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Il Nuovo Galletto n.23

Date post: 29-Mar-2016
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Il quarto numero della stagione 2010/2011 del mitico giornale distribuito gratuitamente allo Stadio San Nicola in occasione delle partite giocate in casa dal Bari
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Anno 2 - Numero 23 17 Ottobre 2010 la voce del tifoso Periodico Diffusione gratuita L ‘anno scorso l’abbiamo guardata per tut- ta la stagione dall’alto verso il basso. E sia all’andata che al ritorno, l’aquila ha dovuto prendere ao della superiorità del galleo. Ma la regina dei volali, che da pochi giorni ha anche un nome e si chiama Olimpia, ha orgoglio da vendere e dopo aver rischiato di cadere in picchiata in serie B, ora si gode l’inaeso primato in classifica. Chis- sà se durerà, ma per intanto la Lazio è la sorpresa del campionato. Gioca un calcio organizzato ed efficace, orchestrato in panchina dal saggio Reja ed in campo dal profeta Hernanes, l’acquisto più azzeccato dell’ulmo calciomercato. L’altra dote che sta facendo volare alto l’aquila, è la voglia di riscao di gente come Mauri, Rocchi e Zarate, che lo scorso campionato ha vissuto una stagione da incubo. Sin qui la capolista, ma fortunatamente c’è anche tanto Bari. Un punto in più rispeo alle prime sei giornate dello scorso campionato e la sensazione di una squadra con ulteriori margini di crescita. Spreca, come accaduto anche a Geno- va, prima della sosta, ma connua a tenere vivo il sogno dei fosi. Statene cer: la Lazio non af- fronterà il Bari con la spocchia della prima della classe. Reja sa perfeamente che quello si stasera è un vero e proprio esame di maturità per i suoi ragazzi. Al San Nicola e soo i rifleori, il Bari è ca- pace di realizzare straordinari spot del calcio. Ecco perchè immaginiamo il nostro simpaco galleo che incrociando l’aquila prima di scendere in cam- po, la fissa negli occhi e le dice: “ma chi credi di essere?” © Riproduzione riservata spenniamola! R i di Enzo Tamborra
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Page 1: Il Nuovo Galletto n.23

Anno 2 - Numero 2317 Ottobre 2010

la voce del tifosoPeriodicoDiffusione gratuita

L‘anno scorso l’abbiamo guardata per tut-ta la stagione dall’alto verso il basso. E sia all’andata che al ritorno, l’aquila ha dovuto

prendere atto della superiorità del galletto. Ma la regina dei volatili, che da pochi giorni ha anche un nome e si chiama Olimpia, ha orgoglio da vendere e dopo aver rischiato di cadere in picchiata in serie B, ora si gode l’inatteso primato in classifica. Chis-sà se durerà, ma per intanto la Lazio è la sorpresa del campionato. Gioca un calcio organizzato ed efficace, orchestrato in panchina dal saggio Reja ed in campo dal profeta Hernanes, l’acquisto più azzeccato dell’ultimo calciomercato. L’altra dote che sta facendo volare alto l’aquila, è la voglia di riscatto di gente come Mauri, Rocchi e Zarate, che lo scorso campionato ha vissuto una stagione da

incubo. Sin qui la capolista, ma fortunatamente c’è anche tanto Bari. Un punto in più rispetto alle prime sei giornate dello scorso campionato e la sensazione di una squadra con ulteriori margini di crescita. Spreca, come accaduto anche a Geno-va, prima della sosta, ma continua a tenere vivo il sogno dei tifosi. Statene certi: la Lazio non af-fronterà il Bari con la spocchia della prima della classe. Reja sa perfettamente che quello si stasera è un vero e proprio esame di maturità per i suoi ragazzi. Al San Nicola e sotto i riflettori, il Bari è ca-pace di realizzare straordinari spot del calcio. Ecco perchè immaginiamo il nostro simpatico galletto che incrociando l’aquila prima di scendere in cam-po, la fissa negli occhi e le dice: “ma chi ti credi di essere?” © Riproduzione riservata

