2,2 1,8 2,1 2,3 2,3 0,0

giovani HQ/totale

popolazione

Totale 2,6 2,4 2,5 2,9 2,9 0,1 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

3.2 Il mercato del lavoro dei giovani HQ: un confronto tra uomini e donne Il confronto di genere evidenzia l’elevata presenza di donne HQ, il cui numero è cresciuto del 18% in 4 anni (da 438.050 a 516.831), contro il 12,4% degli uomini laureati (da 355.295 a 399.429). Lo svantaggio occupazionale delle donne, esemplificato a livello complessivo da un tasso di disoccupazione giovanile pari al 21%, contro il 14% di quello maschile, si attenua tra i giovani laureati. Permangono tuttavia significative differenze nella disoccupazione tra donne e uomini anche entro il segmento dei giovani HQ (17,9% contro il 13,3% degli uomini), ma in misura meno accentuata che nel passato, come indica il ridursi del divario tra i tassi di disoccupazione e di attività rispetto al 1998. Nella fascia sino ai 27 anni il tasso di attività femminile è ormai addirittura superiore a quello maschile, mentre nella fascia intermedia 28-32 anni le donne restano sfavorite rispetto agli uomini anche a causa dell’effetto maternità6. Mentre per l’insieme della popolazione e dei giovani gli occupati uomini sono più numerosi delle donne ed il processo di riequilibrio è lento, nel segmento dei laureati le giovani occupate superano i giovani occupati ed il divario tende ad accrescersi, confermando che la laurea rappresenta uno strumento di accesso al mercato del lavoro particolarmente importante per le donne, che più spesso conseguono titoli universitari (il peso dei laureati giovani sul totale giovani è pari all’8% per gli uomini e al 13,6% per 6 Purtroppo la ristrettezza della base campionaria per i giovani laureati non consente una disaggregazione statisticamente significativa in contemporanea per genere e area geografica.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

le donne). Anche nel segmento giovanile HQ , la probabilità di trovare lavoro resta comunque più elevata per un uomo, ma questo potrebbe in parte essere conseguenza di una maggiore specializzazione femminile in corsi formativi più deboli. Tavola 3-4: il mercato del lavoro per i giovani HQ suddivisi per genere 1998 2002

Uomini Donne %

Donne/totale Uomini Donne %

Donne/totaleGiovani <28 anni 113.656 170.131 60,0 112.893 165.814 59,5 Occupati 61.268 89.493 59,4 59.189 90.627 60,5 Disoccupati 19.254 41.657 68,4 17.368 32.433 65,1 Forze Lavoro 80.522 131.150 62,0 76.557 123.060 61,6 Tasso di disoccupazione 23,9 31,8 22,7 26,4 Tasso di attività 70,8 77,1 67,8 74,2 Tasso di occupazione 53,9 52,6 52,4 54,7

Giovani 28-32 anni 241.639 267.919 52,6 286.536 351.017 55,1 Occupati 189.731 190.586 50,1 234.075 256.342 52,3 Disoccupati 29.653 38.862 56,7 27.439 43.234 61,2 Forze Lavoro 219.384 229.448 51,1 261.514 299.576 53,4 Tasso di disoccupazione 13,5 16,9 10,5 14,4 Tasso di attività 90,8 85,6 91,3 85,3 Tasso di occupazione 78,5 71,1 81,7 73,0

Totale giovani <= 32 anni 355.295 438.050 55,2 399.429 516.831 56,4 Occupati 250.999 280.079 52,7 293.264 346.969 54,2 Disoccupati 48.907 80.519 62,2 44.807 75.667 62,8 Forze Lavoro 299.906 360.598 54,6 338.071 422.636 55,6 Tasso di disoccupazione 16,3 22,3 13,3 17,9 Tasso di attività 84,4 82,3 84,6 81,8 Tasso di occupazione 70,6 63,9 73,4 67,1 Tavola 3-5 Occupati suddivisi per genere: confronto tra giovani HQ, giovani totali e totale popolazione

1998 1999 2000 2001 2002 peso%

1998 peso% 2002

Tasso di incr.

medio Uomo 250.999 229.930 245.638 271.957 293.264 47,3 45,8 4,0

Donna 280.079 261.144 287.418 342.383 346.969 52,7 54,2 5,5 Giovani HQ

Totale 531.078 491.075 533.056 614.340 640.233 100,0 100,0 4,8

Uomo 3.849.468 3.696.377 3.672.966 3.641.622 3.686.719 59,8 59,0 -1,1

Donna 2.588.819 2.470.214 2.547.268 2.584.986 2.557.211 40,2 41,0 -0,3 Giovani totali

Totale 6.438.288 6.166.591 6.220.234 6.226.608 6.243.930 100,0 100,0 -0,8

Uomo 12.784.999 13.118.901 13.222.623 13.358.167 13.557.649 63,6 62,3 1,5

Donna 7.326.807 7.498.729 7.707.510 8.015.115 8.199.131 36,4 37,7 2,9 Totale

popolazione Totale 20.111.806 20.617.630 20.930.133 21.373.282 21.756.780 100 100 2

Uomo 6,5 6,2 6,7 7,5 8,0

Donna 10,8 10,6 11,3 13,2 13,6 Giovani

HQ/Giovani totali Totale 8,2 8,0 8,6 9,9 10,3

Uomo 2,0 1,8 1,9 2,0 2,2

Donna 3,8 3,5 3,7 4,3 4,2 Giovani HQ/Totale

popolazione Totale 2,6 2,4 2,5 2,9 2,9

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

3.3 I settori di attività I settori in cui è maggiormente concentrata l'attività lavorativa dei giovani HQ sono i servizi alle imprese, che assorbono un quarto dell'occupazione di questo segmento della popolazione, la manifattura (14%), l'istruzione (12%) e la sanità (10%). Le attività che richiedono una più elevata scolarizzazione ed in cui perciò la presenza di giovani HQ è più elevata della media dei giovani, sono: istruzione (dove il 37% dei giovani occupati ha una HQ), servizi alle imprese (26,6%), intermediazione monetaria e finanziaria (25,7%), sanità (26,1%). Tavola 3-6 Settori di attività dei giovani HQ 1998 2002 % 2002 tasso di

crescita medio annua

% su giovani occupati

Manifattura 69.824 90.924 14,2 9,2 5,3 Commercio, alberghi e ristoranti, trasporti

73.028 77.960 12,2 2,2 4,5

Intermediazione monetaria e finanziaria 31.932 45.901 7,2 12,9 25,7 Servizi alle imprese 117.854 157.463 24,6 10,1 26,6 Pubblica amministrazione e difesa 38.371 50.619 7,9 9,7 15,6 Istruzione 63.035 78.894 12,3 7,8 37,3 Sanità 67.956 69.406 10,8 0,7 24,1 Altri servizi alle persone 32.712 38.600 6,0 5,7 11,8 Altri settori 36.367 30.466 4,8 -5,7 3,5 Totale 531.079 640.233 100,0 6,4 10,3 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Per poter considerare contemporaneamente la specializzazione occupazionale attuale dei giovani HQ e la sua evoluzione nel tempo è stato costruito il grafico successivo, che riporta: in ordinata il tasso di crescita medio annuo dell'occupazione di giovani HQ: i valori superiori a 0, che si collocano nel I e II quadrante, indicano settori in cui l'occupazione dei giovani HQ ha registrato un'evoluzione positiva, in ascissa il peso di occupati HQ sul totale dei giovani, incrociando l'ascissa sul peso medio dell'occupazione HQ. I punti che si collocano nel I e IV quadrante corrispondono ai settori in cui la presenza di giovani HQ è proporzionalmente superiore alla presenza della media dei giovani.

Grafico 3-4 quadro di sintesi sui settori di occupazione giovanile HQ

-10%

-5%

0%

5%

10%

15%

0 5 10 15 20 25 30 35

altri settori

manifattura

altri servizi alle persone

commercio

pubblica amministrazione

intermed. monetaria e finanz.

istruzione

servizi alle imprese

sanità

tasso di crescita medio annuo

98-02

% occupati alta qualifica/ giovani

occupati totali

II I

III IVIII IV

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

L'intersezione degli assi individua 4 quadranti: il primo quadrante comprende i settori a maggiore presenza di giovani HQ e in crescita: servizi alle imprese, servizi sociali e personali e pubblica amministrazione il secondo quadrante include i settori a bassa presenza di giovani HQ ma comunque in crescita: manifattura e commercio. Particolarmente interessante il dato sulla manifattura, che indicherebbe un’evoluzione verso livelli di maggiore complessità delle imprese; il terzo quadrante contiene i settori a bassa presenza di giovani HQ e in calo, raggruppati nella sigla altri settori: edilizia, agricoltura, trasporti. infine è vuoto il quarto quadrante che comprenderebbe i settori a elevata presenza di giovani HQ e in calo.