spenniamola!Ri

di Enzo Tamborra

Page 2: Il Nuovo Galletto n.23

bellomo e i suoi fratelli

© Riproduzione riservata

Un gol per diventare in un attimo star. La prodezza di Nicola Bellomo in Barletta-Cosenza si è trasformata in un autentico

tormentone su you tube. D’altra parte, non capi-ta tutti i giorni di ammirare un 19enne che par-tendo palla al piede, salta l’intera difesa avversa-ria e deposita in rete con un preciso rasoterra di sinistro. Una prodezza degna di Messi o Cristiano Ronaldo. Oppure anche del Cassano degli esor-di baresi. Quest’ultimo paragone si è rivelato il più calzante per Bellomo che, come Fantanto-nio, è nato a Bari Vecchia. In realtà, del 19enne trequartista, cresciuto nel settore giovanile del Bari, si è sempre detto un gran bene. Il giova-notto adesso si sta facendo le ossa in Lega Pro, a Barletta. “Tornare nel Bari sarebbe coronare il sogno di una vita”, svela il talento della città Vecchia. Un’ambizione, tuttavia, coltivata da altri giovanotti scuola Bari. Restando in Prima Divisio-ne merita attenzione Cristian Galano, prestato dai galletti al Gubbio, esterno dotato di grande velocità e di un poderoso sinistro. Il suo valore è attestato dalle numerose presenze collezionate nella nazionale under 19. Non proviene dal set-tore giovanile, ma è pur sempre di proprietà del

Bari, l’attaccante Alessandro Marotta, pesca-to dall’ex ds Perinetti tra i dilettanti. La punta di Napoli non è proprio un “baby”, avendo già 24 anni. Ma mostra numeri da bomber di razza. Lo scorso campionato ha vinto con la maglia del Gubbio la classifica marcatori del girone B di seconda divisione con ben 22 reti. Prestato alla Lucchese, è partito anche in questo torneo con il piede giu-sto: 3 centri in sei presenze. In serie B, in-vece, occhio al 22enne Giuseppe Statella. Esterno rapido e tecnico, da anni sembra sul punto di esplodere, anche se lo scorso campionato non ha convinto prima a Sa-lerno, poi a Torino. Adesso sta provando a mettersi in luce nel Grosseto. La carrellata si chiude con il 20enne Marco Crimi, l’unico che, provenendo dal vivaio, è aggregato in prima squadra. Nato a Messina, è un centrocampista centrale che si sa distinguere sia in fase di rottura, sia di impostazione. Di certo l’apprendistato con Ventura lo farà crescere in fretta. In generale, la speranza è che dal folto drappello emerga linfa per il Bari. Che, dai tempi di Ventola e Cassano, non pesca un asso dal settore giovanile.

Nicola Bellomo in azione con la maglia del Barletta. Foto Ri.Co.

Il fantasista del Barletta, ma anche Galano, Statella, Crimi e Marotta. Ecco i giovani che possono illuminare il futuro del Bari

di Davide LATTANZI

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Hanno rischiato il prepensionamento, oggi sono gli allenatori più alla moda del campionato. Edy Reja e Giampiero Ventura: sessantacinque anni uno, tre in meno

l’altro. Il goriziano, dopo essere stato scaricato da De Laurentis, sembrava davvero al capolinea di una lunga carriera vissuta tra alti e bassi. Il genovese, dopo aver parzialmente contribuito alla retrocessione in C del Pisa, stava per accasarsi alla Triestina prima che una telefonata del Bari, mentre era in vacanza negli Stati Uniti, gli cambiasse la vita. Storie parallele, della serie non è mai troppo tardi. Oggi uno si gode la vetta della classifica, dopo aver salvato la Lazio da una retrocessione che sembrava certa, l’altro ha fatto del Bari un modello di calcio bello e organizzato. Capelli bianchi (nel caso di Reja) o radi (nel caso di Ventura), ma tanto fosforo e una vitalità invidia-bile. Dopo l’ondata senza successo dei fratelli di Guardiola, cioè dei giocatori

che diventano immediatamente allenatori, Reja e Ventura hanno rilanciato l’usato sicuro. E i tifosi di Lazio e Bari si sentono tutelati come pochi altri.