In sintesi il grafico rileva che si va accentuando la presenza di giovani HQ nei settori in cui la loro partecipazione è particolarmente rilevante, soprattutto nel terziario alle imprese e nella pubblica amministrazione, ed allo stesso tempo aumenta la loro partecipazione in alcuni comparti in cui tradizionalmente la richiesta di elevate qualifiche è inferiore, quali commercio e turismo e soprattutto manifattura. Resta marginale la presenza di laureati negli altri settori, quali edilizia, agricoltura, trasporti e energia, che restano caratterizzati da basso valore aggiunto e limitati livelli di innovazione e che quindi non richiedono l’inserimento di occupati ad elevata qualifica. Rispetto agli uomini HQ, le donne HQ si caratterizzano per una presenza più accentuata nella pubblica amministrazione, istruzione, sanità e servizi personali, confermando la vocazione terziaria femminile. In questi settori la crescita della presenza femminile è maggiore di quella maschile; fa eccezione l'istruzione, un settore ormai dominato dalle donne, ma in cui l'occupazione maschile cresce sensibilmente, a tassi superiori a quelli femminili. La differenziazione di genere nei settori di occupazione, per questo specifico segmento, tende a ridursi nel tempo.

Tavola 3-7 Settori di attività dei giovani HQ suddivisi per genere 2002 peso % 2002 tasso di incr.medio annuo uomini donne Totale uomini donne Totale uomini donne Totale

manifattura 51.391 39.533 90.924 17,5 11,4 14,2 12,2 5,7 9,2

commercio, alberghi e ristoranti, trasporti 38.621 39.339 77.960 13,2 11,3 12,2 -1,6 6,6 2,2

intermediazione monetaria e finanziaria 22.939 22.962 45.901 7,8 6,6 7,2 12,8 13,0 12,9

servizi alle imprese 79.434 78.029 157.463 27,1 22,5 24,6 7,5 13,1 10,1

pubblica amministrazione difesa 19.566 31.053 50.619 6,7 8,9 7,9 4,3 13,7 9,7

istruzione 22.200 56.694 78.894 7,6 16,3 12,3 23,7 3,4 7,8

sanità 22.805 46.601 69.406 7,8 13,4 10,8 -2,7 2,6 0,7

altri servizi alle persone 15.131 23.469 38.600 5,2 6,8 6,0 3,9 6,9 5,7

altro 21.177 9.289 30.466 7,2 2,7 4,8 -7,6 -0,8 -5,7

Totale 293.264 346.969 640.233 100,0 100,0 100,0 5,3 7,4 6,4

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

4. I titoli HQ

4.1 I giovani ad alta qualifica Nonostante il calo demografico, il numero di giovani HQ è lentamente ma progressivamente aumentato, ed è perciò significativamente cresciuto il loro peso sul totale della popolazione giovanile. Figura 4-1 Giovani HQ e loro peso sul totale giovani 16-32 anni

0

100.000

200.000

300.000

400.000

500.000

600.000

700.000

800.000

900.000

1.000.000

1998 1999 2000 2001 20020%

1%

2%

3%

4%

5%

6%

7%

8%

Giovani 16-32 adalta qualifica

% sul totalegiovani 16-32 anni

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile La crescita ha riguardato sia le lauree sia i diplomi universitari, non i dottorati di ricerca. Tavola4-1 Giovani HQ suddivisi per tipologia di qualifica

1998 1999 2000 2001 2002 2002% var. % medio annua 98-02

dottorato di ricerca 30.511 11.033 11.485 14.221 16.067 1,8 -14,8 Laurea 674.184 638.489 661.493 746.816 779.957 85,1 3,7 diploma universitario 89.513 107.266 117.143 114.297 120.235 13,1 7,7

Totale 794.208 756.788 790.122 875.334 916.259 100,0 3,6 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Il grafico successivo mostra che nel 2002 la distribuzione delle HQ per età è tendenzialmente calante per la popolazione sopra i 28 anni, come riflesso dell’accresciuta scolarizzazione. Sotto i 28 anni la curva è invece crescente perché molti giovani non hanno ancora conseguito la qualifica. Per il 1998 la curva è in parte diversa: il confronto conferma la crescita delle HQ negli ultimi anni (il peso dei laureati tra i 25-33-enni è più elevato nel 2002), dopo un periodo in cui erano risultate percentualmente calanti (tra i 35-50-enni il peso di coloro che hanno un’alta qualifica nel 2002 sono meno numerosi di quattro anni prima).

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

Grafico 4-1 La distribuzione delle qualifiche elevate per età, in percentuale sulla popolazione totale

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75

Peso dell'AQ nel 2002 Peso dell'AQ nel 1998

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

Figura 4-2 I titoli universitari per area di specializzazione: medie 1999-2002

medicina10%

area umanistica20%

area scientifica13%

ingegneria architettura

14%

altri diplomi universitari

4%

economico-politico-giuridico

39%

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile La formazione universitaria dei giovani HQ ha privilegiato l’area economico-giuridico-politica (39%), e particolarmente quella economico-statistica, e quella umanistica (20%), soprattutto linguistica e letteraria. Superano le 100.000 unità anche i titoli universitari in ingegneria.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

Tavola 4-2 I titoli universitari dei giovani sino a 32 anni per area di specializzazione e per anno

1999 2000 2001 2002 Tasso di crescita medio

annuo Area scientifica 107.843 103.237 109.621 111.448 0,8 - scientifico 61.405 60.514 68.557 63.429 0,8 - geo-biologico-agrario 46.439 42.723 41.063 48.020 0,8 Medicina 69.895 79.401 88.527 86.184 5,4 - laurea in medicina 43.343 48.705 53.003 49.126 3,2 - diploma in medicina 26.553 30.696 35.524 37.058 8,7 Ingegneria architettura 106.372 106.027 127.170 139.387 7,0 - ingegneria 73.015 67.737 89.301 100.316 8,3 - architettura 33.357 38.290 37.869 39.072 4,0 Economico-politico-giuridico 287.178 287.749 343.089 371.415 6,6 - economico-statistico 141.782 144.382 150.991 163.557 3,6 - politico-sociale 42.530 45.555 61.809 65.788 11,5 - giuridico 102.866 97.812 130.288 142.069 8,4 Area umanistica 146.729 172.142 175.724 174.699 4,5 - letterario-linguistico 114.960 139.718 143.232 134.178 3,9 - pedagogico-psicologico 31.769 32.425 32.492 40.522 6,3 Altri diplomi universitari 38.770 41.565 31.204 33.126 -3,9 Totale 756.788 790.122 875.334 916.259 4,9

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Nel corso degli ultimi anni sono aumentati soprattutto i titoli in ambito politico sociale, in ingegneria, in materie giuridiche e pedagogico-psicologiche e i diplomi universitari in medicina (+8,7% medio contro il +3,2% delle lauree in medicina). In valore assoluto è particolarmente rilevante la crescita dei titoli in materie giuridiche, probabilmente stimolata dall’importanza assunta dalle attività giudiziarie in seguito al periodo di “tangentopoli”. Grafico 4-2 I titoli universitari dei giovani HQ sino a 32 anni suddivisi per area di specializzazione e anno