Quella di oggi è anche la loro partita, alla faccia di chi li voleva già in pan-tofole o, nella migliore delle ipotesi, in qualche salotto televisivo. Edy e

Giampiero, ora che sono tornati sulla cresta dell’onda, non vogliono più scendere. Nessuno più di loro può capire quanta fatica costi

conquistarla.

3www.ilnuovogalletto.it17 Ottobre 2010Stadio San Nicola

ore 20.45

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di Franco CIRICI

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evviva la befana!

Il primo turno di campionato del nuovo anno si giocherà il 6 gennaio. Sempre che nel frattempo le varie delegazioni del pallone non cambino di nuovo idea e

si rimettano a tavolino. In realtà, dopo oltre un mese di polemiche e discus-sioni, si è tornati al punto di parten-za. Alla data originale. La vecchia si-gnora con la scopa ha vinto: in serie A si giocherà nel suo giorno. Con tanto di regali per chi vincerà e di carbone per chi uscirà sconfitto. Intanto questa vicenda consegna alla storia una comitiva numero-sa di perdenti. Perché si è getta-to via tanto tempo per decidere? Chi spiega ai tifosi le ragioni del bizzarro tourbillon delle date? Chi ripagherà quanti hanno spostato i

loro impegni, rinviato una partenza o rimodellato le vacanze natalizie, per non

mancare all’appuntamento con la squadra del cuore? Nessuno. Nel nostro paese va così. Sa-

rebbe bello se, per una volta, fossero proprio i tifosi a non essere d’accordo e, magari, a scioperare. Sarebbe ancor più auspicabile se il nostro mondo del calcio si cospargesse di buon senso. Una macchina così imponente

va guidata con saggezza, serietà ed au-torevolezza. I beneamati calciatori, che

alla resa dei conti hanno rivisto le proprie posizioni, traggano gli opportuni insegnamenti da quanto è accaduto. Stiano ben attenti, un’altra volta, a minacciare scioperi o diserzioni al primo disaccordo. Le loro legittime vacanze saranno giustamente rispettate. Ma, suvvia, se avessero perso un giorno o due di ferie non sarebbe davvero cascato il mondo. Molti di loro spesso sostengono di lavorare, diverten-dosi. E, soprattutto in serie A, il divertimento è pagato profumatamente. Altrettanti, pub-blicamente, hanno spesso confidato che il calcio è vita, passione, sogno, emozione. Ebbene, purtroppo, ben pochi altri lavo-ratori possono dire la stessa cosa. Per non parlare di chi (tantissimi) darebbe l’anima pur di trovare un lavoro, uno straccio di oc-cupazione. Sarà retorica, moralismo, ma è la vita di tutti i giorni. Una realtà spesso distan-te dai divi del pallone, impegnati a districarsi tra diritti di immagine, sponsor e via discor-rendo. Giocare alla Befana o a Capodanno (come fanno in Inghilterra) deve essere una festa, non un sacrificio. Una ghiotta occasio-ne per avvicinare le famiglie al calcio. Proprio il 6 gennaio è in programma il derbissimo di Puglia, a Lecce. Un tesoro ritrovato per la no-stra regione. Cerchiamo di proteggerlo e di difenderlo dalle solite baruffe di quartiere.

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Carlo Regalia:"la mia vita tra Bari e Lazio"

Carlo Regalia, Bari-Lazio racchiude gran parte della sua lunga carriera. Quali emozioni suscita in lei la sfida del San Nicola?

“L’affetto per entrambe le società è rima-sto intatto. Per me, questa è una gara imperdibile. Sarà una partita avvincen-te. Difficile sbilanciarsi in un pronostico. Potrebbe trattarsi del classico match de-ciso dagli episodi. Almiron e Barreto da una parte, Hernanes e Zarate dall’altra possono estrarre il colpo a sorpresa”.

Sia nella capitale, sia in Puglia ha dovu-to districarsi tra mille difficoltà.

“E’ il comune denominatore delle due esperienze. Alla Lazio nel 1986 passam-mo dai libri del tribunale, alla penaliz-zazione e ad una sofferta salvezza in B, fino alla promozione in serie A in soli due anni. Nella massima categoria sco-primmo giocatori del calibro di Ruben Sosa, Doll, Riedle. Insomma, creammo una vetrina importante per la società, poi rilevata da Cragnotti che, attraverso grandi investimenti, portò lo scudetto”.

Nel frattempo, lei era arrivato al Bari.

“Ed anche lì c’era una situazione partico-lare. La famiglia Matarrese veniva da un anno di grandi spese per i vari Platt, Bo-ban, Jarni, ma la squadra retrocesse in B. Cominciammo, così, a scovare calciatori nelle serie minori e all’estero per costru-ire squadre che dettero grandi soddi-sfazioni. Basti pensare che Zambrotta e Perrotta sono diventati campioni del mondo, mentre Bigica, Amoruso, Di Vaio, Ventola, De Ascentis, Sala, Cassano sono finiti nelle big italiane. Sei dei quasi do-dici anni consecutivi da dg del Bari sono stati in A. Non penso che sia un bilancio negativo. In più, anche nel Bari di oggi c’è un giocatore portato da me: Gillet. Vederlo recordman di presenze in bian-corosso è un grande orgoglio”.Qual è il suo più grande rimpianto nel Bari?

“La retrocessione in B nel 2001. I tifosi spesso erano delusi perché cedevamo i pezzi migliori. Ebbene, quell’anno tratte-nemmo Daniel Andersson, Osmanovsky ed avevamo Cassano. Ma forse fu un errore mantenere elementi che van-tavano altre richieste. La stagio-ne fu pessima e da lì cominciò

un’inarrestabile parabola discendente. L’obiettivo era fare del Bari una realtà fissa in serie A. Mi di-spiace non esserci riuscito”.

Oggi ci sono le basi per stabilizzarsi nella massima categoria?

“Sì. A patto di crescere gra-dualmente. I valori per far bene ci sono. A partire da un grande tecnico come Ventura”.

In una recente intervista ha dichiarato che Cassano (foto)potrebbe un giorno tornare al Bari. Lo ritiene possi-bile?

“Antonio ha sem-pre nel cuore la sua

città. Dunque, un presuppo-sto ci sarebbe conside-

rando che le vie del calcio sono infinite”.

Che cosa fa oggi Regalia?

“Non sono più in prima linea, ma do una mano alla

Pro Patria. Il cal-cio è sempre il mio

mondo”.

© Riproduzione riservata

di Davide LATTANZI

evviva la befana!

CURIOSITÀCarlo Regalia è stato allenatore del Bari dal 1972 al 1974, diventandone poi Direttore sportivo dal 1977 al 1982. Sarà Calleri a portarlo alla Lazio dopo averlo avuto per alcuni anni nell’Alessandria.

L’ex ds ha trascorso quasi 20 stagioni con i galletti e cinque con gli aquilotti. “Per me è sempre una partita speciale”

5www.ilnuovogalletto.it17 Ottobre 2010Stadio San Nicola

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un battito d'ali

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di Franco CIRICI

Un punto in più dell’anno scorso, senza un battito d’ali. O quasi. A Giampiero Ventura tornano

soltanto i conti in classifica. Anzi, sen-za peccare di esagerazione, il suo Bari avrebbe meritato qualcosina in più. Magari l’intera posta con il Cagliari. Ma questo non è certo il momento di guar-dare la classifica, di far paragoni con il recente passato. Più lecito concentrarsi sui margini di miglioramento, ovvero dove i biancorossi dovrebbero crescere affinchè aumenti il prodotto. La difesa? Lo sanno anche i muri del San Nicola: bisogna attendere il mercato bis e te-ner lontano infortuni e squalifiche. C’è invece altro che finora non ha funziona-to a dovere, secondo le aspettative del tecnico e dei tifosi. Il gioco sulle fasce, l’incisività degli esterni offensivi. Non un particolare di poco conto, ma una delle armi più efficaci dei meccanismi di Ventura. Difficile prendere il volo se le ali sono inceppate. Nello scorso cam-pionato Alvarez sorprese la compagnia. Pur con i suoi atavici difetti, al momen-to del dunque, fu sufficiente la velocità e l’imprevedibilità del nazionale hondu-regno, per creare grattacapi a svariate difese avversarie. Dall’altra parte, a si-nistra, sovente Ventura ricorreva ad un falso esterno (Allegretti o Koman), una