- 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 160.000 180.000

scientifico

geo-biologico-agrario

laurea in medicina

diploma in medicina

ingegneria

architettura

economico-statistico

politico-sociale

giuridico

letterario-linguistico

pedagogico-psicologico

altri diplomi universitari

1999200020012002

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

19

Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

La presenza delle donne tra i giovani HQ è costantemente in crescita ed ha raggiunto il 56,4%, nella media dei titoli universitari, con punte particolarmente elevate nell’area politico sociale ((84,3%), pedagogico-psicologico (76,9%) e economico-statistico (74,4%) Per contro il numero di donne è inferiore a quello di uomini solo nell’area geologia-biologia-agraria (18,7%) e in ingegneria, dove tuttavia è ormai quasi paritario (48,4%). Negli ultimi anni la presenza femminile è cresciuta soprattutto nell’area giuridica, economico-statistica e in medicina, mentre si è ridimensionata nell’area pedagogico-psicologica, politico-sociale e scientifica. Tavola 4-3 I titoli universitari dei giovani sino a 32 anni per area di specializzazione, per anno e genere 1999 2000 2001 2002 Giovani ad alta qualifica uomini donne uomini donne uomini donne uomini donnealtri diplomi universitari 44,2 55,8 43,3 56,7 47,3 52,7 46,5 53,5 architettura 45,2 54,8 48,5 51,5 40,7 59,3 44,6 55,4 diploma in medicina 56,1 43,9 49,9 50,1 43,2 56,8 48,3 51,7 economico-statistico 29,6 70,4 21,3 78,7 20,0 80,0 25,6 74,4 geo-biologico-agrario 81,1 18,9 80,9 19,1 78,8 21,2 81,3 18,7 giuridico 57,7 42,3 56,9 43,1 53,3 46,7 45,6 54,4 ingegneria 51,8 48,2 53,5 46,5 56,2 43,8 51,6 48,4 laurea in medicina 39,9 60,1 39,2 60,8 33,0 67,0 35,3 64,7 letterario-linguistico 47,1 52,9 47,2 52,8 40,3 59,7 39,7 60,3 pedagogico-psicologico 19,2 80,8 19,8 80,2 17,5 82,5 23,1 76,9 politico-sociale 12,4 87,6 21,8 78,2 13,0 87,0 15,7 84,3 scientifico 36,1 63,9 35,8 64,2 36,2 63,8 44,0 56,0 totale 44,6 55,4 43,7 56,3 42,0 58,0 43,6 56,4 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Riclassificando i titoli in forti, medi e deboli emerge una situazione paritaria nei titoli forti, mentre le donne sono nettamente prevalenti nei titoli medi. Tavola 4-4 I titoli universitari dei giovani sino a 32 anni per anno e genere, suddivisi in titoli forti medi e deboli 1999 2000 2001 2002 Giovani ad alta qualifica uomini donne uomini donne uomini donne uomini donnetitoli forti 49,9 50,1 49,6 50,4 50,6 49,4 49,9 50,1 titoli medi 20,2 79,8 21,6 78,4 16,7 83,3 20,4 79,6 titoli deboli 45,1 54,9 43,7 56,3 41,5 58,5 44,0 56,0 totale 44,6 55,4 43,7 56,3 42,0 58,0 43,6 56,4 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

4.2 Il mercato del lavoro dei giovani HQ per area di specializzazione I tassi di disoccupazione dei giovani HQ sono più bassi per medicina, ingegneria e per l’area scientifica (che comprende anche le lauree e i diplomi di tipo chimico-farmaceutico); seguono gli indirizzi economico-statistico, politico-sociale e giuridico, quelli geo-biologico-agrario e quindi i titoli umanistici. La disoccupazione è più elevata per i titolari di altri diplomi universitari non rientranti in nessuna delle categorie sopradefinite (ISEF…) e per gli architetti.

Grafico 4-3 Tassi di disoccupazione medi 98-02 dei giovani sino a 32 anni HQ per area di specializzazione

Media '98-2002

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0

architettura

altri diplomi universitari

letterario-linguistico

pedagogico-psicologico

geo-biologico-agrario

giuridico

politico-sociale

economico-statistico

scientifico

laurea in medicina

ingegneria

diploma in medicina

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Se tuttavia consideriamo altri indicatori del mercato del lavoro, tra cui il tasso di attività e di occupazione, il quadro è in parte differente. Nel grafico successivo vengono considerati insieme i tassi di disoccupazione e i tassi di occupazione medi calcolati per gli anni 99-027. In ascissa è riportato il tasso di disoccupazione, e in ordinata il tasso di occupazione. L'origine degli assi è definita dai valori medi dei due tassi per l'insieme dei giovani HQ, rispettivamente 18% e 68,1%. Come atteso, esiste un'elevata correlazione tra elevati tassi di occupazione e bassi tassi di disoccupazione: quasi tutti i punti ricadono infatti una retta di regressione tracciata col metodo dei minimi quadrati (riportata in “grassetto” nel grafico successivo). Fa eccezione medicina, che è caratterizzata da tassi di disoccupazione bassi, unitamente a tassi di occupazione anche essi bassi, per effetto dell'elevato numero di laureati che sta ancora studiando per conseguire una specializzazione (il completamento degli studi di specializzazione in medicina richiede attualmente 5-6 anni oltre ai 6 di laurea) o anche della difficoltà di entrare nel mercato del lavoro senza una specializzazione post laurea. Le maggiori opportunità occupazionali si riferiscono ai diplomi universitari in medicina, ad ingegneria ed alle facoltà scientifiche, che rappresentano attualmente i titoli più “forti” sul mercato; seguono le

21

7 Volendo disaggregare i dati per indirizzo di specializzazione è necessario aggregare le osservazioni di più anni per mantenere significatività statistica al campione.

Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

facoltà economico-statistiche e politico sociali, che rappresentano le facoltà “medie”, mentre tutte le altre qualifiche presentano tassi di occupazione inferiori alla media e rientrano quindi nella fascia “debole”. Grafico 4-4 Quadro sintetico della situazione occupazionale dei giovani per i diversi indirizzi di studi universitari

5,0

35,0

60,0 65,0 70,0 75,0 80,0 85,0tasso occupazione

medio

tasso disoccupazione medio

DU medicina

ingegneriascientifico

economico-statistico

laurea medicina

giuridico

geo-biologico-agrario

architetturaaltri DU

pedag-psic.

letter. ling. politico-sociale

III

III IV

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Infine il grafico successivo mette a confronto il tasso di crescita medio annuo del numero di giovani che hanno conseguito un’elevata qualifica (che sintetizza d’evoluzione dell’offerta) e il tasso di occupazione medio (riflesso delle potenzialità di occupazione). L'origine degli assi è definita dai valori medi dei due tassi per l'insieme dei giovani HQ, rispettivamente +6,6%% e 68,1%. • Nel primo quadrante ritroviamo i titoli universitari che hanno conosciuto un’elevata crescita

nell’offerta e che hanno mantenuto un tasso di occupazione superiore alla media. Rientrano in essa ingegneria, diplomi universitari in medicina e materie politico-sociali. Per ingegneria e per i diplomi universitari in medicina la crescita elevata del numero di giovani HQ è stata stimolata proprio dalle elevate potenzialità di assorbimento del mercato. Meno favorevole la situazione delle materie politico sociali, dove la crescita del numero di giovani laureati non ha incontrato un’analoga crescita delle potenzialità della domanda;

• Anche nel secondo quadrante troviamo titoli che negli ultimi anni sono stati particolarmente dinamici, ma che, al contrario dei precedenti, hanno potenzialità occupazionali inferiori alla media. Rientrano nel quadrante i titoli giuridici e quelli pedagogico-psicologici. Entrambi hanno conosciuto una forte espansione, spinti tuttavia da elementi non di mercato: l’effetto “tangentopoli” per i titoli giuridici e l’apertura di numerose facoltà specifiche, quali ad esempio scienza della formazione, per quanto concerne i titoli pedagogico-psicologici;

• Il terzo quadrante è il più affollato e comprende titoli per i quali la bassa crescita dell’offerta non è stata sufficiente a garantire un adeguato sbocco professionale: architettura, laurea in medicina, indirizzo letterario-linguistico e geo-biologico-agrario;

• Infine nel quarto quadrante ritroviamo titoli a bassa crescita dell’offerta e con buone (area economico-statistica) o elevate (area scientifica) opportunità occupazionali.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

Figura 4-3 Confronto tra potenzialità occupazionali e dinamica dei titoli HQ

-10,0

0,0

10,0

20,0

60,0 65,0 70,0 75,0 80,0 85,0

politico-socialegiuridico

architettura

pedagogico-psicologico

letterario-linguistico

altri diplomi universitari

geo-biologico-agrario

economico-statistico

scientifico

laurea medicina

ingegneria

diploma

tasso di occupazione medio 99-02

tasso crescita

medio annuo 99-02

I

IVIII

II

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

5. Lavoro autonomo e dipendente Il 72,6% dell’occupazione complessiva italiana è regolato da rapporti di lavoro dipendente e il peso di questa tipologia contrattuale è aumentato negli ultimi anni (era il 71,8% nel 1998). Rispetto a questo dato generale i giovani si caratterizzano per una propensione media al lavoro dipendente ancora superiore (79,4%). In posizione intermedia possiamo collocare i giovani laureati, che sono dipendenti per il 76,3%. L’aspetto più interessante che emerge dall'analisi del trend è il drastico calo del lavoro autonomo tra i giovani laureati: -12,6% complessivo nel 1998-2002, contro il +36,7% del lavoro dipendente. In parte l'evoluzione riscontrata è imputabile ad una certa sostituzione tra lavoro autonomo e dipendente: da un lato la crescita della domanda di lavoro ha ridotto la pressione dell’offerta e il self employment come sbocco occupazionale; dall’altro lato l’introduzione delle norme che hanno flessibilizzato il lavoro dipendente e di sgravi fiscali per il lavoro permanente hanno disincentivato il ricorso alle tipologie autonome per i rapporti lavorativi parasubordinati. Questa sostituzione ha interessato in misura particolarmente ampia i giovani e soprattutto i giovani HQ. Tavola5-1 Lavoratori dipendenti e autonomi: confronto tra giovani HQ, totale giovani e totale occupati

condizione lavorativa 1998 1999 2000 2001 2002 var. 02-01

Tasso di incremento

medio annuo

Peso % 1998

Peso % 2002

Dipendenti 357.314 369.502 401.029 477.215 488.350 11.135 8,12 67,3 76,3

Indipendenti 173.764 121.572 132.027 137.126 151.883 14.757 -3,31 32,7 23,7 Giovani HQ