pedina tattica piuttosto che un altro scassinatore. Alvarez bastava ed avan-zava. Il fatto è che finora l’ex romanista non si è ripetuto. Qualche lampo, una buona mezz’ora contro il Brescia (quan-do è partito dalla panca), nulla più.

“Dobbiamo aiutarlo a ritrovare la giusta dose di adrenalina”. Fa bene Ventura ad incoraggiarlo, ha bisogno di recuperar-lo a miglior forma. La speranza è che, contro la Lazio, Alvaretto sia spinto dal profumo di derby (l’anno scorso fece gol all’Olimpico contro gli uomini di Reja). E gli altri? Ghezzal ha giocato più di tutti, fra gli uomini di fascia. Sta cre-scendo, a giudicare dal primo tempo di Genova, ma forse non è l’esterno ideale per il gioco di questo Bari. Aspettarlo è comunque un obbligo. E lo stesso vale per Rivas, a patto che l’argentino riesca finalmente ad infilare mezza dozzina di partite consecutive. In questo campio-nato è apparso due volte, e nemmeno tirato a lucido. Un battito d’ali potrebbe venire anche dal giovane D’Alessandro, uno che ha superato la B (con il Grosse-to) a pieni voti. Perché mai non dovreb-be farcela nel calcio che conta? In coda alla lista ci sarebbe lo spagnolo Romero. Gli addetti ai lavori dicono che abbia tutti i numeri per sfondare. Ma a Bari stanno per telefonare a “Chi l’ha visto”?

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7www.ilnuovogalletto.it17 Ottobre 2010Stadio San Nicola

ore 20.45

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www.ilnuovogalletto.it8

4-4-2a disposizione:25 Padelli, 33 Rossi, 8 Donati,13 Pulzetti, 91 D’Alessandro, 90 Alvarez, 9 Castillo Allenatore Giampiero Ventura

Stadio Franchidomenica 23 ottobre ore 20,45

FIORENTINA-BARI

Stadio San NicolaDomenica 17 Ottobre 2010ore 20,45

ArbitraRocchi della sezione di Firenze

Guardalinee: Niccolai e Papi4° uomo: Guida

BARI

8 PUNTI (7°)

Bari in casa, 7 PUNTI: Vittorie: 2Pareggi: 1

sconfitte: 0Reti fatte: 2

Reti subite: 1

3 GOL: Barreto;1 GOL: Donati, Castillo, Rivas

Ultima vittoria del Bari in casa:25 ottobre 2009: 2-0

nessuno

Ultima vittoria di Ventura su Reja: 14 marzo 2010: Lazio-Bari 0-2

Paulo Vitor BARRETO(media voto 6,42)

Abdelkader GHEZZAL(media voto 5,67)

IN CLASSIFICA

IL CAMMINO

I MARCATORI

LA CABALA

GLI EX

GLI ALLENATORI

LAZIO

13 PUNTI (1°)

Lazio in trasferta, 6 PUNTI: Vittorie: 2Pareggi: 0 sconfitte: 1Reti fatte: 3 Reti subite: 3

2 GOL: Mauri1 GOL: Floccari, Hernanes, Kozac, C. Ledesma, Rocchi, Zarate

Ultima vittoria della Lazio a Bari:22 Dicembre 2000: 2-1

nessuno

Ultima vittoria di Reja su Ventura: 26/05/2007: Verona-Napoli 1-3

Stefano MAURI(media voto 6,70)

Mauro ZARATE(media voto 5,62)