Totale 531.078 491.075 533.056 614.341 640.233 25.892 4,78 100,0 100,0

Dipendenti 5.057.800 4.840.252 4.899.698 4.925.937 4.956.675 30.738 -0,50 78,6 79,4

Indipendenti 1.380.487 1.326.339 1.320.537 1.300.672 1.287.255 -13.416 -1,73 21,4 20,6 Giovani totali<32

Totale 6.438.288 6.166.591 6.220.235 6.226.608 6.243.930 17.322 -0,76 100,0 100,0

Dipendenti 14.431.543 14.781.674 15.033.495 15.410.718 15.785.402 374.683 2,27 71,8 72,6

Indipendenti 5.680.263 5.835.956 5.896.638 5.962.563 5.971.378 8.815 1,26 28,2 27,4 Totale popolaz.

Totale 20.111.806 20.617.630 20.930.133 21.373.282 21.756.780 383.498 1,98 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile La contrazione del lavoro autonomo presso i giovani laureati ha riguardato in misura maggiore gli uomini, dove il peso degli autonomi sugli occupati è diminuito dal 41,8% al 26,9%. Anche tra le donne, tradizionalmente più orientate al lavoro dipendente, la percentuale di lavoratrici autonome si è ridotta (pur registrando una crescita assoluta), ma in misura più contenuta: dal 24,6% al 21%.

Tavola5-2 Giovani lavoratori autonomi e dipendenti HQ: confronto di genere

condizione lavorativa 1998 1999 2000 2001 2002 var. 02-

01

Tasso di incremento

medio annuo

Peso % 1998

Peso % 2002

Dipendenti 211.149 205.984 232.868 283.618 273.964 -9.654 6,73 75,4 79,0 Indipendenti 68.930 55.161 54.550 58.765 73.005 14.240 1,45 24,6 21,0

Donne giovani alta qualif.

Totale 280.079 261.144 287.418 342.383 346.969 4.586 5,50 100,0 100,0 Dipendenti 146.165 163.519 168.161 193.596 214.386 20.790 10,05 58,2 73,1 Indipendenti 104.834 66.412 77.477 78.361 78.878 517 -6,86 41,8 26,9

Uomini giovani alta qualif.

Totale 250.999 229.930 245.638 271.957 293.264 21.307 3,97 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Il grafico sui dati assoluti rende evidente la crescita del lavoro dipendente maschile e femminile, in concomitanza con un trend del lavoro autonomo decrescente, soprattutto tra gli uomini.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

Grafico 5-1 Giovani occupati HQ : uomini e donne dipendenti e autonomi

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

1998 1999 2000 2001 2002

dipendenti uomini

autonomi uomini

dipendenti donne

autonomi donne

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile La crescita del lavoro dipendente e il calo del lavoro autonomo interessa tutte le macroaree geografiche, ma il divario tra le due componenti lavorative è particolarmente accentuato al Nord e soprattutto al Nord Est, che registra il più drastico calo del lavoro autonomo e il più elevato incremento del lavoro dipendente. Tavola5-3 Giovani lavoratori autonomi e dipendenti HQ: confronto tra macroaree

condizione lavorativa 1998 1999 2000 2001 2002 var. 02-

01

Tasso di incremento

medio annuo

Peso % 1998

Peso % 2002

Dipendenti 121.697 133.289 139.753 169.543 170.188 645 8,75 65,2 74,4

Indipendenti 64.839 43.952 38.427 47.699 58.473 10.774 - 2,55 34,8 25,6 Nord Ovest

Totale 186.536 177.241 178.180 217.242 228.661 11.419 5,22 100,0 100,0 Dipendenti 84.821 78.743 89.374 114.883 122.477 7.594 9,62 70,2 82,6

Indipendenti 36.057 26.355 31.057 27.658 25.852 - 1.806 - 7,98 29,8 17,4 Nord Est

Totale 120.878 105.098 120.431 142.541 148.329 5.788 5,25 100,0 100,0 Dipendenti 68.647 80.118 83.508 85.469 88.433 2.964 6,54 67,6 74,8

Indipendenti 32.844 23.546 28.167 27.427 29.765 2.338 - 2,43 32,4 25,2 Centro

Totale 101.491 103.664 111.675 112.896 118.198 5.302 3,88 100,0 100,0 Dipendenti 82.148 77.351 107.319 107.252 - 67 6,89 67,2 73,9

Indipendenti 40.024 27.719 34.376 34.342 37.793 3.451 - 1,42 32,8 26,1 Sud e isole

Totale 122.172 105.070 122.770 141.661 145.045 3.384 4,38 100,0 100,0

88.394

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Per comprendere l’origine di questa evoluzione verso il lavoro dipendente è necessario disaggregare maggiormente i dati per tipologie lavorative.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

5.1 Il lavoro dipendente per tipologia contrattuale Entro il lavoro dipendente possiamo distinguere tra contratti a tempo indeterminato e contratti a tempo determinato (che comprendono oltre ai contratti a tempo determinato veri e propri, i contratti di formazione lavoro, di apprendistato, di lavoro interinale), entrambi a loro volta suddivisi in contratti a tempo pieno e part time. Tavola 5-4 Giovani HQ dipendenti: disaggregazione per tipologia contrattuale

1998 1999 2.000 2001 2002 2002%

var% 98-02 medio annua

Tempo determinato: 82.781 103.402 111.820 120.056 122.017 25,0 10,18 - pieno 60.519 73.628 84.817 90.205 92.630 19,0 11,23 - part time 22.262 29.774 27.003 29.851 29.387 6,0 7,19 di cui precari (TD e part time) 4.392 6.556 4.868 6.022 4.568 0,9 0.99

Tempo indeterminato: 274.532 266.100 289.210 357.157 366.333 75,0 7,48 - pieno 260.966 248.039 273.083 334.265 347.981 71,3 7,46 - part time 13.566 18.061 16.127 22.892 18.352 3,8 7,85

Totale 357.313 369.502 401.030 477.214 488.350 100,0 8,12 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Nel complesso del periodo la crescita dell’occupazione dipendente ha interessato in misura maggiore il tempo determinato, il cui peso relativo è passato dal 23 al 25% del totale lavoro dipendente. Tuttavia la maggiore crescita del tempo determinato ha interessato solo il 1999, successivamente il tempo indeterminato è proceduto di pari passo e nel 2001 a tassi superiori, stimolato dall’introduzione di sgravi fiscali per le assunzioni permanenti. Il tempo determinato, per questa fascia della popolazione, è soprattutto una modalità di ingresso nel mondo del lavoro, che serve a testare il rapporto lavorativo e nella maggior parte delle situazioni si trasforma in tempo indeterminato. Figura 5-1 Lavoro dipendente dei giovani HQ: confronto tra tempo indeterminato e tempo determinato

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

400.000

1998 1999 2.000 2001 2002

tempo indeterminato

tempo determinato

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

Ben diversa è la situazione per i giovani nel complesso e per la media della popolazione, dove il tempo determinato è molto meno diffuso ma è cresciuto più del tempo indeterminato. In particolare tra i giovani a medio-bassa qualifica l’occupazione a tempo indeterminato è diminuita del 2% e quella a

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tempo determinato è cresciuta del 2,9%, con un effetto complessivo di calo occupazionale e crescente precarizzazione. La tavola successiva mostra infine che solo raramente il tempo determinato e il part-time derivano da una scelta del lavoratore. Tavola 5-5: Tipologie di contratto prevalenti nei giovani nel 2002.