IL TOP

IL FLOP

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9www.ilnuovogalletto.it

Stadio San NicolaDomenica 17 Ottobre 2010ore 20,45

4-3-1-2a disposizione:

12 Berni, 13 Stendardo, 17 Foggia,11 Matuzalem, 23 Bresciano,

18 Kozac, 9 RocchiAllenatore Edoardo REJA

All’indirizzo www.ilnuovogalletto.it a partire dai prossimi giorni troverai il nuovissimo sito con notizie, informazioni, curiosità sul Bari e su tutti gli eventi

della città. In più, rubriche giornaliere e settimanali su tornei amatoriali di calcio, coppe europee e tutta la serie A. Commenta le notizie, partecipa ai sondaggi, e riceverai offerte vantaggiose dei nostri partner. Iscriviti alla nostra pagina di Facebook (oltre 4150 fan)!

www.twitter.com/ilnuovogalletto www.facebook.com/ilnuovogalletto

ArbitraRocchi della sezione di Firenze

Guardalinee: Niccolai e Papi4° uomo: Guida

Partite 40

Vittorie Bari 13

Vittorie Lazio 12

Pareggi 15

Reti

Segnate dal Bari 43

Subite dal Bari 44

RIEPILOGO- Prima dell’anno scorso, l’ultima vittoria del Bari contro la La-zio in serie A risale al 26 febbraio 1950 per 2-1. Nella passata stagione i galletti hanno sconfitto la Lazio per 2-0 sia all’an-data sia al ritorno. A Roma i biancazzurri fallirono anche un calcio di rigore.- Contro la Lazio il Bari ha stabilito un record mai più ripetu-tosi: 5-1 il 27/02/1938 in A. Unica e sola volta che il Bari ha segnato 5 gol in serie A.

I precedenti

© Riproduzione riservata

a cura del mensile Il Bari

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Di fronte allo scempio del cal-cio al quale abbiamo assistito in occasione di Italia-Serbia,

la non partita di

calcio di martedì sera,

la mia coscienza è stata attraversata da paura, incredulità, sgomento. Sono senti-menti forti, ma anche molto contrastanti tra di loro. Tutti siamo stati testimoni, per-

chè tutti eravamo lì con il cuore in gola. Se non è accaduto il peggio è stato grazie alla capacità e alla professionalità delle nostre forze dell’ordine, che pur operando in uno stato di emergenza hanno saputo fronteg-giare una situazione a dir poco esplosiva. Poteva ripetersi la tragedia dello stadio Hey-sel e questo, per fortuna, è stato evitato. Gli ultras che hanno messo a ferro e fuoco la

città di Genova e lo stadio di Marassi era-no dei veri e propri criminali, che

si sono fatti beffa del’intera nazione, sfregiando una se-

rata in cui avremmo dovu-to commemorare i nostri

soldati caduti in Afgha-nistan.No, questo non può

e non deve essere lo sport, se di fronte alla

follia di uno spicchio di curva non siamo più in grado di prendere decisioni

drastiche e consequenziali, se lasciamo sul-le spalle di un solo arbitro la decisione più giusta: quella di rispedire tutti a casa. Non era più una partita di calcio. In realtà non lo era mai stata. Quell’arbitro, per quanto ho visto, è stato lasciato solo dai dirigenti del palazzo deputati e pagati profumatamente per prendere decisioni e provvedimenti…La tristezza e l’impotenza, in quegli stessi minuti, sono stati scavalcati dalle splendi-de immagini che giungevano da un’altra parte del mondo, dalla miniera cilena. Un deserto che in realtà non era più tale. Un deserto, che per la capacità e la volontà dei cittadini del mondo, era diventa-to un crocevia di valori pregnanti. Valori per i quali vale la pena bat-tersi e combattere, con generosi-tà e capacità organizzative. Lì una squadra di esperti geologi e inge-gneri è riuscita in un miracolo : salvare vite umane. Un fatto che, con beffarda simultaneità, get-tava anni luce di distanza tra la miniera San Josè e la becera fol-lia dei criminali incappuc-ciati che tenevano in ostaggio Marassi. E quando Floren-cio Avolos è usci-to dalla capsula di metallo alla mez-zanotte e cinque mi-nuti, mi sono unito alle urla di gioia dei familiari, tecnici e

giornalisti che erano lì. Con il viso solcato da una lacrima, in uno stato di profonda com-mozione mi sono detto che il mondo può essere e deve essere migliore. Basta volerlo e battersi per isolare la violenza.