Totale giovani % Giovani HQ % % giovani HQ su tot. giovani

Occupazione temporanea con contratto formativo 396.178 47,0 47.848 9,8 12,1

non ha trovato un lavoro permanente 268.316 31,8 34.502 7,1 12,9

non desidera un lavoro permanente 23.500 2,8 1.753 0,4 7,5 in prova 44.796 5,3 6.560 1,3 14,6 altri motivi 110.499 13,1 31.354 6,4 28,4

Totale 843.289 100 488.350 100 9,9 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

La crescita del tempo determinato ha riguardato soprattutto le donne, tra cui ha registrato un +11,7% medio annuo contro il +4,9% del tempo indeterminato; tra gli uomini la tipologia lavorativa più dinamica è stata il tempo indeterminato (+10,7% contro il +7,2% del tempo determinato). L’alto peso dei contratti a tempo determinato presso le donne (30%, contro il 18% degli uomini) evidenzia la persistenza di una maggiore debolezza femminile sul mercato del lavoro, anche nel segmento delle giovani laureate. Tavola 5-6 Disaggregazione per tipologia contrattuale: confronto tra uomini e donne HQ

1998 1999 2000 2001 2002 var % medio annua 98-02

Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne

Tempo determinato: 20,1 25,3 23,3 31,7 22,6 31,7 20,4 28,4 18,1 30,3 7,2 11,7

- pieno 16,9 17,0 18,5 21,0 18,9 22,8 17,1 20,1 14,8 22,2 6,6 14,1

- part-time 3,2 8,3 4,7 10,7 3,7 8,9 3,3 8,3 3,3 8,2 10,7 6,2

Tempo indeterminato: 79,9 74,7 76,7 68,3 77,4 68,3 79,6 71,6 81,9 69,7 10,7 4,9

- pieno 78,2 69,5 73,7 61,9 75,1 63,0 76,6 65,6 80,5 64,0 10,9 4,6

- part-time 1,7 5,2 3,0 6,4 2,3 5,3 3,0 6,0 1,3 5,7 3,5 8,8

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 10,0 6,7Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Il tempo determinato ha registrato una crescita più consistente al Centro, dove è continuata per tutto il periodo considerato ed ha mantenuto tassi più elevati del tempo indeterminato (13,3% contro 4,4%), ma resta più diffuso nel Nord Est, dove ha conosciuto un’espansione particolarmente elevata nell’ultimo biennio, in concomitanza con una crescita sostenuta anche del lavoro a tempo indeterminato (+10,4% il tempo determinato e +9,3% il tempo indeterminato). In quest’area l’elevata domanda di lavoro in presenza di strozzature dell’offerta ha favorito il progressivo coinvolgimento di donne e giovani.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

Tavola 5-7 Giovani HQ: disaggregazione per tipologia contrattuale e macroarea

1998 1999 2000 2001 2002 2002%

var% medio annua

Nord Ovest Tempo determinato: 24.334 33.531 35.224 29.757 36.635 21,5 10,77 - pieno 18.034 25.524 28.324 23.912 28.751 16,9 12,37 - part-time 6.300 8.007 6.900 5.845 7.884 4,6 5,77 Tempo indeterminato: 97.364 99.759 104.530 139.785 133.553 78,5 8,22 - pieno 91.421 92.949 98.466 133.152 127.973 75,2 8,77 - part-time 5.943 6.810 6.064 6.633 5.580 3,3 -1,56 Totale 121.698 133.290 139.754 169.542 170.188 100,0 8,75 NordEst Tempo determinato: 23.653 23.892 24.038 31.400 35.188 28,7 10,44 - pieno 19.840 18.685 19.387 22.874 26.145 21,3 7,14 - part-time 3.813 5.207 4.651 8.526 9.043 7,4 24,10 Tempo indeterminato: 61.168 54.851 65.336 83.483 87.289 71,3 9,30 - pieno 58.396 52.016 62.011 77.630 79.803 65,2 8,12 - part-time 2.772 2.835 3.325 5.853 7.486 6,1 28,19 Totale 84.821 78.743 89.374 114.883 122.477 100,0 9,62 Centro Tempo determinato: 14.877 19.794 20.409 23.750 24.522 27,7 13,31 - pieno 12.137 13.587 15.710 18.542 19.864 22,5 13,11 - part-time 2.740 6.207 4.699 5.208 4.658 5,3 14,19 Tempo indeterminato: 53.769 60.325 63.100 61.720 63.910 72,3 4,41 - pieno 51.178 54.571 58.357 56.094 60.685 68,6 4,35

- part-time 2.591 5.754 4.743 5.626 3.225 3,6 5,62 Totale 68.646 80.119 83.509 85.470 88.432 100,0 6,54 Sud Tempo determinato: 19.916 26.185 32.149 35.150 25.672 23,9 6,55 - pieno 10.507 15.832 21.396 24.878 17.871 16,7 14,20 - part-time 9.409 10.353 10.753 10.272 7.801 7,3 -4,58 Tempo indeterminato: 62.232 51.166 56.244 72.169 81.580 76,1 7,00 - pieno 59.972 48.503 54.249 67.389 79.519 74,1 7,31 - part-time 2.260 2.663 1.995 4.780 2.061 1,9 -2,28 Totale 82.148 77.351 88.393 107.319 107.252 100,0 6,89

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Piuttosto anomalo il Sud, che inizialmente registra una significativa espansione del tempo determinato, ma si ridimensiona nel 2002. Parallelamente il tempo indeterminato, dopo un’iniziale contrazione, ha seguito un andamento crescente, soprattutto con il biennio 2001-2002, mostrando una forte reattività alle citate politiche per l’occupazione.

5.2 Il lavoro dipendente per inquadramento Gli occupati dipendenti laureati sono generalmente inquadrati come impiegati, soprattutto i più giovani. La crescita occupazionale ha riguardato quasi esclusivamente tale posizione. Solo marginalmente aumenta il numero di quadri, mentre si riduce quello dei dirigenti, a causa della progressiva degerarchizzazione delle organizzazioni. La posizione residuale altro, che comprende operai, apprendisti e lavoratori a domicilio, ha conosciuto una certa crescita nel 1999 in corrispondenza dell'estensione dell'apprendistato alle figure professionali medio-alte; è tuttavia calata negli ultimi anni, a causa della diminuzione degli operai8.

8 L'uso dell'apprendistato si è stabilizzato negli ultimi anni, in parte sostituito dai contratti a tempo determinato, crescentemente liberalizzati.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

Grafico 5-2 Occupati dipendenti per inquadramento contrattuale

-

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

400.000

1998 1999 2000 2001 2002

dirigentequadroimpiegatoaltro

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Il numero di “quadri” e dirigenti è naturalmente correlato all’esperienza lavorativa e quindi cresce con l'età, ma gli avanzamenti di carriera premiano soprattutto gli uomini. Considerando la fascia d'età superiore, la maggior parte delle donne dipendenti svolge ancora mansioni a livello impiegatizio e solo l’1,7% (contro il 4,4% degli uomini) occupa una posizione dirigenziale. Grafico 5-3 Occupati dipendenti per inquadramento contrattuale nel 2002: uomini e donne

-

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

dirigente quadro impiegato altro

uomini

donne

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

5.3 Il lavoro autonomo La suddivisione tra tipologie di lavoro autonomo utilizzata è diversa da quella ISTAT, ma parte da essa. Essa riprende una classificazione già utilizzata dal Formaper, ma introduce una nuova categoria, quella degli imprenditori professionisti. Mentre nella definizione ISTAT sono imprenditori i lavoratori autonomi con dipendenti che partecipano direttamente all'attività produttiva (prima del 2000 potevano esserci anche imprenditori senza dipendenti), nella definizione Formaper sono imprenditori tutti i lavoratori autonomi con dipendenti9. Al loro interno si è tenuta distinta la categoria degli imprenditori professionisti, definiti come lavoratori professionisti con dipendenti. Il numero di imprenditori è quindi nella nostra definizione maggiore rispetto a quanto stimato dall'ISTAT, ma comunque inferiore a quanto stimato dai dati (fonte Movimprese) sulle imprese iscritte al Registro Imprese delle Camere di Commercio. Parallelamente sono diverse anche le definizioni di lavoratori autonomi non imprenditori, che nella accezione Formaper non devono avere dipendenti. Infine sono stati considerati insieme i coadiuvanti familiari e i soci di cooperative, generalmente accomunati da un basso grado di autonomia e quindi definiti lavoro parasubordinato10. Nel dettaglio le categorie considerate sono:

1. imprenditori: sono definiti imprenditori o lavoratori autonomi dall’ISTAT e hanno dipendenti; 2. imprenditori professionisti: esercitano una libera professione (sono definiti liberi professionisti

dall’ISTAT) e hanno dipendenti; 3. self employed professionisti: esercitano una libera professione (sono definiti liberi

professionisti dall’ISTAT) e non hanno dipendenti; 4. altri self employed: sono definiti imprenditori o lavoratori autonomi dall’ISTAT e non hanno

dipendenti; 5. parasubordinati: sono definiti coadiuvanti o soci dall’ISTAT.