© Riproduzione riservata

di Elio DI SUMMAPresidente Provinciale UISP

dalla follia alla speranza

11www.ilnuovogalletto.it17 Ottobre 2010Stadio San Nicola

ore 20.45

Page 13: Il Nuovo Galletto n.23

di Maurizio FONTANA

In molti si sono stupiti nel vedere la creatura di Claudio Lotito spiccare letteralmente il volo in queste prime

giornate di campionato. Eppure la Lazio da almeno tre stagioni parte in modo fortissimo per poi letteral-mente “arrancare” dalla fine del girone d’andata.Sotto la gestione di Delio Rossi i biancaz-zurri praticavano un calcio affascinante e veloce, alla guida di un allenatore “ze-maniano” e due anni fa fecero parlare di possibile zona Champions dopo le prime 6-7 partite in cui contesero addirittura il primo posto all’Inter di Mourinho.Era un Inter più affamata di vittorie rispet-to a quel

la attuale, e soprattutto era una La-zio profondamente diversa da quella cinica messa in campo da Edi Reja, allena-tore esperto e dalla carrie-ra un po’ sfortunata: dopo la parentesi viola e la doppia promozione con il Napoli dalla C1 alla A sembrava aver smarrito ormai la via verso una posizione di prestigio nel calcio.L’occasione di allenare la Lazio (so-cietà tutto sommato gloriosa ma piut-

tosto decaduta negli ultimi anni dopo le follie dell’era Cragnotti) è giunta dopo le delusioni della gestione Ballardini, ed è stata colta al volo dal tecnico gorizia-no. La Lazio di Delio Rossi meno di un anno prima aveva vinto la Coppa Italia, seguita dalla Super-coppa che l’aveva vista addirittura trionfare sull’Inter che di lì a poco avrebbe vissuto la stagione della “triplet-ta”.Una Lazio incredibilmente “vincente”, quindi,

quel la ereditata da

Reja che, tutta-via, trovò i biancazzurri

nelle zone basse della clas-sifica, impelagati in zona

retrocessione.Nessun risultato de-gno di nota nel campionato scor-so, con l’unico merito di Reja nell’aver reinte-

grato un certo Ledesma, messo

fuori rosa da Lotito con l’accusa di aver

tramato il proprio trasfe-rimento dalla Lazio all’Inter.

Nel finale di stagio-ne i Laziali

persero il derby con la Roma c h e s t a v a conten-dendo il primato all’Inter e poi tra mil-le pole-miche

lasciarono il campo all’Inter in una par-tita profondamente contestata dai tifosi romanisti che accusarono la Lazio di aver lasciato vincere i nerazzurri per non favo-rire indirettamente la squadra capitolina nella corsa scudetto.Gli strascici di quella partita avrebbe-ro potuto indebolire un ambiente già in chiara difficoltà: una ulteriore sconfitta avrebbe potuto seriamente compromet-tere la permanenza in serie A dei Laziali.La salvezza arrivò solo nella penultima giornata di campionato.Anno nuovo, vita nuova. Lotito ha rega-lato ai suoi tifosi uno dei giovani più pro-mettenti del panorama calcistico mon-diale, Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima (comunemente noto come Hernanes - in foto), venticinquenne pro-veniente dal San Paolo, autore di alcune prestazioni da incorniciare.E’ anche la stagione della riscossa di Ste-fano Mauri, ex-Udinese, da alcune stagio-ni tra i biancazzurri, mai così in palla come quest’anno. Prandelli, CT della nazionale italiana, gli ha dato fiducia ed è stato con-vocato dopo oltre 5 anni (per lui 6 appa-rizioni nella prima gestione Lippi). Resta da capire se e per quanto tempo le aquile biancazzurre potranno essere competiti-ve e restare in vetta al campionato. Il Bari proverà, almeno oggi, a ridimensionarne

profondamente le ambizioni.