Tavola5-8 Giovani HQ, totale giovani e totale occupati per tipologia di lavoratori autonomi

condizione lavorativa 1998 1999 2000 2001 2002 var. 02-01

Tasso di incremento

medio annuo

Peso % 1998

Peso % 2002

imprenditori 29.930 10.974 12.218 13.581 16.330 2.749 -14,06 17,2 10,8 imprenditori professionisti 37.417 30.082 42.686 50.503 63.111 12.608 13,96 21,5 41,6 self employed professionisti 69.315 52.536 46.550 48.775 45.767 -3.007 -9,86 39,9 30,1

altri self employed 16.331 7.615 10.223 6.427 7.859 1.432 -16,71 9,4 5,2 parasubordinati 20.771 20.365 20.350 17.841 18.817 976 -2,44 12,0 12,4

giovani HQ

totale 173.764 121.572 132.027 137.126 151.883 14.757 -3,31 100,0 100,0 imprenditori 356.337 370.609 367.482 370.237 363.821 -6.417 0,52 25,8 28,3 imprenditori professionisti 63.116 69.557 101.601 105.449 109.501 4.052 14,77 4,6 8,5 self employed professionisti 119.891 115.552 109.543 108.213 102.756 -5.457 -3,78 8,7 8,0

altri self employed 400.311 360.373 344.325 310.792 307.315 -3.476 -6,40 29,0 23,9 parasubordinati 440.832 410.248 397.585 405.981 403.863 -2.118 -2,17 31,9 31,4

giovani totali

totale 1.380.487 1.326.339 1.320.537 1.300.672 1.287.255 -13.416 -1,73 100,0 100,0 imprenditori 1.865.503 2.026.031 2.012.688 2.118.982 2.145.860 26.878 3,56 32,8 35,9 imprenditori professionisti 348.250 402.727 460.925 493.075 499.790 6.716 9,45 6,1 8,4 self employed professionisti 494.329 544.313 557.869 556.336 573.685 17.349 3,79 8,7 9,6

altri self employed 1.887.916 1.837.437 1.773.892 1.667.442 1.670.029 2.587 -3,02 33,2 28,0 parasubordinati 1.084.265 1.025.448 1.091.266 1.126.729 1.082.014 -44.715 -0,05 19,1 18,1

totale popolazione

totale 5.680.263 5.835.956 5.896.638 5.962.564 5.971.378 8.815 1,26 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile 9 Per una trattazione più ampia di questi aspetti si rinvia a Fumagalli A. Soru. A. "Alla ricerca di nuove definizioni per l'analisi del lavoro autonomo e imprenditoriale", Temi di discussione Formaper 1999. 10 In realtà la categoria lavoro parasubordinato dovrebbe essere molto più ampia, dovrebbe includere i collaboratori coordinati e continuativi e anche molti lavoratori con partita IVA, ma i dati disponibili non consentono di isolare queste tipologie di lavoratori.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

La categoria autonoma più dinamica è sia per il totale della popolazione, sia soprattutto per i giovani, quella degli imprenditori professionisti. Si stanno diffondendo studi di consulenza che coinvolgono più professionisti. In alcuni casi la società è finalizzata alla suddivisione dei costi fissi (non solo affitto, attrezzature, spese di pulizia, ma anche il costo di uno o più dipendenti di supporto), in altri è invece funzionale a garantire un’offerta costante (non legata ad un solo professionista, che potrebbe assentarsi per malattia o ferie) e soprattutto differenziata, in quanto si creano gruppi di professionisti con competenze specializzate e complementari che possano assicurare la copertura di esigenze molto diverse. E’ interessante rilevare che questa tipologia di società si è sviluppata soprattutto tra i laureati, dove rappresenta il 41,6% dei lavoratori autonomi, ma coinvolge anche moltissimi diplomati. Figura 5-2 Tipologie di lavoratori autonomi dei giovani HQ

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

1998 1999 2000 2001 2002

imprenditori professionisti

self employed professionisti

parasubordinati

altri self employed

imprenditori

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile La categoria degli imprenditori professionisti è inoltre l’unica tipologia di lavoratori autonomi in crescita presso i giovani HQ. In diminuzione soprattutto i self employed: le competenze specialistiche sono sempre più utilizzate in ruoli impiegatizi e dirigenziali entro le imprese o all’interno di strutture di consulenza strutturate11 (come soci o come dipendenti). Calano nel complesso del periodo anche i laureati che operano come imprenditori in attività non legate all’esercizio di una libera professione. Infine sostanzialmente stabili i parasubordinati. Tavola 5-9 Peso relativo dei giovani HQ sul totale giovani e sul totale popolazione nel 2002

condizione lavorativa giovani HQ /totale giovani

giovani HQ /totale popolazione

Imprenditori 4,5 0,8

imprenditori professionisti 57,6 12,6

Self employed professionisti 44,5 8,0

altri self employed 2,6 0,5

parasubordinati 4,7 1,7

Totale 11,8 2,5 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

11 Entro le società di professionisti si stanno diffondendo modelli organizzativi che mirano allo sviluppo di comportamenti imprenditivi nei professionisti e che al contempo assicurino la loro fidelizzazione. In essi i professionisti, dopo un periodo di apprendistato come dipendenti o collaboratori esterni, diventano soci o partner della società.

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E’ molto interessante il confronto di genere, che evidenzia un trend molto favorevole alle donne HQ nel lavoro imprenditoriale, con un buon recupero del numero di imprenditrici e una forte crescita delle imprenditrici con attività professionale: nel 2002 in entrambe queste tipologie il numero delle donne supera quello degli uomini, mentre nel 1998 la situazione era inversa. Figura 5-3 Confronto di genere nel lavoro imprenditoriale e professionale con dipendenti

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

1998 1999 2000 2001 2002

uomini imprend.

donne impr. profess.

donne imprend.

uomini impr. profess.

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Nel self employment invece, la presenza femminile continua a diminuire a tassi superiori a quelli registrati dai giovani uomini. Figura 5-4 Confronto di genere nel self employment

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

1998 1999 2000 2001 2002

donne self empl. profess.

uomini self empl. profess.

uomini altri self empl.

donne altri self empl.

Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Infine il lavoro femminile cresce nelle figure autonome subordinate, mentre quello maschile decresce.

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Ricerca “Il mercato del lavoro in Italia per i giovani ad alta qualifica” elaborazione Area Ricerca Formaper su dati ISTAT 2002

Tavola5-10 Giovani HQ: confronto di genere tra le diverse tipologie di lavoro autonomo

1998 1999 2000 2001 2002 var. 02-01 Tasso di

incremento medio annuo

Peso % 1998

Peso % 2002

donne HQ Imprenditori 8.072 4.520 4.984 6.858 8.529 1.671 1,39 11,7 11,7 Imprenditori professionisti 15.942 14.190 16.395 22.604 34.826 12.222 21,57 23,1 47,7 self employed professionisti 27.430 24.408 20.755 17.836 15.929 -1.907 -12,70 39,8 21,8 altri self employed 7.724 2.706 2.850 2.108 2.566 458 -24,08 11,2 3,5 parasubordinati 9.761 9.337 9.566 9.359 11.155 1.796 3,39 14,2 15,3 totale 68.929 55.161 54.550 58.765 73.005 14.240 1,45 100,0 100,0 uomini HQ Imprenditori 21.858 6.455 7.234 6.723 7.801 1.078 -22,71 20,9 9,9 Imprenditori professionisti 21.475 15.892 26.291 27.900 28.285 385 7,13 20,5 35,9 self employed professionisti 41.885 28.128 25.795 30.939 29.838 -1.101 -8,13 40,0 37,8 altri self employed 8.606 4.909 7.373 4.319 5.293 974 -11,44 8,2 6,7 parasubordinati 11.010 11.028 10.784 8.481 7.661 -820 -8,67 10,5 9,7 Totale 104.834 66.412 77.477 78.362 78.878 516 -6,86 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Dalla Tavola successiva si rilevano alcune differenze tra le macroaree: la contrazione del numero di imprenditori colpisce soprattutto il Sud e le Isole; la crescita degli imprenditori con un'attività professionale è un fenomeno comune a tutta l'Italia, ma è più accentuata nel Nord, particolarmente nel Nord Ovest; i self employed professionisti crescono solo al Sud e diminuiscono prevalentemente al Nord; gli altri self employed si riducono specialmente nel Nord Est, mentre restano quasi inalterati al Centro.

Tavola5-11 Giovani HQ: confronto tra macroaree delle diverse tipologie di lavoro autonomo

condizione lavorativa 1998 1999 2000 2001 2002 var. 02-01 Tasso di

incremento medio annuo

Peso %

1998 Peso

% 2002

Nord Ovest imprenditori 10.275 4.574 5.177 4.350 6.537 2.187 -10,69 15,8 11,2 imprenditori professionisti 15.575 12.956 14.150 17.366 32.235 14.869 19,94 24,0 55,1 self employed professionisti 30.652 17.971 13.985 20.801 13.350 -7.451 -18,76 47,3 22,8 altri self employed 3.581 1.388 4.018 1.418 1.665 247 -17,42 5,5 2,8 parasubordinati 4.756 7.063 1.096 3.763 4.687 924 -0,36 7,3 8,0 totale 64.839 43.952 38.426 47.698 58.474 10.776 -2,55 100,0 100,0Nord Est imprenditori 5.739 1.282 3.761 4.566 3.924 -642 -9,07 15,9 15,2 imprenditori professionisti 6.359 5.137 7.290 9.138 10.035 897 12,08 17,6 38,8 self employed professionisti 14.353 11.880 10.604 7.157 7.428 271 -15,18 39,8 28,7 altri self employed 5.083 2.957 1.939 3.469 1.188 -2.281 -30,47 14,1 4,6 parasubordinati 4.523 5.100 7.462 3.329 3.278 -51 -7,73 12,5 12,7 totale 36.057 26.356 31.056 27.659 25.853 -1.806 -7,98 100,0 100,0Centro imprenditori 5.736 2.890 1.656 2.601 3.432 831 -12,05 17,5 11,5 imprenditori professionisti 7.208 5.580 9.632 10.084 10.380 296 9,55 21,9 34,9 self employed professionisti 12.450 10.404 10.878 9.721 9.673 -48 -6,11 37,9 32,5 altri self employed 2.747 1.611 2.797 1.063 2.539 1.476 -1,95 8,4 8,5 parasubordinati 4.703 3.060 3.205 3.958 3.741 -217 -5,56 14,3 12,6 Totale 32.844 23.545 28.168 27.427 29.765 2.338 -2,43 100,0 100,0Sud e Isole imprenditori 8.180 2.229 1.624 2.064 2.437 373 -26,12 20,4 6,4 imprenditori professionisti 8.275 6.410 11.614 13.915 10.461 -3.454 6,04 20,7 27,7 self employed professionisti 11.860 12.281 11.082 11.096 15.317 4.221 6,60 29,6 40,5 altri self employed 4.920 1.659 1.469 477 2.467 1.990 -15,85 12,3 6,5 parasubordinati 6.789 5.141 8.587 6.791 7.111 320 1,17 17,0 18,8 Totale 40.024 27.720 34.376 34.343 37.793 3.450 -1,42 100,0 100,0Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

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5.4 Le diverse tipologie di lavoro per settore L’occupazione dei giovani HQ è in tutti i settori prevalentemente dipendente. Il lavoro autonomo è relativamente più utilizzato nei servizi alle imprese e alle persone, soprattutto nella forma di attività professionali (organizzate sia in forma di impresa sia come lavoro autonomo), e negli altri settori, come attività parasubordinate. Per contro il lavoro dipendente è assolutamente dominante nell’istruzione, nella pubblica amministrazione e anche nella manifattura. Il peso dei contratti a tempo determinato è notevole nell’istruzione (45,8% dell’occupazione) ed è elevato negli altri servizi alle persone, nella pubblica amministrazione e nella sanità. Tavola 5-12 Settore per tipologia di rapporto lavorativo dei giovani HQ

dipendente Tempo

indet. Tempo

det. autonomo imprenditori imprenditori profess.

self employed profess.

altri profess. parasub. Totale

manifattura 16,6 19,3 9,1 6,6 14,0 3,3 5,6 11,7 10,6 14,3 commercio,alberghi e ristoranti,trasporti 12,0 12,9 9,5 13,1 27,1 3,2 5,9 24,5 43,1 12,3 intermediazione monetaria e finanziaria 7,9 8,9 4,9 4,0 2,6 3,9 4,1 7,5 3,4 7,0 servizi alle imprese 18,5 18,8 17,7 46,6 27,1 61,3 53,4 28,6 11,8 25,1

pubblica amministrazione e difesa 10,2 10,5 9,3 2,4 - 4,2 2,5 - - 8,3 istruzione 15,2 10,6 28,2 2,4 2,4 3,6 1,6 2,5 1,0 12,2 sanità 11,3 10,9 12,3 10,3 3,2 10,7 13,3 8,3 8,5 11,1 altri servizi alle persone 4,6 4,1 6,0 7,3 11,0 5,9 8,4 9,0 5,5 5,2 altro 3,8 4,0 3,1 7,1 12,6 3,9 5,3 7,9 16,1 4,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile

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6. I risultati di un’analisi di regressione L’analisi di correlazione evidenzia che l’occupazione è significativamente correlata al genere, alla macroarea di appartenenza e al titolo di studio, sia che si faccia riferimento al campione sulla popolazione italiana totale, sia che si consideri il sottoinsieme campione della popolazione giovanile e quello dei giovani HQ. Tavola 6-1 Correlazione tra occupazione e genere, titolo di studio, area di appartenenza DONNA LAUREA NORD CENTRO SUD HQ FORTE HQ MEDIO HQ DEBOLE

OCCUPATI Correlazione di Pearson -0,2071** 0,2031** 0,0963** 0,0152** -0,1093** 0,0952** 0,1276** 0,1546**

N 194.041 194.041 194.041 194.041 194.041 194.041 194.041 194.041 OCCUPATI GIOVANI

Correlazione di Pearson -0,1583** 0,1180** 0,2697** 0,0204** -0,2802** 0,0577** 0,0412** 0,0627**

N 41.133 41.133 41.133 41.133 41.133 41.133 41.133 41.133 OCCUPATI GIOVANI HQ

Correlazione di Pearson -0,0695 ** 0,2422** -0,2443** -0,1219** -0,1327**

N 2.826 2.826 2.826 2.826 2.826 Fonte: elaborazioni Area Ricerca Formaper su microdati Forze Lavoro ISTAT, rilevazioni di aprile Con l’analisi di regressione abbiamo inoltre valutato individualmente e congiuntamente l’impatto di ciascuna delle variabili indipendenti sul risultato di essere o meno occupato all’interno dei 3 campioni. Inoltre abbiamo considerato il possesso di un’elevata qualifica nel suo insieme o il possesso di una qualifica forte, media o debole, dove è forte il diploma universitario in medicina, la laurea o il diploma universitario in ingegneria e nell’area scientifica; è medio il titolo universitario nell’area economico-statistica e politico-sociale, sono deboli i casi residui. Abbiamo adottato nell’analisi dei dati una regressione logistica, perché disponevamo di una variabile criterio y (nel nostro caso gli “occupati”) dicotomica (0= non occupato; 1= occupato). L’approccio esplorativo della regressione logistica da noi utilizzato è stato quello della procedura “stepwise”, che cerca di determinare la funzione di regressione lineare che, pur mantenendo il minor numero di variabili esplicative12 (quelle che noi abbiamo scelto come potenziali predittori), è in grado di interpretare al meglio, in senso statistico, la variabilità del fenomeno in studio. Il modello risulta quindi additivo, nel senso che il contributo interpretativo di una variabile esplicativa è sommabile a quello degli altri, e asimmetrico, ossia assume dipendenza tra la variabile criterio e l’insieme dei predittori. Presenta nella maggior parte dei casi problemi di: • esiguità della varianza spiegata dall’equazione. • instabilità delle stime dei coefficienti di regressione. Per ovviare a tali inconvenienti e, quindi, per maggior sicurezza nell’interpretazione dei risultati dell’analisi, si è ripetuta l’analisi sui dati del 2001. I risultati delle regressioni calcolate sui due anni sono risultati molto simili e quindi i risultati del 2002 possono essere generalizzati. La bontà di adattamento del modello, che equivale alla differenza tra teorico e reale, è discreta (arriva quasi al 36% nel modello comprendente tutte le variabili e comprensivo solo della popolazione con età compresa tra i 16 e i 32 anni). Il modello di popolazione totale va comunque tenuto in considerazione, in quanto mette in luce comportamenti differenti delle stesse variabili in diverse popolazioni.