l'ennesimapartenza sprint

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13www.ilnuovogalletto.it17 Ottobre 2010Stadio San Nicola

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Page 14: Il Nuovo Galletto n.23

Reg. trib. Bari n. 34 del 14/09/2009Direttore responsabile: Vincenzo Tamborra

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Password s.n.c di Gesù Domenico e Di Summa Antoniovia delle Murge, 65/A - 70124 BariTel. +39 080 5046293 - fax +39 080 5672586www.passwordweb.it - [email protected]

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Emanuele (4 mesi) non vede l’ora che arrivi la domenica per guardare con il papà le partite del magico Bari.

giovani galletti

crescono...

La ricetta del presidente Lotito per ri-avvicinare i tifosi a squadra e socie-tà dopo il crollo degli abbonamenti

biancocelesti, è l’esibizione di un’aquila di nome Olimpia in volo sullo stadio olim-pico prima dell’inizio del match.Allo stesso modo il presidente biancoros-so Matarrese potrebbe liberare in campo un fiero galletto combattente, chiamarlo Nicola, e farlo anche schierare come pri-ma punta in partita… Segnerebbe più di tutti gli altri attaccanti.A Brescia, il vulcanico Corioni ingagge-rebbe il circense Nando Orfei per tener bada ad una leonessa a centrocampo…bambini in delirio al Rigamonti.Al Sant’Elia di Cagliari in scena la mosca cieca, protagonisti quattro mori sardi e bendati… nessun problema di liquidità per Cellino che li avrebbe già da oggi a disposizione, saranno Cossu, Pisano, Ra-gatzu e lui stesso.Clamoroso a Catania dove Pulvirenti di sicuro farebbe volentieri eruttare l’Et-na ma alla fine limitarsi ad una pacifica invasione di un elefante cavalcato dal tuttofare Beppe Mascara…Occhio alla digestione del proboscideo sennò altro che zolle.Per lo stadio di Cesena il patron Igor Cam-pedelli sara’ arrabbiatissimo per non po-ter far esibire cavallucci marini per ovvie difficoltà organizzative…Potrebbe rime-diare con Schelotto,Giaccherini e Anto-nioli in costume da cavallucci ballerini.Per la Genova sponda rossoblu ci sareb-

bero evidenti inconvenienti nel reperire un mitologico grifone quindi il ludico Preziosi potrebbe avallare la produzio-ne dei “grifoncini”, pupazzetti in gomma raffiguranti i giocatori genoani, distribu-iti in bustine e collezionabili; per la spon-da blucerchiata idea di più semplice re-alizzazione con il simpatico Garrone che potrebbe chiedere a Cassano e Pazzini la cortesia di vestirsi da pescatori con lan-terna… per poi gonfiare le reti.Nel regno del triplete milanese la solu-zione striscerebbe silenziosa; Moratti farebbe liberare 18 bisce qua e là per il campo per poi farle recuperare a Mate-razzi utilizzando Muntari come esca.Per i romanisti ci sarà dualismo tra la tra-dizionale lupa giallorossa che allatterà i prossimi gemelli della famiglia Totti: Yves Saint Laurent e Gucci, e lo stesso France-sco che guida un trerruote impazzito al grido di “E’ arrivato Franceschinoooo”.A Napoli pascolerà felice il classico o’ciucciariello con la variante della cri-niera portata alta e con il gel alla Marek Hamsik.Infine a Milano per animare l’animo di un San Siro in rossonero si vocifera che il Cavaliere potrebbe addirittura intavo-lare una trattativa nientemeno che con il Diavolo in persona per apparizioni fugaci e spettacoli pirotecnici prima del fischio d’inizio…Galliani è già agli inferi con Bronzetti per chiudere l’affare.

di Mario D’Innella

Risate da stadio...

Consigli per i presidenti

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