12 Il criterio “stepwise” è un modello di regressione logistica ideato per eliminare le osservazioni ridondanti al fine di descrivere le informazioni disponibili e generare ipotesi per modelli interpretativi più fini.

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Popolazione totale OCCUPATI = 0.161 - 0.917 DONNA + 1,798 HQ + 0,186 NORD - 0,371 SUD

OCCUPATI = 0.161- 0.917 DONNA + 1.825 HQFORTI + 1.773 HQMEDI + 1,796 HQDEBOLI + 0.186 NORD - 0.371SUD A livello complessivo le variabili che più influenzano la possibilità di essere occupati sono il possesso di un’elevata qualifica e il genere. Non vi è tuttavia alcuna significativa differenza tra titoli forti, medi o deboli. Nel lungo periodo il titolo universitario, indipendentemente dall’ambito di specializzazione, facilita l’ingresso e il mantenimento di un’occupazione. Totale giovani OCCUPATI = 0.2319 - 0.722 DONNA + 1,0163 HQ + 0,606 NORD - 0,774 SUD OCCUPATI = 0.229 - 0.722 DONNA + 1,561 HQFORTI + 1,076 HQMEDIE + 0,824 HQDEB + 0,606 NORD - 0,774 SUD Nel campione riferito alla sola popolazione giovanile acquista decisamente rilevanza la variabile appartenenza geografica, si riduce l’importanza del possesso di un’elevata qualifica e lo svantaggio delle donne. Le lauree forti risultano decisamente più importanti delle lauree deboli nel favorire l’occupazione, ma anche le lauree deboli sono positivamente correlate. Le diverse lauree sono quindi importanti nel favorire l’accesso alla prima occupazione, ma in prospettiva tutte le lauree danno un vantaggio occupazionale. Totale giovani HQ OCCUPATI = 0.58 - 0.1951 DONNA + 0,8338 HQFORTI + 0,2963HQMEDIE + 0,6836 NORD - 0,5697 SUD Nel sottoinsieme giovani HQ si riduce drasticamente il peso della variabile di genere, mentre resta significativa la disparità territoriale tra Nord e Sud, ad indicare che l’elevata qualifica aiuta in buona misura a superare le differenze di genere, ma non le disparità territoriali.

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7. Conclusioni L’occupazione ha mostrato una forte reattività alle politiche del lavoro degli ultimi anni. I giovani hanno significativamente beneficiato della crescita occupazionale che ne è derivata e il vantaggio è stato particolarmente evidente per i giovani con un’elevata qualifica, ovvero con un diploma universitario, una laurea o un dottorato. Il numero ed il peso dei giovani HQ è in crescita e soprattutto è aumentato il numero di giovani con un diploma in medicina, un titolo in ingegneria, in ambito politico-sociale, giuridico e psico-pedagogico. Rispetto alla spendibilità sul mercato è possibile differenziare i titoli in forti, medi e deboli, dove tra i primi (caratterizzati da tassi di occupazione superiori al 75%) ritroviamo ingegneria, l’insieme delle lauree scientifiche e i diplomi in medicina, tra i secondi l’area economico-statistica e politico sociale e tra i deboli (definiti da un tasso di occupazione inferiore alla media) tutti gli altri. Risultano quindi deboli non solo i titoli umanistici e medicina, che da anni scontano una certa saturazione del mercato, ma anche la laurea in giurisprudenza, che nel passato aveva sempre assicurato buoni sbocchi occupazionali, ma che recentemente ha registrato un’eccessiva crescita dell’offerta. Problemi di saturazione del mercato sono riscontrabili inoltre nell’ambito dell’area psico-pedagogica, anch’essa contraddistinta da una forte crescita dell’offerta. Al contrario, nonostante la sostenuta dinamica, restano elevati gli sbocchi professionali per ingegneria e per i diplomi in medicina. Buone le prospettive anche per i titoli dell’area scientifica, che sono tra i meno dinamici, e per l’area economico-statistica, la cui offerta sembra muoversi coerentemente con le esigenze della domanda. I giovani HQ, come d’altra parte il totale della popolazione, preferiscono il lavoro dipendente e tale propensione è cresciuta negli ultimi anni: il peso dei dipendenti era 67,3% nel 1998 ed è aumentato al 76,3% nel 2002. Questa crescita, favorita da provvedimenti legislativi e di politica del lavoro, ha interessato soprattutto gli uomini ed è stata più consistente nel Nord Est, dove i problemi di strozzatura dell’offerta di lavoro sono più evidenti. Entro il lavoro dipendente circa un quarto delle posizioni è regolato da contratti a tempo determinato. Il lavoro temporaneo pesa sui giovani HQ più che nella media ed è qui più dinamico, ma è elevata anche la crescita del lavoro a tempo indeterminato. Per questa fascia della popolazione il tempo determinato si configura soprattutto come modalità di ingresso nel mondo del lavoro, che nel tempo si trasforma in un rapporto a tempo indeterminato, ed è particolarmente diffuso nel Nord Est. Il lavoro autonomo nel complesso ha registrato una riduzione significativa negli ultimi anni. La contrazione ha interessato tutte le figure del lavoro autonomo, con la sola eccezione del lavoro imprenditoriale professionale, ovvero dei professionisti che hanno organizzato la propria attività in strutture che prevedono il coinvolgimento di dipendenti. In parte il calo del lavoro autonomo potrebbe essere il risultato di una certa sostituzione tra forme di lavoro autonomo parasubordinato con lavoro dipendente temporaneo, sfruttando le possibilità introdotte con le misure per la flessibilizzazione dell’ingresso nel mondo del lavoro. Ed in effetti il lavoro temporaneo è la modalità che ha conosciuto lo sviluppo più sostenuto, nonostante la frenata causata dall’introduzione degli incentivi per il lavoro permanente. Il vantaggio occupazionale del possesso di una HQ è evidente nella popolazione sopra i 27-28 anni. Il confronto tra aree evidenzia che anche tra i giovani HQ la disparità tra Nord e Sud è e resta elevatissima. Al contrario l'elevata qualifica si dimostra un efficace strumento per superare la disparità di genere. L'analisi di regressione conferma l'importanza della HQ come strumento di emancipazione femminile e la sua bassa efficacia nel riequilibrio delle potenzialità di giovani appartenenti al Mezzogiorno Il confronto di genere indica che si attenuano, per questo specifico segmento, i meccanismi di segregazione orizzontale: i percorsi scolastici e i settori di lavoro tendono ad essere sempre più simili per donne e uomini. Per contro permangono alcuni meccanismi di segregazione verticale, con le donne che più spesso operano con contratti precari e più raramente accedono alle posizioni di vertice nelle

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aziende, se si fa riferimento al lavoro dipendente, ma non nel lavoro imprenditoriale, in cui le donne mostrano di aver le capacità e le competenze per affermarsi nella stessa misura degli uomini. Per finire, quali sono le prospettive nel contesto attuale, di rallentamento della crescita economica, tenuto conto dei cambiamenti in atto nella politica del lavoro e l’immissione nel mercato del lavoro di oltre 700.000 immigrati? I dati esaminati arrivano sino all’aprile 2002. Le rilevazioni successive mostrano una sostanziale tenuta dell’occupazione, ma sembra ormai esaurita la spinta propulsiva legata alle misure di flessibilizzazione del mercato del lavoro e agli incentivi al lavoro permanente, peraltro fortemente depotenziarti con l’ultima finanziaria. Con la legge 848 è stata data delega al governo per riordinare la materia del lavoro e i servizi per l’impiego, ma vi è incertezza sulle direzioni e gli esiti di tale riforma. In termini statistici la regolarizzazione dei nuovi immigrati significa che nuove coorti sono entrate a far parte della popolazione e quindi ne deriverà un aumento del numero di occupati ma non una diminuzione dei disoccupati. In mancanza di una pronta ripresa del ciclo e tenuto conto della crisi di alcune grandi aziende è probabile, al netto della componente immigrati, una caduta complessiva dell’occupazione. Per i giovani ad elevata qualifica ciò potrebbe significare un allungamento dei tempi di inserimento sul mercato, ma l’evoluzione generale del sistema economico dovrebbe continuare a premiare il possesso di competenze elevate.

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